Sulla pubblicità dei lavori:
Carloni Mirco , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SULL'EMERGENZA LEGATA ALLA PRESENZA DEL PATOGENO XYLELLA FASTIDIOSA NELLA REGIONE PUGLIA.
Audizione, in videoconferenza, del dottor Salvatore Infantino, dirigente dell'Osservatorio fitosanitario della regione Puglia.
Carloni Mirco , Presidente ... 3
Infantino Salvatore , dirigente dell'Osservatorio fitosanitario della regione Puglia ... 3
Carloni Mirco , Presidente ... 7
Gatta Giandiego (FI-PPE) ... 7
Carloni Mirco , Presidente ... 7
Infantino Salvatore , dirigente dell'Osservatorio fitosanitario della regione Puglia ... 7
Forattini Antonella (PD-IDP) ... 9
Infantino Salvatore , dirigente dell'Osservatorio fitosanitario della regione Puglia ... 9
Carloni Mirco , Presidente ... 9
ALLEGATO: Presentazione informatica illustrata da Salvatore Infantino, dirigente dell'Osservatorio fitosanitario della regione Puglia ... 10
Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE - Centro Popolare: NM(N-C-U-I)M-CP;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MIRCO CARLONI
La seduta comincia alle 14.15.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.
Audizione, in videoconferenza, del dottor Salvatore Infantino, dirigente dell'Osservatorio fitosanitario della regione Puglia.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, del dottor Salvatore Infantino, dirigente dell'Osservatorio fitosanitario della regione Puglia.
Ringrazio l'audito per aver accolto l'invito della Commissione. Avverto che il tempo complessivamente a disposizione della Commissione è di circa mezz'ora, per cui propongo che l'intervento dell'audito abbia una durata massima complessiva di dieci minuti, così da permettere, nel tempo rimanente, eventuali domande dei deputati, cui il nostro ospite potrà eventualmente replicare.
Cedo quindi la parola al dottor Infantino.
SALVATORE INFANTINO, dirigente dell'Osservatorio fitosanitario della regione Puglia.
Ho il piacere di condividere con gli onorevoli componenti della Commissione il lavoro che stiamo svolgendo in Puglia sostanzialmente su due tipologie di attività – e mostrerò alcune slides nel corso della mia esposizione.
La prima riguarda l'attività di contrasto alla diffusione della Xylella fastidiosa, per fare in modo che l'organismo nocivo non interessi altri territori della regione e altre regioni d'Italia e d'Europa.
Come sempre accade quando ci sono delle emergenze fitosanitarie come la Xylella fastidiosa pauca, in considerazione dell'impatto devastante che ha causato nel territorio regionale sul piano economico, sociale, ambientale e paesaggistico, occorre una attività fondamentale che riguardi la rigenerazione del paesaggio e del territorio.
L'ufficio che ho il piacere e l'onore di dirigere è responsabile anche dell'attuazione (della parte di competenza della regione) del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia, – per intenderci, il Piano per il quale sono previste risorse finanziarie dell'ammontare 300 milioni di euro, approvato e adottato con decreto interministeriale n. 2484 del 6 marzo 2020.
Vorrei richiamare la vostra attenzione sul primo aspetto, su quello che stiamo facendo per contrastare la diffusione della Xylella fastidiosa.
Per il secondo aspetto lascerei agli atti della Commissione un report specifico nel quale abbiamo descritto il modello organizzativo, le singole misure, le criticità che abbiamo riscontrato (e in parte superato), e soprattutto lo stato di attuazione misura per misura (quindi con gli impegni, le liquidazioni e i pagamenti).
Mi vorrei concentrare sul periodo che va dal 2019 al 2024, in considerazione del fatto che per il periodo compreso tra il 2013, anno in cui è stata rilevata la presenza di Xylella fastidiosa pauca in Puglia, e il 2019, le dinamiche e le problematiche Pag. 4che si sono susseguite in regione sono state ampiamente descritte nel documento che questa Commissione ha approvato il 21 febbraio del 2019. (v. slide n. 3).
