XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 62 di Giovedì 24 ottobre 2024

INDICE

Comunicazioni del presidente.
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori.
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 

Audizione del colonnello Antonio Sassi, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza.
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 3 
Colosimo Chiara , Presidente ... 5 
D'Attis Mauro (FI-PPE)  ... 5 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 5 
D'Attis Mauro (FI-PPE)  ... 5 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 6 
Colosimo Chiara , Presidente ... 6 
D'Attis Mauro (FI-PPE)  ... 6 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 6 
Colosimo Chiara , Presidente ... 6 
Russo Raoul  ... 6 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 6 
Russo Raoul  ... 6 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 6 
Russo Raoul  ... 7 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 7 
Russo Raoul  ... 7 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 7 
Colosimo Chiara , Presidente ... 7 
Minasi Tilde  ... 7 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 7 
Colosimo Chiara , Presidente ... 7 

(La seduta, sospesa alle 11.50, è ripresa alle 11.55) ... 7 

Colosimo Chiara , Presidente ... 7 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 7 
Colosimo Chiara , Presidente ... 8 
Scarpinato Roberto Maria Ferdinando  ... 8 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 8 
Scarpinato Roberto Maria Ferdinando  ... 9 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 9 
Scarpinato Roberto Maria Ferdinando  ... 9 
Colosimo Chiara , Presidente ... 9 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 9 
Scarpinato Roberto Maria Ferdinando  ... 9 
Colosimo Chiara , Presidente ... 9 
Scarpinato Roberto Maria Ferdinando  ... 9 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 9 
Colosimo Chiara , Presidente ... 9 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 10 
Colosimo Chiara , Presidente ... 10 
Gasparri Maurizio  ... 10 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 11 
Gasparri Maurizio  ... 11 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 11 
Gasparri Maurizio  ... 11 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 11 
Colosimo Chiara , Presidente ... 11 
Sallemi Salvatore  ... 11 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 11 
Colosimo Chiara , Presidente ... 12 
Della Porta Costanzo  ... 12 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 12 
Colosimo Chiara , Presidente ... 13 
Sallemi Salvatore  ... 13 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 13 
Colosimo Chiara , Presidente ... 13 
Maiorano Giovanni (FDI)  ... 13 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 13 
Maiorano Giovanni (FDI)  ... 14 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 14 
Maiorano Giovanni (FDI)  ... 14 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 14 
Maiorano Giovanni (FDI)  ... 14 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 14 
Maiorano Giovanni (FDI)  ... 14 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 14 
Maiorano Giovanni (FDI)  ... 14 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 14 
Maiorano Giovanni (FDI)  ... 14 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 14 
Colosimo Chiara , Presidente ... 14 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 15 
Colosimo Chiara , Presidente ... 15 
Antoniozzi Alfredo (FDI)  ... 15 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 15 
Colosimo Chiara , Presidente ... 15 
Nave Luigi  ... 15 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 16 
Nave Luigi  ... 16 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 16 
Colosimo Chiara , Presidente ... 16 
Bicchielli Pino (NM(N-C-U-I)-M)  ... 16 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 17 
Bicchielli Pino (NM(N-C-U-I)-M)  ... 17 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 17 
Colosimo Chiara , Presidente ... 17 
Gubitosa Michele (M5S)  ... 17 
Sassi Antonio , capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza ... 17 
Gubitosa Michele (M5S)  ... 17 
Colosimo Chiara , Presidente ... 18 

(La seduta, sospesa alle 11.50, è ripresa alle 11.55) ... 18 

Audizione del colonnello Stefano Giovanni Salvatore Rebechesu, capo Ufficio Operazioni del Comando interregionale dell'Italia Centrale della Guardia di finanza.
Colosimo Chiara , Presidente ... 18 
Rebechesu Stefano Giovanni Salvatore , capo Ufficio Operazioni del Comando interregionale dell'Italia centrale della Guardia di finanza ... 18 
Colosimo Chiara , Presidente ... 23 
Gubitosa Michele (M5S)  ... 23 
Colosimo Chiara , Presidente ... 23 
Gasparri Maurizio  ... 23 
Rebechesu Stefano Giovanni Salvatore , capo Ufficio Operazioni del Comando interregionale dell'Italia centrale della Guardia di finanza ... 24 
Gasparri Maurizio  ... 24 
Colosimo Chiara , Presidente ... 24 
Rebechesu Stefano Giovanni Salvatore , capo Ufficio Operazioni del Comando interregionale dell'Italia centrale della Guardia di finanza ... 24 
Colosimo Chiara , Presidente ... 24 
Scarpinato Roberto Maria Ferdinando  ... 24 
Rebechesu Stefano Giovanni Salvatore , capo Ufficio Operazioni del Comando interregionale dell'Italia centrale della Guardia di finanza ... 25 
Scarpinato Roberto Maria Ferdinando  ... 26 
Rebechesu Stefano Giovanni Salvatore , capo Ufficio Operazioni del Comando interregionale dell'Italia centrale della Guardia di finanza ... 26 
Colosimo Chiara , Presidente ... 26  ... 26

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
CHIARA COLOSIMO

  La seduta comincia alle 10.40.

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Come già annunciato nella riunione dell'ufficio di presidenza dello scorso 15 ottobre, procedo a dar conto alla Commissione dei risultanti derivanti dai controlli di cui all'articolo 1, comma 1, lettera i), della legge n. 22 del 2023, effettuati sulle liste elettorali riguardanti le consultazioni che si terranno in data 27 e 28 ottobre prossimi per le elezioni del presidente e del consiglio della regione Liguria. In data 4 ottobre 2024, la Commissione ha trasmesso gli elenchi dei candidati alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo la quale, in data 11 ottobre, ha comunicato con riferimento a pendenza a decorrere dalla fase del rinvio a giudizio in relazione ai reati richiamati dal codice di autoregolamentazione delle candidature, a decorrere dall'emissione di una sentenza non definitiva in relazione ai reati richiamati dal decreto legislativo n. 235 del 2012, e a pendenze di misure di prevenzione personali e patrimoniali a decorrere dall'applicazione del decreto, l'esito negativo in riferimento a tutti i 519 candidati.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite impianto audiovisivo a circuito chiuso, nonché via streaming sulla web-tv della Camera.

Audizione del colonnello Antonio Sassi, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del colonnello Antonio Sassi, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, nell'ambito del filone di inchiesta sulle vicende relative al cosiddetto dossieraggio di esponenti politici e del mondo economico. Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione. I lavori potranno proseguire in forma segreta a richiesta dell'audito dei colleghi; in tal caso non sarà più consentita la partecipazione da remoto e verrà interrotta la trasmissione via streaming sulla web-tv.
  Nell'introdurre la presente audizione del colonnello, lascio una piccolissima traccia semplicemente perché si resti inquadrati nel tema che ci interessa. Colonnello, a noi interessa innanzitutto sapere come funzionava e come funziona oggi l'Ufficio che lei dirige per capire come sia stata possibile che le notizie che hanno portato all'inchiesta di Perugia uscissero da quegli uffici. Ci interessa capire innanzitutto dove era collocato Striano, se si trovava tre giorni presso la DNAA, come a noi risulta, e i restanti due giorni della settimana invece al valutario, che cosa faceva, a chi rendeva conto in quella sede. Insomma tutte le questioni che riguardano i fatti che ormai ben si conoscono. Nel dare la parola al colonnello prego i colleghi di comunicarmi se intendono intervenire.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Pag. 4Guardia di finanza. Grazie presidente. Una brevissima introduzione innanzitutto sull'Ufficio di cui ho la responsabilità dal 29 luglio 2021. Si tratta di un'articolazione interna al Nucleo speciale di polizia valutaria che non è operativa ma è un'articolazione di staff, direttamente dipendente dal comandante del Nucleo speciale, quindi è di supporto e di analisi. In sintesi ne elenco i compiti principali: coordinamento e gestione del suo personale, di gestione del patrimonio informativo interno del Nucleo speciale e quindi dello schedario e dell'archivio. Ha alle dipendenze cinque sezioni di analisti ognuna delle quali diretta da un ufficiale di vario grado secondo la sezione e quindi attualmente dal grado di tenente al grado di maggiore, che si occupano in maniera sostanzialmente esclusiva dell'analisi delle informazioni antiriciclaggio, cioè delle segnalazioni di operazioni sospette e delle informative dalle FIU estere che ci arrivano nel flusso che otteniamo in maniera sistematica dall'Unità di informazione finanziaria. Da ultimo, ha alle dipendenze la Sezione DNAA che presta il suo servizio presso la sede della Procura nazionale antimafia a disposizione del Procuratore nazionale antimafia e con il nuovo protocollo alle dipendenze funzionali del Procuratore stesso. Questo per introdurre.
  Quanto alla posizione lavorativa del tenente Striano di cui abbiamo parlato – ovviamente riferisco sulla situazione che ho gestito a partire da luglio 2021 – gli accordi che erano stati presi con la Procura nazionale antimafia a suo tempo, quindi sin dall'arrivo del tenente Striano nel marzo 2019, prevedevano la possibilità che lo stesso svolgesse un paio di giorni alla settimana la propria attività, che era comunque sempre comandata dalle competenti strutture della Direzione nazionale antimafia presso la sede del Nucleo speciale di polizia valutaria, per la circostanza che presso la sede del Nucleo speciale di polizia valutaria erano presenti terminali per il collegamento alle risorse informative che invece non erano – e oggi invece sono – presenti presso la Direzione nazionale antimafia. Questa situazione si è venuta a esaurire: quindi attualmente il comandante della sezione DNAA non presta più alcuna giornata di servizio presso la sede perché medio tempore, nel corso, se non ricordo male, dello scorso anno sono stati installati punti di connettività specifici, su richiesta del Procuratore nazionale alla Guardia di finanza. Quindi la fruibilità del patrimonio informativo delle banche dati è adesso assicurata presso quella sede.
  Per quanto riguarda le attività di controllo, su cui ha richiesto informazioni la presidente, specifico che il controllo è strutturato su due livelli. Si tratta di una procedura articolata che prevede un primo livello di monitoraggio e un secondo livello di audit. Il primo livello di monitoraggio sull'accesso delle banche dati è demandato da disposizioni interne della Guardia di finanza al comandante del Reparto, nel nostro caso al comandante del Nucleo speciale che può delegare – e in questo caso ha delegato, per quanto riguarda l'Ufficio analisi, il capo ufficio pro tempore – a svolgere questa attività di monitoraggio che consiste nella selezione a campione di un determinato numero di militari che debbono essere monitorati, per i quali viene fatta, attraverso i sistemi informativi, l'estrazione dei dettagli sulle tempistiche, sugli orari e sul tipo di collegamenti che sono stati fatti alle banche dati e viene verificata la coerenza e la corrispondenza con gli orari di servizio rendicontati nel periodo di riferimento. Questo controllo avviene con cadenza trimestrale su un campione di militari e riguarda, per quanto mi concerne, l'intero trimestre di riferimento: ad esempio, i mesi di luglio, agosto e settembre di un determinato anno si selezionano tutti i dati di accesso e consultazione – senza avere contezza dell'entità interrogata, questo è importante – e si verifica la corrispondenza. In caso di anomalia si può procedere eventualmente ad approfondimenti. Cosa intendo per anomalia? Intendo ad esempio la possibilità che dal riscontro delle scritture di servizio del militare emerga che sebbene abbia svolto orario 8-18 in un determinato giorno, ci risultano interrogazioni e accessi magari alle 19 o in giornate in cui non risultava in servizio Pag. 5perché fruiva di permessi o nel fine settimana o per altre motivazioni.
  Vi è poi il secondo livello di controllo, che è quello di audit, che è demandato all'autorità che ha ordinato il controllo, l'utilizzo e l'accesso delle banche dati per le proprie esigenze e attinge non a risorse che sono nella disponibilità ordinaria del comandante – in questo caso del Nucleo speciale di polizia valutaria, ma ciò vale per qualsiasi Reparto della Guardia di finanza – ma del titolare del trattamento del dato della banca dati su cui ci si sta concentrando. Nel caso di SIVA o di altre risorse proprie della Guardia di finanza, il Comando generale; nel caso dello SDI il CED interforze del Ministero dell'interno; nel caso della Anagrafe tributaria – sto facendo degli esempi – SOGEI. Questa tipologia di audit di controllo viene ordinariamente attivata sostanzialmente per tre macro-casistiche che possiamo elencare. La prima si ha qualora ci sia un'indagine in corso e quindi se un'autorità giudiziaria richiede i dati di collegamento; la seconda è quando, a seguito del controllo di primo livello del monitoraggio, siano emerse anomalie che si ritiene suscettibili di approfondimento; la terza si ha laddove l'autorità che ha disposto la fruizione delle banche dati per le proprie esigenze di servizio abbia necessità di approfondire le entità interrogate e le consultazioni eseguite.

