XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 65 di Giovedì 7 novembre 2024

INDICE

Comunicazioni del presidente:
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 

Audizione di Giovanni Padula, già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, nell'ambito del filone di inchiesta sulle vicende relative al cosiddetto «dossieraggio» di esponenti politici e del mondo economico:
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 
Padula Giovanni , già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 3 
Colosimo Chiara , Presidente ... 6 
Congedo Saverio (FDI)  ... 6 
Padula Giovanni , già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 6 
Colosimo Chiara , Presidente ... 7 
D'Attis Mauro (FI-PPE)  ... 7 
Colosimo Chiara , Presidente ... 7 
Antoniozzi Alfredo (FDI)  ... 7 
Padula Giovanni , già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 7 
Colosimo Chiara , Presidente ... 8 
La Salandra Giandonato (FDI)  ... 8 
Padula Giovanni , già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 8 
La Salandra Giandonato (FDI)  ... 9 
Padula Giovanni , già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 9 
Colosimo Chiara , Presidente ... 9 
Padula Giovanni , già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 9 
Colosimo Chiara , Presidente ... 10 
Antoniozzi Alfredo (FDI)  ... 10 
Padula Giovanni , già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 10 
Colosimo Chiara , Presidente ... 10  ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
CHIARA COLOSIMO

  La seduta comincia alle 11.45.

Comunicazioni del presidente.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Comunico che l'Ufficio di presidenza ha convenuto che la Commissione si avvalga della collaborazione di un ulteriore militare appartenenti al Nucleo speciale Commissioni parlamentari di inchiesta della Guardia di finanza addetto alla gestione dell'archivio della Commissione. Si tratta in particolare del finanziere Fabio Pio Albanese a cui diamo il benvenuto e buon lavoro.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso nonché via streaming sulla web-tv della Camera.

Audizione di Giovanni Padula, già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, nell'ambito del filone di inchiesta sulle vicende relative al cosiddetto «dossieraggio» di esponenti politici e del mondo economico.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Giovanni Padula, già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza nell'ambito del filone di inchiesta sulle vicende relative al cosiddetto dossieraggio di esponenti politici e del mondo economico. Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione e che i lavori potranno proseguire in forma segreta a richiesta dell'audito o dei colleghi e in tal caso non sarà consentita la partecipazione da remoto e verrà interrotta la trasmissione via streaming sulla web tv.
  Do la parola per una breve introduzione al generale Padula, che voglio ringraziare per la cortesia e la disponibilità. Generale, noi abbiamo ancora bisogno di capire come erano organizzati gli appartenenti al gruppo SOS che facevano riferimento al Nucleo speciale di polizia valutaria e quindi parliamo ovviamente di Striano.

