Sulla pubblicità dei lavori:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 2
INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FRAGILITÀ EMOTIVA E PSICOLOGICA DEI PIÙ GIOVANI ANCHE DA UN PUNTO DI VISTA NEUROPSICHIATRICO, CON FOCUS SU DEPRESSIONE, AUTOLESIONISMO, DISORDINE ALIMENTARE FINO ANCHE ALLA FORMA PIÙ GRAVE, IL SUICIDIO
Audizione di Barbara Rosina, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali (CNOAS), e di Francesco Pisani, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile del dipartimento neuroscienze umane presso La Sapienza Università di Roma, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla fragilità emotiva e psicologica dei più giovani anche da un punto di vista neuropsichiatrico, con
focus
su depressione, autolesionismo, disordine alimentare fino anche alla forma più grave, il suicidio.
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 2
Rosina Barbara , presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali (CNOAS) ... 2
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 4
Pisani Francesco , professore ordinario di Neuropsichiatria infantile del dipartimento neuroscienze umane presso La Sapienza Università di Roma ... 4
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 5
Malpezzi Simona Flavia ... 5
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 6
Di Biase Michela (PD-IDP) ... 6
D'Orso Valentina (M5S) ... 6
Marchetto Aliprandi Marina (FDI) ... 7
Mennuni Lavinia ... 7
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 8
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA
La seduta comincia alle 13.35.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
(Così rimane stabilito).
Audizione di Barbara Rosina, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali (CNOAS), e di Francesco Pisani, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile del dipartimento neuroscienze umane presso La Sapienza Università di Roma, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla fragilità emotiva e psicologica dei più giovani anche da un punto di vista neuropsichiatrico, con focus su depressione, autolesionismo, disordine alimentare fino anche alla forma più grave, il suicidio.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla fragilità emotiva e psicologica dei più giovani anche da un punto di vista neuropsichiatrico, con focus su depressione, autolesionismo, disordine alimentare fino anche alla forma più grave, il suicidio, di Barbara Rosina, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli assistenti sociali, e di Francesco Pisani, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile del Dipartimento di neuroscienze umane presso l'Università La Sapienza di Roma.
A nome di tutti i commissari, do il benvenuto ai nostri ospiti, che ringrazio per la disponibilità ad intervenire all'odierna seduta.
Avverto gli auditi che la Commissione ha a disposizione dieci minuti per ciascuna audizione. Vi prego di contenere il vostro intervento nel limite dei cinque minuti o poco più, considerato che potrebbero esserci eventualmente, come auspichiamo, anche quesiti da parte dei commissari e quindi voi potrete poi arrivare a fornire una risposta scritta.
Do subito la parola alla dottoressa Barbara Rosina, che ha fatto pervenire alla Commissione una memoria che, colleghi, è già in distribuzione. Naturalmente tutti questi atti saranno inviati anche ai colleghi non presenti.
BARBARA ROSINA, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali (CNOAS). Grazie, presidente. Grazie, onorevoli componenti della Commissione. Abbiamo trasmesso una memoria corposa per aiutarvi a leggere questo fenomeno nella prospettiva del servizio sociale professionale. Abbiamo inserito dei dati che sono a fronte delle ultime ricerche, ma oggi non portiamo semplicemente dati, presidente. Oggi portiamo uno sguardo su una realtà che noi vi ringraziamo di avere messo sotto attenzione, perché è una realtà che spesso non viene vista, non viene riconosciuta.
Nel nostro lavoro incontriamo quotidianamente bambini e adolescenti che hanno degli sguardi spenti, che hanno dei silenzi che raccontano molto delle loro vite, che non si fidano di raccontare agli esperti per professione; silenzi che parlano più delle loro parole e comportamenti che gridano in qualche modo ad un disagio che non è ascoltato, Pag. 3non è visto, non è riconosciuto, ma incontriamo – ed è questo l'aspetto importante di prospettiva futura – degli sguardi che dimostrano dei desideri di rinascita, di rivincita rispetto a situazioni difficili. Incontriamo energie che sono da accompagnare in percorsi di miglioramento. Questi segnali di malessere – nella nostra memoria lo indichiamo – non sono più eccezioni, sono diventati la tendenza. Non riusciamo in alcun modo ad abituarci alla sofferenza di questi giovani che incontriamo quotidianamente.
Vi ringraziamo per l'importante lavoro che state facendo, che porta tutto allo scoperto, non solo in comunicati estemporanei, ma in un lavoro corposo come quello che state facendo.