  PRESIDENTE. Sicuramente i colleghi entreranno nello specifico. La parola al vicepresidente d'Attis.

  MAURO D'ATTIS. La ringrazio per la spiegazione. Chiaramente non può saperlo, ma le spiegazioni su come funziona il sistema le abbiamo già avute, quindi se l'avessi saputo le avrei chiesto di risparmiare l'ennesima spiegazione. La domanda che le devo fare prima di iniziare è questa: lei era direttamente sopra Striano nella scala gerarchica?

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Sì.

  MAURO D'ATTIS. Bene, allora a noi qui non interessa sapere come funziona il sistema delle SOS, ci interessa sapere come mai un suo diretto subalterno abbia scaricato tonnellate di file, se si potessero pesare, abbia utilizzato segnalazioni di operazioni sospette impropriamente e di questa roba se n'è accorto qualcun altro che non è stato né lei né il suo superiore né il superiore ancora. Per questo abbiamo iniziato da lei. A noi la lezione su come funzionano le SOS l'andiamo a trovare su Wikipedia. A noi serve sapere come mai lei non sapeva nulla di quello che faceva Striano. Con il campione, al quale lei si riferisce, possibile che nemmeno per sorteggio vi siate accorti che Striano stava spiando il Ministro della difesa, Ronaldo? A me non ha spiato – probabilmente non ero degno di essere inserito in quella banca dati. Questa è una Commissione d'inchiesta. È ora che ci capiamo, non stiamo a un club di amici, quindi o ci dà delle risposte o, per quanto mi riguarda, secondo me l'audizione può anche finire qui. Ci dica come mai lei non sapeva niente di Striano perché dobbiamo capire cos'è accaduto in questo Paese, perché è un problema Paese, non è un problema personale. Ed è un problema ovviamente anche di sicurezza. Siccome rivestiamo dei ruoli e dobbiamo rispettare anche le rispettive divise, vogliamo sapere cos'è accaduto in quel periodo in cui questo militare della Guardia di finanza, prestato alla Procura nazionale antimafia, con il computer che si portava a casa o con cui aveva due connessioni. Computer che va da una parte all'altra e non si capisce come, ma comunque era alle dirette dipendenze vostre. Le chiedo di darci delle risposte da questo punto di vista, il resto lo sappiamo. È venuto il suo Comandante generale a spiegarci, sono venuti tutti quelli che operano in questo settore e ci hanno dato spiegazioni. Adesso è arrivato il momento di capire, dato che siamo stati investiti direttamente dalla Procura di Perugia. Non ce la siamo inventata noi questa indagine: siano stati investiti direttamente dal Procuratore nazionale antimafia in carica, il dottor Melillo, e dal Procuratore titolare dell'inchiesta. Abbiamo anche una Pag. 6responsabilità pubblica nei confronti di chi ci ha investito e anche nei confronti di chi ci guarda, che sono gli italiani che, per le notizie che ogni giorno escono fuori, finanche l'impiegato di banca che si permette di fare quello che vuole, si preoccupano.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Sul perché siano avvenuti questi fatti ritengo che la risposta speriamo sarà fornita in esito alle attività di indagine e di accertamento che sono in corso. Per quanto riguarda il controllo posso confermare e ribadire che il controllo sul merito, cioè su cosa il tenente Striano o chiunque altro sia andato a digitare all'interno della banca dati non è nelle potestà dell'ufficio, perché non è neanche tecnicamente possibile, se non attingendo al titolare del trattamento, che è il Comando generale, ma soprattutto non era stato ordinato dalla nostra struttura, in quanto la aliquota di personale che lavora presso la DNAA è a disposizione e alle dipendenze funzionali del Procuratore nazionale. Cercare di capire cosa fosse stato ricercato all'interno della banca dati avrebbe comportato, seppure indirettamente, andare ad accertarsi su quali attività stesse svolgendo la Procura nazionale antimafia, cioè un organo sul quale noi non abbiamo nessun tipo di controllo, anzi, ci mancherebbe.

  PRESIDENTE. Prego, vicepresidente.

  MAURO D'ATTIS. Quindi, sostanzialmente, il merito di ciò che faceva Striano, pur nella scala gerarchica direttamente sotto di lei, era rapportato da Striano al Procuratore nazionale antimafia, non alla Guardia di finanza?

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Non alla Guardia di finanza. Poi, a chi fosse rapportato in concreto abbiamo visto in alcuni casi ad alcune strutture, in altri ad altre, comunque sempre la Direzione nazionale antimafia. Il lavoro che l'aliquota svolge, anche adesso, nel merito, quindi sui contenuti, sui soggetti di interesse e sulle tipologie di indagine e di accertamento, non veniva prima e non viene ora rapportato all'Ufficio analisi men che meno alla Guardia di finanza in nessun modo, se non negli scambi informativi che sono previsti dalle norme sulle SOS.

  PRESIDENTE. Grazie mille, la parola al senatore Russo.

  RAOUL RUSSO. Sempre sul tema dei controlli, per precisare ulteriormente. Le pongo una domanda precisa: non esistevano quindi procedure di controllo codificate da parte del Comando della Guardia di finanza per gli agenti che erano delegati agli accessi SIVA, SERPICO e quant'altro? Inoltre, per caso è stato comunque fatto in passato qualche controllo specifico su Striano? Terza cosa: se ho capito bene, non è cambiata la vostra procedura in questo momento?

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Circa la prima domanda, esistevano ed esistono procedure codificate che attribuiscono al nostro livello, quindi a livello del Nucleo speciale di polizia valutaria, ordinariamente il monitoraggio, cioè quell'attività di cui ho parlato prima sulla coerenza con gli orari di servizio. Al ricorrere di eventuali anomalie, quindi se fosse emerso che un militare avesse fatto interrogazioni fuori orario o in una giornata in cui non era in servizio, ordinariamente, e in quel caso, si può decidere se avviare degli approfondimenti con i rispettivi titolari del trattamento delle banche dati. Quindi se parliamo di SIVA con il Comando generale. Mi ripeterebbe la seconda domanda?

  RAOUL RUSSO. Se nello specifico sono stati fatti controlli su Striano.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Sì è stato controllato – vado a memoria, ma sono abbastanza confidente – il terzo trimestre del 2022 con Pag. 7queste modalità, cioè la corrispondenza fra gli orari delle interrogazioni svolte e gli orari di servizio che aveva rendicontato.

  RAOUL RUSSO. Cosa ne è derivato?

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Che gli orari di servizio e gli orari delle interrogazioni erano coerenti.
  La procedura è stata oggetto di consolidamento e rivisitazione proprio ultimamente con delle disposizioni del Comando generale che sono state emanate da poco e in cui c'è un passaggio specifico che secondo me cristallizza una situazione che era nella prassi di quello che ho descritto finora, e che adesso viene anche positivamente specificata. Cioè il controllo di merito, quello di secondo livello, sugli accessi e quindi sulle entità interrogate da parte dei militari in servizio presso gli organi giudiziari – ad esempio le sezioni di polizia giudiziaria o i militari distaccati in DNAA o situazioni similari – spetta all'autorità che ne ha disposto l'impiego e che ha ordinato la consultazione di queste banche dati.

  RAOUL RUSSO. Per precisare: quindi voi continuate a fare esclusivamente un controllo sul rispetto degli orari di servizio, se ho ben compreso.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Ordinariamente sì e in caso di anomalie si passa al secondo livello. Secondo livello che, nel caso specifico, ovviamente non avremmo mai, se mai ci fosse stata la necessità, azionato autonomamente proprio perché saremmo andati a consultare dati, consultazioni e notizie che erano di competenza della DNAA.

  PRESIDENTE. Grazie mille, Do la parola alla senatrice Minasi.

  TILDE MINASI. Sì grazie, presidente. Le domande riguardano sempre i controlli perché vogliamo scendere ancor più nel dettaglio. Come sono gestiti gli accessi alla banca dati SIVA delle segnalazioni di operazioni sospette e quali profili di visibilità sono previsti? Le chiedo inoltre se sono previsti meccanismi di controllo sugli accessi alla banca dati SIVA. Se sì, le chiedo da quanto tempo e secondo quali criteri sono stati impostati, nonché quali alert generano e a beneficio di chi.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Se mi permette, parto subito dalla seconda domanda perché la risposta è più rapida, nel senso che esistono questi meccanismi di controllo e sono esattamente quelli che ho spiegato e che valgono per tutte le banche dati.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa colonnello, abbiamo un problema con il collegamento da remoto e dobbiamo sospendere la seduta per qualche minuto per ripristinare i contatti.

  La seduta, sospesa alle 11.50, è ripresa alle 11.55.

  PRESIDENTE. Abbiamo risolto il problema tecnico. Possiamo riprendere dalla risposta del colonnello Sassi alla senatrice Minasi.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Senatrice, partirei, se lei consente, dalla seconda domanda relativamente ai controlli, perché la risposta è più rapida. La disciplina dei controlli sulla banca dati SIVA è identica a quella che ho descritto in linea generale nella mia introduzione, l'unica differenza che si può avere rispetto ad altre banche dati è che nel caso in cui si attivi l'audit e quindi si debba andare a ricercare le entità interrogate – i dati di log per capirci sulle interrogazioni svolte – ci si rivolge al Comando generale in quanto, da decreto ministeriale 24 maggio 2017, su SIVA il titolare del trattamento del dato è il Comando generale. Se ci fosse da fare un approfondimento invece sullo SDI ci si rivolgerebbe al CED interforze del Pag. 8Ministero dell'interno e per altre banche dati a chi ne detiene la titolarità.
  Per quanto riguarda la politica di accessi e visibilità al sistema informativo valutario nella versione attuale, che è però in pienissima fase di reingegnerizzazione, sono previsti attualmente quattro livelli di visibilità. Il livello di carattere operativo e di analisi di visibilità è il cosiddetto primo livello che viene attribuito al Nucleo speciale di polizia valutaria e ai reparti operativi della Guardia di finanza che sono deputati all'approfondimento e allo sviluppo operativo delle informazioni antiriciclaggio, quindi delle segnalazioni di operazioni sospette e delle informative estere antiriciclaggio.
  La reingegnerizzazione del sistema, che è in corso, prevede una revisione abbastanza significativa di questi coni di visibilità che non saranno più per livelli ma appunto per coni, nel senso che presso ciascun Reparto della Guardia di finanza, anche presso il Nucleo speciale di polizia valutaria, l'informazione, la singola SOS o la singola informativa antiriciclaggio, sarà, all'atto dell'assegnazione, veicolata al solo comandante del reparto che poi avrà la facoltà di individuare i singoli militari, fra quelli abilitati a SIVA – che non sono tutti gli appartenenti al Reparto ma sono quelli che per principio di necessità, pertinenza e attinenza alle attività svolte devono avere accesso a questa banca dati – creerà una sorta di squadra investigativa e solo quei militari appositamente individuati avranno accesso all'informazione fintanto che è in lavorazione.

  PRESIDENTE. Grazie mille. Do la parola al senatore Scarpinato, collegato da remoto.

