Sulla pubblicità dei lavori:
Boldrini Laura , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPEGNO DELL'ITALIA NELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE PER LA PROMOZIONE E TUTELA DEI DIRITTI UMANI E CONTRO LE DISCRIMINAZIONI
Boldrini Laura , Presidente ... 3
Skochilenko Nadezhda ... 4
Boldrini Laura , Presidente ... 7
Quartapelle Procopio Lia (PD-IDP) ... 7
Onori Federica (AZ-PER-RE) ... 8
Cuperlo Gianni (PD-IDP) ... 8
Boldrini Laura , Presidente ... 9
Skochilenko Nadezhda ... 9
Boldrini Laura , Presidente ... 10
Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LAURA BOLDRINI
La seduta comincia alle 13.35.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.
Audizione di Nadezhda Skochilenko.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impegno dell'Italia nella comunità internazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni, l'audizione di Nadezhda Skochilenko.
Anche a nome dei componenti del Comitato, saluto e ringrazio per la disponibilità a prendere parte ai nostri lavori la dottoressa Skochilenko, accompagnata dalla dottoressa Raffaella Chiodo, giornalista da tempo impegnata nella promozione della conoscenza della società civile che in Russia si esprime contro la guerra e contro l'oppressione delle libertà da parte del Governo.
Ricordo che Aleksandra Skochilenko è una cantautrice e un'artista di San Pietroburgo, diventata nota nel 2014 grazie ad una graphic novel a puntate sulla depressione e la salute mentale, che poco dopo divenne un libro, intitolato A book about depression (Libro sulla depressione), pubblicato prima in russo e in ucraino e poi tradotto in diverse lingue. Il lancio dell'invasione su larga scala dell'Ucraina, il 24 febbraio 2022, l'ha colpita profondamente: sin dai primi giorni si è impegnata nella protesta non violenta andando alle manifestazioni, scrivendo sui social, distribuendo volantini in favore della pace e organizzando piccoli eventi musicali aperti, i Jams for Peace.
Accusata di aver sostituito i cartellini dei prezzi nei supermercati locali con informazioni contro la guerra – compresi i nomi delle persone uccise durante i bombardamenti del Teatro d'arte drammatica di Mariupol, che tutti noi ricordiamo, l'11 aprile 2022 –, Aleksandra Skochilenko è stata arrestata con l'accusa – cito testualmente – di «diffondere consapevolmente false informazioni sull'utilizzo delle Forze armate russe e sull'esercizio dei loro poteri da parte degli organi di Stato della Federazione russa».
Occorre ricordare che il 4 marzo e il 25 marzo 2022 il Parlamento federale russo aveva approvato un pacchetto di riforme volte a limitare ulteriormente la libertà di informazione e di espressione di stampa. Tale normativa ha criminalizzato la diffusione di informazioni intenzionalmente false sulle Forze armate russe non solo a mezzo stampa, ma tramite qualsiasi mezzo, pubblico e privato. Tali disposizioni hanno una formulazione intenzionalmente vaga, che consente alle autorità russe di perseguire penalmente chiunque abbia espresso una posizione in merito all'operato dell'esercito.
Come evidenziato in un report di Amnesty International, già nella fase della detenzione preventiva le condizioni di salute psicofisica di Aleksandra Skochilenko si sono aggravate. Durante i mesi di prigionia, infatti, ha subito molestie e pressioni continue da parte di compagne di cella e guardie carcerarie e non ha potuto contare sul sostegno medico per monitorare la sua Pag. 4patologia cardiaca, né sul supporto psicologico necessario. A queste vessazioni si aggiunge l'impossibilità di incontrare la sua compagna Sonia, in un clima che sta diventando ogni giorno più repressivo nei confronti delle persone LGBTQ+.
Il 16 novembre 2023 viene condannata a sette anni di carcere, ai sensi dell'articolo 207.3 del codice penale sul discredito delle Forze armate. Secondo la ONG russa OVD-Info, in totale sono quasi 20 mila le persone che sono state fermate o arrestate in Russia per essersi schierate contro l'invasione dell'Ucraina. A fronte di questa ennesima manifestazione dell'autoritarismo del regime putiniano, in una risoluzione, approvata il 25 aprile 2024, il Parlamento europeo è tornato a chiedere il rilascio immediato e senza condizioni e il risarcimento di tutti i prigionieri politici, tra cui Aleksandra Skochilenko, nonché il ripristino della libertà di espressione e di associazione in Russia e un maggior controllo e monitoraggio internazionale delle violazioni dei diritti umani nel Paese.
