Sulla pubblicità dei lavori:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FRAGILITÀ EMOTIVA E PSICOLOGICA DEI PIÙ GIOVANI ANCHE DA UN PUNTO DI VISTA NEUROPSICHIATRICO, CON FOCUS SU DEPRESSIONE, AUTOLESIONISMO, DISORDINE ALIMENTARE FINO ANCHE ALLA FORMA PIÙ GRAVE, IL SUICIDIO
Audizione, in videoconferenza, di Alberto Siracusano, professore di psichiatria presso l'Università degli Studi di Roma «Tor Vergata» e coordinatore del Tavolo tecnico sulla salute mentale presso il Ministero della Salute, e di Giuseppe Ducci, psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla fragilità emotiva e psicologica dei più giovani anche da un punto di vista neuropsichiatrico, con
focus
su depressione, autolesionismo, disordine alimentare fino anche alla forma più grave, il suicidio.
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3
Ducci Giuseppe , psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza) ... 3
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3
Ducci Giuseppe , psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza) ... 3
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 4
Ducci Giuseppe , psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza) ... 4
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 4
Ducci Giuseppe , psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza) ... 4
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 4
Ducci Giuseppe , psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza) ... 5
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 6
Ducci Giuseppe , psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza) ... 6
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 6
Ruffino Daniela (AZ-PER-RE) ... 6
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 7
Ducci Giuseppe , psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza) ... 7
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 8
Ducci Giuseppe , psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza) ... 8
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 8
ALLEGATO: Documentazione presentata ... 10
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA
La seduta comincia alle 14.15.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
(Così rimane stabilito)
Audizione, in videoconferenza, di Alberto Siracusano, professore di psichiatria presso l'Università degli Studi di Roma «Tor Vergata» e coordinatore del Tavolo tecnico sulla salute mentale presso il Ministero della Salute, e di Giuseppe Ducci, psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla fragilità emotiva e psicologica dei più giovani anche da un punto di vista neuropsichiatrico, con focus su depressione, autolesionismo, disordine alimentare fino anche alla forma più grave, il suicidio.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla fragilità emotiva e psicologica dei più giovani anche da un punto di vista neuropsichiatrico, con focus su depressione, autolesionismo, disordine alimentare fino anche alla forma più grave, il suicidio, di Giuseppe Ducci, psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1, che ringrazio anche a nome di tutti i commissari per la disponibilità a intervenire all'odierna seduta e al quale do la parola per lo svolgimento della sua relazione.
GIUSEPPE DUCCI, psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza). Signor presidente, ringrazio lei e i parlamentari che fanno parte della Commissione.
È un onore per me partecipare a questo incontro, anche perché ritengo che i problemi di cui parliamo oggi siano problemi emergenti e veramente di grande rilevanza per tutto il Paese.
Se il presidente me lo consente, vorrei proiettare pochissime slide per il mio intervento.
PRESIDENTE. Assolutamente. Prego, professore.
GIUSEPPE DUCCI, psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza). Innanzitutto vi ringrazio e vi dico anche perché penso di poter dare un contributo ai vostri lavori. Sono il direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1. È una ASL molto grande, che comprende il centro storico di Roma, ma anche aree di campagna, quindi con una estensione molto vasta: un milione di abitanti.
Il mio dipartimento segue circa 29 mila pazienti. Di questi, almeno un terzo sono minori. Abbiamo anche un'altra caratteristica importante, quella di avere un'unità operativa specifica per l'adolescenza dai 14 ai 25 anni, quindi superando quella separazione a 18 anni tra i servizi dell'età evolutiva e quelli degli adulti, che copre proprio la dimensione centrale dell'adolescenza,Pag. 4 dalla pubertà alla fine dello sviluppo cerebrale, che si verifica, appunto, a 25 anni.
Io, ovviamente, parlo di aspetti più hard rispetto a quelli che sono nella convocazione dell'audizione, cioè degli aspetti che hanno una rilevanza anche da un punto di vista psichiatrico.
