XIX Legislatura

Commissioni Riunite (VIII e X)

Resoconto stenografico



Seduta n. 18 di Giovedì 6 febbraio 2025

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RUOLO DELL'ENERGIA NUCLEARE NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA E NEL PROCESSO DI DECARBONIZZAZIONE

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Confindustria.
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 
Regina Aurelio , delegato per l'energia di Confindustria ... 3 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 4 
Ghirra Francesca (AVS)  ... 4 
Cappelletti Enrico (M5S)  ... 4 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 5 
Regina Aurelio , delegato per l'energia di Confindustria ... 5 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 6 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti della Confederazione italiana piccola e media impresa privata (CONFAPI):
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 6 
Torlizzi Gianclaudio , esperto in materia di energia nucleare e materie prime di CONFAPI ... 6 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 7 
Cappelletti Enrico (M5S)  ... 7 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 7 
Torlizzi Gianclaudio , esperto in materia di energia nucleare e materie prime di CONFAPI ... 8 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 8 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti della Fondazione per lo sviluppo sostenibile:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 8 
Barbabella Andrea , responsabile clima ed energia della Fondazione per lo sviluppo sostenibile ... 8 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 9 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di DESPE S.p.a.:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 10 
Panseri Stefano , amministratore delegato di DESPE S.p.a ... 10 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 11 

Audizione, in videoconferenza, di Francesco Bochicchio, direttore del Centro nazionale per la protezione dalle radiazioni e fisica computazionale dell'Istituto superiore di sanità (ISS):
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 11 
Bochicchio Francesco , direttore del Centro nazionale per la protezione dalle radiazioni e fisica computazionale dell'Istituto superiore di sanità (ISS) ... 11 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 13 
Cappelletti Enrico (M5S)  ... 13 
Squeri Luca (FI-PPE)  ... 13 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 13 
Bochicchio Francesco , direttore del Centro nazionale per la protezione dalle radiazioni e fisica computazionale dell'Istituto superiore di sanità (ISS) ... 13 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 13 

Allegato 1: Documentazione depositata dai rappresentanti di Confindustria ... 14 

Allegato 2: Documentazione depositata dai rappresentanti della Fondazione per lo sviluppo sostenibile ... 21 

Allegato 3: Documentazione depositata dai rappresentanti di DESPE S.p.a. ... 32

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE - Centro Popolare: NM(N-C-U-I)M-CP;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA X COMMISSIONE ALBERTO LUIGI GUSMEROLI

  La seduta comincia alle 13.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Confindustria.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Confindustria nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul ruolo dell'energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.
  Ringrazio Aurelio Regina, delegato per l'energia di Confindustria, per la partecipazione ai nostri lavori e gli cedo la parola, pregandolo di voler sintetizzare e non dare lettura del documento che sarà eventualmente trasmesso alle Commissioni e allegato al resoconto stenografico della seduta odierna, focalizzandosi sull'oggetto dell'indagine conoscitiva.

  AURELIO REGINA, delegato per l'energia di Confindustria. Buongiorno, presidente, buongiorno ai suoi colleghi deputati.
  Abbiamo fornito una relazione esaustiva riguardo la nostra posizione sul tema in oggetto (vedi allegato 1). Per noi è una materia cruciale, fondamentale in un quadro complessivo che vede il Paese rivedere la sua politica energetica nell'ambito del trilemma energetico, cioè decarbonizzazione, competitività dei costi, sicurezza e indipendenza.
  Questi ultimi due aspetti, dal Covid in poi e con il quadro geopolitico internazionale, si sono venuti ad aggravare. Innanzitutto, il sistema dei prezzi e della competitività è un problema molto serio per il sistema industriale, oggi paghiamo l'energia in misura consistentemente maggiore rispetto a quella dei partner europei (non mi riferisco naturalmente ai partner internazionali). A gennaio, il mercato dell'energia elettrica ha raggiunto circa i 150 euro a megawattora, il gas naturale ha sfondato la quota di 50 euro, cifre sensibilmente maggiori rispetto a quelle degli altri Paesi europei che oggi stanno minando la competitività.
  C'è anche il tema della sicurezza che, nel quadro complessivo della diversificazione degli approvvigionamenti, ha un suo ruolo importante. Siamo passati da forniture di gas monodirezionali a forniture di gas pluridirezionali, e questo, naturalmente, ha comportato più sicurezza negli approvvigionamenti, ma anche farsi carico della complessa situazione geopolitica internazionale, che sta influendo sui prezzi.
  Ecco perché riteniamo che l'opzione nucleare sia un'opzione fondamentale nell'ambito di rivisitare il mix energetico nel medio-lungo periodo, riteniamo che sia fondamentale per una serie di ragioni che elenco solo per titoli, innanzitutto perché contribuiscono alla riduzione delle emissioni di gas. Se vogliamo raggiungere l'obiettivo degli accordi di Parigi di contenere l'aumento della temperatura media globale a un grado e mezzo l'opzione nucleare è fondamentale.
  La seconda è quella della produzione di energia. Come indica il PNIEC, andiamo Pag. 4verso un raddoppio di consumo di energia elettrica da qui al 2050, l'unica possibilità di integrare lo sviluppo delle rinnovabili è considerare l'opzione del nucleare.
  La terza è quella della sicurezza degli approvvigionamenti. Nell'appunto ricordiamo che, per produrre 1 giga watt da nucleare, si ha bisogno di poco più di 9 kg di materie prime critiche, contro i 207 che servono per il fotovoltaico e contro i 162 chili che occorrono per fare la stessa produzione di eolico.
  C'è soprattutto molta più sicurezza, perché la produzione di uranio necessaria per questo tipo di produzione è concentrata in Paesi a bassissimo rischio geopolitico, come il Canada e l'Australia, rispetto ai materiali impiegati negli impianti delle rinnovabili fotovoltaiche e eoliche che invece sono prevalentemente di origine cinese.
  Sui prezzi l'opzione nucleare incide fortemente, basti considerare che nei Paesi che hanno il nucleare il prezzo dell'energia è il più basso in assoluto, sia nei Paesi nordici europei, sia in Paesi come la Francia o la Spagna.
  Visto che parliamo essenzialmente di small modular reactors, in questo campo abbiamo sviluppato con Enea un intenso lavoro di ricognizione sul tema, per fare il punto sulle energie di fissione.
  Ricordo che in Europa sono 18 i Paesi che stanno prevedendo di potenziare il loro sistema nucleare o addirittura sviluppare nuovi progetti, quindi il grado di maturità di questa tecnologia è già abbastanza importante: si prevede di metterla in funzione nel decennio successivo al 2030, probabilmente al 2030 non è ancora completamente matura. Ce ne sono, come sappiamo, due in funzione in Russia e in Cina, ma ci sono tanti progetti in via di sviluppo, ci sono circa 80 progetti a livello globale che indicano la priorità verso cui andare.
  Sarà importante integrare l'opzione nucleare, che riteniamo fondamentale e per la quale Confindustria intende dare un grande supporto alle iniziative di tipo industriale, nella riforma del mercato elettrico, alla quale stiamo lavorando con processi significativi, integrando il nucleare nei meccanismi che già oggi in parte operano sulle fonti rinnovabili, in un mercato unico sganciato dalla produzione termoelettrica.
  In conclusione, presidente, vediamo un futuro in cui il nucleare di nuova generazione, assieme a uno sviluppo significativo di rinnovabili, può costituire, insieme ad altre tecnologie che andranno a maturare, la dorsale economica di un mix energetico che può rendere ancora competitivo il nostro Paese e farlo rimanere un grande sistema industriale.
  Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre questi o formulare osservazioni.