Successivamente, il 27 maggio 2024, il Consiglio dell'Unione europea ha istituito un nuovo quadro sanzionatorio contro i responsabili di gravi violazioni o abusi dei diritti umani, di repressione della società civile e dell'opposizione democratica in Russia, e nell'ambito di tale quadro ha inserito tra i soggetti da sottoporre a sanzione anche la giudice Oksana Vasilyevna Demyasheva e il procuratore Alexander Yurievich Gladyshev, responsabili del procedimento contro Aleksandra Skochilenko.
Forniti questi elementi di contesto, darei la parola alla nostra ospite affinché svolga il suo intervento.
NADEZHDA SKOCHILENKO. Buon giorno! Desidero esprimere la mia riconoscenza per aver organizzato questo incontro a tutti coloro che sono interessati al tema delle repressioni in Russia, a chi lo considera importante, grazie a tutti coloro che hanno collaborato per mettermi a disposizione questo microfono.
Voglio ringraziare in modo particolare Gianni Cuperlo e Laura Boldrini, che seguono con fattiva attenzione la causa di mia figlia Sasha e di altri detenuti politici. E ringrazio di cuore tutte le persone che non sono indifferenti al problema, coloro che sostengono i giornalisti e i difensori dei diritti che sono perseguitati. Grazie a tutti coloro i quali sono sensibili nei confronti delle persone che restano in Russia – sono militanti e semplici cittadini che vengono sottoposti a repressioni. E naturalmente a Raffaella Chiodo Karpinsky, la promotrice di questo incontro.
Il 16 novembre 2023 è stata emessa una condanna a 7 anni di detenzione in colonia penale per mia figlia Sasha che aveva sostituito i cartellini dei prezzi con volantini contro la guerra in un supermercato. Vi erano anche delle informazioni su azioni compiute a Mariupol’ da parte dell'esercito russo. È stato avviato un procedimento penale contro mia figlia ai sensi dell'art. 207.3 parte 2 sulle fake news. Il processo sui cinque cartellini dei prezzi è durato diciannove mesi, sono stati scritti sedici volumi di atti processuali, hanno preso parte al processo cinque periti indipendenti – linguisti-filologi – una di loro è stata licenziata dall'università per aver partecipato al processo. Inoltre, tre medici avevano redatto una perizia sullo stato di salute di mia figlia, quattro difensori avevano presentato le prove di assenza del corpo del reato – per fortuna questi ultimi restano in libertà, diversamente da alcuni dei loro colleghi che avevano partecipato a loro volta a dei processi politici.
In questo momento Sasha resta in prigione a San Pietroburgo e si prepara all'appello. Ma ora in Russia le revisioni dei processi inaspriscono le pene già inflitte: ad esempio, Oleg Orlov e Boris Kagarlickij si sono visti tramutare, in seguito al processo in appello, le ammende in reali condanne di detenzione. Vi sono stati i casi in cui i tempi di detenzione in carcere sono stati aumentati. Per questa ragione non speriamo nell'attenuazione della condanna. Su mia figlia anche un anno in colonia penale causerebbe effetti deleteri irreversibili per la sua salute. Sasha soffre di un vizio cardiaco, che in carcere si era aggravato fino al punto da mettere a rischio la sua vita. Potrebbe perfino avere urgente bisogno di essere operata per inserire un pacemakerPag. 5: lo ha dichiarato durante un'udienza in tribunale il medico che la segue. Inoltre mia figlia è affetta da celiachia, quindi in carcere o durante il trasferimento non avrà la possibilità di seguire una dieta senza glutine che per lei è di vitale importanza. Adesso riceve in prigione dei pacchi con alimenti necessari dall'esterno. Le serve anche un aiuto sistematico di uno psicoterapeuta, poiché soffre di un disturbo mentale, la ciclotomia. Ma nelle prigioni e nei penitenziari russi non vi è un'assistenza medica qualificata. Abbiamo tanta paura per la vita di Sasha. E naturalmente per la vita di altri detenuti politici.
