XIX Legislatura

Commissioni Riunite (VIII e X)

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Giovedì 3 ottobre 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RUOLO DELL'ENERGIA NUCLEARE NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA E NEL PROCESSO DI DECARBONIZZAZIONE

Audizione di rappresentanti di Ansaldo nucleare S.p.A.
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 
Gentile Daniela , amministratore delegato di Ansaldo Nucleare S.p.A., intervento in videoconferenza ... 3 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 5 
Ghirra Francesca (AVS)  ... 5 
Di Sanzo Christian Diego (PD-IDP)  ... 5 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 5 
Gentile Daniela , amministratore delegato di Ansaldo Nucleare S.p.A. (intervento in videoconferenza) ... 5 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 6 
Cavo Ilaria (NM(N-C-U-I)-M) , intervento in videoconferenza ... 6 
Cappelletti Enrico (M5S) , intervento in videoconferenza ... 6 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 6 
Gentile Daniela , amministratore delegato di Ansaldo Nucleare S.p.A., intervento in videoconferenza ... 6 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 7 

Audizione di rappresentanti di Federacciai:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 7 
Gozzi Antonio , presidente di Federacciai ... 7 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 8 
Ghirra Francesca (AVS)  ... 8 
Gozzi Antonio , presidente di Federacciai ... 8 
Barabotti Andrea (LEGA)  ... 8 
Gozzi Antonio  ... 8 
Cappelletti Enrico (M5S)  ... 8 
Gozzi Antonio  ... 9 
Cavo Ilaria (NM(N-C-U-I)-M)  ... 9 
Gozzi Antonio  ... 9 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 9 

ALLEGATO: Documentazione consegnata dai rappresentanti di Ansaldo nucleare S.p.A. ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA X COMMISSIONE ALBERTO LUIGI GUSMEROLI

  La seduta comincia alle 12.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Ansaldo nucleare S.p.A.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno della seduta odierna reca l'audizione presso le Commissioni riunite Ambiente, territorio e lavori pubblici e Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati, di rappresentanti di Ansaldo nucleare S.p.A., nell'ambito dello svolgimento dell'indagine conoscitiva sul ruolo dell'energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.
  Do la parola a Daniela Gentile, amministratore delegato di Ansaldo nucleare S.p.A., ricordandole che il tempo complessivo a disposizione per l'intervento è di cinque minuti circa e pregandola altresì di voler sintetizzare e non dare lettura di eventuali documenti trasmessi alle Commissioni procedenti, focalizzandosi sull'oggetto dell'indagine come definito dal programma inviato per e-mail.

