XIX Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 34 di Giovedì 5 dicembre 2024
Bozza non corretta

INDICE

Pubblicità dei lavori:
Bagnai Alberto , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SUGLI INVESTIMENTI FINANZIARI E SULLA COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DEGLI ENTI PREVIDENZIALI E DEI FONDI PENSIONE ANCHE IN RELAZIONE ALLO SVILUPPO DEL MERCATO FINANZIARIO E AL CONTRIBUTO FORNITO ALLA CRESCITA DELL'ECONOMIA REALE.

Audizione del presidente e di altri rappresentanti dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei veterinari (ENPAV).
Bagnai Alberto , Presidente ... 2 
Gandola Oscar Enrico , presidente ENPAV ... 3 
Bagnai Alberto , Presidente ... 4 
Gandola Oscar Enrico , presidente ENPAV ... 4 
Bagnai Alberto , Presidente ... 11 
Lamarca Giovanna , direttore generale ENPAV ... 11 
Bagnai Alberto , Presidente ... 11 
Lamarca Giovanna , direttore generale ENPAV ... 11 
Bagnai Alberto , Presidente ... 16 
Sannino Barbara , vicedirettore generale ENPAV ... 17 
Bagnai Alberto , Presidente ... 18 
Dondi Daniela (FDI)  ... 18 
Bagnai Alberto , Presidente ... 19 
Lamarca Giovanna , direttore generale ENPAV ... 19 
Dondi Daniela (FDI)  ... 20 
Bagnai Alberto , Presidente ... 20 
Dondi Daniela (FDI)  ... 20 
Lamarca Giovanna , direttore generale ENPAV ... 20 
Dondi Daniela (FDI)  ... 21 
Lamarca Giovanna , direttore generale ENPAV ... 21 
Bagnai Alberto , Presidente ... 21 
Lovecchio Giorgio (FI-PPE)  ... 21 
Bagnai Alberto , Presidente ... 22 
Sannino Barbara , vicedirettore generale ENPAV ... 22 
Bagnai Alberto , Presidente ... 22 
Gandola Oscar Enrico , presidente ENPAV ... 22 
Bagnai Alberto , Presidente ... 23 
Sannino Barbara , vicedirettore generale ENPAV ... 24 
Bagnai Alberto , Presidente ... 26 
Gandola Oscar Enrico , presidente ENPAV ... 27 
Bagnai Alberto , Presidente ... 27 
Lamarca Giovanna , direttore generale ENPAV ... 27 
Bagnai Alberto , Presidente ... 28

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALBERTO BAGNAI

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Non essendovi obiezioni, dispongo l'attivazione del circuito.

Audizione del presidente e di altri rappresentanti dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei veterinari (ENPAV).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli investimenti finanziari e sulla composizione del patrimonio degli enti previdenziali e dei fondi pensione anche in relazione allo sviluppo del mercato finanziario e al contributo fornito alla crescita dell'economia reale, l'audizione del presidente e di altri rappresentanti dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei veterinari (ENPAV).
  Ricordo prevede che la legge istitutiva di questa Commissione prevede che essa eserciti un controllo sui bilanci degli enti di previdenza. Quindi, sono oggetto di queste audizioni anche eventuali questioni riferite a questa attività di controllo, nonostante lo scopo dell'indagine conoscitiva mi esorti a suggerire a tutti di attenersi più sul tema degli investimenti che su altri temi, dal momento che ci saranno anche altre indagini, che avranno altri focus particolari, tra cui – come sappiamo – l'equilibrio delle gestioni, che rappresentano un altro grande tema su cui ci soffermeremo. Quando si parla di un bilancio, Pag. 3tuttavia, fatalmente si va anche a cadere sul tema dell'equilibrio. Questo lo dico a beneficio non tanto di chi ci ascolta qui, quanto di chi ci ascolta da fuori, perché qualcuno ci ascolta anche da fuori grazie ai mezzi tecnologici di cui oggi ci avvaliamo molto intensamente.
  L'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei veterinari ha presentato tempestivamente un documento, che è già stato trasmesso ai commissari e che, comunque, è in distribuzione.
  Per l'Ente è oggi presente il presidente, Oscar Enrico Gandola, accompagnato dal direttore generale, la dottoressa Giovanna Lamarca, e dal vicedirettore generale, la dottoressa Barbara Sannino.
  Nel ringraziare i nostri ospiti per la disponibilità a partecipare ai lavori della nostra Commissione, do la parola al presidente Oscar Enrico Gandola per lo svolgimento della relazione, che raccomando di contenere in circa venti minuti. Al termine della relazione potranno intervenire i commissari che lo richiedano, anche se abbiamo capito che questa sarà un po' come la Sinfonia degli addii di Haydn, in quanto sono stato avvisato dal senatore Magni e dalla senatrice Cantù che essi dovranno assentarsi per partecipare a votazioni nelle Commissioni permanenti. Confido peraltro che i nostri ospiti non la prendano come una mancanza di interesse per quello che hanno da dirci.
  Prego, presidente.

  OSCAR ENRICO GANDOLA, presidente ENPAV. Onorevole presidente, onorevoli senatori e onorevoli deputati, vi porgo i miei saluti, i saluti del consiglio di amministrazione e dell'assemblea dei delegati. Siamo onorati di poter rappresentare il nostro ente in questo importante consesso.
  Passo alla relazione. Se il presidente è d'accordo, l'abbiamo articolata con una mia presentazione di contesto, una sezione Pag. 4economico-finanziaria da parte del direttore generale e una sezione sugli investimenti da parte della dottoressa Sannino, che è responsabile del settore finanziario.

  PRESIDENTE. Certo, di solito ci si regola in questo modo. Prego.

