Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3
Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno, Giuseppe Borrelli, nell'ambito del filone d'inchiesta relativo all'analisi dei traffici internazionali di rifiuti, con particolare riferimento a quelli in uscita verso altri Paesi:
Morrone Jacopo , Presidente ... 3
Borrelli Giuseppe , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno ... 5
Morrone Jacopo , Presidente ... 9 ... 9
Petrucci Simona ... 9
Valenti Guglielmo , sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno ... 9
Petrucci Simona ... 9
Valenti Guglielmo , sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno ... 9
Potenti Manfredi ... 10
Morrone Jacopo , Presidente ... 10
Borrelli Giuseppe , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno ... 10
Morrone Jacopo , Presidente ... 10
(La seduta, sospesa alle 14.15, è ripresa alle 14.30) ... 11
Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 11
Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord, Maria Antonietta Troncone, nell'ambito del filone d'inchiesta relativo al sistema di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania:
Morrone Jacopo , Presidente ... 11
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord ... 13
Morrone Jacopo , Presidente ... 19
Borrelli Francesco Emilio (AVS) ... 20
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord ... 20
Morrone Jacopo , Presidente ... 22
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord ... 22
Morrone Jacopo , Presidente ... 23
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord ... 23
Morrone Jacopo , Presidente ... 23
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord ... 23
Borrelli Francesco Emilio (AVS) ... 24
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord ... 24
Borrelli Francesco Emilio (AVS) ... 24
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord ... 24
Borrelli Francesco Emilio (AVS) ... 24
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord ... 24
Morrone Jacopo , Presidente ... 25
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord ... 25
Morrone Jacopo , Presidente ... 25
Borrelli Francesco Emilio (AVS) ... 25
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord ... 25
Morrone Jacopo , Presidente ... 25
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord ... 25
Auriemma Carmela (M5S) ... 25
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord ... 26
Cangiano Gerolamo (FDI) ... 27
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord ... 27
Morrone Jacopo , Presidente ... 27 ... 28
Troncone Maria Antonietta , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord ... 28
Morrone Jacopo , Presidente ... 28
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE
La seduta comincia alle 13.35.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno, Giuseppe Borrelli, nell'ambito del filone d'inchiesta relativo all'analisi dei traffici internazionali di rifiuti, con particolare riferimento a quelli in uscita verso altri Paesi.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno, Giuseppe Borrelli, che saluto e ringrazio della presenza. Il procuratore è accompagnato dai sostituti procuratori Guglielmo Valenti e Carlo Rinaldi, a cui vanno i miei ringraziamenti per la loro disponibilità.
Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione.
Avverto, inoltre, i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che se lo riterranno opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta.
Segnalo che, in tal caso, per la parte di seduta sottoposta a regime di segretezza, saranno sospesi tutti i collegamenti da Pag. 4remoto e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera i deputati, che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera.
Al fine di assicurare il migliore svolgimento dei lavori, invito i nostri ospiti a destinare, se è possibile, l'illustrazione di eventuali contenuti riservati alla parte finale della seduta.
Ricordo che la Commissione è chiamata, in base alla relativa legge istruttiva, a svolgere indagini atte a fare luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, anche con riguardo alla verifica di eventuali comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica, ovvero di soggetti pubblici e privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti.
La Commissione ha, inoltre, il compito di individuare eventuali connessioni tra le attività illecite e altre attività economiche con specifico riferimento al traffico dei rifiuti all'interno dei territori comunali e provinciali e tra le diverse regioni, anche tenendo conto del divario della dotazione di impianti.
In tale contesto, nell'ambito dell'attività di inchiesta avviata, la Commissione verifica altresì l'eventuale sussistenza di attività illecite relative alla gestione dei servizi di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti da parte di soggetti pubblici o privati, con particolare riguardo anche ai sistemi di affidamento dei citati servizi. Infine, è compito specifico della Commissione indagare sulle attività illecite legate al fenomeno degli incendi e su altre condotte illecite riguardanti gli impianti di deposito, trattamento e smaltimento dei rifiuti, ovvero i siti abusivi di discarica.
L'audizione odierna rientra nell'ambito del filone di approfondimento avviato per decisione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, con riguardo, da un lato, al sistema di smaltimento dei rifiuti nella regione CampaniaPag. 5 nonché al monitoraggio degli appalti relativi alla gestione dei rifiuti solidi urbani e delle conseguenze di accadimenti di natura criminale nella medesima regione, incluso il fenomeno dei roghi e, dall'altro, all'analisi dei traffici internazionali di rifiuti, con particolare riferimento a quelli in uscita verso i Paesi.
Più nello specifico, con riguardo a tale fenomeno, durante la scorsa legislatura, la Commissione ha condotto un'inchiesta confluita nella relazione finale sul traffico illecito di rifiuti in Tunisia, approvata dalla Commissione medesima nella seduta del 15 settembre 2022 con riferimento ai rifiuti originariamente diretti in Tunisia e rientranti in Italia tramite il porto di Salerno. I medesimi rifiuti avrebbero poi dato origine, secondo quanto reso noto da notizie di stampa, a un incendio di vaste dimensioni presso il comprensorio militare di Persano, a Salerno, a dimostrazione della pericolosità del fenomeno oggetto di indagine da parte di questa Commissione e in relazione al quale sono stati trasmessi dalla procura di Salerno, che ringrazio della collaborazione, i relativi atti di indagine.
