Sulla pubblicità dei lavori:
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SUI DISTURBI DELL'ALIMENTAZIONE IN ETÀ INFANTILE E ADOLESCENZIALE E SULLE STRATEGIE DI PREVENZIONE
Audizione, in videoconferenza, di Mauro Serafini, professore ordinario di Scienze tecniche e dietetiche applicate presso l'Università degli studi di Teramo, di Heinz Beck, Chef, dottore in Bioenergie naturali e direttore scientifico del Campus universitario «Principe di Napoli», e di Marco Menichelli, esperto di
IA
e di
App
bio-mediche, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione.
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 3
Beck Heinz , chef, dottore in Bioenergie naturali e direttore scientifico del Campus universitario «Principe di Napoli» ... 3
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 4
Malpezzi Simona Flavia ... 4
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 4
Beck Heinz , chef, dottore in Bioenergie naturali e direttore scientifico del Campus universitario «Principe di Napoli» ... 4
Marchetto Aliprandi Marina (FDI) ... 4
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 5
Serafini Mauro , professore ordinario di Scienze tecniche e dietetiche applicate presso l'Università degli studi di Teramo ... 5
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 8
Malpezzi Simona Flavia ... 9
Serafini Mauro , professore ordinario di Scienze tecniche e dietetiche applicate presso l'Università degli studi di Teramo ... 9
Marchetto Aliprandi Marina (FDI) ... 9
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 9
Menichelli Marco , esperto di IA e di App bio-mediche ... 10
D'Orso Valentina (M5S) ... 10
Menichelli Marco , esperto di IA e di App bio-mediche ... 10
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 12
D'Orso Valentina (M5S) ... 12
Menichelli Marco , esperto di IA e di App bio-mediche ... 12
D'Orso Valentina (M5S) ... 12
Menichelli Marco , esperto di IA e di App bio-mediche ... 12
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 12
Allegato 1: Memoria depositata dal Prof. Mauro Serafini ... 13
Allegato 2: Memoria depositata da Heinz Beck ... 24
Allegato 3: Memoria depositata da Marco Menichelli ... 31
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
GLORIA SACCANI JOTTI
La seduta comincia alle 14.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
(Così rimane stabilito)
Audizione, in videoconferenza, di Mauro Serafini, professore ordinario di Scienze tecniche e dietetiche applicate presso l'Università degli studi di Teramo, di Heinz Beck, Chef, dottore in Bioenergie naturali e direttore scientifico del Campus universitario «Principe di Napoli», e di Marco Menichelli, esperto di IA e di App bio-mediche, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione, di Mauro Serafini, professore ordinario di Scienze tecniche e dietetiche applicate presso l'Università degli studi di Teramo, di Heinz Beck, chef, dottore in Bioenergie naturali e direttore scientifico del Campus universitario Principe di Napoli e, in presenza, di Marco Menichelli, esperto di intelligenza artificiale e di App bio-mediche.
A nome di tutti i commissari do il benvenuto ai nostri ospiti, che ringrazio per la disponibilità ad intervenire all'odierna seduta, e do quindi la parola ad Heinz Beck, collegato in videoconferenza.
HEINZ BECK, chef, dottore in Bioenergie naturali e direttore scientifico del Campus universitario «Principe di Napoli». Buongiorno a tutti. È per me un grande piacere partecipare a questa audizione. Sarò breve e incisivo.
Le scelte alimentari hanno un impatto sulla nostra salute e allo stesso modo condizionano la qualità dell'ambiente che ci circonda. Dobbiamo quindi, già in tenera età, stare attenti a cosa e come mangiare per mettere la base per una vita in salute.
Nei primi anni della vita si determina la quantità, la qualità e la dimensione delle cellule, perciò un bambino in sovrappeso in età adulta ha maggior rischio di sviluppare malattie legate all'obesità. Una corretta alimentazione, quindi, è il primo passo di prevenzione per ridurre l'incidenza delle malattie metaboliche. Tuttavia, è altrettanto importante comprendere come gestire queste condizioni nel caso in cui si sviluppino.
La gestione di queste patologie attraverso l'alimentazione è spesso una parte cruciale del trattamento. Per esempio, nel caso dell'ipertensione arteriosa, una corretta alimentazione può aiutare a vivere meglio, ma soprattutto aiutare a diminuire o, tante volte, anche togliere l'utilizzo di medicinali.
Le malattie metaboliche richiedono cure costose e trattamenti a lungo termine. Questi costi ricadono non solo sulle persone colpite, ma anche sul sistema sanitario e sull'economia in generale. Il costo della sanità oggi è già non più sostenibile per la società e le previsioni per il futuro non Pag. 4sono rosee. Quindi, è fondamentale invertire il trend. Per poter fare delle scelte più consapevoli, l'educazione nutrizionale deve iniziare dall'età infantile e proseguire con programmi di sensibilizzazione scolastica, che insegnano ai giovani i princìpi di una dieta equilibrata e l'importanza di evitare il consumo eccessivo di cibi ad alto contenuto calorico e poveri di nutrienti.
