Sulla pubblicità dei lavori:
Osnato Marco , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FISCALITÀ E SUL REGIME CONCESSORIO PER LA VENDITA AL DETTAGLIO DEI PRODOTTI DEL TABACCO E DEI PRODOTTI DA FUMO DI NUOVA GENERAZIONE
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Unione italiana tabaccai (UIT).
Osnato Marco , Presidente ... 3
Cuzzola Demetrio , direttore nazionale dell'Unione italiana tabaccai (UIT) ... 3
Osnato Marco , Presidente ... 5
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Assotabaccai:
Osnato Marco , Presidente ... 5
Labib Boughdady Gianfranco , presidente nazionale di Assotabaccai ... 6
Osnato Marco , Presidente ... 7
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti della Federazione italiana tabaccai (FIT):
Osnato Marco , Presidente ... 7
Antonelli Mario , presidente della Federazione italiana tabaccai (FIT) ... 8
Osnato Marco , Presidente ... 9
Stefanazzi Claudio Michele (PD-IDP) ... 9
Osnato Marco , Presidente ... 10
Antonelli Mario , presidente della Federazione italiana tabaccai (FIT) ... 10
Stefanazzi Claudio Michele (PD-IDP) ... 10
Antonelli Mario , presidente della Federazione italiana tabaccai (FIT) ... 10
Osnato Marco , Presidente ... 10
Allegato 1: Documentazione depositata dai rappresentanti dell'Unione italiana tabaccai (UIT) ... 11
Allegato 2: Documentazione depositata dai rappresentanti di Assotabaccai ... 16
Allegato 3: Documentazione depositata dai rappresentanti della Federazione italiana tabaccai (FIT) ... 19
Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MARCO OSNATO
La seduta comincia alle 14.05.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti dell'Unione italiana tabaccai (UIT).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti dell'Unione italiana tabaccai (UIT), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla fiscalità e sul regime concessorio per la vendita al dettaglio dei prodotti del tabacco e dei prodotti da fumo di nuova generazione.
Saluto e ringrazio per aver accolto il nostro invito Pasquale Genovese, presidente della UIT, Demetrio Cuzzola, direttore nazionale, e Sergio Caci, coordinatore nazionale.
Cedo, quindi, la parola al dottor Cuzzola, pregandolo di limitare la durata dell'intervento a un massimo di cinque minuti, al fine di lasciare adeguato spazio al successivo dibattito.
DEMETRIO CUZZOLA, direttore nazionale dell'Unione italiana tabaccai (UIT). Signor presidente, ringrazio lei e i componenti della Commissione per l'invito.
Come ben sapete, visto anche il programma che avete stilato e che ci avete gentilmente inviato, la situazione delle tabaccherie e dei rivenditori di generi di monopolio nel nostro Paese è in una fase, ahimè, tristemente discendente, nonostante il numero di concessioni date dallo Stato ai rivenditori sia praticamente a macchia di leopardo, ma estremamente incisiva sul territorio come presenza. Non dimentichiamo che oggi abbiamo, per un regolamento emanato, la presenza di una concessione, quindi di una tabaccheria, ogni 1.500 abitanti, indipendentemente dalla località in cui è presente il tabaccaio.
A questo bisogna aggiungere un decremento netto delle vendite che si realizzano attualmente nelle tabaccherie, tant'è che gli ultimi dati riportano che negli ultimi quindici anni si è passati da 120 milioni di chilogrammi di tabacchi commercializzati a poco più di 61 milioni di chilogrammi. Questo è dovuto a una serie di fattori e ha comportato una netta diminuzione della pedonabilità in tabaccheria, quindi di presenze di clienti in tabaccheria, con un conseguente decremento anche degli eventuali utili derivanti da prodotti diversi dai tabacchi lavorati, ma presenti e consentiti dalla tabella speciale che hanno i tabaccai.
