CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 12 dicembre 2024
420.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 12 dicembre 2024. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Federico Freni.

  La seduta comincia alle 9.45.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
C. 2112-bis Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'11 dicembre 2024.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte preliminarmente che, per prassi, la pubblicità dei lavori della seduta odierna è assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Ne dispone pertanto l'attivazione.
  Comunica che il deputato Mollicone ha sottoscritto l'articolo aggiuntivo Rampelli 8.0148 e che il deputato Loizzo ha sottoscritto l'articolo aggiuntivo Cannizzaro 19.02.
  Nel ricordare che i lavori della seduta dell'11 dicembre 2024 si sono conclusi con la reiezione dell'articolo aggiuntivo Fenu 8.098, fa presente che l'esame riprende pertanto dall'articolo aggiuntivo Zanella 8.0117.

  Marco GRIMALDI (AVS), nell'illustrare le finalità sottese all'articolo aggiuntivo Zanella 8.0117, richiama il fenomeno di assai rilevante espansione, negli ultimi quindici Pag. 5anni, del mercato delle locazioni brevi, avente ad oggetto immobili che non costituiscono casa di abitazione principale e che non sono oggetto di locazioni ordinarie. Lamentando una lacuna nell'ordinamento su questa materia, auspica che la Commissione non respinga la proposta emendativa in esame, non ritenendo sufficiente limitarsi, a questo riguardo, all'eventuale approvazione di un ordine del giorno in Assemblea. Ritiene indifferibile la previsione di una adeguata regolamentazione del fenomeno, che reputa responsabile dello spopolamento di interi quartieri nelle grandi aree metropolitane, richiamando, in particolare, la situazione in atto a Roma nell'imminenza dell'inizio del Giubileo previsto per l'anno 2025.
  Rileva, altresì, come il mercato delle locazioni brevi, dominato dalle grandi proprietà immobiliari che vi conseguono profitti assai ragguardevoli, procuri gravi danni al mercato delle locazioni ordinarie e a più lunga scadenza, in danno specialmente delle famiglie meno abbienti, nonché di quelle costituite da soggetti giovani o da stranieri migranti. Ricorda, dunque, che la proposta emendativa in esame prevede un regime differenziato dell'imposta sostitutiva nella forma della cedolare secca nell'ipotesi di locazione breve di più unità immobiliari, anche al fine di ridurre gli effetti sperequativi che attualmente si verificano in danno delle più piccole proprietà.
  Richiama, infine, la necessità di approntare tempestivamente una adeguata gestione dell'assai consistente flusso di turisti e pellegrini in arrivo in occasione del menzionato evento giubilare, al fine in particolare di impedire comportamenti elusivi della tassazione di soggiorno e, più in generale, di contrastare ogni altro fenomeno di natura speculativa.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) fa presente che l'emendamento in discussione solleva un tema di estrema rilevanza, oramai da tempo al centro delle riflessioni e del dibattito pubblico, che è quello della gentrificazione delle città e, in particolare, delle città metropolitane. Osserva, infatti, che l'espansione del fenomeno degli affitti brevi determina, quale inevitabile conseguenza, che i centri urbani divengano sempre meno percorribili per i loro abitanti, alterando in tal modo la stessa natura del contesto urbano. A tal proposito, evidenzia, in termini generali, come la complessiva alchimia che si viene a determinare tra l'insieme delle strutture che caratterizzano il contesto urbano e i cittadini che lo vivono rappresenti un sostrato culturale che funge da volano anche per lo sviluppo del turismo. Dinanzi al diffondersi del cosiddetto turismo esperienziale dà luogo a dinamiche speculative che spingono i residenti a lasciare i luoghi in cui storicamente le comunità cittadine si sono sviluppate e hanno costruito la propria dimensione di vita, ritiene che la politica debba farsi carico di tale fenomeno e di tutti gli effetti che ne conseguono.
  In questo scenario, osserva come l'emendamento presentato dall'onorevole Zanella ora in esame miri ad affermare il principio in base al quale le attività turistiche dovrebbero essere gestite in via prevalente da operatori turistici, ossia soggetti che svolgono un'attività economica d'impresa assumendosene i relativi rischi, anche al fine di evitare che coloro che sono titolari di un patrimonio immobiliare di notevole valore possano così avvalersene a fini di speculazione sui crescenti flussi turistici che stanno interessando in particolare le grandi città.
  Ciò posto, si rivolge alla maggioranza e al Governo, sottolineando come le tematiche che la suddetta proposta emendativa intende affrontare dovrebbero, a suo avviso, suscitare l'interesse proprio delle forze politiche che sostengono l'Esecutivo. Ritiene, infatti, che il fenomeno ora descritto costituisca una delle principali cause dello spostamento dei residenti delle grandi città nelle zone più periferiche, traducendosi nel progressivo svuotamento di quei contesti urbani che hanno da sempre svolto un ruolo centrale per la vita delle città, soprattutto guardando alle aree storiche dei grandi centri cittadini, come, a titolo esemplificativo, quella della città di Roma.
  Conclude, pertanto, stigmatizzando l'atteggiamento della maggioranza e del Governo di fronte ai temi posti, reputato non solo disattento ma, finanche, colpevole.

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  Paolo TRANCASSINI (FDI), nel rispondere alle considerazioni formulate dai colleghi in merito all'articolo aggiuntivo Zanella 8.0117, riconosce come vi sia un tema legato allo snaturamento dell'identità delle grandi città ed esprime il proprio apprezzamento per il fatto che l'articolo aggiuntivo in esame intenda affrontare tale tematica. Non concorda, tuttavia, con un'impostazione semplicistica che, a suo dire, caratterizza la ratio sottesa alla proposta medesima, ritenendo, viceversa, che la questione dell'identità delle città vada affrontata con estrema serietà.
  Osserva, a tal riguardo, come, proprio con riferimento alla città di Roma, il recupero dell'identità cittadina non possa essere affrontato attraverso strumenti che si traducano in un complessivo inasprimento della pressione fiscale, reputando, anzi, che sia stato proprio il peso eccessivo dei tributi ad aver contribuito in modo determinante al progressivo smarrimento dell'identità di luoghi storici del nostro Paese. Osserva che, se a un sistema fiscale eccessivamente gravoso per quei proprietari che intendono dare in locazione un immobile si affianca il tema dell'incertezza del diritto, per cui alla scadenza naturale di un contratto di locazione spesso si è costretti ad adire le vie legali per rientrare nel pieno possesso dell'immobile, ben si comprende come il ricorso al sistema degli affitti brevi abbia rappresentato, negli ultimi anni, uno strumento di certo appetibile per tutti quei soggetti che, potendo contare sulla titolarità di un immobile, hanno ritenuto di poter ottenere una lecita redditività immediata senza dover sottostare a un regime normativo e fiscale assai gravoso per chi intenda dare in locazione un immobile a fini abitativi. Riconosce, peraltro, come vi sia un tema legato al sovraffollamento delle città in conseguenza di un flusso turistico significativo che interessa molti centri, purtuttavia chiarisce come, nel novero delle risposte politiche che possono essere elaborate per affrontare il tema, la risposta della maggioranza non potrà mai essere incentrata su un inasprimento del carico fiscale per i cittadini.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), in merito a quanto osservato dal collega Trancassini, puntualizza che la finalità della proposta emendativa di cui si discute non consiste nell'introduzione di nuove imposte, bensì, semplicemente, nella parziale riduzione del novero applicativo di un regime fiscale di favore, quale è quello della cedolare secca, con esclusivo riferimento a quei soggetti che posseggono un numero di immobili particolarmente significativo, applicandosi tale regime, infatti, solo con riferimento al terzo e quarto immobile di proprietà. In questo caso, infatti, chiarisce che l'attività svolta da un soggetto potrebbe ben qualificarsi alla stregua dell'esercizio di un'attività di impresa.

  Marco GRIMALDI (AVS), nel rilevare come sarebbe stato più opportuno un accantonamento della proposta emendativa in discussione, ribadisce come l'inasprimento fiscale che si intende introdurre nell'ordinamento attraverso quest'ultima riguarderebbe, in verità, solo i titolari di grandi patrimoni immobiliari, rendendo, peraltro, in questi casi, più conveniente destinare un determinato immobile al mercato degli affitti, anche con il ricorso a schemi contrattuali che vadano incontro alle esigenze di chi cerca un alloggio in locazione, come nel caso dei contratti a canone concordato. Rammenta, a tal proposito, come numerose grandi città europee abbiano scelto di intervenire con diverse forme di regolamentazione idonee a porre un rimedio agli effetti distorsivi del fenomeno degli affitti brevi.

  Mauro DEL BARBA (IV-C-RE) mostra apprezzamento per il fatto che la Commissione stia affrontando un tema, quale quello delle implicazioni legate al fenomeno degli affitti brevi, di indubbio interesse. Tuttavia, fa presente come la problematica in esame e, soprattutto, la scelta degli strumenti con cui intervenire al fine di farvi fronte, debbano tenere in debita considerazione il fatto che tale fenomeno non interessa solo le grandi città, atteso che il turismo in Italia si manifesta secondo dinamiche estremamente variegate. Ricorda, a tal proposito,Pag. 7 come in molti casi il tema delle locazioni interessi anche i piccoli centri, le zone montane e, più in generale, le aree interne del nostro Paese. Ritiene opportuno, pertanto, distinguere le diverse sfaccettature di tale fenomeno rifuggendo dal rischio di accomunare situazioni molto diverse tra loro.
  Ciò posto, fa presente come una generale modifica in senso sfavorevole del regime fiscale per le locazioni potrebbe ripercuotersi anche su quei soggetti proprietari di una pluralità di immobili ubicati in aree assai diverse, sotto il profilo socio-economico, rispetto ai grandi centri urbani, determinando quindi un'indebita penalizzazione a carico di quei contribuenti che certamente non possono essere annoverati tra i soggetti che svolgono attività speculative rispetto ai flussi turistici al fine di ottenere guadagni significativi.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Zanella 8.0117.

