XIX Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Mercoledì 18 dicembre 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
L'Abbate Patty , Presidente ... 3 

Audizione del Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, sulle tematiche concernenti le attività in materia di previsione e prevenzione dei rischi e di gestione delle emergenze con particolare riguardo ai fenomeni legati alla crisi idrica e al rischio meteo-idrogeologico e idraulico (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
L'Abbate Patty , Presidente ... 3 
Ciciliano Fabio , Capo del Dipartimento della Protezione civile ... 3 
L'Abbate Patty , Presidente ... 9 
Caso Antonio (M5S)  ... 10 
L'Abbate Patty , Presidente ... 10 
Braga Chiara (PD-IDP)  ... 10 
L'Abbate Patty , Presidente ... 11 
Mazzetti Erica (FI-PPE)  ... 11 
L'Abbate Patty , Presidente ... 11 
Ruffino Daniela (AZ-PER-RE)  ... 11 
L'Abbate Patty , Presidente ... 12 
Morfino Daniela (M5S)  ... 12 
L'Abbate Patty , Presidente ... 12 
Santillo Agostino (M5S)  ... 12 
L'Abbate Patty , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Documentazione consegnata dal Capo del Dipartimento della Protezione civile ... 13

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE - Centro Popolare: NM(N-C-U-I)M-CP;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
PATTY L'ABBATE

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante il resoconto stenografico della seduta nonché la trasmissione diretta sulla Web-TV della Camera dei deputati.

Audizione del Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, sulle tematiche concernenti le attività in materia di previsione e prevenzione dei rischi e di gestione delle emergenze con particolare riguardo ai fenomeni legati alla crisi idrica e al rischio meteo-idrogeologico e idraulico.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, del Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, sulle tematiche concernenti le attività in materia di previsione e prevenzione dei rischi e di gestione delle emergenze, con particolare riguardo ai fenomeni legati alla crisi idrica e al rischio meteo-idrogeologico e idraulico.
  Ringrazio il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, per la partecipazione ai nostri lavori e gli cedo la parola per lo svolgimento della relazione.

