Sulla pubblicità dei lavori:
Formentini Paolo , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PROIEZIONE DELL'ITALIA E DEI PAESI EUROPEI NELL'INDO-PACIFICO
Formentini Paolo , Presidente ... 3
Silli Giorgio , sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale ... 3
Formentini Paolo , Presidente ... 3
Silli Giorgio , sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale ... 3
Formentini Paolo , Presidente ... 7
Carè Nicola (PD-IDP) ... 7
Formentini Paolo , Presidente ... 8
Silli Giorgio , sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale ... 9
Formentini Paolo , Presidente ... 10
Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PAOLO FORMENTINI
La seduta comincia alle 12.30.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.
Audizione del sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle tematiche relative alla proiezione dell'Italia e dei Paesi europei nell'Indo-Pacifico, l'audizione del sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli.
Ricordo che è consentita la partecipazione da remoto di colleghe e colleghi, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
Anche a nome dei componenti del Comitato, ringrazio per la disponibilità a prendere parte ai nostri lavori il sottosegretario, che il nostro Comitato ha già avuto modo di audire il 25 gennaio scorso e che è incaricato, tra le altre cose, di gestire le relazioni con i Paesi dell'Oceania e del Pacifico.
Considerati i tempi stretti dell'audizione, do subito la parola al sottosegretario Silli perché possa svolgere il proprio intervento.
GIORGIO SILLI, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Signor presidente, la ringrazio. «Stretti» quanto? Così mi taro.
PRESIDENTE. Dipende dalle votazioni in Aula, circa mezz'ora, quaranta minuti [intervento fuori microfono].
GIORGIO SILLI, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Leggerò l'intervento e poi, eventualmente, facciamo delle digressioni o delle riflessioni aggiuntive.
Ha detto Lei, presidente, che tra le mie deleghe politiche bilaterali c'è tutto il Pacifico e l'Oceania.
Onorevoli deputati, desidero ringraziare il presidente Formentini per l'invito e torno a congratularmi per il lavoro che continua a svolgere con il Comitato permanente per la politica sull'Indo-Pacifico, regione sempre più rilevante anche per il nostro Paese, dal punto di vista geostrategico ed economico. La macro-regione ospita, infatti, oltre il 60 per cento della popolazione mondiale e contribuisce per quasi due terzi alla crescita economica globale. È, quindi, fondamentale che l'Italia vi eserciti un ruolo da protagonista, in linea con la strategia dell'Unione europea per l'Indo-Pacifico del 2021, di cui siamo tra i principali ideatori, e continui a rafforzare la propria presenza nell'area.
La promozione di un Indo-Pacifico aperto, libero, stabile e sicuro è oggi una priorità nostra, dell'Unione europea e dei partners like-minded, anche al fine di preservare le catene di approvvigionamento globali. La regione è, inoltre, ricca di idrocarburi, di minerali critici, terre rare e molte altre risorse naturali. Le nostre aziende sono sempre più interessate ad investire in un'area che riveste importanza strategica anche per i settori ad alta tecnologiaPag. 4 e innovazione, imprescindibili nell'era digitale.
La produzione di semiconduttori vede protagonisti Corea del Sud e Taiwan per chip più avanzati; due aziende cinesi detengono il 50 per cento del mercato mondiale delle batterie elettriche; la Cina è leader globale anche nella produzione di pannelli fotovoltaici e turbine eoliche.
Siamo, dunque, consapevoli delle potenziali conseguenze su larga scala che deriverebbero da una crisi nell'Indo-Pacifico e siamo preoccupati dalla crescente assertività della Cina nell'area. Tuttavia, mantenere un dialogo costruttivo con Pechino ad alto livello è necessario e funzionale al perseguimento di una stabilizzazione strategica. La missione in Cina del Presidente del Consiglio, nel luglio scorso, ha suggellato il processo di ridefinizione dei rapporti con Pechino nel quadro del partenariato strategico globale già avviato nel 2004.