Il documento aveva già indicato una serie di azioni prioritarie da attivare, come, per esempio, il piano di intervento con l'indicazione delle responsabilità dei soggetti, il piano di comunicazione, la sorveglianza fitosanitaria, il ripristino del potenziale produttivo e così via.
Come dicevo, mi vorrei focalizzare sul periodo 2020-2024 partendo dal presupposto che l'inquadramento delle problematiche attuali legate alla Xylella fastidiosa in Puglia è stato svolto dal dottor Faraglia in occasione dell'ultima audizione nel corso della quale è stato evidenziato che in Puglia si registra la presenza contemporanea di tre sottospecie di Xylella fastidiosa.
Questo rappresenta un problema davvero importante dal punto di vista della gestione delle emergenze fitosanitarie.
Ricordo che il 5 settembre 2019 la Corte di giustizia dell'Unione europea ha sostanzialmente accolto (sia pure parzialmente) il ricorso che la Commissione europea aveva presentato contro l'Italia a causa della Puglia e ha statuito che la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi che discendono dalla normativa comunitaria, proprio perché la Puglia non aveva rimosso con la necessaria immediatezza le piante infette (v. slide n. 4). Questo è stato il primo aspetto.
Il secondo aspetto, invece, riguarda il monitoraggio. Sostanzialmente, il monitoraggio va pianificato e realizzato in modo coerente con la normativa fitosanitaria. Questo è un altro aspetto sul quale c'è stato un accoglimento da parte della Corte di giustizia europea delle critiche della Commissione europea. Sempre in quell'anno (il 14 dicembre 2019) è entrato in vigore il regolamento n. 2031 del 2016, che disciplina sostanzialmente le misure di protezione da adottare contro gli organismi nocivi in tutta Europa (v. slide n. 5).
Tra le varie cose che il regolamento ha affrontato mi sembra in questo contesto utile richiamare alcuni nuovi strumenti, che sono il piano di emergenza, il piano d'azione e i piani di simulazione, che va costruito per ogni organismo nocivo da quarantena.
Il piano di emergenza sostanzialmente deve indicare la «catena di comando». I piani di azione devono indicare le metodologie con cui si fa il monitoraggio, i numeri, il campionamento, le risorse economiche, umane e ovviamente la governance.
Come potete vedere, nel regolamento c'è un richiamo evidente alla logica della «immediatezza» dell'intervento, che sostanzialmente è la logica della Protezione civile. Tutta l'attività fitosanitaria, sostanzialmente, è un ambito che può essere ricondotto e assimilato agli interventi di Protezione civile.
In regione Puglia abbiamo costruito piani di azione dal 2020 al 2024 (v. slide n. 6), su indirizzo, ovviamente, della Giunta regionale, perché quest'ultima ha messo a disposizione dell'Osservatorio fitosanitario le necessarie risorse economiche per programmare la sorveglianza, le attività di eradicazione e contenimento, il monitoraggio e la lotta al vettore, i controlli ufficiali, la comunicazione, la governance e le risorse.
Un aspetto che mi preme evidenziare è il modello organizzativo di cui la regione si è dotata (v. slide n. 7). L'autorità fitosanitaria regionale competente è l'Osservatorio fitosanitario, ma in Puglia è stato creato un sistema che gestisce questa emergenza fitosanitaria. Abbiamo previsto un'agenzia regionale pubblica, – l'Agenzia per le attività irrigue e forestali (ARIF) – alla quale la regione ha delegato lo svolgimento delle attività di sorveglianza fitosanitaria, ma anche le attività di eradicazione. Per darvi un'idea, l'ARIF assume ogni anno cento tecnici che effettuano il monitoraggio, con un'attività importante di prelievo dei campioni.
Vi è poi il sistema della ricerca, che sostanzialmente, attraverso i propri laboratori, analizza i campioni vegetali prelevati con metodologie molecolari. Tra l'altro, abbiamo alcuni istituti già accreditati, due accreditati secondo la normativa ISO 17025 e altri due che sono in corso di accreditamento.
