XIX Legislatura

Commissioni Riunite (I-II-IX-X-XIV Camera e 1a-2a-4a-8a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Giovedì 17 luglio 2025
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Pagano Nazario , Presidente ... 3 

Audizione della Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, Henna Virkkunen, sulle tematiche di sua competenza (ai sensi dell'articolo 127-ter, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, e dell'articolo 114-quater, comma 2, del Regolamento del Senato della Repubblica):
Pagano Nazario , Presidente ... 3 
Virkkunen Henna , Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia ... 6 
Pagano Nazario , Presidente ... 13 
Giglio Vigna Alessandro (LEGA)  ... 13 
Pagano Nazario , Presidente ... 15 
Terzi Di Sant'Agata Giuliomaria  ... 15 
Pagano Nazario , Presidente ... 16 
Amich Enzo (FDI)  ... 16 
Pagano Nazario , Presidente ... 18 
Madia Maria Anna (PD-IDP)  ... 18 
Pagano Nazario , Presidente ... 19 
Casu Andrea (PD-IDP)  ... 19 
Pagano Nazario , Presidente ... 20 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 20 
Pagano Nazario , Presidente ... 21 
De Luca Piero (PD-IDP)  ... 21 
Pagano Nazario , Presidente ... 22 
Cafiero De Raho Federico (M5S)  ... 22 
Pagano Nazario , Presidente ... 23 
Iaria Antonino (M5S)  ... 24 
Pagano Nazario , Presidente ... 25 
De Monte Isabella (FI-PPE)  ... 25 
Pagano Nazario , Presidente ... 26 
Della Porta Costanzo  ... 26 
Pagano Nazario , Presidente ... 26 
Virkkunen Henna , Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia ... 26 
Pagano Nazario , Presidente ... 36 
Virkkunen Henna , Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia ... 36 
Pagano Nazario , Presidente ... 41

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE - Centro Popolare: NM(N-C-U-I)M-CP;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA I COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
NAZARIO PAGANO

  La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione televisiva sui canali satellitari della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica e la trasmissione diretta sulle web-tv della Camera e del Senato.

Audizione della Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, Henna Virkkunen, sulle tematiche di sua competenza.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, Henna Virkkunen.
  Saluto i deputati e senatori presenti oggi e tutti gli altri ospiti presenti, a cominciare dagli ospiti della Commissione europea.
  Ringrazio vivamente, anche a nome dei presidenti e di tutti i componenti delle altre Commissioni di Camera e Senato qui presenti, che io oggi rappresento, la Vicepresidente esecutiva Virkkunen per l'audizione odierna. Consideriamo molto importante interloquire con lei oggi su temi oggetto del suo portafoglio, quali la sovranità tecnologica, la sicurezza, la democrazia, le tecnologie digitali. Si tratta, infatti, da un lato, di Pag. 4questioni decisive per la protezione del modello di democrazia liberale e dei valori che informano il processo di integrazione europea; dall'altro, esse investono settori essenziali per rilanciare la competitività europea nell'ambito della transizione digitale.
  La Commissione Affari costituzionali, che ho l'onore di presiedere, ha avuto modo, nell'esercizio delle sue competenze, di occuparsi a più riprese delle iniziative dell'Unione su questi temi.
  Prima di lasciarle la parola, vorrei, pertanto, sottoporre alla sua attenzione alcuni profili che consideriamo di particolare rilevanza. Una prima questione riguarda le procedure attraverso le quali l'Unione europea monitora il rispetto dello Stato di diritto negli ordinamenti nazionali. Abbiamo la sensazione che lo Stato di diritto venga interpretato, soprattutto nell'ambito della relazione annuale predisposta dalla Commissione europea, in un modo molto ampio, che si spinge a sindacare le scelte politiche e legislative di competenza dei singoli Parlamenti e delle altre istituzioni nazionali. Nella relazione, infatti, sono spesso riportate e poste sullo stesso piano posizioni istituzionali critiche e rivendicazioni di carattere corporativo o strumentale da parte di stakeholders e interessi di categoria su ogni riforma sistemica che ne leda gli interessi.
  Siamo convinti che la rispondenza allo Stato di diritto di complesse riforme legislative, quali quelle in corso, per esempio, nel nostro Paese, in Italia, nel settore della giustizia, non possa essere valutata alla luce di paradigmi astratti o di polemiche e allarmismi di parte. Bisogna avere una profonda conoscenza delle specificità del sistema, dei pesi e contrappesi costituzionali di ciascun Paese, come pure del reale funzionamento delle sue istituzioni, compito che in tutti i sistemi democratici spetta al Parlamento. Abbiamo, comunque, molto apprezzato che la Pag. 5relazione sullo Stato di diritto per il 2025, presentata la scorsa settimana, riconosca in diversi passaggi i progressi su alcuni temi, ad esempio con riferimento alla proposta di legge sulla rappresentanza di interessi, all'esame proprio della Commissione Affari costituzionali della Camera.
  Il secondo punto concerne la sicurezza interna e l'effettiva protezione delle frontiere esterne. A questo riguardo, vorremmo approfondire con lei il tema della collaborazione tra le agenzie dell'Unione europea e le autorità nazionali per prevenire e contrastare la criminalità transfrontaliera. Giusto questa mattina ho visitato la sede della direzione centrale per l'immigrazione e la polizia delle frontiere del nostro Ministero dell'interno, guidata con grande autorevolezza dal prefetto Galzerano. Abbiamo constatato, presso la loro sala operativa, la qualità e la quantità di informazioni acquisite in relazione al monitoraggio delle frontiere esterne. Ciò rende ancor più singolare e grave il fatto, che noi abbiamo appreso in occasione di visite di studio presso Europol e presso Frontex, che da circa due anni è sospeso lo scambio sistematico e regolare di dati personali tra queste due agenzie (Europol e Frontex) in merito agli autori di gravissimi reati connessi all'immigrazione, ciò per effetto di due pareri del Garante europeo per i dati personali. Si tratta di un grave pregiudizio alla lotta alla criminalità e alla protezione delle frontiere esterne, che non può essere giustificato da un'applicazione formalistica e ideologica della tutela alla riservatezza. Vorremmo avere una sua valutazione al riguardo.
  Infine, e vado a concludere, vorrei fare una considerazione in merito all'obiettivo di rafforzare la sovranità digitale europea e l'infrastruttura pubblica nel settore, fondamentale anche per consolidare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, semplificare la vita delle imprese, e quindi accrescerne la competitività.Pag. 6
  Mi sia, infine, consentito richiamare una visita che ho svolto ieri presso la sala operativa del data center della Sogei, società del Ministero dell'economia e delle finanze, che costituisce un punto di eccellenza della transizione digitale della pubblica amministrazione italiana. Le chiedo se la Commissione europea intende valorizzare il ruolo di questi soggetti pubblici di eccellenza nel quadro della sua strategia in materia.
  Lascio, pertanto, la parola alla Vicepresidente Virkkunen. Dopo la sua relazione iniziale, che la prego – se possibile – di contenere in venti minuti, interverranno i colleghi deputati e senatori oggi qui con noi per porre quesiti specifici, che loro evidentemente svolgeranno. Ricordo che sono stati, allo scopo, assegnati dieci minuti complessivi per ciascun gruppo parlamentare, da ripartire indicativamente in due interventi da cinque minuti tra i rispettivi deputati e senatori. Ciascun gruppo potrà comunque suddividere il tempo a propria disposizione tra gli oratori presenti.
  Prego, pertanto, i gruppi che non vi abbiano già provveduto a comunicare alla Presidenza i nomi degli iscritti a parlare. Agli interventi dei colleghi parlamentari, che invito a rispettare rigorosamente i tempi assegnati, farà seguito la replica finale della Vicepresidente.
  Lascio, pertanto, la parola alla Vicepresidente Virkkunen.

