XIX Legislatura

III Commissione

COMITATO PERMANENTE SULL'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 E LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 5 di Mercoledì 6 dicembre 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Onori Federica , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI RISVOLTI GEOPOLITICI CONNESSI ALL'APPROVVIGIONAMENTO DELLE COSIDDETTE TERRE RARE
Onori Federica , Presidente ... 2 
Landoni Luca , Rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza) ... 2 
Onori Federica , Presidente ... 2 
Landoni Luca , Rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza) ... 2 
Onori Federica , Presidente ... 4 
Landoni Luca , Rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza) ... 4 
Onori Federica , Presidente ... 6  ... 7 
Boldrini Laura (PD-IDP)  ... 7 
Onori Federica , Presidente ... 7 
Landoni Luca , rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza) ... 7 
Onori Federica , Presidente ... 7 
Landoni Luca , rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza) ... 7 
Onori Federica , Presidente ... 7 
Landoni Luca , rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza) ... 7 
Onori Federica , Presidente ... 8 
Landoni Luca , rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza) ... 8 
Onori Federica , Presidente ... 8 

ALLEGATO: Presentazione informatica illustrata da Luca Landoni, rappresentante della Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) ... 9

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
FEDERICA ONORI

  La seduta comincia alle 15.15

Sulla pubblicità dei lavori

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione in videoconferenza di rappresentanti dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui risvolti geopolitici connessi all'approvvigionamento delle cosiddette terre rare, l'audizione, in videoconferenza, di rappresentanti della Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche, Federazione ANIE.
  Ricordo che la partecipazione da remoto è consentita alle colleghe e ai colleghi secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
  Anche a nome dei componenti del Comitato, ringrazio per la disponibilità a prendere parte ai nostri lavori il dottor Luca Landoni, dell'area ambiente di ANIE.
  Ricordo che la Federazione ANIE rappresenta nel sistema Confindustria circa 1.500 imprese attive nelle filiere dell'elettrotecnica e dell'elettronica, settori fortemente impattati dai risvolti internazionali connessi alle catene di approvvigionamento delle terre rare.
  Considerati i tempi stretti dell'audizione, do subito la parola al dottor Landoni affinché svolga il suo intervento, prego.

  LUCA LANDONI, Rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza). Buonasera a tutti, dovreste sentirmi. Io avrei preparato delle slides per supportare la mia illustrazione, se riesco a condividerle...Non me le fa condividere, richiede l'autorizzazione da parte dell'organizzatore...Perfetto, dovreste vederle adesso.

  PRESIDENTE. Sì, perfetto, grazie.