Vi è InnovaPuglia, una società controllata dalla regione Puglia, che gestisce il Pag. 5sistema informativo territoriale e quindi tutti gli aspetti cartografici. Vi operano ingegneri, matematici e statistici che ci supportano nell'attività di programmazione e gestione dell'emergenza.
Infine, ai Carabinieri forestali (con i quali abbiamo sottoscritto una convenzione) è stata delegata l'attività di controllo della movimentazione delle piante.
Quando c'è un problema in un territorio di questo tipo, come autorità fitosanitaria dobbiamo disporre il blocco della movimentazione delle piante e quindi occorre che qualcuno controlli.
Abbiamo affidato ai Carabinieri anche il controllo sull'osservanza delle misure fitosanitarie obbligatorie che abbiamo introdotto (le lavorazioni obbligatorie del terreno e i trattamenti fitosanitari).
Questo è il nostro «sistema di relazione» che ci consente di tracciare tutte le operazioni che svolgiamo, dalla programmazione, passando per il campionamento, fino alla esecuzione delle analisi. In ogni momento, sappiamo chi fa che cosa – i tecnici che stanno facendo i prelievi, dove si trova il campione, in quale laboratorio, a che punto è lo stato di eradicazione o di distruzione delle piante – dopo aver adottato la determina dirigenziale ingiuntiva.
Tutti questi dati che raccogliamo sono disponibili presso il nostro sito ufficiale, che è il sito emergenzaxylella.it, (v. slide n. 9) con il quale abbiamo voluto introdurre, in sostanza, una sorta di monitoraggio «civico», mettendo tutti i dati a disposizione dei cittadini e degli stakeholder, in maniera tale che anche eventuali criticità siano all'attenzione di tutti. Questo rappresenta uno stimolo per tutti noi che facciamo parte di quel sistema di relazione nell'affrontare le criticità con l'immediatezza e la decisione necessarie.
Inoltre, abbiamo ritenuto di dover mettere a disposizione di tutti i soggetti della comunità scientifica una mole impressionante di dati, cioè quelli che abbiamo raccolto dal 2013 ad oggi – che sono oltre un milione. La scelta è stata quella di metterli a disposizione di tutti proprio perché, attraverso l'elaborazione di questi dati, si possa fare della «intelligence» e quindi acquisire ulteriori informazioni e conoscenze.
Abbiamo anche pubblicato una nota, una sorta di «guida all'interpretazione» dei dati, perché sono dati raccolti in contesti diversi. Bisogna comunque tenere presente anche quali erano le finalità con le quali abbiamo raccolto i dati e quali erano i territori nei quali siamo intervenuti.
Tutto questo ci ha consentito, sostanzialmente, se focalizziamo la nostra attenzione al periodo 2020-2023, di raccogliere oltre 700.000 campioni di piante, tutti analizzati. Abbiamo rilevato la presenza di 3.161 piante positive, che abbiamo abbattuto (v. slide n. 10).
Abbiamo abbattuto anche altre piante, laddove applichiamo le misure di eradicazione, che significa che, oltre alla pianta infetta, abbiamo dovuto purtroppo distruggere anche le piante suscettibili alla sottospecie e quindi a Xylella fastidiosa pauca. Soprattutto, abbiamo ridotto i tempi di distruzione delle piante.
In linea con la sentenza della Corte di giustizia richiamata, siamo scesi da 157 giorni addirittura a ventidue giorni nel 2022. Abbiamo impiegato trentanove giorni l'anno successivo (però tenete conto che ci sono ancora pendenti alcuni ricorsi): ci sono una serie di aspetti che oggettivamente comportano anche ritardi, o meglio, un allungamento della durata di questa fase. Riuscire a fare queste operazioni anche in quaranta giorni è comunque un risultato importante.
