Sulla pubblicità dei lavori:
Caretta Maria Cristina , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SULL'EMERGENZA LEGATA ALLA PRESENZA DEL PATOGENO XYLELLA FASTIDIOSA NELLA REGIONE PUGLIA
Audizione di rappresentanti di Italia olivicola, dell'Associazione italiana frantoiani oleari (AIFO), in videoconferenza, e di UNAPROL – Consorzio olivicolo italiano.
Caretta Maria Cristina , Presidente ... 3
Sicolo Gennaro , Presidente di Italia Olivicola ... 3
Caretta Maria Cristina , Presidente ... 4
Cavallo Alfonso , consigliere di UNAPROL Puglia ... 4
Caretta Maria Cristina , Presidente ... 6
Clodoveo Maria Lisa , Presidente del Comitato scientifico dell'Associazione frantoiani di Puglia (AFP) – AIFO ... 6
Caretta Maria Cristina , Presidente ... 7
Clodoveo Maria Lisa , Presidente del Comitato scientifico dell'Associazione frantoiani di Puglia (AFP) – AIFO ... 7
Caretta Maria Cristina , Presidente ... 7
La Salandra Giandonato (FDI) ... 7
Caretta Maria Cristina , Presidente ... 8
Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
MARIA CRISTINA CARETTA
La seduta comincia alle 12.30.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.
Audizione di rappresentanti di Italia olivicola, dell'Associazione italiana frantoiani oleari (AIFO), in videoconferenza, e di UNAPROL – Consorzio olivicolo italiano.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di Italia olivicola, di UNAPROL – Consorzio olivicolo italiano e dell'Associazione italiana frantoiani oleari (AIFO) (in videoconferenza), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'emergenza legata alla diffusione della Xylella fastidiosa nella regione Puglia.
Ringrazio gli auditi per aver accolto l'invito della Commissione. Sono presenti il presidente di Italia olivicola, Gennaro Sicolo, e il consigliere di UNAPROL Puglia, Alfonso Cavallo. È collegata in videoconferenza la presidente del Comitato scientifico dell'Associazione frantoiani di Puglia (AIFO), professoressa Maria Lisa Clodoveo.
Avverto che il tempo complessivamente a disposizione della Commissione è di circa venti minuti. Propongo, pertanto, che gli interventi degli auditi abbiano una durata massima complessiva di circa cinque minuti, così da permettere, nel tempo rimanente, eventuali domande dei deputati, cui i nostri ospiti potranno eventualmente replicare.
Cedo, quindi, la parola ai nostri ospiti, cominciando dal presidente di Italia olivicola, Gennaro Sicolo.
GENNARO SICOLO, Presidente di Italia Olivicola. Nel ringraziare il Presidente e i componenti della Commissione, ribadisco il mio apprezzamento per questa iniziativa che consente di esaminare, ancora una volta, il caso della Xylella fastidiosa. Ne parliamo dal 2013, tuttavia i risultati conseguiti sino ad ora, sul piano del contrasto, sono stati scarsi o nulli.
È un problema importante. La Xylella fastidiosa è una catastrofe senza eguali! Sono ormai tredici anni che l'intero settore agricolo affronta questo gravissimo problema e ci troviamo di fronte a un patrimonio olivicolo completamente distrutto. Sono 22 milioni le piante distrutte fino ad ora e il batterio continua ad avanzare.
Le province di Brindisi, Lecce e Taranto sono ormai diventati territori spettrali! Da sempre il Salento è stato caratterizzato da un potenziale per il comparto olivicolo, che in alcuni secoli ha catalizzato l'economia agricola, generando ricchezza, lavoro e autenticità di un territorio, che ha saputo diventare una delle più ambite mete turistiche del nostro Paese, con una gastronomia di altissimo interesse. Invece, oggi lo scenario è ormai desolante. Bisogna intervenire!
Le quattro cultivar tolleranti alla resistenza sono il Leccino, la Favolosa (FS-17), la Lecciana e il Leccio del Corno. La FS-17 è una varietà storica, ormai presente da quarant'anni, ottenuta attraverso la selezione dal professor Fontanazza, anche il Leccino è una varietà storica, mentre da circa sei mesi sono presenti il Leccio del Corno e la Lecciana. In questi tredici la Pag. 4ricerca ha prodotto poco o niente: questo è il grido che lancio come agricoltore e come rappresentante della più grossa organizzazione olivicola nazionale.
