XIX Legislatura

Commissioni Riunite (VIII-XIV Camera e 4a-8a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Giovedì 20 marzo 2025

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione della Commissaria europea per l'ambiente, la resilienza idrica e l'economia circolare e competitiva, Jessika Roswall (ai sensi dell'articolo 127-ter, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, e dell'articolo 144-quater, comma 2, del Regolamento del Senato della Repubblica):
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 3 
Roswall Jessika , Commissaria europea per l'ambiente, la resilienza idrica e l'economia circolare e competitiva ... 3 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 6 
Terzi Di Sant'Agata Giuliomaria , Presidente della 4 ... 7 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 7 
L'Abbate Patty (M5S)  ... 7 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 8 
Lorefice Pietro  ... 8 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 9 
Bonelli Angelo (AVS)  ... 9 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 9 
Milani Massimo (FDI)  ... 9 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 10 
Sironi Elena  ... 10 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 10 
Fina Michele  ... 11 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 11 
Caramiello Alessandro (M5S)  ... 11 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 12 
Pellegrino Cinzia  ... 12 
Giglio Vigna Alessandro , Presidente ... 12 
Roswall Jessika , Commissaria europea per l'ambiente, la resilienza idrica e l'economia circolare e competitiva ... 13 
Madia Maria Anna , Presidente ... 16 
Roswall Jessika , Commissaria europea per l'ambiente, la resilienza idrica e l'economia circolare e competitiva ... 16 
Madia Maria Anna , Presidente ... 16 
Sironi Elena  ... 16 
Roswall Jessika , Commissaria europea per l'ambiente, la resilienza idrica e l'economia circolare e competitiva ... 16 
Madia Maria Anna , Presidente ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE - Centro Popolare: NM(N-C-U-I)M-CP;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO GIGLIO VIGNA

  La seduta comincia alle 16.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Commissaria europea per l'ambiente, la resilienza idrica e l'economia circolare e competitiva, S.E. Jessika Roswall.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della Commissaria europea per l'ambiente, la resilienza idrica e l'economia circolare e competitiva, Sua Eccellenza Jessika Roswall, sulle tematiche di sua competenza, ai sensi dell'articolo 127-ter, comma 2, del regolamento della Camera dei deputati e dell'articolo 144-quater, comma 2, del regolamento del Senato della Repubblica.
  Saluto e ringrazio Sua Eccellenza Jessika Roswall anche a nome dei colleghi presenti e del Presidente della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII) della Camera dei deputati, onorevole Mauro Rotelli, nonché dei Presidenti delle Commissioni Politiche dell'Unione europea (4a), senatore Giuliomaria Terzi di Sant'Agata, e Lavori pubblici e comunicazioni (8a), senatore Claudio Fazzone, del Senato della Repubblica.
  Consideriamo molto importante consolidare il rapporto diretto tra il Parlamento italiano e la Commissione europea attraverso queste occasioni, come quella di oggi, che integrano il dialogo politico sviluppato attraverso la trasmissione alla Commissione delle nostre pronunce sui progetti di atto dell'Unione europea, la cosiddetta «fase ascendente», sulla quale la Commissione XIV della Camera dei deputati e la Commissione 4a del Senato della Repubblica si stanno molto impegnando in questa fase istituzionale.
  Questi incontri, infatti, a nostro avviso sono di estrema utilità, in quanto permettono uno scambio importante tra la Commissione europea e noi parlamentari nazionali con riguardo alle scelte politiche e legislative operate a livello di Unione europea.
  Al fine di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori delle Commissioni e garantire a tutti i gruppi di poter intervenire, chiedo ai colleghi di far pervenire fin da ora al banco della presidenza le proprie richieste di intervento, per poter ripartire il tempo a disposizione e dare modo alla Commissaria Roswall di replicare. In realtà, diverse richieste di intervento sono già arrivate.
  Do, quindi, la parola al nostro ospite, ringraziandolo nuovamente per la disponibilità a svolgere l'odierna audizione.