  HENNA VIRKKUNEN, Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia. Signor presidente, deputati e senatori, vi ringrazio.
  È per me un grande piacere essere qui con voi questo pomeriggio, in questo edificio meraviglioso e in questa splendida sala. Sono stata io stessa parlamentare per sette anni in Finlandia e per dieci anni ho ricoperto il ruolo di deputata al Parlamento europeo, ecco perché ho grande rispetto del lavoro dei rappresentanti eletti. Sono pertanto molto lieta di avere Pag. 7l'opportunità di rivolgermi a voi, di incontrarvi e di capire quali sono le vostre priorità e le vostre domande che riguardano nello specifico l'Italia e l'Unione europea.
  Viviamo in un momento molto difficile, quando parliamo dell'Europa. Il mio mandato coniuga tecnologia, sicurezza e democrazia, tre temi strettamente interconnessi. La tecnologia è importante per la nostra sicurezza e per la nostra democrazia, ma può anche essere usata a nostro detrimento. Lo stesso vale per gli attacchi inflitti all'Unione europea, alle infrastrutture critiche, che sono state oggetto di sabotaggi, anche cibernetici. I nostri processi democratici spesso vengono messi sotto attacco, pertanto è essenziale sostenere la nostra sicurezza, la nostra competitività, la nostra democrazia, priorità assolutamente chiare alla Commissione europea.
  L'Italia, con la sua forza economica e con l'industria scientifica, svolge un ruolo da leader in questo progetto europeo. Quando parliamo di tecnologie non possiamo ignorare il fatto che l'Europa per troppo tempo ha investito in misura insufficiente in questi settori, nel settore delle tecnologie digitali, che invece rappresentano il fondamento della nostra competitività e sicurezza. Mentre i nostri competitor globali crescono nel settore tecnologico, noi scontiamo ancora carenze in termini di produttività e innovazione nell'Unione europea, spesso con una dipendenza eccessiva da fornitori di Paesi terzi. Queste sfide non possono più essere ignorate.
  La Commissione europea vuole imprimere un cambiamento e insieme stiamo procedendo con determinazione. Con la nostra Bussola della competitività, che si basa in larga parte sulla relazione del professor Draghi, abbiamo intenzione di semplificare leggi e regolamentazioni, per rendere l'Europa più rapida e più semplice per le imprese, per le piccole e medie imprese, per i settori. Vogliamo anche avvalerci del nuovo quadro Pag. 8finanziario annuale, che è stato approvato proprio nella giornata di ieri. Quindi, già siamo a buon punto.
  Voglio farvi alcuni esempi in tal senso, soprattutto per quanto riguarda le tecnologie. Una delle tecnologie chiave oggi è quella dell'intelligenza artificiale (IA). L'IA cambierà radicalmente le nostre società, nonché la nostra vita industriale da qui ai prossimi anni. Stiamo lavorando in maniera sollecita per questo Piano d'azione per il continente dell'IA e stiamo sviluppando le nostre capacità in materia di IA, a cominciare dai dati e dall'infrastruttura di calcolo. È un qualcosa su cui stiamo investendo insieme agli Stati membri. Quindi, infrastrutture di calcolo e dati dell'IA.
  Abbiamo bisogno di agire per prepararci al futuro, dobbiamo agire affinché diventi appetibile investire in Europa e assumere forza lavoro in Europa quando parliamo di IA. Dobbiamo invertire, dunque, questa tendenza in virtù della quale professionisti qualificati o proprietà intellettuale, o anche i semplici risparmi ottenuti dagli investimenti fatti dai nostri cittadini, migrano verso altri Paesi. Tenendo presente questo obiettivo, stiamo portando alla luce tredici fabbriche dell'IA in Europa, una delle quali si trova a Bologna, presso la Leonardo. Stiamo dando ai nostri ricercatori, alle nostre imprese la potenza di calcolo di cui hanno bisogno, e questo è molto importante in vista del nostro Piano d'azione per il continente dell'IA. Investire nelle infrastrutture è importante perché le comunità di ricerca in Italia che lavorano sull'IA sono numerose. Anche le start-up sono presenti in Europa, e in Italia, in grande misura, però mancano le capacità di calcolo. Ecco perché, insieme agli Stati membri, stiamo investendo affinché le imprese abbiano accesso a capacità di calcolo e possano sviluppare l'IA.Pag. 9
  Non finisce qui. Prevediamo anche di varare fino a cinque gigafactory di IA, ciascuna con decine di migliaia di chip dell'IA all'avanguardia, dunque strutture che, per capacità di calcolo, sono quattro volte superiori rispetto allo stato dell'arte attuale. Tali strutture saranno il motore della prossima frontiera dei modelli di IA in settori quali l'assistenza sanitaria, la robotica e le scoperte scientifiche. Abbiamo ricevuto un numero straordinario di manifestazioni di interesse a seguito del nostro invito a presentare proposte sulla costruzione delle gigafactory di IA, scaduto qualche settimana fa. L'Italia ha presentato tre proposte, e questo è stato uno straordinario successo, che ha addirittura superato le nostre aspettative. Questo dimostra che l'Italia ha un'eccellenza in questo settore, quando parliamo di infrastruttura di calcolo e interesse nell'IA, e dimostra anche che l'industria italiana ha le capacità perché il settore della ricerca e il settore pubblico possano unire le forze per costruire l'economia del futuro.
  Questa infrastruttura rappresenta solo l'inizio, perché la Strategia sull'Unione dei dati, che sarà presentata alla fine di quest'anno, garantirà un accesso migliorato a dati privati e pubblici di elevata qualità, per alimentare il nostro ecosistema di IA. Dobbiamo migliorare l'utilizzo delle soluzioni di IA in tutto il mercato europeo. Lo scorso anno, solo il 13 per cento delle imprese europee ha fatto ricorso all'IA e questa situazione deve cambiare. In Italia questa percentuale è risultata finanche inferiore, al di sotto la media del ricorso delle imprese, e soprattutto delle PMI, alla IA. Abbiamo identificato dove sono le falle e possiamo, a questo punto, sostenere il nostro settore pubblico, le nostre PMI affinché utilizzino l'intelligenza artificiale. Stiamo preparando la nostra strategia sull'IA applicata, al fine di accelerarne l'adozione in settori vitali.Pag. 10
  L'Europa può dimostrarsi forte, quando uniamo le forze delle nostre industrie tradizionali, delle nostre PMI e dei nostri sviluppatori, perché possiamo migliorare la produttività delle nostre imprese con l'IA e le nuove tecnologie. Dopodiché, possiamo anche disporre di nuovi servizi e nuovi prodotti.
  Vorrei, inoltre, fare riferimento all'importanza di garantire l'attuazione, favorevole all'innovazione, del progetto di legge sull'IA. Spero che l'Italia tenga presente questo mio spunto nella legge di attuazione.
  Al contempo, il nostro atto giuridico sullo sviluppo del cloud e dell'IA migliorerà la capacità dei data center europei, e in particolare la sostenibilità e la sicurezza. Questo è un altro settore in cui la forza industriale dell'Italia e la sua ambizione digitale possono fare la differenza. A ottobre vogliamo pubblicare un atto legislativo su questo tema per imprimere slancio a questo settore, per investire nelle alternative europee per quanto riguarda la capacità di cloud. Dopodiché, vogliamo anche disporre di centri di dati efficienti e sostenibili nell'Unione europea.
  Un altro ambito critico è quello dei semiconduttori, i chip, che danno energia a tutto, dall'automobile ai dispositivi medici. Noi non possiamo essere forti dal punto di vista tecnologico, non possiamo assicurarci la sovranità tecnologica, se non lo siamo prima sul fronte dei chip e dei semiconduttori. Questa è una conditio sine qua non, è dirimente. Abbiamo questo European Chips Act che prevede investimenti per 80 miliardi di euro, già annunciati. L'Italia è stato un Paese di punta in tal senso, avete la vostra strategia, la vostra azienda di punta nel settore, la STMicroelectronic, e poi c'è la Linea pilota per lo sviluppo di semiconduttori ad ampia banda proibita a Catania, cofinanziata dal Chips Act. Voi siete stati veramente pionieri in questo senso. Ma dobbiamo fare di più. Ecco perché stiamo Pag. 11lavorando su una legge sui chip 2.0, per migliorare settori quali chip dell'IA, fotonica, quantistica, architetture ad alta efficienza energetica.
  Onorevoli deputati e senatori, anche la sicurezza, al pari della tecnologia, è la base della nostra sovranità. All'inizio di quest'anno la Commissione ha adottato un libro bianco per la difesa europea e ha adottato anche il piano «ReArm Europe, preparati al 2030». Questo significa investire nella nostra base industriale, promuovere la cooperazione transfrontaliera e fare in modo che l'Europa possa tutelare i propri cittadini.
  Sicuramente la sovranità tecnologica potrebbe rivelarsi utile, soprattutto in un momento in cui gli Stati membri vogliono investire nella sicurezza e nella difesa, perché le tecnologie vanno di pari passo con gli investimenti in sicurezza e tecnologia. Se vogliamo avere un'industria della difesa competitiva dobbiamo investire nelle nuove tecnologie critiche: la quantistica, l'IA e il settore dei chip.
  L'Italia, in quanto membro fondatore della UE e pilastro della NATO, ha delle esperienze e delle capacità uniche nel loro genere per contribuire a questo sforzo di sicurezza congiunto, ma nessuna di queste ambizioni può vedersi realizzata se le nostre aziende, regioni e cittadini sono oppressi da troppe normative non necessarie. Abbiamo già adottato sei pacchetti omnibus nel settore digitale, proposte legislative che mirano a semplificare alcune regolamentazioni europee, riducendo la burocrazia, armonizzando le regole ed semplificando l'attuazione in tutti i Paesi membri.
  Alla fine di quest'anno, inoltre, presenteremo anche il nostro primo pacchetto di semplificazione digitale ad hoc, con due azioni principali. Innanzitutto, un pacchetto omnibus nel settore digitale per modificare la legislazione vigente sulla sicurezza cibernetica, lo scambio di dati e l'IA. L'obiettivo è identificarePag. 12 duplicazioni e semplificare il lavoro per le aziende, riducendo altresì i costi di conformità per le stesse. Inoltre, stiamo proponendo un Portafoglio europeo delle imprese affinché le aziende, specialmente le PMI, possano gestire i propri obblighi amministrativi più efficientemente. Quindi, è anche importante utilizzare in maggior misura gli strumenti digitali per semplificare il processo.
  Inoltre, quando parliamo della semplificazione, il nostro obiettivo non è deregolamentare, o fare passi indietro per quanto concerne le nostre regole. I nostri obiettivi strategici rimangono gli stessi, ma possiamo conseguirli in un modo più intelligente, meno costoso e più efficiente. Spesso abbiamo troppi oneri amministrativi, troppa burocrazia.
  Prima della fine di quest'anno presenteremo, inoltre, il nostro Atto legislativo sulle reti digitali, quindi non avremo molte nuove normative per quanto concerne la digitalizzazione. Nello scorso anno abbiamo infatti adottato grandi pacchetti digitali e adesso li stiamo attuando, studiamo come semplificarli, eliminando le duplicazioni. In altre parole, la nostra attività sulle reti digitali al momento concerne la revisione e l'ammodernamento della normativa dell'Unione sulle telecomunicazioni. Questo perché sappiamo bene che le telecomunicazioni, insieme alla connettività, sono condizioni imprescindibili per l'innovazione. Vogliamo incentivare gli investimenti nelle infrastrutture di prossima generazione e ridurre gli oneri amministrativi e i costi di conformità per gli operatori in questo settore.
  Onorevoli parlamentari, dinanzi a noi abbiamo un decennio decisivo. Le scelte che facciamo oggi determineranno il posto dell'Europa nel mondo di domani. La competizione è molto accesa per quanto concerne le tecnologie e i Paesi che hanno capacità tecnologiche decisive guidano il mondo verso il futuro. Pag. 13Per questo motivo l'Europa deve costruire le proprie capacità in alcuni settori critici.
  Il nuovo Fondo europeo per la competitività, che abbiamo proposto ieri, che si basa molto sul rapporto Draghi, è parte della proposta della Commissione per il nuovo bilancio della UE. Questo fondo è il nostro strumento principale di investimento nella leadership digitale, e l'Italia deve essere uno dei protagonisti di questa impresa. Il vostro ruolo in quanto legislatori nazionali è estremamente importante per conseguire questi obiettivi. Voi siete molto vicini ai vostri cittadini, alle vostre aziende, alle vostre regioni, quindi sapete cosa funziona sul terreno. Insieme possiamo rafforzare la posizione dell'Europa nel mondo, in quanto Unione che investe in tecnologia, difende i propri valori e fornisce benefici concreti per tutti i propri cittadini. Conto molto sul vostro supporto in quanto partner principale per far sì che questo sia un successo.
  Grazie mille per avermi dato l'opportunità di essere qui con voi questo pomeriggio. Sono pronta a rispondere alle vostre domande e ad ascoltare tutte le vostre priorità, oltre naturalmente a prendere nota dei vostri contributi.