  FRANCESCA GHIRRA. Signor presidente, ringrazio il dottor Regina per la relazione.
  Dalle audizioni svolte finora abbiamo appreso che le tempistiche di sviluppo delle nuove tecnologie non consentiranno che queste possano contribuire, con il nucleare, alla transizione energetica e alla decarbonizzazione del nostro Paese.
  Quello che ci preoccupa in particolare sono i costi, perché non riesco a comprendere come si possa sostenere che il nucleare abbatterà i costi energetici dal momento che il sottosegretario di Stato Barbaro ha detto a chiare lettere, rispondendo a una mia interrogazione l'altro giorno, che non c'è stata una quantificazione dei costi rispetto allo sviluppo di queste nuove tecnologie, quindi non riesco a comprendere come si abbia la certezza che ci sarà un abbattimento del costo energetico.
  Vorrei sapere quindi se Confindustria abbia sviluppato delle ricerche in questa direzione e se il dottor Regina possa darci una risposta in merito. Grazie.

  ENRICO CAPPELLETTI. Signor presidente, ringrazio Confindustria per il suo contributo.
  Io condivido la sua premessa: costa molto il gas, quindi costa molto l'energia e le nostre imprese perdono competitività. La condivido perché parte dall'assunto che abbiamo sbagliato il mix energetico, e che, forse, alcuni anni fa puntare tutto sul trasformarePag. 5 l'Italia in un hub del gas non è stata una scelta lungimirante.
  Ciò che non capisco, per cui chiedo un chiarimento, è perché la soluzione proposta, conseguente ad un elevato costo dell'energia in Italia, sia l'opzione nucleare, dato per assodato che il costo dell'energia dal nucleare è maggiore addirittura del costo dell'energia da gas, quindi non riesco a capire quale sia la coerenza della soluzione rispetto alla premessa.
  Dopodiché acquisteremo maggiore autonomia con il nucleare, ma, attenzione, sappiamo anche che è da Russia e Kazakistan, che non sono esattamente Paesi occidentali, che proviene più del 40 per cento delle forniture per le centrali nucleari in Europa, e peraltro le disponibilità di uranio non sono infinite, ma in questa Commissione abbiamo registrato autorevoli interventi che hanno indicato a sessant'anni la disponibilità delle risorse.
  Al di là di questo, arrivo alla domanda. Il Ministro Foti, come pubblicato ieri sui quotidiani nazionali, alla domanda di un giornalista che gli aveva chiesto «Ministro, come mai la Spagna cresce sei volte di più dell'Italia come prodotto interno lordo?» ha risposto «perché in Spagna l'energia costa meno, perché hanno due terzi di energia che proviene da fonti rinnovabili». Quindi non dovremmo guardare con maggiore attenzione a quello che stanno facendo i Paesi che in questo momento stanno crescendo molto più di noi, a quello che hanno fatto e avremmo dovuto fare anche noi negli scorsi anni dal punto di vista di politica energetica, piuttosto che guardare al nucleare?
  Lei ha detto che in questo momento molti Paesi si stanno approcciando al nucleare, però negli ultimi vent'anni il saldo tra impianti nucleari nuovi e chiusi è negativo. Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola al delegato per l'energia di Confindustria, Aurelio Regina, per la replica.

