XIX Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 6 di Mercoledì 15 gennaio 2025

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rotelli Mauro , Presidente ... 2 

Seguito dell'audizione del Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, sulle tematiche concernenti le attività in materia di previsione e prevenzione dei rischi e di gestione delle emergenze con particolare riguardo ai fenomeni legati alla crisi idrica e al rischio meteo-idrogeologico e idraulico (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Rotelli Mauro , Presidente ... 2 
Ciciliano Fabio , Capo del Dipartimento della Protezione civile ... 2 
Rotelli Mauro , Presidente ... 14 
Mazzetti Erica (FI-PPE)  ... 14 
Rotelli Mauro , Presidente ... 16 
Mazzetti Erica (FI-PPE)  ... 16 
Rotelli Mauro , Presidente ... 16 
Mazzetti Erica (FI-PPE)  ... 16 
Rotelli Mauro , Presidente ... 16 
Mazzetti Erica (FI-PPE)  ... 16 
Rotelli Mauro , Presidente ... 16 
Mazzetti Erica (FI-PPE)  ... 16 
Rotelli Mauro , Presidente ... 16 
Mazzetti Erica (FI-PPE)  ... 16 
Braga Chiara (PD-IDP)  ... 16 
Rotelli Mauro , Presidente ... 17 
L'Abbate Patty (M5S)  ... 17 
Rotelli Mauro , Presidente ... 17 
Ciciliano Fabio , Capo del Dipartimento della Protezione civile ... 17 
Mazzetti Erica (FI-PPE)  ... 18 
Ciciliano Fabio , Capo del Dipartimento della Protezione civile ... 18 
Mazzetti Erica (FI-PPE)  ... 18 
Ciciliano Fabio , Capo del Dipartimento della Protezione civile ... 18 
Rotelli Mauro , Presidente ... 18 
Ciciliano Fabio , Capo del Dipartimento della Protezione civile ... 18 
Braga Chiara (PD-IDP)  ... 20 
Ciciliano Fabio , Capo del Dipartimento della Protezione civile ... 20 
Rotelli Mauro , Presidente ... 21 

(La seduta termina alle 15.45) ... 21 

ALLEGATO: Documentazione consegnata dal Capo del Dipartimento della Protezione civile ... 22

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE - Centro Popolare: NM(N-C-U-I)M-CP;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MAURO ROTELLI

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante il resoconto stenografico della seduta nonché la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, sulle tematiche concernenti le attività in materia di previsione e prevenzione dei rischi e di gestione delle emergenze con particolare riguardo ai fenomeni legati alla crisi idrica e al rischio meteo-idrogeologico e idraulico.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, sulle tematiche concernenti le attività in materia di previsione e prevenzione dei rischi e di gestione delle emergenze con particolare riguardo ai fenomeni legati alla crisi idrica e al rischio meteo-idrogeologico e idraulico.
  Ricordo che nella seduta del 18 dicembre il Capo del Dipartimento ha svolto la sua relazione e che sono state formulate osservazioni e quesiti da parte di alcuni deputati. Ricordo, inoltre, che il testo integrale della relazione è stato inviato a tutti i deputati. Ringrazio il Capo Dipartimento per la partecipazione ai nostri lavori e gli cedo subito la parola per la replica ai quesiti posti nell'altra audizione.