Le chiediamo, quindi, di rappresentare alla Commissione sia quelli che ritiene essere gli aspetti caratterizzanti del fenomeno e le relative criticità anche a livello normativo, sia il quadro della situazione attuale e dei fatti a sua conoscenza, con particolare riguardo allo stato delle indagini svolte finora e all'incendio recentemente divampato.
Cedo dunque la parola al nostro ospite per lo svolgimento di una relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.
GIUSEPPE BORRELLI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno. Grazie, presidente. Saluto tutti e vi ringrazio dell'invito.Pag. 6
Vorrei dire, innanzitutto, che la vicenda processuale relativa al rimpatrio dei rifiuti dalla Tunisia, che coinvolge la SRA S.r.l., è solo una delle vicende che ha riguardato in questi anni la procura di Salerno e in particolare il porto di Salerno, che è un luogo particolarmente caratterizzato – per via di situazioni che dirò tra breve – per la sua utilizzazione per l'importazione e l'esportazione di merci illecite, incluse tra queste evidentemente i rifiuti.
Ci sono delle ragioni di questa elezione attribuita al porto di Salerno, costituite dal fatto che il porto è caratterizzato da una particolare operatività, probabilmente anche sovradimensionata rispetto a quelle che sono le sue possibilità logistiche, ed è caratterizzato dalla assenza di attrezzature di controllo dei container che si muovono in uscita ed in entrata.
In più occasioni ho segnalato queste carenze, evidenziando la necessità dell'installazione di uno scanner di ultima generazione. L'Agenzia delle dogane mi ha detto – me lo dice per la verità da tempo – che è in corso di installazione finalmente questo scanner: auspichiamo di vederlo installato nel 2024.
È evidente, però, che l'assenza di un macchinario capace di verificare cosa c'è all'interno dei container rende sostanzialmente la scoperta delle merci illecite in transito attraverso il porto un fatto episodico, assolutamente casuale, dovuto spesso o alla fortuna o a segnalazioni che provengono da organi di polizia esteri prevalentemente. In particolare, per esempio, sulla vicenda dei rifiuti esportati in Tunisia, la procura di Salerno ha avuto la possibilità di prenderne cognizione unicamente nel momento in cui questi rifiuti furono scoperti in Tunisia e ne fu disposto sostanzialmente il rimpatrio a Salerno.
Vi sono altre situazioni che sono state in qualche modo oggetto di interesse della procura di Salerno, che favoriscono questa particolare propensione del porto a questo tipo di Pag. 7transiti, derivanti da una diffusa serie di infedeltà da parte di quelli che sono gli organi o che dovrebbero essere gli organi preposti ai controlli. Nel 2020 la procura di Salerno ha eseguito una misura cautelare a carico di cinquanta soggetti, tra spedizionieri e operatori dell'Agenzia delle dogane, per reati di corruzione finalizzati alla mancata effettuazione di quelli che erano i controlli doverosi per legge.
La procura non si è interessata unicamente della vicenda della Tunisia. Perlomeno in altre due vicende vi è stato un interessamento sull'utilizzo del porto per trasporti transfrontalieri, con riferimento a vicende processuali che hanno riguardato la Bulgaria e il Portogallo, vicende che hanno dato origine a procedimenti che, al momento, non sono pendenti davanti alla procura di Salerno, bensì davanti alla procura di Napoli. Questo perché la materia della individuazione dell'ufficio giudiziario competente per quanto riguarda il delitto di cui all'articolo 452-quaterdecies del codice penale è questione particolarmente delicata.
Proprio la vicenda dei rifiuti della Tunisia ha un valore emblematico di questa difficoltà nella individuazione del foro territoriale competente, perché la competenza a investigare su questa vicenda fu attribuita in un primo momento, a seguito di un contrasto proposto dalla difesa degli imputati dalla procura generale della Cassazione alla procura di Potenza – per la verità disattendendo delle osservazioni della procura di Salerno – che vennero poi, viceversa, recepite e che sono state poi recepite pressoché integralmente dal tribunale del riesame di Potenza, che ha ritrasmesso il fascicolo a Salerno.
Chiaramente, della specifica vicenda processuale l'ufficio ha avuto modo di interessarsi a una parte assolutamente iniziale, allorquando sostanzialmente i rifiuti erano ancora in Tunisia, cioè erano stati semplicemente individuati e non ancora ritrasmessiPag. 8 e restituiti all'Italia, e nella fase attuale, successiva all'esecuzione delle ordinanze cautelari richieste inizialmente dalla procura di Potenza e poi confermate ai sensi dell'articolo 27 del codice di procedura penale su richiesta della procura di Salerno.
La fase iniziale delle indagini fu caratterizzata immediatamente da alcune difficoltà, difficoltà che, per la verità, permangono tuttora e che hanno una qualche incidenza in quelle che saranno le determinazioni che la Procura di Salerno dovrà prendere.
Nonostante un incontro informale che avvenne in videoconferenza, per il tramite di Eurojust e della DNA con l'autorità giudiziaria tunisina, solamente una parte degli atti investigativi raccolti da quel Paese sono stati poi trasmessi all'Italia. In particolare, ci è stata trasmessa una sentenza di condanna che riguarda determinati soggetti, tra cui anche un italiano, nonché la requisitoria del pubblico ministero. Non ci sono stati trasmessi, nonostante una manifestata disponibilità in questo senso, gli atti investigativi che erano stati assunti da quell'autorità giudiziaria. Vengo, poi, alla parte finale, che ci ha visto ovviamente impegnati nella conferma dei provvedimenti cautelari e ci vede impegnati nelle determinazioni conclusive da assumere, sulle quali abbiamo qualche ulteriore accertamento da fare; di questo ne parlerò poi alla fine, in seduta segreta.