Il nostro approccio è caratterizzato da una visione inclusiva, che poggia sul rafforzamento dei rapporti con partners regionali cruciali, come il Giappone, con il quale è stato adottato a margine del summit G7 di Borgo Egnazia un piano di azione triennale per l'attuazione del partenariato strategico; l'India, con cui l'Italia intrattiene un partenariato strategico da marzo del 2023 e il cui Primo Ministro Narendra Modi ha partecipato alla sessione «outreach» a Borgo Egnazia, rafforzando ulteriormente il nostro ruolo di ponte tra il G7 e il G20; la Corea del Sud, partner strategico, con cui ricorre quest'anno il centoquarantesimo anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche, inaugurato con la visita di Stato del Presidente Mattarella lo scorso novembre, nonché con le organizzazioni regionali.
Tali collaborazioni sono preziose per la promozione di pace, stabilità ed integrazione e per una crescita economica sostenibile ed inclusiva. La nostra azione è sintetizzata nel documento nazionale attuativo della Strategia UE, pubblicato nel 2022 e in fase di aggiornamento. Su tale base continuiamo anche ad intensificare i rapporti con gli organismi regionali di cui siamo partner (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico-ASEAN; Associazione rivierasca dell'Oceano Indiano-IORA; e Forum delle isole del Pacifico-PIF), varando iniziative in materia economica, marittima, securitaria, culturale, ambientale e favorendo sinergie con il Global Gateway dell'Unione europea.
In tali ambiti, l'azione dell'Italia si esplica tramite iniziative di capacity building rivolte a tutti i membri delle diverse organizzazioni regionali e tramite programmi di cooperazione allo sviluppo, con lo scopo di colmare il divario con i Paesi più deboli o per fronteggiare disastri e calamità naturali.
Sosteniamo tali Paesi anche attraverso iniziative di formazione finanziate dalla Farnesina e realizzate attraverso il coinvolgimento di altre amministrazioni e della società civile. Tale esercizio corale mira ad accrescere a tutto tondo le competenze di tali Paesi: dalla sicurezza all'ambiente, dalla tutela del patrimonio culturale allo sviluppo sostenibile, dalla promozione della legalità alla collaborazione nello spazio.
Non posso esimermi dal citare anche l'avvenuto incremento della nostra presenza navale e il dispiegamento di velivoli dell'Aeronautica militare nel quadro dell'iniziativa Indo-Pacific Jump: dalla campagna del pattugliatore d'altura italiano Morosini, nella regione lo scorso anno, alle campagne in corso del gruppo portaerei Cavour e Alpino, del pattugliatore d'altura Montecuccoli, e della Nave scuola Vespucci. Le nostre forze navali ed aeree a luglio hanno partecipato per la prima volta all'esercitazione multilaterale Pitch Black, con venti Paesi coinvolti nel Pacifico, a nord dell'Australia.
In tale quadro di crescente impegno del nostro Paese nella regione, si è inserita la mia missione in Nuova Zelanda, dal 22 al 26 luglio 2024, volta a rilanciare i rapporti politici con questo Paese like-minded, dopo un'assenza di esponenti del Governo italiano che durava dal 2009. Ci tengo a sottolineare che è stata una missione esplicitamente per la Nuova Zelanda. Non era inserita in una missione in altri Paesi e, per collocamento geografico, siamo andati in Nuova Zelanda. Siamo partiti appositamentePag. 5 per andare in Nuova Zelanda, perché il Governo era assente da quindici anni. Wellington si colloca, infatti, tra i principali difensori dello Stato di diritto, della libertà di navigazione, del libero commercio e dello sviluppo infrastrutturale sostenibile. Inoltre, detiene una posizione equilibrata di ricerca del dialogo come alternativa al confronto crescente nella competizione strategica tra Cina e USA nell'area.
Il rafforzamento della collaborazione bilaterale a livello politico è anche prodromico alla migliore penetrazione economica delle nostre imprese, che trovano nella Nuova Zelanda una delle economie più aperte al mondo. Nel 2023 le esportazioni totali con il resto del mondo sono ammontate a circa 36 miliardi di euro e le importazioni a circa 44 miliardi.
La mia missione si è svolta pochi giorni dopo la visita a Roma del Ministro del Commercio estero neozelandese Todd McClay, che ho incontrato, peraltro, alla Farnesina, e si è successivamente recato a Reggio Calabria e a Villa San Giovanni per partecipare alla riunione ministeriale G7 del commercio.