  FABIO CICILIANO, Capo del Dipartimento della Protezione civile. Grazie, presidente. Buon pomeriggio, onorevoli deputati. Io inizierei, se siete d'accordo, a riscontrare le domande che sono state poste all'audizione del 18 dicembre, ovviamente rimanendo poi a disposizione se eventualmente dovessero essercene delle altre per dare un riscontro che potrebbe essere immediato se le domande sono abbastanza semplici e non richiedono particolari analisi o dati, oppure, ovviamente, come abbiamo fatto in questo momento, mi riservo di realizzare immediatamente un riscontro e poi parteciparlo attraverso gli uffici della Camera dei deputati.
  Io andrei, se è d'accordo il presidente, secondo quello che è l'ordine delle domande che furono poste con i relativi commissari rispondendo in maniera molto cronologica.
  L'onorevole Caso segnalava di aver presentato delle interrogazioni parlamentari senza ricevere risposta. A questo riguardo rappresento che risultano pervenute all'ufficio legislativo del Dipartimento della Protezione civile e dal settore legislativo del Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare richieste di elementi informativi in relazione esclusivamente a due atti di sindacato ispettivo presentati dall'onorevole Caso. La prima è l'interrogazione a risposta in Commissione n. 501986, presentata il 13 febbraio 2024, nella seduta n. 243. La seconda è l'interrogazione a risposta in Commissione n. 503025, presentata il 28 ottobre del 2024 nella seduta n. 372. Entrambe le interrogazioni riguardavano il fenomeno bradisismico che interessa i Campi Flegrei e che ponevano i quesiti che riporto qui di seguito.
  Il primo è quale sia il reale stato dell'arte, quali siano i motivi dei ritardi rilevatiPag. 3 e quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per quanto di competenza per velocizzare l'attuazione e il completamento delle misure previste dal menzionato decreto e per informare costantemente e pienamente la cittadinanza sullo stato di avanzamento delle attività. La seconda, invece, è quale sia il reale stato dell'arte relativamente all'attuazione delle misure previste dai due decreti sui Campi Flegrei, con particolare riferimento all'analisi di vulnerabilità dell'edificato, agli interventi sulle strutture e infrastrutture pubbliche e alla concessione dei contributi per la riparazione degli edifici privati inagibili.
  Nel dettaglio, per quanto concerne l'interrogazione n. 501986, la richiesta degli elementi informativi è pervenuta dal settore legislativo del Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare con mail del 16 febbraio del 2024. Considerata la contemporanea pendenza di altre richieste e di elementi informativi in relazione a ulteriori atti di sindacato ispettivo concernenti la medesima tematica, n. 300678 dell'onorevole Cafiero De Raho, n. 300681 e n. 300693 dell'onorevole Sarracino e n. 400740 del senatore Cantalamessa, si è provveduto ad un'istruttoria unitaria presso gli uffici del Dipartimento e il riscontro è stato trasmesso con nota n. 26363 del 21 maggio 2024.
  Successivamente, il settore legislativo del Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare ha trasmesso con mail del 4 luglio del 2024 una richiesta di aggiornamento del precedente contributo. All'esito di una nuova istruttoria presso questi uffici del Dipartimento della Protezione civile coinvolti il riscontro dell'aggiornamento è stato trasmesso con nota del 19 luglio 2024, n. 37861.
  Riguardo alla successiva interrogazione, la n. 503025, la richiesta di elementi informativi è pervenuta dal settore legislativo del Ministro della Protezione civile e le politiche del mare con mail del 31 ottobre dello scorso anno. All'esito dell'apposita istruttoria presso gli uffici dipartimentali coinvolti, il riscontro è stato trasmesso con nota del 27 novembre 2024, n. 60791, nella quale si è evidenziato altresì come la stessa fosse da considerarsi integrativa rispetto a quanto era stato già rappresentato e trasmesso con le note che avevo citato in precedenza.
  Per completezza, si rappresenta, infine, come in relazione al fenomeno bradisismico che interessa i Campi Flegrei sia pervenuta all'ufficio legislativo del Dipartimento dal settore legislativo del Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare anche una richiesta di elementi informativi in relazione all'ulteriore atto di sindacato ispettivo n. 402886 dell'onorevole Scotto, a cui si è provveduto a fornire riscontro dapprima con la nota del 19 luglio 2024 n. 37883 e, successivamente, con una nota di aggiornamento del 5 novembre 2024, n. 56294.
  In ordine alle attività di competenza del Dipartimento, riporto di seguito quelle che risultano all'interno della banca dati della Camera dei deputati alla data dell'8 gennaio 2025 e ciò che risulta ancora in corso: atto n. 501986 dell'onorevole Caso è in corso, n. 503025 dell'onorevole Caso del 28 ottobre 2024, n. 300678 dell'onorevole Cafiero De Raho, presentata il 27 settembre del 2023, la n. 300681 dell'onorevole Sarracino, presentata il 28 settembre 2023, la n. 300693 dell'onorevole Sarracino presentata il 3 ottobre 2023, la n. 400740 del senatore Cantalamessa, che risulta conclusa, la n. 402886 dell'onorevole Scotto presentata il 24 maggio del 2024.
  L'onorevole Caso chiede inoltre aggiornamenti sullo stato di erogazione dei fondi per la riparazione degli edifici inagibili che dovevano essere disponibili dal 1° settembre con un decreto attuativo. Il decreto attuativo è stato approvato il 31 dicembre dello scorso anno dagli organi di controllo che lo hanno in qualche maniera reso totalmente operativo. In data 16 dicembre in regione Campania è stato realizzato un incontro con i sindaci e i rappresentanti degli organi territoriali per rendere un'attività di suddivisione di quelle che sono le componenti economiche per l'annualità 2024, suddividendo i 20 milioni previsti dalla norma in 666.000 euro a favore del comune di Bacoli e 19.334.000 euro a favore del comune di Pozzuoli, zero per il Pag. 4comune di Napoli che – lo ricordo – per l'episodio del terremoto del maggio del 2024 non ha subito nessun tipo di ordinanza di sgombero. Questo decreto, ovviamente, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 6 del 9 gennaio scorso.
  L'onorevole Caso chiede maggiori informazioni sull'analisi della vulnerabilità degli edifici. Chiedeva se potesse essere reso pubblico o almeno lasciato agli atti della Commissione lo studio di vulnerabilità. In merito a questa richiesta ricordo che l'analisi di vulnerabilità sismica dell'edilizia privata è stata prevista dall'articolo 2, comma 1, lettera b) del decreto-legge n. 140 del 2023 e disciplinata al capitolo 3 del piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate direttamente interessate dal fenomeno bradisismico. È stata finalizzata alla individuazione delle misure di mitigazione più idonee sul patrimonio edilizio privato e alla stima del relativo fabbisogno finanziario non prevedendo quindi in questa fase specifiche risorse destinate agli interventi di riduzione della vulnerabilità. Questa misura, articolata in una serie di azioni dettagliate del piano straordinario, ha previsto una prima analisi speditiva a scala reale della vulnerabilità attraverso una ricognizione a tappeto di tutti gli edifici privati a funzione residenziale e/o servizi ricadenti nella zona di intervento di cui all'articolo 2 del decreto-legge n. 140 del 2023, tesa a definire le aree prioritarie identificate come celle quadrate di dimensioni 250 metri per 250 metri sulle quali procedere al successivo approfondimento conoscitivo e alla valutazione semplificata della vulnerabilità.
  Il 25 marzo del 2024 sono stati avviati, sotto il coordinamento del Dipartimento della Protezione civile, in sinergia con la regione Campania e ovviamente i tre enti locali interessati, quindi i comuni di Napoli, Bacoli e Pozzuoli, i sopralluoghi della ricognizione preliminare.
  Questa ricognizione è avvenuta in coerenza con l'ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 1081 del 16 marzo 2024, da adottare ai sensi del medesimo articolo 2 del decreto-legge che ho citato prima, il n. 140, con cui sono state individuate le procedure semplificate da seguire per le ricognizioni speditive sull'edificato.
  I sopralluoghi coordinati dal centro operativo di Monteruscello, che è il centro operativo di Protezione civile del comune di Pozzuoli, presso il quale opera con continuità la struttura dei Campi Flegrei, che è una struttura decentrata del Dipartimento della Protezione civile, sono stati condotti da 130 squadre composte ciascuna da due tecnici rilevatori abilitati ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 luglio 2014. Queste ricognizioni si sono ultimate il 7 giugno 2024. Ricordo che tra l'inizio della vulnerabilità dello studio di vulnerabilità e la conclusione c'è stato l'evento di magnitudo 4.4 a maggio del 2024, che ovviamente ha interrotto le attività di verifica per l'analisi della vulnerabilità.
  Nonostante fossero stati previsti tre mesi per la realizzazione dell'intera opera, si è ridotto il termine per la conclusione del lavoro.
  Passo a tutti i rilievi svolti dal Centro Studi Plinius, che è il centro di competenza che ha affiancato il Dipartimento della Protezione civile dell'Università degli studi di Napoli Federico II. Sono stati condotti essenzialmente 12.703 sopralluoghi su edifici, di cui 9.078 su edifici ordinari, dei quali 3.960 rilevati nella precedente campagna Plinius.
  All'esito di questa attività, ad agosto del 2024 è stata prodotta dal Centro Studi Plinius l'analisi della vulnerabilità sismica dell'edilizia privata flegrea a scala territoriale, i cui prodotti, costituiti da mappe di vulnerabilità a scala reale, evidenziano la probabilità di concentrazione di edifici vulnerabili all'interno delle 682 celle geografiche di dimensioni di 250 metri per 250 metri in cui è stata suddivisa la zona di intervento.
  La mappa proposta dal Centro Studi Plinius per le successive attività di approfondimento conoscitive previste dal piano straordinario è costituita da 442 delle 682 celle alle quali è associata una fascia di vulnerabilità tra le quattro previste, che sono: molto bassa, bassa, media e alta, Pag. 5contraddistinte ovviamente da colori diversi.
  In particolare, 81 delle 442 celle sono associate a vulnerabilità alta e media con un numero complessivo di edifici in esse ricompreso pari a 4.329, ovvero circa la metà degli edifici privati indagati nelle zone di intervento, oltre ad alcuni edifici al di fuori di dette celle per i quali il Centro Studi Plinius ha comunque suggerito di procedere ad approfondimenti conoscitivi.
  Alle restanti 240 celle non è associato invece alcun colore poiché prive di edifici o con edifici che non sono stati inclusi all'interno della ricognizione.
  Il Piano straordinario prevede, a partire dagli esiti di tale mappa, che possano presentare istanza di ulteriore sopralluogo, previa informativa ai cittadini in capo ai comuni di appartenenza, ogni proprietario di immobili privati ricadenti nelle cellule a vulnerabilità media e alta, demandando ad una successiva valutazione la possibilità di procedere all'acquisizione delle istanze anche da parte dei proprietari di edifici ricadenti in cellule a vulnerabilità bassa e molto bassa, sulla base delle risorse finanziarie ancora disponibili; valutazione che dovrà altresì tener conto delle recenti disposizioni dettate dai commi 694 e seguenti della legge 30 dicembre 2024, n. 207, introdotta in fase di adozione della predetta legge su impulso del Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare.