  FABIO CICILIANO, Capo del Dipartimento della Protezione civile. Buongiorno, onorevoli. Intanto permettetemi di fare gli auguri di buon Natale e di felice 2025 a voi e alle vostre famiglie.
  Desidero innanzitutto ringraziarvi per aver voluto audire la mia persona per gli aspetti di protezione civile che sono connessi alla previsione e alla prevenzione dei rischi e alla gestione dell'emergenza con particolare riferimento al rischio idraulico, idrogeologico e al rischio da deficit idrico.
  Come è noto, il decreto legislativo n. 1 del 2018, che è il Codice della Protezione civile, dà ampio spazio alle attività di previsione e prevenzione dei rischi. La funzione di Protezione civile è costituita da quell'insieme delle competenze e delle attività volte a tutelare la vita, l'integrità fisica, i beni, gli insediamenti, gli animali e l'ambiente non solo dai danni, ma anche dal pericolo di danni derivanti da eventi calamitosi di origine naturale o antropica. Tra le attività svolte dal sistema di Protezione civile e dal suo sistema nazionale ci sono proprio le attività di previsione e di prevenzione dei rischi che sono fondanti e fondamentali insieme alla gestione delle emergenze, che è ben nota.
  Nella previsione sono ricomprese tutte quelle attività volte a identificare e a studiare gli scenari di rischio possibile, quali ad esempio l'allertamento del servizio nazionale e la pianificazione. La prevenzione consiste nell'insieme di tutte quelle attività di natura strutturale o non strutturale che sono dirette ad evitare o a ridurre la possibilità che si verifichino danni conseguenti a eventi calamitosi.
  Le tipologie di rischi di cui si occupa il sistema nazionale di Protezione civile sono indicate all'interno dell'articolo 16 del Codice di Protezione civile e ovviamente, all'interno di quelli che sono i rischi di origine naturale, sono annoverati e sono descritti anche il rischio idraulico, il rischio Pag. 4idrogeologico da fenomeni meteorologici avversi e da deficit idrico. A seguito di una delle più recenti modifiche al Codice della Protezione civile si è voluto specificare, in particolare per il deficit idrico, come, in realtà, la deliberazione di stato di emergenza nazionale possa essere anche adottata preventivamente al manifestarsi dell'evento qualora ovviamente sia possibile prevedere che lo scenario di rischio in atto possa evolvere in una condizione ovviamente di emergenza. A seguito della deliberazione dello stato di emergenza nazionale da parte del Consiglio dei ministri, la cui durata non può superare i dodici mesi, prorogabili per non più di ulteriori dodici, si procede all'adozione di apposite ordinanze di Protezione civile che, avvalendosi anche della facoltà di derogare alla normativa vigente, accelerano le procedure e consentono così di fronteggiare tempestivamente le situazioni contingenti.
  Viene nominato un Commissario delegato che ha il compito di predisporre uno specifico Piano degli interventi che sono finanziati con le risorse stanziate dal Consiglio dei ministri – a valere sul Fondo per le emergenze nazionali di cui all'articolo 44 del Codice – che confluiscono in una contabilità speciale.
  Le tipologie di interventi sono indicate all'articolo 25, comma 2, del medesimo Codice e, per quanto riguarda gli eventi connessi a rischi come quelli di tipo idraulico e idrogeologico, di particolare interesse è la gestione del materiale vegetale o alluvionale o delle terre o delle rocce da scavo ovviamente prodotte dagli eventi e la possibilità di realizzare interventi anche strutturali per la riduzione del rischio residuo nelle aree colpite dagli eventi calamitosi a tutela della pubblica e privata incolumità in coerenza con gli strumenti di pianificazione esistenti.
  Ovviamente, con l'ordinanza viene previsto che il commissario delegato avvii tempestivamente anche la ricognizione dei fabbisogni – siamo in una fase lievemente successiva a quella della contingenza emergenziale – che occorrono per ripristinare le strutture e le infrastrutture pubbliche e private danneggiate e per quantificare ovviamente i danni subiti a causa dell'evento dalle attività economiche e produttive a cui segue poi uno specifico ulteriore stanziamento, anche questo individuato con delibera del Consiglio dei ministri. Prima della scadenza dello stato di emergenza, come è norma, viene emanata un'ordinanza per il ritorno all'ordinario, per fare in modo che si riescano a favorire e si riescano a regolare i proseguimenti delle funzioni commissariali in via ordinaria.
  Preliminarmente ad una panoramica sugli stati di emergenza per il rischio idraulico e idrogeologico da eventi meteorologici avversi da deficit idrico, vi fornisco un brevissimo focus sull'azione che in questo momento il Dipartimento della Protezione civile ha al centro delle proprie attività, che è il focus dei Campi Flegrei, tema su cui tra l'altro questa Commissione ha segnalato una particolare attenzione.
  L'area dei Campi Flegrei è da tempo oggetto di attenzione del Dipartimento della Protezione civile che nell'ultimo anno, in relazione all'intensificarsi del fenomeno bradisismico, ha potenziato le misure di Protezione civile nell'area anche a seguito degli specifici provvedimenti che sono stati appositamente emanati dal Governo.
  Per chi non la conosce, l'area dei Campi Flegrei è un'area posta a Nord-Ovest di Napoli. Questi territori sono stati interessati da due crisi bradisismiche intense e particolarmente recenti, una nel triennio 1970-1972 e l'altra nel 1982-1984, a seguito delle quali la caldera, che tecnicamente è un vulcano senza cono, per intenderci, è stata caratterizzata da un progressivo e generale abbassamento, fino alla fine dell'anno 2005, anno in cui è risalito il terreno, il territorio, quindi c'è un nuovo periodo di sollevamento che in questo momento è ancora in atto. In questo momento l'area di massima deformazione è nella zona del Rione Terra, che è una zona particolarmente centrale della città di Pozzuoli.
  Nel corso del 2023 è stato registrato un incremento della frequenza dei terremoti, in quest'area che è compresa tra gli Astroni, tra la Solfatara-Pisciarelli e Agnano, che è un quartiere di Napoli, tra Pozzuoli e il Pag. 5Golfo di Pozzuoli, perché alcuni eventi ovviamente avvengono anche in mare, con profondità massime di 4 chilometri, mediamente di circa 2.
  La sequenza è culminata con eventi del 27 settembre 2023 di magnitudo 4.2, del 2 ottobre 2023 di magnitudo 4 e, successivamente, con l'evento del 20 maggio 2024, di magnitudo 4.4.
  Nel corso di questi ultimi mesi c'è un decremento della frequenza di accadimento dei terremoti anche se in realtà in maniera abbastanza ripetuta si verificano degli sciami sismici di carattere strumentale o debolmente avvertiti dalla popolazione, che comunque testimoniano la presenza di un'attività che è pressoché costante e presente in quella zona.
