Sulla pubblicità dei lavori:
Bagnai Alberto , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SUGLI INVESTIMENTI FINANZIARI E SULLA COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DEGLI ENTI PREVIDENZIALI E DEI FONDI PENSIONE ANCHE IN RELAZIONE ALLO SVILUPPO DEL MERCATO FINANZIARIO E AL CONTRIBUTO FORNITO ALLA CRESCITA DELL'ECONOMIA REALE
Audizione del presidente e di altri rappresentanti dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica (ENPAPI).
Bagnai Alberto , Presidente ... 3
Baldini Luigi , presidente ENPAPI ... 4
Bagnai Alberto , Presidente ... 4
Baldini Luigi , presidente ENPAPI ... 4
Bagnai Alberto , Presidente ... 10
Musi Mauro , direttore Area Finanza ENPAPI ... 10
Bagnai Alberto , Presidente ... 17
Dondi Daniela (FDI) ... 17
Bagnai Alberto , Presidente ... 18
Dondi Daniela (FDI) ... 18
Bagnai Alberto , Presidente ... 18
Baldini Luigi , presidente ENPAPI ... 18
Bagnai Alberto , Presidente ... 19
Lovecchio Giorgio (FI-PPE) ... 19
Bagnai Alberto , Presidente ... 20
Baldini Luigi , presidente ENPAPI ... 20
Bagnai Alberto , Presidente ... 21
Magni Tino ... 21
Bagnai Alberto , Presidente ... 22
Baldini Luigi , presidente ENPAPI ... 23
Rabotti Francesco , direttore generale ENPAPI ... 24
Bagnai Alberto , Presidente ... 24
Rabotti Francesco , direttore generale ENPAPI ... 24
Bagnai Alberto , Presidente ... 25
Magni Tino ... 25
Bagnai Alberto , Presidente ... 25
Baldini Luigi , presidente ENPAPI ... 25
Magni Tino ... 26
Bagnai Alberto , Presidente ... 26
Baldini Luigi , presidente ENPAPI ... 26
Bagnai Alberto , Presidente ... 26
Baldini Luigi , presidente ENPAPI ... 26
Bagnai Alberto , Presidente ... 26
Occhiuto Mario ... 26
Bagnai Alberto , Presidente ... 27
Baldini Luigi , presidente ENPAPI ... 27
Bagnai Alberto , Presidente ... 29
Rabotti Francesco , direttore generale ENPAPI ... 29
Bagnai Alberto , Presidente ... 30
Musi Mauro , direttore Area Finanza ENPAPI ... 30
Bagnai Alberto , Presidente ... 30
Camusso Susanna Lina Giulia ... 30
Bagnai Alberto , Presidente ... 31
Rabotti Francesco , direttore generale ENPAPI ... 31
Bagnai Alberto , Presidente ... 32
Camusso Susanna Lina Giulia ... 32
Bagnai Alberto , Presidente ... 32
Baldini Luigi , presidente ENPAPI ... 32
Bagnai Alberto , Presidente ... 34
Pirro Elisa ... 34
Bagnai Alberto , Presidente ... 35
Baldini Luigi , presidente ENPAPI ... 35
Bagnai Alberto , Presidente ... 37
Baldini Luigi , presidente ENPAPI ... 38
Bagnai Alberto , Presidente ... 39
Baldini Luigi , presidente ENPAPI ... 39
Bagnai Alberto , Presidente ... 39
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALBERTO BAGNAI
La seduta comincia alle 8.30.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Non essendovi obiezioni, dispongo l'attivazione del circuito.
Audizione del presidente e di altri rappresentanti dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica (ENPAPI).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente e di altri rappresentanti dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica (ENPAPI), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli investimenti finanziari e sulla composizione del patrimonio degli enti previdenziali e dei fondi pensione anche in relazione allo sviluppo del mercato finanziario e al contributo fornito alla crescita dell'economia reale.
L'Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica ha presentato un documento, che è già stato trasmesso ai commissari e che, comunque, è in distribuzione.
Per l'Ente è oggi presente il presidente, Luigi Baldini, accompagnato dal direttore generale, Francesco Rabotti, e dal direttore dell'Area Finanza, Mauro Musi.
Nel ringraziare i nostri ospiti per la disponibilità a partecipare ai lavori della nostra Commissione, do la parola al Pag. 4presidente Luigi Baldini per lo svolgimento della relazione, che raccomando di contenere in circa venti minuti. Al termine della relazione potranno intervenire i commissari che lo richiedano, in presenza o da remoto.
Prego, presidente.
LUIGI BALDINI, presidente ENPAPI. Grazie, presidente. Grazie agli onorevoli senatori e agli onorevoli deputati. Buongiorno a tutti e ben trovati.
Io dividerei la relazione in due tranche, la prima dal punto di vista politico la tratterei io e la parte successiva, sulla gestione finanziaria, la farei trattare direttamente dal dottor Musi, se non ci sono obiezioni, presidente.
PRESIDENTE. Naturalmente, molti auditi si regolano in questo modo. È giusto che la parte più tecnica sia affidata a chi ne ha la diretta gestione.
Prego, presidente.
LUIGI BALDINI, presidente ENPAPI. Grazie ancora.
Per quanto riguarda ENPAPI, dobbiamo fare una considerazione preliminare. ENPAPI gestisce la previdenza e l'assistenza di ben tre categorie professionali, quindi non soltanto gli infermieri, ma anche gli infermieri pediatrici e gli assistenti sanitari. In particolar modo, gli assistenti sanitari hanno avuto un excursus negli ultimi anni un po' diversificato, con l'introduzione delle innovazioni normative previste dalla legge Lorenzin (la legge n. 3 del 2018), la quale ha istituito nuovi albi professionali, tra cui quello degli assistenti sanitari, che però sono stati trasferiti dagli Ordini professionali infermieristici agli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica.
Fatta questa considerazione preliminare, l'Ente – come tutti sappiamo – è stato istituito con il decreto legislativo n. 103 del Pag. 51996 e quindi è un ente a sistema contributivo puro, che tutti sappiamo essere a capitalizzazione. La vita dell'Ente è stata interessata, oltre che dalla norma istitutiva del 1996, anche dall'introduzione della legge n. 135 del 2012, con cui è stata istituita la gestione separata ENPAPI. La gestione separata ENPAPI altro non è che l'adozione da parte dell'Ente del regolamento della gestione separata INPS che l'Ente ha fatto proprio. All'interno di questa gestione confluiscono tutti gli infermieri, gli infermieri pediatrici e gli assistenti sanitari che, pur non avendo una partita IVA, quindi non essendo propriamente dei lavoratori autonomi, sono considerati dei parasubordinati, perché sono titolari di collaborazioni coordinate e continuative.
All'interno dell'Ente abbiamo, quindi, due tipologie di gestione: la gestione principale e la gestione separata. Nella gestione principale abbiamo tre distinte categorie. Abbiamo l'iscritto, che è quello che svolge l'attività libero-professionale, quindi c'è l'attualità dello svolgimento della professione. Abbiamo gli esonerati dalla contribuzione, che sono tutti coloro i quali, pur avendo ancora una posizione all'interno dell'Ente, non svolgono più l'attività libero-professionale: l'hanno svolta in passato però poi hanno deciso di passare ad altre tipologie di svolgimento della professione e quindi non hanno più un'attività in essere. Poi, ovviamente, ci sono i cancellati, che sono tutti coloro i quali hanno trasferito il proprio montante contributivo presso altro ente previdenziale o che, addirittura, avendo raggiunto i 65 anni di età e non avendo raggiunto il requisito minimo per il trattamento pensionistico – che attualmente è pari a cinque anni di contribuzione – chiedono la restituzione del montante contributivo che è pari ai contributi versati più la rivalutazione che la legge impone all'Ente, anno per anno, secondo la media mobile del PIL quinquennale.Pag. 6
La platea degli assicurati al 31 dicembre 2023 – data dell'ultimo bilancio consolidato – è composta da 24.902 iscritti contribuenti in gestione principale, 14.709 nuovi iscritti esclusivi in gestione separata e ben 61.804 esonerati dalla contribuzione in gestione principale, per un totale di posizioni gestite dall'Ente pari a 101.415, di cui 3.732 risultano essere pensionati.
All'interno della gestione principale la contribuzione è strutturata con un contributo soggettivo obbligatorio, che è pari al 16 per cento del reddito professionale, mentre c'è da corrispondere un contributo integrativo pari al 4 per cento sull'intero volume di affari. Questa seconda tipologia di contribuzione, ovviamente, non è un costo per il professionista in quanto è corrisposto dal committente al professionista in nome e per conto dell'Ente: il committente versa al professionista e il professionista gira sic et simpliciter tutto all'ente. A queste due tipologie di contribuzione c'è da corrispondere un contributo di maternità che viene determinato anno per anno dall'Ente, con una delibera adottata dallo stesso Ente sottoposta all'approvazione dei ministeri vigilanti. Di solito viene sempre approvata, perché, in realtà, si tiene conto delle previsioni delle indennità di maternità e paternità che si ipotizza di erogare durante il corso dell'anno.