La dimensione prevalente oggi nell'adolescenza, a cui fanno riferimento anche le manifestazioni che voi avete inserito citate nel programma dell'indagine, è proprio la disregolazione emotivo-affettiva, che è una dimensione psicopatologica piuttosto complessa, che si esprime soprattutto attraverso due modalità. La prima è quella esternalizzante, rivolta verso l'ambiente, in questo momento caratterizzata da fenomeni come l'uso di sostanze, l'aumento della violenza, soprattutto la violenza digitale, quindi il cyberbullismo, l'autolesionismo con ideazione suicidaria, in particolare il cutting, soprattutto nelle ragazze (tagli sulle braccia in particolare), senza un aumento del tasso di suicidio negli adolescenti. Questo credo sia un aspetto importante che vorrei che i componenti della Commissione sapessero.
Dal punto di vista epidemiologico, però, abbiamo delle manifestazioni che sono in grande aumento. Abbiamo avuto un aumento del 220 per cento dei casi di anoressia restrittiva nei minori, soprattutto ragazze anche in questo caso. L'uso di sostanze è oggi esplosivo, così come gli episodi di cutting, di autolesionismo, che rappresentano la prima causa di ricovero nelle strutture per i minori. In particolare, cito l'ospedale Bambin Gesù. Questo credo abbia diversi motivi.
Soprattutto, oggi abbiamo conoscenze sulle caratteristiche, sull'importanza delle relazioni genitoriali precoci. Un'alterazione di queste relazioni può comportare, attraverso meccanismi di tipo epigenetico, cioè di espressione dei geni e non di mutazione, alcuni cambiamenti strutturali, che si esprimono in particolare nella resilienza, cioè nella capacità che noi abbiamo di tollerare lo stress e gli eventi ambientali.
Gli eventi ambientali più determinanti per la disregolazione emotivo-affettiva, per il boom della disregolazione emotivo-affettiva sono stati sicuramente il Covid e l'uso ormai generalizzato degli smartphone fin da un'età prepubere. Il Covid ha agito come infiammazione del cervello, quindi abbiamo avuto una vasculite cerebrale proprio per effetto diretto del virus, ma soprattutto le caratteristiche sociali del lockdown e della DAD hanno impedito agli adolescenti di avere un contesto normato, come lo è la scuola, all'interno del quale sviluppare la co-regolazione emotivo-affettiva. La regolazione è sempre regolazione con qualcuno: fino alla pubertà prevalentemente con i familiari, dopo la pubertà sostanzialmente con i coetanei.
Gli smartphone hanno avuto un ruolo in questo, perché hanno determinato una sostanziale iperconnessione a fronte di una de-sintonizzazione emotivo-affettiva legata al fatto che oggi anche ragazzi che cenano nello stesso ristorante comunicano tra di loro con il telefono e questo impedisce di avere una interazione emotiva reale.
L'effetto dello smartphone vi è anche su alcune forme psicopatologiche legate a disturbi del neurosviluppo, in particolare l'ADHD. Abbiamo avuto un aumento dell'ADHD dovuto – ripeto – a diversi fattori...
PRESIDENTE. Mi scusi, professore, se mi permetto di interromperla. Lei sta relazionando le altre slide, ma soltanto la prima appare visibile.
GIUSEPPE DUCCI, psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza). Vi do soltanto alcuni dati.
PRESIDENTE. Era quello che volevo precisarle, che noi vediamo solo il titolo del suo lavoro in PowerPoint.
GIUSEPPE DUCCI, psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza). Sto sviluppando i punti che sono qui, presidente.
PRESIDENTE. Va bene. Era solo perché ne fosse a conoscenza. Grazie.
Pag. 5 GIUSEPPE DUCCI, psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza). Proprio per questo l'ADHD, che insieme ai disturbi dello spettro autistico rappresenta il disturbo del neurosviluppo, di cui oggi sappiamo molto di più e che conosciamo molto di più in termini di causa e di prevalenza, rappresenta un altro aspetto fondamentale.