  GIOVANNI PADULA, già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Grazie, presidente. Buongiorno e un ringraziamento a tutti i parlamentari, deputati e senatori, qui presenti. Introdurrei subito il tema che mi sembra essere oggetto dell'attenzione da parte della Commissione, andando sui fatti e sui contenuti, e cercando di evidenziare quali erano le regole che governavano i processi di lavoro e i compiti che vengono assegnati ai militari del Nucleo speciale di polizia valutaria, distintamente e partitamente per quello che riguarda la figura di Striano.
  Intanto preciso che il mio periodo di comando ha avuto inizio nel gennaio 2017 ed è terminato nel giugno 2020. Rispetto a questi accadimenti, che hanno visto il configurarsi di ipotesi di un utilizzo illecito di informazioni e abusivo accesso alle banche dati, faccio presente che alle presunte gravi responsabilità penali individuali di taluni, si devono aggiungere, per comprendere meglio il contesto di riferimento, anche le vulnerabilità che, a mio avviso – e questo lo esprimo a titolo personale per l'esperienzaPag. 4 maturata – si annidano all'interno del sistema di prevenzione antiriciclaggio, ma su questo magari ci possiamo soffermare più avanti. La vulnerabilità riguarda il perimetro esterno, ossia la parte degli hackeraggi esterni, di cui posso dire ben poco, mentre farò soprattutto riferimento alla parte del perimetro interno cioè proprio a chi poteva accedere e a come si controlla chi accede. Durante il mio mandato, debbo dire che, proprio al fine di contenere questa seconda parte, cioè il perimetro interno degli accessi, sono state intraprese una serie di iniziative. Intanto una revisione strutturale della piattaforma SIVA, che avete più volte sentito nominare nelle diverse audizioni che si sono succedute, per renderlo più sicuro, più performante e più aderente anche alle aspettative di un'analisi investigativa che doveva guardare avanti. È stato creato per questo un gruppo di lavoro a parte con sinergie esterne, attori esterni, con la supervisione del Comando generale, per un progetto di ristrutturazione del sistema SIVA. Sono stati creati dei file in continuo aggiornamento dei PEP, cioè delle persone politicamente esposte, che fanno parte in modo esplicito del sistema di prevenzione antiriciclaggio e in cui si annidano le attenzioni di eventuali malintenzionati. Abbiamo quindi fatto un check a parte con accessi riservati e più controllati rispetto alla generalità del sistema. Sono stati monitorati, con le regole date, gli accessi, periodicamente, nel rispetto delle direttive che sono state impartite dal livello centrale, sensibilizzando il personale sulla delicatezza del tema. Dico subito che, a differenza del caso Striano, i militari impiegati presso il Nucleo valutario avevano e hanno un obbligo specifico di rendicontazione giornaliera del lavoro che viene svolto, riferendo nel merito al loro diretto superiore. Ci sono fogli di servizio, sono documenti importanti che certificano l'attività condotta giornalmente da ogni militare, controfirmati dal proprio superiore in cui si dà atto di ciò che si è fatto, del perché si è fatto e nell'ambito di quale mandato si è fatto. Questo ovviamente, tengo a precisare, non impedisce in modo assoluto che ci possa essere la patologia del funzionario infedele che, pur nell'ambito del mandato, decide di fare altro e di diverso da ciò che gli viene detto di fare, ma almeno consente una forma di controllo e monitoraggio giornaliero più attento e di contenimento del rischio connesso a questi accessi. Dico anche su questo una precisazione. Ho sentito in precedenti audizioni il discorso del fino a dove si debba spingere il controllo del superiore verso il dipendente perché il rischio, veniva detto, è che il superiore venga a sapere quale sia il mandato, ad esempio un conferimento di delega di indagine da parte di una procura, e dunque il superiore del militare che segue questi accertamenti viene a sapere la tipologia di accertamenti che sta conducendo, venendo quindi a conoscere anche le persone che sono a vario titolo coinvolte nell'indagine e veniva citata una sentenza della Corte costituzionale dove si impedisce un flusso informativo verso la gerarchia. Su questo aspetto bisogna precisare. A mio avviso – è una mia personale valutazione – la sentenza evocata e richiamata della Corte costituzionale evocava un flusso ascendente verso i livelli centrali, ma noi siamo a un livello – questo è quello di cui qui parliamo – di superiori diretti del personale che esegue accertamenti e, per regole interne, norme militari, regolamenti militari, va da sé che il superiore sia tenuto a conoscere ciò che viene fatto, come viene fatto, perché viene fatto, deve controllare che il lavoro sia correttamente svolto: è l'incarico che spetta al superiore diretto. Io non immagino una modalità diversa in termini anche di responsabilità di mandato che ogni superiore gerarchico è tenuto ad assolvere. Quindi metterei una linea su questo. Lo dico anche perché, sempre in audizione, è stato detto che i livelli gerarchici all'interno della DNAA di fatto venivano livellati, non c'era nessun livello gerarchico, ma c'era il referente diretto dell'operatore, in questo caso Gdf all'interno della DNAA. Bene, è una scelta, anche perché il contesto obiettivamente organizzativo-funzionale e di competenze è diverso, però questo distinguo penso ci sarà utile anche per il prosieguo.Pag. 5