  JESSIKA ROSWALL, Commissaria europea per l'ambiente, la resilienza idrica e l'economia circolare e competitiva. Onorevoli deputate e deputati, Signore e Signori. È un onore essere qui oggi a presentarvi una panoramica del lavoro che intendiamo fare insieme alla Commissione europea su ambiente, resilienza idrica ed economia circolare e competitiva. Sono d'accordo con lei, Presidente, è importante avere un dialogo proficuo e sono impaziente di conoscere le vostre opinioni e di parlare con voi.
  Tre anni fa il Parlamento italiano ha modificato la Costituzione italiana per includerePag. 4 la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi tra gli articoli fondamentali. Il nuovo testo afferma, inoltre, che la salute e l'ambiente sono paradigmi da proteggere. L'economia deve proteggerli, così come deve proteggere la sicurezza, la libertà e la dignità umana. Si tratta di un segnale potente, che corrisponde pienamente alla mia visione e a quella della Commissione, segnatamente il fatto che l'ambiente, l'economia e la nostra società sono tutti interconnessi e fanno parte dello stesso sistema. I progressi in un'area dovrebbero essere concepiti in modo da influenzare positivamente anche le altre aree.
  Aggiungerei un'altra dimensione: la sicurezza. Come politici questo è uno dei nostri compiti principali, proteggere i nostri cittadini e la nostra società. Quando si parla di sicurezza, la prima cosa che viene in mente, ovviamente, è la congiuntura geopolitica attuale. Dobbiamo tener conto anche del fatto che le minacce alla sicurezza derivanti dal cambiamento climatico, come le inondazioni e la siccità, ma anche l'energia e l'acqua, hanno una chiara dimensione di sicurezza. Si tratta di minacce che purtroppo conoscete fin troppo bene nel vostro bel Paese. Si tratta anche di minacce alla nostra sicurezza alimentare e alla nostra sicurezza idrica, che dobbiamo proteggere sempre. Si tratta anche di minacce al nostro benessere, ai nostri posti di lavoro e al nostro sviluppo economico, derivanti dall'intensa concorrenza per ottenere le risorse. Per mitigare questi rischi elevati stiamo investendo molto nelle trasformazioni necessarie a livello europeo. Dobbiamo garantire la nostra autonomia strategica aperta, dobbiamo essere in grado di salvaguardare i mezzi di sostentamento, il nostro ambiente e le nostre economie.
  Abbiamo fatto molta strada, ma c'è ancora tanta strada da fare. In particolare, dobbiamo utilizzare il potente strumento dell'Unione europea, il mercato unico, soprattutto nel contesto di un'economia circolare e dobbiamo assicurarci che le grandi trasformazioni siano benefiche per tutti.
  Recentemente la Commissione ha presentato il Patto per l'industria pulita. Si tratta di un piano aziendale coraggioso teso a sostenere la competitività e la resilienza della nostra industria e aiutare la domanda di prodotti ecologici. L'accordo accelererà la decarbonizzazione e garantirà il futuro dell'industria manifatturiera in Europa. A fronte degli alti costi dell'energia e di una concorrenza globale feroce e spesso sleale, le nostre industrie hanno bisogno di un sostegno urgente. Abbiamo ascoltato con molta attenzione le preoccupazioni delle nostre aziende. Per l'industria italiana confido che questo sia un importante passo avanti.
  La congiuntura geopolitica e geoeconomica è oggi in bilico e l'Unione europea deve mantenere salda la propria posizione. Per essere un leader forte nel mondo dobbiamo agire tempestivamente e dimostrare determinazione. Non possiamo essere superati da altre economie e, quindi, aumentare le nostre dipendenze. «Le dipendenze stanno diventando vulnerabilità», queste sono le parole pronunciate da Mario Draghi. Voglio fornirvi l'esempio della produzione alimentare. Oggi la sovranità alimentare dell'Unione europea dipende in larga parte da beni importati, ad esempio i fertilizzanti, i mangimi e l'energia, e solitamente da regioni geograficamente concentrate. Si tratta di una situazione molto rischiosa. Ma anche il resto della nostra economia è vulnerabile. Solo nel 2023 l'Unione europea importerà materie prime critiche per un valore di circa 46 miliardi di euro. Dipendiamo al 100 per cento dalla Cina per le importazioni di terre rare, il 78 per cento delle nostre forniture di litio si importa dal Cile. Ridurre queste dipendenze è strategico e ridurre i rischi delle nostre catene di approvvigionamento è qualcosa di fondamentale. Il modo migliore per farlo è ridurre la necessità di queste importazioni e sviluppare una nostra base di approvvigionamento.
  La risposta, secondo me, sta nell'economia circolare. Economia circolare significa garantire che i materiali di valore rimangano in circolazione e vengano riutilizzati e riciclati, invece di essere eliminati o inceneriti. Significa utilizzare i rifiuti come risorsa e chiudere il cerchio. In questo caso Pag. 5l'Italia sta facendo molto di più rispetto agli altri Stati membri: la vostra circolarità è al 20 per cento, la media dell'Unione europea è del 12 per cento. La vostra fantastica industria della moda sta già facendo molto, ma abbiamo tutti bisogno di profondere ulteriori sforzi. L'UE ha decenni di esperienza in fatto di riciclo e recupero. Nella politica dei rifiuti e negli obiettivi di recupero e riciclaggio siamo leader mondiali, eppure degli otto miliardi di tonnellate di materie prime di cui abbiamo bisogno ogni anno appena il 10 per cento proviene da materiali riciclati, meno dell'1 per cento delle materie prime critiche che utilizziamo proviene dal riciclo. Vi è un grande potenziale inesplorato.
  Dobbiamo iniziare innanzitutto mettendo a punto gli aspetti economici, dobbiamo creare un vero mercato unico per le materie prime secondarie e dobbiamo generare domanda e migliorare l'offerta. Gli appalti pubblici possono certamente rivestire una grande importanza, lo fanno sicuramente, così come i requisiti di riutilizzo e di riciclabilità. Stiamo esaminando tutti questi problemi e proporremo delle soluzioni nella prossima legge sull'economia circolare, contesto in cui il vostro contributo sarà molto prezioso.
  L'economia circolare e altri importanti obiettivi politici potrebbero richiedere una nuova legislazione, tuttavia non dovremmo trascurare l'enorme potenziale della legislazione già esistente. Tutti i Paesi europei devono impegnarsi a implementare ciò che già abbiamo in partenza e l'implementazione deve essere semplice ed efficace. Questo è qualcosa che abbiamo sentito anche dalle aziende. Dovremmo sempre guardare alle politiche dal punto di vista delle persone e delle aziende che devono svolgere il lavoro vero e proprio.
  Sono impaziente di impegnarmi con l'Italia e con gli altri Stati membri per vedere come la Commissione europea possa sostenere l'attuazione delle nostre norme. Dobbiamo ridurre gli oneri amministrativi e di rendicontazione. Si tratta di una tappa cruciale. Ogni ora spesa a compilare documenti è un'ora non trascorsa in fabbrica, o in laboratorio, o sul campo, è un'ora non passata con le vostre famiglie la sera. Come sapete, vogliamo ridurre gli oneri di rendicontazione come minimo del 25 per cento per tutte le aziende e del 35 per cento per le PMI, senza per questo compromettere i nostri obiettivi politici, perché semplificazione non vuol dire deregolamentazione, bensì migliorare l'efficienza e rendere più facile per le persone e per le imprese rispettare la legge.
  Il mese scorso la Commissione ha adottato una prima proposta di semplificazione e attualmente sto lavorando per individuare le possibilità di semplificazione delle nostre norme ambientali. Onorevoli parlamentari, nel momento in cui stiamo modellando la nostra economia, non dovremmo trascurare il valore della natura e i benefìci economici che possiamo trarre da ecosistemi sani. Il 72 per cento delle aziende dell'Eurozona fa affidamento almeno su un servizio ecosistemico, come per esempio l'acqua pulita o un suolo sano. Gli ecosistemi dell'Unione europea forniscono servizi valutati in termini di miliardi di euro all'anno, di cui quasi la metà è rappresentata dalle foreste. È vero anche il contrario, però: la perdita di questi preziosi servizi ecosistemici ha un impatto diretto sui bilanci pubblici o sui profitti delle aziende che vi fanno affidamento.
  Il suolo è un ottimo esempio. Secondo un rapporto 2024 dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, in Italia la riduzione dell'effetto spugna del suolo, ovvero la capacità del suolo di assorbire e trattenere acqua e di regolare il ciclo idrologico, costa già all'Italia più di 400 milioni di euro all'anno. Questo si aggiunge ad altri costi causati dalla perdita di servizi ecosistemici, dovuta alla diminuzione della qualità degli habitat, alla perdita di produzione agricola, allo stoccaggio del carbonio e alla regolazione del clima. Il suolo è un bene strategico e dobbiamo prendercene cura in modo migliore. Il 60 per cento di tutto il suolo europeo è impoverito, il che fa aumentare la nostra vulnerabilità a disastri climatici e calamità, quali inondazioni e siccità. Anche se è vero che il suolo può impoverirsi nel giro di pochi anni, è altrettanto vero che ci voglionoPag. 6 secoli per ricostruirlo. Si tratta, quindi, di una risorsa non rinnovabile.
  L'acqua dolce pulita è un altro esempio di risorsa naturale strategica. È importante per la nostra competitività industriale e digitale. I vari settori industriali, dalle centrali elettriche ai centri di elaborazione dei dati, fanno tutti affidamento su ingenti risorse di acqua dolce. Anche il nostro settore agricolo e alimentare dipende dall'acqua. Sappiamo però che le nostre acque non sono in buono stato: solo un terzo degli specchi d'acqua ha un buono stato ecologico. Questo dovrebbe essere un campanello d'allarme per tutti noi. Dobbiamo agire con determinazione, dobbiamo salvaguardare il nostro approvvigionamento idrico e costruire resilienza contro la siccità, per evitare costi troppo onerosi.
  Nello sviluppo di una strategia di resilienza idrica sono impaziente di imparare dall'esperienza delle migliori pratiche nazionali. Abbiamo appena completato una consultazione con le parti interessate e rifletteremo questi risultati nella strategia, che speriamo di pubblicare prima di questa estate.
  Mi occuperò dei modi più efficaci per salvaguardare la qualità e la quantità dell'acqua, promuovere l'innovazione nel settore idrico e fronteggiare sfide, quali l'inquinamento e la penuria di risorse. L'Italia è tra i Paesi europei con il maggior prelievo di acqua: l'irrigazione in agricoltura e i processi industriali ne rappresentano oltre il 70 per cento. Ma anche degli otto miliardi di metri cubi d'acqua immessi ogni anno nella rete di distribuzione pubblica il 40 per cento va perso a causa di infrastrutture vecchie. Si tratta di oltre 3.000 miliardi di litri di acqua potabile sprecati ogni anno. Quindi, plaudo al fatto che l'Italia abbia stanziato una parte dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per rinnovare il sistema di approvvigionamento idrico nazionale. Sono inoltre in costante dialogo con il mio collega Raffaele Fitto in materia.
  Per concludere, voglio parlarvi di agricoltura e alimentazione. Questa è l'attività principale italiana. Il mese scorso il mio collega Christophe Hansen ha presentato la nostra nuova visione per l'agricoltura e l'alimentazione, per dare forma al futuro di un settore agricolo attraente. La visione sottolinea che l'agricoltura e l'alimentazione sono settori strategici per l'Unione europea. Ciò significa che dobbiamo garantire che questi settori possano prosperare in ogni circostanza e per tutto il tempo possibile, perché servono un importante interesse pubblico. Il servizio è duplice: da un lato gli agricoltori garantiscono la sicurezza alimentare a 450 milioni di abitanti della nostra Unione, dall'altro sono anche custodi del nostro ambiente, poiché possiedono e lavorano il 40 per cento delle terre in Europa. Dobbiamo trovare il modello giusto in cui questi due obiettivi possano essere adeguatamente ricompensati attraverso il mercato, attraverso le finanze pubbliche o attraverso altre modalità di finanziamento, come i crediti di carbonio o i crediti naturali. Anche in questo caso dobbiamo farlo nel modo più efficiente e meno burocratico possibile.
  Non dobbiamo dimenticare che gli agricoltori contribuiscono anche alla bioeconomia, un'altra grande priorità per me. Il potenziale della bioeconomia è in gran parte inesplorato e rappresenta circa il 5 per cento dell'attuale PIL dell'Unione europea. Amplificare il suo ruolo dovrebbe coincidere con la conservazione degli ecosistemi che lo sostengono. Quest'anno presenterò una nuova strategia europea per la bioeconomia che darà la priorità alla gestione sostenibile della biomassa, all'efficienza, alle applicazioni industriali e all'aumento dell'integrità dell'ecosistema, considerandone le ramificazioni globali. In tale ambito vorrei vedere in che modo possiamo utilizzare le risorse pubbliche e private nella maniera più saggia possibile.
  Concludo qui, in modo da darvi tempo per la discussione. Sono impaziente di ascoltare le vostre domande e di instaurare una buona relazione. Voglio sapere come possiamo cooperare. Credo che l'Unione europea abbia bisogno di una voce e che dobbiamo mantenere salda la rotta.
  Grazie mille.

