Sulla pubblicità dei lavori:
Rotelli Mauro , Presidente ... 3
Seguito dell'audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sulle linee programmatiche del suo Dicastero
(ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento)
:
Rotelli Mauro , Presidente ... 3
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 3
Rotelli Mauro , Presidente ... 8
Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA VIII COMMISSIONE MAURO ROTELLI
La seduta comincia alle 14.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante il resoconto stenografico della seduta nonché la trasmissione diretta sulla Web TV della Camera dei deputati.
Seguito audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sulle linee programmatiche del suo Dicastero.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione, presso le Commissioni riunite VIII Ambiente, territorio e lavori pubblici e X Attività produttive commercio e turismo della Camera dei deputati, del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sulle linee programmatiche del suo Dicastero.
Ringrazio il Ministro Pichetto Fratin per aver sollecitamente risposto all'invito delle Commissioni e saluto il presidente della X Commissione, Alberto Luigi Gusmeroli, e tutti i colleghi deputati.
Rammento che nella seduta del 29 novembre scorso sono intervenuti, per formulare quesiti ed osservazioni, i deputati Lampis, Peluffo, Zinzi, Pavanelli, Squeri, Ruffino, Cavo, Evi, Manes, Pietrella, Simiani, Mazzetti, Ilaria Fontana, Semenzato, Casasco e Schiano Di Visconti.
Prima di cedere la parola al Ministro Pichetto Fratin ricordo che, come stabilito all'esito della scorsa seduta, il seguito dell'audizione è dedicato alla replica del Ministro.
Do quindi la parola al Ministro Pichetto Fratin.
GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Grazie presidente. Ringrazio e saluto gli onorevoli colleghi per l'invito odierno e di seguito proverò a rispondere a tutte le questioni emerse nel corso dell'audizione del 29 novembre.
Anzitutto penso possa essere utile chiarire la posizione del Dicastero che reggo sulle fonti di energia rinnovabile e sul ricorso alle altre fonti energetiche.
Ritengo che il conseguimento da parte del nostro Paese degli obiettivi di autonomia energetica renda indifferibile un percorso di importante sviluppo delle fonti rinnovabili. Al riguardo, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nel considerare prioritario il tema della transizione ecologica, vede uno stanziamento di oltre 60 miliardi di euro finalizzati a contribuire agli obiettivi strategici di decarbonizzazione attraverso l'aumento della quota di produzione di energia da fonte rinnovabile, il potenziamento delle infrastrutture di rete, la promozione dell'efficienza energetica e della produzione e l'utilizzo dell'idrogeno.
Nella sostanza, per capirci, oggi produciamo due terzi dell'energia elettrica con fonti fossili e un terzo con le rinnovabili, tra le quali il 50 per cento è idroelettrica. L'obiettivo per il 2030 è ribaltare la clessidra e arrivare a due terzi da rinnovabili e un terzo da fossili e, in questo caso, speriamo che questi fossili non siano più carbone e petrolio ma, tendenzialmente, gas Pag. 4che, tra i fossili, è il meno inquinante ancorché fossile.
In particolare fra le linee d'azione è previsto lo sviluppo di impianti innovativi di produzione energetica rinnovabile e di impianti di produzione di biometano, lo sviluppo di smart grid e la promozione della diffusione di comunità energetiche nei comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti.
In relazione a quest'ultimo intervento di incentivazione, mi preme evidenziare che sono in corso interlocuzioni con la Commissione europea - la domanda era dell'onorevole Peluffo. Sono arrivato stanotte da Bruxelles dove ho riaffrontato la questione. Ancorché non vi sia ancora la formalizzazione da parte dell'Unione europea, credo tuttavia di poter dire in questa sede parlamentare che c'è l'assenso a trasformare ciò che è prestito in sovvenzione. Questo ci permette di risolvere una serie di nodi che emergevano rispetto alle CER, le comunità energetiche rinnovabili, perché è chiaro che su una parte di CER c'era la volontarietà dei soggetti ma anche difficoltà di ordine giuridico e burocratico nel percorso; quindi spero a giorni, se non a ore, di avere formale risposta da parte dell'Unione europea.