A partire dal mese di febbraio 2022 sono state vietate in Russia tutte le manifestazioni di dissenso contro la guerra oppure a sostegno della pace con l'Ucraina. Le autorità hanno limitato la libertà di riunioni pacifiche e di espressione sia su Internet che nelle piazze. Viene applicato in modo arbitrario, nei confronti dei dissidenti, un intero complesso di sanzioni amministrative, viene usata la forza contro le manifestazioni pacifiche per piegare la società al silenzio.
Dopo l'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia la persecuzione penale è diventata più aspra. Ora sia i politici ben noti sia le persone comuni che criticano il regime e si oppongono alla guerra, sono accusati in virtù delle disposizioni in materia di fake news e di discredito gettato sull'esercito, di alto tradimento, di terrorismo e di apologia del terrorismo. Persone pacifiche vengono equiparate a veri terroristi, mentre chi ha compiuto gravi reati e aver ucciso in Ucraina diventa un eroe. La libertà di parola e di espressione sono garantite dalla Costituzione, ma negli ultimi anni il regime di Putin ha approvato norme ed emendamenti che consentono di interpretare le leggi arbitrariamente, a seconda della situazione, e ciò viola sensibilmente i diritti dei cittadini. La Costituzione della Federazione Russa contiene le norme riconosciute a livello internazionale sui diritti e le libertà della persona, prevede un processo legislativo democratico e un sistema giudiziario indipendente. Ma gli organi giudiziari, anziché svolgere il loro compito principale di contenere il potere esecutivo, diventano strumento di pressione e di manipolazione politica a favore del regime putiniano, sopprimendo così il valore delle leggi e la fiducia dei cittadini nell'intero sistema giudiziario e nello Stato stesso. Con questa pressione da parte delle autorità il sistema giudiziario svolge il ruolo di organo repressivo, il tribunale non è più un'istanza indipendente dove le persone possano trovare giustizia.
I giudici si sono schierati con l'accusa, non vi è un equo dibattimento delle parti al processo, i giudici si ritirano in camera di consiglio per ricevere al telefono, da parte di alti funzionari di Stato, precise indicazioni su come procedere. Un giudice istruttore ha detto apertamente a me e a Sasha che egli semplicemente mette in atto le istruzioni a lui impartite. Dopo la condanna i sostenitori dell'accusa vengono premiati dal regime, ottengono ricompense di vario genere, promozioni, cosa che si è verificata nel nostro caso: la giudice Demyasheva è stata promossa a vice presidente di un tribunale distrettuale all'indomani dell'emissione della sentenza.
Il 16 settembre 2022 la Federazione russa è uscita dalla Convenzione Europea sui diritti dell'uomo: questo genere di difesa ora è inaccessibile ai cittadini russi. Adesso la violazione dei diritti umani in Russia non comporta alcuna conseguenza per lo Stato, né per i singoli trasgressori. Giuristi, analisti e giornalisti cercano di documentare le violazioni delle leggi e di rendere ben visibili le repressioni in atto in Russia, cercano di influire in un modo e nell'altro sulle alterazioni delle leggi e sulle pratiche che vanno contro gli standard europei. Ma queste persone vengono sottoposte a repressioni, sono costrette ad abbandonare il paese oppure sono perseguitate in base ad accuse fabbricate. Sappiamo che sono in carcere gli avvocati di Aleksej Navalnyj, ma anche altre persone che hanno tentato di contrastare il regime partecipando ai processi per motivi politici. Chi tra di loro ha potuto lasciare il paese è stato condannato in contumacia ed ora è ricercato.Pag. 6
Alcuni giornalisti sono stati privati del loro lavoro. Nei primi giorni del 2022, dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione russa, il Servizio federale per il controllo sulle comunicazioni aveva obbligato tutti i media ad usare esclusivamente le fonti d'informazione ufficiali, riconosciute dallo Stato – ad esempio, quelle del Ministero della Difesa – per coprire le azioni belliche in Ucraina. Una vera informazione sulla guerra in Ucraina è divenuta impossibile dopo l'approvazione nel 2022 della legge che prevede la persecuzione penale per la «diffusione di informazioni intenzionalmente false» su operazioni militari o recanti discredito alle Forze Armate della Federazione Russa.
