XIX Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 34 di Martedì 4 marzo 2025

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI DISTURBI DELL'ALIMENTAZIONE IN ETÀ INFANTILE E ADOLESCENZIALE E SULLE STRATEGIE DI PREVENZIONE

Audizione del Sottosegretario di Stato alla Salute, on. Marcello Gemmato, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione.
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3 
Gemmato Marcello , Sottosegretario di Stato alla salute ... 3 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 5 
Cantù Maria Cristina  ... 6 
Di Biase Michela (PD-IDP)  ... 6 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 6 
Gemmato Marcello , Sottosegretario di Stato alla salute ... 7 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 9 

ALLEGATO: Relazione integrale del Sottosegretario alla salute, on. Marcello Gemmato ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

  La seduta comincia alle 13.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Sottosegretario di Stato alla Salute, on. Marcello Gemmato, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione, del Sottosegretario di Stato alla Salute, onorevole Marcello Gemmato. A nome di tutti i commissari do il benvenuto al nostro ospite, che ringrazio per la disponibilità a intervenire alla seduta odierna, e gli cedo la parola per lo svolgimento della sua relazione.

  MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato alla salute. Grazie, presidente. Grazie a voi per l'invito, che mi consente di depositare un documento completo sul tema dei disturbi alimentari e di leggere uno speech riassuntivo di quanto è riportato in maniera più approfondita nel documento.
  Desidero innanzitutto ringraziarvi per aver posto la dovuta attenzione a un tema così importante come quello dei disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e per aver, quindi, previsto all'ordine del giorno di questa Commissione un'indagine conoscitiva, non a caso in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione dell'obesità e del sovrappeso.
  L'indagine mi concede l'opportunità non solo di illustrare una serie di dati significativamente utili a inquadrare il problema e, quindi, la portata del fenomeno dell'obesità e del sovrappeso in Italia, ma anche di proporre e di sottoporre alla vostra attenzione le iniziative per contrastarlo poste in essere dal nostro Governo, in particolare dal Ministero della salute, che saranno certamente utili, nel prosieguo della legislatura, a programmare ulteriori misure adeguate.
  È ormai noto a tutti che una dieta equilibrata a partire dall'infanzia è fondamentale per prevenire l'obesità e il sovrappeso e, di conseguenza, il rischio di sviluppare malattie croniche in età adulta, come il diabete e le malattie cardiovascolari, neurodegenerative e oncologiche, che compromettono inesorabilmente la qualità e l'aspettativa di vita. Insieme all'alimentazione scorretta, anche la sedentarietà contribuisce ad aumentare i tassi di obesità sia infantile che adulta e rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo delle malattie croniche non trasmissibili. Chi non è fisicamente attivo ha un rischio maggiore di mortalità rispetto a chi pratica regolarmente attività fisica moderata quasi tutti i giorni e per almeno trenta minuti al giorno.
  Purtroppo l'obesità è aumentata significativamente negli ultimi quarant'anni a causa di una combinazione di fattori individuali, genetici, sociali, economici e ambientali.Pag. 4 Il sovrappeso deriva da un dispendio energetico inferiore al fabbisogno e si aggrava con una dieta ricca di cibi ad alta densità calorica, spesso economici e poveri di nutrienti. A questo si aggiungono le abitudini alimentari che favoriscono il consumo di cibi pronti e uno stile di vita e di lavoro sedentario, che si esprimono in ambienti poco favorevoli al movimento e alla promozione dell'attività fisica.
  Riporterei solo alcuni dati utili anche a un dibattito futuro al fine di meglio configurare la portata del problema. Nel 2022 l'Organizzazione mondiale della sanità ha riportato che il 59 per cento degli adulti europei è in sovrappeso od obeso e quasi un bambino su tre presenta queste problematiche. Sempre nel 2022 in Italia, secondo l'ISTAT, il 35 per cento degli adulti è in sovrappeso, con una prevalenza maschile, il 42,7 per cento è costituito da uomini e il 27,8 per cento da donne, mentre l'11,4 è obeso, anche qui con una prevalenza maschile, il 12,2 per cento da uomini e il 10,6 per cento da donne. In totale parliamo di circa quattro milioni di italiani obesi.
  Nel 2023 il sistema di sorveglianza «OKkio alla salute» ha evidenziato che il 19 per cento dei bambini italiani è in sovrappeso e il 9,8 per cento è obeso, di cui il 2,6 per cento ha un'obesità grave. Sono dati importanti: pensare che il 20 per cento degli adulti e il 10 per cento dei bambini è in sovrappeso od obeso deve farci attentamente riflettere. Inoltre, il sistema «OKkio alla salute» ha indagato le abitudini alimentari dei bambini, con i seguenti risultati: il 10,9 per cento non consuma la prima colazione, il 36,5 per cento consuma una colazione inadeguata, il 66,9 per cento mangia uno spuntino abbondante a metà mattinata, il 25,9 per cento non mangia frutta e verdura quotidianamente, il 24,6 per cento consuma bevande zuccherate o gassate ogni giorno, il 37 per cento mangia legumi meno di una volta a settimana, il 52,9 per cento mangia snack dolci e salati più di tre volte a settimana.