  OSCAR ENRICO GANDOLA, presidente ENPAV. La ringrazio.
  Leggo per contenere il tutto e per essere più preciso e conciso.
  ENPAV, istituito nel 1958, è stato riformato profondamente nel 1991, con la legge n. 136, che ha introdotto un sistema di calcolo delle pensioni rapportato al reddito professionale, a fronte del versamento di una contribuzione previdenziale in percentuale sul reddito e sul volume di affari dichiarati. A decorrere dal 1° gennaio 1995, in virtù della facoltà concessa dal decreto legislativo n. 509 del 1994, ENPAV si è trasformata in un'associazione di diritto privato senza scopo di lucro, pur conservando le finalità strettamente pubbliche della gestione della tutela previdenziale e assistenziale della categoria dei medici veterinari.
  La compagine dei medici veterinari iscritti a ENPAV è costituita da diverse categorie di professionisti iscritti all'albo professionale. In particolare, sono iscritti obbligatoriamente a ENPAV: tutti i veterinari che esercitano la libera professione (anche in modo non esclusivo), i medici veterinari specialisti e ambulatoriali che operano in convenzione con il Servizio sanitario nazionale, nonché i medici veterinari dipendenti iscritti prima della legge di riforma del 1991 (nonostante abbiano un'altra forma di previdenza obbligatoria). Sono iscritti, invece, facoltativamente – in quanto possono esercitare la facoltà di cancellarsi –, i medici veterinari dipendenti iscritti a ENPAV Pag. 5post-1991, purché non svolgano anche attività libero-professionali in nessuna forma e siano titolari di un'altra copertura previdenziale obbligatoria.
  La libera professione veterinaria negli ultimi anni sta attraversando una fase di espansione in un mercato la cui domanda di professionisti non trova adeguato riscontro nell'offerta. Questo squilibrio è dovuto a molteplici fattori, tra i quali si evidenzia l'introduzione del numero chiuso per l'accesso alla facoltà di medicina veterinaria, che ha determinato una sensibile riduzione delle immatricolazioni disponibili, quindi un numero minore di laureati; la diffusione nella società degli animali da compagnia; l'attenzione sempre più elevata al loro benessere e la sempre maggiore specializzazione che viene richiesta al veterinario.
  Conseguentemente, si sta assistendo a un trend di crescita dei redditi professionali medi dichiarati che, per il corrente anno, si stima sarà del 10 per cento.
  Ad oggi, i medici veterinari iscritti attivi a ENPAV sono 26.900, in leggero calo rispetto agli anni passati per effetto del minor numero di laureati – di cui si è detto prima – e per la crescita del numero dei pensionati (che si attesta a 9.850). Quest'ultimo fenomeno è collegato a fattori demografici, che erano già stati ampiamente previsti nell'elaborazione dei bilanci tecnici e che sono, comunque, oggetto di costante monitoraggio da parte di ENPAV.
  È una categoria in cui la femminilizzazione è progressivamente aumentata, tanto che il genere femminile costituisce il 55 per cento degli iscritti.
  Relativamente ai dati numerici di sistema, si segnala che, dal confronto tra i dati di bilancio consuntivo annuale e quelli dell'ultimo bilancio tecnico, non sono mai emersi scostamenti rilevanti nelle riserve patrimoniali; ciò a supporto della correttezzaPag. 6 delle proiezioni di sostenibilità del sistema previdenziale, nonché della prudenza con cui vengono effettuate dette proiezioni attuariali (lo si evince dalla tabella in cui si riporta l'ultimo raffronto disponibile tra bilancio tecnico e conto consuntivo al 31 dicembre 2023).
  ENPAV assicura ai propri iscritti sia la tutela previdenziale – pensioni di vecchiaia, ordinaria, anticipata, di invalidità, inabilità, pensione a superstiti, pensione modulare, pensione in cumulo, pensione in totalizzazione, rendita pensionistica –, sia anche prestazioni di tipo assistenziale, che sono finanziate attraverso uno stanziamento annuo fino a un massimo dell'1,5 per cento delle entrate correnti del bilancio di previsione, così come stabilito dallo Statuto.
  In particolare, negli ultimi anni è stata ampliata la tutela di welfare ai propri associati. Sono stati introdotti nuovi istituti, quali le borse lavoro giovani – per favorire esperienze di tirocinio dei neoiscritti –, i sussidi alla genitorialità, le borse di studio di specializzazione post-laurea ai veterinari, le borse di lavoro per i pensionati di invalidità, le indennità di non autosufficienza, le indennità per la morte prematura dell'iscritto, oltre alle provvidenze straordinarie una tantum ai veterinari e ai loro superstiti che si trovino in condizioni di particolare disagio economico. Vengono, inoltre, erogati prestiti agli iscritti per l'avvio e lo sviluppo della professione e viene riconosciuta l'indennità di maternità durante il periodo della gravidanza.
  ENPAV, inoltre, svolge nei confronti dei propri iscritti un fondamentale ruolo di sussidiarietà sul piano sanitario, assicurandoli attraverso una polizza sanitaria integrativa che copre non solo gli eventi di grave entità, ma anche la diagnostica e la prevenzione.
  ENPAV opera con un sistema previdenziale con tipo di finanziamento a ripartizione misto, alimentato sia dai contributiPag. 7 versati dagli associati sia dai rendimenti degli impieghi del patrimonio mobiliare e immobiliare. Il metodo di calcolo pensionistico è di tipo retributivo, con dei correttivi intervenuti nel 2011, che hanno riguardato sia la revisione dei parametri di calcolo delle pensioni sia l'incremento dei contributi. In particolare, si rappresenta che è stato previsto l'aumento della percentuale del contributo soggettivo di mezzo punto dal 2010, ogni anno, fino ad arrivare al 22 per cento nel 2033 (attualmente è posizionato al 17,5 per cento). In aggiunta, nel 2027 aumenterà l'aliquota del contributo integrativo al 3 per cento, per salire, poi, nel 2030 al 4 per cento.
  Esaminando le proiezioni dell'ultimo bilancio tecnico straordinario al 31 dicembre 2022 – aggiornato per supportare le riforme deliberate dall'Assemblea dei Delegati nello scorso aprile del 2024 –, la sostenibilità del sistema previdenziale ENPAV è garantita per oltre cinquant'anni e non presenta mai saldi previdenziali negativi, con un patrimonio in continua crescita grazie anche ai solidi saldi gestionali (dato di partenza del patrimonio nel 2023, 1 miliardo 207 milioni; dato finale al 2071, 13 miliardi 97 milioni). È proprio per distribuire agli associati parte del patrimonio e garantire una maggiore adeguatezza delle prestazioni pensionistiche che, nell'aprile 2024, sono state deliberate riforme che hanno riguardato sia il calcolo delle pensioni sia istituti di natura assistenziale. Di questo magari si farà cenno in sede di risposta alle vostre domande.
