XIX Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 23 di Giovedì 19 settembre 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bagnai Alberto , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUGLI INVESTIMENTI FINANZIARI E SULLA COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DEGLI ENTI PREVIDENZIALI E DEI FONDI PENSIONE ANCHE IN RELAZIONE ALLO SVILUPPO DEL MERCATO FINANZIARIO E AL CONTRIBUTO FORNITO ALLA CRESCITA DELL'ECONOMIA REALE

Audizione del presidente e di altri rappresentanti dell'Ente nazionale di assistenza degli agenti e rappresentanti di commercio (ENASARCO).
Bagnai Alberto , Presidente ... 3 
Mei Alfonsino , presidente ENASARCO ... 3 
Bagnai Alberto , Presidente ... 6 
Occhiuto Mario  ... 6 
Bagnai Alberto , Presidente ... 6 
Mei Alfonsino , presidente ENASARCO ... 6 
Occhiuto Mario  ... 7 
Mei Alfonsino , presidente ENASARCO ... 7 
Buonfiglio Antonio , direttore generale ENASARCO ... 7 
Bagnai Alberto , Presidente ... 9 
Squeri Luca (FI-PPE)  ... 9 
Mei Alfonsino , presidente ENASARCO ... 10 
Buonfiglio Antonio , direttore generale ENASARCO ... 10 
Bagnai Alberto , Presidente ... 10 
Squeri Luca (FI-PPE)  ... 10 
Bagnai Alberto , Presidente ... 10 
Buonfiglio Antonio , direttore generale ENASARCO ... 10 
Mei Alfonsino , presidente ENASARCO ... 11 
Bagnai Alberto , Presidente ... 11 
Squeri Luca (FI-PPE)  ... 11 
Bagnai Alberto , Presidente ... 11 
Buonfiglio Antonio , direttore generale ENASARCO ... 11 
Bagnai Alberto , Presidente ... 12 
Magni Tino  ... 12 
Bagnai Alberto , Presidente ... 12 
Lovecchio Giorgio (FI-PPE)  ... 12 
Bagnai Alberto , Presidente ... 12 
Buonfiglio Antonio , direttore generale ENASARCO ... 12 
Bagnai Alberto , Presidente ... 13 
Dondi Daniela (FDI)  ... 13 
Bagnai Alberto , Presidente ... 13 
Dondi Daniela (FDI)  ... 13 
Bagnai Alberto , Presidente ... 14 
Buonfiglio Antonio , direttore generale ENASARCO ... 14 
Bagnai Alberto , Presidente ... 14 
Schifone Marta (FDI)  ... 14 
Bagnai Alberto , Presidente ... 14 
Buonfiglio Antonio , direttore generale ENASARCO ... 14 
Bagnai Alberto , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALBERTO BAGNAI

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Nemine contradicente, dispongo l'attivazione del circuito.

Audizione del presidente e di altri rappresentanti dell'Ente nazionale di assistenza degli agenti e rappresentanti di commercio (ENASARCO).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente e di altri rappresentanti dell'Ente nazionale di assistenza degli agenti e rappresentanti di commercio (ENASARCO), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli investimenti finanziari e sulla composizione del patrimonio degli enti previdenziali e dei fondi pensione anche in relazione allo sviluppo del mercato finanziario e al contributo fornito alla crescita dell'economia reale.
  L'ENASARCO ha presentato un documento, che è già stato trasmesso ai commissari e che, comunque, è in distribuzione.
  Per l'Ente nazionale di assistenza degli agenti e rappresentanti di commercio oggi è presente il presidente, dottor Alfonsino Mei, accompagnato dal direttore generale, dottor Antonio Buonfiglio, e dal vice direttore generale, dottoressa Carolina Farina, nonché dalla dottoressa Anna Maria De Santis, consigliere giuridico.
  Nel ringraziare i nostri ospiti per la disponibilità a partecipare ai lavori della nostra Commissione, do la parola al presidente Mei per lo svolgimento della sua relazione, che raccomando di contenere in circa venti minuti.
  Al termine della relazione potranno intervenire i commissari che lo richiedano.
  Prego, presidente.