Si inserisce in questa vicenda poi la vicenda dell'incendio dei rifiuti di Persano. Sul punto ho trasmesso una relazione questa mattina concernente i fatti pubblici immediatamente percepibili. I rifiuti vengono stoccati, sulla base di un'intesa intercorsa tra la Regione Campania e il Ministero della Difesa, in una zona militare, zona che però costituisce un ampio comprensorio recintato, non videosorvegliato, ma videosorvegliato unicamente nella porzione concernente il cancello d'ingresso, quindi sostanzialmentePag. 9 accessibile senza particolari difficoltà. Non è neanche una zona sorvegliata militarmente: per darvi un'idea, non c'è una ronda di sentinella che passa per i confini dell'area militare. Sostanzialmente, quindi, viene incendiato.
L'incendio, dagli accertamenti che abbiamo fatto, appare essere un incendio doloso perché sono stati rilevati più punti di innesco. Se non le dispiace, a questo punto chiederei di procedere in seduta segreta.
PRESIDENTE. Propongo, se non vi sono obiezioni, di proseguire i lavori in seduta segreta.
(La Commissione concorda. I lavori proseguono in seduta segreta indi riprendono in seduta pubblica).
PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
SIMONA PETRUCCI. Il sito è individuato all'interno dell'area militare. Tutti i rifiuti che erano all'interno, stoccati per l'emergenza nel 2008, dovevano essere tolti da lì entro il 2015.
GUGLIELMO VALENTI, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno. Era già stato completamente liberato delle ecoballe che già erano state stoccate lì. È stato riutilizzato per stoccare questi ulteriori container.
SIMONA PETRUCCI. Quindi, chi ha deciso lo stoccaggio nuovamente?
GUGLIELMO VALENTI, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno. La Regione Campania in accordo con il Ministero della difesa, con la provincia e con l'autorità d'ambito di Salerno. Da qui l'affidamento a EcoAmbiente, società in house dell'autorità d'ambito.
Pag. 10MANFREDI POTENTI. Intervengo solo sulla circostanza testé citata per sapere se potete confermare l'ulteriore particolare di proteste che vi furono da parte della popolazione e dei territori limitrofi al luogo di stoccaggio al momento della diffusione della notizia e poi, successivamente, nelle fasi di deposito di questi materiali all'interno di questa base, riguardanti, appunto, la contrarietà di comitati o aggregazioni spontanee di cittadini rispetto a ciò e se ritenete ci possano essere delle relazioni tra questo e l'accaduto.
PRESIDENTE. Do la parola al nostro ospite per la replica.
GIUSEPPE BORRELLI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno. Ebbi in Procura, a Salerno, un incontro con una rappresentanza di cittadini che stavano svolgendo delle manifestazioni di protesta in vista della possibile decisione di stoccaggio di questi rifiuti a Persano.
Le ragioni della protesta erano proprio costituite dal fatto che già la località era stata prescelta in precedenza come luogo di stoccaggio delle ecoballe, che poi erano rimaste lì. La Regione, in realtà, prese l'impegno di rimuovere tempestivamente questi rifiuti una volta svincolati dall'autorità giudiziaria e prese anche l'impegno, nel contempo, di ottemperare agli antichi impegni relativi alle precedenti ecoballe stoccate a Persano (cosa che poi in realtà fece perché poi furono smaltiti quei rifiuti). Sostanzialmente aveva, devo dire la verità, anche tempestivamente provveduto in relazione agli ulteriori rifiuti, perché, come le ho detto, l'affidamento e la consegna materiale dei rifiuti era avvenuta il giorno prima dell'incendio.
PRESIDENTE. Se non ci sono nuove domande, ringrazio il nostro ospite per la sua relazione. Ringrazio anche gli altri procuratori. Dichiaro conclusa l'audizione.
Pag. 11La seduta, sospesa alle 14.15, è ripresa alle 14.30.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord, Maria Antonietta Troncone, nell'ambito del filone d'inchiesta relativo al sistema di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord, Maria Antonietta Troncone, che saluto e ringrazio della presenza.
Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione.
Avverto, inoltre, il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. Segnalo che, in tal caso, per la parte di seduta sottoposta a regime di segretezza saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati, che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera. Al fine di assicurare il migliore svolgimento dei lavori invito, inoltre, la nostra ospite a destinare, se possibile, l'illustrazione di eventuali contenuti riservati alla parte finale della seduta.
Ricordo che la Commissione è chiamata, in base alla relativa legge istitutiva, a svolgere indagini atte a fare luce sulle attività Pag. 12illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, anche con riguardo alla verifica di eventuali comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica, ovvero dei soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti. La Commissione ha, inoltre, il compito di individuare eventuali connessioni tra tali attività illecite e altre attività economiche, con specifico riferimento al traffico dei rifiuti all'interno dei territori comunali e provinciali e tra le diverse regioni, anche tenendo conto del divario della dotazione di impianti, e alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In tale contesto, nell'ambito dell'attività di inchiesta avviata la Commissione verifica, altresì, l'eventuale sussistenza di attività illecite relative alla gestione dei servizi di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti da parte di soggetti pubblici o privati, con particolare riguardo anche ai sistemi di affidamento dei citati servizi. Infine, è compito specifico della Commissione indagare sulle attività illecite legate al fenomeno degli incendi e su altre condotte illecite riguardanti gli impianti di deposito, trattamento e smaltimento dei rifiuti, ovvero i siti abusivi di discarica.
