XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere

Resoconto stenografico



Seduta n. 62 di Giovedì 21 novembre 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Semenzato Martina , Presidente ... 3 

Audizione del Presidente e del Direttore Generale della Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF), Stefano Lucchini e Giovanna Boggio Robutti:
Semenzato Martina , Presidente ... 3 
Lucchini Stefano , Presidente della Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF) ... 3 
Boggio Robutti Giovanna , Direttore Generale della Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF) ... 6 
Semenzato Martina , Presidente ... 8 
Ghio Valentina (PD-IDP)  ... 8 
Semenzato Martina , Presidente ... 8 
Boggio Robutti Giovanna , Direttore Generale della Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF) ... 9 
Semenzato Martina , Presidente ... 10 
Ferrari Sara (PD-IDP)  ... 10 
Lucchini Stefano , Presidente della Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF) ... 10 
Semenzato Martina , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MARTINA SEMENZATO

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti e a tutte.
  Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Ricordo che la seduta si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione.
  Ricordo, inoltre, che i lavori potranno proseguire in forma segreta sia a richiesta degli auditi che dei commissari, sospendendosi in tal caso la partecipazione da remoto e la trasmissione sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Presidente e del Direttore Generale della Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF), Stefano Lucchini e Giovanna Boggio Robutti.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'audizione del presidente e del direttore generale della Fondazione per l'educazione finanziaria e al risparmio (FEduF), Stefano Lucchini e Giovanna Boggio Robutti.
  A nome di tutte le commissarie e di tutti i commissari do il benvenuto e ringrazio per la disponibilità il dottor Lucchini e la dottoressa Boggio Robutti, che sono accompagnati dalla dottoressa Maria Carla Gallotti, in qualità di responsabile dell'ufficio rapporti istituzionali dell'Associazione bancaria italiana (ABI).
  L'audizione odierna, che è incentrata sul filone d'inchiesta relativo alla violenza economica, permetterà di approfondire il ruolo e le attività della FEduF, fondazione senza scopo di lucro costituita nel 2014 su iniziativa dell'ABI, con la finalità di promuovere l'educazione finanziaria nel più ampio concetto di educazione alla cittadinanza economica consapevole e attiva. Come si evince dal suo sito, la fondazione basa le proprie attività sulle iniziative dei soggetti partecipanti, in primis banche, ma anche enti non profit e aziende e opera nelle scuole a livello nazionale sulla base di un protocollo di collaborazione con il Ministero dell'istruzione e del merito nonché a livello regionale sulla base di protocolli sottoscritti con le regioni e con gli uffici scolastici regionali.
  Essendo di tutta evidenza la delicatezza del settore, FEduF è un autorevole soggetto di riferimento anche perché interloquisce sui temi dell'educazione finanziaria e della cittadinanza economica con il Comitato nazionale per l'educazione finanziaria, con l'Autorità di vigilanza e con il Ministero dell'economia e delle finanze.
  Fatta questa doverosa premessa, do ora la parola al dottor Lucchini e alla dottoressa Boggio Robutti, che ringrazio anticipatamente.

  STEFANO LUCCHINI, Presidente della Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF). Grazie, presidente, onorevoli deputati e senatori. Consentitemi innanzitutto di ringraziarvi per l'invito a partecipare alla presente audizione e per l'attenzione che viene rivolta all'attività della nostra fondazione.Pag. 4
  La nostra fondazione opera nell'ambito del contrasto delle differenze di genere, degli stereotipi in economia e della violenza di genere attraverso l'informazione e la consapevolezza. Non ripeto che cos'è la fondazione, dal momento che la presidente Semenzato l'ha presentata in modo eccellente.
  L'approccio all'educazione finanziaria caratteristico della FEduF è di natura valoriale e richiama come principio basilare il rispetto per il denaro non solo come strumento per il benessere individuale e sociale, ma anche come elemento di democrazia economica e diritto costituzionale.