  ALFONSINO MEI, presidente ENASARCO. Signor presidente, onorevoli e senatori membri della Commissione, è con grande onore che mi rivolgo a voi oggi per illustrare l'operato e le prospettive della fondazione ENASARCO, un'istituzione che si dedica con impegno al benessere dei suoi iscritti e al progresso economico del Paese.
  Prima di entrare nel dettaglio delle vostre attività e risultati, permettetemi di fornirvi un quadro generale della nostra Fondazione sul ruolo cruciale nel sistema previdenziale italiano.
  La fondazione ENASARCO garantisce la previdenza obbligatoria e l'assistenza dei professionisti dell'intermediazione commerciale e finanziaria, con contratto di agenzia o di rappresentanza. Le prestazioni previdenziali che gestiamo sono integrative rispetto a quelle fornite dal primo pilastro INPS. Questo modello, pur essendo fondamentale per la solidarietà intergenerazionale, affronta oggi sfide significative. Nonostante la crescita del mercato dell'intermediazione, stiamo osservando un calo del numero dei nostri iscritti: un fenomeno che richiede la nostra massima attenzione per mantenere l'equilibrio di sistema. Nonostante queste sfide, la Fondazione ha dimostrato una notevole resilienza e capacità di adattamento. Abbiamo rafforzato la nostra gestione finanziaria del patrimonio, Pag. 4implementando strategie che mirano a incrementare i rendimenti e a contenere i rischi, sempre con l'obiettivo di garantire la copertura delle passività previdenziali.
  Nel corso del mio intervento illustrerò in dettaglio come stiamo affrontando queste sfide e le iniziative che abbiamo intrapreso per assicurare un futuro solido ai nostri iscritti. La fondazione ENASARCO si pone come obiettivo primario il miglioramento della condizione di vita dei nostri iscritti, agenti e rappresentanti di commercio, consulenti finanziari, mediatori creditizi. Siamo fermamente convinti che questi professionisti rappresentino il vero motore dell'economia italiana e il nostro impegno è volto a fornire loro un sostegno concreto e duraturo.
  Il numero degli iscritti nel 2023 che hanno avuto un rapporto di agenzia produttivo è diminuito dell'1,8 per cento rispetto al 2022. La stessa variazione è già stata osservata nel biennio precedente. Nel 2023 la Fondazione registra circa 210.000 contribuenti al Fondo Previdenza. In particolare, sono 209.000 gli agenti attivi (pensionati e non), mentre sono meno di 2.000 gli iscritti prosecutori volontari. L'agente attivo ha in media 50 anni (precisamente, 51 se è uomo e 48 se è donna). Gli iscritti contribuenti con un'età inferiore ai 40 anni rappresentano il 19 per cento della collettività; per le donne la frequenza sale al 25 per cento. Due terzi degli iscritti si colloca negli anni centrali della carriera lavorativa, tra i 40 e i 60 anni di età.
  L'età media di ingresso nel 2023 è di circa 39,5 anni (39 anni per gli uomini e 41 per le donne). Negli anni 2021 e 2022 era stata registrata una riduzione dell'età di iscrizione, frutto del nuovo istituto volto all'agevolazione dell'ingresso di giovani agenti nella professione, grazie alla riduzione dell'aliquota contributiva.
  Le società di persone iscritte alla Fondazione con almeno una dichiarazione contributiva nel 2023 sono circa 14.700. Nel biennio 2019-2020 il numero di società si è ridotto in misura più elevata rispetto agli anni precedenti (meno 5 per cento). Nel biennio successivo, 2021-2022, il calo delle società di agenti è inferiore (pari a meno 3 per cento). Nel 2023 la riduzione delle società di agenti è tornata a livelli pre-pandemia (pari a meno 4,2 per cento). È evidente il calo degli agenti contribuenti, sia che operino in forma individuale che in forma societaria.
  Nel 2023 l'aliquota contributiva è pari al 17 per cento. Gli importi del minimale contributivo sono circa di 950 euro per un monomandatario e di 470 per un plurimandatario. Gli importi del massimale provvigionale sono di 42.435 euro per un monomandatario e di 28.290 euro per un plurimandatario, incrementati rispetto all'anno 2022 per effetto dell'adeguamento.
  Nel 2023 i contributi di previdenza dichiarati si mantengono oltre il miliardo di euro, con un incremento del 3 per cento rispetto al 2022. La crisi dei consumi, innescata nel persistere di tassi di inflazione elevati e dalle incertezze sul piano economico e politico internazionale, provoca il decremento del numero dei contribuenti e blocca l'incremento delle provvigioni osservato negli anni della ripresa economica sino al 2022. La riduzione è di circa il 7 per cento sul monte delle provvigioni dichiarato nel 2023 per effetto del calo dei contribuenti, combinato con la riduzione della provvigione media di circa il 5 per cento rispetto a quella rilevata nel 2022. Tuttavia, l'incremento dei massimali e minimali contributivi accresce il contributo medio dichiarato per l'anno 2023 (pari a più 4,7 per cento).
  La composizione tra monomandatari e plurimandatari si mantiene per lo più costante nel periodo osservato. Circa il 26 per cento degli iscritti opera come monomandatario, mentre il restante 74 per cento come plurimandatario. L'analisi dei dati presenti sul sistema istituzionale evidenzia, tuttavia, che, indipendentemente dal tipo di rapporto di agenzia dichiarato ai fini della contribuzione, più della metà degli agenti plurimandatari produce provvigioni con un solo rapporto di agenzia.
  Il 2023 ha segnato un importante traguardo per la nostra Fondazione. Il patrimonio è cresciuto raggiungendo la ragguardevole cifra di 8,7 miliardi di euro. I proventi lordi hanno registrato un incremento Pag. 5significativo, passando da 147 a 177 milioni di euro. Questi risultati testimoniano la solidità della nostra gestione finanziaria e la capacità di generare valore per i nostri iscritti.
  Sul fronte finanziario la Fondazione ha operato da investitore istituzionale impiegando le risorse disponibili in realtà solide, in un'ottica di incremento dei rendimenti e contenimento dei rischi, copertura delle passività previdenziali, posizionamento istituzionale, supporto dell'economia nazionale e gestione finanziaria mission-related. Nel corso del 2023 la Fondazione ha approvato investimenti complessivi per oltre 1,4 miliardi di euro, di cui 1 miliardo di euro relativo a titoli di Stato a breve termine, 200 milioni relativi a richiami di fondi infrastrutturali sottoscritti nel 2023, 100 milioni relativi a fondi infrastrutturali e del comparto sanitario sottoscritti a fine del 2023, 166 milioni relativi ad investimenti azionari diretti già totalmente eseguiti.
  Il rendimento contabile lordo degli investimenti nel comparto immobiliare, comprensivo di fondi immobiliari ad apporto, è pari all'1,1 per cento. In particolare, per i fondi immobiliari il rendimento lordo è stato pari al 2,6 per cento, corrispondente ai dividendi lordi pagati alla Fondazione, mentre per gli immobili detenuti direttamente il rendimento lordo ammonta all'1,5 per cento. Le asset class che hanno evidenziato il maggiore accumulo di valore sono i fondi azionari (con un più 17 per cento, il 7,1 per cento in più rispetto al 2022), gli investimenti in private equity (con un più 30 per cento e un più 30 per cento anche nel 2022) e i fondi immobiliari diversi da quelli ad apporto (con un più 17 per cento). Le asset class che hanno performato peggio sono i titoli di Stato, al 2,4 per cento, ma con un andamento migliore rispetto all'esercizio precedente (pari a meno 13 per cento nel 2022); i fondi obbligazionari, con un meno 10 per cento, anch'essi con un andamento migliore rispetto al 2022 (meno 13,5 per cento nel 2022).
  Le nostre strategie di investimento hanno sostenuto l'economia reale in vari settori cruciali: bancario, agroalimentare, industriale, turistico. La Fondazione ha effettuato diversi investimenti in fondi e partecipazioni, tra cui azioni in Banco BPM, Intesa Sanpaolo, Bonifiche Ferraresi e Garofalo Health Care. Questi investimenti sono stati effettuati con l'obiettivo di incrementare i rendimenti, contenere i rischi, coprire le passività previdenziali e supportare l'economia nazionale.
  La Fondazione guarda al futuro con ottimismo e determinazione. Tra i progetti più rilevanti in corso vorrei evidenziare l'implementazione di un welfare rinnovato, pensato per accompagnare gli iscritti durante l'intero percorso lavorativo, fino al pensionamento (questo nuovo sistema, che entrerà a regime nel prossimo esercizio, integra prestazioni sanitarie con assistenza essenziale, frutto di acquisizioni strategiche e sinergie interne ed esterne); l'avvio della gestione separata del FIRR (Fondo indennità di risoluzione del rapporto), rispettando gli impegni assunti con le parti sociali e gli organismi di vigilanza; la costituzione dell'avvocatura interna, per una gestione più efficiente e diretta delle questioni legali; l'acquisizione strategica del gestore GWM, un'operazione che mira all'ottimizzazione dei costi di gestione del portafoglio immobiliare e l'efficientamento dei rendimenti del patrimonio residuo della fondazione.
  In conclusione, vorrei sottolineare l'importanza cruciale di un riordino normativo nel settore dell'intermediazione e del sistema previdenziale. La crescita del mercato dell'intermediazione contrasta con il calo degli iscritti alla nostra Fondazione, un fenomeno che mette a rischio l'equilibrio del nostro sistema previdenziale a ripartizione. È fondamentale creare sinergie con il sistema politico per affrontare queste sfide. La fondazione ENASARCO è pronta a fare la sua parte, continuando a lavorare per la crescita del patrimonio, la tutela della previdenza e il miglioramento dei servizi di welfare, con l'obiettivo di accrescere il benessere sociale dei nostri iscritti. Confidiamo nel vostro supporto per costruire insieme un futuro più solido e prosperoso per i professionisti che rappresentiamoPag. 6 e, di conseguenza, per l'intero sistema economico italiano.
  Vi ringrazio per l'attenzione. Per tutte le domande che farete resto a disposizione, così come il direttore generale e il vicedirettore generale, che sicuramente sapranno entrare meglio nei singoli temi.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Mei per la sua relazione e anche per avere rigorosamente rispettato i tempi assegnati.
  Do quindi la parola ai colleghi commissari, che potranno formulare quesiti, osservazioni e ulteriori richieste di chiarimenti.
  Hanno chiesto di intervenire il senatore Occhiuto, l'onorevole Squeri, l'onorevole Lovecchio e il senatore Magni. Inoltre, abbiamo almeno tre persone in collegamento che, se lo richiederanno, potranno ovviamente intervenire.
  Prego, senatore Occhiuto.