  Per quanto riguarda la governance, lo Statuto stabilisce che sono organi dell'Ente: l'Assemblea nazionale dei Delegati (costituita da 100 delegati, uno in rappresentanza di ogni Ordine provinciale di veterinari), il presidente, il vicepresidente, il Consiglio di Amministrazione (composto da nove membri – otto elettivi e uno di diritto, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini), il Comitato esecutivo (composto da Pag. 8presidente, vicepresidente e da un consigliere di amministrazione) e il Collegio sindacale (composto da cinque membri, di cui il presidente e un componente sono espressione dei Ministeri vigilanti). Le funzioni dei diversi organi sono previste ed elencate negli articoli dello Statuto di ENPAV. Gli attuali organi rimarranno in carica per il quinquennio 2022-2027.
  Il modello organizzativo-funzionale di ENPAV è sintetizzato nell'organigramma. La struttura organizzativa di tale modello pone al vertice il direttore generale e il vicedirettore, alle cui dipendenze si trovano le cinque direzioni di livello dirigenziale – ciascuna diretta da un dirigente –, articolate a loro volta in aree di competenza, con un totale di 54 dipendenti (nei 54 sono compresi quattro dirigenti e il direttore generale).
  A presidio dell'organizzazione, dal 2010 ENPAV si è dotato di un sistema di gestione della qualità conforme agli standard internazionali della norma UNI EN ISO/9001. Questa scelta strategica è finalizzata a garantire una gestione efficiente, trasparente e orientata al miglioramento continuo dei processi operativi e dei servizi offerti agli iscritti. Oggetto della certificazione sono i processi di gestione delle iscrizioni, dei flussi contributivi e dell'erogazione dei servizi di previdenza e assistenza (anche in modalità telematica), gestione degli investimenti immobiliari e mobiliari finalizzata al perseguimento degli scopi dell'Ente.
  L'adozione di tale sistema garantisce che ENPAV operi secondo procedure documentate e controllate, rispettando gli standard di qualità e trasparenza. Attualmente la certificazione è rilasciata da DNV, organismo indipendente accreditato da Accredia.
  Il responsabile della gestione qualità di ENPAV è incaricato di garantire il corretto funzionamento del sistema generale della qualità e di condurre audit interni secondo una programmazionePag. 9 triennale, con l'obiettivo di verificare la conformità e l'efficienza dei processi certificati e dei processi di supporto, fondamentali per l'efficacia complessiva del sistema.
  Un ulteriore importante presidio è quello della cybersecurity, relativo alla protezione dei dati e delle procedure informatiche da attacchi e crimini informatici.
  Ricordo che tutto il sistema informatico è internalizzato. Non c'è nulla gestito dall'esterno, abbiamo sviluppato internamente tutte le procedure, quindi siamo in grado, con una flessibilità importante – oltre al know-how che abbiamo costruito –, di gestire tutte le eventuali situazioni che si dovessero verificare, anche in fase di previsione.
  In ambito di cybersecurity la strategia attuata da ENPAV è quella di realizzare un percorso di miglioramento continuo, con lo scopo di innalzare i livelli di controllo sulle tematiche cyber. Nell'ultimo anno è stata rinnovata la procedura di backup e recovery dell'infrastruttura, con l'obiettivo di incrementare la resilienza della struttura e dei dati gestiti.
  Nel corso del 2024 il Consiglio di Amministrazione ha tracciato un percorso di implementazione delle strategie finanziarie – che avrà un suo sviluppo anche nel 2025 – relativamente al processo di integrazione dei criteri ESG nelle strategie di investimento, che riguarderà sia la fase di selezione dei prodotti sia la gestione del rischio, fino ad arrivare alla pubblicazione del bilancio sociale. Quattro sono le principali tappe di questo percorso: integrare la strategia di investimento con una policy ESG condivisa dal Consiglio di Amministrazione e dagli organismi consultivi competenti in materia di investimento, con il coinvolgimento anche di delegati provinciali e altri stakeholder rilevanti in quanto rappresentativi della professione; integrare i criteri di sostenibilità ESG (fattori ambientali, sociali e buon governo) nei processi di selezione degli investimentiPag. 10 e di monitoraggio del patrimonio, implementandoli anche nel modello di gestione ENPAV; adottare un modello di rating sulla qualità e sostenibilità del patrimonio immobiliare detenuto direttamente tramite la Società partecipata Immobiliare EnpavRe, affinché si possa ottenere una certificazione di sostenibilità volontaria, garantendo standard elevati; pubblicare il bilancio sociale, strumento che fornisce informazioni sulle attività svolte dall'Ente non solo dal punto di vista economico-finanziario, ma anche per quanto riguarda l'impatto sociale e ambientale delle azioni svolte.
  ENPAV ha consolidato nel tempo un processo di investimento strutturato ed efficiente che ha permesso di creare un portafoglio molto diversificato, che al suo interno contiene sia prodotti ESG che non ESG. Questo è avvenuto senza aver implementato una vera e propria strategia sugli investimenti sostenibili, ma seguendo più che altro input forniti dal mercato. Un passaggio fondamentale sarà, pertanto, quello di verificare quali sono i prodotti attualmente investiti che rispettano i princìpi ESG e quelli che non li rispettano (cosiddetta «health check»).
  Il Consiglio di Amministrazione, da ultimo, ha adottato il seguente atto di indirizzo, su cui basare la stesura della futura politica sugli investimenti responsabili: adottare criteri ambientali, sociali e di governance nell'analisi degli investimenti; integrare i fattori ESG nei processi decisionali di investimento; mantenere sempre e comunque il focus sulla redditività degli investimenti (l'integrazione ESG deve garantire un livello di rischio-rendimento ottimale, in linea con l'ALM, in un orizzonte temporale che tenga conto degli impegni derivanti dal bilancio tecnico attuariale); chiedere alle controparti in cui l'Ente investe trasparenza, chiarezza sulle informative riguardanti temi ESG, report dettagliati sugli impatti ambientali, sociali e di Pag. 11governance degli asset in portafoglio; adozione di metodologie standardizzate di reportistica per la rendicontazione sulle tematiche ESG; sostenere la formazione professionale sulle tematiche ESG nel settore degli investimenti; attivare sinergie con altri investitori istituzionali per aumentare l'efficacia delle iniziative ESG; integrare i fattori ESG nella fase di monitoraggio e rendicontazione degli investimenti; infine, privilegiare investimenti che dichiaratamente intendono rispettare l'obiettivo di tagliare le emissioni di gas serra del 55 per cento e di aumentare la quota di energia rinnovabile del 40 per cento entro il 2030 (misure propedeutiche alla carbon neutrality entro il 2050).
  Ho concluso la presentazione di contesto.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. L'abbiamo anche accompagnata con le vostre slide.
  Il direttore generale vuole integrare?