  PRESIDENTE. Grazie, Commissaria Roswall.Pag. 7
  Cedo, con piacere, la parola al mio caro collega del Senato, presidente Terzi di Sant'Agata.

  GIULIOMARIA TERZI DI SANT'AGATA, Presidente della 4a Commissione del Senato della Repubblica. Grazie molte, presidente Vigna.
  Cercando di essere sintetici, visto che abbiamo contingentato i tempi altrui, dobbiamo contingentare anche i nostri. La ringrazio molto, commissario, soprattutto per aver indicato alcuni aspetti di cooperazione, citando anche la cooperazione con il Vicepresidente Fitto.
  Le ha detto alcune cose molto importanti, ne citerei quattro che riguardano il mio Paese, l'Italia, quindi i rapporti con la Commissione europea nel suo insieme e soprattutto con i programmi europei: la questione delle società, il 72 per cento delle società che si collegano e vivono in un ecosistema; la soil erosion (erosione del suolo); l'utilizzo dell'acqua potabile; la dispersione. Questi sono elementi che riguardano l'Italia ma riguardano anche la collaborazione fra il nostro Paese, ai diversi livelli, e la Commissione europea.
  Lei sa dell'impegno italiano e della nostra ambizione di rendere l'Italia un vero hub di approvvigionamento di risorse energetiche e di differenziare. Penso al recente caso di un elettrodotto, che è stato appena iniziato da un'importantissima società italiana, il Tyrrhenian Link, che è nel quadro delle infrastrutture di trasmissione dell'energia elettrica, ma anche all'approvvigionamento di gas attraverso gasdotti che ci collegano all'Algeria.
  Un tema molto in evidenza nei dibattiti che abbiamo in Parlamento è il costo dell'energia, in particolare il costo dell'energia elettrica, ma anche le modalità di migliorare, di intervenire, adattandoci anche alle esperienze apprese dalle migliori practices europee. Le chiedo, quindi, se può darci qualche indicazione sul prezzo dell'energia, in particolare dell'energia elettrica, e come si può intervenire per mitigarlo.
  Per quanto riguarda le fonti di approvvigionamento, evidentemente il nostro posizionamento nei confronti dell'Africa, il Piano Mattei e il Global Gateway entrano in questo ragionamento e in questa discussione, ma soprattutto sulla tassonomia dei carburanti per quanto riguarda il biofuel, gli e-fuel, l'idrogeno, al fine di riuscire a staccarci progressivamente ma in modo possibilmente rapido, come sottolineato da Mario Draghi soltanto due giorni fa, e considerare l'approvvigionamento del gas come una risorsa in uscita, giunta ormai al termine.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Diamo ora la parola ai colleghi parlamentari. Vi chiedo, colleghi, di osservare tempi europei, due minuti a testa.
  Do la parola all'onorevole L'Abbate, Commissione 8a, appartenente al gruppo Movimento 5 Stelle.

  PATTY L'ABBATE. La ringrazio, Commissaria, per quello che ci ha detto. Sono assolutamente in sintonia con lei sui vari punti che ha toccato. Infatti, la mia prima domanda riguarda la gestione della risorsa acqua. Ritengo che sia il problema fondamentale, un problema collegato anche all'agricoltura, come lei stessa ha detto, quindi un tema importante. Vorrei sapere a che punto è in Europa la strategia Blue Deal, che so che è stata da voi messa a punto nel 2023 e che credo stia andando avanti. Questo per quanto riguarda la gestione e la tutela dell'acqua. Per quanto riguarda, invece, la qualità dell'acqua, vorrei sapere se sulle sostanze perfluoroalchiliche, i PFAS, sostanze molto critiche e presenti ovunque in Italia, ci sono novità stringenti su parametri e limiti.
  Lei ha parlato anche di economia circolare e di mercato unico. Personalmente ritengo che i mercati adesso siano diventati tre: il mercato delle materie prime, il mercato del riuso dei beni e il mercato delle materie prime seconde scaturite da un processo di riciclo. Le dico questo perché gli stakeholders ci continuano a ripetere che questi tre mercati molto spesso sono in competizione tra loro. Quindi, le chiedo come si può intervenire per far sì che tutti vadano nella giusta direzione e far capire che devono coesistere perché, come lei ci Pag. 8ha detto, abbiamo un rischio di approvvigionamento e se vogliamo mandare avanti l'economia circolare dobbiamo lavorare per mettere d'accordo questi tre settori.
  Altra questione riguarda la finanza sostenibile. Probabilmente la finanza sostenibile sarebbe ancora più incisiva se la indirizzassimo verso un coinvolgimento degli investimenti privati, verso chi fa veramente economia circolare e abbatte le sostanze critiche e tossiche nei nostri prodotti.
  Devo chiudere purtroppo con questa questione. Sentiamo che l'agenda politica della Commissione europea vuole rallentare il processo di decarbonizzazione, perché alcuni ritengono che il Green Deal sia una strategia che ha causato il rallentamento di alcuni settori produttivi. Da economista ritengo, ma non solo io, che la causa invece, sia rappresentata da fattori strutturali. Le materie prime, come lei stessa ha detto, ma anche molte altre sono scarse e tutti i Paesi devono andare in sviluppo, stessa cosa anche per l'energia. Se i prezzi aumentano è perché il bene è scarso. Vorrei sapere cosa ne pensa e se può rassicurarci che continueremo sulla giusta strada. La ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole.
  Do la parola al senatore Lorefice, Commissione 4a, appartenente al gruppo Movimento 5 Stelle.