  ROBERTO MARIA FERDINANDO SCARPINATO. Devo dire che le sue spiegazioni mi lasciano molto perplesso per il passato e preoccupato per il futuro, perché noi sappiamo che Striano ha fatto delle interrogazioni che riguardavano anche il proprio nucleo familiare e io mi chiedo come sia possibile che il sistema di monitoraggio della Guardia di finanza non si sia accorto dell'anomalia di un'interrogazione che riguardava Striano, il suo gruppo familiare, che non è assolutamente pertinente al suo ruolo istituzionale, evidentemente. Non ve ne siete accorti e non avete un alert che indichi l'anomalia di un accesso di questo genere, perché evidentemente c'è una falla. Se non si ritiene di inserire un alert per un'anomalia di questo genere, cioè un finanziere che fa delle interrogazioni su sé stesso, c'è qualcosa che non funziona, c'è qualcosa che non funziona anche per il futuro. Questo mi pare un caso evidente. Le chiedo se per caso avete da questo momento almeno inserito questo alert, cioè che se uno fa un'interrogazione su sé stesso è escluso che possa averlo fatto nell'ambito di una delega della Procura nazionale antimafia per una SOS. Che fa, interroga su sé stesso? Un conflitto d'interesse? Non lo capisco.
  Inoltre mi chiedo se, al di là del sorteggio, non esista o non esisteva un tipo di alert per cui nel momento in cui si verifica che Striano comincia a fare una serie di interrogazione alle banche dati della Guardia di finanza, non necessariamente quelle delle SOS, ma comunque le banche dati della Guardia di finanza che riguardano calciatori, cantanti, Ministri, a qualcuno non si sia accesa una lampadina e sia andato alla Procura nazionale dicendo: «Non vogliamo sapere su chi, ma per caso state facendo una serie di deleghe di indagini che riguardano questa tipologia di personaggi?». Non se ne è accorto nessuno, ma se non ve ne accorgete voi che siete quelli che avete il monitoraggio degli accessi del vostro personale, chi se ne doveva accorgere e che cosa avete previsto per il futuro?

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Partendo dalla fine, posso dire che l'entità interrogata a noi non era conosciuta e non è conosciuta ordinariamente nello specifico contesto, anche perché le interrogazioni si intendono fatte per conto dell'autorità per la quale l'articolazione lavora, che, nel caso della Sezione DNAA dell'Ufficio analisi, era ed è la Pag. 9Procura nazionale antimafia e antiterrorismo.
  Con riguardo agli alert che comunque dovrebbero scattare relativamente appunto all'entità interrogata e non alla frequenza, al numero o agli orari, posso dire che non sono nella disponibilità degli strumenti di controllo che, da disposizioni interne, sono affidate all'Ufficio di cui ho la responsabilità, ma, per quanto mi risulta, né per SIVA né per le banche dati in generale gestite dalla Guardia di finanza né per tutte le altre banche dati di polizia o comunque informative delle quali abbia contezza – questo non posso certificarlo perché non conosco tutte le altre banche dati come conosco SIVA – per quanto mi consta non c'è questo tipo di alert in nessuna risorsa informativa.

  ROBERTO MARIA FERDINANDO SCARPINATO. Lei mi sta dicendo, mi scusi, che attualmente un finanziere può fare un'interrogazione su sé stesso e nessuno se ne accorge?

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Non solo un finanziere, qualsiasi appartenente alle forze di polizia o comunque abilitato a banche dati.

  ROBERTO MARIA FERDINANDO SCARPINATO. È grave che ancora sia così.

  PRESIDENTE. Per quello che risulta alla presidenza, sullo SDI non funziona proprio così però questo è un particolare che forse riguarda un'altra forza di polizia. Prego.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Posso precisare, perché, per quanto mi risulta, sullo SDI un sistema di alert riguarda comunque la questione degli orari delle interrogazioni e cioè all'atto della registrazione nella banca dati SDI, viene impostato per ciascun utente un orario standard di lavoro, con fasce orarie per ciascuna giornata ed eventualmente anche il sabato e la domenica nel caso in cui faccia una determinata attività. In questo caso, per lo SDI, l'alert scatta ad esempio se, come utente, sono impostato con orario lavorativo normalmente 8-18 di tutte le giornate e faccio un'interrogazione alle 19 o alle 20.30. In questo caso scatta un alert che non necessariamente porta poi a una constatazione di un abuso o di un utilizzo illecito. È semplicemente un modo per selezionare anche quali potrebbero essere gli accessi su cui fare approfondimenti.

  ROBERTO MARIA FERDINANDO SCARPINATO. Presidente, mi è consentita un'ultima velocissima domanda?

  PRESIDENTE. Prego, senatore.

  ROBERTO MARIA FERDINANDO SCARPINATO. Se ho ben capito, voi ritenete anomalo che uno lavori fuori orario, magari come straordinario, e non ritenete anomalo che uno faccia un'interrogazione su sé stesso, attualmente? Mi spieghi perché è difficile per me capirlo, non voglio essere polemico.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Non è una valutazione di anomalia sulla quale posso riferire, nel senso che è definita da chi gestisce le singole banche dati e dai titolari del trattamento. Ordinariamente l'entità interrogata non è oggetto di conoscenza da parte di chi è titolare delle funzioni di monitoraggio di primo livello.

  PRESIDENTE. Mi permetto di collegarmi alle domande del senatore Scarpinato per una questione più specifica di cui forse lei è a conoscenza. Rispetto alle banche dati SDI, abbiamo potuto leggere una relazione del direttore del servizio per i sistemi informativi interforze e da lì evinciamo che è lo Striano aveva due utenze SDI associate – una dal 28 novembre 2001 al 28 febbraio 2019 con la DIA, e un'altra utenza dal 13 marzo 2019 all'11 marzo 2024 che invece era in carico al Nucleo speciale di polizia valutaria – e aveva attive Pag. 10alcune prescrizioni giornaliere di orario con il passaggio al valutario a cui lei faceva riferimento. In relazione a queste prescrizioni, almeno da quello che a noi risulta, il sistema ha generato 20 alert per il mancato rispetto delle prescrizioni orarie e giornaliere e questi alert sarebbero stati indicati al responsabile del Reparto. In particolare, ci risulta che sono avvenuti a maggio, a giugno ottobre, a novembre, del 2021 e a gennaio, febbraio, maggio, agosto e ottobre del 2022. In questo caso chi erano i responsabili e gli ufficiali delegati dal comandante a questo specifico controllo? Perché, rispetto a questi fatti specifici che a noi risultano se si tratta di statistiche, e in base a quali elementi questi alert non sono stati valutati?

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Presidente non posso riferire sul dettaglio di questi alert perché, nell'ambito dell'organizzazione interna che poi riprende le disposizioni generali sull'utilizzo della banca dati SDI, non è delegato a me il monitoraggio sugli accessi dello SDI. So che, però in periodo precedente, proprio sul tenente Striano era stata verificata un'anomalia oraria, credo per un accesso di sabato, ma riguarda un periodo precedente al mio. Su questi di cui mi riferisce posso eventualmente promuovere un approfondimento, ma non sono io il delegato ai controlli.

  PRESIDENTE. Quindi immagino che dovremmo chiedere ad Ape e Della Gatta. La parola al senatore Gasparri.

  MAURIZIO GASPARRI. Guardi io più che fare domande, sono un po' perplesso e mi unisco alle considerazioni dell'onorevole d'Attis che prima ascoltavo da remoto, quindi non le ripeto. Quello che comincio a chiedermi, presidente, è che noi, oltre a fare queste lodevoli audizioni, dobbiamo assumere delle iniziative anche alla luce dei poteri che questa Commissione ha. Non vorrei diventassimo luogo di giustificazioni che, sarò io limitato, non capisco. Già questa vicenda è complessa perché Striano fa accessi dalla Guardia di Finanza, accessi dalla DIA e dalla Procura nazionale, nessuno sa niente, tutti scaricano le responsabilità. Trovo questa audizione di oggi utile, perché lo scarico di responsabilità deve cessare. Noi dobbiamo assumere iniziative ai sensi dei poteri che ha questa Commissione per stroncare un'attività di scarsa o inadeguata collaborazione con la nostra indagine. Questa è un'indagine, non è un convegno, non è una rassegna di racconti. Qua non si capisce chi è responsabile, lei era il comandante di questo Striano, non si capisce queste cose dove andavano: al Procuratore nazionale dell'epoca, chi era il Procuratore all'epoca? Le domande sono queste. Ogni cosa è un racconto che complica, sembra un allungamento, quindi deve arrivare un tempo di decisioni con i poteri che abbiamo che sono quelli dell'autorità giudiziaria, possiamo fare di tutto. A chi andavano questi materiali che a lei non arrivavano? Altra domanda precisa. È emerso ed è stato pubblicato anche dai giornali, non rivelo segreti, che altissimi esponenti della Guardia di finanza si recarono in visita dall'attuale Procuratore nazionale antimafia Melillo con lo Striano, se ho capito bene quello che ho letto. Cosa che mi pare anomala: altissimi ufficiali della finanza che, con una persona che era diventata da sottufficiale a ufficiale, però gerarchicamente molto al di sotto, si sarebbero recati per evidenziare le doti e le attitudini di Striano, cosa che mi pare inusuale. Lei era presente a questo incontro? Perché se altissimi ufficiali di finanza vanno da Melillo, lei stava in quella struttura all'epoca: ha partecipato? Conosco un po' gli ambienti militari e sarebbe logico che il comandante di quella struttura venga associato all'incontro. Lei c'era, che si è detto? Perché veniva evidenziato uno che, invece di scoprire quello che faceva, veniva segnalato per quanto fosse bravo e capace. Del resto, qui in questa Commissione abbiamo visto le note caratteristiche firmate dall'allora Procuratore De Raho elogiando l'efficienza di Striano, che è stato anche abile, non solo a fare queste robe senza che nessuno se ne accorgesse, ma anche a sembrare un caso modello da meritare un Pag. 11accompagnamento dei vertici della finanza presso il Procuratore, dicendo che fosse bravissimo. Un genio! Spero di incontrarlo qui in Commissione, non lo conosco, ma è una persona che ha delle capacità se no come faceva a fare tutta questa roba se era uno scemo?
  Era presente a questo incontro e a chi è andato quel materiale che a lei è sfuggito? Terza domanda: lei che ci sta a fare lì?

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Sugli incontri: non ho partecipato, tantomeno ne sono a conoscenza, quindi non so dare altri riferimenti, non mi risultano e comunque non ho partecipato.

  MAURIZIO GASPARRI. «Non le risultano» vuol dire che non ci sono stati questi incontri?

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Non risultano a me.

  MAURIZIO GASPARRI. Ah, non risultano a lei.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Per quanto riguarda la persona a cui ordinariamente sappiamo che riferisse il tenente Striano era il consigliere Laudati, che era il magistrato delegato dall'allora Procuratore nazionale antimafia al settore del contrasto patrimoniale, del gruppo di lavoro che si occupava delle SOS di interesse della DNAA. Sin dal mio arrivo all'Ufficio analisi e anche, posso dire, in precedenza, ma sulla base dei protocolli di intesa e anche dell'interpretazione della norma, la linea di condotta nei confronti della sezione DNAA è sempre stata, almeno dal lato del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, netta, chiara e fuori da ogni discussione, e prevedeva la considerazione che le attività che venivano svolte dal tenente Striano e dal personale che era stato assegnato alla Sezione DNAA presso la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo erano e dovevano essere disposti solo ed esclusivamente dalla Procura nazionale antimafia stessa, tant'è che nel periodo di riferimento non abbiamo mai, almeno per quanto mi riguarda, commissionato attività di analisi e approfondimento di visure su banche dati o di quant'altro rientrasse nei compiti ordinari dell'Ufficio analisi del Nucleo speciale al tenente Striano o ad appartenenti al gruppo di lavoro che erano in servizio presso la DNAA.

  PRESIDENTE. La parola al senatore Sallemi.

