Sulla pubblicità dei lavori:
Battistoni Francesco , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPATTO AMBIENTALE DEGLI INCENTIVI IN MATERIA EDILIZIA
Audizione del Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica.
Battistoni Francesco , Presidente ... 3
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) ... 3
Battistoni Francesco , Presidente ... 6
Santillo Agostino (M5S) ... 6
Battistoni Francesco , Presidente ... 7
Simiani Marco (PD-IDP) ... 7
Battistoni Francesco , Presidente ... 9
Mazzetti Erica (FI-PPE) ... 9
Battistoni Francesco , Presidente ... 10
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 10
Battistoni Francesco , Presidente ... 11
Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
FRANCESCO BATTISTONI
La seduta comincia alle 8.30.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.
Audizione del Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
Ringrazio il Ministro Gilberto Pichetto Fratin per la partecipazione ai nostri lavori e gli cedo la parola per lo svolgimento della relazione.
GILBERTO PICHETTO FRATIN. Grazie presidente. Ringrazio il presidente della Commissione per questo invito che mi dà la possibilità di informare compiutamente il Parlamento rispetto alle materie di competenza del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, con riferimento all'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia.
L'indagine si propone di valutare gli effetti della detrazione fiscale per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, per l'adeguamento antisismico e per la riqualificazione energetica, con particolare riguardo anche al cosiddetto superbonus.
Com'è noto, ai fini dell'agevolazione degli interventi di riqualificazione degli edifici residenziali, sono ad oggi attive diverse misure di incentivazione che adottano il meccanismo delle detrazioni fiscali. Tra queste il superbonus. Al 30 settembre 2023, secondo i dati di Enea, il numero totale delle asseverazioni è stato pari a 430.661. Di questi il 17 per cento corrisponde ad interventi su edifici condominiali. Gli investimenti ammessi a detrazione, a livello nazionale, erano pari a circa 88,17 miliardi. Per quanto riguarda invece le detrazioni riguardanti i lavori già conclusi, ammontano a 72,5 miliardi.
Complessivamente al 30 settembre si sono registrate 78.260 asseverazioni relative a condomini per un investimento di 50,3 miliardi, pari al 56,7 del valore complessivo, 237.127 asseverazioni relative ad edifici unifamiliari, per un totale di 27,8 miliardi di investimento, pari al 30,7 dell'investimento complessivo e 115.000 asseverazioni per lavori in unità immobiliari indipendenti, investimento pari a 11,3 miliardi, pari al 12,6 per cento del totale.
Non voglio però fare un ragionamento sull'esistente, ma vorrei darvi una panoramica sulle prospettive e sfide che ci attendono nel prossimo futuro, partendo dalla consapevolezza che il parco immobiliare italiano fa parte di quel settore civile che, insieme al comparto agricolo e a quello dei trasporti, costituiscono le tre macro aree sulle quali intervenire con un'importante azione di riduzione delle emissioni.
Questo non mi esime dal fare una breve chiosa sul superbonus, norma dai tanti buoni propositi ma che ad un'analisi costi-benefici postuma, non viene giustificata dagli effetti espansivi rispetto ai problemi creati sui conti pubblici o sull'aumento dei prezzi nel settore.
Come ha avuto modo di sottolineare il ministro Giorgetti, in sede di presentazione Pag. 4dell'aggiornamento al Documento di economia e finanza, l'indebitamento netto per l'anno in corso è previsto al 5,2 per cento del PIL, superiore di 0,7 punti percentuali rispetto all'obiettivo indicato dal Documento di economia e finanza. Tale disallineamento rispetto alle stime programmatiche di aprile è riconducibile, secondo i dati dell'economia, agli effetti derivanti dai costi dei bonus edilizi.
Tornando alle sfide per traguardare il target del pacchetto europeo Fit for 55, sono numerosi gli obiettivi energetico ambientali che investono il settore civile: l'obiettivo di riduzione dei consumi finali complessivi del sistema Paese e l'obiettivo di risparmio energetico da politiche attive; l'obiettivo di riduzione delle emissioni dei settori ETS civile e trasporti; l'obiettivo di riqualificazione annua al 3 per cento degli edifici pubblici; l'obiettivo di riduzione dei consumi della pubblica amministrazione pari all'1,9 per cento annuo; l'obiettivo di incremento della quota di energia rinnovabile nei consumi finali e l'obiettivo specifico per il settore riscaldamento e raffrescamento.
