CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 febbraio 2025
447.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-03484 Della Vedova: Su un incontro dell'Ambasciatore d'Italia a Tbilisi con la Ministra degli Affari esteri della Georgia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo ha condannato ripetutamente le violenze e le repressioni contro dimostranti pacifici e voci dissenzienti da parte delle autorità georgiane, assumendo insieme ai partner europei una posizione nettamente critica delle misure legislative adottate da Tbilisi in contraddizione con gli impegni sul percorso di integrazione europea.
  L'Italia e l'Unione europea continuano a chiedere a Tbilisi chiarezza sulle criticità registrate nelle elezioni di ottobre – che tuttavia gli osservatori internazionali non hanno giudicato «illegittime» – e invita le autorità georgiane a rivedere ogni passo che allontana il Paese dal percorso europeo.
  È evidente che tale percorso nell'ultimo anno non soltanto si è arrestato, ma ha purtroppo compiuto passi indietro.
  Al contempo, occorre tenere presente che non vi è, a livello UE, una decisione di non riconoscimento delle elezioni e delle Istituzioni georgiane che ne sono derivate, né tantomeno un ordine di non interloquire con queste ultime, ciò anche in quanto non vogliamo chiudere la porta al popolo georgiano, che guarda all'Europa e si sente europeo.
  Perciò, in linea con gli orientamenti europei, riteniamo importante e utile mantenere canali di interlocuzione, anche se critica, con le autorità georgiane, al netto dei provvedimenti che abbiamo adottato a Bruxelles per dare un chiaro segnale del nostro disappunto, a partire dalla reintroduzione dell'obbligo di visto d'ingresso in UE per i passaporti diplomatici e di servizio georgiani.
  Una decisione in linea con il nostro assenso a misure restrittive che devono però essere mirate e proporzionate, evitando di danneggiare la società georgiana in maniera indiscriminata.
  In questo contesto va ricondotto l'incontro di cortesia, tra l'Ambasciatore d'Italia a Tbilisi, Massimiliano D'Antuono, e la Ministra degli affari esteri georgiana, Maka Botchorishvili.
  Appuntamento che, peraltro, ha fatto seguito ad analoghi incontri che la Ministra degli esteri georgiana ha avuto con altri Ambasciatori UE accreditati nel Paese, con il Capo delegazione dell'Unione europea a Tbilisi, nonché con il suo omologo finlandese e con i vertici del Consiglio d'Europa in missione a Tbilisi.
  I canali di dialogo sono necessari anche a passare messaggi e a svolgere attività di sensibilizzazione importanti. Ne è un esempio l'attenzione con cui continuiamo a seguire il caso della giornalista Mzia Amaghlobeli, che è stato sollevato dal nostro Ambasciatore in Georgia proprio in occasione del suo incontro del 31 gennaio con la Ministra degli esteri georgiana.
  L'Italia continua ad essere strenuamente impegnata su tutti i fronti per tutelare la libertà di espressione, in particolare quella dei giornalisti, in qualunque contesto, incluso naturalmente quello georgiano.
  Il Governo continuerà a monitorare con la massima attenzione l'evolversi della situazione nel Paese e ad agire, in coordinamento con l'Unione europea e i partner internazionali, per mantenere aperta la prospettiva europea della Georgia.
  Un percorso che è garanzia di pace, stabilità, prosperità e sicurezza per tutti i Paesi candidati, nonché di tutela dei diritti fondamentali delle loro popolazioni.