  (Applausi)

  PRESIDENTE. Grazie, Vicepresidente Virkkunen.
  Prima degli interventi dei parlamentari, lascio la parola a Giglio Vigna, presidente della Commissione Rapporti con l'Unione europea, per un saluto.

  ALESSANDRO GIGLIO VIGNA. Grazie, presidente.
  Benvenuta a Roma, Commissaria. Tre domande rapide. L'intelligenza artificiale, come sappiamo, rappresenta oggi una leva fondamentale per incentivare la competitività europea. L'AI Act rischia di andare nella direzione opposta e frenare l'avanzamentoPag. 14 tecnologico dell'Unione, proprio mentre altri Paesi stanno già adottando approcci più flessibili.
  In questo strumento uno degli aspetti più critici riguarda proprio la tempistica di attuazione. Il 2 agosto entreranno in vigore gli obblighi di trasparenza e governance, il 2 febbraio 2026 quelli per i sistemi ad alto rischio, il 2 agosto 2026 le regole per i prodotti regolamentati. Alla luce di questo scenario, vorrei chiedere alla Commissaria se la Commissione stia valutando di intervenire sull'AI Act attraverso il meccanismo dell'omnibus per introdurre misure di semplificazione normativa e se vi sia la possibilità di uno «stop the clock» che consenta di rinviare l'entrata in vigore degli obblighi, soprattutto quelli del 2 agosto, come sollecitato da numerose aziende europee, numerose start-up italiane, che hanno espresso forti preoccupazioni in merito ai tempi e alla sostenibilità dell'adeguamento.
  Sempre sul tema della digitalizzazione, ma aprendo un po' di più lo spettro, in diversi ambienti si è iniziata a fare largo l'ipotesi di un utilizzo della regolamentazione europea nel settore digitale come strumento di ritorsione economico in risposta ai dazi USA. È noto che gli USA considerino la regolamentazione europea in materia digitale una barriera commerciale, una discriminazione nei confronti delle aziende americane. Il paradosso è che in un momento storico in cui l'Europa deve investire per recuperare competitività questa stessa iper-regolamentazione rischia di trasformarsi in un freno alla crescita del nostro stesso mercato, penalizzando imprese e consumatori europei. Vorrei, quindi, chiederle di chiarire se e in che modo i dossier relativi alla regolazione digitale siano stati oggetto di discussione con gli Stati Uniti e se la Commissione intenda muoversi su questo tema in modo costruttivo, evitando che diventi un ulteriore terreno di tensione.Pag. 15
  Il tema al contrario potrebbe rappresentare un elemento di de-escalation nel dialogo transatlantico, una spinta verso la competitività per lo stesso mercato europeo, come detto nella seconda domanda. Sicurezza, libro bianco, ReArm Europe, sicurezza fronte est, sicurezza fronte cyber, Italia Paese con una sensibilità mediterranea; porre al centro il fronte sud, immigrazione clandestina, problemi sociali, terrorismo. Noi qui a Roma vogliamo ribadire che il fronte sud, l'immigrazione clandestina, ci crea preoccupazione forse anche più del fronte est, che concerne il conflitto Russia-Ucraina.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Giglio Vigna.
  Passo la parola al presidente Giulio Terzi di Sant'Agata.

  GIULIOMARIA TERZI DI SANT'AGATA. Grazie, presidente.
  Vicepresidente, la ringrazio per la sua esposizione. Vorrei toccare un paio di punti e avere alcune sue indicazioni e osservazioni, sapere come valuta un paio di aspetti contenuti nell'importante rapporto sullo stato di diritto che lei ha presentato l'8 luglio scorso insieme al Commissario alla giustizia McGrath a Strasburgo, soprattutto per quanto riguarda il primo punto: le interferenze estere e i tentativi, le strategie attraverso disinformazione e interferenza e – vorrei dire – forme di attacco anche diretto, come abbiamo visto proprio in queste ultime ore, in quest'ultimo paio di giorni, contro le nostre istituzioni e i nostri Paesi per sovvertire la democrazia.
  È vero che quando si parla di interferenze si parla di una rete di agenti, di conniventi, di appoggi che regimi come quello russo, ma anche altri, come quello cinese e quello iraniano, hanno in Europa e di cui dispongono, che sono soprattutto sommersi, ma a volte sono manifesti. Quindi, le tecniche della disinformazione, delle manipolazioni delle nostre opinioni pubbliche, contrastano completamente la stabilità della nostra Pag. 16istituzione. Come abbiamo visto negli ultimi due o tre giorni, si è parlato di circa 20-25 agenti hacker che hanno operato negli ultimi mesi contro le nostre amministrazioni, con un software di origine russa, che utilizza un sistema neanche troppo sofisticato, perché oramai si usa da moltissimi anni, il DDoS (distributed denial-of-service). Hanno ottenuto effetti e ricevono anche compensi in criptovalute per queste operazioni. È difficile slegare i due momenti, quello della disinformazione sommersa e quello degli attacchi sommersi per carpire dati, trovare informazioni di intelligence e minare anche il funzionamento dei nostri Paesi.
  Sul secondo aspetto, quello che riguarda lo stato di diritto, vorrei rappresentarle che, dal punto di vista del sistema di giustizia e del rendere più efficace la giustizia nei nostri Paesi per creare ambienti più business friendly, anche per quanto riguarda gli investimenti e la competitività, ritengo, anche da una visione e da un'analisi fatta dai nostri Paesi partners, in Europa e fuori dall'Europa, vi siano stati dei progressi, che vengono riconosciuti dalla Commissione, per quanto riguarda i tempi dei processi civili, in particolare quelli che riguardano la realtà economica. C'è ancora da fare, sicuramente, ma abbiamo ottenuto risultati che vorremmo continuare a condividere e sui quali vorremmo essere sostenuti dalla Commissione.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Giulio Terzi di Sant'Agata.
  A questo punto iniziamo con le domande dei rappresentanti dei gruppi parlamentari, deputati e senatori. Ricordo che ogni raggruppamento politico ha a disposizione dieci minuti. Iniziamo dall'esponente del gruppo di Fratelli d'Italia, onorevole Amich.