  GIOVANNA LAMARCA, direttore generale ENPAV. Sì.

  PRESIDENTE. Prego, dottoressa.

  GIOVANNA LAMARCA, direttore generale ENPAV. Grazie. Buongiorno a tutti i senatori e i deputati presenti.
  Io mi soffermerò, sostanzialmente, sulla descrizione delle funzioni deputate alla gestione finanziaria, sui processi di selezione dei prodotti e sull'asset allocation strategica alla quale si addiviene alla fine di questo processo decisionale.
  Per quanto riguarda le funzioni deputate alla gestione finanziaria, in ENPAV ne abbiamo cinque. Esse sono definite principalmente dallo Statuto dell'Ente.
  Partiamo dal Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione ha la funzione strategica di definire quelli che sono ex ante gli obiettivi previdenziali dell'Ente. Partendo dagli Pag. 12obiettivi previdenziali dell'Ente si arriva a definire l'asset liability, dalla quale desumiamo una politica di investimento, quindi l'asset allocation strategica. Il Consiglio di Amministrazione ha il compito di deliberare tutti questi atti formali che sono di indirizzo strategico per la gestione finanziaria degli investimenti. Il Consiglio di Amministrazione ha altresì la funzione di deliberare annualmente il Piano degli impieghi e di deliberare il Piano triennale per gli investimenti immobiliari.
  L'altro organo coinvolto in questa funzione di gestione finanziaria è il Comitato esecutivo. Il Comitato esecutivo ha la funzione di dare attuazione al Piano d'impiego annuale, ricevendo degli input da altri organismi – che sono l'Organismo consultivo piano di impiego investimenti mobiliari e immobiliari e due organismi (l'uno mobiliare e l'altro immobiliare) che danno supporto e indirizzo per quanto riguarda, rispettivamente, gli investimenti nel settore mobiliare e nel settore immobiliare.
  Questi tre organismi (l'Organismo consultivo piano di impiego e i due Organismi di investimento mobiliare e immobiliare) sono composti da delegati. Questa è una modalità di coinvolgimento dell'Assemblea, quindi dei delegati, nella fase di proposta per quanto riguarda gli investimenti.
  Accanto a questi organi – che hanno funzione decisionale, funzione esecutiva e funzione consultiva –, abbiamo due advisor: un advisor del settore mobiliare e un advisor del settore immobiliare. Da ultimo, abbiamo introdotto anche l'advisor che ci supporterà nell'health check del nostro patrimonio ai fini ESG e anche nella selezione di prodotti che siano caratterizzati dagli elementi ESG che andremo a identificare.
  L'Area Finanza, infine, è l'area che rientra nella Direzione Amministrazione, ha funzioni di studio e di supporto di tutti gli organi che ho appena citato e opera anche con attività propositivePag. 13 nel caso in cui riceva specifiche deleghe dal Consiglio di Amministrazione.
  L'Area Finanza, per quanto riguarda l'attività di monitoraggio, è autonoma, quindi svolge in autonomia l'attività di monitoraggio ex post, sia riguardante l'andamento dei singoli prodotti di investimento sia riguardante l'andamento dell'intero patrimonio investito.
  Nell'ambito del processo di investimento, abbiamo diverse fasi: analisi dell'asset liability, definizione della politica di investimento, definizione del modello di selezione dei prodotti mobiliari ed immobiliari e monitoraggio ex post di entrambi i prodotti.
  Partiamo dalla prima fase, quella strategica e di indirizzo, che consiste nell'adozione dell'asset liability e dell'asset allocation strategica. L'asset liability management è uno strumento gestionale che aiuta l'Ente a valutare gli impegni che ha verso i propri iscritti – quindi le passività, gli impegni pensionistici –, a rapportarli alle attività – quindi le entrate contributive – e valutare, nel tempo, la sostenibilità delle passività rispetto alle attività. In pratica, è un modello che analizza e proietta nel tempo gli impegni pensionistici e che dà luogo all'identificazione di una strategia di investimento, che poi viene tradotta in una asset allocation strategica, cioè in un portafoglio, nella composizione del portafoglio, che vede al suo interno dei pesi specificamente attribuiti alle varie tipologie di prodotti che devono essere inseriti nel portafoglio stesso.
  Questa fase di asset liability e adozione di asset allocation strategica – come dicevo – è di competenza del Consiglio di Amministrazione, che delibera questi due documenti con il supporto dell'organismo Piano d'impiego degli investimenti mobiliari e immobiliari, che viene supportato in questa attività di proposizione dell'asset liability e dell'asset allocation strategica Pag. 14dall'Area Finanza e dagli advisor mobiliare o immobiliare. È un processo che viene descritto in un modello che noi chiamiamo «modello di gestione», al cui interno vengono identificati questi due passaggi e i soggetti coinvolti nel processo stesso.
  Una volta che vengono definite l'asset liability e l'asset allocation strategica, viene messo in pratica un processo di selezione. L'iter di selezione dei prodotti viene effettuato, nell'ambito delle scelte strategiche identificate dal consiglio di amministrazione, dall'Organismo consultivo mobiliare e dall'Organismo consultivo immobiliare. Questi due organismi operano un iter di selezione che avviene con modalità differenti, a seconda che si tratti di selezione di prodotti finanziari o di prodotti immobiliari. Laddove si tratti di prodotti mobiliari, l'iter di selezione prevede fasi di indagine di mercato all'interno di bandi che noi adottiamo, che consentono di identificare prodotti che possano rispondere all'asset allocation strategica. A seconda della categoria di prodotto che si va a identificare, vengono adottati dei bandi, nei quali noi andiamo a identificare le caratteristiche dei prodotti che ricerchiamo. Si crea, quindi, un beauty contest di scelta, che viene esaminato dall'organismo consultivo competente, che lo propone, poi, al Comitato esecutivo, che attua questo Piano di impiego. Il tutto – come dicevo in premessa quando indicavo le funzioni deputate all'investimento – con il supporto dell'advisor (mobiliare o immobiliare) e con il supporto dell'Area Finanza.
  Come dicevo, abbiamo un sistema di scoring molto ben determinato, nel senso che a ciascun prodotto selezionato vengono attribuiti dei punteggi, in maniera tale da poter effettuare un confronto tra prodotti che abbiano caratteristiche similari e che ci consentano, quindi, di scegliere quello che meglio risponde alle esigenze dell'Ente.Pag. 15
  Per quanto riguarda l'iter di selezione del patrimonio immobiliare, esso prevede, a seconda che si scelga un immobile diretto oppure fondi immobiliari, procedure di selezione che partono sempre da un bando aperto (cui possono arrivare proposte), nel quale vengono descritte le caratteristiche dell'immobile diretto che si cerca piuttosto che del fondo immobiliare le cui quote si intende acquisire. Anche in questo caso, si viene a creare una sorta di punteggio che viene attribuito nelle varie fasi di selezione.
  Il punteggio può riguardare, nel caso in cui si tratti di un fondo immobiliare, il gestore del fondo oppure la tipologia di immobili che sono al suo interno – quindi, si attribuiscono punteggi, ad esempio, alle masse gestite dal gestore piuttosto che ai track record che ha riportato nel tempo questo gestore o alle strategie che il gestore intende seguire nell'investimento, dopodiché si crea una tabella di valutazione –; inoltre, il prodotto viene esaminato e valutato in funzione, ad esempio, della destinazione d'uso piuttosto che della collocazione geografica, in maniera tale da avere delle tabelle di raffronto che consentano la scelta dell'investimento. La scelta dell'investimento viene proposta dagli organismi consultivi e – come dicevamo prima – viene, poi, deliberata dal Comitato esecutivo.
  Quando si tratta, invece, di acquisire immobili diretti, la delibera è di competenza del Consiglio di Amministrazione. In funzione del valore dell'immobile, poi, vengono acquisite due stime di valore. Se il valore dell'immobile supera certi tetti (rappresentati da 10 milioni di euro, quindi se vale più di 10 milioni di euro), acquisiamo più perizie.
  È un processo di selezione articolato, descritto nell'ambito di questo modello di gestione che l'Ente ha adottato nel 2015 e che, quindi, traccia in maniera piuttosto definita i soggetti coinvolti, le responsabilità dei soggetti e le varie fasi che Pag. 16caratterizzano l'iter di selezione, nonché il monitoraggio finale, che viene effettuato ogni trimestre per quanto riguarda gli investimenti mobiliari e annualmente per quanto riguarda, invece, gli investimenti immobiliari.
  L'attività di monitoraggio è attribuita all'Area Finanza, la quale ha dei software, degli strumenti informatici, che consentono di operare in autonomia, senza avvalersi di advisor esterni (quindi in maniera indipendente dall'advisor, che, invece, interviene nella fase di supporto nell'individuazione dei criteri della selezione). L'esito di questo monitoraggio viene riportato all'attenzione dei due organismi consultivi che hanno seguito la fase di selezione iniziale, rappresentato anche al consiglio di amministrazione e, infine, acquisito in maniera formale dal comitato esecutivo, che era l'organo che aveva deliberato l'investimento stesso.
  Nel caso in cui dal monitoraggio emergano elementi di scostamento rispetto agli obiettivi che ci si era dati, vengono adottate azioni correttive (ad esempio dismissioni di certe azioni o obbligazioni che non rispondono ai requisiti che erano stati identificati a monte).
  Questo per quanto riguarda tutta la fase più operativa.
  Qui è descritto tutto il processo di investimento, che non sto a ripetere dal momento che l'ho riassunto prima. Volevo soltanto rappresentare l'asset allocation strategica: questo è il modello di scorecard al quale accennavo e questa è la composizione del portafoglio, sulla cui definizione magari lascerei la parola alla collega.
  Presidente, avrei finito la mia presentazione della parte degli investimenti.