Al fine di rispondere a tali sfidanti obiettivi per il settore civile, la bozza del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, inviata alla Commissione europea a giugno 2023 e che anche il Parlamento ha ricevuto, prevede l'attuazione di una riforma generale delle detrazioni che affronti un approccio integrato ed efficiente, con riguardo alle opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti e che superi l'attuale frammentazione delle varie detrazioni ad oggi attive.
Un approccio integrato, infatti, consentirebbe di ottimizzare le tempistiche e i costi di riqualificazione di un edificio favorendo gli interventi di riqualificazione profonda in un'ottica di sostenibilità che interessi vari ambiti; quello energetico sotto il profilo dell'efficienza, della produzione di energia da fonte rinnovabile e dell'elettrificazione dei consumi; quello della digitalizzazione degli edifici e del dialogo con le altre infrastrutture quali quelle dei trasporti; quello della sicurezza con riferimento agli aspetti sismici e all'antincendio; quello della tutela ambientale con riferimento alla riduzione dei consumi idrici e all'uso del verde.
La riforma del quadro normativo pertanto riguarderà congiuntamente tutti gli aspetti citati, prevedendo diverse aliquote di detrazioni in funzione delle performance generali raggiunte dall'edificio, da ottenere attraverso interventi con vari livelli di priorità.
La riforma dovrà avere una durata almeno decennale, per rispondere agli sfidanti obiettivi previsti per il settore residenziale. In particolare essa dovrà: essere indirizzata prevalentemente all'unità immobiliare soggetta all'obbligo della direttiva «case green» (prime case, unità immobiliari con classe energetica bassa, situazioni di povertà energetica ed edilizia residenziale); garantire aliquote distribuite in un massimo di 10 anni – ho detto massimo però può anche essere di più, un ragionamento noi lo dobbiamo fare sul fronte della decarbonizzazione in un'ottica 2050 –; ammettere interventi sia singoli sia di riqualificazione energetica profonda, quindi combinazione di più interventi; garantire i benefici secondo un'aliquota ridotta per interventi singoli e per gli interventi di riqualificazione energetica profonda, poche aliquote crescenti in funzione delle performance energetiche raggiunte, tenendo anche conto delle performance sismiche per le aree ad alto rischio e gli interventi energetici saranno trainanti rispetto a tutti gli altri interventi che beneficeranno delle medesime aliquote; garantire costi massimi specifici omnicomprensivi sia per singoli interventi, sia per interventi di riqualificazione energetica profonda, di semplice verifica e univoci per l'intero territorio nazionale; essere affiancata da strumenti finanziari di supporto, ad esempio finanziamento a tasso agevolato, anche a copertura totale dei costi di investimento e cessione del credito, con condizioni di favore per le persone in condizione di povertà energetica.
Al fine di provvedere nella versione definitiva del Piano nazionale integrato energia e clima, che sarà varata a giugno del 2024, un set di misure concrete ed efficaci Pag. 5che permettano il conseguimento degli obiettivi citati, il Ministero dell'ambiente e sicurezza energetica inoltre ha istituito dei gruppi di lavoro tematici focalizzati sui settori economici più rilevanti. È chiaro che la prospettiva ora delineata deve essere affiancata da un quadro di incentivi edilizi stabiliti nel tempo e che dobbiamo definire nell'attuazione della delega fiscale.
Altro ragionamento va effettuato per gli edifici pubblici e l'edilizia residenziale pubblica, non ammessa ai meccanismi di detrazione fiscale. Per tali immobili il Ministero dell'ambiente ha attivato altri strumenti di incentivazione degli interventi di riqualificazione energetica del parco immobiliare quali il conto termico, il PREPAC, programma di riqualificazione energetica della Pubblica Amministrazione centrale, il Fondo nazionale di efficienza energetica (FNEE) e l'Avviso pubblico Comuni per la sostenibilità e l'efficienza energetica (CSE), con tutta una serie di singole azioni mirate.