Passo velocemente, avendo solo cinque minuti, alle proposte che noi abbiamo individuato. Abbiamo recentemente pubblicato un decalogo sugli interventi con i minori e con le loro famiglie, dieci punti imprescindibili per gli assistenti sociali.
Per riuscire davvero a dare delle risposte a questi ragazzi e a queste ragazze dobbiamo essere in grado di garantire i livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio italiano. Sapete meglio di me che i LEPS, per esempio, della presenza di assistenti sociali, 1:5000, con l'obiettivo di 1:4000, non è garantito in tutto il Paese. Noi non possiamo considerare il fenomeno di cui ci stiamo occupando esclusivamente da un punto di vista clinico. Sappiamo che questi fenomeni hanno necessità di presìdi territoriali, di operatori qualificati che possano lavorare sulla prevenzione e sull'accompagnamento di situazioni come queste.
Abbiamo evidenziato nella nostra memoria la necessità di ascoltare i bambini e i ragazzi, non solo perché le convenzioni internazionali e le prese d'atto del nostro Paese ce lo impongono, ma anche perché questo deve essere un metodo, ma per ascoltare servono spazi, servono tempi, servono linguaggi accessibili, servono competenze che le figure chiave dei servizi del nostro sistema Paese non hanno. Io ovviamente rappresento gli assistenti sociali, ma noi lavoriamo a strettissimo contatto con gli educatori e gli psicologi nelle situazioni di adulti con problematiche sanitarie, anche con i servizi di salute mentale. Lavoriamo con i medici neuropsichiatri che ci accompagnano nel supporto ai progetti di queste famiglie.
Per fare davvero una presa in carico, per riuscire davvero a supportare questo tipo di situazioni, bisogna necessariamente investire sui servizi sociali e sociosanitari territoriali. Da un lato c'è scarsità del personale e carichi elevati e, dall'altro, c'è mancanza di continuità con professionisti che hanno contratti a termine. Pensate a quanto è faticoso per una famiglia dover raccontare le proprie vicende, le proprie sofferenze e le proprie situazioni a persone sempre diverse, con un'attenzione che è quella che è stata colta da tutto il nostro Governo e del Parlamento in questi anni di potenziare i servizi con tutte le figure che possono essere necessarie.
Se da un lato noi sappiamo che il sistema salute è un sistema in sofferenza, sappiamo anche che devono essere potenziate le équipe multiprofessionali che tengano in considerazione tutte le diverse esigenze di situazioni come quelle che sono all'attenzione nella discussione odierna.
Dobbiamo, per riuscirci, sostenere la genitorialità consapevole, cioè dobbiamo essere in grado di fornire a questi genitori degli strumenti che consentano loro di accompagnare i loro figli. Dobbiamo in qualche modo contrastare la povertà educativa, l'abbandono scolastico, il ritiro sociale. Tutte queste azioni si fanno con la prevenzione; prevenzione che in questo momento non è così presente. Vi faccio l'esempio dei consultori familiari, che sono un vecchissimo strumento previsto dalla normativa fin dal 1975. Dovrebbero essere i luoghi deputati alla prevenzione, al sostegno delle competenze genitoriali, al sostegno della maternità e della paternità, ma i consultori in Italia sono meno della metà di quelli che dovrebbero esserci. Manca – parlo per la mia professione – il 70 per cento degli assistenti sociali che dovrebbero esserci. Se nei luoghi deputati per la prevenzione noi non abbiamo il personale, non abbiamo proprio questi luoghi deputati e sappiamo che la situazione del Paese è a macchia di leopardo, ci sono delle zone in cui esistono un po' di più e altre che proprio non ci sono, come facciamo a occuparci di questi ragazzi?Pag. 4
Quando parliamo di situazioni come queste parliamo in qualche modo di una punta di un iceberg. Quello che noi incontriamo nei servizi abbiamo la sensazione che sia una parte, perché c'è una grande parte che ai servizi non arriva, in parte per sfiducia nei confronti delle istituzioni, in parte perché non ci sono le conoscenze, in parte perché non ci sono luoghi «sentinella» sul territorio in cui le situazioni possono essere portate.