  DANIELA GENTILE, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare S.p.A., intervento in videoconferenza. Buongiorno. Grazie. Ho mandato un documento, quindi cercherò di sintetizzarne i punti principali.
  Il documento inviato è un executive report, un documento preparato insieme ad Ambrosetti, proprio per confrontarsi con i numerosi attori del panorama internazionale dell'associazione di categoria della ricerca, della comunicazione, con l'obiettivo di analizzare se, come e in quale misura le nuove tecnologie, i modelli innovativi di utilizzo di energia nucleare possano contribuire allo sviluppo industriale.
  Sono dieci i punti riassunti nel documento inviato. Mi concentrerò su un punto solo, che è quello relativo alla dimensione della sicurezza strategica dell'energia, rappresentato in tre elementi: combustibili, materie prime e tecnologia.
  Il tema del combustibile è stato portato alla ribalta a seguito della guerra in Ucraina. Il tema della diversificazione delle fonti di approvvigionamento è chiaro. L'uranio in questo senso si distingue come quel combustibile di cui i Paesi produttori sono i più stabili rispetto al carbone, ad esempio, o al gas. Quasi un quarto della produzione mondiale di uranio è concentrato in Canada e Australia, un altro 54 per cento in Paesi che si sono già rivelati partner affidabili e, se guardiamo alle riserve di combustibile, essendo oltre il 60 per cento in Australia, Canada o in Kazakistan, nuovamente si garantisce la sicurezza.
  Le nuove tecnologie nucleari e i reattori avanzati dalla cosiddetta «quarta generazione» permetteranno non solo l'impiego di diversi tipi di combustibili nucleari, che avranno una maggiore autonomia, sette-otto anni rispetto a un paio di anni delle generazioni attuali e consentiranno la chiusura del ciclo del combustibile utilizzando il combustibile esausto dei reattori delle generazioni precedenti, contribuendo quindi Pag. 4anche a diminuire la dipendenza da una singola fonte, rafforzando la sicurezza strategica.
  La seconda dimensione è quella legata alle materie prime critiche necessarie per le tecnologie e le infrastrutture energetiche. Anche in questo caso il nucleare è la tecnologia green che garantisce il più elevato livello di sicurezza strategica. Numericamente parlando, per ogni GWh di elettricità prodotta, il solare richiede oltre 200 chilogrammi di materie prime critiche, principalmente rame e silicio, l'eolico oltre 160 chilogrammi, il carbone 14, il nucleare 9 e il gas 4. Richiedendo, quindi, una quantità significativamente inferiore, riducono la dipendenza anche rispetto a questa dimensione. Infine, c'è quella della tecnologia.
  Il nostro pensiero è a quei Paesi che riusciranno – ed è ciò che è emerso anche dallo studio – a sviluppare e mantenere catene del valore nazionale per queste tecnologie, che godranno di una maggiore sicurezza strategica. Lo dimostra il fatto che le catene del valore del settore nucleare in Europa e in Italia sono tra le più consolidate al mondo.
  L'Italia ha mantenuto la sua posizione sul mercato globale, dimostrando una resilienza notevole e una competenza tecnologica avanzata. In futuro queste catene potranno svilupparsi sempre più attorno al nuovo nucleare.
  Gli small modular reactors rappresentano una soluzione concreta nel medio termine. Sono l'evoluzione delle tecnologie nucleari esistenti, hanno un modello di business innovativo, che associa la componente elettrica da energia nucleare a quella termica a supporto della decarbonizzazione delle industrie energivore.
  Il percorso nucleare che noi vediamo, che fa parte della strategia della nostra azienda, vede nel breve termine gli small modular reactors, di dimensioni più contenute, 300 megawatt, su cui stiamo già lavorando, in collaborazione anche con altre aziende tra cui l'Enel, per individuare la migliore soluzione tecnologica che possa consentire la realizzazione con un orizzonte temporale a partire dai primi anni del prossimo decennio. A questa generazione seguiranno, intorno al 2040, i reattori della quarta generazione, che potranno operare a temperature più alte, efficienze superiori e, come dicevo prima, con un combustibile a partire da quello esausto delle generazioni precedenti. Auspicabilmente la staffetta si può completare dopo il 2050 con l'avvio della produzione di energia elettrica attraverso la fusione nucleare.
  Per quanto riguarda la IV generazione, Ansaldo nucleare ha avviato dal 2006 un percorso di sviluppo gettando le basi per un reattore, ALFRED, il primo dimostratore di un reattore raffreddato al piombo, concepito e gestito da una comunità paneuropea, oltre Ansaldo energia, ENEA, l'Istituto romeno per le ricerche nucleari, la collaborazione della belga SCK CEN (centro di ricerca nucleare belga). A giugno 2024 è stato presentato nell'ambito dell'European Smr Industrial Alliance.
  Per promuovere lo sviluppo del nuovo nucleare noi riteniamo essenziale adesso avere una chiara visione industriale nel medio e lungo termine, accelerare la messa a terra dei progetti di sviluppo industriale, trovare sinergie tra le aziende italiane che per dimensioni, competenze ed esperienze consentano di trasformare il potenziale tecnologico in capacità produttiva concreta. Su quest'ultimo punto riteniamo fondamentale l'avvio di un percorso per individuare le modalità di finanziamento dello sviluppo delle tecnologie nucleari.
  Ho finito il tempo a mia disposizione, però vorrei chiudere solamente citando i benefici che vengono individuati all'interno dello studio e le ripercussioni sulle aziende italiane, che oggi sono circa una settantina, già operative tutte nel nucleare, ovviamente all'estero, e che nel 2022 hanno rappresentato circa 4 miliardi di fatturato. Quello relativo al settore nucleare è pari a mezzo miliardo, con circa 160 milioni di valore aggiunto e, mal contati, 3.000 occupati.
  Secondo le analisi del nuovo nucleare, proiettando al 2050 quelle che sono le proiezioni a livello europeo, ovvero il 25 per cento dell'energia elettrica europea da fonti nucleari, questo potrebbe generare un mercato potenziale di 25 miliardi, ai quali si aggiungerebbero altri 21 nel caso di Pag. 5riapertura al nucleare all'interno dei confini nazionali nell'ambito delle dimensioni del PNIEC.
  Per questo occorre prepararsi, perché è il 2,5 per cento del PIL, quindi è significativo. Un tale scenario va preparato per tempo ed è fondamentale definire i fattori abilitanti affinché si creino le condizioni per investimenti di adeguamento della supply chain, a partire dalle skill up delle capacità produttive, l'affermazione delle competenze per progettazione, manifattura e quant'altro.
  Ho finito.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  FRANCESCA GHIRRA. Ringrazio la responsabile di Ansaldo per la relazione.
  Volevo riproporre una domanda che ho fatto anche ieri in ufficio di presidenza rispetto a quanto ha affermato il Ministro Urso sulla necessità di sviluppare il nucleare per ridurre, di fatto, i costi energetici che stanno comportando problematiche al settore industriale. Avete parlato di tempistiche, di tre step fondamentalmente per gli small modular reactors nei primi anni del prossimo decennio, quarta generazione al 2040 e poi dal 2050 ipotesi di fusione e della necessità di finanziare lo sviluppo di queste tecnologie.
  Vorrei chiedervi se avete fatto una quantificazione dei costi relativamente a questi tre step che avete indicato e cosa intendiate esattamente per il finanziamento dello sviluppo delle tecnologie, perché immagino vi riferiate chiaramente a un sostegno da parte del Governo.
  Grazie.