Vorrei dedicare però questa parte finale di relazione alla questione legata alla direttiva «case green», peraltro è in corso in questi giorni il trilogo. Come sapete vi sono posizioni negoziali distanti fra Parlamento europeo, Consiglio europeo e Commissione. Gli Stati membri nell'ambito del Consiglio europeo hanno trovato una posizione di compromesso in grado di rivedere le tempistiche di adeguamento delle prestazioni energetiche degli edifici, in modo di renderle più graduali e meno stringenti e di garantire inoltre la posizione di esenzione per alcune categorie, rispetto al testo iniziale proposto dalla Commissione che stabiliva target unici per tutte le tipologie di immobili al 2030. Il testo varato dal Consiglio europeo prevede che solo gli edifici residenziali di nuova costruzione dovranno essere ad emissione zero entro il 2030.
Per gli edifici residenziali esistenti la dead line per il raggiungimento del target è il 2050. Inoltre sono previste delle esenzioni per alcune tipologie di edifici, tra cui gli edifici storici, luoghi di culto, gli edifici per scopi di difesa. Naturalmente erano target nazionali e non individuali di opera. Il Parlamento europeo ha approvato il suo mandato negoziale lo scorso 14 marzo, prevedendo un timing e condizioni più stringenti.
Nell'ambito dei triloghi, come Italia stiamo rimarcando la peculiarità del contesto italiano. Il ragionamento è sostanzialmente questo: noi abbiamo un patrimonio particolare, abbiamo 31 milioni di fabbricati, ne abbiamo 21 milioni oltre la classe D, un patrimonio molto diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che per una radicata visione della casa come bene rifugio delle famiglie italiane. Individuare una quota di patrimonio edilizio esentabile per motivi di fattibilità economica è un passo doveroso e necessario, ma gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti per come delineati oggi, almeno nelle posizioni della Commissione e del Parlamento, non sono raggiungibili per il nostro Paese.
I temi particolarmente controversi nell'ambito dei triloghi investono in primis il timing di raggiungimento del target. Sul punto ribadisco che occorre individuare un percorso di azioni realistiche, concrete e realizzabili. Secondo aspetto: occorre definire un quadro preciso di finanziamenti ed incentivi a livello europeo che è fondamentale per la concreta realizzazione delle misure.
Altro tema controverso riguarda l'omogeneità degli attestati di prestazione per determinare il contingente di edifici sul quale intervenire. Non vogliamo che, per difformità di classe o valutazione, ci possa essere un vantaggio o una penalizzazione nel punto di partenza per gli Stati membri. Occorrono parametri omogenei per la fotografia iniziale del parco immobiliare ed è questo il motivo per cui ho dato mandato a un gruppo di esperti di approfondire la tematica e di fornire un quadro chiaro del punto.
Il gruppo di esperti ha avuto mandato da parte mia di fare la verifica delle classi energetiche, la domanda posta era: poiché a Siracusa la stufa la accendo quindici giorni all'anno e sullo Stelvio l'accendo undici mesi e mezzo all'anno, i parametri di classe energetica sono corretti? Non lo Pag. 6so, stiamo facendo una verifica. Secondo: le nostre classi energetiche sono parificate alle classi energetiche degli altri Paesi europei? Vorrei ricordare che ci sono Paesi europei che non hanno ancora determinato la classificazione. Passaggio successivo: come possiamo intervenire sulla massa dei 31 milioni di fabbricati, ovvero, se vogliamo delimitare il campo, sui 21 milioni circa di fabbricati che sono in classe E, F e G? O meglio, rispetto ai 21 milioni di fabbricati che ci sono in classe E, F e G – dedotti i fabbricati storici, quelli sotto i 50 metri, ossia tutti quelli che dal trilogo usciranno come escludibili, anche se dobbiamo avere l'ambizione non solo di fare questa analisi, ma anche di valutare comunque l'obiettivo di decarbonizzazione anche di quelle case che possono essere escluse dalla direttiva – dobbiamo arrivare a un numero di fabbricati sui quali comunque dobbiamo intervenire.
