XIX Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Martedì 4 aprile 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPATTO AMBIENTALE DEGLI INCENTIVI IN MATERIA EDILIZIA

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL).
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 
Paniz Annalisa , direttrice dell'Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL) ... 3 
Rotelli Mauro , Presidente ... 4 
Paniz Annalisa , direttrice dell'Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL) ... 4 
Rotelli Mauro , Presidente ... 5 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader (AIGET):
Rotelli Mauro , Presidente ... 5 
Santi Leonardo , presidente dell'Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader (AIGET) ... 5 
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 
Sibiano Piergiacomo , vicepresidente con delega agli Affari Istituzionali dell'Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader (AIGET) ... 7 
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Kyoto Club:
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 
Bani Riccardo , Amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro efficienza energetica e trasformazione digitale di Kyoto Club ... 7 
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 
Bani Riccardo , Amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro Efficienza energetica e trasformazione digitale di Kyoto Club ... 7 
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 
Bani Riccardo , Amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro Efficienza energetica e Trasformazione digitale di Kyoto Club ... 7 
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 
Bani Riccardo , Amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro Efficienza energetica e Trasformazione digitale di Kyoto Club ... 7 
Rotelli Mauro , Presidente ... 9 
Bani Riccardo , Amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro Efficienza energetica e Trasformazione digitale di Kyoto Club ... 9 
Rotelli Mauro , Presidente ... 10 
Bani Riccardo , Amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro Efficienza energetica e Trasformazione digitale di Kyoto Club ... 10 
Rotelli Mauro , Presidente ... 10 

Allegato 1: Documentazione depositata dai rappresentanti di AIEL ... 11 

Allegato 2: Documentazione depositata dai rappresentanti di AIGET ... 32 

Allegato 3: Documentazione depositata dai rappresentanti di Kyoto Club ... 35

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MAURO ROTELLI

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dei rappresentanti dell'Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia.
  Do la parola alla direttrice Annalisa Paniz, che vedo collegata per la partecipazione ai nostri lavori. Le cedo la parola per lo svolgimento della relazione, ha dieci minuti dottoressa. Prego.

