SEDE REFERENTE
Venerdì 13 dicembre 2024. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Sandra Savino.
La seduta comincia alle 11.20.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
C. 2112-bis Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 12 dicembre 2024.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte preliminarmente che, per prassi, la pubblicità dei lavori della seduta odierna è assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Ne dispone pertanto l'attivazione.
Comunica preliminarmente che le proposte emendative Ravetto 31.5, Morgante 34.37, Matera 38.08 e Caiata 38.077 sono state ritirate dai rispettivi presentatori.
Comunica, altresì, che la deputata Cavo ha sottoscritto l'articolo aggiuntivo Montaruli 17.010.
Nel ricordare che i lavori della seduta del 12 dicembre 2024 si sono conclusi con la reiezione dell'articolo aggiuntivo Conte 30.013, fa presente che l'esame riprende Pag. 4pertanto dall'articolo aggiuntivo Carotenuto 30.014.
Leonardo DONNO (M5S), nell'illustrare l'articolo aggiuntivo Carotenuto 30.014, volto a reintrodurre il reddito di cittadinanza, manifesta grave contrarietà per la scelta di abolirlo da parte del Governo, che ha danneggiato migliaia di cittadini i quali avevano finalmente ricevuto dallo Stato un aiuto concreto ed efficace contro l'indigenza. Rammentando come, a seguito dell'introduzione del reddito di cittadinanza, la povertà in Italia avesse iniziato a diminuire e tanti lavoratori fossero stati finalmente liberati dal ricatto del cosiddetto «lavoro povero», stigmatizza l'atteggiamento pregiudizialmente contrario del Governo a tale misura, manifestatosi anche per il tramite di una massiccia e strumentale campagna di disinformazione mediatica, ed esprime viva preoccupazione per la politica occupazionale dell'Esecutivo, che giudica suscettibile di favorire, viceversa, il precariato e lo sfruttamento della forza-lavoro. Nel ricordare, altresì, la disponibilità manifestata a più riprese dalla propria parte politica a individuare modifiche migliorative del reddito di cittadinanza, in luogo della sua abolizione, lamenta la deliberata mancata informazione circa la possibilità, che era stata prevista dalla legge, di impiegare i percettori di tale misura non solo da parte degli imprenditori, ma anche da parte dei Comuni, questi ultimi attraverso i cosiddetti «progetti di utilità collettiva» (PUC). Cita, a tal riguardo, i dati sulle consistenti economie conseguite dai Comuni di Noicattaro e di Ginosa, manifestando viceversa grave preoccupazione per gli esiti, giudicati fallimentari, delle iniziative alternative assunte dal Governo in seguito all'abolizione del reddito di cittadinanza. Reputa, dunque, fondamentale la reintroduzione di tale misura, manifestando alle altre parti politiche disponibilità al confronto per la più idonea definizione della sua regolamentazione. Esprime, in conclusione, viva preoccupazione per l'aumento della povertà in Italia e per le politiche del Governo, che giudica, da un lato, fortemente penalizzanti per i cittadini meno abbienti e, dall'altro lato, inefficaci rispetto agli interessi delle più potenti lobbies economiche.
Antonino IARIA (M5S), sottoscrive l'articolo aggiuntivo Carotenuto 30.014 e ricorda che il reddito di cittadinanza è stato oggetto, sin dalla sua istituzione, di critiche, in gran parte prive di fondamento, che hanno reso difficile comprendere il vero significato di tale strumento. In tale contesto rientrano le campagne volte ad accusare i percettori di reddito di non volere lavorare, laddove, in realtà, la sua finalità era quella di contrastare il lavoro povero e fornire un sostegno alle persone non in grado di svolgere funzioni lavorative. Ricorda, in proposito, che una delle esponenti politiche più attive in tale campagna è stata la Ministra Santanchè, che accusava i percettori del reddito di cittadinanza di essere dei parassiti, mentre in realtà erano le sue società a percepire indebitamente rimborsi non dovuti legati all'emergenza pandemica.
Sottolinea come, proprio nel difficilissimo contesto economico conseguente alla pandemia da COVID-19, il reddito di cittadinanza abbia rappresentato uno strumento fondamentale di tenuta sociale. Evidenzia, inoltre, che le difficoltà che si sono verificate per quanto concerne l'avviamento al lavoro sono state determinate anche dalla scarsa collaborazione delle regioni nei confronti dei comuni. Ricorda, comunque, l'esperienza positiva di Torino, dove attraverso una collaborazione con enti del Terzo settore sono stati avviati con successo progetti per lavori socialmente utili. Segnala che, in ogni caso, ricordando quanto avvenuto in altri Paesi europei, a partire dalla Germania, sarebbe stato necessario un congruo periodo di rodaggio per affinare la misura e superare alcune inefficienze.
Pone in evidenza il fatto che, anche sulla base della propria esperienza di membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sul degrado delle periferie urbane, il reddito di cittadinanza ha rappresentato una misura valida per ridurre le tensioni sociali, segnalando che dopo la sua abolizione sono notevolmente aumentate le richieste di aiuti a istituzioni quali la Caritas per beni di prima necessità. Ciò conferma, Pag. 5a suo avviso, come l'attuale Governo abbia promosso un'occupazione a basso reddito che non consente una vita dignitosa.
Ricorda, inoltre, che il reddito di cittadinanza ha costituito un valido strumento per contrastare la dispersione scolastica in quanto la sua erogazione era condizionata all'adempimento dell'obbligo scolastico, nonché per alleviare il problema del costo elevato dei testi scolastici e, più in generale, consentire un accesso più ampio alla cultura e all'istruzione. Osserva, in proposito, che forse non a caso si è deciso di sopprimere questa forma di sostegno anche per rendere più facile a personaggi come il ministro Salvini o il generale Vannacci l'essere creduti quando fanno affermazioni prive di fondamento.
In conclusione, ribadisce che il reddito di cittadinanza non rappresenta un fallimento ma casomai è stato fatto fallire di proposito per dirottare altrove le risorse ad esso destinate, trascurando il fatto che durante la sua vigenza esso ha consentito una crescita del prodotto interno lordo superiore all'1 per cento. Il reddito è stato oggetto di una campagna basata su falsità e condotta con livore, con un impegno che non viene invece profuso per battaglie che sarebbero sicuramente più opportune, come quella contro l'evasione fiscale.
Marco GRIMALDI (AVS) dichiara di intervenire sull'articolo aggiuntivo Carotenuto 30.014 in ragione del suo sostegno verso qualunque forma di reddito di base volto ad assicurare la dignità della persona ed evitare che questa possa essere ricattabile. Nell'osservare che il reddito della cittadinanza avrebbe potuto essere aggiornato e migliorato, sottolinea che la povertà non può mai essere considerata una colpa, mentre casomai lo è il non farsi carico, a livello collettivo, di tale problematica.
Ritiene importante che la Commissione si occupi nella giornata odierna di tale strumento, dopo che il dibattito della seduta precedente si era concluso con l'esame delle proposte emendative relative al salario minimo legale, evidenziando che vi è un forte legame tra questi due aspetti, anche in considerazione del fatto che si stima vi siano in Italia tra i 3 e i 4 milioni e mezzo di lavoratori che non percepiscono un reddito sufficiente. Ricorda, inoltre, che attualmente i giovani hanno un'alta probabilità di percepire un salario più basso dei lavoratori più anziani, svolgendo spesso lavori sottopagati o con presunti percorsi di formazione che assicurano un'ampia discrezionalità ai datori di lavoro nell'erogazione del salario.
A ciò si accompagna l'annoso problema della ridotta partecipazione femminile al mercato del lavoro e il fatto che quasi metà delle donne svolgono la prestazione lavorativa a tempo parziale, sia a causa del carico di cura che sono costrette a svolgere all'interno della famiglia, sia per il cosiddetto part-time involontario, in quanto imposto dai datori di lavoro. Ribadisce che il reddito di cittadinanza ha rappresentato, in questo contesto, uno strumento per evitare la ricattabilità dei lavoratori, costretti altrimenti a percepire salari totalmente inadeguati, osservando che nel contesto attuale il divario di ricchezza, già notevole in Italia, è in continuo aumento e che oltre due milioni di famiglie si trovano ormai in condizione di povertà assoluta.