  PRESIDENTE. Va bene. Dedichiamo cinque minuti al dettaglio, anche perché le tabelle ci sono già state recapitate e chi voleva le ha guardate.Pag. 17
  Dottoressa Sannino, a un certo punto le toglierò la parola per darla ai colleghi, poiché ci stiamo avvicinando all'apertura delle Aule.
  Prego, dottoressa Sannino.

  BARBARA SANNINO, vicedirettore generale ENPAV. Grazie. Sarò brevissima.
  Il portafoglio dell'ENPAV al 31 ottobre 2024 ammonta complessivamente a 1,217 miliardi di euro. Come è possibile vedere dalla diversificazione del portafoglio che attuiamo, noi ci dedichiamo a effettuare diversificazione sia geografica che di prodotto. Infatti, grazie a questa diversificazione riusciamo a mantenere quei livelli previsti dall'ALM sia di rendimento che di rischio e, quindi, a garantire ai nostri associati sia l'ottimo rendimento che una riduzione di rischio importante.
  Volendo passare al tema degli investimenti alternativi e, quindi, alla quota destinata all'economia reale in Italia, il nostro portafoglio è investito per circa il 21 per cento. Il 21 per cento è rappresentato fondamentalmente da titoli di Stato e da investimenti in piccole e medie imprese che effettuiamo attraverso lo strumento del private equity.
  Dall'asset allocation strategica, come avete potuto vedere nella prima slide, è destinata una percentuale del 27 per cento agli investimenti in real estate e la restante parte, ovviamente, in investimenti immobiliari. Anche qui effettuiamo un'ampia diversificazione attraverso due strumenti. Il primo è quello dei fondi immobiliari, che ci permette di effettuare un'ampia diversificazione geografica; l'altro riguarda le società immobiliari partecipate direttamente dall'ENPAV. Queste società immobiliari sono società di scopo, costituite dall'Ente, il cui coordinamento e controllo è in capo alla Cassa di previdenza. Quindi, tutte le decisioni strategiche sono assunte dal consiglio di amministrazione della cassa. Le due società sono una di diritto, Pag. 18italiana – perché investe e gestisce il patrimonio in Italia –, l'altra è una JV lussemburghese che investe e gestisce patrimonio in Europa (attualmente siamo investiti in Germania).
  Dedico due minuti al rendimento dell'Ente, che nell'ultimo quinquennio – come potete vedere dal rendimento a fair value –, è sempre stato superiore al rendimento previsto dall'ALM (che si attesta sul 4,3 per cento), tranne nel 2022, ma tutti sappiamo che il 2022 è stato un anno particolare per i mercati finanziari: quindi, in quell'anno non abbiamo battuto quel rendimento.
  Tengo però a precisare che sia nell'anno 2022 che nell'anno 2023 la cassa di previdenza non ha aderito alla deroga concessa dal Governo per la non svalutazione delle attività finanziarie. Questo perché, contabilmente, abbiamo ritenuto che fosse opportuno rappresentare un bilancio corretto, veritiero e puntuale con riferimento alle attività finanziarie.
  Con questo, ho concluso.