È chiaro che su 21 milioni se noi facciamo un rapporto di quello che è stato il meccanismo dell'intervento dello Stato, che ci ha portato al dato iniziale che ho trasmesso di 430 mila fabbricati, 430 mila interventi ad oggi – peraltro con una valutazione che esula probabilmente dalla competenza specifica di tipo ambientale, ma certamente non esula da quella di tipo politico del Parlamento, ovvero che i 430 mila interventi sono concentrati comunque in classi sociali che potevano far sponda a questo tipo di iniziative – è chiaro – dicevo – che il percorso 430 mila e 21 milioni, ma anche se non parliamo di 21 milioni ma di molti milioni in meno, è un percorso che il nostro Paese deve darsi, ma deve darsi con i tempi compatibili per poter raggiungere l'obiettivo.
In questo momento il mandato che è stato dato al gruppo di esperti è quello di dire «vogliamo uno srotolamento, un'ipotesi, un décalage serio, realistico, congruo rispetto alle forze dello Stato italiano, delle famiglie italiane» e poi su quello ci saranno le valutazioni politiche, parlamentari e di rapporto con l'Unione europea. È una sfida perché la prima fonte di emissione sono i fabbricati, quindi è una sfida Paese, una sfida che noi non solo dobbiamo cogliere, ma dobbiamo portare avanti con determinazione a fianco della sfida che abbiamo sugli altri due fronti di decarbonizzazione, che sono i trasporti, con tutto il ragionamento che loro conoscono riguardante Fit for 55 e le relative determinazioni, e l'agricoltura rispetto a quello che è l'efficientamento del nostro sistema produttivo. A disposizione.
PRESIDENTE. Grazie signor Ministro. Chiedo se vi sono colleghi che vogliono intervenire. Prego onorevole Santillo.
AGOSTINO SANTILLO. Grazie Ministro per la relazione di stamattina, anche se devo dirle che, per quanto mi riguarda, aspettavo di conoscere qualche risultato ambientale da parte dell'incentivo fiscale. Perché nell'audizione in ambito di indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia, mi aspettavo qualche numero: quanti miliardi di metri cubi di gas abbiamo risparmiato con i bonus edilizi, quante tonnellate di CO2 in meno abbiamo emesso grazie agli incentivi fiscali.
Perché la valutazione economica ormai è chiara, abbiamo diverse posizioni ma non solo tra di noi come forze politiche, anche tra gli stessi componenti dell'opposizione e della maggioranza. È una visione politica di risposta finanziaria al problema ambientale. Detto ciò, conosco bene i risultati e gli obiettivi ambientali raggiunti dai bonus edilizi e in particolare dal superbonus.
La cosa che forse più mi fa impressione nel sentir parlare è che... Ovviamente sono pienamente d'accordo con lei, con l'arco temporale molto ampio che dobbiamo dare all'Italia per rispondere alla direttiva «case green». Però io vorrei che ci soffermassimo sulla realtà dei numeri. Cioè sembra quasi che vogliamo far passare 430 mila edifici, non singole unità abitative, ma milioni di unità abitative, come poche.
Allora il dato che ci dava Cgia Mestre a inizio dell'anno, quindi rispetto al 2022, era di qualcosa superiore al 3 per cento. Se si confrontano banalmente i miliardi che sono aumentati in investimento e anche il numero di edifici su cui si interviene, è possibile immaginare circa il 4 per cento adesso, Pag. 7più o meno il 4 per cento, davanti però a uno scenario in cui si prevedrebbe, per la direttiva «case green», di dover intervenire sul 15 per cento del patrimonio.
Anche se sicuramente c'è una spesa – lasciamo stare il ritorno economico, l'indotto, non voglio parlare di questa cosa qui perché non stiamo qui a parlare del tema finanziario – però il dato è 4 per cento, che anche se non è il 15 ma il 20 per cento, è uno strumento ha dato dei risultati percentuali notevoli, sono significativi. Ovviamente c'è stata una spesa di investimento, non c'è dubbio. Ma le modalità per intervenire possono essere di due tipi, lei l'ha anche accennato nel corso della sua relazione, cioè o noi diamo un contributo (e sto parlando dell'edilizia residenziale privata) o se non diamo un contributo, signor Ministro, dobbiamo dare una possibilità a chi i soldi non ce li ha di poter fare questi lavori.