Nel ricordare che le criticità legate all'inserimento lavorativo dei percettori del reddito sono state determinate dal fatto che i comuni sono stati lasciati soli, rileva che la campagna denigratoria condotta contro tale strumento di sostegno ha avuto come obiettivo quello di spingere i «penultimi» della società ad attaccare gli «ultimi», ossia le fasce della popolazione in condizioni di maggiore fragilità. A suo avviso, ciò rappresenta un «capolavoro» delle classi più agiate della popolazione italiana, che grazie alla alimentazione di tale contrapposizione hanno potuto ulteriormente incrementare i propri privilegi. Ritiene che questa situazione paradossale debba costituire un terreno di riflessione per tutte le forze politiche di sinistra, nonché un monito affinché, in una prospettiva futura di governo, ci si impegni a introdurre sia un salario minimo legale, che misure universali di contrasto alla povertà, con l'obiettivo di una società più equa. In conclusione, ritiene che costituisca un problema il fatto che l'Italia sia stato uno degli ultimi Paesi Pag. 6europei a introdurre forme di sostegno universale al reddito, nonché uno dei primi ad eliminarle senza concedere la possibilità di un pieno dispiegamento di tale strumento.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Carotenuto 30.014, nel convenire sull'assoluta necessità di ripristinare il reddito di cittadinanza, fa notare come la sostituzione dello stesso con l'assegno di inclusione abbia segnato in Italia la fine della prima concreta misura universale contro la povertà. Fa presente che, mentre prima l'Italia era l'unico Paese dell'Unione europea, insieme alla Grecia, a non prevedere tale misura, successivamente è stata l'unico Paese ad averla eliminata. Osserva come si sia trattato di un grave vulnus al nostro sistema di welfare. Invita coloro che sostengono che l'aumento dell'occupazione in Italia è legato all'abolizione del reddito di cittadinanza a leggere l'ultimo rapporto dell'INPS, dal quale risulta che molti di coloro che percepivano il reddito di cittadinanza sono stati poi ammessi a percepire l'ADI. Informa che le persone che risultano avere un lavoro sono, in base al citato rapporto INPS, una percentuale molto bassa, come bassa è la percentuale di coloro che hanno usufruito dei corsi di formazione. In ultimo, denuncia il silenzio assoluto dell'informazione circa i dati relativi alle nuove misure introdotte dal Governo a seguito dell'eliminazione del reddito di cittadinanza.
Ida CARMINA (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Carotenuto 30.014, nel sostenere l'assoluta efficacia di cui ha dato prova, a suo avviso, il reddito di cittadinanza, auspica che, in questa legge di bilancio, la stessa sia reintrodotta come atto di responsabilità. Nel rilevare che il dieci per cento degli italiani versa in condizioni di povertà, ritiene che il Governo debba fare una autocritica e prendere di nuovo in carico le situazioni di fragilità. Osserva che le misure messe in campo dal Governo in merito sono state finora fallimentari. Ricorda che con l'introduzione del reddito di cittadinanza il numero di persone povere in Italia si era ridotto. Si augura che in Italia venga superata la cultura dello 'scarto', che demonizza le persone in situazione di difficoltà economica e che genera una sistematica violazione dei diritti umani che devono essere garantiti a tutti, come quelli alla salute e alla casa. Conviene, anche alla luce della sua esperienza di sindaco, che il reddito di cittadinanza fosse una misura ancora migliorabile, ma è stata una misura efficace e da ripristinare.
Gianmauro DELL'OLIO (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Carotenuto 30.014, evidenzia che il MoVimento 5 Stelle auspica la reintroduzione del reddito di cittadinanza in quanto le misure introdotte dal Governo non hanno dimostrato di essere efficaci. Fa notare, tra l'altro, che una parte significativa delle risorse stanziate dallo Stato per il finanziamento del reddito di cittadinanza veniva reimmessa immediatamente nel circuito economico, in quanto destinate a persone in condizioni di povertà che spendevano tali risorse in beni primari.
Fa notare che, in base ad un report della Ministra del lavoro e delle politiche sociali Calderone, il reddito di cittadinanza ha consentito a quasi due milioni di persone nel 2022 di uscire da condizioni di povertà assoluta. Fa presente, altresì, che il 70 per cento dei percettori di tale misura era costituita da persone che, sotto il profilo del grado di istruzione, non arrivava al conseguimento della licenza media. Informa, inoltre, il reddito di cittadinanza non ha determinato carenza di manodopera in quanto prima che ci fosse il reddito di cittadinanza gli stagionali assunti erano circa 650.000; dopo l'entrata in vigore del reddito il numero è salito a circa 760 mila, nel 2021 gli stagionali sono diventati 900 mila e nel 2022 circa un milione.
Rileva, poi, come un'altra delle fake news diffuse dall'attuale maggioranza sia quella sulle truffe relative al reddito di cittadinanza. In particolare, osserva come sia stata riscontrata una ridotta percentuale di truffe, pari a circa l'1,7 per cento, che deve ritenersi fisiologica e certifica, ad ogni modo, il funzionamento dei sistemi di controlli, per quanto debbano essere implementati.Pag. 7 Fa presente, del resto, che vi sono frodi anche sull'assegno di inclusione e che la decisione di eliminare una misura di sostegno economico non può certo fondarsi sul fatto che esistano delle truffe, altrimenti dovrebbero abolirsi, del tutto illogicamente, anche le pensioni di invalidità, rispetto alle quali si registra una percentuale di frodi ben maggiore.
Rileva, inoltre, come la maggioranza, pur ferocemente contraria al reddito di cittadinanza, da un lato, abbia comunque previsto l'assegno di inclusione, di cui tuttavia contesta il malfunzionamento e l'inefficacia, e, dall'altro, non parli più, al riguardo, di «voto di scambio».
Sottolineando, infine, come non siano certo questioni di carattere finanziario a impedire la reintroduzione del reddito di cittadinanza, dal momento che la maggioranza e il Governo trovano le risorse per investire, senza utilità alcuna, sui centri in Albania e sul ponte sullo Stretto, chiede loro di ammettere il proprio fallimento.
Gilda SPORTIELLO (M5S) interviene sull'articolo aggiuntivo Carotenuto 30.014, stigmatizzando la visione culturale, ideologica e politica della maggioranza, che a suo avviso volta le spalle alle persone che versano in condizioni di estrema fragilità e, per contro, investe nei grandi fondi internazionali e nella sanità privata.
Sostiene che, al di là della visione culturale di riferimento, vi sia un limite etico insuperabile, per il quale si deve intervenire a sostegno delle persone che versano in situazioni di estremo disagio. In questo senso, richiama i dati statistici sui bambini tra gli zero e i cinque anni – circa 200 mila – che vivono in condizioni di povertà alimentare, ricevendo un pasto proteico meno di una volta ogni due giorni, nonché su quei bambini – uno su cinque – che vivono in condizioni di povertà energetica, non potendo contare su un riscaldamento adeguato in casa.
Dicendosi profondamente colpita e arrabbiata per la realtà sociale che emerge da tali statistiche, stigmatizza l'idea che la povertà sia una colpa e la falsa retorica per cui «con l'impegno si può ottenere tutto», rilevando, del resto, ad oggi, l'inesistenza di un ascensore sociale nel nostro Paese, affetto da un'inflazione che, investendo anche i beni di prima necessità, grava sulle persone più deboli.
Con riguardo al reddito di libertà, a sostegno delle donne vittime di violenza e dipendenza economica, critica con fermezza l'operato dell'Esecutivo, che nell'anno in corso non ne ha garantito l'erogazione. Nella stessa prospettiva, pur avendo ascoltato bei discorsi in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre contesta l'assoluta inerzia della maggioranza nell'adozione di misure concrete di sostegno alle donne.
Ricorda poi le difficoltà nell'ottenere contratti di affitto e di mutuo, nonché le statistiche relative ai prestiti richiesti per le spese mediche e alla mancanza di cure per una persona su quattro che sia affetta da patologie croniche, delle quali certamente il Servizio sanitario nazionale dovrebbe farsi carico.
Denunciando pertanto lo smantellamento dei servizi pubblici essenziali, osserva come la povertà assoluta sia una responsabilità collettiva, diffusa a tutti i livelli istituzionali, avendo lo Stato, nel suo complesso, perso il senso istituzionale della cura nei confronti della società e tradito la fiducia dei propri cittadini più fragili.
Rileva poi, oltre il danno, la beffa rappresentata dal progetto di legge che intende istituire il reddito di maternità, per aiutare le donne che scelgono di non abortire; in questo senso, stigmatizza la retorica del «pannolino regalato», dal momento che lo Stato non si fa carico di offrire un sostegno adeguato alle famiglie per i bambini già nati.
Esorta dunque la maggioranza e il Governo a riconsiderare la loro posizione e a ripristinare il reddito di cittadinanza.
Valentina D'ORSO (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Carotenuto 30.014 e ricordato come la misura del reddito di cittadinanza abbia incrementato la coesione sociale del Paese, rileva l'insufficienza ed il fallimento dell'assegno di inclusione. In questo senso, fa presente che il Presidente della Regione siciliana, Renato Pag. 8Schifani, ha introdotto il reddito di povertà, a causa dell'inerzia del Governo centrale sulla questione. Sottolinea, poi, come lo stesso Presidente della Regione abbia inteso rassicurare gli alleati di centrodestra, specificando, malgrado la sostanziale identità di ratio e di presupposti, la sussistenza di differenze tra la misura de qua e il reddito di cittadinanza.
Evidenzia, pertanto, come il reddito di cittadinanza, misura a suo parere innovativa ed efficace, in quanto varato dal MoVimento 5 Stelle sia stato vittima di pregiudizio, di boicottaggio e di invidia da parte di forze politiche che non hanno saputo fornire risposte alle necessità delle persone fragili.
Sostiene che la misura del reddito di cittadinanza è stata anche un'operazione culturale, perché, in primo luogo, ha evitato di colpevolizzare e ghettizzare i poveri, neutralizzando – con il sistema di un'unica presa in carico – qualsiasi tipo di diseguaglianza e fragilità presente in un nucleo familiare e, in secondo luogo, ha favorito l'incremento dei salari, consentendo a tante persone di poter rifiutare lavori sottopagati ed incrementando, nel complesso, la qualità del lavoro. Contesta alla maggioranza di non avere questa visione e di preferire la logica del «divide et impera». Rileva, inoltre, che il reddito di cittadinanza aveva favorito il decremento della microcriminalità ed aveva liberato tante persone dalle logiche del clientelismo.
