COMITATO PERMANENTE PER I PARERI
Mercoledì 16 aprile 2025. — Presidenza del presidente Luca SBARDELLA.
La seduta comincia alle 13.35.
Ratifica ed esecuzione dello Scambio di lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede, fatto a Roma il 12 novembre 2024 e nella Città del Vaticano il 23 dicembre 2024, costituente un Accordo emendativo dell'Accordo mediante Scambio di Lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull'assistenza spirituale alle Forze armate, fatto a Roma e nella Città del Vaticano il 13 febbraio 2018, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno.
C. 2307 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite III e IV).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.
Paolo Emilio RUSSO, relatore, rileva che il disegno di legge, che reca la relazione illustrativa, la relazione tecnica, l'analisi tecnico normativa, la dichiarazione di esclusione dall'AIR e lo Scambio di lettere oggetto di ratifica, è finalizzato, attraverso la novella agli articoli 1549, 1559 e 1594 del Pag. 111Codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, a consentire all'Ordinariato militare di ampliare l'ambito potenziale dei sacerdoti cattolici da avviare alla carriera dell'assistenza spirituale al personale delle Forze armate.
A tal fine, si è reso necessario procedere ad un Accordo tra la Repubblica italiana e la Santa Sede, emendativo dell'Accordo concluso il 13 febbraio 2018, sull'assistenza spirituale alle Forze armate, fatto a Roma e nella Città del Vaticano, ratificato nella scorsa legislatura con la legge 22 aprile 2021, n. 70, per ovviare a talune problematiche di ordine pratico che si sono poste nel corso dell'attuazione dell'Accordo suddetto.
Infatti, il bacino teorico di reclutamento dei cappellani militari risulta troppo limitato, in conseguenza dei nuovi requisiti anagrafici previsti per l'accesso al grado di cappellano militare di complemento e di cappellano militare addetto in servizio permanente. Alla luce di ciò, l'intervento mira ad attuare una politica di reclutamento improntata ad ampliare il bacino dei sacerdoti cattolici da avviare alla carriera dell'assistenza spirituale alle Forze armate, da una parte ricomprendendo i giovani presbiteri appena ordinati (abbassando il limite d'età da 28 a 25 anni), e dall'altra consentendo anche ai sacerdoti più anziani di aderire al servizio con l'eliminazione del limite d'età massimo di 40 anni per la nomina di cappellano militare di complemento.
Passando all'esame del contenuto del disegno di legge di ratifica, rileva che esso è composto da cinque articoli. I primi due contengono, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dello Scambio di lettere costituente un Accordo emendativo dell'Accordo mediante Scambio di Lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull'assistenza spirituale alle Forze armate, fatto a Roma e nella Città del Vaticano il 13 febbraio 2018.
L'articolo 3 reca alcune novelle al Codice dell'ordinamento militare:
la lettera a) del comma 1 modifica l'articolo 1549, comma 1, del COM, concernente i requisiti per la nomina al grado di cappellano militare di complemento, al fine di stabilire per i sacerdoti l'età minima di 25 anni, in luogo dei 28 anni attualmente stabiliti, senza la previsione di alcun limite anagrafico massimo, oggi fissato in 40 anni;
la lettera b) interviene sull'articolo 1559, comma 1, del COM, concernente i requisiti per la nomina al grado di cappellano militare addetto in servizio permanente, per prevedere che i cappellani militari di complemento, possano presentare domanda a questo fine purché abbiano prestato almeno due anni di servizio continuativo, in luogo dei cinque anni attualmente stabiliti, e che questa facoltà non sia subordinata a un limite massimo di età, attualmente fissato al quarantacinquesimo anno;
la lettera c), per coordinare la normativa alle modifiche di cui sopra, interviene sull'articolo 1594, comma 1, del COM, riguardante la cessazione dei cappellani militari dalla categoria del complemento, portando (in analogia a quanto fatto con l'articolo 1559) da cinque a due anni il periodo di servizio continuativo nel complemento, oltre il quale il cappellano, se non riconosciuto idoneo a giudizio dell'Ordinario militare, cessa dal servizio ed è collocato in congedo assoluto.
L'articolo 4 prevede una clausola di invarianza finanziaria. Al riguardo fa presente che la relazione tecnica precisa che le modifiche in esame, pur volte ad ampliare la base per il reclutamento, non incide sull'attuale dotazione organica dei cappellani militari e sui relativi costi.