Bisogna dare una detrazione fiscale e dare la possibilità che quella detrazione diventi credito d'imposta. Io non riesco a vedere altre strade. Se il Ministro o il Governo le ha, ce le dica, lavoriamoci assieme, perché tutti abbiamo sicuramente a cuore la riqualificazione energetica del nostro patrimonio immobiliare, che giustamente, come dice lei, è variegato, è diverso da quello di tutto il mondo e non solo dell'Europa, quindi un occhio di riguardo ci vuole. Ben vengano i risultati dello studio che lei ha commissionato, e speriamo arrivino presto, così anche noi abbiamo maggiore supporto per poter intervenire in maniera mirata dal punto di vista legislativo.
Giusto un paio di osservazioni su argomenti che probabilmente anche per una questione di tempo sono saltati nella sua relazione.
Quando parliamo della stabilizzazione delle agevolazioni, lei parlava di almeno dieci anni, forse è bene tenere presente anche un paio di aspetti: per esempio premiare chi utilizza materiali di origine vegetale o di origine riciclata; oppure una cosa importante: sappiamo bene che il 94 per cento dei comuni è interessato da aree a rischio idrogeologico, quindi otto milioni di italiani abitano in aree a elevata pericolosità idrogeologica; noi dovremmo premiare con il contributo come la detrazione fiscale chi, prima di efficientarsi l'edificio, si preoccupa della vulnerabilità sismica, quindi, in area sismica, metta prima in sicurezza il suo fabbricato dal punto di vista strutturale e poi se lo efficienti energeticamente.
Poi fossi in lei prevedrei anche una modalità di supporto a chi realizza un impianto domestico di energia da fonti rinnovabili, perché questo è fondamentale non solo per l'indipendenza energetica o per limitare la dipendenza energetica di chi abita la casa – anche se per fortuna in Italia iniziano a vedersi esempi di case che sono completamente staccate dal gas e sono autosufficienti, quello dovrebbe essere il massimo per noi – ma poi nello spirito realizzativo delle comunità energetiche, che a breve speriamo possano decollare, sarebbe veramente un grande sostegno.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Santillo. Do la parola all'onorevole Simiani.
MARCO SIMIANI. Grazie, presidente. Grazie, signor Ministro. Grazie anche dell'approccio che ha avuto nella sua relazione, lo apprezzo moltissimo. Anche perché in questi mesi sui bonus edilizi abbiamo sentito di tutto e mi fa piacere il suo approccio perché mette comunque al centro i bonus edilizi e li mette tenendo in conto la realtà dei fatti, facendo anche la riflessione che si tratta di strumenti e che tali strumenti possono essere utilizzati nel bene e nel male, ma che possono essere anche modificati, quindi, siano andati bene o male, possono essere anche modificati.
Dalla discussione che abbiamo avuto in questi mesi, ormai si parla di tanti mesi, siamo andati oltre forse le 80-90 audizioni in tal senso, abbiamo sentito i benefici che ci sono stati dei bonus fiscali, pur nelle difficoltà che ci sono state dei bonus fiscali.
Nei vari momenti storici si è capito che aver fatto uno strumento importante, in un momento storico e soprattutto economico difficile, sia stato utile, ma che forse non aveva una programmazione lunga e forse quella programmazione stretta ha portato all'aumento dei prezzi.Pag. 8
Abbiamo capito che oggi l'efficientamento energetico ha portato un beneficio ambientale enorme, perché i numeri dei vari istituti (mi spiace che lei, ha ragione il collega Santillo, non li abbia toccati nella relazione) abbiamo visto dei numeri che parlano di risparmio per un'unità familiare dal 50 al 60 per cento.
Abbiamo visto (e questo non perché l'abbiamo detto noi commissari, ma l'hanno detto direttamente professionisti, professori universitari, istituti di vario genere) che ci sono stati benefici economici molto alti o comunque si sono create parecchie economie, indotti nell'ambito.
Ora, siccome noi pensiamo che questa sia una partita molto affascinante, è una partita che può creare grandi opportunità al nostro Paese, Ministro, ecco perché questa audizione per me è molto importante, l'abbiamo richiesta e vorremmo che da parte sua ci sia un aiuto nel procedere anche nei prossimi mesi, non solo nell'ambito delle due indagini conoscitive, quella alla Commissione Ambiente e quella alla Commissione Bilancio.