Abbiamo indicato dieci proposte che sicuramente in parte vi ho rappresentato. Mi soffermo sull'ultima, che è strategica, che è quella della valorizzazione del ruolo dei professionisti dei servizi, con un riconoscimento pubblico del loro significato, della loro importanza. Aspetto – il Consiglio nazionale lo chiede ormai da più di dieci anni – una revisione attenta delle competenze dei professionisti. I nostri corsi di laurea sono pensati come servivano venticinque anni fa. Ovviamente, ci sono una serie di fenomeni nuovi e situazioni nuove che devono essere affrontate.
La salute mentale minorile non può essere affidata solo alla medicina, ma questo non lo dico perché sono una assistente sociale, lo dico perché parliamo quotidianamente con i medici, nostri colleghi, all'interno delle équipe. Questa è una sfida sociale, culturale, educativa, che richiede che non solo i professionisti ci siano, ma richiede delle iniziative forti per garantire e rendere davvero concreta la nostra Costituzione. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie infinite, dottoressa, per il suo contributo. Do ora la parola al professor Francesco Pisani.
FRANCESCO PISANI, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile del dipartimento neuroscienze umane presso La Sapienza Università di Roma. Buongiorno. Grazie, presidente, per l'opportunità. Buongiorno, onorevoli membri di questa Commissione. Io ho portato una memoria scritta dove ho raccolto i miei numeri drammatici. Sono numeri reali che vogliono fotografare una situazione che ci dice che c'è un trend spaventoso per cui questa è un'emergenza sociale. Lo sottolineo di nuovo, è un'emergenza sociale che sta purtroppo diventando anche un'emergenza sanitaria.
Noi abbiamo un incremento. Un ragazzo su cinque, il 20 per cento degli adolescenti, oggi deve fare ricorso a cure per disturbi psichiatrici. Secondo uno studio dell'Istituto superiore di sanità la seconda causa di morte tra i 15 e i 24 anni è il suicidio. Non vorrei impattare, però il 7-10 per cento di questo 20 per cento di adolescenti richiede un trattamento intensivo perché la situazione è un disturbo funzionale, da un punto di vista del funzionamento sociale, scolastico, familiare o nella relazione con i loro caregiver.
Avevamo visto un trend in aumento. Ovviamente questo il Covid l'ha fatto esplodere. Oggi sommariamente si fa risalire tutto al Covid, ma noi avevamo visto che il trend stesse salendo. Quello che ci preoccupa è che non vediamo una curva di discesa.
Vediamo che i sintomi psichiatrici stanno arrivando ed esordendo sempre più precocemente e sempre più intensamente. Faccio un esempio, tanto i numeri poi li avete. Non vorrei entrare nell'aneddotica, ma quando io ho iniziato il mio corso di specializzazione di casi di anoressia ne avrò visto uno. Era un problema di una venticinquenne. Dopodiché, quando ho iniziato a lavorare, sono stato venticinque anni all'Università di Parma, cominciava ad essere un problema della diciassettenne.
Dopodiché i servizi si sono organizzati. Ora c'è un'accoglienza dai 14 anni in su. Ora abbiamo un grande problema a 9 anni, per i ragazzi di 9 anni non abbiamo strutture idonee. Questo per dirvi qual è l'evoluzione di questa sintomatologia.
Vi ho portato i dati di una indagine fatta dall'Istituto superiore di sanità. Si vede come dal pre-Covid c'è un aumento del 147 per cento dei casi di ideazione suicidaria, del 115 per cento dei casi di depressione, del 110 per cento dei casi di ansia. La triade sintomatologica che noi vediamo in questi soggetti è disturbo d'ansia, depressione, disturbo della condotta alimentare, atti non conservativi (traduco volgarmente, Pag. 5si tagliano), ideazione suicidaria e tentativi di suicidio.
Vi porto i dati del Policlinico. Nel 2022 abbiamo fatto 1.100 consulenze al pronto soccorso a ragazzi tra 14 e 17 anni, nel 2023 1.500. Questo per dirvi qual è l'incremento esponenziale.
Io vi dovrei dire che servono posti letto, che i neuropsichiatri infantili sono rari come i panda, con le scuole di specializzazione e roba varia. Però, siccome il tema mi sta molto a cuore, quello che voglio dire è che quando questi soggetti arrivano alla mia attenzione i giochi sono già fatti. Si può veramente fare a volte poco, nel senso che sono così avanti, così cronicizzati che se andate a vedere l'incremento dell'uso di farmaci in questi soggetti è notevolissimo, perché è alta la pressione sociale che noi abbiamo di dare delle immediate risposte. Non c'è più nemmeno la pazienza di aspettare. Non abbiamo gli spazi. Per cui la trafila è prescrivere gocce e farmaci per dare subito una risposta a questi sintomi.