Andando molto velocemente, il reddito del tabaccaio – come ben sapete – è legato esclusivamente o prevalentemente all'aggio derivante dalla vendita dei prodotti lavorati e non, quindi abbiamo un 10 per cento lordo sul prezzo di vendita. Questa percentuale, purtroppo, dobbiamo evidenziare che è stabile dal 1° gennaio 1993, in quanto la legge n. 81 del febbraio 1992 stabilì la percentuale. Da quella data ad oggi, però, dobbiamo sottolineare che è aumentato il gettito delle accise sui tabacchi, che sono passate dal 54,78 al 59,80 per cento di base, solo per le sigarette, ma questo vale anche per gli altri prodotti lavorati del tabacco. Mentre sull'altra offerta in tabaccheria, Pag. 4quella dei giochi, l'utile derivante dall'aggio è pari all'8 per cento. Anche qui devo sottolineare che c'è stata nel tempo una diminuzione di due punti percentuali: inizialmente era il 10, poi è passato all'8.
È ovvio – e non sta a me ricordarvelo – che il reddito sicuro del tabaccaio deriva dall'aggio delle vendite. Da una serie di dati derivanti dall'ISTAT – quindi le spese, la tenuta amministrativa e gestionale di una tabaccheria – andiamo ad attestare il reddito pro capite di una concessione in misura pari a 1.300 euro mensili, molto al di sotto delle retribuzioni ordinarie. Il tabaccaio, ovviamente, ha pensato bene di poter offrire e diversificare il servizio nella tabaccheria, dando servizi diversi, quali possono essere i pagamenti dei bollettini postali, le ricariche telefoniche, eccetera. Tutto questo, chiaramente, è concesso tramite contratti ad personam, quindi di strutture che forniscono queste possibilità, ovviamente con ricavi risicati rispetto alle spese da affrontare.
A proposito di spese, devo sottolineare, come UIT, la questione dei giochi in tabaccheria. L'offerta dei giochi, come ben sapete, è gestita da società private che agiscono con concessione dello Stato. Queste concessioni riguardano, per il Lotto e il SuperEnalotto, la Sisal Lottery S.p.a., già Sisal S.p.a.; i giochi numerici a quota fissa – 10eLotto – e le lotterie – Gratta e Vinci e Lotteria Italia – sono gestiti dal gruppo IGT.
Nell'ultimo periodo si sta verificando, però, signor presidente, un triste fenomeno messo in atto dai concessionari. Infatti, i rivenditori sono sottoposti a un paventato obbligo di contratti cosiddetti «accessori» – rispetto a quello «madre», che consente la distribuzione dei tagliandi, ad esempio nel caso dei Gratta e Vinci – che determinano un esborso economico, da parte del tabaccaio, di una cifra che si aggira tra i 160 e i 180 euro, più IVA, mensili, sempre a fronte di un utile dell'8 per cento lordo.
La cosa grave che stiamo denunciando da tempo come UIT, ma non solo noi per la verità, è che la mancata sottoscrizione di questo contratto accessorio determina nella stragrande maggioranza dei casi un recesso da parte del concessionario: non più possibilità di vendita di Gratta e Vinci, quindi non più possibilità di ulteriore utile. Non basta questo. C'è anche da sottolineare che è stato inserito un nuovo artifizio, quello degli obiettivi di vendita semestrali: se il ricevitore non raggiunge quell'obiettivo prefissato a monte dal concessionario, si verifica il recesso dal contratto. È capitato anche per poche centinaia di euro.
Devo dire che su questi fenomeni c'è stata una sentenza del tribunale di Milano nei confronti della Sisal, che ha individuato l'abuso di posizione dominante da parte del concessionario, perpetrato mediante l'esercizio di diritto di recesso, cosiddetto ad nutum. A questo si aggiungono le vessazioni che ho detto. La cosa che noi andiamo sempre più con forza a sottolineare e a evidenziare è che questi obblighi accessori da parte dei concessionari vanno in netta violazione del decreto-legge n. 158 del 13 settembre 2012, che impone la limitazione della pubblicità dei giochi con vincite in denaro e l'esplicita menzione della dipendenza dal gioco, contro la ludopatia, fondamentalmente. La cosa simpatica, che ci fa sorridere – per non piangere – è che i concessionari sono obbligati a superare e a sostenere un corso sui rischi derivanti dalla ludopatia: delle due l'una.
