Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzetto Walter , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SUL RAPPORTO TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E MONDO DEL LAVORO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI IMPATTI CHE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA PUÒ AVERE SUL MERCATO DEL LAVORO
Audizione di Francesca Campolongo, direttrice per la Trasformazione digitale e dati presso il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea e di Michele Vespe, Capo Unità Economia digitale presso il JRC.
Rizzetto Walter , Presidente ... 3
Campolongo Francesca , direttrice per la Trasformazione digitale e dati presso il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea ... 3 ... 7
Nisini Tiziana , Presidente ... 7
Malagola Lorenzo (FDI) ... 7
Nisini Tiziana , Presidente ... 8
Campolongo Francesca , direttrice per la Trasformazione digitale e dati presso il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea ... 8
Nisini Tiziana , Presidente ... 8
Vespe Michele , Capo Unità Economia digitale presso il JRC ... 8
Nisini Tiziana , Presidente ... 8
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Konecta Group:
Nisini Tiziana , Presidente ... 9
Lubian Andrea , direttore generale di Konecta Group ... 9
Nisini Tiziana , Presidente ... 10
Audizione di rappresentanti di Sky Italia:
Nisini Tiziana , Presidente ... 10
Borgia Alfredo , direttore affari istituzionali Sky Italia ... 11
Nisini Tiziana , Presidente ... 13
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Capgemini:
Nisini Tiziana , Presidente ... 13
Ceresani Michelangelo , vice president of Human Resources & Organization di Capgemini ... 13
Nisini Tiziana , Presidente ... 15
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Assinter Italia:
Nisini Tiziana , Presidente ... 15
Pacini Pietro , presidente di Assinter Italia ... 15 ... 16
Rizzetto Walter , Presidente ... 16
Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
WALTER RIZZETTO
La seduta comincia alle 14.50.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.
Audizione di Francesca Campolongo, direttrice per la Trasformazione digitale e dati presso il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea e di Michele Vespe, Capo Unità Economia digitale presso il JRC.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di Francesca Campolongo, direttrice per la trasformazione digitale e dati presso il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea, e di Michele Vespe, capo unità economia digitale presso il JRC.
Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati e degli auditi, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento. Ringrazio i nostri ospiti per la partecipazione e cedo la parola immediatamente alla dottoressa Campolongo, direttrice per la trasformazione digitale e dati presso il Centro comune di ricerca della Commissione europea.
FRANCESCA CAMPOLONGO, direttrice per la Trasformazione digitale e dati presso il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea. Buongiorno a tutti. Vi ringrazio di questa opportunità di essere qui per potervi parlare del lavoro del Centro comune di ricerca della Commissione europea in particolare in materia di intelligenza artificiale.
Come sappiamo benissimo, questa è una tecnologia decisamente complessa, in rapida evoluzione, che si sta diffondendo in tutti i settori che riguardano la nostra vita e che ha un impatto sull'economia e sulla società, quindi è necessario – questo è lo sforzo della Commissione europea – essere in prima linea sia con la regolamentazione dei rischi che si potrebbero presentare associati alla tecnologia, sia nel cercare di stimolare lo sviluppo e l'adozione della tecnologia per i benefìci che questa può portare.
Sappiamo che dal punto di vista economico ci sono sicuramente opportunità in termini di aumento di produttività e miglioramento dell'efficienza dei processi, ma dobbiamo anche stare attenti a valutare l'impatto sul mercato del lavoro, perché si discute sulla possibilità che si verifichi il cosiddetto «job displacement», ovvero uno spostamento di alcuni posti di lavoro.
Spendo preliminarmente due parole sul ruolo del Centro comune di ricerca. Con le nostre conoscenze scientifiche e le nostre analisi di dati diamo supporto all'elaborazione delle politiche della Commissione europea, da un lato nella stesura della legislazione, dall'altro nel lavoro di verifica dell'implementazione e dell'applicazione della stessa.Pag. 4
Ci tengo a nominare il Centro europeo per la trasparenza algoritmica (ECAT), che è stato istituito nell'ambito del Centro comune di ricerca, insieme ai colleghi della Direzione generale CONNECT della Commissione europea, che si occupa delle digital policy, dal momento che questo è un centro dove si va effettivamente a fare l'audit e la valutazione degli algoritmi che vengono usati dalle grandi piattaforme (Amazon, Google, per esempio) per verificare che siano rispettosi della regolamentazione, in particolare del regolamento europeo Digital services act. Quindi, abbiamo anche un ruolo nel supporto all'implementazione e all'enforcement.
Stiamo lavorando molto, inoltre, per far sì che la tecnologia di intelligenza artificiale generativa venga anche adottata nel lavoro della Commissione europea stessa. A tal fine abbiamo sviluppato il progetto «GPT@JRC», che è, come potete capire, l'equivalente del ChatGPT, ma ha la caratteristica che è sviluppato in un ambiente informatico sicuro, protetto, quindi protegge i nostri dati. Questo fa sì che possiamo testare – i colleghi della Commissione lo stanno facendo – nuove potenziali applicazioni nel nostro lavoro in uno spazio sicuro. Quando poi questo diventerà verificato, si trasformerà in GPT@JRC, ossia uno strumento di lavoro della Commissione. A breve vi dirò due parole sui benefìci che questo già sta portando.
Come Centro comune di ricerca, inoltre, manteniamo un contatto con la comunità scientifica. Questo lo sottolineo perché, oltre agli studi fatti all'interno del Centro comune di ricerca spesso, cerchiamo anche di portare all'attenzione dei legislatori quegli studi che vengono prodotti in generale nel mondo accademico.
Con riferimento alla legislazione, sapete benissimo che l'elemento principale è il regolamento europeo AI Act, che è stato recentemente approvato da Parlamento e Consiglio. L'AI Act è molto importante, perché è il primo quadro giuridico completo in materia di intelligenza artificiale, il cui approccio è basato sul rischio. L'obiettivo non è stato regolamentare la tecnologia per sé, bensì definire le applicazioni della tecnologia che potrebbero portare rischi agli utenti o andare addirittura contro i diritti fondamentali dei cittadini dell'Unione europea. Questo elemento, certamente importante, ha un altro vantaggio: la tecnologia evolve rapidamente e con questa tipologia di approccio si regolamenta la finalità dell'uso, che rimane magari in linea con eventuali sviluppi della tecnologia.
Come Centro comune di ricerca abbiamo supportato il lavoro di stesura dell'AI Act con studi che riguardano intanto la terminologia, che era tutta da chiarire, e in più le analisi dei rischi portati dall'intelligenza artificiale generativa. Continueremo il nostro lavoro con la Commissione, che dovrà valutare l'implementazione dell'AI Act e che, a tal fine, ha istituito l'AI Office (ufficio europeo per l'intelligenza artificiale) che dovrà verificare l'implementazione e monitorare gli sviluppi tecnologici. Di nuovo, come Centro comune di ricerca supporteremo il loro lavoro fornendo analisi e conoscenze scientifiche.