  Enrico CAPPELLETTI (M5S), nell'illustrare l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 8.0131, evidenzia come l'intento della proposta in esame sia quello di istituire, nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, un Fondo rinnovabili per la riduzione intelligente delle bollette, con una dotazione iniziale di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, destinato all'erogazione di contributi finalizzati a sostenere l'installazione di impianti di energia rinnovabile in sostituzione di impianti di energia fossile presso immobili privati ovvero destinati ad attività di impresa o commerciale.
  Dichiara, al riguardo, di non essere sorpreso dal parere contrario espresso dai relatori e dal Governo, ritenendo che ciò si ponga in continuità con una linea politica, da sempre portata avanti dall'Esecutivo e dalla maggioranza che lo sostiene, che va nel senso opposto rispetto agli obiettivi di sostegno allo sviluppo delle energie da fonti rinnovabili, in contrasto, peraltro, con quei princìpi di neutralità tecnologica che dovrebbero invece animare l'azione del decisore pubblico per il perseguimento degli obiettivi di neutralità climatica. Ricorda, tra l'altro, che ad oggi si contano circa due milioni di soggetti fornitori di energia prodotta da fonti rinnovabili, mentre, guardando alle tradizionali fonti di produzione di energia, fa presente che negli ultimi venti anni il numero delle centrali nucleari chiuse supera il numero di quelle che sono invece entrate in funzione.
  Richiama, ancora, i diversi provvedimenti che, per quanto attiene all'obiettivo dello sviluppo delle energie rinnovabili, hanno dimostrato il carattere fallimentare delle politiche del Governo e della maggioranza. Cita, in particolare, la misura denominata Transizione 5.0, finanziata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e rispetto alla quale l'ammontare di risorse ben si sarebbe potuto dimostrare adeguato rispetto agli obbiettivi attesi e alle potenziali richieste da parte del mondo imprenditoriale. Sottolinea, tuttavia, il forte ritardo con cui il Governo ha adottato il relativo provvedimento attuativo, evidenziando, altresì, come, nel definire i contenuti di tale misura, siano stati previsti adempimenti amministrativi estremamente gravosi e tali da rendere la stessa poco competitiva.
  Fa riferimento, altresì, al recente Testo unico sulle fonti di energia rinnovabile, che avrebbe dovuto apportare significativi miglioramenti sul fronte della semplificazione dei regimi amministrativi per l'installazione degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e che, invece, ha l'effetto di determinare un complessivo allungamento dei tempi e un inasprimento del novero degli oneri burocratici. Ritiene, altresì, che vadano nel senso opposto rispetto alla necessità di avviare il Paese verso un'effettiva transizione ecologica anche provvedimenti quali il decreto del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica che reca la disciplina per l'individuazione di superfici e aree idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili, così come il decreto-legge n. 63 del 2024, che, tra l'altro, introduce disposizioni fortemente limitative rispetto all'uso del suolo agricolo per l'installazione di nuovi impiantiPag. 8 fotovoltaici a terra e l'ampliamento territoriale di quelli esistenti.
  Tali interventi dimostrerebbero, a suo dire, la vicinanza dell'Esecutivo e della maggioranza rispetto a gruppi di interesse legati all'attività di produzione energetica da fonti tradizionali, quali i combustibili fossili.
  Cita, a questo riguardo, le dichiarazioni del collega Rampelli volte a escludere che in futuro sul territorio italiano possano essere realizzati impianti per la produzione di energia nucleare, auspicando che le scelte del Governo si muovano in quest'ottica e sottolineando come il costo che dovrebbe essere sostenuto per tale forma di produzione di energia sarebbe nettamente superiore rispetto al costo per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
  Conclude stigmatizzando le politiche attuate in questi ultimi due anni in materia di approvvigionamento energetico e transizione ecologica, ritenendo che gli interventi che sono stati portati avanti abbiano avuto quale esito quello di determinare un incremento dei costi dell'energia, andando quindi contro gli interessi di cittadini e imprese.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Cappelletti 8.0131 che sottoscrive, si associa alle considerazioni testé espresse dal collega e ricorda come nel programma elettorale dei partiti che sostengono l'attuale Governo fosse indicato, quale obiettivo in materia energetica, un complessivo incremento della percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili.
  Sul tema ritiene sia doveroso analizzare in modo approfondito i dati forniti da alcuni importanti soggetti, quali Eurostat, Terna ed Ember.
  Fa presente che, dal quadro che emerge dai suddetti dati, si evince che il tasso di produzione di energia da fonti rinnovabili è cresciuto in Italia negli ultimi anni, raggiungendo, nel 2023, un livello pari al 43 per cento, seppur a ritmi inferiori rispetto a quanto avvenuto negli altri Paesi. Al riguardo, ritiene che, se solo si fossero seguite le politiche incentivanti che hanno segnato il forte trend di crescita registrato tra il 2010 e il 2013, è presumibile che tale aumento avrebbe avuto una portata molto maggiore.
  Sottolinea, infine, come il rischio connesso alla linea politica portata avanti dalla maggioranza e dall'Esecutivo, volta a favorire solo taluni soggetti imprenditoriali e, in particolare, Eni Spa, sia quello di rendere il nostro Paese dipendente da Stati spesso retti da regimi autoritari o implicati in politiche di investimento volte a sostenere situazioni di conflitto.

  Elena BONETTI (AZ-PER-RE) ritiene doveroso intervenire sul tema affrontato dall'emendamento a prima firma del collega Cappelletti, pur senza poter in questa sede addentrarsi in un'analisi approfondita di dati di estrema complessità, ritenendo però di dover esprimere talune considerazioni critiche in merito alla ratio sottesa alla proposta emendativa, rispetto alla quale preannuncia il proprio voto contrario. Dichiara di non concordare, in primo luogo, con il meccanismo di reperimento delle risorse che tramite la proposta emendativa in esame vorrebbe introdurre ai fini della copertura degli oneri derivanti dalla sua attuazione, ritenendo non funzionale né efficiente lo strumento dell'imposta straordinaria a carico degli istituti bancari calcolata sull'incremento del margine di interesse.
  Critica, altresì, la scelta di intervenire con un sistema di incentivi generalizzati e non parametrati rispetto alla situazione reddituale dei beneficiari, ritenendo che tali meccanismi siano forieri di effetti fortemente distorsivi per l'economia del Paese.
  Ciò posto, reputa che, al fine di attuare una linea politica in materia di produzione e approvvigionamento energetico che possa rendere l'Italia un Paese competitivo, sia necessario un approccio volto a diversificare le fonti di produzione energetica, non ritenendo realistico il perseguimento degli obiettivi di neutralità climatica puntando in via esclusiva sulle fonti rinnovabili, anche nell'ottica del progressivo raggiungimento di una situazione di autonomia del nostro Paese.
  In tale ottica, sostiene, invece, la scelta del Governo di puntare su un rilancio dell'energia nucleare in Italia anche al fine di Pag. 9una complessiva riduzione delle emissioni climalteranti che sono invece l'effetto della produzione energetica ottenuta da combustibili fossili.
  Conclude invitando tutte le parti politiche ad adottare un approccio pragmatico sul tema, al fine di addivenire a soluzioni di lungo periodo che siano in grado di accompagnare il nostro Paese su un percorso di transizione energetica realistico.

  La Commissione respinge l'emendamento Cappelletti 8.0131.

  Leonardo DONNO (M5S) chiede di verificare l'esito della votazione.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, conferma il respingimento dell'emendamento Cappelletti 8.0131.

  Daniela TORTO (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Pavanelli 8.0133, di cui è cofirmataria, evidenzia come la proposta emendativa abbia la finalità di generare un incremento di efficientamento energetico e di riduzione della spesa pubblica per i consumi di elettricità attraverso l'istituzione di un fondo che permette l'erogazione di contributi in favore dei comuni per interventi diretti a rinnovare il sistema di illuminazione pubblica.
  In particolare, osserva come mediante i suddetti interventi, oltre a una riduzione considerevole dei costi a carico delle pubbliche amministrazioni, si avrebbero ulteriori vantaggi in termini di diminuzione delle emissioni di CO2 e di maggiore sicurezza per la cittadinanza. Sottolinea, infatti, come assicurare l'illuminazione di strade, parchi ed edifici pubblici consenta tanto una riduzione degli incidenti quanto un accrescimento nella percezione della sicurezza dei singoli. Invita, dunque, maggioranza e Governo a un ripensamento circa la reiezione della proposta emendativa, ricordando come i predetti interventi di efficientamento, oltre ai benefici già menzionati, avrebbero l'ulteriore merito di favorire l'occupazione nei settori interessati.

  Ida CARMINA (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Pavanelli 8.0133, di cui è cofirmataria, chiede al rappresentante del Governo e ai relatori di valutare l'accantonamento della proposta emendativa in ragione delle finalità meritorie da essa perseguite. Evidenzia, infatti, come il tema dell'efficientamento energetico dell'illuminazione pubblica sia centrale per il Paese e per i suoi comuni. Richiama, quale esempio della necessità di un intervento dello Stato su tale materia, il caso di una scuola secondaria di Palermo che risulta l'unica fonte di illuminazione del quartiere in cui è ubicata. Ricorda, peraltro, come durante la precedente legislatura siano state introdotte norme che consentivano ai comuni di accedere a finanziamenti per opere quali quelle dirette a efficientare l'illuminazione pubblica, ritenendo dunque che occorra proseguire in detta direzione mediante l'approvazione dell'articolo aggiuntivo in esame.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Pavanelli 8.0133, che sottoscrive, evidenzia come la proposta emendativa persegua la finalità di ridurre i costi che i comuni italiani devono sopportare per assicurare l'illuminazione del proprio territorio. Rileva, infatti, come tali costi sarebbero quantificabili nell'ordine del 20-30 per cento delle spese complessive sostenute dai comuni. A suo avviso, dunque, gli interventi di efficientamento energetico dell'illuminazione pubblica previsti dall'articolo aggiuntivo in esame avrebbero il merito di condurre a una riduzione dei suddetti costi di circa il 40-60 per cento. Esprime, peraltro, il proprio rammarico per l'assenza di tali tipologie di interventi tra i punti chiave del PNRR.
  Osserva, inoltre, come la centrale importanza dell'illuminazione pubblica nell'assicurare la sicurezza dei cittadini nelle città italiane vada contemperata con l'esigenza di assicurare una equilibrata riduzione delle fonti di illuminazione, al fine di garantire, tanto per gli animali quanto per gli esseri umani, il «diritto al buio». Da ultimo, evidenzia come l'illuminazione intelligente rappresenti il futuro dei sistemi di illuminazione, in quanto realizzata attraverso tecnologie che consentono l'uso della luce solo al momento dell'effettiva fruizione dei dispositivi installati.

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  Silvia ROGGIANI (PD-IDP), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Pavanelli 8.0133, si associa alle considerazioni svolte dai colleghi che l'hanno preceduta. Sottolinea come la cosiddetta «doppia transizione» digitale ed ecologica trovi un campo di applicazione privilegiato nell'ambito dell'illuminazione pubblica consentendo l'efficienza nell'azione dei comuni italiani.
  Rammaricandosi per la posizione di contrarietà del Governo rispetto alla proposta emendativa in esame, evidenzia come gli interventi di efficientamento energetico si rendano necessari al fine di ridurre i costi e assicurare il raggiungimento degli obiettivi posti a livello italiano ed europeo in materia di transizione ecologica.

  Mauro DEL BARBA (IV-C-RE), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Pavanelli 8.0133, che sottoscrive, evidenzia come il tema dell'illuminazione pubblica sia rimasto disatteso per lungo tempo, nonostante le tecnologie per l'efficientamento energetico esistessero già da molti anni. Sottolinea, peraltro, l'importanza della formazione e dell'educazione all'utilizzo delle risorse energetiche e dell'illuminazione pubblica per assicurare che le pubbliche amministrazioni evitino sprechi e, allo stesso tempo, assicurino l'illuminazione delle zone in cui essa si renda effettivamente necessaria.

  Elena BONETTI (AZ-PER-RE), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Pavanelli 8.0133, invita il Governo e la maggioranza a un'ulteriore riflessione sulle problematiche che l'articolo aggiuntivo in discussione intende affrontare. Evidenzia come, a suo avviso, il disegno di legge di bilancio in esame rechi misure fortemente penalizzanti per i comuni italiani, che, sprovvisti delle necessarie risorse, sarebbero impossibilitati ad effettuare investimenti necessari ad abbassare l'incidenza della spesa energetica sui bilanci comunali. Ritiene, infatti, che la reiezione dell'articolo aggiuntivo in esame avrebbe l'effetto di costringere i comuni alla scelta tra aumentare le tasse per assicurare l'illuminazione pubblica o rinunciare a erogare tale servizio.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Pavanelli 8.0133 e Magi 8.0146.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, ricorda che l'articolo aggiuntivo Rampelli 8.0148, riammesso nella seduta del 4 dicembre, deve intendersi segnalato per il gruppo Fratelli d'Italia, come comunicato nella seduta di ieri.

  Il sottosegretario Federico FRENI chiede l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Rampelli 8.0148.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, preso atto della richiesta del Governo e dell'assenso dei relatori, dispone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Rampelli 8.0148.

  Silvia ROGGIANI (PD-IDP), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Furfaro 8.0151, si rammarica per la scelta del Governo di operare in senso difforme rispetto a quanto fatto dai precedenti Esecutivi nella direzione di una progressiva riduzione dell'aliquota IVA per i prodotti per l'igiene femminile. Evidenzia, infatti, come i prodotti igienico-sanitari femminili siano soggetti a un'imposta sul valore aggiunto maggiore rispetto ai prodotti igienico-sanitari maschili, costringendo le donne a una spesa di circa 27.000 euro nell'arco della propria vita per acquistare i suddetti prodotti. Sottolinea come, a suo avviso, tale tema debba essere inserito nella più ampia discussione della parità tra generi, non essendo stato ridotto, tutt'ora, il gender gap. Osserva, peraltro, come diciassette Paesi in Europa abbiano ridotto o eliminato la cosiddetta «tampon tax», evidenziando come la proposta emendativa in esame si inserisca in questo solco per dare un segnale positivo alle donne italiane.

  Elena BONETTI (AZ-PER-RE), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Furfaro 8.0151, che chiede di sottoscrivere, evidenzia come la proposta emendativa in esame abbia il fine di ridurre l'aliquota IVA tanto per i prodotti per l'igiene femminile, quanto Pag. 11per alcuni prodotti dell'infanzia. Sottolinea come la scelta del Governo di non confermare la riduzione dell'aliquota IVA per i prodotti igienico-sanitari femminili interrompa quel graduale e costante percorso di sviluppo, avviato già nelle passate legislature, nel contrasto al gender gap, portando, peraltro, a un aumento indiretto delle tasse.