Grazie a questi risultati, gli auditors della Commissione europea, che hanno svolto un audit nel giugno del 2022, hanno apprezzato l'attività che abbiamo svolto e hanno evidenziato, nel rapporto di audit, come gli sforzi realizzati dalla regione Puglia, a partire dal 2021, abbiano consentito di innalzare il livello della conformità rispetto alle prescrizioni dell'Unione europea ed anche rispetto a quanto rilevato l'anno precedente dagli stessi auditors (v. slide n. 11).
Hanno messo anche in evidenza la qualità del sistema informativo, che ci consente di gestire in maniera precisa tutte le fasi del processo (dalla sorveglianza in avanti) e hanno in particolare evidenziato anche Pag. 6un'attività, che credo sia utile richiamare, ovvero quella che abbiamo svolto a Canosa di Puglia, dove abbiamo rilevato la presenza di Xylella fastidiosa in un vivaio, più precisamente in un areale intorno al vivaio (v. slide n. 12).
Il vivaio in questione è un'importante realtà pugliese, di 70 ettari, dove lavorano quasi 400 persone. Abbiamo dovuto bloccare l'attività di questo vivaio per un anno e mezzo, durante il quale abbiamo svolto le attività necessarie previste dal regolamento europeo. Dopo un anno e mezzo siamo riusciti a dichiarare indenne quell'area, liberando il vivaista e tutta la realtà da tutti i vincoli che la presenza di Xylella fastidiosa in un territorio comporta.
Grazie a questo lavoro, il 20 dicembre 2023 la Commissione europea ha chiuso la procedura di infrazione contro l'Italia, che è stata aperta con la sentenza del 5 settembre 2022 (v. slide n. 13). Credo sia un risultato importante per l'Italia e per la regione Puglia, per tutto il sistema e le autorità competenti che hanno lavorato, sul piano regionale, nazionale ed europeo.
Ovviamente, l'attività continua. Nella slide n. 14 ho riportato lo stato dell'arte ad oggi dell'attività di sorveglianza.
I pallini verdi indicano la presenza di piante oggetto di campionamento e quelli rossi indicano la presenza di piante infette. È un'attività in progress, non è stata ancora conclusa. Abbiamo raccolto oltre 50 mila campioni di piante e abbiamo rilevato la presenza di 158 piante infette.
La «brutta notizia» è che a otto chilometri dall'area delimitata per Xylella fastidiosa pauca abbiamo trovato un nuovo focolaio, vicino a Bari, a San Giorgio, su tre piante di mandorlo e sei di ulivo (v. slide n. 15). Sono comunque risultati attesi, perché il batterio si muove soprattutto attraverso l'insetto philaenus spumarius, che è molto diffuso in regione. Sono, quindi, risultati che non ci sorprendono (in particolare, vedere a otto chilometri dall'area delimitata la presenza dell'organismo nocivo). Qui bisogna intervenire con immediatezza, applicando le misure di eradicazione per mantenere indenne l'attuale area.
Quali sono le considerazioni conclusive guardando l'insieme dei dati, dal 2013 ad oggi? Secondo noi – lo potete vedere a partire dalla slide n. 17 fino alla slide n. 24 – da quattro-cinque anni a questa parte si osserva una riduzione significativa della velocità di diffusione del batterio. Noi non possiamo arrestare l'avanzata della Xylella perché, come vi dicevo prima, proprio per le modalità con le quali il batterio si sposta è impossibile. Oggi non esiste una cura che consenta di eradicare il batterio dalla pianta. Questo è il dato fondamentale.
Se guardiamo in sequenza la distribuzione delle piante infette dal 2013 a oggi, nei primi anni il batterio ha conquistato il territorio in maniera molto rapida, tant'è che fino al 2018 ha conquistato quasi il 40 per cento del territorio regionale; tuttavia, dal 2018 in avanti, in quell'area si può vedere come la presenza di piante infette sia localizzata sempre nella stessa area. Questo è molto importante.