L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento, avviato per decisione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 21 novembre 2023, sullo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché sul monitoraggio degli appalti relativi alla gestione dei rifiuti solidi urbani e delle conseguenze di accadimenti di natura criminale nella medesima regione, incluso il fenomeno dei roghi. Al riguardo, la Commissione ha svolto negli scorsi mesi, oltre a diverse audizioni, anche una missione nella cosiddetta «Terra dei fuochi» e ha proceduto, altresì, ad acquisire, ai sensi dell'articolo 4 della propria legge istitutiva, copia degli atti giudiziari relativi alle indagini condotte con riferimento all'ex Pag. 13cava Suarez, presso Chiaiano, ove sarebbero stati sversati e smaltiti illegalmente per diversi anni ingenti quantitativi di rifiuti, anche pericolosi, cosa che ha recentemente condotto al sequestro dell'area. Si tratta, infatti, di un fenomeno, quello della criminalità ambientale legata al ciclo dei rifiuti, di particolare centralità per l'attività di inchiesta condotta dalla Commissione.
Cedo, dunque, la parola alla nostra ospite per lo svolgimento di una relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande o richieste di chiarimento.
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Saluto e ringrazio il presidente e i componenti della Commissione. Ritengo che questa sia un'occasione assai proficua per evidenziare le criticità che attanagliano il territorio di competenza della procura di Napoli Nord e per sollecitare, nei limiti in cui la Commissione potrà farlo, l'adozione di una serie di interventi e di iniziative necessarie, che ovviamente soverchiano rispetto alle competenze dell'ufficio giudiziario, che osserva i fenomeni e le condotte illecite e che spesso non è in grado di risolvere criticità che si pongono a monte dell'intervento giudiziario.
Vorrei trattare innanzitutto questioni di carattere generale, per le quali non vi è problema di discovery, dopodiché, nella seconda parte, alcune problematiche di natura riservata, di cui darò preavviso, in modo tale che si possa provvedere ad attivare il regime di segretezza, come anticipato dal presidente.
Sappiamo che l'area della procura dell'Ufficio di Napoli Nord, costituito nel 2013 con scarsità di risorse – scarsità che tuttora persiste e che incide, ovviamente, sulla possibilità di un intervento adeguato nel contrasto a questi reati, così come per tutti gli altri reati – insiste su trentotto comuni: diciannove Pag. 14dell'area a nord di Napoli e diciannove dell'area casertana (parliamo dell'Agro aversano). Si tratta di comuni caratterizzati da elevate criticità criminali e da un concorso di situazioni critiche che non è inutile citare in questa sede, perché incidono anche sulla criticità ambientale, nell'ambito di una grossa congestione urbana e di un disordine amministrativo. Sappiamo che, in particolare, i comuni a nord di Napoli sono stati soggetti più volte a scioglimento per infiltrazioni mafiose. Questo lo dico per sottolineare come sia permeabile questo tessuto da parte delle organizzazioni mafiose. A questi elementi si aggiungano anche la forte presenza dell'abusivismo edilizio, che ha una forte incidenza sui fenomeni di inquinamento – non si tratta di fenomeni distinti fra loro – e le criticità di natura predatoria, sulle quali in questo momento non mi soffermo.
Ci troviamo, dunque, in un territorio con elevate criticità, tra le quali, sicuramente, andando nello specifico, la criticità ambientale è certamente quella di maggior rilievo, tant'è che i comuni di competenza dell'ufficio giudiziario rientrano nel perimetro della cosiddetta Terra dei fuochi. Quindi, le problematiche sono molte e non si limitano alla questione della Terra dei fuochi, ma vi è una serie di fenomeni illeciti che concorrono fra di loro e che hanno cause autonome fra loro, la cui convergenza e la cui compresenza determinano una situazione di elevata criticità ambientale.
Faccio riferimento alla presenza di rifiuti tombati, una questione che è risalente nel tempo ma che produce tuttora i suoi perversi effetti. È una questione che risale alle attività di tombamento dei rifiuti avvenuta nei lontani anni Ottanta e di cui hanno riferito i collaboratori di giustizia, con rifiuti provenienti anche da aziende del nord, che sono stati trasportati e tombati in Campania. Questa attività, lontana nel tempo, purtroppo, per la mancanza di un'adeguata attività di bonifica Pag. 15produce effetti ancora del tutto visibili e con un aggravamento sempre maggiore ancora nei nostri territori. Quindi, vi è stata una certa difficoltà a eseguire le bonifiche e spesso anche una sottovalutazione delle stesse criticità ambientali da parte degli enti preposti alla manutenzione, talora con limitazione soltanto ad attività di messa in sicurezza, ovvero mediante captazione di dati non del tutto pertinenti e che non danno il quadro dell'effettiva gravità del fenomeno. Infine, registriamo ancora una presenza di ecoballe, solo in parte smaltite.
A tutto ciò si aggiunga un non corretto funzionamento dei depuratori, parlo di Cuma e di Orta di Atella, che sono sottodimensionati rispetto alle esigenze produttive e alle esigenze abitative. Su questo, poi, si innesta il discorso dell'abusivismo edilizio, perché l'abusivismo edilizio comporta un'edificazione senza che vi sia stata una programmazione del territorio, senza che vi sia stata una programmazione dei servizi infrastrutturali, quindi senza che vi sia stato, spesso, un adeguato collettamento o un potenziamento delle reti fognarie rispetto alle esigenze abitative, con problematiche che spesso vengono risolte mediante sversamenti abusivi nei corsi d'acqua (come avvenuto, ad esempio, nel lago Patria, o per altri corsi d'acqua che sfociano nel Litorale Domizio, con un inevitabile aumento dell'inquinamento).
