Sulla pubblicità dei lavori:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SUI DISTURBI DELL'ALIMENTAZIONE IN ETÀ INFANTILE E ADOLESCENZIALE E SULLE STRATEGIE DI PREVENZIONE
Audizione dell'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza, Carla Garlatti, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione.
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3
Garlatti Carla , Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza ... 3
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 7
Madia Maria Anna (PD-IDP) ... 7
Garlatti Carla , Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza ... 8
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 9
Mennuni Lavinia ... 9
Garlatti Carla , Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza ... 9
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 10
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA
La seduta comincia alle 13.40.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
(Così rimane stabilito).
Audizione dell'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza, Carla Garlatti, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione, l'audizione dell'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza, Carla Garlatti, a cui do il benvenuto. Do la parola alla nostra ospite.
CARLA GARLATTI, Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza. Buon pomeriggio a tutti. Voglio innanzitutto ringraziare la presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescente, onorevole Brambilla, e tutti i membri di questa Commissione per aver voluto disporre l'audizione dell'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza su questo tema molto delicato e importante. Saluto i presenti e tutti coloro che sono collegati da remoto.
Intervengo come Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza, un'amministrazione indipendente dello Stato, come sapete, che affonda le sue radici nella Convenzione ONU sui diritti del fanciullo che è legge dello Stato italiano – vale sempre la pena ricordarlo – perché è stata ratificata nel 1991 e che rappresenta anche il perimetro normativo dal quale deve sempre muoversi l'Autorità Garante, cosa che farò anche in questo caso.
Voglio a questo proposito, parlando di disturbi della condotta alimentare, partire dall'articolo 24 della Convenzione ONU, l'articolo dove si legge che «gli Stati parti riconoscono il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile», dove il concetto di salute è inteso, così come declinato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, non soltanto come assenza di malattia, ma come un benessere complessivo del bambino. Questo stesso articolo si snoda poi in una serie di commi (anzi paragrafi, trattandosi di una normativa sovranazionale) dove si indicano agli Stati le priorità che devono essere seguite. In questi compiti che vengono dati agli Stati membri voglio ricordare che in ben due casi si parla proprio della nutrizione: si parla di lottare contro la malattia e la malnutrizione e di offrire informazioni sulla salute e sulla nutrizione al bambino, al minorenne e ai suoi genitori. È un articolo che, secondo le linee guida per il monitoraggio dell'attuazione della CRC in Italia, il Comitato ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ha invitato a leggere, insieme all'articolo 27, del quale mi limito a leggere il primo punto, quello che più rileva a questi fini «gli Stati parti riconoscono il diritto di ogni fanciullo ad un livello di vita sufficiente per Pag. 4consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale».
Faccio questa premessa perché i disturbi del comportamento alimentare occupano un'area di crescente problematica sotto il profilo della salute pubblica. È appena il caso di ricordare che secondo il DSM-5, cioè il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, i disturbi del comportamento alimentare rappresentano i cinque disturbi psichiatrici con maggior rischio di mortalità, e questo non soltanto perché il disturbo alimentare di per sé va ad incidere, nelle varie forme in cui si manifesta, sull'organismo, su singoli organi, compromettendone la funzionalità e quindi portando, quando cronicizzato, ad un epilogo infausto, ma perché a questi comportamenti dei ragazzi spesso si associano anche atti di autolesionismo ed azioni suicidarie che talvolta, purtroppo, hanno l'esito che i ragazzi in quel momento auspicano, ma che sicuramente è un esito infausto.
Le cause sono multifattoriali e possono essere le più varie. Secondo la dottoressa Alessandra Marcazzan dell'Istituto Minotauro, ci sono cause sociali, psicologiche, ambientali, familiari, ma sicuramente ci possono essere anche cause che derivano dall'ambiente nel quale l'adolescente o il bambino si trova. Penso all'esempio forse più facile da ricordare e anche da comunicare, quello dell'anoressia, dove per la giovane donna, per la ragazza, l'idea continuamente ripetuta di un fisico perfetto, questo ambire alla perfezione a un certo punto fa perdere completamente la percezione del proprio corpo e fa aspirare a un modello che progressivamente porterà alla cronicizzazione di questo disturbo ed a un esito, sfortunatamente, in molti casi infausto.