Per quale ragione è accaduto questo? Intanto, gli scienziati e i ricercatori stanno studiando il fenomeno, in particolare l'Istituto per la protezione sostenibile delle piante del CNR di Bari ha già svolto alcune attività per consolidare le prime interpretazioni e per comprendere meglio questo fenomeno.
Quello che vorrei mettere in evidenza è che, a mano a mano che la malattia si sposta verso nord, trova un contesto diverso, prima di tutto in termini di temperatura, perché non trova le temperature ideali che ha trovato a Gallipoli. Quindi, esso si sviluppa meno velocemente, ma più in generale il contesto diverso è anche dovuto al fatto che vi è una cura differente dei terreni. Direi, in una certa misura, che questo è anche il risultato dell'attività che abbiamo svolto, di contenimento e di eradicazione del batterio (v. slide n. 25).
Il sacrificio di tanti agricoltori nel vedere distrutte le proprie piante ha consentito, in un certo qual modo, di ridurre la velocità di avanzamento della malattia, come pure l'attività che svolgiamo, di contrasto del vettore. Se riusciamo ad abbattere la popolazione del vettore, si riduce la probabilità che l'insetto possa infettare altre Pag. 7piante. Ci sono, poi, altri fattori oggetto di studio.
Concludo dicendo che, in realtà, l'Europa ha prodotto una normativa molto rigorosa sulla Xylella fastidiosa. Questo è stato più giustificabile nei primi anni, in cui era visibile a tutti il disastro che questo organismo nocivo ha causato. Credo che oggi, anche alla luce di tutti i dati disponibili, si dovrebbe cercare di modificare la normativa europea (v. slide n. 26).
In modo particolare, nella definizione delle misure bisognerebbe tenere conto della reale pericolosità del batterio o, in altri termini, del rischio fitosanitario associato alla singola sottospecie dell'organismo nocivo.
In realtà, stiamo verificando che l'impatto della sottospecie Xylella fastidiosa multiplex è molto diverso da quello della fastidiosa pauca. La fastidiosa fastidiosa, probabilmente, è in una posizione intermedia.
Concludo dicendo che, secondo me, i servizi fitosanitari dovrebbero avere un certo grado di flessibilità nell'applicazione delle misure; altrimenti si rischia, talvolta, di causare danni importanti al territorio sul piano ambientale e paesaggistico e alle nostre imprese.
PRESIDENTE. La ringrazio, dottor Infantino anche per la sua presentazione informatica di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierno (vedi allegato).
Darei la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
GIANDIEGO GATTA. Alla luce di quanto ha detto e anche dalla slide mostrata in ordine alla piantina geografica della Puglia, sembrerebbe – uso il condizionale perché mi appare doveroso – che la Xylella si sia sostanzialmente «fermata» alle porte di Monopoli, o giù di lì.
Tuttavia, nel corso della sua dissertazione ha parlato di un focolaio presente a Canosa di Puglia, e nella provincia di Barletta-Andria-Trani (BAT), in pratica nella Puglia del nord, ai confini con la Daunia (o, volendo, Capitanata), che – come lei ben sa – è ricchissima di uliveti e dagli uliveti trae la fonte di sostentamento per migliaia di famiglie.
Quali ragionevoli possibilità ci sono, sul piano scientifico, visto il focolaio rilevato a Canosa di Puglia, anche in ordine alla propagazione del batterio, per ipotizzare un'avanzata della Xylella più a nord verso la BAT e anche la Daunia?
In altre parole, avete predisposto una sorta di «simulazione» dell'avanzata del batterio? Alla luce, però, di tutte le misure che sono state trattate e che ne hanno rallentato – questo è il participio passato che ho sentito: non fermato, ma rallentato – la diffusione. O c'è da paventare la possibilità che il batterio si diffonda più a nord, quindi «invada» tutta la Puglia, compresa l'area della Capitanata, che – come le dicevo – è ricchissima di uliveti?
PRESIDENTE. Darei la parola al dottor Infantino per la replica.