Per quanto riguarda, invece, gli iscritti in via esclusiva alla gestione separata ENPAPI – come abbiamo detto, in realtà, è lo stesso regolamento che attualmente applica l'INPS – la contribuzione è pari al 33 per cento, oltre allo 0,72 per fini assistenziali. Ovviamente, questo è per quei soggetti che svolgono attività in via esclusiva e, quindi, non hanno ulteriori tutele previdenziali. Per chi, invece, ha ulteriori tutele previdenziali, la contribuzione è pari al 24 per cento, senza l'attribuzione dello 0,72 per fini assistenziali. Questo – devo dire – è un aspetto Pag. 7molto sentito perché nella gestione separata, in realtà, i due terzi della contribuzione sono a carico del committente, mentre un terzo è a carico del professionista; a livello di gestione principale, invece, succede esattamente il contrario, ovvero che la contribuzione, pur essendo più bassa in termini percentuali, è a totale carico del professionista.
Ovviamente, l'Ente adotta anche strumenti di natura assistenziale, che però sono diversificati a seconda se l'iscritto sia collocato all'interno della gestione separata oppure della gestione principale. Non sto qui ad elencare gli strumenti. Uno valga per tutti, perché è motivo anche di orgoglio da parte nostra: il trattamento economico speciale, ovvero in caso di premorienza dell'iscritto e in caso di presenza di figli (o minori o in età universitaria) eroghiamo fino alla concorrenza massima di 1.000 euro a figlio mensili. È uno strumento peraltro non adottato da altri enti di previdenza, ben che meno dall'INPS.
Come struttura interna dell'Ente, lo Statuto prevede: il Consiglio di indirizzo generale, che ovviamente rappresenta un po' la parte assembleare; il Consiglio di Amministrazione, che è composto attualmente da cinque soggetti, all'interno del quale ci sono ovviamente il vicepresidente e il presidente; il presidente, che dopo le elezioni assume la funzione di organo e il Collegio dei sindaci. Il collegio dei sindaci è composto da cinque soggetti, due titolari e un sostituto professionisti iscritti al Registro unico contabile, mentre c'è un solo rappresentante del mondo professionale insieme a un sostituto che viene scelto all'interno degli iscritti agli Ordini professionali provinciali nonché due rappresentanti ministeriali nominati dai ministeri vigilanti, rispettivamente il Ministero del lavoro e il Ministero dell'economia.
L'Ente in questi ultimi quattro anni trascorsi ha avuto delle vicissitudini che, ovviamente, dal punto di vista giudiziario Pag. 8tralasciamo, però un aspetto importante, che va messo in evidenza, è che l'Ente, grazie a queste vicissitudini, ha subìto delle svalutazioni importanti a livello di portafoglio. In particolar modo sul bilancio consolidato 2021 e 2022, sono state apportate delle svalutazioni importanti che hanno portato a un patrimonio netto negativo, il che ha richiesto un grosso sacrificio da parte degli iscritti per far sì di rientrare da questo patrimonio netto negativo con una modifica statutaria.
La modifica che il ministero ha fatto passare, su nostra proposta, è stata quella di non destinare il 2 per cento del 4 per cento dell'integrativo alla rivalutazione dei montanti, che invece è stato destinato, almeno per le prime annualità, al rientro dal patrimonio netto negativo. Ovviamente, il nostro obiettivo è quello di rientrare da questo patrimonio netto negativo e, successivamente, destinare le eventuali percentuali che dovessero rimanere anche alla rivalutazione dei montanti.
Ovviamente, sappiamo esserci un problema di adeguatezza delle prestazioni, ma è chiaro che a fronte di una scelta se, per i primi anni, attribuire questo 2 per cento della contribuzione, siamo stati costretti a scegliere il risanamento della finanza con il rientro da questo patrimonio netto negativo. Peraltro, tale rientro, inizialmente, era stato quantificato in sette annualità dal 2022; esso, però, sembrerebbe essersi allungato, purtroppo, a causa della rivalutazione dei montanti, che per l'Ente è un costo che definisco un po' eccessivo, perché noi siamo costretti a rivalutare sulla base della media mobile del PIL quinquennale anche per quanto riguarda la contribuzione, soprattutto quella accertata e non soltanto quella incassata. Siamo costretti, quindi, a rivalutare la contribuzione che l'iscritto non ha neanche versato e che quindi l'Ente non ha nella propria disponibilità, non ha avuto modo di investirla e, quindi, non ha avuto modo neanche di metterla a frutto.Pag. 9
Faccio un piccolo passaggio sulla rivalutazione. Attualmente abbiamo la rivalutazione del 2024 che è stata di quasi 50 milioni di euro. Nel 2025 addirittura saranno 60 milioni di euro. Ahimè, nel 2026 si prevede una stima della media mobile del PIL quinquennale del 6,2 per cento, che quindi ci porterà ancora oltremodo a soddisfare quest'obbligo normativo.
L'Ente attualmente – mi riferisco sempre al 31 dicembre 2023 – ha un attivo di poco più di 1,4 miliardi (esattamente 1.438.000.000 euro). Abbiamo una fetta consistente di crediti nei confronti degli iscritti, che in bilancio pesa 400 milioni, ma che sconta i 90 milioni dei crediti riferiti al 2023, che ovviamente risultano in bilancio, ma che sono scaduti a dicembre 2024. Quindi, di fatto, sono 312 milioni quelli che pesano in bilancio al 2023. Alla data attuale risultano in rateizzazione da parte degli iscritti – quindi debiti già riconosciuti – poco più di 45 milioni. Ci sono inoltre 92 milioni conferiti come affidamenti a studi legali, 60 milioni di crediti in affidamento all'Agenzia delle entrate e 52 milioni di crediti diffidati entro la fine del 2024, che, verosimilmente, nel primo trimestre del 2025 saranno affidati ulteriormente all'Agenzia delle entrate e riscossioni.
È stato attivato un fondo di svalutazione crediti per attenuare gli eventuali risultati negativi per l'eventuale messa a perdita dei crediti. Ovviamente, sono stati messi all'interno del fondo di svalutazione crediti non i montanti, perché avendo un sistema contributivo puro un'eventuale perdita della contribuzione non corrisponde a un costo per l'Ente, perché corrisponde a una mancata attribuzione della prestazione. Nel fondo di svalutazione crediti sono stati messi soltanto le sanzioni, gli interessi e il contributo integrativo. Per quanto riguarda la percentuale, nel fondo svalutazione crediti è stato messo il 25 per cento dei crediti delle annualità dal 2018 al 2022, il 50 per Pag. 10cento delle annualità 2013-2017, l'80 per cento dal 2008 al 2012. Ovviamente, per i crediti fino all'annualità 2007 la svalutazione è pari al 100 per cento.
Faccio una piccola valutazione sulle spese di gestione che pesano sul conto economico. Siamo passati da 3,8 milioni del 2018 a 2,8 milioni del bilancio consuntivo 2023. Quindi, c'è stato un risparmio sulla gestione dell'Ente di circa un milione di euro all'anno. Siamo passati, invece, per le entrate contributive, da 103 milioni annui nel 2018 a 134 milioni nel 2023. Questo è stato possibile grazie anche a una forte azione di recupero crediti messa in campo dall'Ente – devo dire, per la prima volta – con l'accensione, nel 2022, di una convenzione con l'Agenzia delle entrate e riscossioni, che ovviamente nel periodo scia del Covid è stata un po' rallentata, però adesso cominciamo a vedere anche dei buoni risultati, perché nel 2024 l'Agenzia delle entrate e riscossioni ha portato a casa i primi 6,5 milioni di entrate che, per essere un inizio, lo definirei un buon inizio.
Ho terminato la parte di competenza politica.
PRESIDENTE. Do la parola al dottor Musi per la parte più squisitamente finanziaria.
MAURO MUSI, direttore Area Finanza ENPAPI. Grazie, presidente. Buongiorno a tutti.
L'impiego delle risorse finanziarie dell'Ente viene effettuato in modo che ci siano delle combinazioni di rischio-rendimento efficienti nell'ottica di perseguire gli obiettivi di lungo periodo della Cassa di previdenza, nel rispetto dei criteri generali stabiliti dal Consiglio di indirizzo generale testé menzionato dal presidente. Le combinazioni rischio-rendimento, ovviamente, devono massimizzare le risorse accumulate esponendo l'Ente a un livello di rischio contenuto e ritenuto dal Consiglio di Amministrazione compatibile con la funzione previdenziale svolta.Pag. 11
Nella definizione della propria politica di investimento l'Ente considera quantomeno i seguenti fattori: la natura e la composizione delle obbligazioni o passività previdenziali, l'orizzonte di investimento, i rendimenti storici e attesi del mercato dei capitali, i benefici della diversificazione degli investimenti, il livello di rischio relativo alla non copertura delle passività, i flussi di cassa dell'attivo e del passivo e la composizione dell'attivo patrimoniale.