Altro tema che ci sta a cuore è la questione dell'obbligo dei pagamenti con il POS, un punto dolens nella tabaccheria. Se è vero – come è vero – che in tutto il mondo si accetta il pagamento (in Italia è diventato un obbligo) con moneta elettronica, bisogna dire anche che il tabaccaio, nel conteggio del costo delle transazioni, nel migliore dei casi va a detrarre dall'aggio del 10 o dell'8 per cento, nel caso dei giochi, un ulteriore 1 per cento.
Per le tabaccherie bisogna sottolineare che non è possibile spalmare questa «perdita» sulle vendite, in quanto – come ben sapete – si tratta di prodotti a costo fisso determinato a monte.
L'altra cosa simpatica è l'imbarazzo del rivenditore nel momento in cui accetta il pagamento dei giochi tipo SuperEnalotto o 10eLotto, o gli stessi tagliandi Gratta e Vinci, con il POS: dovrebbe, poi, pagare le Pag. 5eventuali vincite, fino al limite consentito, in danaro contante, perché ovviamente il vincitore non è possessore di POS. Quindi, c'è un po' di contrasto.
Per quanto riguarda un altro tema, che è il fumo alternativo, le cosiddette «sigarette elettroniche», non ci dilunghiamo più di tanto sul giudizio, ma ci rimettiamo fondamentalmente a quello che è emerso dagli stati generali voluti dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli il 27 e il 28 giugno scorsi, durante i quali è stato molto ben sottolineato che in Italia e in Europa manca un riferimento normativo europeo sul mercato. Questo che cosa determina? Determina un facile approvvigionamento oltre frontiera, sia frontiera europea che frontiera extracomunitaria, e vede una nascita esponenziale di siti on-line per il commercio dei prodotti da fumo o simili al fumo, quindi le sigarette elettroniche.
Il tema delle sigarette elettroniche, presidente, comporta anche un'altra problematica, sorta ultimamente: lo smaltimento dei residui delle sigarette elettroniche, che sono considerate dei RAEE di piccolissime dimensioni, in quanto sono inferiori ai venticinque centimetri.
Ovviamente noi riteniamo che se il decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49, di recepimento di una direttiva europea sullo smaltimento, prevede che l'obbligo di smaltimento sia di esclusiva competenza di negozi con superficie superiore a 400 metri quadrati, la domanda sorge spontanea: quale tabaccheria è superiore a 400 metri quadri? Se è vero che i RAEE derivanti dalle sigarette elettroniche sono inferiori ai venticinque centimetri, perché non adeguarli e assimilarli alle pile esauste, che già nei tabaccai vengono raccolte e ritirate dalle isole ecologiche dei comuni, senza nessun esborso, ma con un guadagno eventualmente per lo smaltitore finale? Di questo non abbiamo ancora traccia.
Vengo alla conclusione. Quali sono le proposte che la UIT sottopone alla vostra cortese attenzione? Come sintesi di tutto quello che abbiamo detto, noi ci limitiamo a tre punti da chiedere a questa spettabile Commissione: l'applicabilità del regime forfetario anche per i rivenditori dei generi di monopolio; un intervento autorevolissimo sull'aggio; un intervento di controllo sui rapporti tra i concessionari e i venditori.
Perché il regime forfetario? Il regime forfetario, come mi insegnate, è quello naturale dei soggetti per i quali ci sono dei requisiti ben precisi, previsti dalla legge, i quali possono successivamente aderire anche al regime ordinario. Allo stato attuale non è prevista, però, la possibilità di optare per il regime ordinario ai soli fini dell'IVA e di beneficiare di quello forfetario ai fini delle imposte sul reddito o, viceversa. Questo comporterebbe, ovviamente, l'applicazione di un regime forfetario, prevedendo l'applicazione di una unica imposta nella misura del 15 per cento, che andrebbe a sostituire quelle ordinariamente previste.
PRESIDENTE. Grazie dottor Cuzzola, devo chiederle di concludere, perché dobbiamo rispettare i tempi. So che ci avete mandato anche una memoria, che i nostri commissari avranno a disposizione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 1). Non mi pare che ci siano richieste di intervento, perché, come le dicevo, la sua relazione è stata esaustiva. Come sapete, adesso andrà avanti il ciclo di audizioni, poi magari in conclusione ci risentiremo per fare il punto. Nel rinnovare il ringraziamento al nostro ospite, dichiaro conclusa l'audizione.