Da allora è iniziato il blocco di quei mezzi di informazione di massa che non si erano attenuti alle prescrizioni del regime, si praticano anche le assegnazioni dello status di «agente straniero», con pene pecuniarie enormi … Fino ad oggi sono state bloccati oltre trecento canali e testate. Credo che si tratti di tutti i media indipendenti che avevano cercato di scrivere e di dire la verità. Alcune testate erano state persino dichiarate «non grate». Un cittadino semplice, per aver accettato di lavorare per esse o perfino per aver concesso un'intervista a una testata non grata, rischia un procedimento penale: si sono già verificati casi del genere. In questo momento sono agli arresti o già condannati ventisei giornalisti, o forse più. Un giornalista per il proprio lavoro può essere condannato con accusa di alto tradimento. Ad esempio, Ivan Safronov è stato condannato così a ventidue anni di carcere. I processi per alto tradimento si svolgono a porte chiuse, chi vi partecipa si impegna a non divulgarne i contenuti. Non sappiamo nulla di quello che succede in questi processi a porte chiuse. Sappiamo inoltre di processi contro i giornalisti cittadini di paesi stranieri: Evan Gershkovich e Alsu Kurmasheva – che ha, anche lei, la doppia cittadinanza – sono agli arresti.
Adesso perfino gli scienziati sono perseguiti con l'accusa di alto tradimento. Sono persone di una certa età, che si sono dedicate per tutta la vita alla scienza per il bene del loro paese. Anche i loro processi si svolgono a porte chiuse.
Cito spesso, in una conversazione, il caso di Sasha non soltanto perché è mia figlia, ma anche perché lo conosco nei minimi dettagli e prendendo a esempio la sua persecuzione posso parlare di una generale violazione dei diritti costituzionali in Russia, soprattutto nell'ambito giudiziario. Vedo chiaramente come vengono fabbricate le accuse per terrorizzare i cittadini. Vedo chiaramente le repressioni contro chi pensa liberamente in Russia. Le torture dei detenuti vengono presentate pubblicamente come una norma. Con torture spietate si costringono le persone a confessare reati che non hanno commesso; sono noti casi di persone morte sotto le torture, mentre la loro morte viene motivata da circostanze avverse. Le torture vengono usate nelle carceri e nelle colonie penali per schiacciare la volontà dei detenuti politici, per piegarli a collaborare con l'amministrazione penitenziaria. So molto bene quanto sono terribili le condizioni di coloro che sono in detenzione provvisoria. Queste condizioni nei paesi civili sono equiparate alle torture. Si tratta di lunghe permanenze in cella di isolamento, della durata di diversi giorni, di detenzione per lunghi anni in carcere a regime chiuso e durissimo, la convivenza in cella con elementi criminali, l'imposizione di cure psichiatriche coatte senza termine. Molti detenuti politici che scontano già la pena vengono nuovamente chiamati in giudizio con false accuse, vengono nuovamente processati e si vedono aggravare le condanne. E capiamo molto bene che dopo lo spietato assassinio di Aleksej Navalnyj tutti loro sono ostaggi del regime putiniano. Ognuno di loro è importante per me, posso parlare di ognuno di loro. A partire dal 24 febbraio 2022 vi sono notizie di 935 condannati penalmente per la loro posizione antiguerra. In totale sono state fermate in questi due anni 20.040 persone e nei confronti di 9.500 sono stati avviati procedimenti amministrativi. Stando alle informazioni fornite dalla ONG indipendente OVD-INFO, ogni settimana si svolgono da 70 a 130 processi per motivi politici. La gente in Russia è perseguitata Pag. 7anche fuori dalle aule di tribunale. Subisce minacce e pressioni sui luoghi di lavoro, licenziamenti, revoca degli eventi, espulsioni di studenti dagli atenei, sono vietati inoltre tutti i comizi e proteste da parte di singole persone. Sono in costante contatto con chi resta in Russia. E non sono pochi. Sotto la sorveglianza permanente da parte della polizia, sotto la minaccia di arresto, questa gente resta onesta, sono i militanti per i diritti, i parenti dei condannati o semplicemente le persone che non possono restare