Noi, come chef e professionisti del settore alimentare, dobbiamo promuovere quanto più possibile l'importanza non solo della qualità delle materie prime e dei loro nutrienti, ma anche della loro trasformazione e la corretta lavorazione. Un aspetto che forse viene trascurato è proprio questo: la cottura. È proprio grazie a una giusta cottura che spesso riusciamo a ottenere il massimo da un prodotto, non solo a livello gustativo, ma anche a livello nutrizionale. Penso al pomodoro, che se è cotto mostra una disponibilità di licopene tre volte maggiore rispetto al pomodoro crudo. Fondamentale, oltre al messaggio da trasmettere, è il corretto contenitore e il corretto linguaggio, che arrivi a bambini e adolescenti e li coinvolga in modo proattivo. Così quando i bambini arrivano incuriositi a casa pretendono un cambio di stili e di abitudini alimentari, per il bene non solo loro, ma di tutto il nucleo familiare.
In passato abbiamo svolto diverse attività di sensibilizzazione e tante potremo farne ancora. Abbiamo redatto, ad esempio, come potete vedere, un libro di ricette per piccoli gourmet. È stato un grande successo, molto apprezzato. È stato distribuito attraverso la Società italiana di pediatria a famiglie che avevano bambini obesi per farle studiare e far vedere loro come si può mangiare meglio.
Abbiamo fatto anche un cartoon. A questo punto magari vi faccio vedere il trailer del cartoon, perché questo cartoon sull'educazione alimentare è stato un grande successo.
Questa era un'idea che ne ha sviluppate altre simili, perché soprattutto per i più piccoli è una meravigliosa comunicazione, perché li colpisce direttamente. Abbiamo avuto, quando abbiamo fatto le prove, veramente ottimi riscontri. Però si possono fare anche altre cose, come giochi interattivi o intrattenimenti educativi.
Mi fermerei qui, perché so che la Commissione ha tempi stretti. Ringrazio del tempo che mi avete dedicato e vi auguro una buona giornata.
PRESIDENTE. Ringrazio Heinz Beck per il suo intervento e chiedo ai colleghi presenti nonché a quelli collegati in videoconferenza se intendano intervenire per porre domande o formulare osservazioni.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Grazie mille di questo intervento. Ho una domanda. Come riuscire ad aiutare le bambine e i bambini a comprendere che «sano» non significa necessariamente privarsi di qualcosa e quindi rischiare di incorrere in quelli che possono essere meccanismi altrettanto pericolosi che possono portare poi a un altro tipo di disturbi dell'alimentazione? Mi riferisco a quelli che nascono dalla sottrazione del cibo.
PRESIDENTE. Do la parola al nostro ospite per la replica.
HEINZ BECK, chef, dottore in Bioenergie naturali e direttore scientifico del Campus universitario «Principe di Napoli». È importante non solo il contenitore, ma anche il linguaggio, che deve coinvolgere i bambini e poi, ovviamente, andare nelle scuole o negli asili a sensibilizzare direttamente i bambini con dei giochi, coinvolgerli al meglio e trasmettere entusiasmo, affinché comprendano quello che è importante. Per i più piccoli il cartoon è una cosa meravigliosa perché passano molto tempo a guardare i cartoon a casa. Per i più grandi è diverso, perché il linguaggio, a mano a mano che i bambini crescono, deve cambiare. Un adolescente cerca altre comunicazioni e un contest o un serial potrebbe diventare molto interessante, oltre un insegnamento nelle scuole che spieghi in modo incisivo e bene cosa vuol dire nutrirsi in modo sano.
MARINA MARCHETTO ALIPRANDI. Signor presidente, ieri mi sono recata da Pag. 5Roma in Veneto per le elezioni amministrative e sono in viaggio, quindi purtroppo non posso essere in presenza.
Saluto e ringrazio Heinz Beck, che abbiamo già avuto modo di apprezzare in una precedente occasione a San Macuto. Trovo che non si debba parlare di privazione. La parola «dieta» per me è un modo di vita, è uno strumento che ci mette in stretta correlazione con quello che è un vivere sano, non solo da un punto di vista nutrizionale, ma anche con la consapevolezza della ritualità e della stagionalità degli alimenti. C'è anche un mio disegno di legge per coinvolgere le scuole – pensavo alla quinta elementare e alle tre classi di scuola media – per una alimentazione consapevole, con cibi stagionali, territoriali, con minori emissioni di CO2 e contro lo spreco del cibo.
Convengo con la collega Malpezzi sull'incardinare la materia, non tanto aumentando la didattica scolastica, ma penso – permettetemi, una volta c'era una sola maestra, adesso ce ne sono tre – che l'insegnante di scienze possa benissimo intervenire con una preparazione adeguata per far sì che i nostri ragazzi portino a casa le buone abitudini per le famiglie e per loro stessi. Da non sottovalutare anche l'importanza del nutrimento del feto all'interno del grembo materno e nei primi mesi e anni di vita. Ecco, mi permetto di suggerire questa attenzione anche alla primissima infanzia e non solo all'adolescenza. La prossima seduta confido di essere in presenza. Auguro una buona giornata a tutti.
PRESIDENTE. Grazie. Do ora la parola al professor Serafini collegato in videoconferenza.
