CAMERA DEI DEPUTATI
Sabato 14 dicembre 2024
422.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Sabato 14 dicembre 2024.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.45 alle 13.10.

SEDE REFERENTE

  Sabato 14 dicembre 2024. — Presidenza del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA, indi del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Intervengono il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani e il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 13.15.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
C. 2112-bis Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 13 dicembre 2024.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, avverte preliminarmente che, per prassi, la pubblicità dei lavori della seduta odierna è assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Ne dispone pertanto l'attivazione.
  Ricorda, quindi, che nella seduta del 13 dicembre si è proceduto all'illustrazione dei pareri dei relatori e del Governo sulle proposte emendative segnalate riferite agli articoli da 31 a 55 e che i lavori si sono conclusi con la votazione dell'articolo aggiuntivo Carmina 33.09.
  Avverte, inoltre, che tutte le proposte emendative segnalate riferite ai citati articoli, per le quali i relatori e il Governo hanno richiesto l'accantonamento nella seduta di ieri, devono intendersi accantonate.
  Avverte, quindi, che si riprenderà con l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 34, a partire dall'emendamento Grimaldi 34.1.

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  Marco GRIMALDI (AVS), illustrando l'emendamento a sua prima firma 34.1, rileva come esso intervenga sulla disciplina dei congedi parentali, prevedendo un congedo obbligatorio retribuito di sei mesi in favore del padre nei primi dodici mesi di vita del bambino.
  Auspica un'ampia condivisione di tale proposta, richiamando l'introduzione, con la legge di bilancio per l'anno 2023, di un ulteriore mese di congedo di maternità tramite una proposta emendativa condivisa da tutti i gruppi. Sottolinea, quindi, come la disciplina vigente in materia di congedi in favore dei padri sia del tutto inadeguata e insufficiente.
  Rileva come si tratti di un tema ineludibile su cui promuovere una sfida e una discussione nel Paese e ricorda di aver presentato una proposta di legge al riguardo, sulla quale assicura di essere disponibile al confronto.
  Sottolinea, altresì, la necessità di superare la disparità di trattamento tra coloro che hanno la possibilità di trascorrere nella famiglia il periodo dei primi anni di vita del figlio e coloro che non hanno tale possibilità, quali ad esempio i piccoli lavoratori autonomi, in modo da consentire a tutti i padri di godere pienamente della paternità e di riequilibrare i rapporti all'interno della famiglia.
  Evidenzia, inoltre, come l'introduzione di un periodo di congedo parentale obbligatorio retribuito, esteso anche ai casi di adozione, nazionale o internazionale, e di affidamento, sulla cui durata afferma peraltro di essere disposto alla mediazione, consentirebbe di sottrarre le donne ai ricatti ai quali tuttora sono sottoposte da parte dei datori di lavoro e contribuirebbe alla realizzazione di una società più giusta.
  Per quanto concerne la copertura degli oneri finanziari, segnala che la proposta emendativa in esame prevede che ad essi si faccia fronte mediante l'aumento delle aliquote dell'imposta sulle successioni, che è attualmente la più bassa in Europa.

  Riccardo RICCIARDI (M5S), intervenendo sull'emendamento Grimaldi 34.1, richiama l'attenzione sulla norma di copertura finanziaria prevista dalla proposta emendativa in esame.
  Al riguardo, ritiene gravemente iniquo che chi riceve in eredità patrimoni, anche ingenti, non sia tenuto, di fatto, a pagare imposte, ciò che contraddice peraltro la politica di valorizzazione e di riconoscimento del merito che l'attuale maggioranza dichiara di perseguire, al punto da aver promosso il cambiamento della denominazione del Ministero dell'istruzione in Ministero dell'istruzione e del merito. Osserva come sia del tutto evidente l'assenza di alcun merito in chi si ritrova a disporre di ingenti patrimoni in virtù della mera successione ereditaria.
  Ritiene, peraltro, inconsistenti le obiezioni all'introduzione di un'imposta sulle successioni secondo le quali essa favorirebbe l'espatrio di capitali e ostacolerebbe la redistribuzione della ricchezza, osservando come i contribuenti più ricchi del nostro Paese abbiano già attualmente stabilito la loro residenza fiscale all'estero.
  Ricorda, inoltre, come l'Italia sia il Paese europeo con le imposte di successione più basse ed evidenzia la necessità di traslare l'onere della tassazione dal lavoro ai patrimoni.
  Dichiara, in conclusione, il voto favorevole sull'emendamento Grimaldi 34.1, chiedendo altresì di sottoscriverlo a nome dei deputati del suo gruppo facenti parte della Commissione Bilancio.

  La Commissione respinge l'emendamento Grimaldi 34.1.