  SALVATORE SALLEMI. Grazie presidente e buongiorno colonnello. Per ripetere, perché secondo me aiuta anche a capire la portata dell'indagine che stiamo facendo, il tenente Striano ha scaricato oltre 10.000 file ed effettuato 230.000 accessi in quattro anni, un numero esorbitante di dati e di informazioni delle quali tra l'altro ancora oggi noi non sappiamo che fine hanno fatto ed è un tema che la Procura di Perugia deve sviluppare e sta sviluppando. Le dico con un po' di rammarico che questa faccenda ha sovvertito e modificato la percezione che avevo io della gerarchia militare, perché ho fatto il militare, mi sono congedato come aviere scelto, e avevo la consapevolezza che il mio ufficiale era sempre a conoscenza di quello che facevo. Dispiace apprendere che oggi questo in Antimafia non accadeva, ma capiremo perché e come. Le faccio una domanda per capire oggi lo stato dell'arte e comprendere come e cosa stiate correggendo per evitare che siffatte condotte illecite allo stato possano essere ulteriormente perpetrate, creando nocumento non solo ai cittadini normali, ma anche e soprattutto a chi riveste ruoli importanti a livello istituzionale.
  Oggi, che lei sappia, sono stati introdotti correttivi al sistema di controllo delle banche dati per evitare nuovi accessi abusivi da parte del personale distaccato anche presso altri enti e se sì quali?

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Pag. 12Guardia di finanza. La risposta generale è sì, sono state quantomeno affinate e raffinate le procedure ordinarie di controllo. Non le saprei descrivere nel dettaglio perché non ho partecipato direttamente ai lavori di redazione delle disposizioni, però posso affermare che, proprio nel corso degli ultimi giorni, il Comando generale ha diramato apposite disposizioni mantenendo – per questo parlavo di affinamento delle procedure – i due livelli di controllo, il primo di monitoraggio e il secondo di audit, e specificando, in questo caso in maniera positiva e quindi senza più possibilità di incomprensioni o di interpretazioni difformi, che per il personale che è in servizio presso sezioni di polizia giudiziaria o comunque in servizio a disposizione di autorità giudiziarie, il controllo di merito, quel famoso controllo di secondo livello cui accennavo prima, è nella titolarità dell'autorità che li impiega, l'autorità che li impiega che non è, in questo caso, il Comando di appartenenza che gestisce questo personale dal punto di vista amministrativo, matricolare, del pagamento delle indennità e di quant'altro, ma che per l'attività di servizio riferiscono e rapportano direttamente all'autorità che li impiega. Quindi, nel caso di un militare presso una sezione di polizia giudiziaria al Procuratore capo, nel caso specifico del personale distaccato in DNAA che adesso, da protocollo d'intesa, è alle dipendenze funzionali del Procuratore nazionale, al Procuratore nazionale stesso.

  PRESIDENTE. Grazie mille. La parola al senatore Della Porta.

  COSTANZO DELLA PORTA. Grazie presidente e grazie colonnello per la presenza. Due domande concise. Sulla seconda sostanzialmente ha già risposto. Prima ci ha detto che da marzo 2019 Striano ha cominciato a lavorare presso la DNAA un paio di giorni a settimana. La prima domanda è: quando è stata richiesta la presenza di un militare competente della Guardia di finanza al Comando generale è stato chiesto un militare sic et simpliciter che avesse quelle competenze o è stato chiesto proprio Striano?
  Circa la seconda domanda, lei ha parlato di anomalie e sicuramente ha già risposto. Anomalia è certamente il fatto che un militare utilizzi quel sistema per fare oltre 200.000 accessi. Il senatore Cantalamessa martedì ci ha detto che ne faceva uno ogni minuto e 10 secondi, e credo che di per sé questa sia un'anomalia. I controlli che dovevano essere eseguiti sull'attività investigativa di Striano, lei ci conferma che dovessero essere effettuati solo esclusivamente della DNAA? Grazie.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Partendo dall'ultima domanda, sì e, per provare a essere maggiormente esaustivo, provo a dire anche quale poteva essere un caso. Il monitoraggio di primo livello lo facevamo e lo abbiamo fatto noi su determinate banche dati. Non lo potevamo ovviamente fare per esempio sulla banca dati SIDDA-SIDNA su cui la Guardia di finanza non ha alcun tipo di di accesso e visibilità: si tratta di una banca dati propria della Procura nazionale e non sappiamo neanche se ci siano stati degli approfondimenti o dei controlli, ma non ci spettano e non siamo neanche titolati a saperlo come Guardia di finanza. Però ammettiamo che nel corso del monitoraggio di primo livello, quindi sulla coerenza degli orari di servizio con l'orario degli accessi, fossero emerse delle anomalie, il controllo di secondo livello, l'audit, sarebbe sicuramente scattato previa consultazione con l'autorità giudiziaria che impiegava il militare, laddove ovviamente fosse stato su una banca dati di competenza della Guardia di finanza. Quindi se io nel controllo avessi riscontrato per esempio che c'era stato un accesso di domenica pomeriggio e in quella stessa giornata il militare della DNAA, che fosse Striano o chiunque altri, risultava assente dal servizio a riposo settimanale, è chiaro che quella era un'anomalia sicuramente suscettibile di approfondimento ma andare a vedere cosa avesse interrogato quell'utente in quella domenica – ammesso che fosse stato lui e che non fosse stato hackerato – sarebbe stato fatto sicuramente previo contatto con la DNAA perché l'attività di consultazione Pag. 13veniva svolta per conto della Procura e quindi era necessario condividere con loro l'opportunità di approfondire con i sistemi di audit.
  Sulla prima domanda non posso riferire per due ordini di motivi. Il primo è che nel 2019 non ero al Nucleo speciale di polizia valutaria e il secondo perché comunque queste interlocuzioni non avvengono al mio livello. Normalmente accade che, nell'ambito del piano di impieghi, vengano destinati gli ufficiali al Nucleo speciale di polizia valutaria e con determinazione sull'incarico da rivestire, ma è tutto in mano al primo Reparto del Comando generale.

  PRESIDENTE. Grazie mille. Il senatore Sallemi voleva integrare i suoi quesiti. Poi è iscritto l'onorevole Maiorano.

  SALVATORE SALLEMI. Per completare più che altro la mia domanda su SIVA 2 in particolare. Oggi se qualcuno interrogasse il sistema su Mattarella, facciamo un esempio, si accende un alert, arriva una comunicazione, siete consapevoli o avete la capacità di comprendere se sia stato fatto un accesso non autorizzato su una personalità, come per esempio il Presidente della Repubblica, che dovrebbe avere tutele e garanzie le più elevate da questo punto di vista?
  L'altra questione è se qualcuno abbia mai verificato se su SIVA vi fossero accesi su Striano, cioè su di lui?

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Circa la prima questione il tema attiene – ed è importante perché è previsto tra l'altro dalla legislazione antiriciclaggio – alla questione delle cosiddette persone politicamente esposte, i PEP in generale. Nella reingegnerizzazione che è proprio di questi giorni presso il Comando generale, ovviamente anche con il contributo del Nucleo speciale, il sistema avrà una specifica profilazione delle eventuali segnalazioni o comunque informative antiriciclaggio nelle quali sono censiti le cosiddette persone politicamente esposte a norma del decreto legislativo n. 231 del 2001, come i parlamentari. La visualizzazione dell'eventuale informazione antiriciclaggio sarà soggetta a una richiesta preventiva di sblocco presso l'Ufficio analisi e quindi non potrà essere liberamente consultabile neanche laddove la segnalazione fosse stata lavorata, approfondita e conclusa anche senza rilievi. C'è un piccolo meccanismo di secretazione rispetto al quale c'è bisogno di uno sblocco in positivo da parte dell'Ufficio analisi.

  PRESIDENTE. Grazie. La parola all'onorevole Maiorano, poi l'onorevole Antoniozzi.

  GIOVANNI MAIORANO. Grazie presidente. Avevo diverse domande e avevo preso anche degli appunti. Soprattutto all'inizio avevo anche altre domande le cui risposte sono arrivate dalle domande di chi mi ha preceduto. All'inizio credevo di non aver capito bene alcune cose, ma poi dalle risposte invece ho compreso che avevo capito bene e in realtà la paura è anche aumentata, quindi era forse meglio non capire.
  Anche da ex appartenente alla polizia di Stato, faccio una piccola premessa e poi alcune domande. La banca dati SDI consente con l'applicativo «statistica del personale» di avere accesso ai nominativi di ogni singola interrogazione e alla relativa motivazione. Perché invece lei afferma che è necessario rivolgersi alle strutture centrali e perché le verifiche venivano fatte solo a campione? Soprattutto, quanti erano i militari che lei doveva controllare? Inoltre lei scrive che Striano era stato controllato solo nel 2019, nonostante gli alert degli anni successivi. Può spiegarci anche questa motivazione? Inoltre, se si afferma che lo stesso non avrebbe dovuto essere controllato nel merito per esigenze di riservatezza, perché la sezione DNAA era inserita nell'organigramma alle dipendenze dell'Ufficio analisi da lei diretto? Perché, anziché avere un autonomo ufficio SDI, come responsabile era invece inserito in quello del Nucleo speciale della polizia valutaria?

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Pag. 14Guardia di finanza. Sui controlli SDI, ripeto che non posso riferire sulla effettuazione o non effettuazione perché non sono nelle mie competenze e quindi riferirei di questioni di cui non sono a conoscenza, quantomeno in questo momento. Per quanto riguarda il numero dei militari che sono in forza all'Ufficio analisi sono in totale, mediamente – ci sono avvicendamenti, trasferimenti e quant'altro – 80-85 militari complessivamente, di cui attualmente 7 sono quelli in servizio presso la Direzione nazionale antimafia.

  GIOVANNI MAIORANO. Come avveniva il controllo a campione, era già prestabilito? Un dipendente sapeva che sarebbe stato controllato da maggio a luglio?

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. No.

  GIOVANNI MAIORANO. C'era un sorteggio, non era prestabilito? All'inizio diceva sì.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Annuivo perché ascoltavo la domanda, ma la risposta è no. Il controllo a campione avviene, almeno per quanto riguarda me, su scelta nominativa personale, visto che sono il delegato a controllare. Il criterio che mi do e che mi davo anche all'epoca era che nel corso dell'anno dovesse essere svolto almeno un monitoraggio su ogni militare dipendente, monitoraggio che riguarda – faccio riferimento alla banca dati SIVA per essere più specifico – non un singolo accesso, ma un trimestre, quindi almeno un trimestre di ciascun militare in ogni anno viene sottoposto a questo monitoraggio.

  GIOVANNI MAIORANO. Comunque la prima fase è quella della verifica degli orari di servizio.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. E che vale per tutte le banche dati delle quali io sia a conoscenza. Il militare che viene controllato non ne è a conoscenza se non nella misura in cui, laddove emerga la necessità di approfondire o di certificare, gli venga richiesto specificamente di fornire chiarimenti.

  GIOVANNI MAIORANO. Quindi non nella qualità, non nella specificità delle indagini svolte perché non si poteva.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Non solo, ma dal punto di vista anche dell'opportunità non so quanto sia corretto chiedere a un militare che cosa avesse interrogato alle 8.27 di tre mesi prima, magari neanche se lo ricorderebbe. Forse ragionando più da polizia giudiziaria che con altre logiche, se ho necessità di approfondire, al militare non dico che lo sto controllando.

  GIOVANNI MAIORANO. C'era ancora un'altra domanda, gliela ricordo, quella sul controllo fatto a Striano solo nel 2019.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Per quanto riguarda lo SDI mi risulta di sì, però nello specifico non ero in forza al Nucleo speciale e quindi potrei non essere esaustivo nella risposta.

  GIOVANNI MAIORANO. Qui mi perdo un'altra volta, perché la regola era quella di fare un controllo su ogni singolo dipendente almeno una volta all'anno.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Su SIVA, per quanto riguarda me. Sullo SDI non sono competente e quindi non le so fornire elementi.