MAURO SERAFINI, professore ordinario di Scienze tecniche e dietetiche applicate presso l'Università degli studi di Teramo. È un piacere essere qui. Non mi dilungo ulteriormente perché so che il tempo è prezioso. Innanzitutto grazie mille per l'invito. Oggi inizierò dando per scontata la situazione attuale, per la quale la Commissione ha deliberato un'indagine conoscitiva, ossia l'emergenza legata all'obesità infantile e adolescenziale.
Inizio con un concetto molto nuovo, che riguarda lo spreco alimentare metabolico, quindi quell'aspetto ulteriormente importante legato alla salute dell'essere umano, dove la nutrizione ha un ruolo centrale, ma legato anche alla salute del pianeta. Abbiamo sviluppato, un po' di tempo fa, questo nuovo indice, che si chiama «spreco alimentare metabolico», che caratterizza l'insostenibilità dell'obesità, intesa proprio come una condizione che aumenta i rischi per la salute dell'essere umano, ma anche, problematiche ambientali. Il concetto è estremamente semplice: se si è obesi, nella maggior parte dei casi, si ha un problema legato all'eccesso di alimentazione, di cibo e a un'alimentazione scorretta. Abbiamo quantificato il grasso in eccesso in persone in sovrappeso e obese e lo abbiamo, poi, trasformato nella quantità di chili di cibo che hanno portato a questo grasso in eccesso. Allo stesso modo, l'abbiamo espressa come impronte ecologiche, cioè la quantità di CO2, la quantità di acqua utilizzata e di ambiente, che sono proprio i marcatori che indicano l'impatto dell'alimentazione sul pianeta.
Questi sono i risultati dello studio dell'intervento. Come vedete, abbiamo nei soggetti in sovrappeso circa 60 chilogrammi di cibo associati all'eccesso, che si raddoppiano nelle persone obese. Il gruppo alimentare principalmente responsabile è legato ai prodotti di origine animale.
Abbiamo fatto una valutazione anche della quantità per la popolazione italiana di cibo. Il numero è impressionante: sono circa 2.081 milioni di chilogrammi di cibo sprecati che, se trasferiti nel mondo, utilizzando i dati della FAO, i food balance sheets, ci portano a circa 141 milioni di tonnellate di cibo sprecato nel mondo. Questo per farvi comprendere come, effettivamente, questa condizione obesigena, come dicevo all'inizio, sia un problema per la nostra salute, chiaramente per gli aspetti economici legati al sistema sanitario nazionale e anche per il pianeta.
Perché questo accade? Ci dovremmo chiedere perché i nostri bambini sono obesi, perché noi siamo obesi, perché viviamo una pandemia obesigena. Tutti noi, chi più e chi Pag. 6meno, sappiamo quali dovrebbero essere le raccomandazioni: le cinque porzioni di frutta e verdura, i cereali integrali, principalmente proteine di origine vegetale. Il fatto è che noi non lo facciamo. Questi sono gli ultimi dati prodotti dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA), nell'ultima indagine alimentare, che ci fanno vedere come per gli adulti, per esempio, noi dovremmo aumentare il consumo di frutta, vegetali e legumi, principalmente, anche di latte e pane, e diminuire il consumo di carne bianca e carne rossa.
Quando questa proiezione viene fatta per la fascia di età 10-17 anni, abbiamo più o meno lo stesso pattern. Anzi, qui abbiamo l'aggiunta del pesce, addirittura, e, chiaramente, il diminuire il consumo - come vedete - anche di biscotti e merendine. Qual è il punto? Il cibo è, chiaramente, qualcosa di più ampio. È edonistico, è piacere, è il gusto di mangiare, è partecipazione, è convivialità. Per cui, molto spesso vediamo queste raccomandazioni come delle costrizioni, come qualcuno diceva prima, magari perché non riusciamo ad assumere quelle cinque porzioni di frutta e verdura, eccetera. Il risultato finale è che la maggior parte degli italiani e delle italiane non segue queste raccomandazioni. Per questo ci sarebbe bisogno di un focus, che ho definito «nutrizione real life», cioè un approccio nutrizionale che sia un po' più conciliante e che possa dare dei suggerimenti ad hoc, non alternativi, ma complementari alle raccomandazioni, che aiutino a diminuire tutti i fattori di rischio associati a questa condizione.
Questa è un'altra evidenza. Sempre da quello studio, vediamo che l'aderenza della dieta mediterranea dei bambini è praticamente scomparsa. Solo il 5 per cento rispetta i criteri della dieta mediterranea. Nel 62 per cento dei casi siamo nella media. Nel 33 per cento è bassissima.
Uno dei momenti focali è il momento del mangiare. Come Gruppo 2003, che raccoglie tutti gli highly cited degli italiani, abbiamo pubblicato il dossier «Immunonutrizione, stili di vita e benessere», dove si spiega esattamente che cosa accade e come noi possiamo, in qualche modo, modulare questo aspetto. Lo stress che noi abbiamo dopo un pasto è legato alla tipologia di pasto, alla quantità di energia. Quello che accade, oltre all'assorbimento dei grassi, degli zuccheri, eccetera, è sempre una risposta del sistema immunitario, quindi un aumento dell'infiammazione. Questo è un processo fisiologico, che si estingue nel giro di 4-5 ore. Il problema qual è? Quando noi eccediamo nelle calorie, nella quantità di grassi saturi, trans, di zuccheri semplici, eccetera, questa condizione diventa cronica, per cui entriamo in quella condizione di infiammazione ossidativa e di aumento dei fattori di rischio metabolici (per cui lipidi e zuccheri), che ci portano a un aumentato rischio di obesità e di tutte le patologie di eccesso da cibo. È chiaro che noi, in qualche modo, dovremmo tentare di bloccare questo stress metabolico.