  AURELIO REGINA, delegato per l'energia di Confindustria. Mi sembra che il tema principale sia quello del prezzo, e ci torno. Per rispondere a queste domande che sono onnicomprensive ci vorrebbe un po' di tempo, ma, come dicevo in premessa, l'Italia va verso un mondo in cui il consumo di energia elettrica sarà più del doppio di quello attuale, perché abbiamo deciso correttamente che per garantire la transizione energetica puntiamo sul vettore elettrico, quindi innanzitutto dobbiamo guardare non al fabbisogno energetico italiano attuale, ma al fabbisogno energetico che avremo nel 2050.
  Il 2050, per una politica energetica, è domani, neanche dopodomani. Ci abbiamo messo circa cinquant'anni per passare dal petrolio al gas, probabilmente necessita di una serie di anni negativi.
  La Spagna è un esempio felice rispetto alcuni aspetti, meno felice rispetto ad altri, e ha un'orografia che noi non abbiamo, può contare su impianti rinnovabili a larga scala, ha larghi territori in cui sono stati realizzati impianti fotovoltaici, noi non abbiamo questo modello di scala, purtroppo immaginiamo di fare fonti rinnovabili solo su piccoli appezzamenti di terreno o in agrivoltaico o sui tetti delle fabbriche, e questi non sono sufficienti per garantire quel livello di produzione, perché giustamente si vuole tutelare l'ambiente.
  Non è un caso quello che è successo in Sardegna, ma non è solo la Sardegna il caso specifico, anche altre regioni tendono a limitare l'utilizzo di rinnovabili.
  Dobbiamo considerare il Paese in cui operiamo, quindi non immaginare una politica energetica assoluta, dobbiamo relativizzarla, non abbiamo la possibilità di grandissimi campi per impianti di fotovoltaico rinnovabile, che noi auspichiamo, ma che non sono realizzabili nel nostro Paese, se non in limiti molto contenuti, quindi dobbiamo guardare a un'altra opzione.
  Abbiamo fatto degli sbagli? Evidentemente: in passato si sono fatti, ci siamo fidati di un fornitore che in quel momento era affidabile, che ha garantito una quantità di gas importante a prezzi modici, la situazione internazionale complessiva è radicalmente cambiata, non abbiamo più quella fonte che abbiamo addirittura chiuso e probabilmente per molti anni non l'avremoPag. 6 più, dobbiamo guardare a un processo.
  Non è però solo un tema di costi, dobbiamo guardare a tecnologie che tengano in piedi tre aspetti, quello della sicurezza, quello dei prezzi e quello della decarbonizzazione, e oggi, in termini di neutralità tecnologica e di tecnologie disponibili sulle quali poter lavorare, solo le fonti rinnovabili e il nucleare garantiscono tutte e tre le opzioni.
  Vengo ai costi, e concludo. Sui costi al momento credo che nessuno possa dare una chiara determinazione, l'unico studio a cui fare riferimento è quello sviluppato da Edison assieme a un'importante società di consulenza, che indica che il costo a MWh del nucleare di nuova generazione è simile a quello delle fonti rinnovabili. Questo è uno studio Edison facilmente reperibile che, se volete, vi facciamo avere.
  È l'unica fonte oggi a disposizione, perché si sta lavorando su qual è la tecnologia più affidabile e più sicura e, quali sono i costi implicati. Noi lo facciamo come Confindustria, lo stiamo sviluppando con Enea, tra pochi mesi vi presenteremo, se avrete voglia di ascoltarci, uno studio sviluppato con Enea, che tiene conto anche dell'aspetto economico, quindi dei costi, però voglio ricordare che in materia energetica va guardato il complesso.
  Noi per le fonti rinnovabili in Italia abbiamo speso finora 200 miliardi di euro, degli italiani, per garantire una produzione molto limitata, e dobbiamo spendere ancora altri 80 miliardi per quella produzione, quindi se investissimo qualche decina di miliardi per avere una fonte stabile, sicura e affidabile come potrebbe essere il nucleare, credo che sarebbe un importante aspetto per il nostro futuro.

  PRESIDENTE. Non essendoci altre richieste di intervento, ringrazio l'ospite intervenuto. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dai rappresentanti di Confindustria (vedi allegato 1) e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti della Confederazione italiana piccola e media impresa privata (CONFAPI).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti della Confederazione italiana piccola e media impresa privata (CONFAPI) nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul ruolo dell'energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.
  Ringrazio Gianclaudio Torlizzi, esperto in materia di energia nucleare e materie prime di CONFAPI, per la partecipazione ai nostri lavori e gli cedo la parola, pregandolo di voler sintetizzare e non dare lettura del documento che sarà eventualmente trasmesso alle Commissioni e allegato al resoconto stenografico della seduta odierna, focalizzandosi sull'oggetto dell'indagine conoscitiva.