  MARIO OCCHIUTO. Grazie, presidente. Ringrazio il presidente di ENASARCO per la relazione.
  Innanzitutto, dall'ultimo bilancio disponibile emerge che gli iscritti alla Fondazione diminuiscono di circa 4 mila unità all'anno, facendo registrare al 31 dicembre 2023 un numero – come lei sottolineava – di attivi pari a circa 210 mila, contro i 227 mila del 2019. Intanto, il numero delle pensioni pagate è in aumento, con oltre 137 mila pensioni nel solo 2023. È evidente che tali dati impattano inevitabilmente sulla sostenibilità, anche quella di medio periodo. Sembra che il Collegio dei sindaci e i ministeri vigilanti abbiano più volte invitato la Fondazione a intraprendere percorsi finalizzati a risolvere questo problema. Non ho capito quali sono le azioni che avete intrapreso o che vorreste intraprendere per migliorare questa situazione.
  Inoltre, dal bilancio 2023 ho appreso che la fondazione ENASARCO nel corso del 2023 ha proceduto all'acquisizione del gruppo GWM, holding, gestore del fondo Europa Plus, fondo che aveva in gestione circa 740 milioni di euro dalla Fondazione e che vedeva come unico quotista la Fondazione medesima. Nel bilancio 2023 si parla di una due diligence effettuata prima dell'acquisto. Vorrei capire se ci sono maggiori informazioni su tale acquisizione, quali la genesi dell'operazione, il costo, la ricostruzione degli eventi, la tempistica, se c'è un'analisi costi-benefici, dei vantaggi attesi e anche la creazione di un valore per gli iscritti. Sul sito non ci sono informazioni su tale operazione: mi chiedo come mai. Chiedo se vi è la possibilità di avere maggiori informazioni su questo punto e se ci sono stati dei vantaggi, soprattutto, attesi o creati da questa operazione.
  Per quanto riguarda la gestione del portafoglio di copertura, da queste relazioni si apprende che ha contribuito solo marginalmente alla performance complessiva, con un più 0,6 per cento rispetto al portafoglio di performance. Ci sono azioni che intendete adottare per migliorare l'efficacia di questo portafoglio di copertura, anche per garantire un ruolo più incisivo nella protezione contro le passività future? C'è una performance positiva del portafoglio, che è stata guidata dall'esposizione ai mercati azionari, in particolare verso l'Europa. Come intendete gestire il rischio di una potenziale volatilità dei mercati, specialmente alla luce della forte esposizione azionaria che c'è, di oltre il 40 per cento?
  Infine, il patrimonio immobiliare di ENASARCO è stato progressivamente ridotto, in linea con le raccomandazioni di vigilanza, ma rimane una parte rilevante (circa il 23 per cento) del patrimonio totale. Ci sono dei piani per continuare a ridurre gli investimenti immobiliari? Considerando anche le perdite su alcuni fondi gestiti da SGR, quali sono? Avete fatto una valutazione con un monitoraggio?
  Per quanto mi riguarda, va bene così. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Occhiuto.
  Do la parola al presidente per rispondere alle sue richieste di approfondimento.
  Prego, presidente.

  ALFONSINO MEI, presidente ENASARCO. In merito a cosa faremo sul discorso della platea – e poi lascerò al direttorePag. 7 la parte tecnica delle risposte –, faccio presente che più volte abbiamo interloquito, anche con il Governo, proprio per aumentarla. Ci sono soggetti che possono essere inseriti all'interno della platea, riequilibrando così quella parte di perdite che abbiamo ogni anno rispetto a ENASARCO.

  MARIO OCCHIUTO. Gli influencer?

  ALFONSINO MEI, presidente ENASARCO. Non soltanto gli influencer. C'è anche una platea di lavoratori che versano nella gestione separata dell'INPS, che sono ad esempio i procacciatori d'affari; magari non quelli che lo fanno saltuariamente, ma quelli che sistematicamente, ogni mese, fatturano e, naturalmente, vengono riconosciuti all'interno di questo. Ci sono anche altre platee rispetto alle quali più volte abbiamo chiesto una norma per il loro inserimento.
  Questo per quanto riguarda la parte un po' più istituzionale, sulla quale mi sentivo di rispondere. Per il resto, lascerei la parola al direttore generale.