  PIETRO LOREFICE. Saluto il Commissario. I temi da trattare sarebbero tantissimi, però le faccio una domanda secca. Visto che lei si è insediata da pochissimo tempo, le chiedo se si è fatta fare un aggiornamento su quelle che sono le risorse a scadere nel settennato 2021-2027 per la parte residuale e se ci può accennare qualcosa sul nuovo settennato, perciò sul nuovo quadro finanziario pluriennale della Commissione europea, se avete già definito il budget. D'altronde, in materia ambientale spesso si parla tanto di affrontare crisi climatiche e cambiamenti, ma poi a questo non corrispondono le adeguate risorse.
  Mi permetto ora di puntare direttamente a uno degli argomenti trattati. Parliamo di acqua come risorsa, perciò cambiamenti climatici, siccità e penuria d'acqua. In Sicilia, ad esempio, la mia regione, negli ultimi anni buona parte della popolazione non riesce ad avere il minimo indispensabile per l'uso quotidiano. La gestione delle risorse idriche in Italia in generale e nel sud in particolare non è adeguata. Senza un'impostazione e un approccio unionale, secondo il mio gruppo politico, il Movimento 5 Stelle, non riusciremo da soli come Paese Italia a dare la giusta spinta. Che cosa state prevedendo a tal riguardo? Lei ha parlato di riduzione degli sprechi.
  Sappiamo che c'è una nuova direttiva sulle acque reflue, da poco approvata, ma che verrà messa a terra negli anni a seguire. In Italia abbiamo già ben quattro procedure d'infrazione, di cui una andata in sentenza. Abbiamo pagato una sanzione una tantum di 25 milioni di euro e paghiamo 60 milioni di euro l'anno. Questa è solo la prima che è andata a doppia sentenza, ce ne sono altre tre, per cui il quadro non è confortante. Le chiedo, quindi, se lei in qualità di Commissario sta monitorando alcune situazioni critiche e come può supportare un Paese come l'Italia che evidentemente non riesce, con le proprie politiche interne, a invertire la rotta.
  Le faccio un esempio. Se lei va a verificare le quattro procedure di infrazione, si renderà conto che stiamo parlando di quasi ventinove milioni di abitanti equivalenti, quasi la metà dei cittadini italiani (siamo circa sessanta milioni). Metà dei paesi in cui vivono questi abitanti non ha un adeguato sistema di depurazione secondaria e terziaria. È una cosa veramente inquietante. La mia regione, la Sicilia, che è il fanalino di coda, non riesce neanche a coprire il 44 per cento della popolazione servita da depuratori. Non si può più consentire che questo avvenga. In virtù di questo, le chiedo cosa intendete fare sul riuso delle acque reflue depurate, perché anche quella è una risorsa. La risorsa acqua, definita l'oro blu, dovrebbe essere ai primi posti dell'agenda dell'Unione europea e della Commissione europea tutta, per cui le chiedo un approfondimento sul tema Pag. 9acqua. Lei come commissario e la Commissione europea tutta che cosa volete fare?
  Un'ultima questione, e chiudo. Ho sentito parlare di risorse destinate all'ambiente pari al 5 per cento del PIL dell'Unione europea, invece a me risulta che l'intero quadro finanziario pluriennale in proporzione, se definito per anno, non arrivi neanche all'1 per cento. Perciò, c'è qualcosa che non mi torna. Parlando di investimenti in proporzione al PIL specialmente in relazione all'ambiente, mi sa dire quanto la Commissione europea investe? Questo ci può far avere il polso della situazione e capire quanto veramente per noi e per voi sia importante l'ambiente. Se investiamo poco, vuol dire che facciamo tante parole e pochi fatti.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore.
  Do la parola all'onorevole Angelo Bonelli, Commissione 8a, appartenente al gruppo AVS.

  ANGELO BONELLI. Buonasera, signora Commissaria, benvenuta a Roma. Piacere di conoscerla.
  Lei sa che l'Italia è il Paese che ha più procedure di infrazione o quantomeno rilevanti procedure di infrazione in materia ambientale, non è solo una questione che viene da questo Governo, è un problema strutturale che viene da lontano. Questo si inserisce in un quadro molto preoccupante nel nostro Paese, di assenze di recepimento di alcune questioni fondamentali dal punto di vista ambientale.
  Io sottoscrivo – sono totalmente d'accordo – la sua relazione introduttiva. Sono stato piacevolmente sorpreso dalla relazione e dalla sintesi con cui l'ha affrontata, lo dico senza alcun tipo di retorica, però vorrei dirle una cosa molto chiara. Parlo anche ai miei colleghi. Noi stiamo vivendo un momento molto difficile dal punto di vista del contesto internazionale: la guerra, il conflitto, il riarmo, la guerra in Ucraina. Il tema energetico è un tema fondamentale, anche come concausa di questo conflitto. La Russia possiede, di fatto, i più grandi giacimenti di gas, pari a 47,8 mila miliardi di metri cubi, un numero immenso. Tanto per darvi un'idea, quella quantità di gas servirebbe a soddisfare il fabbisogno dell'Italia per 700 anni. Ecco perché è importante andare verso l'autonomia energetica.
  Mario Draghi alcuni giorni fa al Senato della Repubblica italiana ha detto che bisogna liberarsi dalla dipendenza del gas per costruire l'autonomia energetica. Ci sono, però, alcuni fraintendimenti su come costruire l'autonomia energetica. Un conto sono le fonti energetiche e un conto è la produzione di energia. Noi dobbiamo arrivare all'autonomia avendo la capacità di gestire in toto il ciclo di produzione di energia. Non abbiamo giacimenti di uranio, non abbiamo grandi giacimenti di gas.
  La domanda è: lei intende, nelle parti di sua competenza, spingere verso gli obiettivi climatici per arrivare a rinnovabili attraverso gli investimenti, ad esempio, sulle gigafactory o sulle grandi tecnologie di accumulo, che consentirebbero alle rinnovabili di poter essere utilizzate in maniera molto determinata? Questo è un punto essenziale, perché c'è molta ideologia e molta propaganda da questo punto di vista, ovvero che il Green Deal rallenta, che si favoriscono altre potenze, ma in realtà questo – per dare una risposta anche al presidente Terzi – contribuirebbe a una diminuzione del costo dell'energia.
  In ultimo, e concludo, le consegno una lettera – ovviamente, la prenda nelle modalità che ritiene – che riguarda la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina in Italia, che va a incidere su aree di profonda e delicata biodiversità, che sono tutelate dall'Unione europea. C'è un problema che attiene alla procedura europea, che non può essere violata e che, dal nostro punto di vista, sta per essere violata dal Governo italiano.
  La ringrazio.