  Colgo, quindi, l'opportunità di questa sede per ribadire come l'educazione finanziaria sia ormai una competenza di vita imprescindibile per tutti. Ogni cittadino quotidianamente assume decisioni relative alla vita economica sia a livello individuale sia a livello familiare. Un adeguato livello di competenza è, dunque, necessario per assumere decisioni pienamente consapevoli. Infatti, è sempre più stretta la relazione tra conoscenza, responsabilità individuale, autonomia delle scelte e inclusione sociale delle persone. In questa prospettiva l'educazione finanziaria rappresenta a tutti gli effetti uno strumento che contribuisce alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio economico, individuale e sociale, che trova una declinazione importante anche nella stessa Costituzione, in primis nell'articolo 47 sulla tutela del risparmio. Tale punto di attenzione è ancora più rilevante per quelle fasce di popolazione in condizioni di fragilità economica e a maggior rischio di esclusione finanziaria.
  La diffusione della conoscenza e la condivisione di competenze economiche e finanziarie sono alla base del processo di inclusione finanziaria e, quindi, di inclusione sociale. Inoltre, rappresentano un fattore di democrazia economica, di cittadinanza consapevole e di sostenibilità a breve e lungo termine.
  Secondo l'Osservatorio sulle tendenze giovanili, cogestito dall'Istituto di ricerca sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche e dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, i ruoli stereotipati di genere sono diffusamente interiorizzati nei primi anni di vita, principalmente trasmessi da comportamenti appresi all'interno della famiglia.
  In famiglia si parla ancora poco di questi temi, con le ragazze in particolare, sebbene i genitori siano la primaria fonte educativa non solo in termini di trasmissione di conoscenze ma soprattutto in termini di esempi comportamentali, come rilevano diversi studi sociologici e psicologici. Anche laddove se ne parli in famiglia, recenti ricerche ci dicono che i genitori tendono ad affrontare con i figli maschi questioni legate alla sfera economica in generale, alla gestione del budget e alla pianificazione, mentre con le figlie femmine si è più inclini ad affrontare temi più basici, come ad esempio i soldi per le cose che vogliono comprare. Questa è un'elaborazione della Banca d'Italia. Chiaramente, poi vi lasceremo la relazione.
  Accanto a quello della famiglia, è doveroso citare il compito educativo della scuola su questi temi. L'indagine OCSE «Financial Literacy 2022» attesta una scarsa conoscenza nell'ambito economico-finanziario di base da parte dei quindicenni italiani, ponendo il punteggio da loro ottenuto al di sotto della media europea. Questo dato, già di per sé preoccupante, si aggrava con un divario di genere di venti punti a svantaggio delle ragazze, distribuito in tutte le aree del nostro Paese, con maggiore significatività nel nord-ovest, nell'est e nel sud, rispetto a una media OCSE di cinque punti di distacco. La stessa indagine ci segnala che gli studenti che provengono da ambiti sociali più svantaggiati si rivolgono in misura maggiore ai docenti come fonte di informazione sulle questioni economico-finanziarie, confermando l'importante ruolo delle istituzioni scolastiche.
  L'introduzione dell'educazione finanziaria a scuola, nell'ambito dell'educazione civica, con la legge 5 marzo 2024, n. 21, apre quindi nuovi e rilevanti scenari, che ci fanno ben sperare per la trasmissione sempre più sistematica e continuativa di competenze economiche di base diffuse e, conseguentemente, di un'educazione alla paritàPag. 5 di genere sugli aspetti economici e finanziari.
  L'educazione finanziaria come leva di inclusione e prevenzione della violenza economica.
  L'educazione finanziaria, secondo la definizione dell'OCSE, permette ai consumatori e agli investitori di migliorare la comprensione dei prodotti, concetti e rischi finanziari, sviluppando competenze e fiducia a diventare più consapevoli di rischi e opportunità, fare scelte informate a migliorare il proprio benessere finanziario. Tuttavia, in Italia rispetto al contesto dei Paesi OCSE diversi studi evidenziano la generale carenza di competenze finanziarie soprattutto tra i gruppi più vulnerabili, come giovani, donne, residenti del sud e delle isole, persone con basso livello di istruzione e reddito.