  Marco GRIMALDI (AVS), nel dichiarare, a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, di sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Furfaro 8.0151, ricorda come l'imposta sul valore aggiunto per i prodotti igienico-sanitari femminili esista sin dal 1973 e, nel corso degli anni, sia progressivamente aumentata dal 12 per cento al 22 per cento, per poi essere successivamente ridotta al 10 per cento con la legge di bilancio 2022. Sottolinea come, tuttavia, la strada per la progressiva riduzione dell'IVA per suddetti prodotti resti ancora lunga, anche in ragione delle scelte operate dal Governo in carica. Evidenzia, peraltro, come un tema connesso e spesso dimenticato, oltre a quello prettamente economico, riguardi la difficoltà di accesso di alcune fasce della popolazione femminile a prodotti igienico-sanitari sicuri e salubri, come rilevatosi anche nel corso dell'emergenza COVID-19.

  Chiara APPENDINO (M5s), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Furfaro 8.0151, si associa alle considerazioni espresse dai colleghi che l'hanno preceduta e chiede di poter sottoscrivere la proposta emendativa in esame. Evidenzia, a tal proposito, che, quando era sindaca di Torino, in occasione della crisi pandemica, ha avuto modo di toccare con mano la realtà di vaste fasce di cittadini che versavano in gravi stati di povertà e che chiedevano condizioni di vita più dignitose non solo attraverso sul piano alimentare, ma anche mediante la corresponsione di servizi comunali e pubblici nonché di assistenza con beni di prima necessità per l'infanzia e per le donne, ad esempio proprio con la messa a disposizione di prodotti per l'igiene femminile e per la prima infanzia.
  Critica fortemente il voltafaccia del Governo, che ha riallineato verso l'alto l'aliquota IVA per i prodotti oggetto dell'articolo aggiuntivo all'esame e, tuttavia, dichiara di non stupirsene, giacché questo Governo ha dimostrato più volte, a suo avviso, di voler incrementare nei fatti la pressione fiscale e di perseguire politiche in contrasto con l'obiettivo di ridurre le diseguaglianze di genere. Considera, inoltre, pretestuoso il tentativo di giustificare il parere contrario sull'articolo aggiuntivo sulla base di una presunta mancanza di risorse, visto che, per l'adozione di altre misure, come ad esempio le armi, queste sono puntualmente reperite. Auspica, pertanto, che l'Esecutivo e i relatori vogliano mutare il parere contrario espresso. Se così non fosse, ritiene che sarebbe ulteriormente confermato il predetto indirizzo opposto al perseguimento di politiche di genere fin qui dimostrato dal Governo, come da ultimo evidenziato dalle norme che precarizzano il lavoro, soprattutto femminile, contenute nel decreto-legge n. 160 del 2024.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, intervenendo sull'articolo aggiuntivo Furfaro 8.0151, fa notare, in primo luogo, come non risponda al vero la narrazione in base alla quale il Presidente del Consiglio, pur essendo donna, adotterebbe misure che vanno a detrimento delle donne. Specifica, quindi, che l'intervento del Governo che ha rimodulato l'aliquota dell'IVA sui prodotti in oggetto va inteso nel più vasto quadro delle scelte che il Governo intende mettere in atto con la manovra di bilancio, volte comunque a fornire un efficace sostegno a chi versa in condizioni di indigenza.
  In tal senso, ricorda che l'analisi dei dati seguiti alla riduzione dell'aliquota dell'IVA che il medesimo Governo Meloni ha adottato in passato, consapevole delle problematiche connesse e che sono state anche oggi descritte, ha dato esiti non soddisfacenti, connessi al fatto che i prodotti in oggetto ingenerano una domanda che in economia viene definita anelastica, in quanto la quantità del bene domandata reagisce meno che proporzionalmente al variare del suo prezzo. Ciò ha fatto sì che la riduzione dell'IVA non si sia tradotta in un abbassamento dei prezzi al consumo e quindi gli effetti benefici, anziché sulle donne, comunquePag. 12 quantificabili in cifre piuttosto marginali, pari all'incirca a 20 euro annui per ciascuna donna, si sono riversati, piuttosto, sulle aziende che producono e vendono tali generi.
  Considerato quanto detto, nel ricordare come la predetta misura sia costata alle casse dello Stato circa 40 milioni di euro, osserva come il Governo abbia ritenuto preferibile destinare tali risorse ad altre forme di sostegno, erogate direttamente alle famiglie più bisognose.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) chiede di poter sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Furfaro 8.0151 e osserva come la somma di 20 euro annui, così sottovalutata in termini di benefici per ciascuna donna italiana dalla relatrice, coincida in sostanza con l'incremento medio pro capite delle pensioni previsto dal disegno di legge di bilancio in esame. Ritiene, quindi, che il Governo dovrebbe intervenire facendo pressione sulle aziende del settore, affinché adeguino al ribasso i propri prezzi in connessione con la riduzione dell'aliquota IVA.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Furfaro 8.0151, fa presente preliminarmente che, in un sistema democratico, criticare il Governo, anche utilizzando l'argomento secondo il quale il Presidente del Consiglio, pur essendo donna, assume iniziative politiche che oggettivamente vanno a detrimento delle donne, non deve essere considerata lesa maestà, perché altrimenti si configurerebbe alla stregua di un atto di censura.
  Quanto alle spiegazioni fornite dalla relatrice Lucaselli circa le caratteristiche anelastiche della domanda dei prodotti oggetto della proposta emendativa all'esame, chiede di sapere se esse sono fondate su dati ufficiali ovvero su studi approfonditi o non siano, invece, informazioni originate dagli uffici stampa ministeriali. Ritiene peraltro che, se così stanno le cose, non è detto che il riallineamento dell'aliquota IVA sui prodotti in oggetto a quella vigente precedentemente alla sua riduzione produca effetti neutrali dal punto di vista finanziario, perché si potrebbero verificare aumenti di prezzo da parte delle aziende, aggiungendo così al danno la beffa. Invita, quindi, l'Esecutivo e la maggioranza a non nascondersi dietro gli slogan e a fornire dati ufficiali e credibili. Auspica, in ultimo, che il Governo faccia marcia indietro e accetti critiche legittime.

  Ida CARMINA (M5S) chiede di poter sottoscrivere, a nome del gruppo M5S, l'articolo aggiuntivo Furfaro 8.0151 e osserva come sia del tutto improprio equiparare gli effetti della misura dell'aumento dell'aliquota IVA sui prodotti in oggetto alla previsione di altre forme di sostegno quali taluni bonus, che peraltro vengono riconosciute solo a determinate condizioni e a segmenti limitati popolazione, perché i risparmi connessi ad un'aliquota IVA più bassa sono, per quanto di entità modesta, indirizzati a tutte le donne e a tutte le famiglie. Invita, inoltre, a non sottovalutare il valore che una cifra pur marginale quale quella di 20 euro può rappresentare per soggetti in stato di povertà o indigenze. Tra i ricordi della sua esperienza da sindaco, rammenta, infatti, anche quello di una madre che è stata denunciata e condannata perché non portava il figlio a scuola, in quanto, come emerso in seguito, non aveva nemmeno il denaro per acquistare la colazione al figlio e si vergognava di rendere pubblica tale condizione.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Furfaro 8.0151.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, concordi i relatori e il rappresentante del Governo, dispone l'accantonamento degli identici emendamenti Rosato 11.7, Cattaneo 11.5 e D'Alfonso 11.6.

  Elena BONETTI (AZ-PER-RE) illustra l'emendamento a sua firma 16.1, che prende anche spunto da quanto emerso nel corso delle audizioni preliminari all'esame del disegno di legge di bilancio, in particolare di Caritas italiana, e sottolinea come tale proposta intenda rafforzare gli strumenti volti a rispondere alle esigenze di sostentamento e inclusione delle persone e dei Pag. 13nuclei familiari in più grave condizione di indigenza.
  Evidenzia, infatti, che la misura una tantum prevista nella manovra di bilancio è tutt'altro che efficace, trattandosi di una sensibile destinazione di risorse per finalità che non hanno niente di strutturale mentre la povertà nel nostro Paese sembra esserlo sempre di più. A tutto ciò, sottolinea, si aggiunge la riduzione delle risorse ai comuni, anche in termini di turn-over del personale, cosa che si ripercuoterà criticamente sul livello dei servizi offerti alla popolazione, e quindi anche dei servizi sociali agli indigenti. Ricorda che le ultime statistiche rivelano che oltre 5 milioni di italiani si collocano sotto la soglia della povertà e che, tra di essi, oltre un milione e 200 mila sono minorenni. Ritiene, quindi, che la prevista carta «Dedicata a te» rappresenti, piuttosto, un danno, considerato che distoglie risorse utili per combattere la povertà in modo strutturale e stigmatizza che, al contempo, la manovra di bilancio non intercetti le vere cause della povertà, che risiedono nel lavoro e nella marginalizzazione di ampie fasce di popolazione. Per tale motivo, chiede che le predette risorse siano destinate verso gli altri scopi che ha cercato di illustrare e ribadisce l'inutilità, a suo avviso, della previsione di ulteriori bonus. Chiede quindi che relatori e Governo possano mutare il parere contrario da essi espresso.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) sottoscrive l'emendamento Bonetti 16.1 a nome del gruppo PD-IDP e interviene associandosi alle considerazioni della collega Bonetti. Sottolinea come le misure di contrasto alla povertà consistenti in bonus e card, che avevano avuto effettiva ragion d'essere durante l'emergenza pandemica, attualmente si rivelano gravemente inadeguate in quanto estemporanee, distribuite con modalità irragionevoli e dotate di scarsa provvista finanziaria. Rileva, in particolare, come la carta «Dedicata a te» presenti gravi limiti in relazione ai criteri di individuazione dei beneficiari e dei beni di consumo con essa acquistabili. Viceversa, reputa preferibile migliorare lo strumento costituito dall'assegno di inclusione, poiché maggiormente strutturato e avente natura permanente, manifestando però seria preoccupazione per l'assai elevato numero di domande respinte a causa di criteri economici di assegnazione assai opinabili e non condivisibili. Auspica, pertanto, una più appropriata ridefinizione di tale strumento.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'emendamento Bonetti 16.1, richiama le conclusioni del nuovo rapporto del relatore speciale sulla povertà estrema e i diritti umani delle Nazioni Unite, Olivier De Schutter, che mette a fuoco le relazioni intercorrenti tra salute mentale e povertà nonché le problematiche connesse a forme di occupazione sottopagate. Precisa, quindi, che non sosterrà l'emendamento Bonetti 16.1, manifestando contrarietà all'orientamento ad esso sotteso. Reputa, infatti, necessaria la previsione di un reddito incondizionato, che restituisca dignità ai cittadini affrancandoli dal ricatto del cosiddetto «lavoro povero». Ritiene, al riguardo, che il reddito di cittadinanza avrebbe ben potuto essere migliorato e non invece abolito, reputando un risultato senz'altro meritevole l'avvenuta diminuzione del numero dei lavoratori a basso costo che la sua introduzione avrebbe asseritamente comportato. Ribadisce, infine, la necessità di pervenire quanto prima all'introduzione di un reddito di base universale, rammentando l'impegno da tempo profuso in tal senso dalla sua parte politica.

  Leonardo DONNO (M5S), intervenendo sull'emendamento Bonetti 16.1, esprime un giudizio assai critico nei confronti delle parti politiche che, da un lato, manifestano preoccupazione per l'aumento della povertà nel Paese e, dall'altro lato, si sono battute in passato per l'abolizione del reddito di cittadinanza. Preannuncia, pertanto, il voto contrario del suo Gruppo sull'emendamento Bonetti 16.1 ed esprime netta contrarietà rispetto alle politiche di contrasto alla povertà messe in atto finora dal Governo, ritenendole inefficaci e suscettibili, anzi, di esporre i cittadini al ricatto del cosiddetto «lavoro povero». Stigmatizza, infine, l'avvenuta destinazione al Pag. 14progetto del Ponte sullo Stretto o ai centri di accoglienza in Albania di ingenti risorse finanziarie, che più opportunamente avrebbero dovuto essere destinate, piuttosto, al sostegno alle politiche di contrasto alla povertà.