Siamo una delle più grosse strutture, se non la più grossa struttura. Abbiamo sedici posti letto dedicati agli adolescenti. A Roma ce ne sono sedici da noi e otto da parte del Bambin Gesù, quindi ventiquattro posti letto. Succede che abbiamo un indice di occupazione del 100 per cento. Costantemente quattro o cinque ragazzi sono costretti – in realtà sono ragazze, il 95 per cento sono ragazze – ad aspettare al pronto soccorso perché non li possiamo accogliere.
Quando ho accolto una persona, come minimo la degenza media è di due settimane, perché non posso dare dei farmaci e rimandarla a casa. Succede che mi ritrovo con un plateau. Ora vi potrei dire più neuropsichiatri infantili, più posti letto e quant'altro, ma se non facciamo prevenzione su quello che succede ho l'impressione di stare con un dito davanti a una valanga che mi sta venendo addosso.
Questo per dire che il futuro di questi giovani, che poi è il futuro della nostra società, dipende molto da come noi lo decliniamo oggi. Stiamo attenti perché abbiamo una bomba sociale che dobbiamo maneggiare con delicatezza.
Vi chiedo scusa per l'emotività.
PRESIDENTE. Professore, la sua emotività tradisce il grande coinvolgimento che il vostro lavoro vi porta e credo che sia anche il grande valore che mettete nella vostra professionalità. Si tratta di bambini, si tratta di ragazzi, si tratta di adolescenti.
Il fatto che possano contare su un aiuto che non è qualificato solo da un punto di vista professionale, ma anche da un punto di vista della vicinanza emotiva, credo che sia importante e per loro e per le famiglie di tutti questi giovani che si trovano in queste situazioni di grande difficoltà. Sono tragedie vere e noi dobbiamo essere al fianco di queste famiglie.
Come Commissione abbiamo scelto di dedicare questa indagine conoscitiva a questo tema proprio per accendere ancora di più i riflettori, per aiutare anche voi ad avere maggiori strumenti perché tante volte si tratta anche di questo, maggiori risorse, maggiori dotazioni, a 360 gradi, per poterle affrontare.
Esprimo tutta la gratitudine, mia e certamente di tutta la Commissione, per il vostro lavoro.
Abbiamo alcune domande da rivolgere ai nostri auditi.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI (intervento in videoconferenza). Grazie, presidente.
Mi scuso per non essere in presenza, ma oggi sono impossibilitata nell'essere a Roma.
Ringrazio gli ospiti auditi, la presidente dell'Ordine degli assistenti sociali, che fanno un lavoro sempre in una difficoltà estrema, sempre nell'emergenza, quando non dovrebbe esserci l'emergenza, ma dovrebbero essere messi nelle condizioni di poter lavorare in un clima diverso.
Ringrazio il professore, perché penso che l'emotività con cui si è rivolto a questa Commissione debba essere per noi quell'incentivo in più per provare a mettere in atto proposte legislative che aiutino la prevenzione.
Noi non siamo esperti in materia, quindi, dovendo al termine di questa indagine conoscitiva - ringrazio la Commissione, perché sarò la relatrice - realizzare una serie di proposte, la mia domanda a entrambi è la seguente: se voi aveste in questo momentoPag. 6 la bacchetta magica per poter vedere esaudito il vostro desiderio immediato del primo bisogno per poter svolgere meglio la vostra professione al servizio di queste bambine e di questi bambini, che cosa chiedereste per fare in modo che la prevenzione possa essere reale?
Passo alla seconda domanda. Dal vostro punto di vista, visto che ci avete detto che non si può dare la colpa solo al Covid e tanti studi internazionali ci stanno dicendo che il Covid ha solo acuito il problema e che questi dati stanno aumentando dal 2010, cioè da quando il telefono cellulare si è trasformato in smartphone e ha creato una nuova realtà virtuale, modificando la percezione e il modo di interagire dei nostri bambini e delle nostre bambine, perché è uno strumento che viene dato fin troppo presto, e a questo proposito proprio due membri di questa Commissione (poi firmato trasversalmente), che sono Lavinia Mennuni di Fratelli d'Italia e Marianna Madia del PD, hanno presentato una proposta di legge davvero trasversale per tutelare i minori in questo spazio virtuale, che però ci fa molta paura, pensate che quella possa essere una delle cause scatenanti?
PRESIDENTE. Prendiamo nota di questa domanda. La risposta arriverà per iscritto.