Audizione, in videoconferenza,
di rappresentanti di Assotabaccai.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di Assotabaccai, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla fiscalità e sul regime concessorio per la vendita al dettaglio dei prodotti del tabacco e dei prodotti da fumo di nuova generazione.
Saluto e ringrazio per aver accolto il nostro invito Gianfranco Labib Boughdady, presidente nazionale di Assotabaccai.
Cedo, quindi, la parola al nostro ospite, pregandolo di limitare la durata dell'intervento ad un massimo di cinque minuti, al Pag. 6fine di lasciare adeguato spazio al successivo dibattito.
GIANFRANCO LABIB BOUGHDADY, presidente nazionale di Assotabaccai. Buongiorno a tutti. Buongiorno, presidente. Intanto vi ringrazio per aver avviato questa indagine conoscitiva, che spero possa portare finalmente alla luce le annose problematiche vissute dalla rete dei tabaccai, ormai da decenni, senza che nessuno se ne sia realmente interessato, come invece state facendo voi in questo periodo.
Non entrerò nel merito di tutti i punti da voi elencati, ma mi limiterò, in quanto rappresentante sindacale nell'ambito delle rivendite dei generi di monopolio, ad evidenziare ciò che i colleghi stanno vivendo, le loro principali limitazioni, i problemi che stanno portando le tabaccherie a chiudere o a trasformarsi in altri esercizi commerciali, o a sopravvivere con poca soddisfazione economica e poco sviluppo.
Desidero innanzitutto evidenziare, come già ben sapete, che le tabaccherie sono la rete di vendita dello Stato e, da buon imprenditore, non vorrei mai che la mia rete di vendita si trasformasse in altro, perdendo il punto nevralgico del proprio business, quindi perdendo attenzione verso ciò che ha permesso per molti decenni di essere un punto di riferimento per ogni cittadino e per lo Stato stesso.
Come ho anche sentito evidenziare dal collega precedente, gli aggi sono fermi da oltre trent'anni, quindi la remunerazione della nostra rete di vendita è ferma da oltre trent'anni. Aggiungo, peraltro, che nell'ultimo decennio la percentuale del Lotto è addirittura scesa di due punti percentuali. Ma in trent'anni le spese delle nostre attività sono cambiate, e sono cambiate molto. Sono aumentate sensibilmente le spese fisse, gli affitti, le utenze, che hanno subìto un incremento che non è stato compensato dall'aumento dei guadagni. Nonostante questo, la nostra remunerazione non è mai stata rivista.
Ho sentito dire da alcuni colleghi precedentemente che, essendo aumentato il costo delle sigarette, sono aumentati anche i nostri guadagni. Non è così, perché sapete meglio di me che le politiche antitabagismo e gli aumenti hanno allontanato una grande platea di clienti dai nostri negozi, con conseguente perdita di fatturato per i prodotti alternativi presenti nei nostri scaffali (caramelle, cancelleria, servizi vari, fotocopie, cartoline e oggettistica).
Negli ultimi anni, il Governo ha anche introdotto la politica dei contributi telematici digitali. Questo sistema ha sottratto una quota significativa di fatturato alla nostra rete di vendita, che era destinata alla commercializzazione di quel prodotto. Questo ha impoverito le tabaccherie, che, rappresentando la rete di vendita diretta dello Stato, sono state costrette a reinventarsi. Quindi, alcune sono diventate bar-tabacchi, alcune centri servizi, alcune punti gioco. È chiaro che, dovendo gestire la stessa attività con le stesse risorse, ma con più esercizi commerciali all'interno, quindi con più attività all'interno, la competitività si è ridotta, soprattutto in quelle attività accessorie che oggi non generano più quei profitti che generavano un tempo.
Questa situazione comporta una perdita di competitività delle nostre imprese e una riduzione degli investimenti nel settore, quindi una contrazione del mercato e delle vendite, con conseguente danno per le entrate dello Stato.