Ho parlato al femminile non a caso, perché l'anoressia è proprio uno di quelli disturbi della condotta alimentare che colpisce soprattutto le ragazze. In particolare, la popolazione femminile ne è colpita in un rapporto da 9 a 1, ancorché negli ultimi anni, soprattutto nel periodo pandemico, la componente maschile colpita da questo disturbo sia aumentata in maniera piuttosto rilevante. Di fatto, però, ancora abbiamo che nelle ragazze dai 12 ai 17 anni l'anoressia è la seconda causa di morte, ed è un dato che si commenta da solo. Inoltre, nel 2022 abbiamo avuto il tristissimo bilancio di 3.158 decessi in adolescenti per cause collegate a disturbi dell'alimentazione e della nutrizione.
Dicevo prima che questo è uno dei cinque disturbi psichici, psichiatrici con maggior rischio di mortalità. È definito come un disturbo psichiatrico o, comunque, che attiene all'area psichica del ragazzo o della ragazza. Vorrei far presente che l'Autorità Garante ha avuto contezza di come la pandemia abbia giocato un ruolo importante anche sotto questo punto di vista. Abbiamo effettuato, infatti, una consultazione pubblica dei ragazzi dai 16 ai 19-20 anni (i ventenni erano pochi, anche perché si tratta dell'ultimo anno della scuola superiore, in sostanza) ed è emerso che durante il periodo pandemico sono sorti squilibri nelle abitudini alimentari nel 31,7 per cento dei casi. Uno squilibrio delle abitudini alimentari che si sta protraendo anche adesso che la fase pandemica acuta è alle spalle. In questo stesso senso ci conforta il risultato dell'indagine effettuata dalla Società italiana di pediatria – nella relazione che vi farò avere sono specificate tutte le fonti dalle quali traggo i dati che sto esplicitando – che, conducendo una indagine in 9 regioni italiane, ha evidenziato come ci sia stato un aumento del 78,4 per cento dei disturbi della condotta alimentare e questo è sicuramente un dato molto grave.
Parlavo prima dell'anoressia, che porta le ragazze, o comunque gli adolescenti, anche maschi, ad avere una dispercezione del proprio corpo, a rifiutare il cibo e si possono avere delle conseguenze sicuramente, come dicevo, gravi.
Non sono questi gli unici disturbi della condotta alimentare, ma ce ne sono diversi. Cito i più famosi: la bulimia nervosa, che consiste nell'assimilare moltissimo cibo, salvo poi volersene liberare provocando il vomito e questo porta con sé anche un senso di vergogna e un conseguente isolamento di chi pratica questa attività; il binge eating, che consiste nel mangiare una quantità Pag. 5straordinaria di cibo nel più breve tempo possibile fino a perdere la cognizione del tempo e di che cosa si sta facendo, e anche in questo caso c'è un senso di colpa e di vergogna in chi lo fa.
Parlerò anche dell'obesità, ma la lascerò per ultima, perché ci sono aspetti particolari sui quali mi voglio soffermare.
Quello che, però, fin da adesso voglio sottolineare è come vi sia nel nostro Paese, e non solo, un ritardo preoccupante nella individuazione di quelli che sono i segni di queste gravi malattie, troppo spesso sottovalutate. Secondo un'indagine che è stata condotta negli Stati Uniti, in cui questa patologia l'hanno definita «silente», molti adolescenti che si presentano ai centri per potersi curare risultano aver manifestato i primi segnali nei due anni precedenti. Questo significa che sono segnali non facili da cogliere, ma non impossibili da cogliere. È bene che tra tutti gli adulti di riferimento, ma anche tra gli stessi compagni di classe ci sia una maggiore informazione che possa consentire di cogliere questi segni, ad esempio l'ossessività per le calorie, l'infagottarsi per non far vedere un dimagrimento eccessivo, la perdita del ciclo mestruale nelle ragazze. Sono tutti segni estremamente preoccupanti che, quando emergono, non devono essere sottovalutati.
L'obesità. Perché parlo da ultimo dell'obesità? Non sono solo questi i disturbi alimentari. Ce ne sono anche altri in Italia. L'Italia ha un triste primato, perché è uno dei Paesi d'Europa con il maggior numero di bambini e adolescenti obesi. In questo, come in altri disturbi della condotta alimentare, i primi segnali cominciano a manifestarsi sempre prima, intorno ai 7-9 anni. Secondo l'indagine del Ministero della Salute, già all'età di 9 anni circa il 21,3 per cento dei bambini è in sovrappeso e il 9,3 per cento è obeso, al punto che si è parlato di una nuova pandemia.