  ANNALISA PANIZ, direttrice dell'Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL). Grazie a tutti, buongiorno. Io ho una presentazione e quindi condividerei lo schermo. Innanzitutto buongiorno, rinnovo i ringraziamenti per averci offerto la possibilità di essere auditi nella seduta odierna su un tema che tra l'altro per noi è molto importante, ossia il ruolo dei sistemi incentivanti, che nel nostro settore è stato fondamentale per ammodernare un parco installato vetusto, massimizzando quelli che sono i benefici energetici e ambientali della rinnovabile legno.
  Ci presentiamo brevemente: AIEL è un'associazione che associa più di 500 imprese che operano lungo la filiera legno-energia. Abbiamo oltre 500 soci tra produttori, distributori, costruttori di tecnologie e progettisti, e da vent'anni ci occupiamo di promuovere la corretta e sostenibile valorizzazione energetica e dei combustibili di origine agricola e forestale.
  La filiera nel suo complesso conta oltre 14.000 mila imprese, per un fatturato complessivo che supera i 4 miliardi di euro. Il numero degli addetti di questo settore è superiore alle 72.000 unità.
  Noi oggi vi vorremmo offrire alcuni spunti di riflessione, che chiaramente riguardano unicamente il nostro settore, ossia quello del riscaldamento domestico a biomasse, che tra l'altro, lo ricordiamo già in premessa, rappresentano la prima fonte energetica rinnovabile utilizzata da un quarto delle famiglie italiane e che ha consentito, tra l'altro, proprio all'Italia di raggiungere gli sfidanti obiettivi in termini di energie rinnovabili al 2020. Sicuramente sarà ancora un pilastro di quelli che sono gli obiettivi per le rinnovabili al 2030 e anche poi nel processo di decarbonizzazione al 2050.
  In premessa ricordiamo che sicuramente nei prossimi anni dobbiamo vincere una serie di sfide che potremmo definire epocali, fondamentali sia per la salute e per il benessere dei cittadini, ma anche soprattutto del nostro pianeta, e che richiedono chiaramente uno sforzo condiviso.
  In questo senso è importante che, nel definire le politiche, non si disgiungano più i concetti energetici e ambientali, che devono essere sempre considerati insieme, adottando quindi un approccio olistico integrato,Pag. 4 considerando tutti i benefici di natura ambientale, sociale ed economica nel loro complesso.
  In questo momento storico particolare è fondamentale ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, andando a diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, chiaramente puntando a un adeguato mix energetico rinnovabile, che consideri, però, tutte le fonti rinnovabili, e non solamente quelle più moderne che passano attraverso l'elettrificazione dei consumi, ma anche quelle più antiche però tecnologicamente avanzate, che garantiscono la salvaguardia della filiera corta, sia da un punto di vista tecnologico, ma anche da un punto di vista dell'approvvigionamento del combustibile.
  Quest'ultimo anno, che è stato veramente particolare, ci ha tra le altre cose fatto capire che il sistema energetico nazionale è particolarmente fragile. E questo è vero anche e soprattutto per il settore del riscaldamento, che è responsabile di oltre il 60 per cento di tutte le emissioni di gas serra in Italia, e, proprio a causa della forte penetrazione dei combustibili fossili, rappresenta anche uno dei settori più difficili da decarbonizzare e per il quale gli sforzi per uscire dalla dipendenza dovranno essere sicuramente maggiori.
  In questo contesto, un contributo non trascurabile è dato dall'uso sostenibile dei combustibili legnosi, la cui produzione è comunque strettamente connessa alla gestione del territorio, riducendo quello che è il tasso di dipendenza dalle fonti fossili e quindi garantendo l'autonomia energetica, stimolando l'iniziativa economica e anche l'occupazione.
  Vediamo un attimo quella che è la situazione del settore del riscaldamento in Italia. Ci sono alcuni dati interessanti che devono far riflettere.
  In primo luogo nel nostro Paese, in base ai dati certificati da Ispra, le emissioni di CO2 equivalenti derivanti dal settore del riscaldamento domestico e commerciale sono di fatto stabili negli ultimi trent'anni e si sono attestate attorno alle 82.000 chilotonnellate, questo nel 2019. Questo perché – lo abbiamo già ricordato in premessa – il settore del riscaldamento è caratterizzato da una forte penetrazione dei combustibili fossili. E pur avendo assistito nel corso degli anni a un ammodernamento degli impianti, che di fatto sono stati sostituiti prevalentemente da moderni impianti magari a gas metano, questo non ha chiaramente consentito una riduzione di quelle che sono le emissioni climalteranti.
  Altro dato interessante è l'età del parco installato. Un rapporto della Commissione europea evidenzia che in Europa quasi un impianto di riscaldamento su quattro è installato da prima del 1992. Questo dato è confermato anche per l'Italia, dove oltre il 20 per cento dei sistemi di riscaldamento ha più di trent'anni. È quindi evidente che si devono sostituire questi vecchi impianti di riscaldamento, anche quelli a combustibili fossili (quindi gasolio, GPL e metano), privilegiando le soluzioni innovative tra cui rientrano anche gli impianti a biomassa, che sono tecnologicamente avanzati.
  Possiamo anche ricordare che, considerando le risorse attualmente disponibili, è possibile puntare a un obiettivo di energia termica prodotta da fonti legate alla gestione forestale di oltre i 16,5 megatep. Questo significa potenzialmente sostituire oltre 9 miliardi di metri cubi di metano, che è circa il 20 per cento del metano che noi andiamo a importare dalla Russia.
  Vediamo, quindi, le sfide ambientali che ci caratterizzano e che ci interessano.
  Innanzitutto, non possiamo non ricordare che, dopo il traffico, l'agricoltura e l'industria, la combustione domestica della legna da ardere in apparecchi tecnologicamente obsoleti è ancora oggi una delle principali sorgenti di PM10 misurato in atmosfera.
  L'età del parco installato in questo senso è particolarmente significativa: infatti nel nostro Paese più del 66 per cento di tutti gli impianti a biomassa installati ha più di dieci anni, la maggior parte di questi sono installati da più di venti/trent'anni.

  PRESIDENTE. Dottoressa, ha un minuto, mi scusi se la interrompo.