Vi porto un esempio legato a un nostro studio. Innanzitutto, l'importanza e la differenza dell'effetto di uno stesso pasto tra una persona normopeso e una in sovrappeso. Come vedete in verde, sotto, nel momento in cui lo stesso pasto viene dato a una persona normopeso, abbiamo l'aumento dell'infiammazione e poi, nel corso del tempo, tutto torna al baseline. Man mano che noi aumentiamo il nostro peso, quindi entriamo in una condizione obesigena, ogni volta arriviamo e partiamo da livelli più alti di infiammazione, di fattori di rischio cardiovascolari, che ad ogni pasto aumentano sempre di più, peggiorando la situazione. A sinistra, quello che vedete nel grafico è un nostro studio di un po' di tempo fa, dove abbiamo dato un pasto stressogeno a persone in sovrappeso. Un pasto di circa 1.300 calorie (patate fritte, pane, uova fritte). In questo pasto vedete l'aumento dell'infiammazione, un marcatore TNFα. Da notare che l'infiammazione parte subito: in 30 minuti è già alta e rimane alta fino a otto ore. Questo ci dice che se eccediamo nel cibo, nei due pasti o addirittura nei tre, potremmo essere in uno stato infiammatorio per circa 20 ore.
Come fare? Noi e altri gruppi di ricerca nel mondo abbiamo mostrato che - vedete la linea nera - l'associazione durante un Pag. 7pasto di alimenti di origine vegetale – parlo di legumi, parlo di frutta, parlo di verdura, anche di un pezzettino di cioccolato – possono ridurre drasticamente l'infiammazione, come potete vedere. Non solo. Riducono l'infiammazione, l'ossidazione e anche i livelli dei trigliceridi. Questo potrebbe essere già un consiglio: arrivare a mangiare magari non le cinque porzioni, ma quella porzione di frutta e verdura mangiarla durante il pasto, perché massimizzeremmo l'effetto.
Un altro esempio: la crononutrizione. Questo è un argomento affascinante, molto nuovo. Riguarda l'orologio biologico sfalsato nel nostro corpo. Il nostro metabolismo rispetta gli orari di notte e giorno, per cui la sera è più rallentato. Va in quiescenza. Si riposa e si recupera. Quello studio che vedete lì, in verde e rosso, è uno studio di una collega giapponese, dove hanno dato lo stesso pasto a persone con diabete e hanno misurato l'incremento della glicemia in due orari diversi: alle ore 18 e alle ore 21. Come vedete, le persone che hanno mangiato il pasto alle ore 18 hanno un aumento di glicemia di 147; le persone che lo hanno mangiato alle ore 21 hanno un aumento di 644, tre volte di più. Anche l'orario dei pasti è un aspetto importante su cui si può lavorare.
Faccio un altro esempio. Stiamo conducendo in Abruzzo, all'università di Teramo, uno studio sui centenari abruzzesi. La novità, pubblicata di recente, nel 2022, è legata alla cronoalimentazione. Quando sono arrivato in Abruzzo, come professore, ho scoperto questa pratica alimentare degli abruzzesi, che si chiama «sdijuno», che vuol dire «stappa digiuno». Era la colazione salata del mattino. Incuriosito, ai centenari ho chiesto se loro seguissero lo sdijuno. Il 90 per cento, anche di più, lo seguiva. Abbiamo chiesto l'orario dei pasti. I centenari mangiavano intorno alle ore 18.30. Questo vuol dire che c'era un basso stress post prandiale notturno, in linea con i ritmi circadiani. Facevano colazione intorno alle ore 06.30, quindi un basso stress post prandiale mattutino, circa 300-350 calorie. Andavano a lavorare e poi mangiavano abbondantemente intorno alle ore 12.00-12.30. Come vediamo, ci sono circa 17 ore e mezzo di restrizione calorica, dove il metabolismo e il sistema immunitario non sono stressati. Probabilmente loro, in conseguenza di questo, erano anche pronti a mangiare molto durante il pasto. È chiaro che adesso è molto difficile con i nostri stili di vita, ma anche l'aspetto della crononutrizione è uno di quei suggerimenti che si potrebbero dare proprio in un'ottica di real-life, di nutrizione reale.
L'altro aspetto riguarda la comunicazione. Stiamo portando avanti il progetto «FooDopia, Nutrire la ConoSc(i)enza». Svolgiamo seminari che riguardano gli aspetti legati alla nutrizione nell'ottica della salute dell'essere umano e del pianeta. Invitiamo esperti da tutta Italia. Scegliamo una regione e facciamo un pranzo o una cena, che diventa un momento conviviale. A maggio, in un quartiere difficile di Roma, Roma Est, al Quarticciolo, abbiamo aperto uno sportello d'ascolto nutrizionale, dove il motto è «affinché di cibo si goda e non si soffra». In un contesto non ospedaliero, accogliamo le persone, facciamo un monitoraggio alimentare, dello stile di vita, metabolico, poi diamo loro dei suggerimenti, delle raccomandazioni, e le monitoriamo nel corso del tempo. Molto spesso la gente non va dal nutrizionista, non va in ospedale perché ha paura che le venga tolto tutto, quindi perda il piacere. In un contesto non ospedaliero è molto importante avere nel territorio un monitoraggio della popolazione.