Con gli altri due interventi dobbiamo essere veloci, in quanto dobbiamo fare l'Ufficio di Presidenza e poi cominciano i lavori d'Aula alla Camera.
La parola all'onorevole Di Biase.
MICHELA DI BIASE (intervento in videoconferenza). Grazie, presidente.
Un ringraziamento davvero sentito agli auditi di oggi. Anch'io sono rimasta colpita da questa emotività, che è il segnale che i nostri ragazzi sono accolti nelle mani giuste. Davvero mi sento di ringraziarvi anche per gli interventi puntuali che ci avete fornito. Naturalmente, leggeremo le vostre memorie per costruire una nostra proposta.
Oltre alle domande che sono state poste, giustamente, dalla vicepresidente Malpezzi, ne vorrei rivolgere una anche io. Il professore ci ha detto che l'insorgenza dell'anoressia addirittura si registra dai nove anni di età. Mi chiedevo se questa precocità nelle diagnosi riguarda solamente i disturbi dell'alimentazione oppure se riguarda anche gli altri atti, autolesionismo piuttosto che fragilità neuropsichiatriche, cioè se questo abbassamento dell'età riguardi solo l'anoressia, la bulimia oppure se venga ritrovato e registrato anche in altre patologie.
Concludo, così da lasciare il tempo agli altri colleghi di intervenire. Rispetto a quelle che sono le misure, come è stato giustamente segnalato, che possono essere messe in campo, nella scorsa legislatura Paolo Siani spesso diceva che la mancata presa in carico dei ragazzi è qualcosa che dipende da tutte le parti che con quel ragazzo hanno avuto a che fare e che in qualche modo non creavano un link tra di loro. Quindi, lui si assumeva anche un pezzo di responsabilità. Paolo Siani era un pediatra e questa Commissione lo ricorda bene. Lui lo diceva assumendosi un pezzo di responsabilità.
Prima si è parlato giustamente dei consultori, io sono estremamente d'accordo, perché il consultorio è il primo presidio territoriale fondamentale per le famiglie, però mi chiedevo se poteste darci qualche indicazione rispetto a una presa in carico condivisa: come è possibile dal vostro punto di vista, dalla vostra osservazione, far sì che le osservazioni di questi ragazzi non rimangano in compartimenti stagni, ma vengano in qualche modo assunte attraverso un vaso comunicante per cui un'osservazione da parte di un operatore, di un genitore, di un insegnante, di un capo scout, di una parrocchia possa essere in qualche modo veicolata per far sì che il ragazzo non debba essere trattato medicalmente, ma possa essere, invece, aiutato nel momento dell'insorgenza del disturbo?
VALENTINA D'ORSO. Grazie, presidente.
Per motivi di tempo andrò dritta al punto rivolgendo una domanda specifica alla presidente. Parto dalla sua constatazione che mancano sul territorio luoghi deputati a intercettare i bisogni, potremmo Pag. 7dire così, in via preventiva. La domanda è questa: ritiene che l'istituzione di équipe multidisciplinari per ogni scuola, che vedano un educatore socio-pedagogico o un pedagogista, che vedano uno psicologo, che vedano anche un assistente sociale lavorare in team, possa dar vita a luoghi deputati a intercettare i bisogni? Proprio attraverso l'osservazione delle dinamiche relazionali dei ragazzi, degli studenti e delle studentesse, che rappresentano l'utenza della scuola stessa.
Rivolgo una domanda anche al professor Pisani. Lei ha parlato di una sintomatologia precoce e ormai molto diffusa rispetto ai disturbi psichiatrici veri e propri. Il tema è se avete indagato sulle cause di questa esplosione di disturbi psichiatrici e se, oltre a quanto detto dalle colleghe correttamente, ci possa essere una correlazione non solo con l'avvento dei dispositivi – potremmo dire così, quindi tutta la realtà virtuale – ma se non sia anche, quando si parla soprattutto di disturbi d'ansia, un'ansia trasferita, indotta dal mondo degli adulti oppure, in aggiunta, se una delle cause può essere anche la complessità del mondo e dei messaggi che arrivano, la contraddittorietà dei messaggi, dei valori che vengono proposti ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze, che non hanno gli strumenti per gestirli.