La Nuova Zelanda vi è stata invitata per l'affinità valoriale rispetto al sistema commerciale multilaterale – con l'Organizzazione mondiale del commercio al centro –, per la resilienza delle catene di approvvigionamento, comprese le sfide legate alla crisi nel Mar Rosso, la sicurezza economica e la coercizione economica. Con l'invito alla ministeriale commercio del G7 si intendeva anche manifestare apprezzamento a Wellington per l'entrata in vigore, il 1° maggio scorso, dell'Accordo di libero scambio con l'Unione europea, il primo tra quelli di nuova generazione, pertanto con un'attenzione prioritaria allo sviluppo sostenibile e al contrasto ai cambiamenti climatici. Esso comporta la completa rimozione dei dazi sulle esportazioni dai Paesi UE, l'accesso limitato ai prodotti neozelandesi più sensibili per l'Unione europea – manzo e latticini –, la parità di trattamento nel settore dei servizi, la protezione delle indicazioni geografiche – inclusi i nostri Prosecco, Asiago, Gorgonzola, Parmigiano Reggiano eccetera – , con possibilità di aggiungerne di nuove.
L'accordo costituisce un forte segnale dell'impegno comune a favore di un sistema commerciale basato sulle regole e testimonia l'ambizione dell'Unione europea di approfondire le relazioni con l'Indo-Pacifico, e con la Nuova Zelanda in particolare. La mia visita a Wellington si è, dunque, inserita in tale contesto ed è stata vivamente apprezzata dai nostri interlocutori, con i quali ho discusso di nuove prospettive di collaborazione bilaterale in campo economico, infrastrutturale, commerciale e scientifico. Essa, infatti, è avvenuta a nove mesi di distanza dall'insediamento del Governo conservatore guidato da Christopher Luxon, impegnato a colmare il diffuso deficit infrastrutturale del Paese attraverso progetti di investimenti di grande rilevanza per le nostre aziende.
In Nuova Zelanda ho avuto proficui incontri istituzionali: al Ministro dell'Energia e dei trasporti Simeon Brown ho illustrato come l'Italia stia operando, oltre che sulle fonti di energia, sul versante della riduzione dei consumi, favorendo l'efficientamento energetico nel settore pubblico e privato, strategia che in Nuova Zelanda deve ancora essere avviata. Ho, quindi, rappresentato l'interesse delle nostre imprese di settore a cogliere le opportunità che il mercato neozelandese offre, assicurando disponibilità ad effettuare visite tecniche. In ambito infrastrutturale, ho ricordato che Mermec si è recentemente aggiudicata un appalto per veicoli di monitoraggio nel quadro dell'impegno del Governo neozelandese per l'ammodernamento della rete ferroviaria. Ho, inoltre, attirato l'attenzione del mio interlocutore sulle capacità delle nostre eccellenze di settore, per rendere più efficienti i collegamenti via mare tra le due isole principali della Nuova Zelanda, tramite la fornitura di battelli in grado di trasportare veicoli ferroviari e il potenziamento delle strutture portuali di Wellington e Picton.
Con il Ministro dell'ambiente Simon Watts abbiamo approfondito le comuni sfide e le rispettive strategie nel contrasto ai cambiamenti climatici, oltre che le possibili Pag. 6collaborazioni scientifiche e tecnologiche commerciali nella transizione verso energie rinnovabili.
Nel corso della mia visita ampio spazio è stato dedicato all'intensificazione della collaborazione economica e commerciale, già molto proficua. Sono presenti oltre settanta imprese italiane operanti principalmente nei settori dell'automazione meccanica, dell'abbigliamento e delle costruzioni, che impiegano oltre mille addetti, con un fatturato complessivo di circa 670 milioni di euro.
L'interscambio tra i due Paesi nel 2023 è ammontato a 860 milioni, con un saldo positivo per l'Italia per 488 milioni di euro. Siamo il terzo fornitore UE, dopo Germania e Francia.
Come ho avuto modo di constatare, esistono ampi margini di rafforzamento della nostra presenza economica nel Paese.
In materia di industria della difesa – settore nel quale gli investimenti nell'Indo-Pacifico continueranno a crescere in maniera significativa nei prossimi anni –, ho auspicato che le aziende italiane possano trovare ulteriori margini di crescita in Nuova Zelanda, facendo leva sulla loro riconosciuta eccellenza nelle tecnologie più avanzate.