indifferenti, che seguono e riferiscono tutti i crimini commessi dallo Stato, diventano testimoni di quel che avviene nei tribunali e nelle carceri in Russia. Visitano i riformatori, le colonie penali, le prigioni e ci parlano di come vengono calpestati i diritti dei detenuti. Aiutano le persone più vulnerabili, creano ambienti sicuri per i contatti interpersonali, si prendono cura dei prigionieri politici, sorvegliano i loro trasferimenti da un luogo di detenzione all'altro, gli fanno avere pacchi con viveri, con generi di prima necessità e quant'altro. Gli uni lo fanno grazie alle donazioni di persone comuni, si tratta di volontari che hanno assunto una precisa posizione civica. Gli altri sono attivi in seno alle organizzazioni per la difesa dei diritti vietate in Russia, per cui non posso svelare i loro nomi, ma grazie a loro noi riceviamo le informazioni dal Paese: si tratta di resoconti stenografici dei processi fatti nelle aule dei tribunali, di interviste agli avvocati difensori, di video degli arresti, di fotografie e di molti altri fatti che violano le leggi. Il mio cuore resta con loro, sono in pensiero per ognuno di loro, piango a volte insieme a loro per il senso di impotenza, sono cari a me quanto lo è mia figlia Sasha. Mi viene la voglia di partire per abbracciarli tutti quanti, ma per ora non posso farlo. E ringrazio tutti voi per avermi dato la possibilità di parlarne. Grazie ancora a tutti coloro che hanno reso possibile questo incontro.
PRESIDENTE. La ringrazio di averci rappresentato questo quadro, che definirei devastante.
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Ringrazio Nadezhda Skochilenko per la testimonianza sulla situazione di Aleksandra. Questa Commissione ha più volte audito esponenti della dissidenza russa, ma quella di oggi è una testimonianza che colpisce, perché le personalità che abbiamo audito – da Evgenia Kara-Murza a Mikhail Khodorkovsky – sono state testimonianze che hanno riguardato più in generale la situazione della Federazione russa, il suo posizionamento in questa fase, ma non abbiamo mai avuto, fino ad oggi, una testimonianza relativa alle condizioni carcerarie e del processo così specifica e così utile. Peraltro, sappiamo che sono tantissime – centinaia, se non migliaia – le persone, magari meno note ai media occidentali, spesso molto giovani, spesso veri esponenti di una società civile di base, che hanno espresso opinioni che nascevano magari dal cuore o da un sentimento profondo di desiderio di libertà, di desiderio di dire la propria, che era diversa da quella del regime. Quindi, davvero è prezioso ascoltare la voce, che Nadezhda ci porta, di Aleksandra, perché attraverso di lei arriviamo a tutti quei dissidenti russi che in Italia non sono noti, ma che sono il segno di una speranza che la Russia è una cosa diversa dal regime di Putin.
Ringrazio davvero molto, anche per il coraggio di essere qui. Immagino che questa audizione sia parte di un lavoro più generale che si sta facendo per sensibilizzare l'opinione pubblica europea, che però ha un rischio, un costo personale, quindi ringrazio davvero per il coraggio.
Per parte nostra, in questi mesi, in questi anni, dal 24 febbraio del 2022, abbiamo cercato di lavorare il più possibile proprio con quella che per noi è la Russia di domani, la Russia libera e democratica che sogniamo e che vorremmo riammettere nel consesso delle nazioni civili e in un rapporto diverso con l'Unione europea. Su questo – per quanto la domanda possa sembrare difficile – la domanda che io Le vorrei rivolgere riguarda la speranza. Noi Pag. 8dobbiamo oggi guardare con speranza al futuro della Russia.
Per noi italiani la sua testimonianza è una fonte di grande speranza: se ci sono ragazzi e ragazze coraggiose, integre, pulite, determinate come Aleksandra sono un segno di enorme speranza, enorme; però mi viene da chiederle che cosa è per Lei oggi la speranza rispetto al futuro della Russia e che cosa possiamo fare noi da qui per tenere accesa quella speranza, per continuare ad alimentarla, perché noi non possiamo rassegnarci al fatto che la Russia diventi il Paese totalitario che ha in mente Vladimir Putin.