I risultati, sempre del Ministero della Salute, in 9 città d'Italia, hanno rilevato che il 23,9 per cento dei bambini è in sovrappeso e il 13,6 per cento è obeso. Ha rilevato anche un altro dato interessante: l'obesità si manifesta nei bambini in maniera più rilevante, più severa al Sud rispetto al Nord. C'è una interessantissima correlazione – che ritroviamo anche nel nostro Paese, ma che nasce da uno studio dell'Università di Sidney – tra obesità e disagio sociale e marginalità. In poche parole, l'obesità aumenta con il diminuire della condizione di benessere e del grado di istruzione dei genitori. Cosa, questa, che ci deve fare riflettere anche sull'articolo 24 che ho citato in premessa: le informazioni che devono essere date, ma devono essere recepite anche dai genitori, dagli adulti di riferimento, sul concetto di una nutrizione sana e di uno stile di vita sano.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ribadisce che l'Italia, purtroppo, è uno dei primi Paesi per obesità dei suoi bambini, abbiamo un'obesità infantile del 17 per cento e un sovrappeso del 39 per cento in una popolazione che va dai 7 ai 9 anni. Tra l'altro, l'OMS ha evidenziato anche come per questi bambini ci siano non soltanto tante calorie, ma anche molta sedentarietà, con almeno due ore al giorno fermi davanti al computer o davanti ad altri device. Se c'è stato negli ultimi anni un miglioramento su 18 dei 33 Paesi che sono stati esaminati, il miglioramento è avvenuto in quelle fasce della popolazione in cui più alto è il titolo di studio dei genitori.
Questo lo trovo un dato da non sottovalutare, perché è strettamente collegato con il livello culturale in senso ampio. Non solo, però, mi si consenta questa osservazione. C'è anche una cultura dell'alimentazione e della nutrizione, cui a mio avviso dovrebbe essere affiancata anche una politica di agevolazione a una alimentazione sana.
Mi spiego meglio. Se è giusto educare i genitori, tutti gli adulti, ad abituare i ragazzi, i bambini in particolare, a stare lontani dal cibo spazzatura, sarebbe opportuno anche affiancare una politica – lo dico in parole molto povere – di calmierazione dei prezzi dei cibi sani, frutta e verdura, che avendo, soprattutto in questi ultimi tempi, raggiunto prezzi molto alti, probabilmente risultano di difficile accesso per un grande numero di famiglie.Pag. 6
Parlavo prima dell'importanza di cogliere i segnali per tempo, di uno stile di vita che deve essere anche uno stile di vita sano, e l'esempio non può che provenire dagli adulti che ci circondano. Che cosa abbiamo fatto? Quali sono le proposte e le iniziative di AGIA? Innanzitutto, devo dire che il problema dei disturbi alimentari è avvertito dai ragazzi in maniera maggiore di quanto io stessa avessi pensato. Forse ricorderete che, se non sbaglio all'inizio dell'anno, fu data la notizia - non so se vera o no, perché l'ho letta solo sui giornali - che sarebbero stati tagliati i fondi di sostegno per i centri sui disturbi alimentari, cosa che poi non solo non è avvenuta, ma il Ministro ha assicurato che questi fondi sarebbero stati strutturali. Pensate che un ragazzo della Consulta - quell'organismo istituito presso l'Autorità Garante, formato da un gruppo di ragazzi dai 13 ai 17 anni, da questa primavera affiancata dal Consiglio nazionale dei ragazzi e delle ragazze, rappresentativo di tutta Italia, all'epoca c'era solo la Consulta - ha scritto segnalando con preoccupazione questo taglio, dicendo che la sua compagna di banco si stava palesemente avviando verso l'anoressia e che un taglio di questo genere sarebbe stato deleterio.