  Gli esiti delle analisi di vulnerabilità reale prodotti dal Centro Studi Plinius sono stati condivisi con la regione Campania e con i comuni di Bacoli, Napoli e Pozzuoli in occasione di alcuni incontri preliminari e successivamente formalmente trasmessi alla fine del mese di ottobre del 2024.
  In tale occasione il Dipartimento della Protezione civile ha fornito agli enti lo schema di informativa alla popolazione che è stato condiviso con la regione Campania, mettendo a disposizione di quest'ultimi anche una mappa interattiva e un applicativo informatico per l'acquisizione delle istanze da parte dei cittadini che ovviamente avrebbero la necessità di proseguire nelle loro attività di scelta per la valutazione della vulnerabilità dei propri appartamenti.
  Il piano straordinario prevedeva, infatti, che i comuni, entro trenta giorni dal ricevimento degli esiti delle analisi di vulnerabilità areale, procedessero ad acquisire le istanze di sopralluogo da parte dei proprietari degli edifici ricadenti nelle celle sopra richiamate secondo le priorità che prima vi ho partecipato. Nelle more dell'avviso della fase di approfondimento il Dipartimento della Protezione civile a dicembre del 2024 ha convocato una riunione del tavolo tecnico sugli edifici privati nella quale è stata presentata dal Consorzio ReLUIS, che è il Consorzio degli istituti sismici delle Università italiane, la procedura di valutazione di vulnerabilità prevista nella fase 6 del piano, basata sui dati che si renderanno disponibili all'esito della successiva campagna di sopralluogo.
  A completamento di questo quadro si evidenzia, inoltre, che le ulteriori analisi concorrenti agli obiettivi della misura in argomento, che sono anch'esse previste dal piano nella fase 2 e nella fase 5, sono rispettivamente completate e in corso di svolgimento.
  Venendo alla legge 30 dicembre 2024, n. 207, che è il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027, preme evidenziare come questo preveda al comma 694 e seguenti uno stanziamento di 20 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2025 al 2029, finalizzato alla riduzione della vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio privato con destinazione di uso residenziale, risultato a maggiore vulnerabilità sismica agli esiti delle analisi che prima vi ho citato.
  Ai sensi di questa richiamata norma, il contributo è concesso nel limite massimo del 50 per cento del costo da sostenere e ritenuto ammissibile in applicazione dei criteri stabiliti con apposito decreto che il Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare sta emanando.
  Si ritiene che lo spirito della richiamata norma sia quello ovviamente di consentire, attraverso un primo stanziamento di risorse, la ripresa celere da parte dei comuni delle attività di ricognizione della vulnerabilità, al fine di poter dare ai privati cittadiniPag. 6 una prospettiva concreta e al contempo disporre di un quadro completo e definitivo dei fabbisogni finanziari nell'area per la riqualificazione sismica del patrimonio privato. Ovviamente, lo ricordo a me stesso, la vulnerabilità è un'azione che si fa a edificio integro, non è l'azione che si fa sugli edifici danneggiati. È un'attività che si fa proprio per evitare eventuali impatti successivi degli eventi naturali in maniera tale che possano in qualche maniera restare integri dopo che è stata realizzata un'analisi puntuale e quindi, eventualmente, una azione di riqualificazione.
  A integrazione di questo quadro, si riferisce, come è stato richiesto sempre dall'onorevole Caso, in merito alle misure avviate con il decreto-legge n. 76 del 2024 per fronteggiare gli effetti del sisma del 20 maggio 2024 e alla relativa assegnazione dei fondi per quanto di competenza del Dipartimento della Protezione civile.
  Questo l'ho detto precedentemente quando ho fatto ovviamente riferimento a una delle prime istanze dell'onorevole Caso. Il 9 gennaio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 6 il decreto, con la ripartizione che vi citavo prima, che è stata condivisa in sede di regione Campania con la regione e gli enti locali, quindi i tre comuni di Napoli, Bacoli e Pozzuoli.
  Per quanto riguarda i contributi di autonoma sistemazione, l'articolo 9-sexies del decreto n. 76 del 2024 prevede che il rilascio del predetto contributo a nuclei familiari la cui abitazione principale, abituale e continuativa, sia stata sgomberata per inagibilità in esecuzione di provvedimenti adottati entro la data del 3 luglio 2024, in conseguenza del sisma del 20 maggio già citato, sia comunque in capo alla regione Campania avvalendosi dei tre comuni interessati.
  Il Dipartimento della Protezione civile, ai sensi di questo articolo che ho in questo momento citato, ha provveduto a versare le risorse finanziarie previste per il 2024 su apposita contabilità speciale intestata alla regione Campania per un importo pari a 3.453.000 per l'anno 2024. Le risorse pari ad euro 6.906.000 previste per il 2025 saranno oggetto di prossimo trasferimento nella corrente annualità 2025.
  Infine, per quanto riguarda le misure urgenti per la riqualificazione sismica della riparazione del danno degli edifici residenziali danneggiati, con l'articolo 9-novies è stata autorizzata la spesa di 20 milioni, quella che vi citavo prima, e di 15 milioni per ciascuno degli anni 2025-2026, che verranno utilizzati per conguagliare eventualmente le spese dell'annualità 2024 che sono state ripartite, come vi dicevo prima, in sede di ente territoriale.
  Ancora, l'onorevole Caso chiede informazioni aggiuntive sull'analisi delle vie di fuga dei Campi Flegrei. Le vie di fuga o di allontanamento della pianificazione nazionale per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei sono descritte in uno specifico documento approvato dalla Direzione della Giunta regionale della regione Campania n. 187 del 19 aprile 2023 recante «Aggiornamento delle pianificazioni di emergenza ai fini dell'evacuazione cautelativa della popolazione dalla zona rossa dei Campi Flegrei», elaborato dall'Agenzia campana per la mobilità, le infrastrutture e le reti (ACaMIR), della regione Campania, condiviso nel corso di diverse riunioni con le istituzioni, gli enti e le amministrazioni coinvolte.
  Questo documento, che rappresenta il piano di allontanamento dalla zona rossa flegrea, è stato predisposto sulla base delle analisi delle infrastrutture di mobilità in questo momento esistenti e delle caratteristiche del parco automezzi privati presenti sul territorio, rapportandolo con la popolazione e con le tempistiche necessarie al suo allontanamento.
  Il Piano di allontanamento è stato elaborato ipotizzando in via cautelativa che nessuno scelga di allontanarsi in fase di preallarme – le fasi operative della pianificazione sono attenzione, preallarme e allarme in un fenomeno che però può essere lungo anche diverse settimane nella realtà delle cose – e che tutta la popolazione della zona rossa si debba allontanare con la dichiarazione della fase di allarme in un tempo complessivo di 72 ore.Pag. 7
  Nell'ambito della pianificazione comunale di ciascuno dei sette comuni della zona rossa flegrea, che sono Napoli, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, Marano di Napoli e Giugliano in Campania, sono state individuate le vie di fuga o di allontanamento di livello comunale valide sia per l'allontanamento autonomo sia per quello assistito per uscire dalla zona rossa. La popolazione che intende allontanarsi in maniera assistita deve recarsi nelle aree di attesa individuate nei piani comunali di Protezione civile per essere successivamente allontanata verso le aree di incontro esterne alla zona rossa attraverso autobus messi a disposizione dalla regione Campania.
  Il loro successivo trasferimento presso i punti di prima accoglienza nelle regioni e province autonome, che sono gemellate con ciascuna delle realtà locali, è previsto con diverse modalità (autobus, treni o navi) a seconda delle destinazioni, per limitare ovviamente il carico sulle infrastrutture di mobilità e disagi alla popolazione.
  Per quanto riguarda le misure legate alla verifica della funzionalità delle infrastrutture di trasporto e degli altri servizi essenziali ex articolo 5 del decreto-legge n. 140 del 2023, recante «Misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei», la regione Campania, con delibera di Giunta regionale n. 7 del 10 gennaio 2024, ha approvato il documento dal titolo «Misure urgenti per la verifica della funzionalità e delle infrastrutture di trasporto e degli altri servizi essenziali di cui all'articolo 5 del decreto-legge n. 140/2023», con i suoi relativi allegati.
  Con il decreto-legge n. 91 del 2024 le competenze relative alla realizzazione degli interventi del sistema infrastrutturale di cui al citato articolo 5, incluse le attività della gestione commissariale ai sensi della legge n. 887 del 1984, sono passati alla gestione del commissario straordinario Soccodato.
  A integrazione della specifica richiesta, si riportano di seguito i documenti di riferimento principali della pianificazione per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei; decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 giugno 2016 recante la disposizione per l'aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei e indirizzi del Capo del Dipartimento della Protezione civile del 2 febbraio 2015, indicazioni inerenti all'aggiornamento della pianificazione di emergenza ai fini dell'evacuazione cautelativa della popolazione della zona rossa dell'area vesuviana.
  L'onorevole Braga del PD chiede e formula la richiesta dello stato dell'arte dell'assegnazione dei fondi previsti dal decreto-legge n. 91. Questa è una domanda a cui ho dato già risposta, che è quella della regione Campania che ha incontrato ovviamente i tre sindaci sulla base di quello che è l'ordine che si sono dati sulla base delle ordinanze di sgombero a seguito del terremoto del maggio del 2024.
  Sul tema siccità, dal momento che il Ministro ha annunciato la creazione di questa struttura tecnica per gli interventi, soprattutto per la Regione Siciliana, chiede che la Commissione venga informata su che cosa ha prodotto questa struttura tecnica. Facendo seguito a una riunione del 6 agosto del 2024 presso la Presidenza del Consiglio dei ministri avente ad oggetto la crisi idrica nella Regione Siciliana, presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri con la presenza dei ministri interessati del commissario straordinario nazionale per l'adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della siccità idrica, dottor Nicola Dell'Acqua, e del commissario delegato per la realizzazione degli interventi urgenti finalizzati alla gestione della crisi idrica in Sicilia, il presidente Schifani, si è convenuta la necessità di adottare una procedura tecnica che fosse immediatamente operativa per affrontare in maniera coordinata l'emergenza della crisi idrica della Regione Siciliana, nonché la gestione dei primi interventi di contingenza nel breve e medio periodo.
  La procedura in particolare è stata elaborata tenendo presente sia quanto posto in essere attraverso il decreto-legge n. 39 del 2023, il cosiddetto «decreto siccità», sia quanto statuito dalla delibera del Consiglio Pag. 8dei ministri del 6 maggio 2024 recante la dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alla situazione di grave deficit idrico in atto nel territorio della Regione Siciliana.