In funzione dell'articolo 11 del Regolamento di gestione del patrimonio – che è stato redatto nel corso del 2019 assieme all'ex commissario straordinario, d'intesa con i ministeri vigilanti e con la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, viene definito il documento di asset and liability management, che viene strutturato sulla base delle caratteristiche e della tipicità della popolazione degli iscritti e, quindi, in funzione del bilancio tecnico dell'Ente. Dal documento di asset and liability management discende la proposta di asset allocation strategica, che viene sottoposta al Comitato investimenti, che ne effettua una prima analisi. Successivamente, questi documenti congiunti, che vengono elaborati con il supporto dell'advisor finanziario e della Direzione Finanza, vengono portati all'attenzione del Consiglio di Amministrazione che, sulla base di proprie valutazioni, ne delibera l'approvazione come previsto dallo Statuto dell'Ente e ripreso dall'articolo 5 del Regolamento di gestione del patrimonio. La revisione del documento di asset and liability management e asset allocation strategica viene effettuata con cadenza annuale, tendenzialmente al termine dell'anno. All'interno dello stesso possono essere portate delle soglie di oscillazione che permettono l'attivazione della cosiddetta asset allocation tattica.
Le proposte di investimento, quando vengono portate, sono sottoposte alla valutazione del Comitato investimenti, che esprime Pag. 12un parere consultivo. L'unico parere deliberativo, ovviamente, è in capo al Consiglio di Amministrazione. Il Comitato investimenti fa una prima analisi tecnica, emette un parere consultivo e porta, poi, eventualmente, le varie decisioni in Consiglio di Amministrazione. A tal fine, la Direzione Finanza predispone e mette a disposizione dei partecipanti del Comitato le informazioni relative alle diverse opportunità di investimento. Il Comitato può anche richiedere ulteriori analisi oppure esprimere parere favorevole o contrario in ordine alla proposta. Tutto questo, ovviamente, viene verbalizzato in un apposito verbale del Comitato investimenti. Il Consiglio di Amministrazione, con le proposte corredate, ne valuta gli esiti, illustra gli eventuali pareri ai consulenti esterni e, laddove approvate, vengono deliberate, altrimenti vengono mantenute comunque agli atti.
In un arco tendenzialmente triennale viene redatto il Documento sulla politica di investimento (il cosiddetto «DPI»), che contiene, in modo sintetico, tutte le sopracitate analisi, quindi asset and liability management, asset allocation strategica e asset allocation tattica. Come definito dalle autorità di vigilanza, è un documento riferibile, redatto per essere utile alla platea degli iscritti, al fine di permettere loro di conoscere con maggior dettaglio e in totale trasparenza le politiche gestionali dell'Ente.
Come indicato nel Regolamento di gestione del patrimonio, il portafoglio dell'Ente viene investito in maniera predominante sui mercati regolamentati. Gli investimenti in attività che non sono ammesse allo scambio in un mercato regolamentato, vengono mantenuti a livelli prudenziali. Gli strumenti sui quali investire devono in ogni caso possedere profili di rischio e rendimento ben definiti in fase di sottoscrizione, identificabili e monitorabili, costi di realizzazione chiari, dove ogni tipologia di costo, diretto e indiretto, è manifestata fin dall'inizio.Pag. 13
Relativamente alla gestione finanziaria, sempre in termini di investimenti, ENPAPI ha integrato le tematiche ESG nei processi strategici e operativi, tant'è che è stato redatto un apposito documento sulla politica di sostenibilità. Queste consentono di migliorare il profilo di rischio-rendimento del portafoglio nel lungo periodo e di generare impatti positivi per l'ambiente, le persone e gli stakeholder. ENPAPI ha considerato tale approccio come parte del dovere fiduciario dell'Ente di agire nell'ottica di soddisfazione delle aspettative e a beneficio dei propri iscritti. L'integrazione strategica degli aspetti ESG, insieme a quelli economici e finanziari, all'interno dei processi è coerente con un orizzonte di lungo termine dell'Ente – essendo un investitore previdenziale –, con una crescente attenzione alla tematica di sostenibilità da parte degli operatori economici dei mercati finanziari e con l'intenzione di generare un valore condiviso per tutti gli iscritti all'Ente. ENPAPI ritiene che tali considerazioni debbano applicarsi, ove tecnicamente possibile, all'intero universo degli investimenti effettuati, pur con le specificità tipiche delle singole tipologie di strumenti finanziari.
L'Ente è dotato di una ulteriore policy di gestione dei conflitti di interesse che fa capo alla Direzione generale. Ha inoltre strutturato una funzione di controllo interno che rileva e monitora le procedure per la gestione dell'Ente. Nello specifico, in merito alle operazioni di investimento, analizza tutte le operazioni di gestione finanziaria, riportando periodicamente alla Direzione generale.
Andando nello specifico del portafoglio attuale, che era un ulteriore argomento richiesto dalla spettabile Commissione, la più recente analisi di asset and liability management è stata effettuata il 18 dicembre 2024. Il CdA, dopo averla condivisa, ha ricevuto il parere positivo del Comitato investimenti e ha Pag. 14deliberato la nuova asset allocation strategica in data 20 dicembre 2024.
Il documento di asset and liability management ha l'obiettivo di portare alla definizione di una conseguente allocazione strategica tenendo in considerazione le evidenze del bilancio tecnico. L'allocazione strategica avrà valenza tendenzialmente triennale, in funzione delle variazioni dei contesti di mercato o di attese attuariali. L'evoluzione attesa dei pesi e delle diverse classi di investimento, coerentemente con quanto fatto in anni passati, è stata stimata ipotizzando di non effettuare nuovi investimenti sulle classi illiquide – già molto preponderanti all'interno del portafoglio – e di impiegare il saldo dell'attività caratteristica per incrementare il portafoglio mobiliare, in funzione dei criteri generali di investimento che sono stati deliberati da ultimo dal CIG nella seduta di novembre 2024.
La panoramica di descrizione e comprensione del portafoglio complessivo ha portato a evidenziare come il lavoro di razionalizzazione dei comparti dell'Ente che è stato effettuato dalla struttura tecnica, dalla Direzione finanza, e i conseguenti investimenti in componenti liquide ha portato a migliorare in modo molto importante e deciso l'obiettivo temporale del processo di convergenza. Detto obiettivo, infatti, a fine 2018 era posto pari al 2038. In soli sei anni è stato migliorato questo cammino ed è stato anticipato di ben sette anni. Quindi, quello che l'advisor finanziario aveva stimato noi facessimo in tredici anni è stato fatto in sei anni.
L'attuale esposizione sulle classi illiquide, pari a circa il 44,3 per cento, risulta minore rispetto a quanto stimato lo scorso anno di circa sei punti percentuali, sia grazie al significativo incremento del valore di mercato del patrimonio sia grazie alla riduzione dell'esposizione complessiva nel settore immobiliare. Con riferimento poi all'equilibrio finanziario dell'Ente, l'advisorPag. 15ha confermato che, alla data di analisi, il funding ratio risulta superiore al 100 per cento, ad indicare che nell'attuale contesto di mercato ENPAPI risulta pienamente capitalizzato. Tenete conto che il funding ratio è una misura che deve stare al 100 per cento. L'Ente non deve creare utili, non è una società che deve creare utili. L'Ente è ben al di sopra di questo valore, che è positivo, ed è pari al 124 per cento.
Coerentemente con quanto fatto negli scorsi anni, le allocazioni similari tra loro sono state ottimizzate analizzando unicamente la componente mobiliare. Il piano di rientro della componente illiquida è stato aggiornato ipotizzando di non effettuare ulteriori investimenti, se non per quanto riguarda gli impegni da richiamare sin quando il peso complessivo del patrimonio della componente illiquida non raggiunga il 30 per cento, che era un limite condivisibile e che era contenuto nell'emanando decreto sugli investimenti (comunque, emanando o non emanando, noi siamo d'accordo con questa composizione 70-30 liquida e illiquida). I rappresentanti dell'advisor hanno inoltre sottolineato come l'Ente abbia portato avanti in questi ultimi anni un percorso molto virtuoso di tale componente, orientando praticamente tutti i nuovi investimenti verso classi liquide e consentendo, quindi, un miglioramento significativo della liquidabilità del portafoglio. Le indicazioni operative che sono state fornite sono state: la prosecuzione nel processo di incremento graduale della componente liquida anche attraverso l'acquisto di titoli governativi domestici (anche legati all'inflazione, non appena torneranno convenienti); l'investimento prevalente attraverso fondi o ETF articolo 8 o articolo 9 SFDR; il proseguimento di acquisto diretto di fondi fino a che non si porterà a compimento l'eventuale realizzazione del comparto UCITS (stiamo strutturando una SICAV che comprenderà tutta la parte del patrimonio liquido), anche Pag. 16attraverso l'investimento in titoli sostenibili grazie alla politica seguita dall'Ente. Da ultimo, abbiamo una razionalizzazione dei fondi dedicati laddove è possibile, tenendo conto dell'importante lavoro svolto in questi ultimi anni dalla struttura tecnica dell'Ente.