  CHRISTIAN DIEGO DI SANZO(intervento in videoconferenza). Volevo chiedere una cosa rispetto alle dinamiche, visto che abbiamo parlato dei primi anni del prossimo decennio. Quali sono le tecnologie o almeno i reattori che vedete in sviluppo, che possono raggiungere la via commerciale il prima possibile? Da questo punto di vista credo sia importante capire quali sono le possibilità di avere qualcosa che non solo sia tecnologicamente possibile, ma anche commercialmente disponibile sul mercato. Abbiamo visto le dinamiche dei reattori piccoli, che stanno avendo un po' di difficoltà rispetto ad alcuni annunci fatti in passato.

  PRESIDENTE. Do la parola alla nostra ospite per la replica.

  DANIELA GENTILE, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare S.p.A. (intervento in videoconferenza). La prima domanda è su quali sono i costi di sviluppo. Mi concentrerei sui costi di sviluppo del primo step, ovvero quello legato agli small modular reactors ad acqua, quindi rispondo in parte anche alla seconda domanda. Abbiamo identificato all'interno dell'attività, nella piattaforma coordinata dal MASE, alla quale abbiamo partecipato, un costo per la nostra quota parte, ovviamente, di attività di sviluppo, pensando di identificare ovviamente un partner tecnologico con il quale portare avanti l'attività, che abbiamo indicato in circa 700 milioni di euro, esclusa ovviamente la realizzazione del primo impianto, quindi solamente legati alla parte che ci riguarda, quindi la parte di sviluppo, di prototipazione, fino ad arrivare a quel momento lì.
  Implicitamente poi rispondo anche alla seconda domanda, perché nella nostra visione il prossimo decennio vede innanzitutto la tecnologia degli small modular reactors ad acqua, quelli che possono effettivamente essere un'evoluzione del nucleare attualmente esistente, ulteriormente rafforzato in termini di sicurezza e che possa tenere in considerazione aspetti quali la sicurezza passiva, intrinsecamente passiva e quant'altro, che sono stati sviluppati a valle del duemila e anche a valle di interventi post Fukushima.
  Vediamo, invece, come successive, intorno al 2040, le tecnologie della quarta generazione su cui stiamo lavorando anche noi, siamo in una fase non avanzata, ovviamente. Sono quelle tecnologie dei reattori raffreddati a piombo.
  Non abbiamo attività in corso sui micro reattori. Quella parte di tecnologia non Pag. 6l'abbiamo esplorata perché ci siamo limitati a dimensioni di reattori sempre intorno ai 300-350 megawatt e che vediamo come dimensione corretta proprio per rispondere alle esigenze che venivano citate poc'anzi di supporto all'industria italiana, quindi di decarbonizzazione dei distretti industriali energivori, fornendo loro energia elettrica e calore. Riteniamo che quella sia la dimensione corretta.