FEDERICA ONORI. Signora presidente, ringrazio Lei e l'audita Nadezhda Skochilenko. Posso semplicemente associarmi a quello che è stato già detto molto bene dalla collega Quartapelle. Innanzitutto, La ringrazio per la sua presenza qui, che per noi è molto importante. È molto importante ospitare, dare voce e dare visibilità a tutto quello che di lontano da Putin c'è dentro la Russia ed è vero che questo in Italia è molto poco conosciuto.
Il nostro Paese non è l'unico, ma credo sia un esempio particolarmente eclatante di quanto narrazioni che riguardano le condizioni della Russia possano riuscire ad essere trasformate e diffuse. Questi elementi di verità per noi sono importanti per dare il nostro contributo come rappresentanti dei cittadini, perché la verità è il punto di partenza di qualsiasi azione politica, ed è imprescindibile.
Io conoscevo la storia di sua figlia e ricordo che quando la lessi, mesi fa – quando era stata pubblicata su una rivista italiana che traduce articoli internazionali –, pensai che fosse sì una situazione drammatica, eppure fa quasi venire un sorriso, perché l'idea di inserire dei bigliettini al posto dei prezzi in un supermercato dà proprio la cifra, secondo me – e non è un caso che sua figlia sia un artista, in questo senso – di che valore ha la fantasia, la creatività dentro una situazione di repressione, quanto questo contrasto sia toccante, quanta speranza si può avere anche in questo tipo di gesti: e quanto questo chiaramente possa far paura, perché la pena sproporzionata che è stata indicata dal regime di Putin dà proprio l'idea della paura che un gesto così simbolico, così fantasioso e così toccante può avere in una società che, evidentemente, non ha le libertà che vorrebbe far pensare di avere.
Non ho una particolare domanda per Lei, se non un ringraziamento e la voglia di condividere questa riflessione. Grazie ancora.
GIANNI CUPERLO. Signora presidente, le parole della colleghe Quartapelle e Onori sono del tutto condivisibili anche da parte mia. Anch'io voglio ringraziare la nostra ospite e ringraziarla anche per quello che immagino debba essere un impegno e anche una fatica dal punto di vista emotivo e psicologico, per le condizioni nelle quali si trova Aleksandra, la figlia.
Peraltro, la descrizione che ci ha fatto – come la presidente Boldrini ha sottolineato – è molto esplicita delle situazioni nelle quali versano i detenuti e le detenute di quel regime. Noi spesso in Italia – i colleghi lo sanno – ci lamentiamo della natura e della lentezza delle procedure della giustizia italiana, ma qualche mese fa Raffaella Chiodo Karpinski ha scritto un articolo sull'Avvenire – ringrazio molto Raffaella Chiodo Karpinski per il lavoro prezioso che sta facendo in tutti questi anni – dove descriveva il procedimento giudiziario che ha riguardato Aleksandra, parlando di diciannove mesi di durata e trenta volumi di descrizione del contenuto del procedimento per cinque cartellini sostituiti, che significa sei volumi per ogni cartellino; nemmeno noi arriviamo a questa soglia di proporzioni.
Detto ciò, anche da parte mia, oltre ad esprimere la vicinanza umana e la solidarietà, la riflessione che già anticipava la collega Quartapelle riguarda la prospettiva della speranza di un rapporto diverso tra la Russia e l'Europa. Dal 24 febbraio del 2022 è subentrato anche in parte dell'opinione pubblica europea un atteggiamento di pregiudizio, ovviamente condizionato molto dalla vicenda attuale del conflitto in Ucraina. La realtà storica è che esiste da sempre un'Europa geografica, esiste un'Europa politica e poi esiste anche un'Europa culturale, che ha Pag. 9dei confini diversi e non coincidenti con l'Europa politica.