Il fenomeno dell'abusivismo edilizio, che è certamente difficile da quantificare nella sua portata perché estesissimo – ed è poco realistico immaginare una demolizione di fabbricati presenti da decenni, anche talora in zone coperte da vincolo, anche talora in zone in cui sussiste pericolo – produce questo tipo di effetti, con un conseguente aumento dell'inquinamento e un non adeguato funzionamento dei collettori fognari.
Vi è la presenza di zone ASI (aree di sviluppo industriale) nelle quali la polizia giudiziaria esegue controlli circa la correttezzaPag. 16 dei processi produttivi e la corretta osservanza delle procedure per lo smaltimento dei rifiuti, ma questo controllo è sempre un controllo a campione, anche per la scarsità delle risorse. Quindi, una volta controllata un'azienda, questa azienda sa che per svariato tempo non sarà più oggetto di controllo perché vi è comunque una rotazione. È difficile per noi, dunque, cogliere il momento in cui, con un bypass, i rifiuti che sono raccolti in vasche di contenimento vengono destinati allo sversamento illecito nei terreni.
Sul fenomeno dell'accumulo di rifiuti frutto di lavorazioni illegali, questo si connette anche al discorso del lavoro illecito, del lavoro in nero, quindi al discorso del lavoro che non è tracciato, dove più forme di illegalità si connettono fra di loro, come l'evasione fiscale da una parte e la non possibilità di trattare correttamente i rifiuti dell'attività produttiva e di smaltirli correttamente dall'altra. Si pensi agli opifici tessili presenti nella zona di Grumo Nevano e Casandrino, nei quali abbiamo la presenza di evasione fiscale, di sfruttamento di lavoratori stranieri extracomunitari, spesso privi di permesso di soggiorno, con relativo smaltimento illecito dei residui delle lavorazioni. Infatti, quando troviamo i rifiuti per strada, spesso troviamo residui di lavorazione tessile. È un fatto assodato che, quando si verifica un illecito, questo illecito si innesta e si intreccia con altre forme di illecito. Se ne parlo, dunque, è perché i fenomeni vanno visti nella loro complessità.
La presenza di lavorazioni illegali comporta, come effetto finale, l'impossibilità di procedere correttamente allo smaltimento dei rifiuti, il che comporta l'affidamento di rifiuti a soggetti non autorizzati, che trasportano rifiuti di vario tipo su furgoni piccoli e mezzi di varie dimensioni, destinandoli al loro stoccaggio su terreni incolti. A questo si aggiunge la raccolta abusiva, per esempio, di rottami ferrosi, che poi vengono Pag. 17illecitamente assunti da soggetti che trattano i rifiuti, i quali, poi, li destinano a soggetti che lavorano la materia ferrosa e che, quindi, in questo modo, ricevono questo materiale a poco prezzo, verificandosi in questo modo un'evasione fiscale. Anche per i consorzi ASI, come dicevo prima, abbiamo verificato che gli impianti di depurazione non sono sempre a norma, il che comporta lo sversamento nei terreni e nelle acque.
A tutto ciò si aggiunga il rilevante problema della presenza dei campi rom nel territorio di competenza della procura. Sono svariati i campi rom presenti nel territorio di competenza: penso ai campi rom di Qualiano e Giugliano, ma soprattutto al campo rom di Carrafiello, che è un campo totalmente non autorizzato, per il quale il proprietario ha agito legalmente al fine di ottenere la restituzione del terreno di sua proprietà e riacquisirne la disponibilità. Ebbene, in questo campo rom si registra la presenza di oltre 400 persone, che non solo sono dedite – questo non è il momento e il luogo per evidenziarlo, ma va comunque detto – ad attività predatorie a tappeto (furti in appartamenti, borseggi eccetera), ma anche e soprattutto ad attività continuative e sistemiche di ricezione dei rifiuti, che vengono poi stoccati da parte di questi soggetti non autorizzati ai limiti del campo. Parlo anche di elettrodomestici, quindi rifiuti RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), parlo degli pneumatici, parlo di rifiuti di vario tipo, che sono successivamente oggetto di abbruciamento; questa è una questione annosa. Abbiamo poi anche la presenza di fibre di amianto e fibre di plastiche di amianto, nonché condizioni di vita veramente non degne di un essere umano.
Sono stati molti gli interventi in questi campi rom, interventi anche lodevoli, come l'avvio delle attività di scolarizzazione dei bambini, che vengono portati in scuole vicine. Comunque, credo che l'intervento fondamentale sarebbe quello di disgregare Pag. 18questa aggregazione del tutto non autorizzata. Sta di fatto, come dato obiettivo al di fuori di ogni tipo di valutazione che non compete a me fare, che queste attività comportano un grosso aumento dell'inquinamento e, di conseguenza, le proteste di tutta la popolazione circostante, che deve subire i fumi e le esalazioni degli abbruciamenti, che vengono fatti in modo sistemico: quando il volume dei rifiuti nei paraggi del campo aumenta c'è bisogno di bruciare per fare spazio ai successivi rifiuti.
È difficile intervenire con la videosorveglianza, dal momento che i campi sono aperti e quelle poche volte che sono state installate le telecamere – non ci sono telecamere del comune, noi cerchiamo di metterle, ma è difficile trovare dove metterle – sono state sistematicamente asportate. C'è una vigilanza dell'esercito nei pressi dei campi, ma comunque queste attività proseguono e questa è sicuramente una problematica che dovrà trovare una risoluzione, credo, forse, nella previsione di presenze più ridotte in campi che siano autorizzati, presenze più ridotte che rispettino, ovviamente, i legami familiari, che vanno senz'altro rispettati, al fine di avere un'incidenza sulla cessazione di questo fenomeno degli abbruciamenti.