  ANNALISA PANIZ, direttrice dell'Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL). Pag. 5Va bene. La cosa che volevo dire è che la distribuzione territoriale è importante. Vediamo come la maggior parte degli incentivi si siano concentrati nelle zone del bacino padano e in regioni con problemi di qualità dell'aria. Questo ha consentito di vedere già subito gli effetti, perché la qualità dell'aria in Italia è migliorata. Negli ultimi dieci anni le emissioni di PM10 imputabili a questo segmento si sono ridotte del 23 per cento. A livello regionale gli effetti positivi sono ancora maggiori, un meno 30 per cento in Lombardia e un meno 35 per cento in Veneto.
  Mi avvio verso le conclusioni dicendo che un altro sistema incentivante importante è stato il superbonus, che ha avuto il grande pregio di favorire l'installazione di sistemi di riscaldamento altamente performanti, le tecnologie cosiddette ad emissioni quasi zero che hanno di fatto emissioni di polveri che sono comparabili a quelle dei combustibili fossili come il metano.
  In conclusione, diciamo innanzitutto che è necessario continuare sulla strada intrapresa, confermando gli incentivi che puntano alla qualità, accelerando ulteriormente il turnover tecnologico. Gli incentivi sono uno strumento efficacissimo perché consentono di bilanciare gli effetti ambientali ed energetici.
  Alcune esperienze a livello locale – come per esempio un bando che è stato abbinato al conto termico in provincia di Mantova – dimostrano che di fatto, a parità di potenza installata e anche al numero di impianti installati, la rottamazione ha consentito di regolarizzare e accatastare l'80 per cento degli impianti sostituiti, di ridurre i consumi di biomassa di un 10 per cento e di ridurre anche le emissioni di polveri primarie del 70 per cento. Sarebbe assolutamente importante poter disporre di questi dati anche a livello nazionale, proprio per ponderare meglio le politiche di incentivazione andando a massimizzare i risultati sia in termini di riduzioni climalteranti che di particolato.
  Io ho finito la mia presentazione e vi ringrazio, i dettagli li trovate nella memoria.

  PRESIDENTE. Grazie direttrice, è stata puntualissima. Naturalmente distribuiremo il materiale.
  Non essendovi colleghi presenti o collegati che intendono formulare osservazioni e quesiti, ringrazio la direttrice generale Paniz per il contributo reso ai nostri lavori e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta odierna (vedi allegato 1) e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader (AIGET).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, dei rappresentanti dell'Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader (AIGET), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia.
  In collegamento ci sono il presidente Leonardo Santi e il vicepresidente con delega agli affari istituzionali Piergiacomo Sibiano. Li ringraziamo per la partecipazione ai nostri lavori e cedo loro la parola per lo svolgimento della relazione. Vi ricordo che avete dieci minuti a vostra disposizione. Do la parola al presidente Santi.