Le chiediamo un aiuto perché dal Governo arrivano notizie diverse e contrastanti, atteggiamenti quasi iconoclasti, dove effettivamente deve essere tutto abbattuto quello che c'era stato prima e riflessioni (parlo anche dell'onorevole Mazzetti che ha presentato una proposta di legge interessante che saremmo anche disponibili a discutere) dove si metta sul piatto il tema partendo dal fatto che i bonus edilizi sono stati un beneficio per il nostro Paese e non una negatività totale, come qualcuno della sua maggioranza dice.
Abbiamo due certezze, e questo credo che sia sotto gli occhi di tutti: che le direttive europee sono elemento di crescita e di sviluppo, non sono elementi da abbattere, e che l'innovazione da sempre ha portato un beneficio ai cittadini e all'umanità, da sempre.
Sono due certezze importanti che io vorrei che lei, Ministro, tenesse bene al centro. Perché la gradualità è un elemento che già esiste. Quando si dice: dobbiamo fare in modo che sia graduale; ma è di fatto graduale. Io non penso che domattina un solo governo nel mondo sia in grado di mettere colonnine elettriche da tutte le parti, non è possibile. Di fatto è graduale, sappiamo benissimo che è graduale.
Però sappiamo benissimo che oggi, vista la direttiva «case green», visti (su questo voglio dire una cosa specifica) il bisogno e i traguardi che comunque anche il Governo Meloni ha riconosciuto nell'ambito del 2030 e del 2050, in questo caso anche di «case green», credo che oggi serva un'uscita ordinata dai bonus edilizi. Non utilizzando ogni volta il superbonus – come nella Nadef in cui mi sembra siano citati 26 volte la locuzione «bonus edilizi» e 23 volte la parola «superbonus» – come se fosse qualcosa di totalmente negativo.
Cioè, se questa audizione ci fa capire che da parte sua c'è la disponibilità a discutere di una uscita ordinata dai bonus edilizi, noi siamo disponibili a seguirla e a ragionare con lei. Se invece passa il messaggio opposto, in cui da parte del Ministro Giorgetti, da parte di alcuni componenti di Fratelli d'Italia, si dà sistematicamente colpa ai bonus edilizi perché il problema economico scaturisce da questo, noi non ci stiamo; a quella partita non ci stiamo e faremo quell'opposizione giusta e corretta che abbiamo fatto fino ad adesso.
Perché, vede, dal trilogo europeo può scaturire secondo me un elemento di riflessione e sicuramente anche di aiuto al nostro Paese, a tutti i Paesi. Perché è giusto quello che dice, serve sicuramente mantenere i traguardi, serve sicuramente mantenere il ragionamento delle classi energetiche giustamente come diceva lei, è corretto, dobbiamo però lavorare tutti e batterci per trovare un fondo europeo, un simil SURE, che possa sostenere questa partita, e su questo noi ci siamo.
Detto questo oggi è opportuno – e qui lancio una proposta, che può partire direttamente anche dalla proposta di legge dell'onorevole Mazzetti, è d'accordo anche l'onorevole Santillo, abbiamo discusso anche insieme di questo – che ci sia un codice unico degli incentivi, un'uscita ordinata dagli incentivi e un decreto che metta in campo tre questioni: primo, che tutti gli edifici pubblici vengano efficientati al 100 Pag. 9per cento, perché è una scelta ideale che questo Paese fa; secondo, che oggi gli incentivi si danno, a parte il fondo europeo se dovesse esserci, in base alle fasce di reddito; terzo, che gli incentivi si legano anche alle classi energetiche.
Se questi sono i tre punti in cui lei si riconosce, noi saremo disponibili a seguirla.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Simiani. Do la parola all'onorevole Mazzetti.
ERICA MAZZETTI. Grazie presidente e Ministro. Sicuramente quanto espresso dai colleghi, anche se di parti opposte, in buona parte mi trova concorde e sicuramente il fatto che dobbiamo uscire in modo ordinato da tutti quelli che sono stati i bonus degli ultimi tre anni è fondamentale.
Come avrete visto Forza Italia è il partito di maggioranza che più insiste – e anche ieri, almeno dal giornale che leggiamo stamattina anche se devo ancora parlare con il capogruppo, nella riunione di maggioranza è stata sollecitata molto da parte dei nostri capigruppo – sulla necessità di uscire in modo ordinato, ma senza ammazzare imprese e cittadini, da tutti quei bonus che ormai ci sono stati, fatti bene o fatti male, ma ci sono stati e dobbiamo dare una risposta.