A questo volevo aggiungere – e poi farò vedere alcune slide a tal proposito – che l'uso delle sostanze, come dicevo prima, è diventato oggi un problema epidemico fortissimo, che influisce anche sulle manifestazioni che voi avete indicato: l'ansia, la depressione, il rischio suicidario. L'uso delle sostanze oggi è veramente devastante. Come vedrete, l'uso della cannabis comincia in prima e seconda media. E non è la cannabis di vent'anni fa, oggi è la skunk, quindi solo THC, niente cannabidiolo, e ha un impatto devastante su un cervello ancora in piena formazione.
A questo noi dobbiamo rispondere attraverso modelli organizzativi. I modelli organizzativi, a mio avviso, devono fondarsi su due aspetti fondamentali. Il primo è che i dipartimenti di salute mentale devono essere integrati con le dipendenze e l'età evolutiva. La salute mentale è una sola. Sicuramente in questo momento soprattutto la fortissima presenza della comorbilità tra disturbi mentali e uso di sostanze fa sì che le dipendenze debbano stare all'interno del dipartimento in modo assolutamente integrato. Lo stesso vale per l'età evolutiva.
Il secondo punto è proprio quello che dicevo, che noi abbiamo applicato dal 2016: un'integrazione vera, reale, strutturale dei servizi dedicati alla fascia dai 14 ai 25 anni. Se abbiamo soltanto delle connessioni funzionali non riusciremo mai a uscire dal terribile gioco delle competenze (questo è mio, questo è tuo). Sono persone che riguardano noi come operatori della salute mentale in toto.
Vorrei far vedere brevemente tre slide, per concludere, anche perché pensavo di rimanere in tempi piuttosto limitati. Questa, come vedete, è una gigantesca metanalisi, cioè uno studio sugli studi epidemiologici. Sono 192 studi epidemiologici. È una metanalisi del 2022, quindi piuttosto recente, che ci dice che l'età di inizio dei disturbi dello sviluppo, dei disturbi dell'ansia, dei disturbi ossessivo-compulsivi e dei disturbi dell'alimentazione è sempre più precoce. Abbiamo dei picchi, come vedete, nella prima infanzia o all'inizio dell'adolescenza. Questo è un tema molto importante. Mi farebbe piacere condividere con voi le conclusioni di questa gigantesca metanalisi, che ci dicono che non possiamo più continuare ad avere sistemi che separano artificialmente i bambini e gli adolescenti dagli adulti nei servizi per la salute mentale e che ci sono fortissime prove epidemiologiche per sviluppare modelli integrati di promozione della salute mentale, di interventi preventivi, di interventi precoci per i giovani all'interno della comunità, cioè nel territorio, e per tutti coloro che sono a rischio o che presentano disturbi mentali manifesti.
Vorrei poi farvi vedere brevemente qual è la situazione oggi per la cannabis e per la cocaina. Abbiamo un aumento terribile dei consumatori, che sono – come vedete – moltissimi, ma vi è anche il fatto che queste sostanze si modificano. Come vedete, mentre il prezzo è rimasto sostanzialmente lo stesso nel decennio 2009-2019, la purezza, cioè il quantitativo di sostanza attiva contenuto all'interno delle dosi che vengono smerciate è cresciuto moltissimo, e così anche gli effetti drammatici che possiamo vedere. Questo per l'MDMA è ancora più evidente. L'MDMA è l'ecstasy, quindi una droga di sintesi, che oggi ha un impatto devastante soprattutto tra coloro che ricercano lo sballo.
Infine, senza voler in alcun modo condizionare rispetto alla depenalizzazione, che è e resta un problema politico, sul quale io non entro perché sono un tecnico, vorrei farvi vedere i dati relativi agli effetti della marijuana dopo la legalizzazione in Colorado. Come potete vedere, ci sono una serie di dati molto gravi legati a incidenti fatali, alla percentuale di utilizzo. Vedete che la percentuale di utilizzo tra i 18 e i 25 anni è salita del 52 per cento e tra i 12 e i 17, che Pag. 6dovrebbero essere esclusi da questo, perché la legalizzazione è per i maggiorenni, è salita del 38 per cento. Soprattutto, l'ospedalizzazione dovuta alla cannabis – qui stiamo parlando di ospedalizzazione psichiatrica – è salita al 147 per cento e anche gli avvelenamenti legati alla cannabis sono saliti in totale al 310 per cento, ma ciò che è più grave è che sono saliti del 584 per cento tra i più giovani.