  Paolo TRANCASSINI (FDI) rileva che dall'esito della votazione appena svolta non sembra emergere una posizione unitaria di tutte le forze politiche appartenenti all'opposizione, probabilmente a causa di posizioni differenziate rispetto al tema dell'introduzione di un'imposta di successione.

  Marco GRIMALDI (AVS) contesta quanto affermato dal deputato Trancassini, dichiarandosi orgoglioso del fatto che abbiano votato a favore del suo emendamento tutti i deputati dei gruppi di opposizione.

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  Chiara BRAGA (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Schlein 34.3, di cui è cofirmataria, ricorda che esso è stato sottoscritto dai rappresentanti di tutti i gruppi di opposizione, in quanto vi è un'ampia convergenza sul tema dei congedi parentali paritari. Si dichiara sorpresa del fatto che, nonostante i continui proclami del Governo e della maggioranza sulla necessità di adottare misure a favore della natalità, non vi sia, in questa sede, un confronto reale con i deputati di maggioranza.
  Evidenzia che la proposta emendativa in discussione è volta a colmare il divario rispetto ad altri Paesi europei, con l'obiettivo di conseguire una più equa ripartizione del lavoro di cura all'interno della famiglia e, quindi, anche una maggiore presenza femminile nel mercato del lavoro. Si dichiara stupita del fatto che la prima Presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica promuova politiche volte a considerare il merito delle donne in base al numero di figli avuti, privilegiando una visione che vede le donne come le figure a cui spetta in maniera quasi esclusiva il compito della crescita dei figli, tendenzialmente all'interno della famiglia tradizionale.
  Entrando nello specifico della proposta emendativa in discussione, segnala che con essa si propone un congedo paritario di cinque mesi per entrambi i genitori alla nascita dei figli, esteso anche ai lavoratori autonomi e con un'indennità pari al 100 per cento della retribuzione. Osserva che, al di là del ruolo specifico che spetta alle madri nei primi mesi di vita del bambino, è fondamentale non penalizzare le donne dopo il parto, assicurando continuità nei percorsi lavorativi. Ricorda che l'insufficiente tasso di occupazione femminile rappresenta tuttora un tema irrisolto per il quale è necessario uno scatto in avanti, anche per promuovere lo sviluppo del Paese.
  Auspica, pertanto, un ripensamento da parte dei relatori rispetto al parere contrario espresso sull'emendamento in discussione o che, quantomeno, vi sia un dibattito serio su una proposta emendativa centrale, che si pone peraltro in continuità con le discussioni svolte in Assemblea nel corso dell'esame di atti di indirizzo, caratterizzate spesso da un approccio condiviso in modo trasversale.

  Elena BONETTI (AZ-PER-RE), ricollegandosi all'intervento svolto dalla collega Braga, ribadisce che la proposta emendativa in discussione è frutto del dibattito che si è svolto all'interno delle forze di opposizione circa il diritto/dovere dei padri alla partecipazione al carico di cura dei figli. Come ulteriore spunto di riflessione rivolto ai deputati di maggioranza, ricorda che l'emendamento in oggetto rappresenta sostanzialmente l'attuazione di quanto previsto dalla legge n. 32 del 2022, cosiddetta Family Act, approvata nella scorsa legislatura anche con il voto favorevole di Forza Italia e della Lega. Segnala, infatti, che tale legge prevede il progressivo innalzamento del congedo di paternità e che lo stesso obiettivo era indicato nel programma elettorale di Forza Italia. Rileva, pertanto, che la posizione assunta dalle forze di maggioranza rappresenta un disconoscimento del programma politico sul quale hanno ricevuto il mandato elettorale.
  Evidenzia, inoltre, che il congedo parentale paritario rappresenta un'importante leva di sviluppo e, come tale, è sostenuto dal mondo delle imprese. Richiama, in proposito, i contenuti di un documento prodotto dall'associazione di imprese Valore D, impegnata nella promozione dell'equilibrio di genere, che ha criticato alcune decisioni assunte dal Governo Meloni e auspicato un profondo cambiamento culturale rispetto al tema della cura dei figli.
  Pur riconoscendo che, sul piano finanziario, l'emendamento in esame determina un onere non indifferente, rileva tuttavia che i relatori avrebbero potuto controproporre, quantomeno, un innalzamento del numero di giorni di congedo per i padri. Segnala, infatti, che, mentre con le leggi del bilancio dal 2020 al 2022 si è registrata una crescita costante del numero di giorni, nonché una stabilizzazione delle risorse necessarie, nelle tre manovre elaborate dall'attuale maggioranza non c'è stato alcun intervento al riguardo. In tal modo non viene data alcuna risposta agli elettori e alle Pag. 6imprese e si perde un'occasione per promuovere lo sviluppo del Paese.