L'articolo 5 prevede che la legge entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Quanto al rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite, rileva che il provvedimento s'inquadra nell'ambito della materia politica estera e rapporti internazionali dello Stato che l'articolo 117, secondo comma, lettera a), della Costituzione demanda alla competenza legislativa esclusiva dello Stato. Sottolinea come rilevino,Pag. 112 inoltre, le materie «difesa e Forze armate» e «giurisdizione e norme processuali», attribuite alla competenza legislativa esclusiva dello Stato dalle lettere d) ed l) del secondo comma dell'articolo 117 della Costituzione. Sottolinea, altresì, come venga in rilievo l'articolo 7 della Costituzione, a norma del quale i rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica sono regolati dai Patti Lateranensi.
Formula, quindi, una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).
Il Comitato approva la proposta di parere del relatore.
Modifiche all'articolo 132 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, concernenti l'acquisizione di dati relativi al traffico telefonico e telematico per esigenze di tutela della vita e dell'incolumità fisica del soggetto interessato nonché istituzione della Giornata nazionale dedicata alle persone scomparse.
C. 1074.
(Parere alla II Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.
Luca SBARDELLA, relatore, in sostituzione del relatore Ziello, impossibilitato a partecipare alla seduta, rileva che la proposta di legge modifica l'articolo 132 del codice in materia di protezione dei dati personali di cui al decreto legislativo n. 196 del 2003, al fine di prevedere la possibilità di acquisire i dati relativi al traffico telefonico e telematico qualora si renda necessaria per esigenze di tutela della vita e dell'integrità fisica del soggetto interessato.
A seguito delle modifiche apportate in sede referente, la proposta, originariamente costituita da un unico articolo, consta di 2 articoli.
L'articolo 1, comma 1, lettera a), inserisce all'articolo 132 del codice in materia di protezione dei dati il comma 3-bis.1, al fine di prevedere che, al di fuori dei casi di acquisizione dei dati nell'ambito di un procedimento penale, disciplinati dai commi 3 e 3-bis, i dati relativi al traffico telefonico, al traffico telematico e alle chiamate senza risposta di cui ai commi 1 e 1-bis possano essere acquisiti qualora siano ritenuti necessari per esigenze di tutela della vita e dell'integrità fisica del soggetto interessato.
In particolare, il comma 3-bis.1 ridefinisce il procedimento per l'acquisizione dei suddetti dati attraverso:
la specificazione che la richiesta al pubblico ministero, cui compete l'emanazione del decreto motivato che dispone l'acquisizione dei dati, deve pervenire dai responsabili degli uffici o comandi di livello provinciale della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza indicati al comma 1 dell'articolo 226 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo n. 271 del 1989;
l'introduzione, al secondo periodo, di una procedura semplificata, nei casi in cui non sia possibile attendere il decreto del pubblico ministero per ragioni di urgenza, che permette ai responsabili degli uffici o comandi di livello provinciale della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza di acquisire i dati previa autorizzazione del pubblico ministero, rilasciata anche oralmente o per via telematica, che deve essere comunque confermata con decreto motivato entro le 48 ore successive;
la previsione secondo cui dell'acquisizione dei dati deve essere data notizia al prefetto a cura dei citati responsabili degli uffici o comandi di livello provinciale.
Il comma 1, lettera b), reca una modifica di coordinamento al comma 3-quater del medesimo articolo 132 del codice della privacy, volta a prevedere che i dati acquisiti in violazione del comma 3-bis.1 (oltre che, come previsto dal testo vigente, in violazione dei commi 3 e 3-bis) non possano essere utilizzati.
In sede referente è stato altresì introdotto il comma 2 all'articolo 1, con cui Pag. 113viene modificata la legge n. 203 del 2012, che reca disposizioni per la ricerca delle persone scomparse.
Il nuovo comma 2-bis dell'articolo 1 della citata legge n. 203 del 2012 è volto a permettere l'accesso agli archivi del Centro elaborazione dati di cui all'articolo 8 della legge n. 121 del 1981 anche al personale dei corpi e servizi di polizia locale (in deroga alle disposizioni generali di cui all'articolo 9 della medesima legge n. 121 del 1981, che circoscrive l'accesso agli ufficiali di polizia giudiziaria appartenenti alle forze di polizia, agli ufficiali di pubblica sicurezza e ai funzionari dei servizi di sicurezza nonché agli agenti di polizia giudiziaria delle forze di polizia debitamente autorizzati).