Il secondo punto che vorremmo toccare riguarda la difficoltà oggettiva di reperire personale disponibile a lavorare in tabaccheria. La normativa che oggi regola il nostro settore non prevede la possibilità di assumere cittadini che non siano della Comunità europea. Quindi, su questo punto, crediamo che sia necessario alleggerire i requisiti attualmente prescritti per la nomina di un assistente, eliminando quello relativo all'obbligo di cittadinanza in uno degli Stati della Comunità europea. Questo punto non solo stride con la riduzione della platea a cui attingere per reperire forza lavoro, ma lede inevitabilmente i diritti dei cittadini di etnie diverse che sono legalmente presenti sul territorio nazionale.
Il terzo punto che vorremmo affrontare è la gestione delle rivendite mediante società di persone. Un punto nevralgico della crisi che stiamo vivendo è che le nostre rivendite sono impossibilitate a diventare Pag. 7imprese. Attualmente, è possibile gestire una rivendita ordinaria solo come ditta individuale. Questo rappresenta una forte limitazione per gli investimenti e per la gestione imprenditoriale delle nostre tabaccherie. Tuttavia, considerate le semplificazioni e i vantaggi che ne deriverebbero, si reputa opportuno prevedere anche forme di gestione societaria, come quelle ad oggi previste per le rivendite speciali, che naturalmente in questo momento attuano anche una concorrenza sleale nei confronti delle rivendite ordinarie. Insomma, il punto d'incontro per noi sarebbe quello di prevedere che anche le rivendite ordinarie si possano dotare di forme societarie, limitatamente a quelle riconducibili alle nozioni di società di persone.
Per capire meglio le limitazioni attuali, basti pensare che in alcuni comuni italiani la normativa sul commercio non consente la presenza di due partite IVA separate nella stessa unità commerciale. Di conseguenza, essendo obbligati a gestire la rivendita come ditta individuale, alcuni commercianti si trovano costretti ad unificare anche altre attività, come il bar, la cartoleria o il punto gioco, nella rivendita ordinaria, quindi nella gestione della ditta individuale della tabaccheria.
Quindi sarà necessario approfondire come conciliare le disposizioni del codice civile con la necessità di mantenere l'applicazione delle regole previste dalla legge del 1957.
In ultimo, ma non per importanza, evidenziamo l'obbligo - che ci è stato posto - di accettare la moneta elettronica nelle nostre tabaccherie. Sapete bene e sapete meglio di me che l'obbligo della moneta elettronica è stato caldeggiato per contrastare l'evasione fiscale o l'elusione fiscale: nelle nostre tabaccherie questo problema non c'è. Per i prodotti ad aggio non c'è possibilità di fare evasione fiscale. Quindi, noi chiediamo che sia rivista questa situazione, che sia modificata, e che, in alternativa, o sia tolto l'obbligo di accettazione di moneta elettronica all'interno delle nostre tabaccherie per i soli prodotti ad aggio fisso, oppure sia previsto dallo Stato, per i prodotti ad aggio fisso, un credito d'imposta sulle transazioni pari al 100 per cento delle spese sostenute. Queste sono le uniche due strade che ci permettono di sopperire ai continui costi che ci vengono imposti nelle nostre rivendite, perché vi ricordo, come ha già fatto il precedente collega, che noi non abbiamo possibilità di incrementare i prezzi dei prodotti che vendiamo ad aggio fisso per compensare le maggiori spese che stiamo sostenendo per la moneta elettronica.
Con questo ho concluso. Vi rimando al nostro documento, che è già stato consegnato ai commissari affinché lo possano visionare. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, presidente. Il documento è stato distribuito e autorizzo altresì la pubblicazione dello stesso in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 2). La ringraziamo per la sua memoria, come per la puntualità e la precisione della sua relazione.
Come ho detto in precedenza anche ai suoi colleghi, andremo avanti con le audizioni e poi cercheremo di fare il punto finale.
Nel rinnovare il ringraziamento al nostro ospite, dichiaro conclusa l'audizione.
Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti della Federazione italiana tabaccai (FIT).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti della Federazione italiana tabaccai (FIT), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla fiscalità e sul regime concessorio per la vendita al dettaglio dei prodotti del tabacco e dei prodotti da fumo di nuova generazione.