  La definizione fornita dall'OCSE sottolinea come l'educazione finanziaria migliori la capacità di prendere scelte finanziarie consapevoli e lungimiranti e, quindi, la capacità di pianificare per il futuro. Il fatto che le donne si sentano o spesso siano escluse dalla gestione degli aspetti finanziari della propria famiglia è un fattore di iniquità sociale, un elemento di inefficienza economica per il Paese. Tale fenomeno non tocca solo la sfera dei diritti individuali, della dignità, delle libertà personali e dell'equità, ma anche aspetti molto concreti legati ai costi della disparità di genere economica, oltre che salariale, portano a una minore ricchezza delle donne ma anche della società nel suo insieme, fino a sfociare sempre più spesso in fenomeni di violenza economica.
  Secondo alcune ricerche è quasi sempre l'uomo il più ricco della coppia. Si vedano, ad esempio, i dati del rapporto 2022 sulla parità di genere dell'Unione europea e i dati INPS su individui tra i quindici e i sessantaquattro anni, dipendenti del settore privato, non agricolo. Ed è lui che prende le decisioni finanziarie più rilevanti in famiglia, spesso anche per mancanza di fiducia delle donne stesse nelle loro competenze finanziarie.
  Diverse ricerche ci dicono che il numero di donne che non ha un conto corrente personale è considerevole. La situazione più grave è tra le donne che hanno interrotto gli studi, la maggioranza delle quali non possiede un proprio conto corrente e si appoggia a quello del congiunto. È quindi fondamentale diffondere sempre più iniziative e percorsi mirati a potenziare e rafforzare l'autonomia e l'indipendenza delle donne, lavorando in parallelo sulla percezione del valore di sé stesse da un lato e sulle competenze finanziarie di gestione quotidiana del denaro dall'altro.
  La sfida è complessa e tocca tre diversi ambiti: culturale, psicologico, cognitivo. Le donne, infatti, tendono a sottostimare le loro conoscenze finanziarie rispetto agli uomini, negoziano meno, hanno meno fiducia di poter raggiungere importanti obiettivi finanziari. Pur essendo convinte di essere brave nell'ordinaria amministrazione, si reputano meno capaci di affrontare problemi di finanza più complessa. Di contro, le ricerche effettuate periodicamente dalla Consob, rapporto Consob sulle scelte dell'investimento delle famiglie italiane nei vari anni, segnalano le positive attitudini femminili nella gestione del risparmio, quale ad esempio una maggiore cautela che nasce dalla naturale avversione al rischio e la propensione ad affidarsi a professionisti esperti.
  La percentuale delle donne italiane che prendono decisioni finanziarie in famiglia è ancora molto bassa. In molti casi ciò avviene per motivi contingenti. Sono soprattutto donne separate, divorziate o vedove.
  Da qui nascono molti problemi di equità e parità, di ricchezza pro capite, di efficienza economica delle famiglie e del Paese, di autonomia personale e non da ultimo di violenza economica che si verifica spesso nell'ambiente familiare, e avviene quando vengono messi in atto comportamenti che impediscono e/o ostacolano l'indipendenza economica delle donne, fino ad arrivare al controllo o a danneggiarne la vita personale e sociale.
  Anche sul terreno della prevenzione di questo tipo di violenza, l'educazione finanziaria gioca un ruolo importante. Nel 2023 le chiamate ricevute dal numero 1522 controPag. 6 la violenza e lo stalking hanno mostrato che il 19,7 per cento delle donne segnala violenze economiche, come l'impossibilità di usare il proprio reddito, di non conoscere l'ammontare delle risorse economiche disponibili in famiglia, fino all'esclusione delle decisioni su come gestire il denaro familiare.
  Coloro che hanno situazioni economiche più svantaggiate e vivono in contesti sociali maggiormente a rischio subiscono più di frequente violenza dai partner. Inoltre, alcuni modelli teorici indicano che un aumento delle risorse economiche delle donne fa diminuire la violenza domestica, perché aumenta il loro potere di contrattazione, di influenza sulle decisioni assunte all'interno della famiglia.