Tale accesso incontra i seguenti limiti soggettivi e oggettivi:
può essere effettuato soltanto dal personale di polizia locale addetto a servizi di polizia stradale e in possesso della qualifica di agente di pubblica sicurezza;
è consentito soltanto nell'ambito degli adempimenti connessi alla ricerca delle persone scomparse previsti dalla normativa vigente e nei limiti delle competenze proprie del suddetto personale;
è consentito al fine esclusivo di consultare la denuncia di scomparsa.
È stato infine aggiunto in sede referente l'articolo 2, istitutivo della Giornata nazionale dedicata alle persone scomparse. Tale giornata cade il 13 dicembre di ciascun anno ed ha come finalità la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul tema delle persone scomparse e la promozione di iniziative di solidarietà e vicinanza alle loro famiglie. La Giornata nazionale non determina gli effetti civili di cui alla legge n. 260 del 1949, né dalla stessa devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica: è infatti previsto che le amministrazioni competenti provvedano agli adempimenti che essa comporta con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.
Per quanto concerne il rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite, rileva come il provvedimento sia prevalentemente riconducibile alla competenza esclusiva dello Stato in materia di ordinamento civile e penale di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione.
Formula, quindi, una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).
Il Comitato approva la proposta di parere del relatore.
La seduta termina alle 13.40.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 16 aprile 2025. — Presidenza del presidente Nazario PAGANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Emanuele Prisco.
La seduta comincia alle 13.50.
Documento di finanza pubblica 2025.
Doc. CCXL, n. 1, e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Nazario PAGANO, presidente, ricorda che la Commissione inizia oggi l'esame, ai fini dell'espressione del prescritto parere alla V Commissione, del Documento di finanza pubblica e Allegati (Doc. CCXL, n. 1).
Ricorda che il parere dovrà essere trasmesso alla V Commissione entro mercoledì 23 aprile prossimo.
Elisabetta GARDINI (FDI), relatrice, rileva che il Documento – trasmesso dal Governo il 10 aprile 2025 – si compone di due sezioni. La prima sezione include la «Relazione annuale sui progressi compiuti nel 2024», mentre la seconda sezione reca «Analisi e tendenze della finanza pubblica».Pag. 114
Secondo quanto riportato dal Governo, in considerazione delle novità introdotte dalla riforma della governance economica europea (regolamento (UE) 2024/1263, regolamento (UE) 2024/1264, direttiva (UE) 2024/1265) entrata in vigore il 30 aprile 2024, il Documento di finanza pubblica presenta dunque un'articolazione differente rispetto a quella dei precedenti Documenti di economia e finanza (DEF). In questa fase di prima applicazione della nuova normativa europea e nelle more delle modifiche della disciplina nazionale in materia di contabilità pubblica, nelle due sezioni del Documento sono esposte le informazioni previste dall'articolo 21 del regolamento (UE) 2024/1263 e quelle indicate dall'articolo 10, comma 3, della legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 31 dicembre 2009. L'organizzazione del Documento di finanza pubblica 2025 è stata ulteriormente definita dagli impegni al Governo previsti dai seguenti atti di indirizzo parlamentare: la risoluzione n. 7/00289, approvata dalla V Commissione della Camera dei deputati il 1° aprile 2025, e la risoluzione n. 7/00020, approvata dalla 5ª Commissione del Senato della Repubblica il 2 aprile 2025.
Alla Relazione annuale è allegato un documento contenente le tavole richieste dalla Comunicazione della Commissione europea C/2024/3975. Gli altri allegati sono quello sulle «Strategie per le infrastrutture, la mobilità e la logistica» (cosiddetto «Allegato infrastrutture») di cui all'articolo 10-bis della legge n. 196 del 2009, come modificato dal decreto legislativo n. 116 del 2018, e la Relazione circa l'attuazione della razionalizzazione del sistema degli acquisti di beni e servizi di cui all'articolo 2, comma 576, della legge n. 244 del 2007. Infine, nel Documento è presente anche l'elenco dei disegni di legge collegati riferiti alla prossima manovra di bilancio, aggiornato rispetto a quello del Piano strutturale di bilancio di medio termine (PSBMT).