  Mauro DEL BARBA (IV-C-RE), intervenendo sull'emendamento Bonetti 16.1, sollecita i colleghi della maggioranza a intervenire nella discussione sulle misure di contrasto alla povertà, anche al fine di chiarire talune incongruenze che emergono nella definizione delle politiche ad esse sottese. Chiede, altresì, al Governo di chiarire come intenda venire incontro alle pressanti esigenze di numerose famiglie che versano in grave difficoltà economica.

  Ida CARMINA (M5S), intervenendo sull'emendamento Bonetti 16.1, chiarisce l'orientamento della sua parte politica e precisa come il reddito di inclusione varato dal Governo si sia rivelato strumento del tutto fallimentare, come dimostrato dalla sua mancata erogazione a svariate migliaia di famiglie richiedenti. Sottolinea come il numero dei cittadini poveri nel Paese sia diminuito in passato solo per effetto del reddito di cittadinanza, che non avrebbe dovuto essere frettolosamente abolito e che viceversa avrebbe potuto essere senz'altro affinato e perfezionato, come avvenuto in altri Paesi che lo avevano introdotto.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Bonetti 16.1, chiarisce come le misure in esso previste si riferiscano necessariamente alla legislazione vigente e quindi agli istituti introdotti dal Governo per contrastare la povertà. Si associa quindi alle considerazioni svolte dalla collega Guerra, in particolare sulla necessità di ripensare e modificare i criteri per l'assegnazione dell'assegno di inclusione. Invitando dunque i colleghi a non disperdersi in dispute nominalistiche, ribadisce il sostegno del suo gruppo all'emendamento Bonetti 16.1.

  La Commissione respinge l'emendamento Bonetti 16.1.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, intervenendo anche a nome degli altri relatori, passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 17, esprime parere contrario sull'emendamento Baldino 17.1 e sugli articoli aggiuntivi Baldino 17.017, Del Barba 17.019 e Piccolotti 17.020. Propone, inoltre, di accantonare l'articolo aggiuntivo Montaruli 17.010.
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 18, esprime parere contrario sull'emendamento Zurzolo 18.19 e sugli articoli aggiuntivi Scotto 18.06 e Auriemma 18.011.
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 19, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Scotto 19.1 e Torto 19.2, sull'emendamento Boschi 19.3 e sull'articolo aggiuntivo Mari 19.07. Propone, inoltre, di accantonare l'articolo aggiuntivo Cannizzaro 19.02.
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 20, esprime parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi Mari 20.05 e Graziano 20.06 e sugli identici articoli aggiuntivi Tucci 20.022 e Padovani 20.09. Propone, inoltre, di accantonare l'articolo aggiuntivo La Porta 20.021.
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 21, propone di accantonare gli articoli aggiuntivi Ciocchetti 21.02, Rizzetto 21.012, gli identici articoli aggiuntivi Pella 21.05 e Mascaretti 21.06, nonché l'articolo aggiuntivo Gribaudo 21.07.
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 22, esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Dell'Olio 22.010 e Colucci 22.013. Propone, invece, di accantonare l'articolo aggiuntivo Aiello 22.011.
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 23, esprime parere contrario sull'articolo premissivo Aiello 023.01 e sull'emendamento Casasco 23.6. Propone, inoltre, di accantonare gli emendamenti Iezzi 23.14, Maiorano 23.15 e Panizzut 23.21, nonché l'articolo aggiuntivo D'Alfonso 23.03.Pag. 15
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 24, esprime parere contrario sugli emendamenti Scotto 24.8, De Monte 24.12, Bonetti 24.13, Scotto 24.21, Grimaldi 24.23 e Scotto 24.36. Propone, inoltre, di accantonare l'emendamento Soumahoro 24.28.
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 25, esprime parere contrario sull'emendamento Conte 25.1. Propone, inoltre, di accantonare l'emendamento Pella 25.2.
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 27, esprime parere contrario sull'emendamento Toni Ricciardi 27.3 e sull'articolo aggiuntivo Maiorano 27.010.
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 28, esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Mulè 28.09 e Amato 28.016. Propone, invece, di accantonare gli emendamenti Nisini 28.5, Colosimo 28.12, Rizzetto 28.6 e gli identici Nisini 28.22, Schullian 28.19, Gadda 28.20, Caramiello 28.21 e Vaccari 28.23, nonché l'articolo aggiuntivo 28.04 Nisini.
  Passando all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 29, esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Barzotti 29.010.
  Passando, infine, all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 30, esprime parere contrario sugli emendamenti Scotto 30.44, Guerra 30.35, Scotto 30.40, sugli articoli aggiuntivi Conte 30.013, Carotenuto 30.014, Serracchiani 30.018, sugli identici articoli aggiuntivi Mari 30.030 e Torto 30.031, nonché sugli articoli aggiuntivi Steger 30.084, Grippo 30.036, Raffa 30.060, Appendino 30.061 e Grimaldi 30.065. Propone, inoltre, di accantonare l'emendamento Ghio 30.47, gli identici articoli aggiuntivi Barzotti 30.039 e Panizzut 30.040, gli articoli aggiuntivi Donno 30.042, Fenu 30.053 e Patriarca 30.016.

  Il sottosegretario Federico FRENI esprime parere conforme a quello della relatrice, ad eccezione dell'articolo aggiuntivo Grimaldi 30.065, di cui propone l'accantonamento.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, come richiesto dai relatori e dal rappresentante del Governo, dispone l'accantonamento degli articoli aggiuntivi Montaruli 17.010, Cannizzaro 19.02, La Porta 20.021, Ciocchetti 21.02, Rizzetto 21.012, Gribaudo 21.07, degli identici articoli aggiuntivi Pella 21.05 e Mascaretti 21.06, nonché dell'articolo aggiuntivo Aiello 22.011. Dispone, altresì, l'accantonamento degli emendamenti Iezzi 23.14, Maiorano 23.15 e Panizzut 23.21, dell'articolo aggiuntivo D'Alfonso 23.03, degli emendamenti Soumahoro 24.28, Pella 25.2, Nisini 28.5, Colosimo 28.12, Rizzetto 28.6, degli identici emendamenti Nisini 28.22, Schullian 28.19, Gadda 28.20, Caramiello 28.21 e Vaccari 28.23, nonché dell'articolo aggiuntivo Nisini 28.04. Infine, dispone l'accantonamento dell'emendamento Ghio 30.47, degli identici articoli aggiuntivi Barzotti 30.039 e Panizzut 30.040, degli articoli aggiuntivi Donno 30.042, Fenu 30.053, Grimaldi 30.065 e Patriarca 30.016.

  Ylenja LUCASELLI (FDI) relatrice, chiede una sospensione dei lavori di un'ora, al fine di consentire la presentazione degli emendamenti dei relatori.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, nel prendere atto della richiesta della relatrice, non essendovi obiezioni, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 12.10, è ripresa alle 12.55.

  Francesco Saverio ROMANO (NM(N-C-U-I)M-CP), relatore, fa presente che i relatori stanno ancora completando la predisposizione delle proposte emendative da presentare. Chiede, pertanto, di chiudere la seduta antimeridiana della Commissione e posticipare l'avvio della seduta pomeridiana, già prevista per le ore 14.30, alle ore 15, al fine di consentire la presentazione degli emendamenti dei relatori.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), dichiarando la propria disponibilità a concludere la seduta antimeridiana, propone Pag. 16di mantenere l'orario originariamente previsto della convocazione della seduta pomeridiana.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, alla luce del dibattito svolto, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta già convocata per le ore 14.30.

  La seduta termina alle 13.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 12 dicembre 2024. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Federico Freni.

  La seduta comincia alle 14.40.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
C. 2112-bis Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nell'odierna seduta antimeridiana.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte preliminarmente che, per prassi, la pubblicità dei lavori della seduta odierna è assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Ne dispone pertanto l'attivazione.
  Comunica che il deputato La Salandra sottoscrive l'articolo aggiuntivo Carloni 8.066, il deputato Mollicone sottoscrive le proposte emendative Bicchielli 87.18, Foti 87.09 e Cannizzaro 111.10, il deputato Rotelli sottoscrive l'articolo aggiuntivo Carloni 8.066.
  Avverte che sono state presentate le proposte emendative 8.0159, 45.4, 45.01, 49.21, 52.07, 80.0104, 82.0220, 91.032, 104.121, 114.1, Tab.A.17, Tab.A.18 e Tab.13.3 dei relatori (vedi allegato).

  Ubaldo PAGANO (PD) ritiene che sia utile sospendere la seduta per consentire ai componenti della Commissione di esaminare le proposte emendative presentate dai relatori e riprendere i lavori alle ore 15.30, con una riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi e, successivamente, per poi riprendere l'esame degli emendamenti.

  Marco GRIMALDI (AVS) chiede chiarimenti circa l'eventualità che i relatori presentino ulteriori proposte emendative.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, fa presente che nella giornata di domani, venerdì 13 dicembre 2024, saranno presentati ulteriori emendamenti da parte del Governo.
  Preso atto della richiesta formulata dal deputato Ubaldo Pagano, non essendovi obiezioni, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad una successiva seduta che sarà convocata al termine della riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, che sarà convocato alle ore 15.40 della giornata odierna.

  La seduta termina alle 14.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 16.10.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 12 dicembre 2024. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, indi del vicepresidente Giovanni Luca CANNATA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Federico Freni.

  La seduta comincia alle 16.10.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
C. 2112-bis Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

Pag. 17

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella precedente seduta pomeridiana.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, comunica che la deputata Marino ha sottoscritto l'emendamento Ubaldo Pagano 104.64, i deputati Giorgianni e Trancassini hanno sottoscritto l'articolo aggiuntivo Mascaretti 21.06 e il deputato Gallo ha sottoscritto l'emendamento Calderone 80.5.
  Ricorda, inoltre, che nella seduta antimeridiana i lavori si sono conclusi con la votazione dell'emendamento Bonetti 16.1 e con l'espressione del parere dei relatori e del Governo sulle proposte emendative riferite agli articoli da 17 a 30.
  Avverte, pertanto, che i lavori riprenderanno con l'esame dell'emendamento Baldino 17.1.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, preliminarmente all'inizio dell'esame dell'emendamento Baldino 17.1, propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Baldino 17.017, su cui precedentemente aveva espresso parere contrario.

  Il sottosegretario Federico FRENI accede alla proposta di accantonamento formulata dalla relatrice.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, preso atto di quanto evidenziato dai relatori e dal rappresentante del Governo dispone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Baldino 17.017.

  Vittoria BALDINO (M5S) illustra il contenuto dell'emendamento 17.1, di cui è prima firmataria, premettendo che già il Governo Conte I aveva sostenuto politiche volte a favorire l'acquisto della prima casa da parte degli under 36, attraverso l'accesso a mutui agevolati garantiti in parte dallo Stato. Dopo aver ricordato che tali misure hanno determinato, nel primo trimestre successivo all'anno della loro introduzione, un incremento di oltre il 50 per cento dei mutui stipulati, evidenzia che anche il Governo Meloni ha previsto una proroga dell'efficacia del Fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa all'articolo 17 disegno di legge di bilancio in esame.
  Ciò premesso, chiede che la norma appena menzionata sia integrata introducendo, altresì, una proroga per l'esenzione dal pagamento di taluni oneri connessi all'acquisto della prima casa, come l'imposta di registro e l'imposta ipotecaria. Tale integrazione si rende necessaria in quanto i predetti oneri rappresentano un rilevante ostacolo economico, soprattutto per i più giovani, all'acquisto della prima casa.
  Dopo aver evidenziato come tale norma possa fornire un rilevante sostegno ai giovani, soprattutto per quanto riguarda la creazione di una famiglia, chiede un ripensamento al Governo e ai relatori circa il parere precedentemente espresso sull'emendamento.