Noi rappresentiamo 223 mila soci, con 50 organizzazioni di produttori (OP) nel territorio e commercializziamo 120 milioni di euro. Quindi, siamo una realtà economica importante sul territorio. In Puglia abbiamo oltre 35 mila soci, aziende che nel Salento sono ormai alla disperazione, con piante ormai completamente secche. Fino ad ora non ci sono stati interventi seri da parte della ricerca e neanche da parte della politica, signor Presidente!
Io sono stato audito quattro o cinque volte e ho anche avanzato alcune proposte, per cui evito di ribadire alcune considerazioni che avrei voluto sottoporre alla vostra attenzione visti i tempi e mi concentro su alcune proposte, le stesse che ho già fatto sette anni fa, sin dal primo momento che questa «peste» ha colpito gli olivicoltori.
In questi anni si sono svolte soltanto diagnosi e non si è adottata alcuna terapia! La ricerca – lo devo dire – è al punto zero! La ricerca non può rimanere solo un problema della Puglia e dell'Italia. Io sono vicepresidente del Comitato olivicolo internazionale e ho già posto, a livello internazionale, il concetto che ci deve essere una ricerca che deve comprendere tutte le forze a livello soprattutto europeo, almeno europeo, perché questa problematica interessa tutto il bacino mediterraneo. Non può essere solo la Puglia e soltanto i ricercatori pugliesi, che fino ad ora non hanno portato risultati, ad affrontare questa problematica.
Bisogna mettere in atto con decisione tutte le azioni. Per questo chiediamo con forza che venga istituito un commissario ad hoc, che deve mettere in atto innanzitutto il contenimento. Ancora oggi stiamo facendo le diagnosi e intanto vengono avanzate le «zone cuscinetto». Che cosa bisogna fare per contenere? Bisogna effettuare gli sfalci, bisogna intervenire sui canali e sulle aree pubbliche.
Gli agricoltori devono fare la loro parte. A chi non fa la propria parte bisogna togliere i fondi derivanti dalla politica agricola comune (PAC). Questa situazione richiama responsabilità. Io sono un agricoltore: ognuno deve fare la propria parte! Quindi, chiediamo un commissario ad hoc che intervenga con determinati poteri e che coordini progetti di ricerca a livello europeo. Non è possibile che si lasci distruggere l'olivicoltura italiana, che è l'unico prodotto che avrà un futuro nei secoli.
La presenza di un commissario ad hoc sarebbe anche utile allo snellimento di tutte le procedure per autorizzare i reimpianti in tutto il Salento, perché stiamo fermi. È tutta burocrazia inutile! Vi annuncio che nel mese di luglio ci saranno incendi. Perché si incendia? Perché la burocrazia non ci dà la possibilità di estirpare e reimpiantare. Ci sono queste situazioni. Allora, che cosa succede? Succede che ci sono incendi per pulire! Vogliamo continuare in questa direzione? Quindi, chiediamo un commissario ad hoc con queste risorse e con poteri adeguati.
Chiediamo, inoltre, di non fare la differenziata, anche se fate la differenziata di contributivo, sull'agricoltura, perché questo è un prodotto importante, soprattutto nelle regioni meridionali. Quindi, prestate attenzione a questa problematica, almeno la stessa che avete posto alla questione del granchio blu. Avete istituito un commissario ad hoc per la questione del granchio blu, con una dotazione di 30 milioni di euro. Ebbene, anche per la Xylella fastidiosa chiediamo un commissario adeguato, con poteri e soldi. Questo vi chiediamo.
PRESIDENTE. La ringrazio. Credo che lei abbia mandato una memoria scritta.
Do la parola al consigliere di UNAPROL Puglia, Alfonso Cavallo.
ALFONSO CAVALLO, consigliere di UNAPROL Puglia. Ricordo che, venendo dal Salento, ho vissuto sulla mia pelle il dramma della Xylella fastidiosa, sorto circa undici anni fa, nel 2012-2013, con i primi ritrovamenti nella zona di Gallipoli, quindi in un'area veramente molto limitata: se avessimo messo in campo tutte le azioni e quello che la scienza in quel momento suggeriva, probabilmente oggi non parleremmoPag. 5 più di Xylella fastidiosa, almeno non in questa entità.