  L'obiettivo era fondamentalmente quello di promuovere l'azione sinergica dei due commissari allo scopo di attuare azioni coordinate per la risoluzione delle tematiche connesse al fenomeno emergenziale con due prospettive temporali, una di brevissimo o breve periodo, l'altra invece di breve e medio periodo, che potessero in qualche maniera essere interconnesse e coordinate, e rappresentate essenzialmente dalla mitigazione tempestiva della crisi idrica e della messa in esecuzione di opere di medio periodo senza condizionare però le progettualità di lungo periodo che sono appannaggio del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  Il Dipartimento della Protezione civile in particolare si è reso disponibile a supportare le attività tecniche e amministrative che sono state ritenute necessarie, anche al fine di definire gli interventi prioritari, cioè monitorare lo stato di avanzamento degli interventi concernenti l'attuazione procedurale e le fasi di realizzazione, supportare gli aspetti di ordine finanziario in particolare per ciò che concerne i trasferimenti effettuati alle contabilità speciali da questi ai soggetti attuatori.
  Rimaneva confermata, a cura del commissario delegato per il contrasto alla crisi idrica in Sicilia, l'individuazione degli interventi prioritari nell'ambito della ricognizione dei fabbisogni che avrebbe provveduto anche a reperire le ulteriori risorse finanziarie necessarie per il completamento delle attività di cui all'articolo 25, comma 2, lettere a), b) e c) del Codice della Protezione civile, nonché per l'avvio degli interventi più urgenti di cui alla lettera d) del medesimo comma 2.
  Il 12 agosto dello scorso anno si è tenuta una riunione della struttura tecnica nella quale sono state rappresentate le principali criticità sullo stato della crisi idrica e analizzate le proposte della Regione Siciliana, nell'ambito della quale il commissario Dell'Acqua si è reso disponibile a svolgere anche le funzioni di soggetto attuatore per gli interventi nella Regione Siciliana ritenuti di maggiore complessità, salvo conferma e ratifica della cabina di regia istituita dall'articolo 1 del decreto-legge n. 39 del 2023 quale soggetto politico deputato sulla base della norma.
  A seguito delle ulteriori interlocuzioni e approfondimenti, nonché della trasmissione da parte del presidente della Regione Siciliana del primo stralcio degli interventi indifferibili e urgenti in data 12 settembre 2024, la cabina di regia ha affidato al commissario straordinario nazionale la rifunzionalizzazione dei dissalatori di Trapani, Porto Empedocle e Gela, oltre alla fornitura di moduli provvisori di dissalazione per la città di Agrigento.
  Conseguentemente, con l'articolo 2 del decreto-legge 31 dicembre 2024, n. 208, si è previsto che il predetto commissario straordinario provvedesse in via d'urgenza anche alla realizzazione di impianti di dissalazione mobili nei comuni di Porto Empedocle, Trapani e Gela, avvalendosi della società Siciliacque quale soggetto attuatore.
  Per la realizzazione di questi interventi è previsto un limite di spesa di 100 milioni, di cui 90 a valere sulle risorse statali e 10 a valere sulle risorse rese disponibili dalla Regione Siciliana nell'ambito del proprio bilancio.
  Altra domanda è stata quella relativa al tema del dissesto idrogeologico. L'onorevole Braga chiede di conoscere qual era lo stato di utilizzo delle risorse PNRR sulla riduzione del dissesto.
  Come richiesto dall'Ispettorato generale per il PNRR presso il MEF, il Dipartimento della Protezione civile, in qualità di amministrazione titolare di un intervento PNRR, a luglio 2024 ha caricato nel sistema Regis il modello di attestazione previsto per l'assolvimento degli adempimenti di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2024, convertito con modificazioni dalla legge n. 56 del 2024.
  In questa attestazione è stato riportato l'elenco degli interventi finanziati nell'ambito della misura M2C42.1B, che non presentavano sul sistema Regis, al momento dell'invio, cronoprogrammi procedurali o Pag. 9finanziari aggiornati, oppure presentavano cronoprogrammi con disallineamenti, errori e/o dati non coerenti.
  In relazione all'attività di monitoraggio, che comunque è stata svolta ovviamente nell'ambito degli adempimenti del decreto-legge n. 19 del 2024, sono stati indicati quattordici interventi che presentavano significative criticità procedurali per le quali non era possibile valutare con ragionevole certezza la coerenza rispetto al conseguimento dei traguardi e degli obiettivi del Piano.
  In particolare, la regione Puglia ne consente il 20, per un importo di 29.596.000. La regione Campania consente otto interventi per un importo di 13.730.897,09.
  Queste situazioni di indeterminatezza erano correlate prevalentemente al ritardo imputabile al perfezionamento delle procedure di affidamento e stipula dei contratti di appalto e, nello specifico, all'acquisizione degli atti propedeutici previsti per l'approvazione dei progetti, quali le autorizzazioni, i pareri e i nulla osta da parte degli enti preposti.
  In relazione a ciò, nell'ambito dell'attività di monitoraggio successiva all'attestazione trasmessa, sono stati individuati ulteriori sei interventi che presentavano ritardi rispetto ai termini previsti per ragioni imputabili anche ad alcuni contenziosi e ricorsi amministrativi non ancora risolti intervenuti a seguito delle procedure di affidamento e per i quali è necessario attendere il pronunciamento definitivo del Consiglio di Stato con il conseguente dilatarsi delle tempistiche procedurali.
  Si tratta di quattro interventi della Regione Siciliana per un importo totale di 22.613.400 euro e di due interventi della regione Sardegna per un importo totale 17.391.050 euro.
  Inoltre, tra le criticità emerse è stato segnalato l'intervento revocato con decreto del Capo del Dipartimento della Protezione civile del 27 maggio 2024 di importo pari a 13.185.000 euro di un intervento presso la regione Sardegna. In totale, quindi, l'importo finanziato riferibile ai ventuno interventi con criticità è pari a 95.516.347,09 euro.
  Come ho descritto, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 agosto 2022 prevede che i soggetti attuatori degli interventi siano tenuti al rispetto dei termini programmati per le fasi procedurali principali individuate nella pubblicazione del bando nella stipula del contratto di appalto e nell'avvio effettivo dei lavori. Nel caso di mancato rispetto dei termini, che comporta la revoca del finanziamento, ai sensi dell'articolo 3, comma 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il soggetto attuatore, per il tramite dell'amministrazione attuatrice, che è la regione e la provincia autonoma, può trasmettere al Dipartimento della Protezione civile una giustificazione motivata della mancata osservanza della scadenza prevista, provvedendo a fornire indicazioni specifiche sulle tempistiche di attuazione dell'intervento nel rispetto del termine ultimo di realizzazione stabilito al 30 giugno 2026.
  Ciò posto, in riferimento ai venti interventi segnalati si rappresenta che i termini prorogati proposti dai soggetti attuatori non sono stati rispettati e pertanto il Dipartimento, su proposta delle amministrazioni attuatrici, preso atto delle criticità attuative rilevate, tenuto conto dell'analisi documentale, è tenuto ad avviare, ai sensi dell'articolo 3, la procedura di revoca del finanziamento.
  Attualmente, infatti, le criticità sono essenzialmente rilevate per l'individuazione di progetti alternativi che possono assicurare, oltre ai requisiti e le condizionalità connesse al Piano, il completamento dell'opera che va concluso comunque entro il termine dell'obiettivo finale.
  Una ulteriore difficoltà in questo processo deriva dalla condizionalità nazionale che prevede l'obbligo di destinare almeno il 40 per cento delle risorse PNRR alle regioni del Meridione, la cosiddetta «quota Sud», introdotta dall'articolo 2, comma 6-bis, del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2021, n. 108.
  Come è evidente dalla tabella riportata di seguito, che adesso vi cito, al momento i venti interventi potenzialmente revocabili, oltre quell'intervento revocato della regionePag. 10 Sardegna che vi ho citato prima, ricadono tutti nelle regioni del Sud. In considerazione del mancato rispetto della data per la possibile rimodulazione delle somme non destinate tra le diverse regioni al 31 dicembre 2024, tali risorse sono rimaste nella disponibilità delle regioni.
  Si tratta di sei interventi della regione Puglia per 29.596.000 euro, otto interventi della regione Campania per 13.730.897,09 euro, quattro interventi della Regione Siciliana per un importo totale di 22.613.400 euro e due della regione Sardegna per un importo totale 17.391.050 euro.
  In ogni caso, prosegue, ovviamente, da parte del Dipartimento della Protezione civile, il monitoraggio costante per verificare lo stato di attuazione, ancorché in ritardo, di questi interventi.
  Le quattro regioni coinvolte, nonostante il superamento dei termini intermedi previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, comunque si stanno impegnando in ogni caso a portare avanti gli interventi per garantire il rispetto dell'obiettivo finale di completamento delle opere.
  Ancora un'altra domanda che riguarda il tema di allertamento IT-Alert. L'onorevole chiede di sapere a che punto è la sperimentazione del sistema e quali attività sono state messe in campo per informare la cittadinanza. Chiede se è confermato, come previsto dalle vigenti disposizioni, che a febbraio 2025 il sistema sarà attivo anche per i rischi per i quali non è ancora attivo, con particolare riferimento al rischio precipitazioni intense.
  La normativa su cui è basato il sistema di allarme pubblico IT-Alert stabilisce che le indicazioni operative per questo specifico rischio definiscano principi tecnici per determinare preventivamente e in via generale soglie ed altri elementi utili per identificare i fenomeni in questione, oltre che per la delimitazione degli areali e delle tempistiche di interesse affinché il sistema operi ovviamente in via automatica.
  Ai fini del sistema IT-Alert, le precipitazioni si definiscono intense al superamento di una determinata soglia di severità. Per la determinazione della citata soglia è stato sviluppato e validato dal Dipartimento della Protezione civile, in collaborazione con i centri di competenza, l'algoritmo RADAR-NEWS per l'identificazione e quindi la detection e la previsione a breve termine e quindi nowcasting delle precipitazioni intense.
  Rispetto alle altre tipologie di rischio per le quali sistema IT-Alert è operativo dal 13 febbraio 2024 il rischio precipitazioni intense pone alcuni aspetti da approfondire in una fase sperimentale prima del passaggio alla operatività del sistema.
  Nel dettaglio, l'area target del messaggio IT-Alert non è nota a priori, ma nel momento in cui viene delimitata dall'algoritmo al superamento di determinate soglie di severità nel fenomeno e deve essere trasmessa istantaneamente agli operatori di telefonia mobile perché attivino le celle che trasmettono il segnale del messaggio, quello che normalmente si chiama cell broadcast. Una volta delimitata l'area target l'algoritmo fornisce anche la probabile evoluzione nello spazio e nel tempo della precipitazione intensa e deve essere poi possibile aggiornare il messaggio di cell broadcast in base alla previsione a breve termine.
  Considerati questi aspetti, è stato ritenuto necessario predisporre e adottare delle indicazioni operative specifiche per il periodo di sperimentazione.