La Commissione non solo regolamenta i rischi, come dicevo, ma ha anche cercato di promuovere lo sviluppo e l'innovazione. Credo che siate a conoscenza che è stato adottato il pacchetto di misure AI Innovation Package, a gennaio, che ha l'obiettivo di far sì che le imprese, soprattutto le piccole e medie imprese e le start-up, possano disporre delle risorse necessarie a sviluppare e adottare la tecnologia, quindi risorse finanziarie, competenze e accesso alle infrastrutture. Con questo pacchetto si prevede la generazione di 4 miliardi di euro tra investimenti pubblici e privati e programmi attraverso i quali questi si otterranno, vale a dire l'Horizon Europe e il Digital Europe Programme, con l'idea di incentivare sviluppi e applicazioni innovative di questa tecnologia. Di nuovo, il JRC giocherà un ruolo, perché supporterà la Commissione nel capire quali sono le aree in cui è necessario investire per poter favorire lo sviluppo della tecnologia.
Un altro ruolo importante che giochiamo come Centro comune di ricerca è quello di fare una valutazione dell'impatto della tecnologia in ambito economico e nel Pag. 5mondo del lavoro, tema particolarmente rilevante per questa Commissione.
Vi è una serie di studi che sono stati fatti all'interno del Centro comune di ricerca e altri che, invece, abbiamo raccolto dal mondo accademico, da cui è emerso che un punto fondamentale è rappresentato dal fatto che comincia a esserci la prima evidenza numerica e quantitativa che l'intelligenza artificiale generativa migliora significativamente la produttività.
C'è uno studio dell'Harvard Business School: hanno fatto esperimenti, lavorando insieme alla Boston Consulting Group, e hanno dimostrato, facendo svolgere una serie di task con o senza l'ausilio dell'intelligenza artificiale generativa, che si può aumentare la produttività del 12 per cento. I task oggetto dell'esperimento non sono task semplici, ma sono task complessi – questo è un punto fondamentale – knowledge-intensive. Naturalmente si registra una certa variabilità a seconda della complessità del compito, ma anche a seconda della tipologia dei dati e della qualità dei dati utilizzati per l'addestramento dell'algoritmo. Chiaramente, se il dato utilizzato è debole, si aumenta la probabilità di un output che sia difettoso o errato, il che ha un effetto negativo sul risultato finale.
Abbiamo fatto anche uno studio interno con i dati dei nostri utenti, nell'ambito della Commissione GPT@JRC. Ci sono 5 mila persone che lavorano con questo strumento. Quindi, abbiamo pensato di fare uno studio simile sul nostro campione della Commissione. Da tale studio è emerso che la maggioranza degli utenti percepisce un effetto sulla riduzione del tempo lavoro estremamente positivo. Questo vale ancor più per quegli utenti che hanno forti competenze digitali. Quindi, più si è capaci dal punto di vista digitale e più si ottiene un vantaggio dall'uso della tecnologia e una riduzione del tempo di lavoro.
Questo apre un capitolo che secondo me è degno di attenzione, che è quello del potenziale esacerbarsi delle diseguaglianze all'interno della forza lavoro. Anche qui vi è una serie di studi in questa materia, che hanno prodotto risultati diversi. C'è uno studio, per esempio, effettuato nel Regno Unito che mostra che l'intelligenza artificiale generativa aumenta le diseguaglianze tra lavoratori più giovani e lavoratori più anziani, a scapito di quest'ultimi. Questo è piuttosto prevedibile come risultato.
Vi è, però, un altro studio, condotto dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) e pubblicato su Science, che rivela che l'intelligenza artificiale può ridurre le diseguaglianze per quei lavoratori che hanno compiti di scrittura professionale, ovverosia tutti coloro che scrivono articoli o blog, che pubblicano anche materiale di marketing. Lì, invece, si afferma che persone che hanno capacità di scrittura più deboli avvalendosi dello strumento possono migliorare il risultato del loro lavoro. Quindi, vari studi, vari risultati.
Stesso discorso nel campo dell'istruzione. La London School of Economics and Political Science ha recentemente fatto uno studio sugli studenti e ha verificato che coloro che hanno un background accademico più solido e competenze già di base più elevate riescono a trarre maggior vantaggio dall'uso della tecnologia.
Sulle imprese di nuovo l'impatto non è uniforme e di nuovo quelle imprese che partono in condizioni avvantaggiate, perché hanno asset complementari migliori e hanno infrastrutture digitali o competenze digitali, sono quelle che traggono maggiori benefìci dall'uso della tecnologia.
Per concludere, il discorso delle diseguaglianze è qualcosa che penso sia degno di attenzione e richieda anche da parte nostra uno studio come Centro comune di ricerca più approfondito, perché l'impatto sul mondo del lavoro può essere sicuramente positivo, ma ci sono degli aspetti che vanno tenuti in considerazione.
Un altro punto che mi preme sottolineare è che questa è una tecnologia che, a differenza delle precedenti, non va a intaccare soltanto quelle mansioni, quei compiti o quei lavori che sono più ripetitivi e più semplici, ma ha un importante impatto anche su quelle posizioni di lavoro e quelle occupazioni che hanno competenze altamente qualificate. Questo è piuttosto diverso da quello che era stato l'effetto di tutte le trasformazioni digitali precedenti. Pag. 6Tra l'altro, è qui presente Michele Vespe, che è attualmente facente funzioni capo unità dell'unità che si occupa proprio di questo tema. L'entità, le tempistiche e le modalità dell'impatto necessitano ancora di studio, però sicuramente siamo di fronte a qualcosa di diverso da tutto ciò che abbiamo visto prima.
Cito un altro studio che abbiamo trovato interessante, elaborato dal Comitato di politica economica del Consiglio dell'Unione europea. Loro hanno sottolineato che le professioni che potrebbero essere più influenzate sono proprio quelle che, ovviamente, riguardano la creazione dei contenuti – intelligenza artificiale generativa, lo dice il nome stesso – ma anche la ricerca e l'analisi dei dati. Quindi, è una tecnologia che va a impattare il lavoro dei ricercatori e degli analisti dei dati.
Gli impatti, secondo questi studi, sono di tipo diverso in base alla competenza e all'età dei lavoratori. I lavoratori più vulnerabili sono gli anziani, che risentono negativamente dell'adozione della tecnologia. Quindi, riemerge l'importanza di tenere conto delle disuguaglianze, ma anche l'importanza della formazione. La formazione è necessaria per cercare di contrastare questo aspetto. Badate, quando si parla di formazione, non si parla soltanto di formazione delle competenze digitali di base, ma di un'altra serie di competenze che sono necessarie per adottare la tecnologia, ad esempio lo spirito critico, la capacità di comunicazione, la capacità di comprensione. Su questo tema tornerò a breve.