  Marco GRIMALDI (AVS) rileva che il dibattito in corso potrebbe essere dedicato a tutti i padri, sia a coloro che hanno potuto godersi con maggiore libertà i primi mesi di vita dei loro figli, che ai tanti che, invece, non hanno goduto di quest'opportunità. Osserva che i partiti attualmente al governo sembrano ritenere ancora che la crescita dei figli sia compito esclusivo delle madri, evidenziando che sarebbe invece necessario un ripensamento radicale del modello maschile, per passare dalla conciliazione alla condivisione delle cure parentali. Sottolinea che la proposta emendativa in discussione rappresenta un punto del programma condiviso dai gruppi parlamentari attualmente all'opposizione, con l'obiettivo di proporre un cambiamento radicale per allineare l'Italia a quanto accade nel contesto europeo, anche al fine di sottrarre le donne alla ricattabilità sul posto di lavoro.

  Andrea QUARTINI (M5S) ritiene che la proposta emendativa in esame testimoni la capacità dell'opposizione di dare un segnale di civiltà all'interno di una società sempre più in difficoltà rispetto al tema della natalità, assicurando anche ai padri un ruolo centrale nella crescita dei figli. Evidenzia che il gender gap può essere superato solo assicurando la capacità di esercitare in maniera paritaria il ruolo di genitori, investendo risorse sull'educazione affettiva.
  Rileva che nel contesto attuale, che può ancora essere considerato di tipo patriarcale, il peso della crescita dei figli ricade ancora in gran parte sulle donne, ricordando che in alcuni casi la depressione post partum può avere effetti devastanti. Ritiene che siano necessari interventi per promuovere un affiancamento nel ruolo genitoriale e si dichiara pertanto stupito che i gruppi di maggioranza, che pure a parole insistono continuamente sulla crisi demografica, non prendano poi in considerazione il tema centrale rappresentato dai congedi parentali paritari. Auspica, pertanto, che sia possibile un ripensamento, osservando che l'approvazione dell'emendamento in discussione potrebbe fare la differenza per quanto concerne la riduzione dei divari di genere.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), intervenendo sull'emendamento Schlein 34.3, che sottoscrive, evidenzia che, in mancanza di un congedo parentale paritario tra uomini e donne, non sarà possibile superare l'attuale gender gap nella fase delle assunzioni. A suo avviso, l'istituto del congedo, per come disciplinato attualmente, costituisce una misura di disincentivo all'assunzione delle donne da parte delle imprese.

  Ida CARMINA (M5S) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Schlein 34.3.

  La Commissione respinge l'emendamento Schlein 34.3.

  Elena BONETTI (AZ-PER-RE) illustra l'emendamento 34.5 a sua prima firma, che intende innalzare l'indennità corrisposta alle lavoratrici durante il congedo di maternità dall'80 al 100 per cento. Stigmatizza l'attuale sistema di congedi per cui, nel caso del congedo obbligatorio di maternità, viene coperto l'80 per cento dello stipendio, mentre nel caso del congedo di paternità lo Stato copre il 100 per cento.
  Evidenzia, inoltre, che tale sistema crea una discriminazione tra lavoratrici madri, in quanto solo per alcune è prevista una copertura contrattuale che garantisca anche durante il congedo di maternità una retribuzione piena. In questi casi, tuttavia, sono le singole imprese a farsi carico della quota stipendiale non coperta dallo Stato. In base agli studi sul tema maggiormente accreditati, questa è una delle ragioni di maggiore discriminazione in entrata tra uomo e donna, in quanto determina un costo maggiore del lavoro femminile per le imprese.
  Chiede, dunque, che la scelta politica su dove allocare le risorse tenga conto di tali elementi e sottolinea che un ripensamento del sistema dei congedi rappresenterebbe un passo importante nella storia del Paese, Pag. 7determinando un impatto positivo non solo sulle imprese e sulle lavoratrici, ma anche sui tassi di natalità. Concludendo, invita quindi i relatori e il Governo a rivalutare il parere espresso sull'emendamento in esame.

  Silvia ROGGIANI (PD-IDP), nel condividere l'intervento testé svolto dalla collega Bonetti, rileva che, nonostante il Governo si dichiari a favore del modello della famiglia tradizionale e si impegni ad attuare politiche a sostegno della natalità, non adotta, di fatto, misure che possano mettere le donne nella condizione di scegliere se avere o meno un figlio. Evidenzia che l'emendamento Bonetti 34.5, che fa parte di un più ampio pacchetto di emendamenti, intervenendo sulla disciplina dei congedi parentali, offre una visione di fondo a sostegno della natalità e della genitorialità condivisa. A fronte di un carico di cura dei figli, ma anche degli anziani, che ricade per la maggior parte sulle spalle delle donne, occorre a suo avviso prevedere misure di incentivazione che possano garantire il 100 per cento della retribuzione alle lavoratrici madri, specialmente per quelle che, come sottolineava la collega Bonetti, sono in una condizione di maggiore fragilità in quanto non godono di una specifica copertura contrattuale.
  Sottolinea, infine, che la politica dei bonus seguita dall'attuale Governo non risulta condurre a risultati soddisfacenti, che potrebbero invece essere conseguiti dall'introduzione di misure strutturali, molto più efficaci.