  ENZO AMICH. Grazie, presidente. Un caloroso saluto alla Vicepresidente esecutiva, che ringrazio di onorarci qui, oggi Pag. 17della sua presenza ma ancor di più delle parole precise e concrete che ha usato nella sua relazione. Grazie di cuore.
  Mi permetto di fare una riflessione e di anticipare quello che ha già detto il Presidente Vigna per quanto riguarda una speranza che tutti noi abbiamo, vale a dire che auspichiamo vada a buon fine la negoziazione tra Unione europea e Stati Uniti d'America. Come ha ricordato recentemente proprio il nostro Presidente Giorgia Meloni, non avrebbe alcun senso innescare uno scontro commerciale tra due sponde dell'Atlantico e lavoriamo tutti quanti per un accordo equo che possa rafforzare l'Occidente nel suo complesso.
  Negli ultimi cinque anni l'Unione europea ha adottato importanti regolamenti, dovuti, che abbiamo trattato anche nelle nostre Commissioni di competenza, sul tema del digitale, ad esempio il DMA (Digital Markets Act), il DSA (Digital Services Act), l'AI Act, che di fatto impattano in maniera significativa e in alcune occasioni in maniera doverosa su aziende anche americane.
  La Presidenza Trump non ha mai nascosto il suo ragionamento sotto questo punto di vista, vale a dire che ha dimostrato di considerare le aziende tecnologiche come degli asset nazionali fondamentali e di considerare queste legislazioni europee a volte una sorta di dazi nascosti. Un esempio è rappresentato – ne analizzavo le ultime dinamiche – dalle limitazioni alla pubblicità personalizzata imposte dal DMA, che potranno essere ulteriormente rafforzate nel nuovo DFA (Digital Fairness Act). Tra l'altro, questi strumenti di marketing avanzati sono anche utili per le aziende italiane ed europee, che generano centinaia di miliardi di euro in ricavi annualmente.
  Nella mia riflessione chiedo se in un eventuale aggiustamento, ripensamento o modo di formulare queste regolamentazioni queste norme siano oggetto di una riflessione per Pag. 18regolare questi mercati digitali in modo da aiutare una sorta di percorso di de-escalation con gli Stati Uniti.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Amich.
  Proseguiamo con le domande, le risposte arriveranno alla fine.
  Il gruppo del Partito Democratico ha indicato quattro parlamentari, ma rammento che sono comunque dieci minuti in totale. La prima è l'onorevole Madia, alla quale do la parola.

  MARIA ANNA MADIA. Grazie, Presidente. Grazie, Vicepresidente. Io ho una domanda molto puntuale rispetto al lavoro importante che lei sta facendo sulla modalità tecnica per verificare l'età su internet e sui social network. Vorrei chiederle quali tempi lei immagina saranno necessari per attuare questa importante riforma, di cui io sono molto fiera che la Commissione si sia fatta parte attiva in modo così convinto. So che lei è persuasa che sia una necessità, credo, però, che il fattore tempo di attuazione non sia un fattore neutrale, perché senza verifica dell'età noi non possiamo introdurre un'età minima per l'utilizzo di internet e dei social, in quanto senza la verifica dell'età non possiamo attuare gran parte del digital services act anche nelle importanti parti di questo regolamento che tutelano i minori. Penso, ad esempio, al divieto di profilazione che oggi il Digital Services Act imporrebbe ai minori di diciotto anni, ma che senza verifica dell'età rimangono norme di principio astratte. Inoltre, senza questa importante riforma di fatto oggi rimaniamo a mani nude rispetto a una vera e propria emergenza sociale, riconosciuta a livello scientifico ormai da tutti gli ambiti che si occupano di salute fisica e mentale di bambini e adolescenti. È inutile che li citi, dagli studi di Jonathan Haidt negli Stati Uniti al rapporto commissionato dal Governo francese. Pag. 19Ormai è unanime la scienza su questo punto. Ci mancano gli strumenti e la verifica dell'età è il primo strumento.
  L'Italia sarà un Paese pilota? Il sottosegretario Butti è stato piuttosto evasivo sui tempi addirittura di sperimentazione. Io credo che questi tempi ancora vaghi non siano all'altezza dell'emergenza sociale che oggi vivono i bambini preadolescenti. Arrivare, poi, all'aut aut che ha imposto il Presidente francese dicendo alla Commissione «se non lo fate voi, lo facciamo noi» sia un errore per tutti, sia un lose-lose per tutti, perché è molto complicato intervenire. Io ritengo che gli Stati membri e la Commissione debbano, a maggior ragione, essere alleati in questo momento. Dunque, le chiedo parole chiare sui tempi d'attuazione della verifica dell'età.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Madia.
  A questo punto faccio fare le domande a tutti i componenti del gruppo del Partito Democratico, per cui do la parola all'onorevole Casu. Tenete conto dei tempi che avete.

  ANDREA CASU. Molto rapidamente, una domanda semplice. È un momento molto difficile e bisogna reagire nella maniera più utile e intelligente a livello europeo. È fondamentale unire le forze, oggi più che mai, sapendo che se domani il Presidente Trump firmasse un ordine esecutivo per interrompere l'erogazione dei servizi digitali degli Stati Uniti all'Europa staccherebbe la luce al nostro continente e ci riporterebbe indietro di decenni nei settori dove siamo più dipendenti, ovvero chip e semiconduttori, ma anche infrastrutture satellitari, cloud, intelligenza artificiale, cybersicurezza e guida autonoma. Peraltro, proprio oggi si è aperto un nuovo conflitto all'interno del Senato americano proprio sul futuro della guida autonoma. Anche su questo dovremmo concentrare maggiormente gli sforzi nel nostro continente.Pag. 20
  Ebbene, alla luce di quello che sta succedendo, come stiamo orientando i processi europei per concentrare gli sforzi, recuperare il ritardo ed essere in grado di diversificare l'offerta, offrendo tecnologie proprietarie europee ai cittadini e alle imprese europee? Penso in particolare al servizio di backup satellitare: se si spengono tutte le comunicazioni, come si immagina di garantire la comunicazione di emergenza? Ricordo che l'Italia l'ha introdotta con l'articolo 25 della legge recante disposizioni in materia di economia dello spazio. Che tempi prevede per poterlo garantire attraverso soggetti europei? Non è possibile, per accelerare in questa direzione, far sì che sia l'Europa a potersi difendere? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Casu.
  Do la parola all'onorevole Simiani sempre del gruppo del Partito Democratico.

  MARCO SIMIANI. Grazie. Ringrazio la Vicepresidente. Apprezzo il suo intervento e le cose che ha detto. La mia domanda è molto semplice. Viviamo in un mondo che ogni giorno ci coglie di sorpresa, visti anche gli aspetti climatici e soprattutto tutti i sistemi di sicurezza non solo a livello territoriale ma anche infrastrutturale. Come sa benissimo, in Europa si verificano molti incidenti anche per la carenza nelle manutenzioni e per la mancata sicurezza delle infrastrutture. Ebbene, io credo che la tecnologia possa fare molto in tal senso. Avevamo provato a ragionare sull'internet of things, che era un progetto molto importante, grazie al quale si potevano verificare le infrastrutture in ogni momento. Io credo che ci debba essere un'ulteriore evoluzione proprio con l'intelligenza artificiale, che oggi è uno strumento che possiamo inserire anche nel controllo non solo di tutto il sistema infrastrutturale europeo ma anche dei territori, penso a frane e dissesto idrogeologico. Per queste Pag. 21ragioni, le chiedo se lei pensa che oggi l'Europa debba investire prima di tutto in questo ambito, anche al fine di stabilire le priorità nell'utilizzo delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione e di altri fondi europei, se riusciamo in questo caso a offrire garanzie attraverso la tecnologia, al fine di stabilire quali sono le priorità di intervento, risparmiare risorse e, dunque, essere nei posti giusti.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Simiani, anche per essere stato sintetico.
  Per l'ultimo intervento del gruppo del Partito Democratico, do la parola all'onorevole De Luca.

  PIERO DE LUCA. Grazie, presidente. Ringrazio la Commissaria per la sua relazione. Noi condividiamo una considerazione politica: l'Europa non è un'organizzazione di parassiti, come è stata definita da qualcuno nei mesi scorsi, è un'organizzazione che è stata creata nel dopoguerra per difendere pace, diritti, libertà e democrazia. Oggi questi valori sono a rischio, per cui devono essere difesi e tutelati anche e soprattutto sulla rete digitale e su internet, che è uno strumento fondamentale, è diventato ormai parte integrante della vita quotidiana privata, politica, istituzionale, pubblica di chiunque di noi, ma presenta anche alcuni elementi di rischio molto elevati, che bisogna analizzare e contrastare.
  Uno degli elementi, a cui faceva riferimento il senatore Terzi di Sant'Agata, è legato alla disinformazione e agli attacchi anche ibridi che arrivano da altri continenti, per cui le chiedo qual è la strategia o il lavoro concreto che state immaginando di portare avanti da un punto di vista normativo-regolamentare a livello europeo per difendere le nostre democrazie da questi tipi di attacchi.Pag. 22
  Come Partito Democratico abbiamo presentato una proposta di legge volta ad affermare l'esigenza dell'identità digitale, quindi contro l'anonimato on-line, per evitare il fenomeno degli hate speech, dell'odio, della discriminazione e della violenza, ma anche delle fake news diffuse on-line, che rappresentano un attacco ai diritti ma anche alle nostre democrazie. Ci farebbe piacere poterle inviare il testo e che questo testo potesse diventare elemento di un lavoro da avviare a livello europeo per puntare a una normativa che tenga conto di questi aspetti e aiuti a fare dei passi avanti per difendere le libertà, i diritti e la democrazia stessa on-line. Le chiedo se avete già delle idee su questo tema.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Luca. Abbiamo concluso le domande del gruppo del Partito Democratico.
  Passiamo al gruppo del Movimento 5 Stelle. Do la parola all'onorevole Cafiero De Raho.