Partendo dalle competenze digitali di base, appare evidente che in Europa c'è ancora del lavoro da fare. Voi conoscete gli obiettivi dell'Unione europea, obiettivi che sono dati a tutti gli Stati, per cercare proprio di incoraggiare un investimento per migliorare le competenze digitali. Questa è anche un'esigenza dei cittadini stessi. L'Eurobarometro, che è il sondaggio che viene fatto a livello europeo, dice che quattro europei su cinque ritengono che le competenze digitali siano più importanti sempre di più nella loro vita, ma due terzi chiedono più istruzione e formazione. Quindi, è una richiesta che arriva dal cittadino stesso.
L'obiettivo dell'European Skills Agenda dell'Unione europea è di avere il 70 per cento delle persone adulte con competenze digitali di base entro il 2025 e almeno 20 milioni di specialisti in information and communication technologies (ICT) entro il 2030. Per l'Italia l'obiettivo è di 1,7 milioni di specialisti, quindi un numero abbastanza elevato. Di recente, è stata pubblicata un'indagine dell'ISTAT – vi do i dati italiani, che sono sicuramente più rilevanti per voi – che mostra che purtroppo meno del 50 per cento degli adulti in Italia ha competenze digitali adeguate e il 36 per cento ha competenze insufficienti. Ovviamente c'è una differenza tra i diversi settori del mondo del lavoro. Ad esempio, le costruzioni o l'agricoltura sono in una posizione peggiore rispetto ai servizi finanziari assicurativi, come uno può immaginare, o a informatica e telecomunicazioni. Ma il problema è anche quello degli specialisti ICT: non ci sono. Il problema parte alla base, perché l'Italia ha meno del 25 per cento delle lauree in science, technology, engineering and mathematics (STEM) e solo l'1,5 per cento di lauree in ICT, che è molto basso, indietro rispetto alla media europea, a cui si aggiunge un problema di gender gap (divario di genere) dal momento che le donne registrano lo 0,3 per cento di lauree in ICT. Quindi, sicuramente c'è spazio per intervenire.
La Commissione europea, con l'aiuto e il supporto del Centro comune di ricerca, ha creato il quadro europeo delle competenze digitali (DigComp) che identifica quali sono le competenze che sono necessarie; ad esempio, come dicevo prima, il pensiero critico, la capacità di comprendere se l'output che viene generato dal sistema è effettivamente affidabile e se il contenuto è corretto, ma anche la creatività. Quindi, si tratta di una serie di competenze, che non sono soltanto quelle digitali, ma vanno anche oltre.
Stiamo continuando a lavorare nell'aggiornamento del DigComp perché, mentre evolve la tecnologia, evolvono anche le competenze necessarie. Vi invito a seguirlo, perché le linee guida definite nel DigComp Pag. 7sono interessanti. Peraltro, ci sarà una nuova versione nel 2025, fondamentale per la riqualificazione del personale.
Concludo, per ragioni di tempo, spendendo due parole sul caso particolare della pubblica amministrazione. Credo sia necessario un discorso a parte. Il Forum italiano della pubblica amministrazione ha fornito questo dato: ci sono 1,8 milioni di dipendenti della pubblica amministrazione che saranno influenzati dall'adozione dell'intelligenza artificiale generativa. Se è vero che questa sicuramente porta una serie di vantaggi, perché migliora l'accessibilità ai servizi pubblici, migliora la comunicazione tra le amministrazioni e i cittadini, la trasparenza di certa informazione, migliora la gestione delle politiche, perché è possibile veramente estrarre informazioni da grandi quantità di dati, è anche vero che potrebbe avere anche un impatto sui lavoratori.
Sempre secondo il Forum italiano della pubblica amministrazione, circa il 12 per cento dei lavoratori esposti a questo cambiamento – si parla di 220 mila dipendenti per l'Italia – potrebbe essere sostituito. Questo è il dato che loro riportano.
Noi, come centro di ricerca, stiamo lavorando, invece, per creare opportunità di condivisione dei casi di utilizzo nella pubblica amministrazione che si sono rivelati più di successo.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
TIZIANA NISINI
FRANCESCA CAMPOLONGO, direttrice per la Trasformazione digitale e dati presso il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea. Abbiamo un data base con oltre mille casi d'uso. L'Italia fa molto bene. C'è un caso di studio dell'INPS, per esempio, che ha utilizzato la tecnologia per lo smistamento delle PEC, che è un esempio di successo.
È stato istituito anche un osservatorio a livello europeo, il Public Sector Tech Watch, che vuole proprio promuovere la condivisione delle informazioni sul successo dei casi studio.
Concludo dicendo che sicuramente l'impatto della tecnologia è elevato. La Commissione europea e noi come centro di ricerca cerchiamo di monitorare gli sviluppi e lavorare, da un lato, per rimanere al passo con la tecnologia e la comprensione dei nuovi modelli, delle opportunità e dei rischi che questi comportano, ma anche per valutare l'impatto sociale, economico e in termini di occupazione, che è ancora molto in divenire.
Con questo vi ringrazio e concludo.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Do la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.
LORENZO MALAGOLA. Signor presidente, ringrazio la dottoressa per le informazioni che ci ha riportato, una relazione davvero interessante. Ci sono alcune questioni sulle quali vorrei chiedere un approfondimento.
La prima riguarda l'algoritmo, che mi sembra il cuore dell'intelligenza artificiale generativa. Lei ha parlato di trasparenza, ha parlato di eticità, ha citato l'AI Act. Mi sembra che le istituzioni comunitarie siano impegnate in un percorso politico e tecnico per definire i paletti dentro i quali sviluppare la tecnologia. Vorrei chiedere un approfondimento maggiore su quali sono i prossimi step previsti dalla Commissione, dal Parlamento europeo, per arrivare a un primo punto di caduta oppure un second step rispetto a quanto oggi abbiamo già definito su quelle che devono essere le caratteristiche dell'algoritmo. Mi interessa il processo legislativo, in particolar modo.
La seconda questione riguarda il gap tra l'Unione europea e gli Stati Uniti. Ho capito che stiamo sviluppando anche tecnologia europea, però vorrei chiedere un approfondimento anche dal punto di vista industriale, se avete informazioni più specifiche.