  GIANCLAUDIO TORLIZZI, esperto in materia di energia nucleare e materie prime di CONFAPI. Grazie, presidente, per la possibilità di esprimere la posizione di CONFAPI su questa tematica che ha un'importanza strategica per il sistema Paese ed è confortante finalmente notare come sia ormai entrata nel dibattito istituzionale.
  CONFAPI ha una posizione favorevolissima allo sviluppo dell'energia nucleare nel nostro Paese, quindi elenco brevemente gli elementi di forza della tecnologia, in particolare l'affidabilità. Come rappresentante delle piccole e medie imprese, CONFAPI ha sofferto e continua a soffrire pesantemente del costo dell'energia non solo in termini assoluti, ma soprattutto in termini relativi, nel senso che, se andiamo a vedere l'andamento, il differenziale del prezzo dell'elettricità all'ingrosso tra Italia e altri Paesi che hanno nella disponibilità del mix energetico una fonte di energia baseload, come ad esempio la Spagna, al cui interno ha il 20 per cento dell'energia nucleare nel suo mix energetico o l'esempio lampante della Francia, noteremmo come il prezzo dell'elettricità all'ingrosso in Italia sia molto più alto rispetto a quello dei partner europei.
  La Germania stessa, che, come sappiamo, ha fatto una infelice professione di Pag. 7fede anti-nucleare, quando non soffia il vento è tornata a fare utilizzo del carbone.
  Qual è il messaggio di fondo? Il messaggio di fondo è che il nucleare un domani sarà l'unica, reale fonte di energia base-load in grado di poter sfruttare al meglio il contributo delle rinnovabili, che, senza un apporto di energia base-load, producono solamente un innalzamento strutturale del costo dell'energia. Questo è un messaggio molto importante da portare avanti: sviluppare solamente le rinnovabili senza prevedere un domani un apporto da parte dell'energia nucleare rischia di sollecitare in maniera eccessiva e creare stress lungo la rete elettrica.
  C'è una criticità di affidabilità che l'energia nucleare è in grado di garantire, va detto che c'è anche un vantaggio logistico, nel senso che il cosiddetto nuovo nucleare può essere sviluppato vicino ai principali poli industriali del nord Italia, in un contesto in cui i consumi di elettricità continueranno a crescere in maniera esponenziale, crescita non solo in Italia ma in tutto in tutto il mondo. C'è quindi l'esigenza di creare una fonte di energia regolare.
  C'è poi da evidenziare un altro aspetto molto importante. Come esperto di materie prime sto seguendo in maniera molto attenta le criticità legate all'approvvigionamento di metalli critici. Voi sapete bene che tutta la parte legata alla filiera del green è metal intensive, ha estrema necessità di avere un approvvigionamento regolare di minerali e metalli, su cui – apro e chiudo parentesi – non si sta facendo nulla in ambito europeo e poco in ambito italiano, ma, a parte questo, il nucleare fondamentalmente ha il vantaggio di aver bisogno di minerali critici che, però, provengono da Paesi relativamente stabili. A differenza delle classiche applicazioni green che, come sappiamo, vengono controllate nella filiera a monte per il 90 per cento dal comparto della raffinazione cinese, nel caso dell'uranio e dell'aspetto legato alla raffinazione dell'uranio abbiamo una disponibilità anche da Paesi molto più stabili e vicini ai valori occidentali, quindi abbiamo tanti vantaggi.
  Nel frattempo, però, finché non sarà una tecnologia largamente usata (sarà importante intervenire bene sull'intero iter normativo per velocizzare al meglio lo sviluppo di questa tecnologia), CONFAPI evidenzia le sue priorità nell'immediato, in particolare realizzare sin da subito, senza impedimenti, gli impianti fotovoltaici per l'autoproduzione e l'autoconsumo. Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre questi o formulare osservazioni.

  ENRICO CAPPELLETTI. Signor presidente, ringrazio il dottor Torlizzi per il suo contributo.
  Faccio una brevissima premessa. Mi chiedo come faccia a considerare un Paese stabile il Kazakistan e lo chiedo anche a lei, ma la mia domanda è un'altra e parte da un punto che sento ripetere spesso: il nucleare è importante perché l'energia costa troppo e noi vogliamo che le bollette costino meno.
  Non è così, perché sappiamo che l'energia che proviene da fonte nucleare costa di più dell'energia che proviene dal gas, e sappiamo che oggi il problema dell'Italia è un problema di mancanza di competitività delle imprese, perché l'energia ha un costo elevato perché ha un costo elevato il gas, quindi stiamo andando in direzione opposta e contraria.
  In Francia costa meno, ma EDF (Électricité de France S.A.) ha 60 miliardi di euro di debiti e, se non fosse una società al 100 per cento nazionalizzata, non starebbe in piedi; anche domani mattina si può vendere l'energia a un centesimo del suo costo di mercato se lo Stato assorbe la differenza del 99 per cento. Quindi è un discorso che non sta né in cielo, né in terra: ma arrivo alla domanda.
  Secondo CONFAPI, che tutela gli interessi delle piccole e medie imprese in Italia, è meglio realizzare un impianto da 200 megawatt, che è grosso modo un impianto di un SMR di cui si parla molto adesso, o è meglio fare 200.000 impianti da un kilowatt sopra i tetti delle case?

  PRESIDENTE. Lascio la parola al dottor Torlizzi per la replica.

Pag. 8

  GIANCLAUDIO TORLIZZI, esperto in materia di energia nucleare e materie prime di CONFAPI. Rispondo brevemente.
  I maggiori fornitori di uranio a livello mondiale sono Canada e Australia, quindi due Paesi assolutamente riconducibili all'interno del contesto occidentale, e comunque con il Kazakistan abbiamo degli ottimi rapporti, ma non c'è solamente il Kazakistan, quindi c'è un tema di diversificazione in Paesi – ripeto – geopoliticamente più stabili.
  Secondo punto. Il tema delle rinnovabili funziona – ripeto – se accompagnato da energia base-load, e non lo dice CONFAPI o Torlizzi, lo dice sostanzialmente la scienza e lo dice anche il mercato, cioè laddove c'è la possibilità di avere un'energia regolare o la possibilità di sfruttare i picchi ribassisti dei prezzi, quando si genera un eccesso di elettricità fornita da fonte rinnovabile, altrimenti creiamo solamente stress lungo la filiera.
  Il caso della Germania, che a dicembre ha avuto picchi del prezzo dell'elettricità fino a 500 euro MWh, è un esempio lampante, quindi un conto sono gli slogan, un conto andare a vedere le dinamiche di mercato.
  Terzo punto. È chiaro che nel breve termine c'è un tema di autoproduzione di energia anche legata ai pannelli fotovoltaici, come ho detto in chiusura per evidenziare le necessità immediate di CONFAPI. È ovvio che non sarà possibile coprire tutte le necessità di elettrificazione del sistema Italia con pale eoliche e pannelli solari, abbiamo bisogno di qualcosa di molto più solido. Grazie.

  PRESIDENTE. Non essendoci altre richieste di intervento, ringrazio l'ospite intervenuto e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, di rappresentanti della Fondazione per lo sviluppo sostenibile nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul ruolo dell'energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.
  Ringrazio Andrea Barbabella, responsabile clima ed energia della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, per la partecipazione ai nostri lavori e gli cedo la parola, pregandolo di voler sintetizzare e non dare lettura del documento che sarà eventualmente trasmesso alle Commissioni e allegato al resoconto stenografico della seduta odierna, focalizzandosi sull'oggetto dell'indagine conoscitiva.