  FEDERICO CAFIERO DE RAHO. Grazie, Presidente. La ringrazio, signora Vicepresidente, per la relazione. Secondo i report di Europol dell'ultimo anno la criminalità organizzata rappresenta una minaccia sempre più sofisticata per l'Unione europea, con gruppi criminali transnazionali nell'economia legale degli Stati membri. È richiesta una risposta unitaria e integrata. Nell'ambito delle sue competenze vi è il rafforzamento della sicurezza interna, con un approccio più severo proprio nei confronti della criminalità organizzata. Nel secondo semestre del 2026 è prevista la proposta di revisione della decisione quadro 2008/841/GAI (Giustizia e affari interni) del Consiglio relativa al contrasto della criminalità. A tal fine sarà valutata la proposta dell'europarlamentare Antoci circa l'introduzione di una fattispecie che contenga gli elementi del delitto Pag. 23di associazione mafiosa, previsto nel nostro ordinamento all'articolo 416-bis. Questa normativa impedirebbe gli spazi giuridici vulnerabili all'infiltrazione mafiosa, vincolando ogni Stato membro a perseguire i gruppi criminali. Quindi, le chiediamo quale atteggiamento assumerà la sua Commissione.
  Altro punto riguarda lo stato di diritto e l'armonizzazione delle normative. L'Italia ha recentemente abolito il reato d'abuso d'ufficio e non ha pensato di colmare la lacuna. In venticinque Paesi su ventisette esiste questa figura. A noi è parsa una violazione delle norme internazionali. Quindi, le chiedo il suo pensiero, se questo reato realmente deve essere adottato da tutti o se, invece, può essere liberamente abolito.
  Nell'ambito dei suoi compiti vi è anche il rafforzamento della competitività digitale. Lei, signora Vicepresidente, insieme alla Vicepresidente per la strategia industriale, sarà chiamata a incrementare la produttività con la diffusione di tecnologie. L'attenzione ai servizi digitali è altissima. La competitività si tutela anche evitando privilegi, soprattutto quando essi riguardano soggetti economici di altri continenti, come gli Stati Uniti d'America, che ci fanno una guerra economica proclamando l'applicazione del 30 per cento con i dazi. Le chiedo, dunque, cosa ci può dire sulla tassazione alle grandi piattaforme digitali riferibili ai colossi stranieri, non solo per garantire che le grandi multinazionali contribuiscano in modo adeguato ma anche per proteggere indirettamente i servizi digitali offerti dai produttori europei.
  Le chiedo, infine, cosa ci può dire sull'euro digitale visto che questa è una delle ulteriori acquisizioni che sta facendo la Banca centrale europea.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cafiero De Raho.Pag. 24
  Sempre per il Movimento 5 Stelle, do la parola all'onorevole Iaria, che è collegato da remoto. Le restano cinque minuti.

  ANTONINO IARIA (in videoconferenza). Grazie, Presidente. Ringrazio la Commissaria per la relazione. Vorrei fare una domanda che riguarda il ritardo dell'Italia nelle infrastrutture strategiche per le connessioni digitali e la fibra e, dunque, per garantire un'evoluzione al sistema digitale italiano. Non ritiene che i ritardi nell'utilizzo dei fondi PNRR per il programma «BUL (banda ultra larga)» e per il programma «Italia a 1 Giga» debbano essere attenzionati da una commissione indipendente della Comunità europea per capire le ragioni di questi ritardi?
  Rispetto alle raccomandazioni che avete fatto nella vostra relazione riguardo alle problematiche dello sviluppo dell'intelligenza artificiale in Italia, come vede il fatto che la nostra unica legge che stiamo discutendo in materia di intelligenza artificiale abbia alcune criticità rispetto a essere compliance verso l'AI Act e il GDPR (general data protection regulation)? È un problema che dovreste segnalare e dovreste anche riuscire ad aiutare il Governo italiano ad andare nella direzione corretta per far sviluppare l'intelligenza artificiale nel nostro Paese.
  Con riferimento alle pessimistiche domande che sono state fatte rispetto al fatto che gli Stati Uniti d'America potrebbero chiudere il «rubinetto digitale» verso l'Europa, quali sono i veri dati e le vere informazioni riguardo a questo tema?
  In ultimo, anni fa avevamo una qualche possibilità di essere competitivi per quanto riguarda il tema dei semiconduttori e dei chip, al punto tale da riuscire a essere partner a livello di Cina e Stati Uniti d'America: rispetto a questi ultimi anni qual è la situazione? Abbiamo subìto un arretramento verso questo fronte?Pag. 25
  Chiudo ribadendo un concetto. Non vorrei che tutto questo sviluppo che l'Unione europea giustamente fa puntando all'intelligenza artificiale e ai sistemi digitali sia mangiato dal piano di difesa «ReArm Europe», dunque dalla possibilità di usare armi soltanto per la difesa, quando questo tema riguarda tutta la nostra società civile, dall'istruzione alla competitività delle imprese, a vivere in un ambiente digitale, che sarà il futuro dell'Unione europea.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Isabella De Monte, che interviene per il gruppo di Forza Italia.

  ISABELLA DE MONTE. Grazie, Presidente. Grazie, Vicepresidente. È un piacere averla qui e ritrovarla, visto che abbiamo condiviso l'esperienza in Parlamento europeo nell'VIII legislatura. Intanto la ringrazio per la presenza, perché è importante condividere, soprattutto nella fase iniziale del lavoro della Commissione, gli orizzonti. Molti interventi sono stati caratterizzati proprio dal tema della sovranità tecnologica e in questo senso è orientata anche la mia domanda: che cosa concretamente si può fare dal punto di vista della regolamentazione ma anche degli investimenti? Ricordo che proprio nell'VIII legislatura vi fu la disponibilità di un miliardo e mezzo di euro nel quadro finanziario pluriennale per l'intelligenza artificiale, in un momento in cui altre potenze, tra cui Cina e Stati Uniti d'America, stavano investendo altrettanto. Quindi, le chiedo che cosa farà la Commissione dal punto di vista della regolamentazione e dell'investimento, nonché se ci può indicare una timeline di questa indipendenza, quando potremo immaginare di essere indipendenti con realtà europee.
  Una seconda domanda riguarda la strategicità della sicurezza, che ha a che fare con il regolamento DORA (Digital Pag. 26Operational Resilience Act) che riguarda il settore finanziario. Proprio per un tema di sicurezza, possiamo immaginare di applicarlo anche in altri settori industriali?
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Monte.
  Do la parola al senatore Della Porta del gruppo di Fratelli d'Italia, al quale rivolgo l'invito a contenere il suo intervento entro un tempo massimo di cinque minuti.

  COSTANZO DELLA PORTA. Sarò molto più telegrafico, Presidente. Ringrazio la Vicepresidente della presenza. La mia è una domanda che nasce dall'approvazione di un provvedimento, avvenuta ieri, al Senato della Repubblica che riguarda le infrastrutture per la trasmissione dei dati. Come dicevo, ieri il Senato ha approvato una legge per la sicurezza dei cavi subacquei, dal momento che si sono moltiplicati gli episodi di sabotaggio e, quindi, devono essere prevenuti per il futuro. Il tema riguarda, però, anche e soprattutto i fornitori: gli Stati Uniti d'America hanno appena bandito cavi e interconnessioni Huawei e di altre aziende cinesi. La domanda che le pongo, dunque, è la seguente: che cosa può fare l'Unione europea?
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Della Porta.
  Abbiamo concluso con le domande, che spero non siano state troppe. Cara vicepresidente, adesso do la parola a lei per le risposte alle domande che ha ricevuto.