  PRESIDENTE. Grazie, dottoressa.
  Ci sono molti colleghi anche in collegamento. Registro richieste di intervento da parte dell'onorevole Dondi e dell'onorevole Lovecchio.
  Prego, onorevole Dondi.

  DANIELA DONDI. Grazie, presidente.
  Io mi riporto al vostro bilancio. Andrei a parlare un attimo del recupero dei crediti contributivi. Se ho inteso correttamente, avete due forme di recupero, uno diretto e uno in parte demandato all'Agenzia delle riscossioni, con un'incidenza – se ho letto correttamente – di circa l'8 per cento sul totale attivo per quanto riguarda il recupero diretto e poco più del 2 per cento per quanto riguarda il recupero dei crediti contributivi all'Agenzia di riscossione. Il totale è oltre il 10 per cento.Pag. 19
  Questa attività di recupero come la state facendo? Che previsione avete di recupero?

  PRESIDENTE. Risponde il direttore generale. Prego, direttore.

  GIOVANNA LAMARCA, direttore generale ENPAV. Lei, giustamente, ha analizzato i dati di bilancio e quindi quell'8 per cento è la percentuale che comprende anche quella contribuzione che noi iscriviamo a bilancio, ma che andrà riscossa nell'anno successivo. Pertanto, è una percentuale di crediti da riscuotere che ha una natura fisiologica, tant'è che nel tempo, nel corso dell'anno successivo, automaticamente va a ridursi.
  Volevo fare una premessa per spiegare meglio il nostro ricorso all'Agenzia delle entrate. È un procedimento che noi abbiamo introdotto nell'anno 2017. Pertanto, fino a quell'anno, l'Ente ha cercato di gestire in autonomia, con solleciti interni e qualche azione di recupero crediti, ma piuttosto limitata, il recupero di questi crediti.
  Le farei una rappresentazione di quella che è la situazione ad oggi, che abbiamo di recente estratto, che è riassumibile in questo modo. Noi avevamo una massa di crediti relativi al 2002-2017 – i cosiddetti «plurimorosi», quindi dove c'era stato un accumulo importante di crediti da recuperare –, che abbiamo demandato ad Agenzia delle entrate. Per cui, siamo partiti con un carico di 8 milioni di euro delegato alla gestione di Agenzia delle entrate e siamo arrivati ad una complessiva morosità di questi crediti, che attengono al 2002-2017, dello 0,9 per cento. Sono crediti pregressi, sono crediti che stiamo riscuotendo attraverso delle rateizzazioni che poi Agenzia delle entrate concede.
  Per quanto riguarda i crediti 2018-2022, che erano quindi una massa di crediti più recenti, gestibili anche direttamente da Pag. 20parte dell'Ente attraverso delle attività di sollecito che noi nel tempo abbiamo riscontrato essere produttive: è l'Ente stesso, quindi, che attiva di team interni di nostri colleghi dipendenti che contattano i veterinari e li invitano a limitare la stratificazione della loro posizione debitoria. Questi crediti (2018-2022) sono stati gestiti da ENPAV e, ad oggi, generano una percentuale di morosità complessiva del 3,8 per cento.
  Infine, abbiamo i crediti del 2023, che sono quelli che hanno l'entità maggiore (sono pari al 5 per cento, vi è una morosità del 5 per cento).
  È un dato abbastanza in movimento in quanto man mano che il credito si stratifica, noi, se non riusciamo con il nostro recupero diretto da parte dell'Ente, passiamo questo credito ad Agenzia delle entrate. In prima battuta, pertanto, tentiamo di fare un recupero interno attraverso dei solleciti bonari, poi passiamo l'attività ad Agenzia delle entrate. Per quanto riguarda i percorsi di recupero attraverso l'Agenzia delle entrate, i tempi naturalmente sono un po' più lunghi; però, anche lì, stiamo riscontrando un rientro di crediti.
  Riteniamo, quindi, che la morosità non abbia delle percentuali elevate e sia sotto il controllo dell'Ente.

  DANIELA DONDI. Presidente, posso chiedere una precisazione?

  PRESIDENTE. Prego.

  DANIELA DONDI. Quando lei parla della massa 2002-2017, poi demandata all'Agenzia delle entrate e della riscossione, essendo quindici anni di crediti maturati, avete subìto o riscontrato crediti andati in prescrizione?

  GIOVANNA LAMARCA, direttore generale ENPAV. Ad oggi non abbiamo situazioni di prescrizione, in quanto dato che Pag. 21l'attività di recupero crediti era interna all'Ente, non monitoravamo le scadenze e quindi prima della scadenza del quinquennio...

  DANIELA DONDI. Quindi era il vecchio periodo.

  GIOVANNA LAMARCA, direttore generale ENPAV. Assolutamente sì. Prima del 2002, invece, avevamo la riscossione direttamente tramite Agenzia delle entrate. Quello era un altro sistema radicalmente diverso. Abbiamo seguito dall'interno con molta attenzione la scadenza quinquennale per evitare la prescrizione.

  PRESIDENTE. Grazie, dottoressa. Prego, onorevole Lovecchio.

  GIORGIO LOVECCHIO. Grazie, presidente. Ringrazio il presidente dell'ENPAV e la sua direttrice generale.
  Io ho due considerazioni. Dal bilancio 2023 emerge che il portafoglio immobiliare ha registrato una performance assoluta pari a meno 1,81 per cento e una performance contribution pari a meno 0,47 per cento. Come valutate questo dato? Come mai il patrimonio immobiliare registra rendimenti negativi?
  Poi, ho un'altra considerazione. Sempre dalla relazione informativa depositata emerge che nel corso del 2024 il Consiglio di Amministrazione ha tracciato un percorso di implementazione delle strategie finanziarie, che avrà un suo sviluppo anche nel 2025. Il primo step è stato quello di avviare un processo di integrazione dei criteri ESG nelle strategie di investimento, che riguarderà sia la fase di selezione dei prodotti sia la gestione del rischio fino ad arrivare alla pubblicazione del bilancio sociale. Avete svolto una analisi sulla redditività degli investimenti ESG rispetto ai tradizionali prodotti di investimento? È maggiore o minore? Grazie.

Pag. 22

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lovecchio.
  Risponde il vicedirettore generale. Prego, dottoressa Sannino.