A questo si aggiunge, poi, l'accumulo di rifiuti sversati indiscriminatamente sulle piazzole di sosta, lungo gli assi viari, nei sottopassaggi. Questo spesso dipende anche dall'atteggiamento dei cittadini, i quali, poi, vedendo tutto questo disastro, risolvono a modo loro il problema dei propri rifiuti. Anche qui: se vi fosse un capillare posizionamento delle telecamere, un'attività di repressione sarebbe facilitata. Devo anche dire che le amministrazioni comunali dei territori di competenza sono caratterizzate, per lo più tutte in misura più o meno diversa, da una scarsità di presenza di polizia municipale.Pag. 19
Io incontro degli appartenenti alla polizia municipale e molti sono veramente pieni di buona volontà e vogliono fare, ma sono molto pochi: spesso reggono due comandi, spesso sono ad interim. Ci sono stati anche degli aumenti, ma sicuramente andrebbero potenziati gli organici. Così come andrebbe potenziata la polizia municipale, che dovrebbe avere sempre presente una mappatura dei luoghi di sversamento illecito, andrebbe potenziata anche la polizia giudiziaria specializzata.
Gli interventi che si fanno, gli action day, la presenza, il pattugliamento del territorio sono tutte attività molto positive, però io credo che se vogliamo tentare di far perlomeno diminuire questi fenomeni, dovremmo avere la possibilità di rafforzare le indagini a monte per poter risalire a quali siano le attività produttive che conferiscono i rifiuti illeciti ai trasportatori abusivi, liberandosene e così realizzando un illecito risparmio di costi d'impresa.
Non dobbiamo partire dalla fase finale, ma dobbiamo cercare di risalire alla filiera illecita. Questo è difficile farlo, sempre perché cerchiamo un ago nel pagliaio. Le attività sono tante ed è difficile il monitoraggio di tante attività produttive. Quindi, sicuramente, una presenza maggiore di polizia giudiziaria specializzata servirebbe molto.
Queste sono le problematiche di carattere generale. Forse, per questioni di tempo, vorrei interrompere su questo e vi chiederei la possibilità di parlare di un altro argomento in sede riservata.
PRESIDENTE. Prima della seduta segreta c'è una domanda del collega Borrelli.
Facciamo fare la domanda al collega Borrelli, che è collegato, in questo istante; poi andiamo in seduta segreta e facciamo le altre domande.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI. (Videocollegamento). Quante persone, per reati ambientali, procuratore, sono state arrestate e condannate? Ricordo che in una nostra precedente audizione sul territorio casertano ci siamo trovati in una situazione secondo cui il prefetto ci ha detto che erano state due negli ultimi tre anni, se ricordo bene. Vorrei capire se il procuratore ha una conferma su questo dato, cioè di pochissime condanne e pochissimi arresti.
La seconda domanda riguarda, invece, il problema del campo. Se è vero, da quello che risulta da notizie di stampa, che è stato chiesto al proprietario – perché il campo insiste sul terreno privato – di procedere, secondo norma, una volta che ne tornerà in possesso, a spese proprie alla bonifica del campo.
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Quanto alla prima domanda, non ho portato il dato con me, comunque gli arresti non sono moltissimi. Gli arresti vengono fatti per 256-bis, ovverosia per incendi, quando c'è la flagranza di reato. Abbiamo fatto, per esempio, riguardo ai comunicati stampa che ho con me, un arresto il 1° luglio 2024 per un vasto incendio in zona campo rom; erano visibili, come al solito, pneumatici, elettrodomestici gettati nel fuoco e abbiamo arrestato una persona per 256-bis. Perché ci siamo riusciti? Perché è stata sistemata una telecamera su un'attività privata che era nei pressi, dopodiché questa telecamera è stata rimossa sicché abbiamo perso questo punto di osservazione.
Gli arresti non sono molti; sono molti di più i sequestri. Gli arresti sono pochi. Lei sa che la materia è regolata per lo più dalle contravvenzioni, di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006, mentre la materia dei delitti, degli ecoreati (452-bis e seguenti), richiede un'attività d'indagine molto articolata, in cui ci sono tantissime difficoltà ed difficilmente dimostrabile, ma Pag. 21soprattutto dove sono difficilmente identificabili gli autori dei fatti. Spesso gli autori dei fatti sono autori di fatti che sono avvenuti anni prima, per non dire decenni addietro; c'è quindi la prescrizione dei reati.
È stata sostenuta la tesi della presenza, ancora, di effetti permanenti del reato, ma questa tesi non è stata sconfessata dalla Cassazione, che, per esempio, per il caso Resit, trattato dalla DDA di Napoli, seguita allora dal collega Milita, già sostituto procuratore della DDA a Napoli, fissò al 1995 la cessazione dell'attività. Per gli ecoreati è difficile arrivare a delle condanne. Per le contravvenzioni non abbiamo, ovviamente, arresti, se non in alcuni casi. Per il 256-bis occorre l'arresto in flagranza, ma è legato a casi particolari, a casi, purtroppo, che non sono tanto frequenti, in cui riusciamo a cogliere l'attività in flagranza; questo sempre per mancanza di quei presidi che dicevo, che ci consentirebbero di accertare i fatti. Per quanto riguarda le condanne di cui lei parlava, questo è un problema che impatta anche con l'organizzazione dell'ufficio giudiziario. Su questo potrebbe dire qualcosa anche il presidente del tribunale. Di fatto, con la penuria di risorse, con la presenza di pochi magistrati, i procedimenti – questo forse è bene che si sappia – in materia ambientale vengono fissati a notevole distanza dalla commissione dei fatti e da quando la procura esercita l'azione penale, quindi, per lo più, sono destinati alla prescrizione. Ciò rende il nostro lavoro anche frustrante. Noi comunque non ci fermiamo: facciamo tutte le indagini, le attività di sequestro, esercitiamo l'azione penale e chiediamo il decreto di citazione per esercitare l'azione penale per l'attività dibattimentale che costituisce il luogo della verifica della tesi accusatoria.