  LEONARDO SANTI, presidente dell'Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader (AIGET). Buongiorno. Come prima cosa desideriamo ringraziarvi per l'opportunità di essere ascoltati nell'ambito di questa importante indagine conoscitiva.
  AIGET è l'Associazione italiana di venditori, grossisti e trader di energia che raccoglie una cinquantina di operatori del settore energetico, di dimensioni piccole medie e grandi, con un interesse prevalentemente concentrato, come segmento della filiera, sulla vendita di energia e gas naturale, ma che comprende al suo interno anche operatori integrati, su tutti i possibili segmenti, e quindi anche la produzione e la fornitura di servizi e soluzioni di efficienza energetica e di generazione da fonti rinnovabili.
  Questo è il motivo per cui è particolarmente gradita la convocazione di oggi, in Pag. 6quanto, nei passaggi che hanno definito le norme che hanno regolato l'efficienza energetica in edilizia, abbiamo osservato un coinvolgimento, che è avvenuto secondo varie modalità (non sempre preventivo, non sempre si è stati capaci di incidere sul processo decisionale), tuttavia gli operatori del mondo produttivo sono stati coinvolti.
  Qualche esitazione in più è stata riservata agli operatori energetici che invece hanno fondato, come si diceva, ormai da diversi anni la loro strategia sulla produzione di soluzioni per i clienti finali, che hanno a oggetto soluzioni appunto di efficientamento energetico e di risparmio in edilizia.
  Noi abbiamo già inviato una memoria da cui si evince quanto il settore dell'edilizia abbia beneficiato del meccanismo di sostegno delle detrazioni fiscali, associato alle opzioni di sconto in fattura e di cessione del credito, questo per le varie tipologie di detrazione fiscale.
  Abbiamo compreso perfettamente, e anche condiviso, lo spirito delle norme del cosiddetto «decreto cessioni», che hanno avuto come finalità primaria quella di mettere in sicurezza i conti dello Stato, la finanza pubblica, e di intervenire in una situazione che – così abbiamo appreso – stava mostrando evidenti segni di fatica con il problema dei crediti incagliati e quant'altro.
  Quindi, nel condividere questa finalità, abbiamo comunque alcune osservazioni su questa materia, che ci piace in questa fase condividere.
  In primo luogo, le aziende del settore energetico, come tutti gli altri comparti produttivi, vivono di programmazione. Quindi ogni modifica, come nel corso degli anni scorsi, che interviene modificando profondamente e improvvisamente il quadro normativo regolatorio, ci mette in profonda difficoltà. Quindi possibilmente il quadro delle norme che noi auspichiamo è un quadro condiviso e stabile, almeno nel medio periodo.
  L'altra osservazione, che è anche conseguenza di questa, è un apprezzamento per quelle norme che sono state introdotte durante l'esame parlamentare del «decreto-legge crediti», volte a preservare quegli interventi per i quali, pur non essendo stati iniziati i lavori e pur non essendo stati finalizzati gli adempimenti burocratici, esiste un contratto sottoscritto fra le parti, cioè fra il cliente finale e gli operatori energetici. Questo è stato da noi largamente apprezzato, perché ha consentito di fare salva la nostra reputazione nei confronti del cliente e di preservare l'affidamento del cliente stesso nella scelta che ha fatto di un percorso virtuoso di efficientamento energetico attraverso le nostre imprese associate.
  L'altra considerazione, direi centrale in questo ragionamento che sto sviluppando, è che secondo noi occorre differenziare le varie tipologie di detrazioni fiscali associate allo sconto in fattura o all'opzione del credito. Nel senso che se è opportuno, e forse inevitabile, porre fine all'associazione di questi strumenti, laddove questo ha creato degli evidenti problemi per la finanza pubblica, per gli interventi di minore dimensione – e mi riferisco in particolare all'ecobonus o al bonus casa – lo strumento, magari con qualche limitazione nella possibilità di trasferire i crediti, potrebbe essere invece preservato perché, oltre a non aver determinato particolari problemi all'assetto finanziario dello Stato, ha invece determinato importanti benefici intanto sulla filiera produttiva, poi sui clienti finali e anche sull'emersione di una mole abbastanza rilevante di lavoro sommerso, con benefici evidenti anche per il sistema. Questo senza contare che questi elementi svolgono secondo noi, e direi anche in misura abbastanza oggettiva, un ruolo fondamentale nel perseguire quegli obiettivi di efficienza energetica e di decarbonizzazione, per cui l'Italia si è impegnata, che ha tradotto nel 2019 un Piano nazionale integrato energia e clima, che sappiamo essere molto sfidante per noi, ma che al tempo stesso dovrà essere rivisitato alla luce degli aggiornamenti che sono poi successivamente intercorsi nello scenario sovranazionale con il cosiddetto REPowerEU.
  Quindi noi pensiamo che il perseguimento dell'efficienza energetica in generale e di questi obiettivi passi in larga parte Pag. 7attraverso l'efficientamento del patrimonio immobiliare e riconosciamo negli strumenti delle detrazioni fiscali associati alle opzioni di cessione del credito uno strumento molto potente che, nei casi in cui appunto non determini problemi di sistema, deve essere a nostro giudizio preservato.

  PRESIDENTE. Grazie presidente, credo che abbia terminato. Non so se vuole aggiungere qualche cosa il vicepresidente, perché abbiamo ancora un paio di minuti, altrimenti chiedo se ci sono dei colleghi che intendono intervenire per formulare delle osservazioni o dei quesiti.

  PIERGIACOMO SIBIANO, vicepresidente con delega agli Affari Istituzionali dell'Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader (AIGET). Lascerei spazio eventualmente ai colleghi perché il presidente ha già esaurito tutti i passaggi.