  LUCA LANDONI, Rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza). Grazie ancora per la possibilità di partecipare a questa audizione, sarò abbastanza breve. Non mi dilungo sull'introdurre chi è ANIE, perché appunto è già stato fatto. Volevo solo precisare che noi rappresentiamo tutta una serie anche di produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche estremamente diversificata. Quindi passiamo dai produttori di apparecchiature per la generazione di energia da fonti rinnovabili, ai semiconduttori, al ferroviario, ai cavi, all'automazione industriale e così via. Dunque, un mondo estremamente vario e diversificato.
  Prima di entrare nel dettaglio di quelle che sono le nostre considerazioni, volevo fare una premessa. Noi abbiamo svolto questa valutazione e quindi realizzato queste considerazioni prendendo come riferimento l'elenco delle materie prime critiche individuato dalla Commissione europea in uno studio pubblicato all'inizio di quest'anno.Pag. 3 Perché l'abbiamo fatto? Perché, di fatto, ad oggi non c'è nel panorama legislativo europeo un provvedimento che identifichi chiaramente cos'è una materia prima critica e soprattutto quali sono. Perché di fatto il regolamento sul tema, che è il cosiddetto Critical Raw Materials Act, non è ancora stato pubblicato, quindi non è ancora entrato in vigore. È stato solamente raggiunto un accordo a livello politico su questo provvedimento che però – come dicevo – di fatto non è ancora stato pubblicato e quindi non è ancora operativo.
  Per questo motivo abbiamo fatto riferimento a questo elenco – che comunque, anticipo, è rimasto pressoché invariato anche all'interno del regolamento europeo – e che identifica quelle che, ad oggi, si possono considerare materie prime critiche. In questo elenco, che vedete riportato (slides n. 3), sono indicate in grassetto le materie prime critiche fondamentali per il nostro settore, tra cui rientrano appunto anche le terre rare.
  Quali sono le terre rare? Sono, per intenderci, questi diciassette elementi chimici che vengono suddivisi per prassi operativa in leggere, medie e pesanti e che, a livello globale, vedono il principale utilizzo, per quasi 1/5 della domanda mondiale, nella realizzazione dei cosiddetti magneti permanenti (poi spiegherò che cosa sono).
  In questa analisi, in questa valutazione, la Commissione europea non si limitava solo ad individuare quali sono le materie prime critiche, individua anche i maggiori fornitori globali di queste materie, di queste risorse. Si vede (slides n. 5) che la Cina è il maggior fornitore, sia a livello europeo sia a livello globale. Dico fornitore perché non parliamo soltanto di Paesi produttori – cioè, quindi, di attività estrattiva -, ma parlo anche di raffinazione, perché comunque queste risorse una volta estratte, per poter essere utilizzate all'interno di processi industriali, necessitano di una lavorazione particolare, che il più delle volte non viene svolta in Europa, ma dipendiamo, purtroppo anche per questa fase di lavorazione, di raffinazione, da Paesi esteri, anche in questo caso soprattutto dalla Cina; quindi, ovviamente, si verifica una sorta di situazione di monopolio a livello globale che espone l'Europa e tutti gli altri Paesi al rischio concreto di interruzione delle forniture laddove si decidano misure di restrizione alle esportazioni.
  Perché queste materie prime critiche, queste terre rare, queste risorse, sono fondamentali per il nostro settore? Perché hanno un'importanza strategica per la realizzazione di tutta una serie di prodotti ad alta tecnologia che sono vitali per gli obiettivi di transizione energetica sostenibile che l'Unione europea ha posto in essere. Parliamo, nello specifico, ad esempio, di apparecchiature per la trasmissione e distribuzione di energia elettrica, per il mantenimento quindi dell'infrastruttura energetica europea. Non mi riferisco solo ai cavi, ma anche ai trasformatori, a interruttori di alta e media tensione, e tutte queste apparecchiature che appunto sono vitali alla rete elettrica e che, ovviamente, necessitano in maniera indispensabile di rame e alluminio per la propria realizzazione.
  Ci sono poi i semiconduttori, quindi la micro-elettronica, che è alla base di tutte le apparecchiature utilizzate oggi, dal semplice smartphone fino alle apparecchiature più complesse e che hanno necessità di utilizzare queste risorse – terre rare e materie prime critiche –, anche in piccole quantità, però comunque purtroppo non possono farne a meno perché, di fatto, oggi non ci sono delle alternative al loro utilizzo. Vengono utilizzate sia in maniera diretta, quindi nel processo di fabbricazione – come ad esempio gallio e germanio, che sono usati come droganti e quindi per alterare le proprietà elettriche e ottiche di semiconduttori – o anche usi indiretti; vuol dire che il settore dipende, per poter operare la produzione di semiconduttori, ad esempio, da apparecchiature ad alta precisione come i laser per l'incisione di semiconduttori e questi laser, per la loro produzione, hanno bisogno di terre rare per essere realizzati e quindi necessitano per forza di un approvvigionamento continuo e sicuro di queste risorse.
  Ci sono poi i magneti permanenti, di cui parlavo prima, che sono realizzati con delle specifiche tipologie di terre rare e che sono Pag. 4a loro volta necessari per fabbricare apparecchiature, ad esempio i generatori di energia eolica, che sono, per intenderci, le navicelle delle pale eoliche – quelle che si vedono in cima alle pale eoliche –, i robot industriali, fondamentali per l'industria 4.0, e i motori elettrici.
  Il caso dei motori elettrici, tra l'altro, va distinto, perché i magneti permanenti sono fondamentali per la realizzazione di motori sincroni che, rispetto al totale dei motori elettrici, sono comunque una parte contenuta – se parliamo ad esempio del caso merceologico ANIE –, perché sono messi sul mercato in misura più contenuta rispetto ai motori asincroni, che invece non usano questi magneti. Va però precisato che i motori sincroni vengono utilizzati appunto nella robotica industriale, in tutta l'industria di processo e nel veicolo elettrico. Per questo motivo la Commissione europea ha fatto anche una stima, una valutazione e ha stimato che la domanda di questi magneti permanenti per realizzare questo tipo di motori – e quindi conseguentemente la domanda di queste terre rare – potrebbe addirittura decuplicare entro il 2050, proprio per il raggiungimento di tutta una serie di obiettivi comunitari in materia di sostenibilità e di transizione ecologica.
  Parlando di apparecchiature fondamentali per la transizione ecologica e che dipendono dalle materie prime critiche non è possibile non citare le batterie. Mi riferisco in particolar modo alle batterie al litio – che ovviamente necessitano di litio, poi anche di magnesio, manganese, grafite e nichel – e sono dei prodotti fondamentali, perché stanno vedendo un forte incremento, una forte domanda, per due applicazioni specifiche: il veicolo elettrico – quindi ambito automotive – e lo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili, quindi ad esempio nei sistemi di accumulo. Alcuni studi hanno stimato che la domanda di questa tipologia di batterie potrebbe crescere del 26 per cento entro il 2030, quindi parliamo di una necessità di approvvigionamento sicuro, costante e continuo di questo tipo di risorse.
  Ci sono poi i pannelli fotovoltaici, che ovviamente necessitano di silicio per la loro realizzazione, e poi un'applicazione ancora contenuta come diffusione sul mercato ma che [problemi di audio]...