La lontananza della data di celebrazione del processo causa un ingolfamento dell'ufficio giudiziario e consente, di fatto, per Pag. 22gli autori di queste condotte, che ovviamente non sono interessati a definire i processi con patteggiamenti o con forme accelerate (perché se sanno che è possibile arrivare a questo non lo fanno), di non arrivare a condanna, ma a prescrizione.
PRESIDENTE. Posso chiederle se c'è un motivo e se c'è una soluzione, secondo lei? Lei ha immaginato una modifica normativa che permetta di abbreviare i tempi per questi particolari reati? Sulla violenza contro le donne, ad esempio, c'è un codice rosso che obbliga il pubblico ministero, entro 48 ore, a intervenire. Si potrebbe fare una cosa simile, naturalmente paragonata alla gravità del tema?
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Sul discorso dell'ampio termine vorrei dare due risposte. La prima riguarda l'ufficio giudiziario di Napoli Nord, che tratta queste criticità, per non dire – anche se questa non è la sede – che sulla eccezionale criticità criminale e i reati efferati che avvengono contro la persona e contro il patrimonio occorre un presidio di maggiore legalità. Innanzitutto, occorre un rafforzamento serio, consistente e ulteriore, rispetto a quello che è stato fatto un anno fa, degli uffici giudiziari. Invece, per rispondere alla sua opportuna domanda, vi è un discorso a più ampio termine. Questo è un discorso di carattere generale. Il processo penale funziona con lo stesso rito, le stesse garanzie, le stesse attività, vuoi che si tratti di un processo per omicidio, vuoi che si tratti di una mera contravvenzione; oppure sarebbe opportuno prevedere delle forme differenziate, le quali potrebbero consistere nell'utilizzazione di una serie di verbali, per esempio, di attività svolte nella fase delle indagini, tipo i verbali della polizia giudiziaria, da far rifluire direttamente nell'attività dibattimentale da considerare utilizzabili e sentire il verbalizzante soltanto Pag. 23se strettamente necessario. Questo per arrivare a decisione in tempi molto più rapidi.
A mio avviso, così il sistema non è sostenibile e questa è una delle cause del ritardo della giustizia. Non possiamo usare lo stesso sistema per qualsiasi tipo di reato e gli stessi gradi di impugnazione. Ciascuno deve seguire l'interesse di parte – l'avvocato deve seguire l'interesse di parte – ma è notorio che le impugnazioni vengono fatte sempre e comunque pur di evitare il passaggio in giudicato della sentenza, ben sapendo che poi, in Corte d'appello, il procedimento difficilmente potrà essere trattati in tempi utili e quindi si arriverà all'agognata prescrizione. Questo è un discorso generale. Si potrebbe pensare a modifiche per tematiche sensibili, tematiche che riguardano gli interessi diffusi, come per esempio l'ambiente o la contraffazione alimentare. Occorrono delle forme più spedite di trattazione dei processi, invece qui dobbiamo trattare il processo, dobbiamo chiamare i verbalizzanti, i quali devono dire che sono andati sul sito e cosa hanno rinvenuto e poi devono ripetere tutto quello che già hanno scritto; poi ci saranno degli altri testi. Il processo comunque richiede delle udienze e del tempo, quindi, se si pensasse a un'ipotesi di modifica legislativa, io penserei a questo.
PRESIDENTE. Ci sono delle indagini rilevanti? Non so se vogliamo dirlo nella parte segreta.
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Su che cosa?
PRESIDENTE. Che sono state trasmesse o di competenza della DDA, in particolare nell'ultimo periodo: c'è qualche indagine rilevante che ci può evidenziare?
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Quando dalle nostre Pag. 24attività si intravede l'attività di traffico organizzato di rifiuti, noi trasmettiamo gli atti alla procura antimafia.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI. (Videocollegamento). Mi scusi, avevo chiesto al procuratore un chiarimento sui terreni.
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Sui terreni funziona così: la bonifica è giuridicamente in capo al proprietario; il procedimento prevede che la bonifica debba essere eseguita dal proprietario del suolo; poi, se non viene eseguita dal proprietario del suolo, ci sono gli interventi sostitutivi.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI. (Videocollegamento). Giusto per capire. Gli hanno occupato il territorio...
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord. So che è profondamente ingiusto. Io sto dicendo quello che dice la norma, non sto dicendo se è giusto o no.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI. (Videocollegamento). Quindi dovremmo fare un intervento legislativo, perché è ingiusto: a questo soggetto occupano il terreno, lo inquinano e lui deve pagare la bonifica?
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Quello che ho detto io risponderebbe al principio generale «chi inquina, paga» ma, nel caso di specie, il proprietario non ha inquinato. Il proprietario credo che possa dimostrare la sussistenza di una causa di forza maggiore che gli ha impedito di avere la disponibilità del bene e, quindi, di non essere stato la causa dell'inquinamento.
Pag. 25PRESIDENTE. Ha un dovere di custodia del bene il proprietario.
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Il dovere di custodia è stato travolto dalla presenza massiccia di queste persone. Credo che abbia fatto tutte le azioni legali per...
PRESIDENTE. Lui si potrebbe rivalere su chi realmente ha inquinato!