Saluto e ringrazio per aver accolto il nostro invito Mario Antonelli, presidente della Federazione italiana tabaccai (FIT), Stefano Bartoli, direttore generale, e Barbara Toxiri, direttrice delle politiche associative.
Cedo la parola al presidente Antonelli, pregandolo di limitare la durata del suo intervento a un massimo di cinque minuti, al fine di lasciare adeguato spazio al successivo dibattito.
MARIO ANTONELLI, presidente della Federazione italiana tabaccai (FIT). Buongiorno, presidente. Ringrazio lei e tutti i componenti della Commissione per aver dato avvio a questa indagine, che mostra una particolare attenzione per la nostra categoria, tanto più che non ho memoria di iniziative analoghe.
Mi corre l'obbligo di specificare che la Federazione italiana tabaccai, che ho l'onore di rappresentare, è una associazione di categoria che associa, su base volontaria, oltre l'80 per cento dei rivenditori dei generi di monopolio, pari a 43.000 tabaccherie su un totale di 50.500, presta ai propri associati assistenza, a loro esclusivamente dedicata, attraverso 114 sedi territoriali, che coprono tutte le province italiane.
Ora passiamo al problema. Il 24 per cento delle rivendite associate sono ubicate in piccoli comuni, quelli, per intenderci, con una popolazione fino a 5.000 abitanti. Si tratta di una rete unica di dimensioni e capillarità, con un numero di occupati – tra titolari, coadiutori e assistenti alle vendite – di circa 130.000 addetti. Per oltre l'80 per cento dei casi si tratta di esercizi nei quali la componente familiare è assolutamente prevalente. È una categoria al servizio dello Stato che da vari anni lamenta la contrazione della redditività. Le chiusure delle tabaccherie, circa 5.000 negli ultimi anni, sono la cartina di tornasole della condizione di manifesta criticità in cui versa il settore. Si tratta in primis della crisi di redditività nel nostro caso, che può mitigarsi con interventi riconducibili a classiche ricette dell'autonomia imprenditoriale, atteso il peculiare quadro regolamentare nel quale operano le tabaccherie: divieto di promozione, pubblicità, aggio fisso per legge e prezzi imposti.
La prima considerazione riguarda la necessità di rendere differente l'aggio sui principali prodotti e servizi di ogni tabaccheria, che, come è noto, è fissato per legge. Per quanto riguarda il settore del tabacco, occorre in particolare aumentare la percentuale dell'aggio sul prezzo di vendita riconosciuto ai tabaccai per tutti i prodotti del tabacco, che è fermo al 10 per cento dal 1992.
Sempre nell'ambito dei tabacchi lavorati e dei prodotti assimilati, riteniamo necessario per la nostra categoria e opportuno per l'intero sistema che i prodotti a base di nicotina siano venduti esclusivamente nella rete di rivendita fisica delle tabaccherie, i cui requisiti soggettivi e oggettivi sono tutti a tutela degli interessi dell'erario e della salute dei produttori, dei distributori e dei consumatori.
Grazie a una riforma fiscale equilibrata nel settore dei tabacchi e a una programmazione pluriennale, il contrabbando in Italia è più contenuto che negli altri Paesi europei. Oggi in Italia la percentuale di contrabbando è pari al 2-3 per cento, contro il 9,9 per cento della media europea, con punte in Francia del 30 per cento. A tal proposito, ringrazio l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, la Guardia di Finanza e tutte le forze dell'ordine per l'impegno profuso. Tuttavia, considerato che dallo studio Ipsos-Logista, presentato al Senato, emerge che il mercato illegale del tabacco ai diversi livelli ha un valore complessivo pari a circa 1 miliardo e 100 milioni di euro, mancano nelle nostre casse 120 milioni di euro per mancate vendite di tabacchi lavorati e sigarette elettroniche. Per contrastare i fenomeni illeciti occorre canalizzare esclusivamente in tabaccheria le vendite di tutti i prodotti con nicotina, anche dando attuazione al divieto di vendita on-line.
