SEDE CONSULTIVA
Giovedì 19 settembre 2024. — Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA.
La seduta comincia alle 9.
Variazione nella composizione della Commissione.
Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, avverte che, a decorrere dal 18 settembre scorso, per il gruppo Fratelli d'Italia, il deputato Fabio Pietrella ha cessato di far parte della Commissione e che, per il medesimo gruppo, è entrata a far parte della Commissione la deputata Rachele Silvestri, alla quale rivolge un caloroso benvenuto.
Disposizioni in materia di lavoro.
C. 1532-bis Governo.
(Parere alla XI Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente e relatore, avverte che la Commissione è chiamata a esprimere il parere sul disegno di legge C. 1532-bis, d'iniziativa governativa, recante disposizioni in materia di lavoro, come risultante dall'esame delle proposte emendative approvate in sede referente, alla data del 18 settembre, dalla Commissione Lavoro.
Il testo in esame risulta dallo stralcio – disposto dal Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 28 novembre 2023 – degli articoli 10, 11 e 13 del disegno di legge n. 1532. Ricorda altresì che il provvedimento è collegato alla manovra di finanza pubblica.
Il provvedimento è finalizzato ad introdurre norme di semplificazione e regolazione che incidono in materia di lavoro e politiche sociali, con particolare Pag. 61riferimento ai temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, della disciplina dei contratti di lavoro, dell'adempimento degli obblighi contributivi, nonché degli ammortizzatori sociali.
In relazione agli ambiti di competenza della Commissione, segnala in primo luogo le previsioni di cui all'articolo 5, che introducono una nuova fattispecie di esenzione dal computo dei limiti quantitativi relativi alla somministrazione a tempo determinato di lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati ai sensi dei numeri 4) e 99) dell'articolo 2 del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014.
Altrettanto rilievo assume l'articolo 8 che stabilisce che, a decorrere dal 2024, le risorse del Fondo sociale per occupazione e formazione destinate annualmente al finanziamento delle attività di formazione nell'esercizio del solo apprendistato professionalizzante siano finalizzate alle attività di formazione che sono promosse dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e di Bolzano. La disposizione mira quindi ad estendere l'ambito di utilizzo delle risorse, previste dalla legge n. 205 del 2017, pari a euro 15 milioni annui, dal solo ambito del contratto di apprendistato professionalizzante a tutte le tipologie di apprendistato di cui al Capo V del decreto legislativo n. 81 del 2015. La ratio della norma è dunque quella di garantire maggiore flessibilità e semplificazione nella programmazione delle risorse e degli interventi da parte delle Regioni e delle Province autonome, dando facoltà di finanziare attività di formazione per tutte le tipologie di apprendistato.
In coerenza con quanto disposto dalla raccomandazione del Consiglio dell'UE del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l'apprendimento permanente, l'articolo 23, composto di un unico comma, nell'introdurre i nuovi commi 784-quinquies, 784-sexies e 784-septies nell'articolo 1 della legge di bilancio per il 2019: istituisce presso il Ministero dell'istruzione e del merito l'Albo delle buone pratiche dei percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento ed istituisce presso lo stesso Dicastero l'Osservatorio nazionale per i percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento, con compiti di sostegno delle attività di monitoraggio e di valutazione dei medesimi percorsi (comma 784-sexies).
Ricorda inoltre che il Pilastro europeo dei diritti sociali sancisce come suo primo principio che ogni persona ha diritto ad un'istruzione, ad una formazione e ad un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro. Il documento afferma inoltre il diritto di ogni persona a un'assistenza tempestiva e su misura per migliorare le prospettive di occupazione o di attività autonoma, alla formazione e alla riqualificazione, al proseguimento dell'istruzione e a un sostegno per la ricerca di un impiego. Promuovere lo sviluppo delle competenze è pertanto uno degli obiettivi della prospettiva di uno spazio europeo dell'istruzione che possa sfruttare a pieno le potenzialità rappresentate da istruzione e cultura quali forze propulsive per l'occupazione, la giustizia sociale e la cittadinanza attiva e mezzi per sperimentare l'identità europea in tutta la sua diversità.
Infine, segnala l'articolo 23-bis che, modificando quanto disposto dall'art. 1, comma 1250, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), rafforza le funzioni di supporto e di informazione alle famiglie svolte dai centri per la famiglia, anche con riferimento alle misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, in coerenza con le previsioni di cui al decreto legislativo 30 giugno 2022, n. 105, di attuazione della direttiva (UE) 2019/1158 del 20 giugno 2019, relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza e che abroga la direttiva 2010/18/UE.
Poiché il disegno di legge appare pienamente conforme agli indirizzi ed alle politiche dell'UE per definire migliori condizioni di vita e di lavoro nell'Unione europea, come definiti nel Pilastro europeo dei diritti sociali (COM(2017) 205 Pag. 62final) e nel correlato Piano d'azione (COM (201) 102 final), propone di esprimere un parere favorevole sul provvedimento (vedi allegato).