Nel corso della visita ho anche richiamato la tradizionale importazione della lana neozelandese di alta qualità, per la produzione tessile italiana, e l'ampio utilizzo di macchinari agricoli e tessili di produzione italiana in Nuova Zelanda, visitando diversi stabilimenti produttivi.
Ho parimenti auspicato che la collaborazione ultradecennale per la produzione di kiwi in Italia commercializzati dall'azienda statale Zespri - nel nostro immaginario collettivo sembra che il kiwi sia una piccola nicchia, in realtà in tutta l'area dell'agro pontino una larghissima parte è coltivata a kiwi e il mercato mondiale è per la stragrande maggioranza in mano a una multinazionale neozelandese – ed esportati in tutto il mondo non venga inficiata da strategie aziendali verso Paesi con costi del lavoro più bassi, ma che potrebbero non offrire garanzie di salubrità e qualità analoghe all'Italia. A tal proposito, ho chiesto e mi accingo a ricevere nelle prossime settimane il responsabile di Zespri per l'Europa e tutto l'emisfero settentrionale.
Nel corso della missione sono stati centrali anche i temi che riguardano la crescente collettività italiana residente, 7 mila persone interessate all'Accordo di sicurezza sociale, all'Accordo di vacanza-lavoro e all'insegnamento della lingua italiana. Nell'incontro con lo Speaker del Parlamento, Gerry Brownlee – già due volte Ministro degli Esteri, che peraltro avevo incontrato precedentemente durante il Pacific Island Forum alle Cook –, ho ribadito e rinnovato l'interesse dell'Italia nei confronti dell'Indo-Pacifico, sia per affrontare le grandi sfide strategiche sia per promuovere lo sviluppo sostenibile dei piccoli Stati insulari del Pacifico, i quali presentano una fortissima vulnerabilità ai cambiamenti climatici e problematiche di sviluppo. Ho, quindi, auspicato la realizzazione di iniziative congiunte in loro favore e il proseguimento della solida collaborazione sia logistica sia scientifica in Antartide.
L'Italia si appresta, infatti, ad ospitare la quarantasettesima riunione consultiva del Trattato Antartico, che si terrà a Milano dal 23 giugno al 3 luglio 2025; si tratterà di un'occasione importante per ribadire l'impegno dell'Italia nella governance comune dell'Antartide e nella ricerca scientifica finalizzata alla protezione degli ecosistemi e alla biodiversità del continente.
L'onorevole Brownlee mi ha manifestato apprezzamento per l'autorevolezza e la credibilità che contraddistinguono l'azione del nostro Paese, con l'auspicio che la presenza italiana, già significativa, possa trovare ulteriori spazi in Nuova Zelanda e nella regione. Mi ha infine rappresentato il vivo interesse all'organizzazione di scambi di visite parlamentari già nel breve periodo; non è proprio dietro l'angolo la Nuova Zelanda, però è un Paese veramente amico, realmente like-minded e per certi versi ancora pressoché «vergine». Sarebbe davvero interessante approfondire alcuni argomenti.
Nel corso di tutti gli incontri istituzionali ampio spazio è stato dedicato anche ai principali dossier internazionali, tra questi la transizione energetica, la lotta al cambiamentoPag. 7 climatico, i delicati equilibri geostrategici dell'Indo-Pacifico – direi delicatissimi –, l'impegno comune a sostegno dell'Ucraina, la crisi in Medio Oriente, la tutela dell'ordine internazionale basato sulle regole, la difesa dei valori di libertà e democrazia.
Con i miei interlocutori abbiamo condiviso l'importanza di preservare adeguati spazi di dialogo con Pechino, oltre alla comune preoccupazione per la crescente assertività cinese e la nostra contrarietà ad eventuali modifiche unilaterali dello status quo, in particolare nel Mar Cinese meridionale e nello Stretto di Taiwan.
Per quanto concerne l'Indo-Pacifico, in particolare, ho ricordato l'attenzione riservata dalla presidenza italiana del G7 al dialogo con i Paesi della macro-regione. Al tema è stata dedicata una sessione ad hoc della riunione dei Ministri degli Esteri del G7 di Capri e nel corso delle riunioni ministeriali tecniche vari Paesi della regione sono stati invitati alle sezioni cosiddette di «outreach».