  PRESIDENTE. Essendo l'unico parlamentare del suo gruppo, le ho lasciato un po' più di tempo, onorevole.
  Do la parola all'onorevole Massimo Milani, Fratelli d'Italia, 8a Commissione.

  MASSIMO MILANI. Grazie, presidente.Pag. 10
  Grazie molte per il suo tempo, Commissaria. Ho apprezzato molto le sue parole sull'economia circolare e proprio per questo vorrei farle delle domande puntuali.
  Per quanto riguarda la modifica della direttiva sui rifiuti, c'è una proposta finalizzata a intervenire sui rifiuti tessili – lei ne ha fatto anche cenno nella sua esposizione – per contrastare la pratica insostenibile del fast fashion, quindi per prevenire e cercare di mettere nel circuito dell'economia circolare anche quel tipo di prodotto. Vorrei sapere qual è l'orientamento della Commissione europea su questo tema in particolare.
  Passo alla seconda domanda. La politica comunitaria è fortemente impegnata nel contesto della dispersione della plastica nei suoli e nei mari. A tale proposito, la direttiva (UE) 2019/904 sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente, cosiddetta SUP (single use plastic), ha vietato l'utilizzo di taluni prodotti monouso in plastica. Tuttavia, a oggi, non essendoci una definizione di prodotti riutilizzabili, si crea una certa confusione. Intendete porre rimedio a questa anomalia sul prodotto monouso?
  Passo a un altro tema. Oggi esistono target di raccolta differenziata e di riciclo per diverse frazioni di rifiuti, di imballaggi. Tuttavia, per la frazione organica, che rappresenta circa il 40 per cento del rifiuto prodotto dalle attività umane, soprattutto nelle città, non ci sono target né di raccolta né di riciclo. In Italia abbiamo una filiera importante, virtuosa, nella gestione del rifiuto organico che, producendo composto, contribuisce alla fertilità dei suoli. Porrete rimedio a questa mancanza? Questa è la domanda.
  Quarta e ultima domanda. Nella scorsa legislatura si è assistito a una crescita al ricorso più al regolamento che alla direttiva come strumento di legiferazione. Quali sono i suoi intendimenti su questo? Continuerete a fare regolamenti immediatamente applicativi o direttive che, invece, possono consentire agli Stati di conseguire gli obiettivi con maggiore flessibilità?

  PRESIDENTE. Do la parola alla senatrice Elena Sironi, 8a Commissione, Movimento 5 Stelle.

  ELENA SIRONI. Grazie, presidente.
  Benvenuta e grazie, Commissaria, per il suo intervento, che ho molto apprezzato. Vorrei focalizzarmi su un aspetto particolare, nel momento in cui è intervenuta riferendosi alla gestione delle acque, all'effetto spugna del suolo. Io sono in Commissione Ambiente, dove trattiamo, tra l'altro, anche la tematica dell'urbanistica, dell'edilizia, quindi tutte le norme che regolano le costruzioni, le edificazioni e, in particolare, per quello che mi interessa in questa circostanza, il consumo di suolo. Sappiamo che l'impermeabilizzazione del suolo lo fa definitivamente morire, la sua impermeabilizzazione impedisce quell'effetto spugna essenziale sia per l'assorbimento dell'acqua nel momento in cui ci sono fenomeni alluvionali importanti sia per la ricarica delle falde acquifere profonde, che sono la riserva d'acqua depurata.
  Noi in Italia non abbiamo una norma sul consumo di suolo. Si sta ragionando in termini di riordino dell'intera materia urbanistico-edilizia, ma sarebbe importante potersi riferire a una direttiva o, meglio, a un regolamento specifico che dia indicazioni sulle modalità con cui agire. Ci sono zone del nostro Paese dove il consumo di suolo è altissimo, dove, tra l'altro, pregiudica anche lo stato di salute dei cittadini, se vogliamo collegarlo al mancato assorbimento della CO2, quindi anche all'inquinamento dell'area, ci sono tutte le regioni del nord Italia, che sono quelle più industrializzate, che sono sotto procedura di infrazione per il superamento dei limiti. L'aspetto di regolamentazione del consumo di suolo nell'ottica di una sua limitazione è importantissimo.
  È vero che abbiamo la Nature Restoration Law, ossia il regolamento europeo relativo al ripristino degli habitat degradati in Europa, che aiuta in un senso, però i riferimenti normativi europei sono tanti, frastagliati, non c'è qualcosa che li unisca nell'ottica del raggiungimento di questo obiettivo specifico.

  PRESIDENTE. Do la parola al senatore Michele Fina, 8a Commissione, Partito Democratico.

Pag. 11

  MICHELE FINA. Grazie, presidente.
  Grazie, Commissaria. Cinque rapidissime domande. La prima: il presidente degli Stati Uniti Trump ha annunciato l'uscita dagli accordi di Parigi, qual è la sua valutazione?
  Seconda domanda, sempre riferita al presidente Trump che ha annunciato di voler abbandonare – e di fatto sta procedendo in questa direzione – le politiche del Green Deal: le chiedo se questa è una possibilità, dal nostro punto di vista assolutamente negativa, anche per la Commissione europea.
  La terza riguarda la legge sul ripristino della natura. Fatto un primo passaggio nel Parlamento europeo, le chiedo se, anche per suo impulso, andrà avanti.
  Passo alla quarta domanda. Ha citato il presidente Draghi. Tra le altre cose, ci ha ripetuto, proprio in questi giorni, anche in sede di audizione in Parlamento, la necessità di disaccoppiare il costo del gas dal costo dell'energia rinnovabile. Qualche Paese si è mosso da solo, come la Spagna, che però ha messo un tetto al costo del gas. Per quanto anche noi siamo convinti che il Governo italiano, i Governi nazionali possano procedere verso questa direzione, tuttavia è evidente che c'è bisogno di un'iniziativa europea.
  Quinta e ultima domanda: il secondo rapporto di monitoraggio sull'attuazione della transizione verde in Europa vede 8 indicatori su 28 sulla buona strada. Le chiedo se tutti e 28 saranno raggiunti nei tempi che conosciamo.

  PRESIDENTE. Do la parola al deputato Alessandro Caramiello, Commissione Agricoltura, Movimento 5 Stelle.