Passando al comparto del gioco, ricordiamo che l'aggio sul gioco del Lotto dal 1° gennaio 2000 è stato ingiustamente ridotto dal 10 all'8 per cento, con una decurtazione del 20 per cento dei ricavi lordi. L'estensione della rete, l'aumento delle modalità di gioco, il numero delle estrazioni settimanali e di quelle ogni cinque minuti del Lotto e del 10eLotto, con un importo una tantum novennale ancorato alla vecchia marginalità, sono fattori che impongono un ripristino dell'aggio sul gioco del Lotto a una percentuale in misura tale da ripagare il maggiore lavoro richiesto. Oggi i tipi di gioco «ogni cinque minuti» comportano la presenza fissa di una persona dietro la macchina, a parità di gettito. Anche per il Gratta e Vinci e il SuperEnalotto valgono le stesse considerazioni in ordine alla necessitàPag. 9 di aggiornare l'aggio, fermo all'8 per cento dal 2001. A ciò si aggiunga che le società concessionarie richiedono servizi aggiuntivi e canoni fissi mensili, in grado di erodere buona parte della remunerazione fissata per legge, con pesanti ricadute sulla redditività della rete della vendita fisica.
Reputiamo, dunque, che sia necessario l'aumento dell'aggio volto a ripristinare l'equa remunerazione dei punti vendita chiamati a dover sostenere, loro malgrado, il peso di scelte commerciali che il legislatore non è stato in grado di arginare nel corso degli ultimi anni.
Auspichiamo, inoltre, nell'ambito del riordino del gioco fisico, che venga riconosciuta alle tabaccherie, quali reti dello Stato, l'esenzione dai vincoli di distanza dai luoghi sensibili, come già fatto in cinque regioni – l'Abruzzo, le Marche, la Calabria, la Sicilia e la Campania –, tanto più che le tabaccherie sono già soggette a distanze minime che rendono difficile un trasferimento in altra sede.
Se le proposte fin qui avanzate operano un incremento dei ricavi, rimarranno altre misure da adottare per ridurre la pressione fiscale. Una possibile azione potrebbe essere mutuare la detrazione forfetaria a favore degli impianti e distributori di carburante, che agisce direttamente sul reddito complessivo d'impresa, mediante la riduzione dell'imponibile fiscale.
In ragione della desertificazione dei servizi bancari e postali, cui sempre più supplisce, non senza costi, la nostra categoria, chiediamo un sostegno economico sotto forma o di maggiorazione percentuale dei costi sostenuti per le erogazioni di servizi, o di un apposito credito d'imposta.
Un problema che sempre più viene sottoposto alla nostra attenzione dagli associati è la questione del costo della moneta elettronica che, con il crescere della sua diffusione, incide sempre più sui prodotti e sui servizi a marginalità esigua.
In questo caso, si potrebbe superare il problema con una percentuale più alta del credito d'imposta, che oggi è pari al 30 per cento o, in alternativa, rendere facoltativo il pagamento elettronico su prodotti e servizi ad aggio o margine fisso.
Infine, un intervento è stato operato per piccole tabaccherie, soprattutto quelle ubicate nei comuni con pochi abitanti: l'attuazione delle classi di reddito e la suddivisione delle ritenute ordinarie di prima e seconda categoria. Le rivendite con un reddito inferiore a 5.164 euro, equivalente a 10 milioni di lire, sono esonerate dal pagamento dell'una tantum. Considerato che il limite di 10 milioni di lire era stato aggiornato nel lontano 1983, occorrerebbe aggiornare e attualizzare l'importo, che oggi sarebbe di circa 14.000 euro.
Faccio un'ultima considerazione. In molti piccoli comuni e tanti quartieri dormitorio delle metropoli la tabaccheria è rimasta l'unico punto di contatto tra il cittadino e lo Stato. In particolare, nei piccoli centri, dove chiudono gli uffici postali, le banche, le parrocchie, le caserme dei Carabinieri, siamo rimasti l'unico punto di riferimento.