  ANTONIO BUONFIGLIO, direttore generale ENASARCO. Signor presidente, ringrazio lei e gli onorevoli deputati e senatori.
  Rispetto alla domanda del senatore Occhiuto, completando la risposta del presidente Mei, aggiungo che lo scorso anno in merito alla legge di bilancio avevamo provato a interloquire con il Governo e con il Parlamento per ottenere una risposta solo normativa che facesse chiarezza. Come tutte le casse previdenziali e il sistema previdenziale in generale, noi viviamo quello che tutti definiscono l'«inverno demografico». Quindi, è evidente che in questa materia si scontano, da un lato, l'invecchiamento della popolazione in generale e l'invecchiamento nel mondo delle professioni e del lavoro autonomo in particolare – viste le difficoltà e le ristrettezze –; dall'altro lato, la necessità di rispettare le regole normative che, in un mercato di lavoro così cangiante in tempi brevi, impongono a noi, alle altre casse e al sistema previdenziale di fare un quadro di sostenibilità finanziaria ed economica nel tempo di cinquant'anni. Come tutti sapete, dopo la legge Fornero del 2011 la stabilità delle casse e del sistema previdenziale viene misurata a cinquant'anni.
  A questo si aggiunge un fenomeno che potremmo definire elusivo, a cui accennava il presidente Mei, perché, mentre ci sono alcune professioni – faccio l'esempio della professione forense – per cui se sei iscritto all'albo automaticamente sei iscritto alla cassa, l'attività di intermediazione può essere qui svolta in tante altre forme. Il presidente Mei accennava alla questione dei procacciatori. Diciamo che la distinzione tra un procacciatore e un agente di commercio generalmente viene data dall'occasionalità del rapporto, ma se noi andiamo a guardare la gestione separata dell'INPS ci sono procacciatori che magari hanno lo stesso mandante, la stessa casa proponente, e sono iscritti alla gestione separata per anni consecutivi e seguenti, il che imporrebbe una valutazione sulla verifica dell'occasionalità. Questo era il dialogo che abbiamo provato ad avere, l'anno passato, con il Governo e con il Parlamento per dire: contrastiamo l'inverno demografico con un'opera di emersione dell'elusione contributiva.
  Noi abbiamo, rispetto ad altre casse, da un lato un vantaggio e dall'altro uno svantaggio, che è dato dal fatto che noi siamo un secondo pilastro di contribuzione, peraltro obbligatoria. È come se noi fossimo un fondo complementare chiuso, di natura negoziale in qualche modo, e quindi è evidente che ai fenomeni elusivi, una volta che uno il minimo pensionistico lo raggiunge attraverso la gestione separata dell'INPS, non è indotto, salvo forme particolari. Come diceva il presidente Mei, un intervento de iure condendo potrebbe riguardare anche altre soluzioni, perché pur essendo un fondo complementare le nostre pensioni scontano un'aliquota contributiva, che è quella del lavoro dipendente, non quella degli altri fondi complementari, che nei nostri confronti da questo punto di vista sono agevolati – scusate il gioco di parole – da una tassazione agevolata.
  Sono proprio la mutevolezza del mercato del lavoro e la difficoltà di fare proiezioniPag. 8 a cinquant'anni che, talvolta, fanno emergere situazioni che sono peggiori di quelle che sono in realtà. È il dover proiettare a cinquant'anni previsioni.
  Del resto, da questo punto di vista, come voi tutti sapete, le casse previdenziali, quindi anche noi, ogni tre anni sono chiamate a fare un bilancio tecnico sulla sostenibilità. Per quello che riguarda l'ENASARCO sarà questo l'anno, quello del 2024, e quella sarà l'occasione per verificare la reale portata e natura dell'ENASARCO perché, vista la proliferazione di professioni o di soggetti dell'intermediazione, forse bisognerà intanto comprendere se l'ENASARCO è una cassa monocategoriale o pluricategoriale, e quali tipi di interventi possono essere fatti.
  Tornando alla comparazione con il mondo della previdenza complementare – perché questo, al di là della natura e del nome, è il benchmark di riferimento –, c'è un'altra difficoltà, oltre a quella della tassazione, che è data dal fatto che, nonostante qualsiasi intervento di previdenza complementare sia soggetto a detassazione o decontribuzione con una soglia massima di 5.164,57 euro, come avverrebbe per qualsiasi cittadino italiano, questa è una previdenza complementare che ha minimali e massimali, già stabiliti per legge. Faccio un esempio. Una delle categorie più rappresentate all'interno dell'ENASARCO è quella dei consulenti e dei promotori finanziari: quei massimali o quei minimali richiesti vengono raggiunti da un contribuente magari nel primo trimestre dell'anno. Per cui, mediatamente un contribuente ENASARCO paga il massimale nel primo trimestre e non raggiunge neanche il minimo detassabile. Quindi, che cosa succede spesso? Che c'è un contribuente ENASARCO che paga il massimale inferiore a quanto detassabile in un fondo di previdenza complementare e la differenza se la fa anche su un altro fondo di previdenza complementare.
  Come diceva giustamente il presidente Mei, un rapporto con le istituzioni, il Parlamento e la politica potrebbe, senza incidere sui costi, aiutare a dare un migliore inquadramento dell'ENASARCO sia sotto il profilo istituzionale che sotto il profilo dei conti.
  Un'azione che la Fondazione può fare, al di fuori del rapporto con il Parlamento, può essere proprio quella di aumentare la vigilanza, l'inquadramento e l'accertamento, senza sembrare, per carità, un vessatore nei confronti di chi già è sottoposto a una contribuzione obbligatoria, però cercando, da questo punto di vista, di far sparire e far emergere tutte quelle forme di elusione del fenomeno contributivo di secondo livello.
  In una prospettiva di medio periodo, chiaramente alcune cose saranno necessariamente migliori, perché sta finendo la parte – anche da noi, visto che l'ENASARCO è stato uno dei primi enti ad adottare il sistema contributivo – di coloro per cui la quota della pensione è più sul sistema di tipo retributivo. Quindi, pian piano sta scomparendo quella che da noi si chiama «quota A», il che dovrebbe comportare un miglioramento dei conti. Però, questo lo sapremo solo all'esito del bilancio tecnico di quest'anno. Naturalmente, il discorso non va fatto solo sulle teste, perché, essendo il contributo pagato sui mandati e sulle provvigioni che generano quei mandati, è evidente che un numero importante, che deve rimanere stabile o auspicabilmente crescere, è il numero dei mandati, oltre quello dei semplici iscritti, per quello che riguarda il sistema.
  Credo di aver integrato in parte l'intervento del presidente Mei rispetto alle attività che la Fondazione può fare.
  Per quanto riguarda il fondo GWM, penso di poter dare risposta a due domande che ha posto il senatore Occhiuto. Il GWM era un fondo, come lei giustamente ricordava, di cui era quotista al 100 per cento ENASARCO, creato intorno al 2011 (o qualcosa del genere), che ha fatto importanti performance fino al 2015, dopodiché era diventato un fondo che andava in assoluta ordinarietà. Tuttavia, le fee che la Fondazione riconosceva per questo fondo, del quale non aveva alcun controllo diretto, erano di circa un milione di euro al mese e il fondo avrebbe dovuto avere una scadenza con questo gestore al 2033 (più eventuale proroga, com'è sempre previsto dai regolamenti).Pag. 9
  Quindi, per un'attività che ormai era abbastanza ordinaria, con ENASARCO unico quotista, la prospettiva era quella di avere un rendimento normale per quello che riguarda la parte del patrimonio immobiliare, nonché degli investimenti, anche qui molto normali per quello che riguarda la parte mobiliare, ma perlopiù parcellizzati e microparcellizzati – sicuramente con grande cautela, ma con scarsa rispondenza rispetto all'economia reale italiana –, che avrebbe generato solo come fee ordinarie una spesa per ENASARCO di 144 milioni di euro fino a scadenza.
  La Fondazione, avendo il Consiglio di Amministrazione, da quando si è insediato, dato l'espresso indirizzo di controllare direttamente tutti gli investimenti, al di là delle nomine dei comitati – investimenti che, però, lasciano il tempo che trovano nella gestione –, ha pensato, tra le varie cose, che potesse essere utile riportare GWM sotto il controllo diretto della Fondazione stessa. Lo ha fatto svolgendo un'attività di due diligence, naturalmente affiancata e sotto il controllo di professionisti esterni di due diligence e studi legali internazionali, attività sottoposta a tutte le verifiche e ai passaggi interni, e ha quantificato in 34 milioni di euro l'acquisto di GWM, rispetto ai 144 milioni. Quindi, è rimasta la stessa struttura, ma ha eliminato in partenza costi per circa 80 milioni. Questo è il dato fondamentale.
  Peraltro – e quindi rispondo parzialmente all'altra domanda –, questo è uno strumento, visto che è svolto con professionalità e comunque in maniera separata rispetto alla Fondazione, che può servire per dare risposte a quello che riguarda il patrimonio immobiliare, perché mentre i rendimenti della Fondazione dal punto di vista liquido fanno delle performance superiori al benchmark di riferimento (quest'anno il patrimonio liquido ha superato il 10 per cento come rendimento), quello che pesa complessivamente sull'asset allocation, che pesa molto in termini percentuali e in termini di redditività, è il patrimonio dei fondi per apporto, anch'essi costituiti nel 2011-2012, fondi per apporto dove la Fondazione è stata quotista sostanzialmente unica al 100 per cento, gestiti da varie SGR del patrimonio nazionale che, però, non hanno portato alla dismissione del patrimonio immobiliare, ma ad una mera gestione che peraltro si è rivelata anche non efficiente, considerando che in questa gestione di 12-13 anni circa i fondi per apporto hanno registrato un decremento di 321 milioni di euro. Magari anche qui l'ipotesi era non solo in ottica di risparmio, ma in ottica di gestire in maniera diversa quei fondi per apporto per cercare di fare opere di dismissione, che la Fondazione invece al suo interno aveva fatto. Noi abbiamo vissuto una doppia velocità. Dico «noi» anche se ci stiamo riferendo a tempi diversi.
  La Fondazione internamente ha dismesso patrimonio. La parte che invece è andata nei fondi per apporto è rimasta sostanzialmente la stessa e le dismissioni che sono state fatte sono servite per lo più a coprire parte dei costi di gestione dei quattro fondi di cui la Fondazione era ed è ancora quotista unica.
  L'operazione di GWM da un lato porta a un risparmio netto evidente e immediato su quel singolo contratto, dall'altro offre professionalità alla Fondazione per cercare di dismettere il patrimonio immobiliare in maniera congrua o comunque di portarlo a quanto previsto dall'asset allocation e nello stesso tempo renderlo efficiente, valorizzando il patrimonio con ricadute positive per gli iscritti.