  Andrea QUARTINI (M5S), ricollegandosi all'intervento della collega Roggiani, evidenzia come non sia ragionevole che il carico del lavoro di cura ricada per intero sulle donne.
  Ritiene, quindi, che l'emendamento Bonetti 34.5 dia rilievo a tale circostanza, anche in un'ottica di superamento dell'«inverno demografico» del Paese, e auspica possa essere rivalutato il parere contrario espresso sullo stesso dai relatori e dal rappresentante del Governo.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'emendamento Bonetti 34.5, di cui è cofirmatario, osserva come siano molto spesso le donne a subire le conseguenze delle inefficienze delle risposte dello Stato e del Governo: ne è stata la riprova, a suo avviso, quanto accaduto durante la pandemia, che ha avuto anche la funzione di detonatore delle ingiustizie e delle diseguaglianze sociali e di genere.
  A tal proposito, evidenzia anche l'opportunità di ripensare il «Sistema integrato 0-6 di educazione e di istruzione», disciplinato dal decreto legislativo n. 65 del 2017, che dovrebbe mirare a favorire la conciliazione fra tempi di lavoro dei genitori e a cura dei bambini.
  Nel sottolineare, infine, che l'emendamento Bonetti 34.5 è stato largamente condiviso dalle forze di opposizione e meriterebbe, quindi, una condivisione trasversale, estesa anche alle forze di maggioranza, si appella alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, evidenziando che il più grande ostacolo all'incremento della natalità sono la precarietà e i bassi salari e che l'accoglimento dell'emendamento in esame determinerebbe un maggiore allineamento tra diritti e doveri, in piena sintonia con il sentimento ampiamente diffuso nel Paese.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Bonetti 34.5 e 34.4 e l'emendamento Boschi 34.15.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, rileva come, nonostante l'approssimarsi dell'orario concordato dai gruppi per la conclusione della seduta odierna, il Governo non abbia ancora provveduto a depositare le relazioni tecniche concernenti gli emendamenti depositati dai relatori e a fornire le relazioni illustrative riferite agli emendamenti 119.11 e Tab.2.4 del Governo. Sottolinea, quindi, che l'assenza di tale documentazione, richiesta ripetutamente nella giornata odierna, non consentendo la valutazione della reale portata degli emendamenti stessi, impedirebbe l'apertura della fase subemendativa.
  Evidenzia, inoltre, che in base alle dichiarazioni del viceministro dell'economia e delle finanze, Maurizio Leo, la proposta emendativa volta ad aumentare la retribuzionePag. 8 dei membri del Governo non parlamentari sarebbe da imputare al Parlamento, quando invece la stessa è da ricondursi a una precisa scelta proveniente da Palazzo Chigi. Chiede, pertanto, al Presidente del Consiglio di compiere un atto di coraggio, assumendosi la paternità della scelta compiuta.
  Chiede, quindi, se il Ministro per i rapporti con il Parlamento Ciriani e la sottosegretaria Albano intendano quantomeno illustrare oralmente i contenuti delle proposte emendative già depositate.

  Chiara BRAGA (PD-IDP) evidenzia che, qualora non dovesse esserci il deposito delle relazioni, da parte del Governo, concernenti gli emendamenti già depositati, i gruppi di opposizione saranno costretti a mutare atteggiamento nel prosieguo dell'esame del disegno di legge di bilancio, non potendo più fare affidamento sulla parola data dai rappresentanti del Governo, i quali, venendo meno agli impegni presi, mostrerebbero una totale mancanza di rispetto nei confronti delle forze di opposizione.