La relazione annuale sui progressi compiuti è prevista dal regolamento (UE) 2024/1263 che ha abrogato il regolamento (CE) n. 1466 del 1997, modificando la precedente disciplina del Patto di stabilità e crescita sul cosiddetto «braccio preventivo». In tale contesto, giova ricordare altresì che a seguito dell'entrata in vigore della nuova normativa europea, la Commissione europea ha pubblicato la Comunicazione C/2024/3975 del 21 giugno 2024, recante gli «Orientamenti per gli Stati membri sugli obblighi di informazione per i piani strutturali di bilancio di medio termine e per le relazioni annuali sui progressi compiuti». La Comunicazione della Commissione è stata adottata per fornire assistenza agli Stati membri nell'applicazione del regolamento (UE) 2024/1263 e individua gli obblighi di informazione connessi al Piano strutturale di bilancio e alle Relazioni annuali. Nella Comunicazione si precisa, inoltre, che nello spirito della titolarità nazionale, ciascuno Stato membro può prevedere che nei nuovi documenti di finanza pubblica siano esposti ulteriori informazioni e che tali contenuti siano organizzati secondo un differente livello di dettaglio, tenendo conto quindi delle diverse esigenze nazionali.
In particolare, a seguito dell'approvazione del primo Piano strutturale di bilancio dell'Italia da parte del Consiglio dell'Unione europea, entro il 30 aprile di ogni anno l'Italia è tenuta a presentare alla Commissione europea una Relazione volta a consentire il monitoraggio dello stato di attuazione degli obiettivi programmatici stabiliti nel Piano. In ragione di tale funzione di rendicontazione stabilita dalle nuove regole europee, le tabelle contenute nella Relazione annuale sono allineate il più possibile a quelle del Piano strutturale di bilancio. In tal senso, secondo la disciplina europea, in occasione delle Relazioni annuali, gli Stati membri si limitano a dare conto dei progressi relativi agli impegni programmatici collegati al percorso di aggiustamento di bilancio, che non possono essere rinegoziati a meno del verificarsi delle condizioni previste dal regolamento (UE) 2024/1263.
In considerazione della citata funzione di monitoraggio alla quale assolve il corredo informativo, nell'esporre le principali variabili macroeconomiche e di finanza pubblica, la prima sezione presenta i dati di Pag. 115consuntivo sul 2024 e le stime per l'anno in corso, alle quali si aggiungono delle informazioni di previsione sugli anni successivi, con particolare riferimento all'andamento della spesa netta finanziata a livello nazionale rispetto al percorso di aggiustamento di bilancio prestabilito. La Relazione dà riscontro anche dello stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti del Piano strutturale di bilancio. La Relazione dedica, inoltre, alcune parti anche ai temi del contrasto all'evasione fiscale, delle politiche per la natalità e del rafforzamento della capacità di difesa.
La Relazione annuale espone quindi i dati e le principali informazioni, con particolare riferimento all'anno in corso e nell'orizzonte temporale considerato, sulle variabili rilevanti per valutare la sostenibilità di bilancio, sull'andamento delle spese e delle entrate pubbliche, sulle misure discrezionali sul lato delle entrate e sul loro impatto stimato, oltre alle principali previsioni macroeconomiche.
Sono inoltre presenti le informazioni sullo stato di attuazione delle riforme e degli investimenti volti a dare seguito alle raccomandazioni specifiche per Paese e sugli sviluppi relativi a eventuali ulteriori riforme ed investimenti finalizzati – come nel caso del Piano strutturale di bilancio dell'Italia – all'estensione del periodo di aggiustamento a sette anni.
Per i soli anni in cui è attiva la procedura per disavanzi eccessivi, la Relazione spiega in che modo gli sviluppi di bilancio sono correlati al percorso di aggiustamento. In caso di procedura per squilibri macroeconomici, si dà conto delle informazioni sui progressi nella correzione degli squilibri macroeconomici. Inoltre, fino alla conclusione del PNRR, la Relazione mostra i dati sulla coerenza e, se del caso, sulla complementarità della programmazione del Piano strutturale di bilancio con i fondi della politica di coesione e quelli del dispositivo di ripresa e resilienza.
Infine, la Relazione annuale dovrebbe contemplare informazioni in merito all'attuazione delle misure d'intervento volte a dare risposta alle priorità comuni dell'UE: i) una transizione equa, verde e digitale, compresa la coerenza rispetto alla normativa europea sul clima; ii) la resilienza sociale ed economica, compreso il pilastro europeo dei diritti sociali; iii) la sicurezza energetica; iv) se necessario, lo sviluppo di capacità di difesa.