La terza domanda riguarda, invece, gli impatti sul mercato del lavoro. Ha parlato di un aumento della produttività, ha parlato di disuguaglianze, che in alcuni casi possono aumentare e in altri, invece, possono accorciarsi, ma non ha accennato agli scenari peggiori. Voi siete un centro studi, quindi vorrei capire se avete anche scenari Pag. 8di distruzione di interi settori e di che cosa stiamo parlando, che numeri abbiamo, quali sono i verticali interessati. È giusto affrontare con ottimismo le transizioni epocali, come quella dell'intelligenza artificiale generativa, ma bisogna pensare anche al peggio, per essere responsabili nel processo legislativo, come quella nostro, al quale siamo chiamati a partecipare.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, cedo la parola ai nostri ospiti per la replica.
FRANCESCA CAMPOLONGO, direttrice per la Trasformazione digitale e dati presso il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea. Intanto, la ringrazio per le domande. Purtroppo, non credo di essere nella posizione di poter rispondere a tutte.
Come stava dicendo lei, giustamente, noi siamo un centro studi, quindi non siamo noi attori del processo legislativo. Capisco la domanda sul discorso dell'AI Act e sul discorso dell'algoritmo. Quello che stiamo facendo noi, come centro studi, è continuare a studiare le varie evoluzioni degli algoritmi, al fine di dare ai legislatori a Bruxelles un'informazione che possa essere loro utile per capire quali possono essere eventuali passaggi successivi.
Come sa, è inevitabile studiare la tecnologia per sé, nonostante – come dicevo nel mio intervento – sia un approccio basato sul rischio, perché quella è la logica, la logica di proteggere il consumatore nel suo uso. Però l'AI Act, alla fine, ha anche inserito una parte sui modelli a finalità generali, perché è importante comprendere anche come funziona la tecnologia, al fine di poter fare una legislazione che sia adeguata.
Noi, come centro di ricerca, monitoriamo lo sviluppo dei modelli. I successivi passi legislativi li lasciamo alla direzione generale, che è responsabile delle politiche.
In maniera simile, per quanto riguarda la relazione con gli Stati Uniti e l'importanza – quello che leggo nella sua domanda – di rimanere competitivi nel mondo, ci sono molte relazioni di tipo internazionale. L'AI Office avrà proprio la responsabilità di mantenere le relazioni internazionali, compresi gli Stati Uniti, e cercare di definire politiche di natura globale.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, relativo agli scenari di distruzione di alcuni settori, questo è un qualcosa su cui ancora non abbiamo risultati, non siamo andati ancora così a fondo. Non so se Michele Vespe, che è il responsabile dell'unità che si occupa di questo, vuole aggiungere due parole, ma sicuramente, purtroppo, non ha ancora risultati.
PRESIDENTE. Prego, dottor Vespe.
MICHELE VESPE, Capo Unità Economia digitale presso il JRC. Signor presidente, la ringrazio.
Solo per aggiungere, in effetti, che questo è un ambito di ricerca molto complesso e anche in continua evoluzione, quindi è molto difficile tracciare quello che sta succedendo, osservarlo e analizzarlo adesso. Nel momento in cui analizziamo un qualcosa che sta succedendo adesso, questo è già evoluto allo stadio successivo. Rincorriamo sempre i risultati, anche rispetto alla produttività di cui parlava la direttrice poco fa. Per questo è necessario, dal punto di vista scientifico, attenersi a quello che ci dice la ricerca, né favorendo troppo entusiasmo né scenari distopici, ma cercando di essere più reattivi sulla ricerca.
Quello che stiamo facendo, in effetti, nel JRC al CCR è cercare di implementare la soluzione e, allo stesso tempo, studiare gli effetti che ha su di noi, sul nostro modo di lavorare. Per il momento gli scenari sono interessanti, di trasformazione. Al momento non mi sento di dire né che sarà tutto perfetto né che sarà la distruzione di alcuni settori. È chiaro che alcuni saranno più impattati di altri, ma questo è argomento di ricerca al momento ed è difficile stabilire conclusioni che siano scientificamente robuste da questo punto di vista.
PRESIDENTE. Ringrazio nuovamente i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.
Pag. 9Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Konecta Group.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di Konecta Group.
Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati e degli auditi, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
Intervengono, in videoconferenza, per Konecta Group, il dottor Andrea Lubian, direttore generale, e il dottor Luca Mattana, responsabile delle relazioni industriali.
Ringrazio i nostri ospiti per la partecipazione e cedo la parola al dottor Lubian, direttore generale Konecta Group, ricordando che la relazione dovrebbe avere una durata di circa cinque minuti.
ANDREA LUBIAN, direttore generale di Konecta Group. Buongiorno. Grazie per questo invito. Mi scuso per non essere in presenza.
Dico due parole su Konecta Group, giusto per capire che cosa siamo e poi entriamo nel merito. Konecta Group è una multinazionale legata al mondo del call center, quindi dei servizi in outsourcing, che oggi occupa circa 130.000 persone in tanti Paesi (circa trenta nel mondo).
Per quanto riguarda l'Italia, noi siamo il più grande operatore di customer care nazionale. Abbiamo circa 9.500 persone in Italia più altre 2.000 che lavorano per il mercato italiano in Paesi esteri. Serviamo clienti del mondo telecomunicazioni, energia, banche, assicurazioni, pubbliche amministrazioni, trasversalmente tutti.
Entrando nel merito dell'argomento, abbiamo un po' di spunti che ci piacerebbe condividere con voi, prevalentemente proprio riguardanti l'impatto che pensiamo possa avere l'intelligenza artificiale sul mondo del customer care.
Ritengo personalmente che ci saranno tre aspetti su cui l'intelligenza artificiale impatterà: prima di tutto le componenti di interazioni più semplici dove per interazioni semplici intendiamo, ad esempio, informative attraverso chat per capire il valore di una bolletta o informazioni assolutamente molto semplici; si tratta di interazioni semplici sempre tendenzialmente di back office, quindi chat o e-mail, che potranno essere nel tempo gestite interamente dall'intelligenza artificiale generativa, e già oggi in parte lo fanno. Viceversa, quando parliamo di supporto telefonico o interazioni più complesse, l'intelligenza artificiale avrà un ruolo di supporto alla gente e questo per me è un tema molto importante, perché noi dobbiamo pensare che i processi di assistenza, che banalmente uno pensa siano racchiusi in una telefonata, in realtà sono dei processi che stanno diventando sempre più complessi. La durata media di queste interazioni si allunga nel tempo proprio perché le esigenze degli utenti finali e i prodotti sottesi sono sempre più difficili.
Un tempo, per fare un esempio, bastava provare a risolvere un problema della fibra per ridare la connettività, oggi quello che ci viene chiesto è non solo risolvere il problema della fibra del cliente, ma dobbiamo proporre anche un pacchetto energetico coerente con i suoi bisogni e magari proporre anche un'assicurazione diversa da quella che lui già oggi ha. Parliamo di interazioni sempre più complesse in un mondo che vede via via il mondo delle telco, dell'energia, delle assicurazioni che si vanno a sovrapporre.