Questo per dire quanto è importante e questo ha dato anche l'occasione per approfondire la tematica, in vista anche della «Giornata del fiocchetto lilla». L'approfondimento della tematica avviene con le modalità che siamo soliti adottare. È stata chiamata la professoressa Valeria Zanna, responsabile dell'unità operativa dei disturbi alimentari presso l'Ospedale pediatrico Bambin Gesù, che è un punto di riferimento, che ha a lungo parlato con loro, spiegando e rispondendo alle loro domande. Hanno esaminato insieme le linee guida nazionali su questo argomento. I ragazzi sono stati, poi, portati a vedere un film che si intitola Fino all'osso, che riguarda esattamente questa tematica. Sono stati, poi, invitati a creare uno slogan per i social proprio in occasione della Giornata del fiocchetto lilla.
I ragazzi si sono messi molto in discussione, innanzitutto per l'uso delle parole, avendo perfettamente coscienza di quanto sia importante usare determinate parole piuttosto che altre. Parliamoci chiaro: spesso chi è vittima di queste malattie, perché tali sono, diventa oggetto di bullismo o di una stigmatizzazione non positiva. Quindi, l'uso delle parole è estremamente importante. Poi si sono chiesti: ci rivolgiamo ai genitori o ai ragazzi? Hanno deciso di rivolgersi ai ragazzi, evitando di usare, ad esempio, sempre la parola «peso», per il motivo che ho detto prima.
Alla fine, lo slogan che hanno voluto creare è «non è un numero sulla bilancia a definirti, ascolta le tue emozioni». Il messaggio, esplicitato in alcune righe sotto, è quello di ricordare che non è il corpo, né il tuo peso che ti definisce, ma che devi dare ascolto, ascoltarti e sentire le emozioni, i messaggi e il malessere che eventualmente vuoi trasmettere attraverso questo tuo comportamento. È bella l'immagine che hanno voluto scegliere, quella di una ragazza che si abbraccia, messa in una posizione che per la registrazione non riesco a fare. Comunque, una ragazza che abbraccia sé stessa. Il significato è che il corpo appartiene a te ed è un qualcosa che tu devi amare, non devi mortificare.
Si sono poi dati da fare con degli hashtag, eccetera, per cercare di diffondere il più possibile il messaggio, questa volta sì rivolto agli adulti, a non sottovalutare mai quelli che sono i segnali di questo malessere.
Un'attenzione a questa problematica, come Autorità Garante, l'abbiamo voluta dare anche nella redazione del vademecum dei diritti dei minorenni nello sport, vademecum che è stato realizzato insieme alla Scuola dello sport di Sport e Salute, dove un capitolo è stato dedicato proprio ai disturbi alimentari, all'inquadramento di che cos'è il fenomeno, un suggerimento di che cosa si deve fare e qualche riferimento normativo. Attenzione: gli allenatori sportivi sono forse tra i primissimi ad accorgersi se qualcosa non va, quando vedono un corpo che dimagrisce troppo o un corpo che diventa troppo grande, che ingrassa troppo.Pag. 7
Teniamo presente, a proposito dell'obesità – faccio un passo indietro – che il bambino che diventa sempre più grasso sicuramente vuole - questo l'hanno detto gli psicologi, non io - lanciare un messaggio, vuole dire: guardami, vedi quanto spazio occupo? Faccio in modo che tu mi veda perché, in realtà, ho un disagio di cui voglio renderti partecipe. A questo proposito, vorrei ricordare che il bambino obeso o in sovrappeso – ma questo riguarda anche l'adolescente anoressico – può diventare vittima di bullismo, quindi aggiungere disagio al disagio.
A questo proposito, devo dire che l'Autorità Garante ha invitato l'amministrazione attiva, Parlamento e Governo, a estendere quella norma, che attualmente è prevista nei casi di bullismo e cyberbullismo, che riguarda la possibilità per il quattordicenne vittima di cyberbullismo di chiedere autonomamente la rimozione delle proprie immagini dai social, a tutti i ragazzi che hanno compiuto 14 anni, non limitatamente a questa fattispecie. Questo perché? Prendiamo l'esempio che vi ho appena detto. Il ragazzo, il bambino grasso, obeso che, arrivato a 15 anni, ha superato il problema, non avrà certo piacere di vedere quelle foto in cui era bello tondo, che i suoi genitori hanno incautamente pubblicato e che, una volta pubblicate sui social, resteranno per sempre.