Questa era l'ultima slide che volevo farvi vedere.
Concludo dicendo che sono lieto che la Commissione si stia occupando di questo tema. È una situazione molto grave, di fronte alla quale noi dobbiamo avere una capacità di integrazione di tutte le agenzie, non solo dei Dipartimenti di salute mentale. È fondamentale il ruolo della scuola. Dobbiamo cercare di costruire modelli integrati che ci permettano di interagire anche con le famiglie fin dall'inizio. Questo significa creare anche servizi specifici che possano raccogliere il disagio fin dalle primissime età. Noi abbiamo sviluppato una centrale autismo che ci permette di intercettare il 99 per cento dell'incidenza attesa tra i 18 e i 24 mesi di età. Questa credo sia una assoluta necessità per tutto il territorio nazionale. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, professore.
Prima di dare la parola ai colleghi che stanno chiedendo di intervenire, vorrei addentrarmi un istante di più sui dati relativi al tema dei ricoveri per autolesionismo, tentato suicidio e tutta questa triste realtà. Lei ha un osservatorio molto importante, quello della struttura dove opera: è in grado di darci uno spettro anche sul resto del Paese? È in grado di fornirci una sintesi di quelle che possono essere queste tendenze anche in altre grandi città, come Milano, Torino, Napoli e altre?
Inoltre, a che età vengono coinvolti questi ragazzi? Noi abbiamo fatto un grande lavoro con questa Commissione negli scorsi mesi che ha portato a dimostrarci come gli interventi per contrastare certe derive sui nostri ragazzi debbano essere anticipati all'età pre-adolescenziale, perché sempre in età più giovane entrano in contatto con sostanze psicotrope, alcol, violenza, aggressività e quant'altro. Quindi, anche dal punto di vista dell'età, lei ha qualche indicazione o suggerimento?
GIUSEPPE DUCCI, psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza). Senz'altro. Deve tener presente che, almeno per quanto riguarda l'organizzazione nel Lazio, i servizi di ricovero per i minori non sono all'interno delle ASL, ma al Bambin Gesù e al Policlinico Umberto I.
Io sono a conoscenza dei dati, anche se non sono dati direttamente prodotti dai servizi del mio dipartimento, ma ho un ottimo rapporto con i colleghi che lavorano sia al Bambin Gesù che al Policlinico Umberto I. Noi abbiamo avuto, considerando gli ultimi cinque anni, quindi il periodo dall'esordio del Covid ad oggi, un aumento all'incirca del 100 per cento, quindi un raddoppio dei casi di ricovero per autolesionismo, un dato sostanzialmente paragonabile di aumento di casi per situazioni di anoressia grave, con rischio anche di vita, e un aumento all'incirca dell'80 per cento per i ricoveri, sempre di minori, per situazioni psichiatriche dovute all'uso di sostanze.
Come dicevo prima, noi dobbiamo considerare l'uso di sostanze, i disturbi del comportamento alimentare, la violenza, l'autolesionismo e il rischio suicidario come manifestazioni diverse di uno stesso problema, che è quello della disregolazione emotivo-affettiva, che è il vero problema in questo momento, su cui eventi sociali come i device, in particolare gli smartphone, e il Covid hanno agito come dei moltiplicatori di patologia.
Il dato che io ho, che è quello che vi ho portato, che fondamentalmente è quello del Bambin Gesù, per quanto io sappia è esattamente lo stesso dato che si è verificato in tutte le strutture di ricovero per minori in Italia.
PRESIDENTE. Grazie, professore.
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
DANIELA RUFFINO(intervento in videoconferenza). Buongiorno, presidente e Pag. 7colleghi. Buongiorno, professore. Ho ascoltato con attenzione infinita e condivisione il suo intervento. Certamente tutto questo aumenta la preoccupazione perché è quello che ogni giorno viviamo nelle nostre città. Il grande timore che ho io è il tempo, perché diventa una variabile importante, ossia riuscire a riorganizzare queste strutture con la volontà politica di lavorare sull'integrazione delle agenzie e sui modelli integrati e su servizi specifici che debbono in qualche modo essere ricostruiti.