  PRESIDENTE. Si sono prenotati altri colleghi, a cui lascio la parola.

  ILARIA CAVO, intervento in videoconferenza. Mi volevo rifare a una dichiarazione che abbiamo ascoltato ieri, spero di riprenderla fedelmente, dal Ministro Urso, che sostanzialmente ha prospettato il fatto di incentivare la produzione, dal punto di vista tecnologico, di impianti sul nucleare in Italia finalizzata in questo momento chiaramente all'esportazione all'estero per poi perfezionare la normativa italiana.
  Sappiamo che, ad esempio, il mio gruppo ha presentato una proposta di legge sul nucleare e che il Governo sta avviando un'iniziativa governativa, e che quindi poi ci sarà, immaginiamo, un abbinamento di queste proposte. Nel frattempo, vorrei sapere come vedete questa impostazione di massima, di procedere sull'incentivazione della tecnologia e dello sviluppo della tecnologia in questo momento, finalizzata chiaramente all'estero, dove il nucleare è consentito, per poi avere già un percorso avviato in Italia quando e se ci sarà un percorso legislativo positivo dal punto di vista italiano.

  ENRICO CAPPELLETTI, intervento in videoconferenza. Colgo l'occasione per chiedere e avere una conferma. Gli SMR (small modular reactors) ancora non esistono, se ho capito bene, sono in via di studio, di progettazione e di sperimentazione.
  Avete fatto anche delle previsioni su quello che potrebbe essere il costo dell'energia prodotta con questi impianti? Ci sono degli autorevoli studi, cito ad esempio Banca Lazard, secondo cui il prezzo dell'energia da questo tipo di fonte è enormemente superiore se confrontato con quello di altre fonti, come ad esempio le FER (fonti energetiche rinnovabili).
  Chiedo se potete confermare questo dato, perché, chiaramente, dovendo valutare se intervenire con degli investimenti così rilevanti, dobbiamo valutare anche se saremo in grado di creare le condizioni per rendere alle nostre imprese e alle nostre famiglie più sostenibile l'acquisto dell'energia piuttosto che renderla più costosa.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Chiedo alla nostra ospite di rispondere molto velocemente, perché siamo in ritardo con l'audizione successiva, che rischia di saltare.

  DANIELA GENTILE, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare S.p.A., intervento in videoconferenza. Rispondo velocemente all'onorevole Cavo.
  Riteniamo assolutamente che il first-of-a-kind, il cosiddetto «primo SMR», che stiamo proiettando al di fuori, in Europa, non solo quindi per gli SMR, ma anche per LFR (Lead-cooled Fast Reactor), come ho detto, il nostro prototipo, ALFRED, avrà luogo in Romania. Quindi, assolutamente sì.
  La seconda domanda dell'onorevole Cappelletti, forse è un po' più articolata. Gli SMR, è vero, non esistono ancora, se non, ma non sono SMR, reattori di dimensioni contenute sulle portaerei o sui sommergibili. Non sono sicuramente di tipo civile. Noi li vediamo positivi. Intanto, li vediamo come non alternativi alle rinnovabili, e questo è fondamentale. Saranno complementari alle rinnovabili.
  Sarà una partnership tra le rinnovabili che fino a un certo punto potranno dare tutto il loro contributo positivo alla riduzione del costo, superando il 70-80 per cento di penetrazione delle rinnovabili. Costi di sistema e quindi costi in termini di sistema elettrico di infrastrutturale elettrico, fanno lievitare in maniera esorbitante il costo delle rinnovabili, perché sono necessari stoccaggi energetici in maniera consistente, perché poi una distribuzione così capillare come quella delle rinnovabili Pag. 7implica delle infrastrutture elettriche importanti. Invece, il nucleare può non solo essere l'alternativa alle «batterie», quindi fare da compensazione quando non c'è né vento né sole, ma abbattendo il costo dell'energia che, proiettato al 2050, vediamo assolutamente competitivo con quello che è il costo oggi dell'energia elettrica (tra 90 e 100), noi vediamo quello come punto d'arrivo – ma al 2050, ripeto – con una riduzione dei costi di infrastruttura al di sopra dell'80 per cento di penetrazione delle rinnovabili.