  PRESIDENTE. Grazie. Questa ultima affermazione mi pone un dubbio che forse è meglio chiarire in questa sede per evitare ricostruzioni strane. Ovviamente lei non può controllare le altre banche dati, come giustamente ha risposto, perché appartenente a un Corpo di polizia e la stessa cosa Pag. 15valeva evidentemente per la banca dati SIDDA-SIDNA. Allora chi controllava la banca dati in forza alla Guardia di finanza, quella delle SOS.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Su quella delle SOS c'è il monitoraggio del primo livello di cui ho parlato, affidato ai comandanti di Reparto e che nello specifico sull'Ufficio analisi vede il capo ufficio pro tempore delegato. Quindi il monitoraggio degli accessi è demandato in questa fase al sottoscritto. Il controllo successivo scatta nel caso in cui emergano anomalie o ci sia, a prescindere, necessità di approfondire determinate posizioni. Nel caso specifico non sono emerse anomalie e non è scattata la necessità di approfondire relativamente al monitoraggio di SIVA, non sulle altre banche dati sulle quali non posso riferire.

  PRESIDENTE. La parola all'onorevole Antoniozzi, poi si sono iscritti il senatore Nave e l'onorevole Bicchielli da remoto.

  ALFREDO ANTONIOZZI. Grazie presidente. Signor colonnello, molti degli interrogativi sono stati già in qualche misura espressi dai colleghi. Le chiedo conferma se ho compreso bene che nella sostanza il suo ufficio, nell'effettuare il controllo che, come lei definisce, è un primo livello di monitoraggio, sostanzialmente verifica gli orari di lavoro, cosa che potrebbe fare qualsiasi ufficio del personale, magari ai fini dello straordinario a fine mese. Io non comprendo una cosa: che c'entra l'orario di lavoro con il merito di quello che è accaduto? Se un accesso è avvenuto di sabato alle tre o di venerdì all'una, che cosa cambia nel merito? Per cui, mi scusi se mi permetto, lei è un alto grado della gerarchia e quindi potrebbe impiegare meglio il suo tempo. Mi domando com'è che non abbia posto questa questione, che non si sia dimesso da un ufficio che verifica gli orari del personale. Mi scusi, mi permetto di dirlo perché a questo punto mi viene da pensare questo.
  L'altra cosa che ho compreso, e le chiedo conferma, è che nella sostanza, al di là di tutte le parole che sono state qui rappresentate, l'unica vera responsabilità di controllo o di azione è in capo alla Procura antimafia, è in capo al Procuratore antimafia. Anomalie sugli orari, che c'entra? L'approfondimento non scatta se non c'è un'anomalia che è data soltanto dagli orari? Quindi quale approfondimento si fa? Nessuno, se c'è un accesso di domenica, si fa un approfondimento, ma che c'entra? Allora, se io ho capito, e mi confermi se ho capito bene, qui tutto quello che è accaduto è in capo alla responsabilità della Procura antimafia e quindi al Procuratore antimafia che è l'unico che può avere o indicato o controllato o fatto altro.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Su quest'ultimo punto posso riferire che da parte mia personale e dell'ufficio di cui ho la responsabilità non sono mai state commissionate a Striano e al personale in servizio presso la DNAA, consultazioni di banche dati per necessità di servizio tanto meno, ci mancherebbe, per altre necessità. Non abbiamo mai dato disposizioni di questo tipo, intendendo sempre che l'attività che lui e i militari che erano con lui svolgevano, erano svolte a disposizione integrale della Procura nazionale antimafia.
  Per quanto riguarda il controllo degli orari e l'attività svolta, confermo che il monitoraggio funziona in questo modo. Vorrei solo dare la piccola precisazione che non funziona così solo nel mio ufficio perché il mio ufficio è particolare, ma è così a livello generale, su tutte le banche dati e su tutte le strutture che fruiscono delle banche dati di polizia.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola al senatore Nave e poi all'onorevole Bicchielli. Poi abbiamo l'altra audizione.

  LUIGI NAVE. Parte della domanda è stata fatta dal collega in precedenza. Però è fondamentale questo: al di là dell'orario di lavoro, colonnello, le faccio una domandaPag. 16 da informatico. Si parla di 250.000 accessi, ma c'è questo elemento dirimente se si tratti di accessi con log in ovvero di dati scaricati, ma è fondamentale dire che innanzitutto la DNAA non ha competenza sui database in possesso della Guardia di finanza. Quindi su tutto ciò che accadeva sui database di proprietà e in gestione alla Guardia di finanza la Procura antimafia non ha competenze. Il che significa che c'è un vulnus sulla gestione fatta in orario di lavoro, anche se fraudolenta, che non rientra nel controllo. In precedenza si è detto che sono stati segnalati venti accessi fuori orario attribuiti a Striano, ma in quel caso, però non si è capito che cosa sia successo. Quindi nel momento in cui c'è l'alert non si controlla, un anomalo accesso a informazioni per un controllo di un trimestre fatto sul singolo dipendente in realtà non ha portato a nulla. Eppure secondo i dati snocciolati prima in un trimestre, a quanto sembra, il tenente Striano ne ha fatti eccome di accessi e download, anche se non era lei competente. So anche che non è ovviamente in suo possesso il fascicolo quindi non è a conoscenza di questi famosi 250.000 fascicoli o accessi. In realtà resta questo problema: non è competenza della Procura poter controllare gli accessi sul database della Guardia di finanza, la Guardia di finanza fa controlli sugli accessi, perlomeno quelli di primo livello, solo se avvengono fuori orario. Qui c'è un vulnus da coprire non solo da adesso ma in precedenza ed è lì che le responsabilità di certo vanno individuate. Grazie.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Circa la domanda sulla Procura nazionale, così come qualsiasi altra istituzione che non è titolare della banca dati, in questo caso di SIVA, ma potrebbe essere per lo SDI o per l'Anagrafe tributaria, è chiaro che non è in prima istanza nelle condizioni di poter accertare e di fare l'audit sull'entità interrogata, ma tanto più in quanto autorità giudiziaria, ha la possibilità di chiederlo o su segnalazione nostra, ovviamente se fossero emerse delle anomalie, ma anche di sua iniziativa, e di questo potevamo anche non esserne a conoscenza noi, trattandosi di attività riservata. Per quanto riguarda il controllo sul trimestre, credo solo che, come giustamente osservava lei, non avendo io partecipato, né avendo accesso agli atti dell'indagine, se non per quello che si legge negli organi di informazione, quei numeri particolarmente elevati non si riferiscano agli accessi alla banca dati SIVA, ma ad altre banche dati.

  LUIGI NAVE. Giusto una precisazione. Lei dice che si possono promuovere su due livelli o dal punto di vista della Guardia di finanza, che riscontra esserci delle anomalie, oppure di propria sponte. Ma come fa uno che non ha diritti su quel database a sapere che c'è un'entità così notevole di accessi? Vedo che le cose non combaciano.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Per rimanere all'interno della mia amministrazione, avviene lo stesso per lo SDI o per l'Anagrafe tributaria. Se la Guardia di finanza ha bisogno di conoscere le entità interrogate, non le può ottenere tramite la sua stessa organizzazione perché non è titolare del trattamento del dato, ma le deve chiederle per esempio a Sogei o comunque a chi gestisce la banca dati, che le fornirà in ordine alle necessità di audit che vengono rappresentate ovvero le fornirà, come immagino sia successo in questo caso, all'autorità giudiziaria con appositi provvedimenti rilasciati nel corso dell'indagine.

  PRESIDENTE. La parola all'onorevole Bicchielli, poi l'onorevole Gubitosa. Dopodiché non accetto più altre iscrizioni a parlare perché dobbiamo passare all'audizione successiva.

  PINO BICCHIELLI. Grazie presidente. Mi sono sorti due dubbi durante l'audizione. Prima un collega le ha posto il problema se vi fosse un'attenzione particolare nei confronti di alcune autorità dello Stato. Lei ci ha detto che non c'è stata ma ci sarà un'attenzione nei confronti delle persone esposte politicamente, dei cosiddetti PEP. Parliamo di tutti i PEP? Credo Pag. 17che ci siano decine di migliaia di PEP in Italia e quindi ciò vuol dire che non ci sarà nessuna attenzione particolare nei confronti di alcune autorità dello Stato, se ho capito bene. Inoltre, quando uno fa un accesso vuol dire che è avviata un'indagine ma un'indagine ha dei tempi stabiliti. Dagli incartamenti abbiamo visto che vi sono accessi anche dopo mesi, dopo anni. Non c'è un controllo di un'indagine che si apre e si chiude? Un soggetto autorizzato dalle autorità può in qualsiasi momento accedere anche senza specificare che c'è un'indagine in corso? Grazie.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. L'accesso alle banche dati e alle risorse informative, anche proprie della Guardia di finanza, avviene previo assenso telematico da parte dell'utente che sta accedendo per motivazioni di servizio. In alcuni casi – mi viene in mente la banca dati SDI – viene richiesta, per alcuni tipi di consultazione, anche una motivazione scritta. Questo avviene anche attualmente nel sistema SIVA, laddove sia necessario per un Reparto della Guardia di finanza visualizzare una SOS, un'informazione antiriciclaggio che non sia originariamente assegnata a quel Reparto. Se sono al Nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma e ho rilevato che c'è una SOS su un soggetto di mio interesse, ma quella SOS in quel momento è assegnata ai colleghi di Milano, devo telematicamente intraprendere una procedura di richiesta di visibilità che richiede anche la motivazione della necessità di visualizzarla.
  Per quanto riguarda la riservatezza rafforzata sulle persone politicamente esposte, essa è disegnata in linea di assoluta coerenza con il dettato normativo del decreto legislativo n. 231 del 2007 che individua puntualmente quali sono, ai sensi di questa normativa, le persone politicamente esposte, quindi tutti.

  PINO BICCHIELLI. Immagino dunque che non abbiamo nessuna motivazione di Striano per i suoi accessi, nessuna richiesta di motivazione, come diceva.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Questo per i Reparti. Il profilo da analista prevedeva l'accesso alle informazioni antiriciclaggio con ovviamente la registrazione nei log, come poi è avvenuto, ed è stato individuato a seguito dell'attività di indagine sulla quale però non ho altri elementi.

  PRESIDENTE. Una domanda flash dell'onorevole Gubitosa.

  MICHELE GUBITOSA. Colonnello, alla domanda che ha fatto il collega – forse non ho capito bene io e ho sentito male il termine usato – sul fatto che a quanto pare c'è un singolo responsabile, ed è la Procura antimafia – naturalmente sono considerazioni sue, perché, come stiamo vedendo tutti, qui è chiaro che si tratta di un dipendente infedele dello Stato – lei ha risposto che gli accessi di Striano avvenivano per disposizione dell'Antimafia. Era la Procura antimafia che diceva a Striano di fare quegli accessi infedeli? No, a me non risulta. Lui con libero arbitrio ha fatto accessi non autorizzati, giusto, non per disposizione? Solo per chiarire perché poi magari escono cose sbagliate. Non credo che qualcuno abbia disposto che Striano facesse quegli accessi, li ha fatti lui di testa sua, è un dipendente infedele tecnicamente.

  ANTONIO SASSI, capo Ufficio Analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. Mi dispiace di essermi espresso male. Se questo è il messaggio che è passato, è assolutamente no. Intendevo dire che l'attività dell'ufficiale coordinatore, anche attualmente, in servizio presso la DNAA e del personale del gruppo di lavoro affidato alle sue responsabilità, si intende per noi svolta «su disposizione di» e non su disposizione di nostre strutture. Se poi, nell'ambito di quell'attività, viene fatto un accesso abusivo è chiaro che ne risponde chi lo ha fatto.

  MICHELE GUBITOSA. È stato chiarissimo. Chiedo scusa se ho capito male. Grazie.

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  PRESIDENTE. Grazie mille. Ringrazio il colonnello Sassi.

  La seduta, sospesa alle 11.50, è ripresa alle 11.55.