FRANCESCO EMILIO BORRELLI. (Videocollegamento). È un caso di scuola.
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Non credo che otterrà molto.
PRESIDENTE. Nella teoria dovrebbe essere così.
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Teoricamente sì.
CARMELA AURIEMMA. Volevo ringraziare la dottoressa Troncone per lo slittamento d'orario. Rinnovo il ringraziamento al presidente e all'Ufficio di presidenza. Ci tenevo ad essere presente in modo particolare perché questa estate mi è capitata una cosa che ha aperto una luce rossa riguardo alle aziende che trattano rifiuti combusti. È successo che, per puro caso, mi sono trovata davanti all'ingresso di un'isola ecologica che era completamente abbandonata, ricoperta di rifiuti abbandonati. Di qui nasce tutta la questione dei cittadini e anche dei comuni che purtroppo non riescono a gestire neanche le isole ecologiche. Dopo aver fatto una segnalazione subito al sindaco e dopo aver fatto una segnalazione al prefetto, dopo pochi giorni questi Pag. 26rifiuti vengono bruciati dopo che erano stati per settimane lì. Mi chiedo: c'è mai stata un'indagine su queste aziende? Sappiamo che il rifiuto combusto ha tutto un altro tipo di trattamento, perché è un rifiuto speciale e quindi costa oggettivamente di più. Evidentemente è più oneroso e, soprattutto, l'affidamento per la rimozione avviene da parte dei comuni con affidamenti molto spesso sotto soglia, quindi con affidamenti diretti dei comuni alle aziende.
Questo tipo di aspetto, sulla parte economica, di fatto va a contribuire al fenomeno della Terra dei fuochi. Non credo siano tantissime le aziende che smaltiscono questo tipo di rifiuti, cioè i rifiuti combusti: c'è mai stata un'indagine? È un aspetto che la procura di Napoli Nord ha attenzionato? Credo che il tema riguardi un po' in generale il fenomeno degli incendi e credo sia un aspetto che debba essere valutato.
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Su Napoli Nord non è capitato. Quando ero a Santa Maria Capua Vetere mi sono interessata di ditte preposte allo smaltimento di rifiuti, che non differenziano ma mescolano rifiuti, quindi stoccano una quantità indiscriminata superiore alla capienza e all'autorizzato, e poi risolvono la problematica con degli incendi apparentemente fortuiti per i quali è difficile spesso accertare le cause, sempre per la mancanza di funzionamento degli impianti di videosorveglianza interni, sicché non si riesce a identificare esattamente chi abbia appiccato il fuoco.
Comunque, nell'attività della polizia giudiziaria specializzata, di cui si auspica il potenziamento, rientrerebbe un'attività sistemica continua di controllo della regolarità delle attività delle aziende preposte al trattamento dei rifiuti, perché spesso le normative sono eluse, aggirate, violate con miscelazione di rifiuti di natura diversa, con acquisizione anche di rifiuti tossici Pag. 27che vengono trattati che vengono raccolti come rifiuti normali per rendere un vantaggio a chi se ne libera, con danno ambientale.
GEROLAMO CANGIANO. Voglio ringraziare la dottoressa Troncone, da parlamentare casertano e aversano, per il lavoro svolto sia prima su Santa Maria e poi adesso su Aversa. La dottoressa ha parlato di rifiuti tombati negli anni Ottanta con effetti visibili sulla popolazione. Tranne qualche caso, come la discarica Pozzi e altri pochi casi, abbiamo sempre saputo di siti sospetti, ma c'è una mappatura precisa di questi siti con rifiuti tossici? La procura è in possesso di una mappatura definitiva di questi siti oppure si parla sempre di aree sospette, come abbiamo sempre saputo negli anni precedenti?
Vengo alla seconda domanda. Quanto la criminalità organizzata oggi è ancora attiva nella gestione dei rifiuti sia leciti che illeciti?
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Per la prima domanda io avevo chiesto un po' di tempo per un'audizione riservata e quindi, in qualche modo, poi andrò a risponderle. Per la seconda domanda, ovvero quanto entra nella gestione dei rifiuti leciti o illeciti, questo è un argomento più di pertinenza della Direzione distrettuale antimafia. Noi verifichiamo che c'è una criminalità di impresa sicuramente spregiudicata – criminalità di impresa che quindi riceve dei vantaggi – e poi un diffuso dispregio delle norme ambientali, quindi del corretto smaltimento dei rifiuti, che è sicuramente potenziato dalla situazione di illegalità esistente. Chiederei ora di proseguire in sede riservata.
PRESIDENTE. Propongo, se non vi sono obiezioni, di proseguire i lavori in seduta segreta.
Pag. 28(La Commissione concorda. I lavori proseguono in seduta segreta indi riprendono in seduta pubblica).
PRESIDENTE. Se non ci sono domande e la dottoressa non ha nulla da aggiungere, mi avvierei alla conclusione. Se ci farà avere la documentazione, la metteremo in archivio. Poi, eventualmente, se lei è disponibile, se qualche commissario ha qualche domanda specifica, gliela faremo pervenire per iscritto.
MARIA ANTONIETTA TRONCONE, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Se la Commissione ritiene di aver bisogno di un ulteriore contributo quando questa attività sarà completata, ovviamente sono a disposizione.
PRESIDENTE. Ci interessa, secondo me, anche la questione della Università Federico II. Quello è un qualcosa che possiamo anche approfondire (lo vedremo con i funzionari e i collaboratori della Commissione, con cui ci confronteremo per capire e comprendere maggiormente anche noi). Ringrazio la nostra ospite e dichiaro chiusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.50.