In ultimo, mi ha molto colpito una sua riflessione e vorrei capire se ho compreso bene. Non si ha più la pazienza di attendere terapie più lunghe, si vuole una risposta immediata, e la risposta immediata sono gli psicofarmaci. Quello che le chiedo, ma probabilmente ci vorrebbe una stesura, è di darci conto sull'esistenza di terapie che, benché più lunghe, possono comunque essere ugualmente efficaci e meno invasive. Sappiamo che gli psicofarmaci quando uno li prende poi non li lascia più.
MARINA MARCHETTO ALIPRANDI. Grazie, professori. Io non posso che condividere pienamente, proprio perché sono responsabile per il Veneto del Dipartimento equità sociale e disabilità. Ogni mercoledì, quando esco da qui, esco con il cuore gonfio. Oggi pomeriggio ho percepito quanta responsabilità genitoriale debba esserci. Condivido quello che hanno detto la dottoressa e il professore.
Partendo dalla responsabilità genitoriale, vorrei anche affiancare la responsabilità degli enti locali, dei comuni. Le assistenti sociali, l'assessorato al sociale è una missione per me. Tante volte è considerato un ripiego, purtroppo è così negli enti locali. Io sono anche amministratore pubblico.
Mi rivolgo anche alla presidente. Come abbiamo fatto le indagini per anoressia, bulimia, sovrappeso, obesità, tutte patologie correlate al malessere – lo abbiamo già trattato – e al disagio giovanile, ci dovrebbe essere qualcosa che punti alla responsabilità dell'ente locale. Gli assistenti sociali dovrebbero conoscere famiglia per famiglia, riguardo sia agli adolescenti sia agli anziani.
Faccio un inciso. Alcuni sindaci mi dicono che quando lasciano gli appartamenti delle case popolari devono spendere 15-20 mila euro per come li lasciano. Se un assistente sociale, una volta al mese, andasse mezz'ora a mettere il naso dentro, a vedere come tengono la casa, capirebbero come funziona la famiglia. Vorrei - bisognerà studiarla questa cosa - che gli assistenti sociali e l'assessorato al sociale avessero la massima responsabilità per la conduzione della famiglia, visto che la responsabilità genitoriale, purtroppo, per tanti motivi, e non solo della società, perché la società siamo noi, lascia molto a desiderare.
LAVINIA MENNUNI. Signor presidente, la ringrazio per aver organizzato queste interessantissime audizioni.
Mi rivolgo a entrambi. Peraltro è una struttura sanitaria della Capitale d'Italia molto importante, quindi mi fa veramente piacere incontrarla, oltre voi come organismo. Effettivamente, diceva bene la senatrice Malpezzi, in questa Commissione è nato questa proposta di legge sulla tutela dei minori nella dimensione digitale. Per esempio, il capogruppo è firmatario di una delle proposte alla Camera, abbiamo tutti più o meno condiviso questo tema.
Visto che nel leggere la relazione dell'Ordine degli assistenti sociali c'è questo Pag. 8importante riferimento al fatto che l'individuo costituisce il senso di sé attraverso il confronto con l'ambiente, in particolare nell'età tra gli 11 e i 14 anni, quindi l'era preadolescenziale, e visto che nella relazione presentata da lei, professore, c'è l'indicazione precisa di questo incremento del 60 per cento di tutte le patologie nella fase Covid, e sappiamo che i ragazzi sono stati chiusi dentro casa con i devices a causa della didattica a distanza (ci risponderete, probabilmente, per iscritto), noi siamo in una fase di dibattito importantissimo sull'influenza dei social media. Ieri tre nazioni – Francia, Spagna e Grecia – hanno chiesto alla Commissione europea di fare presto sull'age verification, quindi sulla possibilità di far accedere i ragazzi online in un'età che si reputerebbe a livello internazionale quella di 15 anni, perché così le influenze non vanno a danneggiare l'evoluzione, lo sviluppo del sé prima di potersi approcciare agli stessi.
Sarebbe molto importante – non so se il presidente condivide – che in questo dibattito ci fosse un vostro focus specifico sulle cause della pandemia, l'elemento di questo incremento dei devices e se ritenete, come organismi autorevoli, autoritari a livello nazionale in questo ambito così delicato, vi sia l'esigenza di intervenire con una regolamentazione degli stessi.
PRESIDENTE. Grazie, senatrice.
Ringrazio i nostri auditi. Vi prego di farci pervenire le risposte a queste domande. Ci sarà un momento in cui presenteremo questa indagine conoscitiva e saremo molto lieti di avervi ancora con noi in quella sede. Mi complimento per il vostro lavoro, questa Commissione è a vostra disposizione per qualunque altra necessità e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14.05.