Concludo con quelle che, secondo me, dovrebbero essere tre linee di azione su nutrizione e salute, nell'ottica della prevenzione dell'obesità infantile e giovanile.
La prima: famiglie e istruzione. Le scuole. Chiaramente, oltre a una corretta informazione nutrizionale nelle scuole, potrebbero essere importanti opuscoli, fumetti, qualsiasi modalità di comunicazione per una corretta alimentazione, facendo capire l'importanza della nutrizione, del cibo per la salute dell'essere umano e del pianeta. Occorre coinvolgere le famiglie. Purtroppo è lì che si sviluppa la problematica legata al cibo e all'obesità. Coinvolgere le famiglie, quindi, con eventi sulla conoscenza del cibo, la cultura alimentare, il benessere, la Pag. 8sostenibilità, le corrette porzioni. Cose molto pratiche: corsi di cucina per le famiglie insieme ai bambini, fare laboratori di gastronomia, creare degli orti, far vedere a bambini e bambine il cibo. Magari una piccola gita al mercato, scegliere gli alimenti, cucinarli. In altre parole, fargli mettere le mani «in pasta», fargli capire l'importanza e il piacere di poter interagire con il cibo.
Monitoraggio e prevenzione. Chiaramente, a livello ospedaliero si fa molto. Però la mia idea è un'altra, ossia l'apertura di sportelli di ascolto nutrizionali, deputati e dedicati, chiaramente, organizzati e gestiti da professionisti della nutrizione, dove si possa parlare dell'aderenza alle raccomandazioni, della dieta mediterranea, in un contesto non ospedaliero, dove la gente può venire in maniera molto più facile. Monitoraggio di tutti i parametri, suggerimenti nutrizionali legati alle raccomandazioni o altri, come quelli che vi facevo vedere prima (stress post prandiale, crononutrizione), un'autovalutazione nel tempo, un follow up. Questo manca sempre. Molto spesso la gente abbandona quel regime, quei suggerimenti. Per cui occorre seguirla. Si può fare anche con delle interviste. Anche il monitoraggio della massa magra e grassa può essere fatto a distanza. Tutto questo porterebbe a una raccolta di dati epidemiologi molto utili per capire, nei vari quartieri e nelle città, le condizioni e l'effetto del trattamento.
Una parola, poi, che a me sta molto a cuore: cordialità nutrizionale. Come dicevo prima, molto spesso la gente non va dal nutrizionista, non va in ospedale per fare una valutazione perché ha paura che le venga tolto quello che le piace. Molto spesso l'approccio del nutrizionista dovrebbe essere più cordiale. Non riesci a mangiare cinque porzioni? Mangiane due, ma mangiale al momento giusto. Cercare, quindi, anche di venire incontro alla voglia di piacere gastronomico delle persone, senza, chiaramente, eccedere. Ricordiamo il motto: affinché di cibo si goda e non si soffra.
Il discorso dell'offerta alimentare è un po' più complicato. Il paniere di frutta, verdura e legumi, magari per fare in modo che anche le persone che hanno un basso reddito possano accedere tranquillamente a prodotti di alta qualità, sostenibili. Sentivo parlare della stagionalità, aspetto sul quale sono perfettamente d'accordo. Magari pensare a un «bonus spesa mediterraneo» che non sia legato solo a prodotti di origine animale (infatti l'altro grande problema è l'elevato consumo di proteine di origine animale), che compendia frutta, verdura, legumi con una stagionalità. Magari suggerimenti di frutta e verdura gratis nei ristoranti, per i minori, potrebbe essere un modo per avvicinarli al consumo di questa tipologia di alimenti.
Questo è un progetto che sta andando avanti, la tassazione sulle bevande gassate. Anche il discorso delle merendine è importante. Non ho tempo per entrare nel merito, ma lo sappiamo: il bambino inizia con la merendina subito perché non si ha il tempo di una spremuta, di una fetta biscottata, e si continua nel tempo. Il discorso delle merendine è estremamente importante.
Promuovere il movimento, altro aspetto fondamentale per la prevenzione dell'obesità. E poi, soprattutto, campagne e comunicazioni. Ci sono e vengono fatte. Però penso a un qualcosa che sia legato a una divulgazione scientifica nelle piazze, nelle sagre, dove il cibo è al centro, dove spesso e volentieri abbiamo la possibilità di entrare in contatto con tutte le fasce della popolazione. Non fare eventi ad hoc solo di salute e di prevenzione, ma farli in un contesto dove la gente va a mangiare, a godere del cibo, introducendo aspetti scientifici e comunicativi per far capire l'importanza della corretta alimentazione nella prevenzione. Agire su un bambino o una bambina, sugli adolescenti, è un modo per agire anche sulla famiglia e sull'adulto, ricordandoci sempre che il benessere - utilizzo questo disegno di Mordillo - è una questione di equilibrio.
Vi ringrazio. Resto a disposizione per ogni domanda.