  Bisogna tener conto che si è parlato solo di uno spicchio dell'attività del sistema di prevenzione antiriciclaggio che svolgono i militari del Nucleo valutario. È riduttivo pensare che gli accessi alle banche dati, lo svolgimento dell'attività del Nucleo valutario, sia riconducibile esclusivamente all'attività di approfondimento e sviluppo delle SOS, sarebbe fuorviante. Teniamo conto, questo è stato detto, mediamente oltre 100.000 segnalazioni su base annua dai diversi soggetti obbligati, destinatari della normativa. In media, a spanne, ogni segnalazione, tra soggetti principali e soggetti collegati, contiene almeno dieci entità. Quando parliamo di entità, parliamo di soggetti persone fisiche e giuridiche. Quindi quel 10, che mediamente già compare all'interno del documento SOS, va moltiplicata n volte, e non saprei farne una stima, perché già contando 10 entità per SOS, base 100.000, arriviamo mediamente a un milione di entità che devono essere ordinariamente sviluppate, trattate, analizzate e approfondite dal punto di vista investigativo. Parliamo di questi volumi ordinari. Se poi andiamo a vedere in una società quali sono i soggetti che compongono la compagine societaria e quindi anche su quelli molte volte bisogna fare altre interrogazioni, il volume delle interrogazioni inevitabilmente e fisiologicamente è destinato ad aumentare. Il Valutario fa questo? Sì, fa questo ma al contempo le indagini che vengono conferite al Nucleo di polizia valutaria compongono un puzzle più ampio. Le indagini di polizia giudiziaria che vertono sulle SOS vengono approfondite e poi trasmesse alle procure della Repubblica a livello nazionale. Il Valutario ha la peculiarità che ha una competenza specifica per materia a livello nazionale, quindi a noi arrivavano e arrivano deleghe da tutte le autorità giudiziarie, ordinarie e procure distrettuali, sul territorio su cui si sviluppano altri accertamenti. Tenete conto che il Valutario ha sede a Roma ma ha gruppi distaccati a Milano, a Reggio Calabria e a Palermo, è un'entità complessa. In più si aggiungono le attività di iniziativa, come controlli antiriciclaggio verso i soggetti obbligati, ispezioni antiriciclaggio verso fiduciarie, money transfer e altri soggetti obbligati. Chiudo su questo aspetto e verrò poi a Striano: oltre al mondo SOS, che riguarda le segnalazioni sospette su cui si è già trattato, esiste tutto il mondo del finanziamento al terrorismo, che rientra nell'ambito degli approfondimenti investigativi sulle segnalazioni targate terrorismo, ma pur sempre segnalazioni, che vengono dalle FIU estere, dalle FinCEN, autorità statunitensi in materia di antiterrorismo che dialogano con le Fiu e poi trasmettono sempre al Valutario. Quindi a quel panorama di entità aggiungo altre 115, 120, 140, 150.000 entità che vengono altrettanto trattate e investigate nell'ambito del Valutario sotto questo profilo del finanziamento al terrorismo, quindi le entità si moltiplicano a dismisura.
  Circa il caso Striano, è stato già autorevolmente spiegato quale fosse l'incarico all'interno del cosiddetto gruppo SOS, istituito per collaborare doverosamente con la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, lui era inserito in questo gruppo e il tema più delicato sono ovviamente, sappiamo bene, quello degli accessi che sono stati fatti. Su questo dico subito che noi, da intese protocollari, abbiamo fornito alla Procura nazionale antimafia una macchina, che sono la rete GDFnet e altre banche dati, tra cui SIVA. Questa macchina era dotata di un pilota, in questo caso, ma non è l'unico, Striano. Presso la Procura nazionale antimafia avevano macchina, chiavi d'accesso e pilota. Loro indicavano dove doveva andare, quali strade percorrere, quali dati leggere e acquisire e quindi approfondire e rappresentare. In alcun modo avevamo un GPS – per rimanere nella metafora – attaccato alla macchina, non funziona così. Noi abbiamo dato la macchina, abbiamo dato l'autista, abbiamo dato gli strumenti, dopodiché chi governava la macchina, dove doveva andare la macchina, cosa doveva fare con quella macchina noi non potevamo saperlo, non avevamo il GPS, non sapevamo assolutamente, non potevamo, io direi non dovevamo neanche sapere nulla né Striano era tenuto a rappresentare a noi, parlo all'interno del Nucleo da me comandato, cosa lui facesse Pag. 6con questa macchina, perché non era questo il mandato, non era assolutamente questo il mandato, quindi non era tenuto né potevamo approfondire cosa facesse con questa macchina il pilota che era stato assegnato lì. Il fatto che per alcuni giorni, ed è vero, Striano veniva saltuariamente all'interno degli uffici del Nucleo di polizia valutaria, non sposta nulla rispetto a questa premessa concettuale che ho fatto, perché sappiamo bene che le banche dati o le collochi su questa stanza o nell'altra stanza, non cambia assolutamente nulla. Quella è soltanto la modalità informatica che ti consente di accedere a banche dati, ma o sta in una stanza o sta nell'altra, non sposta i termini del tema. Quindi le regole da osservare, cioè chi faceva cosa, per conto di chi, chi doveva controllare, sono esattamente quelle che ho appena descritto. Ovviamente sono disponibile ad approfondire, ma mi sembrava opportuno fare un punto.
  Detto questo, va tutto bene così? Mi sono interrogato anche prima di intervenire in questa sede, perché è doveroso a livello professionale interrogarsi sulle cose per come sono avvenute. Dico che il sistema, l'impianto di prevenzione antiriciclaggio, per come è oggi, presenta delle vulnerabilità, presenta dei rischi. Con ogni probabilità, con il continuo modificarsi dell'impianto iniziale – questo è un impianto che sappiamo risale al 1991, la legge n. 197 del 1991, è da lì che parte tutto e poi si sono susseguiti decreti legislativi, quello ultimo in vigore che recepisce, con varie modifiche, le diverse direttive unionali, siamo arrivati alla sesta direttiva, che è di maggio 2024 – ci troviamo, a mio avviso, perdonate la metafora, oggi, con un gigante dai piedi d'argilla. Sono troppe le informazioni abbinate ai troppi interlocutori con cui a vario titolo vengono scambiate informazioni, che hanno comunque una loro sensibilità, anche se la SOS, ricordiamoci, non è un esposto, non è una denuncia, non è qualificata, è sempre un atto amministrativo. Una progressiva decentralizzazione dei sistemi, una sorta di policentrismo presenta anche dei rischi. In caso di indebito utilizzo di queste informazioni, diventa poi, ex post, ovviamente, molto difficile risalire agli autori materiali degli illeciti gravi che si possono commettere, ma andiamo con ordine, se me lo consentite, e magari, presidente, se me lo consente, le chiederei di passare in seduta riservata.