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ALLEGATO 2

5-03485 Boldrini: Sull'invio di materiali di armamento verso lo Stato di Israele.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Sulla questione dell'esportazione di armi verso Israele l'approccio del Governo è stato sin da subito, e resta oggi, in linea con la normativa nazionale, europea e internazionale.
  Come abbiamo più volte avuto modo di riferire, anche in Aula e in questa Commissione, le caratteristiche dell'intervento israeliano a Gaza in reazione al criminale assalto condotto da Hamas hanno indotto l'Italia a valutare con particolare prudenza la concessione di nuove autorizzazioni all'esportazione verso Israele ai sensi della legge n. 185 del 1990.
  Dopo il 7 ottobre 2023 abbiamo sospeso nuove autorizzazioni all'esportazione di armi verso Israele. La sospensione prosegue tuttora.
  Anche per quanto riguarda le licenze anteriori al 7 ottobre, che presentavano residui non ancora completamente utilizzati, è stata effettuata una circostanziata valutazione caso per caso, in base alle caratteristiche dei materiali e nel rispetto della normativa di riferimento.
  Alla luce delle analisi condotte, non sono state sospese o revocate le licenze di esportazione autorizzate prima del 7 ottobre 2023, in quanto i materiali interessati non presentano caratteristiche tali da poter essere impiegati contro la popolazione civile a Gaza, in Cisgiordania o in Libano.
  Una sola licenza, riguardante l'esportazione di materiale di munizionamento marino per mere prove dimostrative, è stata sospesa e successivamente revocata in via cautelativa.
  Quello adottato dal Governo è un approccio particolarmente restrittivo – soprattutto se confrontato con la postura di altri Paesi partner, anche europei.
  Un approccio che intendiamo mantenere.

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ALLEGATO 3

5-03486 Onori: Su iniziative per promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario a Gaza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La posizione del Governo è molto chiara: la soluzione due popoli, due Stati è l'unica in grado di rispondere alle esigenze di sicurezza di Israele e ai diritti dei palestinesi.
  Vogliamo uno Stato palestinese che sia riconosciuto da Israele e che riconosca a sua volta Israele.
  In questa fase dobbiamo sostenere in ogni modo il consolidamento del cessate-il-fuoco, lavorando insieme a tutti gli attori regionali, tra cui Egitto e Giordania, che peraltro hanno già espresso contrarietà all'ipotesi di trasferimenti forzati della popolazione.
  Siamo in prima linea nel sostegno all'Autorità Nazionale Palestinese affinché torni ad esercitare la propria sovranità sul territorio di Gaza.
  Anche con l'aiuto di una missione internazionale a guida araba sotto l'egida delle Nazioni Unite.
  Soltanto un Governo palestinese forte, sostenuto da istituzioni democratiche e legittimato dalla comunità internazionale, potrà garantire lo sviluppo economico e sociale.
  A tale riguardo, il ridispiegamento della Missione europea EUBAM Rafah è un passaggio fondamentale, dall'alto valore anche simbolico: una significativa presenza europea, con il compito di assistere l'Autorità Palestinese nella gestione del valico che collega Gaza all'Egitto.
  L'Italia sarà in prima linea, con i nostri Carabinieri che sono già operativi. Il Ministro Tajani li sta incontrando proprio in queste ore, insieme con il Comandante Generale dell'Arma, in occasione di una sua missione in Israele.
  Il nostro obiettivo è la ricostruzione materiale e sociale della Striscia.
  Dall'inizio del conflitto, il Governo ha stanziato per Gaza 80 milioni di euro, anche per le attività di organismi internazionali e organizzazioni della società civile.
  Come sapete, una parte importante dell'impegno italiano si articola nel quadro dell'iniziativa «Food for Gaza» che ha visto fin qui la consegna di oltre 100 tonnellate di beni umanitari.
  Il Ministro Tajani ha deciso di rafforzare e ampliare l'iniziativa, con il pieno sostegno sia delle autorità israeliane, sia di quelle palestinesi.
  L'interrogazione mi dà poi l'occasione di valorizzare quanto illustrato proprio ieri dal Ministro durante l'audizione alle Commissioni Esteri riunite di Senato e Camera, quando si è soffermato sulle iniziative concrete a sostegno della popolazione palestinese nella Striscia.
  Il Governo sta lavorando, ad esempio, alla ricostruzione della sanità, con particolare riferimento all'ostetricia, alle malattie infettive, all'ortopedia, alla protesica, dove la sanità italiana può mettere a disposizione eccellenze assolute.
  Proprio in queste ore, come dicevo, il Ministro Tajani è in Israele, al porto di Ashdod, insieme al Ministro Bernini e al presidente della regione Piemonte, Cirio, per la consegna di un ulteriore carico di beni di prima necessità forniti dalla nostra cooperazione e quindici camion donati al Programma alimentare mondiale per facilitare le operazioni di distribuzione degli aiuti nella Striscia.
  Si tratta di risposte concrete che il Governo sta fornendo alla popolazione di Gaza, per alleviarne le sofferenze e gettare le basi per un futuro di sviluppo.
  La nostra diplomazia umanitaria è anche funzionale alla ripresa di un dialogo tra le parti. Nel corso della sua missione Pag. 31odierna, il Ministro Tajani incontrerà nuovamente il suo omologo israeliano Sa'ar proprio per ribadire la necessità di un rilancio del processo politico verso la soluzione a due Stati.
  Come non ci può essere pace senza sicurezza, non ci può essere sicurezza senza pace. Le soluzioni non possono basarsi sulla sola forza, c'è bisogno di politica, di intese, di negoziati.