Audizione del colonnello Stefano Giovanni Salvatore Rebechesu, capo Ufficio Operazioni del Comando interregionale dell'Italia centrale della Guardia di finanza.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del colonnello Stefano Giovanni Salvatore Rebecchini, capo Ufficio operazioni del Comando interregionale dell'Italia centrale della Guardia di finanza, già capo ufficio analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, nell'ambito del filone di inchiesta sulle vicende relative al cosiddetto dossieraggio di esponenti politici e del mondo economico. Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione e che i lavori potranno proseguire in forma segreta, a richiesta dell'audito o dei colleghi. In tal caso, non sarà più consentita la partecipazione da remoto e verrà interrotta la trasmissione via streaming sulla web-tv.
  Chiedo ai colleghi che si vogliono iscrivere di segnalarmelo.
  Come ho fatto nella precedente audizione, procedo a delineare il quadro dell'intervento del colonnello. In considerazione del fatto che a questa Commissione risulta che Striano fosse in servizio tre giorni alla DNAA e gli altri invece in forza al Nucleo di polizia valutaria, dove si trovava e cosa faceva negli altri giorni della settimana e a chi rendeva conto di quello che faceva? Si tratta di una delle domande che questa Commissione si pone per capire di chi fosse il controllo su questa persona. Se è vero, come ci risulta, che le postazioni dei militari del Nucleo per l'accesso alla rete della Guardia di finanza, GDF net, sono state progressivamente dotate dei cosiddetti dispositivi VPN e poi, nel giugno 2023, di una postazione dedicata alla DNAA, le chiedo se questa tecnologia abbia risolto la semplice questione fisica di dove effettuare gli accessi e le interrogazioni. Questo ci permetterebbe di capire anche molte altre cose. È corretto dire che questa scelta abbia risolto il problema oppure no? Sulla base della sua esperienza nel suo ruolo precedente, lei ha mai avuto altre segnalazioni? C'è mai stato un caso Striano prima di Striano rispetto a questi accessi abusivi? Vi è capitato di dover accedere e controllare qualcuno perché faceva appunto accessi non legittimi, non autorizzati, oppure il caso Striano è arrivato come un fulmine a ciel sereno?

  STEFANO GIOVANNI SALVATORE REBECHESU, capo Ufficio Operazioni del Comando interregionale dell'Italia centrale della Guardia di finanza. Buongiorno a tutti, presidente, onorevoli deputati e senatori. Intanto vi porgo il mio rispettosissimo saluto e vi ringrazio per l'occasione che mi viene offerta di contribuire con le mie conoscenze e le mie competenze rispetto alla tematica specifica, di cercare di chiarire questa vicenda che tutti quanti abbiamo consapevolezza rivesta una rilevanza particolarmente significativa sotto molti aspetti.
  Mi ricollego subito all'ultima domanda della presidente. Certamente nell'attività che abbiamo diuturnamente svolto si sono verificate delle situazioni in cui abbiamo rilevato compromissione di informazioni di segnalazioni di operazioni sospette e quindi pubblicazioni sugli organi di stampa di contenuti di segnalazioni di operazioni sospette, sia di richiamo alle segnalazioni come mera esistenza delle stesse, sia anche di contenuti virgolettati, cioè di passaggi ripresi integralmente rispetto al testo delle segnalazioni. Su questi aspetti segnalerei l'opportunità di proseguire in audizione riservata.
  Torno però indietro per dare una indicazione di com'era il sistema di organizzazione del lavoro all'interno dell'Ufficio analisi a cui sono stato preposto dal primo settembre 2018 al 28 luglio 2021, quindi per poco meno di un triennio. Nel momento in cui sono stato assegnato all'Ufficio analisi la situazione era di una normativa già consolidata in termini di compartecipazione della Direzione nazionale antimafiaPag. 19 ai flussi delle segnalazioni di operazioni sospette e c'era un'intesa protocollare in esercizio che era il protocollo sottoscritto, con riferimento al contrasto al finanziamento del terrorismo, nel 2015 e, con riferimento invece alle successive modifiche intervenute, nel 2017. Il protocollo del 2017 aveva istituito questo gruppo di lavoro, posto a disposizione del Procuratore nazionale antimafia per supportare funzioni tipiche del procuratore distrettuale antimafia. Ricordo che la presenza dei nostri operatori del personale del Nucleo speciale di polizia valutaria in questo gruppo di lavoro, aveva una sua valenza con riferimento, come prescritto dalla normativa stabilita dall'articolo 8 del decreto legislativo n. 231, agli aspetti attinenti al finanziamento del terrorismo. Questo era normativamente il compito del personale operante la cui aliquota di personale all'origine si occupava quindi di attività di analisi con il supporto alle funzioni del Procuratore nazionale, soprattutto in particolare alla sua prerogativa di esercizio del potere di impulso, ma non solo, con riferimento alla minaccia terroristica e al finanziamento del terrorismo. Con il tempo però il personale del gruppo è stato impiegato in attività, sempre di supporto, anche nell'altro campo di stretta competenza del Procuratore nazionale, quello della criminalità organizzata. Poi, nel periodo dell'emergenza pandemica, è stato impiegato specificamente per curare analisi riguardanti particolari fenomenologie di segnalazioni di operazioni sospette – erano classificate «Covid», così venivano definite – che servivano a orientare attività di analisi per rilevare eventuali tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata ad esempio nel settore dell'acquisizione dei dispositivi di protezione individuale ovvero nella concessione di provvidenze pubbliche nella contingenza pandemica.
  Quando io sono arrivato all'Ufficio analisi era già stata istituita nell'estate la Sezione DNAA da cui avrebbero dovuto essere tratte le risorse di personale per costituire il gruppo di lavoro commesso al servizio del Procuratore nazionale antimafia. Questa sezione all'epoca era retta da un ufficiale, un capitano, che era titolare di un altro incarico, quindi aveva un doppio incarico. C'erano alcuni militari nella sede della Procura nazionale e questo ufficiale ogni tanto si recava alla DNAA per interloquire con questo personale, tenendo presente che questo protocollo attribuiva la funzione di referente operativo, quindi nelle interlocuzioni con il Nucleo speciale, al responsabile del Servizio per le segnalazioni di operazioni sospette, un Servizio interno alla DNAA, che era all'epoca – e lo è stato per tutto il periodo in cui io sono rimasto nell'incarico – il dottor Laudati. Il referente operativo per la Guardia di finanza era il comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria. Io intervenivo di solito a supporto del comandante del Nucleo speciale di polizia valutaria e avevo interlocuzioni anche con il referente, il dottor Laudati. Il sottotenente Striano viene assegnato al Nucleo speciale di polizia valutaria, se ben ricordo, ai primi di marzo del 2019 e viene quindi incaricato di assumere il comando della Sezione DNAA e diventa per noi il referente del gruppo di lavoro messo a disposizione del Procuratore nazionale. Per un'intesa, intercorsa immediatamente dopo l'assegnazione – parlo sempre di marzo – tra il comandante del Nucleo speciale pro tempore e il consigliere Laudati, era stato stabilito che il sottotenente Striano svolgesse la propria attività per tre giorni alla sede della Direzione nazionale antimafia e per due giorni presso il Nucleo speciale e quindi presso l'Ufficio analisi dove noi gli avevamo apprestato un ufficio.
  Quali erano i compiti del sottotenente Striano? Il sottotenente Striano, nella sua funzione di comandante della Sezione e quindi di più alto in grado all'interno del gruppo di lavoro, con riferimento evidentemente al personale del Nucleo speciale di polizia valutaria, doveva da un lato svolgere le attività previste dal protocollo, secondo le indicazioni del Procuratore nazionale e quindi in prima battuta, avendo come referente diretto il dottor Laudati, secondo le indicazioni del dottor Laudati. Tutte le funzioni di supporto previste dal protocollo, che erano in buona sostanza delle funzioni Pag. 20di analisi e analisi investigativa e che venivano svolte dal gruppo di lavoro e quindi da Striano, promanavano come incarichi dal Procuratore nazionale tramite il consigliere Laudati. Chi controllava questa attività? Questa attività era certamente sotto il controllo di chi disponeva le attività, nel senso che non era assolutamente logico e normativamente possibile che rispetto ai task, agli incarichi dati dal Procuratore nazionale o dal consigliere Laudati nel suo ruolo – parliamo degli incarichi a supporto di tutta l'attività di approfondimento, di analisi e di analisi investigativa che veniva svolta – ci fosse un controllo della struttura di appartenenza del personale distaccato presso la DNAA. Questo per intenderci rispetto a chi doveva controllare. Però il sottotenente Striano aveva anche altre funzioni evidentemente, perché era un ufficiale di collegamento tra il Nucleo speciale di polizia valutaria, l'Ufficio analisi in particolare, e la Procura nazionale, per curare quei flussi informativi che erano stati impiantati in esecuzione del novellato articolo 8, del decreto legislativo n. 231 e dell'articolo 40, in base al quale – ma questo immagino sia a vostra totale conoscenza – la DNAA era diventata attore di sistema, insieme all'Unità di informazione finanziaria e agli organi investigativi – Direzione investigativa antimafia e Nucleo speciale di polizia valutaria – perché destinataria di flussi di dati, di flussi informativi attinenti alle segnalazioni di operazioni sospette. In buona sostanza, arrivavano i dati delle anagrafiche, cioè dei soggetti segnalati che l'UIF inviava alla Direzione nazionale antimafia, tramite il Nucleo speciale e la DIA. In realtà, nella fase iniziale, c'era un invio di dati, caricati su un CD-ROM poi inoltrato con lettera a doppia firma del comandante del Nucleo speciale e del capo del primo Reparto della DIA alla Procura nazionale. Questo flusso prevedeva le verifiche delle anagrafiche, dei nominativi dei soggetti segnalati nei sistemi informativi della Direzione nazionale antimafia, quindi nei registri della cognizione penale, nei registri afferenti alle indagini in corso, nei ReGe dei reati di competenza della DNAA e poi la verifica nell'altro sistema informativo SIDNA, una base dati molto articolata e molto ampia che riguarda le pregresse attività d'indagine. L'accordo protocollare prevedeva uno scambio di dati e una retroazione informativa, cioè per i dati delle segnalazioni di operazioni sospette relative ai soggetti che erano presenti nei sistemi informativi della DNAA doveva essere azionato un flusso inverso per segnalare agli organi investigativi quali erano le segnalazioni di operazioni sospette che avevano matchato con i sistemi informativi per cui ciò voleva significare che erano segnalazioni di operazioni sospette d'interesse della DNAA. Per cui c'era la necessità di curare questo flusso di andata e di ritorno, e il sottotenente Striano si faceva carico di questo e anche lui aveva parte in questo flusso informativo nella misura in cui materialmente si preoccupava di recapitare questi supporti informatici e, quando arrivavano i risultati delle verifiche della DNAA, consegnava e portava a noi i feedback di questo flusso informativo. Siccome stiamo parlando di una competenza sulla minaccia terroristica, il tutto non era soltanto collegato alle segnalazioni di operazioni sospette. L'Ufficio analisi aveva una gestione complessa di informazioni. Il Nucleo speciale di polizia valutaria è una struttura importante, straordinaria, ha tre anime. È un servizio di polizia giudiziaria, con gruppi che fanno indagini su delega dell'autorità giudiziaria. È una struttura tecnica: essendo un Reparto speciale è presente in tavoli tecnici e queste funzioni sono valentemente svolte dall'Ufficio operazioni. Ha poi un cuore di intelligence, l'Ufficio analisi. L'Ufficio analisi gestisce l'intelligence operativa e l'intelligence finanziaria che significa le informazioni di origine finanziaria, le SOS ma anche le FIU, cioè le relazioni informative provenienti dalle FIU estere. Inoltre gestisce l'intelligenza operativa che noi qualificavamo e qualifichiamo tale, cioè le relazioni informative delle agenzie di informazione e sicurezza, le relazioni informative provenienti da Europol e dai collaterali esteri. Tutti questi dati afferenti alla minaccia terroristica venivano trattati ed elaborati secondo modelli prestabiliti e servivano a innescare quelle verifiche analitichePag. 21 per rilevare ricorrenze comuni e quindi, nel momento in cui, per esempio, arrivava una relazione informativa delle agenzie di intelligence che segnalava tutta una serie di soggetti, si andava a verificare al sistema informativo la presenza di SOS riguardanti questi soggetti e automaticamente si attribuiva la targa «terrorismo» a quella SOS che veniva, anche se non precedentemente matchata dal flusso con la DNAA, veicolata alla Direzione nazionale antimafia. Per cui c'era anche questa parte di informazioni che venivano scambiate. Chi esercitava il controllo su questa attività? Certamente le attività di controllo riguardanti la coerenza di gestione e la correttezza del flusso di informazioni di dati era un mio compito. Io svolgevo un controllo sul sottotenente Striano e chiedevo conto – anche questo credo che sia noto a voi – delle criticità nella retroazione e nel ritorno di certe informazioni e quindi si cercava di fronteggiare le varie situazioni di criticità che erano dovute al fatto che non ricevevamo con la giusta tempestività probabilmente i feedback dalla DNAA perché poi le nostre segnalazioni di operazioni sospette non rimanevano lì, bisognava veicolarle tempestivamente ai Reparti per lo svolgimento di indagini. A un certo punto abbiamo in qualche modo attenuato questo fattore critico prevedendo una condivisione pressoché istantanea, per lo meno degli elementi informativi basici, cioè dei nominativi segnalati, in sede di Comitato di analisi strategica antiterrorismo. Per accelerare la condivisione di queste informazioni con gli attori preposti alla prevenzione e al contrasto, abbiamo trovato questa formula, sulle base delle indicazioni del Comando generale, evidentemente. Questo è stato uno degli strumenti che sono stati adottati per mitigare in qualche modo gli effetti negativi di questi ritardi nei flussi informativi.
  Poi, ci dobbiamo anche mettere d'accordo su cosa intendiamo per controllo. Il controllo, in qualunque reparto della Guardia di finanza, un reparto militare, ha un paradigma che si declina in: ordine, esecuzione, rapporto. Abbiamo una struttura gerarchica. Ero il capo dell'Ufficio analisi e avevo alle dipendenze delle Sezioni, per l'esattezza nove, tra cui nella Sezione DNA avevo alle dipendenze sette ufficiali. Impartivo ordini ai miei ufficiali per l'esecuzione delle attività investigative e analitiche per lo sviluppo e l'analisi pre-investigativa delle segnalazioni di operazioni sospette, i quali, a loro volta li demoltiplicavano, ovviamente, perché non è che provvedessero individualmente, al proprio personale. In questo flusso, in questa cascata di ordini, venivano date delle indicazioni, si procedeva al controllo in corso di esecuzione o, secondo l'incarico, all'esito della conclusione dell'incarico, sulla base del rapporto che l'incaricato rassegnava. Il compito del controllo da noi è rimesso in prima istanza a chi ordina l'attività. Chi ordina il servizio è il primo responsabile del controllo di quello che viene fatto e di come viene fatto. Il controllo che viene fatto in questi termini è un controllo di coerenza rispetto alla normativa, un controllo di adeguatezza rispetto alle risorse impiegate, un controllo di adeguatezza rispetto ai modelli e alle procedure stabilite, che poi è un controllo di risultato. Lo strumento della verifica degli accessi è uno strumento del controllo, non è il controllo, non si esaurisce in questo il controllo. Infatti, tutto il personale dell'Ufficio analisi che da me dipendeva veniva quotidianamente sottoposto a controllo di quello che faceva e periodicamente sottoposto a controllo in termini di accessi, e quindi estrazione di dati dei collegamenti agli accessi ai sistemi informativi. I dipendenti venivano controllati secondo le prescrizioni dell'epoca, una circolare, mi pare del 2006, aggiornata nel tempo, che prevedeva un controllo trimestrale a campione. Disponevo regolarmente a trimestre l'esecuzione di questi controlli, esercitando il controllo sugli ufficiali dipendenti e demandando agli ufficiali dipendenti il controllo sul proprio personale. In questo ambito, in un'occasione, è stato fatto un controllo nei confronti del sottotenente Striano, mi pare fosse l'ultimo trimestre del 2020. È stato fatto un controllo. Attenzione, questo è un controllo di coerenza di primo livello. Da un sistema informativo vengono estratti dei dati che riguardanoPag. 22 la data e l'ora di accesso. Per quanto riguarda il sistema informativo SIVA, esso ci consente anche di rilevare che tipo di accesso, per esempio interrogazione a soggetto oppure visione SOS, c'è questo dettaglio. Ogni input che viene dato dall'operatore al sistema informativo registra un log, perché uno va a vedere i dati di questi accessi e si vede che ci sono sequenze a pochi secondi ed evidentemente è l'operatore che è dentro il sistema e fa le sue interrogazioni. Ripeto, è stato svolto un controllo di coerenza di questo tipo che andava a verificare la coerenza in termini di data e orario, cioè se in quel momento e a quell'ora l'operatore si trovasse in servizio, e se, naturalmente, rispetto all'incarico, un accesso a quel sistema informativo fosse coerente. In questo caso, io non ho rilevato nessun tipo di anomalia nell'operatività di questo trimestre da parte del sottotenente Striano. C'è stata un'altra verifica eseguita su un sistema di indagine, cioè la banca dati del Ministero dell'Interno. Per intenderci, non ero io il responsabile del controllo di quegli accessi, lo era il capo Ufficio operazioni, un delegato del comandante, che manda degli input alle varie articolazioni e chiede il controllo degli accessi del militare perché gli è arrivato un alert. La banca dati SIVA non prevede alert. Nelle verifiche che vengono fatte non dà alert su qualcuno che stia facendo troppe interrogazioni o interrogazioni in un orario in cui non è in servizio, non è così. Invece lo SDI ha qualche alert, per esempio se uno programma la posizione di Stefano Rebechesu e lui lavora su cinque giorni a settimana con un determinato orario, una volta che è inserito quel profilo dell'utente se Stefano Rebechesu, fa l'interrogazione sabato, scatta l'alert e viene controllato, però magari Stefano Rebechesu quel sabato ha lavorato ed è il caso del sottotenente Striano che infatti, all'esito del controllo, è risultato che era presente in servizio al Nucleo speciale di polizia valutaria, perché svolgeva il servizio di ufficiale di servizio, una figura che ruotava tra tutti i sottotenenti, tenenti, capitani e forse maggiori, adesso non ricordo, del Nucleo speciale e quindi gli capitava una volta ogni tanto. Da questo punto di vista, dunque, il controllo era stato eseguito e non era diverso dagli altri. Quello che non esiste nelle procedure di controllo è che io, senza elementi di sospetto e senza rilevare anomalie, decidessi un giorno di fare un controllo dettagliato sugli accessi di un mio dipendente per capire che cosa avesse fatto. Non esisteva una procedura secondo cui potessi chiedere all'amministratore di sistema e quindi al responsabile, al Comando generale, di darmi tutte le interrogazioni che aveva fatto il capo della seconda Sezione – che, all'epoca, nel Nucleo speciale svolgeva gli incarichi afferenti alla minaccia terroristica – senza nessun tipo di alert. Non è previsto e non ha neanche molto senso che mi metta a fare un tipo di accertamento di questo genere. Quindi non era previsto che facessimo queste verifiche in assenza di qualunque tipo di indicazione di sospetto. Sulla figura di Striano, in queste verifiche che ho appena richiamato, e sul suo operato non ho mai rilevato profili di criticità attinenti alla sua sicurezza morale, mai rilevato, nel senso che lui, diligentemente, veniva, faceva quello che doveva fare. Attenzione, ripeto, sulla parte che riguardava gli accessi che faceva da noi alla banca dati SIVA e alle altre banche dati del Corpo che erano tutte funzionali a servire l'esigenza informativa del Procuratore nazionale antimafia, noi non facevamo nessun tipo di controllo, non esisteva proprio perché non è normativamente possibile. L'autorità giudiziaria semmai controlla la polizia giudiziaria, non è la polizia giudiziaria che controlla l'autorità giudiziaria, perché controllare gli accessi di Striano voleva dire andare a vedere quale interrogazione ha fatto Striano, quali persone ha interrogato e quindi voleva dire sapere cosa stava facendo rispetto a quello che il Procuratore nazionale disponeva, e quindi non esiste, non è una cosa che abbiamo mai fatto, non c'è neanche passato per l'anticamera del cervello di fare verifiche di questo tipo. Ripeto, non ho mai rilevato situazioni di anomalia che certamente avrei evidentemente condiviso prima con il mio comandante e poi, immagino, con il Procuratore nazionale antimafia, perché è chiaro che in una situazione in cui si Pag. 23rilevano delle anomalie c'è un'interlocuzione per cui si deve dire che forse sarebbe il caso che si svolga un approfondimento, ma questo non è mai capitato e, ripeto, di iniziativa e sulla base di nessun sintomo, nessun controllo può essere fatto in situazioni di questo tipo.