Un'altra attenzione che noi, come Autorità Garante, abbiamo rivolto all'amministrazione attiva riguarda l'accesso a determinati siti. Credo fermamente che nell'attenzione che deve essere posta al divieto di accedere a determinati siti, se non una volta raggiunta una determinata età. Qui c'è tutto il problema dell'age verification, ma questo è un altro capitolo. Ci si concentra molto, attualmente, sui siti pornografici, però – attenzione – ci sono tanti altri siti dannosi per i ragazzi: quelli che istigano all'odio, istigano all'uso delle armi. Tra questi ci sono anche quelli che istigano, ad esempio, all'anoressia, challenge che riguardano proprio il diventare sempre più magri.
Facciamo attenzione. Non sono pericolosi per i minori soltanto i siti pornografici. Ce ne sono tanti altri altrettanto pericolosi, che possono provocare altrettanto danno.
Concludo dicendo che queste sono le idee che l'Autorità Garante porta avanti già da tempo, proprio perché ha avuto contezza di quanto il problema dei disturbi alimentari colpisca e interessi i ragazzi. I bambini ne sono vittime da un'età che diventa sempre più bassa, purtroppo. È fondamentale il fattore tempo. Non è facile – lo ribadisco – percepire, vedere certi segnali, ma non è impossibile. È necessario che ci sia, però, anche per gli adulti un aiuto a capirli, perché da soli non sempre ci si arriva. Bisogna avere la consapevolezza di potersi fare aiutare al primo sospetto. Prima si affrontano questi problemi, prima potranno vedere una soluzione e non avere la cronicizzazione dalla quale, soprattutto per certi tipi di disturbi del comportamento alimentare, è molto difficile uscire.
Attualmente sono pendenti sette disegni di legge in Parlamento, ce ne sono quattro al Senato e tre alla Camera. Alcuni di questi introducono il reato di istigazione all'anoressia e alla bulimia. Per carità, sicuramente chi istiga merita una punizione, però, dal punto di vista dell'Autorità Garante, è molto meglio evitare che qualcuno cada nell'anoressia e nella bulimia. Ribadisco, quindi, la necessità che ci sia da parte di tutte le istituzioni, ognuna nel suo settore, la voglia di lavorare insieme per poter sconfiggere questa tendenza. Voglio ricordare ancora una volta che anche un aiuto alle famiglie in un più facile accesso a cibi sani potrebbe andare in questa direzione. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie infinite. Passiamo agli interventi da parte dei nostri commissari su questo tema importante, a seguito della relazione che l'Autorità Garante ha appena esposto, che sarà comunque messa agli atti e che credo abbia puntualmente toccato tutti i punti di nostro interesse.
MARIA ANNA MADIA. Presidente, la ringrazio molto per questo intervento così puntuale. Ogni qual volta l'ho ascoltata lei ha sempre la capacità, su temi molto difficili,Pag. 8 di restituire a chi la ascolta una concretezza di ciò che si può fare. A volte sembrano dei problemi così grandi che rischiano di paralizzarci tutti. Invece, possiamo sempre, ognuno per la responsabilità che ha, dare un contributo.
Lei ha citato – mi perdonerà se sarò veloce, ma è già stata convocata l'Aula, quindi vorrei arrivare proprio alla domanda – il tema di un utilizzo prematuro e sregolato dei social e di internet. Ha citato anche il tema della verifica dell'età. Ci sono, è vero, diverse proposte di legge. Quello che miracolosamente è riuscita a fare la politica su questo specifico tema è stato il fatto di avere oggi, già calendarizzata in Senato, una proposta che prevede l'obbligo di verifica dell'età, firmata da tutti i gruppi politici di maggioranza e di opposizione. L'unico gruppo che non l'ha firmata è il Movimento 5 Stelle, ma ne ha una di fatto che ricalca più o meno gli stessi contenuti. Lo dico perché l'Autorità è indipendente, giustamente. Non so se rispetta una volontà politica unanime su un tema così importante. Viste le ricadute che lei ha detto di avere probabilmente non come causalità sui disturbi alimentari, ma come correlazione sì, quello che a me colpisce sulla mancata verifica dell'età è anche il non rispetto del Regolamento europeo Digital Services Act, che imporrebbe ai minori di 18 anni di non essere profilati nei consumi.
