XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 56 di Mercoledì 24 luglio 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Colosimo Chiara , Presidente ... 2 

Audizione di Francesca Fagnani, giornalista, nell'ambito del filone di inchiesta sulla criminalità organizzata a Roma:
Colosimo Chiara , Presidente ... 2 
Fagnani Francesca , giornalista ... 2 
Colosimo Chiara , Presidente ... 4

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
CHIARA COLOSIMO

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite impianto audiovisivo a circuito chiuso, nonché via streaming sulla web-tv della Camera.

Audizione di Francesca Fagnani, giornalista, nell'ambito del filone di inchiesta sulla criminalità organizzata a Roma.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della dottoressa Francesca Fagnani, giornalista, nell'ambito del filone di inchiesta sulla criminalità organizzata a Roma.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione. I lavori potranno proseguire in forma segreta, a richiesta dell'audita o dei colleghi. In tal caso non sarà consentita la partecipazione da remoto e verrà interrotta la trasmissione via streaming sulla web-tv.
  Abbiamo dei tempi molto stretti, quindi, se sarà necessario, per permettere ai senatori di andare in Aula, interromperemo l'audizione. La dottoressa Fagnani ha già dato disponibilità per continuare la sua audizione in un'altra data. Voglio davvero ringraziarla per la disponibilità e la cortesia, le do la parola per la sua relazione.