Per quanto riguarda il futuro, ringrazio anche i colleghi che hanno nominato la mia proposta di legge e credo che anche alla luce dei prossimi risultati che dobbiamo portare a livello europeo – grazie al Ministro abbiamo modificato il Pniec, abbiamo anche lì indicato quello che deve essere l'efficientamento energetico degli immobili, e speriamo che l'Europa ci dia una risposta immediata – dobbiamo interagire.
Oggi ci dovrebbe essere, se non sbaglio, la risposta da parte dell'Europa, per quanto riguarda la direttiva «case green», quali saranno i parametri. Naturalmente ha fatto benissimo il Ministro a incaricare un gruppo tecnico per valutare gli attestati di prestazione energetica, perché anche nella mia proposta di legge c'è proprio questo. Ogni regione ad oggi ha il suo, con parametri spesso molto scompigliati, molti Paesi europei o non ce l'hanno o hanno parametri opposti a quelli nostri, per cui naturalmente un riordino e un unico attestato di prestazione energetica nazionale è fondamentale. E poi, se dobbiamo andare nella direzione delle direttive europee, naturalmente è fondamentale averne uno che sia uguale in tutta Europa. Perché se l'Europa ha portato tutti gli immobili in classe D, per dire, e in Italia ci sono dei parametri, in Germania ce ne sono degli altri e in Finlandia ce ne sono degli altri naturalmente non si raggiunge l'obiettivo.
Per cui la cosa che chiedo è di sapere dal punto di vista tecnico il Pniec a che punto è, quante risorse sono stanziate su questo e poi concordo anche sul fatto, come è scritto nella mia proposta di legge, che gli incentivi devono essere proporzionali all'aumento delle classi energetiche e sismiche.
Non ci scordiamo anche la parte idrica, che nella mia proposta di legge è molto chiara perché anche quella è fondamentale e indirettamente proporzionale in base al proprio reddito personale. Non dimentichiamoci infatti che nel nostro Paese c'è una fascia di popolazione con redditi molto bassi, che non ha capienza economica, ma soprattutto fiscale, che non potrà fare gli interventi con le detrazioni, quindi dovremo continuare a usare la cessione del credito spalmata in modo diverso, altrimenti tutta quella che è l'edilizia pubblica residenziale non potrà esser fatta. Con il superbonus – dai dati che arrivano – nemmeno il 5 per cento è stato fatto, mentre sono proprio quelli gli immobili che devono essere efficientati perché sono quelli in condizioni peggiori e le persone che ci abitano hanno meno disponibilità per pagarsi le bollette, che sappiamo essere sempre più alte.
Per quanto riguarda il fondo europeo, va attivato. Se l'Europa ci deve imporre di fare le case in modo diverso da qui ai prossimi anni – non certo dieci, perché è impossibile efficientare il 75 per cento degli immobili, ma in tempi più lunghi e oggi capiremo dall'Europa quale saranno le modalità – oltre al fondo europeo che è fondamentale, dovremo anche attivare i mutui Pag. 10verdi che ci sono già, con delle garanzie per quanto riguarda tutte quelle persone che non hanno copertura fiscale e per cui dobbiamo fare la cessione del credito.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mazzetti. Non ci sono altre domande, quindi cedo la parola al Ministro per la replica.
GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Grazie dei loro interventi. Certamente non ho la pretesa di essere puntuale nelle risposte, anche se dichiaro la disponibilità proprio al confronto.
Il tema non è un tema che si risolve in modo così immediato o con una formulazione di chiusura. Parto da una considerazione in merito alla domanda: «quante emissioni in meno?».
Io il quesito me lo sono posto rispetto ai dati del 2022, non ho elementi scientifici e quindi non voglio farne un caso. Ho messo assieme varie osservazioni, però poi mi sono accorto che faceva il paio rispetto alle emissioni con la riduzione del consumo di gas, perché nel 2022 abbiamo iniziato il percorso di riduzione del consumo di gas, quindi una riduzione di quel fossile, il gas.