Prendendo spunto dalla menzionata vicenda siciliana, sottolinea la contraddizione dell'attuale maggioranza e di taluni governatori di centrodestra, che pur evitando di riconoscere la bontà del reddito di cittadinanza, ricorrono a misure affini, delle quali si prendono il merito senza specificare che i fondi da cui attingono risorse sono quelli stanziati con le leggi di bilancio della precedente legislatura.
Conclude affermando che i cittadini in difficoltà hanno diritto al sostegno dello Stato, e che lo Stato non può sottrarsi alle proprie responsabilità, appaltando ad «altri ambienti e sistemi di welfare» la tutela delle persone più fragili.
Chiara APPENDINO (M5S), nel sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Carotenuto 30.014, esprime un giudizio fortemente critico nei confronti del Governo, che reputa aver disatteso tante delle promesse fatte agli elettori, ad esempio sulla riduzione delle accise sui carburanti o sulle modifiche alla legge Fornero o alla cosiddetta «Opzione donna», mantenendo viceversa solo quella relativa all'abolizione del reddito di cittadinanza. Stigmatizza l'orientamento della maggioranza, pregiudizialmente teso a criminalizzare i percettori di tale istituto, reputandolo invece l'unico autentico strumento di contrasto alla povertà, anche a fronte delle misure alternative introdotte dal Governo che giudica insufficienti nell'attuale preoccupante contesto economico.
Giudica, quindi, opportuno reintrodurre il reddito di cittadinanza anche a fronte della constatazione che l'avvenuta abolizione di esso non ha frattanto comportato l'emersione del lavoro sommerso, né l'aumento dei lavoratori stagionali, né il miglioramento delle condizioni dei giovani che si affacciano sul mercato del lavoro e che preferiscono quindi emigrare all'estero. Precisato come le risorse distribuite attraverso il reddito di cittadinanza andrebbero a incrementare i consumi, concorrendo con ciò alla ripresa del ciclo economico, esprime infine netta contrarietà per l'atteggiamento di chiusura del Governo e della maggioranza nei confronti di varie misure proposte dalle opposizioni per il contrasto alla povertà, quali le agevolazioni per l'acquisto della prima casa di abitazione da parte dei giovani, l'aumento delle pensioni minime e l'incremento delle spettanze per i lavoratori ammessi alla cassa integrazione guadagni.
Andrea QUARTINI (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Carotenuto 30.014, nel sottolineare come la povertà in cui versano le fasce sociali più deboli comporti ingentissimi costi, in primo luogo sulla salute dei cittadini, destinati inevitabilmente a ripercuotersi sull'intera collettività, rileva come il reddito di cittadinanza costituisca una misura strutturale di contrasto della povertà stessa, rivelandosi al contempo uno Pag. 9strumento di prevenzione anche in grado di produrre benefici effetti espansivi sul ciclo economico. Evidenzia, inoltre, il valore del reddito di cittadinanza nel garantire la dignità dei cittadini e la loro emancipazione dall'indigenza e dal connesso rischio di coinvolgimento nelle attività gestite dalla criminalità organizzata. Ritenendo pertanto necessario superare la strumentale narrazione della maggioranza secondo la quale il reddito di cittadinanza avrebbe meramente favorito la disoccupazione volontaria giovanile e garantito sostegno economico a chi non ne avrebbe avuto diritto, invita l'Esecutivo a riflettere sulla condizione di povertà alimentare in cui incolpevolmente versano centinaia di migliaia di bambini nel Paese, in un allarmante quadro economico caratterizzato dal progressivo depauperamento della classe media.
Vittoria BALDINO (M5S) intervenendo sull'articolo aggiuntivo 30.014, ribadisce l'opportunità di reintrodurre il reddito cittadinanza poiché ha consentito di cambiare la condizione di moltissime persone e in alcuni casi di salvare le loro vite. Come esponente del MoVimento 5 Stelle, si dichiara orgogliosa di questo risultato, ribadendo che durante la sua vigenza è stato possibile superare il ricatto che portava molte persone a svolgere lavori sottopagati. Sottolinea che la cancellazione del reddito di cittadinanza ha portato a un deciso aumento delle persone in condizioni di povertà assoluta e delle richieste di beni di prima necessità alle istituzioni di assistenza.
Ricorda che il reddito cittadinanza ha costituito un argine fondamentale contro la disperazione durante la fase pandemica, garantendo che nessuno venisse lasciato indietro. Osserva che il poter vivere con dignità non deve essere considerato un privilegio ma bensì un diritto, che solo in Italia viene demonizzato. Rileva che l'ostilità al reddito cittadinanza è stata probabilmente determinata dalla sua capacità di dare dignità a chi avrebbe dovuto rimanere invisibile, evidenziando che coloro che sono stati ostili a tale strumento sulla base di presunte diseconomie, subiscono in molti casi una sorta di fascinazione per i regimi autoritari.
Nel rimarcare che l'abolizione del reddito cittadinanza è stata una delle prime disposizioni adottate dall'attuale maggioranza, rileva che esso è stato sostituito con misure del tutto inefficaci, che lasciano fuori milioni di persone che si trovano nuovamente costrette a svolgere lavori sottopagati. Riconosce che si trattava di un istituto migliorabile che è stato però eliminato all'inizio del suo percorso mentre i dati a disposizione già confermano che è stato un errore, nonché un fallimento morale, procedere in tal modo. Ricorda che in tutti i principali Paesi europei strumenti come il reddito di base o il salario minimo vengono non aboliti ma casomai rafforzati mentre le politiche adottate in Italia fanno solo crescere la povertà, la rabbia e la disperazione.
In conclusione, ricorda che il reddito cittadinanza a mostrato la possibilità di percorrere una strada diversa dall'attuale e di dare maggiore dignità alle persone, per una società più giusta e più umana.
Paolo TRANCASSINI (FDI) ritiene che sul superamento del reddito di cittadinanza vi sia stato un ampio dibattito all'interno del Paese, ricordando che al momento della sua introduzione era stato presentato come strumento che aveva come finalità prioritaria quella di promuovere politiche attive del lavoro per il quale si è rivelato invece assolutamente fallimentare. Osserva, inoltre, che tale misura non ha favorito l'emersione del lavoro nero.
Svolte le suddette considerazioni, ritiene doveroso segnalare quanto previsto dall'articolo aggiuntivo 30.014 in esame per quanto concerne le norme di copertura finanziaria. Evidenzia, infatti, che esso prevede che agli oneri derivanti dalla reintroduzione del reddito di cittadinanza si provveda mediante l'introduzione di un monopolio statale sui derivati della cannabis, con la possibilità di coltivazione per uso personale, nonché di cessione a terzi di piccole quantità. Ritiene importante, quindi, che rimanga agli atti che di fatto si propongono misure che favoriscono la circolazione di sostanze stupefacenti, osservando che ciò Pag. 10rafforza la volontà delle forze di maggioranza di respingere la proposta emendativa in discussione.
Francesco SILVESTRI (M5S), in relazione alla parte conclusiva dell'intervento del collega Trancassini, rileva come abbia toccato un tema sensibile per il Paese. Richiamando, a titolo esemplificativo, dati relativi alla città di Milano, dai quali emerge che più di un terzo dei giovani fa uso di cannabis, segnala che dinanzi a un fenomeno di queste dimensioni si possono adottare due diversi atteggiamenti: da un lato, ignorare questa criticità, come sta facendo l'attuale maggioranza; dall'altro, viceversa, provare ad allontanare i giovani dalle piazze di spaccio, attraverso la legalizzazione della cannabis. Sottolinea, infatti, come il passaggio dal consumo di tale sostanza a quello di droghe pesanti non avvenga attraverso un processo di assuefazione, bensì in quanto gli spacciatori hanno tutto l'interesse a indurre i giovani a consumare sostanze che creano dipendenza.
Preannuncia, pertanto, che il Movimento 5 Stelle intende portare in Parlamento il tema della legalizzazione della cannabis per contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti favorito dal sistema attuale. Richiamando dati recentemente forniti dal quotidiano Il Sole 24 ore sul deterioramento della sicurezza nelle città negli ultimi due anni, dichiara di non stupirsi della rilevanza e della portata di tale fenomeno, quando le forze di maggioranza contribuiscono al fallimento dei loro obiettivi in termini di sicurezza adottando scelte miopi in tema di contrasto alla diffusione delle sostanze psicotrope.
Si dichiara, inoltre, colpito dal fatto che l'unico intervento di un esponente dei partiti di maggioranza rispetto a una questione cruciale come quella delle politiche di sostegno al reddito delle fasce più deboli della popolazione si sia ridotto, in sostanza, a un'osservazione relativa alle disposizioni di copertura finanziaria.
La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Carotenuto 30.014.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, alla luce dell'andamento dei lavori, non essendovi obiezioni, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.50.
SEDE REFERENTE
Venerdì 13 dicembre 2024. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Sandra Savino.