Per quanto riguarda l'orizzonte temporale considerato nella Relazione, in base alle indicazioni presenti nella Comunicazione della Commissione, i dati dovrebbero essere esposti a partire dal 2023 (anno «T-X», si veda la Comunicazione della Commissione C/2024/3975, parte B, punto 4), ossia l'anno di riferimento utilizzato nella raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea che approva il Piano strutturale di bilancio, fino all'anno di presentazione della Relazione annuale, aggiornando dunque i dati a consuntivo e quelli di previsione. Tuttavia, in linea con gli impegni stabiliti nelle citate risoluzioni parlamentari approvate dalle Commissioni bilancio della Camera e del Senato, i dati includono le previsioni fino al 2027, quale ultimo anno interessato dalle politiche adottate nell'ambito della legge di bilancio per il 2025. Sono inoltre presenti analoghe informazioni sugli andamenti macroeconomici e la finanza pubblica relative al 2028.
La seconda sezione riprende sostanzialmente le informazioni sugli andamenti di finanza pubblica già previste dall'articolo 10, comma 3, della legge n. 196 del 2009. Nella seconda sezione sono quindi esposti i dati relativi al conto economico delle Amministrazioni pubbliche per sottosettori, le informazioni riguardanti i principali comparti di spesa (pubblico impiego, prestazioni sociali e sanità) e i risultati e le previsioni tendenziali del conto di cassa del settore pubblico. Sono inoltre aggiornate le previsioni di finanza pubblica per il periodo 2025-2027 e forniti, inoltre, i dati relativi all'anno 2028.
Nella Seconda Sezione si analizzano i profili finanziari concernenti le politiche in essere che il Governo intende confermare, confrontando i dati con le previsioni a legislazione vigente. In linea con le citate risoluzioni parlamentari il Governo ha preferito quindi esporre i dati secondo un approccio coerente con la metodologia della Pag. 116Commissione europea basata su una «no-fiscal policy change» assumption, in luogo del criterio delle politiche invariate. Il Documento include anche i dati sulle risorse destinate allo sviluppo delle aree sottoutilizzate, con evidenziazione dei fondi nazionali addizionali, e si dà conto del risultato raggiunto nel 2024 dall'attività di contrasto all'evasione fiscale in termini di recupero di gettito.
Si ricorda che, secondo quanto previsto dai citati atti di indirizzo parlamentare (risoluzione n. 7/00289 del 1° aprile 2025, risoluzione n. 7/00020 del 2 aprile 2025), il Governo si è impegnato a aggiornare i dati del quadro macroeconomico e quelli sulla finanza pubblica relativi al 2028 nel documento di programmazione economica che sarà presentato alle Camere nella fase autunnale del ciclo di bilancio.
Alla luce di tali premesse, nella Relazione sono illustrati i dati sull'andamento della spesa netta rispetto agli obiettivi stabiliti nel Piano e l'evoluzione delle sue componenti a partire dalla spesa primaria. I dati di consuntivo sul tasso di crescita annuo della spesa netta mostrano come nel 2024 la spesa netta sia diminuita del 2,1 per cento, conseguendo quindi una riduzione maggiore rispetto quella prevista nel Piano strutturale di bilancio e pari all'1,9 per cento. In relazione, invece, agli obiettivi dell'andamento della spesa netta a partire dal 2025, cioè l'anno dal quale decorre l'aggiustamento di bilancio, il Piano strutturale prevede un tasso di crescita annuo pari a 1,3 per cento e un tasso di crescita cumulato pari a -0,7 per cento. Secondo le stime della Relazione annuale, elaborate considerando la previsione della crescita tendenziale aggiornata al 2025, nell'anno in corso il tasso di crescita annuo della spesa netta dovrebbe attestarsi in linea con l'obiettivo del Piano, mentre il tasso di crescita cumulato dovrebbe essere pari a -0,9 per cento. Nella Relazione il Governo precisa che sarebbe prematuro allo stato attuale ritenere che tale quantificazione possa rappresentare il dato di partenza del monitoraggio contabile che sarà attivato dalla Commissione europea con il conto di controllo a partire dal 2026, sulla base dei dati di consuntivo relativi al 2025.
Per quanto riguarda le altre variabili macroeconomiche e di finanza pubblica monitorate nel Documento, rileva, in primo luogo, come nel 2024 la crescita del PIL reale, sia stata pari allo 0,7 per cento, ossia minore dello 0,3 per cento rispetto all'1 per cento stimato nel Piano.