Dall'implementazione di questa e di altre misure del PNRR è emersa l'esigenza di rafforzare la capacità attuativa degli enti territoriali, anche tramite un supporto specialistico dedicato per evitare che l'elevata frammentazione e diversità dei soggetti attuatori possa costituire un ostacolo alla concretizzazione dei progetti - domande degli onorevoli Peluffo e Lampis. Per far fronte a questa sfida il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica sta rafforzando e potrà contare entro fine anno, o all'inizio del prossimo, su un nuovo contingente di esperti dedicati che lavoreranno a fianco degli enti territoriali e dei beneficiari dei progetti al fine di risolvere eventuali criticità in fase implementativa - c'era anche una domanda dell'onorevole Ruffino in merito.
Ritornando al tema dell'energia, come ho avuto modo di dire nel corso dell'audizione, nel prossimo anno intendiamo procedere alla revisione dei principali documenti programmatici in materia di energia, quali il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima e la long-term strategy - domanda anche dell'onorevole Pavanelli.
Nel frattempo gli uffici del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica stanno mettendo a punto alcuni importanti provvedimenti volti a favorire lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, tra questi il decreto attuativo dell'articolo 20, commi 1 e 2, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, concernente l'individuazione delle aree idonee alla realizzazione di impianti di energia rinnovabile. Il provvedimento in questione sarà adottato di concerto con il Ministro dell'agricoltura e della sovranità alimentare e con il Ministro della cultura, acquisito il parere della Conferenza unificata - domanda dell'onorevole Lampis.
Ai fini dell'implementazione della misura è stato istituito, sotto il coordinamento del MASE, un gruppo di lavoro ad hoc che ha visto il coinvolgimento dei due Ministeri concertanti, delle regioni nonché del GSE e di RSE per l'opportuno supporto tecnico, sulla base del Piano di transizione ecologica che stima la nuova potenza FER necessaria per raggiungere obiettivi di decarbonizzazione al 2030 a 70-75 gigawatt. Sono state quindi elaborate alcune ipotesi di riparto regionale della potenza aggiuntiva che abbiamo condiviso con i coordinamenti regionali. Proseguendo nell'interlocuzione con le regioni e con gli altri Dicasteri coinvolti, auspichiamo di poter chiudere il provvedimento in tempi ragionevolmente brevi - era una domanda anche dell'onorevole Cavo oltre che dell'onorevole Lampis.
Sempre in relazione al tema delle aree idonee, come avrete avuto modo anche di apprendere dagli organi d'informazione, nell'ultimo Consiglio energia gli Stati membri hanno preso l'impegno di accelerare l'iter autorizzativo per la realizzazione di nuovi impianti in determinate aree con bassi rischi ambientali. Questo è un impegno assunto nella serata di lunedì.
Anche per quanto riguarda il FER2, la cui gestazione è stata particolarmente lunga, Pag. 5siamo alle battute finali. Il decreto fornisce continuità all'approccio del FER1 e ha dunque ad oggetto l'incentivazione della produzione di energia elettrica dalle fonti di geotermia tradizionale a ridotte emissioni, geotermia a emissioni nulle, eolico offshore, impianti fotovoltaici, impianti a energia mareomotrice e altre forme di energia marina, biomasse, biogas e solare termodinamico, che presentino caratteristiche di innovazione e ridotto impatto sull'ambiente e sul territorio.
L'attuazione del decreto consentirà di incentivare complessivamente 4.590 megawatt di impianti. Sul testo è già stato acquisito il parere del Ministero dell'agricoltura e della sovranità alimentare e il parere di ARERA.
Riguardo alle comunità energetiche di energia rinnovabile, lo scorso 12 dicembre si è chiusa la consultazione sullo schema di decreto di incentivazione: sono pervenuto 257 osservazioni da parte dei portatori d'interesse (comunità energetiche, anche già operative, aziende, associazioni oltre che da singole imprese e cittadini). Gli uffici del Ministero stanno valutando le osservazioni pervenute dai vari stakeholder al fine del recepimento nel decreto e della successiva notifica alla Commissione europea - la domanda era dell'onorevole Peluffo.
Allo stato il testo prevede che la potenza nominale massima del singolo impianto risulti non superiore ad un megawatt e che gli impianti posseggano i requisiti prestazionali di tutela ambientale necessari per rispettare il principio del non arrecare un danno significativo all'ambiente. Il decreto prevede l'incentivo per il periodo 2023-2027.
Come già ho avuto modo di dire, nelle more del passaggio alle rinnovabili sarà necessario ricorrere al vettore energetico fossile più pulito, o meno inquinante, ovvero il gas metano. Il processo di transizione richiede un lasso di tempo durante il quale dovremo garantire energia alle famiglie e alle imprese mediante il gas. Lo potremo fare anche grazie alle nuove norme che prevedono l'aumento della produzione di gas nazionale, gas release, il potenziamento delle infrastrutture esistenti e l'entrata in esercizio dei rigassificatori di Piombino e Ravenna.