Credo di aver capito, da diversi specialisti che mi hanno testimoniato questo, che spesso l'algoritmo e dunque la profilazione della persona che è un minore, che non potrebbe essere profilata, riconoscendoti come una ragazza o un ragazzo con disturbi alimentari, ti porta su determinati social, su determinati siti. Dunque, sono assolutamente d'accordo con lei. È inutile focalizzarci solo sui siti pornografici, non ha senso. L'algoritmo ti porta in realtà virtuali che ti allontanano dalla guarigione della patologia di disturbo alimentare che tu hai.
Quello che io volevo chiederle è se lei pensa che l'Autorità possa, con gli strumenti di moral suasion a sua disposizione, anche pubblicamente, spingere il Governo e il Parlamento – ripeto, non è una proposta di una parte – a fare in fretta sul tema della verifica della età. Sarebbe bello se in questa legislatura l'Italia potesse approvare questa legge. Grazie.
CARLA GARLATTI, Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza. Grazie, onorevole. Se lei segue l'attività dell'Autorità Garante, sa che fin dall'inizio del mio mandato, quindi quando ho iniziato questo mio ruolo, abbiamo molto insistito, anche all'esito di un tavolo che era stato costituito presso il Ministero della Giustizia, a parlare di necessità della verifica dell'età, affidandola ad un organismo terzo che possa effettivamente evitare che si aggiri l'ostacolo.
La verifica dell'età è importante. L'Autorità Garante, quando si discuteva del regolamento sulla protezione dei dati personali, aveva suggerito i 16 anni come età per accedere ai social, ma non è stata ascoltata. Al di là di questo, il problema è proprio quello di come i ragazzi siano abilissimi nell'aggirare la verifica dell'età.
Io ho ben presente il vostro disegno di legge, e dico «vostro» perché effettivamente è stato firmato da tutto l'arco costituzionale, tranne da un partito politico che, però, ha presentato un disegno di legge che non si discosta tantissimo. Lei mi chiede se riuscirò a convincere, a fare un'opera di moral suasion. Mi limiterei a dire che ogni volta che noi facciamo una attività – e ne facciamo tante, di consultazioni ne facciamo molte, e l'ultima che ho citato ha tantissimi dati molto interessanti, ho citato solo questa perché era pertinente a questo, ma ne abbiamo appena conclusa una su disabili e inclusione, il futuro che vorrei, la scuola che vorrei – siamo molto attenti all'ascolto dei ragazzi e alle loro raccomandazioni, non soltanto i ragazzi della nostra Consulta, ma adesso anche quelli del Consiglio nazionale, che sono 50 e provengono da tutta Italia. Ogni volta queste raccomandazioni vengono trasmesse al Presidente del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato, all'amministrazione attiva. L'Autorità Garante non ha poteri di amministrazione attiva, ha poteri di consultazione.
Sarebbe importante che questi poteri di consultazione venissero anche ratificati nelle Pag. 9leggi, cioè diventassero legge, l'obbligo di consultazione venisse messo per iscritto. Per l'AGCOM ci sarebbe un obbligo di coinvolgimento dell'Autorità Garante nelle campagne pubblicitarie. È chiaro che per noi fare un'attività di campagna pubblicitaria, di sollecitazione e di sensibilizzazione è esattamente nelle nostre corde.
Lo stiamo facendo e cerchiamo di farlo sempre di più. È una attività che intensificheremo, ma è necessario trovare anche dall'altra parte chi ci ascolta.
PRESIDENTE. È assolutamente così.
LAVINIA MENNUNI. Signor presidente, mi dispiace di non essere riuscita a venire di persona, ma queste sono giornate particolari perché abbiamo anche le audizioni in Commissione Bilancio, di cui sono membro. È un periodo abbastanza intenso. Ringrazio moltissimo la Garante per la relazione svolta.
Condivido quanto è stato detto prima sul fatto che vi sia comunque un rilievo enorme su tutti quelli che possono essere i problemi in cui incorrono, ahimè, oggi i nostri ragazzi, i nostri adolescenti.