Sua figlia è una artista: a proposito di letteratura, diciamo che c'è più Europa nelle prime cento pagine di Guerra e pace che non in decine di risoluzioni del Parlamento europeo di Bruxelles e di Strasburgo. La domanda è se nell'ambito di quella rete, così faticosa e complessa, di opposizione al regime, alla dittatura putiniana, cresce e comunque sopravvive nel Paese una dimensione che è l'impegno a cercare di ricongiungere queste dimensioni, queste famiglie, che poi sono parte di una stessa matrice culturale, letteraria, artistica e musicale, che potrebbe essere un elemento non tanto di condizionamento della cronaca politica – che passa attraverso altri equilibri e rapporti di forza e di potenza –, ma per maturare una consapevolezza, una coscienza nell'opinione pubblica, sia quella europea, sia quella russa – o parte di quella russa, per noi molto preziosa – per ricostruire, in una prospettiva futura, un legame positivo tra queste due dimensioni.
Grazie ancora.
PRESIDENTE. Chiaramente condivido anche io quanto detto. Se non ci sono altri colleghi o colleghe che vogliono intervenire, dico anch'io qualcosa. Intanto, Le esprimo tutta la nostra solidarietà, come Comitato diritti umani, una solidarietà umana e politica, a Lei e a sua figlia Sasha. Io nutro molta ammirazione per il suo coraggio. Lei oggi viene qui a fare una denuncia fortissima contro il regime putiniano. Ci ha detto che i pacifisti in Russia sono equiparati ai terroristi. Ci ha parlato di un sistema giudiziario che è soggiogato dal regime. Ci ha parlato di giornalisti e avvocati che vivono sotto pressione e contro cui si fabbricano delle prove inesistenti. Lei oggi si è esposta per sua figlia Aleksandra – Sasha –, che rappresenta un simbolo per una generazione.
L'onorevole Onori diceva «ho letto di lei e ho trovato così interessante quello che lei aveva fatto». Sono sicura che tante giovani donne nel vedere questa ragazza, questa giovane senza paura sfidare il regime per dire che c'è un'alternativa alla guerra, per essere quello che è lei, nella sua identità di donna, che vuole amare un'altra donna e ne afferma il diritto – perché nell'amore non c'è mai qualcosa di sbagliato –, in tutto questo c'è molto coraggio.
Sasha, quindi, come fonte di ispirazione, donna che non vuole nascondersi e che non ha paura, ma io chiedo a Lei, adesso, Nadezhda: la sua sicurezza? Lei va in giro per l'Europa a fare una denuncia forte. Non crede che questa sua attività possa, in qualche modo, esporla? Lei ritornerà in Russia? Lei vuole rientrare nel suo Paese oppure ha rinunciato a farlo, in nome del sostegno che vuole dare a sua figlia all'esterno della Russia? Vorrei capire come Lei riesce a declinare questo ruolo che oggi ha assunto, di madre e attivista, di donna che non si rassegna a vedere il proprio Paese ridotto in questa condizione. Le chiederei, quindi, di avere qualche informazione proprio rispetto a come Lei porta avanti questa battaglia. Grazie.
NADEZHDA SKOCHILENKO. Il fatto è che non posso in questo momento tornare in Russia per la semplice ragione che parlo troppo. In verità avevo pensato di tornare, ma la gente con cui sono in contatto in Russia mi ha detto di non farlo perché sarei arrestata. E in prigione non potrei essere utile a nessuno, anzi ciò causerebbe nuove sofferenze a mia figlia che è già in carcere.
Se sono qui, invece, posso parlare e non soltanto di quel che succede a mia figlia. Qui posso parlare, ma non posso dire che non soffro per il mio Paese. Ho vissuto là per sessanta anni. Ed è così anche per mia figlia anche se è stato insinuato che quel che lei aveva fatto lo avesse fatto per odio. Non è vero, lei ama il suo Paese, la sua Russia e anch'io la amo.
Ed è proprio per questa ragione che cerchiamo di fare qualcosa per salvare il bene che tuttora c'è lì. Ci sono tante persone oneste e perbene. Ma le cose stanno così e queste persone perbene che hanno i loro cari in prigione devono prendersi cura anche dei loro familiari che restano a casa. La situazione oggi è tale che la gente perbene può opporsi al regime attraverso appelli o altre forme scritte per smuovere il regime entro i limiti della legalità, anche se ormai non esiste nessuna legge.