  PRESIDENTE. Non essendoci altre richieste di intervento, ringrazio l'ospite intervenuta. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dalla rappresentante di Ansaldo nucleare S.p.A. (vedi allegato) e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di Federacciai.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno della seduta odierna reca l'audizione presso le Commissioni riunite Ambiente, territorio e lavori pubblici e Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati di rappresentanti di Federacciai, nell'ambito dello svolgimento dell'indagine conoscitiva sul ruolo dell'energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.
  Do la parola ad Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, ricordando che il tempo complessivo a disposizione per l'intervento è di cinque minuti circa e pregandolo altresì di voler sintetizzare e non dare lettura di eventuali documenti trasmessi alle Commissioni procedenti, focalizzandosi sull'oggetto dell'indagine come definito dal programma inviato per e-mail.

  ANTONIO GOZZI, presidente di Federacciai. Vi ringrazio, presidente e commissari.
  L'interesse della siderurgia italiana nei confronti del nucleare deriva dal fatto che noi stiamo lavorando per essere i primi siderurgici al mondo a produrre acciaio completamente green.
  Oggi siamo in una situazione di questo tipo – parlo naturalmente di elettrosiderurgia, che produce venti dei ventidue milioni di tonnellate complessive, ormai la siderurgia italiana è prevalentemente concentrata in impianti ubicati nel nord, che impiegano, tutti, la tecnologia del forno elettrico: sullo Scope 1 siano praticamente decarbonizzati perché, appunto, siamo già elettrificati. Stiamo lavorando sullo Scope 2, ovvero l'energia che compriamo, e su questa energia che compriamo siamo a buon punto, considerato che circa un terzo dell'energia della rete proviene da fonte rinnovabile, come sapete. Anzi, in certi giorni è anche più elevata la percentuale. Un terzo di energia adesso arriverà con il «Energy Release 2024», provvedimento che è stato assunto dal Governo e dal Parlamento, perché quel terzo di energia sarà energia rinnovabile, con certificati di origine. Stiamo lavorando con Edison ed EDF per fare un contratto a lungo termine con i francesi per l'approvvigionamento del terzo che ci manca.
  Le rinnovabili vanno certamente bene, ma noi abbiamo un esercizio di 8.000 ore l'anno circa, quando ne riusciamo a coprire 2.000-2.500 con le rinnovabili, poi abbiamo il problema della restante parte, che si definisce base load, che deve essere decarbonizzata.
  Rispetto a questa esigenza ci sono solo due tecnologie disponibili. Gli accumuli non vanno bene. Abbiamo fatto fare il calcolo, per esempio, per il nostro forno elettrico di Brescia, che non è uno dei più grandi d'Italia, di quanto spazio dovremmo occupare per mettere accumuli capaci di alimentare quel forno: 120 campi di calcio. Quindi, stiamo parlando del nulla. Quindi, le uniche due tecnologie a disposizione sono, da una parte, le carbon capture sul turbogas, che sono ancora molto costose, e dall'altra parte il nucleare, naturalmente il nucleare di nuova generazione.
  Seguiamo con attenzione tutta la pista di sviluppo delle tecnologie SMR (small nuclear reactor) e MMR (micro modular reactor). Siamo interessati a stipulare un Pag. 8contratto a lungo termine che faccia un po' da bridge nell'attesa di queste tecnologie, che tra l'altro hanno la grande novità di prevedere reattori più piccoli, reattori da 300 megawatt, che per alcuni distretti industriali potrebbero essere assolutamente adeguati. Tant'è che abbiamo dichiarato la disponibilità dei consorzi dei siderurgici italiani a entrare anche nell'eventuale capitale di queste tecnologie. Quindi, seguiamo con interesse questa tecnologia e contiamo che, con i tempi necessari al Governo e al Parlamento per avviare una nuova regolamentazione, stabilire una sperimentazione, eccetera, si possa pensare, nel giro di dieci anni, ad avere macchine di questo tipo, che ci darebbero davvero una soluzione strutturale.
  Se sigliamo questo contratto con i francesi, saremo la prima siderurgia del mondo completamente green, ovvero saremo la prima siderurgia al mondo a poter dire di produrre acciaio completamente decarbonizzato.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  FRANCESCA GHIRRA. Grazie, presidente. Ringrazio il presidente Gozzi per questa relazione, sintetica ma efficace. Vorrei soltanto chiederle a quanto ammontano i consumi energetici a cui faceva riferimento.