  BARBARA SANNINO, vicedirettore generale ENPAV. Rispondo alla prima domanda, riguardante il patrimonio immobiliare e l'andamento negativo del 2023. Cosa è successo? Quanto succede nei mercati, generalmente: il mercato immobiliare ha un ciclo rallentato rispetto a quello del mercato mobiliare. Quindi, mentre nel 2022 tutti i mercati finanziari sono andati male – e avete potuto vedere dalla tabella che il rendimento è stato particolarmente negativo –, nel 2023, essendo successivo il ciclo del mercato immobiliare, tutto il mercato immobiliare è stato negativo, tant'è che infatti abbiamo avuto questo tipo di rendimento negativo. Però, anche qui, da un punto di vista di bilancio (a parte che tutto l'attivo finanziario è stato svalutato e quindi adeguato ai valori al 31 dicembre), per quanto riguarda le attività immobilizzate – e tutto il settore del real estate è immobilizzato –, noi provvediamo a effettuare un accantonamento al Fondo oscillazione tale per cui riusciamo a coprire sempre questi risultati negativi. Questo sul bilancio ci permette di avere questa copertura.

  PRESIDENTE. Grazie, dottoressa.
  Il presidente Gandola desidera intervenire per un'integrazione.
  Prego, presidente.

  OSCAR ENRICO GANDOLA, presidente ENPAV. Onorevole Lovecchio, è interessante la domanda.
  Effettivamente è un dubbio che ci siamo posti nel percorso che noi abbiamo condiviso con tutto il Consiglio d'Amministrazione e tutta l'Assemblea, perché abbiamo iniziato innanzitutto Pag. 23con corso di formazione per capire esattamente cosa significava ESG. Abbiamo fatto una formazione a distanza con tutta l'Assemblea e tutto il Consiglio d'Amministrazione. Dopodiché, abbiamo somministrato un questionario per capire e per tastare la sensibilità della categoria rispetto a questo tema (non avevo dubbi che fosse elevata, stante la natura del nostro lavoro). A questo punto abbiamo tracciato questo perimetro, questa cornice.
  Naturalmente, l'osservazione che lei fa è giustissima. Avremo, in questa fase (da qui ad aprile), una health check di tutto il sottostante che noi abbiamo per capire come siamo collocati rispetto a questa tematica e rispetto a questi criteri. Ma la bussola che ci siamo dati è quella contenuta nel punto 3, dove noi indichiamo esattamente «mantenere sempre e comunque il focus sulla redditività degli investimenti: l'integrazione ESG deve garantire un livello di rischio e rendimento ottimale in linea con l'ALM, in un orizzonte temporale che tenga conto degli impegni derivanti dal bilancio». Questo è il nostro focus. Naturalmente, a parità di rendimenti, a parità di condizioni, andiamo verso la scelta che abbiamo individuato.

  PRESIDENTE. Grazie. Se non ci sono altre considerazioni, magari sarei interessato io ad approfondire un paio di punti.
  Intanto, scusate, abuso del mio ruolo di presidente per permettermi una considerazione. Mi sembra evidente che la tematica ESG è in re ipsa la confessione di un gigantesco fallimento del mercato, perché in un'economia di mercato dovrebbe essere il sistema dei prezzi a guidare gli investimenti verso dove essi sono più socialmente produttivi. Questo è quello che si studia nei libri di economia. La pratica è un'altra. Esorterei sempre, quando si affronta questo tema, a vederlo in questa ottica, alla luce poi della retorica della supremazia del Pag. 24mercato che, invece, viene proposta in altri termini. Chiudo la parentesi. Questo è un tema filosofico che non ci riguarda qui.
  Andando su temi più pratici, vorrei ringraziare l'ENPAV anche perché ha prodotto una documentazione molto concisa che mi ha finalmente permesso di capire come mai il settore ha manifestato una forte avversione verso la riforma del sistema di contabilità. Le difficoltà della mia comprensione erano in parte dovute al fatto che oggi è invalso l'uso di barbarismi nella nostra lingua e, quindi, si parlava di «contabilità Accrual» anziché di contabilità per competenza, che avrei immediatamente capito fosse dialetticamente contrapposta alla contabilità per cassa.
  Superato questo piccolo gap linguistico, vi darei l'opportunità di manifestare – visto che lo mettete fra i temi di interesse della vostra relazione – quali sono le difficoltà che la contabilità per competenza crea, anche se siamo tutti perfettamente consapevoli del fatto che sono considerazioni che svolgiamo per evidenziare un problema sul quale non possiamo fare nulla, perché questa riforma è una riforma abilitante del PNRR. Vogliamo comunque spiegare che cosa c'è che non va con questo metodo? Peraltro, il passaggio alla contabilità economica patrimoniale l'ho vissuto nel mio Dipartimento quando insegnavo, quindi è una cosa che ad altri è toccata prima che a voi.
  Non so se volete intervenire su questo. Può comunque avere un valore lasciarne traccia come stimolo per il legislatore. Prego.

  BARBARA SANNINO, vicedirettore generale ENPAV. Questa è una contabilità, come dice lei, definita bilancio Accrual: in realtà, non è altro che un bilancio per competenza.
  La nostra cassa, tra l'altro, già adotta un bilancio per competenza, ma è costretta a riclassificare tutti i dati anche da Pag. 25un punto di vista finanziario (perché, facendo parte del bilancio dello Stato, dobbiamo fornire il dato anche finanziario).
  La difficoltà per la nostra cassa di previdenza di adottare questo bilancio Accrual è la modifica dei princìpi contabili. Attualmente noi redigiamo un bilancio civilistico con i princìpi cosiddetti dell'Organismo italiano di contabilità. Sono, in linea di massima, trentacinque i principi in base ai quali bisogna redigere questo bilancio.
  Il bilancio Accrual, invece – e questa già è la grande differenza – prevede solo diciotto princìpi. Faccio un esempio fra tutti, quello della valutazione degli investimenti. Gli investimenti, in base ai princìpi civilistici, vengono valutati – come dicevo – nelle attività finanziarie al mercato e quindi si procede alla svalutazione; le immobilizzazioni finanziarie, invece, sono valutate al costo storico. In base a questo nuovo bilancio, dovrà andare tutto a fair value. Questo significherà che i patrimoni delle Casse di previdenza viaggeranno secondo il mercato e, quindi, un anno saliranno, l'anno successivo i mercati scendono e scenderanno. Quando poi questi patrimoni contribuiranno a rappresentare i bilanci dello Stato come si giustificherà tutto ciò?
  Passo a un'altra caratteristica particolare che abbiamo notato: i contributi. I contributi non hanno una voce specifica. Per le Casse di previdenza i contributi rappresentano le entrate principali. Invece, in questo bilancio Accrual, noi dovremmo inserire i contributi in una voce residuale, che si chiama «altri ricavi». Ora, dovremo rappresentare ai nostri stakeholder, oltre che all'Europa, il bilancio: come vedranno i nostri stakeholder, quindi i nostri associati, questo nuovo bilancio dove i contributi in realtà faranno parte di una voce residuale che si chiama «altri ricavi»? E non mi dilungo oltre.Pag. 26
  Oltre al fatto che dovremmo cambiare – questa è una cosa importante – tutti i nostri software di rilevazione contabile, e non solo il software di rilevazione contabile: tutti i gestionali ad esso collegati, perché tutti i titoli hanno i loro gestionali e, quindi, questi dovranno essere rettificati in funzione dei nuovi princìpi.
  Ho concluso.