  PRESIDENTE. Grazie.
  Hanno chiesto di intervenire l'onorevole Squeri, cui do subito la parola, dopodiché l'onorevole Lovecchio e il senatore Magni. Registro anche una richiesta di intervento da remoto da parte dell'onorevole Dondi. Quindi abbiamo Squeri, Lovecchio, Magni e Dondi.
  Prego, onorevole Squeri.

  LUCA SQUERI. Grazie, presidente. Ringrazio il presidente Mei per l'esposizione che è stata ampia ed esaustiva.
  Io avrei tre domande. Non so se farne una alla volta, così avete più chiarezza nel dare risposta ad ognuna.Pag. 10
  Parto dalla prima. Si vede dal bilancio 2023 che ENASARCO investe in private market, ma nello specifico tra il 2022 e il 2023 sono stati investiti 150 milioni – quasi la metà dei nuovi investimenti – sul fondo IKAV SICAV, che è un fondo tedesco. Perché puntare prima su un fondo straniero, non italiano? E poi, come si concilia questa concentrazione degli investimenti rispetto a un concetto di diversificazione? Io non è che sia un grande esperto, però mi sembra più adatto a investimenti equilibrati e sicuri rispetto a un ente previdenziale.
  Questa è la prima domanda.

  ALFONSINO MEI, presidente ENASARCO. Tecnicamente nell'asset allocation sono previsti investimenti di private market. Poi lascio sempre la parte tecnica al direttore, per completare la risposta. Sono previsti investimenti di private market, naturalmente anche come asset allocation, che si localizzano in Italia. Una percentuale riguarda anche i player che investono parte in Europa. Si è ritenuto opportuno, anche a livello di strategia e di investimento, usare questa tipologia. Si chiamano SICAV, ma si potevano chiamare in altri modi. Parlo dell'estero. È stata fatta una scelta strategica a livello di asset allocation. Poi ci sono tutte le due diligence che abbiamo fatto. Naturalmente si sarà riscontrato che, a livello di costi-benefici – sono state fatte anche qui delle due diligence sopra –, sarà stato uno dei fondi migliori. L'Ufficio Finanza ci ha sottoposto uno dei fondi migliori per questo tipo di investimento.
  Non so se il direttore vuole aggiungere qualche altra cosa.

  ANTONIO BUONFIGLIO, direttore generale ENASARCO. Le strategie alternative rientrano nell'asset allocation della Fondazione. Non è naturalmente il totale degli investimenti.
  In quella singola occasione il Consiglio di Amministrazione ha deliberato investimenti dividendo una parte «Italia» e una parte «estero» in maniera equanime, proprio per il principio della diversificazione dell'investimento. Nella stessa tornata in cui è stata fatta la selezione – peraltro pubblica e lunga – di tutti gli investitori possibili, lo stesso giorno è stata divisa, proprio per il principio di diversificazione del rischio, una quota di 150 milioni per il mercato italiano e una quota di 150 milioni per il mercato del resto del mondo. Tra questi è stata privilegiata dal Consiglio questa strategia alternativa.
  Peraltro, nello specifico, da quello che ci hanno scritto, già oggi quell'investimento specifico potrebbe rendere, se la Fondazione volesse uscire, 2,5 volte quello che è stato investito, a distanza di quattordici mesi. Era all'interno di una strategia più complessiva e dell'asset allocation.
  È stata presentata come una strategia di transizione energetica, perché c'è un revamping di attività industriali.

  PRESIDENTE. Grazie, direttore.
  Prego, onorevole Squeri.

  LUCA SQUERI. Vengo alla seconda domanda.
  Mi risulta che ci sia stata una visita ispettiva di COVIP all'ENASARCO. Se la confermate, sarebbe interessante sapere su quali temi si è concentrata l'attenzione di COVIP, qual è stato l'esito e, addirittura, si può avere anche il referto di quello che è stato il verbale finale.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Squeri.
  Prego, direttore.

  ANTONIO BUONFIGLIO, direttore generale ENASARCO. Grazie, presidente.
  Il responso farebbe piacere conoscerlo anche a noi, ma in genere COVIP quando fa le relazioni le fa direttamente al ministero vigilante. Da quello che risulta a noi, è un'ispezione ordinaria programmata, così come avviene in altre casse, tant'è che era stata preceduta da un'altra presso un'altra cassa.
  Sono state chieste, sostanzialmente, modalità di funzionamento. È avvenuta un paio di settimane prima dell'estate; però, almeno da quanto ci risulta, senza rilievi particolari. Naturalmente, qualora ci fossero, li comunicheremo.

Pag. 11

  ALFONSINO MEI, presidente ENASARCO. Vorrei aggiungere che a fine ispezione, proprio per rafforzare quello che diceva il direttore, abbiamo fatto una riunione prima che andassero tutti via. Hanno dichiarato che loro si riservavano di scrivere questo documento, che non era riservato per noi e che l'avrebbero mandato agli organi vigilanti.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente.
  Prego, onorevole Squeri.

  LUCA SQUERI. Passo all'ultima domanda.
  Nel bilancio 2023, rispetto alla gestione separata del FIRR, sembrerebbe che sia stata prevista, nel budget del 2024, questa introduzione sulla base della separazione, operando anche una separazione del relativo patrimonio, senza avere sul tema, però, l'approvazione dei ministeri vigilanti.
  Chiedo se possiamo avere informazioni su questo.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Squeri.
  Risponde il direttore generale. Prego.