  ANTONIO GOZZI, presidente di Federacciai. I consumi energetici nel mio settore oscillano tra i 18 e i 20 terawatt l'anno, mentre i consumi globali degli energivori italiani sono un 30 per cento in più, quindi parliamo di 25-26 terawatt, complessivamente.

  ANDREA BARABOTTI. Grazie, presidente. Grazie, presidente Gozzi.
  Ho avuto modo di confrontarmi, nei giorni scorsi, con il presidente di Confindustria, dottor Emanuele Orsini, il quale ha dichiarato che vorrebbe, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, nell'ambito della legge di bilancio, presentare norme che consentano l'avvio in Italia di alcune esperienze a livello sperimentale sul nucleare, immagino anche quelli di nuova generazione. Vorrei sapere se lei potesse darci qualche ulteriore dettaglio su questo fronte, perché riteniamo che il nucleare nel prossimo futuro sia anche per l'Italia la strada da percorrere per dare stabilità agli approvvigionamenti, a un prezzo costante.

  ANTONIO GOZZI, presidente di Federacciai. La presidenza Orsini, fin dal suo primo momento, ha declinato l'ipotesi del nucleare come un'ipotesi sulla quale lavorare per compensare, se possibile, quel gap esistente tra l'industria italiana e l'industria degli altri competitor europei, che vi sintetizzo con tre numeri: l'industria energivora italiana ha pagato quest'anno mediamente 120 euro per un megawattora, quella tedesca 65 euro, quella francese 42 euro. È chiaro che, se si continua a mantenere un gap e una distanza di questo tipo, è una asimmetria competitiva che alla lunga ammazza i sistemi industriali e nega in radice il mercato unico europeo. D'altronde, non si può consentire all'interno dello stesso mercato e per aziende dello stesso settore differenziali di questo tipo. Quindi, bisogna cercare tutte le strade.
  Purtroppo l'Europa, come Mario Draghi riporta nel suo rapporto, è stata incapace di fare una politica energetica comune, si è lasciato ai singoli Stati l'intervento, naturalmente questi sono i risultati: ognuno pensa ai suoi sistemi industriali. Parlandone con il Ministro Pichetto Fratin, noi abbiamo detto che siamo per un prezzo unico dell'energia per gli energivori europei, ma in assenza di questo prezzo bisogna che anche in Italia ci si attrezzi, e lo si sta facendo.

  ENRICO CAPPELLETTI, intervento in videoconferenza. Grazie. Due brevi questioni. Innanzitutto vorrei sapere perché non è stata citata e neppure considerata l'ipotesi di utilizzo dell'idrogeno. In secondo luogo, visto che è stato richiamato l'onere del costo eccessivo dell'energia, che chiaramente è un problema enorme, se questo è il problema, bisognerebbe andare verso una completa transizione energetica a favore delle fonti energetiche rinnovabili, che notoriamente hanno Pag. 9un costo inferiore anche rispetto a quelle del nucleare.