Tante vicende sono accadute, che ci hanno portato, da poche centinaia di ettari, ad interessare oggi una superficie che supera ormai gli 800 mila ettari, quindi un'area molto vasta, e 21 milioni – lo diceva prima il collega – di piante infette. Queste piante continuano a seccare. Io vengo dalla provincia di Taranto.
Quando la Xylella fastidiosa partì dal Salento lo percepivamo come un problema di Lecce. Quando poi arriva nella tua azienda, senti realmente sulla tua pelle il danno che questa malattia terribile ti procura e tu sei assolutamente inerme. Non riesci a fare nulla!
Oggi la scienza ti dice che contro il batterio non si può fare nulla. Abbiamo a che fare con uno dei batteri classificati tra i più pericolosi al mondo, fa parte dei cinque batteri più pericolosi al mondo, che vive oggi sul nostro territorio. Il ritrovamento di un'altra sottospecie sempre della Xylella fastidiosa-fastidiosa, in questo caso nella zona di Bari, ci crea molta più preoccupazione.
La Puglia in questi anni ha cercato di far fronte a un'emergenza, molte volte – come dicevo prima – lasciata sola e pensando che fosse un problema solo della Puglia o, peggio ancora, del Salento. Gli amici di Bari si rendono conto della gravità del problema. Questo, signori, è un problema di livello, non nazionale, bensì comunitario. È una minaccia per il bacino del Mediterraneo. Oggi la Puglia è l'unica che cerca di contrastare il fenomeno.
Penso in particolare a tutte le azioni di contenimento – in particolare alle migliaia di campioni che noi facciamo ogni giorno per cercare di vedere dove si trova la malattia – che sono a difesa non solo del territorio pugliese, ma di tutta l'area mediterranea. Ad oggi non abbiamo una vera risposta da parte dell'Europa, che fino a ieri si limitava a sanzionare, non dando invece un contributo utile a fronteggiare la malattia, e, soprattutto, a far arrivare le risorse necessarie.
Il tema delle risorse è importantissimo. Abbiamo quei 300 milioni messi a disposizione qualche anno fa dalla Ministra Bellanova, attraverso il Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia adottato con decreto interministeriale n. 2484 del 6 marzo 2020, in attuazione dell'articolo 8-quater della legge 21 maggio n. 44.
Si tratta di risorse per le quali vi è grande difficoltà a spenderle sui territori. La misura n. 6 prevedeva l'espianto e il reimpianto di cultivar di olivi resistenti a Xylella fastidiosa quali il Leccino e la FS-17, come da indicazione del Comitato Fitosanitario Nazionale, ed è finalizzata al ripristino del potenziale produttivo danneggiato dalla fitopatia.
Sono arrivati in Puglia, nel 2020, 222 milioni di euro per le richieste di espianto e reimpianto. Ad oggi sono stati spesi all'incirca 10 milioni di euro su uno stanziamento di risorse di 80. Quindi, c'è una burocrazia che rallenta tantissimo l'iter per l'erogazione dei fondi.
Nel Salento abbiamo il DAJS, il Distretto agrario jonico salentino, che è stato percettore di finanziamenti di quasi 100 milioni di euro, attraverso tre programmi che prevedevano la rigenerazione del Salento, ma anche, insieme alla rigenerazione, un momento di ricerca importante.
Il mondo della scienza – l'Università – ci deve dire come «rigenerare» il Salento. Oggi noi possiamo chiedere allo Stato un miliardo di euro, ma dobbiamo sapere come spenderlo: non può essere soltanto costituito da sussidi agli agricoltori per il mancato reddito (che ancora oggi non riescono ad avere). Dobbiamo avere una vera linea programmatica per rilanciare oggi il Salento.
Abbiamo quindi creato questo gruppo di ricerca, insieme all'Università, che in qualche modo possa tracciare quelle che possono essere le linee da seguire. Oggi non è facile rigenerare un territorio a rischio desertificazione. La Puglia per il 57 per cento del territorio è a rischio desertificazione. Signori, non c'è acqua!
Gli alberi secolari si adattavano a un clima arido, siccitoso perché avevano sicuramente un apparato radicale che garantiva questo. Oggi, purtroppo, la rigenerazionePag. 6 con nuove piante, che siano di olivo o che siano di altre colture, senza l'acqua non si riuscirà a fare! Quindi, qualsiasi tipo di rigenerazione, di investimenti su quei territori deve partire, sì, dallo stanziamento delle risorse, ma deve prevedere insieme il completamento di un'idea progettuale, altrimenti rischiamo di sprecare altre risorse e di creare danno su danno.