  ANDREA BARBABELLA, responsabile clima ed energia della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Grazie mille, ho una presentazione brevissima per punti, che però il vostro software non mi fa condividere (era utile farvi vedere i grafici, ma purtroppo dovremo farlo ex post) e trasmetterò il documento cartaceo (vedi allegato 2).
  Vi racconterò i grafici, anche se non è la stessa cosa. I punti sono 9, li elenco per titoli. Il primo tema è che siamo nel mezzo di un'accelerazione della crisi climatica senza precedenti, che ha costi significativi crescenti (il grafico che vi riporto è del NOA sui costi registrati fino al 2024 negli Stati Uniti a causa degli eventi estremi) (vedi allegato 2, pag. 2), che quindi richiede interventi e soluzioni con effetti a breve termine, cioè prevedendo 5-10 anni per avere dei risultati.
  La leva strategica – punto n. 2 (vedi allegato 2, pag. 3) – è l'accoppiata tra elettrificazione e realizzazione di sistemi di generazione elettrica a zero emissioni. Questo deve essere fatto, secondo la roadmap che vi presento dell'Agenzia internazionale dell'energia, per tutte le economie avanzate, come quelle occidentali, europee, l'Italia in particolare, entro il 2035, cioè entro il 2035 dobbiamo arrivare ad avere un sistema che già genera elettricità a zero emissioni, e a livello globale, quindi includendo anche le economie in via di sviluppo o in corso di industrializzazione, entro il 2040, quindi l'orizzonte temporale è 10-15 anni, al massimo, a livello globale.
  Sul tema nucleare quello che possiamo osservare sono i dati, visto che si parla Pag. 9moltissimo di nucleare negli ultimi tempi. Se ne parla tanto, però, in realtà, i dati sulla crescita della generazione elettrica da nucleare ci dicono una storia diversa, cioè ci dicono che la produzione di nucleare nel 2023 è stata inferiore a quella di vent'anni fa, quindi negli ultimi vent'anni la produzione non è aumentata, anzi è diminuita (vedi allegato 2, pag. 4).
  In rapporto alla produzione complessiva, visto che chiaramente la generazione elettrica mondiale cresce nel corso degli anni, così come la domanda, il nucleare è passato da quasi il 20 per cento degli anni d'oro (fine anni '90) a sotto il 10 per cento negli ultimi anni, superato da eolico e fotovoltaico insieme a livello globale.
  Quarto punto. Il motivo di questo declino è semplicemente che l'attuale tecnologia, che è basata sulla fissione nucleare, non ha mai risolto i problemi di fondo e le sue criticità, che sono tre: sicurezza, gestione delle scorie e costi eccessivi (vedi allegato 2, pag. 5).
  Vi riporto il grafico dell'Agenzia internazionale dell'energia sulla comparazione in ciclo di vita dei costi di generazione elettrica a consuntivo in Europa nel 2023 e chiaramente eolico e fotovoltaico dispacciano intorno ai 50-60 euro a megawattora, il nucleare oltre 160.
  Quinto punto, il tema small reactors e quarta generazione. Il tema è che noi oggi non abbiamo disponibili reattori di piccola taglia di quarta generazione, abbiamo una promessa che verranno fatti (riporto il grafico dell'ultima indagine di Enerdata su quanti sono gli attori in via di sviluppo o operativi, 2 in Cina e Russia, SMR di seconda generazione (vedi allegato 2, pag. 6)), quindi affidare le sorti del clima, e quindi dell'umanità, ad una promessa non testata dai fatti ci sembra francamente un rischio da correre eccessivo.
  Sesto punto. La fusione nucleare potrebbe risolvere diverse criticità della fissione? Assolutamente sì, è una sfida per la ricerca che non deve essere abbandonata. Riporto l'ultima valutazione sulla roadmap della fusione del Dipartimento dell'energia degli Stati Uniti, comunque non è una soluzione, è operativa nei prossimi 10-15 anni (vedi allegato 2, pag. 7).
  Settimo punto. È possibile arrivare ad un sistema di generazione elettrica 100 per cento rinnovabili, come testimoniano ormai innumerevoli studi in materia, ma anche gli impegni concreti presi da alcuni Paesi nel mondo in numero crescente, perché sono più di 10 i Paesi in Europa che arriveranno alla generazione a zero emissioni nel 2035, tra cui la Germania senza nucleare (vedi allegato 2, pag. 8).
  Ultimi due punti. Presente e futuro degli investimenti energetici sono le energie pulite, in particolare le rinnovabili già oggi. Volevo condividere con voi un grafico dell'Agenzia internazionale dell'energia, che testimonia l'andamento degli investimenti nei fossili e anche nel nucleare e mostra l'andamento degli investimenti nelle fonti rinnovabili, che sono in crescita esponenziale negli ultimi cinque anni: nel 2024 gli investimenti in energie pulite, complessivamente, hanno doppiato quelli in energie tradizionali fossili (vedi allegato 2, pag. 9).
  Ultimo punto. Mi dispiace non potervi mostrare a schermo questi grafici (che manderò, perché potrebbero essere indicativi) che evidenziano il confronto tra Cina, Stati Uniti, Europa su una serie di indicatori, tra cui la capacità di produzione di batterie, le installazioni di rinnovabili, la elettrificazione dei consumi (vedi allegato 2, pag. 10): chiaramente, vediamo trend molto diversi, con la Cina che è leader in tutti i settori delle energie pulite, mentre Stati Uniti ed Europa, che in alcuni casi sono addirittura in declino negli ultimi anni, presentano una crescita molto più lenta, quindi il messaggio è che rallentare oggi sulle rinnovabili potrebbe mettere a rischio la competitività del sistema Paese in futuro.
  Ho concluso, spero di essere stato nei tempi.

  PRESIDENTE. Non essendoci richieste di intervento, ringrazio l'ospite intervenuto. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dai rappresentanti della Fondazione per lo sviluppo sostenibile (vedi allegato 2) e dichiaro conclusa l'audizione.