Se penso all'anoressia – io arrivo dal Piemonte, ma conosco un po' la situazione anche nelle altre regioni d'Italia – penso delle realtà con poche strutture, con una specializzazione non adeguata e a tantissimi ricoveri impropri di giovani, di ragazzi adolescenti in strutture che trattano altre patologie. Da qui l'aumento dei suicidi, perché non è assolutamente raro trovare ragazze e ragazzi ricoverati che poi, a un certo punto, non ce la fanno più e pensano al suicidio.
Per l'attività che stiamo portando avanti come Commissione, penso anche, ad esempio, a una maggiore specializzazione tra gli operatori.
Credo che la formazione sino ad oggi ricevuta, un po' per tutte le figure, non sia sufficiente e ci debba essere un rafforzamento. Ho detto una serie di cose che poi dovrebbero trovare applicazione, soluzione e, soprattutto, si dovrebbero poter accogliere i nostri ragazzi con colloqui settimanali, se vogliamo davvero riuscire a rafforzare e in qualche modo a intervenire su questa generazione.
Avrei molto altro da dire, spero ci sia l'opportunità per farlo. Certamente ribadisco la preoccupazione e la volontà, come Commissione, di lavorare al meglio su questi temi. Grazie.
PRESIDENTE. Professore, le lascerei commentare quanto detto dall'onorevole Ruffino, aggiungendo una domanda. Laddove la disregolazione emotiva è alla base di tutte queste declinate forme, purtroppo, di disturbi dei nostri giovani, se lei dovesse raccomandare a noi che siamo legislatori, quali dovrebbero essere le misure o le metodologie per cercare di dare una risposta efficace cosa ci direbbe? Per intervenire a gamba tesa sulla disregolazione emotiva, al di là delle forme in cui si declina, cosa dovremmo fare, cosa dovrebbe fare questo Paese?
GIUSEPPE DUCCI, psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza). Presidente, rispondo prima a quanto detto dall'onorevole Ruffino. Bisogna necessariamente avere dei servizi dedicati. Prima l'onorevole si lamentava del fatto che certe volte le risposte avvengono in contesti che non sono specifici. Per i disturbi del comportamento alimentare i contesti devono essere specifici e ci devono essere operatori con specifica competenza.
Essere operatori con specifica competenza significa che devono essere operatori di diverse professionalità. Ci devono essere dietisti, nutrizionisti, oltre che psichiatri, psicologi, ma anche assistenti sociali e persone che siano in grado di svolgere questa attività. Noi abbiamo creato un servizio, unico nella regione Lazio, che ha dieci posti letto di residenza in cui c'è soprattutto una sorta di rieducazione alimentare, ovviamente tenendo conto che il cibo poi è un veicolo enorme anche di altri aspetti, di altri vissuti, eccetera. Quindi, sono assolutamente d'accordo.
La stessa cosa va fatta per i disturbi dello spettro autistico, soprattutto quelli ad alto funzionamento, e per i disturbi da deficit di attenzione con iperattività, perché tutti e due questi disturbi nello sviluppo presentano una fortissima comorbilità con altri disturbi, disturbi di personalità, disturbi dell'umore, ma anche uso di sostanze.
Dobbiamo anche avere dei servizi dedicati per gli adolescenti per quanto riguarda le sostanze stimolanti. Non possiamo pensare che ancora abbiamo dei servizi per le dipendenze che sono sostanzialmente tarati sull'eroina, che è una cosa completamente diversa da tutte le altre sostanze. In particolare, abbiamo in questo momento tra gli adolescenti la triade cocaina, cannabis, alcol, che è assolutamente dominante, oltre al fatto che abbiamo una serie di nuove sostanze psicoattive che riusciamo Pag. 8a individuare soltanto attraverso l'esame del capello.
Tutti questi servizi devono essere, però, al tempo stesso molto differenziati e al tempo stesso fortemente integrati all'interno di un contesto che è quello di un dipartimento di salute mentale integrato in cui si possa ragionare in termini di sistema, quindi anche implementando le collaborazioni con la scuola e con i contesti familiari, che sono decisivi in questa fase della vita.