  Nel periodo 2022-2024, nell'ambito dell'indagine «Childhood obesity surveillance initiative (COSI)», che ha coinvolto addirittura trentasette Paesi della regione europea e circa 470 mila bambini e bambine di età compresa fra sette e nove anni, l'Italia è risultata tra le nazioni con i valori più elevati di eccesso ponderale nei bambini, che include anche il sovrappeso e l'obesità. Rispetto alle stime degli anni precedenti, in quasi tutti i Paesi partecipanti alla sorveglianza non si sono registrate riduzioni dei livelli di sovrappeso e obesità, il che dimostra che queste due condizioni continuano a rappresentare nel tempo un'importante problematica di salute pubblica.
  Nel 2022 da uno studio della Health behaviour in school-aged children Italia (HBSC), promosso dall'Organizzazione mondiale della sanità e coordinato dalle università di Torino, Padova e Siena e dall'Istituto superiore di sanità, anche in collaborazione con il Ministero dell'istruzione e del merito, è emerso che il 18,2 per cento dei ragazzi tra undici e diciassette anni è in sovrappeso e il 4,4 per cento è obeso. I dettagli dello studio sono riportati nel documento che lascio agli atti della Commissione. Inoltre, l'indagine ha rilevato che tra i comportamenti alimentari scorretti permane l'abitudine di non consumare la colazione nei giorni di scuola e che soltanto un ragazzo su tre consuma la frutta almeno una volta al giorno e solo un quarto degli adolescenti consuma la verdura almeno una volta al giorno. Le ragazze consumano più dei ragazzi frutta e verdura – da qui ipotizzo derivi quella discrepanza fra uomini e donne, con prevalenza di uomini in sovrappeso e obesi – mentre i ragazzi consumano più bevande zuccherate e gassate. Infine, si evidenzia una leggera riduzione della percentuale di ragazzi che svolgono attività fisica, moderata o intensa, un'ora al giorno, per quattro giorni a settimana, passando dal 44,1 per cento del 2018 al 40,8 del 2022. Nelle ragazze la diminuzione aumenta con l'aumentare dell'età.
  Alla luce di questi dati, è nostro dovere intervenire per proteggere la salute e il futuro delle nuove generazioni. Nel Servizio sanitario nazionale la promozione della salute è affidata principalmente alle regioni attraverso il Piano nazionale della prevenzionePag. 5 2020-2025, che si è concentrato sulla prevenzione dell'obesità a partire dai primi mille giorni di vita, promuovendo l'allattamento al seno e l'adozione di stili di vita sani in tutte le fasi della vita. Il piano mira a sensibilizzare la popolazione sulla salute e a promuovere la collaborazione tra i servizi sanitari educativi e sociali per favorire un cambiamento in positivo nei comportamenti alimentari e nei livelli di attività fisica. Tra i principali programmi di sensibilizzazione troviamo: comunità attive che promuovono politiche sanitarie integrate con quelle sociali, culturali e ambientali; scuole che promuovono salute e mirano a educare la comunità scolastica a stili di vita salutari; luoghi di lavoro che promuovono salute, nonché un progetto che si concentra sulla salute dei lavoratori attraverso iniziative di prevenzione e promozione dell'attività fisica.
  L'obesità infantile non solo minaccia la salute dei bambini, ma è anche una delle principali sfide sanitarie del nostro Paese. Il mio impegno per promuovere stili di vita sani continuerà con azioni concrete. Vorrei, quindi, evidenziare in questa sede solo alcune delle iniziative che sto ponendo in essere, insieme al Ministro della salute Schillaci e alla direzione competente del Ministero della salute.
  Considerato che numerosi studi scientifici dimostrano che l'allattamento al seno contribuisce alla prevenzione di alcune delle principali malattie croniche non trasmissibili, come diabete, obesità, malattie cardiovascolari e tumori, intendiamo incentivare l'allattamento al seno e dare la possibilità alle mamme che non possono allattare di usufruire del latte umano donato tramite l'ampliamento e l'interregionalizzazione delle banche del latte. Inoltre, intendiamo investire in nutrizione creando un tavolo nazionale permanente sulla nutrizione che sia punto di riferimento del Paese sul tema e che coinvolga, in primis, il Ministero dell'istruzione e del merito, il Ministero dell'università e della ricerca e il Dipartimento per lo sport, per parlare ai giovani e con i giovani di come prevenire la malnutrizione in eccesso e anche in difetto. Tra gli obiettivi del tavolo, inoltre, ci sarà anche l'individuazione di strategie volte a implementare a livello territoriale i servizi di dietetica e nutrizione clinica per la presa in carico dei pazienti che hanno già sviluppato sovrappeso e obesità. Al tavolo parteciperanno, ovviamente, tutti gli attori della catena agroalimentare, dalla produzione primaria all'industria e alla grande distribuzione organizzata, fino alla ristorazione. Infine, intendiamo sostenere campagne istituzionali di sensibilizzazione alla sana alimentazione, anche con riferimento ai corretti stili di vita, che rappresentano un vero patrimonio di salute per tutta la vita.
  La promozione di una corretta alimentazione attraverso politiche intersettoriali condivise, la comunicazione semplice, chiara e univoca che contrasti la disinformazione e la formazione adeguata e consapevole della popolazione richiedono un impegno collettivo e strategie integrate e di sistema. Solo così possiamo parlare di strumenti efficaci di diffusione della cultura della salute nella nostra società e garantire la riuscita di una vera rivoluzione culturale e alimentare.
  Come sinteticamente rappresentato, l'azione del Governo, che ho l'onore di rappresentare oggi in questa sede, va proprio in questa direzione e posso garantire che la soglia di attenzione del Ministero della salute su questo tema sarà sempre alta e finalizzata a fornire una risposta adeguata, efficace ed efficiente ai bisogni dei cittadini.
  Nel ringraziare ancora per l'attenzione concessami, vi invito a prendere visione del documento che lascio agli atti della Commissione e nel quale troverete una disamina più approfondita di tutte le questioni che abbiamo affrontato oggi.

  PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretario Gemmato.
  Chiedo intanto all'onorevole Saccani Jotti se vuole intervenire in qualità di relatrice di questa indagine o ai commissari presenti. Vedo che la senatrice Cantù ha una prima domanda da formulare. Proporrei, Sottosegretario, di unire tutte le domande e le riflessioni, così da dare alla fine un'unica risposta.

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  MARIA CRISTINA CANTÙ. Grazie, presidente. Grazie, Sottosegretario. Buon pomeriggio.
  Credo che molte delle riflessioni siano assolutamente centrate, in quanto la prevenzione può evitare che insorgano disturbi nel comportamento alimentare. Sono sempre più sicura che per avere una nazione sana, longeva e – lasciatemelo dire, ne abbiamo bisogno – produttrice di PIL sia necessario investire sulla prevenzione, facendole fare rima con fatturazione, intendo dire investendoci, investendoci strutturalmente. Del resto, se è vero che fin qui la prevenzione è stata demandata su base volontaria, cosa ne pensate di farla diventare economicamente attrattiva investendo anche in capitale umano, per un programma integrato di prevenzione predittiva e proattiva, educazione sanitaria e screening a favore degli alunni delle scuole, sviluppando, per esempio, la figura dell'educatore alla prevenzione e alla promozione della salute? Che ne dite?
  Grazie.

  MICHELA DI BIASE. Ringrazio il Sottosegretario per la sua relazione.
  Nell'attesa di poter approfondire la relazione che ci è stata fornita da lei oggi, le vorrei chiedere se i dati che ci ha poc'anzi illustrato sui generi alimentari somministrati ai ragazzi tengono conto della dieta che viene inserita all'interno delle mense scolastiche, oppure se è un indice che tiene conto solamente della dieta familiare. Glielo chiedo perché i dati relativi alle cattive abitudini alimentari dei nostri figli sono piuttosto allarmanti. Quindi, visto che all'interno delle scuole le diete sono bilanciate e prevedono la somministrazione quotidiana equilibrata di tutti i generi alimentari, sarei curiosa di approfondire questo dato per comprendere se si tratta di una scelta del bambino, che rifiuta anche il cibo qualora gli venga dato, o se invece parliamo in alcuni casi di povertà alimentare, che sappiamo essere uno dei temi che riguardano naturalmente l'argomento di cui stiamo parlando.
  Lei ha fatto, giustamente, perché è emerso in diverse nostre audizioni, un focus sull'obesità. Ne abbiamo parlato meno oggi, ma naturalmente è probabile che poi invece sia presente all'interno della relazione, però non avendone fatto cenno vorrei anche chiederle se potesse fare un focus rispetto agli altri temi legati ai disturbi alimentari, anoressia e bulimia, che sappiamo essere un vero dramma.
  Nella scorsa audizione abbiamo tra l'altro audito diversi esperti, dalle associazioni ai professori che si occupano di questo argomento, e ci hanno delineato un quadro estremamente preoccupante e anche una fatica di presa in carico di questi ragazzi, perché sappiamo, ahimè, che purtroppo la distribuzione di questi centri a livello territoriale non è omogenea, cioè non sono presenti su tutto il territorio nazionale come dovrebbero essere. Naturalmente è un problema che ha radici profonde, però volevo capire, anche rispetto a questa difficoltà, a che punto siamo, se il Ministero sta facendo su questo un focus specifico, perché ci è stato detto che la presa in carico – ma è patrimonio comune – specie su quei tipi di disturbi sia necessaria sin dall'insorgenza. Ci è stato spiegato la scorsa volta che addirittura ormai avviene in un'età che è quasi pediatrica, perché parliamo dell'anoressia con un'insorgenza intorno agli otto anni. Le chiedo se può, per gentilezza, approfondire la questione – o se può farlo in un'altra occasione, quando sarà nelle sue possibilità – di questi altri disturbi alimentari. Grazie.