  Il Capo del Dipartimento della Protezione civile, con proprio decreto n. 4300 del 6 dicembre 2024, ha adottato le indicazioni operative per la sperimentazione di messaggi di allarme pubblico IT-Alert per le precipitazioni intense. La sperimentazione sarà programmata in quattro diverse fasi di test che, partendo da eventi passati, caratterizzati da precipitazioni intense già studiati e analizzati dal Dipartimento della Protezione civile per lo sviluppo e la validazione dell'algoritmo RADAR-NEWS, prevede l'effettuazione di test di laboratorio in cui simulare la creazione del messaggio IT-Alert, valutando, per i singoli casi presi in considerazione, le tempistiche dei vari passaggi e l'eventuale duplicazione e ripetizione dei messaggi.
  Completata positivamente questa fase, la fase 1, e valutato l'esito congiuntamente Pag. 11con le regioni, le province autonome e l'ANCI, in caso di esito positivo il Dipartimento della Protezione civile procederà a testare la generazione dei messaggi IT-Alert su casi reali, modulandoli su successive ulteriori tre fasi di sperimentazione e valutando per ogni singolo caso preso in esame le tempistiche e le duplicazioni o ripetizioni dei messaggi anche al fine di analizzare le potenziali interferenze con la messaggistica diramata da regioni, province autonome ed enti locali nell'ambito del sistema di allertamento nazionale.
  L'onorevole Mazzetti chiede un'ulteriore audizione e solo in quella sede porrà i quesiti.
  L'onorevole Ruffino ha chiesto dell'alluvione di Bardonecchia segnalando che non sarebbero arrivate le risorse finanziarie promesse. A seguito degli eventi che hanno interessato il comune di Bardonecchia, il 13 agosto del 2023 è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale con delibera del Consiglio del 23 ottobre, con la quale è stato disposto lo stanziamento pari a 1.510.000 euro per i primi interventi urgenti di Protezione civile.
  In data 9 novembre 2023 è stata adottata l'ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 1038, che disciplina la realizzazione degli interventi di Protezione civile in conseguenza dell'evento meteorologico di che trattasi.
  Con ulteriore delibera ex articolo 24, comma 2, del Codice di Protezione civile sono state stanziate somme aggiuntive pari ad euro 4.350.000. Quindi, a fronte di complessivi 5.860.000 euro, ad oggi il Piano degli interventi approvato dal Dipartimento della Protezione civile ammonta a complessivi 5.620.795,73 euro. Con provvedimento di cui al protocollo n. 58429 del 14 novembre 2024, le risorse residue, pari ad euro 239.204,27, afferenti alle misure a sostegno dei privati e attività produttive, risultano attualmente in istruttoria ai fini della prescritta presa d'atto da parte del Dipartimento della Protezione civile dopo aver ricevuto le necessarie integrazioni da parte della struttura commissariale.
  Il Dipartimento ha quindi disposto i seguenti trasferimenti alla struttura commissariale: il 100 per cento delle risorse stanziate con delibera del 23 ottobre 2023, pari a 1.510.000 euro, il 50 per cento delle risorse stanziate con delibera del 20 giugno 2024, pari a 2.175.000 euro, per un totale di 3.685.000 euro. Infine, stando a quanto comunicato dalla struttura commissariale il 27 dicembre 2024, il commissario delegato ha provveduto all'emanazione di un'ordinanza, la n. 5A1800A1038 del 27 dicembre, recante l'approvazione del secondo stralcio del piano degli interventi e delle linee operative per la rendicontazione degli interventi ai sensi dell'ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 1038/2023.
  L'onorevole Morfino, al fine di rendere efficaci le azioni di contrasto e di mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico, chiede al Capo del Dipartimento se ritenga opportuno un rafforzamento del ruolo dei presìdi territoriali.
  La prevenzione operativa finalizzata alla massimizzazione dell'efficacia degli interventi in emergenza ovviamente consiste nell'assicurare che il sistema di soccorso, inteso come tutto il meccanismo di soccorso, quindi tutta quella pluralità di soggetti, risorse strategiche e procedure, operi con elevati profili di efficienza temporale e ovviamente organizzativa, fondamentalmente verso la massimizzazione dei concetti di efficacia e di efficienza.
  Il Codice della Protezione civile all'articolo 2 definisce come attività di Protezione civile anche tutte quelle volte alla previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, alla gestione dell'emergenza e al loro superamento. Definisce la prevenzione come quell'insieme di attività di natura strutturale e non strutturale, dirette ad evitare o a ridurre la possibilità che si verifichino danni conseguenti a eventi calamitosi anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione.
  Il presidio territoriale in particolare consiste nell'attività di monitoraggio osservativo del territorio operato dalle strutture di Protezione civile dei vari livelli territoriali, attraverso l'osservazione diretta e in tempo reale dell'evoluzione dei fenomeni in atto e dell'insorgenza di fenomeni precursori potenzialmentePag. 12 pericolosi per la pubblica e privata incolumità.
  Le informazioni provenienti dal presidio territoriale concorrono, unitamente a bollettini e avvisi di criticità emessi dai centri funzionali e ai dati provenienti da sistemi di monitoraggio strumentale, alla decisione sull'eventuale attivazione delle fasi operative previste nelle procedure dei piani di Protezione civile.
  L'attività di presidio territoriale idrogeologico e idraulico rientra tra quelle previste dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2004, concernente gli indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di Protezione civile.
  La direttiva del 30 aprile 2021, recante indirizzi per la predisposizione dei piani di Protezione civile ai diversi livelli territoriali, fa rientrare il presidio territoriale all'interno degli elementi strategici operativi della pianificazione di Protezione civile, ovvero tra gli elementi che rappresentano gli aspetti organizzativi e le componenti fisiche necessarie all'applicazione del modello di intervento. Secondo questa direttiva l'attività del piano riguarda in particolare alcuni punti o azioni, quali i punti critici o zone critiche dove a seguito dell'evento si verificano situazioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità (sottopassi allagabili, confluenza di corsi d'acqua che possano interessare le infrastrutture di trasporto, scarsa luce, zone antropizzate interessate da frane eccetera).
  Presso questi punti critici occorre prevedere l'attività di controllo e di monitoraggio in sito o da remoto e, se la situazione lo richiede, l'intervento urgente ad evento previsto o in corso.
  Il secondo punto riguarda i punti di osservazione dove effettuare i controlli in condizioni di sicurezza, dove ci sono gli idrometri, i pluviometri, gli altri punti di controllo a vista del territorio.
  Il presidio territoriale può essere effettuato da squadre del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco sulla base di apposite convenzioni e prevede anche il possibile coinvolgimento delle organizzazioni di volontariato organizzato di Protezione civile, ovviamente opportunamente formato, coordinate dalle regioni. Quindi, il presidio territoriale rappresenta un'attività di Protezione civile vera e propria e di indubbia rilevanza strategica, che riguarda soprattutto i livelli territoriali regionali e comunali, che risulta quindi essere diffusa sul territorio nazionale attualmente senza la possibilità di un controllo centrale. Se la strategia, l'efficacia e l'efficienza vanno sui territori è ovvio che il controllo centrale rallenterebbe l'azione di queste fondamentali strutture locali.
  Il processo di informatizzazione della pianificazione di Protezione civile, attraverso l'acquisizione di dati territoriali, rappresenta uno strumento utile per la futura acquisizione del dato di interesse nazionale o presidio territoriale come previsto nell'allegato A alle citate indicazioni operative nel quadro sinottico delle classi di interesse nazionali.
  Concludendo questa parte che riguarda l'attività dei presidi territoriali, la realizzazione del presidio costituisce una delle principali attività da mettere in campo per una capillare ed efficace azione di prevenzione non strutturale sul territorio, garantendo il monitoraggio osservativo del territorio nel tempo reale a supporto delle fasi operative previste nei piani di emergenza comunali e che quindi costituisce una delle azioni fondanti più efficaci di adattamento ai cambiamenti climatici per le finalità di Protezione civile.
  In un'altra domanda sottolinea l'importanza di educare la popolazione alle buone pratiche di Protezione civile anche con campagne informative e chiede quali siano le iniziative portate avanti per migliorare i sistemi di avviso e informazione della popolazione.
  Il sistema di allarme pubblico IT-Alert ovviamente si affianca ai tradizionali canali messi a disposizione. Questa è una cosa importante da sottolineare. Il sistema di allertamento nazionale IT-Alert non è sostitutivo, ma affianca ed è complementare a quelle che sono le azioni di allarme e allertamento degli enti locali che restano Pag. 13comunque in capo ai sindaci e anche alle altre amministrazioni. È stata sviluppata una strategia di comunicazione multicanale articolata su vari fronti, in collaborazione con i media nazionali e locali, il potenziamento della presenza on line con la realizzazione di siti più moderni, realizzazione di campagne di sensibilizzazione regionali, coinvolgimento delle strutture di comunicazione degli uffici stampa territoriali e monitoraggio e valutazione costante ovviamente degli strumenti comunicativi.
  Parallelamente è stata sviluppata un'integrazione strategica tra IT-Alert e Io non rischio, buone pratiche di Protezione civile, che è la campagna di comunicazione pubblica, che mette al centro il ruolo attivo che ciascun cittadino può assumere nella prevenzione e nella riduzione dei rischi, agendo prima che si verifichi una calamità.
  Io non rischio è una campagna di informazione e sensibilizzazione permanente, promossa dal Servizio nazionale della Protezione civile e promossa dal Dipartimento della Protezione civile con ANPAS, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), ReLUIS, che è la rete dei laboratori universitari di ingegneria sismica, Fondazione CIMA, Conferenza delle regioni e delle province autonome e ANCI.
  In oltre dieci anni di attività la campagna ha realizzato migliaia di eventi in piazza, con il coinvolgimento di circa 30.000 volontari di Protezione civile che, a loro volta, ovviamente, hanno il compito di disseminare nella popolazione le buone pratiche di Protezione civile.
  Resto ancora sul tema siccità per la Sicilia. Ho già risposto al quesito dell'onorevole Braga.
  L'onorevole Santillo chiede di sapere a che punto è lo stato di avanzamento dei sistemi di allerta. Penso si riferisca a IT-Alert.
  IT-Alert è un sistema pubblico di allerta applicato su diversi scenari di rischio. Dobbiamo distinguere il sistema d'allertamento nazionale per il rischio idraulico, idrogeologico e da fenomeni meteorologici avversi, rispetto a quelli già attivi che sono il sistema IT-Alert per il rischio vulcanico relativamente a Vulcano oppure per il collasso di grandi dighe o per un altro scenario, che è il maremoto generato da sisma, o attività vulcanica relativamente ai vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli, incidenti nucleari o situazioni di emergenza radiologica, incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti a rischio di incidente rilevante, precipitazioni intense.