  Il valore massimo di sollevamento raggiunto nel Rione Terra a Pozzuoli, che è il posto, come vi dicevo, di massima deformazione, è di 1 metro e 355 millimetri a partire da novembre del 2005.
  La Commissione grandi rischi del settore vulcanico, che ovviamente è uno strumento tecnico-scientifico nelle mani del Capo del Dipartimento della Protezione civile, si è riunita complessivamente per questo argomento undici volte, l'ultima volta l'altro ieri, confermando ovviamente ad oggi il livello di allerta giallo.
  A fronte di questi eventi ultimi sismici che ho richiamato, il Consiglio dei ministri ha emanato il decreto-legge n. 140 il 12 ottobre 2023 recante «Misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei». A seguito dell'evento sismico del 20 maggio 2024 – quello di magnitudo 4.4, per intenderci – è stato emanato il decreto-legge 2 luglio 2024, n. 91 che poi è stato trasfuso nel decreto-legge 11 giugno 2024, n. 76 in sede di conversione del medesimo, avvenuta con la legge n. 111 dell'8 agosto 2024.
  Nel dettaglio si è intervenuti cercando di fronteggiare gli effetti dell'evoluzione del fenomeno bradisismico prevedendo specifiche misure con competenze diversificate tra diversi soggetti istituzionali che sono coinvolti, ovviamente, all'interno della partita della gestione delle emergenze e anche della previsione, quali il Dipartimento della Protezione civile, la regione Campania, i centri di competenza e le amministrazioni locali, i tre comuni di Pozzuoli, Bacoli e Napoli.
  Il piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate direttamente interessate dal fenomeno bradisismico e la pianificazione speditiva di emergenza per l'area del bradisismo sono state due delle azioni fatte in ossequio al decreto n. 140, citato prima, e fondamentalmente consistono in una serie di attività finalizzate a rafforzare quelle che sono le azioni di prevenzione non strutturale, attraverso quella che si chiama «attività di microzonazione sismica», e strutturale, quelle miranti alla realizzazione di interventi e verifiche sul patrimonio edilizio sia pubblico che privato. Queste tre azioni sono state inserite all'interno di tre tavoli tecnico-scientifici coordinati proprio dal Dipartimento della Protezione civile.
  Dall'analisi della vulnerabilità sismica dell'edilizia privata, che è quella che ha consentito di fare un'analisi precisa su quelle che sono le azioni di suscettibilità, a giugno del 2024 si è conclusa questa prima ricognizione speditiva. Gli esiti di queste analisi sono stati presentati ai comuni e alla regione Campania e poi trasmessi al territorio nel mese di ottobre scorso, in maniera tale che la condivisione degli studi di vulnerabilità e della loro ultimazione fosse messa a patrimonio comune.
  Con la successiva emanazione del decreto-legge n. 76 vi è stato, poi, il trasferimento delle competenze e delle risorse relative all'attuazione degli interventi del primo e secondo programma in capo a un commissario straordinario per gli interventi sugli edifici pubblici, mentre è rimasta in capo al Dipartimento della Protezione civile l'attuazione del piano di verifiche sismiche previste dal Piano straordinario che il Dipartimento sta portando avanti in sinergia con il commissario e con i sindaci dei tre comuni.
  Il piano, tra l'altro, ha previsto un programma di implementazione del monitoraggio sismico e delle strutture per fare in modo di acquisire dati di ulteriore dettaglio Pag. 6sullo scuotimento del suolo e sul comportamento degli edifici.
  Queste attività hanno riguardato il potenziamento della rete accelerometrica nazionale per il monitoraggio dello scuotimento del suolo con fondi del Dipartimento della Protezione civile, il rafforzamento della rete dell'Osservatorio sismico delle strutture, gestite sempre dal Dipartimento della Protezione civile, e il potenziamento della rete INGV esistente.
  Tra le attività di prevenzione non strutturale previste sempre dal decreto n. 140 merita una menzione specifica la Pianificazione speditiva di emergenza per l'area del bradisismo. Si è conclusa il 12 dicembre 2023 ed è stata testata, ai sensi di quanto previsto dal medesimo articolo 4, mediante le attività esercitative che avete avuto modo - spero - di vedere o di conoscere attraverso queste due azioni fatte una a fine giugno e l'altra a metà di ottobre, durante la settimana della Protezione civile, in maniera tale che fosse messa al centro l'attività di rischio vulcanico. Quest'ultima esercitazione ha interessato non solo i tre comuni dell'area centrale, ma anche tutti e sette i comuni dell'area rossa interessati dal piano d'emergenza, quindi Napoli, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, Marano di Napoli, Giugliano in Campania, ma anche i tre comuni che, secondo l'attività di pianificazione, debbono ospitare i cittadini, quindi le aree di incontro, che sono i comuni di Aversa, Afragola e Villa Literno.
  A quest'ultima esercitazione hanno partecipato 67 tra enti e amministrazioni, più di 700 persone tra operatori, tecnici e funzionari, circa 1.500 cittadini che si sono iscritti e che hanno raggiunto le aree di incontro, che era il target che il sistema si era messo come end point per governare l'azione esercitativa e addirittura oltre mille hanno deciso di salire sugli autobus per raggiungere le varie aree di incontro che vi ho raccontato, per testare ulteriormente le procedure di allontanamento della popolazione in caso di necessità.
  Il decreto n. 76 del 2024 ha anche previsto in capo al commissario straordinario alla regione Campania una serie di misure per fronteggiare gli effetti del sisma. In merito, per esempio, all'edilizia scolastica, la regione Campania, insieme al Dipartimento della Protezione civile, sta seguendo l'attivazione di un accordo quadro multi-fornitura per il noleggio di moduli prefabbricati ad uso scolastico, le cui risorse sono state già trasferite dal Dipartimento della Protezione civile alla regione, in analogia a quanto accade normalmente durante le attività più puntuali dei grandi sismi, dove gli accordi quadro accelerano e favoriscono l'immediata azione dell'assistenza alla popolazione, questa ovviamente rivolta verso la popolazione studentesca.
  Appare utile evidenziare che i circa 1.050 sopralluoghi che sono stati fatti per il rilievo del danno post-sisma sono stati realizzati con il supporto di circa 130 tecnici, che sono stati mobilitati attraverso la Commissione di Protezione civile della Conferenza delle regioni e delle province autonome. Quindi, c'è stata un'azione partecipata dei tecnici dell'intero territorio nazionale, che hanno determinato l'inagibilità totale o parziale di circa un terzo degli edifici ispezionati.