  HENNA VIRKKUNEN, Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia. Grazie mille a tutti voi. Avete sollevato argomenti molto interessanti e molto importanti. Cercherò di metterli Pag. 27insieme e cercherò di fare del mio meglio. Alcune di queste domande devo ammettere che sono piuttosto difficili.
  Per quanto concerne il nostro AI Act, ossia se sta ostacolando l'innovazione, questo è ciò che sentiamo dire a volte. Io penso che il regolamento non sia contro l'innovazione, perché noi dovremmo avere regole che incoraggiano l'innovazione; ma quando parliamo di IA, per esempio, dobbiamo anche essere consapevoli dei rischi. Penso che abbiamo un approccio molto positivo all'interno dell'Unione europea, un approccio che si basa sui rischi, quindi in molti casi possiamo sviluppare e usare liberamente l'IA senza alcun rischio. Ma quando l'IA è usata, per esempio, negli ospedali o nei trasporti, o per esempio quando è l'IA che decide chi avrà un prestito o chi avrà un posto di lavoro, ebbene in questi casi bisogna avere degli standard che devono essere testati prima che siano diffusi sul mercato, perché è importante che le persone possano avere fiducia di questa tecnologia. Perché la fiducia delle persone è certamente fondamentale quando l'IA gestisce questi sistemi (per esempio all'interno degli ospedali) e questa fiducia è un buon punto di partenza per l'innovazione e gli investimenti. È per questo motivo che abbiamo queste regole.
  Per quanto concerne la prossima fase dell'AI Act, ebbene questa normativa entrerà in vigore gradualmente. Il 2 agosto ne entrerà in vigore la parte relativa all'IA generativa. Il gruppo di esperti la scorsa settimana ha pubblicato un codice di condotta e adesso stiamo finalizzando anche delle linee guida per gli sviluppatori di IA. Questo è un aspetto molto importante, che, come dicevo, entrerà in vigore il 2 agosto, mentre l'entrata in vigore per il pubblico avverrà un anno dopo (quindi c'è ancora questa fase di adozione per le aziende). La parte successiva, anch'essa molto importante, riguarderà i sistemi altamente rischiosi ed entrerà in vigore l'anno prossimo, precisamente ad Pag. 28agosto. Adesso stiamo preparando degli standard. Anche questo è molto importante per le nostre industrie, che devono conoscere gli standard di queste applicazioni molto rischiose prima che la normativa entri in vigore. Quindi, stiamo fornendo il nostro supporto alle organizzazioni delle standardizzazioni affinché possano elaborare questi standard e affinché questi ultimi possano essere conosciuti dalle industrie a tempo debito prima che la normativa sia applicabile ai servizi altamente rischiosi nel mese di agosto 2026. Questo è qualcosa che stiamo discutendo con le industrie e con le organizzazioni delle standardizzazioni. È molto importante accelerare su questo aspetto.
  Non penso che dovremmo ritirare qualcosa o arretrare per quanto concerne le nostre regole sull'IA, perché si basano sui rischi, ma al tempo stesso vogliamo applicarle in un modo che stimoli l'innovazione, vogliamo aiutare le nostre PMI a rispettare le regole e a usare l'IA. Per questo motivo abbiamo un ufficio dedicato all'intelligenza artificiale all'interno della Commissione europea e apriremo in questi giorni un service desk dedicato alle PMI, affinché possano capire le nostre regole e le possibilità offerte dall'IA. Ma ovviamente non è sufficiente avere un unico ufficio a Bruxelles. Per questo motivo abbiamo degli uffici per l'innovazione digitale in tutti i Paesi dell'Unione europea e li stiamo trasformando affinché possano aiutare le PMI sul terreno con l'IA, perché riteniamo che ciò sia molto importante. Quindi, non penso che il nostro regolamento stia ostacolando l'innovazione. Al tempo stesso riteniamo che l'AI Act faccia parte del processo di semplificazione, dal momento che ci sono alcune parti che si sovrappongono al Digital Services Act. Stiamo, quindi, semplificando dal punto di vista delle imprese. Ci sono, inoltre, altri regolamenti per quanto riguarda i dispositivi medici o l'ambito finanziario, che a volte si sovrappongono con l'AI Act dal punto di vista delle aziende. Pag. 29Quindi, stiamo esaminando come possiamo aiutare queste ultime a rispettare le varie normative che riguardano una medesima questione.
  Per quanto riguarda le relazioni con gli Stati Uniti d'America, che molti di voi hanno menzionato, questo tema è stato particolarmente al centro della nostra attenzione nel corso degli ultimi mesi. Ci sono state molte critiche da parte degli statunitensi per quanto concerne le nostre regole digitali, perché spesso gli statunitensi ritengono che le nostre regole prendano di mira le aziende statunitensi, ma questo ovviamente non è vero. Le stesse regole si applicano a tutte, alle aziende europee, a quelle asiatiche e a quelle americane. Chiunque fa business all'interno dell'Unione europea deve rispettare le nostre regole.
  Per quanto riguarda il digital markets act, noi vogliamo che nessuno abusi della propria posizione dominante all'interno del mercato per impedire innovazioni in questo mercato. Questa legislazione è molto supportata anche dalle aziende americane, che non sono le più grandi del mondo, perché loro vogliono avere accesso a questo mercato secondo regole che valgano per tutti e che garantiscano la competizione. Questo è anche importante per le nostre industrie, per le nostre PMI europee, ovverosia che i grandi attori mondiali non blocchino tutto con le loro innovazioni. Ci deve essere interoperabilità, ci dev'essere la possibilità che nuovi attori possano avere accesso al mercato. Quindi, il nostro digital markets act vuole fare in modo che vi siano le stesse regole per tutti e che anche le piccole aziende possano avere accesso al mercato. A tal riguardo abbiamo un grande supporto anche da parte delle aziende americane, chiaramente quelle che non sono le più grandi al mondo.
  Un'altra normativa che è stata molto discussa in pubblico è il Digital Services Act. Vogliamo fare in modo che vi sia un ambiente democratico, equo e sicuro anche per quanto riguardaPag. 30 l'aspetto digitale. C'è una regola chiara nell'Unione europea: ciò che è illegale nelle nostre società è illegale anche on-line, quindi contenuti e prodotti illegali devono essere rimossi. Penso che questo sia giusto per tutti. Questo è un modo con cui vogliamo creare un ambiente democratico, equo e sicuro anche nell'ambiente digitale. Spesso abbiamo visto che alcuni detrattori ritengono che ciò limiti la libertà di espressione, ma abbiamo anche delle garanzie molto forti a questa libertà di espressione nel nostro Digital Services Act. È solo il contenuto illegale che dev'essere rimosso, mentre da parte nostra qualsiasi contenuto legale può trovarsi anche su internet. Quindi, le nostre regole digitali non fanno parte dei nostri negoziati commerciali, perché riteniamo che sia molto importante per il nostro futuro e per il nostro continente che ci possa essere competizione e innovazione per quanto riguarda la digitalizzazione, altrimenti si avrebbero molti danni per l'innovazione e per la nostra economia se si instaurasse un monopolio da parte di un qualsiasi Paese o una qualsiasi azienda e se non avessimo gli strumenti per agire al riguardo. Anche per quanto riguarda il Digital Services Act dobbiamo fare in modo che i prodotti illegali non vengano venduti su internet o che i contenuti illegali non vengano diffusi su internet. Penso che ci sia anche molta comprensione da parte degli americani al riguardo, soprattutto per quanto riguarda le aziende americane. Noi lavoriamo molto da vicino con le piattaforme on-line, tramite il nostro team tecnico e i nostri Servizi, perché stiamo attuando la normativa. Quindi capiscono che devono attenersi alle nostre regole, perché l'Unione europea è il più grande mercato estero per la maggior parte delle aziende digitali americane. Instagram, per esempio, ha 100 milioni di utenti in più nell'Unione europea rispetto agli Stati Uniti. Quindi, le aziende americane capiscono perfettamente che Pag. 31devono adeguarsi alle nostre regole. Al tempo stesso, tutte le aziende vogliono difendere i loro interessi, perché ovviamente per adeguarsi alle nostre regole spesso devono anche apportare dei cambiamenti al design dei loro servizi affinché ci sia più trasparenza e competizione in ciò che fanno. Per quanto concerne la migrazione illegale, in particolare le differenti minacce che i vari Stati membri devono affrontare, è vero che i vari Stati membri hanno diverse storie, diverse realtà geografiche e affrontano diverse minacce. Quindi, per quanto concerne la migrazione abbiamo le nostre regole europee comuni e abbiamo la nostra solidarietà, ci aiutiamo a vicenda perché sappiamo che alcuni Paesi membri hanno molto più a che fare con l'immigrazione illegale.