In conclusione: tutti gli interlocutori hanno manifestato apprezzamento per la volontà italiana di essere, insieme con altri Stati, sempre più presenti e attivi nell'Indo-Pacifico, ricordando peraltro l'interesse della Nuova Zelanda ad una maggiore interazione con la NATO – la Nuova Zelanda non è membro effettivo – attraverso il rafforzamento della cooperazione con i partners dell'Indo-Pacifico – Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud –, data l'interconnessione tra la sicurezza euro-atlantica e quella della regione indo-pacifica.
In tale contesto, ricordo che il Primo Ministro Luxon ha partecipato al Vertice NATO di Washington dal 9 all'11 luglio scorso, dove ha incontrato brevemente anche l'onorevole Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Al Vertice è stato deciso l'approfondimento della cooperazione tra la NATO e i partners regionali per il contrasto alle sfide globali, in particolare in materia di cyber-sicurezza, nuove tecnologie e contrasto alla disinformazione.
Tutto questo per informare la Commissione di quanto noi abbiamo fatto con la Nuova Zelanda e di quanto è emerso dalla mia ultima missione, che non è fine a se stessa, fa parte di un disegno molto chiaro nell'area, che ha visto una missione al Pacific Islands Forum – che si è svolto alle Isole Cook, dove ho incontrato i Capi di Stato e di Governo dei piccoli Paesi insulari della zona del Pacifico – ed una missione lunga, bella densa e – permettetemi di dire – anche un po' pesante – perché comunque è stata una missione di otto giorni che io ho fatto a novembre scorso – in Australia, dopo che il Governo italiano, per questioni legate a questioni commerciali, non viaggiava da credo almeno quattro o cinque anni.
Fa tutto parte, quindi, di una regia di ricucitura dei rapporti per fare in modo che l'Italia venga veramente percepita come un Paese vicino, non solo da un punto di vista culturale, ma anche per le sfide che ci attendono nei prossimi anni.
L'area è delicatissima. Ai nostri amici e alleati interessa molto, sia da un punto di vista di difesa che da un punto di vista commerciale, e per questo ringrazio ancora una volta il caro presidente, che bene o male tiene moltissimo a questa area e tiene moltissimo a disegnare, insieme al Governo, quella che sarà la politica che l'Italia intende portare avanti per l'enorme macro-area dell'Indo-Pacifico per i prossimi anni.
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a Lei.
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
NICOLA CARÈ. Prima di tutto vorrei fare i complimenti al sottosegretario per la visita in Nuova Zelanda, anche perché, come giustamente ha sottolineato, era trascorso molto tempo dall'ultima visita politica da parte della nostra Repubblica in quell'area. Naturalmente, l'area è diventata veramente molto intensa, non soltanto dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista della geopolitica per quanto riguarda naturalmente le dichiarazioni o le non dichiarazioni, le affermazioni che sta facendo anche la Cina in quell'area, soprattuttoPag. 8 per quanto riguarda poi i rapporti con Taiwan.
Sapete benissimo – visto che faccio parte della delegazione NATO posso riferire velocemente – che c'è tutta un'azione di resilienza o di deterrenza da parte di tutti gli Stati che si trovano nell'Indo-Pacifico.
Giustamente ha detto il sottosegretario che l'Australia o la Nuova Zelanda non fanno parte della NATO come membri, ma effettivamente sono partner della NATO. Con la Corea del Sud, il Giappone, l'Australia e la Nuova Zelanda sono partner. Poi anche l'India è subentrata, tramite il QUAD, all'interno di questo accordo.
Credo che questa visita sia stata importantissima, come pure la visita che si è effettuata in Australia, anche perché ho avuto modo di vedere in azione il sottosegretario e tutta la nostra forza diplomatica. Soprattutto a seguito di alcune azioni commerciali, non ci sono state altre visite. Nel settore della difesa soprattutto dovremo spingere non soltanto in Nuova Zelanda, ma anche in Australia.