  Con riferimento agli edifici residenziali inagibili (stiamo parlando di quelli che sono risultati inagibili all'esito dell'ultima scossa del maggio del 2024), il decreto del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, che disciplina i criteri di assegnazione dei contributi per la riparazione e la riqualificazione sismica, ha acquisito il concerto da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, l'intesa della regione Campania ed è stato trasmesso agli organi di controllo. Quindi, siamo in attesa del rilascio definitivo.
  Relativamente al rischio idraulico e idrogeologico - quindi torniamo a parlare del rischio idraulico e idrogeologico - appare necessario evidenziare come vaste aree del nostro Paese siano soggette a fenomeni di alluvione e/o frana che determinano elevati gradi di rischio per diversi milioni di persone, dei nostri cittadini. L'ISPRA ha elaborato l'ultimo rapporto sul dissesto idrogeologico e ha sancito che il 18,4 per cento del territorio nazionale è classificato a pericolosità da frana elevata, molto elevata e Pag. 7a pericolosità idraulica media, mentre il 93,9 per cento dei comuni italiani è a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera. Significa che 1,3 milioni di abitanti sono a rischio frane e circa 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni.
  Gli impatti delle frane e delle inondazioni sulle popolazioni sono stati molto gravi nel corso degli ultimi decenni. Il rapporto periodico curato dall'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del CNR indica nel periodo 1974-2023 che sono state registrate 1.060 morti, 10 dispersi, 1.443 feriti e 138.743 evacuati. Nello stesso intervallo temporale, a causa delle inondazioni, i morti sono stati 556, 30 sono stati i dispersi, 425 i feriti e 195.502 gli evacuati. In totale, quindi, per frane e inondazioni nel periodo 1974-2023 ci sono stati 1.616 morti, 40 dispersi, 1.868 feriti e 334.245 evacuati o senzatetto. Che cosa significa? Significa che con il passare del tempo stiamo assistendo a un aumento della frequenza di episodi caratterizzati dal carattere repentino, da notevole intensità pluviometrica e, in taluni casi, dalla limitatezza delle aree interessate, che sono difficili da prevedere, come nel caso, per esempio, di Ischia, dove l'alluvione di due anni fa è stata molto limitata nello spazio, quindi molto difficile da prevedere.
  Alle ripercussioni del climate change si sommano, poi, quelle derivanti da una trasformazione del territorio, che si è particolarmente accentuata a partire dal secondo dopoguerra. Le variazioni d'uso del territorio, che in molti casi hanno determinato e continuano ancora oggi a determinare notevoli aggravamenti delle condizioni di rischio del nostro Paese, sono legate fondamentalmente al notevole consumo di suolo e alla sua impermeabilizzazione, alla realizzazione degli insediamenti urbani e alla tombatura dei fiumi, tutte azioni che, da un lato, accolgono una maggiore qualità temporanea del vivere comune e, dall'altra, mettono in evidenza la fragilità del territorio, che poi esplode in occasione di eventi particolarmente importanti.
  A proposito di questi impatti, il quadro conoscitivo relativo al periodo che intercorre tra maggio 2023 e oggi – giusto per darvi un ordine di grandezza – ci sono stati ben trentuno eventi per i quali è stata inoltrata alla Presidenza del Consiglio dei ministri la richiesta di dichiarazione di stato di emergenza di rilievo nazionale. La tipologia di eventi che ha interessato il maggior numero di regioni è stata caratterizzata da precipitazioni persistenti, con cumulate elevate soprattutto all'interno di questi territori che adesso vi vado a elencare: nel maggio 2023 Emilia-Romagna, Marche e Toscana; nel novembre 2023 Liguria, Friuli Venezia Giulia e Veneto; nel marzo 2024 Veneto; nel maggio 2024 Lombardia e Veneto; nel giugno 2024 Lombardia; nel settembre 2024 Emilia-Romagna; nell'ottobre 2024 Calabria, Emilia-Romagna e Toscana.
  I danni registrati sono principalmente legati ad allagamenti generalizzati in aree urbane e in zone di pianura, dissesti di versante diffusi, con riattivazione di frane note e monitorate, che hanno comportato soprattutto interruzioni stradali e ferroviarie, nonché interruzioni di erogazione di corrente elettrica, della linea telefonica e in qualche caso della linea del gas di città. Nelle regioni costiere si sono verificate mareggiate, che hanno comportato l'erosione del litorale e danneggiamento delle difese costiere.
  Altre tipologie di fenomeni sono gli eventi temporaleschi, che possono essere anche di significativa intensità, con precipitazioni particolarmente intense, a cui sono associati allagamenti, possibilità di grandine anche di grandi dimensioni e forti raffiche di vento, con sradicamento di alberi, con conseguenti danni alla pubblica incolumità, oltre che alle infrastrutture pubbliche e private su aree estese.
  Le piogge intense causano, quindi, allagamenti in aree urbanizzate, ruscellamento superficiale sui versanti interessati dalle precipitazioni più rilevanti, piccoli movimenti gravitativi, danni a edifici per vento, interruzione della viabilità e della fornitura elettrica, come vi ho poc'anzi citato.
  In altri casi, le richieste di stato di emergenza sono scaturite da eventi caratterizzati da precipitazioni non continuative Pag. 8di tipo impulsivo, con temporali molto localizzati e intensi, molto repentini, con l'innalzamento dei livelli di alcuni corsi d'acqua del reticolo idrografico minore, che hanno impattato in maniera molto importante sui territori interessati dagli eventi.
  Segnalo, infine, una unicità dell'evento di agosto 2023 in Piemonte, che è stato caratterizzato da fenomeni di debris flow, che hanno interessato i torrenti che attraversavano il centro abitato di Bardonecchia, ma determinati dal distacco di una frana a monte del paese, che ha fatto riversare detriti e fango all'interno dei greti dei torrenti, che normalmente non sarebbero stati interessati dall'evento.
  Punto fondamentale in materia di previsione del rischio idraulico e idrogeologico è il sistema di allertamento nazionale e regionale. Questo sistema è definito dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2004 ed è garantito dalla rete dei centri funzionali, soggetti che svolgono attività di previsione, monitoraggio e sorveglianza in real time degli eventi e di valutazione dei conseguenti effetti sul territorio.