  ALESSANDRO CARAMIELLO. Grazie, presidente.
  Benvenuta, Commissaria. In questa legislatura stiamo assistendo, purtroppo, a numerosi e reiterati tentativi da parte del Governo di indebolire la protezione della fauna selvatica e di facilitare la caccia. In alcuni casi questi tentativi sono andati a buon fine portando la Commissione europea ad aprire nei confronti dello Stato italiano l'avvio di procedure di infrazione per mancato rispetto del diritto europeo della natura, in relazione a una serie di problematiche venatorie in Italia e sull'uso del piombo nelle munizioni, violando, quindi, la Direttiva 79/409/CEE «Uccelli», 92/43/CEE «Habitat» e il regolamento 1907/2006 «REACH» (Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals). Vorremmo sapere se la Commissione europea sta monitorando il preoccupante aumento dei provvedimenti di dubbia compatibilità con la normativa dell'Unione europea.
  Sempre in materia di tutela della fauna selvatica, segnalo la grave situazione che si sta verificando nella provincia autonoma di Trento, dove era stato avviato un progetto di ripopolamento della specie Ursus (Life Ursus), che a causa della scarsa capacità di gestione da parte della provincia sta portando all'adozione di misure del tutto ingiustificate, come le ordinanze di abbattimento prive di concrete motivazioni. Su questo, come già esposto in una lettera che le abbiamo inviato a dicembre scorso, le chiediamo di valutare se le disposizioni statali di recepimento degli articoli 12 e 16 della Direttiva Habitat, di cui all'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, nonché quelle della medesima provincia, di cui alle leggi provinciali n. 9 del 2018 e n. 1 del 2024, siano nel loro complesso coerenti con la normativa europea vigente.
  Infine, facciamo presente che l'Italia è oggetto di ben 23 procedure di infrazione in materia ambientale. L'ultima è stata aperta per non corretto recepimento della direttiva 1999/31 sulle discariche di rifiuti, così come modificata dalla direttiva dell'Unione europea 2018/850. Per ben tre procedure, quelle sull'emergenza rifiuti in Campania, sul trattamento delle acque reflue urbane e sui rifiuti pericolosi e le discariche, l'Italia è stata già condannata al pagamento di sanzioni pecuniarie; per altre tre procedure pende ricorso alla Corte di giustizia per ottenere la condanna pecuniaria. Vorrei sapere quali sono le sue valutazioni al riguardo, quale linea intende tenere in Commissione europea in questa legislatura per garantire l'effettiva applicazionePag. 12 in Italia della normativa ambientale dell'Unione europea.
  Infine, proprio in queste ore è arrivata la notizia della formalizzazione della proposta della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio di modifica della direttiva 92/43 per quanto riguarda lo status di protezione del lupo, del canis lupus. Riteniamo che questa proposta rappresenti un forte elemento di preoccupazione per la tutela della biodiversità e vorremmo conoscere la sua posizione in merito.

  PRESIDENTE. Do la parola alla senatrice Cinzia Pellegrino, 4a Commissione, Fratelli d'Italia.

  CINZIA PELLEGRINO. Grazie, presidente.
  Grazie, Commissaria, per essere qui con noi a darci l'opportunità di farle alcune domande che noi riteniamo essenziali.
  Parto dalla prima. Pensiamo che il Clean Industrial Deal, presentato dalla Commissione europea, va nella direzione, finalmente, di trovare un equilibrio tra i necessari cambiamenti a salvaguardia dell'ambiente e la competitività industriale. Su questo, innanzitutto, la prima domanda è una rassicurazione che non rappresenterà un nuovo Green Deal, che, esasperato nella sua ideologia, vada a influire in maniera negativa sulla competitività, quindi proseguire sul lato della desertificazione industriale per quanto riguarda le nostre aziende, che sono state colpite anche da una iper-regolamentazione e da una normativa a volte molto ideologica, come il settore dell'automotive.
  In questo senso, l'Italia ha presentato di recente un documento di lavoro, un non-paper, insieme alla Repubblica Ceca, che va ad affrontare questo tema e a dare una nuova prospettiva, soprattutto per quanto riguarda le multe attinenti ai produttori non in linea con i nuovi obiettivi per quanto riguarda la produzione di veicoli. Visto che questo non-paper, oltre alla Repubblica Ceca, ha avuto anche il supporto di altri Stati membri, le chiedo se è possibile portarlo avanti nel nome dell'interesse comune degli Stati stessi e delle aziende produttrici.
  Infine, sempre sulla questione degli effetti distorsivi del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, il cosiddetto «CBAM», l'Italia sostiene con particolare forza la semplificazione e la riduzione degli adempimenti normativi. La Commissione europea intende proseguire su questa strada?

  PRESIDENTE. Commissaria, le pongo anch'io una domanda. Nel corso della scorsa legislatura europea, la Camera dei deputati, in particolare la Commissione che presiedo, ha esaminato diverse proposte legislative attuative del Green Deal. In molti casi, ad esempio con riferimento al già citato regolamento sugli imballaggi, abbiamo riscontrato da parte della Commissione europea un approccio ideologico che non ha tenuto in debita considerazione le specificità nazionali e l'impatto delle misure proposte sui cittadini e sulla competitività delle industrie europee. Stiamo analizzando la situazione e ci sembra di aver capito che questa nuova Commissione europea ha almeno in parte un approccio più pragmatico. Spero che questo si consolidi. Abbiamo, ovviamente, bisogno – non solo noi come Italia – di un approccio alla transizione verde che tenga conto del più antico pilastro, il pilastro sociale, e che tenga conto dei diritti dei lavoratori e delle imprese d'Europa, questo al fine di raggiungere un continente a impatto climatico zero, ma anche al fine di raggiungere un continente a disoccupazione zero, quindi una transizione verde che sia socialmente sostenibile dai lavoratori e dalle imprese d'Europa.
  Infine, vi è il tema – già toccato da un collega – dell'uso, a nostro parere eccessivo, dello strumento del regolamento. Nella passata legislatura europea, la proporzione tra regolamenti e direttive è stata del 75 per cento rispetto al 15 per cento. Sappiamo benissimo che il regolamento è uno strumento molto rigido, immediatamente applicato dagli Stati nazionali. Abbiamo la necessità, soprattutto su alcune materie importanti come l'ambiente, le materie di cui si occupa lei, di strumenti più malleabili per gli Stati nazionali e in un Paese con una forte capacità legislativa e normativa Pag. 13delle proprie entità substatali, quindi delle nostre regioni, ovviamente modificabili anche a livello territoriale, per tener conto di quelle che sono le specificità. Io stesso ho tenuto su questo tema una relazione alla Conferenza degli organi parlamentari specializzati negli affari europei (COSAC) a Budapest. L'Italia ha presentato diversi emendamenti alla COSAC, emendamenti che hanno ricevuto la maggioranza dei voti, ma che non sono passati per via delle regole molto alte, delle regole di voto della COSAC stessa. Ho avuto anche il piacere di svolgere una relazione alla Commissione per le petizioni all'Europarlamento. Il nostro parere sul regolamento imballaggi teneva conto di questa possibilità e il Senato francese ci è venuto dietro con una relazione a tal proposito.
  Grazie, commissaria. A lei la parola.

