XIX Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 30 di Mercoledì 15 gennaio 2025

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI DISTURBI DELL'ALIMENTAZIONE IN ETÀ INFANTILE E ADOLESCENZIALE E SULLE STRATEGIE DI PREVENZIONE

Audizione, in videoconferenza, di Raffaella De Franchis, pediatra di famiglia, referente nazionale area alimentazione e nutrizione della Federazione italiana medici pediatri (FIMP) e rappresentante dell'Osservatorio nazionale sull'obesità infantile (ONOI), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione.
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 2 
De Franchis Raffaella , rappresentante dell'Osservatorio nazionale sull'obesità infantile (ONOI) (intervento in videoconferenza) ... 2 
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 5 

ALLEGATO: Presentazione del nuovo report nazionale di ONOI ... 6

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
GLORIA SACCANI JOTTI

  La seduta comincia alle 13.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Non essendovi obiezioni, ne dispongo l'attivazione.

Audizione, in videoconferenza, di Raffaella De Franchis, pediatra di famiglia, referente nazionale area alimentazione e nutrizione della Federazione italiana medici pediatri (FIMP) e rappresentante dell'Osservatorio nazionale sull'obesità infantile (ONOI), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione, della dottoressa Raffaella De Franchis, pediatra di famiglia, referente nazionale area alimentazione e nutrizione della Federazione italiana medici pediatri (FIMP) e rappresentante dell'Osservatorio nazionale sull'obesità infantile (ONOI).
  A nome di tutti i commissari do il benvenuto alla nostra ospite, collegata in videoconferenza, che ringrazio per la disponibilità ad intervenire all'odierna seduta, invitandola a contenere il suo intervento in dieci minuti, in considerazione degli ulteriori impegni parlamentari dei componenti la Commissione. Do quindi la parola alla dottoressa De Franchis.