  La rete dei centri funzionali è costituita da un centro funzionale centrale, che è all'interno del Dipartimento della Protezione civile, e da una serie di centri funzionali decentrati, che sono dislocati presso le regioni o le province autonome. Il compito di tale rete è quello di raccogliere e condividere in tempo reale con l'intera rete dei centri una serie di dati e informazioni, che poi possono essere utilizzabili per la governance delle gestioni emergenziali o per l'attività di previsione e prevenzione non strutturale.
  All'interno di questi centri sono presenti strumenti che consentono la rilevazione del dato delle reti meteo-idro-pluviometriche. Abbiamo reti radar che consentono di effettuare le analisi nell'ambito della meteorologia nazionale, dati territoriali geologici, idrogeologici e geomorfologici derivanti dal sistema di monitoraggio delle frane e attività di modellazione meteorologica, idrologica, idrogeologica e idraulica. Quindi, tecnicamente i centri funzionali svolgono l'attività di previsione, elaborando scenari probabilistici. È importante sottolineare che sono scenari probabilistici, perché il lavoro svolto dai centri funzionali è quello di elaborare previsioni, che come tali hanno un livello di incertezza insito nell'attività di valutazione. Pertanto, sulla base degli scenari probabilistici, vengono emessi i bollettini e gli avvisi, in cui vengono riportati sia l'evoluzione dei fenomeni, attesi oppure in corso, sia i livelli di criticità in quanto a tipologia, diffusione e severità di frane e di impatti di alluvioni sui territori.
  Le attività di monitoraggio e sorveglianza sono integrate dalle cosiddette «attività di vigilanza non strumentale», che avviene attraverso i presìdi territoriali, le attività che vengono svolte dalle strutture regionali di protezione civile e il mondo del volontariato organizzato, in maniera tale che, organizzate a livello regionale, provinciale o comunale, riescano a reperire localmente informazioni sull'effettiva evoluzione dell'evento in tempo reale, al fine di fornire, attraverso una comunicazione tempestiva ai centri operativi attivati sul territorio, la base da cui dipende la decisione delle diverse autorità concorrenti nella gestione dell'evento.
  Un contributo importante alle attività tecnico-scientifiche deriva dall'utilizzo dei dati satellitari, i quali contribuiscono sempre di più fornendo un valido supporto alla gestione delle emergenze, sia quelle di tipo naturale che quelle indotte dall'uomo. Il Dipartimento della Protezione civile richiede, in questi casi, l'attivazione del servizio Copernicus Emergency – il Dipartimento della Protezione civile è l'unico ente nazionale autorizzato a richiedere queste informazioni – in maniera tale che i tecnici possano avere una mappa precisa e puntuale, da cui possono discendere analisi dei fenomeni in corso e, di conseguenza, decisioni susseguenti. Da maggio 2023, data della prima emergenza alluvionale in Emilia-Romagna, il servizio Copernicus è stato attivato dal Dipartimento della Protezione civile sette volte, di cui sei per eventi alluvionali e uno per eventi franosi.
  La comunità scientifica svolge, ormai da alcuni decenni, un ruolo di primaria importanzaPag. 9 nell'ambito del Servizio nazionale della Protezione civile. Gli enti e gli istituti di ricerca, i consorzi e le strutture universitarie, che sono titolate e rendono disponibili le conoscenze e forniscono prodotti derivanti da attività di ricerca e innovazione, possono essere integrate nelle attività di protezione civile all'interno di strutture denominate «centri di competenza». In questo momento sono in essere trentuno accordi e convenzioni tra il Dipartimento della Protezione civile e i propri centri di competenza. Le attività che queste strutture svolgono sono essenzialmente quelle di monitoraggio e sorveglianza degli eventi, sviluppo di banche dati, sviluppo di modelli per l'elaborazione di scenari di pericolosità e di rischio, ricerca finalizzata alla realizzazione di prodotti utili alla gestione del rischio. L'organizzazione è volta a incanalare le attività scientifiche di interesse di protezione civile e serve a definire in maniera precisa quella che da una fase di sperimentazione si trasforma, attraverso un affinamento procedurale, in piena operatività.
  Con riferimento alla crisi idrica, altro tema che mi è stato chiesto di approfondire, nell'ambito delle attribuzioni istituzionali il Servizio nazionale di protezione civile è attivamente impegnato e monitora con continuità l'evoluzione delle variabili meteorologiche, al fine di rilevare eventuali scostamenti rispetto ai valori medi storici di riferimento. In quest'ultimo momento, un'attività importante è legata alla governance di crisi di carattere nazionale. È inutile sottolineare che l'acqua è una risorsa idrica importante e c'è un elemento fondante, cioè piove sì, piove no. Un altro elemento altrettanto importante è la governance dell'acqua, quindi governare bene l'acqua attraverso quelli che sono i fenomeni di conservazione e ovviamente di distribuzione.
  In questo momento, però, gli stati dichiarati di emergenza per la crisi idrica nel territorio nazionale sono stati diversi. Nel 2024 (se volete, rimango soltanto nell'ambito della contingenza di quest'anno) abbiamo uno stato di emergenza nazionale richiesto dalla Regione Siciliana con delibera del 6 maggio 2024 per 12 mesi, con uno stanziamento iniziale di 20 milioni. È stata appunto stanziata una quota ed è stato fondamentalmente deliberato lo stato di emergenza nazionale. Il presidente della Regione Siciliana è stato nominato commissario delegato. Il piano degli interventi urgenti è stato approvato il 7 giugno del 2024.
  Abbiamo poi la delibera del Consiglio dei ministri del 21 ottobre 2024 in cui è stato dichiarato per sei mesi lo stato di emergenza in relazione al grave deficit idrico in atto nella regione Basilicata, stanziando l'importo di 2,5 milioni di euro. Anche in questo caso il presidente della regione Basilicata è stato nominato commissario delegato. Infine, il 27 settembre 2024 è stato dichiarato per sei mesi lo stato di emergenza nel territorio della città metropolitana di Reggio Calabria, nella provincia di Crotone e nei comuni di Calopezzati, Caloveto, Cariati, Corigliano, Cropalati, Crosia, Longobucco, Mandatoriccio, Paludi, Pietrapaola, Scala Coeli, Acri, Bisignano, Luzzi, Rose, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone, San Giorgio Albanese, Santa Sofia d'Epiro, Vaccarizzo Albanese, Bocchigliero, Campana e Terravecchia in provincia di Cosenza, stanziando l'importo di 6 milioni e 900 mila euro.
  Questa è in estrema sintesi l'attività che è stata messa in campo dal Dipartimento e dal Sistema nazionale di Protezione civile per quanto riguarda il rischio idrico. Se volete, vi parlo di Calenzano, solo per sottolineare, presidente, che per la prima volta dopo Calenzano è stato utilizzato IT Alert.