  PRESIDENTE. Visto che non ci sono interventi, ringrazio il presidente Leonardo Santi e il vicepresidente con delega agli affari istituzionali Piergiacomo Sibiano per il contributo reso a nostri lavori e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta odierna (vedi allegato 2) e dichiaro quindi conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di Kyoto Club.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, dei rappresentanti di Kyoto Club, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia.
  Cedo la parola all'Amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro efficienza energetica e trasformazione digitale di Kyoto Club, Riccardo Bani, per lo svolgimento della relazione, per un massimo di dieci minuti. Grazie ancora per aver accettato il nostro invito.

  RICCARDO BANI, Amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro efficienza energetica e trasformazione digitale di Kyoto Club. Buon pomeriggio a tutti, grazie a voi per l'invito e mi scuso di non poter essere in presenza.
  La presentazione che spero voi abbiate o riusciate a vedere, altrimenti avrete modo di analizzarla successivamente – non so se io riesco a presentarla e quindi non vorrei rubarvi del tempo inutilmente nel cercare di presentarvela – è divisa in tre sezioni, una prima su cui andrò veloce perché penso...

  PRESIDENTE. Bani, mi scusi, la deve condividere lei o la dobbiamo condividere noi questa relazione?

  RICCARDO BANI, Amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro Efficienza energetica e trasformazione digitale di Kyoto Club. Forse riesco, aspettate. Spero di non far danni, vediamo un po' se riesco.

  PRESIDENTE. Ci siamo quasi, se lei la mette a schermo intero riusciamo a vedere meglio.

  RICCARDO BANI, Amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro Efficienza energetica e Trasformazione digitale di Kyoto Club. Riuscite a vederla?

  PRESIDENTE. Benissimo. Può procedere.