  RAFFAELLA DE FRANCHIS, rappresentante dell'Osservatorio nazionale sull'obesità infantile (ONOI) (intervento in videoconferenza). Buon pomeriggio, presidente. Buon pomeriggio a tutti. Sono io che ringrazio questa Commissione per lo spazio che ci ha offerto oggi per la presentazione dei nostri dati.
  La mia presentazione è già stata effettuata. Oggi, tuttavia, sono la voce di un gruppo di lavoro costituito, oltre che da FIMP, anche da Helpcode, organizzazione no profit per la tutela dei diritti dei bambini, e dall'Università di Genova e dall'Istituto Gaslini che si sta occupando prevalentemente della valutazione statistica dei nostri risultati.
  I risultati che vi presento sono al momento parziali, perché abbiamo in animo di pubblicare un report completo in occasione della Giornata mondiale dell'obesità che si terrà nel mese di marzo. Dunque, per facilitare la comprensione dei risultati, ho pensato di preparare alcune diapositive che provo a condividere con voi. In considerazione del tempo limitato, ovviamente andrò molto veloce su alcune diapositive, cercando di concentrarmi sostanzialmente su quelle che sono le premesse e quelle che poi saranno le conclusioni. Veramente mi auguro che i dati che vi presento possano essere di aiuto all'intera Commissione per mettere in atto delle politiche di prevenzione estremamente rilevanti per la popolazione infantile, purtroppo ancora troppo soggetta ad obesità.
  Vediamo subito l'Osservatorio nazionale che ha portato avanti questo progetto. I tre Pag. 3costituenti del gruppo di lavoro hanno pensato, a un certo punto, di cercare di individuare, nell'ambito della crescita di un bambino, quali siano le fasi principali in cui possono verificarsi degli errori alimentari, in maniera tale da istituire dei correttivi proprio in quei momenti che potrebbero essere la causa dell'insorgenza futura di obesità infantile.
  Per raccogliere i nostri dati abbiamo somministrato dei questionari composti da 47 domande, quindi abbastanza corposi, che sono stati compilati dal genitore alla fine del bilancio di salute svolto presso l'ambulatorio del proprio pediatra di famiglia. Il bilancio di salute è un momento di una visita che il bambino effettua presso il proprio pediatra a determinate età filtro, quindi il bambino va dal pediatra in condizioni di salute buone, in assenza di malattia, e questo è un momento estremamente importante nell'attività pediatrica perché consente di svolgere un'attività di prevenzione e di educazione sanitaria per il bambino e per la sua famiglia, oltre a cogliere i primissimi segni dell'insorgenza di obesità. Abbiamo raccolto 805 questionari che sono rappresentativi dell'intero Paese, perché sono stati raccolti al Nord, al Centro, al Sud e nelle isole, e rappresentano una fascia di età compresa tra 1 e 14 anni. Avevamo come obiettivo, come vi ho anticipato, quello di cercare di individuare i momenti in cui si verificano errori.
  Vado velocemente su alcune diapositive per il poco tempo a disposizione. Vorrei però attenzionare innanzitutto la risposta che è stata data dai genitori alla loro regolare frequenza ai bilanci di salute. Quasi il 90 per cento dei bambini va a effettuare questa visita, e questo a riprova che questi momenti sono estremamente importanti e da utilizzare al massimo.
  Siamo partiti con la nostra indagine dal momento dell'introduzione degli alimenti solidi, quindi l'alimentazione complementare, per capire che succede in quella fase, ed abbiamo raccolto dei dati sulla aderenza alla dieta mediterranea dei bambini italiani. Spessissimo sentiamo dire che i bambini italiani non mangiano «mediterraneo» e sappiamo la dieta mediterranea essere il gold standard della modalità ideale con cui tutti dovremmo alimentarci. Non esiste però un dato di letteratura che ci dica quanto effettivamente fossero lontani dalla dieta mediterranea i bambini italiani. Noi abbiamo raccolto questo dato, dal quale si può vedere che il 50 per cento dei bambini ha un comportamento di aderenza alla dieta mediterranea intermedio (al di sopra di 8 si considera un'aderenza ottimale e al di sotto di 3 un'aderenza scarsa), quindi il 50 per cento mangia discretamente. Basterebbe fare poco per portare questa grossa fetta di bambini a un'alimentazione corretta. C'è, invece, un 22 per cento di bambini che mangiano veramente male e questo è un altro gruppo che dovrebbe essere estremamente attenzionato perché vuol dire che si stanno facendo degli errori veramente importanti.
  Ora non entro nel merito di ogni singolo alimento perché non ne ho il tempo, ma la Commissione avrà a disposizione queste diapositive nel caso avesse interesse di capire che cosa accade per ogni singolo alimento che compone il pasto mediterraneo. Abbiamo analizzato la frutta, la verdura, il pesce, i legumi, le bevande zuccherine, i dolci, la frutta secca; abbiamo analizzato la frequenza ai fast food dei bambini. Vorrei però riportare la vostra attenzione su un dato di positività, laddove vediamo che il 97 per cento dei bambini italiani utilizzano l'olio extravergine di oliva nel loro pasto e il 94 per cento utilizza i cereali, intesi sostanzialmente come pasta e riso, nella loro alimentazione quotidiana. Quindi, due elementi che sono cardine della dieta mediterranea vengono molto utilizzati. Una riflessione andrebbe fatta sulla qualità di questi alimenti, perché sono talmente utilizzati con una frequenza veramente elevata che è importante avere certezza che i bambini italiani utilizzano un alimento di qualità elevata per quanto riguarda queste due categorie.
  Una riflessione va fatta anche sulla prima colazione. Negli anni passati sono stati portati avanti anche diversi progetti che hanno attenzionato la prima colazione, in quanto si era visto che i bambini obesi saltavano questo pasto, che invece è estremamente Pag. 4importante nello schema alimentare quotidiano di un bambino. Dai nostri dati abbiamo evinto che attualmente ben l'85 per cento dei bambini non salta la prima colazione, quindi questo vuol dire che gli sforzi di tutti noi hanno dato dei frutti ed è stato introdotto questo pasto nell'alimentazione quotidiana del bambino. Però a guardare la parte destra della diapositiva ci si rende conto che ancora ci sono degli errori perché più di un terzo dei bambini utilizza prodotti confezionati (biscotti, merende, eccetera) che non rappresentano l'ideale di una corretta colazione. Anche questo è dunque un aspetto su cui occorrerà lavorare.