  PRESIDENTE. Non la sentiamo più. Dottor Landoni...

  LUCA LANDONI, Rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza). Ora mi vedete? Io vi vedo di nuovo...Perfetto, scusate, ma purtroppo si è verificata un'interruzione di corrente a livello di quartiere.
  Ero arrivato a questo punto: dicevo, le considerazioni che noi abbiamo voluto riportare nella memoria che vi verrà trasmessa fanno poi riferimento anche ad alcune indagini svolte da altri Paesi europei ed extra-europei, perché comunque l'Europa e l'Italia non sono gli unici Paesi a necessitare di queste risorse. Gli Stati Uniti, ad esempio, come Paese altamente industrializzato, dipendono anch'essi dagli approvvigionamenti di queste risorse e finora dipendevano anch'essi dall'approvvigionamento cinese. Per questo motivo, agli inizi di quest'anno, è stata condotta un'indagine da parte dell'Istituto geologico degli Stati Uniti in cui si andavano ad identificare quei Paesi che dispongono di ingenti risorse e depositi di queste terre rare o materie prime critiche ancora non sfruttati e che quindi possono consentire – se utilizzati – di aggirare il rischio di dipendenza da un unico monopolista. Per fare un esempio, ci sono Paesi, già solo nel Nord America, che dispongono di riserve ingenti di terre rare, quasi 3 milioni di tonnellate tra Canada e Stati Uniti. Oppure ci sono Vietnam e Brasile, che da soli sono la seconda e la terza riserva mondiale di queste risorse, nonostante ad oggi abbiano una bassa produzione per problematiche magari tecniche e finanziarie per lo sfruttamento di questi depositi.
  Va anche precisato che, nonostante il nome «terre rare», non sono elementi rari, si ritrovano anche in abbondanza nella crosta terrestre. Il problema è che per il Pag. 5loro sfruttamento bisogna trovare dei depositi che abbiano una concentrazione sufficiente per garantire uno sfruttamento dal punto di vista economico, se no normalmente sarebbe necessario trattare ingenti quantitativi di materiale grezzo per ottenere anche solo pochi grammi di queste terre rare.
  Nella tabella che vedete indicata (slides n. 5) si capisce come la Cina abbia appunto le prime riserve mondiali e subito dopo vengano anche altri Paesi, come ad esempio la Russia.
  Da qui nascono le nostre considerazioni: il primo macro-filone di suggerimenti che abbiamo voluto condividere è quello di perseguire quella che è la strategia, già individuata dalla Commissione europea in quella comunicazione di cui parlavo prima, e che prevede la definizione di accordi bilaterali e partenariati strategici con altri Paesi, proprio per diversificare la fornitura di queste risorse. In particolar modo quei Paesi che - vedevamo prima nella tabella - potrebbero appunto rappresentare degli approvvigionatori affidabili di queste risorse e consentirebbero – oltre a ridurre la nostra dipendenza dal monopolista cinese – anche di evitare di ricorrere a Paesi che oggi sappiamo essere caratterizzati da un'instabilità sociopolitica. Si fa riferimento ovviamente alla Repubblica Democratica del Congo, che è un importante fornitore di cobalto, o a Paesi che, come dicevo prima, pur disponendo di ingenti risorse di queste materie prime critiche, terre rare, non sono comunque identificabili come partner commerciali; quindi, ad esempio, la Russia, per le ragioni che tutti conosciamo.
  In questo caso poi il suggerimento è stato quello di prevedere il rafforzamento della cooperazione con i Paesi disposti a condividere le ambizioni comunitarie in materia di sostenibilità e di tutela dei diritti umani, impegnandosi magari a condividere gli sforzi europei in materia di riduzione delle emissioni di CO2, non avvalersi del lavoro minorile, piuttosto che non sfruttare il lavoro forzato, non penalizzare gruppi etnici o minoranze, o anche rispettare la diversità di genere. Quindi tutta una serie di obiettivi ambiziosi che l'Unione europea si è posta e che, purtroppo, non tutti i Paesi ad oggi si impegnano a rispettare, ma che potrebbero diventare invece vincolanti in caso di accordi bilaterali.