  Il Ministro Luca CIRIANI, nel far presente che il presidente Mangialavori ha già fornito risposta in merito alle richieste avanzate dall'opposizione precisando che la relazione tecnica non è richiesta ai fini della procedibilità delle proposte emendative dei relatori, rassicura che la garanzia fornita dal sottosegretario Freni circa la disponibilità a produrre, come gesto di doverosa cortesia istituzionale, relazioni tecnico-illustrative riferite agli emendamenti dei relatori, per quanto non obbligatorie ai fini del deposito delle suddette proposte, non resterà inevasa. Prenderà, quindi, contatti con il sottosegretario Freni per avere indicazioni più precise sui tempi con cui tali relazioni verranno fornite alla Commissione.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori e ritenendo che il Ministro Ciriani non abbia seguito l'intera vicenda oggetto di discussione o non sia stato su di essa adeguatamente informato, reputa necessario ricapitolarne gli aspetti salienti.
  Fa presente, in primo luogo, che quanto richiesto dalle opposizioni non costituisce un gesto di mera cortesia istituzionale, ma rappresenta un preciso impegno assunto dal rappresentante del Governo, nella persona del sottosegretario Freni, a fronte della trasformazione di proposte emendative inizialmente annunciate come proposte del Governo in emendamenti dei relatori.
  Aggiunge, inoltre, che in tale circostanza il sottosegretario Freni non si è limitato a formulare una generica promessa, ma ha dichiarato che contestualmente alle proposte emendative dei relatori sarebbero pervenute anche le relative relazioni, contenenti spiegazioni tecniche adeguate alle questioni poste. Nel ricordare che la stessa relatrice Lucaselli aveva dichiarato, già nella giornata di ieri, che proposte emendative e relative relazioni erano in procinto di essere depositate, sollecita il Ministro Ciriani ad assumere un impegno certo quanto alle tempistiche. In caso contrario, si vede costretta a concludere che la maggioranza e il Governo non siano in grado di onorare il benché minimo impegno assunto nei confronti del Parlamento.
  Ribadisce, infine, che la questione sollevata non attiene alla sola correttezza dei rapporti istituzionali tra Governo, maggioranza e opposizione, dal momento che le informazioni richieste risultano indispensabili anche su un piano tecnico al fine di poter formulare i subemendamenti, soprattutto alla luce delle carenze e delle lacune presenti nel materiale fin qui fornito sotto molteplici profili, a partire da quelli relativi alla copertura finanziaria delle proposte emendative in questione. Nel rilevare come dietro le proposte in arrivo vi siano scelte politiche che maggioranza e Governo dovrebbero avere il coraggio e la dignità di spiegare, reitera la richiesta al Ministro Ciriani a impegnarsi personalmente e per conto del Governo in merito alla tempestiva trasmissione delle relazioni richieste.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) ricorda che il sottosegretario Freni ha assicurato, nelle giornate precedenti, che le proposte Pag. 9emendative dei relatori sarebbero pervenute tutte corredate da relazione tecnica. Nel richiamare le parole del sottosegretario, il quale ha invitato a non prendere in considerazione notizie provenienti da agenzie di stampa, ma a ritenere valide le sole fonti del Ministero dell'economia e delle finanze, fa presente che in maniera analoga il viceministro Leo dovrebbe astenersi dall'attribuire alla volontà del Parlamento la proposta di incrementare la retribuzione dei componenti del Governo non parlamentari, oggetto della proposta emendativa dei relatori 111.04.
  Ritenendo che la paternità del Governo in merito alla proposta da ultimo menzionata non possa essere negata per il solo fatto che formalmente l'iniziativa è stata assunta dai quattro relatori, è del parere che per il dovuto rispetto istituzionale, mai venuto meno da parte delle opposizioni, il viceministro Leo dovrebbe evitare simili affermazioni, poco utili al buon andamento dell'esame del disegno di legge di bilancio.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, fa presente che, come già dichiarato dal presidente Mangialavori nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi nella mattinata prima dell'inizio della seduta, nella giornata di oggi saranno presentate ulteriori proposte emendative. Nel porgere le proprie scuse ai colleghi, i quali hanno chiesto chiarimenti in ordine a emendamenti complessi, assicura che con il deposito odierno arriveranno tutte le spiegazioni, non doverose da parte dei relatori, ma dovute in ragione dell'impegno assunto.
  Aggiunge che il congruo termine per la presentazione di subemendamenti alle proposte emendative dei relatori consentirà di analizzare le relazioni tecniche allegate e di farne oggetto di eventuale discussione nel corso della giornata di lunedì, non rilevando, pertanto, alcuna compromissione dei tempi di analisi delle relazioni che, per quanto non costituendo un obbligo per i relatori, completeranno il lavoro che si sta facendo sulle questioni in corso.