  Diventa, quindi, essenziale sensibilizzare le donne sull'importanza di acquisire un'educazione finanziaria di base e stimolare una gestione proattiva dei loro risparmi, promuovendo una crescente autonomia economica.
  Questo significa dignità e soprattutto libertà per quanto riguarda l'ambito familiare, ma soprattutto per quanto riguarda l'autonomia della donna.
  Per quanto riguarda il resto, lascerei la parola, se lei è d'accordo, presidente, alla dottoressa Boggio Robutti, direttore generale della Fondazione.

  GIOVANNA BOGGIO ROBUTTI, Direttore Generale della Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF). Grazie mille, presidente. Buongiorno a tutti anche da parte mia.
  Insieme all'ABI la nostra Fondazione ha realizzato e diffuso lo scorso marzo la guida contro la violenza economica, che è stata fatta in collaborazione con il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri e in coerenza con i contenuti espressi dal gruppo di lavoro delle banche.
  Questa guida, che è stata condivisa anche con le associazioni dei consumatori e il Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, che collaborano al progetto da diversi anni, approfondisce i principali aspetti che riguardano questa forma di violenza, quindi come si manifesta, come prevenirla, come contrastarla, per aiutare le donne che la subiscono e per supportare i cittadini anche nella comprensione e nel riconoscimento di questo fenomeno.
  La guida ha fatto seguito alla campagna di sensibilizzazione volta a contribuire alla divulgazione del numero antiviolenza e stalking citato poco fa, promossa in occasione del 25 novembre del 2023 con la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
  Il messaggio chiave del progetto riguarda la vicinanza, il supporto e la coesione ed è sintetizzato nella frase «Tu non sei sola». A tal fine sono stati realizzati specifici strumenti informativi, quali una locandina, la grafica per i canali online, banner per siti web e comunicazioni interne. Tutti questi materiali sono presentati dai promotori dell'iniziativa che li hanno resi disponibili gratuitamente, tramite tanti canali.
  Nuove iniziative saranno lanciate anche in occasione della prossima giornata del 25 novembre per contribuire a mantenere sempre alta l'attenzione su questi temi, con strumenti divulgativi sempre nuovi.
  Tali iniziative rientrano nel perimetro delle attività coerenti con gli impegni sottoscritti nell'ambito del protocollo d'intesa per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne e della violenza domestica, che è stato siglato dalla ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità e dal presidente ABI il 4 ottobre del 2023.
  In base al protocollo, le parti intendono realizzare obiettivi comuni anche attraverso azioni mirate e congiunte. FEduF è stato il primo sottoscrittore non bancario di questa importante iniziativa.
  A queste attività si affiancano poi una serie di collaborazioni con altri soggetti qualificati, che si occupano di contrasto alla violenza di genere e di assistenza ai minori, vittime di femminicidio, tra cui si ricorda «Il Giardino Segreto», che è capofila del progetto «Airone», con il quale si punta a fornire un aiuto concreto ai bambini orfani di crimini domestici e alle famiglie affidatarie, promuovendo delle azioni Pag. 7congiunte anche sotto il profilo info-divulgativo.
  Ancor prima di queste recenti iniziative, la competenza della nostra Fondazione in questo campo si è consolidata con l'esperienza decennale e con molte attività svolte nel corso del tempo, di cui riportiamo le principali di seguito. La prima iniziativa che è stata specificamente rivolta al target femminile è stata «Conta sulle donne», realizzata dalla nostra Fondazione nel 2015 in collaborazione con l'associazione Adiconsum, che ha sviluppato una serie di strumenti informativi e formativi e un concorso legato alla fruizione di questi strumenti. A seguire ne abbiamo realizzate molte altre. Le principali sono queste.
  Dalla fine del 2020 la nostra Fondazione ha avviato un ciclo di appuntamenti denominato «Il denaro con gli occhi delle donne», dedicati all'approfondimento di tematiche economiche e finanziarie, facendo riferimento alle donne nelle loro vesti di cittadine, lavoratrici, professioniste, mogli, madri e caregiver con l'obiettivo di valorizzarne la peculiarità e potenziarne la consapevolezza sulla gestione del denaro.