  Come forse voi saprete, recentemente, a seguito degli eventi di Calenzano, il collasso tecnologico del deposito di carburante di Calenzano, per la prima volta il sistema IT-Alert è stato utilizzato in scala reale davvero per la disseminazione alla cittadinanza in sinergia con la prefettura di Firenze. È stato utilizzato quindi per la prima volta in scala reale.
  Si chiede se il Capo del Dipartimento ritenga opportuno e utile implementare gli strumenti di monitoraggio innovativi, come il fascicolo del fabbricato. Chiede di sapere se il Capo del Dipartimento ritiene che sia utile che i cittadini possano con questo strumento, che valuta la vulnerabilità degli edifici, in base all'area di rischio in cui si trovano, lasciare questa informazione al libero accesso della Protezione civile per consentirle di intervenire al meglio.
  Il fascicolo del fabbricato possiamo considerarlo come la carta d'identità del manufatto, ovverosia lo strumento che consente di individuare l'unità immobiliare sotto tutti gli aspetti, tra cui la legittimità edilizia e urbanistica allo stato di fatto e la conservazione, il livello di sicurezza strutturale e impiantistica, l'efficienza energetica, lo stato manutentivo, la programmazione di tutti gli eventuali interventi necessari a mantenere efficienti gli immobili in tutte le loro componenti.
  Negli scorsi decenni si sono susseguite diverse iniziative legislative volte all'introduzione del fascicolo del fabbricato, però per diverse ragioni non si è mai addivenuti a una formulazione sistematica a livello nazionale.
  Recentemente nella bozza di revisione del Testo unico delle costruzioni, che andrà a modificare il caposaldo della legislazione in materia di edilizia (decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 e successive modificazioni e integrazioni), Pag. 14viene fornita una disciplina del fascicolo digitale della costruzione. Secondo quanto noto al momento, le caratteristiche del fascicolo digitale delle costruzioni saranno definite dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con uno specifico regolamento, che sarà emanato entro sei mesi dalla data di approvazione della riforma del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001. Al momento, viene previsto che sarà un adempimento necessario per le nuove costruzioni sia in ambito privato che in ambito pubblico e che dovrà essere aggiornato ogni volta che viene richiesto un titolo abilitativo sull'immobile.
  Senza dubbio, quindi, il fascicolo digitale della costruzione (per intenderci, il fascicolo del fabbricato) è uno strumento molto utile al fine di semplificare la gestione e l'accessibilità delle informazioni, assicurando che tutti i dati pertinenti siano prontamente reperibili e disponibili e soprattutto aggiornati. Secondo la previsione della novella normativa si tratta, infatti, di una vera e propria piattaforma digitale in grado di sfruttare le potenzialità moderne dell'information technology, del cloud e del building information modeling.
  Ci sono due distinzioni importanti che vanno considerate. La prima è tra nuove costruzioni e costruzioni esistenti, perché ovviamente per le prime è possibile costruire il fascicolo digitale già nel momento in cui si fa l'attività di progettazione, mentre per le seconde, essendo immobili particolarmente vecchi, dove si facevano attività cartacee, occorre procedere alla trasformazione digitale di tutto ciò che è cartaceo. La seconda distinzione è relativa agli aspetti anagrafici, che da una parte è legata alla sicurezza strutturale e antisismica, dall'altra all'adempimento amministrativo per l'impiantistica.
  Il reperimento di questi dati, soprattutto quelli relativi alla sicurezza strutturale e antisismica, al momento oggettivamente presenta difficoltà tecniche. Nei casi in cui, invece, si vogliono eseguire su un edificio indagini diagnostiche adeguatamente dettagliate per valutare correttamente la sicurezza strutturale e antisismica, che poi vanno inserite nel fascicolo del fabbricato, queste difficoltà tecniche comportano impatti fisici (demolizioni, per intenderci) ed economici, dal momento che ci sono dei costi da sostenere.
  Da questo punto di vista, quindi, il fascicolo del fabbricato è una cosa importante e fondamentale, ovviamente importante e fondamentale nella produzione delle nuove costruzioni. Bisognerà fare un ragionamento importante sulle riorganizzazioni documentali delle costruzioni particolarmente vetuste.
  Ancora, mi viene chiesto se si sia iniziato a ricorrere all'intelligenza artificiale. Quando si parla di intelligenza artificiale, dobbiamo parlare di dati. Ciò che fa il Dipartimento della Protezione civile nelle attività di previsione e prevenzione è quello di raccogliere, per definizione, dati e informazioni da parte di sistemi che riescano a fornirli. Da questo punto di vista potrebbe essere utile, nell'ambito dell'impiego dell'intelligenza artificiale, un'accelerazione delle procedure di calcolo, in maniera tale che le azioni dell'intelligenza artificiale e delle proprie applicazioni abbrevino le attività numeriche e di calcolo, per poter fare in modo di fornire informazioni impattanti, sulla base delle quali poi la decisione dell'uomo, intesa come sistema di Protezione civile, possa essere presa nella migliore maniera possibile.
  Io ho finito. Se ci sono ulteriori domande, sono a vostra disposizione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Ciciliano.
  Abbiamo ancora una mezz'oretta, per cui direi, avendoci dato la sua disponibilità, di fare un'ulteriore interlocuzione.
  Do, quindi, la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ERICA MAZZETTI. Ringrazio il Capo del Dipartimento della Protezione civile, che, come aveva detto l'ultima volta, sarebbe tornato e con molto piacere ha dato questa disponibilità, ed è qui, avendo già dato molte risposte ai temi presi in considerazione la volta precedente, che hanno chiarito diversi quesiti che gli volevo porre, Pag. 15che sicuramente sono le linee che da anni ormai il Dipartimento sta seguendo in modo anche ottimo. La nostra Protezione civile credo che sia una delle migliori a livello non soltanto europeo ma anche mondiale, perché quando ci sono le emergenze il nostro Paese risponde in modo ottimale, proprio perché c'è una struttura e ci sono anche norme che nel tempo si sono costruite, che hanno fatto sì che tutto questo succedesse, ma anche la professionalità di chi negli anni e oggi lei guida questo importante dipartimento.
  Il Dipartimento della Protezione civile molto spesso viene citato nelle emergenze sicuramente, nelle drammaticità delle situazioni ancora più spesso, e il Dipartimento della Protezione civile è sempre quel punto di riferimento in occasioni di particolari tragedie, come molto spesso, nel bene e nel male, viene rammentato, come tutti sanno e tutti noi sentiamo dire, sempre in modo positivo. Questo ci fa molto piacere essendo un organo di governo, anche se sappiamo benissimo che in tante situazioni, soprattutto quelle territoriali, il sindaco ha sempre il ruolo di responsabile della Protezione civile e ci sono delle lacune in questo caso – mi dispiace segnalarlo, ma immagino che lei lo sappia benissimo – considerato che in molti comuni manca il piano di Protezione civile. Questa è una cosa gravissima, perché il sindaco in questo caso ne dovrebbe rispondere. Pertanto, vorrei capire da parte sua se il Dipartimento della Protezione civile ha fatto una sorta di ordinanza – passatemi il termine – nei confronti di questi sindaci inadempienti, perché quando succedono le tragedie diventa un grosso problema. Quindi, vorrei che ci fosse un'indicazione chiara da parte del nostro organo di governo, ovvero il Dipartimento della Protezione civile.
  Un'altra criticità molto importante riguarda i commissari straordinari. Quando si verificano situazioni straordinarie, io sono favorevolissima a una loro nomina. Tuttavia, alcune volte purtroppo sono nominati anche in modo eccessivo. Però, gli esempi che abbiamo avuto negli ultimi anni sono sempre stati esempi positivi. Oggi abbiamo una criticità importante nella parte Sud dell'Italia, come più colleghi hanno lamentato, e lei in parte ha già risposto, per cui è stato nominato il Commissario straordinario per la crisi idrica, innanzitutto per il problema della siccità, ma c'è anche tutto il resto, che non è da meno. Difatti, sono stati adottati diversi decreti dal Consiglio dei ministri, fra cui anche l'ultimo, il cosiddetto «Decreto Emergenze», rispetto a cui proprio in questi giorni dovremmo iniziare i lavori anche in questa Commissione, che fa riemergere quello che ancora oggi non è stato realizzato. Certamente, questo problema non si risolve con qualche milione di euro o in qualche giorno, però sappiamo benissimo che la criticità è importante. Da tempo ormai, da anni si parla di carenza infrastrutturale.
  Ci sono tecnologie, come lei giustamente diceva, penso ai dissalatori, che potrebbero in buona parte rispondere a questa emergenza. Sappiamo benissimo che già il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha dato parere favorevole per superare tutti i vincoli del commissario per poter realizzare questi dissalatori. Ebbene, vorrei capire, visto che l'ultimo Consiglio dei ministri che lei rammentava era quello del 6 settembre, dal 6 settembre ad oggi quanti impianti sono stati realizzati, quanti ne funzionano e quanti da qui a breve ne sono previsti, pur sapendo che già la Regione Siciliana ha portato avanti molte iniziative, anche mediatiche giustamente, di investimenti, con il presidente Schifani che ogni giorno, giustamente, essendo anche commissario a questa criticità, sollecita il Governo. Vorrei capire se questo coordinamento funziona e se funziona in modo congruo, per non arrivare all'estate prossima, considerato che sono mesi che non piove, benché si sia in inverno, senza aver superato questa criticità.
  Sappiamo benissimo che quello della Sicilia è un caso eclatante perché, oltre alla siccità, ha visto anche intere aree che hanno subìto forti alluvioni. Sarebbe, quindi, opportuno valutare se per questa isola è necessario fare uno studio particolare delle criticità, che non sono più straordinarie ma strutturali e che devono accompagnarsi ad atteggiamenti tali.Pag. 16
  Vorrei capire anche come funziona il coordinamento fra il Dipartimento nazionale della Protezione civile e quelli regionali, se c'è una struttura funzionante e come viene messa in campo ogniqualvolta si verifica una criticità. Ripeto, molto spesso si parla di criticità straordinaria ma, ahimè, negli ultimi anni non è più così. Soprattutto per il tema della siccità in Sicilia, vorrei sapere com'è il rapporto fra Protezione civile locale, commissario a questa criticità e presidente della regione. In definitiva, vorrei sapere se voi coordinate e se sta funzionando questo coordinamento, le risposte che vogliamo dare a brevissimo, se questa tecnologia che avete individuato, che secondo me è ottima, funziona e se tutte le infrastrutture possono essere messe a sistema. Sappiamo benissimo che in Sicilia il tema è rilevante, come anche in altri territori, penso alla Basilicata, che comunque lo sta risolvendo. Peraltro, io sono sempre stata a favore, credo che i bacini idrici siano fondamentali, ma se non piove prima o poi l'acqua comincia a scarseggiare. Quindi, questa è certamente una prima risposta, ma vorrei sapere se si intende mettere in campo altre risposte.
  Un altro tema che vorrei sollecitare riguarda il mio territorio...