  Leonardo DONNO (M5S), nel concordare con la richiesta formulata dalla collega Baldino, accusa il Governo di mancanza di coraggio nel tassare in maniera significativa gli ingenti profitti delle banche, al fine di reperire fondi per le politiche a sostegno dei giovani e delle famiglie in difficoltà economica. A sostegno di quanto detto, cita alcuni studi secondo i quali gli istituti di credito pagherebbero imposte molto basse rispetto ai rispettivi utili.
  Evidenzia, inoltre, la sproporzione esistente fra la pressione fiscale gravante sulle banche e quella gravante sulle imprese e sui cittadini. Critica, pertanto, la scelta del Governo di non aver predisposto misure incisive per tassare gli extraprofitti realizzati dalle banche negli ultimi anni ed evidenzia come tale politica più indulgente non abbia determinato alcun effetto positivo sull'economia, nonostante le previsioni del Governo.
  Dopo aver preso le distanze dalle dichiarazioni di taluni esponenti del Governo, secondo i quali sostengono l'Italia starebbe attraversando una nuova fase di boom economico, sostiene che l'unico boom economico ha riguardato i redditi della Presidente del Consiglio, triplicati dal 2022 ad oggi. Aggiunge, poi, che le cifre citate rappresentano un dato oggettivo, in quanto Pag. 18sono tratte dalla documentazione pubblica disponibile sul sito internet della Camera dei deputati.
  Accusa il Governo, altresì, di non essere in grado di comprendere le difficoltà economiche che vivono quotidianamente molti giovani e molte famiglie.
  Nell'invitare i membri del Governo a confrontarsi direttamente con i cittadini che vivono in situazioni di disagio economico, ricorda i recenti record negativi concernenti il numero degli italiani in povertà assoluta e il calo della produzione industriale.
  In conclusione, invita il Governo a modificare il parere in ordine all'emendamento in esame, eventualmente anche apportandovi delle riformulazioni.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, nel difendere l'efficacia delle misure economiche adottate dalla maggioranza e dal Governo nei confronti delle banche, ricorda che la Presidente del Consiglio guadagna meno di un parlamentare e che i redditi citati dall'onorevole Donno derivano dall'attività svolta dalla Presidente del Consiglio in qualità di privato cittadino. Nello specifico, afferma che tali guadagni derivano dalle vendite dei libri dalla stessa scritti negli ultimi anni. Invita, pertanto, l'onorevole Donno a intraprendere anch'egli un'attività editoriale, al fine di potere conseguire guadagni complessivi assimilabili a quelli della Presidente del Consiglio.

  Leonardo DONNO (M5S), dopo aver chiesto di poter intervenire per fatto personale, ricorda che le cifre da lui citate circa i redditi della Presidente del Consiglio rappresentano un dato oggettivo e ribadisce l'accusa di indifferenza di fronte alle difficoltà economiche che affrontano quotidianamente gli italiani, poiché troppo impegnata a scrivere libri per accrescere il suo patrimonio personale.

  Paolo TRANCASSINI (FDI), nel ricordare che lo stesso onorevole Del Barba, durante la odierna seduta antimeridiana, ha affermato che la maggioranza è tenuta a rispondere nel merito alle osservazioni e alle contestazioni dell'opposizione, invita la Commissione a procedere con i suoi lavori, rilevando l'inutilità di una discussione che abbia ad oggetto i redditi della Presidente del Consiglio. Dopo aver evidenziato che anche l'onorevole Donno, una volta eletto, ha notevolmente incrementato i propri redditi, chiede alla Commissione di mettere fine a tale sterile discussione, al fine di continuare a esaminare nel merito la proposta emendativa dell'onorevole Baldino.

  Marco GRIMALDI (AVS) ricorda che negli ultimi anni molte città italiane hanno provato a costituire fondi per la prima casa volte a offrire una qualche forma di garanzia pubblica in favore di coloro che ne intraprendano l'acquisto. Il tema che non viene affrontato, a suo avviso, è che tali fondi forniscono un'ampia garanzia a chi è «bancabile», mentre invece bisognerebbe garantire maggiormente famiglie e singoli con lavori precari o soggetti senza genitori. Rileva, pertanto, come lo Stato dovrebbe intervenire sostenendo con garanzie i cittadini nei casi di perdita di lavoro, migliorando la disciplina e la dotazione finanziaria dei fondi già esistenti, al fine di incentivare e sostenere anche i lavoratori precari nell'acquisto della prima casa.

  Ida CARMINA (M5S) sostiene che il tema trattato sia importantissimo. Osserva come il sistema bancario abbia finora ottenuto da questo Governo ampi vantaggi, grazie ai quali sta realizzando enormi guadagni. A fronte di questo, molte persone stanno invece perdendo le proprie abitazioni, perché, anche a causa dell'aumento dell'inflazione e del conseguente aumento del costo della vita, non riescono a pagare i relativi mutui e tali abitazioni vanno all'asta.

  La Commissione respinge l'emendamento Baldino 17.1.

  Elena BONETTI (AZ-PER-RE) e Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottoscrivono l'articolo aggiuntivo Del Barba 17.019.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Del Barba 17.019.

Pag. 19

  Marco GRIMALDI (AVS), in merito all'articolo aggiuntivo Piccolotti 17.020, sottolinea che la spesa per i libri scolastici continua ad aumentare. Segnala che ogni famiglia sostiene 591 euro di spesa, in aumento del 18 per cento rispetto al 2023, con la conseguenza che molte famiglie non riescono a sostenere tali spese e ad accedere al diritto allo studio. Prendendo l'esempio della regione Piemonte, osserva come in quel territorio 55.000 famiglie che avrebbero diritto ad ottenere contributi per l'acquisto di libri di testo non riescano ad ottenerli, mentre è più facile ottenere tale contributo in scuole paritarie. Rileva il malfunzionamento del sistema attualmente vigente e sostiene che il riconoscimento delle borse di studio dovrebbe avvenire su base nazionale. Osserva, conclusivamente, come la proposta emendativa preveda il riconoscimento di un bonus di 500 euro per favorire il diritto allo studio.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Piccolotti 17.020.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, prende atto che l'emendamento Zurzolo 18.19, ritirato dai presentatori, è stato fatto proprio dal deputato Ubaldo Pagano.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo con riferimento all'emendamento 18.19, da lui fatto proprio, ritiene che vi siano le condizioni finanziarie per l'incremento di fondi destinati ai trattamenti economici accessori del personale dei Vigili del fuoco, stigmatizzando la circostanza che, al di là delle dichiarazioni, non vi sia un reale impegno della maggioranza su questi temi.

  La Commissione respinge l'emendamento 18.19, fatto proprio dal deputato Ubaldo Pagano.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, preso atto della richiesta formulata in tal senso dai relatori e dal Governo, avverte che, in assenza di obiezioni, l'articolo aggiuntivo Scotto 18.06 deve intendersi accantonato.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'articolo aggiuntivo Auriemma 18.011 e gli identici emendamenti Scotto 19.1 e Torto 19.2.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) sottoscrive l'emendamento Boschi 19.3.

  La Commissione respinge l'emendamento Boschi 19.3.

  Marco GRIMALDI (AVS) chiede di accantonare l'articolo aggiuntivo Mari 19.07 e chiede al sottosegretario Freni se si sia giunti a una soluzione per non bloccare il turn over del personale delle pubbliche amministrazioni.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) ringrazia il collega Grimaldi per il sostegno manifestato alla proposta emendativa e sottolinea che le pubbliche amministrazioni non dispongono di personale sufficiente per svolgere le proprie attività. Segnala che la misura del blocco del turn over non comporta un risparmio, ma costringe a ricorrere all'esternalizzazione dei servizi e a vere e proprie forme di sfruttamento del personale.

  Il sottosegretario Federico FRENI, nell'esprimere la disponibilità ad accantonare l'articolo aggiuntivo Mari 19.07, dichiara che il Governo interverrà sulla materia del blocco del turn over anche se con misure che non corrispondono al contenuto della proposta emendativa in esame.

  Marco GRIMALDI (AVS) prende atto con favore dell'apertura del Governo a un ampliamento della possibilità di effettuare assunzioni da parte delle pubbliche amministrazioni.

  Ida CARMINA (M5S) interpreta le parole del Governo come una possibilità di ampliamento della possibilità di assumere da parte delle pubbliche amministrazioni.

  Roberto PELLA (FI-PPE) nel prendere atto della disponibilità del Governo ad accantonare l'articolo aggiuntivo Mari 19.07, Pag. 20sottolinea come il Governo in generale e il Ministro Giorgetti in particolare abbiano sempre posto massima attenzione al tema del personale delle pubbliche amministrazioni, con particolare riferimento al personale degli enti territoriali.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che, concordi i relatori e il Governo, l'articolo aggiuntivo Mari 19.07 è accantonato.

  Silvia ROGGIANI (PD-IDP) si rivolge ai colleghi della maggioranza, richiamando le considerazioni svolta poc'anzi dall'onorevole Pella, ritenendo inopportuni interventi in cui emerge una presa di posizione in merito a tematiche la cui problematicità è la diretta conseguenza delle politiche portate avanti da una compagine governativa che è espressione proprio dei partiti politici di centrodestra. A tal riguardo, rammenta come il tema del blocco del turn over per le amministrazioni pubbliche si ponga solo in ragione degli interventi normativi contenuti nel presente disegno di legge.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) illustra il contenuto degli identici articoli aggiuntivi Mari 20.05 e Graziano 20.06, che recano disposizioni per la stabilizzazione del personale reclutato a tempo determinato per promuovere la rinascita occupazionale delle regioni comprese nell'obiettivo europeo «Convergenza». Evidenzia, al riguardo, che il suddetto personale, assunto con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato e a tempo parziale, vede ora approssimarsi la scadenza del contratto di lavoro e, pertanto, ritiene doveroso che la politica si faccia carico della necessità di non disperdere risorse che si sono formate all'interno dell'amministrazione dello Stato. Sottolinea, in termini generali, come sarebbe di gran lunga più lungimirante che il rafforzamento della capacità amministrativa di enti e organi della pubblica amministrazione si fondasse su uno stabile incremento della dotazione organica piuttosto che sul ricorso ad assunzioni a tempo determinato. Raccomanda, pertanto, l'approvazione delle suddette proposte emendative.

  Marco GRIMALDI (AVS) si associa alle considerazioni della collega Guerra, ribadendo come con le proposte emendative in discussione si stia andando nella auspicabile direzione di non disperdere gli ingenti investimenti che l'amministrazione pubblica sta sostenendo in questi anni.
  Sottolinea, peraltro, come le scelte di intervenire con misure di stabilizzazione sono ancor più necessarie ove si consideri che i dati sull'incremento dell'occupazione che spesso vengono rivendicati dalla maggioranza e dal Governo non tengono adeguatamente conto del fatto che un numero significativo di lavoratori sia in realtà assunta con forme contrattuali a tempo determinato.
  Ricordando come anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza stia contribuendo a cambiare il volto dell'amministrazione pubblica di questo Paese, sottolinea, in conclusione, l'importanza di valorizzare quel personale che proprio la pubblica amministrazione italiana ha formato negli ultimi anni.

  La Commissione respinge gli identici articoli aggiuntivi Mari 20.05 e Graziano 20.06.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, avverte che l'articolo aggiuntivo Padovani 20.09 è stato ritirato dai presentatori.

  Vittoria BALDINO (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Tucci 20.022, di cui è cofirmataria, ricorda che tale proposta emendativa è identica all'articolo aggiuntivo Padovani 20.09, di cui è appena stato annunciato il ritiro ad opera del gruppo Fratelli d'Italia, ed evidenzia come il contenuto delle suddette proposte emendative rivesta un particolare valore in quanto è volto a sanare l'incresciosa situazione in cui si trovano 1.246 operai forestali. Si tratta, infatti, di personale che opera in forza all'Arma dei Carabinieri, svolgendo, in particolare, tutte quelle attività di presidioPag. 21 del territorio che competono al Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari della suddetta Forza armata, senza tuttavia sottostare al medesimo regime di tutela proprio degli appartenenti all'Arma.
  Osserva, pertanto, come con tale articolo aggiuntivo si chieda di porre fine a tale disparità di trattamento inquadrando il suddetto personale nei ruoli civili del Ministero della difesa, previo espletamento di una procedura selettiva nella forma del corso-concorso. Ricorda, peraltro, come a tale situazione si sia pervenuti anche in ragione della scelta, a suo tempo osteggiata dal MoVimento 5 Stelle, di abolire il Corpo forestale dello Stato, quale corpo di polizia a ordinamento civile della Repubblica, per disporne l'assorbimento nell'Arma dei Carabinieri. In conclusione, nel rilevare come gli oneri per la finanza pubblica derivanti dall'attuazione della suddetta proposta emendativa non siano particolarmente significativi, chiede al rappresentante del Governo di impegnarsi a svolgere ulteriori approfondimenti istruttori sul tema e, pertanto, ritiene opportuno che si disponga l'accantonamento della proposta in esame.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) si rivolge al sottosegretario Freni al fine di ottenere delucidazioni in merito alla contrarietà espressa sulla proposta emendativa in discussione. Sottolinea, in particolare, che, in considerazione degli oneri quantificati al comma 2 della proposta, pari a due milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2025, appare inverosimile che non sia possibile reperire un tale ammontare di risorse, e chiede se, in alternativa, non vi sia un problema nella quantificazione degli oneri.