Pensare che questo tipo di relazione che si instaura tra un operatore di call center e un cliente finale può essere gestito senza il supporto dell'intelligenza artificiale non è credibile. In questo noi vediamo un grande strumento in aiuto proprio degli agenti che fanno questo mestiere.
Ovviamente, questa tecnologia, però, presuppone anche degli investimenti, degli studi e la creazione di alcuni prodotti che potranno fare i grandi. Quindi, inevitabilmente già oggi è in atto un percorso di consolidamento. L'intelligenza artificiale lo accelererà non tanto in termini di posti di lavoro, poi entriamo nel merito, quanto in Pag. 10termini di società che oggi offrono questi servizi. Si andrà verso società più grandi, con un consolidamento delle realtà più piccole che non potranno seguire questo trend di sviluppo e di complessità.
Per cui, se dovessimo sintetizzare in due parole quanto detto finora, vedo l'intelligenza artificiale con un impatto limitato sul mondo del lavoro in termini di risorse, un impatto enorme in termini di processi e complessità e quindi variazioni che dovranno essere fatte, ma in termini di persone un impatto limitato, tendenzialmente, come dicevamo, solo sulle interazioni più semplici. Venendo al secondo ambito dell'intervento che volevo svolgere, leggendo le finalità dell'indagine conoscitiva avviata dalla Commissione, ci si domandava anche quali possano essere gli interventi normativi finalizzati ad accompagnare questo percorso e soprattutto finalizzati a migliorare la produttività, che forse è uno dei talloni d'Achille che abbiamo a livello nazionale su tanti ambiti, anche nel mondo del customer care.
Su questo ci tengo a sottolineare tre aspetti. Ritengo che da un punto di vista normativo sia importante per il legislatore supportare il mondo del customer care attraverso i percorsi di formazione delle proprie persone perché l'adozione di queste tecnologie presuppone anche che gli agenti sappiano come fare e in questo il Fondo nuove competenze, che adesso dovrebbe partire, sicuramente è un grande strumento.
Bisognerà comunque prevedere degli strumenti per la riqualificazione professionale di una parte di risorse che inevitabilmente, quelle per le interazioni più semplici, potrebbero non avere più un'occupazione, quindi disegnare dei percorsi di riqualificazione. Noi, per esempio, stavamo provando a farne alcuni con le università, proprio per accompagnare delle persone anche al di fuori del settore del customer care per andare verso altri settori.
Il terzo punto, secondo me molto importante, che non ha impatti economici sul legislatore, ma ha un impatto sostanziale, riguarda la riattualizzazione della circolare n. 4 del 2017. Ci tengo particolarmente perché questa circolare, emanata dall'Ispettorato nazionale del lavoro, di fatto indicava le modalità con cui dovesse essere svolta l'attività di customer care, ma risale al 2017 e quindi non è assolutamente attualizzata sia rispetto al mondo dello smart working che rispetto al mondo dell'intelligenza artificiale. Di fatto, quindi, non permette il supporto e il monitoraggio delle persone che stanno lavorando da remoto magari con queste tecnologie. È ovvio che occorra aiutare gli agenti a capire che cosa stiano facendo bene e cosa stiano facendo male e di conseguenza intervenire dal punto di vista formativo.
Se, però, non siamo in grado di capire cosa viene fatto e in che maniera è ovvio che tutto il processo formativo che citavo prima e tutto il lavoro sulla produttività, che ne è un'inevitabile conseguenza, viene a mancare. Questo elemento, secondo me, sia per il modo dello smart working che per il tema dell'intelligenza artificiale deve essere assolutamente riadeguato e riaggiornato perché ormai ha sette anni ed è di un'altra epoca.
PRESIDENTE. Non essendoci interventi da parte dei deputati, ringrazio i nostri ospiti anche per il contributo che ci hanno inviato e dichiaro conclusa l'audizione.
Audizione di rappresentanti di Sky Italia.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di Sky Italia.
Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
Sono qui presenti, per Sky Italia, il dottor Alfredo Borgia, direttore affari istituzionali di Sky Italia, e la dottoressa Roberta Cucco, manager public affairs di Sky Italia.
Cedo la parola al dottor Borgia, direttore affari istituzionali di Sky Italia, ricordandoPag. 11 che la relazione dovrebbe avere una durata di circa cinque minuti.
ALFREDO BORGIA, direttore affari istituzionali Sky Italia. Grazie, presidente. Spero di restare nei tempi. Vi trasmetteremo, alla fine dell'audizione, un documento un pochino più esteso dei brevi punti che vi andrò a illustrare in questo momento.
Innanzitutto vi ringrazio per averci dato la possibilità di essere qui a raccontarvi come noi approcciamo e utilizziamo l'intelligenza artificiale. È opportuno ricordare a questa Commissione, lo facciamo sempre in tutte le audizioni dove andiamo, che questo è per Sky il ventunesimo anno di attività in Italia. Siamo partiti con un mercato che all'inizio vedeva la presenza nostra tra RAI e Mediaset.
Il mercato si è evoluto – questa è anche una Commissione lavoro, quindi, insieme forse alla TLC, la più interessata a questi aspetti – e ha visto l'arrivo di tanti competitor tanto grandi e quindi adesso la competizione da quei soggetti tradizionali che eravamo è diventata una competizione che si gioca soprattutto sull'attenzione dei nostri clienti. Quindi, non solo la RAI, Sky e Mediaset, ma ci sono anche i vari Disney, Netflix e tutti i colossi che sono presenti, i vari social media, ma anche le società che fanno streaming di musica. Tutti competiamo con tutti per la vostra attenzione, sostanzialmente.
Questa era un'introduzione importante e doverosa per dirvi in un minuto come si è evoluto il mercato. Per continuare a esserci e per essere stati sul mercato per ventuno anni abbiamo dovuto dimostrare – ce lo diciamo da soli, ma ce lo riconoscono i clienti – innovazione, capacità predittiva, visto che parliamo di intelligenza artificiale, adattamento alle nuove sfide e resilienza. Tra tutte queste caratteristiche sicuramente vi è stato un approccio basato sull'aver capito come utilizzare e gestire l'intelligenza artificiale; è un tema che ci siamo assolutamente posti.
Innanzitutto quello che a me preme trasmettervi è l'approccio e i principi ai quali ci ispiriamo per gestire l'intelligenza artificiale. Sicuramente la cosa più importante è che l'intelligenza deve essere al servizio dei nostri colleghi e deve essere al servizio dell'uomo. Questa è la prima cosa importante che vi devo trasmettere. Il nostro è un approccio che è legato alla sperimentazione, all'apprendimento, guidato sicuramente al rispetto di tutte le normative vigenti ed emergenti, un approccio responsabile e, come dicevo poc'anzi, un approccio sicuramente con un'ottica antropocentrica.