  JESSIKA ROSWALL, Commissaria europea per l'ambiente, la resilienza idrica e l'economia circolare e competitiva. Grazie.
  Grazie. Ho bisogno di un po' di tempo per riordinare tutto. Ho preso appunti su tutto quello che avete detto, quindi cercherò di sviluppare il discorso dall'inizio. Comincerò dall'acqua. Molti di voi hanno parlato della questione idrica. È nel mio titolo, è una domanda importante e, secondo me, ha la priorità da parte della Commissione europea, e direi «finalmente». Cercherò di parlare di una strategia di resilienza idrica, da delineare prima dell'estate, così risponderò ad alcune delle vostre domande. Sarà adottata una prospettiva olistica. Ho cercato di dirlo anche all'inizio. Come sapete, a volte abbiamo troppa acqua e a volte ne abbiamo troppo poca, a volte allo stesso tempo. Questo, ovviamente, causa sofferenze per le persone, per l'ambiente e per l'economia. Abbiamo bisogno di fronteggiare meglio questa questione, dobbiamo concentrarci sulla quantità d'acqua per varie ragioni.
  Dobbiamo parlare di efficienza, questa è la domanda che mi avete posto. Dobbiamo avere vere e proprie discussioni, tra tutti noi – decisori politici, aziende, industrie, agricoltori, consumatori – in primo luogo sull'efficienza. Credo che ci sia molta innovazione. Molte cose possono essere fatte, si può essere competitivi, si può crescere in Europa, e questa è una delle cose delle quali mi occuperò. C'è un'altra cosa. Qualcuno di voi ha sollevato la questione delle acque reflue come risorsa. Sono d'accordo, perché si tratta di una vera e propria risorsa e dobbiamo utilizzarla al meglio. C'è dell'innovazione in Europa che possiamo utilizzare meglio, ma dobbiamo intensificare questa attività. Abbiamo bisogno di capitali. Nessuno lo ha detto. Ieri si è parlato dell'unione dei risparmi, dell'unione dei capitali. Bisogna investire questi capitali anche nell'acqua. Ci sono molte altre iniziative di investimento nel settore idrico oggi. Questa è una delle cose delle quali ho parlato con il Commissario Fitto.
  Altra questione, sempre relativa all'acqua. Qualcuno ha parlato del Blue Deal. Secondo me, nella strategia idrica in un certo qual modo abbiamo parlato di acqua, ma non ne abbiamo davvero parlato. Diamo l'acqua per scontata. Ovviamente questo cambia da uno Stato membro all'altro, ma c'è uno slancio, un'occasione che possiamo cogliere. Stiamo pensando a molte cose: alla quantità, alla qualità, all'innovazione, ai finanziamenti. Sto lavorando a stretto contatto con il cipriota Kostas Kadis, il Commissario per gli oceani, e devo lavorare, ovviamente, anche con gli altri. Non dobbiamo dimenticare questa cosa. Una sfera legata all'acqua è quella dell'agricoltura, quindi bisogna lavorare in collaborazione con il settore agricolo, ma anche con Christophe Hansen, perché abbiamo tutti lo stesso problema, siamo tutti sulla stessa barca. Tornerò sulla questione dell'acqua alla fine.
  Parliamo di circolarità. La circolarità fa parte del mio titolo, anche la circolarità competitiva è qualcosa di cruciale per me. Credo che qualcuno mi abbia chiesto in che modo possiamo investire adesso. Per me è importante ricordare a tutti noi che, se vogliamo fare tutte le cose che abbiamo bisogno di fare quando si parla di sicurezza, di cambiamento climatico, di ambiente, abbiamo bisogno di costruire un'Europa competitiva, forte, solida. Per me la circolarità è un'opportunità per ottenere maggiore competitività, una delle aziende maggiormente competitive. Voi siete miglioriPag. 14 rispetto agli altri Stati membri in media, ma dobbiamo migliorare l'economia. Abbiamo un'opportunità da cogliere e un potenziale da sfruttare.
  Dobbiamo parlare di competitività e anche di sicurezza. Ci sono diversi mercati circolari. Quello che avete detto è corretto, abbiamo bisogno alcuni di questi materiali, non solo gli europei, non solo gli italiani, abbiamo bisogno di maggiore digitalizzazione, di maggiore transizione verde, di maggiore sicurezza. C'è una vera e propria battaglia là fuori che riguarda le materie prime critiche e le materie prime in generale. Le risorse che abbiamo non sono infinite e dobbiamo utilizzarle in modo più intelligente. Una risposta a questa battaglia per i materiali è la circolarità. Quando si parla di materie prime critiche, compriamo molto spesso in Europa, ma non ricicliamo le risorse che utilizziamo. Dobbiamo migliorare l'economia, dobbiamo far funzionare i mercati. Circolarità non vuol dire solo sicurezza e competitività, ma vuol dire anche un ambiente sano e decarbonizzazione, perché dobbiamo tenere salda la rotta. Se utilizziamo la circolarità, facciamo diminuire le emissioni.
  Voglio parlarvi di innovazione. Ho capito che ci sono molte innovazioni riguardanti la circolarità, è qualcosa in cui siamo bravi in Europa, a volte però ci mancano i capitali. Questa è una delle ragioni per le quali non abbiamo la possibilità di compiere ulteriori sforzi. Conoscete la situazione: in molti settori abbiamo molte buone idee, però l'attività si intensifica in altri posti, ad esempio in Cina o negli Stati Uniti.
  Alcuni di voi hanno parlato delle plastiche monouso (utilizziamo molti acronimi in Europa). Per quanto concerne le plastiche monouso, c'è stata una discussione sulla definizione di bioplastiche e sul modo in cui si va avanti. Ci sono buone discussioni su questo. Stiamo implementando e sono in corso molte discussioni con gli Stati membri, con i vari settori, rispetto al modo in cui implementare questa decisione che abbiamo in mente. Dobbiamo di nuovo implementare la circolarità e la competitività. È una cosa della quale dobbiamo parlare in Europa.
  Il mercato unico non è un mercato unico a ventisette. Rispondo alla domanda che qualcuno ha fatto, sul fare più direttive o più leggi da implementare in tutta Europa. Durante l'ultimo mandato ci sono state molte decisioni che sono state prese. Il mio lavoro è quello di implementare. Gli Stati membri devono implementare, perché abbiamo bisogno di vedere anche dei risultati.
  Secondo me, a volte non abbiamo neanche bisogno di leggi. Abbiamo bisogno di discussioni sull'innovazione. A volte serve il mercato per risolvere le cose, altre volte abbiamo bisogno invece di leggi. A volte i vari settori industriali hanno bisogno di leggi. Abbiamo un mercato competitivo. A parità di condizioni, dobbiamo tenere a mente il fatto che gli Stati membri sono molto diversi tra di loro. Il mio Paese e il vostro Paese sono diversi Non posso darvi una risposta diretta, una risposta corretta, perché dipende.
  Credo che il rapporto sul mercato interno di Enrico Letta sia stato molto chiaro. Dobbiamo fare in modo che il mercato unico sia più unico, e questo è vero, quando si parla di rifiuti e di circolarità, perché è qualcosa che ci ostacola. Abbiamo ventisette set di regole diverse.
  Prima che io passi alla semplificazione vorrei parlarvi di energia. Ci sono state alcune domande su questo punto. Il mio collega Dan Jørgensen è responsabile di questo, ma ovviamente siamo d'accordo, è una priorità per la Commissione europea, ci deve essere un'energia abbordabile e verde. Abbiamo, però, bisogno di più energia. La guerra su vasta scala della Russia contro l'Ucraina ci dimostra che dobbiamo mettere fine alla dipendenza dal petrolio e dal gas russi. L'abbiamo fatto in un breve periodo di tempo, ma in questi primi cento giorni abbiamo pubblicato – lo stesso giorno del Patto per l'industria pulita – il Piano sull'energia accessibile. Contiene molti elementi, tra cui la velocizzazione delle autorizzazioni, assicurarci di avere un mercato funzionante e ridurre i costi di trasferimento.
  Inoltre, dobbiamo anche consolidare l'Unione europea, l'Unione europea dell'energia. Ci sono di nuovo ventisette mercati e dobbiamo accelerare il nostro lavoro insieme. Poi, qualche giorno fa abbiamo preparatoPag. 15 il Piano d'azione per l'acciaio e i metalli. Si tratta di qualcosa di legato a quello che ho detto prima, perché anche queste sono delle fonti di energia, delle risorse.
  Vorrei concludere con la semplificazione. Ci sono state molte domande sulle procedure di infrazione. Parto da questo. Ho ricevuto una domanda durante l'altra audizione alla quale ho partecipato, quando sono andata al Parlamento europeo, in qualità di rappresentante della Svezia, sul modo in cui citerò in giudizio il mio Paese. Ho preso nota di questo aspetto. Secondo me, c'è un particolare aspetto nella legislazione. Noi siamo d'accordo sulla nostra legislazione, perché è qualcosa di buono per l'Europa, ci permette di giocare alla pari, è qualcosa che ci rende maggiormente competitivi, è qualcosa che renderà il nostro ambiente più pulito, che ci permetterà di raggiungere i nostri obiettivi di sviluppo del millennio, che ci renderà più sicuri, ma dobbiamo anche andare avanti in questo senso.
  Il mio approccio, quando si parla di procedure di infrazione, è un approccio di dialogo. Credo che il dialogo sia l'approccio migliore. L'approccio migliore non è quello di andare direttamente in tribunale. Finora ho intrattenuto dei dialoghi non con tutti gli Stati membri, ma con molti. Vedo che molti vogliono implementare delle misure. A volte, è vero, ci sono degli ostacoli, a volte è qualcosa di oneroso, a volte è oneroso non fare nulla, ma credo fermamente che questa sia la strada per andare avanti. Credo che ci siano molti modi per procedere. È vero, si parla di procedure di infrazione, ma molte cose sono risolvibili prima di andare in tribunale. Di nuovo, vi voglio parlare della parità di condizioni. Quando si parla del mio portfolio, quest'ultimo riguarda il prendersi cura della salute delle persone e dell'ambiente.
  Detto questo, rispetto alle procedure di infrazione tipiche nei confronti dell'Italia, siamo a stretto contatto, stiamo dialogando. Dipende dalle procedure di infrazione delle quali stiamo parlando, ma stiamo parlando a livello tecnico. Stiamo assistendo ad alcuni progressi quando si parla, per esempio, delle discariche. Quando si parla di inquinamento seguiamo da vicino questa questione perché si parla di salute delle persone.
  Voglio parlarvi brevemente della questione del lupo. Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno preso questa decisione, contenuta nella Convenzione di Berna a dicembre. Adesso la Convenzione sarà implementata. La Commissione ha deciso di spostare il lupo da un allegato all'altro. Gli animali presenti nella direttiva Habitat devono essere protetti da tutti gli Stati membri. È qualcosa che non cambia.
  Alcune domande che mi avete posto riguardavano l'amministrazione americana e l'accordo di Parigi. Sì, sono usciti dall'accordo. Ovviamente, dobbiamo fronteggiare il cambiamento climatico. L'Unione europea deve continuare lungo la sua strada, dobbiamo fare la nostra parte, dobbiamo continuare, malgrado tutti i Paesi possano abbandonare l'accordo, a fare il nostro lavoro. Per me è importante.
  Vorrei concludere con il rapporto di Draghi. Credo che il professor Draghi sia stato qui recentemente, due giorni fa. Secondo me, il Green Deal costituisce un percorso di crescita, una strategia di crescita. Credo che voi possiate fare entrambe le cose, competitività e transizione verde. Si tratta di due facce della stessa medaglia. Draghi nel suo rapporto dice che si tratta di un vantaggio competitivo per l'Europa. Vediamo che le nostre aziende hanno un vantaggio rispetto ad altre aziende, non in tutte le aree, ma per molte cose. Dobbiamo quindi continuare ad andare avanti lungo questa strada, ma abbiamo molto regolamentato, forse troppo, forse le normative sono troppo complesse, forse sono troppo gravose per le aziende e quindi tutti i commissari sono molto concentrati sulla semplificazione. Qualche settimana fa abbiamo preso le prime due decisioni su due Omnibus per ridurre la burocrazia e l'onere di rendicontazione.
  Deve esserci almeno il 25 per cento di riduzione quando si parla di onere di amministrazione e quando si parla di PMI, il 35 per cento per le PMI.
  Sono davvero lieta di essere qui e dobbiamo vedere dei risultati. Sono davvero lieta di essere qui, perché ovviamente la Commissione europea può fare molto, ma dobbiamo fare molto con gli Stati membri, perché molte cose passano attraverso i Parlamenti per esserePag. 16 implementate. Quindi, per me, è davvero importante avere un contatto, uno stretto dialogo con i Parlamenti. Oggi sono davvero contenta di essere qui in Italia, perché si tratta di uno dei miei paesi preferiti ed è per questo che capisco un po' di italiano. Non parlo l'italiano che vorrei parlare, ma è davvero un onore essere qui. Grazie mille.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
MARIA ANNA MADIA