  Nel 2021 abbiamo avviato un percorso di alfabetizzazione finanziaria e parità di genere anche nelle scuole, a partire dalle primarie e le secondarie di primo grado soprattutto. A tale scopo abbiamo realizzato un modulo didattico che si chiama «Contiamo pari. Educazione finanziaria parità di genere», che è stato messo gratuitamente a disposizione delle scuole su tutto il territorio nazionale.
  In qualità di partner di Explora – Il Museo dei bambini di Roma, FEduF ha partecipato alla realizzazione del percorso PARI. Il percorso, che è inserito stabilmente negli allestimenti del museo, si sviluppa attraverso postazioni di gioco su tre macro temi, quello degli stereotipi, dei diritti e dei doveri, dell'uguaglianza e unicità e in ciascuno di questi sono presenti riferimenti alla parità di genere nella gestione del denaro, nella retribuzione e in ambito formativo e professionale.
  Poi, nell'ambito del tavolo permanente di educazione finanziaria e di inclusione sociale, che è stato istituito su input della nostra Fondazione presso Social Innovation Academy di MIND a Milano, quindi con Fondazione Triulza, la FEduF ha realizzato un ciclo di seminari formativi per gli operatori e gli enti del terzo settore con un focus specifico rivolto a coloro che lavorano con le donne in condizioni di fragilità economica.
  Nel biennio 2022-2023 la Fondazione è stata partner del primo progetto italiano di Room to Read, che è una ONG statunitense attiva nell'empowerment delle ragazze e delle bambine. Con loro abbiamo sviluppato il progetto «Ho avuto un'idea», mirato ad accompagnare le studentesse di alcune scuole di frontiera di Napoli e di Palermo alla scoperta di vocazioni e talenti per orientarle alle discipline STEM e STEAM e incoraggiarle a entrare nel mondo del lavoro.
  Nel 2023 abbiamo realizzato, con particolare attenzione al segmento delle donne vittime di violenza economica, un'esperienza a Novara su iniziativa della Fondazione Comunitaria Novarese, in collaborazione con l'associazione Liberazione e Speranza, che ha coinvolto sia le operatrici dei centri di accoglienza sia le donne ospitate, e poi, a Milano e Firenze, in collaborazione con l'associazione Robert Kennedy Human Rights Italia, il percorso «Money Tutoring», dedicato al potenziamento della consapevolezza economica e dell'educazione finanziaria, nonché alla stimolazione di un approccio mentale proattivo attraverso il coaching.
  In ultimo, nel 2024 abbiamo realizzato, insieme alla società di divulgazione scientifica Taxi1729, un format molto originale che si chiama «Pane, denaro e stereotipi». È una conferenza/spettacolo della durata di circa 90 minuti in cui vengono analizzati e smontati i principali stereotipi legati alla relazione tra le donne e il denaro. Aggiungo che questa conferenza è diretta proprio alle scuole secondarie di primo e secondo grado e ha un grande successo, viene richiesta moltissimo dagli insegnanti.
  In conclusione, se posso, presidente, nella nostra decennale attività di divulgazione sul campo, abbiamo riscontrato una crescente sensibilità, da parte di soggetti pubbliciPag. 8 e privati, sull'urgenza di potenziare il segmento femminile della popolazione e di diffondere una maggiore consapevolezza sui benefici che una maggiore inclusione sociale porta a livello individuale e sociale. Uno degli aspetti più urgenti di questa azione riguarda la necessità di sradicare l'atteggiamento culturale che sta alla base del gender gap in Italia. Non vi è, infatti, dubbio che la formazione delle giovani generazioni di donne venga influenzata dal modello femminile di riferimento nell'ambito familiare e sociale. Madri più emancipate nelle relazioni con il denaro saranno un esempio positivo ed evoluto per le proprie figlie.
  Tuttavia, accanto all'azione educativa congiunta della famiglia e della scuola, ambiti in cui si stanno moltiplicando le attività, risulta indispensabile un cambio di paradigma anche nel mondo del lavoro, dove la parità salariale, oltre che di sostanza rispetto al rilievo delle posizioni ricoperte è ancora lontana.