La seduta comincia alle 15.35.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
C. 2112-bis Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta mattutina della giornata odierna.
Il sottosegretario Federico FRENI comunica che il Governo ha depositato cinque emendamenti corredati della prevista relazione tecnica (vedi allegato 1).
Comunica, altresì, che stanno per essere depositate alcune proposte di riformulazione di proposte emendative non aventi carattere oneroso, mentre è ancora in corso la predisposizione di ulteriori riformulazioni di proposte onerose, che si riserva di depositare nel prosieguo dei lavori.
Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, a integrazione di quanto testé comunicato dal sottosegretario Freni, avverte che nelle prossime ore saranno depositati, altresì, ulteriori emendamenti a firma dei relatori.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, alla luce di quanto rappresentato dal Governo e dai relatori, propone una sospensione dei lavori della Commissione fino alle ore 17.30, al fine di consentire a tutti i gruppi parlamentari di Pag. 11prendere visione degli emendamenti del Governo.
Ubaldo PAGANO (PD-IDP) chiede alla presidenza alcuni chiarimenti circa gli emendamenti che risultano allo stato già depositati, nonché sull'articolazione dei lavori della Commissione nelle prossime ore.
Daniela TORTO (M5S) ritiene opportuno che la presidenza preveda una sospensione dei lavori più ampia, dal momento che è stata annunciata la presentazione di emendamenti sia da parte del Governo che da parte dei relatori.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, ritiene opportuno prevedere la ripresa dei lavori della Commissione alle ore 17.30, anche al fine di consentire, in quella sede, la presentazione degli ulteriori emendamenti e delle riformulazioni di emendamenti che saranno stati, nel frattempo, depositati.
La seduta termina alle 15.40.
SEDE REFERENTE
Venerdì 13 dicembre 2024. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Lucia Albano.
La seduta comincia alle 17.35.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
C. 2112-bis Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nell'informare la Commissione che l'istruttoria relativa ad alcune delle proposte emendative dei relatori di cui è stato annunciato il deposito nella seduta precedente è ancora in corso, propone che i lavori della Commissione riprendano alle ore 19, al fine di consentire la conclusione della predetta istruttoria e il deposito dei predetti emendamenti dei relatori.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) chiede alla presidenza di poter disporre anche della relazione illustrativa degli emendamenti del Governo riferiti alle tabelle, depositati nella giornata di oggi.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, rassicura la collega Guerra che la documentazione richiesta sarà inviata a tutti i commissari.
La seduta, sospesa alle 17.40, è ripresa alle 19.40.
Giovanni Luca CANNATA, presidente, comunica preliminarmente che la deputata Ascani ha sottoscritto l'emendamento Manzi 119.9 e che la deputata Cavandoli ha sottoscritto l'articolo aggiuntivo Cerreto 63.07.
Comunica, altresì, che sono state presentate le proposte emendative 7.039, 20.11, 30.0119, 43.4, 57.7, 59.12, 64.06, 79.51, 79.092, 80.0105, 80.0106, 89.031, 93.118, 93.119, 93.044, 110.125, 111.04, 113.4 dei relatori (vedi allegato 2).
Ubaldo PAGANO (PD-IDP) rivolge alla Presidenza una richiesta di verifica in merito ad alcuni degli emendamenti presentati dal Governo, che, a suo giudizio, non sarebbero conformi alle indicazioni fornite nella comunicazione del 18 dicembre 2022 del Presidente della Camera, onorevole Lorenzo Fontana, resa in occasione dell'esame del disegno di legge di bilancio per l'anno 2023, in merito alla necessità che il contenuto delle proposte emendative presentate dal Governo a tale disegno di legge, risponda a criteri di omogeneità per materia.
A questo proposito, con riferimento alle proposte emendative del Governo al disegno di legge di bilancio in esame, depositate in data odierna, segnala, in primo luogo, che l'emendamento Governo 15.8 contiene disposizioni riguardanti ambiti eterogenei, quali i lavoratori transfrontalieri, il Fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa, Pag. 12la misura Transizione 5.0, il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e l'internazionalizzazione delle imprese. Analogamente, evidenzia che l'emendamento Governo 21.2 include, tra l'altro, norme relative all'INPS, in materia di sanità e di tasse aeroportuali.
Al riguardo, pur riconoscendo che tali scelte possano rispondere a specifici indirizzi politici, sottolinea che l'eterogeneità delle materie trattate negli emendamenti citati rischia di risolversi nel tentativo di introdurre surrettiziamente dei «maxi-emendamenti», circostanza, questa, che rischia di compromettere un adeguato e approfondito esame nel merito delle proposte emendative. Invita, dunque, a effettuare sugli emendamenti del Governo in oggetto una verifica preliminare che scongiuri possibili profili di irregolarità procedurale.
Gianmauro DELL'OLIO (M5S), con riferimento al fascicolo delle proposte emendative depositate dai relatori, rileva l'assenza delle relazioni tecniche allegate, chiedendo se le suddette siano contenute in un ulteriore fascicolo.
Giovanni Luca CANNATA, presidente, fa presente che il fascicolo in distribuzione contiene le proposte emendative dei relatori così come dagli stessi depositate.
Gianmauro DELL'OLIO (M5S) rammenta come, nelle precedenti sedute, i rappresentanti del Governo avessero rassicurato sul fatto che anche gli emendamenti dei relatori sarebbero stati corredati di relazione tecnica.
Leonardo DONNO (M5S), preso atto dell'assenza di una relazione tecnica a supporto delle proposte emendative depositate dai relatori, invita gli stessi a fornire maggiori delucidazioni in merito alla proposta emendativa dei relatori 111.04.
Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, nel precisare in via preliminare che il Governo sicuramente dispone delle relazioni tecniche necessarie, le quali saranno messe a disposizione quanto prima ai fini di una loro completa visione, chiarisce che la proposta emendativa citata dall'onorevole Donno è finalizzata a vietare lo svolgimento di incarichi retribuiti in favore di soggetti non aventi sede legale e operativa nell'Unione europea, nonché a definire regole certe in relazione al trattamento economico di titolari di cariche governative. Segnala, in particolare, che la proposta mira ad allineare il trattamento economico complessivo dei membri del Governo a quelli dei parlamentari, al fine di superare la sperequazione esistente tra i componenti della compagine governativa che appartengono contemporaneamente a uno dei due rami del Parlamento e quelli che, invece, non ne fanno parte.
Toni RICCIARDI (PD-IDP) avanza una richiesta di chiarimenti alla relatrice Lucaselli relativamente a una fattispecie specifica concernente l'eventualità in cui un deputato, che come lui, ricopra la carica di professore presso un'università pubblica situata in un Paese non membro dell'Unione europea. Nello specifico, chiede se, in tale circostanza, in base a quanto previsto dall'articolo aggiuntivo 111.04 dei relatori, sarebbe richiesta un'autorizzazione rilasciata dall'organo di appartenenza per poter continuare ad esercitare l'attività di insegnamento.
Daniela TORTO (M5S) avanza una richiesta di verifica in merito all'ammissibilità della proposta emendativa 111.04, sottolineando come essa appaia di natura prettamente ordinamentale. Sottolinea come, in sede di valutazione di ammissibilità delle proposte emendative presentate al disegno di legge di bilancio in esame, numerose proposte presentate dai gruppi di opposizione siano state dichiarate non ammissibili proprio in quanto giudicate di natura ordinamentale. Chiede, pertanto, che vengano fornite adeguate spiegazioni al riguardo.
Marco GRIMALDI (AVS), nel ritenere che non vi siano le condizioni per la presentazione di subemendamenti alle proposte emendative presentate dai relatori in Pag. 13assenza delle relazioni tecniche che ne illustrino i relativi profili finanziari, preannuncia la richiesta di un termine di almeno ventiquattro ore a decorrere dal deposito dell'ultima proposta emendativa presentata dai relatori e delle rispettive relazioni tecniche, evidenziando come queste ultime siano state sinora presentate con andamento irregolare, come peraltro già accaduto nel corso dell'esame di precedenti disegni di legge di bilancio.
Sottolinea, inoltre, come l'assenza di relazioni tecniche correlate a emendamenti tabellari rende difficoltosa la comprensione della reale portata degli emendamenti stessi. A tal proposito, cita il caso di una proposta emendativa che prevede la riduzione delle risorse destinate alla cooperazione internazionale, preannunciando l'intenzione di presentare un subemendamento volto a ripristinare tale dotazione. Ribadisce la necessità che le relazioni tecniche vengano fornite in tempo utile e rivolge alla presidenza della Commissione la richiesta di chiarire se le proposte emendative testé presentate dai relatori siano da considerarsi definitive o se sia previsto un ulteriore deposito, rilevando come le indicazioni ricevute in merito siano risultate, finora, piuttosto contraddittorie.
Leonardo DONNO (M5S) avanza un'ulteriore richiesta di chiarimenti alla relatrice, onorevole Lucaselli, in relazione alla proposta emendativa dei relatori 111.04. Stigmatizza l'atteggiamento della maggioranza, che ha respinto proposte emendative ritenute essenziali per milioni di italiani. A titolo di esempio, menziona la reiezione delle proposte finalizzate al ripristino delle agevolazioni per l'acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie, di quelle volte all'incremento delle pensioni minime di cento euro, giudicando del tutto inadeguato l'aumento di circa due euro mensili previsto dal Governo, e della proposta a prima firma dell'onorevole Conte per l'introduzione del salario minimo legale.