  PRESIDENTE. Colonnello grazie, soprattutto perché fino a qui è stato molto utile. Le segnalo solo che ci sono diversi iscritti a parlare, quindi procederei con le domande anche perché facciamo alla fine della seduta la parte segreta in modo da evitare che i colleghi da remoto si debbano scollegare e poi ricollegare. Sono iscritti a parlare l'onorevole Gubitosa e poi il senatore Gasparri, poi a seguire tutti gli altri.

  MICHELE GUBITOSA. Ritiro la domanda perché il colonnello mi ha già risposto nella sua introduzione.

  PRESIDENTE. Do la parola al senatore Gasparri.

  MAURIZIO GASPARRI. Esco sconfortato da questa mattinata, dico cose che ho detto prima anche a chi l'ha preceduta. Alla fine ha detto una cosa molto chiara: non è che noi, noi inteso in senso lato come la polizia giudiziaria, possiamo controllare la fonte investigativa. Se un magistrato incarica un addetto, lo Striano di turno, di fare un accesso non è lei che può dare fare controlli e verifiche. Quello che noi vorremmo capire è chi doveva controllare l'attività che si svolgeva nella Procura antimafia da parte di Striano perché una delle complessità di questo scandalo gravissimo è che questo Striano un po' stava qua un po' là. Abbiamo il dovere, come Commissione antimafia, di entrare nello specifico. Se uno la racconta a un cittadino che legge di centinaia di migliaia di accessi è un po' complessa la questione, perché lì c'è un controllo, perché sta dentro la struttura, là non c'è controllo, però la persona è la stessa. Sono molto sconcertato e mi auguro, l'ho detto prima, e lo ridico, che la Commissione passi dalle audizioni a delle iniziative che ci competono proprio sul piano dei poteri che la legge affida alla Commissione antimafia che sono analoghi all'autorità giudiziaria. Qui tra inquinamento di prove, prese in giro, racconti burocratici – non mi riferisco a lei – la nostra pazienza è stata forzata.
  Le chiedo alcune cose specifiche. Lei mi conferma che nella fase in cui aveva quei ruoli non poteva fare un controllo su quello che faceva Striano alla Procura antimafia? Chi lo doveva fare? Il Procuratore nazionale e Laudati erano a conoscenza, potevano capire? Striano ha fatto delle cose non autorizzate, dobbiamo presumere, ma allora chi doveva controllare, chi poteva avere degli alert, dei sistemi, nessuno? Allora qui c'è un problema di legislazione che noi come Parlamento dobbiamo affrontare. Vogliamo fare la Procura antimafia e antiterrorismo, non un porto franco della situazione, perché poi lì sono andati a vedere Casellati e Ronaldo, lei ha fatto un discorso giusto sulle attività investigative, terrorismo, mafia, il Covid, che era una fase inquietante della vita del pianeta. Casellati e Ronaldo, sinceramente, cito loro due ma ne potrei citare altri. Chi deve fare questi controlli? Vorrei una sua riflessione di altissimo ufficiale della Guardia di finanza, perché tutti noi siamo anche cittadini, anche lei, ma dobbiamo anche garantire come funziona il sistema, se la legge non va.
  Un'altra cosa. Abbiamo letto su questa vicenda che a un certo punto altissimi ufficiali della Guardia di finanza si recano dall'attuale procuratore Melillo con Striano per segnalare le sue doti e le sue capacità. Quindi non si era capito niente. Altissimi ufficiali vanno con un sottufficiale diventato ufficiale, importante ma di bassa forza, è un po' anomalo nelle gerarchie militari, perché lo vanno a segnalare? Le risulta, visto che lei ha parlato della Guardia di finanza, che Striano fosse con il Procuratore della Repubblica del tempo di Reggio Calabria applicato, Cafiero De Raho, e quindi poi arriva alla Procura antimafia? Questi passaggi sono visionati dai vertici della Guardia di finanza per autorizzare comandi e assegnazioni.Pag. 24
  Ultima cosa. Quale dovrebbe essere il sistema dei controlli? Perché nessun controllo sulla DNAA è possibile in base alle normative e quindi chi è che poteva fare un controllo e chi è che ha potuto accorgersene e non sapere nulla? Laudati, De Raho, chi? E perché gli altri suoi colleghi andavano a dire che era bravissimo e De Raho faceva delle note elogiative, forse anche perché i predecessori hanno fatto quello che è stato fatto con Melillo, che poi si è accorto che c'era qualcosa che non andava? Sono molto preoccupato del funzionamento della situazione.