  Per quanto riguarda, inoltre, la difesa e la sicurezza, certamente ci sono dei Paesi che sono vicini di casa della Russia e che certamente sono molto più minacciati direttamente dalla Russia piuttosto che i Paesi che vivono più lontano dalla Russia. Ancora una volta ribadiamo l'importanza di essere uniti. Capiamo che i vari Paesi affrontano diverse minacce e dobbiamo prepararci insieme e aiutarci a vicenda perché in ultima istanza siamo tutti nella stessa situazione, insieme. Per questo penso che sia molto importante ricordarci che stiamo affrontando varie minacce e che dobbiamo restare uniti. Per quanto concerne il rapporto sullo stato di diritto, sono passati sei anni da quando c'è stata questa proposta da parte della Commissione. Il processo è stato sviluppato in continuazione. Era la prima volta che la Commissione adottava un rapporto sullo stato di diritto. Adesso abbiamo cominciato un ciclo di rapporti sullo stato di diritto. Quindi, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi vogliamo coinvolgere i vari Paesi. Sappiamo che tutti i Paesi europei hanno di nuovo delle raccomandazioni.Pag. 32
  Negli ultimi tre o quattro anni circa il 75 per cento delle raccomandazioni sono state adottate da parte dei Paesi membri. Riteniamo che il rapporto sullo stato di diritto abbia successo, ma ovviamente ci sono sempre nuove sfide che dobbiamo considerare. Questo è un processo in cui vogliamo aiutare e lavorare molto da vicino con i Paesi membri. Dobbiamo anche capire ovviamente le varie situazioni e le varie culture dei Paesi membri.
  Quest'anno per la prima volta aggiungeremo la dimensione del mercato unico all'interno del nostro rapporto sullo stato di diritto. Questo è molto importante per le aziende e per gli investitori affinché possano essere fiduciosi dello stato di diritto del Paese in cui decidono di investire.
  Considereremo anche l'efficienza del sistema della giustizia dal punto di vista dell'azienda o per esempio come avvengono gli approvvigionamenti pubblici, quanto sono trasparenti per esempio, perché sono molto importanti per avere accesso a un mercato. E certamente c'è anche la protezione degli investimenti, ossia come vengono tutelati nei vari Paesi.
  In questi tempi di grande incertezza globale, l'Europa è considerata un posto molto attrattivo per gli investimenti e per l'innovazione. Sappiamo che l'Europa spesso è ritenuta come molto burocratica e lenta e ciò spesso è vero, ma vogliamo cambiare ciò, vogliamo essere più veloci e più semplici per le aziende, ma al tempo stesso l'Europa è considerata come un posto molto stabile, molto affidabile e molto prevedibile.
  Dobbiamo inoltre considerare se lo stato di diritto all'interno dei nostri Paesi membri funziona in modo tale da attirare gli investimenti. Per noi questa è una dimensione importante. Per quanto concerne, invece, i social network e la protezione dei minori, questo è qualcosa che stiamo già affrontando nel nostro Digital Services Act, che dice chiaramente che quando i minorenniPag. 33 usano i servizi online, dev'essere garantito loro un altissimo livello di sicurezza e di privacy, ma molte piattaforme online non si assumono le loro responsabilità a tal riguardo.
  Per questo motivo la Commissione ha avviato un'indagine formale nei confronti di alcune delle grandissime piattaforme online, come ad esempio Facebook, Instagram e TikTok, specialmente in merito al modo in cui si assumono le proprie responsabilità per proteggere i minori. La scorsa settimana abbiamo pubblicato le nostre linee guida per le piattaforme online. In particolare, è l'articolo 28 che afferma che bisogna garantire un alto livello di sicurezza e di privacy. Queste linee guida sono per queste piattaforme online affinché sappiano bene quali sono le pratiche che noi ci aspettiamo da parte loro. Noi sappiamo che molti genitori si preoccupano del tempo eccessivo che i loro figli spendono davanti a internet.
  Come genitori dobbiamo assumerci a nostra volta le nostre responsabilità, ma sono anche i servizi online che non dovrebbero proporre dei design che provocano dipendenza.
  Vediamo quali sono le pratiche che adottano affinché i minori e gli altri utenti non passino troppo tempo navigando online. Stiamo inoltre esaminando qual è il tipo di design dei servizi online, perché riteniamo che la sicurezza debba essere insita nella progettazione di questi servizi per fare in modo che, per esempio, gli adulti estranei non entrino in contatto con i minori sulle piattaforme online. Oppure, quando i minori hanno un account, quest'ultimo dovrebbe essere privato di default e il minore non dovrebbe mai, per sbaglio, condividere queste informazioni (per esempio, chi sono i loro amici o quali contenuti gradiscono) e queste ultime non dovrebbero essere visibili senza il suo permesso. Questo è il tipo di linee guida che stiamo fornendo ai servizi online.Pag. 34
  Ma per quanto riguarda l'età minima, nella normativa europea non esiste questa soglia per i servizi online e questo è un tema interessante, perché il mondo digitale è parte integrante della nostra vita di tutti i giorni. I nostri bambini hanno diritto di accedere alle informazioni, di partecipare, di ricevere un'istruzione nel mondo digitale, questo da un lato, ma dall'altra parte dobbiamo cercare di raggiungere un giusto equilibrio, perché i servizi online devono assumersi le loro responsabilità e devono adottare un approccio della sicurezza sin dalla fase di progettazione.
  Anche i genitori e la società, però, devono assumersi le proprie responsabilità. Dobbiamo fare in modo che, per i servizi che presentano rischi più elevati per i bambini, bisogna adottare degli strumenti per verificare l'età degli utenti.
  Per esempio, pensiamo all'industria dei giochi o alla vendita di prodotti del tabacco, di alcool o di prodotti pornografici. Questi servizi devono verificare l'età degli utenti, ma non tutti lo fanno. Ecco perché a maggio abbiamo avviato un'indagine nei confronti di queste piattaforme pornografiche perché non tutte verificano l'età degli utenti. Continueremo a lavorare con gli Stati membri per capire quali sono le rispettive posizioni e culture per quanto riguarda la verifica dell'età. Questa per la Presidenza danese è una priorità per quanto riguarda l'ambito digitale. Ci sarà inoltre un consiglio ministeriale informale ad ottobre che discuterà della posizione dei vari Paesi in merito alla verifica dell'età. Al contempo, è importante fare opera di sensibilizzazione presso i cittadini digitali. Dobbiamo fare in modo che l'ambiente online sia sicuro per i nostri bambini. Molti portatori di interessi sono chiamati a fare la loro parte. Poi, per quanto riguarda le domande poste sui rapporti con gli USA, come possiamo potenziare la nostra sovranità, come possiamo colmare il divario in termini di innovazione, per noi Pag. 35lo strumento principe è fare in modo che l'Europa sia un luogo interessante per gli investitori e per gli innovatori. Al momento ci stiamo concentrando sulle nostre scaleup. È interessante notare che quando si parla di ricerca tecnologica, l'Europa è in una posizione di forza; e anche per quanto riguarda le startup, annualmente ne nascono più nell'Unione europea che negli Stati Uniti. Però, poi, quando si parla di scaleup, ne abbiamo solo l'8 per cento nell'Unione europea e il 60 per cento in Nord America. È quindi ancora molto difficile far crescere le aziende nell'Unione europea. Bisogna favorire l'accesso ai finanziamenti. Su questo punto stiamo lavorando anche insieme ai nostri Stati membri in modo che le nostre startup abbiano accesso al capitale di rischio, ai finanziamenti e ai mercati.
  Perché spesso ci sono troppi ostacoli tra uno Stato membro e l'altro. La situazione è estremamente frammentata. Dobbiamo fare in modo di accelerare le scaleup nell'Unione europea perché abbiamo start-up molto forti.
  Sulle tecnologie inoltre dobbiamo fare maggior ricorso agli appalti pubblici, in quanto governi nazionali, Commissione europea o entità locali. Quando compriamo servizi legati alla tecnologia dell'informazione e della comunicazione (ICT), dobbiamo trovare modi per potenziare l'innovazione. Abbiamo già numerose alternative europee. Per esempio, sono stati appena menzionati i satelliti. Abbiamo aziende satellitari di alto livello anche all'interno della UE, ma spesso sono poco visibili. Anche da questo punto di vista dobbiamo cercare di capire come fare opera di sensibilizzazione sulle alternative europee che esistono sul mercato. Questo è importante per l'innovazione, per la concorrenza.
  Potenziamo continuamente le innovazioni e stiamo anche considerando degli appalti pubblici. Spero di avere ancora Pag. 36tempo, presidente, perché ho ancora alcune domande a cui rispondere.