  Marco GRIMALDI (AVS) manifesta il timore che i consigli rivolti dalle opposizioni alla maggioranza e al Governo non siano stati finora di alcuna utilità, dal momento che in questi giorni sono man mano venute meno tutte le certezze che il Ministero dell'economia e delle finanze aveva inizialmente manifestato in ordine all'esame del disegno di legge di bilancio, ai tempi della sua conclusione e al carattere definitivo delle proposte emendative predisposte dal Governo.
  Nel segnalare, a tale ultimo proposito, che invece le proposte emendative del Governo sono state annunciate e successivamente non formalmente depositate, rileva come in quest'occasione non vi siano neanche le attenuanti richiamate dalla maggioranza due anni fa, relative ai tempi oggettivamente ristretti a disposizione e alla circostanza che la manovra di finanza pubblica fosse stata sostanzialmente impostata da un Governo precedente. Ricordando che in quell'occasione si arrivò alla presentazione di un maxiemendamento da parte dello stesso Ministro che pure, nel 2011, da Presidente della Commissione Bilancio della Camera, aveva dichiarato la propria indisponibilità ad accettare emendamenti del Governo privi di adeguata copertura finanziaria, si dichiara allibito per il fatto di trovarsi di fronte, dopo una lunga sceneggiata, alle stesse ipocrisie di ieri, con una manovra che sostanzialmente non ha ancora visto avviarsi la fase più significativa del suo esame.
  Nel richiamare le legittime richieste di chiarimenti avanzate dai colleghi dell'opposizione, tiene a lasciare a verbale la convinzione che le proposte emendative dei relatori, a suo avviso, non approderanno in Commissione né per le ore 15 e neppure per le ore 16, paventando il conseguente rischio che la manovra finisca su un binario morto. Sollecita, in conclusione, il presidente a esprimersi in ordine all'arrivo di relazioni tecniche attese da ieri.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, fa presente di essersi già espresso sull'argomento nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltosi prima della seduta odierna, precisando che la vigente normativa contabile richiede Pag. 10una relazione tecnica a corredo dei disegni di legge, degli schemi di decreto legislativo e degli emendamenti di iniziativa governativa che comportino conseguenze finanziarie.

  Daniela TORTO (M5S), oltre a richiamare le considerazioni già svolte dai colleghi, ricorda l'ulteriore richiesta avanzata dall'opposizione e tuttora rimasta inevasa di avere in forma scritta le motivazioni alla base della dichiarazione di ammissibilità delle proposte emendative finora depositate dal Governo e dai relatori e, in particolare, dell'articolo aggiuntivo 111.04, volto tra l'altro a incrementare la retribuzione dei componenti del Governo non parlamentari.
  Con riguardo alle parole del viceministro Leo, richiamate dal deputato Dell'Olio, in ordine al fatto che si tratterebbe non di un'iniziativa del Governo, ma di una scelta dei parlamentari, fa presente come egli abbia evidentemente omesso di precisare che si riferiva ai parlamentari di maggioranza. Chiede, quindi, ai colleghi se vogliano rispondere a tali provocazioni del viceministro o se invece preferiscano tacere, mostrandosi conniventi rispetto all'operazione in corso.
  Dà conto, da ultimo, dell'iniziativa del gruppo del Movimento 5 Stelle di scrivere una lettera al Presidente della Camera, al fine di sollecitare un riesame del giudizio di ammissibilità dell'articolo aggiuntivo Caretta 82.05, oggetto di una proposta di riformulazione, avente natura chiaramente ordinamentale. Esso, infatti, intervenendo sull'articolo 18 della legge n. 157 del 1992, favorisce il settore venatorio, mettendo da parte la tutela degli animali selvatici. Dichiara di essere sorpresa non tanto dalla preferenza della maggioranza per i cacciatori, ma dal tentativo di riproporre una misura in linea con quella già proposta nell'esame del disegno di bilancio per l'anno 2023, quando, a conclusione della discussione fu posto in votazione e approvato l'articolo aggiuntivo Foti 78.015, il cui esito è stato l'apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia. Nel segnalare lo stesso rischio a fronte dell'approvazione dell'articolo aggiuntivo del collega Caretta, si appella anche al presidente Mangialavori perché voglia farsi parte attiva per superare le decisioni precedentemente assunte.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, ritiene giusto e doveroso che sulla questione si esprima il Presidente della Camera, direttamente chiamato in causa dal gruppo del MoVimento 5 Stelle.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) illustra l'emendamento Furfaro 34.18 che, in materia di congedi di maternità e paternità, è volto ad equiparare i diritti dei lavoratori autonomi, i quali a parole tanto interessano alla maggioranza, con quelli dei lavoratori dipendenti. Precisa quindi che l'emendamento prevede – per i lavoratori autonomi – l'accesso facoltativo al congedo di paternità di dieci giorni, con copertura retributiva del 100 per cento. Si dichiara sicura che l'emendamento non troverà l'opposizione dei colleghi di maggioranza, non riuscendo a ravvisare ragioni in tal senso.

  Elena BONETTI (AZ-PER-RE) chiede di sottoscrivere l'emendamento Furfaro 34.18 e preannuncia il proprio voto favorevole, segnalando come la discriminazione dei lavoratori autonomi in materia di congedi di maternità e paternità costituisca un vulnus che il legislatore dovrebbe provvedere a colmare, tanto più che l'entità delle risorse finanziarie richieste a copertura degli oneri è decisamente limitata, soprattutto se comparata ad altre misure contenute nel disegno di legge di bilancio. Chiede quindi ai relatori e ai colleghi di rivalutare il contenuto dell'emendamento, anche ai fini di una sua riformulazione, considerando bizzarro l'atteggiamento della maggioranza che si rifiuta di intervenire in favore del lavoro autonomo, meno tutelato degli altri in materia di welfare.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, prende atto dell'assenza di disponibilità da parte dei relatori ad un eventuale accantonamento dell'emendamentoPag. 11 Furfaro 34.18, ai fini di una rivalutazione del suo contenuto.