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  Volevo solo avvertire tutti i deputati che potete fare delle osservazioni, chiaramente puntuali, ma non ci sarà risposta in questa audizione. La riprogrammeremo a gennaio.
  Come presidente, vorrei dirle solo una cosa. Sono stata in Emilia-Romagna e ho parlato con alcuni sindaci. Il problema molto serio è che non avevano nemmeno i piani di evacuazione. Quando parliamo di prevenzione, a questo punto dobbiamo farla da adesso. C'è da fare un cambio culturale molto serio, perché questa cosa, che non Pag. 10veniva vista come un problema, è invece un problema davvero molto grave.
  Sul discorso siccità, se facciamo anche economia circolare, recupero di acqua piovana, riutilizzo di acqua reflua in agricoltura e chiusura del ciclo delle imprese che riutilizzano la loro acqua, magari liberiamo l'acqua per i cittadini e per l'agricoltura.
  Insomma, è tutto sulle sue spalle.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
  Ho parlato di domande puntuali perché penso che in poco tempo si riesca a dire quello che vogliamo chiedere, così tutti riusciamo a fare delle domande.

  ANTONIO CASO. Signor presidente, visti i tempi esigui in realtà chiederei quanto prima di fare un nuovo incontro per approfondire meglio la cosa. Anzi, visto che abbiamo appena cinque minuti, ringraziando il dottor Ciciliano per aver accolto l'invito della Commissione, rinnovo quello che si diceva prima: sono tre mesi che chiedo di avere un incontro presso il Dipartimento perché – lo ricordo – sono il deputato eletto sul collegio del territorio, oltre che residente a Pozzuoli, al centro dei Campi Flegrei.
  Col suo predecessore, l'ingegner Curcio, avevamo un ottimo rapporto, abbiamo fatto incontri proficui, ancor prima del decreto Campi Flegrei, in cui abbiamo scambiato diverse idee che poi abbiamo ritrovato nei decreti, oltre ad avere un costante scambio telefonico. Visto che qui abbiamo pochissimo tempo, l'unica cosa che le chiederei, considerato che le mie interrogazioni da tempo sono senza risposta, è se può aiutarmi a capire che fine hanno fatto i soldi che erano necessari per la riparazione degli edifici inagibili che dovevano essere pronti dal primo settembre con decreto attuativo. Ci sono 1500 cittadini che aspettano di tornare a casa.
  Le chiederei anche informazioni in più sull'analisi di vulnerabilità degli edifici. Lei diceva che sono terminate, quindi io chiederei se si possono rendere pubbliche o quantomeno acquisire agli atti di questa Commissione. Intanto i fondi sono stati stanziati in bilancio e noi abbiamo alcune perplessità. Soprattutto quando si dice di voler intervenire solo su quelli a maggiore vulnerabilità, immaginiamo che sul territorio possa essere poi complicato dire qualcosa a chi si ritrova con l'edificio vulnerabile ma non può usufruire dei fondi che, ricordo, coprono solo il 50 per cento. Vorremmo anche delle informazioni aggiuntive sull'analisi delle vie di fuga. Insomma, c'è necessità di approfondire meglio la cosa.
  Le rinnovo gentilmente la richiesta, poiché sono tre mesi che cerco di avere un incontro al Dipartimento, e spero che quanto prima riusciamo a vederci, oltre a rivederci qui in Commissione ovviamente. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Prego, onorevole Braga.