  PRESIDENTE. Prima di passare alla seduta segreta, chiedo se ci sono domande da fare in seduta pubblica, in modo da procedere ordinatamente. Per esempio io ho da porre alcune domande in seduta segreta. Ci sono domande in seduta pubblica, allora iniziamo. Generale, le chiedo di rispondere prima a queste domande. La parola all'onorevole Congedo.

  SAVERIO CONGEDO. Grazie, presidente. Approfitto prima di andare in segreta per fare una domanda che emerge dalla relazione del generale Padula che ovviamente ringrazio per le informazioni che ci ha fornito. Lei, con una metafora abbastanza calzante, ci ha spiegato che alla DNAA veniva fornita l'autovettura con chiave e pilota, però il sistema non aveva un GPS per controllare le mete, le destinazioni e le tappe della vettura. Le procedure di controllo della banca dati SDI prevedevano che ogni 90 giorni venisse validata una statistica del personale e quindi un controllo sugli accessi e sulle interrogazioni, al fine anche, almeno a me risulta, di verificare la congruità delle interrogazioni che vengono fatte dal preposto. Vorrei farle tre brevi domande. Nella vicenda Striano, anzi, nel caso Striano, come lei lo ha definito nella sua relazione, questi alert che il sistema produceva come venivano gestiti? Le chiedo anche se è stato svolto un controllo di congruità sulle interrogazioni fatte dal tenente Striano al sistema e se questo controllo di congruità non è stato fatto, in base a quali elementi è stata validata la statistica del personale cui facevo riferimento prima.