  Sempre su questo filone di intervento ci sarebbe anche la possibilità, oltre che di diversificare gli approvvigionamenti, anche di mantenere un livello adeguato di riserve – a livello nazionale o comunitario – in modo tale da consentire anche la continuità dell'operatività dell'industria in caso di problematiche di approvvigionamento. Inoltre, bisognerebbe monitorare attentamente le supply chains di queste risorse per garantire che i tempi di fornitura siano monitorati, utilizzati come indicatore di possibili future problematiche in caso di riduzione o di interruzione delle forniture. Allo stesso modo, bisognerebbe anche incentivare, o quantomeno supportare, quella che potrebbe essere la capacità non solo di estrazione di queste risorse sul territorio nazionale, ma, come dicevo prima, anche solo di raffinazione ed elaborazione, visto che dipendiamo da altri Paesi anche per la fase successiva all'estrazione. Quindi per la lavorazione e la raffinazione necessarie a poter utilizzare queste materie prime critiche e terre rare all'interno di un processo industriale.
  Diverso macro-filone di intervento, invece, è quello che noi chiamiamo del riutilizzo, che prevede la semplificazione delle cosiddette pratiche di simbiosi industriale e di economia circolare, ovvero pratiche che consentano di poter valorizzare gli scarti delle produzioni – di apparecchiature ad alta tecnologia – che contengono queste risorse e presentano anche un elevato grado di purezza, e quindi potrebbero essere direttamente reimpiegate all'interno del ciclo produttivo e che invece oggi vengono gestite di fatto come rifiuti e non vengono valorizzate correttamente, vengono gestite come un costo anziché come un valore e implicano anche una maggiore difficoltà per la re-immissione diretta all'interno del ciclo di produzione che le ha originate, ad esempio nel caso di semiconduttori.
  Inoltre, un altro aspetto importante sarebbe quello di aumentare la dotazione Pag. 6impiantistica nazionale per il recupero di queste risorse dai rifiuti. Faccio riferimento, nello specifico, ai rifiuti di apparecchiature di tipo elettronico e di batterie, perché il territorio italiano ha una buona, anzi un'ottima dotazione di impianti cosiddetti di primo livello, cioè di impianti che effettuano il trattamento meccanico-fisico dei rifiuti e che quindi separano le varie frazioni di cui questi rifiuti sono composti. Quindi, nel caso di apparecchiature ottengono metallo, vetro, plastica, li separano o nel caso delle batterie – soprattutto batterie al litio – tritandole recuperano la cosiddetta black mass, quindi una polvere nera composta di litio, grafite, nichel, che però necessita di un'ulteriore lavorazione per poter essere riutilizzata. Dunque, qui dovrebbero intervenire questi impianti di secondo livello per raffinare questi materiali che vengono recuperati, per poterli rendere disponibili nuovamente per l'utilizzo di un processo industriale.
  Purtroppo, a livello italiano questi impianti sono pochissimi e non sono in grado di soddisfare questa domanda e di gestire tutto il flusso di rifiuti. La conseguenza qual è? Che, di fatto, per trattare questi materiali recuperati bisogna fare ricorso agli impianti presenti sul territorio europeo, quindi extra Italia, o addirittura impianti extra Europa. Si perde, quindi, questo flusso importante di materie prime che vengono gestite come rifiuti – pertanto, con un costo, anziché essere valorizzate – in più poi bisogna recuperarle, perché molto probabilmente una volta raffinate e recuperate non rientreranno più nel territorio europeo o rientreranno comunque con un costo.
  A cosa è dovuta questa problematica, la carenza di questo tipo di impianti a livello nazionale? A due fattori: in primis, parliamo di volumi ridotti, nel senso che, ad esempio, dal trattamento di 2 mila tonnellate di batterie al litio si recuperano solamente 60 tonnellate di litio, quindi il 3 per cento in peso, ossia un volume molto ridotto. In più, quello che si recupera – facevo ad esempio il caso della black mass dal litio – è identificato comunque come rifiuto pericoloso, per le ovvie proprietà che possiede. Il fatto che sia rifiuto pericoloso implica quindi che bisogna attivare tutta una serie di iter autorizzativi procedurali che non sono esattamente agevoli e che comportano un appesantimento burocratico per gli operatori, che quindi vedono poca attrattività nell'intraprendere questo tipo di iniziative e nell'aprire questo tipo di impianti.
  Io sono stato molto sintetico e vi ringrazio ancora per l'attenzione. Sono a disposizione per qualsiasi domanda e chiarimento.