Alla luce di tali scelte, considera particolarmente grave un intervento emendativo volto all'adeguamento del trattamento economico dei membri del Governo, trattandosi, a suo avviso, di una norma vergognosa che renderebbe comprensibili reazioni di indignazione dei cittadini.
Ribadisce che appare inaccettabile la parificazione del trattamento economico dei membri del Governo non parlamentari a quelli di coloro che siano contemporaneamente componenti di un ramo del Parlamento, specie alla luce del respingimento, nelle precedenti sedute, di proposte emendative che avrebbero offerto un sostegno concreto alle famiglie in difficoltà.
Evidenzia come il Governo preferisca destinare risorse a opere di carattere propagandistico, citando, a titolo di esempio, il progetto del ponte sullo Stretto di Messina e la creazione di centri per i migranti in Albania. Si interroga, infine, sull'orientamento della Presidente del Consiglio riguardo alla proposta emendativa in questione e invita la maggioranza a rivedere la propria posizione sull'emendamento citato.
Giovanni Luca CANNATA, presidente, invita l'onorevole Donno ad assumere un contegno maggiormente rispettoso nei riguardi della presidenza della Commissione.
Leonardo DONNO (M5S) formula un'aspra critica verso la misura prevista nell'articolo aggiuntivo 111.04 presentato dai relatori. Reputa estremamente significativo il fatto che il Governo e la maggioranza abbiano respinto l'introduzione del salario minimo e contestualmente previsto l'aumento del trattamento economico dei rappresentanti del Governo che non rivestono la qualifica di parlamentare.
Gianmauro DELL'OLIO (M5S) chiede delucidazioni sulle motivazioni che hanno impedito di presentare le relazioni tecniche contestualmente al deposito delle proposte emendative da parte dei relatori.
La sottosegretaria Lucia ALBANO comunica che il Governo si sta facendo parte attiva per fornire i contributi necessari al fine di redigere le suddette relazioni tecniche, che sono in fase di predisposizione. Assicura che esse saranno depositate dopo la prevista sospensione della seduta.
Pag. 14 Chiara BRAGA (PD-IDP) auspica che le attese relazioni tecniche possano consentire di avere i necessari chiarimenti, in particolare su due proposte emendative.
Fa riferimento, in primo luogo, all'articolo aggiuntivo 80.0106 dei relatori, che reca proroghe in materia di concessioni autostradali. Nel ritenere del tutto singolare che tale proposta emendativa sia stata presentata appena terminato il procedimento di conversione di un decreto-legge che trattava questa materia, osserva, peraltro, come i suoi contenuti normativi rechino potenziali conflitti con la disciplina in materia di concorrenza, sia a livello interno che, soprattutto, rispetto alla normativa eurounitaria. Nel merito, inoltre, fa presente come l'aumento delle tariffe dell'1,8 per cento previsto dalla medesima proposta si configuri, semplicemente, come una vera e propria tassa che graverà sui cittadini.
Considerazioni in parte analoghe si possono altresì formulare, a suo avviso, con riguardo all'articolo aggiuntivo 7.039 dei relatori, che, attraverso un meccanismo di «delega» e senza nemmeno l'indicazione di chiari principi, demanda a un decreto del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica la definizione di termini e modalità per la presentazione, da parte dei concessionari di distribuzione di energia elettrica, di appositi piani straordinari di investimento pluriennali. Segnala, inoltre, che il suddetto decreto ministeriale potrà di fatto prorogare di ben quaranta anni le concessioni in essere, sulla base di meccanismi che meriterebbero un maggiore approfondimento e un ben più ampio spazio di dibattito parlamentare. Chiede, quindi, il ritiro dell'articolo aggiuntivo 7.039 presentato dai relatori.
Mauro DEL BARBA (IV-C-RE) rivela un certo disagio nel dover intervenire sull'articolo aggiuntivo 111.04 dei relatori, che testimonia, a suo parere, un atteggiamento farsesco della maggioranza, la quale si è prestata a presentare un emendamento che potrebbe essere denominato «anti Matteo Renzi». A suo avviso, il carattere strettamente ordinamentale della proposta ne avrebbe dovuto determinare l'inammissibilità. Su quest'ultimo aspetto, chiede maggiori delucidazioni alla presidenza della Commissione.
Quanto al merito della proposta, si limita a osservare come essa oscilli tra una logica che non esita a definire «sovietica» di tassazione integrale di un compenso percepito, da un lato, e una venatura sudamericana della norma, formulata al solo scopo di colpire direttamente un avversario politico, dall'altro lato.
Daniela TORTO (M5S) chiede che il termine per la presentazione dei subemendamenti sia fissato solo dopo che siano pervenute le relazioni tecniche alle proposte emendative presentate in data odierna.
Ribadisce, inoltre, l'esigenza di effettuare una verifica supplementare dell'ammissibilità dell'articolo aggiuntivo 111.04 dei relatori. Non reputa, infatti, coerenti con il contenuto proprio della legge di bilancio disposizioni che prevedano un mero aumento degli emolumenti di alcuni rappresentanti del Governo.
Marco GRIMALDI (AVS) si chiede se possano dirsi rispettati, in questo frangente, i criteri condivisi al momento dell'avvio dell'esame delle proposte emendative segnalate al disegno di legge in esame.
A tal proposito, ricorda, ad esempio, che, per quanto riguarda le disposizioni che prevedevano proroghe di termini legislativi, si era convenuto che andassero inserite in altri provvedimenti, ad esempio il decreto-legge in materia di proroga di termini, di prossima presentazione alle Camere. Ricorda come tale motivazione fosse stata formulata dalla maggioranza dinanzi alla richiesta del suo gruppo di affrontare la questione della proroga delle esenzioni IVA per il Terzo settore. Tuttavia, in modo contraddittorio, tra le proposte emendative presentate da ultimo vi sono, invece, quelle che prorogano le concessioni autostradali, nonché, come rilevato dalla collega Braga, le concessioni per la distribuzione elettrica.
Ritiene, infine, che difficilmente, alla luce delle ultime iniziative intraprese dalla maggioranza, sarà possibile rispettare il termine previsto per l'avvio dell'esame in Assemblea.
Mauro DEL BARBA (IV-C-RE) integrando il suo precedente intervento, osserva come l'articolo aggiuntivo 111.04 dei relatori rechi, all'ultimo comma, una disposizione finanziaria il cui principale obiettivo ravvisa nella volontà di aggirare, in tal modo, i criteri di ammissibilità delle proposte emendative utilizzati nella valutazione delle proposte presentate al disegno di legge in esame. Ribadisce, tuttavia, la natura ordinamentale della proposta emendativa e la richiesta di chiarimenti in ordine alla sua ammissibilità.
Giovanni Luca CANNATA (FDI) presidente, conferma il giudizio di ammissibilità sulle proposte emendative presentate.
Daniela TORTO (M5S) chiede alla presidenza di fornire le motivazioni alla base di tale giudizio di ammissibilità in forma scritta.
Ida CARMINA (M5S), nel ricordare che il Paese versa in condizioni di grande povertà, stigmatizza con fermezza la previsione dell'incremento del trattamento economico ai rappresentanti del Governo non parlamentari previsto dalla proposta emendativa 111.04. Nel condividere le considerazioni in precedenza svolte dall'onorevole Donno, ricorda anche la grande disparità tra i trattamenti economici dei consiglieri e assessori degli enti locali e quelli dei rappresentanti del Governo.
Ubaldo PAGANO (PD-IDP) chiede alla presidenza se la conferma dell'ammissibilità di tutte le proposte emendative presentate in data odierna debba ritenersi estesa, altresì, ad alcune delle proposte emendative presentate dal Governo, che, a suo avviso, per il carattere di disomogeneità per materia che le caratterizza, rappresentano, a suo avviso, dei veri e propri «maxiemendamenti» mascherati.
Gianmauro DELL'OLIO (M5S), a fronte del carattere meramente ordinamentale di numerose proposte emendative ora oggetto di discussione, ribadisce la propria richiesta precedentemente formulata, volta a invitare la presidenza della Commissione a rivedere le dichiarazioni di ammissibilità degli emendamenti del Governo e dei relatori poc'anzi depositati.
Marco GRIMALDI (AVS) manifesta insofferenza per il fatto di essere intervenuto più volte nel corso della discussione, ponendo domande precise senza, tuttavia, ricevere alcuna risposta, né dalla rappresentante del Governo, né dai relatori.
Intervenendo nuovamente sulla questione dell'aumento del trattamento economico per i membri del Governo non parlamentari, ricorda che l'unica differenza che attualmente intercorre tra coloro che, facendo parte della compagine governativa, sono anche parlamentari e coloro che, invece, non lo sono, è la possibilità, per i primi, di ottenere risorse destinate alla corresponsione della retribuzione di assistenti parlamentari. Domanda, pertanto, a cosa servirebbe mai un fantomatico «adeguamento» del trattamento economico per membri del Governo che, non essendo parlamentari, dispongono comunque già oggi di un nutrito staff presso le strutture amministrative del Governo.