  PRESIDENTE. Aggiungerei, Sottosegretario, una richiesta di approfondimento circa il modo in cui vengono individuati questi disturbi che riguardano l'alimentazione. Mi spiego, non parlo di temi legati a disturbi che si rifanno alla depressione, parlo proprio della cattiva alimentazione.
  Sono ottime le iniziative che il Ministero sta portando avanti di educazione nelle scuole di ogni ordine e grado, perché è chiaramente da lì che bisogna partire per arrivare ad intervenire in maniera diretta sui ragazzi, ma a monte i nostri pediatri di base, i nostri medici hanno tutti gli strumenti per riuscire a individuare, appena si manifestano questi disturbi, per dare una corretta indicazione per cominciare a gestirli?Pag. 7
  Accanto alla prevenzione, che dobbiamo portare avanti ed è fondamentale, come si diceva giustamente, dobbiamo fare una formazione importante. Abbiamo, però, un numero elevato di giovani – lo apprendiamo da questa relazione – che convive con questo problema. Questo avviene al Nord, al Sud, al Centro, in tutta Italia? È possibile che ci sia lo stesso tipo di assistenza? Questi bambini, questi ragazzi vengono seguiti?
  Abbiamo in Italia una componente di minori che vive in una condizione di povertà assoluta molto importante e quindi in tal caso sicuramente saltano tutte le regole e le statistiche. Anche in questo caso ci aiutano i pediatri di base. Come riusciamo a intervenire? Accanto al lavoro di prevenzione, costruzione e formazione come riusciamo ad agire sulla situazione esistente?
  Non so se ci sono altre domande. Intanto, darei al Sottosegretario la possibilità di replicare a questi interventi.

  MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato alla salute. Grazie, presidente. Ringrazio per le domande puntuali, che allargano il campo di azione dell'audizione di oggi, ma offrono stimoli per rivederci e quindi essere qui presenti con ulteriori dati e ulteriori risposte.
  Ciò non mi esime dal dare risposte laddove già posso e condividere con voi delle considerazioni. Innanzitutto, la senatrice Cantù – il tratto è comune chiaramente a tutti e tre gli interventi – pone l'accento sulla prevenzione.
  Voglio ricordare che in Italia il sistema sanitario nazionale attualmente spende il 95 per cento per la cura e soltanto il 5 per cento per la prevenzione. Molte volte, brutalmente, io esemplifico, sembrerebbe come se noi volessimo far ammalare gli italiani per curarli quando, in realtà, e ripeto, è il tratto comune di tutti gli interventi che si sono susseguiti, dovremmo investire in prevenzione per evitare che determinate patologie si conclamino.
  Lo dobbiamo fare sia perché come classe politica siamo chiamati a farlo, cioè curare meglio gli italiani, ma anche perché, come effetto collaterale indotto e diretto, facciamo risparmiare le casse dello Stato. Un bambino obeso che non lo è più, quindi che non conclama sintomi, che non diventa diabetico o peggio ancora non ha un tumore eccetera, chiaramente costa meno alle casse dello Stato. Questo è molto importante, soprattutto in questa epoca storica. Ripeto, noi siamo chiamati a curare bene gli italiani, e questo già basterebbe. I riflessi di bilancio, ovviamente, introducono un altro tema, che è quello della sostenibilità, perché abbiamo un sistema sanitario nazionale pubblico che oggi ha una fotografia di società anziana.
  Noi siamo secondi per longevità soltanto al Giappone al mondo, però non facciamo più figli. Stiamo vivendo un inverno demografico, il tasso di fertilità è di 1,24 bambini per donna. Quindi, se la popolazione invecchia e non abbiamo bambini, ovviamente si pone un tema di sostenibilità. Dobbiamo fare in modo che l'invecchiamento ci sia, ma sia un invecchiamento attivo. Ciò significa arrivare a ottanta, ottantacinque, novanta anni bene. Attualmente si conclamano mediamente diverse patologie al di sopra degli ottant'anni addirittura con l'assunzione, come epifenomeno, di farmaci, di dieci pillole al giorno mediamente. Questo diventa un elemento rilevante. Quindi, se investiamo in prevenzione e ovviamente facciamo in modo di curare meglio gli italiani rendiamo sostenibile il nostro sistema sanitario nazionale pubblico.
  Molto più autorevolmente di me, il Ministro Schillaci ha ultimamente rappresentato la volontà di invertire e quindi perequare questa differenza fra il 95 e il 5 che vi ricordavo, dandosi come obiettivo di passare al 7-8 per cento, quindi perequare l'8 per cento rispetto al 5. Salire di tre punti – faccio appello alla mia formazione scientifica – significa avere quasi 5 miliardi di euro in più da spendere in prevenzione, proprio per dare risposte puntuali agli italiani in termini di prevenzione.
  L'onorevole Di Biase faceva un richiamo ai disturbi alimentari, che sono un'altra delle emergenze, se le statistiche comprendessero anche le buone pratiche o comunque l'alimentazione scolastica. Sinceramente non lo so, quindi può essere. Ci sono Pag. 8stati forniti i dati, ma non conosciamo la modalità con cui sono stati generati. Possiamo fare un approfondimento su questo. Quando si dice che il 10,9 per cento non consuma la prima colazione, solitamente la prima colazione viene consumata a casa. L'impressione che ho è che purtroppo gli stili di vita di una società «turbo accelerata», di cui noi siamo interpreti autentici, ci porta ovviamente a non controllare i bambini su cosa mangiano e cosa fanno.
  Parlo di mia madre, così non vado molto distante. Lei era molto attenta al fatto che io facessi colazione e mangiassi pane, pomodoro e olio. Oggi, io per primo, per le mie figlie, derogo con una merendina, quindi con alimenti ipercalorici che non fanno oggettivamente bene. Bisogna rivedere i presidi educativi, a mio avviso.
  Viviamo in un'epoca di penuria di medici, ma io ricordo – essendo ultracinquantenne – che ai miei tempi c'era il medico scolastico, il quale ci visitava tutti annualmente; il bambino obeso intraprendeva dei percorsi, il genitore veniva ascoltato, gli si faceva notare il perché, insieme ad altre patologie (scoliosi, problemi alla vista). Arrivava per tutti quel momento. In verità, c'era un altro momento di screening di massa, che era la visita militare per gli uomini, che portava tutti gli italiani a essere «screenati».