Per noi l'uomo è al centro, il collega è al centro. Il potenziamento dei nostri colleghi e delle risorse umane rappresenta per noi un punto fondamentale della strategia, della nostra visione. Nella nostra visione tecnologia e digitalizzazione sono alleati delle persone e ne debbono migliorare l'esperienza di lavoro.
A tal fine, fra l'altro, parlando soprattutto di responsabilità, abbiamo anche realizzato, a livello di gruppo – vi ricordo che Sky Italia è una società controllata da una società americana, che è negli Stati Uniti; il business principale che fa la nostra controllante è la connettività, anche se poi ha una serie di attività collaterali come l'essere proprietaria di casa di produzione cinematografica, la Universal, così come di un canale televisivo, che è la NBCUniversal; il business principale che fa negli Stati Uniti è, però, la connettività – una cabina di regia dedicata allo sviluppo dell'intelligenza artificiale generativa che si assicura che tutte le scelte e le sperimentazioni che Sky avvia siano sempre svolte nel rispetto dei principi di etica, correttezza e sicurezza che sono i nostri valori fondanti.
Vi dicevo dell'importanza di avere i colleghi al centro della nostra azione. Pensate, ad esempio, a tutto l'aiuto che l'intelligenza artificiale ci può dare nello svolgimento di quelle attività ripetitive che invece sottraggono il tempo e l'attenzione dei nostri colleghi ad attività più creative dove l'apporto e l'intervento dell'uomo possono essere maggiori.
Considerate soltanto tutto quello che può essere leggere e rispondere alle mail, che fra l'altro possono anche essere in inglese essendo un gruppo che ha interazioni con diversi mercati, la sintetizzazione di documenti, la verifica anche di specifichePag. 12 clausole all'interno dei contratti, anche minutare le riunioni che tra l'altro è un tema che ci vede spesso impegnati, ora un po' meno perché riusciamo a utilizzare questa intelligenza che ci permette di avere un approccio più veloce a questo genere di attività, consentendo ai colleghi tutti di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto che i colleghi possono dare.
Vengo ad alcuni esempi pratici di quello che noi facciamo e che applichiamo nella vita di tutti i giorni, non solo riferito ai nostri colleghi, ma anche riferito verso l'esterno. Innanzitutto pensiamo al supporto che l'intelligenza artificiale ci sta dando nei confronti dei rapporti con il cliente, pensiamo un attimo a tutta la gestione delle esigenze dei nostri clienti quando si rivolgono a noi.
L'intelligenza artificiale permette all'operatore che rimane umano, quindi non parliamo di risponditori, non parliamo di chat, ma di una persona in carne ed ossa, di un collega che risponde e ha immediatamente, grazie all'intelligenza artificiale, la visione e va dritto al punto di qual è la storia pregressa del cliente che sta chiamando, quali sono state eventualmente le problematiche precedenti qualora ce ne fossero state e quindi gli permette immediatamente di soddisfare e mettersi in sintonia con il cliente e con le proprie richieste.
Un altro campo di applicazione che, secondo me, è importante rappresentarvi è sicuramente quello che utilizza Sky TG 24.
Sky TG 24 lavora per creare consapevolezza nel pubblico sui rischi, opportunità e potenzialità dell'intelligenza artificiale. Questo lo avete visto anche attraverso una serie di trasmissioni che hanno messo in campo, selezionando quindi quotidianamente le notizie più importanti sul tema e sviluppando approfondimenti e speciali.
Ci tengo a dire, nel ringraziare i colleghi del telegiornale, che Sky TG 24 è parte di un progetto di ricerca dell'Unione europea che si chiama AI4TRUST, che è iniziato nel 2023 e si concluderà nel 2026, che vede Sky TG 24 insieme ad altri sedici partner europei. Sostanzialmente, attraverso l'intelligenza artificiale, scandaglia l'etere, in tutte le lingue del mondo, alla ricerca di notizie che in qualche modo l'intelligenza artificiale individua come potenzialmente fake. Questo lavoro di estrapolazione viene poi portato all'attenzione ancora una volta dell'uomo e dei nostri colleghi che vanno a individuare, insieme anche a chi si occupa di fact-checker, le notizie fake e le notizie vere.
Vado a concludere. È chiaro che questo processo pone anche una sfida alle aziende, a noi come a tutte quante, che è la sfida della ricerca delle nuove competenze. Questo è indubbio, perché è chiaro che alcune competenze verranno meno e altre competenze invece diventeranno necessarie.
In Sky stiamo portando avanti un processo che abbiamo chiamato Butterfly che affronta la sfida di riuscire a far evolvere le competenze delle persone su fronti a prova di futuro. L'intelligenza artificiale può coadiuvare questo processo volto a favorire la rigenerazione delle competenze e delle professionalità e lo sviluppo di nuove capacità nella popolazione aziendale partendo dall'analisi e dalla valutazione delle competenze legate ai ruoli del futuro, all'individuazione, quindi, del gap esistente, sviluppando piani di reskilling e upskilling. Ovviamente, per fare questo, abbiamo messo risorse nostre. Ovviamente, per fare questo, abbiamo anche utilizzato le risorse del Fondo nuove competenze.
Mi preme anche trasmettere a questa Commissione l'importanza del fatto che questi piani si continui a finanziarli. Il Fondo nuove competenze, in qualche modo, svolge una funzione importante, che dovrà essere posta all'attenzione del legislatore ed essere rifinanziata.
Vado a concludere. Come azienda, siamo profondamente consci dei temi etici e sociali legati allo sviluppo e all'adozione dell'intelligenza artificiale generativa e consideriamo prioritari lo studio e l'esplorazione controllata, guidati dall'impegno nel bilanciare l'innovazione tecnologica con l'etica e la responsabilità aziendale, con l'ambizione di porci come leader nella creazione di un futuro sostenibile e centrato sull'uomo.Pag. 13
Spero di non avervi annoiato troppo e abusato del vostro tempo troppo a lungo.
PRESIDENTE. Se non ci sono interventi da parte dei colleghi, vi ringrazio. Rimaniamo in attesa del documento che ci vorrete inviare.
Dichiaro conclusa l'audizione.
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Capgemini.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di Capgemini nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro.
Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati e degli auditi, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
Interviene in videoconferenza per Capgemini il dottor Michelangelo Ceresani, che ringrazio per la partecipazione, a cui cedo la parola, ricordando che la relazione dovrebbe avere una durata di circa cinque minuti.
MICHELANGELO CERESANI, vice president of Human Resources & Organization di Capgemini. Signor presidente, la ringrazio.