  FRANCESCA FAGNANI, giornalista. Grazie a lei, presidente, e a tutti per quest'opportunità così importante. È difficile, complicato fare un quadro della criminalità organizzata romana perché la situazione è davvero intricata e complessa, quindi farò un quadro di quello di cui ho scritto nel libro. Sono partita da un omicidio, quello di Fabrizio Piscitelli, avvenuto il 7 agosto 2019. Perché? Perché a Roma, di regola, non si spara, soprattutto quando il morto è un morto che conta, un morto eccellente, perché solitamente a Roma ci si accorda. È sempre stato così dagli anni Sessanta in poi, la torta è grande, c'è spazio per tutti, per mangiare, per fare affari. Soprattutto perché a Roma dagli anni Sessanta in poi insistono diverse consorterie criminali, tutte direi, mafie tradizionali che si accordano, che fanno affari soprattutto perché Roma è la terra d'elezione del riciclaggio. Seguire le ragioni di questo omicidio mi ha consentito di raccontare tutta l'organizzazione, buona parte dell'organizzazione criminale, insistente a Roma. Perché? Perché Fabrizio Piscitelli, molto conosciuto a Roma, personaggio pubblico, direi, perché era il leader degli Irriducibili della Lazio, era invece un criminale di altissimo rango e questo si è scoperto quando è morto, nel senso che lui è morto da uomo libero, nonostante diversi precedenti soprattutto legati alla droga. Una volta morto si è scoperto che era imputato in diversi procedimenti e che aveva una doppia, tripla, quarta vita. Soprattutto lui sedeva a tutti i tavoli della mala che contavano, sedeva dove si davano le carte. Fabrizio Piscitelli apparteneva a quello a cui finora non è stato dato abbastanza peso, pensando che Roma sia fatta da batterie criminali. Invece no, a Roma esiste un cartello del narcotraffico molto importante che è appunto una sorta di confederazione sotto la quale una serie di pezzi da novanta della criminalità fanno accordi almeno da Pag. 3trent'anni. Al vertice di questo cartello criminale c'è Michele Senese che rappresenta un po' la camorra a Roma. È arrivato da Afragola quarant'anni fa e si è stabilito nell'area est di questa città, quindi il suo quartier generale è il Quadraro-Tuscolana, ma da lì ha costruito un vero e proprio impero del narcotraffico attraverso scommesse clandestine, recupero crediti e tutta una serie di attività di riciclaggio che, come abbiamo visto anche nell'ultima operazione della DIA, Assedio, andavano anche nella direzione dei carburanti, come spesso fanno. Piscitelli però era proprio il figlioccio criminale di Michele Senese perché è cresciuto con Michele Senese. Deve proprio la sua carriera criminale a lui, soprattutto al fratello, era molto vicino al fratello amatissimo di Michele che è stato poi ucciso. Se muore un motivo c'è, soprattutto muore – ce ne sono tanti di motivi – su una panchina di un parco pubblico, alle sette di sera d'agosto che, come sapete, è giorno. Quindi è un omicidio eclatante e muore nel quartier generale di Senese, cosa strana perché se qualcuno non avesse dato un semaforo verde, sarebbe stato un affronto abbastanza insopportabile, vista la vicinanza di Fabrizio Piscitelli a Michele Senese. Le ragioni sono diverse, come si diceva, ma soprattutto le ragioni sono importanti perché ci ricostruiscono un quadro fatto da pezzi da novanta, tutti sotto l'ala protettrice di Michele Senese, a partire da Peppe Molisso, forse il delfino di Michele Senese, che è l'uomo forte di Tor Bella Monaca. A Roma chi gestisce le piazze di Tor Bella Monaca comanda perché è la piazza di spaccio più grande, più importante di Roma. Altri viceré sono senza dubbio Leandro Bennato, colui che viene da una famiglia importante di criminalità, è il nipote di Walter Domizi, detto «Gattino», quindi lo leghiamo alla zona di Casalotti. Capriotti, detto «il Miliardero» con il quale Piscitelli aveva un appuntamento quel giorno e che probabilmente ha funzionato da esca. Ovviamente io parlo liberamente, non essendo un magistrato, ma una giornalista. Ho nominato questi primi tre, ovviamente ce ne sono molti altri, Ugo Di Giovanni che insiste soprattutto nella zona di Magliana-Trullo e tanti altri ancora, il «Nasca» a Ostia, eccetera, ma i primi tre sono indagati per questo omicidio. Ripeto, sono tre uomini di peso della criminalità romana e tutti afferenti al cartello di Michele Senese a Roma. Dicevo, e vado a chiudere, che a Roma non si spara perché ci si accorda. Sia per quanto riguarda le controversie che per le alleanze ci sono sempre stati accordi e gli accordi li fa chi è riconosciuto e chi ha un carisma e un potere criminale riconosciuti. A Roma, per gli accordi più importanti, questo ruolo è stato svolto prevalentemente da Michele Senese e da un esponente della mafia siciliana che rappresenta la mafia siciliana a Roma che è Francesco D'Agati, detto «zio Ciccio». È stato così sempre, è stato così soprattutto a Ostia che tuttora rappresenta un po' il laboratorio criminale della città perché le dinamiche che si sviluppano a Ostia poi le ritroviamo in grande in città. Del resto è inutile ricordare che è stato il primo municipio sciolto per mafia nel 2015. Fra i tanti passi falsi compiuti da Fabrizio Piscitelli, senz'altro uno grave è stato quello di considerarsi all'altezza, talmente forte e talmente autonomo rispetto al suo cartello da poter stabilire una pace mafiosa a Ostia. Questo è avvenuto in un pranzo svoltosi a Grottaferrata in un ristorante, L'Oliveto, il 13 dicembre 2017. È probabilmente la data in cui Fabrizio Piscitelli comincia a morire perché si fa garante di un accordo mafioso a Ostia che voleva riavvicinare gli Spada a un'altra batteria criminale molto forte in quel momento, rappresentata, guidata da Marco Esposito detto «Barboncino». I garanti in quel momento erano Fabrizio Piscitelli e Salvatore Casamonica per il gruppo degli Spada, molto indebolito in quel momento perché c'erano state le inchieste legate a tutto quello che sappiamo, esplose mediaticamente con la testata al collega Daniele Piervincenzi. Ostia era una polveriera e Fabrizio Piscitelli decide di essere così forte da stabilire una pace, ma nessuno lo aveva investito di questo compito, di questa missione, non era riconosciuto come tale e soprattutto davvero Michele Senese era intenzionato a rivitalizzare gli Spada o a dare tanto credito e spazio al Pag. 4gruppo rappresentato da «Barboncino». Una serie di passi falsi sia dal punto di vista della strategia criminale sia dal punto di vista del peso che si era attribuito. Chiudo dicendo che un'operazione fondamentale è stata quella del novembre 2019 che, se fosse avvenuta prima, avrebbe salvato Piscitelli. Si chiama Grande raccordo criminale, fatta dal GICO della Guardia di finanza, che ha evidenziato la presenza di un gruppo di almeno cinquanta persone guidato da Piscitelli, da Fabietti, tuttora in carcere, e ha portato dentro tutto il gruppo legato a Piscitelli che era fondamentalmente un gruppo a metà fra lo stadio e la strada. Va detto che da quel giorno nessuno ha dato un contributo alla verità: i nemici è ovvio, gli amici nessuno, ma nemmeno la famiglia purtroppo. Questo a testimoniare un'omertà fortissima che pervade questa città e che racconta di un metodo mafioso. È sbagliato dire che «tutto è mafia», però sicuramente il gruppo legato a Piscitelli, quello legato a Michele Senese e quelli confederati sotto di lui si muovono con un metodo mafioso.

  PRESIDENTE. Grazie mille per la chiarezza che è già presente nel libro e ha utilizzato in questa sede. Sono iniziate le dichiarazioni di voto al Senato, mi dicono dagli uffici, pertanto, vista la disponibilità della dottoressa Fagnani, potremmo dedicare il seguito della sua audizione, in un'altra data, alle domande. Chiedo scusa per questo cambio di programma che non era all'ordine del giorno, ringrazio la dottoressa Fagnani e dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 14.20.