Il patrimonio – come vedete dai grafici che abbiamo presentato – è ripartito secondo delle percentuali che prevedono il 30 per cento circa di componente i fondi immobiliari, il 10 per cento circa di fondi azionari, il 20 per cento circa di fondi obbligazionari, l'11 per cento circa di fondi bilanciati, il 5,68 di fondi di private equity o energie rinnovabili, una percentuale residuale di liquidità e il 14 per cento circa di titoli di debito. In funzione di quanto appena esposto, potete verificare dalla tabella 3 – che abbiamo allegato alla relazione – come da dicembre 2016 a novembre 2024 la componente degli alternativi illiquidi, che era stata oggetto di molte attenzioni proprio perché era stata costruita in maniera sconsiderata nel passato, si è ridotta ed è passata dall'80 per cento circa al 44 di cui dicevo poco fa.
La contribuzione è fortemente migliorata. Nel 2024 è arrivata a sfiorare i 138 milioni di euro.
Con riferimento all'approfondimento richiesto dalla Commissione sugli investimenti che ricadono sotto l'ampio spettro dell'economia reale italiana, viene riportato che una percentuale pari ad oltre la metà del portafoglio, precisamente il 56,43 per cento, è in economia reale italiana, quindi una percentuale molto alta, che aumenta fino al 63,42 per cento se si ricomprende l'analisi look-through che viene fatta sui fondi liquidi partecipati.
La componente immobiliare, come detto, è una classe di investimento assolutamente rilevante nel portafoglio dell'Ente. Essa è stata ereditata in una percentuale ancor più rilevante Pag. 17dalla passata governance e intorno alla stessa si è sviluppata la maggior parte delle criticità appartenenti al passato.
I rendimenti di portafogli degli ultimi anni risentono, chiaramente, di tale situazione, portando a un rendimento medio contabile negli ultimi cinque anni lordo pari a meno 0,75. Va rilevato che questi abbattimenti di bilancio, che sono stati pari a circa 110 milioni di euro negli ultimi due anni e mezzo, hanno portato a un lavoro intenso, che nel 2023 ha permesso di conseguire un rendimento contabile lordo pari al 3,15 per cento, netto pari al 2,64 per cento e a fair value pari al 5,57 per cento.
Se volete ulteriori approfondimenti in merito alle componenti immobiliari, ai fondi partecipati o altro, sono a vostra disposizione.
PRESIDENTE. Grazie, dottor Musi.
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni. Si sono iscritti a parlare l'onorevole Dondi, l'onorevole Lovecchio, il senatore Occhiuto e il senatore Magni.
Prego, onorevole Dondi.
DANIELA DONDI. Grazie, presidente. Buongiorno a tutti.
Vorrei avere due chiarimenti riguardo alle morosità che il presidente Baldini ha citato nella sua relazione. Voi avete previsto un fondo di svalutazione che arriva fino al 2007, se ho capito correttamente. Questo tempo così ampio immagino l'abbiate previsto perché ci sono delle posizioni prescritte, altrimenti non avrebbe molto senso (a mio parere, ovviamente). L'altro chiarimento riguarda l'entità della percentuale di riscossione delle morosità tra i crediti gestiti dall'Agenzia delle entrate-Riscossione e quelli gestiti dagli studi privati, dagli avvocati.Pag. 18
Questi sono i due chiarimenti. Chiedo inoltre al presidente Bagnai se posso fare un'altra domanda.
PRESIDENTE. Sì, naturalmente. Prego.
DANIELA DONDI. Grazie.
La domanda riguarda un argomento che lei, presidente Baldini, ha solo citato, quello relativo a una delle azioni giudiziarie che voi avete intrapreso nei confronti dei suoi predecessori ante-commissariamento. Se le notizie a mia disposizione sono corrette, c'è questa azione giudiziaria avanti al tribunale di Roma per cause di responsabilità. Ebbene, vorrei chiederle a che punto è la causa, se ci sono già stati dei risarcimenti o quali sono le vostre previsioni.
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dondi.
Do la parola al Presidente Baldini per la replica.
LUIGI BALDINI, presidente ENPAPI. Grazie, presidente. Grazie, onorevole Dondi, per le domande.
Per quanto attiene alle svalutazioni, forse mi sono espresso male. Fino all'annualità 2007 la svalutazione è del 100 per cento, dal 2008 al 2012 la svalutazione è dell'80 per cento, dal 2013 al 2017 la svalutazione è del 50 per cento, dal 2018 al 2022 la svalutazione è del 25 per cento. Quindi, abbiamo coperto l'intero arco temporale dalla nascita dell'Ente, dal 1996 al 2022.
Per quanto attiene alla percentuale di recupero, devo dire che la percentuale non è indicativa per quanto riguarda l'Agenzia delle entrate perché, come ho già avuto modo di dire, noi abbiamo conferito il primo lotto nel 2021, ma l'Agenzia delle entrate ha, ovviamente, dei tempi tecnici di creazione delle cartelle e di notifica, poi ci sono i sessanta giorni per fare un'eventuale opposizione, infine eventualmente pagare o addiritturaPag. 19 rateizzare. Nel 2024 abbiamo incassato oltre 6 milioni di euro su un conferito pari a 60-65 milioni di euro, quindi possiamo dire che approssimativamente siamo sul 10 per cento, in termini percentuali.
Per quanto riguarda l'aggiornamento in ordine al discorso giudiziario, in primis c'è stato un procedimento penale, che attualmente si è concluso nel primo grado con la condanna in via definitiva dell'ex presidente, mentre gli altri sono in appello dal punto di vista penale. Abbiamo avuto anche una sentenza da parte della Corte dei conti per danno di immagine, che è stato svolto sia in primo grado che in appello, vedendo soccombente sempre l'ex presidente. Attualmente la sentenza è in via di esecuzione. Per quanto riguarda il procedimento civile, l'Ente già nel 2021, dietro sollecitazione della stessa Corte dei conti, ha incaricato un pool di professionisti per redigere una due diligence e individuare eventuali livelli di responsabilità. Al termine di questo lavoro, sono stati individuati novantadue soggetti tra soggetti fisici e soggetti giuridici, è stata intrapresa un'azione civile presso il tribunale di Roma, la prima udienza si è tenuta il mese scorso e la successiva si terrà il prossimo 5 maggio. Ovviamente, il percorso è molto lungo, quindi dovremo attendere.
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, presidente.
Do la parola all'onorevole Lovecchio, dopodiché interviene il senatore Magni.
Prego, onorevole.
GIORGIO LOVECCHIO. Grazie, presidente. Ringrazio il presidente Baldini e il direttore generale Rabotti per la puntuale relazione.
Dal bilancio 2023 emerge che i debiti verso iscritti per restituzioni e contributi sono pari a 221 milioni di euro – che Pag. 20rappresentano circa il 15 per cento del totale delle attività, che sono pari a 1 miliardo 440 milioni circa – che rappresentano il debito della Cassa nei confronti degli iscritti che al compimento dell'età pensionabile abbiano cessato di essere iscritti all'Ente senza aver maturato almeno cinque anni di contribuzione, che sono necessari per il diritto alla pensione. Di questi debiti, riguardanti sostanzialmente gli infermieri non più in attività, tra cui principalmente gli esonerati (che al 2023 erano pari a 61.804 soggetti), potete fornire maggiori informazioni? Poi, questi contributi versati vengono restituiti agli iscritti o restano nelle disponibilità della Cassa? Oppure, è prevista una procedura di rimborso? O vanno in altri fondi INPS? Infine, per tali posizioni sono previsti obblighi di informativa e di trasparenza da parte della Cassa verso gli iscritti?
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lovecchio.
Prego, presidente.
LUIGI BALDINI, presidente ENPAPI. Grazie. Grazie, onorevole Lovecchio, per la domanda.
Per quanto attiene alla restituzione dei montanti contributivi, il nostro regolamento prevede che, all'atto del raggiungimento dei sessantacinque anni di età, tutti gli ex iscritti che non hanno raggiunto i cinque anni di contributi hanno diritto alla restituzione del montante contributivo, che è pari alla somma versata dall'iscritto, oltre alla rivalutazione che anno per anno l'Ente è obbligato a riconoscere all'iscritto. Aggiungo che la maggior parte degli esonerati dalla contribuzione ha raggiunto i cinque anni abbondantemente, quindi verosimilmente al compimento dei sessantacinque anni avranno diritto alla prestazione.