  Il sottosegretario Federico FRENI osserva che le problematiche sottese al parere contrario espresso dal Governo concernono, oltre a una contrarietà nel merito rappresentata dal Ministero della difesa, i profili finanziari della proposta, in particolare rispetto alla stima degli oneri e all'assenza di quantificazione all'interno della relazione tecnica, che è stata redatta dall'amministrazione competente con riferimento alla proposta medesima.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S), intervenendo sulle tematiche sottese alla proposta emendativa in discussione, ricorda che, seppur formalmente assorbiti all'interno dell'Arma dei Carabinieri, per quanto attiene a diversi aspetti di carattere amministrativo e organizzativo, gli appartenenti al Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari hanno visto solo di recente la risoluzione di taluni profili problematici concernenti la loro piena equiparazione rispetto agli appartenenti all'Arma dei Carabinieri, nonostante l'abolizione del Corpo forestale risalga al 2016. Ritiene, comunque, doveroso che il Governo si impegni per un supplemento istruttorio e che, pertanto, si possa addivenire, allo stato, a un accantonamento della proposta emendativa in esame.

  Marco GRIMALDI (AVS), nell'associarsi alle considerazioni svolte negli interventi precedenti in merito all'articolo aggiuntivo Tucci 20.022, ricorda come numerose siano state le prese di posizioni in senso critico rispetto alla scelta di militarizzare il Corpo forestale dello Stato. In particolare, rammenta che diversi aspetti problematici in passato discussi riguardavano, in particolare, la possibilità dei membri del Corpo di continuare a godere di tutti i diritti civili e sindacali di cui erano fino ad allora titolari. Fa presente, al riguardo, come spetti, ora, proprio alla politica assumersi la responsabilità delle scelte concernenti i 1.246 lavoratori che hanno in questi anni prestato servizio per la tutela e il presidio del territorio e che ora si aspettano di essere inseriti nei ruoli civili del Ministero della difesa.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Tucci 20.022.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) illustra l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 22.010, che reca disposizioni per il finanziamento del welfare aziendale e la concessione del contributo di solidarietà per casse di previdenza assoggettate a procedure di liquidazione, con particolare riferimento alle casse di previdenza e assistenza istituitePag. 22 nell'ambito delle strutture organizzative degli enti locali. Ricorda, a tal proposito, che diversi sono stati, nel corso degli anni, gli strumenti di welfare integrativo previsti in favore del personale del comparto funzioni locali e che diversi enti di previdenza istituiti all'interno degli enti locali sono ora sottoposti a procedure di liquidazione. La logica dell'intervento in parola è quella di garantire un finanziamento da parte dello Stato che possa assicurare al personale di non perdere i contributi versati, provvedendo poi al recupero delle somme con graduale riassorbimento per quote annuali e per un massimo di 25 annualità ricorrendo a risorse proprie degli enti locali.
  Ricorda che, in passato, sono stati accolti dal Governo diversi ordini del giorno, presentati sia dal gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle sia dal gruppo parlamentare della Lega, con cui si chiedeva all'Esecutivo di intervenire per risolvere tale problematica. Si rivolge, pertanto al Governo affinché si impegni a svolgere i necessari adempimenti istruttori che possano dar seguito agli impegni già assunti al fine di porre rimedio a tale problematica.

  Il sottosegretario Federico FRENI, nel ricordare che il Governo si è impegnato ad intervenire sul tema, fa presente, tuttavia, che la proposta emendativa in esame non reca le coperture finanziarie adeguate.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Dell'Olio 22.010, ritiene doveroso porre in evidenza come, nel novero delle proposte normative volte a risolvere la questione in esame, talune si limitavano ad autorizzare gli enti locali in cui fossero presenti tali casse di previdenza e assistenza ad intervenire senza alcuna forma di contributo a carico del bilancio dello Stato e che, tuttavia, da interlocuzioni con i competenti uffici del Ministero dell'economia e delle finanze fosse già emerso che la principale problematica sottesa tale tipologia di intervento riguardasse il suo carattere eminentemente particolaristico.
  Rileva, pertanto, come l'accoglimento di ordini del giorno sul tema sia stata in realtà il frutto di pressioni avanzate da parte di colleghi della maggioranza eletti nell'ambito di collegi elettorali situati in comuni che presentano tale problematica. Stigmatizza, quindi, l'atteggiamento contraddittorio del Governo, che dichiara di voler intervenire su una tematica pur consapevole del fatto che, nel merito, non sussista alcuna reale volontà politica di risolvere la questione.

  Gianmauro DELL'OLIO (M5S) chiede se sia possibile accantonare la proposta emendativa in discussione, con l'impegno da parte del Governo di intervenire con una riformulazione della medesima, fermo rimanendo che, in caso non sia possibile addivenire ad una riformulazione che incontri il favore dei relatori e del Governo, il suo articolo aggiuntivo 22.010 dovrà comunque essere posto in votazione.

  Il sottosegretario Federico FRENI, pur non ravvisando particolari ragioni ostative rispetto alla proposta di accantonamento avanzata dall'onorevole Dell'Olio, dichiara di non poter garantire che il Governo riuscirà a intervenire con una riformulazione adeguata.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, alla luce dell'intervento del rappresentante del Governo e concordi i relatori, dispone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Dell'Olio 22.010.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Alessandro Colucci 22.013.

  Andrea QUARTINI (M5S), illustrando l'articolo premissivo Aiello 023.01, mette in luce come l'esclusione dei lavoratori portuali dalla categoria dei soggetti che svolgono lavori usuranti costituisca un aspetto critico dell'ordinamento. Ritiene, invero, incontrovertibile la natura usurante delle mansioni svolte dai lavoratori cui la proposta emendativa fa riferimento, tra cui ricorda i conducenti di veicoli pesanti utilizzati nella movimentazione e traslazione dei carichi nell'ambito delle operazioni portuali, i gruisti,Pag. 23 gli addetti a rizzaggio e derizzaggio e i polivalenti.
  Atteso che si chiede di destinare una cifra contenuta, pari a 10 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2025, e in considerazione del fatto che quello portuale rischia di essere un lavoro sempre meno attrattivo, chiede al rappresentante del Governo di accantonare l'emendamento.

  Ida CARMINA (M5S), associandosi alla richiesta di accantonamento, evidenzia che, nel caso dei lavoratori portuali, sussistono entrambi i requisiti affinché un lavoro possa definirsi usurante, ossia la gravosità e il rischio connesso al lavoro.
  Nel rimarcare che tali lavoratori subiscono, peraltro, le discriminazioni derivanti dal regime di autoproduzione delle operazioni portuali e in vista dello sviluppo delle vie del mare, invita ad attenzionare la categoria, anche in considerazione dello scarso impegno economico richiesto.

  Marco GRIMALDI (AVS), ricordando come operai e lavoratori portuali abbiano fatto attivamente parte della sua personale storia politica, mette in rilievo che la media anagrafica dei lavoratori del settore è progressivamente in crescita, che l'operatività dei porti negli ultimi anni vive una fase di stagnazione, che si è registrato un notevole aumento di costi e che gli scenari internazionali, come le vicende relative al controllo del Canale di Suez, contribuiscono a generare incertezza.
  Nell'associarsi alla richiesta di inclusione di tali occupazioni nel novero dei lavori usuranti, avverte, altresì, sull'inopportunità di adottare una logica di risparmio in tema di sicurezza sul lavoro e sull'opportunità di considerare una generale riduzione dell'orario di lavoro.

  Il sottosegretario Federico FRENI dichiara di non poter accantonare la proposta emendativa in ragione della mancanza di disponibilità per assicurarne la necessaria copertura finanziaria.

  La Commissione respinge l'articolo premissivo Aiello 023.01.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, prende atto che l'emendamento Casasco 23.6 è stato ritirato dai presentatori.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), illustrando l'emendamento Scotto 24.8, di cui è cofirmataria, denuncia che, in relazione allo strumento pensionistico Opzione donna, il Governo non ha mantenuto gli impegni di cui si era fatto carico.
  Nel sottolineare come le donne siano quasi sempre gravate da una duplice responsabilità, quella legata alla dimensione lavorativa e quella legata alla dimensione domestica, rileva che i vigenti requisiti soggettivi per accedere al regime previdenziale di Opzione donna sono tali da rendere lo strumento pressoché inefficace.
  Nel ricordare che la Camera dei deputati ha già approvato una mozione volta a riallargare le maglie di Opzione donna, dichiara che solo l'eventuale approvazione dell'emendamento, che elimina i suddetti stringenti requisiti soggettivi, consentirebbe di tornare a parlare propriamente di un'opzione.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo sul medesimo emendamento, sostiene che, in relazione al mondo previdenziale, in particolar modo quello femminile, il Governo abbia totalmente disatteso le promesse fatte in campagna elettorale, di fatto peggiorando il quadro normativo ereditato dalla cosiddetta «riforma Fornero», in precedenza criticata con toni particolarmente aspri.

  Marco GRIMALDI (AVS) definisce la promessa di stravolgere la riforma Monti-Fornero in materia pensionistica come una delle più grandi bugie del Governo Meloni. In proposito, afferma che dati INPS testimonierebbero che, nel biennio 2023-2024, il numero di donne andate in pensione si è ridotto, con assegni, peraltro, inferiori rispetto al passato.
  Esprime, inoltre, delusione per l'impatto prodotto dalla misura cosiddetta Quota 103, che considera potenzialmente destinata esclusivamente agli uomini, in virtù Pag. 24dei relativi requisiti di accesso, pari a 62 anni di età e 41 anni di contribuzione, e della sovrapposizione con l'ambito applicativo di Opzione donna.

  Paolo CIANI (PD-IDP), richiamando quanto affermato dal sottosegretario Freni, rispetto a una precedente proposta emendativa, osserva che la carenza di adeguate coperture finanziarie è dovuto a precise scelte politiche, in base alle quali le risorse sono state destinate ad altre finalità.

  La Commissione respinge l'emendamento Scotto 24.8.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, prende atto che l'emendamento De Monte 24.12 è stato ritirato dalla presentatrice.

  Elena BONETTI (AZ-PER-RE), illustrando l'emendamento 24.13 a propria firma, esprime perplessità sulle politiche del Governo in materia previdenziale. Ritiene, infatti, tuttora insolute le problematicità sistematiche del mondo previdenziale e che un ulteriore anticipo pensionistico rischierebbe di creare un deficit di miliardi di euro e di mettere a rischio la tenuta del sistema previdenziale italiano.
  Invita il Governo ad evitare lo sperpero di denaro pubblico e a destinare le risorse disponibili su altre utilità, come il lavoro giovanile e femminile e l'aumento delle pensioni minime.
  Chiede di valutare l'accantonamento dell'emendamento in vista di una futura riformulazione.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, prende atto dell'indisponibilità del Governo all'accantonamento dell'emendamento Bonetti 24.13

  La Commissione respinge l'emendamento Bonetti 24.13.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Scotto 24.21, di cui è cofirmataria, ricorda che la maggioranza e, in particolare, la Lega in passato ha più volte promesso di voler cancellare la cosiddetta «riforma Fornero», mentre, nei fatti, ha peggiorato l'assetto normativo che riguarda tutti i canali di pensionamento anticipato. Questa contraddizione ha in particolare riguardato l'istituto dell'APE sociale, cui si riferisce l'articolo 24 del disegno di legge. Tale articolo posticipa di cinque mesi il pensionamento anticipato, rispetto all'ordinario requisito dei 63 anni, per alcuni soggetti in condizioni di fragilità per motivi sociali e familiari. Ritiene molto grave che venga posticipato il termine per usufruire di un diritto da tempo riconosciuto. La condizione di fragilità di tali soggetti è dimostrata a suo avviso anche dall'ultimo rapporto dell'INPS; si tratta di soggetti di fatto «scomparsi» dai radar dell'INPS, che non sono riusciti a trovare nuovamente un'occupazione.
  A suo giudizio, l'emendamento in parola è molto semplice, in quanto si limita a ripristinare il requisito dei 63 anni per accedere all'APE sociale, eliminando dunque il posticipo di cinque mesi previsto dall'articolo 24 che incide su persone in condizioni di fragilità, non facilmente occupabili.