  PRESIDENTE. Grazie, Commissaria, per questo suo intervento e anche per questa sua replica così puntuale e molto diffusa sui diversi punti. Ringrazio anche gli interpreti che sono stati altrettanto puntuali.

  JESSIKA ROSWALL, Commissaria europea per l'ambiente, la resilienza idrica e l'economia circolare e competitiva. Forse la senatrice Sironi vuole fare una domanda.

  PRESIDENTE. Collega, le ridarei la parola, così riformula la domanda in modo molto puntuale e in pochissimi secondi. Poi diamo qualche minuto alla Commissaria.

  ELENA SIRONI. Grazie, Commissaria. Semplicemente, avevo fatto una domanda sulla legge sul consumo di suolo, legge europea, perché ora è molto frammentata. In Italia abbiamo un problema anche di riordino della materia e ci farebbe comodo avere un punto di riferimento europeo per legiferare anche qui.
  Grazie.

  JESSIKA ROSWALL, Commissaria europea per l'ambiente, la resilienza idrica e l'economia circolare e competitiva. Le rispondo anche sull'altro quesito che mi aveva posto in precedenza. La legge sulla restaurazione della natura è stata decisa l'anno scorso, ora è implementata. Ora l'attuazione dipenderà dagli Stati membri. Per me, la cosa importante è tenere un dialogo con tutti gli Stati membri sulla fase di attuazione della legge. In questa legislazione vi è un ampio grado di flessibilità, proprio perché molti Stati membri attuano queste disposizioni in misura diversa. Conosco maggiormente la situazione svedese. Voglio aggiungere una cosa sulla semplificazione. Questo è importante per me, perché so che questa disposizione può essere onerosa per molti.
  Abbiamo a disposizione dei dati che riutilizzeremo per l'attuazione della legislazione. Questo è un punto che ci tenevo a sottolineare. Preso nota della questione sulla biodiversità, la domanda sulla biodiversità che per me è importante. Questa è una risposta che noi intendiamo dare. Noi vogliamo rispettare gli impegni assunti in occasione dell'Accordo di Kunming-Montreal sulla biodiversità.
  Ogni Stato membro ha a disposizione due anni per presentare i piani di ripristino. Siamo in contatto con tutti gli Stati membri sullo stato d'attuazione, ma vogliamo certamente dare uno spazio di flessibilità per la fase di attuazione. Con gli Stati membri siamo in contatto.
  Mi scuso se non ho risposto alla sua domanda in precedenza.

  PRESIDENTE. Grazie di nuovo, Commissaria. Ringraziamo il servizio che ci ha consentito di avere la traduzione, quindi ringraziamo gli interpreti che sono stati anche loro molto pazienti.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 17.15.