È palese infatti che per garantire la sicurezza energetica del Paese, in questa delicata fase storica, i rigassificatori di Piombino e Ravenna sono necessari ed è importante che siano realizzati nel più breve tempo possibile. Vorrei far presente che la capacità sommata di quelli di Piombino e Ravenna è pari a 10 miliardi circa di metri cubi di gas.
Per Piombino c'è l'impegno mio e del Governo per un uso temporaneo, non oltre i tre anni. Al tempo stesso è giusto che lo Stato si faccia carico delle esigenze delle comunità che garantiscono un servizio così importante alla nazione.
Sono in corso interlocuzioni con i soggetti interessati alla riqualificazione ambientale delle aree: si tratta di realizzare opere di riqualificazione importanti che auspico possano essere ultimate in tempi rapidi - c'era un quesito dell'onorevole Simiani.
Passando invece al nucleare, ricordo che la questione in Italia è oggetto di un lungo dibattito. La posizione favorevole alla sua produzione considera l'energia nucleare una tecnologia indispensabile per affrancarci dalla dipendenza dai combustibili fossili senza emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera; la posizione contraria vede nella radioattività un elemento di rischio preminente, in particolare per la conseguenza di un eventuale incidente nucleare.
Io non ho alcuna preclusione sul nucleare, che invece mi sembra possa rispondere in maniera efficace al raggiungimento degli obiettivi di neutralità tecnologica; però per quanto riguarda il tema, allo stato le competenze sulla ricerca e l'impiego sull'energia nucleare in Italia restano in capo ad Enea. In particolare si auspica che nell'arco di 10-15 anni possa essere implementata la tecnologia di quarta generazione, che sarà un vettore tecnologico di transizione propedeutico all'approccio finale alla fusione nucleare - il quesito era dell'onorevole Zinzi.
Restando sul tema, facendo seguito ai quesiti posti, colgo l'occasione per fare un Pag. 6breve excursus su Sogin. L'articolo 34 del decreto-legge n. 73 del 2022, convertito con modificazioni dalla legge n. 122 del 2022, ha disposto il commissariamento della società Sogin S.p.A. in considerazione della necessità e dell'urgenza di accelerare lo smantellamento degli impianti nucleari italiani, la gestione dei rifiuti radioattivi e la realizzazione del deposito nazionale di cui al decreto legislativo n. 31 del 2010. Con successivo DPCM del 19 luglio 2022 è stato nominato l'organo commissariale, che risulta composto dal prefetto Spena e dai commissari Maresca e Bracco.
L'organo commissariale di Sogin nell'ambito del programma per l'accelerazione dell'attività istituzionale ha definito un piano di lavoro per il superamento dei principali fattori di crisi. Tale piano è stato elaborato a seguito di un'azione ricognitiva e delle complesse attività afferenti a Sogin, e delle analisi dello stato d'avanzamento del deposito nazionale e del decommissioning dei siti.
Nell'ambito del piano di smantellamento degli impianti sono stati individuati gli appalti che per valore e complessità realizzativa risultano strategici e particolarmente incidenti in termini di avanzamento dei progetti.
Ricoprono un ruolo di particolare rilievo per gli aspetti di sicurezza nucleare gli appalti per la realizzazione degli impianti Cemex a Saluggia e ICPF a Trisaia, ai quali l'organo commissariale ha dedicato la massima attenzione per pianificare gli interventi e le azioni necessarie al loro celere completamento.
Per queste e per ulteriori criticità si auspica il rafforzamento e la velocizzazione delle procedure e degli strumenti di selezione dei contraenti, anche attraverso l'applicazione di un regime derogatorio di cui all'articolo 34 del decreto-legge n. 73 del 2022. Ad ogni modo è mia intenzione intensificare l'interlocuzione con l'organo commissariale al fine di velocizzare i processi e risolvere eventuali criticità - la domanda era dell'onorevole Ruffino.
Relativamente allo stabilimento di Priolo, del quale pure mi era stato chiesto nel corso dell'audizione, non posso non sottolineare la grande attenzione che il Governo ha posto sul tema.