Per quanto riguarda i 200 milioni di euro in bilancio, sono riferiti a quei soggetti che non hanno raggiunto i cinque anni, Pag. 21ma il fatto che non li abbiano raggiunti oggi non significa che non li raggiungeranno entro i sessantacinque anni, perché noi abbiamo una platea di iscritti che è molto mobile, nel senso che molti iscritti si cancellano e successivamente riaprono la partita IVA. I cinque anni vengono calcolati al compimento dei sessantacinque anni, per cui molti soggetti verosimilmente raggiungeranno quel requisito al compimento dei sessantacinque anni.
La trasparenza c'è, perché ovviamente questa è una previsione regolamentare e i regolamenti sono disponibili sul sito istituzionale dell'Ente, e vediamo che produce anche degli effetti, perché in ogni Consiglio di Amministrazione deliberiamo la restituzione dei montanti a tutti coloro i quali raggiungono i sessantacinque anni di età.
PRESIDENTE. Grazie, presidente.
Do la parola al senatore Magni.
TINO MAGNI. Grazie.
Intanto mi preme sottolineare, per correttezza, che personalmente ho sempre sostenuto – so che oggi dovrei parlare sulla questione degli indirizzi di investimento – e continuo a sostenere la mia posizione sulla correttezza dal punto di vista democratico delle elezioni, cosa che non ho intenzione di nascondere.
Detto questo, voi siete in carica ormai da quattro anni e siamo di fronte al fatto che in bilancio c'è una perdita. Si diceva all'inizio: è tutto contributivo e a capitalizzazione. Ovviamente, se io investo il capitale, penso di avere una risorsa nel capitale. Francamente, questa cassa ha avuto una perdita di circa 135 milioni di euro in questi anni ed è sempre stata in negativo. La vostra – lo vorrei sottolineare – su quindici casse che abbiamo analizzato è l'unica cassa che è costantemente in perdita, ha un Pag. 22segno meno. È l'unica. Non ce ne sono altre. Quindi, di fronte a 80 milioni di euro in un fondo, 21 milioni in un altro, 7 milioni in un altro ancora, 13 milioni addirittura in una polizza, quindi a capitalizzazione, di fronte a tutte queste perdite di capitale, vi chiedo: come pensate di recuperare o pensate che sia possibile recuperare questo capitale? Francamente, tenendo conto che devo versare dei soldi per avere una pensione misera – perché rispetto alla contribuzione e rispetto anche ai periodi le pensioni che potete erogare sono limitate –, se qualcuno me lo dovesse chiedere, di fronte a questa situazione gli direi: guarda, non fare niente, investi in BOT e CCT, così hai la rendita immediata e anche il capitale. Questo è il dato. La capitalizzazione è un fatto concreto: io investo e vorrei un ritorno. E questi lavoratori oggi non hanno un ritorno. La perdita, ripeto, è costante.
Vorrei inoltre sottolineare che nella tabella che ci avete trasmesso relativa alle caratteristiche della popolazione, i dati sono tutti riferiti al 2021. È scritto qua: «come emerge dall'ultimo bilancio tecnico, la popolazione di riferimento della cassa al 31 dicembre 2021». E qui c'è la somma, è scritto così. Siamo nel 2025, credo che gli aggiornamenti si potessero fare. Anche successivamente tutti i riferimenti sono al 2021. Questo è un documento che voi ci avete mandato, che mi sono letto in questa direzione.
Ovviamente ci sono anche altre casse che hanno difficoltà tra entrate e uscite. Complessivamente avete 94.200 iscritti. Lei prima ha parlato di circa 100.000 iscritti, ma facendo la somma dei dati qui indicati – la matematica non è un'opinione – otteniamo 94.293 iscritti, per l'esattezza. Molti di questi sono silenti, quindi sono fermi. Dunque, vi chiedo: secondo voi una cassa così quanto può stare in piedi?
PRESIDENTE. Grazie, senatore Magni.Pag. 23
Prego, presidente.
LUIGI BALDINI, presidente ENPAPI. Grazie, presidente. Grazie, senatore Magni.
Per quanto attiene alle perdite, mi dispiace contraddire il senatore Magni, ma in realtà gli ultimi due bilanci sono stati chiusi in positivo. Addirittura il 2023 è stato chiuso come quello con un avanzo maggiore in tutta la storia dell'Ente. Quindi, dal punto di vista del fondo di gestione certamente non possiamo dire che l'Ente chiude in perdita. Poi, se ci si riferisce al patrimonio netto negativo, il patrimonio netto negativo è purtroppo il frutto di una gestione passata, a cui stiamo cercando di porre rimedio con le azioni di responsabilità che abbiamo intrapreso. Certamente non si può risolvere il problema nel giro di sei mesi. Comunque, non è attribuibile a questa amministrazione alcuna responsabilità al riguardo.
Dispiace sentirle dire, senatore – io mi auguro che non ci siano iscritti in collegamento video – che lei inciterebbe gli iscritti a investire in BOT e CCT. Personalmente lo ritengo inopportuno.
Per quanto riguarda il bilancio, forse il senatore si riferisce al bilancio tecnico e non al bilancio. L'ultimo bilancio tecnico redatto dall'Ente è stato fatto al 31 dicembre 2021, mentre l'ultimo bilancio esistente consolidato è del 2023. Lei, invece, fa riferimento al bilancio tecnico. A tal proposito, vorrei sottolineare che il bilancio tecnico, che espone la sostenibilità dell'Ente – rispondo anche alla sua ultima domanda – non espone l'Ente a nessun tipo di problema. Infatti, noi non andiamo mai sotto a livello di bilancio tecnico e l'Ente è perfettamente capitalizzato, per cui problemi di sostenibilità l'Ente non ne ha. Rispondo quindi alla sua domanda: l'Ente può essere tranquillamente sostenibile, perché lo dice il bilancio tecnico, non perché lo dice la governance. Questo è un aspetto che tengo a Pag. 24puntualizzare, aspetto che si può evincere dal bilancio tecnico stesso.
Penso di avere risposto a tutto. Grazie.
FRANCESCO RABOTTI, direttore generale ENPAPI (fuori microfono). Presidente, posso fare un'integrazione?
PRESIDENTE. Prego, facciamo integrare la risposta al direttore generale.
FRANCESCO RABOTTI, direttore generale ENPAPI. Grazie. Vorrei fare solo una precisazione di carattere tecnico con riferimento alle domande poste dal senatore Magni.
Gli iscritti non hanno nessun nocumento dalla situazione contabile che si è verificata – purtroppo – a causa della passata politica di investimenti, che non si è rivelata fruttuosa. Perché? Perché, come si evince in maniera chiara dalla relazione del presidente, gli iscritti, proprio per disposizione di legge, hanno diritto alla restituzione del montante e della rivalutazione, che viene effettuata regolarmente. Quindi, non c'è assolutamente alcun nocumento. Questo è un aspetto contabile che, in base alle valutazioni che abbiamo svolto, permetterà all'Ente di essere sostenibile. Lo stiamo già facendo, grazie a una politica di recupero del credito, che porta frutti molto importanti per la vita e la salute dell'Ente. Del resto, lo si è detto prima, lo si è sottolineato nella relazione, lo ha anche ribadito il dottor Musi: l'Ente è interamente capitalizzato, al 124 per cento, quindi il rapporto tra passività e attività è assolutamente favorevole all'Ente. Per cui, non può esserci alcun rischio, assolutamente, per l'iscritto, che, anzi, dal punto di vista personale sta godendo di una politica che l'attuale governance dell'Ente, come quella che l'ha preceduta nel quadriennio, ha sviluppato con una virtuosità di comportamenti, che è desumibilePag. 25 dai dati del risparmio che si è realizzato, a tutto vantaggio dell'interesse dell'Ente. Purtroppo c'è il fardello passato, situazione che necessita di un certo arco di tempo per essere affrontata, ma per fortuna la situazione dell'Ente lo permette. Noi abbiamo entrate per oltre 100 milioni di euro ogni anno e uscite per circa 10 milioni di euro ogni anno. Quindi, l'Ente è forte e si sta patrimonializzando in maniera enorme. Per cui, voglio ribadire che non c'è alcun problema di sostenibilità, anzi penso che la nostra sia una delle casse meno problematiche da questo punto di vista.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto nuovamente la parola il senatore Magni. Prego, senatore.
TINO MAGNI. Rispetto alla battuta che ho fatto prima le chiedo una precisazione. Qual è la media delle pensioni erogate? Quantitativamente – annua o mensile, faccia lei – a quanto ammonta? E a quanto ammonta la media del versamento per avere quella pensione?