SALVATORE INFANTINO, dirigente dell'Osservatorio fitosanitario della regione Puglia.
Il focolaio che abbiamo individuato a Canosa rappresenta, secondo me, un «caso di scuola». Proprio perché siamo riusciti a intervenire con la necessaria immediatezza, il che significa che abbiamo fatto i monitoraggi, distrutto le piante che dovevamo distruggere, effettuato il monitoraggio del vettore per dichiarare infine indenne quell'area. Quindi, quel focolaio oggi non c'è più e quell'area è indenne.
Per rispondere alla sua domanda, quando si tratta della diffusione di un organismo nocivo come Xylella fastidiosa, con le modalità che utilizza il batterio per spostarsi – ricordo che il batterio non ha delle strutture proprie di movimento e che si sposta attraverso questo vettore – quello che noi auspichiamo e, in generale, l'elemento che deve rassicurare gli stakeholder, i cittadini e le imprese è che oggi esiste un servizio fitosanitario, ovvero un sistema regionale che svolge un'attività importante di sorveglianza fitosanitaria, che non ha eguali nel mondo.Pag. 8
Infatti, ricordo che i numeri che fa la regione Puglia non hanno eguali in nessuna parte del mondo.
Vi faccio solo un esempio. Per quanto riguarda la Xylella fastidiosa fastidiosa (che, per intenderci, è la sottospecie che attacca prevalentemente la vite e che ha causato in America la malattia di Pierce, causando la distruzione di oltre 30 mila ettari di vite), noi l'abbiamo riscontrata in Puglia nella zona dove si produce l'uva da tavola. Parliamo di un territorio dove si produce uva da tavola di qualità, che ha un'importanza, dal punto di vista del PIL, molto significativa, così come dal punto di vista dell'impatto occupazionale.
Da febbraio, ovvero da quando abbiamo rilevato la presenza di Xylella fastidiosa fastidiosa in Puglia, ad oggi abbiamo realizzato un monitoraggio incredibile: abbiamo raccolto decine di migliaia di campioni e abbiamo, ad oggi, un quadro epidemiologico che ci consente di fare considerazioni importanti per decidere i prossimi passi da attuare.
Vi faccio un esempio. In Portogallo in un anno hanno raccolto 600 campioni. Ora non ricordo il dato esatto (dovreste avere al riguardo una slide che vi ha fornito il dottor Faraglia nella precedente audizione), ma noi abbiamo superato – credo – 50 mila campioni raccolti, proprio nell'area dove abbiamo trovato la presenza di Xylella fastidiosa fastidiosa.
Per rispondere alla sua domanda, nessuno può escludere che la malattia avanzi ancora, ma quello che è certo è che la regione Puglia sta facendo di tutto per mantenerla in quell'area, «confinata», attraverso – ripeto – la sorveglianza, la lotta al vettore e i vari interventi che abbiamo predisposto nel Piano d'azione, nella speranza che la ricerca produca una soluzione per questo problema.
Una soluzione può essere la produzione di un fitofarmaco. Per esempio, negli Stati Uniti alcuni studiosi hanno messo a punto un virus batteriofago, che si «nutre» del batterio. Sono tutte esperienze realizzate in laboratorio. Quando si parla di agricoltura, però, bisogna sempre partire dal presupposto che quello che accade in laboratorio deve ovviamente essere verificato sul campo.
Ci sono moltissime ricerche in corso. Richiamo anche un bando che ha pubblicato il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste di 20 milioni di euro, le cui attività sono in corso di svolgimento. C'è stato, per esempio, un Horizon 2020, dove diversi gruppi nazionali e internazionali di ricercatori hanno avuto l'opportunità di studiare il fenomeno. La ricerca, quindi, si muove in un ambito internazionale.
Noi speriamo che la ricerca possa produrre una soluzione definitiva per risolvere questo problema, una soluzione che ci consenta di eradicare il batterio dalla pianta.