Oggi noi auspichiamo che il Governo prenda atto di questa necessità, che, purtroppo, una parte d'Italia sta vivendo. Mi permetto di riportare all'attenzione che non è un problema del Salento o della Puglia. È un problema del Mediterraneo.
Ci dovete dare una mano perché quel problema venga risolto, gli agricoltori vengano ristorati e anche quei territori oggi possano rivivere una nuova fase e una nuova programmazione agricola. Purtroppo, chi ha le aziende olivicole, oggi, e ha gli alberi secolari distrutti non sta producendo nulla, non sta producendo più olio, e la Puglia sapete bene che è la prima regione in Italia sotto il profilo produttivo dell'olio extravergine di oliva.
Auspichiamo che il Governo oggi possa prendersi in carico, insieme alla regione, tutte quelle azioni destinate a favorire la rigenerazione del territorio stesso.
PRESIDENTE. Invito la professoressa Clodoveo, per AIFO, collegata in videoconferenza, a intervenire.
MARIA LISA CLODOVEO, Presidente del Comitato scientifico dell'Associazione frantoiani di Puglia (AFP) – AIFO.
Sono professore associato dell'Università di Bari e presidente del Comitato scientifico dell'Associazione frantoiani di Puglia, convocata qui anche in rappresentanza di AIFO – Associazione italiana frantoiani oleari.
Nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'emergenza legata alla presenza del batterio Xylella fastidiosa nella regione Puglia, il mio compito è quello di portare all'attenzione della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati gli effetti che la pandemia ha avuto sul comparto della trasformazione delle olive, quindi sui frantoi oleari nelle aree classificate «zona infetta», che comprendono l'intera provincia di Lecce e Brindisi e parte della provincia di Taranto.
Nelle tre province, prima dell'epidemia della Xylella fastidiosa, erano presenti 356 frantoi, in particolare 134 nella provincia di Lecce, 135 nella provincia di Brindisi e 87 nella provincia di Taranto, che insieme costituivano il 46 per cento del patrimonio di frantoi pugliesi, che erano oltre 700.
Come conseguenza dei 183 mila ettari contaminati e di 21 milioni di alberi morti, oggi il 60 per cento di questi frantoi delle tre province è chiuso, con una prevalenza nella provincia di Lecce.
Nel marzo 2020 è stato, in effetti, adottato, con decreto interministeriale n. 2484, il Piano straordinario per la rigenerazione olivicola in Puglia, che ha previsto interventi compensativi in favore dei frantoi oleari, di cui hanno beneficiato circa 250 aziende, principalmente presenti nelle province di Lecce e Brindisi, per un totale di 30 milioni di euro.
Nel frattempo, nel Salento sono stati ricondotte operazioni di rimpianto per 4 milioni di piante, contro i 21 milioni di alberi morti, anche con sistemi super intensivi, con l'obiettivo di ridurre i tempi per il raggiungimento della piena produttività delle piante.
Ciò ha permesso di riguadagnare in tempi brevi il primato produttivo, con i conseguenti benefici sia occupazionali che di sostenibilità economica delle aziende olivicole e olearie, seppur con l'aggravio, di cui abbiamo appena parlato, dell'elevata richiesta di interventi irrigui del sistema di allevamento super intensivo, aspetto che non sarà di facile gestione in uno dei territori più aridi d'Italia.
L'intervento compensativo, per quanto meritorio, essendo riferito a quelle aziende che potevano dimostrare il nesso di causalità tra il decremento della produzione e la Xylella fastidiosa nella campagna di commercializzazione 2018-2019 oppure in quelle precedenti, in caso di chiusura, non ha favorito un'ampia porzione di frantoi colpiti dalle stesse difficoltà nelle annate successivePag. 7 in quelle che oggi sono dichiarate «aree infette».
In particolare, oggi risultano colpite quelle aziende olearie della Valle d'Itria, un'area interna nel cuore della Puglia tra le province di Brindisi, Bari e Taranto, conosciuta anche come «Murgia dei Trulli», in cui la minaccia della chiusura definitiva delle aziende olearie è concretamente supportata dall'impossibilità di modificare i sistemi di allevamento tradizionali, ricorrendo, per esempio, ai nuovi impianti super intensivi, a causa delle caratteristiche pedoclimatiche e delle condizioni idrogeologiche che sono uniche nella regione.