  PRESIDENTE. Grazie. Dovremo ricordarci nei prossimi anni di non essere troppo severi con una Cassa che registrasse una diminuzione del patrimonio in un momento in cui magari il mercato sta sottoperformando. Naturalmente, per enti che hanno fra i loro princìpi ispiratori quello di obbedire ad una logica di lungo periodo, è chiaro che questa contabilità che costringe a concentrarsi sul breve periodo crea ontologicamente dei problemi oggettivi.
  C'è un'altra cosa che mi interessa e approfitto degli ultimi otto minuti che abbiamo.
  Questa audizione mi è stata utile anche per chiarirmi un punto (che, probabilmente, è banale per chi lavora nel settore, ma magari non per chi ci ascolta): quando si parla di sistema di calcolo retributivo, nel caso di un lavoratore dipendente è ovvio a che cosa ci si riferisca, sostanzialmente all'ultimo stipendio percepito, all'ultima busta paga, a una media delle ultime buste paga, eccetera. Nel tempo questa cosa si è consolidata.
  Nel caso di un professionista è meno evidente. Invece, per esempio, nel vostro caso, all'articolo 21 del vostro Statuto si parla del fatto che l'importo delle pensioni è calcolato in base alla media dei migliori trentacinque redditi professionali – questo sistema andrà a regime nel 2025 – posteriori al 1991. Nel caso in cui il reddito professionale dell'iscritto sia nullo o Pag. 27inferiore a un dato reddito convenzionale, ai fini del calcolo, si utilizza questo reddito convenzionale, che ora è di 14.350 euro.
  Questo promuoveva in me una domanda. Alla luce del fatto che per tutta una serie di dinamiche (anche sociologiche) la vostra professione è in crescita – abbiamo visto che la legge della domanda e dell'offerta funziona e che, quindi, il vincolo all'offerta di veterinari determina un aumento dei loro redditi, alla luce del fatto che c'è stato un processo inflattivo eccetera eccetera –, questo reddito convenzionale a che tipo di revisione viene sottoposto, con quale cadenza, con quali procedure?
  Lo dico anche perché sempre dal bilancio si vede che circa il 58,5 per cento degli iscritti, di fatto, dichiara redditi che sono sostanzialmente inferiori a questo tetto. Mi sembra che sia un dato con una sua rilevanza, forse, anche nel determinare alcuni comportamenti degli appartenenti alla professione.
  Non so chi desidera rispondere.

  OSCAR ENRICO GANDOLA, presidente ENPAV. Per la prima parte lascerei rispondere alla dottoressa.

  PRESIDENTE. Facciamo presiedere al presidente, che mi sembra anche corretto.
  Do la parola alla direttrice generale. Prego, dottoressa.

  GIOVANNA LAMARCA, direttore generale ENPAV. È correttissimo quello che lei ha rappresentato. Noi abbiamo questo sistema retributivo che, quindi, ci impone di identificare un reddito di riferimento, che è il reddito professionale.
  Come diceva il presidente all'inizio, noi abbiamo una categoria composita in quanto è composta anche da veterinari dipendenti pubblici. Il dato, quindi, di quella percentuale così alta di soggetti che dichiarano un reddito inferiore al minimo o che si attesta intorno a quel minimo deriva dal fatto che una Pag. 28parte dei nostri iscritti non ha reddito cosiddetto professionale, ma ha reddito da lavoro dipendente. Noi imputiamo a questa coorte di iscritti il reddito convenzionale.
  C'è, poi, una parte dei nostri iscritti che è nella fase di avvio della professione – che, lo ricordiamo, richiede anche degli investimenti importanti per l'avvio della libera professione, perché si mettono in piedi strutture dotate di strumentazioni importanti –, per cui, evidentemente, il reddito professionale che essi alla fine producono si attesta su soglie piuttosto basse.
  La fascia di età in cui si arriva ad avere dei redditi più elevati, più vicini alla media – che ad oggi è intorno ai 29.000 euro (non è comunque una media altissima) – è quella tra i 40 e i 50 anni: bisogna aspettare un po' di anni.
  Quanto, poi, alla rivalutazione del reddito convenzionale, c'è proprio una disciplina ad hoc che è prevista nello Statuto – mi pare all'articolo 47 o 48 – che prevede una rivalutazione annua sulla base di criteri che sono descritti nell'articolo medesimo. Comunque, è annua ed è diversa dalla rivalutazione ISTAT prevista dal sistema generale (in particolare dall'INPS) per la rivalutazione delle pensioni. È un calcolo che risente degli ultimi mesi dell'anno precedente e dei primi sette-otto mesi dell'anno corrente. È, quindi, una media fatta su un arco temporale che prende parte dell'anno precedente e parte dell'anno successivo. Comunque, è annuale la rivalutazione del reddito convenzionale.

  PRESIDENTE. La ringrazio per aver chiarito questo punto.
  Scusi l'indiscrezione, ma qui siamo abituati a confrontarci con categorie che, almeno nelle segnalazioni che arrivano a questa Commissione, lamentano un futuro di pensioni da fame. Abbiamo visto questi redditi da fame e abbiamo capito che sono, invece, in realtà, l'esito assolutamente fisiologico del coesistere di una attività libero professionale con un'attività da Pag. 29lavoro dipendente, che peraltro non è un caso unico: si presenta anche in altre realtà che abbiamo audito.
  Non registro ulteriori richieste di intervento. Pertanto, nel ringraziare nuovamente gli esponenti dell'ENPAV per loro disponibilità a partecipare ai lavori della nostra Commissione, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.30.