Innanzitutto, ringrazio a nome di Capgemini il presidente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati per questo invito a esprimere anche le nostre considerazioni e valutazioni nel contesto dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro.
Pochissime parole per spiegare chi è Capgemini. Capgemini è una grande multinazionale europea, con una presenza in 50 Paesi nel mondo, oltre 55 anni di esperienza, attiva nel settore della trasformazione tecnologica e del business delle aziende. In Italia ha una presenza con 9 mila professionisti e siamo dislocati in 20 città. Ci tengo a dire che siamo stati per 15 anni riconosciuti dalla Top Employers, tramite la sua certificazione, per la buona gestione delle risorse umane, in base a parametri relativi alle condizioni di lavoro, la remunerazione, i benefit e tutte le attività correlate alla carriera, allo sviluppo e alla cultura aziendale.
Chiaramente, l'intelligenza artificiale è il cuore delle nostre attività e crediamo rappresenti un driver molto importante per la trasformazione e lo sviluppo dell'innovazione all'interno delle nostre aziende. Il nostro approccio è fortemente centrato sull'essere umano. Consideriamo l'intelligenza artificiale un vero e proprio potenziatore delle capacità umane.
Noi abbiamo un istituto di ricerca, il Capgemini Research Institute, che mette a disposizione pubblicamente numerose indagini nei vari settori industriali. Varie di queste nell'ambito dell'intelligenza artificiale ci hanno fatto riscontrare che oggigiorno il 60 per cento delle imprese sta già integrando l'intelligenza artificiale generativa nelle proprie iniziative di marketing, e non solo. Queste aziende intervistate hanno anche espresso un parere a favore dell'intelligenza artificiale come vettore che porta vantaggi che, dal loro punto di vista, sono superiori ai rischi insiti nella trasformazione indotta dall'introduzione dell'intelligenza artificiale.
Noi rivolgiamo la nostra attività, in termini di intelligenza artificiale, primariamente in quattro settori, in quattro grandi aree di intervento. La prima è quella relativa più alla definizione della strategia di implementazione di strumenti di IA generativa, di intelligenza artificiale generativa. Con questo tipo di analisi andiamo a capire per ciascuno dei nostri clienti come e dove implementare l'intelligenza artificiale. Nello specifico, abbiamo sviluppato molte competenze nell'area del miglioramento dell'esperienza cliente, mettendo al servizio nuovi strumenti di intelligenza artificiale per un'esperienza cliente che sia la più fluida e la più ricca possibile.
La terza area molto importante riguarda lo sviluppo dell'intelligenza artificiale tramite sistemi interamente calati nella realtà aziendale specifica, con modelli proprietari, basata sui dati delle aziende cliente, Pag. 14quindi estremamente sicuri, affidabili e con risultati tangibili significativi.
Non ultimo, l'intelligenza artificiale per il software engineer, cioè come permettere agli sviluppatori di software di ottimizzare i propri processi di sviluppo attraverso gli strumenti dell'intelligenza artificiale.
L'oggetto di questo nostro intervento è l'impatto dell'intelligenza artificiale sul mondo del lavoro. Oggi anche i nostri istituti di ricerca non ci danno con esattezza i termini e le numeriche dell'impatto sul mondo del lavoro, essendo la materia complessa e in rapida evoluzione.
Tuttavia, anche grazie a recenti studi, uno in particolare centrato sul mondo manifatturiero, emerge che l'innovazione dei processi industriali attraverso queste tecnologie necessita di un forte reskilling e di un forte quantitativo di personale qualificato. Quindi, in qualche maniera, mostra come il bilancio nel settore manifatturiero potrebbe essere estremamente positivo, in virtù del fatto che il 72 per cento delle aziende, quindi dei clienti intervistati, ha riconosciuto la necessità di forza lavoro qualificata in questo senso. In tutti gli ambiti della catena di valore produttiva c'è un riscontro dell'applicazione dell'intelligenza artificiale, dalla previsione alla produzione, al controllo della qualità.
Sempre in questo studio si evidenzia come il beneficio sia tangibile per l'azienda e per la persona nella misura in cui aumenta la qualità del lavoratore e i tempi destinati all'attività produttiva, di pianificazione o di controllo della qualità si riducono.
L'intelligenza artificiale, quindi, in quest'ambito che è stato studiato, si configura come un modello essenziale sia per la crescita economica sia per l'efficienza e la competitività dell'azienda, ma anche – lasciatemelo dire – per il benessere e la qualità del lavoro della persona.
Un altro elemento ci sentiamo di portare al tavolo, in termini generali, partendo dall'esempio fatto sull'ambito manifatturiero. È evidente che l'introduzione delle tecnologie supportate dall'intelligenza artificiale preveda investimenti formativi, trasversali, importanti, sia in ambito educativo (primario, secondario e universitario) sia all'interno delle aziende, mirando a un approccio che vada a una formazione continua dei lavoratori, in modo che, man mano che il trend dell'evoluzione tecnologica evolverà, quindi anche l'intelligenza artificiale si diffonderà su maggiore scala (questo, probabilmente, avverrà nei prossimi 5-7 anni in maniera molto importante), ciò sia accompagnato dall'evoluzione delle competenze delle persone, con un riscontro, anche dal punto di vista sociale, così positivo.
Passo ad alcune opportunità di intervento offerte dall'introduzione dell'intelligenza artificiale. Sicuramente, come evidenziato nell'ultimo passaggio dell'intervento, serve un continuo investimento nei sistemi di formazione verso un concetto di formazione continua; questo, ovviamente, per favorire competenze digitali e STEM, che sono fondamentali per l'intelligenza artificiale, ma, in generale, per supportare tutte le competenze utili all'evoluzione del bagaglio degli attrezzi di ciascun lavoratore rispetto all'evoluzione attuale imposta, in qualche maniera, dall'intelligenza artificiale. In questo senso, siamo molto attivi con investimenti interni. Inoltre, lo scorso anno abbiamo partecipato al Fondo nuove competenze, che è stato uno strumento molto utile per rafforzare ulteriormente e su larga scala l'intervento su tutti i nostri lavoratori.
L'altra area che ci sentiamo di sottolineare è quella di una partnership sempre più forte tra gli enti universitari di ricerca e le aziende. Crediamo che nell'intersezione tra la ricerca e l'applicazione che avviene in aziende anche come la nostra ci sia la possibilità di far evolvere, anche in maniera virtuosa, i modelli educativi a favore dello sviluppo tecnologico e – ne è un esempio l'invito odierno – un continuo scambio di idee tra pubblico e privato relativamente alle soluzioni, per mirare a uno sviluppo dell'intelligenza artificiale che sia quanto più possibile etico e sostenibile, come è nelle nostre intenzioni, nella nostra missione aziendale.