  Marco GRIMALDI (AVS) sottoscrive l'emendamento Scotto 24.21, concordando con quanto evidenziato dalla collega Guerra in materia di APE sociale.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Scotto 24.21, ricorda come la maggioranza, con atteggiamento che definisce populista, in passato ha attaccato personalmente l'ex Ministra Fornero, cui egli stesso riconosce rigore scientifico inoppugnabile e onestà intellettuale. Ritiene dunque doveroso che la maggioranza, soprattutto il gruppo Lega, porga le proprie scuse alla ex Ministra Fornero.
  Mette, dunque, in rilievo lo iato tra le promesse formulate dalla maggioranza e quanto di fatto realizzato in materia pensionistica. Ricorda infatti che, negli ultimi diciotto anni, nessun esecutivo è riuscito a redigere tre leggi di bilancio consecutive; appare dunque illusorio affermare che la cancellazione della riforma Fornero in materiaPag. 25 pensionistica costituisca l'obiettivo di un mandato, in quanto il Governo è giunto ormai oltre la metà del proprio mandato.

  La Commissione respinge l'emendamento Scotto 24.21.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, sospende brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 18.05, è ripresa alle 18.10.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'emendamento 24.23 a sua prima firma, si chiede come sia possibile non considerare «lavoro usurante» il lavoro agricolo che, come tale, andrebbe essere escluso dall'adeguamento automatico all'aspettativa di vita dell'età pensionabile. Pone il medesimo interrogativo con riguardo ad altre categorie, quali i panificatori e il personale sanitario. Evidenzia come la manovra rischi di dimezzare le uscite anticipate di tanti lavoratori e lavoratrici per il prossimo anno, mentre l'emendamento in esame intende estendere a ulteriori categorie le tutele previste per i lavori usuranti: si tratta di soggetti esposti a sforzi fisici, stress psicologico, rischi ambientali e orari di lavoro prolungati, tutti elementi che hanno un impatto a lungo termine sulla salute. Ritiene dunque che essi abbiano diritto all'anticipo dell'età pensionabile.
  Ritiene che il Governo, anziché modificare in melius la legge Fornero, sia invece riuscito solo a peggiorarla e che dunque l'Esecutivo stia prendendo in giro il Paese. Rammenta che il Ministro Giorgetti ha definito la legge di bilancio una «legge per operai e pescatori», sfidando il Governo a rivolgere tali affermazioni alle già indicate categorie di lavoratori, che dal 2016 portano avanti una battaglia per cambiare le norme che li escludono dalla pensione anticipata. Evidenzia inoltre di avere personalmente contrastato i contenuti della cosiddetta riforma Fornero, senza tuttavia mai trascendere in insulti personali verso l'ex Ministra del lavoro e delle politiche sociali.
  Ribadisce che, a suo parere, l'elenco dei lavori usuranti per i quali è consentito accedere alla pensione anticipata è troppo ristretto; esso non comprende categorie che sono invece annoverate nella proposta emendativa.
  Invita quindi l'Esecutivo a prendere in considerazione le esigenze delle categorie da lui testé menzionate, con lo scopo di rendere davvero la manovra una «legge per operai e pescatori» e andare incontro a lavoratori, come il personale sanitario, che operano per il bene del Paese. Invita infine la maggioranza a mantenere i piedi per terra, allo scopo di valorizzare il lavoro delle categorie annoverate nella proposta emendativa.

  Riccardo RICCIARDI (M5S) sottoscrive a nome del proprio gruppo l'emendamento Grimaldi 24.23, intervenendo per stigmatizzare l'argomentazione, sovente utilizzata dal Governo, secondo cui non vi sono risorse sufficienti a garantire le coperture delle proposte emendative. Ritiene infatti che non si tratti tanto di una questione di risorse, quanto invece di priorità. Evidenzia infatti che le risorse stanziate per il trasferimento dei migranti in Albania, operazione che definisce uno spot, avrebbero ampiamente garantito la copertura finanziaria dell'emendamento in esame. Rileva, infine, come il Governo riservi ai lavoratori un trattamento ingiusto, dicendo invece di avere provveduto alle loro esigenze occupandosi delle questioni migratorie.

  La Commissione respinge l'emendamento Grimaldi 24.23.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Scotto 24.36, di cui è cofirmataria, anzitutto rileva di avere riscontrato l'interesse di alcuni colleghi di maggioranza sulla proposta emendativa in esame. Esso, a suo parere, intende porre rimedio ai casi in cui lo svolgimento di attività lavorativa per pochi giorni cagiona la perdita degli importi corrisposti a titolo di assegno previdenziale nel periodo di riferimento. Evidenzia che la proposta emendativa, pur mantenendo la non cumulabilitàPag. 26 prevista ex lege, impedisce tuttavia di incorrere in decadenza nel caso di svolgimento di attività lavorativa per un periodo limitato. L'emendamento intende quindi correggere una norma che crea difficoltà, rimediando a un problema di cattiva informazione rispetto ai possibili correttivi e intervenendo su una situazione che a suo parere non merita di essere penalizzata.

  La Commissione respinge l'emendamento Scotto 24.36.

  Giuseppe CONTE (M5S), intervenendo sull'emendamento 25.1 a sua prima firma, pur esprimendo apprezzamento per il clima di cordialità con cui i lavori della Commissione stanno svolgendosi, richiama l'attenzione, tuttavia, sul quadro economico nazionale, che non esita a definire disastroso. Rammenta infatti che le ultime previsioni disponibili riferiscono tra l'altro di una netta riduzione della crescita, di un calo dell'export e di una crisi del settore dell'automotive che mette a rischio 40.000 posti di lavoro. Rileva, altresì, che, secondo autorevoli studi, il prossimo inverno sarà il più caro per quanto riguarda i prezzi del riscaldamento, evidenziando inoltre che le imprese italiane spendono per l'energia circa il 40 per cento in più di quelle europee.
  A fronte di tale quadro, si aspetterebbe un intervento della maggioranza di Governo per fare fronte alle difficoltà di imprese e famiglie. Non ritiene, infatti, che a tali problemi possa farsi fronte affermando che la manovra aumenta le pensioni minime, poiché un aumento di 1,8 euro pro capite su base mensile appare come una vera e propria presa in giro, strumentale solo per i proclami di fine anno.
  Rileva come siffatta operazione rischi di ingenerare rabbia e frustrazione sociale; non esita a definirla immorale, oltre che irrazionale dal punto di vista politico, in quanto rischia di ingenerare rabbia e disperazione, nocive per la stessa maggioranza.
  Ipotizza, invece, che vi sia la precisa e sistematica scelta della maggioranza di trasformarsi in una forza politica che sostiene l'industria delle armi, anziché tutelare le persone fragili; che sostiene i giganti del web e i colossi bancari. La maggioranza, a suo parere, sembra infatti essere vicina a soggetti che concentrano ricchezza nelle proprie mani; a suo parere tale atteggiamento non è espressione di patriottismo, bensì di servilismo nei confronti dei poteri forti.
  Rileva, poi, come l'emendamento in esame intenda elevare le pensioni di un importo minimo funzionale a una politica che definisce responsabile, rispetto agli aumenti proposti dal Governo, a suo parere risibili. Evidenzia, altresì, che l'emendamento intende proporre una misura sostenibile anche sul piano finanziario, poiché si propone di sottrarre risorse irrisorie alle imprese bancarie e ai giganti del web, disponendo che la copertura sia assicurata anche tramite la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi. Reputa che tale copertura finanziaria metta al riparo il Governo dagli interessi forti che esso stesso ha deliberatamente scelto di perseguire. A suo avviso, infatti, i portatori di tali interessi, ove fossero interpellati dall'Esecutivo, acconsentirebbero a siffatto aumento delle pensioni minime.
  Conclude, infine, rilevando come il servilismo sia spesso un cattivo consigliere, poiché ritiene che anche alle fasce privilegiate della società convenga mantenere la pace sociale.

  La Commissione respinge l'emendamento Conte 25.1.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, concordi i relatori e il rappresentante del Governo, dispone l'accantonamento dell'emendamento Toni Ricciardi 27.3. Prende atto, inoltre, che l'articolo aggiuntivo Maiorano 27.010 e l'articolo aggiuntivo Mulè 28.09 sono stati ritirati.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo sull'articolo aggiuntivo 28.09, che dichiara di fare proprio a nome del gruppo del Partito Democratico, evidenzia l'incapacità di coordinamento della maggioranza sui Pag. 27propri emendamenti che hanno il parere contrario del Governo.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'articolo aggiuntivo 28.09, fatto proprio dal deputato Ubaldo Pagano, e Amato 28.016.

  Valentina D'ORSO (M5S) interviene con riferimento all'articolo aggiuntivo Barzotti 29.010, che sottoscrive. Preliminarmente inquadra, sul piano terminologico, le figure che rientrano nella categoria degli educatori professionali, la quale opera prevalentemente all'interno di cooperative sociali svolgendo servizi essenziali per la comunità come, ad esempio, negli asili nido e nelle residenze sociosanitarie, sottolineando come essa necessiti di tutele maggiori rispetto a quelle vigenti. Osserva, infatti, come gli educatori professionali siano tendenzialmente sottopagati e sottoposti a condizioni lavorative che spesso costituiscono vere e proprie forme di sfruttamento.
  Rileva che l'articolo aggiuntivo in esame mira ad istituire, a decorrere dall'anno 2025, un fondo con una dotazione di dieci milioni di euro annui per integrare le differenze retributive spettanti agli educatori professionali che negli ultimi dieci anni sono stati inquadrati ad un livello inferiore a quello di D2 previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro, pur avendone diritto.
  Ritiene che la proposta emendativa consenta di ristorare le disuguaglianze perpetrate ai danni degli educatori professionali e di valorizzare tale categoria professionale, ricordando peraltro come il Parlamento abbia approvato, quest'anno, la legge 15 aprile 2024, n. 55, nel dichiarato intento di riconoscere maggior valore agli educatori professionali ed ai pedagogisti.
  Dichiara, infine, il proprio stupore per l'assenza della dovuta sensibilità da parte della maggioranza sul tema in questione.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Barzotti 29.010.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) illustra l'emendamento Scotto 30.44 di cui è cofirmataria, volto a garantire il mantenimento in vigore dell'istituto dei cosiddetti contratti di espansione. Al riguardo, lamenta come il disegno di legge di bilancio per l'anno 2025 sembri essere stato redatto sulla base del presupposto che la situazione economica e lavorativa italiana sia positiva, quando invece non è tale come dimostrano le recenti crisi nel settore dell'automotive e non solo.
  Stigmatizza l'incapacità della maggioranza e del Governo di stanziare all'interno della legge di bilancio in esame le risorse necessarie per favorire l'innovazione tecnologica ed ecologica del sistema economico e produttivo anche attraverso una riqualificazione delle competenze professionali dei lavoratori.
  Ritiene che i contratti di espansione costituiscano una misura, sia pure difensiva, indispensabile per consentire ai lavoratori in età avanzata e a rischio licenziamento di accedere ai trattamenti pensionistici e alle imprese di riconvertire la propria produzione, riqualificare i propri dipendenti e rilanciarsi con successo nel mercato.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Scotto 30.44, riferisce che una grande azienda manifatturiera del proprio territorio, che dopo la crisi economica del 2008 aveva delocalizzato la produzione presso paesi emergenti al fine di contenere i relativi costi come tante altre grandi aziende multinazionali e che dopo la pandemia da COVID-19 aveva deciso di riportare in Italia la produzione, si è resa conto, durante la predisposizione del relativo piano industriale, che gli interventi assunti dai Governi della scorsa legislatura, come quello sulla decontribuzione per i neoassunti da imprese del Mezzogiorno, non sarebbero stati confermati dall'attuale Governo Meloni. Lamenta, quindi, la scelta del Governo di non garantire la prosecuzione di tali misure così come anche dei contratti di espansione chiedendo alla maggioranza di spiegare come pensa di poter aumentare la produzione industriale, in calo da venti mesi consecutivi, senza mantenere in essere questi strumenti visto che il costo del lavoro in Italia è maggiore di quello dei Pag. 28Paesi est europei, asiatici o sudamericani beneficiari delle delocalizzazioni degli anni scorsi.
  Stigmatizza, infine, l'indifferenza della maggioranza sul tema in esame ed osserva che quando essa ed il Governo si accorgeranno dell'errore commesso sarà troppo tardi e che, tuttavia, i cittadini italiani gliene chiederanno conto.