  PRESIDENTE. Mi scusi, collega Mazzetti, volevo sapere, visto che ci sono anche altri colleghi...

  ERICA MAZZETTI. Non ho mezz'ora a disposizione?

  PRESIDENTE. Ma no.

  ERICA MAZZETTI. Scherzo, naturalmente.

  PRESIDENTE. Ci sono anche altri colleghi che si sono prenotati.

  ERICA MAZZETTI. Ha ragione. Due cose. Posso finire?

  PRESIDENTE. Assolutamente sì. Però, si avvii alla conclusione.

  ERICA MAZZETTI. Aveva detto quarantacinque minuti.

  PRESIDENTE. Avevo capito che c'era una comunicazione.

  ERICA MAZZETTI. Per quanto riguarda il mio territorio, il 2 novembre 2023, come lei sa benissimo, si è determinata una situazione drammatica a seguito di un'alluvione e oggi stiamo ancora con il Commissario delegato per la gestione dell'emergenza. È da tanto tempo che chiedo anche al ministro il Commissario straordinario alla ricostruzione. Visto che da poco l'ingegner Fabrizio Curcio è stato nominato Commissario straordinario alla ricostruzione nelle regioni Emilia-Romagna e Alta Toscana, le chiedo se è possibile ampliarlo, inoltre che coordinamento c'è fra ministero, Protezione civile e situazione emergenziale e, infine, perché non sono ancora ripartite le ricostruzioni in questo territorio, che sta aspettando da troppo tempo, soprattutto quelle pubbliche, ma anche quelle private.
  Termino qua, anche se avrei ancora molte altre cose da dire. Grazie.

  CHIARA BRAGA. Ringrazio il Capo del Dipartimento della Protezione civile. Mi scuso per essere arrivata in ritardo e chiedo se è possibile acquisire la relazione, perché sicuramente ad alcune domande avrà dato risposta e non ho potuto ascoltarla.
  Avrei soltanto due questioni da porre, che hanno più a che fare con il suo ruolo alla guida del Dipartimento della Protezione civile.
  Mi sembra che nelle due occasioni in cui ci siamo confrontati, quella di dicembre e oggi, non abbia dato particolari indicazioni sulla riorganizzazione del Dipartimento. Sappiamo che vi è stato un avvicendamento non solo nella guida, il Capo del Dipartimento della Protezione civile, ma anche in altri ruoli apicali e un'ipotesi di riorganizzazione del Dipartimento, rispetto a cui ci piacerebbe capire quali sono gli orientamenti e gli indirizzi che lei intende dare.
  La seconda questione riguarda un tema di strettissima attualità, oggetto di discussionePag. 17 anche di questa Commissione, mi riferisco al cosiddetto «modello Caivano», di cui lei ha parlato in diverse occasioni. Vorrei capire in che cosa questo «modello Caivano» si differenzia dal modello utilizzato in Protezione civile. Peraltro, esprimo anche una preoccupazione in tal senso. Stiamo parlando di contesti e situazioni profondamente diverse e la gestione con i poteri della Protezione civile di situazioni di emergenza è molto differente da realtà in cui l'applicazione di un modello consolidato di Protezione civile può tradursi solo in un rischio di rivedere il sistema della Protezione civile utilizzato come strumento derogatorio, di procedure ordinarie, di procedure anche di trasparenza e selezione degli affidamenti, e di riportarci a un modello della Protezione civile passato, che è stato – io dico – fortunatamente superato. Visto che è un tema di attualità, vorrei capire in che cosa consiste questo «modello Caivano» e come si lega al modello della Protezione civile, avendo unificato nella stessa figura, ovvero nella sua persona, il referente di questi due modelli, che spesso rischiano anche di confondersi, pur avendo secondo me caratteristiche molto differenti.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Braga. Prego, vicepresidente L'Abbate.

  PATTY L'ABBATE. Mi limito a un semplice ringraziamento, perché abbiamo già ricevuto per iscritto la prima parte della precedente audizione e oggi ha aggiunto di tutto e di più. Quindi, ci farebbe piacere ricevere dalla Commissione anche questa seconda parte.
  Noi la ringraziamo per la sua disponibilità e siamo sicuri che qualsiasi cosa le venga chiesta avrà una risposta. Quindi, il mio è solo un ringraziamento.

  PRESIDENTE. Non essendovi ulteriori richieste di intervento da parte dei colleghi, do la parola al Capo del Dipartimento della Protezione civile, dottor Ciciliano, per la replica.

  FABIO CICILIANO, Capo del Dipartimento della Protezione civile. Intanto vi ringrazio per le domande, a cui risponderò, anche in questo caso, per iscritto. Magari predispongo un unico fascicolo e ve lo mando via mail.
  Onorevole Mazzetti, l'attività di gestione dell'emergenza idrica è un'attività particolarmente complicata, perché spesso il mood che si diffonde all'interno delle comunità è che l'acqua si deve cercare quando manca. In realtà, è proprio l'esatto contrario. Spesso si esacerbano, anche dal punto di vista comunicativo, situazioni tali per cui l'acqua manca d'estate. Ma è ovvio che l'acqua manca d'estate. Il problema è lavorare d'inverno per fare in modo che l'acqua d'estate non manchi. Questo, però, significa che il panorama della gestione della crisi idrica – adesso parliamo della Sicilia, ma in questo momento abbiamo in piedi stati di emergenza idrica anche in altre regioni – è legato essenzialmente alla conservazione dell'acqua che cade e che cade sempre meno. Poi, c'è tutto il fenomeno incredibile della conservazione dell'acqua e del sistema di trasporto dell'acqua, che viene persa nella quasi totalità delle reti idriche del nostro Paese.
  Tutto ciò sta a significare che queste azioni non possono essere fatte nella contingenza emergenziale, perché sono opere infrastrutturali pluriennali. È di tutta evidenza che un'azione di supporto, come può essere quella del Dipartimento della Protezione civile e della struttura commissariale del Commissario straordinario per la crisi idrica, alla realizzazione degli impianti, per esempio, di dissalazione accorciano i tempi, ma per farli occorre comunque qualche mese. Chiaramente parlo di quelli fissi. Poi, bisogna fare anche un ragionamento, come dicevo nella mia relazione iniziale, sul discorso del breve e medio periodo. Il breve periodo è legato, per esempio, alla realizzazione e all'acquisizione di dissalatori mobili, che ovviamente sono di minore capacità, quindi riescono a immettere in rete una minore quantità di acqua per minuto, però rispetto a zero è comunque qualcosa. Noi dobbiamo fare un Pag. 18ragionamento che vada all'interno di un percorso della gestione emergenziale.

  ERICA MAZZETTI. Ad oggi è stato fatto qualcosa?

  FABIO CICILIANO, Capo del Dipartimento della Protezione civile. Ad oggi, con la norma che lei ha citato, il decreto-legge 31 dicembre 2024, n. 208, ultima pubblicata, è stata inserita la possibilità di utilizzare direttamente i fondi nazionali e anche i fondi regionali, facendo in modo che il Commissario straordinario per la crisi idrica possa utilizzare le deroghe per la loro acquisizione. Ovviamente, adesso si è in azione per poter fare in modo che si possano realizzare le prime opere, da terminare ovviamente prima dell'inizio dell'estate. Del resto, siamo già a metà gennaio, quindi bisogna ragionare in termini di velocità.
  Lei, inoltre, onorevole Mazzetti, ha fatto cenno al rapporto tra le strutture regionali e il Dipartimento della Protezione civile. Ma faceva un ragionamento legato alla criticità idrica o in generale?

  ERICA MAZZETTI. In generale.

  FABIO CICILIANO, Capo del Dipartimento della Protezione civile. In generale.
  Ricordo a me stesso che la materia di Protezione civile è materia di legislazione concorrente, quindi fondamentalmente il Dipartimento della Protezione civile interviene solo quando operativamente ci sono situazioni che non sono governabili in ambito locale o regionale. Quando, però, questi eventi nascono già particolarmente complessi, esiste lo strumento del Comitato operativo della Protezione civile, che è il massimo strumento tecnico, presieduto dal Capo del Dipartimento della Protezione civile, che mette intorno al tavolo tutte le strutture operative nazionali di Protezione civile per fare un discorso di tavolo di concertazione. Questa azione, in realtà, non è neanche tanto innovativa, dato che ha quarant'anni. Fu un'intuizione dell'allora Sottosegretario Zamberletti, che decise di mettere intorno al tavolo tutte quelle che erano le funzioni per parlarsi accanto con potere decisionale, in modo da ridurre al massimo le eventuali interferenze delle varie catene di comando delle diverse istituzioni. Questo è un rapporto che è continuo e continuativo, che avviene in tempo di pace anche attraverso la Commissione della Protezione civile, che è fondamentalmente lo strumento in mano alle regioni, dove esse parlano di attività di Protezione civile, a cui il Dipartimento della Protezione civile è dal punto di vista legislativo invitato, ma ha meramente carattere formale, perché di fatto la Commissione della Protezione civile è uno strumento ormai rodato e vede la compartecipazione delle regioni e delle province autonome, insieme al Dipartimento della Protezione civile.
  Infine, lei faceva cenno al discorso della ricostruzione e del Commissario Curcio. Quando l'attività di emergenza si esaurisce, quindi quando si esaurisce l'azione del Dipartimento della Protezione civile, viene nominato un commissario all'emergenza, prima era il Commissario Figliuolo, oggi è il Commissario Curcio, che non è commissario per l'Emilia-Romagna, ma per l'Emilia-Romagna, la Toscana e le Marche, secondo quella che è la norma, che gestisce un'unica contabilità speciale per tutte e tre le regioni. Per la sua regione, che mi pare di capire sia la Toscana, se vuole, la metto in comunicazione con la struttura dell'ingegnere Curcio, che è ancora in fase di costituzione, cosicché possa interfacciarsi in maniera più diretta.
  Spero di aver risposto a tutte le domande.