Alcune persone rischiano nel manifestare il loro dissenso apertamente, ma con Pag. 10la massima prudenza, per essere perseguiti, al limite, solo amministrativamente.
Anche chi sta già in prigione – ad esempio, Vladimir Kara-Murza e Ilya Yashin, entrambi dichiarati «agenti stranieri» – dovranno subire un secondo processo penale per non aver specificato di esserlo sui media dove si pubblicano i loro articoli. Così contro Kara-Murza è già stata mossa l'accusa di aver ignorato tre avvertimenti in questo senso. E lui è in carcere da due anni ormai, non ha visto né avuto contatti con nessuno, è in cella di isolamento, solo per non aver specificato nel modo dovuto di essere un «agente straniero» sarà processato penalmente per la seconda volta.
In verità sogno di poter tornare in Russia, ma purtroppo non ho l'esperienza della militante politica, non sono una combattente, come gli altri, per il momento posso solo parlare.
Purtroppo non ho una ricetta su cosa si deve fare in Russia, per la Russia. Capisco che la situazione lì è molto grave, ma devo dire che non tutti i russi oggi sono uguali a Putin. Ed è vero.
Sì, voglio dire che soprattutto gli artisti, la gente creativa oggi è stata presa di mira dal regime, anche se gli esponenti del mondo delle arti cercano delle vie che non vadano contro la legge: c'è chi scrive poesie, c'è che recita poesie, c'è chi dice semplicemente che non si deve arrivare ad una mobilitazione… e molte di queste persone sono in prigione. Vi sono tanti artisti che stanno in carcere.
Adesso sono sotto processo due pittori che avevano allestito due esposizioni a porte chiuse. Nessuno ne sapeva nulla. Ma poco tempo fa anche loro hanno esposto i volantini scritti in lingua ucraina in un supermercato. Ed è proprio per aver usato la lingua ucraina saranno giudicati ai sensi dell'articolo sull'estremismo e l'apologia di attività estremistiche. E si tratta di artisti.
Vi sono i poeti che avevano semplicemente recitato poesie contro la guerra e ora stanno in prigione. Sappiamo del caso di Zhenya Berkovich. È una regista teatrale ed è stata processata per uno spettacolo di teatro, ma in realtà è stata condannata per aver scritto poesie antibelliche.
Gli artisti di tutto il mondo si uniscono e parlano dei loro colleghi condannati. Si uniscono anche i medici – e ci sono già dei perseguitati anche tra i medici – per sostenersi a vicenda.
Eppure non possiamo assolutamente dire che si deve mettere una croce sulla Russia. C'è tanto bene in questo paese. È un puzzle, un complicato puzzle in seno all'intera comunità mondiale.
E così chiedo a tutti di far sapere la verità alla gente russa normale, perché viene detto alle persone comuni che tutto il mondo le odia, che nessuno e in nessun luogo del mondo le rispetta, che vengono introdotte sanzioni contro di loro. Le fonti di informazione libere sono bloccate ovunque. Non vi sono più media che dicano la verità. Ed è molto triste, perché alcune di queste persone si lasciano convincere dalla propaganda e cominciano a crederci. Tutto ciò è terribile.
PRESIDENTE. Grazie. Siamo assolutamente consapevoli che la Russia è un grande Paese e che, all'interno di questo Paese, c'è anche chi si oppone al regime e lo fa con coraggio, ad ogni livello della società. Queste persone meritano la nostra altissima considerazione, il nostro rispetto. Se riescono ad uscire dal Paese, dovrebbero avere ovunque una protezione internazionale che consenta loro di vivere regolarmente all'estero, con un permesso di soggiorno per motivi di asilo.
La ringrazio e auguro tutto il meglio a Lei e a Sasha. Mi auguro che le cose, prima o poi, cambino e che Lei possa tornare in Russia e riabbracciare sua figlia, che sarà libera presto, e di riceverle tutte e due, magari, un giorno, in questo Comitato. Grazie.
Dichiaro conclusa questa audizione.
La seduta termina alle 14.15.
Gli interventi in lingua straniera sono tradotti a cura degli interpreti.