PRESIDENTE. Grazie, senatore Magni.
Prego, presidente Baldini.
LUIGI BALDINI, presidente ENPAPI. Grazie, presidente.
Senatore Magni, attualmente nell'Ente non c'è nessun pensionato che ha una titolarità esclusiva di una pensione ENPAPI. Le pensioni ENPAPI sono erogate per periodi contributivi associati ad altre tipologie di pensioni. Di solito sono tutti pensionati INPS, che sono anche contestualmente pensionati ENPAPI. L'importo erogato è dovuto alla contribuzione versata da parte dell'iscritto. Ovviamente, il montante contributivo è molto basso. Ma questo lo prevede una norma di legge, non lo stabilisce l'Ente.
TINO MAGNI (fuori microfono). Io le ho chiesto qual è la media: mi deve dire quant'è sennò non capisco.
PRESIDENTE. Senatore Magni, lasciamo rispondere.
Avete evidenze statistiche nel senso richiesto dal senatore Magni, per dare una statistica descrittiva sommaria del rapporto fra la contribuzione, da un lato, e la prestazione, dall'altro?
LUIGI BALDINI, presidente ENPAPI. Attualmente, come mi indica il direttore, la prestazione media è tra 4.000 e 5.000 euro.
PRESIDENTE. Lordi annui, naturalmente.
LUIGI BALDINI, presidente ENPAPI. Naturalmente. Ovviamente sono trattamenti medi, quindi alla fine ci sono persone che hanno trattamenti anche di 25.000 euro all'anno e ci sono persone che hanno trattamenti inferiori, perché magari hanno versato in tutta la loro vita lavorativa 5.000 euro di montante contributivo e alla fine hanno un corrispettivo pari al montante versato. Ma l'importo lo determina la norma, non lo determina l'Ente.
PRESIDENTE. Grazie, presidente.
Interviene il senatore Occhiuto, poi si sono iscritte a parlare la senatrice Camusso e la senatrice Pirro.
Prego, senatore Occhiuto.
MARIO OCCHIUTO. Grazie, presidente. Ringrazio il presidente Baldini e gli altri auditi per le relazioni.
Lei, Presidente Baldini, parlava di un patrimonio netto negativo, rispondendo alla domanda del senatore, che è pari a meno 16 milioni di euro nel 2023 e a meno 34 milioni di euro nel 2022. Però, nel diritto societario, quando c'è un patrimonio Pag. 27netto negativo, c'è la mancanza delle prerogative per la continuità aziendale. Quindi, per sanare questo patrimonio netto, oltre al 2 per cento della destinazione della contribuzione, si potrebbe anche pensare di gestire il portafoglio mobiliare in modo più positivo, più profittevole, senza ridurre le future prestazioni degli iscritti. Quali sono, riguardo a questo, le azioni che state mettendo in atto per riportare il patrimonio netto ai valori positivi?
Inoltre, ho visto che avete acquistato, per complessivi 15 milioni di euro, due tranche di obbligazioni emesse da una società che è titolare dei marchi di Chiara Ferragni, nota influencer. Vorrei capire se si sono registrate perdite riguardo a questi investimenti e se ci sono anche altre esposizioni verso società che sono riconducibili a questo marchio.
Infine, vorrei fare una domanda sulle prestazioni assistenziali. Vorrei chiedere se sono previsti degli strumenti di sostegno per le malattie, la disoccupazione, gli infortuni, o se avete anche immaginato nuovi strumenti di sostegno. Per esempio, poiché la professione infermieristica è soggetta a forte stress, vorrei sapere se fra questi sostegni vi è anche l'ipotesi di realizzare un supporto psicologico per il benessere mentale degli iscritti.
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, senatore Occhiuto.
Prego, presidente.
LUIGI BALDINI, presidente ENPAPI. Grazie, presidente. Grazie, senatore Occhiuto, per le domande.
Inizio dalla domanda sull'assistenza. Nella gestione principale e nella gestione separata abbiamo due regolamenti diversificati. In particolar modo sulla gestione principale, che attiene proprio agli iscritti liberi professionisti titolari di partita IVA, abbiamo un regolamento sull'assistenza molto compiuto. Sono Pag. 28previsti strumenti importanti, perché si garantisce sia la malattia che altre fattispecie come lo stato di bisogno. L'Ente può cioè riconoscere fino a un massimo di 12.000 euro all'anno, ripetibile per non più di due anni consecutivi, in caso di effettiva necessità, rappresentata da malattia o da impedimenti allo svolgimento dell'attività professionale. Quindi, in queste situazioni l'Ente interviene con un vero e proprio sostegno al reddito. Ho parlato di malattia e stato di bisogno, ma ci sono anche altre tipologie di trattamenti, che sono a discrezione del Consiglio di Amministrazione. Però, devo dire che da questo punto di vista gli iscritti sono assistiti in maniera compiuta.
Per quanto riguarda il discorso dell'assistenza psicologica, il regolamento non lo prevede, però questo non ci ha impedito di sottoscrivere una convenzione con l'Ente degli psicologi che ci ha permesso di erogare, a richiesta degli interessati, un vero e proprio sostegno psicologico. Ripeto, questa tipologia di sostegno era rivolta agli iscritti perché c'era una convenzione in essere, però nulla vieta che, se un iscritto ha un problema di natura psicologica e, quindi, si può classificare come un vero e proprio disagio, una vera e propria malattia, che quindi impedisce lo svolgimento dell'attività lavorativa, viene sottoposto alla tutela dell'indennità di malattia, che l'Ente riconosce. Quindi, da questo punto di vista si aiuta l'iscritto sul territorio.
Problema Ferragni. In realtà, questo è un investimento che noi abbiamo ereditato dalla passata gestione. Si parla di due bond emessi dalla società A.H. S.r.l. rispettivamente di 10 e 5 milioni di euro: 10 milioni detenuti da un fondo a totale partecipazione di ENPAPI e 5 milioni detenuti direttamente da ENPAPI stessa. Il bond da 5 milioni aveva scadenza 31 gennaio 2025 e la settimana scorsa è stato regolarmente restituito, con tanto di rateo di interessi di gennaio 2025. Devo dire, a onor del vero, che negli ultimi due anni hanno avuto anche un ottimo Pag. 29rendimento finanziario, pari al 6 per cento. Pertanto, devo constatare che è stato regolarmente restituito. Il bond da 10 milioni ha scadenza 31 gennaio 2026, per cui nel 2026 vedremo quello che succederà.
Dovevo rispondere a qualcos'altro? Sul patrimonio netto farei intervenire il direttore generale.
PRESIDENTE. Lasciamo intervenire il direttore generale. Prego.
FRANCESCO RABOTTI, direttore generale ENPAPI. Solo per rispondere alla richiesta del senatore Occhiuto. Il patrimonio netto è un valore che per le società commerciali assume una rilevanza che non ha per gli enti di previdenza. Nel caso specifico, la negatività del patrimonio è totalmente attribuibile alle svalutazioni che sono state operate dall'attuale gestione relativamente, però, a investimenti che erano stati fatti in passato, quindi dalle precedenti gestioni. Come può notare, dopo la grande svalutazione che è stata fatta nel 2022, si è registrata una notevole riduzione della negatività, tanto che in due annualità da meno 61 milioni di euro si è arrivati prima a meno 34 milioni e poi a meno 13 milioni.
Da questo punto di vista, per soddisfare la sua richiesta con riferimento a una migliore gestione o, comunque, a un'ottimizzazione della gestione del patrimonio, devo far presente che le criticità maggiori derivavano dalla gestione immobiliare. È stata sostituita la società di gestione e attualmente la società di gestione a cui è stato affidato il fondo immobiliare a totale partecipazione dell'Ente lo ha rivisto proprio per efficientare lo stesso patrimonio e, finalmente, dopo tanti esercizi negativi, già da due anni ha iniziato a far diventare profittevole questo patrimonio e ha in corso ulteriori investimenti e rivisitazioni del portafoglio, che porteranno sicuramente a risultati di grande soddisfazione per l'Ente.Pag. 30
Tutto fa auspicare, quindi, che questo recupero avverrà nel più breve tempo possibile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire anche il direttore dell'Area Finanza, dottor Mauro Musi.
Prego, dottore.
MAURO MUSI, direttore Area Finanza ENPAPI. Grazie, presidente.
Giusto per dare un'ultima delucidazione, anche per curiosità, sul titolo Anthilia, che spesso viene associato a Chiara Ferragni, anche perché, probabilmente, è molto conosciuta. Questa obbligazione – cui la direzione Finanza dell'epoca diede parere negativo e il CdA fece lo stesso, per cui ci trovammo con questa obbligazione in portafoglio – è un'obbligazione che finanzia a sua volta Alchimia, una società che fa capo al dottor Barletta, che ha una quota di partecipazione nella società di Chiara Ferragni, ma partecipa anche in altre venti start-up. Chiaramente, Chiara Ferragni è più conosciuta e anche la più consistente all'interno delle partecipazioni ad Alchimia, però ci sono tante altre start-up e società partecipate. Inoltre, come diceva il presidente, i primi 5 milioni sono stati restituiti. Attendiamo 10 milioni il prossimo anno.