  La Commissione respinge l'emendamento Furfaro 34.18.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che l'emendamento Giaccone 35.5 è stato ritirato dai presentatori.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Serracchiani 35.6, sottolinea come esso intenda porre fine all'irragionevole discriminazione verso le lavoratrici domestiche, estendendo anche a tale categoria la decontribuzione prevista per le altre lavoratrici madri. Ritenendo che l'unica spiegazione possibile alla contrarietà della maggioranza possa essere il basso livello dei contributi a favore delle lavoratrici domestiche e dunque l'irrilevanza dell'incentivo, fa presente a tale proposito che d'altra parte la misura per le medesime ragioni è destinata ad un onere irrilevante. Considera in conclusione indecente la volontà di non eliminare la discriminazione nei confronti del lavoro domestico.

  Elena BONETTI (AZ-PER-RE), intervenendo sull'emendamento a propria firma 35.7, identico a quello appena illustrato dalla collega Guerra, richiama gli interventi svolti in occasione dell'esame dello scorso disegno di bilancio, quando aveva evidenziato come la decontribuzione in favore delle lavoratrici dipendenti con contratto a tempo indeterminato comportasse l'utilizzo di ingenti risorse finanziarie sostanzialmente a tutela dei redditi medio alti, segnalando nel contempo l'opportunità di ricorrere invece all'assegno unico universale per tutte le madri lavoratrici. Rileva quindi come oggi si di ascolto al suo accorato appello, estendendo la decontribuzione alle lavoratrici a partita IVA o con contratto a tempo determinato, mantenendo tuttavia l'esclusione dall'accesso alla misura per la categoria delle lavoratrici domestiche. Anche in questo caso si domanda per quale motivo non si sia ritenuto di ricorrere invece alla maggiorazione dell'assegno unico universale, che con le medesime risorse avrebbe consentito di intervenire in favore di tutte le madri lavoratrici.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Bonetti 35.7 e Serracchiani 35.6.

  Elena BONETTI (AZ-PER-RE) fa presente che con l'articolo aggiuntivo a sua firma 36.07 si chiede la proroga del fondo istituito per dare attuazione al contrasto alla povertà minorile, soprattutto in quei contesti sociali in cui essa è più grave o in aumento. Nel ricordare che nell'anno scorso si è raggiunto, rispetto al 2014, il record di bambini in povertà assoluta, con una percentuale del 14 per cento pari a quasi 1,4 milioni di soggetti, si domanda per quale ragione il Parlamento, di fronte a dati tanto drammatici, non soltanto non inauguri nuove misure ma addirittura definanzi quelle già esistenti. Considerando tale atteggiamento odioso e inaccettabile, sollecita un moto di coscienza dei colleghi della maggioranza che induca ad un supplemento di riflessione, eventualmente avanzando una proposta di riformulazione con un margine inferiore di risorse finanziarie.

  Irene MANZI (PD-IDP) ribadisce che le proposte emendative in discussione sono volte a prorogare l'operatività, mediante lo stanziamento delle relative risorse, del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
  Al riguardo, sottolinea come i dati sulla povertà educativa minorile siano particolarmente allarmanti, in quanto evidenziano una riduzione delle opportunità per le giovani generazioni, e come la mancata previsione di risorse atte a garantire l'operatività del Fondo in questione, oltre al dimezzamento di quelle per gli interventi previsti dal cosiddetto «decreto Caivano», si ponga in contrasto con le politiche in favore della famiglia che l'attuale maggioranza dichiara di perseguire.
  Rileva che le proposte emendative in esame recano misure a sostegno delle generazioniPag. 12 più giovani, ponendo rimedio alla sottrazione di risorse a progetti che richiedono continuità operativa.