  RICCARDO BANI, Amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro Efficienza energetica e Trasformazione digitale di Kyoto Club. Grazie a voi.
  Dicevo, c'è una prima sezione che fa una foto energetica ambientale del nostro patrimonio, su cui andrò veloce perché credo abbiate già avuto elementi. Una seconda, che è una fotografia sullo stato attuale degli incentivi, quindi ecobonus e superbonus. Un'ultima su cui vorrei dedicare un po' più di tempo, che sono le proposte che l'associazione vorrebbe fare su una rimodulazione dei criteri dei sistemi di incentivazione.Pag. 8
  Il patrimonio immobiliare è molto vecchio, l'85 per cento degli immobili ha superato i trent'anni, quindi è di prima del 1990, abbiamo messo questa data perché da qui la legge 10 del 1991 ha dato avvio agli aspetti più importanti di riqualificazione energetica e di efficienza energetica degli edifici. L'altro tema che evidenzia l'obsolescenza è che l'80 per cento degli edifici si trova ancora oggi nelle classi G, F ed E, quindi con elevate dispersioni termiche.
  Questo ovviamente implica un'incidenza del settore residenziale, o più in generale del civile; il settore degli edifici terziari è messo un po' meglio, ma non troppo. Quindi rispetto all'incidenza degli usi finali di energia primaria complessiva in Italia, che nel 2021 sono stati circa 114 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, come vedete in una slide, il 29 per cento, quindi circa 30/33 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, è imputabile in questo caso esclusivamente al settore residenziale. Settore che consuma prevalentemente energia negli usi finali con combustibili fossili.
  In particolare, sempre rimanendo in questa slide, facciamo un'altra vista e quindi guardiamo i consumi di gas naturale, o più in generale di combustibili fossili. Il gas naturale è fortunatamente il più rilevante, abbiamo purtroppo ancora un po' di gasolio soprattutto in alcune aree urbane come Milano. Però, insomma, il gas naturale, mettendo insieme la climatizzazione e il riscaldamento di edifici residenziali, terziario e la pubblica amministrazione ruba circa 30 miliardi di metri cubi, e siamo quasi al 40 per cento dei consumi complessivi di gas naturale nel nostro Paese, superiore seppur di poco ai consumi di gas per la produzione di energia elettrica e significativamente superiori a quelli industriali, che sono intorno ai 14/15 miliardi di metri cubi.
  Ovviamente l'obsolescenza degli edifici e i rilevanti consumi di combustibili fossili per scaldarci fa di nuovo del settore residenziale uno dei soggetti che maggiormente contribuisce alle emissioni in atmosfera del nostro Paese. Anche qui, arrotondando i numeri, sono poco meno di 360 milioni di tonnellate di CO2 all'anno e il residenziale contribuisce per il 18 per cento. Ma l'aspetto, penso, più rilevante è quello dell'impatto sulle nostre aree urbane, quindi le città, in particolare nella Pianura Padana, dove è di fatto, ancor prima della mobilità, la principale fonte di inquinamento, in particolare per quello che riguarda il monossido di carbonio e le polveri sottili PM2,5 e PM10. Diverso è il tema degli NOx, perché è la mobilità ancora che la fa da padrona. Mentre il 60 per cento delle altre sostanze inquinanti nelle aree urbane sono da attribuire al riscaldamento.
  Quindi, ovviamente non c'è bisogno che ce lo dica la normativa comunitaria, che comunque a partire dal Green Deal, con il Fit for 55, a seguire il REPowerEU e in divenire questa nuova direttiva EPBD (Energy performance of buildings directive), indica l'importanza (e questo vale ovviamente anche nel nostro Paese) di intervenire su questo settore che è altamente consumante e altamente inquinante.
  Cosa abbiamo fatto fino ad oggi? Anche qui abbiamo diviso in due i numeri.
  Cosa è stato fatto con il vecchio ecobonus fino al 2021, in assenza prevalentemente – salvo il '16 e il '17 – del tema dello sconto in fatture e cessione del credito, in particolare con un meccanismo di detrazioni per quanto riguarda l'efficienza energetica intorno al 65 per cento (quindi, come evidenziato dal Centro studi della Camera dei deputati e dal Cresme, sicuramente sostenibile in termini anche di impatto sulla finanza pubblica)? In otto anni sono stati investiti 30 miliardi di euro dedicati all'ecobonus, con un risparmio energetico in megatep di circa un megatep all'anno, quindi una crescita direi abbastanza lenta.
  Invece il superbonus, nonostante le criticità che anche queste sono ben note, ha permesso (poi vediamo magari gli aspetti positivi, su cui sarebbe opportuno fare una riflessione seppure nell'ottica di una rivisitazione complessiva dello strumento) in due anni, con un investimento purtroppo pari al doppio, quindi 62 miliardi di euro, ha consentito di conseguire esattamente la stessa entità di risparmi di energia primaria fossile. Quindi un milione di tonnellate Pag. 9equivalenti di petrolio – quello che è stato fatto dal vecchio ecobonus in otto anni – e un milione di tonnellate equivalenti di petrolio, sulla base dei dati che abbiamo raccolto, riportati in una slide in basso a sinistra (fonte elaborazione dati ENEA). Come vedete, direi che è abbastanza intuibile e scontato, il costo del superbonus rispetto a quello del vecchio ecobonus è pari al doppio, più del doppio. Quindi – sempre dato ENEA – 5,4 euro a kWh all'anno.
  Quindi sicuramente una misura che possiamo dire efficace in termini di riduzione in tempi ridotti delle missioni di energia primaria fossile degli edifici, ma poco efficiente sotto il profilo ovviamente della finanza pubblica.
  Però vorrei evidenziare due aspetti positivi che riprenderò nelle proposte.
  Il primo è sicuramente quello dell'accelerazione: noi fino a ieri avevamo un tasso di riqualificazione di edifici molto lento, ben al di sotto dell'1 per cento all'anno, e l'intervento in un anno e mezzo è stato pari a 400.000 edifici, tra piccole villette fino ai grandi condomini, che significa un 4/5 per cento nell'arco temporale di due anni. Quindi ci siamo avvicinati a quell'obiettivo del 3 per cento all'anno di riqualificazione, che è un obiettivo che ci dovrebbe portare da qui al 2030 e poi al 2050 agli obiettivi generali di meno 55 per cento in termini di riduzione di emissioni, quindi un forte acceleratore.
  L'altro fattore è che ha dato un impatto importante alle nuove tecnologie: sia nell'area dell'involucro, anche se purtroppo le nuove tecnologie sull'involucro sono un po' penalizzate dal quadro tecnico di riferimento, sia nell'altra, che vedremo più avanti, dell'elettrificazione dei consumi termici, quindi pompe di calore e fotovoltaico sui tetti delle abitazioni che era già diffuso, ma in particolare in questo caso sui tetti dei condomini. Quindi, oltre al tema di riduzione dell'energia primaria fossile, anche un tema di indirizzo della decarbonizzazione ma soprattutto dell'indipendenza energetica.
  L'aspetto credo più rilevante che merita una riflessione è quello invece di come sono state impiegate queste risorse. E qui, sempre per stare nei tempi, arrivo direttamente alla sintesi. Avrete modo di guardare spero con calma il documento, che poi vi forniremo anche in maniera descrittiva, con una relazione illustrativa un pochino più dettagliata. Il 21 per cento degli edifici, soggetti al superbonus, è passato dalla classe energetica G ed F (quindi quelle meno efficienti) ad una classe energetica dalla 1 alla 4, investendo «solo» il 28 per cento complessivo delle risorse. Quindi dei 60 e passa miliardi di euro destinati al superbonus, 17/18 miliardi sono stati indirizzati a quel 21 per cento degli edifici. Ma la cosa più interessante è che hanno generato il 70 per cento di quel milione di tonnellate equivalenti di petrolio, che complessivamente ha generato, in termini di riduzione di energia primaria fossile, l'intero ammontare delle risorse destinate al superbonus.
  Quindi esiste, rimodulando, la possibilità di indirizzare meglio le risorse, contenendole all'interno di quelle che sono le possibilità delle risorse della finanza pubblica, massimizzando però i risultati. Quindi, ripeto, il 28 per cento di risorse ha portato il 70 per cento dei risultati complessivi del superbonus.
  Sulla base di questi risultati e pensando ...