Il Consiglio dei Ministri dello scorso 30 novembre ha approvato un decreto-legge con misure a tutela dell'interesse nazionale nei settori strategici, che consentirà la salvaguardia della raffineria siciliana. Il decreto-legge prevede che le imprese che gestiscono impianti strategici di raffinazione debbano in ogni modo garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. Fino al 30 giugno 2023 se ci sono rischi di continuità produttiva che impattano sulla sicurezza nazionale, conseguenti a sanzioni imposte nell'ambito dei rapporti internazionali tra Stati, le imprese possono richiedere l'amministrazione temporanea: le richieste potranno essere avanzate entro il 30 giugno 2023. In assenza di domande il Governo, perseguendo l'interesse nazionale, potrà disporre comunque l'amministratore temporanea attraverso un decreto ministeriale del Ministero delle imprese e del Made in Italy di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica. Il decreto-legge in questione è attualmente all'attenzione della Commissione industria del Senato - la domanda era dell'onorevole Squeri.
Riguardo agli appunti circa una sorta di inversione di rotta del Ministero sugli obiettivi della transizione ecologica, torno brevemente sul cambio di denominazione per evidenziare che il nome è volto a rimarcare le due grandi missioni del Dicastero: ovvero la tutela dell'ambiente e la sicurezza energetica. Le due missioni, come ho già avuto modo di precisare, sono tutt'altro che antitetiche. Anzi, a un'analisi attenta appaiono strettamente interconnesse.
Pensiamo al Piano nazionale integrato di energia e clima, che ha il compito di pianificare le politiche di decarbonizzazione e di contrasto alle emissioni climalteranti. Il Piano è teso al contrasto al cambiamento climatico, ma al tempo stesso punta a implementare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, il mercato interno dell'energia, la ricerca, l'innovazione, la competitività.Pag. 7
Le trasformazioni e il cambiamento del sistema energetico dunque costituiscono un elemento fondamentale per la riuscita della transizione ecologica.
Nel dare implementazione alle riforme necessarie a guidare l'Italia verso la neutralità tecnologica, in linea con gli obiettivi previsti dall'Accordo di Parigi, dall'Agenda 2030 e dal Fit for 55, il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica dovrà considerare l'importanza della sostenibilità come modello di riferimento delle politiche industriali, ad esempio, trainante per tante piccole e medie aziende. L'efficientamento dei processi di produzione e il perfezionamento dei sistemi di gestione ambientale possono da un lato ridurre l'inquinamento, la produzione dei rifiuti e il consumo delle risorse; dall'altro portare benefici per le imprese in termini di taglio dei costi di produzione, riduzione della dipendenza da materie prime e vantaggio competitivo sui mercati, dove la domanda di prodotti ad elevata qualificazione ambientale cresce di giorno in giorno. D'altro canto qualunque obiettivo deve essere definito in maniera realistica e in linea con le tecnologie attualmente disponibili. Dobbiamo adottare un approccio pragmatico che si basi sul principio della neutralità tecnologica. Quindi, ad esempio, con riferimento al settore automotive non possiamo puntare solo sullo sviluppo e l'implementazione dell'elettrico, ma dobbiamo puntare anche sulla filiera produttiva dell'idrogeno e sulla sostituzione di vecchi combustibili con i biocarburanti.
E lo stesso discorso vale anche per il processo negoziale europeo sugli imballaggi, che in parte ho svolto nel pomeriggio di ieri. Non possiamo accettare una preferenza assoluta verso i prodotti riutilizzabili, attraverso obiettivi molto elevati di riutilizzo. Queste disposizioni possono avere l'effetto svantaggioso di minare il sistema di gestione dei rifiuti di imballaggio esistente, di vanificare gli investimenti già effettuati o di bloccare quelli previsti, anche con i finanziamenti dell'Unione europea, di ostacolare l'innovazione, di imporre un notevole costo di adattamento o di provocare la chiusura di aziende e innalzare di conseguenza la disoccupazione.
Anche in merito alla proposta di Regolamento che modifica la direttiva 2006/66 relativa a pile e accumulatori, al fine di garantire la sostenibilità delle batterie in tutto il loro ciclo di vita, bisogna stabilire target realistici, ancorandola a una revisione obbligatoria e programmatica che possa valutare l'attuazione in itinere delle riforme. I target devono consentire realisticamente lo sviluppo dei sistemi di recupero materiale, come quelle ad esempio del litio - domande degli onorevoli Pietrella e Semenzato.