  La Commissione respinge gli identici articoli aggiuntivi Bonetti 36.07, Gadda 36.05, Furfaro 36.06 e Pisano 36.08.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che, secondo quanto convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltosi in data odierna, le votazioni proseguiranno nella giornata di lunedì 16 dicembre, a partire dalle ore 10.30. Ricorda che nella giornata odierna sarà convocata un'ulteriore seduta senza votazioni, al solo fine di dare conto della presentazione delle preannunciate proposte emendative.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) chiede conferma alla presidenza dell'impegno assunto dalla relatrice Lucaselli circa la presentazione delle relazioni esplicative delle proposte emendative già presentate.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, conferma che la relatrice Lucaselli ha assunto tale impegno.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottolinea come notizie di stampa riferiscano di numerosi emendamenti che saranno presentati dal Governo e chiede, quindi, che il Ministro dell'economia e delle finanze venga a riferire alla Commissione sul loro effettivo contenuto e sul loro impatto sull'impostazione complessiva del disegno di legge di bilancio in esame.
  Stigmatizza con forza tale modo di procedere del Governo e della maggioranza e sottolinea come esso testimoni un fallimento di cui ci si deve assumere la responsabilità politica, senza trincerarsi dietro aspetti tecnici.
  Rileva, inoltre, come allo stato l'avvio della discussione del provvedimento in Assemblea resti fissato per lunedì 16 dicembre nonostante sia del tutto evidente che tale termine non potrà essere rispettato.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, ricorda di aver già provveduto, alla luce di quanto stabilito nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi nella giornata odierna, a rappresentare al Presidente della Camera l'esigenza di rinviare l'avvio dell'esame del provvedimento rispetto a quanto attualmente previsto dal calendario dei lavori dell'Assemblea.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.05.

SEDE REFERENTE

  Sabato 14 dicembre 2024. — Presidenza del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Federico Freni.

  La seduta comincia alle 20.50.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
C. 2112-bis Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nell'odierna seduta antimeridiana.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, comunica preliminarmente che le proposte emendative Vietri 8.078, Morgante 34.37, Matera 38.08, Caiata 38.077, Ambrosi 38.081, Marchetto Aliprandi 49.014, Gardini 58.5, Cannata 61.02, Comba 71.07, Messina 77.26, Buonguerrieri 77.078, Colombo 79.21, Angelo Rossi 82.0200, Amorese 84.9, Mollicone 89.017, Chiesa 91.015, Rachele Silvestri 93.9, Trancassini 93.025 e 93.026, Benvenuto Gostoli 93.029, Almici 97.41, Baldelli 97.52, Deidda 98.3, Di Maggio 100.029, Zucconi 101.9, Antoniozzi 102.064 e Osnato Tab.A.13 sono state ritirate.Pag. 13
  Fa presente che sono state presentate le proposte emendative 2.62, 8.0160, 44.3, 72.033, 80.0107 e 123.032 dei relatori (vedi allegato) e che sono state depositate alcune proposte di riformulazione.
  Con riguardo alle proposte emendative presentate dai relatori, fa presente che le stesse devono ritenersi ammissibili.
  Al riguardo, rileva, tuttavia, che i commi 3 e 4 dell'articolo 72-bis, nell'ambito della proposta emendativa 72.033, che recano una proroga del contratto tra il Ministero dello sviluppo economico e la società Centro di Produzione S.p.A. per lo svolgimento del servizio di trasmissione delle sedute parlamentari, nonché un'autorizzazione di spesa per lo svolgimento del servizio di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari, presentano un contenuto analogo all'articolo aggiuntivo Cannizzaro 77.031, già dichiarato inammissibile.
  Analogamente, nell'ambito della medesima proposta emendativa, l'articolo 78-bis incrementa le risorse destinate alla realizzazione di interventi per la salvaguardia della laguna di Venezia, analogamente alle proposte emendative Fassino 78.06, Semenzato 80.091 e Maschio 80.092, già dichiarate inammissibili.
  In proposito, osserva che la Presidenza ritiene di poter rivedere il giudizio di inammissibilità precedentemente espresso, in quanto, a un più attento esame, deve ritenersi che gli interventi e i finanziamenti previsti non abbiano natura localista o microsettoriale.
  Conclude, pertanto, che i commi 3 e 4 del capoverso articolo 72-bis, nonché il capoverso articolo 78-bis, nell'ambito dell'emendamento 72.033, possono ritenersi ammissibili. Parimenti, devono considerarsi, quindi, ammissibili le proposte emendative Cannizzaro 77.031, Fassino 78.06, Semenzato 80.091 e Maschio 80.092.
  Ricorda, infine, che, come convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo, svoltasi nella giornata odierna, il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti riferiti alle citate proposte emendative 2.62, 8.0160, 44.3, 72.033, 80.0107 e 123.032 dei relatori, nonché alle proposte emendative 7.039, 20.11, 30.0119, 43.4, 57.7, 59.12, 64.06, 79.51, 79.092, 80.0105, 80.0106, 89.031, 93.118, 93.119, 93.044, 110.125, 111.04, 113.4 dei relatori e 15.8, 21.2, 38.097, 119.15 e Tab.2.4 del Governo, presentate nella seduta del 13 dicembre 2024, potrebbe essere fissato alle ore 20:30 di domani, domenica 15 dicembre 2024.
  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 20.55.