Questa situazione, che ha una prospettiva verosimilmente irreversibile, ha enormi conseguenze, tangibili e intangibili, che vanno dalla perdita di occupazione degli operatori direttamente impiegati nella trasformazione delle olive agli operatori dell'indotto, che vanno dal comparto di installazione e manutenzione delle macchine olearie al marketing e all'oleoturismo.
Si aggiungono a questi danni materiali inquantificabili anche quelli legati al ruolo di tutela del territorio, di cui i frantoiani sono certamente artefici, e alla perdita di know-how che, trasmesso da padre in figlio negli ultimi cinquant'anni, si era arricchito di competenze tecnico-scientifiche indispensabili nella gestione degli impianti, che attualmente sono dotati di elevati contenuti tecnologici. Queste competenze sono sancite anche dall'approvazione della legge regionale del mastro oleario (legge regionale della Puglia n. 9/2014), che ha definito due nuove figure professionali: il responsabile tecnico dell'impresa olearia e il tecnico della gestione del frantoio.
Alla luce di tutto ciò esposto, le strategie che le aziende olearie possono intraprendere per sfidare gli ostacoli provocati proprio dall'epidemia e rappresentati essenzialmente dal decremento della produzione di olive richiedono forti investimenti economici da parte degli imprenditori oleari, per esempio l'approvvigionamento di olive dalle zone indenni da Xylella fastidiosa, quindi molto distanti, che possono essere affrontati solo se saranno garantiti i presupposti per assicurare competitività alle aziende.
In quest'ottica, oltre all'auspicio del rinnovo di quelle misure compensative già erogate con estensione ai frantoiani in zona infetta che non ne hanno ancora beneficiato, si auspica l'introduzione di una indennità di rottamazione per i frantoiani che sono costretti a chiudere il frantoio a causa della Xylella fastidiosa, come strumento compensativo economico che funga da ammortizzatore e incentivo alla riconversione delle aziende verso altre filiere di trasformazione, e poi la modifica del decreto ministeriale del 12 aprile 2000 sulle DOP e sull'IGP, che per la filiera attribuisce il ruolo di produttori di olio esclusivamente agli olivicoltori, che in realtà...
PRESIDENTE. Professoressa, mi scusi. Purtroppo le ricordo che abbiamo i tempi «contingentati».
MARIA LISA CLODOVEO, Presidente del Comitato scientifico dell'Associazione frantoiani di Puglia (AFP) – AIFO. In sintesi, quindi, occorre identificare i frantoiani come veri produttori di olio, giacché oggi sono identificati gli olivicoltori che, invece, sono produttori di olive. Infine, occorre prevedere la dicitura «olio artigianale» in etichetta per tutto quell'olio prodotto, confezionato e commercializzato direttamente dai frantoiani. Questo rappresenta sicuramente un elemento di competitività che può innalzare la disponibilità a pagare da parte del consumatore.
PRESIDENTE. La ringrazio.
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
GIANDONATO LA SALANDRA. Signor Presidente, semplicemente, in quanto pugliese, vorrei ringraziare per i contributi che sono stati portati in questa sede nel corso di questa XIX legislatura dagli auditi odierni e per rimarcare, anche rispetto a quanto abbiamo audito nelle precedenti occasioni, l'importanza di ciò che saremo chiamati a votare a breve, vale a dire la Pag. 8proroga di questa indagine conoscitiva; infine, chiederei che questa Commissione valutasse anche l'opportunità di estendere la propria indagine sulle misure adottate dalla regione Puglia, in particolare sull'adeguatezza o meno delle medesime, per cercare di comprendere, anche con l'ausilio delle associazioni di categoria, se le misure adottate abbiano o meno generato ulteriori danni, anche per comprendere quanto effettivamente la regione Puglia abbia speso o investito sul fenomeno pandemico.
Credo sia stato detto: una pandemia che si riproduce da quindici anni evidentemente evidenzia una serie di deficienze strutturali da parte della regione Puglia.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, ringrazio gli auditi per la loro disponibilità e per aver spiegato in maniera puntuale la situazione.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 12.55.