  La Commissione respinge l'emendamento Scotto 30.44.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) illustra l'emendamento 30.35 a sua prima firma, sottolineando come sia assolutamente stupefacente il fatto che, nonostante il settore del turismo conosca attualmente un andamento positivo, sia stato previsto che gli emolumenti per il lavoro notturno e straordinario dei lavoratori del settore siano pagati per il trenta per cento con risorse pubbliche. Al riguardo, stigmatizza il fatto che anche solo una quota dei citati emolumenti sia pagata dalla collettività e non dal datore di lavoro che beneficia direttamente della prestazione di lavoro straordinaria resa dal lavoratore.
  Lamenta, inoltre, il fatto che le risorse a disposizione della misura sopra richiamata siano superiori addirittura a quelle del rifinanziamento del Fondo per esigenze indifferibili, destinato alle modifiche parlamentari della manovra.
  Ritiene, quindi, che tali risorse potrebbero essere meglio destinate all'incremento del Fondo nuove competenze, auspicando che la proposta emendativa sia condivisa dalla maggioranza.

  Marco GRIMALDI (AVS) ritiene che le disposizioni dell'articolo 69 del disegno di legge in esame siano del tutto erronee e ricorda che coloro che lavorano nel settore turistico e dell'ospitalità riducono la qualità della propria vita per poter guadagnare uno stipendio che troppo spesso è appena sufficiente per sopravvivere.
  Afferma come sia un paradosso che l'attuale maggioranza, che in campo economico si professa liberista, intenda elargire incentivi che avranno come effetto quello di peggiorare la sicurezza sul lavoro per l'elevato numero di ore che i lavoratori saranno portati a svolgere.
  Nel ricordare come l'Italia il più delle volte non fornisca vere opportunità ai propri cittadini, ma solo condizioni di sfruttamento lavorativo ritiene che la maggioranza dovrebbe occuparsi con la legge di bilancio del preoccupante fenomeno dell'emigrazione dei giovani italiani.

  Andrea QUARTINI (M5S) chiede di sottoscrivere l'emendamento Guerra 30.35, stigmatizzando l'atteggiamento del Governo, che ritiene ipocrita, poiché, da un lato, destina finanziamenti per sostenere operazioni militari o per realizzare progetti legati alla gestione dei flussi migratori in Albania, dall'altro, non intende destinare risorse al Fondo nuove competenze, del quale richiama l'importanza strategica. Raccomanda, pertanto, l'approvazione dell'emendamento in esame.

  Silvio LAI (PD-IDP) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Guerra 30.35. Evidenzia la gravità di una disposizione, quale quella di cui all'articolo 69 del disegno di legge di bilancio in esame, che si intende sopprimere con l'emendamento in esame, che intende sostenere un settore privato – il turismo – con risorse pubbliche, attraverso il pagamento degli straordinari. Ricorda che con un'ulteriore misura prevista dall'articolo 67 s'intendono attribuire ulteriori risorse pubbliche per sostenere il pagamento degli affitti legati al trasferimento dei lavoratori. Denuncia che, con tali misure, si prevede una spesa di circa 300 milioni di euro, quando invece, spendendone circa 80 milioni, si sarebbero potute riservare risorse per categorie quali quelle degli operatori del settore sanitario.

  La Commissione respinge l'emendamento Guerra 30.35.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull'emendamento Scotto 30.40, ne richiama la finalità, che è quella di rendere l'utilizzo dei contratti di lavoro a termine lievemente più oneroso, al fine di Pag. 29evitarne un uso particolarmente penalizzante per i giovani e le donne.

  La Commissione respinge l'emendamento Scotto 30.40.

  Giuseppe CONTE (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo a sua prima firma 30.013, ricorda che la finalità di tale proposta emendativa è quella di introdurre il salario minimo legale. Fa presente come tale obiettivo non sia dettato da una sorta di «afflato ideologico», bensì dalla necessità di dare attuazione all'articolo 36 della Costituzione.
  Richiama numerosi episodi, dei quali ha avuto diretta testimonianza, che mostrano come alcuni lavoratori arrivino a guadagnare soltanto 2,5 euro lordi all'ora.
  Stigmatizza l'atteggiamento del Governo e della maggioranza che, a suo avviso, si dimostra fin troppo servile non soltanto nei confronti delle grandi multinazionali quanto anche nei riguardi dei cosiddetti «padroncini».
  Ricorda che nel dibattito pubblico sono state affermate da parte della maggioranza vere e proprie falsità sul contenuto della proposta relativa al salario minimo, in particolare quando si è affermato che quest'ultima avrebbe emarginato il ruolo della contrattazione collettiva.
  Al contrario, sottolinea come, per il meccanismo delle due soglie previste, la contrattazione collettiva sarebbe per i contratti più rappresentativi delle categorie addirittura rafforzata, in tal modo contrastando il fenomeno dei contratti cosiddetti «pirata» che minano la tutela dei lavoratori.
  Richiama alcuni dati empirici, ricordando che l'Italia è uno dei pochi Paesi europei a non prevedere un salario minimo legale, analogamente alla Svezia, la Finlandia, la Danimarca e l'Austria. Tuttavia, ricorda che questi ultimi Paesi negli ultimi anni non hanno registrato un calo del salario reale medio come in Italia, dal momento che, al contrario, essi registrano tassi di incremento del salario molto elevati.
  Auspica che sul tema oggetto della proposta emendativa in esame possa trovarsi un atteggiamento collaborativo da parte della maggioranza attraverso una decisione che ridia dignità politica al tema.
  Infine, ricorda che non corrisponde al vero l'affermazione della Presidente del Consiglio Meloni, secondo la quale dall'introduzione del salario minimo legale deriverebbe una compressione al ribasso dei salari attualmente al di sopra della soglia minima legale.

  Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Conte 30.013, esprime la propria piena condivisione per le considerazioni svolte dall'onorevole Conte.
  Aggiunge, al riguardo, due considerazioni, che giudica particolarmente importanti. In primo luogo, ricorda che la maggioranza di Governo ha snaturato la proposta delle opposizioni approvando sul tema alla Camera una legge delega che giace ancora nei cassetti del Senato, a dimostrazione che essa non intende intervenire sulla materia. In secondo luogo, evidenzia come il termine per il recepimento nell'ordinamento italiano della direttiva europea sul salario minimo sia scaduto. Si chiede pertanto per quali ragioni non si proceda al recepimento di una direttiva che ha la stessa «filosofia» ispiratrice della proposta all'esame di questa Commissione.
  Stigmatizza in particolare l'utilizzo spregiudicato dei cosiddetti contratti «pirata», che non possono a suo avviso ritenersi veri contratti, dal momento che sono sottoscritti da associazioni datoriali di categoria che non rappresentano nessuno.
  Richiama, inoltre, la vicenda della revisione del codice degli appalti che è in corso e che, a suo avviso, mirerebbe a favorire l'utilizzo di contratti con retribuzioni sotto il minimo legale, al fine di agevolare processi di esternalizzazione negli appalti che, in definitiva, renderebbero il lavoro estremamente sottopagato. Osserva come tale approdo sia in stridente contrasto con lo spirito dell'articolo 1 della Costituzione, che fonda la Repubblica su un lavoro dignitoso.

  Marco GRIMALDI (AVS), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Conte 30.013, evidenziaPag. 30 che dal 1990 al 2023 i lavoratori italiani hanno perso il 2,9 per cento del proprio potere d'acquisto, a fronte di un incremento di tale dato nell'Eurozona pari al 22 per cento. Sarebbe dunque opportuno introdurre politiche fiscali redistributive e, come previsto dalla proposta emendativa in esame, un salario minimo legale. A suo avviso, lo strumento della contrattazione collettiva non è sufficiente a ristabilire l'equità sociale, anche in considerazione del fatto che il 54 per cento dei lavoratori dipendenti – il 100 per cento nel settore pubblico – non ha rinnovato il proprio contratto. Al riguardo, sollecita il Governo a rinnovare i contratti pubblici, stanziando risorse congrue nella legge di bilancio in esame, al fine di evitare che sia lo stesso Stato a generare il fenomeno del «lavoro povero».
  Associandosi alle considerazioni svolte dalla collega Guerra sul tema dei contratti «pirata», osserva che anche alcuni contratti collettivi rinnovati di recente, quale, ad esempio, quello del settore dei multiservizi, sono del tutto privi delle necessarie garanzie economiche a tutela dei lavoratori. Come rilevato in una sentenza della Corte di cassazione del 2 ottobre scorso, è illegittimo comprimere il livello delle remunerazioni dando luogo a fenomeni di dumping salariale. Per tali ragioni, evidenzia che la proposta emendativa in esame, introducendo un salario minimo pari a 9 euro, mira proprio a tutelare il potere di acquisto dei lavoratori parametrandolo al costo della vita. A suo avviso, sarebbe opportuno riconoscere per legge il giusto salario ai lavoratori, senza costringerli a dover adire le vie giurisdizionali.

  Elena BONETTI (AZ-PER-RE), associandosi alla richiesta dei colleghi di rivedere il parere contrario di relatori e Governo sull'articolo aggiuntivo in esame, sottolinea lo sforzo unitario delle opposizioni, che ha consentito di presentare una proposta emendativa condivisa, pur partendo da posizioni diverse, facendo prevalere l'esigenza di risolvere la problematica urgente e incontrovertibile dei salari bassi, che colpisce in particolare le donne e i giovani.
  Evidenziando l'atteggiamento irresponsabile e tracotante della maggioranza, che rifiuta ogni forma di interlocuzione con l'opposizione, segnala che lo strumento della contrattazione collettiva non è sufficiente a risolvere le molteplici criticità del mercato del lavoro italiano, che registra, tra l'altro, un gap di genere tra i più alti in Europa. A suo avviso, mentre il Governo mira a promuovere la crescita economica attraverso il rilancio dei consumi, sarebbe opportuno agire sia sulla leva salariale sia sull'aumento della produzione industriale. Lo stesso Esecutivo, da un lato, sembra aver accantonato la legge delega sul salario minimo, con la quale aveva contrastato l'iniziativa dell'opposizione, dall'altro, si sta rivelando del tutto inefficiente nell'adozione dei provvedimenti attuativi delle ultime due leggi di bilancio, indispensabili per consentire la piena applicazione delle disposizioni contenute nella manovra finanziaria.

  Leonardo DONNO (M5S) sottoscrive a nome dei componenti della Commissione Bilancio del proprio gruppo l'articolo aggiuntivo in esame. Sottolinea, altresì, il colpevole disinteresse nei riguardi della legge delega sul salario minimo da parte del Presidente del Consiglio Meloni, che sembra interessata solo a promuovere la propria immagine attraverso la pubblicazione di libri.

  Chiara BRAGA (PD-IDP), oltre a ribadire la scelta irresponsabile dell'Esecutivo e della maggioranza di ricorrere allo strumento della legge delega su un tema delicato ed urgente come il salario minimo, ricorda che il Governo ha anche l'obbligo di recepire la direttiva (UE) 2022/2041, relativa a salari minimi adeguati nell'Unione europea.
  Riguardo al tema della contrattazione collettiva, evidenzia come l'attuale maggioranza stia operando un vero e proprio attacco alla rappresentanza sindacale, come dimostrano anche le recenti modifiche al codice degli appalti, che di fatto legittimano i cosiddetti «contratti pirata». Il combinato disposto di queste modifiche normativePag. 31 e dell'assenza di un salario minimo legale priva i lavoratori delle tutele essenziali e li condanna ad una condizione di inaccettabile vulnerabilità.
  Rinnovando l'invito alla maggioranza e al Governo ad un serio confronto con l'opposizione su questi temi, sottoscrive l'articolo aggiuntivo Conte 30.013 a nome di tutti colleghi del Partito Democratico.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) chiede alla presidenza che per la votazione della proposta emendativa Conte 30.013 si proceda a una votazione per appello nominale.

  Leonardo DONNO (M5S) chiede, altresì, una verifica preventiva delle sostituzioni comunicate all'inizio della seduta.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, nel dare nuovamente conto delle sostituzioni, fa presente che, nell'ambito dell'esame in sede referente, non è possibile procedere a votazioni per appello nominale.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Conte 30.013.

  Giovanni Luca CANNATA, presidente, secondo quanto convenuto nell'ambito della precedente riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 20 alle 21.05.