PRESIDENTE. Ringrazio il professor Serafini per il suo intervento
Do la parola ai colleghi presenti, nonché a quelli collegati in videoconferenza, che Pag. 9intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Signora presidente, ringrazio il professor Serafini. Sono affascinata dalla crono-alimentazione in casa mia, non perché lo avessero mai calcolato. Sono cresciuta in una famiglia con genitori molto anziani. Sono nata tardi. Quindi, c'erano quegli orari che lei ha descritto. Chiaramente non lavoravano, erano pensionati, quindi era un contesto sociale che, con me ribelle, perché mi sentivo diversa dagli altri a dover cenare alle ore 18, consentiva quella scelta.
Per quanto indubbiamente positiva e - le ripeto - per me affascinante (ho vissuto in Germania, dove quegli orari li hanno comunque, ma nonostante quegli orari mangiano male), è impraticabile nella società di oggi. È un modello impraticabile anche per i nostri ragazzi.
Trovo molto affascinanti, però, anche le proposte che lei fa e che, magari, potrebbero essere prese come analisi da questa Commissione. La terza colonna della penultima slide ha proposte che, secondo me, dovremmo rianalizzare tutte.
Passo alla domanda. Oggi non ci sono dappertutto mense scolastiche, però, dove le mense scolastiche ci sono, nel tempo lungo, per i nostri bambini, il pasto è completo, c'è un regime alimentare completo. Non basta, quindi, neppure quello che oggi - dove si può - si propone? Questo non è un elemento di prevenzione?
MAURO SERAFINI, professore ordinario di Scienze tecniche e dietetiche applicate presso l'Università degli studi di Teramo. Grazie per la domanda. Sì, lo è, ma la invito a vedere i dati del professor Segrè, che si occupa di spreco alimentare. È chiaro che quei menù sono perfetti. È evidente. Sono assolutamente perfetti. Molto spesso, però, c'è una mole enorme di spreco in quei menù, perché i nostri ragazzi e le nostre ragazze non mangiano tutto quello che viene dato. Soprattutto, l'aspetto più carente, il cibo che viene sprecato di più è proprio la verdura. La frutta, magari, viene portata a casa, la famosa mela, ma poi non la mangiano.
Il problema, quindi, è un po' più ampio, purtroppo. A scuola, assolutamente, il menù che viene proposto è perfetto. Però, poi, ripeto, non vengono mangiati tutti gli alimenti, soprattutto quelli che, in qualche modo, sono più associati alla salute. Nel contesto della giornata, il problema persiste. Molto spesso, proprio in carenza di tempo, la mattina si fa una colazione veloce, non prestando attenzione, invece, a una colazione che potrebbe essere più semplice, che non faccia perdere molto tempo, ma più salutare. Soprattutto, nel corso della giornata magari si va a fare attività fisica, per cui si mangia il pezzo di pizza o la merendina.
Inoltre, dipende dalle abitudini che si hanno a casa. Secondo me, è un discorso legato proprio alla famiglia. Ci sono tanti progetti negli Stati Uniti, che hanno coinvolto le famiglie, che hanno ottenuto i risultati migliori.
Per questo parlavo di corsi di cucina, far integrare l'informazione nutrizionale alle famiglie con i bambini, in maniera tale da suggerire, anche a casa, dei regimi alimentari che possano essere salutari. Questo non vuol dire non portare il bambino al fast food. Ben venga. Non è certo l'una tantum che crea il problema, lasciamoglielo il piacere, però, sulla base delle frequenze e dei numeri che abbiamo nelle statistiche, la situazione è abbastanza grave.
MARINA MARCHETTO ALIPRANDI. Se posso, sottoscrivo in pieno la dottrina del professor Serafini. Ne sono entusiasta e la promuoverò. Domenica prossima sarò ad una manifestazione sportiva e gastronomica promossa dalla regione Veneto dove enuncerò, se me lo permetterà il professor Serafini, questi suoi dettami, che trovano l'essenza di una buona e sana alimentazione, di un corretto stile di vita e di una serena conduzione familiare.
Grazie, professore e grazie, presidente. Sto arrivando in piazza Colonna, ma temo di non fare in tempo a venire a Palazzo San Macuto. Grazie a tutti.
PRESIDENTE. Do infine la parola al dottor Menichelli.
Pag. 10MARCO MENICHELLI, esperto di IA e di App bio-mediche. Grazie a tutti. Iniziamo con la prima slide.
VALENTINA D'ORSO. Una domanda. Ma in Nord Europa come siamo messi?
MARCO MENICHELLI, esperto di IA e di App bio-mediche. Onorevole, mi chiede al Nord Europa come siamo messi. Le statistiche sono un po' allarmanti, perché, in sostanza, e poi vedremo le statistiche per il futuro, da vent'anni a questa parte il problema si è moltiplicato per dieci. È accaduto un po' in tutto il mondo. L'Italia ha chiaramente una percentuale abbastanza alta.
Il mio intervento verterà su sistemi avanzati di diagnostica per la prevenzione, l'informazione e il supporto alle famiglie dei bambini che sono affetti da disturbi alimentari, e vi dirò anche perché parlo di famiglie e non dei bambini stessi. Questa è una frase che pronunciai durante una mia conferenza TED (Technology Entertainment Design). Tenni un nel 2017 a Roma in cui dissi che l'intelligenza artificiale avrebbe donato tempo all'uomo. Il tempo è identificato come una risorsa, forse la più importante che abbiamo, perché non si può comprare, ma si può spendere nella maniera più proficua possibile.