PRESIDENTE. Grazie, dottor Musi.
Interviene la senatrice Camusso, dopodiché la senatrice Pirro.
Prego, senatrice Camusso.
SUSANNA LINA GIULIA CAMUSSO (intervento in videoconferenza). Grazie, presidente. Ringrazio gli auditi che sono intervenuti.
Vorrei tornare sulla questione del 4 per cento di contributo, che è stato ridotto a 2 dal punto di vista del valore che poi avrà Pag. 31sulle prestazioni. Vorrei capire se avete una stima di che cosa vuol dire questo in termini di rapporto tra contribuzione e prestazioni, anche considerando che – come è stato appena detto – non avete pensionati propri, ma avete pensionati «congiunti» con altri enti. In prospettiva, credo che ENPAPI debba porsi il problema di quelli che saranno, poi, pensionati prevalentemente (non marginalmente) di ENPAPI e non di altre gestioni. L'affermazione che avete fatto nella relazione – se non erro – è che se ci saranno delle rimanenze queste verranno rimandate ai montanti dei singoli contribuenti. Quindi, non avete in prospettiva di reintegrare queste risorse che dovrebbero essere, visto che è un sistema contributivo a capitalizzazione, tutte dei lavoratori e non dedicate a gestire altro, come in parte già chiedeva prima il senatore Occhiuto.
Vorrei un secondo chiarimento. Avete detto di avere programmi di assistenza differenti tra gestione separata e gestione dei liberi professionisti. Che cosa vuol dire? In che cosa si caratterizza questa differenza? Inoltre, rispetto a quel riferimento che avete fatto sulle prestazioni a discrezione del Consiglio di Amministrazione, vorrei capire che cosa vuol dire. Siccome impiegate comunque risorse che vengono dai contribuenti, in genere i regolamenti dovrebbero essere trasparenti e comprensibili. Vorrei capire a che cosa si riferisce tutto questo.
Infine, vorrei capire se avete anche prestazioni di tipo sanitario e, in quel caso, come sono regolate.
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, senatrice Camusso.
Do la parola al presidente Baldini, che forse aveva bisogno di un chiarimento su un punto della sua domanda.
FRANCESCO RABOTTI, direttore generale ENPAPI. All'ultima parte. Non si è capito bene, sulla discrezionalità.
Pag. 32 PRESIDENTE. Sì, l'ultima parte, dove la senatrice Camusso citava la discrezionalità e le attribuzioni del Consiglio di Amministrazione.
Le chiedo di porre nuovamente la domanda.
SUSANNA LINA GIULIA CAMUSSO (intervento in videoconferenza). Il presidente Baldini, prima, alla domanda rispetto a quali erano le prestazioni assistenziali, ha detto che ci sono due regolamenti diversi. Dopodiché, ha descritto solo il regolamento dei liberi professionisti, ma non ha indicato la differenza rispetto alla gestione separata. Poi ha detto, dopo aver parlato di malattia e stato di bisogno, che ci possono essere altre prestazioni a discrezione del Consiglio di Amministrazione. Vorrei capire che cosa vuol dire, cioè se c'è un regolamento e poi il Consiglio di Amministrazione può decidere cose diverse, e sulla base di quali criteri le decide. Ovviamente, questo è un tema che riguarda direttamente i contribuenti e le loro risorse.
PRESIDENTE. Grazie, senatrice Camusso.
Prego, presidente Baldini.
LUIGI BALDINI, presidente ENPAPI. Grazie, presidente. Grazie, senatrice Camusso.
Per quanto riguarda il 2 per cento dell'integrativo, bisogna fare un chiarimento. Tutte le casse attribuiscono alla rivalutazione dei montanti parte dell'integrativo, solo che alcuni lo fanno attraverso una delibera che viene adottata annualmente dal Consiglio di Amministrazione e sottoposta all'approvazione dei ministeri vigilanti e altri, tra cui ENPAPI, avevano una sorta di automatismo: quando l'iscritto andava a versare il 4 per cento, in automatico il 2 per cento si riversava alla rivalutazione dei montanti.
Con la riforma che è stata introdotta, con decorrenza dal 2022, è stato eliminato l'automatismo. Che cosa significa? Pag. 33Significa che in automatico non vengono riversati i contributi del 2 per cento dell'integrativo al montante, però, quando le condizioni finanziarie – quindi il rientro dal patrimonio netto negativo – lo consentiranno, ciò non impedirà all'Ente di adottare una delibera da parte del Consiglio di Amministrazione e di sottoporla ai ministeri vigilanti per l'attribuzione di risorse alla rivalutazione dei montanti. In realtà, quindi, è stato eliminato l'automatismo.
Quanto all'impatto, visto che si prevede una durata di circa sette anni – e il 2 per cento non incide tantissimo in un arco temporale così ristretto –, è chiaro che noi ci siamo visti costretti a intraprendere questa strada, peraltro concordata con il Ministero vigilante, perché il Ministero del lavoro ci aveva sollecitato ad adottare sistemi che ci potessero in qualche modo far rientrare dal patrimonio netto negativo. Ricordo a tutti che sul bilancio consolidato del 2022 parlavamo di meno 52 milioni di euro. Adesso siamo arrivati a meno 16. Mi sembra che un buon risultato sia stato portato a casa. Ripeto: verosimilmente questi sette anni saranno anche anticipati e noi, ovviamente, saremo, sul piano politico, molto contenti nell'andare ad attribuire le risorse, successivamente, dell'integrativo anche alla rivalutazione dei montanti (ovviamente ministeri permettendo).
Per quanto riguarda la differenza, invece, tra gestione principale e gestione separata, la gestione principale è dotata di un regolamento di assistenza che è stato adottato con la nascita dell'Ente, mentre la gestione separata si è dotata di un regolamento di assistenza nella fase istitutiva della gestione separata, quindi nel 2012, che attengono a due platee diverse, con regolamenti diversi. In realtà, nel 2012, quando è stato adottato il regolamento della gestione separata ENPAPI, altro non si è fatto che adottare il regolamento della gestione separata INPS, farlo proprio, metterlo all'interno del regolamento della gestionePag. 34 separata ENPAPI e sottoporlo all'approvazione dei ministeri vigilanti, cosa che puntualmente hanno fatto. Sono previsti strumenti diversi all'interno dei due regolamenti, ecco perché parlavo di due regolamenti diversi.
Per quanto riguarda la discrezionalità del Consiglio di Amministrazione, ovviamente non tutti gli strumenti sono discrezionali. Rispetto a tutto ciò che è previsto come prescrizione regolamentare, una volta che l'interessato ha fatto la domanda e rientra nel diritto soggettivo è chiaro che il Consiglio di amministrazione non può esimersi dal concedere il beneficio. Per quanto riguarda alcuni strumenti, tra cui lo stato di bisogno, invece, l'importo erogabile fino a un massimo di 12 mila euro all'anno per non più di due annualità consecutive rientra – questo sì – nella discrezionalità del Consiglio di Amministrazione in base al reddito dell'interessato, alla tipologia di sostegno richiesto e anche ai casi che hanno impedito o limitato, per malattia o per altri motivi contingenti all'interno della vita sociale dell'iscritto, la produzione del reddito. Quando mi riferivo alla discrezionalità dei CdA, quindi, mi riferivo allo stato di bisogno.
PRESIDENTE. Grazie, presidente.
È iscritta a parlare la senatrice Pirro, cui do la parola.
ELISA PIRRO (intervento in videoconferenza). Grazie, presidente. Buongiorno.
Vorrei rivolgere delle domande riguardo ad alcune notizie che abbiamo letto sulla stampa rispetto a un accesso abusivo al sistema informatico previdenziale dell'Ente, cui forse avevamo già accennato in una precedente audizione. A quanto risulta, avete presentato un esposto presso la procura della Repubblica di Roma. Vorrei sapere se è emerso qualcosa dalle indagini – anche interne – che avete svolto e se ci potete fornire informazioni,Pag. 35 sempre che non siano coperte da segreto relativo a eventuali indagini in merito. Inoltre, vorrei sapere se, come sembra da notizie circolanti, avete anche coinvolto l'autorità Garante della privacy in questi accertamenti che state svolgendo, per cui chiedo se anche su questo potete darci qualche delucidazione.
Infine, risulterebbe che, dal 1° gennaio di quest'anno, ENPAPI non sia più associata ad AdEPP. Vorrei quindi sapere per quali motivi avete preso la decisione di uscire dall'associazione di categoria.
PRESIDENTE. Grazie, senatrice Pirro.