Per quanto riguarda, invece, la domanda della presidente su cosa facciamo per la disregolazione, nella maggior parte dei casi noi dobbiamo avere un approccio molto diversificato e al tempo stesso estremamente integrato.
Ci sono delle modalità di intervento che sono basate sull'evidenza, cioè sulle prove, come ad esempio la terapia dialettico-comportamentale, la cosiddetta DBT (Dialectical Behaviour Therapy), che è molto efficace nella disregolazione emotivo affettiva e deve essere condotta da operatori qualificati per svolgere questa attività.
Adesso stiamo introducendo la realtà virtuale e lavoriamo sulla mindfulness, ovvero su quella possibilità di autoregolazione emotiva attraverso l'uso della realtà immersiva, che è estremamente efficace e molto potente. Al tempo stesso, in alcune situazioni di fortissima disregolazione è necessario anche intervenire farmacologicamente. La migliore terapia che abbiamo in questo momento per gli adolescenti è l'uso del litio, che è il migliore stabilizzatore dell'umore, ad un dosaggio più basso di quello che si utilizza per il disturbo bipolare e che quindi permette di avere una regolazione della dimensione emotiva e affettiva senza, però, nessun rischio di effetti collaterali sul rene, sulla tiroide e sul cuore.
Ovviamente, il litio ha un'indicazione anche per i minori. Non stiamo parlando di terapie off label o sperimentali. È sperimentale l'idea di usare il litio a un dosaggio così basso da non avere effetti collaterali, ma efficace comunque nel contribuire alla regolazione. Molto è anche necessario fare sul piano degli interventi gruppali, e questi possono essere fatti non soltanto con le persone che presentano disregolazione, ma anche all'interno, per esempio, dei gruppi classe.
Quindi, noi lavoriamo molto sulla promozione della salute attraverso la promozione di esperienze di regolazione che vengono però proposte a un gruppo intero di ragazzi. In questo senso la collaborazione con la scuola, come dicevo prima, è decisiva.
Non esiste nulla che da solo possa cambiare la situazione, ma esistono una serie di strategie combinate e integrate che prevedono anche l'intervento di altri attori e di altre agenzie che possono permetterci, su larghi numeri, di ridurre sensibilmente il fenomeno della disregolazione.
PRESIDENTE. Grazie, professore.
Chiedo alle colleghe se hanno ulteriori domande per il professor Ducci, che mi pare sia stato molto esaustivo.
Professore, la ringrazio. Le chiedo se lei ha degli atti o delle relazioni che desidera inviarci per e-mail, in modo che li si possa allegare a questo suo importante intervento e possano far parte della relazione finale.
GIUSEPPE DUCCI, psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della ASL Roma 1(intervento in videoconferenza). Con molto piacere, presidente.
Se mi permette, aggiungo un'ultima cosa. Non è un intervento diretto sugli adolescenti, ma abbiamo sviluppato adesso un intervento sulla salute mentale peripartum che non si rivolge solo alla madre, ma anche al padre e al figlio, cioè si muove sull'intero gruppo familiare per migliorare la qualità dell'accudimento genitoriale e ragionare in termini di prevenzione rispetto a quella vulnerabilità ad eventi che poi possono dar luogo alla disregolazione.
Credo che questa potrebbe essere una soluzione, non l'unica, ovviamente. È una ipotesi. Su questo posso anche inviare a lei e a tutti i membri della Commissione il materiale di cui dispongo. Grazie.
PRESIDENTE. La ringrazio. Credo che sarà di interesse per tutti i colleghi. AspettiamoPag. 9 le sue relazioni, che provvederemo ad inviare a tutti i colleghi, unitamente a quella del professore Siracusano, docente di psichiatria presso l'Università degli Studi di Tor Vergata di Roma.
Nel ringraziare il nostro ospite per il contributo offerto, dichiaro conclusa l'audizione e dispongo che la documentazione presentata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna.
La seduta termina alle 14.45.
Pag. 10ALLEGATO