  ANTONIO BUONFIGLIO, direttore generale ENASARCO. La questione della gestione separata del FIRR non è una questione che è stata iniziativa del Consiglio di Amministrazione, ma è un obbligo che doveva essere svolto e adempiuto dalla Fondazione fin dal 2007, quando l'allora commissario governativo aveva rilevato come all'interno dell'Ente ci fosse una confusione, in termini patrimoniali e in termini giuridici, tra due patrimoni che, per natura e per destinazione, devono essere invece necessariamente separati.
  Questa è una indicazione della commissione governativa e dei ministeri vigilanti a cui la Fondazione avrebbe dovuto dare corso già dal 2007. Anche altre volte, in relazioni ispettive da parte del ministero, questo fatto era stato sollevato come un inadempimento della Fondazione. Questo perché il patrimonio della Fondazione è composto, sostanzialmente, da due – mi si passi il termine – entrate separate: una deriva dalla contribuzione ordinaria, destinata alle pensioni; l'altra deriva dagli accordi collettivi, dal 1938 in poi, che stabiliscono l'esistenza, oltre a quanto previsto dal Codice civile, di un'indennità di risoluzione di fine rapporto che la ditta mandante deve all'agente, che viene accantonata (anche per effetto della legge n. 12 del 1973) presso l'ENASARCO. Nel tempo, però, la gestione dell'ENASARCO non aveva mai dato evidenza e trasparenza a queste gestioni separate. Quando nel 2007 arrivò il commissario governativo, in cima a questa lista delle cose da fare era stata messa la gestione separata del FIRR.
  Peraltro, il FIRR nasce da accordi economici collettivi tra tutte le parti sociali che hanno sottoscritto la convenzione FIRR, che poi sono i veri titolari della potestà in materia. Anche negli accordi economici collettivi che si sono susseguiti nel tempo era sempre stata richiesta dalle parti sociali la gestione separata.
  Naturalmente, noi abbiamo fatto un'operazione per adempiere al dettato normativo, al dettato degli accordi collettivi, al dettato del commissario governativo, all'indicazione dei ministeri vigilanti, cioè di cominciare a separare dando evidenza dei due patrimoni diversi, anche perché hanno una natura diversa, una destinazione diversa e imporrebbero anche una gestione nettamente diversa: un conto è gestire un patrimonio destinato, secondo il bilancio tecnico, a incidere sulle pensioni, dove possono essere diversificati investimenti; un conto è gestire una parte di patrimonio che, per natura, deve essere necessariamente liquida, poiché al tempo zero – anche se è difficile immaginarlo – tutti i mandati potrebbero cessare e tutti gli agenti richiedere e avere diritto a percepire l'indennità di risoluzione del rapporto che è stata accantonata dalla ditta.
  L'operazione che è stata fatta, quindi – che comunque viene anche dal passato, che questa gestione ha solo completato –, è quella di dare evidenza all'esistenza di patrimoni diversi, di beneficiari diversi e dare una separazione, anche a livello di asset allocation, di tipologia di investimenti.
  Ad oggi è un atto assolutamente di auto-organizzazione interna. Naturalmente, è Pag. 12stato redatto un disciplinare di regolamento all'interno degli uffici, ma è stata data evidenza del budget proprio per essere sottoposto all'approvazione dei ministeri vigilanti. Peraltro, il budget del 2025 la Fondazione – anticipando i tempi – lo ha già approvato nella seduta del 31 luglio scorso e l'ha inviato ai Ministeri. Per quanto ci concerne, quindi, essendo trascorso il termine previsto dalla legge, dal decreto legislativo n. 509 del 1994, il budget si intende approvato. Naturalmente, qualsiasi indicazione dei ministeri vigilanti e delle parti sociali sarà tenuta in considerazione dalla Fondazione.

  PRESIDENTE. Grazie, direttore.
  Ha chiesto di intervenire il senatore Magni, ne ha facoltà.

  TINO MAGNI. Grazie presidente.
  Alla domanda che volevo fare è stata già data risposta a seguito della domanda posta dal senatore Occhiuto sulla sostenibilità.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Magni.
  Allora, a questo punto, ha chiesto di intervenire l'onorevole Lovecchio, cui do subito la parola. Ricordo poi che si è iscritta a parlare l'onorevole Dondi.
  Prego, onorevole Lovecchio.

  GIORGIO LOVECCHIO. Grazie, presidente. Ringrazio il presidente di ENASARCO e gli intervenuti per la relazione che ci hanno esposto.
  Passo alla domanda. Con riferimento alla gestione del portafoglio immobiliare della Fondazione, dal bilancio consuntivo 2023 emerge che, nonostante le iniziative intraprese nel corso degli anni – riassumibili in innalzamento del livello di monitoraggio, ristrutturazioni, modifiche regolamentari, introduzione di nuovi sistemi commissionali, eccetera –, la Fondazione continua a registrare performance insoddisfacenti, in relazione al patrimonio immobiliare detenuto tramite i fondi ad apporto e direttamente. Al 30 giugno 2023 il tasso interno di rendimento annuo dei fondi immobiliari è negativo, pari allo 0,3 per cento, come si evince dal bilancio alle pagine 63-65.
  La domanda è: quali sono le principali difficoltà riscontrate nella gestione del patrimonio immobiliare? Con specifico riferimento agli immobili detenuti direttamente in portafoglio dalla Cassa, quali sono le vostre valutazioni o analisi sugli impatti della direttiva EPBD su tale patrimonio? Su questo, però, credo che prima abbia risposto.
  Un'ultima considerazione. Sempre dalla documentazione trasmessa emerge che l'Ufficio Finanza è composto da un dirigente, un coordinatore e sei lavoratori. Complessivamente, la Fondazione ha 381 dipendenti. La domanda è: ritenete che l'Ufficio Finanza sia adeguatamente strutturato, in termini di risorse umane e tecniche, per presidiare i rischi tipici dell'attività svolta?
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lovecchio.
  Prego, direttore Buonfiglio.