Per esempio, nelle zone più a sud della Puglia, dove ormai il numero delle piante infette è talmente elevato che non facciamo più nemmeno il monitoraggio, in quelle zone bisogna «convivere» con la malattia, e convivere con la malattia significa che, se si utilizzano le buone pratiche agricole, in un certo qual modo la pianta può rispondere meglio alla presenza di Xylella.
Tuttavia, occorre sempre vedere l'aspetto economico e sempre corredare queste osservazioni con un'analisi economica, perché sicuramente una pianta malata non produce come una pianta sana: quindi bisogna «fare i conti», perché l'impresa, come sapete meglio di me, deve produrre ricchezza.
È ovvio che la presenza della Xylella in Puglia crea un problema gigantesco anche sul piano ambientale e paesaggistico e quindi ci possono essere anche misure che in alcuni casi possono avere un senso, proprio perché la finalità è quella di tutelare la pianta.
Per esempio, noi stiamo svolgendo un'importante attività nella cosidetta piana degli ulivi monumentali, cercando di promuovere l'innesto. Per noi questi sono i due punti cardine: l'innesto e le buone pratiche agricole.
Chiaramente, mi riferisco ad un innesto con le varietà resistenti. Oggi ne abbiamo quattro: si spera che siano sempre di più, in maniera tale da ampliare la base genetica. Questi sono, secondo noi, i due pilastri Pag. 9di una strategia che ci possa consentire di tutelare la cosiddetta «piana degli ulivi monumentali», che ha un valore storico, ambientale e paesaggistico incommensurabile.
ANTONELLA FORATTINI. Vorrei fare una domanda e svolgere una considerazione. Alla luce di quanto ci ha illustrato, non ritiene che sia un azzardo chiedere di modificare la normativa europea? Da quello che appare, viene posta particolare attenzione ai focolai, e non solo, anche a quanto è stato fatto, per cui in questa fase sarebbe opportuna una maggiore precauzione, per avere quell'attenzione che, secondo me, è dovuta rispetto a questo fenomeno, che, come abbiamo visto, non è controllabile più di tanto, come altre fitopatologie.
SALVATORE INFANTINO, dirigente dell'Osservatorio fitosanitario della regione Puglia.
La ringrazio per la domanda, perché mi permette di spiegare meglio questo aspetto.
Considerati l'impatto e la pericolosità della Xylella fastidiosa pauca, credo che le misure previste attualmente siano risultate efficaci. Il ragionamento che svolgevo era soprattutto in relazione alla gestione della Xylella fastidiosa multiplex, che non produce un impatto così devastante come quello della Xylella fastidiosa pauca e quindi in questi casi probabilmente non è utile applicare misure di pari severità.
L'elaborazione e lo studio della realtà pugliese, territorio in cui, per fortuna, abbiamo la contemporanea presenza di tre sottospecie, ci possono aiutare a capire meglio la «strada» da intraprendere anche dal punto di vista normativo.
Ci sono anche altri aspetti da tenere in considerazione, entrando più nel merito. Penso, per esempio, agli agrumi.
Quando si adotta un regolamento, si fa riferimento alla bibliografia internazionale, e gli agrumi, secondo la bibliografia internazionale, sono suscettibili alla Xylella fastidiosa pauca. Noi, grazie alla collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche di Bari, mediante test di patogenicità, abbiamo dimostrato che in Puglia gli agrumi sono immuni. La Xylella fastidiosa pauca non entra in quel sistema e in quelle piante.
Tuttavia, il regolamento prevede che, qualora si riscontrino casi di piante di agrumi infette, devono essere distrutte, ma soprattutto non consente agli agricoltori di reimpiantare o impiantare gli agrumi nelle aree delimitate. In questo senso, a mio avviso, andrebbe rivista la normativa, non per «annacquarla», ma per renderla più coerente con il fabbisogno dei territori, valutato il rischio fitosanitario.
PRESIDENTE. Non essendovi ulteriori richieste di intervento da parte dei colleghi, ringrazio il dottor Infantino e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14.45.
Pag. 10ALLEGATO