Pag. 10

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di DESPE S.p.a.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di DESPE S.p.a., nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul ruolo dell'energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.
  Ringrazio Stefano Panseri, amministratore delegato di DESPE S.p.a., per la partecipazione ai nostri lavori e gli cedo la parola, pregandolo di voler sintetizzare e non dare lettura del documento che sarà eventualmente trasmesso alle Commissioni e allegato al resoconto stenografico della seduta odierna, focalizzandosi sull'oggetto dell'indagine conoscitiva.

  STEFANO PANSERI, amministratore delegato di DESPE S.p.a. Grazie, presidente.
  Onorevoli deputati, desidero ringraziare tutti voi e l'Istituzione che ci ospita a nome di DESPE per l'opportunità che ci è stata concessa di essere auditi sul ruolo del decommissioning degli impianti nucleari.
  Sono Stefano Panseri, amministratore delegato di DESPE, nonché azionista, con mio padre e mio fratello, della società di famiglia. DESPE, fondata nel 1975 a Bergamo, è leader europeo nella progettazione ed esecuzione di interventi di bonifica, decontaminazione, decostruzione, smontaggi e demolizioni speciali.
  L'attività di DESPE nasce come risposta alle esigenze del mercato che chiedeva la possibilità di rimuovere vecchie fabbriche e vecchi edifici che venivano progressivamente inurbati dall'estensione territoriale dei centri cittadini.
  Questa risposta ha determinato la nascita di un'attività professionale nuova, che non esisteva prima in forma strutturata e che negli anni si è specializzata in molteplici settori: dalle demolizioni in ambito infrastrutturale, a quelle degli impianti di produzione di energia elettrica alle riconversioni di grandi siti industriali come acciaierie e raffinerie petrolchimiche finanche appunto al decommissioning nucleare.
  L'attività di DESPE oggi si svolge in Italia nonché in molti Paesi continentali fra cui: Francia, Grecia, Slovacchia, Regno Unito, Danimarca, Stati Uniti, dove siamo presenti con una unità locale.
  Comprendo che sia leggermente distopico parlare di demolizioni, smantellamenti e decommissioning nel settore nucleare all'interno di un'audizione in cui se ne devono studiare le potenzialità future, ma alla fine di questo mio breve intervento credo che l'argomento della demolizione acquisirà decisamente una prospettiva nuova ai vostri occhi.
  L'esperienza di DESPE nell'ambito nucleare inizia nel 2008, con la risposta a bandi pubblici emessi dalla società Sogin. La vera sfida è stata quella di adattare metodi e tecnologie nati per il mercato tradizionale ad un mercato così specifico, come quello del settore nucleare.
  La sfida è stata vinta e oggi, dopo oltre 16 anni, DESPE ha eseguito molteplici progetti di decommissioning nucleare sia in Italia, sia all'estero, dove siamo stati in grado di esportare la nostra professionalità nuova, stringendo partnership con i principali operatori locali dei Paesi ospiti.
  Cito come esempi la demolizione del circuito secondario di Caorso, la demolizione dell'impianto di produzione di combustibile nucleare di Bosco Marengo, la demolizione delle torri evaporative di Bohunice in Slovacchia e di Tricastin in Francia, nonché la fornitura di macchine per il taglio dei componenti contaminati all'interno della stazione gestione materiali di Garigliano, la demolizione controllata del pontile a mare e della sala macchine della centrale di Latina.
  Non posso esimermi dal citare di nuovo Sogin come la causa scatenante che ha mosso la nostra curiosità e ha incentivato la nostra società a muoversi verso il settore del decommissioning nucleare. Sogin rappresenta un cliente che ci ha consentito di crescere, operando all'interno dei suoi impianti, di formarci attraverso la professionalità dei suoi uomini e le sessioni formative in situ e che, in linea più estesa, ha dato la possibilità a noi e ad altre società medio-piccole di creare una filiera italiana, che oggi gode di contenuti tecnologici importanti e di rispetto internazionale.Pag. 11
  Perché quindi è importante la demolizione in questo momento? Secondo me è fondamentale, in quanto in Italia è necessario rimuovere in modo sicuro le vecchie installazioni nucleari (cito i siti principali di Caorso, Trino Vercellese, Latina e Garigliano), per dare la possibilità di riutilizzare questi brownfield sia per l'installazione di impianti nucleari di nuova generazione, sia per l'installazione di impianti alternativi di produzione di energia elettrica o di storage.
  Il decommissioning acquisisce un senso nel momento in cui non viene perpetrato alcun nuovo consumo di suolo, ma anzi si valorizza lo spazio già storicamente dedicato a queste specifiche attività.
  In aggiunta a ciò, è importante sottolineare il messaggio che si diffonde anche verso l'opinione pubblica, ossia che gli impianti convenzionali e anche gli impianti nucleari possono essere costruiti, eserciti, portati a fine vita, chiudendo un cerchio ideale, sostenibile, senza lasciare in eredità al Paese dei simulacri fatiscenti.
  Concludo dicendo che oggi il decommissioning non rappresenta solo una sfida tecnologica, ma con interpreti qualificati quali ci permettiamo di presentarci c'è la concreta possibilità di eseguire queste attività all'interno di un contesto valoriale importantissimo, che veda al primo posto la sicurezza radiologica degli operatori, spingendo sulla remotizzazione e sulla robotizzazione delle attività più pericolose.
  L'economia circolare dei rifiuti prodotti, dei quali ricordiamo che solo una parte, quella più contaminata, viene destinata allo stoccaggio, mira alla riduzione dell'impronta di carbonio all'interno di un'ottica di sostenibilità globale.
  Il successo di DESPE è la prova che le competenze italiane, anche nel settore del decommissioning, possono essere esportate con successo in altri Paesi europei.
  Mi permetto quindi di suggerire di puntare su una crescita interna e di supportare maggiormente l'industria italiana sul mercato sia nazionale che internazionale, incentivando e promuovendo collaborazioni pubblico-private fra gli stakeholder.
  Vi ringrazio per la vostra attenzione.