  CHIARA BRAGA. In premessa devo dire che trovo questa modalità di svolgimento dell'audizione del tutto insoddisfacente, perché noi abbiamo chiesto ripetutamente questa audizione, che si è svolta in tempi molto ristretti, e peraltro ci vediamo costretti a fare delle domande nel giro di due minuti e quindi a non potere assolutamente interloquire col Capo Dipartimento della Protezione civile. Chiedo che prima della conclusione si possa già avere una certezza quantomeno del suo ritorno, nella prima decade di gennaio, quando riprenderemo i lavori, per potere completare il nostro confronto.
  Detto questo, noi ovviamente, augurando buon lavoro al nuovo Capo Dipartimento, avremmo auspicato anche di conoscere soprattutto l'impostazione della gestione del Dipartimento e del sistema di Protezione civile, su cui non abbiamo avuto modo di sentire molto, e per questo era importante poter interloquire. Nel dettaglio, mi sento di porre alcune domande, precisando che nel secondo round dell'audizione sarebbe gradevole avere risposte alle domande che facciamo ma anche poter avere uno spazio ulteriore di interlocuzione, altrimenti, per ragioni di tempo, al momento posso porre due questioni.
  Associandomi alle richieste del collega Caso sulla questione dei Campi Flegrei, Pag. 11aggiungo soltanto, se è possibile, la richiesta di conoscere qual è lo stato dell'arte dell'assegnazione dei fondi previsti dal decreto-legge n. 91, ossia se è stata definita una procedura per l'assegnazione e con quali criteri, alla luce del coinvolgimento del ruolo che è di competenza del Dipartimento della Protezione civile.
  Sul tema della siccità vorrei chiedere, nello specifico, dal momento che il Ministro Musumeci – e anche lei, dottore – ha annunciato la creazione di una struttura tecnica per il coordinamento degli interventi soprattutto nella Regione Siciliana, che rappresenta non l'unica ma sicuramente una delle aree più colpite dalla siccità, vorremmo capire che cosa ha prodotto questa struttura tecnica. Sappiamo che è stata costituita ad agosto, con una nota sua di quest'anno, vorremmo sapere quali riunioni si sono svolte e quali scelte strategiche sono state compiute sul tema del contrasto alla siccità sull'isola.
  Sul tema del dissesto idrogeologico lei ovviamente ci ha ricordato dei numeri che – ahimè – conosciamo molto bene, degli elementi di analisi e di sintesi e anche dei meccanismi di competenza del Dipartimento che conosciamo, avendo anche contribuito a definire il codice della Protezione civile e quindi sapendo quali sono le competenze. Quello che interessa di più a noi è capire qual è lo stato dell'utilizzo delle risorse stanziate dal PNRR sulla riduzione e il contenimento del dissesto idrogeologico. Ci ha preoccupato molto il fatto che il Ministro Musumeci abbia annunciato alcuni mesi fa che cinque regioni del Sud hanno rinunciato a 7 milioni di euro per mettere in sicurezza il loro territorio. Vorremmo quindi capire quali sono queste regioni, quali progetti sono stati stralciati alle regioni rispetto al progetto che è stato attivato. Infine, ultima cosa che vorrei chiederle è questa: non ne ha parlato oggi, ma il tema della prevenzione e dell'allarme pubblico è molto importante e vorremmo capire a che punto è la sperimentazione del sistema IT Alert, quali attività sono state messe in campo per informare la cittadinanza e se viene confermato, come previsto dalla norma, che a febbraio 2025 il Paese sarà dotato dello strumento IT Alert per i rischi non coperti da questo sistema, in particolare rispetto alle piogge intense.
  Questi sono alcuni degli aspetti che volevamo porre e su cui però non circoscriviamo solo la nostra interlocuzione.