L'Italia dovrà avere in Europa un approccio positivo, lo stesso approccio che l'ha portata a vivere da protagonista il negoziato concernente il cap al prezzo del gas. È stato il nostro Paese a portare un numero considerevole di altri Stati membri a chiedere una soluzione condivisa a livello europeo. L'accordo si è trovato nella giornata di lunedì all'ultima riunione del Consiglio di energia; il cap entrerà in azione quando il prezzo del gas supererà predeterminati livelli.
Vorrei chiarire meglio. Il cap non è la definizione del prezzo del gas ma una misura anti speculazione. Il prezzo del gas è dettato dal rapporto tra compratore e venditore: per rendere un'idea del cap si può dire che esso funziona un po' come quando in Borsa viene sospeso un titolo per eccesso di ribasso o di rialzo. Ecco, so che non è proprio pertinente perché qui andiamo a intervenire su un sistema di mercato complesso e non su una singola impresa, su un singolo titolo, ma la sostanza è quella.
Il cap entrerà quindi in azione quando il prezzo del gas sul TTF (Title Transfer Facility), il mercato virtuale per lo scambio del gas naturale di Amsterdam, supererà i 180 euro a megawattora per tre giorni lavorativi consecutivi e contemporaneamente sarà superiore ad almeno 35 euro rispetto al prezzo di riferimento sui mercati globali del gas liquefatto.
Il meccanismo si applicherà dal 15 di febbraio 2023 per un anno. Alla domanda: ma perché dal 15 febbraio? Rispondo: perché bisogna anche dare il tempo al sistema Pag. 8tecnico, alle imprese e alla parte riguardante la regolamentazione, se vogliamo, della Commissione, che adesso deve tradurre l'accordo in una regolamentazione più completa, ai mercati se volete, di adattarsi al nuovo meccanismo.
Il tetto al prezzo serve per evitare le fiammate speculative a cui abbiamo assistito in questi mesi, soprattutto ad agosto. Decidere di bloccare la speculazione permetterà agli Stati di poter intervenire per calmierare i prezzi delle bollette. L'Italia è stata promotrice di questa misura, che ha raccolto progressivamente un consenso sempre più ampio - la domanda era dell'onorevole Mazzetti.
Io faccio presente una cosa. Dopo solo dieci minuti, un quarto d'ora, dal momento in cui abbiamo raggiunto l'accordo, verso le 16.30 di lunedì pomeriggio, il prezzo del gas è crollato del 10/15 per cento. Stamattina il prezzo si collocava a 99 euro: sabato scorso era pari a 138 euro. Quindi un effetto già lo ha prodotto e il fatto che vi sia stata una reazione, anche un po' forte, da parte di alcuni importanti Stati fornitori, quale la Russia, significa che qualche effetto lo produce.
A chi eccepisce che c'è una clausola sospensiva, sottolineo che la causa sospensiva è stata condivisa convintamente dal nostro Paese, perché quando si interviene su una regola di mercato, quando si impone una nuova regola, bisogna anche essere pronti all'ipotesi che in un mercato dove ci sono compratori e venditori la regola possa comportare degli sfridi. Come nell'esempio fatto sulla sospensione del titolo di borsa, per eccesso di rialzo o di ribasso, che rende efficace il sistema, anche qui va considerato che si potrebbe rendere necessario un intervento immediato da parte dell'autorità cioè, in questo caso, della Commissione europea. Quindi la valvola di sicurezza è assolutamente necessaria.
Cerco infine di riassumere brevemente le risposte alle ulteriori questioni che mi sono state sottoposte.
Riguardo agli esiti di COP27, non credo che si possa negare l'importanza del passo compiuto decisivo per l'istituzione del Fondo Loss and Damage, che ricordiamo prevede il versamento da parte dei Paesi più sviluppati di fondi necessari per risarcire i danni causati dai cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo. Resta il problema che la decisione sui criteri circa l'entità dei versamenti è stata rinviata al prossimo anno.
Voglio anche dire questo: ciò che di COP27 può non aver dato massima soddisfazione è che il punto fondamentale ha riguardato la discussione su perdite e danni, con una posizione che è diventata di contrapposizione solo su una questione finanziaria, perdendo di vista quelli che erano invece gli obiettivi di fondo di COP27 e quindi, ancor prima che quelli discussi a Glasgow nel 2021 se vogliamo, quelli del Trattato di Parigi. Questo ha portato a una trattativa un po' particolare, intensa, ma non certamente universale sull'obiettivo fondamentale.
Grazie, ho finito. Resto a disposizione delle Commissioni riunite.
PRESIDENTE. Ringrazio nuovamente il Ministro per il suo intervento e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14.30.