  PRESIDENTE. Non essendoci richieste di intervento, ringrazio l'ospite intervenuto. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dai rappresentanti di DESPE S.p.a. (vedi allegato 3) e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione, in videoconferenza, di Francesco Bochicchio, direttore del Centro nazionale per la protezione dalle radiazioni e fisica computazionale dell'Istituto superiore di sanità (ISS).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Francesco Bochicchio, direttore del Centro nazionale per la protezione dalle radiazioni e fisica computazionale dell'Istituto superiore di sanità (ISS) nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul ruolo dell'energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.
  Ringrazio Francesco Bochicchio, per la partecipazione ai nostri lavori e gli cedo la parola, pregandolo di voler sintetizzare e non dare lettura del documento che sarà eventualmente trasmesso alle Commissioni e allegato al resoconto stenografico della seduta odierna, focalizzandosi sull'oggetto dell'indagine conoscitiva.

  FRANCESCO BOCHICCHIO, direttore del Centro nazionale per la protezione dalle radiazioni e fisica computazionale dell'Istituto superiore di sanità (ISS). Grazie, presidente. Invierò la relazione nei prossimi giorni, anche per tener conto di eventuali domande, non leggerò quindi la relazione, ma la riporterò in sintesi, come richiesto. Saluto ovviamente sia lei che gli altri deputati presenti.
  Questo contributo è ovviamente limitato alle competenze dell'Istituto superiore di sanità e in particolare del Centro per la protezione dalle radiazioni che dirigo, quindi gli elementi citati nella relazione e sintetizzati adesso sono: gli effetti sanitari di eventuali incidenti severi in impianti situati sul territorio italiano; cosa serve per limitare il numero di tali effetti e affrontarli dal punto di vista sanitario; i rischi relativi al trasporto di materiale combustibile nucleare;Pag. 12 infine, le problematiche connesse allo smaltimento dei rifiuti.
  Per quanto riguarda gli incidenti, va detto innanzitutto che il Piano nazionale di emergenza che l'Italia possiede prende in esame soltanto situazioni di incidenti a impianti posti fuori dal territorio nazionale, quindi, ad esempio, non prevede situazioni in cui siano necessarie evacuazioni.
  Viceversa, in caso di impianti situati sul territorio italiano, come prospettati dal Piano di cui discutiamo, bisogna prendere in esame anche eventi di incidenti severi in uno di questi impianti, quindi è chiaro che il Piano di emergenza andrebbe rivisto completamente.
  A titolo d'esempio portiamo una valutazione e, seguendo la metodologia della IAEA, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, e dell'ICRP, International Commission on Radiological Protection, prendiamo in esame un incidente severo, con rilascio del 10 per cento dei radionuclidi e del nocciolo, concentrandoci soltanto su quello che avverrebbe in un raggio di chilometri da lì. Prendiamo come esempio l'ultimo impianto costruito in Finlandia.
  Vi sono effetti a breve termine e a lungo termine, gli effetti a breve termine sono la cosiddetta «sindrome acuta da radiazioni», le dosi purtroppo che si avrebbero in questa fascia sono ben superiori alle soglie per questi effetti a breve termine e sono nell'ordine di qualche sievert e bisogna tener conto che a 4 sievert circa il 50 per cento delle persone muore entro alcuni giorni o settimane dall'esposizione.
  Per quanto riguarda i tumori (stiamo parlando di effetti qualora non vengano evacuate), prendendo in esame anche soltanto lo iodio, lo stronzio, il cesio, i tumori alla tiroide da iodio inalato sarebbero 20 su 100 bambini e 13 su 100 adulti, i tumori alle ossa da stronzio inalato sarebbero 12 su 100 tra bambini e 29 su 100 tra adulti, altri tumori da irraggiamento esterno di iodio, stronzio e cesio e da inalazione di cesio sarebbero 18 su 100 bambini e 19 su 100 adulti, quindi una frazione molto rilevante di tutte le persone esposte.
  Cosa serve per limitare questi effetti? Innanzitutto, ovviamente, limitare le esposizioni, quindi effettuare le evacuazioni in tempi molto rapidi (nel giro di ore) di tutta la popolazione eventualmente residente in tale area. Questo richiama la problematica della localizzazione di questi impianti, soprattutto se il numero degli impianti che si vuole delocalizzare è più di uno.
  Per quanto riguarda gli effetti a breve termine che dovessero esserci per ritardata o incompleta evacuazione, va detto che non è possibile preparare un sistema sanitario a fronteggiare un numero molto rilevante di tali casi, ma anche per un numero limitato a poche decine servono comunque adeguate dotazioni, procedure e formazione continua di tutto il personale sanitario e potenzialmente coinvolto, cosa che avrebbe costi e tempi rilevanti di cui tener conto. Il problema è tanto maggiore quanto maggiore è il numero dei siti nucleari.
  Per quanto riguarda gli effetti a lungo termine, va detto che non si può fare nulla per impedire i tumori, una volta che vi sia stata l'esposizione, l'unica cosa che si può fare, come è noto, è l'assunzione di pasticche di potassio in modo da ridurre la ritenzione di iodio radioattivo.
  Le pasticche di iodio proteggono però soltanto dal tumore alla tiroide, che è quello più curabile.
  Per quanto riguarda il trasporto di combustibile nucleare, bisogna tener conto che ogni impianto richiede la sostituzione dei combustibili per circa due terzi ogni anno, quindi il numero di trasporti di combustibile nucleare sarebbe veramente rilevante e i rischi durante i trasporti sono ovviamente maggiori come probabilità rispetto agli incidenti o atti dolosi in un impianto nucleare.
  Infine, per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, innanzitutto va detto che l'entità come quantità di radiazioni emesse e la durata dei radionuclidi dai rifiuti di impianti nucleari è ben superiore a quella degli altri rifiuti per usi medici o industriali: si tratta di una durata di parecchie migliaia di anni.
  Per quanto riguarda invece altre caratteristiche, va tenuto conto che per quanto Pag. 13riguarda gli SMR, gli small modular reactor, i volumi sarebbero maggiori rispetto a quelli di altre generazioni attuali dei reattori, e in più il materiale sarebbe chimicamente più attivo, cosa che potrebbe causare problemi per quanto riguarda i depositi geologici.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre questi o formulare osservazioni.