Infatti, il Pitch Black è stato importantissimo; il via libera del Governo è stato molto importante, la nostra delegazione, il nostro contingente era il più numeroso dopo quello australiano; avevamo quasi mille persone a partecipare al Pitch Black. Naturalmente la nostra Marina è andata anche in Giappone, dove hanno fatto un'altra serie di esercitazioni.
Tutto questo all'interno di un contesto di deterrenza che naturalmente vuole tenere, in qualche maniera, a bada la Cina dal punto di vista geopolitico.
Sappiamo – e lo ha detto giustamente il sottosegretario – che la Cina sta facendo delle avances molto importanti. Nell'eventualità dovesse fare un'azione verso Taiwan – con l'importanza economica del Mar della Cina e soprattutto con le dichiarazioni che la Cina sta facendo per quanto riguarda le dispute marittime con alcune nazioni, come le Filippine o il Vietnam – diventa di estrema importanza.
Dato questo quadro, volevo chiedere al sottosegretario – visto che ci sono queste grandissime criticità per quanto riguarda l'Indo-Pacifico, soprattutto per quanto riguarda, come ho detto prima, le relazioni con gli Stati Uniti, con la NATO – un chiarimento per quanto riguarda il cambiamento climatico.
Ho sentito che, a seguito del disgelo dei ghiacci nel Circolo Polare, si sta effettivamente aprendo un nuovo varco per quanto riguarda la circolazione delle merci marittime.
Questo taglierebbe, naturalmente, a tutte le merci cinesi circa dieci ore sulle trentadue ore di tragitto che dovrebbero fare i mercantili.
Come ci posizioniamo noi? Dovremmo assolutamente continuare questo rapporto con l'Australia, la Nuova Zelanda, il Giappone e così via, ma per quanto riguarda questo tipo di trasporto – naturalmente, Lei sa benissimo, sottosegretario, che sono moltissime le aziende logistiche italiane che fanno questo tipo di trasporto, anche tenendo in considerazione il grande commercio che c'è con l'Australia e la Nuova Zelanda, il Giappone e così via, non soltanto nel settore alimentare ma soprattutto per quanto riguarda i macchinari medicali, tenendo in considerazione anche lo sviluppo o la crescita del settore della difesa – come ci posizioniamo noi in questo contesto? Come ci dovremmo muovere? Cosa il Governo potrebbe preparare o sta già preparando strategicamente per affrontare non questo problema, non questo dilemma, ma questa nuova sfida?
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie mille. Non essendovi ulteriori richieste di intervento da parte dei colleghi, mi permetto io di chiedere qualcosa al sottosegretario. Intanto La ringrazio anche per le parole di apprezzamento per il lavoro del Comitato e per l'impegno che sta profondendo nel tenerci informati. Noi, però, oltre ai lavori del Comitato, avevamo anche votato una risoluzione specifica proprio sul tema dei rapporti con l'Indo-Pacifico, in particolare sulla nomina di un Inviato Speciale per l'IMEC (India-Middle East-Europe Economic Corridor), il corridoio che un giorno – speriamo presto – unirà l'India e l'Italia, passando per gli Emirati e – quando sarà finito il conflitto, ovviamente – anche GiordaniaPag. 9 ed Israele. Ebbene, questo è lo specifico appello che voglio rivolgere a Lei, sottosegretario: Le chiedo di prendere a cuore questa nostra risoluzione, che peraltro era stata votata all'unanimità, perché a mio avviso è questione di interesse nazionale. Peraltro, altri Paesi si sono già mossi, nominando Inviati Speciali. Questo potrebbe essere un segno importante di attenzione da parte del nostro Paese e del nostro Governo all'area della quale stiamo parlando.
Ci ha raccontato nel dettaglio dei rapporti di nuovo intensi con la Nuova Zelanda. Tutti noi la conosciamo per i kiwi, ma sappiamo che ben altre sono le prospettive di sviluppo delle relazioni bilaterali; Lei ha accennato al campo della difesa, che è senz'altro essenziale in questo momento storico. Come potremmo promuovere ulteriormente, a suo avviso, l'Italia nell'Indo-Pacifico, l'interesse nazionale italiano nell'Indo-Pacifico, dopo queste missioni alle Isole Cook, in Nuova Zelanda, in Australia? In particolare, ancora una volta, penso anche a nome di tutti i colleghi, so benissimo che è un tema di risorse però – anche qui ci eravamo spesi con il lavoro parlamentare in questa Commissione – serve rafforzare assolutamente il personale diplomatico delle nostre Ambasciate nell'area.