  GIOVANNI PADULA, già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. La banca dati SDI, è stato detto in altre audizioni, non è una banca dati gestita a livello centrale dal Corpo della Guardia di finanza, ma è gestita dal Ministero dell'interno. Noi abbiamoPag. 7 gli accessi perché è un sistema integrato dove anche la Guardia di finanza contribuisce all'inserimento dati. Il governo di quella banca dati e quindi i sistemi degli alert non sono appannaggio, per i motivi detti in premessa, del Corpo come sistema. È vero esistono degli alert e, a mia memoria, sono arrivate anche dalla parte centrale, quindi area ministeriale dell'Interno, comunicazioni che chiedevano – verosimilmente perché c'erano degli alert segnalati dal sistema – al Corpo di appartenenza come mai si erano verificati e darne una motivazione. Che io ricordi queste motivazioni furono date a seguito dello screening di questi alert pervenuti che si riconducono sempre alla possibilità o meno che gli accessi siano stati effettuati all'interno o meno di un'attività di servizio in termini orari. L'unica capacità di riscontro, per i motivi prima detti, e sono arrivati questi alert esitati in termini positivi cioè che erano stati sì fatti ma erano esitati nell'ambito di un'attività condotta durante un turno ordinario di servizio a seguito di accertamenti fatti. Attenzione, di Striano neanche conoscevamo, prima, gli orari, abbiamo dovuto ricostruire, sempre ex post evidentemente, e fornimmo indicazioni per cui non emergeva una concreta patologia in termini di riscontro d'alert. Ne approfitto per dire che questo sistema di alert all'interno del Corpo non è diverso e dissimile, sotto un profilo di pervasività ex post, di un alert più o meno restituito da una banca dati. Noi abbiamo, come dicevo, le nostre banche dati. Alcuni alert non li abbiamo come lo SDI, ma a noi, a ogni Reparto, proprio per questo, da tempo viene chiesto di fare un monitoraggio degli accessi, questo sì, ma con la possibilità, il paletto, di andare non a verificare le entità interrogate grazie a quegli accessi – ad oggi è così, parlo a carattere generale – ma io posso sempre andare a verificare se hai fatto un accesso anomalo in termini di non corrispondenza di orario di servizio rispetto al momento in cui hai fatto quegli accessi, questo sì. Se emergono in questi casi delle anomalie, degli indicatori di sospetto, non è che ci si ferma lì. Le piattaforme e le banche-dati del Corpo consentono di risalire al gestore di quella banca dati, che non è il Reparto operativo, anche nel caso del Valutario ma è il Comando generale che detiene a livello regolatorio quella base dati. Attenzione, io ho degli indicatori di sospetto, ma li dovrò motivare, facciamo un secondo step di livello più pervasivo, andiamo a vedere cosa e perché – il perché si capirà dopo – ma cosa è stato interrogato in quella data, in quel periodo, anche in un periodo più ampio perché quello può essere un epifenomeno evidentemente. Cerco un periodo più ampio, faccio una ricerca di secondo livello più approfondita per arrivare a capire se ci siano o meno delle patologie. Questo è il sistema oggi delle banche dati, ma, come accennavo prima, se ci sarà il modo e il tempo, vorrei dire quali siano queste vulnerabilità che in parte impattano anche su questi temi.

  PRESIDENTE. La parola al vicepresidente d'Attis.

  MAURO D'ATTIS. Vorrei intervenire solo sull'ordine dei lavori per proporre di aspettare la parte segreta per porre alcune delle domande.

  PRESIDENTE. Ci sarà anche la parte segreta per le domande. Prego onorevole Antoniozzi.

  ALFREDO ANTONIOZZI. Grazie, presidente e grazie generale per la sua presenza. Volevo ricostruire un passaggio, vediamo se la memoria ci aiuta. Agli atti risulta che il tenente Striano, prima di essere assegnato al Nucleo speciale di polizia valutaria, presso la Sezione DNAA nel marzo 2019 sia transitato per un mese allo SCICO. Se la sua memoria può ritornare a quel tempo, è in grado di ricostruire chi ha disposto quel passaggio e per quale ragione non è stato assegnato direttamente al Valutario? Le chiedo infine se le è capitato di avere interlocuzione con i suoi superiori per chiedere la ragione di tale assegnazione.

  GIOVANNI PADULA, già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Rapidamente. A livello Pag. 8organizzativo i Reparti operativi, come il Valutario nel caso di specie, ordinariamente non hanno alcuna capacità di determinare l'assegnazione di un ufficiale, in questo caso un ufficiale all'interno di un organismo, di un ente o all'interno di un reparto. Si tratta di atti dispositivi che sono di competenza esclusiva del Comando generale, che dispone gli impieghi secondo una competenza esclusivamente assegnata all'organo di vertice. Ricordo questo passaggio: in realtà fu così breve che obiettivamente non fu neanche motivo di particolare mia attenzione perché durò veramente poco. Poi fu assegnato al gruppo SOS all'interno della DNAA. Questa è la ricostruzione, però le logiche motivazionali di queste assegnazioni a me non sono note. Dirò qualcos'altro sugli impieghi e sul gruppo SOS, a livello più ampio all'interno della DNAA, nel momento in cui mi sarà reso possibile.