  ENRICO CAPPELLETTI. Signor presidente, ringrazio il dottor Bochicchio perché ci pone all'attenzione un problema che fino adesso non ci eravamo posti, ossia quello della sicurezza e dei piani di evacuazione.
  Se leggiamo il PNIEC, ammesso e non concesso che esistano i cosiddetti SMR, per poter rispondere a quanto previsto dal PNIEC dovremmo realizzare circa 120 impianti nucleari SMR nel nostro territorio.
  Considerata la necessità di un Piano di evacuazione per ciascuno di questi e che parliamo di impianti di circa 200 megawatt, qual è il raggio d'azione per avere un'idea di quale sarebbe la popolazione nazionale coinvolta in un Piano di evacuazione di questo tipo?
  Aggiungo un'ulteriore domanda: è veramente necessario considerare un Piano di evacuazione, nel momento in cui i proponenti di questi nuovi sistemi li definiscono come sistemi sicuri, come nucleare sicuro?

  LUCA SQUERI. Ringrazio il dottor Bochicchio per la relazione così dettagliata.
  Volevo chiedere se sia al coerente di quale sia il rapporto globale tra morti e utilizzo di energia nelle varie fonti: cioè il nucleare in questa graduatoria si sa in che posizione si pone rispetto all'idrico, al gas, al petrolio e a tutte le altre fonti energetiche a disposizione?

  PRESIDENTE. Do la parola al dottor Bochicchio per la replica.

  FRANCESCO BOCHICCHIO, direttore del Centro nazionale per la protezione dalle radiazioni e fisica computazionale dell'Istituto superiore di sanità (ISS). Riguardo alla prima domanda, purtroppo non ho a disposizione i dati che indichino quanto la localizzazione di un centinaio di reattori possa essere fatta mantenendo a distanza elevata la popolazione, però è ovviamente uno dei problemi che dovrebbe essere affrontato per ridurre gli effetti di eventuali incidenti.
  L'onorevole Cappelletti aveva fatto anche un'altra domanda sugli SMR sicuri. Ovviamente, la tecnologia nucleare fa passi avanti, quindi la sicurezza tende a migliorare, sia pur con diverse forme che non c'è tempo di discutere.
  Per quanto di mia conoscenza, una sicurezza assoluta, ad oggi, sicuramente non c'è e anche gli impianti SMR hanno una tecnologia tale da non essere considerati intrinsecamente sicuri, cioè escludere a priori la possibilità di eventi severi. Ovviamente, la probabilità è piccola e auspicabilmente non avverrebbe, però dobbiamo tener conto di quello che potrebbe avvenire.
  La seconda domanda, ovviamente, è più che valida e sensata, ma nel poco tempo a disposizione non posso affrontarla, se non dire che andrebbe trattato separatamente quello che avviene durante il funzionamento normale di un impianto, sia di un tipo che dell'altro, e i casi incidentali.
  È noto che nel funzionamento normale di un impianto nucleare i rischi sono molto bassi. Diversa, purtroppo, è la situazione nel caso di un incidente severo, e in quel caso il confronto non è particolarmente favorevole per quanto riguarda gli impianti nucleari.

  PRESIDENTE. Non essendoci altre richieste di intervento, ringrazio il dottor Bochicchio e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.30.

Pag. 14

ALLEGATO 1

Pag. 15

Pag. 16

Pag. 17

Pag. 18

Pag. 19

Pag. 20

Pag. 21

ALLEGATO 2

Pag. 22

Pag. 23

Pag. 24

Pag. 25

Pag. 26

Pag. 27

Pag. 28

Pag. 29

Pag. 30

Pag. 31

Pag. 32

ALLEGATO 3

Pag. 33

Pag. 34

Pag. 35

Pag. 36

Pag. 37

Pag. 38

Pag. 39

Pag. 40

Pag. 41

Pag. 42

Pag. 43

Pag. 44

Pag. 45

Pag. 46

Pag. 47

Pag. 48

Pag. 49

Pag. 50

Pag. 51

Pag. 52

Pag. 53

Pag. 54

Pag. 55

Pag. 56

Pag. 57

Pag. 58

Pag. 59

Pag. 60

Pag. 61

Pag. 62

Pag. 63

Pag. 64

Pag. 65

Pag. 66

Pag. 67

Pag. 68

Pag. 69

Pag. 70

Pag. 71

Pag. 72

Pag. 73

Pag. 74

Pag. 75

Pag. 76

Pag. 77

Pag. 78

Pag. 79

Pag. 80

Pag. 81

Pag. 82

Pag. 83

Pag. 84

Pag. 85

Pag. 86

Pag. 87

Pag. 88

Pag. 89

Pag. 90

Pag. 91

Pag. 92

Pag. 93

Pag. 94

Pag. 95

Pag. 96

Pag. 97

Pag. 98

Pag. 99

Pag. 100

Pag. 101

Pag. 102

Pag. 103

Pag. 104

Pag. 105

Pag. 106

Pag. 107

Pag. 108

Pag. 109

Pag. 110

Pag. 111

Pag. 112

Pag. 113

Pag. 114

Pag. 115

Pag. 116

Pag. 117

Pag. 118

Pag. 119

Pag. 120

Pag. 121

Pag. 122

Pag. 123

Pag. 124

Pag. 125

Pag. 126

Pag. 127