  PRESIDENTE. Grazie mille, dottor Landoni. Chiedo alle colleghe e ai colleghi presenti, nonché a quelli collegati da remoto, se intendano porre domande o rivolgere osservazioni.
  Allora inizio io: ancora un ringraziamento per questo interessante intervento. In effetti, finora questo Comitato ha approfondito l'aspetto più geopolitico delle relazioni internazionali, ma quello del ruolo delle nostre imprese rispetto all'approvvigionamento delle terre rare è un aspetto incredibilmente importante.
  Mi chiedevo: secondo la Federazione nazionale imprese elettroniche ed elettrotecniche, che tipo di ruolo può avere il privato in questi due macro-ambiti?
  Il primo è quello della ricerca e sviluppo, quindi, come Lei giustamente ci ha ricordato, al momento non c'è un'alternativa a queste terre rare, anche se ci sono progetti di ricerca che stanno appunto provando a trovare, a costruire delle alternative. Che ruolo pensa possa avere il privato in questo ambito e – domanda simile – che tipo di ruolo può avere il privato per quanto riguarda le pratiche di simbiosi industriale ed economia circolare, come Lei le ha giustamente chiamate? In questo momento l'attrattività economica sembra essere ancora bassa per i vari costi che Lei ci ha presentato, mi chiedo se secondo Lei ci possano essere invece, nel prossimo futuro, occasioni di business in questi due ambiti, che al momento sembrano essere scoperti. Grazie.

  Rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche Pag. 7(ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza). [problemi di audio].

  PRESIDENTE. Mi perdoni, dottor Landoni, non la sentiamo bene. Forse può provare ora...Purtroppo la sentiamo a tratti...

  LAURA BOLDRINI. Approfitterei del problema del collegamento – sempre ammesso che il dottor Landoni riesca a sentirmi – per aggiungere anche un'altra domanda che vorrei sottoporre alla sua attenzione, ma penso che lui non ci sia più... Io, se Lei mi sente, faccio anche questa domanda, mi aggiungo alle domande della presidente sul costo ambientale dell'estrazione di queste materie, specialmente in una zona tra le più delicate dal punto di vista ambientale, che è la Groenlandia. Lì ci sono molti interessi in ballo, ma vorrei capire come si pensa di poter andare avanti nell'estrazione senza porre dei rimedi riguardo alle tutele ambientali, ma anche le tutele riguardo ai diritti delle persone. Perché mi risulta che in altre zone ci sia sfruttamento minorile per l'estrazione di questi materiali, queste terre rare. Quindi vorrei capire che alternativa Lei intravede per evitare che noi ci si faccia del male dal punto di vista ambientale e anche del rispetto dei diritti. Ci può essere un'altra strada, una regolamentazione più attenta rispetto all'estrazione di questi materiali? Grazie.

  Rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza). [problemi di audio].

  PRESIDENTE. Dottor Landoni, purtroppo non siamo ancora in grado di sentirla. Forse il suggerimento che ricevo è quello che Lei possa uscire e rientrare dal collegamento.

  LUCA LANDONI, rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza). Mi dispiace, chiedo scusa ma continua a buttarmi fuori dal sistema.

  PRESIDENTE. La sentiamo molto meglio adesso.