  I luoghi in cui si assumono i pasti li abbiamo voluti attenzionare per capire chi doveva interessarsi e quando. Abbiamo visto che il pranzo viene consumato dal 57 per cento dei bambini a scuola e la restante parte lo consuma a casa; la merenda mattutina in un'altissima percentuale viene consumata a scuola, mentre la sera si mangia sostanzialmente a casa.
  Abbiamo analizzato anche l'abitudine di mangiare utilizzando TV o schermi. Questo è un aspetto rilevante, poiché sappiamo bene che assumere cibo mentre si guarda uno schermo fa sì che il cervello non possa concentrarsi e imparare in maniera adeguata né a definire una corretta relazione con il cibo né a gustare quell'alimento stesso. Ebbene, abbiamo che il 47 per cento dei bambini consuma almeno un pasto davanti ad uno schermo. Anche questo è un punto da tenere in considerazione. Abbiamo anche rilevato che, al di sotto dei 6 anni, il 35 per cento dei bambini trascorre durante la giornata più di due ore davanti agli schermi digitali.
  Per quanto riguarda l'attività fisica settimanale, altro aspetto estremamente correlato con lo sviluppo di obesità infantile, anche qui abbiamo un dato da attenzionare perché il 60 per cento dei bambini, quindi più della metà, fa attività fisica settimanale per meno di tre ore.
  Vorrei allora arrivare alle conclusioni, rispettando la brevità che mi avete chiesto. Con il nostro report abbiamo confermato che esistono ancora degli errori alimentari dello stile di vita dei bambini italiani. A questo punto diventa fondamentale l'identificazione di metodiche innovative, di approcci nuovi per cercare di intervenire in questo problema. Il nostro obiettivo sarebbe quello di una prevenzione primaria, cioè evitare l'insorgenza di obesità infantile, perché, nel momento in cui un bambino diventa obeso, è estremamente difficile riportarlo al suo peso iniziale, ma soprattutto i danni che l'obesità determina già cominciano a essere esistenti, anche se la malattia magari non si manifesta in maniera chiara. Insomma, già si mettono le basi per quelli che saranno problemi clinici che svilupperà quel bambino in età adulta, con tutto quello che significa di conseguenza sul sistema sanitario.
  È dunque molto importante cercare di evitare che l'obesità compaia in un bambino ed allora abbiamo immaginato quale potrebbe essere un approccio nuovo per cercare di arginare l'insorgenza di obesità. Ebbene, immaginate un intervento che comincia già durante la fase embrionale, quando il feto all'interno dell'utero materno assapora il gusto di alimenti che la mamma mangia durante la gravidanza, alimenti in linea con la dieta mediterranea, che vanno in qualche modo già a incanalare quelle che saranno le preferenze di gusto di quel feto che diventerà bambino proprio attraverso l'alimentazione materna. Questo è un primo momento in cui bisogna già cominciare a svolgere prevenzione, cioè quello che la mamma mangia durante la gravidanza. Successivamente il bambino assumerà il latte della mamma e anche qui l'alimentazione della nutrice è estremamente importante, perché il sapore del latte materno crea una sorta di traccia nel cervello del bambino, che comincia a essere predisposto ad assumere quegli alimenti. Tutto questo viene poi rafforzato durante l'importantissima fase dell'alimentazione complementare, cioè dell'introduzione degli alimenti solidi, perché, in base a quello che il bambino comincia a conoscere con l'introduzione dei cibi solidi, si porterà poi nella vita il gusto che si è determinato in quel momento. Si arriva poi alla fase della scuola, importantissima, perché abbiamo Pag. 5visto quanto i bambini fanno negli orari scolastici per quanto riguarda l'alimentazione, ma è molto importante che questo momento educativo scolastico rappresenti una fase di un percorso che deve essere cominciato già molto tempo prima.
  Riportare un bambino in età scolare ad abitudini corrette, vi assicuro, è estremamente difficile, mentre diventa uno strumento utilissimo laddove quel bambino deve rinforzare delle abitudini che ha acquisito già nei primissimi anni della sua vita. Tutto questo potrà probabilmente portare a degli adolescenti che mangiano in maniera corretta e di conseguenza a degli adulti che non sono obesi e che hanno anche, verosimilmente, una condizione di salute ideale.
  Arrivo alle nostre conclusioni. La prevenzione primaria – lo dicevo prima – è quello a cui noi tutti dovremmo tendere, quindi evitare la comparsa di obesità infantile. La sinergia con la scuola è fondamentale per supportare e rafforzare quello che i pediatri e, prima di loro, i ginecologi hanno insegnato alla famiglia, in maniera tale da rafforzare quello che il bambino ha già appreso. L'educazione dei genitori sull'importanza del momento del pasto, sull'importanza di non farlo consumare davanti a schermi o televisioni è fondamentale ed è indispensabile l'educazione sin da piccoli al movimento fisico.
  Vi ringrazio per la vostra attenzione. Mi auguro veramente che i dati che vi ho presentato possano essere di aiuto all'intera Commissione. Ho riportato una frase finale in cui ho inserito due parole che mi sembrano strategiche: «presto», ossia dobbiamo cominciare a ragionare sul fatto che l'obesità ha le sue radici veramente nei primissimi giorni del concepimento di un bambino; «insieme», perché ovviamente come pediatri non possiamo riuscire a sconfiggere l'obesità infantile, ma lo possiamo fare insieme a tutta l'istituzione scolastica, insieme a tutta la società e, naturalmente, alle istituzioni, che ci potranno dare una mano in questo percorso che ritengo estremamente rilevante.
  Vi ringrazio per la vostra attenzione e spero di aver rispettato i tempi che mi sono stati concessi.

  PRESIDENTE. Ringrazio la dottoressa De Franchis per questo suo intervento molto sintetico, ma molto incisivo e chiaro. Chiedo ai colleghi presenti nonché a quelli collegati in videoconferenza se intendano intervenire per porre domande o formulare osservazioni.
  Non essendovi interventi, ringrazio nuovamente la nostra ospite per la sua partecipazione all'odierna seduta. Dispongo che la documentazione presentata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.10.

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ALLEGATO

Presentazione del nuovo report nazionale di ONOI

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