  PRESIDENTE. Onorevole La Salandra, a lei la parola. Non ci sono altri iscritti per la seduta pubblica.

  GIANDONATO LA SALANDRA. Grazie. Provo a mettermi in scia. Lei è stato comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria fino al giugno 2020 e come comandante del Reparto era quindi anche responsabile degli accessi alle banche dati da parte del tenente Striano. Le chiedo se può spiegarci com'erano e come sono gestiti gli accessi alla banca dati SIVA delle segnalazioni di operazioni sospette e quali profili di visibilità erano previsti, se erano contemplate possibilità di accesso alla banca dati SIVA con visibilità piena da parte di articolazioni del Comando generale. Poi le volevo chiedere se esistevano dei meccanismi di controllo sugli accessi alla banca dati SIVA. In caso affermativo le chiedo da quanto tempo e secondo quali criteri questi controlli erano impostati, se esistevano controlli di merito sulle interrogazioni effettuate alla predetta banca dati, se erano contemplati meccanismi di controllo sugli accessi alle segnalazioni di operazioni sospette riguardanti soggetti politicamente esposti, e, se sì, a chi spettava effettuare tale tipologia di controllo e se avete mai o meno riscontrato delle criticità nell'accesso alle SOS da parte di questi soggetti e se esistevano procedure di controllo anche Banca dati SIVA e Serpico, per quanto riguarda ovviamente l'Anagrafe tributaria, da parte dei militari dall'NSPV, impiegati presso la DNAA.
  Dando fondo alla mia origine professionale ho cercato di fare le domande sperando di essere stato quanto più preciso possibile.

  GIOVANNI PADULA, già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. In premessa mi deve consentire una precisazione. Quando io dicevo che non avevamo il GPS nella macchina con le credenziali perché affidata, insieme all'autista, ad altro ente, significa che noi non disponevamo nulla in termini di accesso in rete da parte dell'Unità che operava per conto e in nome della Procura. Assolutamente, lo confermo, quello che ho detto prima lo confermo adesso: non avevamo alcun titolo a chiedere e a sapere il perché delle cose, perché si operava su mandato di un'autorità giudiziaria. Attenzione, questo è stato già detto. Si tratta di un parallelismo che non vi sfuggirà perché attiene alla materia. Questo non è un caso unico: i militari che sono distaccati presso le sezioni di polizia giudiziaria delle procure ordinarie della Repubblica in tutto il panorama nazionale, assolvono un compito che è il conferimento di incarico di delega, per definirlo più formalmente, che gli viene assegnato dal magistrato di riferimento di quella sezione di polizia giudiziaria in cui è organico anche il militare della Guardia di finanza, insieme ai Carabinieri e ad altri colleghi delle forze di polizia. Il comandante della Guardia di finanza non ha fatto altro che disporre il movimento, a seguito di bandi in quel caso, per inviare, funzionalmente dipendente da quella magistratura, all'interno di quella sezione di polizia giudiziaria, ed eseguire il mandato, i compiti che gli vengono affidati dall'autorità giudiziaria. Da una parte è anche giusto così, non sapere da parte del Comando quale mandato abbia avuto dal magistrato. In quel caso, attenzione, cioè in riferimento Pag. 9alla sezione di polizia giudiziaria, non parlo a «casa nostra». Ritengo che a «casa nostra», in riferimento a un conferimento di delega al Valutario, io comandante e i miei ufficiali sottoposti siamo tenuti a sapere cosa si fa, perché si fa, come si fa, che risultato porti, giornalmente che attività sia stata svolta, sia rendicontato quello che è stato fatto, farsi portare gli atti e i documenti. Redigiamo l'annotazione di polizia giudiziaria, redigiamo una notizia di reato ex articolo 347, mi servono gli atti, quindi sono legittimato, comandante di Reparto con dipendenza gerarchica dell'Unità, con conferimento di delega da varie procure, certo che sì, a mio avviso. A mio avviso diverso. Diverso, e qui bisogna alzare però un muro netto demarcatorio, una linea rossa, è quando si va dall'altra parte, alle dipendenze funzionali dirette di una procura: non penso che mai nessuno si sogni di agire diversamente, con il rischio di incappare davvero in qualche violazione grave per un ufficiale che si ingerisca pervasivamente nella tipologia di attività che è stata conferita al militare distaccato in sezioni di polizia giudiziaria in qualsiasi procura. Prima di comandare il Valutario ho comandato altri Reparti e ho avuto dipendenti presso le sezioni di polizia giudiziaria, ma guai, nessuno si sarebbe mai azzardato. Funzionalmente con la Procura nazionale antimafia un rapporto...