PRESIDENTE. Non ci sono domande. La ringrazio per il suo intervento e dichiaro conclusa l'audizione.
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Assinter Italia.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di Assinter Italia, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro.
Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati e degli auditi, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
Intervengono, in videoconferenza, per Assinter Italia l'ingegner Pietro Pacini, presidente, e l'ingegner Francesco Surico, vicepresidente.
Cedo la parola all'ingegner Pacini, che dovrà svolgere la relazione in cinque minuti.
PIETRO PACINI, presidente di Assinter Italia. Signor presidente, la ringrazio.
La nostra è un'associazione nata a Roma nel 2008, che raccoglie tutte le 21 società pubbliche ICT in house digitali della pubblica amministrazione e rappresenta oltre 8 mila dipendenti (1,5 miliardi di fatturato e 4 mila amministrazioni servite); quindi una realtà molto importante dal punto di vista della rappresentatività.
Per concludere, l'associazione costituisce anche un polo tecnologico organizzativo e formativo, anche attraverso l'Assinter Academy, che ha come partner 15 grandi player nazionali, le maggiori aziende private del mondo ICT, proprio con l'obiettivo di sviluppare un'intensa collaborazione tecnologica tra le in house e le pubbliche amministrazioni.
L'intelligenza artificiale è un elemento centrale di sviluppo per tutte le società in house, che sta dimostrando anche grande potenziale. Ne sono alcuni esempi quello sviluppato dal CSI Piemonte, con l'assistente virtuale, un progetto che riesce a fornire nuove risposte ai cittadini, migliorando l'accessibilità; InnovaPuglia sta lavorando sul tema dell'intelligenza artificiale con l'Università di Bari, con cui ha realizzato un nuovo modello di language model detto «LLaMAntino»; CINECA ha realizzato LM Italia; Infocamere sta lavorando molto anche sull'enorme mole di dati nei modelli predittivi; ARIA sta lavorando sui temi della sanità per lo sviluppo di modelli di previsione sulla cronicità. Questa è la dimostrazione che sulla pubblica amministrazione, soprattutto, ci si sta muovendo molto velocemente, con applicazioni concrete.
La pubblica amministrazione detiene enormi quantità di dati, che sono un patrimonio fondamentale per gli sviluppi dell'intelligenza artificiale. Come associazione, stiamo apprezzando molto questo percorso di adozione del regolamento dell'Unione europea sull'intelligenza artificiale.
Relativamente al frame di riferimento, auspichiamo che, nell'ambito delle prerogative che sono date all'Agenzia per la cybersicurezza e all'Agenzia per l'Italia digitale, si possa aprire un canale di confronto diretto con le società in house, questo anche per testimoniare – come abbiamo detto – la definizione di standard e prassi comuni e anche portare a fattor comune le iniziative che sono in corso.
Relativamente al disegno di legge, attualmente all'esame al Senato, auspichiamo davvero che al suo interno sia prevista un'azione coordinata con il territorio, sviluppando anche, magari, centri di competenze in cui le in house possano partecipare e condividere le esperienze in corso.
In particolare, per la gestione dei dati nel rispetto della privacy, che è, ovviamente, un elemento condizionante lo sviluppo dell'IA, è importante anche individuare una base giuridica certa, diversa dal mero consenso, anche per sbloccare le potenzialità che oggi l'intelligenza artificiale può fornire nei vari settori di lavoro.
Per quanto riguarda la gestione dei dati clinici, che sono essenziali, auspichiamo che la regolamentazione privilegi data center che siano soggetti al controllo italiano o Pag. 16quantomeno europeo, che siano geograficamente collocati in Italia (questo è fondamentale anche per lo sviluppo, riteniamo), rispetto anche a livelli di incentivi che il decreto-legge potrebbe favorire sullo sviluppo di modelli di IA non solo trasparenti, ma anche totalmente aperti e open source. Tali modelli potrebbero anche essere pubblicati su Developers Italia, recependo, così, anche l'adozione di un modello aperto dell'AI Act.
Relativamente agli impatti sul lavoro, è chiaro che l'intelligenza artificiale costituisce al tempo stesso una grande sfida e un'opportunità da affrontare. Voglio solo ricordare che, come riporta anche uno studio di Goldman Sachs, oggi circa il 60 per cento dei lavoratori sono impegnati in professioni che ottant'anni fa non esistevano.
È inevitabile, quindi, che ci sia un grande cambiamento nelle professioni, soprattutto nel mondo tecnologico, che avrà un impatto anche sugli ordini professionali, sulle vecchie professioni. Una diversità rispetto al passato di cui occorrerà tener conto è la velocità con cui questo accadrà: non accadrà più in cinquant'anni, ma accadrà in cinque anni. Questo avrà un impatto nella velocità della possibilità di qualificare, che diventa fondamentale.
In questo, soprattutto nel mondo della pubblica amministrazione, le società in house possono rappresentare soggetti chiave, offrendo la propria competenza a un naturale posizionamento sul territorio. Anche per promuovere lo sviluppo delle competenze necessarie stanno nascendo nuovi lavori, come ad esempio il prompt engineer, cioè quello che deve decodificare le informazioni per poter fornire risposte in un linguaggio naturale.
Su questo c'è un grande lavoro di formazione e di riqualificazione a cui, come sistema in house, possiamo contribuire.
Un'altra possibilità offerta dall'intelligenza artificiale al mondo del lavoro è la possibilità di integrare l'intelligenza artificiale nei servizi offerti per gli incentivi all'occupazione. Sviluppando modelli con le basi dati per il lavoro, possiamo pensare di supportare una combinazione più intelligente tra domanda e offerta di lavoro.
Anche su questo i princìpi espressi dal disegno di legge richiedono un confronto tra tutti gli enti e, suggeriamo, anche l'adozione di spazi di sperimentazione, i cosiddetti «sandboxes», dedicati anche alla pubblica amministrazione, alle proprie in house, proprio per cercare di sviluppare le nuove competenze sia nell'ambito dell'information technology sia nell'ambito della pubblica amministrazione e dei servizi ai cittadini propriamente detti (supportando gli enti).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
WALTER RIZZETTO
PIETRO PACINI, presidente di Assinter Italia. In sintesi, questa è una brevissima panoramica sui modelli che oggi stiamo sviluppando; gli impatti che possono esserci nel mondo del lavoro e la capacità che il mondo delle società in house, rappresentato anche attraverso l'associazione, può offrire di supporto al Governo nella trasformazione operativa e nella capacità di fornire nuovi servizi alla pubblica amministrazione e ai cittadini.
Grazie ancora. Se ci sono domande, resto a disposizione.
PRESIDENTE. La ringrazio, ingegnere Pacini.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 16.