  ANTONIO GOZZI, presidente di Federacciai. Due battute. L'idrogeno oggi è particolarmente costoso e inagibile dal punto di vista economico. Tra l'altro, l'idrogeno usa due risorse preziosissime, ovverosia le energie rinnovabili, che sono scarse, e l'acqua, perché per fare idrogeno si consuma una certa quantità d'acqua, che è diventata, anch'essa, un bene raro.
  Noi abbiamo predisposto, in tutti i nostri laminatoi, bruciatori capaci di bruciare anche una miscela di idrogeno con il gas naturale, ma stiamo lavorando piuttosto sul biometano che sull'idrogeno, dal momento che vi è una differenza di costi insostenibile. Oggi un chilo di idrogeno costa cinque volte un chilo di gas naturale. Quindi, è impraticabile. Tra l'altro, l'idrogeno ha problemi di stoccaggio e di trasporto molto gravi.
  Con le rinnovabili copriamo il 40 per cento circa della produzione nazionale, tra fotovoltaico, eolico e idroelettrico. Grazie a Dio esiste l'idroelettrico. Il 40 per cento dell'energia italiana è ancora prodotta da gas, per cui pensare di sostituire nel breve periodo il gas è una follia. Tra l'altro, purtroppo faccio presente che più crescono le rinnovabili in Italia più il prezzo dell'energia cresce. Al 2030, se contiamo anche i 35 miliardi di euro dell'eolico off-shore, avremo dato di incentivi, dal primo programma europeo «Conto Energia», 220 miliardi di euro, che sono andati tutti in bolletta, pagati dalle famiglie e dalle imprese italiane.
  Un SMR di nuova generazione, secondo le stime dell'Ansaldo Nucleare e dell'EDF, costa 2 miliardi di euro. Quindi, con 20 miliardi di euro si potrebbero fare dieci SMR. Servono, invece, 35 miliardi di euro per l'eolico off-shore, che è costosissimo, perché parliamo ormai di più di 2 milioni di euro a megawatt, e presenta complessità tecniche molto rilevanti. Su questi numeri bisogna soffermarsi, altrimenti parliamo astrattamente.

  ILARIA CAVO, intervento in videoconferenza. Grazie, presidente. È stato chiarissimo in tutta l'esposizione.
  Ho una domanda secca. Lei ha parlato di prospettiva auspicabile anche relativamente al percorso che dovrà fare il Parlamento italiano, che ci vedrà sicuramente coinvolti in questo dibattito, e ha detto che si augura che si possa arrivare - se non ho capito male - in una decina d'anni alla messa a punto e alla possibilità di affiancare il nucleare alle altre fonti energetiche, soprattutto le rinnovabili, che capiamo vengono utilizzate, ma non possono essere sufficienti, occorre necessariamente una complementarietà. Ma dieci anni sono un arco temporale ragionevole per compensare tutto quello che ci ha detto, anche questo costo dell'energia, che vede l'Italia pagare costi più alti rispetto ad altri Paesi, di fronte all'assenza di un costo unico a livello europeo per gli energivori?
  Le chiedo, dunque, se questo arco temporale è un arco temporale tollerabile o meno.

  ANTONIO GOZZI, presidente di Federacciai. Naturalmente l'arco temporale dipende da quello che ci dicono EDF e Ansaldo Nucleare relativamente alla predisposizione della tecnologia e al passaggio all'industrializzazione di una tecnologia che oggi è ancora oggetto di ricerca e sviluppo.
  Se il Governo italiano, in assenza di un prezzo unico europeo, continuerà a fare politiche per gli energivori, questi dieci anni saranno gestibili, diversamente ci sarà il rischio di uno spiazzamento competitivo progressivo e della messa in crisi non soltanto della siderurgia italiana, ma di molti altri settori fondamentali, come la ceramica, la carta, il vetro, tutti settori che, tra l'altro, sono fondamentali per le filiere che ci stanno sotto. Del resto, la scomparsa dell'acciaio o della ceramica non implicherebbe soltanto il danno in sé, circoscritto al settore, ma provocherebbe ripercussioni sulle filiere sottostanti.

  PRESIDENTE. Non essendoci altre richieste di intervento, ringrazio l'ospite intervenuto e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 12.35.

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