  Oggi dobbiamo rispondere a una carenza importante di medici, di sanitari, però, tendenzialmente, con alcuni progetti che si stanno mettendo in campo – alcuni li ho citati – si cerca di sopperire alla mancanza di presìdi fissi sanitari all'interno delle scuole.
  Sui disturbi alimentari voglio ricordare che ci sono importanti finanziamenti, Abbiamo stanziato nella scorsa legge di bilancio 10 milioni di euro per i disturbi alimentari. In verità, c'è anche una fatica da parte delle regioni nella spesa di questi soldi. Negli anni precedenti mi sembra – vado a memoria – siano stati appostati 25-35 milioni di euro l'anno, spesi, però, in minima parte. Anche in questo caso, quindi, parliamo di una capacità di spesa.
  Sottende a tutti i ragionamenti – per rispondere alla presidente Brambilla – purtroppo il tema delle sperequazioni tra aree diverse della nostra nazione, quindi la scarsità di centri in determinate aree della nostra Nazione – segnatamente, ahimè, al Sud – rispetto ad altre aree della Nazione. Purtroppo, è una divisione classica che oggi si riscontra. La grande sfida del Governo è riuscire a perequare le differenze che esistono tra aree del nostro Paese, segnatamente quelle meridionali, e altre aree che riescono a essere più performanti dal punto di vista sanitario, quelle settentrionali – ragiono a spanne – che non riguardano soltanto i disturbi alimentari, ma anche una delle eccellenze italiane, ossia l'approccio nella cura dei malati affetti da malattie rare, dove siamo secondi al mondo. Anche in questo caso, però, ci sono sperequazioni addirittura tra ASL della stessa regione nei percorsi di presa in carico e cura dei bambini, tema rispetto al quale dobbiamo aprire una riflessione profonda, così come stiamo facendo con il Piano nazionale delle malattie rare. In realtà, purtroppo, la sperequazione esiste in generale nell'approccio alla salute, tout court, dalla diagnostica all'emergenza-urgenza rispetto alle aree di cui vi parlavo.
  Sicuramente la presidente Brambilla faceva riferimento al ruolo strategico e straordinario dei pediatri di base, con i bilanci, che sono d'obbligo in età pediatrica. Lì già si iniziano a diagnosticare i primi disturbi alimentari e a prenderli in carico. Molte volte – ripeto – c'è l'intima convinzione che i cattivi stili di vita portino all'obesità, oltre a disturbi fisiologici e metabolici, che è un ossimoro, una contraddizione in termini: abbiamo una maggiore incidenza dell'obesità nelle regioni meridionali (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria) rispetto a quelle settentrionali, pur essendoci forse proprio in quelle zone una maggiore attinenza e una maggiore aderenza alla cultura tradizionale. La dieta mediterranea altro non è che la dieta delle nostre nonne, che si basava sul consumo di cibi freschi, a chilometro zero, di proteine legate all'assunzione dei legumi – purtroppo, da quei dati scopriamo che si consumano legumi una volta alla settimana, e sono dati pazzeschi – e sull'utilizzo dell'olio extravergine Pag. 9di oliva, un'altra nostra eccellenza, in difformità con altri tipi di oli abbastanza raffinati, ultra-processati. Ritornare, quindi, alla nostra tradizione della dieta mediterranea, che era un valore.
  In riferimento a quello che dicevo, ci dovremmo interrogare sul perché l'obesità si concentri proprio in quelle zone lì. Ci sarebbe anche un'analisi sociologica, a mio avviso, da mettere in campo, che è parallela all'azione primaria del Ministero della salute, ma che deve giustamente vedere tutti noi responsivi e i vari Ministeri messi in linea. I minori in povertà assoluta – tema che richiamava il presidente – rappresentano un altro target, pertanto richiamiamo anche lo straordinario ruolo di tutti i presìdi formativi, la scuola, ma anche i servizi sociali, che devono guardare non soltanto, e giustamente, alle grandi criticità, perché anche un bambino obeso disagiato ha un grande problema, quindi deve essere inserito nei giusti percorsi di cura e di presa in carico da parte delle strutture sociali, socio-assistenziali e anche sanitarie, laddove ce ne dovessero essere i profili. La ritengo una sfida molto interessante.
  Vi ringrazio per questa audizione, che ci consente, con la relazione, di mettere al centro queste tematiche e, con le domande, di sviscerarle e di fornire ulteriori prospettive, anche di scambio, di ulteriori incontri, per approfondire le risposte alle domande che mi avete posto.

  PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretario. Anticipo che, intanto, l'audizione odierna conclude quest'indagine conoscitiva. Pertanto, contiamo in poche settimane di poter preparare una relazione conclusiva, approvarla e presentarla, quindi avere ancora la possibilità di invitarla in una presentazione pubblica di questo nostro lavoro. Riteniamo sia un tema sul quale debbano accendersi sempre di più i riflettori. Ben venga, quindi, la giornata odierna, ma anche il lavoro che possiamo fare.
  Inoltre, Sottosegretario, anticipo che questa indagine si è conclusa, ma che nelle due indagini conoscitive sulle quali stiamo lavorando ora, in una delle due sicuramente, la sua presenza sarà fondamentale. Mi riferisco all'indagine dedicata alla fragilità emotiva e psicologica dei più giovani, anche dal punto di vista neuropsichiatrico, con un focus sulla depressione, l'autolesionismo, i disordini alimentari, fino alla forma più grave, ossia il suicidio. Questo è tutto un altro aspetto, che tocca i disturbi dell'alimentazione, ma con una componente di tipo, purtroppo, neuropsichiatrico, che abbiamo visto essere, peraltro, in continuo aumento, in particolare per le giovani ragazze.
  Ringraziamo il Sottosegretario. Invieremo a tutti i commissari la relazione integrale, che ci è pervenuta su supporto informatico. Dispongo che la documentazione da lei presentata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.55.

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ALLEGATO

Relazione integrale del Sottosegretario alla salute,
on. Marcello Gemmato.

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