Ritiene, ad ogni buon conto, che si ponga una questione preliminare, relativa alla attinenza di una norma del genere rispetto al contenuto di una legge di bilancio. Su questo punto, interroga la rappresentante del Governo circa la trasmissione delle relazioni tecniche agli emendamenti appena presentati, non ancora pervenute, nonché la presidenza circa il vaglio di ammissibilità svolto su alcuni emendamenti, a suo avviso, palesemente inammissibili.
Concludendo, chiede criteri di esame certi, da comunicarsi in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nel quale si dovrebbero decidere i tempi e le modalità dell'esame. Afferma che, in caso contrario, le opposizioni non escluderebbero la possibilità di ricorrere all'ostruzionismo.
Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, sulla base delle intese intercorse tra i gruppi, formula alla presidenza la richiesta di una sospensione dei lavori della durata di un'ora, Pag. 16per permettere alle opposizioni di esaminare i testi degli emendamenti presentati dai relatori.
Giovanni Luca CANNATA, presidente, conferma nuovamente gli esiti dell'esame svolto dalla presidenza circa l'ammissibilità degli emendamenti testé presentati, ricordando di aver preannunciato che ulteriori approfondimenti riguardo le relazioni tecniche saranno tempestivamente comunicati ai gruppi alla ripresa dell'esame.
Nessun altro chiedendo di intervenire, sospende la seduta per la durata di un'ora.
La seduta, sospesa alle 20.30, è ripresa alle 22.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, sulla base delle intese intercorse fra i gruppi, avverte che a breve sarà convocata una riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
La seduta termina alle 22.05.
SEDE REFERENTE
Venerdì 13 dicembre 2024. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, indi del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Federico Freni.
La seduta comincia alle 23.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
C. 2112-bis Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, comunica in primo luogo che la proposta emendativa Trancassini 77.066 è stata ritirata.
Ricorda altresì che nella seduta antimeridiana le votazioni si sono concluse con la votazione dell'articolo aggiuntivo Carotenuto 30.014.
Avverte, pertanto, che i lavori riprenderanno con l'esame dell'articolo aggiuntivo Serracchiani 30.018.
Silvia ROGGIANI (PD-IDP) chiede l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Serracchiani 30.018, sottolineando come lo stesso intenda affrontare il tema delle vittime dell'amianto, che in Italia sono circa 4.000 all'anno, al fine di tutelare non solo i lavoratori esposti direttamente all'amianto, ma anche i loro familiari.
Il sottosegretario Federico FRENI accede alla richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo Serracchiani 30.018.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, preso atto della richiesta del Governo e dell'assenso dei relatori, dispone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Serracchiani 30.018.
Daniela TORTO (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo a sua prima firma 30.031, nonché sull'identico Mari 30.030, rileva l'importanza di approntare misure di protezione adeguate nei confronti dei lavoratori coinvolti in processi di crisi aziendali, sottolineando come il tema sia particolarmente attuale e meriti particolare considerazione, alla luce delle molteplici crisi aziendali in atto in Italia. Tra queste, ricorda, in particolare, il caso di Trasnova, azienda di logistica, che non è stato ancora risolto in via definitiva dal Governo.
Rileva, quindi, la necessità che il Parlamento tuteli i lavoratori che rischiano di pagare il prezzo più alto delle crisi aziendali. Mette in risalto, inoltre, la rilevanza della crisi dell'azienda Tekne di Ortona, tuttora all'attenzione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Ministero delle imprese e del made in Italy e del Ministero della difesa, i quali non hanno ancora fornito risposte certe ai fini di una adeguata risoluzione della crisi d'azienda. Sottolinea come sia doveroso, da parte di questa Commissione, ascoltare le esigenze di tutela dei lavoratori coinvolti in tali Pag. 17situazioni di crisi, predisponendo adeguati strumenti, quali la cassa integrazione straordinaria o l'adozione di politiche attive per il lavoro.
Evidenzia, altresì, come l'emendamento in esame miri a garantire un monitoraggio più efficace delle aziende in difficoltà, allo scopo di prevenire le crisi e le delocalizzazioni irresponsabili e per evitare che i lavoratori vengano asserviti a logiche di puro profitto. Sottolinea come tale proposta normativa ponga al centro il tema della dignità del lavoro, come richiede la Costituzione. Richiede, pertanto, l'accantonamento dell'emendamento in esame.
Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo in merito agli identici articoli aggiuntivi Mari 30.030 e Torto 30.031, si associa alle considerazioni espresse dalla deputata Torto e alla richiesta di accantonamento delle suddette proposte, rilevando come le misure in esso previste già dispongano di adeguata copertura economica, puntando ad affrontare il problema dell'esclusione delle organizzazioni sindacali dai tavoli di monitoraggio istituiti presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, esclusione che sta limitando l'accesso a diverse misure di prestazione sociale a centinaia di lavoratori e lavoratrici in possesso della totalità dei requisiti individuali richiesti, senza apportare alcun vantaggio nei confronti della parte datoriale.
Rileva il ruolo attivo dei sindacati nella mediazione dei conflitti, ruolo che merita di essere valorizzato nell'ambito dei suddetti tavoli. Ribadisce, pertanto, la richiesta di accantonamento, in vista di un mutamento del parere espresso dal Governo e dai relatori in merito ai predetti articoli aggiuntivi.
Chiara APPENDINO (M5S) sottoscrive l'articolo aggiuntivo Torto 30.031.
La Commissione respinge gli identici articoli aggiuntivi Mari 30.030 e Torto 30.031.
Dieter STEGER (MISTO), intervenendo sull'articolo aggiuntivo a sua prima firma 30.084, rileva come la proposta si riferisca al diniego espresso da diverse sedi territoriali dell'INPS in ordine alle domande di cassa integrazione guadagni ordinaria formulate dalle imprese edili per i propri dipendenti in ragione delle intemperie stagionali.
Evidenzia come la ragione del diniego consista nella prevedibilità delle invocate intemperie stagionali. Sottolinea, altresì, l'impossibilità per le imprese di prevedere a priori le interruzioni delle lavorazioni, sebbene le stesse si vedano negata la domanda di cassa integrazione ordinaria proprio per una invocata prevedibilità.
Osserva che la modifica normativa consentirebbe alle imprese del settore edile di poter effettivamente beneficiare della cassa integrazione guadagni ordinaria laddove vi sia una effettiva impossibilità di attendere alle lavorazioni in ragione delle intemperie stagionali non certo programmabili.
Ricorda, altresì, che secondo gli ultimi dati in possesso dell'ANCE, nel periodo 2002-2022, nell'ambito della gestione della Cassa integrazione guadagni ordinaria presso l'INPS, nella gestione edilizia si sia determinato un avanzo complessivo superiore a 6 miliardi di euro. Anche per le annualità successive al 2015, rileva come il trend abbia mantenuto lo stesso andamento, con avanzi di esercizio pari a oltre 250 miliardi di euro.
Fa presente come risulti pertanto improcrastinabile consentire alle imprese di beneficiare di una opportunità per la quale versano costantemente il proprio contributo e che si sta invero rivelando un ulteriore costo del lavoro senza la necessaria contropartita in termini di ammortizzazione sociale.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) sottoscrive l'articolo aggiuntivo Steger 30.084.
La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Steger 30.084.
Elena BONETTI (AZ-PER-RE) sottoscrive l'articolo aggiuntivo Grippo 30.036.
La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Grippo 30.036.
Pag. 18 Gianmauro DELL'OLIO (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Raffa 30.060, osserva che tale proposta emendativa intenda stabilire misure nei confronti delle aziende del settore pubblico analoghe a quelle previste per le aziende del settore privato, prevedendo contributi che consentano di sostenere gli spostamenti per i lavoratori che lavorano lontano da casa nell'ambito del settore pubblico. Ricorda che tra il 2023 e il 2024 si sono registrate 170 mila assunzioni nella pubblica amministrazione, con la possibilità che questo trend si confermi anche nei prossimi anni.
Rileva come nel settore del pubblico impiego circa il 50 per cento dei lavoratori provenga da una regione diversa da quella in cui prestano l'attività lavorativa. Ribadisce come tale emendamento miri a istituire un fondo per erogare bonus per il lavoro lontano da casa, dando mandato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali di definire i criteri di base per poter usufruire di tale contributo.
La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Raffa 30.060.
Chiara APPENDINO (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo a sua prima firma 30.061, procede alla lettura del relativo testo, ritenendo che lo stesso non sia stato adeguatamente letto e compreso. Osserva come la proposta metta a disposizione, in via straordinaria, una somma pari a 800 milioni di euro, destinata a integrare il reddito dei lavoratori beneficiari della cassa integrazione, consentendo loro di percepire un reddito pari a 1800 euro lordi al mese. Esprime perplessità riguardo al parere contrario espresso dal Governo e dalla maggioranza, sottolineando come l'emendamento preveda le necessarie coperture finanziarie.
Evidenzia le gravi conseguenze derivanti dalle crisi aziendali che interessano le filiere strategiche del settore dell'automotive, della robotica, del tessile e dell'elettrodomestico, le quali non faranno altro che incrementare il numero dei lavoratori in cassa integrazione, aggravando ulteriormente una situazione già critica. Richiama la dannosità delle politiche industriali adottate dal Governo, che ha trascurato l'importante opportunità di destinare adeguati fondi a favore delle aziende, in particolare attraverso le misure legate a Transizione 4.0, lasciando così le imprese prive del supporto necessario per affrontare le sfide della modernizzazione.