  LUCA LANDONI, rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza). Ho provato a spegnere ed accendere e adesso dovrebbe funzionare. Non so se avete sentito parte della mia risposta, dove appunto suggerivo per la valorizzazione...

  PRESIDENTE. Mi sento di dire che no, non l'abbiamo ben recepita, se gentilmente può ripetere...

  LUCA LANDONI, rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza). Il suggerimento è quello appunto di operare un recupero corretto di queste materie prime critiche, soprattutto in fase di rifiuto, perché l'estrazione si rende necessaria laddove ne servano di nuove, ma quelle già in circolo – quindi già attualmente presenti all'interno dell'apparecchiatura, una volta giunte a fine vita – devono essere recuperate e valorizzate correttamente, quindi con una filiera che, all'interno dell'Unione europea, sia in grado di gestirle, recuperarle e re-immetterle nel ciclo produttivo.
  Ad oggi – dicevo prima – questo non avviene, perché mancano proprio gli impianti che siano in grado di operare questo trattamento di secondo livello. È importante anche trattarle all'interno dell'Unione europea perché l'Unione Europea possiede gli standard più elevati di trattamento di rifiuti, che rispettano l'ambiente, la salute dei lavoratori che operano in questo ambito, e quindi consentono anche un maggior rispetto proprio a livello di sostenibilità ambientale, se comparato con il trattamento che avviene al di fuori dell'Unione europea, che non rispetta sicuramente questi standard.
  Per quanto invece riguarda l'estrazione, anche in questo caso – dicevo prima – è importante far sì che l'estrazione di queste risorse avvenga con Paesi che accettino di rispettare i requisiti di tutela ambientale, Pag. 8della sostenibilità e dei diritti umani che spesso non vengono appunto garantiti. Faccio un esempio: già nel regolamento batterie recentemente pubblicato è previsto che chi fabbrica batterie operi una valutazione della due diligence – quindi della correttezza della propria catena di fornitura – per far sì che possa risalire all'origine di queste materie prime e ottenere delle dichiarazioni, delle certificazioni che questa estrazione è avvenuta nel rispetto sia dell'ambiente sia dei diritti umani. Quindi, come si diceva prima, che non sia stata fatta un'estrazione attraverso il lavoro minorile o il lavoro forzato, che è una realtà, una triste realtà, anche in diversi Paesi extra-europei. Dunque, già oggi il legislatore europeo ha previsto il rispetto di questi parametri in un provvedimento – ne parlavo prima, il regolamento batterie. È possibile, dunque, mantenere questa linea guida e fare in modo che questo tipo di approvvigionamento avvenga nello stesso modo anche per altre risorse, anche per altre filiere e non solo per il settore delle batterie, che già oggi ha un provvedimento-guida in questo senso.

  PRESIDENTE. Benissimo. Grazie, dottor Landoni. Se posso, un'ultima curiosità: se riuscisse a riprendere le sue slides – la n. 8 –, c'era un ultimo punto in cui si riferiva a Vietnam e Brasile e le menzionava, rispettivamente, come seconde e terze riserve mondiali di terre rare. Volevo sapere se si stava riferendo all'ultima colonna a destra (reserves).

  LUCA LANDONI, rappresentante dell'Associazione nazionale industrie elettroniche ed elettrotecniche (ANIE Federazione) (intervento in videoconferenza). Sì, esatto. Questo è un estratto del report di cui parlavo prima, dell'Istituto geologico minerale degli Stati Uniti, dove fanno la valutazione di quante possono essere le riserve a livello geologico di queste materie prime – in questo caso le terre rare – disponibili in vari Paesi. Fanno questa valutazione sulla base di rilevazioni satellitari, carte geografiche, mappe geologiche o carotaggi, nonché sondaggi effettuati da varie aziende minerarie che hanno operato in quei Paesi, e fanno poi una stima quantitativa di quello che potrebbe essere il volume sfruttabile. Quindi quelli sono i risultati indicati.

  PRESIDENTE. Perfetto. Grazie mille. Se non ci sono altre domande io la ringrazio ancora, ringrazio ANIE per questo contributo e per la documentazione, che sarà pubblicata in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.55.

Pag. 9

ALLEGATO

Pag. 10

Pag. 11

Pag. 12

Pag. 13

Pag. 14

Pag. 15

Pag. 16

Pag. 17

Pag. 18

Pag. 19

Pag. 20