  PRESIDENTE. Prego, vada avanti.

  HENNA VIRKKUNEN, Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia. Bene, grazie.
  La qualità dei vostri quesiti è molto alta, quindi ho ancora molto da dire in risposta agli stessi.
  Passo al tema dell'infrastruttura. Dobbiamo prioritizzare e prestare maggiore attenzione alle nostre infrastrutture; questo è un tema importante che chiama in causa la nostra competitività, il nostro mercato unico e naturalmente la nostra sicurezza. Dobbiamo dotarci di connessioni solide, moderne per quanto riguarda i trasporti, l'energia, ma anche le connessioni digitali e anche le infrastrutture transfrontaliere. Questo tema è essenziale e deve essere per noi una priorità.
  Nel prossimo quadro finanziario pluriennale noi stanzieremo molti fondi a questi progetti infrastrutturali, perché per noi questi sono parte integrante della nostra sicurezza, della nostra competitività, del nostro mercato unico, ovvero connessioni di buona qualità.
  Per quanto riguarda la prontezza, dobbiamo inoltre costruire infrastrutture resilienti quando parliamo di trasporti, energia e servizi digitali.
  Passo infine all'ultima domanda che è stata fatta sui venditori ad alto rischio nella nostra infrastruttura. Da questo punto di vista noi stiamo cercando di fare in modo di non avere venditori ad alto rischio nelle nostre infrastrutture sensibili. Negli ultimi anni ci siamo concentrati sulle reti 5G e in queste ultime abbiamo ancora venditori ad alto rischio. Stiamo quindi lavorando con i Paesi membri per far sì che abbiamo reti sicure Pag. 37in futuro. Più in generale stiamo cercando di rafforzare la nostra infrastruttura delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT), i nostri cavi, alcuni collegamenti di trasporto, come ad esempio i porti o le auto connesse. Anche nel settore energetico stiamo lavorando sul tema dell'energia solare, l'energia eolica, per rafforzare la nostra resilienza e la sicurezza delle nostre catene di approvvigionamento. Queste per la Commissione europea sono enormi priorità. Nella nostra strategia di sicurezza interna, abbiamo sempre detto che ogni volta che introduciamo una nuova iniziativa dobbiamo fare in modo che non si possa prescindere dall'aspetto della sicurezza. Non ci possiamo permettere di essere ingenui. Viviamo in un mondo molto più difficile, dobbiamo garantire la nostra sicurezza economica, ma anche e sempre la nostra sicurezza fisica e informatica quando si parla di infrastrutture. Ieri abbiamo pubblicato il nostro prossimo quadro finanziario pluriennale e abbiamo detto che in futuro nei finanziamenti della UE non ci sarà posto per venditori ad alto rischio, sia all'interno dell'Unione europea, quando investiremo in varie infrastrutture, sia all'esterno quando investiamo in Paesi terzi e li supportiamo tramite il Global Gateway. Quindi supporteremo solo venditori affidabili quando si tratta delle nostre infrastrutture.
  Sul tema della prontezza stiamo lavorando molto attentamente. Abbiamo visto che ci sono stati molti casi di sabotaggi contro le nostre infrastrutture critiche, attacchi informatici, ma anche ad esempio catastrofi naturali dovute al cambiamento climatico. Dobbiamo quindi garantire la capacità delle nostre infrastrutture, dei nostri sistemi energetici, dei nostri collegamenti e dei nostri trasporti di operare in qualunque circostanza.
  C'è stata inoltre una domanda sulle campagne di disinformazione e sulle minacce ibride e su come proteggerci meglio. Al Pag. 38momento stiamo lavorando sul cosiddetto «scudo democratico», ossia stiamo cercando di fornire ulteriori strumenti agli Stati membri per proteggere le loro democrazie. Tre sono gli ambiti per me fondamentali. Innanzitutto, c'è il ruolo dei nostri mezzi di comunicazione e del giornalismo di qualità. I nostri media nell'UE sono sotto pressione in virtù della situazione economica. A differenza del passato, la gente non compra i giornali e la pubblicità è soprattutto sulle piattaforme online.
  La situazione economica e il tema dei finanziamenti per i nostri media tradizionale sono questioni molto problematiche e dobbiamo fare in modo di avere risorse economiche sufficienti per un giornalismo di qualità e per media liberi e indipendenti nei nostri Stati membri. Dobbiamo fare in modo che i nostri cittadini abbiano accesso alle informazioni e al giornalismo di qualità, in quanto ciò è la pietra miliare delle nostre democrazie.
  Il secondo ambito è l'alfabetizzazione digitale e mediatica. Lo abbiamo visto, molte sono le bufale, le campagne di informazione. Pertanto, è quanto mai importante che noi miglioriamo la resilienza, le capacità e le conoscenze nostre e dei nostri cittadini, non solo per i nostri figli, ma per tutte le età.
  Anche per la terza età, è importante garantire a questi cittadini competenze digitali affinché queste persone possano avere accesso ai sempre più numerosi servizi digitali, possano seguire il flusso di informazioni nell'ambiente digitale e possano analizzare criticamente le cose che vediamo online.
  Il terzo ambito invece riguarda le piattaforme online. Anch'esse devono assumersi le loro responsabilità. Nel nostro Digital Services Act affermiamo chiaramente che le piattaforme digitali devono costantemente valutare e mitigare i rischi sistematici che pongono, per poter prendersi cura dei nostri sistemi democratici, dei nostri sistemi elettorali, del benessere dei Pag. 39cittadini e del discorso civico. Le piattaforme devono fare in modo di non diffondere informazioni false. Lo possono fare con vari strumenti, per esempio con verifiche fattuali, che è quello che fa META all'interno dell'Unione europea (i contenuti dubbi vengono segnalati e META li controlla). Oppure, X usa sistemi di segnalazione da parte degli utenti stessi. Insomma, esistono diversi strumenti. L'importante è che abbiano strumenti per evitare la diffusione di disinformazione e di bufale. Su questo naturalmente stiamo lavorando per quanto si tratti di un contesto molto sfidante perché l'Unione europea è sotto attacco, le nostre democrazie sono sotto attacco.
  Poi c'è stata una domanda sulla criminalità organizzata. È vero, da un lato dobbiamo prepararci a molte delle nuove minacce di nuova generazione, ma abbiamo dall'altro lato le minacce tradizionali (ad esempio, criminalità organizzata e terrorismo).
  In un momento in cui il mondo diventa sempre più digitalizzato, però, stiamo perdendo molto terreno, perché le nostre Forze di polizia e le nostre forze investigative non hanno un ottimo accesso alle informazioni giuridiche.
  La maggior parte delle attività criminali si svolgono proprio sulle piattaforme digitali. Dunque, dobbiamo lavorare congiuntamente agli Stati membri per fare in modo (è stato chiesto anche dal Presidente) che le nostre Forze di polizia e le nostre forze investigative abbiano accesso ai dati, perché nell'80 per cento dei crimini si fa uso anche di strumenti digitali.
  Al momento, l'accesso ai dati per le indagini è un tema che ci vede ancora indietro. Stiamo lavorando a stretto contatto con il Commissario Brunner, in quanto commissario della sicurezza interna, su questo tema.Pag. 40
  A questo punto non so se ho ancora del tempo a disposizione per rispondere forse ad altre due domande, Presidente. Le domande che mi avete posto erano molto importanti.
  Sul PNRR e su come facciamo a garantire che tali fondi vengano utilizzati in maniera efficiente? Noi della Commissione sosteniamo gli Stati membri in questa accelerazione del processo di utilizzo dei fondi. L'Italia ha compiuto progressi ottimi sul fronte della decade del digitale. Quello che ha fatto l'Italia sul piano della digitalizzazione, per esempio, è certamente encomiabile. La connettività e l'utilizzo delle tecnologie nell'industria è a buon punto. Credo che stiamo sostenendo gli Stati membri e che stiamo utilizzando i fondi del Dispositivo per la ripresa e la resilienza in maniera intelligente e al meglio delle possibilità, per l'Europa e per i cittadini europei.
  Molto brevemente, a proposito degli investimenti, stiamo investendo abbastanza in IA e tecnologie? Con la nostra nuova proposta di quadro finanziario pluriennale seguiremo le raccomandazioni del professor Draghi per costruire quel Fondo per la competitività affinché possiamo investire in nuove tecnologie, prenderci cura dei nostri ricercatori, investire nelle tecnologie pulite, nell'IA, nel calcolo quantistico, per esempio, dove l'Italia svolge un ruolo molto importante. Anche voi adotterete la vostra strategia quantistica nei prossimi giorni. È quindi importante avere degli strumenti flessibili per investire in questa tecnologia. Ovviamente, col budget europeo non possiamo risolvere tutto. È importante che creiamo questo tipo di ambiente all'interno della UE in cui possiamo incoraggiare le aziende a investire a livello di UE.
  Stiamo semplificando le regole per queste aziende e stiamo accelerando anche il processo di rilascio dei permessi e delle autorizzazioni che a volte richiedono molto tempo. Per quanto riguarda il cronoprogramma per quanto riguarda le tecnologie Pag. 41e la digitalizzazione, dobbiamo conseguire i nostri obiettivi del decennio digitale, entro il 2030, per quanto concerne le tecnologie e la digitalizzazione. Adesso stiamo rivedendo questi obiettivi, ovverosia vediamo come si è sviluppata la tecnologia. Potremmo avere dei nuovi obiettivi, potremmo modificare qualcosa. Questo è il modo con cui stiamo misurando la nostra competitività tecnologica, ovvero gli obiettivi del decennio tecnologico.
  Vi incoraggio a prendere parte, insieme al vostro ministero competente, alla revisione di questi obiettivi, perché so che, nell'ambito della Presidenza danese, i ministri competenti in materia di ambiente digitale stanno pianificando di avere delle conclusioni a dicembre per quanto concerne gli obiettivi del decennio digitale. È giunto il momento di considerare come possiamo modificare questi obiettivi per restare tecnologicamente competitivi.
  L'ultima osservazione attiene al DORA e alla sicurezza cibernetica. Sappiamo che ci sono numerosi settori dove ci sono varie normative, come ad esempio il DORA. Stiamo cercando di semplificare le regole perché, a volte, le stesse aziende devono rispettare il DORA e le nostre regole sulla sicurezza cibernetica.
  Noi proporremo la nostra normativa sulla sicurezza cibernetica nel prossimo autunno e cercheremo di semplificare i processi con il nostro Digital Omnibus il prossimo autunno.

  PRESIDENTE. Grazie alla Vicepresidente Virkkunen, anche perché abbiamo potuto constatare che ha voluto rispondere davvero a tutte le domande che le sono state poste. Di questo la ringraziamo. Vuol dire che evidentemente ha assunto con grande passione ed entusiasmo il ruolo che le compete.
  Complimenti per il lavoro che sta svolgendo. Per noi è fondamentale, perché il ruolo della Commissione europea rispetto a ciò che avviene nei Parlamenti nazionali, è di primaria Pag. 42importanza in un momento così delicato che stiamo vivendo. Lei faceva riferimento, per esempio, al conflitto Ucraina-Russia.
  Per esempio, il suo Paese, la Finlandia, è uno dei Paesi che confina con la Federazione russa. Comprendiamo certamente la sensibilità con cui assume anche questo incarico in Commissione europea.
  Possiamo ringraziare la Vicepresidente Virkkunen. Grazie di essere stata qui con noi oggi nel Parlamento italiano, nella Camera dei deputati. Ringrazio ovviamente tutti i deputati e i senatori, vedo che alcuni sono arrivati, anche l'amico Sigismondi, che è della mia stessa regione, quindi lo saluto con cordialità e affetto.
  Saluto tutti i collaboratori, l'onorevole De Monte e tutti gli altri. Grazie di essere stati qui.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  (Applausi)

  La seduta termina alle 16.25.

  (Gli interventi in lingua straniera sono tradotti a cura degli interpreti della Camera dei deputati).