  ANTONIO BUONFIGLIO, direttore generale ENASARCO. Grazie presidente, grazie onorevole.
  Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, purtroppo, rispetto alle azioni dirette che la Fondazione nel tempo – come dicevo prima, dal 2011 fino ad ora – ha potuto fare, proprio per il principio di autonomia e separatezza tra le gestioni delle SGR, più che dare indicazioni nei comitati investimenti non poteva fare. Devo dire che la Fondazione nel tempo (mi sto riferendo a epoche precedenti le nostre) ha fatto un lavoro egregio di ridimensionamento delle commissioni. Molto spesso il dato delle commissioni originario è stato rinegoziato in basso a vantaggio della Fondazione.
  Naturalmente, per il principio di separazione e di autonomia delle SGR, più che partecipare ai Comitati investimenti, quindi approvare o meno le strategie che la SGR poneva nei confronti della Fondazione, fare da stimolo, sostanzialmente, non poteva fare. Questo è uno dei motivi – riallacciandomi alla domanda di prima del senatore Pag. 13Occhiuto – per cui la Fondazione ha deciso anche di riappropriarsi dello strumento di GWM per dare seguito direttamente a delle strategie.
  In realtà, questo risponde anche a un'altra domanda: da un lato, aiuta le strategie immobiliari; dall'altro lato, arricchisce di professionalità, anche dal punto di vista finanziario, perché la struttura GWM è rimasta intonsa, sono rimaste le 40 persone circa che prima si occupavano di investimenti finanziari sia nel campo mobiliare che immobiliare, che servono anche da ausilio alla Fondazione.
  Del resto, come dicevo prima, la Fondazione è sostanzialmente un fondo complementare. Molto spesso i fondi complementari, quelli di natura negoziale, non hanno al loro interno un servizio finanza, proprio perché il legislatore del 2005 era più evoluto dal punto di vista giuridico degli strumenti rispetto al legislatore del 1938, tant'è che nei fondi complementari ha stabilito che, mentre questi sono gestiti attraverso gli accordi sindacali negoziali per quello che riguarda gli obiettivi, gli intenti e le finalità dell'ente, poi tutti i fondi complementari si dotano di enti gestori, piuttosto che di SGR e OICR, ai quali affidare un mandato professionale. Da un certo punto di vista, un conto è assicurare il rispetto del fine, un conto è assicurare l'efficienza degli strumenti.
  Da questo punto di vista, GWM, come acquisizione, oltre a essere un risparmio economico, può dare anche la possibilità di affrontare strategie sui fondi immobiliari diverse, con una maggiore responsabilità della Fondazione sulle scelte strategiche, non su quelle di efficienza, e può aiutare la Fondazione stessa a dotarsi di una struttura tecnica che possa fare consulenza anche sul piano finanziario. Fermo restando che, comunque, e non lo dico per carità di patria, la struttura della Fondazione è in grado perfettamente – l'Ufficio Finanza – di valutare i rischi. Lo fa da tempo, a differenza di altre casse che si sono dotate solo ultimamente di un servizio finanza interno e perlopiù, nel tempo, hanno affidato esclusivamente mandati di gestione.
  Rispondo anche alla domanda sul patrimonio immobiliare diretto. Per quanto riguarda quello rimasto in gestione diretta, all'esito del primo bilancio abbiamo fatto una valutazione di mercato e di realizzo del patrimonio immobiliare. Rispetto a quello, abbiamo offerto a enti istituzionali la possibilità di gestire il problema dell'emergenza abitativa. Nella fattispecie, abbiamo fatto prima un protocollo con il comune di Roma e con la regione Lazio. Proprio in questi giorni c'è stata sia una Commissione capitolina che un'audizione alla regione Lazio. Stiamo cercando di far rendere il patrimonio per quello che è giusto e partecipare anche alla gestione dell'emergenza abitativa della città di Roma, visto che il patrimonio diretto è perlopiù concentrato nella città di Roma, peraltro anche molto parcellizzato, quindi risponde alle esigenze. Io confido che entro il prossimo anno il patrimonio diretto della Fondazione non ci sarà più e che presumibilmente, perlopiù attraverso soggetti istituzionali, quindi comune, regione e Guardia di Finanza – con la quale abbiamo fatto una convenzione perché i nostri alloggi possano essere assegnati a prezzi di mercato ma con facilitazioni a tutti gli agenti e agli ufficiali che vengono a Roma –, nel prossimo anno possa non esserci più patrimonio diretto da parte della Fondazione e, di contro, possa esserci una gestione più efficiente, invece di quella dei fondi, che sono stati oggettivamente deludenti.

  PRESIDENTE. Grazie, direttore.
  Ha chiesto di intervenire l'onorevole Dondi, in collegamento. Le do immediatamente la parola.
  Prego, onorevole Dondi.

  DANIELA DONDI. Grazie, presidente. Mi sentite?

  PRESIDENTE. Molto bene.

  DANIELA DONDI. Buongiorno a tutti.
  Vengo subito alla domanda. Nel bilancio consuntivo 2023 emerge una voce di spesa come contenzioso legale, come spese legali, di oltre 4 milioni di euro. Chiedo scusa, ma Pag. 14forse è la mia deformazione professionale. Così come anche negli anni precedenti, se guardiamo gli ultimi nove esercizi, abbiamo un ammontare complessivo di spese legali – se ho letto bene – di oltre 45 milioni di euro. Ho anche verificato e appreso che avete istituito un'avvocatura interna. Ebbene, alla luce di queste voci di spesa veramente importanti, chiedo se è stata fatta una stima o una simulazione di possibile recupero di questo contenzioso che avete in essere.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dondi.
  Risponde il direttore generale. Prego.

  ANTONIO BUONFIGLIO, direttore generale ENASARCO. Grazie, presidente.
  Onorevole, è una deformazione professionale anche mia, dal momento che anch'io provengo dal mondo della professione forense, originariamente. È una delle cose che abbiamo affrontato all'inizio. Lei ha visto 4 milioni di euro ma, come ha notato e come ha detto giustamente, negli anni precedenti il bilancio per le spese legali era notevolmente superiore. Da qui sono sorte la possibilità e la volontà, oltre che per una crescita professionale dei dipendenti, di istituire, con il concorso del Consiglio dell'ordine di Roma, un'avvocatura interna, che per ora è formata da quindici avvocati, che erano già tutti dipendenti della Fondazione, in possesso del titolo, ma che non avevano mai esercitato, e questa operazione porterà, già nel primo anno, un risparmio del 30 per cento.
  Naturalmente, ci sono anche altre forme per deflazionare il contenzioso, perché la metà di questi procedimenti, oltre a quelli istituzionali – quindi proprio sulla materia previdenziale nuda e cruda – è rappresentata da recuperi spese e decreti ingiuntivi, quindi pensiamo che, nel giro di tre anni, le spese legali per il contenzioso istituzionale possano essere completamente sostituite dal personale interno e, quindi, abbattute totalmente. Dicevo, la metà di questi sono ricorsi per decreti ingiuntivi e anche qua si potrebbe pensare di utilizzare altri strumenti. Come avviene per altre situazioni – questo magari anche con l'aiuto del Parlamento – ci potrebbe essere la possibilità di utilizzare una diffida accertativa, piuttosto che un ruolo, in modo da deflazionare e anche recuperare più velocemente.
  Ad ogni modo, l'istituzione dell'avvocatura sicuramente porterà a un abbattimento pressoché totale. Dopodiché, rimarrà quel fisiologico contenzioso, che nasce dal fatto che qualcuno magari si sente leso o nei conteggi della contribuzione, o nella qualificazione del rapporto di lavoro, o nell'anzianità contributiva. Quello è un contenzioso fisiologico, che però con risorse interne potrà essere svolto a un costo sicuramente molto limitato.

  PRESIDENTE. Grazie, direttore.
  Ha chiesto di intervenire l'onorevole Schifone, ne ha facoltà.