Dico, che bello! Un primo risultato, tra l'altro nel 2022 ho fatto anche il Ministro per un mese o due mesi. In realtà qualcuno dovrebbe spiegarmi perché la legna da ardere è passata da 6 euro al quintale a 14-15 euro al quintale. Quindi una misurazione deve essere una misurazione completa che credo potremmo cominciare a fare dal 2023. L'effetto Covid e l'effetto dell'esplosione dei prezzi dell'energia... signori, un anno fa eravamo ancora sui 180 euro al MWh.
Quindi io credo che l'analisi compiuta possiamo cominciarla a fare con i dati del 2023.
Perché è un dato importante dire: questi 430 mila interventi cosa hanno dato? Quanto è la riduzione di emissione? Naturalmente tutto questo ci serve per sviluppare quel décalage che ho detto prima, che riguarda le classi energetiche e le azioni da fare.
Guardate, nel mandato a questo gruppo ho detto di dare una scala delle priorità degli interventi. La scala di priorità è pompe di calore, teleriscaldamento, pompe di calore dirette, tutto questo va a inserirsi in una discussione più ampia, quella europea.
Voi avete visto dai media che un provvedimento europeo prevede la messa al bando al 2029 di un certo tipo di condizionatori e alcuni obblighi di utilizzo. Ma io al gruppo ho anche detto sulle pompe di calore di indicarmi su che percorso, come possiamo a livello Paese noi sviluppare una gamba delle nostre produzioni rispetto alla pompe di calore.
Noi abbiamo un enorme comparto automotive da riconvertire con l'elettrificazione, quindi può esserci una politica di Governo, utilizzando i contratti di sviluppo, utilizzando le forme che il Parlamento riterrà di indicare per fare la riconversione.
Le scelte europee risentono anche sempre molto di quella che è la pressione dei vari Paesi. Ci sono Paesi che hanno forze numeriche di bilancio e di pressione rilevante. Dobbiamo anche stare attenti a non avere le pompe di calore prodotte solo di un certo tipo con delle caratteristiche tali che il produttore è solo la «Mazzetti S.p.A.» oppure il propano che è solo il propano del presidente Battistoni.
Quindi è necessario su questo un approccio di analisi e di conoscenza scientifico e graduale, da lì poi l'altra valutazione che riguarda il contesto sociale.
Anche rispetto alla direttiva «case green» c'è un rapporto abbastanza stretto con la Francia, perché sono quelli che hanno il modello di patrimonio edilizio come il nostro. Certo, è difficile con la Svezia.
È chiaro che quando dico la graduazione, da un lato c'è la parte tecnica e scientifica che mi dice che gli interventi devono essere in un certo modo, la priorità è teleriscaldamento, le pompe di calore, il condizionamento di un certo tipo, dall'altro devo capire come ci arrivo sotto l'aspetto politico economico e sociale, come deve intervenire il Governo.
Cioè, io non me la sento di dire al pensionato – 600 euro al mese – guarda che devi metterci 30-40 mila euro per far passare il tuo fabbricato dalla classe E alla classe D, al di là della tempistica. O meglio, questo lo può fare lo Stato. Naturalmente Pag. 11tutto questo deve essere compatibile con quello che è il bilancio dello Stato e quel tipo di valutazioni.
Quindi sulla questione io credo che non debba esserci un dibattito, dev'esserci una valutazione congiunta, perché vedo che la musica è la stessa per tutti, l'obiettivo è lo stesso per tutti. In qualche modo uscire da un meccanismo attuale, quello che c'è stato, uscire nel modo meno doloroso possibile, però dare a questo Paese un meccanismo che sia un meccanismo che ti fa raggiungere gli obiettivi del 55 per cento di abbattimento al 2030, la neutralità al 2050 e quindi quelli che sono gli obiettivi mondiali, gli obiettivi europei, ma devono essere gli obiettivi Paese. Ecco qual è il tema.
Pertanto io mi dichiaro disponibile, tutte le volte che loro riterranno, di portare quello che è il contributo di elaborazione da parte del Governo, perché poi le scelte sono politiche e le fa il Consiglio dei Ministri, la maggioranza, l'opposizione e il Parlamento, ma, sottolineo, di elaborazione. Io credo che questo sia importante per avere proprio gli elementi per poter riflettere.
PRESIDENTE. Grazie, signor Ministro.
Ringrazio ancora il Ministro per il contributo reso ai lavori della Commissione e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 9.20.