Dati i fattori di incertezza che caratterizzano l'attuale contesto internazionale, secondo le stime riportate nel Documento di finanza pubblica, il PIL dovrebbe crescere nel 2025 dello 0,6 per cento. Sulla base di previsioni fondate su un approccio prudenziale, si stima quindi un netto ribasso della crescita economica rispetto allo scenario programmatico riportato nel Piano, che prevedeva una crescita dell'1,2 per cento del PIL. Si stima una contrazione del tasso di crescita del PIL rispetto ai dati esposti nel Piano anche per il 2026, mentre il dato sarebbe confermato per il 2027. Si ricorda che la previsione macroeconomica tendenziale è stata validata dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) con nota del 7 aprile 2025.
Con riferimento all'obiettivo di una gestione responsabile e sostenibile delle finanze pubbliche, la Relazione dà conto degli andamenti dello scenario programmatico esposto nel Piano strutturale di bilancio e dello scenario tendenziale del nuovo Documento di finanza pubblica. In particolare, secondo i dati di consuntivo, nel 2024 il rapporto deficit/PIL è stato pari a 3,4 per cento, in miglioramento rispetto ai dati esposti nel Piano (3,8 per cento) e nel DEF dello scorso anno (4,3 per cento). Nella Relazione il Governo conferma gli obiettivi dell'indebitamento già previsti nel Piano per consentire all'Italia di uscire dalla Procedura per disavanzi eccessivi nel 2027, prevedendo che il rapporto deficit/PIL nel 2025 sia pari al 3,3 per cento e che si riduca ulteriormente negli anni successivi, scendendo al di sotto della soglia del 3 per cento del PIL dal 2026. Guardando al debito pubblico, i dati trasmessi dal Governo mostrano che il rapporto debito/PIL dovrebbe attestarsi al 136,6 per cento nel 2025, ad un livello lievemente inferiore Pag. 117rispetto alle previsioni del Piano. Il rapporto debito/PIL dovrebbe continuare ad aumentare fino al 2026, iniziando a ridursi a partire dal 2027 con l'esaurirsi dell'impatto dei crediti di imposta, unitamente al consolidamento dell'avanzo primario.
Passando ora all'esame delle parti della sezione prima del Documento di competenza della Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati, si ricorda che tale sezione dà conto dell'attuazione delle riforme e degli investimenti previsti nel Piano strutturale di bilancio.
Ai fini dell'estensione del periodo di aggiustamento del Piano strutturale di bilancio di medio termine, e con particolare riferimento alle riforme relative al Merito e alle nuove competenze nella Pubblica Amministrazione, dal Documento emerge che tra le iniziative intraprese dal Governo si annoverano, tra le altre:
con riferimento al miglioramento delle procedure di reclutamento, la promozione della mobilità verticale e orizzontale, la valorizzazione del merito e lo sviluppo di premialità e percorsi di carriera: l'adozione del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni, che, tra l'altro, prevede che le amministrazioni che intendano bandire concorsi per il reclutamento di personale debbano ricorrere a procedure di mobilità per almeno il 15 per cento delle assunzioni previste, dando priorità all'immissione in ruolo dei dipendenti provenienti da altre amministrazioni con valutazione positiva della loro performance; il suddetto decreto-legge stabilisce altresì la centralizzazione delle selezioni dei dirigenti e professionisti (tramite la Scuola Nazionale dell'Amministrazione o una commissione per la riqualificazione delle pubbliche amministrazioni), al fine di consentire la verifica del merito e delle competenze in maniera uniforme tra amministrazioni e territori. Per facilitare tale transizione, il decreto prevede l'assunzione di esperti in psicologia del lavoro e gestione delle risorse umane, tramite il Portale InPA, nonché nuovi investimenti in competenze e processi digitali e metodologie innovative di assessment; per favorire l'accesso di giovani e nuovi talenti nella P.A., il decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, stabilisce poi un'ulteriore riserva del 10 per cento per contratti di lavoro e successive assunzioni nelle P.A. dei giovani con diploma di specializzazione superiore rilasciato dagli ITS Academy e degli incentivi per le amministrazioni che assumano neolaureati. Tale riserva si aggiunge a quella prevista per coloro che abbiano svolto progetti di servizio civile nella Pubblica Amministrazione. Per tale disposizione, è previsto un finanziamento massimo di 3 milioni nel triennio 2025-2027;