  Come ha recentemente ricordato il Presidente Mario Draghi al convegno di apertura della manifestazione milanese Il tempo delle donne, organizzata dal Corriere della Sera, chi paga meno le donne per il loro lavoro va contro la Costituzione italiana. Bisogna insistere. La parità di condizioni, però, non si fa per decreto. Bisogna costruire l'ambiente.
  La nostra Fondazione opera per essere parte attiva e instancabile di questo cambiamento, ma serve davvero una pluralità di azioni e l'alleanza tra una molteplicità di soggetti affinché l'impatto delle molte iniziative avviate in Italia possa essere davvero efficace. Dobbiamo essere consapevoli di lavorare a un cambiamento culturale e la nostra prima dote deve essere la pazienza, perché l'attuale fase di semina darà risultati solo nel lungo periodo.
  Crediamo, tuttavia, che l'azione che la Commissione da lei presieduta, insieme alle molte istituzioni che a livello nazionale e locale sostengono l'importanza di questo tema, abbia un ruolo fondamentale nel mantenere alta l'attenzione del Governo e degli opinion leader, oltre che nel guidare un cambiamento culturale, che porterà benefici a tutta la popolazione.
  La Fondazione per l'educazione finanziaria e al risparmio è, naturalmente, sempre disponibile a mettere a disposizione della Commissione la propria competenza per un'azione di sistema sempre più efficace.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Lucchini. Grazie, dottoressa Boggio Robutti.
  Anticipo ai colleghi che la Fondazione ha lasciato una relazione, che ci farà pervenire anche in formato digitale. I colleghi e le colleghe che volessero accedere al sito dell'ABI troveranno questa guida, che io conosco molto bene, contro la violenza economica e le informazioni, che magari poi ci allegate.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  VALENTINA GHIO. Signor presidente, ringrazio lei e gli auditi, che hanno fatto un quadro molto chiaro sull'attività portata avanti. Visto che la vostra narrazione evidenzia che da alcuni anni mettete in campo azioni da questo punto di vista, volevo chiedere due cose. La prima è se ci sono stati cambiamenti sia nella percezione da parte delle ragazze e dei ragazzi, soprattutto dei più giovani, con cui avete lavorato sia dei soggetti istituzionali con cui avete portato avanti i progetti e se, dal punto di vista, invece, delle misure politiche, di azione politica e di azione giuridica, messe in campo dalle istituzioni, a partire dai Governi che in questi anni si sono susseguiti, ci sono stati strumenti di miglioramento rispetto al superamento della violenza economica, quindi della parità economica, e se, secondo voi, ne occorrerebbero altri più specifici.

  PRESIDENTE. Se ci sono altre domande le raccogliamo – lo chiedo anche ai colleghi collegati – altrimenti ne faccio una io.
  Avete parlato di molti interventi nelle scuole. La mia è una domanda pratica: Pag. 9come arrivate alle scuole? Attraverso quale modalità, quale programmazione? Lei mi parlava di un modulo, che viene esplicitato in maniera, forse, differente dalle diverse scuole. Volevo chiederle come vengono applicati questi moduli e qual è la reattività delle scuole. Lei mi ha detto che c'è anche questo workshop-spettacolo, che è molto richiesto. Vorrei sapere come avviene questa diffusione a livello scolastico, se è strutturata o se - passatemi il termine - è una grande attività di FEduF, di contatto delle scuole, che poi crea rete.
  Do la parola agli auditi per la replica.

  GIOVANNA BOGGIO ROBUTTI, Direttore Generale della Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF). Signor presidente, la ringrazio.
  Rispondo in ordine. Sì, ho osservato un'attenzione enormemente crescente in tutti gli ambiti in cui noi operiamo, a partire dalle scuole, dove - come diceva la presidente; poi rispondo subito alla sua domanda interessantissima - noi osserviamo da parte degli insegnanti sempre più richieste di portare in aula questo argomento. Il mondo della scuola è sicuramente più sensibile e, se è più sensibile, è perché il mondo delle istituzioni sta enormemente alzando l'attenzione. Noi ringraziamo e confermiamo che questo impegno istituzionale è un grandissimo aiuto per chi, come noi, cerca di portare alle persone, in tutti gli ambiti, queste informazioni di cultura, cultura di cittadinanza. La mia risposta è molto rapida, ma è assolutamente positiva da tutti i punti di vista.