Quella fu una delle priorità che diedi da ricercatore e da imprenditore nell'ambito dello sviluppo di sistemi avanzati di intelligenza artificiale. Parlai anche di medicina, che poi è l'ambito nel quale, insieme alla difesa, ci siamo specializzati.
Una delle priorità fondamentali per il nostro Paese è il contrasto a un'alimentazione scorretta, un'alimentazione frenetica, un'alimentazione che fa largo uso di cibi processati, di zuccheri che potrebbero causare un danno non solo alle persone, ma anche al sistema Paese.
Riporto qui alcune statistiche. Nel 2022, 37 milioni di bambini sotto i cinque anni erano in condizione di sovrappeso, il 5,6 per cento del totale. In Europa siamo su una percentuale dell'8,3 per cento, ma l'Italia, che è al quarto posto nell'Unione europea, paese tra i più colpiti, ha una media del 40 per cento dei bambini affetti da disturbi alimentari.
Questo perché, come dicevamo prima, a parte che la popolazione mondiale, ed europea in particolare, si è impoverita e quindi – anche il professor Serafini ne parlava – il budget per una alimentazione sana è iniziato a decrescere, e soprattutto, vista la mancanza di tempo, l'incremento del consumo di cibi processati e zuccheri ha fatto sì che questo trend sia aumentato, come vedremo nella prossima slide, addirittura di dieci volte dal 1975 al 2016. Questo perché è diminuito il tempo a nostra disposizione, la popolazione mondiale si è impoverita e quindi, dato che i cibi processati costano molto meno dei cibi freschi, si utilizzano quelli.
Negli Stati Uniti addirittura un chilo di mele costa più di un chilo di carne. Negli Stati Uniti ci sono altri problemi, tra cui il food desert, ovvero zone negli Stati Uniti nelle quali non hanno proprio cibo fresco, ma hanno molto scatolame. Infatti, gli Stati Uniti sono uno dei Paesi più colpiti sia dal diabete che dall'obesità, nel mondo.
Ci preoccupano i tassi di crescita del fenomeno. Che cosa si sta facendo in Italia? Il Fondo nazionale per il contrasto ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione ha messo a disposizione risorse pari a 25 milioni di euro per il contrasto al fenomeno, incrementate di 10 milioni nel 2024.
Questo vuol dire che il Governo è sensibile a queste tematiche e la Commissione oggi lo conferma e lo sottoscrive. Ci sono alcuni progetti interessanti, in Italia, proprio per il contrasto ai disturbi della nutrizione, tra cui quello dell'Emilia-Romagna che ho citato in questa slide. Ce ne sono altri, che non ho citato per questioni di spazio e di tempo, ma posso garantire che il problema inizia ad assumere una connotazione nazionale, visto anche l'impatto sulle strutture sanitarie e anche sulla salute dei ragazzi e dei bambini.
Io mi occupo principalmente di tecnologia. Sono anche investitore e amministratore delegato di una società che produce integratori alimentari e che tratta nutraceutica. Sono, tra l'altro, uno sportivo cronico,Pag. 11 faccio sport da tanti anni e il fatto di trovarmi poi a trattare di intelligenza artificiale applicata alla medicina non è un caso. Ci sono arrivato anche perché sono nel campo oramai da diversi anni. Ho iniziato nel 2012 a parlare di intelligenza artificiale applicata agli ambiti della sanità, sia pubblica che privata, ed effettivamente c'è stato, soprattutto nell'ultimo anno, un tasso di crescita importante dell'applicazione di nuovi algoritmi di intelligenza artificiale, soprattutto quella generativa, ma anche quella predittiva che già si faceva prima della generativa, nel campo della sanità.
Cito alcuni esempi riportati in questa slide: la diagnosi, i modelli predittivi personalizzati, la diagnostica per immagini, la ricerca farmacologica ed epidemiologica. Quest'ultima è interessante, perché anche nel 2020, quando c'è stata la pandemia, è stato utilizzato un motore di intelligenza artificiale per ricercare delle molecole che potevano essere utili per il contrasto al virus COVID-19.
La medicina di precisione, la robotica oggi viene utilizzata anche nelle sale operatorie. Sono state sperimentate operazioni a distanza, con l'aiuto poi dell'intelligenza artificiale, sulla nutrizione, che è il campo che ci interessa oggi.
Le intelligenze artificiali conversazionali, quindi, in questo caso potrebbero rappresentare un ottimo strumento per il contrasto al fenomeno dell'obesità o dei disturbi alimentari nell'età giovanile.
Nel corso degli anni, oltre ad applicare l'intelligenza artificiale a una analisi del dato diagnostico, statistico o alla genomica, abbiamo fatto anche esperimenti di questo tipo, nel 2022, insieme al professor Camillo Ricordi, abbiamo creato questo avatar, che vedete qui.
Abbiamo creato questa clinica che poteva essere utilizzata e interpellata dai pazienti del professore. Questo era un prototipo, ma molto interessante e molto funzionale, che aveva delle caratteristiche interessanti, che stiamo adesso applicando al campo nutrizionale in generale.