Prego, presidente.
LUIGI BALDINI, presidente ENPAPI. Grazie, presidente. Grazie, senatrice Pirro.
Per quanto riguarda il cosiddetto «data breach», confermo che c'è stato – ormai molti mesi fa – un esposto alla procura della Repubblica per accesso abusivo al sistema informatico. In realtà, dopo la denuncia sui social, abbiamo dato l'incarico a una primaria società di cybersecurity, che ha verificato i sistemi dove effettivamente aveva notato accessi impropri al sistema interno all'Ente, che per fortuna non hanno interessato la procedura elettorale, perché sono stati effettuati in un periodo diverso dalla data di svolgimento delle elezioni. Abbiamo presentato un esposto alla procura della Repubblica, però ad oggi non abbiamo contezza delle indagini, non sappiamo se siano state svolte indagini – come auspichiamo – da parte della polizia postale. Una parte delle indagini è stata svolta da questa società di cybersecurity. Le indagini sono state condotte – devo dire – in maniera molto scrupolosa e le risultanze sono state portate al vaglio della polizia postale. Altro non sappiamo, perché immagino siano ancora in corso.Pag. 36
Per quanto riguarda, invece, il Garante della privacy, certamente, già nella prima settimana successiva alla denuncia sui social abbiamo provveduto – peraltro è previsto come obbligo di legge – a fare una segnalazione al Garante, il quale ci ha chiesto delle prescrizioni entro quarantotto ore dalla richiesta e, successivamente, ulteriori informazioni entro sette giorni dalla prima richiesta effettuata. In prima battuta, il Garante aveva archiviato la pratica perché non aveva ravvisato irregolarità, riservandosi di fare valutazioni successive. Noi abbiamo portato a conoscenza dei ministeri vigilanti, del Ministero del lavoro in particolare, le risultanze del Garante. Successivamente a questa comunicazione – in maniera inaspettata, devo dire –, abbiamo avuto una riapertura del fascicolo da parte del Garante. Ovviamente noi ci siamo ci siamo opposti, perché sicuramente è stato un comportamento, da parte del Garante, quantomeno irrituale.
Passo al discorso AdEPP. In realtà, ormai da febbraio 2024, dall'inizio del procedimento elettorale, con più comunicazioni, abbiamo portato al vaglio del direttivo dell'AdEPP la vicenda elettorale e abbiamo visto il comportamento ministeriale come lesivo dell'autonomia della Cassa, sicuramente irrituale anche questo. Nessuna cassa dal 1996 ad oggi, almeno le casse contributive, ha avuto questa tipologia di indagine, attraverso addirittura l'istituzione di una commissione, l'istituzione di un pool ministeriale. Abbiamo portato – dicevo – al vaglio dell'AdEPP la nostra necessità e anche la nostra richiesta di intervenire e far prendere una posizione nell'associazione. Peraltro ricordo a tutti che l'obiettivo principale di AdEPP, a livello statutario, è quello di tutelare l'autonomia delle casse; autonomia che, purtroppo, devo riconoscere, non c'è stata. Tra l'altro, le due richieste epistolari inviate dall'Ente all'AdEPP, per quanto a mia conoscenza, non sono state neanche messe all'ordine del Pag. 37giorno del direttivo. Una delle due è stata trattata, in maniera generica, nelle comunicazioni del presidente, all'interno di un'Assemblea, ma alla fine non c'è stata alcuna azione concreta, neanche sottoforma di solidarietà nei confronti della Cassa.
Quindi, abbiamo fatto una considerazione interna al Consiglio di Amministrazione. Il dissenso principe è quello di non partecipare al consesso. Pertanto, a dicembre abbiamo deliberato di non partecipare più all'AdEPP con decorrenza dal 1° gennaio 2025.
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, presidente.
Io non registro altre iscrizioni a parlare. Se posso, faccio io due richieste di approfondimento. La prima riguarda proprio l'ultimo fatto che è stato evidenziato, indipendentemente dalle cause che il presidente ha esposto, per quanto riguarda invece alcune conseguenze. Per esempio, la Cassa continuerà ad applicare il contratto AdEPP ai suoi dipendenti? Questa è la prima richiesta di approfondimento, se vogliamo pleonastica, ma mi interessava anche evidenziare questo aspetto.
C'è un altro aspetto, emerso su alcuni organi di stampa specializzati, che riguarda l'applicazione da parte di ENPAPI di sanzioni e di interessi, in caso di ritardato pagamento dei contributi, che vengono ritenuti – da chi deve corrisponderli – eccessivi, con la conseguente difficoltà a saldare l'ammontare del debito contributivo. Nel bilancio 2023 le sanzioni amministrative ammontano a 1,3 milioni di euro, nel 2022 a 28 milioni di euro e gli interessi, rispettivamente, a 7,5 milioni e 3,8 milioni nel 2022. Vengono lamentati i tassi di interesse, definiti dalle fonti di stampa – come immaginerete – usurari. Ci interesserebbe avere una maggiore informazione sulle sanzioni e gli interessi applicati in caso di ritardato pagamento, se prevedete o proponete dei piani di rientro, fermo restando che se il debito Pag. 38è affidato all'agente della riscossione ci sono comunque gli istituti normalmente previsti dall'ordinamento, come gli istituti di rateizzazione. Vi chiedo quindi se potete condividere qualche vostra valutazione in merito, in particolare sull'entità delle sanzioni e sui tassi di interesse.
Grazie.
LUIGI BALDINI, presidente ENPAPI. Grazie, presidente.
Per quanto riguarda il contratto collettivo nazionale, noi continueremo ad applicarlo ai dipendenti e ai dirigenti. Ci tengo a precisare che non vogliamo creare danno a nessuno, tanto è vero che, nella comunicazione di mancata adesione dal 2025 all'associazione, abbiamo dato la piena disponibilità a collaborare e anche a continuare a fornire i dati dell'Ente qualora ritenuti necessari, quindi qualora richiesti dalla stessa AdEPP. La nostra era solo una forma di dissenso politico. Il dissenso principe – come ho detto – è quello di non partecipare più al consesso. Questa è una precisazione che ci tenevo a fare, perché non vogliamo prestarci a strumentalizzazioni su questo.
Per quanto riguarda gli interessi di mora, questi vengono applicati da regolamento. Attualmente gli interessi di mora sono lo 0,60 per cento mensile, quindi abbiamo il 7,2 per cento annuale. Abbiamo – peraltro l'avevamo indicato nel nostro programma elettorale – proposto nel 2021, in una riforma del regolamento di previdenza, l'abbattimento del 50 per cento di tale tasso di interesse; però, purtroppo, il Ministero del lavoro – così come per altri aspetti – ci ha mandato a casa il regolamento senza l'approvazione, quindi di fatto ci ha impedito la riduzione del tasso di interesse dal 7,2 per cento alla metà. Questo era l'obiettivo politico di questa governance.
Per quanto riguarda, invece, gli strumenti messi in campo dall'Ente per facilitare il rientro del piano del debito, anche qui, a livello regolamentare è prevista una richiesta di rateizzazione. Pag. 39L'iscritto ha la facoltà di chiedere una rateizzazione, che può essere sia ordinaria che straordinaria. La rateizzazione ordinaria prevede la possibilità di diluire il debito in massimo 72 rate mensili, mentre la rateizzazione straordinaria prevede la possibilità di rientrare nel debito con 120 rate mensili (quindi dieci anni). L'unica differenza è che la rateizzazione straordinaria è sottoposta all'applicazione di un indicatore all'interno dell'ISEE, ovvero ci deve essere un rapporto tra il debito e la rata mensile che l'iscritto si trova a pagare rispetto al reddito: se supera il 20 per cento può essere ammesso alla rateizzazione straordinaria; se è inferiore al 20 per cento può chiedere soltanto la rateizzazione ordinaria in massimo 72 rate.
PRESIDENTE. Grazie, presidente.
Giusto per capire, una questione tecnica: se lei parla di tasso di interesse dello 0,6 per cento mensile e 7,2 per cento annuale significa che è un interesse semplice, che non c'è capitalizzazione? Non è un interesse composto, intendo dire.
LUIGI BALDINI, presidente ENPAPI. Assolutamente non è composto. In realtà, il tasso di interesse si applica nel momento in cui l'iscritto manifesta la volontà di pagare. Nel momento in cui o chiede la rateizzazione o salda, l'interesse si blocca a quella data, quindi la rateizzazione comincia a decorrere perché l'interessato ha manifestato la volontà di pagare. Per rispondere alla sua domanda, è semplice, non è composto.
PRESIDENTE. Grazie, presidente.
Io non registro altre richieste di intervento.
Nel ringraziare nuovamente gli esponenti di ENPAPI per la loro disponibilità a partecipare a questa audizione, la dichiaro conclusa.
La seduta termina alle 9.50.