  Per quanto riguarda le scuole, presidente, noi abbiamo un'offerta didattica molto ampia. Come sapete, l'educazione finanziaria è una competenza di cittadinanza. Per noi non è una questione tecnica, se parliamo ai giovani, ma è proprio un voler portare consapevolezza su una relazione corretta con il denaro. In questo ambito si inserisce il programma dedicato alla lotta agli stereotipi, alle differenze di genere, che abbiamo da circa due anni. Confermo che abbiamo sviluppato un modulo per le scuole primarie, che, quindi, ha un linguaggio estremamente semplice, che tocca anche i temi della relazione con il denaro, ma anche il ruolo che le donne hanno; parla già di salary gap, quindi anche delle differenze di retribuzione. Quello che cerchiamo di fare, naturalmente, è sempre un discorso molto alla pari tra bambini e bambine, tra ragazzi e ragazze. L'idea è quella di crescere insieme con la consapevolezza che le donne non hanno nulla di meno dei ragazzi. Partono tutti dalla stessa base, ma poi ci sono delle influenze.
  Come lavoriamo. Noi facciamo ormai un lavoro enorme sulle scuole, abbiamo relazioni con tantissime scuole in tutta Italia. Siamo presenti nelle scuole, sia fisicamente, in presenza, che in digitale, perché questo ci viene chiesto dagli insegnanti.
  Come facciamo a farlo. La rete delle banche non solo ci ha fondati e ci sostiene, ma ci aiuta nel lavoro, quindi mette a disposizione anche colleghi sui territori. Oppure siamo noi in prima persona - persone della Fondazione o persone da noi formate - ad aiutare gli insegnanti a portarlo in classe. Il nostro modulo si trova su una piattaforma digitale aperta agli insegnanti. Non ve l'ho detto, ma tutto ciò che noi facciamo è totalmente gratuito per chiunque e qualunque scuola. Gli insegnanti, quindi, possono usare i materiali. Generalmente preferiscono farlo aiutati da qualcuno di noi. Si va in classe e si dialoga. Abbiamo materiali che sono stati sviluppati, naturalmente, insieme al nostro Comitato scientifico, per garantire la correttezza e l'assoluta neutralità di quello che diciamo, ma soprattutto parliamo con i bambini e le bambine, con i ragazzi e le ragazze, seguendo un filo logico.
  Questo digital talk di cui le parlavo (l'ultima edizione è stata fatta ieri, era in digitale, avevamo più di 300 studenti iscritti) è un format di 90 minuti, in cui c'è una scaletta, una regia, si toccano molti argomenti, ma soprattutto, visto che è fatto su una piattaforma di streaming digitale che consente di dialogare, si lanciano stimoli e si raccolgono tutti i commenti, gli stimoli e le domande dei ragazzi che partecipano. È un dialogo in diretta. Se vi facesse piacere, potrei farvi avere una registrazione, così vi renderete conto di come funziona.

Pag. 10

  PRESIDENTE. Grazie, dottoressa. Se ci fate avere tutti i materiali che ci avete illustrato oggi (dalla guida, anche se è scaricabile sul sito dell'ABI, alle locandine) anche in formato digitale oppure con WeTransfer per quanto riguarda questo workshop-spettacolo, saranno di integrazione nel corso della narrazione e poi dell'inchiesta sulla violenza economica.

  SARA FERRARI. Vi ringrazio davvero, perché siete stati una miniera preziosissima di stimoli questa mattina e anche di testimonianza di cose che si possono fare, che funzionano e che, soprattutto oggi, mettono dei semi per il futuro. Anche se la pazienza comincia a esaurirsi, intanto quello possiamo fare.