Do la parola al sottosegretario Silli per la replica.
GIORGIO SILLI, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie. Riguardo ai primi due argomenti, quindi eventuali nuovi corridoi per il passaggio delle merci, flussi di merci, disgelo eccetera, ci stiamo lavorando, nel senso che stiamo facendo i conti con quello che sta avvenendo, di comune accordo anche con Paesi amici. Poi, se vogliamo approfondire qualcosa al riguardo, possiamo vedere di costruire una sorta di audizione anche dopo aver fatto dei passaggi con i Ministeri competenti per il commercio e l'industria.
Lo stesso dicasi per quanto concerne la nomina dell'Inviato Speciale, ovvero stiamo lavorando al Ministero e abbiamo recepito l'unanimità di questa richiesta da parte della Commissione.
Con riferimento alla sua domanda riguardo a che cosa può fare l'Italia: come dico sempre, per chi crede l'Italia è un dono di Dio, è un dono del cielo, che ci ha donato più talenti di quanti ne abbia elargiti ad altri, invece per chi non crede è un dono di natura o della storia. Insomma, l'Italia è l'Italia. Piaccia o non piaccia, noi non dobbiamo faticare per farci conoscere o per legittimare una nostra presenza in altri Paesi. Dovunque io vada e dovunque vadano i miei colleghi, quando arriva l'Italia sono tappeti rossi, perché qualsiasi popolo del mondo considera il popolo italiano un popolo amico. Poi, chiaramente, ci sono momenti in cui tra Governi ci sono tensioni, che sono fisiologiche e hanno a che fare con gli equilibri geopolitici. Ma l'Italia è sempre accolta a braccia aperte. Quindi, presidente, si tratta solamente di esserci e di non fare quello che abbiamo fatto in alcuni Paesi dell'America Latina, per esempio, dove abbiamo dato per scontato, per decenni, il nostro rapporto. Si diceva: «ma tanto ci vogliono bene»; certo, ci vogliono bene, ma è un po' come quando si dà per scontato un rapporto di amicizia o un rapporto con il proprio partner: arriva un giorno in cui l'amico o il partner lo trovi al telefono con qualcun altro. Questo è quello che è successo in America Latina: c'è la Corea, ci sono i cinesi un po' ovunque... Quindi, noi dobbiamo essere presenti, anche se i Paesi sono lontani.
Personalmente, sollecito un incontro tra i gruppi parlamentare di amicizia, perché sono veramente dei simboli di amicizia e soprattutto di volontà di costruire qualcosa, a maggior ragione perché sono Paesi molto lontani. Del resto, un conto è andare in Francia, in Spagna o in Germania, altra cosa è andare dall'altra parte del mondo, dove però ci sono popoli ben più che like-minded. Sembra veramente di essere nel nostro backyard o nel nostro vicinato. Quindi, sicuramente bisogna esserci da un punto di vista politico, industriale, economico e commerciale, perché sono intanto partner che possono essere complementari per il bene di entrambi i Paesi, ma soprattuttoPag. 10 sono sponde importantissime per le nostre politiche in quell'area. Non si può pensare a politiche nell'Indo-Pacifico o a rapporti con la Cina in certe chiavi, in quell'area, senza avere l'amicizia e la sponda dell'Australia o della Nuova Zelanda.
Quindi, io La esorto davvero, presidente, ad approfondire questo invito dello Speaker neozelandese e dello Speaker australiano, che addirittura organizzò una cena in onore della visita del Governo italiano con tutti i parlamentari australiani di origine italiana; fu un qualcosa di memorabile: io rientrai e raccontai al nostro Presidente della Camera quanto avvenuto, pregandolo di mandare due righe di ringraziamento.
Io credo che gli ingredienti sul tavolo ci siano tutti per cucinare un qualcosa di veramente appetibile. Sta a noi muoverci per non lasciare gli ingredienti da soli, ma per lavorarli insieme.
PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario.
Non essendovi richieste di intervento da parte dei colleghi, dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 13.05.