  MARTA SCHIFONE. Grazie, presidente.
  I colleghi hanno già toccato alcuni punti, su cui quindi non mi soffermo. Due osservazioni e una domanda in particolare, in modo da avere una vostra valutazione, visto che si è già argomentato.
  Se voi doveste dirci a vostro parere quali sono gli investimenti che ritenete essere più performanti o più virtuosi nell'economia reale, vi chiedo a quali fareste riferimento e se ce li poteste raccontare meglio.
  Inoltre, siamo a conoscenza che c'è un annoso problema dei contributori silenti, quindi vi chiedo se voi ritenete che vi sia una questione silenti. Se sì, vi chiedo a che punto siamo e qual è lo scenario che voi immaginate.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Schifone.
  Prego, direttore.

  ANTONIO BUONFIGLIO, direttore generale ENASARCO. Grazie, presidente.
  Onorevole Schifone, per quello che riguarda gli investimenti – naturalmente parliamo allo stato attuale – penso che nella nuova stagione della Fondazione gli investimenti nell'economia reale italiana, nell'azionariatoPag. 15 italiano fatti in questi due anni possano rappresentare un fiore all'occhiello da un punto di vista sia economico che delle scelte strategiche.
  Faccio riferimento innanzitutto all'investimento in Banco BPM, perché è una banca importante del Paese e perché in qualche modo, proprio a proposito di difesa dell'italianità, l'investimento della Fondazione ENASARCO, che è la fondazione che detiene il maggior numero di azioni (con il 3,01 per cento), ha fatto sì – si può dire – che la banca non fosse aggredibile da banche straniere, in particolare da un'altra banca, che detiene in maniera importante una percentuale di Banco BPM. Noi sappiamo quanto sia importante sia per la concentrazione geografica – anche se la Banca Popolare di Milano è piuttosto diffusa su tutto il territorio nazionale –, sia per quanto possa servire ad altre strategie. Peraltro, è un investimento produttivo: noi abbiamo comprato a una media di 3,71 euro nei due acquisti e oggi – non lo so questa mattina – supera i 6 euro. Quindi, è un investimento che è plusvalente per oltre 200 milioni di euro. Se la Fondazione decidesse di vendere una parte di questo investimento, potrebbe detenere «gratuitamente» il resto e, quindi, svolgere la sua funzione di presidio dell'italianità e del rapporto con il territorio. Per queste ragioni mi sento di dire che questo è uno di quegli investimenti di cui la Fondazione può andare fiera, perché è plusvalente dal punto di vista economico, è in qualche modo mission-related, perché molti agenti hanno rapporti con BPM o possono avere rapporti con BPM, a difesa dell'italianità del progetto e, comunque, con una gestione oculata, ha escluso qualsiasi rischio finanziario futuro, nell'attesa che magari altri soggetti deputati prendano strategie superiori sulla funzione che BPM può svolgere. Comunque, abbiamo fatto anche da freno e da argine.
  Un altro investimento è quello di Bonifiche Ferraresi. Anche qua, noi abbiamo comprato a una media inferiore al 3,40 per cento e l'investimento è superiore al 4 per cento, quindi è un investimento plusvalente. Sostanzialmente, attraverso l'ENASARCO e attraverso anche la partecipazione di altre casse, Bonifiche Ferraresi è una dei protagonisti del Piano Mattei, perché sta sviluppando un'altra società, che è BF International, utilizzando e portando il prodotto, la tecnologia e l'expertise italiani in molti Paesi. BF International oggi è presente in Libia, Tunisia, Algeria – ha visto anche la presenza di esponenti del Governo italiano e di quelli locali –, Brasile e in molti altri Paesi, dove c'è un modello italiano che serve anche da vetrina. Anche questo è un investimento importante per noi.
  Un altro investimento, sempre azionario, che ritengo soddisfacente è quello in Garofalo Health Care, che è l'unica società quotata di sanità. Anche qua, l'abbiamo comprato a un prezzo di gran lunga inferiore di quella attuale. Peraltro, è anche uno dei protagonisti del nostro welfare interno, perché nessuno di noi può inventare le missioni degli enti quando ricopre cariche, ma è evidente a tutti che nella missione della fondazione ENASARCO esistono sostanzialmente tre pilastri. Uno è quello previdenziale, e ad oggi, nonostante le previsioni a lungo periodo impongano una certa attenzione, ancora l'attività caratteristica tra quanto incassiamo e quanto spendiamo per le pensioni è di natura positiva, con tutti gli accorgimenti che abbiamo detto prima. Poi c'è naturalmente quello di assistenza nei confronti dei nostri iscritti e dei loro familiari, e anche qua noi abbiamo una polizza infortuni per i nostri assistiti – ad oggi gestita con una forma di autoassicurazione, con notevoli risparmi rispetto ai precedenti, da una prima applicazione –, nonché una polizza sanitaria estesa a tutti gli iscritti della Fondazione. Noi abbiamo pensato che tramite gli investimenti si possano fare anche delle politiche di welfare attuali. Abbiamo realizzato adesso un programma di assistenza domiciliare con il quale arriviamo a casa dei nostri iscritti per portare loro terapie; in qualche modo deflazioniamo il ricorso al sistema pubblico, anche perché ci sembra (almeno dal nostro lato di osservazione) che una parte dello sviluppo della sanità Pag. 16non possa che passare attraverso un sistema di tipo mutualistico.
  Anche l'investimento in Garofalo è assolutamente plusvalente. Oltre a essere un investimento plusvalente, i nostri iscritti, al di là dell'assicurazione sanitaria, si possono rivolgere alla nostra assistenza domiciliare e, a prezzi molto convenzionati oppure per il tramite dei servizi di prestazione, anche alle cliniche Garofalo. Quindi, abbiamo garantito una copertura per i nostri iscritti non solo di natura assicurativa, ma anche di cure, sia pure limitate, su tutto il territorio nazionale.
  In ogni legislatura – così mi aggancio all'altra domanda che faceva l'onorevole Schifone – che si apre c'è sempre la richiesta sui silenti. Faccio presente che quello dei silenti è un problema che riguarda tutta la previdenza; ad esempio, credo che l'INPS abbia circa 8 milioni di silenti, che, lo ricordo, sono quelle persone che da un lato hanno raggiunto i limiti dell'età pensionabile, ma dall'altro non hanno raggiunto i requisiti minimi. Penso che siamo l'unica Cassa che, per ragioni di equità, non potendo dare pensioni naturalmente a chi non ha i requisiti pensionistici, ha pensato che qualcosa debba essere fatto, quindi da quest'anno offriremo ai silenti la polizza assicurativa senza spese per loro. Ciò proprio in ragione del fatto che, da un punto di vista di equità generale, avendo comunque queste persone contribuito alla Cassa, sia pure in maniera non idonea per ottenere la prestazione previdenziale, è giusto che facciano parte delle prestazioni assistenziali e che ottengano la copertura sanitaria. Penso che siamo l'unica cassa ad averlo fatto fino adesso. Naturalmente, qualora ci fossero interventi legislativi che impongano la copertura di coloro che non hanno i requisiti minimi, anche l'ENASARCO si adeguerà a questa prescrizione.

  PRESIDENTE. Grazie, direttore.
  Non registro altre richieste di intervento né da parte degli onorevoli commissari né da parte dei rappresentanti di ENASARCO, che quindi ringrazio nuovamente per essere intervenuti.
  Ringraziando tutti voi per la partecipazione, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.35.