  PRESIDENTE. Grazie. Prego, onorevole Mazzetti.

  ERICA MAZZETTI. Signor presidente, ringrazio il Capo Dipartimento, ma credo sia inutile il mio intervento in questa occasione. Se in una audizione che chiediamo tutti – e io per prima – dai primi di settembre con il Capo del Dipartimento della Protezione civile (fra l'altro, questa è la Commissione competente), un'audizione nella quale dovremmo condividere molte cose, su un totale di 45 minuti per 40 parla il dottor Ciciliano, non credo che ci sia il modo di condividere e di affrontare molti temi. Mi dispiace, ma non possiamo fare ora dieci domande e avere le risposte forse fra qualche mese per iscritto.
  Pertanto, ritengo di dover rinunciare a fare una condivisione e un confronto, perché non ci sarebbe un confronto, però chiedo ufficialmente che subito a gennaio ci sia un'ulteriore audizione, ma soprattutto con i tempi e le modalità congrue, perché fare una cosa del genere – presidente, mi dispiace dirlo – non serve a niente se non ascoltare per 40 minuti il Capo del Dipartimento della Protezione civile, che ci ha raccontato quello che fa la Protezione civile, ma noi avremmo voluto fare molto altro. Grazie.

  PRESIDENTE. Va bene. Sicuramente a gennaio tornerà da noi e ci sarà il modo di continuare. Prego, onorevole Ruffino.

  DANIELA RUFFINO. Signor presidente, ringrazio il Capo Dipartimento. Il mio intervento è brevissimo ed è legato a una parte dell'intervento del Capo Dipartimento relativa a Bardonecchia. Molto bene, peccato che siano passati mesi e le risorse ai comuni non siano arrivate. Quindi, la situazione di Bardonecchia è gestita attraverso gli interventi del comune e della Pag. 12regione, ma le risorse pattuite non ci sono. Questo è sempre il grande problema che purtroppo riscontriamo in queste situazioni. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Prego, onorevole Morfino.

  DANIELA MORFINO. Signor presidente, innanzitutto ringraziamo il dottor Ciciliano per la sua presenza in Commissione. Vista la ristrettezza dei tempi, noi pensiamo di andare avanti direttamente con le domande.
  Prima domanda. Intanto, al fine di rendere efficaci le azioni di contrasto e di mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico nell'ambito del sistema di Protezione civile, le chiediamo se non ritenga che debba essere rafforzato il ruolo dei presìdi territoriali.
  Seconda domanda. Oltre alle attività di prevenzione e di monitoraggio e allertamento, sappiamo quanto sia importante educare la popolazione alle buone pratiche di protezione civile, anche per quanto riguarda le campagne informative. Come possono essere migliorati i sistemi di avviso e di informazione alla popolazione e come possono essere rafforzate le misure volte a rendere consapevole la popolazione stessa sull'importanza dei rischi presenti nel territorio, per sapere come affrontarli?
  Ultima domanda, associandomi a quella che ha posto la collega Braga. Riguardo al contrasto della siccità, in particolare per la mia Sicilia, vorremmo sapere e vorremmo capire anche noi cosa ha prodotto la misura tecnica. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Onorevole Santillo, prego.

  AGOSTINO SANTILLO. Ovviamente mi accodo alla richiesta di avere momenti di confronto molto più duraturi nel tempo e proficui. Chissà che non sia il caso di avviare un'indagine conoscitiva sul tema del dissesto in Italia per avere giorni per poterci confrontare. Ci lasci la disponibilità, perché è fondamentale per noi commissari.
  Faccio rapidamente tre domande. La prima. A che punto è lo stato di avanzamento dei sistemi di allerta e, dando seguito a quello che diceva anche la collega Morfino, quanto manca per implementarli a un punto tale da poter dire che si tratti di una nuova strumentazione abbastanza significativa per allertare il territorio?
  In secondo luogo, le chiedo se ritiene opportuno implementare gli strumenti di monitoraggio innovativi come il fascicolo del fabbricato. È utile, attraverso questo strumento che valuta anche la vulnerabilità degli edifici in base all'area di rischio in cui si trovano, lasciare queste informazioni al libero accesso della Protezione civile per poter meglio intervenire?
  In ultimo, chiedo se avete già iniziato ad utilizzare e a ricorrere all'intelligenza artificiale, in che modo già ne usufruite o se c'è un ventaglio temporale entro il quale potete dire se può essere una vera compagna di aiuto in questo difficile percorso di protezione del territorio. Grazie.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, ringrazio nuovamente il Capo del Dipartimento della Protezione civile per il suo intervento. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dall'audito (vedi allegato) e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.

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