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ALLEGATO 4

5-03487 Formentini: Sulle procedure di nomina dell'inviato speciale dell'Italia per l'IMEC.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La diplomazia deve essere al servizio della crescita del Paese. A tale riguardo, le esportazioni rappresentano uno strumento fondamentale per l'Italia, per il suo sviluppo economico e industriale.
  Vogliamo arrivare a 700 miliardi di export a fine legislatura, un obiettivo che potrà essere raggiunto attraverso un'intensa diversificazione dei mercati, che vede in prima linea soprattutto le nostre piccole e medie imprese.
  Stiamo per questo elaborando una strategia per aumentare il raggio d'azione del nostro export e raggiungere sempre più nuovi mercati.
  Per continuare a sostenere concretamente le aziende italiane nella diversificazione geografica delle esportazioni, insieme alla squadra della diplomazia economica (ICE, SACE, SIMEST e CDP), sono in preparazione missioni all'estero in mercati strategici; penso ad esempio all'India al Vietnam, al Messico e ai Paesi del Golfo.
  In questo contesto, il Governo italiano è ben consapevole dell'importanza del progetto del Corridoio IMEC.
  Non a caso siamo stati tra i primi firmatari del Memorandum d'intesa, sottoscritto con India, Stati Uniti, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania ed Unione europea, a margine del G20 svoltosi a Nuova Delhi il 9 settembre 2023.
  Sempre nella consapevolezza delle potenzialità di questo «ponte indo-mediterraneo verso l'Atlantico», la Farnesina ha assicurato l'inclusione di IMEC tra i settori prioritari di collaborazione bilaterale previsti dal Piano d'azione strategica congiunta varato dal Presidente del Consiglio Meloni e dal Primo Ministro Modi a margine del Vertice G20 di Rio il 18 novembre 2024.
  Malgrado l'iniziativa si trovi attualmente in una fase di stallo, dovuta soprattutto all'instabilità del quadrante medio-orientale, resta un progetto su cui intendiamo investire per migliorare e diversificare le connessioni infrastrutturali con l'Indo-Pacifico.
  Riteniamo infatti che il Corridoio, prevedendo peraltro il passaggio attraverso Israele e Giordania e aspirando a promuovere una più ampia integrazione regionale tra Asia ed Europa, sia in linea con gli obiettivi della «Global Gateway» dell'Unione europea e della «Partnership for Global Infrastructure and Investment» del G7.
  Si tratta di un'iniziativa che permetterà di favorire il commercio con infrastrutture sostenibili, orientate verso la transizione verde, sviluppate con modalità trasparenti, mobilitando capitale pubblico e privato, senza imporre debito insostenibile agli Stati partecipanti.
  Potrebbe infine fornire un importante contributo alla stabilità del Medio Oriente, ove si consolidassero le prospettive di pace dischiuse dal recente cessate-il-fuoco a Gaza. Un percorso avviato con gli Accordi di Abramo e brutalmente interrottosi con gli attacchi del 7 ottobre, di cui adesso si devono riannodare le fila.
  Posso pertanto confermare che – alla luce di quanto espresso e in linea con la risoluzione del 14 maggio scorso citata dall'interrogante – il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha da tempo avviato la riflessione necessaria a procedere alla nomina di un inviato speciale dell'Italia per l'IMEC, allo scopo di poterne definire quanto prima il profilo e le competenze più adeguate, anche in coordinamento con altre Amministrazioni interessate.