Ringrazio ancora la Presidente Brambilla per questa importante indagine conoscitiva. So che a breve partirà anche quella sui social media, che hanno oggi una larga influenza su molti dei problemi dei ragazzi. Ieri c'è stato il caso – è uscito oggi sui giornali – di una ragazzina dodicenne che ha accoltellato un compagno di classe. Ho apprezzato molto le parole del Ministro Valditara in tal senso, che non solo, come sappiamo, ha vietato l'uso dei cellulari durante le ore scolastiche, ma ha chiarito che, a suo modo di vedere, ci sarebbe effettivamente l'esigenza di prevedere un limite, una tutela del minore nella dimensione digitale, che è proprio l'obiettivo perseguito da questo disegno di legge che è stato presentato, come prima firmataria, dall'onorevole Madia alla Camera e da me al Senato e sottoscritto da moltissimi parlamentari. Sappiamo che ci sono dei temi tecnici che debbono essere risolti in merito all'age verification. Sappiamo che le stesse aziende che operano in tale ambito stanno svolgendo dei grandi sforzi per implementare il parental control, ma purtroppo ci rendiamo anche conto che non sono sufficienti, nel senso che sono molto importanti, ma spesso abbiamo famiglie o dei nuclei familiari che non sono nella condizione di proteggere veramente il bambino. Ahimè, internet non è stato studiato a misura di bambino e a misura di minore, quindi è chiaro che sia assolutamente fondamentale che in qualche modo anche il legislatore cerchi di mettere in protezione il minore.
Voglio fare un'ultima metafora, se il presidente me lo consente, e poi chiudo, che è stata fatta in uno dei tavoli nei quali ci siamo riuniti su questo tema del Digital Services Act, della tutela dei minori. È proprio l'esempio dell'autoveicolo. Quando è stata inventata l'automobile non vi erano regolamentazioni, si poteva andare ad una notevole velocità con la stessa. Solo successivamente ci si è resi conto di quanto potesse procurare dei pericoli con i primi incidenti e quindi sono state attivate una serie di regolamentazioni. Questo non vuol dire impedire di usare l'autoveicolo. Come sappiamo, nella storia vi è stato uno sviluppo straordinario di tutto quello che era l'automotive, così come noi siamo certi e felici che ci sia il massimo sviluppo dei social media e della dimensione digitale.
Questa evoluzione, però, non deve corrispondere ad una involuzione della educazione e della formazione delle generazioni del domani sulle quali noi – a livello italiano e noi ancor di più come membri di questa autorevole Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza – siamo in qualche modo responsabili. Grazie e buon lavoro a tutti.
CARLA GARLATTI, Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza. Grazie, senatrice. Vorrei aggiungere soltanto due osservazioni, una si ricollega anche a quello che ha detto l'onorevole Madia. Noi ci troviamo di fronte ad un fenomeno che non è soltanto italiano e di questo dobbiamo tener conto. Possiamo fare tante regole, però dobbiamo anche fare i conti con le regole che fanno gli altri provider, eccetera. Questo è un primo punto.Pag. 10
In secondo luogo, credo che noi ci troviamo di fronte, per quello che è stato appena detto dalla senatrice Mennuni, ad una situazione in cui c'è una parte dei nostri ragazzi che sono già cresciuti senza regole, mentre altri devono ancora arrivare.
Le regole che verranno create adesso e che giustamente devono essere regole che consentono un miglior uso, non che vietano, perché vietare sarebbe antistorico, ma sarebbe anche sbagliato, potranno valere per i nuovi, ma chi già questa vita l'ha percorsa, chi già ha percorso tanti anni della sua adolescenza nella foresta, senza nessuna regola, lì il lavoro è più complicato. La regola sarà con più difficoltà assimilata e più grande, più intensa, più severa dovrà essere l'opera educativa per i ragazzi, ma anche per gli adulti.
Continuo ad insistere nel dire che gli adolescenti non vengono fuori dal nulla, ma vivono in famiglie, frequentano la scuola, i centri sportivi, gli oratori, i centri aggregativi, e lì si ritrovano con degli adulti di riferimento che non possono non essere i primi ad essere educati a dare ai ragazzi quelle regole senza le quali loro in questo momento sono cresciuti.
Ci troviamo in un momento di passaggio. C'è chi ormai ha già 15-16 anni ed è cresciuto senza regole. I bambini che nasceranno adesso avranno – penso, spero – delle regole, però in questo momento è ai primi che dobbiamo prestare attenzione perché sono loro che si trovano in questa fase di limbo.
PRESIDENTE. È sicuramente una riflessione importante. Ringrazio la dottoressa Garlatti per il suo intervento e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14.20.