Perché parliamo di disturbi alimentari nella popolazione giovane? Perché il target di questo sistema – che è un sistema di intelligenza artificiale che può analizzare dei sistemi Internet of Things (IoT), cioè dispositivi indossabili in dotazione al bambino, che può dare risposte in tempo reale, che può diagnosticare in tempo reale delle anomalie e che può dare dei consigli nutrizionali e personalizzati ai genitori – non è il bambino, ma è la famiglia. Sono i genitori o chi si occupa del bambino a fare la spesa, a riempire gli scaffali di dolci o di cibi processati o comunque a cucinare. Se il bambino viene informato sull'importanza di assumere uno stile di vita sano e di mangiare in un certo modo, ma poi i genitori ignorano questi consigli, probabilmente non servirà assolutamente a nulla.
È molto importante partire dalla famiglia, quindi informare le famiglie e le persone che si occupano di questi ragazzi, in modo che possano mettere nel carrello e quindi nello scaffale solo cibi sani, ma anche snack salutari. Esistono, infatti, snack o pasti veloci che i bambini possono mangiare.
Questo sistema è stato pensato per adattarsi in maniera autonoma, ecco perché parliamo di intelligenza artificiale, perché è un sistema che può informare le famiglie, può adattarsi ai gusti oppure al giorno che c'è la comunione, quindi va cambiata la dieta oppure i macronutrienti o i micronutrienti, e può anche fornire dei consigli sullo stile di vita, quindi sul tipo di sport che può fare il ragazzo o la ragazza e sull'integrazione dei micronutrienti.
Il professor Serafini prima diceva che non abbiamo più tempo, che non vogliamo mangiare frutta o verdura. Se non vogliamo mangiare frutta e verdura, dobbiamo integrare i micronutrienti, altrimenti la mancanza cronica di micronutrienti può portare a malattie importanti e anche gravi.
È importante a questo punto invogliare ovviamente le famiglie a comprare frutta e verdura, ma se il bambino proprio non riesce a mangiare questi cibi o non vuole, integrare almeno i micronutrienti dei quali ha bisogno.
Prima ho parlato del fatto che l'obesità e i disturbi alimentari possono avere una Pag. 12connotazione nazionale e quindi anche politica. Questo perché l'utilizzo massiccio, la consumazione massiccia di zuccheri e di cibi processati può portare ad ansia, depressione e declino cognitivo. In questo caso le statistiche evidenziano che parliamo del 40 per cento della popolazione giovane. Dato che i bambini di oggi saranno la classe dirigente del futuro, potremmo avere il 40 per cento della nostra classe dirigente futura affetta da ansia, depressione e declino cognitivo.
Spero di aver fornito una chiave di lettura diversa anche dell'utilizzo di queste tecnologie in questo ambito. Vi ringrazio.
PRESIDENTE. La ringrazio, dottor Menichelli, per il suo intervento.
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
VALENTINA D'ORSO. Ringrazio tutti gli auditi che sono intervenuti.
Volevo sapere, se è possibile, che tipo di parametri di base rileva questo sistema, che tipo di feedback dà, con più dettaglio.
MARCO MENICHELLI, esperto di IA e di App bio-mediche. C'è la possibilità di misurare la temperatura, il battito cardiaco, la pressione arteriosa tramite questi sensori. Dato che il diabete giovanile sta aumentando, oramai tanti ragazzi, tanti bambini hanno anche il misuratore di glicemia. Si possono integrare anche questi tipi di dispositivi. Incrociando questi dati si può arrivare anche a calcolare altri parametri.
Con l'Università Tor Vergata stiamo lavorando proprio a questi algoritmi per un altro progetto, molto simile a questo. In quel caso si tratta di militari. Incrociamo i dati che possiamo ottenere dai sensori che si trovano sul mercato per ricavarne degli altri.
VALENTINA D'ORSO. Mi sollecita un'altra domanda. È qualcosa che può essere presentato al bambino in modo assolutamente sereno? L'obiettivo è che il bambino a cui si applicano questi sensori non si senta in qualche modo monitorato o attenzionato in modo particolare rispetto ad una «normalità», passatemi il termine. Giusto per capire come può essere sia presentato che recepito da chi poi deve sottoporsi eventualmente a questa valutazione.
MARCO MENICHELLI, esperto di IA e di App bio-mediche. Questa è un'ottima domanda. È proprio per questo che non ho parlato di bambini, ma di famiglie. Il bambino non deve percepire un problema legato al cibo, perché poi da un problema si potrebbe arrivare a un altro. Esistono dispositivi indossabili che fungono anche da smartwatch. Si possono assolutamente utilizzare quelli. Invece, per i ragazzi che hanno il misuratore di glicemia, purtroppo no. Gli smartwatch oppure i fitbit – ce ne sono tanti oramai che misurano questi parametri – vanno benissimo e sono funzionali anche all'attività ludica che i ragazzi oramai fanno con questi dispositivi.
PRESIDENTE. Nel ringraziare i nostri ospiti per la loro partecipazione all'odierna seduta, dichiaro conclusa l'audizione. Dispongo che la documentazione presentata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna.
La seduta termina alle 15.
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