per dare effettiva operatività al nuovo sistema di misurazione e valutazione della performance del personale, il Governo ha presentato un disegno di legge che favorisce l'adozione di un approccio orientato ai risultati e alla performance tra i dipendenti pubblici. Il nuovo sistema mira a perfezionare l'efficacia della valutazione esistente, mediante una definizione più stringente delle modalità e dei tempi di assegnazione degli obiettivi, nonché della loro misurabilità e dei comportamenti organizzativi e delle capacità di leadership. Esso prevede, inoltre, un sistema di premialità e di progressione di carriera che contempla obiettivi di sviluppo della mobilità verticale, superiori a quelli fissati nel Piano (si prevede, infatti, che l'accesso alla dirigenza di seconda fascia possa avvenire, per il 30 per cento dei posti a disposizione, per coloro che abbiano maturato almeno cinque anni di servizio nell'area dei funzionari o due anni nell'area dell'elevata qualificazione, tramite un adeguato processo di selezione);
con riferimento alla semplificazione delle procedure: il finanziamento di 9 piattaforme regionali e più di 900 piattaforme comunali per l'adeguamento degli Sportelli Unici Attività Produttive; la semplificazione di circa 480 procedure complesse, grazie all'intervento della Task Force composta da circa 1000 professionisti ed esperti (cosiddetta Mille esperti), a supporto delle amministrazioni regionali e comunali; il finanziamento per l'adeguamento del portale Impresa in un giorno; la reingegnerizzazionePag. 118 in corso di 10 applicativi per i documenti di programmazione delle attività e delle risorse della Pubblica Amministrazione e la valutazione delle performance, anche in relazione agli obblighi delle amministrazioni pubbliche di compilazione dei PIAO; la realizzazione del Portale unico per la semplificazione, con un'adeguata banca dati strutturata, al fine di monitorare i risultati delle azioni di semplificazione avviate, adottare puntuali azioni correttive e promuoverne l'attuazione tra le PA e la conoscenza tra i cittadini; si ricorda peraltro che è attualmente all'esame delle Commissioni riunite I Affari Costituzionali e XII Affari sociali della Camera dei deputati il disegno di legge C. 1640, il quale reca una delega al Governo per la semplificazione dei procedimenti amministrativi in una serie di settori, oltre a una delega per la semplificazione e la razionalizzazione di procedimenti per l'accesso ai servizi digitali;
per quanto riguarda la valorizzazione del capitale umano: la definizione di un quadro strategico per la programmazione della formazione come leva di pianificazione strategica delle amministrazioni e di individuazione delle aree di competenze trasversali e degli obiettivi di sviluppo delle competenze per la transizione amministrativa, digitale ed ecologica; l'ampliamento dell'offerta formativa erogata attraverso la piattaforma Syllabus, in coerenza con il modello delle competenze definito, come previsto nei PIAO;
lo stanziamento, nella legge di bilancio per il 2025, di risorse per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici nei trienni 2025-2027 e 2028-2030, al fine di ad assicurare un aumento annuale delle retribuzioni;
per quanto riguarda l'avanzamento del federalismo fiscale regionale, è in fase di definizione lo schema di decreto legislativo, attuativo della delega per la riforma fiscale di cui alla legge del 9 agosto 2023, n. 111, che stabilirà meccanismi di compartecipazione a tributi erariali per regioni e province e introdurrà specifici meccanismi di perequazione, per assicurare il completo finanziamento delle funzioni fondamentali attribuite, nonché per superare le disparità territoriali tra gli enti locali con minore capacità fiscale.
Con riguardo alle altre riforme, il Documento si sofferma sulle misure legate alla strategia per la transizione digitale, dando atto degli sforzi che l'Italia sta facendo per il raggiungimento degli obiettivi previsti al 2030 per il decennio digitale e la realizzazione degli impegni del PNRR.
Tra le iniziative adottate nel 2024 viene menzionato, in particolare, l'aggiornamento, da parte dell'Agenzia per l'Italia Digitale, del Piano Triennale per l'Informatica nella P.A., che fornisce elementi nuovi per allineare scenari e normativa, così come per rendere disponibili dati e informazioni e adeguare le corrispondenti linee di azione.