  PRESIDENTE. Mancano quelle della collega Braga.

  FABIO CICILIANO, Capo del Dipartimento della Protezione civile. Parlavo delle domande poste dall'onorevole Mazzetti.
  L'onorevole Braga chiedeva chiarimenti sulla riorganizzazione del dipartimento. Un attimo, le chiedo scusa, onorevole Braga. L'onorevole Mazzetti mi parlava anche della responsabilità dei sindaci, che è una cosa importantissima. Il sindaco, per norma, è l'autorità locale di Protezione civile, quindi assume su di sé, purtroppo o per fortuna, Pag. 19tutte le azioni di governance del proprio territorio e anche di responsabilità. Il problema è che soprattutto i piccoli centri, i piccoli comuni non sono così robusti da essere in grado di muoversi secondo l'attività di pianificazione di Protezione civile.
  Le do, però, un elemento di conoscenza, se non ce l'ha. Il 30 aprile 2021 è stata emanata una direttiva, che reca «Indirizzi operativi per la predisposizione dei piani di Protezione civile ai diversi livelli territoriali», che fondamentalmente noi chiamiamo il catalogo nazionale dei piani di Protezione civile, che è a disposizione di tutti, all'interno del quale trovano posto tutte le azioni di pianificazione, quindi i piani di Protezione civile di tutti i comuni. In questo momento risulta che il 96 per cento dei comuni è dotato di un piano di Protezione civile, ovviamente inserito all'interno del catalogo nazionale. Questo, però, significa soltanto che il comune ne è dotato, ma i piani sono azioni dinamiche, non sono una fotografia sono dei film, quindi come tali vanno aggiornati in maniera dinamica. Quindi, se lei si riferiva al mancato aggiornamento del piano di Protezione civile, posso convenire con lei. Tuttavia, in questo momento non abbiamo lo strumento per avere un'analisi di questo genere, se non attraverso il catalogo nazionale di Protezione civile.
  Ciò che lei dice, onorevole, è fondamentale, perché ovviamente la Protezione civile comincia dal basso, comincia dall'ente locale, per cui avere uno strumento di pianificazione che dia la possibilità alle strutture operative locali ma anche alla comunità, quindi alla cittadinanza, di conoscere il piano, che poi significa conoscere il rischio del proprio territorio, è sicuramente un vantaggio culturale secondo me assolutamente inesauribile.
  L'onorevole Braga, dicevo, chiedeva chiarimenti sulla riorganizzazione del Dipartimento della Protezione civile. Il dipartimento è stato riorganizzato attraverso un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che ha inserito all'interno del suo decreto istitutivo una parte sostanziale, che è quella di curare le attività inerenti al potenziamento della resilienza cibernetica nell'ambito del sistema nazionale di allarme pubblico e della componente tecnologica dei sistemi di early warning alla popolazione o alle autorità di Protezione civile. Si è reso necessario questo tipo di adeguamento per due ordini di motivi. Uno è facilmente intuibile: la resilienza cibernetica delle strutture delicate, come quelle che contengono i dati presenti all'interno dei sistemi di Protezione civile. Uno è meno intuitivo, ma altrettanto chiaro: il sistema di early warning, per sua stessa natura, ha la necessità assoluta e imperativa di essere a prova di attacco cyber. Immaginate se in questo momento, mentre siamo all'interno di quest'aula, arrivasse un messaggio IT-Alert non vero o, viceversa, non arrivasse in caso di allarme. Quindi, capite perfettamente quanto è delicato questo tipo di partita.
  Successivamente si è provveduto alla riorganizzazione del dipartimento. Il Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare ha sottoscritto il decreto di riorganizzazione in data 18 dicembre 2024 e in data 8 gennaio 2025 la Corte dei conti e gli organi di controllo hanno sottoscritto la validazione della riorganizzazione, che rispetto all'organizzazione precedente prevede quattro punti sostanziali. Il primo è l'inserimento di una direzione generale relativa all'ICT (information and communications technology), dunque l'intero assetto tecnologico di reti, infrastrutture, dati, informatica, comunicazioni e sistema di allertamento. Il secondo è l'elevazione a rango di direzione generale dell'ufficio affari internazionali, semplicemente perché il sistema di Protezione civile nazionale, nell'ambito della sussidiarietà verticale, si ferma a livello nazionale con il dipartimento, ma in realtà prosegue verso l'alto a livello europeo, dove c'è Bruxelles, con la sua struttura operativa di Protezione civile, che si chiama Meccanismo unionale di Protezione civile. Da questo punto di vista, la necessità di dare seguito alle rendicontazioni dei progetti europei, che sono sempre più stringenti, nonché le attività di supporto che il dipartimento fornisce alle regioni per il Pag. 20Fondo di solidarietà dell'Unione europea hanno reso necessario l'elevazione a rango di direzione generale di questo ufficio. In più, vi sono due piccoli ulteriori accorgimenti. Uno è l'assetto del servizio della logistica, che era incardinato all'interno di un altro ufficio, quello del volontariato. Ma sapete perfettamente che la logistica è assolutamente fondante nelle attività di emergenza. Senza la logistica diventa particolarmente complicato e oneroso fare attività di emergenza. L'altro è l'attività di formazione, avendo in animo di realizzare, auspicabilmente in un prossimo futuro, la Scuola nazionale di Protezione civile, che dovrà essere all'interno di una rete da costituirsi con le scuole regionali di Protezione civile e con gli istituti di istruzione e formazione delle strutture operative nazionali di Protezione civile.
  Mi pare che l'onorevole Braga mi abbia fatto anche un'altra domanda.

  CHIARA BRAGA. Il «modello Caivano».

  FABIO CICILIANO, Capo del Dipartimento della Protezione civile. Il «modello Caivano», esatto. Questo tema esula dalla mia veste di Capo del Dipartimento della Protezione civile, però ovviamente non mi sottraggo. L'attività di deroga, quindi l'attività del Commissario straordinario per la gestione del territorio funzionale a Caivano, quella che con il decreto-legge 31 dicembre 2024, n. 208, è stata varata alla fine del 2024, è stata estesa alle periferie di Caivano. Attenzione, soltanto questa parte è stata estesa. Tutta la parte inerente alla componente scolastica di elusione e sanzione non è stata ripresa dalla norma. Invece, è stata ripresa soltanto la parte relativa all'allargamento alle altre sette periferie, che sono Rozzano, Scampia-Secondigliano, quartieri di Napoli, il quartiere Borgo Nuovo a Palermo, il quartiere San Cristoforo a Catania, Orta Nova, in provincia di Foggia, l'area urbana del Quarticciolo a Roma, e Rosarno-San Ferdinando. Fondamentalmente questi ereditano l'approccio del «modello Caivano», che è un approccio legato alla possibilità di avere una condivisione con i territori e gli enti locali di progettualità che in questo momento sono arenate oppure non sono messe in campo, per una serie di motivi tipici di ciascun ente locale, e si offre la possibilità di realizzare un piano straordinario, che deve redigere il commissario straordinario sulla base delle indicazioni dei sindaci degli enti locali, ovviamente di concerto con il Dipartimento per le politiche di coesione, incardinato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Come sa, si tratta di un approccio che prevede l'utilizzo in deroga di 180 milioni di euro, più i 30 milioni di euro di Caivano, che si stanno spendendo, più ulteriori linee di finanziamento che dovessero essere nella disponibilità degli enti locali, che già sono state evidentemente messe all'interno dei propri bilanci.
  Essenzialmente le deroghe che vengono utilizzate per le attività di Caivano non hanno attinenza con le azioni del Dipartimento della Protezione civile. Sono due cose completamente diverse. Tant'è vero che io ero commissario straordinario e poi, in data 25 luglio 2024, sono stato nominato Capo del Dipartimento della Protezione civile. Sono due cose che non si mescolano, anche perché le prerogative sono completamente diverse, le azioni operative sono completamente diverse.
  A dire la verità – in questo convengo con l'onorevole Braga – il modello di approccio che si utilizza è proprio quello ideato dall'allora Sottosegretario Zamberletti, ossia quello di mettere intorno al tavolo tutte le voci dei territori per trovare una sintesi nella misura migliore per contribuire al miglioramento delle condizioni di quelle comunità. È ovvio che i territori sono territori disagiati, ma proprio per questo motivo è importante mettere insieme l'ente locale, il sindaco, che ovviamente è rappresentante delle comunità, o la Commissione straordinaria, come nel caso di Orta Nova o come nel caso di Caivano, e tutti gli stakeholders di tutti i vari settori sociali, dagli enti del terzo settore alle associazioni sportive dilettantistiche, al mondo delle imprese, in manieraPag. 21 tale da fare una sintesi delle priorità.

  PRESIDENTE. Non essendovi ulteriori richieste di intervento da parte dei colleghi, ringrazio il Capo del Dipartimento della Protezione civile per il suo intervento e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.45.

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