Osserva come la fotografia della crisi e della situazione industriale in Italia abbia provocato una frattura sociale, con da un lato i lavoratori che si battono quotidianamente per la dignità del lavoro e, dall'altro, le grandi proprietà industriali, come Stellantis, che continuano a elargire ingenti buonuscite ai propri amministratori delegati, in totale distacco dalle difficoltà che colpiscono milioni di lavoratori.
Evidenzia come il Governo abbia deciso di non prendere le difese dei lavoratori, che non vedono valorizzate le proprie competenze e non sono responsabili delle molteplici crisi aziendali in atto nel Paese. Ricorda la scelta del Governo di tassare i lavoratori in difficoltà, di discutere con le banche piuttosto che con i lavoratori del settore sanitario e di non sostenere adeguatamente i pensionati.
Esprime, quindi, sconcerto per l'emendamento 111.04 dei relatori che, attingendo al medesimo fondo cui si imputano gli oneri della sua proposta emendativa in discussione, destina invece risorse all'aumento degli stipendi per Ministri e sottosegretari non parlamentari, in un momento di grande difficoltà per la maggior parte dei cittadini.
Sottolinea come il problema non risieda nelle istanze di coloro che, sentendosi esclusi, cercano di far sentire la propria voce, ma piuttosto nell'orientamento della politica, che sembra privilegiare esclusivamente gli interessi delle caste, dei potenti e delle lobby. Invita, pertanto, il Governo e la maggioranza a riflettere con la massima attenzione sulle implicazioni di questa proposta emendativa, tenendo ben presente, in particolare, le conseguenze che tale decisione potrebbe avere quando si parlerà di misure a favore dei lavoratori in cassa integrazione. Evidenzia, infine, come il vero problema non consista nella rabbia che Pag. 19potrebbe esplodere nei prossimi mesi, bensì nelle politiche che, agendo in maniera inefficace e insensibile, sono in grado di alimentare e scatenare una crescente frustrazione sociale.
Leonardo DONNO (M5S), nell'associarsi alle considerazioni testé espresse dalla deputata Appendino, sottolinea come l'articolo aggiuntivo 30.061 sia finalizzato a restituire dignità ai lavoratori destinatari di trattamenti di integrazione salariale.
Richiama la proposta emendativa dei relatori 111.04, che attinge le risorse per incrementare gli emolumenti dei componenti del Governo che non sono deputati dal medesimo fondo dal quale l'articolo aggiuntivo in discussione propone di reperire le risorse necessarie per i lavoratori in cassa integrazione. Si chiede, ironicamente, se anche in questo caso si possa, con un artifizio lessicale, realizzare un siffatto scopo. Chiede, quindi, che si valuti un accantonamento della proposta emendativa, in vista di un parere favorevole.
Giovanni Luca CANNATA, presidente, prende atto che la richiesta di accantonamento non è accolta dai relatori e dal rappresentante del Governo. Pone quindi in votazione l'articolo aggiuntivo Appendino 30.061.
La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Appendino 30.061.
Giovanni Luca CANNATA, presidente, invita i relatori e il rappresentante del Governo a esprimere il parere sulle proposte emendative segnalate, a partire dalle proposte emendative riferite all'articolo 31 fino all'articolo 55.
Mauro D'ATTIS (FI-PPE), relatore, anche a nome degli altri relatori, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'emendamento Bonetti 31.1, nonché sugli articoli aggiuntivi Soumahoro 31.06, Lupi 31.07 e Bonetti 31.08.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 32, propone che restino accantonati gli identici emendamenti 32.3 della XII Commissione e Patriarca 32.4.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 33, propone l'accantonamento dell'emendamento Ascani 33.2. Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli emendamenti Boldrini 33.5 e Sportiello 33.4. Propone, altresì, che resti accantonato l'articolo aggiuntivo Bonetti 33.06. Formula, infine, un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Carmina 33.09.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 34, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli emendamenti Grimaldi 34.1, Schlein 34.3, Bonetti 34.5 e 34.4, Boschi 34.15 e Furfaro 34.18, mentre propone che resti accantonato l'emendamento Rampelli 34.42.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 35, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli identici emendamenti Giaccone 35.5, Bonetti 35.7 e Serracchiani 35.6.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 36, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'emendamento Braga 36.1, sugli identici articoli aggiuntivi Bonetti 36.07, Gadda 36.05, Furfaro 36.06 e Pisano 36.08, sull'articolo aggiuntivo Carfagna 36.045. Propone che restino accantonati gli articoli aggiuntivi Carfagna 36.020, Forattini 36.022, Boschi 36.026. Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli articoli aggiuntivi Lupi 36.033, Ferrari 36.035, De Bertoldi 36.038 e Gribaudo 36.050.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 37, propone l'accantonamento dell'emendamento Cherchi 37.2.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 38, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli articoli aggiuntivi Conte 38.01 e Grippo 38.02. ProponePag. 20 che resti accantonato l'articolo aggiuntivo Panizzut 38.06. Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli articoli aggiuntivi Ambrosi 38.081, Ubaldo Pagano 38.010 e 38.028 nonché Di Lauro 38.047. Propone, altresì, che restino accantonati gli identici articoli aggiuntivi Furfaro 38.056, Grippo 38.057 e Faraone 38.058. Formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Gribaudo 38.075, mentre propone che resti accantonato l'articolo aggiuntivo Vietri 38.093.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 42, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo D'Orso 42.02.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 43, propone che restino accantonati gli articoli aggiuntivi Berruto 43.01, Fenu 43.02 e Ciancitto 43.03.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 44, propone che restino accantonati l'emendamento Pella 44.1 e l'articolo aggiuntivo Roscani 44.01.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 45, propone che resti accantonato l'emendamento Molinari 45.2, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'emendamento Frassini 45.3.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 46, propone che resti accantonato l'articolo aggiuntivo Cannizzaro 46.02 e che sia accantonato l'articolo aggiuntivo Pisano 46.03, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Gadda 46.013 e sugli identici articoli aggiuntivi Peluffo 46.020 e Gadda 46.021.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 47, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli emendamenti Schlein 47.4, Quartini 47.5, Marianna Ricciardi 47.18 e Bonetti 47.20. Propone che restino accantonati gli identici emendamenti Lazzarini 47.48 e Manes 47.44 e che sia accantonato l'articolo aggiuntivo Cannizzaro 47.01. Infine, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Piccolotti 47.06.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 48, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'emendamento Furfaro 48.2 e propone che resti accantonato l'emendamento Cesa 48.11.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 49, propone che restino accantonati l'emendamento Schifone 49.1, nonché gli identici emendamenti 49.6 della XII Commissione, Patriarca 49.7 e Loizzo 49.8. Propone, inoltre, che sia accantonato l'articolo aggiuntivo Cappellacci 49.02 e che restino accantonati gli articoli aggiuntivi Furfaro 49.07, Marchetto Aliprandi 49.014, Loizzo 49.019 e Cattoi 49.020.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 51, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario sull'emendamento Boschi 51.4, sugli identici emendamenti Furfaro 51.9, Steger 51.10, Vaccari 51.11 e Gadda 51.12 e Steger 51.14. Propone che resti accantonato l'articolo aggiuntivo Lupi 51.01, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Loizzo 51.03, nonché sugli identici articoli aggiuntivi Malavasi 51.06 e Lazzarini 51.07 e sull'articolo aggiuntivo Furfaro 51.015. Propone che resti accantonato l'articolo aggiuntivo Bonetti 51.021, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sugli articoli aggiuntivi Boschi 51.022 e 51.024 e propone che resti accantonato l'articolo aggiuntivo Boschi 51.025.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 52, propone che resti accantonato l'articolo aggiuntivo Quartini 52.05.
Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 53, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'articolo aggiuntivoPag. 21 Malavasi 53.02 nonché sugli identici articoli aggiuntivi Malavasi 53.06 e Loizzo 53.07 e sull'articolo aggiuntivo Magi 53.020. Propone, quindi, che restino accantonati gli articoli aggiuntivi Ciocchetti 53.021 e Maerna 53.022.
Passando, infine, all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 55, formula un invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, sull'emendamento Steger 55.2, mentre propone che restino accantonati gli identici emendamenti Faraone 55.4 e Cattoi 55.5, nonché gli identici emendamenti Ottaviani 55.6 e Rosato 55.7.
Il sottosegretario Federico FRENI esprime parere conforme ai relatori.
Chiara BRAGA (PD-IDP) chiede l'accantonamento dell'emendamento a sua prima firma 36.1, in ragione dell'omogeneità di materia con le proposte emendative già accantonate Forattini 36.022 e Boschi 36.026.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, concordi i relatori e il rappresentante del Governo, dispone l'accantonamento dell'emendamento Braga 36.1.
Elena BONETTI (AZ-PER-RE) sottoscrive l'emendamento Braga 36.1.
Dieter STEGER (MISTO-MIN.LING.) chiede l'accantonamento degli emendamenti a sua prima firma 51.14 e 55.2.