Nell'attuazione del piano operativo della Strategia Nazionale per le Competenze Digitali e degli obiettivi previsti dal PNRR, il Documento riporta i progressi registrati rispetto alla creazione di una rete di:
Centri di facilitazione digitale, con la messa in esercizio sul territorio di 3.400 Punti Digitale Facile previsti a fine 2024, per l'accrescimento delle competenze digitali di base di 2 milioni di cittadini al 2026; ad oggi, sono state coinvolti oltre 600.000 cittadini di diverse età e genere, a cui è stato dato supporto in ambito digitale per trovare occupazione, usufruire di servizi previdenziali, sanitari, pagamenti digitali e l'AppIO;
giovani volontari per lo sviluppo e il miglioramento delle competenze digitali su tre cicli annuali per realizzare 700.000 interventi di facilitazione e/o educazione digitale sul territorio a fine 2025 nell'ambito del 'Servizio Civile Digitale.
Il Documento evidenzia, altresì, l'avvenuto finanziamento, attraverso il Fondo Repubblica Digitale, di diversi bandi destinati a migliorare le conoscenze digitali dei giovani, delle donne, dei disoccupati e inoccupati, dei lavoratori le cui prestazioni sono Pag. 119a rischio di automazione, proprio per migliorarne le garanzie di occupabilità o le condizioni di lavoro, nonché di ulteriori bandi destinati agli operatori del terzo settore e ai detenuti.
Per quanto riguarda lo sviluppo delle infrastrutture digitali funzionali a favorire la coesione territoriale, il Documento riporta i positivi risultati registrati sia con riferimento alla migrazione, da parte di 116 Pubbliche Amministrazioni centrali e 90 autorità sanitarie locali, di almeno un servizio verso il Polo Strategico Nazionale (PSN), sia con riguardo alla confluenza di n. 3.482 API (Application Programming Interface) sulla Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND).
In relazione alle misure funzionali a realizzare la trasformazione digitale delle imprese, il Documento menziona la presentazione, da parte del Ministro delle imprese e del made in Italy, del Libro verde per una nuova strategia di politica industriale per l'Italia, non incluso negli impegni per l'estensione del Piano, ma assai importante al fine di orientare le scelte relative all'identità industriale italiana, al fine ultimo di rendere l'ambiente imprenditoriale sempre più attrattivo e capace di rispondere alle attuali sfide, quali la duplice transizione verde e digitale e l'incertezza geopolitica, favorendo la crescita economica e sociale del Paese. A seguito dello svolgimento di un esteso processo di consultazione pubblica, il Libro verde evolverà nel Libro Bianco sulla politica industriale, che sarà adottato dal Ministero delle imprese e del made in Italy entro il 2025, e a cui seguirà la creazione della Conferenza delle Imprese e delle Filiere, che svolgerà il ruolo di piattaforma di condivisione per l'avvio e il monitoraggio della nuova politica industriale.
Infine, il Documento dà conto dei progressi compiuti nel processo di digitalizzazione dei servizi pubblici, rilevando tra l'altro che:
l'Italia è tra i primi Stati membri ad aver garantito entro i termini l'attuazione del Regolamento (UE) 2018/1724 per la Single Digital Gateway, conseguendo con successo il correlato target PNRR;
l'Italia si conferma tra i Paesi europei con maggiore avanzamento anche nell'implementazione del sistema OOTS (Once-Only Technical System), il protocollo tecnico che consente il recupero automatizzato delle informazioni già in possesso degli Enti pubblici;
la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) è diventata operativa;
i servizi forniti dalla piattaforma centrale di gestione digitale degli atti di stato civile sono risultati operativi per 140 comuni, con dismissione dei registri di stato civile cartacei;
è stata completata l'integrazione dell'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) con l'Anagrafe dell'istruzione superiore (ANIS), che raccoglie percorsi formativi e titoli di studio erogati dalle università italiane, con l'Anagrafe Nazionale dell'istruzione (ANIST), che raccoglie i titoli di studio della scuola primaria e secondaria, e con l'Indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche, dei professionisti e degli altri enti di diritto privato non tenuti all'iscrizione in albi, elenchi o registri professionali o nel registro delle imprese (INAD);
sono stati registrati progressi sia nella diffusione del servizio PagoPA che del servizio SPID, nonché con riferimento al progetto del Fascicolo sanitario elettronico.
Nazario PAGANO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire in discussione generale, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.55.
ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 482 del 15 aprile 2025, a pagina 72, seconda colonna, decima riga, sostituire le parole: «La seduta termina alle 12.45.» con le seguenti: «La seduta termina alle 9.45.».