  Ho una domanda. Voi citate il Presidente Draghi quando dice che chi paga meno le donne per il loro lavoro va contro la Costituzione italiana e che bisogna insistere, ma la parità di condizioni non si fa per decreto, bisogna costruire l'ambiente. Ovviamente siamo assolutamente d'accordo, però noi qui abbiamo un ruolo specifico, che è quello di legislatrici e legislatori. Questa Commissione ha un suo ruolo. Vi chiedo: rispetto alla presa d'atto che c'è il gender pay gap, cioè che le donne sono spesso pagate meno a parità di condizioni (voi avete sicuramente tutti i dati, perché li abbiamo visti anche noi), ha senso provare, a ragionare in termini anche sanzionatori per questi comportamenti? Noi siamo allo stadio in cui ne prendiamo atto, ma non c'è alcuno strumento di tipo sanzionatorio rispetto a questo. È un punto di domanda. Avete mai pensato a questa possibilità?
  Non vorrei essere fraintesa. Sono un'insegnante, quindi credo che si lavori sulla prevenzione, punto, attraverso la cultura. E quello è pro futuro. Oggi, però, di fronte a questo dato di fatto, immaginate che si possano cercare anche strumenti di questo tipo e possano avere una loro, seppure limitata, efficacia?
  Nella parte finale della vostra relazione dite che la Commissione può avere un ruolo fondamentale nel mantenere alta l'attenzione del Governo e degli opinion leader, oltre che nel guidare un cambiamento culturale che porterà benefici. Bene. Anche in questo caso, immaginate qualcosa che vi potreste aspettare da questa Commissione o lasciate fare a noi?
  Infine, una semplice considerazione. Ho apprezzato molto la parte in cui parlate dell'approccio delle donne alla finanza, alla gestione finanziaria (si reputano meno capaci, eccetera). Dite, però: «Di contro, le ricerche effettuate periodicamente dalla CONSOB segnalano le positive attitudini femminili nella gestione del risparmio, quali ad esempio una maggiore cautela, che nasce dalla naturale avversione al rischio, e la propensione ad affidarsi a professionisti esperti». La mia non è una critica, ma una reazione che mi è venuta e che vuole essere costruttiva.
  Non userei mai il termine «attitudine femminile» dopo tutto quello che avete detto, nel senso che un'attitudine rischia di passare per qualcosa di innato, e quello che ci avete detto è che non c'è nulla di innato, ma è tutto condizionato. Quindi, al posto di «attitudine» userei il termine «abitudine» o «consuetudine». Inoltre, non parlerei di «naturale avversione al rischio», perché mi pare di capire che non c'è niente di naturale, nemmeno nell'avversione al rischio, ma che è generata da anni e anni di un certo tipo di condizionamento.
  Vi ringrazio perché mi avete stimolato queste riflessioni.
  Grazie.

  STEFANO LUCCHINI, Presidente della Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF). Grazie. Intanto è del tutto condivisibile il suo intervento. Per quanto riguarda il tema «coercizione» naturalmente non spetta a noi dare indicazioni di questo tipo, ma saranno le stesse aziende, in qualsiasi settore, a prendere eventualmente delle decisioni e voi, naturalmente, come corpo legislativo.
  Quello che avete fatto di molto importante è stato il recupero dell'educazione civica nelle scuole e l'introduzione, nei dieci temi che l'educazione civica ha reinserito, dell'educazione economico-finanziaria. Questo ha permesso di renderla anche curriculare. Quindi, ci aiuta fortemente. Lì c'è un obbligo, in questo senso.
  Per quanto riguarda l'ultima considerazione, ha ragione, la parola è sbagliata, quindi la correggeremo molto volentieri.

Pag. 11

  PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Sapete che per me il tema della violenza economica è il tema focus di questa Commissione, anche perché è sempre stato trattato, nei precedenti lavori, con superficialità. Se ne parla da un anno, quindi il mio indirizzo penso sia importante e fondamentale. Vi ringrazio per questo prezioso intervento. Aspetto le integrazioni utili per questa audizione.
  Ringrazio ancora i nostri auditi, il presidente Lucchini, la dottoressa Giovanna Boggio Robutti e, naturalmente, la dottoressa Gallotti, che li ha accompagnati.
  Dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.10