Vanessa CATTOI (LEGA) sottoscrive gli emendamenti Steger 51.14 e 55.2.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, concordi i relatori e il rappresentante del Governo, dispone l'accantonamento degli emendamenti Steger 51.14 e 55.2.
Silvia ROGGIANI (PD-IDP) chiede l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Furfaro 51.015.
Il sottosegretario Federico FRENI, pur manifestando la disponibilità del Governo all'accantonamento, fa presente di non poter però garantire che nel prosieguo dei lavori si possa addivenire a un parere favorevole in merito alla suddetta proposta emendativa.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, preso atto dell'assenso manifestato dal rappresentante del Governo e concordi i relatori, dispone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Furfaro 51.015.
Ubaldo PAGANO (PD-IDP) si rivolge al sottosegretario Freni per chiedere rassicurazioni circa il fatto che le proposte emendative che il Governo si appresta a depositare non siano, di fatto, riproduttive del contenuto proprio di emendamenti e articoli aggiuntivi sui quali è stato testé espresso un parere contrario. Fa, in particolare, riferimento al tema dell'incremento del Fondo per le non autosufficienze, richiamando, a tal riguardo, gli articoli aggiuntivi Conte 38.01 e Grippo 38.02, di cui, pertanto, ritiene opportuno disporre l'accantonamento.
Il sottosegretario Federico FRENI manifesta il proprio assenso rispetto a eventuali richieste di accantonamento di quelle proposte emendative il cui contenuto possa essere sovrapponibile rispetto ad analoghe proposte depositate dai relatori e dal Governo.
Ubaldo PAGANO (PD-IDP), rispondendo a quanto puntualizzato dal sottosegretario Freni, rileva che le diverse richieste di accantonamento che pervengono dai membri della Commissione e le relative perplessità espresse in ordine al summenzionato rischio di sovrapposizione sono, tuttavia, in buona parte da ascriversi alla scarsa chiarezza finora mostrata circa il contenuto delle proposte che il Governo si appresta a depositare, sottolineando, a tal proposito, come tali richieste si basino spesso sulle notizie apprese dagli organi di stampa.
Pag. 22Elena BONETTI (AZ-PER-RE), con specifico riferimento al tema dell'incremento del fondo per le non autosufficienze, fa presente che già l'emendamento del Governo 38.097 dispone che le risorse del Fondo destinato alla copertura degli interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura svolta dal caregiver familiare confluiscano nel Fondo nazionale per la non autosufficienza.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, preso atto dell'assenso manifestato dal rappresentante del Governo e concordi i relatori, dispone l'accantonamento degli articoli aggiuntivi Conte 38.01 e Grippo 38.02.
Elena BONETTI (AZ-PER-RE), intervenendo sull'emendamento a sua firma 31.1, ritiene sia un errore che i relatori e il Governo abbiano espresso parere contrario in relazione a tale proposta emendativa. Mediante l'articolo aggiuntivo in esame, infatti, si prevede l'erogazione di un buono del valore massimo di 200 euro mensili per dodici mesi, per i figli di età inferiore a un anno, per l'acquisto di servizi di baby-sitting e di servizi integrativi per l'infanzia, in favore di quei nuclei familiari il cui indicatore della situazione economica equivalente sia inferiore ai 40.000 euro e in cui i genitori risultino occupati in attività di lavoro dipendente e autonomo entro un mese dall'inizio della corresponsione del buono medesimo. Ritiene che, in questo modo, si possano ottenere risultati assai più significativi in termini di sostegno alla natalità e di supporto alle famiglie rispetto all'erogazione di un buono una tantum attualmente prevista dalla normativa vigente. Sottolinea, a tal proposito, l'importanza di predisporre un assetto organico di misure di supporto per le famiglie che si ispiri ad una logica e ad una prospettiva strutturale, evidenziando, peraltro, come tali interventi siano funzionali anche a sostenere l'occupazione femminile.
La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Bonetti 31.1 e l'articolo aggiuntivo Soumahoro 31.06.
Ubaldo PAGANO (PD-IDP) chiede chiarimenti al sottosegretario Freni in merito alle tempistiche per il deposito delle proposte emendative da parte del Governo.
Il sottosegretario Federico FRENI assicura che a breve il Governo sarà in grado di provvedere al deposito delle proposte emendative.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, assicura che sarà possibile avere in tempi brevi maggiore contezza in merito al deposito delle proposte emendative del Governo. Comunica, quindi, che la proposta emendativa Lupi 31.07 è stata ritirata dall'onorevole Pisano.
Elena BONETTI (AZ-PER-RE), intervenendo sull'articolo aggiuntivo a sua firma 31.08, evidenzia come la suddetta proposta emendativa, sostenuta anche di rappresentanti del mondo imprenditoriale, abbia, quale finalità precipua, quella di predisporre un meccanismo che consenta alle imprese di compartecipare al sostegno delle spese sostenute dai lavoratori per la crescita dei figli.
Si prevede, infatti, che, per l'anno 2025, l'importo dei contributi dei datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti per l'acquisto di beni essenziali per la prima infanzia a beneficio di figli nati o adottati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025, nel limite di euro 400 per lavoratore, non concorra alla formazione del reddito.
Raccomanda, pertanto, l'approvazione di tale proposta emendativa, reputando necessario intervenire con misure che, in concreto, possano incentivare la natalità.
La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Bonetti 31.08.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Boldrini 33.5, ricorda come tale proposta emendativa intenda incrementare il cosiddetto Bonus asili, su cui è in passato intervenuto anche l'attuale Esecutivo, con interventi volti ad implementare tale misura, proprio in ragione delle forti potenzialità che la stessa Pag. 23ha dimostrato al fine di garantire l'accesso agli asili nido ai figli dei lavoratori. In particolare, ha sottolineato come il tema della garanzia dell'accesso agli asili nido rivesta una particolare rilevanza nell'ottica di un consolidamento di tutti gli strumenti volti ad assicurare pari opportunità a tutti i bambini, a prescindere dalle differenti condizioni socioeconomiche.
La Commissione respinge l'emendamento Boldrini 33.5.
Andrea QUARTINI (M5S) illustra il contenuto dell'emendamento Sportiello 33.4, che dispone l'incremento di 100 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2025 delle risorse attribuite al Fondo di solidarietà comunale per il potenziamento del servizio degli asili nido. Ciò anche al fine di assicurare quel livello minimo dei servizi educativi per l'infanzia fissato al 33 per cento della popolazione in età compresa tra i 3 e i 36 mesi che rientra, peraltro, tra gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sottolinea, al riguardo, come la proposta emendativa in discussione si muova nell'ottica di rinforzare gli strumenti di tutela della famiglia e del rapporto genitori figli, in netta controtendenza rispetto all'atteggiamento del Governo che non sembra manifestare particolare interesse rispetto a tale tematica.
La Commissione respinge l'emendamento Sportiello 33.4.
Gianmauro DELL'OLIO (M5S) chiede al rappresentante del Governo delucidazioni in merito al deposito delle proposte emendative cui si è fatto poc'anzi riferimento.
Il sottosegretario Federico FRENI, nel rispondere alle richieste dell'onorevole Dell'Olio, fa presente che gli uffici del Ministero dell'economia e delle finanze stanno predisponendo gli ultimi adempimenti necessari alla trasmissione delle proposte emendative del Governo.
Ida CARMINA (M5S) intervenendo sull'articolo aggiuntivo a sua prima firma 33.09, osserva che l'istituzione di un fondo per l'assistenza all'autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità prevista dalla proposta emendativa in esame si ispiri ai diversi principi che, sul tema, sono stati fatti propri anche dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità in relazione all'inclusione scolastica.
Evidenzia, al riguardo, come il tema dell'assistenza ai bambini con disabilità rivesta un particolare interesse ove si consideri che le difficoltà finanziarie che interessano numerosi enti locali hanno rappresentato un ostacolo ai fini della predisposizione dei più adeguati strumenti di tutela. Ricorda, peraltro, che una recente sentenza del Consiglio di Stato ha dichiarato legittima la scelta dei comuni di diminuire o anche eliminare del tutto le diverse forme di assistenza tradizionalmente previste.
Ritiene, in conclusione, che l'istituzione di un fondo finalizzato a sostenere gli enti locali in condizione di difficoltà finanziaria nel garantire ai bambini della scuola dell'infanzia, agli alunni della scuola primaria e agli studenti della scuola secondaria di primo grado con accertata condizione di disabilità adeguata assistenza rappresenti quindi un'alternativa, seppur di natura temporanea, rispetto all'incardinamento di un sistema organico di assistenza nell'ambito dei compiti attribuiti al Ministero dell'istruzione e del merito.
La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Carmina 33.09.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, preso atto dell'imminente deposito delle proposte emendative da parte del Governo, concorde la Commissione, sospende la seduta.
La seduta, sospesa alle 00.20, è ripresa all'1.55.
Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, a seguito delle interlocuzioniPag. 24 intercorse tra i gruppi, comunica l'immediata convocazione di una riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, al fine di definire il prosieguo dei lavori sul disegno di legge in esame.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.
La seduta termina alle 2.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Venerdì 13 dicembre 2024.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.40 alle 15.45 e dalle 22.20 alle 22.55 e dalle 2 alle 2.05.