  PRESIDENTE. Dottor Bani, le chiedo di concludere, ha un minuto.

  RICCARDO BANI, Amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro Efficienza energetica e Trasformazione digitale di Kyoto Club. ... un modello che va avanti, ricordo, fino al 2024, 31 dicembre 2024 per l'ecobonus, al 31 dicembre 2025 per il superbonus nelle forme décalage, 90 al 2023, 70 al 2024, 65 al 2025, con i quattro anni di periodo di detrazioni, mentre il superbonus al momento scade il 31 dicembre 2024 nella misura del 65 per cento con i dieci anni di detrazioni. Bene, cercando di guardare e progettare qualcosa in un arco temporale più lungo, le aree e i soggetti interessati sono questi quattro che noi abbiamo individuato. Quindi cittadini su cui, al di là di tutti gli altri temi, insommaPag. 10 i temi più rilevanti, in questo momento anche in forza della crisi energetica che continuiamo a vivere, sia pur più contenuta, il risparmio sulle bollette è importante perché il riscaldamento pesa per due terzi sulla bolletta delle famiglie italiane. E il tema della povertà energetica, che è un parente stretto del...

  PRESIDENTE. Dottor Bani, mi scusi, ma sono costretto a interromperla. Abbiamo terminato il tempo, deve avviarsi alla conclusione.

  RICCARDO BANI, Amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro Efficienza energetica e Trasformazione digitale di Kyoto Club. Solo trenta secondi per andare alla proposta di sintesi, che è quella di rimodulare gli incentivi sulla base dell'energia primaria fossile risparmiata, quindi intervenire prioritariamente su quelle classi energetiche G e F, che peraltro sono gli edifici che prevalentemente sono purtroppo vissuti da famiglie che non hanno avuto fino ad oggi la possibilità di riqualificare quegli immobili, eliminando gli incentivi per tutti quei soggetti, per quelle tecnologie, tipo le caldaie, che comunque vengono a essere sostituite senza la necessità di incentivi, perché c'è un obbligo dal 2015, e pensare al tema della cessione del credito per gli incapienti o comunque per coloro i quali non hanno la possibilità di portare in generale in detrazione gli incentivi fiscali.

  PRESIDENTE. Grazie dottor Bani. Mi deve scusare, distribuiremo naturalmente il materiale del Kyoto Club. La ringrazio. Non essendovi colleghi che intendono formulare delle osservazioni, ringrazio Riccardo Bani, amministratore delegato del gruppo Veos – Gruppo di lavoro efficienza energetica e trasformazione digitale di Kyoto Club per il contributo reso ai nostri lavori e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato 3). Dichiaro quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.

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ALLEGATO 1

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ALLEGATO 2

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ALLEGATO 3

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