  STEFANO GIOVANNI SALVATORE REBECHESU, capo Ufficio Operazioni del Comando interregionale dell'Italia centrale della Guardia di finanza. Senatore, parto dall'ultima domanda. Proprio ieri è stata diramata una nuova circolare sui controlli riguardanti gli accessi ai sistemi informativi, che prevede, per il personale distaccato presso enti, autorità giudiziarie e altre autorità, che il controllo sia esercitato dall'autorità a cui viene messo a disposizione il militare. In quel caso è stato formalizzato. Quando abbiamo istituito il gruppo di lavoro in DNAA abbiamo ragionato e abbiamo cercato di utilizzare un modello che fosse quello più prossimo al modello che non era codificato se non da un protocollo, e quindi abbiamo pensato alle sezioni di polizia giudiziaria. Non c'è nessun comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria, da cui dipendono organicamente le unità che vanno nelle sezioni di polizia giudiziaria, che esercita il controllo su quel personale che è posto alle dipendenze funzionali di un Procuratore della Repubblica, non c'è. Adesso questa circolare lo prescrive ed esplicita che il controllo è in carico all'autorità che si serve dell'apporto di tale personale.
  Mi pare di avere detto chi doveva controllare. Magari nella parte segreta potrò fornirle ulteriori elementi. Guardate che il controllo non è solo controllo delle persone, la mia funzione di controllo come capo Ufficio analisi non si esauriva a controllare le persone, mi guardavo anche intorno, a cosa succedeva fuori dall'Ufficio analisi che impattasse sulla sicurezza delle informazioni. Ne parlerò dopo se mi sarà consentito, presidente.
  Le chiedo di ripetermi la terza domanda.

  MAURIZIO GASPARRI. Le chiedevo dell'incontro di alcuni altissimi ufficiali.

  PRESIDENTE. C'è un iscritto a parlare da remoto. Appena il colonnello finisce la sua risposta, faccio intervenire il collega da remoto poi possiamo passare in seduta segreta.

  STEFANO GIOVANNI SALVATORE REBECHESU, capo Ufficio Operazioni del Comando interregionale dell'Italia centrale della Guardia di finanza. Il sottotenente Striano io l'ho conosciuto quando è stato assegnato al Nucleo speciale di polizia valutaria alle mie dipendenze. Non l'avevo mai sentito nominare, lei ha richiamato dei fatti che a me non risultano, debbo dire, però magari un'interlocuzione con chi ha fatto le cose che lei ha detto forse è più appropriata perché io non sono in grado di riferire se, ammesso e non concesso, un mio superiore decida di fare delle cose. Con tutta la buona volontà non posso davvero rispondere a questa domanda.

  PRESIDENTE. Do la parola al senatore Scarpinato collegato da remoto in modo che poi si possa passare in modalità segreta. Ho poi altri iscritti a parlare, lo dico per chi è collegato. Cerco di gestire la seduta al meglio.

  ROBERTO MARIA FERDINANDO SCARPINATO. Quello che lei che è descritto è una sorta di triangolo delle Bermuda, cioè una zona franca assolutamente fuori controllo da tutte le istituzioni perché lei ha detto che sappiamo che la Procura nazionale antimafia non era in grado di controllare gli accessi alla banca SIVA, per il semplice fatto che fisicamente non è nella Procura nazionale antimafia ma si trovava negli uffici della Guardia di finanza. Poi ha detto che la Guardia di finanza non faceva nessun controllo su Striano perché era alle dipendenze della Procura nazionale antimafia.Pag. 25 Sostanzialmente abbiamo avuto per anni un sistema istituzionale in cui nessuno aveva pensato che l'altro non era in grado di controllare Striano, gli abbiamo creato una zona franca. Non voglio addebitare responsabilità a qualcuno a livello personale, però mi pare che qualcosa non abbia funzionato a livello istituzionale.
  Seconda cosa. Pur stando le cose così, mi pare che dovesse essere almeno previsto che vi fosse un sistema di alert che segnalasse qualche anomalia particolare. Striano ha fatto delle interrogazioni che riguardavano il suo nucleo familiare. Ora, che non sia stato previsto neanche un sistema di alert così basilare ed elementare che certamente non poteva interferire con la competenza della Procura nazionale antimafia – perché è assolutamente impensabile che la Procura nazionale antimafia incarichi Striano di fare un'indagine su sé stesso – devo dire mi lascia sgomento perché è proprio basico. Mi chiedo come questo sia stato possibile, mi chiedo come si pensava che la Procura nazionale antimafia potesse effettuare un controllo sugli accessi che Striano faceva alla banca dati SIVA, visto che non lo poteva sapere perché stavano negli uffici della Guardia di finanza. Quindi mi chiedo se non avete pensato che si veniva a creare un buco in questo modo.
  Poi ci ha detto che, con una circolare recentissima, ora la responsabilità del controllo dei soggetti che fanno le interrogazioni è dell'ufficio che delega, quindi immagino la Procura nazionale antimafia. Che cosa è successo, che la banca dati SIVA è stata spostata fisicamente nei locali della Procura nazionale antimafia o è previsto che i magistrati della Procura nazionale antimafia possano venire negli uffici della Guardia di finanza a fare i controlli periodici? Come funziona?

  STEFANO GIOVANNI SALVATORE REBECHESU, capo Ufficio Operazioni del Comando interregionale dell'Italia centrale della Guardia di finanza. Vado per ordine al contrario. Se ho bisogno di fare una verifica verticale degli accessi – per verifica verticale intendo andare a vedere quali interrogazioni specifiche ha fatto un operatore: nomi, segnalazioni di operazioni sospette, accessi ad altre banche dati – non lo posso fare al Nucleo speciale di polizia valutaria, devo predisporre una richiesta che inoltro al Comando generale perché i server sono al Comando generale. Senatore, lei è stato Procuratore della Repubblica – era sicuramente sostituto procuratore e procuratore aggiunto a Palermo, me lo ricordo – e quindi non so se le sia capitato di avere la necessità di fare verifiche di accessi del personale e delle sezioni di polizia giudiziaria. Immagino che se un'autorità giudiziaria di qualunque rango ha la necessità di accedere a queste informazioni le chiede, perché può chiederle, e chi le detiene è obbligato a conferirle. La stessa cosa capita ogni qual volta venga rilevato un sospetto di accesso abusivo ai sistemi informativi. Anche qui però non è vero che non veniva fatto il controllo sugli accessi, io ho detto che veniva fatto un controllo di primo livello su tutti, almeno per quanto riguarda gli ufficiali e i miei dipendenti dell'Ufficio analisi. Veniva fatto correttamente, rendicontato. Veniva fatto, nessun buco.
  Il secondo aspetto è che se si deve fare una verifica verticale, si devono chiedere i dati a chi ce li ha e si devono avere delle motivazioni. Prima ho detto che non è previsto che, semplicemente in via preventiva, con una routine che mi do io, faccia delle richieste di accesso alle informazioni di dettaglio, non è previsto, non c'è, ci devono essere altri elementi. Quando dico che il controllo era demandato a chi dava le disposizioni per l'esecuzione dell'attività analitica e per l'attività di supporto al Procuratore nazionale antimafia, quando io dico questo, dico che il controllo non è solo il controllo degli accessi, è il controllo di quello che fai. Io ti do un incarico, tu lo svolgi e all'esito o durante l'esecuzione, verifico. Questo è il controllo nell'interlocuzione, poi se ho bisogno aziono lo strumento del controllo della banca dati, che è un'altra cosa, è uno strumento che eventualmente mi aiuta. Quindi non vedo nessun buco di alcun genere in questo tipo di attività, non lo vedo proprio. Da un punto di vista sistemico, ripeto, non ci sono alternative al fatto che un Reparto non possa Pag. 26ingerirsi nel controllo di un'autorità giudiziaria, se non su delega di un'altra autorità giudiziaria, non esiste.
  Sugli alert, guardi, senatore, ho una certa esperienza di sistemi informativi, ho fatto servizio di polizia giudiziaria per tanti anni e conosco abbastanza bene l'infrastruttura informativa attuale, le banche dati proprietarie del Corpo e le altre risorse informative di cui il Corpo dispone: non mi risulta che ci sia un sistema informativo che abbia un alert per cui uno se interroga qualcuno della famiglia o sé stesso arrivi l'alert. Non mi risulta, non c'è. Si può decidere di prevederlo però, attenzione, non è che basta dirlo o scriverlo. Farlo richiede modifiche nei sistemi informativi che sono intuitivamente non semplicissime. Però non c'è e non è mai sorta prima di oggi la necessità, per quanto, lo dico come esperienza recentemente svolta da comandante provinciale, alle volte capita, nei casi di violazioni, che vi siano accessi alle banche dati da parte del personale sul proprio nominativo. Però non c'è un alert, non è mai stato pensato, almeno per quello che risulta a me, un alert di questo genere. Credo di aver risposto a tutti e tre i quesiti proposti.

  ROBERTO MARIA FERDINANDO SCARPINATO. Mi scusi, non ho capito come funziona ora. La Procura nazionale va negli uffici della Guardia di finanza e controlla le banche SIVA oppure c'è un altro sistema? Non ho capito attualmente come funziona.

  STEFANO GIOVANNI SALVATORE REBECHESU, capo Ufficio Operazioni del Comando interregionale dell'Italia centrale della Guardia di finanza. Il controllo di questo tipo è semplice. Se rilevo la necessità di controllare Striano...la porto sul piano degli ufficiali che direttamente dipendevano da me. Se avessi rilevato nell'attività svolta da un mio dipendente degli elementi di anomalia, avrei fatto una richiesta al responsabile dell'auditing della Guardia di finanza presso il Comando generale chiedendo i dati. Avrei detto di avere elementi di sospetto e avrei chiesto di fornirmi i dati di log degli accessi fatti da questa persona «dal...al...» e me li deve dare. A maggior ragione, se è un'autorità giudiziaria a chiederlo, li deve dare.

  PRESIDENTE. Grazie. Per venire incontro alle richieste – lo voglio dire soprattutto ai commissari collegati – ora passeremo in seduta segreta, poi ci sono domande che torneranno in seduta pubblica. Capisco che può essere complicato, ma altrimenti non si riesce a seguire il filo. Propongo dunque che la Commissione prosegua i lavori in seduta segreta.

  (La Commissione concorda. I lavori proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Siamo tornati in seduta pubblica. C'erano altri iscritti a parlare, ma vedo che nessuno chiede di intervenire. Pertanto propongo di proseguire i lavori in seduta segreta, essendomi sovvenuta un'altra domanda da porre in quella sede.

  (La Commissione concorda. I lavori proseguono in seduta segreta).

  La seduta termina alle 13.20.