  GIANDONATO LA SALANDRA. Non la voglio interrompere, le chiedo scusa, però, quantomeno da un punto di vista ordinamentale, coloro che sono collocati presso la DNAA non svolgono funzioni di polizia giudiziaria e la DNAA non è una sezione di polizia giudiziaria.

  GIOVANNI PADULA, già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. La DNAA non è una sezione di polizia giudiziaria, ma, mi perdoni, io ho parlato di sezioni di polizia giudiziaria alle dipendenze delle procure. Noi dobbiamo distinguere la procura dalla sezione di polizia giudiziaria e da chi appartiene alla sezione di polizia giudiziaria. C'è la procura, c'è la sezione di polizia giudiziaria e i componenti della sezione di polizia giudiziaria che fanno riferimento alla procura.

  PRESIDENTE. Il problema è che la Procura nazionale antimafia svolge un ruolo di coordinamento e di impulso.

  GIOVANNI PADULA, già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Assolutamente, si tratta dell'articolo 371-bis del codice di procedura penale. Esiste una Procura nazionale antimafia che funge da coordinamento delle attività con competenza precipua su alcune fattispecie di reato che sono il 51 comma 3-bis e quater, più tutta la parte della prevenzione e tutta la parte del terrorismo, con incarichi di coordinamento delle attività di indagine. A noi questo profilo non sfugge ed è per noi comunque un riferimento magistratuale a cui dobbiamo far capo e riferimento e risponderne in termini di collaborazione doverosa, istituzionalmente dovuta, assegnando del personale con l'equiparazione che io ho fatto e con i distinguo che si possono fare, ma concettualmente posso assicurare che il militare che opera lì ancora e ha operato lì, aveva questo compito di seguire le direttive e le indicazioni in termini di coordinamento e, aggiungo io, di impulso che sono competenza della Procura nazionale antimafia. Questo non lo dico solo ai sensi dell'articolo 371-bis, ma anche ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 231 del 2007 nella materia di cui ci stiamo occupando che è quello della prevenzione antiriciclaggio che, se vogliamo, entra più nello specifico, è norma speciale. L'articolo 8, comma 1, lettera a) ci dice che nello svolgimento delle funzioni di coordinamento delle indagini e di impulso investigativo la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo si avvale di queste unità in ordine alle segnalazioni sospette, dati anagrafici dei soggetti segnalati – il cosiddetto matching su cui poi tornerò – ma può richiedere anche ogni altro elemento – per noi è una richiesta di approfondimento doveroso – informative di analisi che ritenga di proprio interesse, secondo le prerogative funzionali,Pag. 10 e qui c'è il rinvio all'articolo 371-bis. Queste norme devono essere collegate, altrimenti rischiamo che sfugga qualcosa sotto il profilo della prevenzione antiriciclaggio e della funzione dei militari del gruppo SOS incardinati all'interno della Procura nazionale antimafia.

  PRESIDENTE. Grazie. Prego, onorevole Antoniozzi.

  ALFREDO ANTONIOZZI. Grazie del tempo che ci dedica. È stato estremamente chiaro sul concetto di responsabilità e dipendenza funzionale. Proprio sulla base di quello che lei ha sostenuto, è corretto quindi ritenere che il tenente Striano abbia agito su mandato stretto della Procura, non della Guardia di finanza, e dei magistrati che pro tempore erano incaricati di questo servizio. È corretto sostenere questo?

  GIOVANNI PADULA, già comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. È corretto. Non aggiungo altro.

  PRESIDENTE. Grazie.
  Propongo che la Commissione prosegua i propri lavori in seduta segreta.

  (La Commissione concorda. I lavori proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Ringrazio il generale Padula per il contributo fornito e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.40.