In conclusione, per assicurare la capillarità della rete su cui lo Stato, i cittadini ed enti pubblici e privati fanno affidamento, occorre intervenire rapidamente. Il combinato disposto, secondo noi, dell'incremento delle entrate derivanti dall'aumento dell'aggio e il recupero delle vendite illegali, da una parte, e la riduzione della pressione fiscale, dall'altra, rappresenta, a nostro avviso, la strada da percorrere per assicurare un capillare presidio e scongiurare la chiusura di piccole aziende e la perdita di posti di lavoro e di gettito erariale.
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie mille, presidente.
C'è il collega Stefanazzi che intende intervenire; gli cedo la parola.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI. Buongiorno, grazie presidente. In realtà, volevo fare una considerazione, perché molte delle parole del presidente Antonelli sono condivisibili, sotto il profilo della storia, evidentemente, del rapporto stretto che c'è tra lo Stato e le tabaccherie. È assolutamente condivisibile il fatto che, soprattutto in alcune aree del nostro Paese, spesso le tabaccherie siano rimaste gli unici presidi attraverso i quali, seppure in maniera impropriaPag. 10 e indiretta, lo Stato è presente. Immagino le aree interne o alcuni borghi del Mezzogiorno.
Il mio intervento mira essenzialmente a indicare – non solo a lei, presidente Antonelli, ma anche a coloro che sono intervenuti prima – che i rilievi che sono stati fatti, dei quali certamente, mi rendo conto, e che riguardano il tema dell'aggio, così come a quello della concorrenza – che voi assumete essere sleale e che che vi viene fatta da alcuni soggetti che vendono tabacchi oppure che gestiscono i giochi – credo siano una parte del quadro, ma non completino il quadro. Perché immagino, e questo credo che debba essere fatto in contraddittorio con lo Stato di cui siete concessionari, che sia arrivato il momento di rivedere il rapporto con la rete dei tabaccai e, probabilmente, prefigurare che questo rapporto evolva anche sotto il profilo di alcuni elementi che – immagino – emergeranno nel seguito di questa indagine conoscitiva, per esempio con riferimento alle questioni relative alle varie dipendenze, in particolare quelle relative, com'è evidente, al tabacco ma, più in generale, alla ludopatia o altro.
L'invito che faccio, in particolare alla FIT, che, come è noto, rappresenta la stragrande maggioranza dei tabaccai italiani, è quello di provare a usare il lavoro e comunque l'abbrivio di questa indagine conoscitiva per mettere in campo una serie di iniziative che consentano di rivedere in maniera più generale e più approfondita il ruolo e il rapporto fra lo Stato e i tabaccai.
Grazie.
PRESIDENTE. Prego, presidente Antonelli.
MARIO ANTONELLI, presidente della Federazione italiana tabaccai (FIT). Abbiamo problemi di audio. Non siamo riusciti a percepire la domanda dell'onorevole. Può ripetercela?
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI. Presidente Antonelli, era semplicemente un invito a lei e anche ai rappresentanti delle altre associazioni a immaginare un'azione più strutturale perché, da quello che avete evidenziato...
MARIO ANTONELLI, presidente della Federazione italiana tabaccai (FIT). Onorevole, ci faccia una sintesi perché purtroppo non si sente.
PRESIDENTE. L'onorevole Stefanazzi non ha fatto una vera e propria domanda, ma ha colto la necessità di un intervento più strutturale, che promanava da tutti e tre gli interventi delle associazioni che abbiamo audito.
Come ho detto anche alle altre associazioni, credo che sarà opportuno, come previsto, proseguire con ulteriori audizioni che abbiamo già in programma e poi magari fare una conclusione di nuovo con le associazioni, tra cui ovviamente la vostra, che è quella maggiormente rappresentativa, per cercare di comprendere che tipo di proposta può scaturire da questa indagine conoscitiva.
Vi ringrazio molto, anche per la memoria che avete mandato, che è a disposizione dei colleghi e di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 3). Ci aggiorniamo, quindi, nelle prossime settimane. Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14.45.
Pag. 11ALLEGATO 1
Documentazione depositata dai rappresentanti dell'Unione italiana tabaccai (UIT).
ALLEGATO 2
Documentazione depositata dai rappresentanti di Assotabaccai.
ALLEGATO 3
Documentazione depositata dai rappresentanti della Federazione italiana tabaccai (FIT).