Piero DE LUCA (PD-IDP) rimarca che la Commissione è chiamata ad esprimersi su un testo non definitivo, dal momento che la Commissione di merito non ha ancora completato l'esame degli emendamenti al disegno di legge, per molti dei quali mancano tuttora i pareri del Governo, pur a fronte di un iter procedurale lunghissimo. Segnala una serie di criticità legate, ad esempio, all'eliminazione del tetto per i contratti di somministrazione e lavoro, al superamento del divieto di dimissioni in bianco, nonché al divieto di esibizione dei badge nei cantieri edilizi. Evidenzia come si tratti di norme che aumentano il rischio di precarietà e di sicurezza nel mondo del lavoro. Tali misure confliggono radicalmente con i princìpi ed i contenuti della normativa europea di settore, volta ad assicurare maggiori tutele e garanzie per i lavoratori italiani ed europei in tutti i luoghi di lavoro. Per tali ragioni esprime il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.
La seduta termina alle 9.10.
ATTI DELL'UNIONE EUROPEA
Giovedì 19 settembre 2024. — Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA.
La seduta comincia alle 9.10.
Relazione della Commissione sull'applicazione nel 2023 del regolamento (CE) n. 1049/2001 relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione.
(COM(2024) 266 final).
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.
Alessia AMBROSI (FDI), relatrice, rileva che la relazione della Commissione europea in esame, presentata il 3 luglio scorso, costituisce attuazione di un adempimento annuale previsto dall'articolo 17, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1049/2001, sull'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione.
La disposizione, infatti, obbliga tali istituzioni a pubblicare una relazione riguardante l'anno precedente e comprendente il numero di casi in cui hanno rifiutato l'accesso ai documenti, i motivi di tali rifiuti, nonché il numero di documenti sensibili non inseriti nel registro.
Ricorda che il diritto di accesso del pubblico agli atti delle istituzioni, degli organi e degli organismi dell'Unione europea assume rilevanza nel più ampio quadro dei principi sanciti dai Trattati sulla trasparenza, la democrazia e la partecipazione dei cittadini. Ciò anche alla luce del fatto che la domanda di partecipazione dei cittadini europei alla vita democratica dell'Unione Europea è in crescita, come si è avuto modo di constatare nel corso dell'esame presso la Commissione della relazione della Commissione europea sull'applicazione del regolamento riguardante l'iniziativa dei cittadini europei.
Il diritto di accesso si fonda infatti sul principio generale della trasparenza dell'UE, sancito dall'articolo 1, secondo comma, del TUE, declinato dall'articolo 10, paragrafo 3, TUE, secondo cui ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica dell'Unione e le decisioni devono essere prese nella maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini. Queste disposizioni trovano un'attuazione nell'articolo 15 del Trattato sul funzionamento dell'UE (TFUE) che stabilisce l'obbligo di istituzioni, organi e organismi dell'Unione di operare nel modo più trasparente possibile, nonché il diritto di accedere ai documenti di questi ultimi, a prescindere dal loro supporto, da parte di qualsiasi cittadino dell'UE e persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro.Pag. 63
Il diritto di accesso viene infine riconosciuto nella Carta dei diritti fondamentali dell'UE all'articolo 42, mentre l'articolo 41 della Carta, relativo al diritto ad una buona amministrazione, paragrafo 2, lettera b, prevede il diritto di ogni persona di accedere al fascicolo che la riguarda, nel rispetto dei legittimi interessi della riservatezza e del segreto professionale commerciale.
Prima di venire al contenuto della relazione, ritiene rilevante ricordare che, ai sensi del regolamento sull'accesso, le istituzioni devono trattare prontamente entro termini precisi le domande iniziali, nonché le domande di conferma con cui i richiedenti chiedono il riesame dell'eventuale rifiuto dell'accesso integrale o parziale.
A differenza delle relazioni annuali sull'accesso del Consiglio dell'UE quelle della Commissione non contengono informazioni sulle tempistiche necessarie in media per trattare le richieste di accesso; tuttavia nella relazione annuale per il 2023 del Mediatore europeo, pubblicata il 19 marzo 2024, si richiama un'indagine a seguito della quale il Mediatore stesso ha chiesto alla Commissione europea di affrontare quanto prima i propri ritardi sistemici nel trattamento delle richieste di accesso, rilevando che è necessario rivederne completamente le modalità per garantire il rispetto delle scadenze previste dalla normativa citata. Dall'indagine è infatti emerso che, relativamente alle domande di conferma, nell'85 per cento dei casi la Commissione non rispetta i termini previsti.
Ciò premesso e rinviando alla documentazione predisposta dall'Ufficio RUE per ulteriori approfondimenti, passa ad una sintetica illustrazione del contenuto della relazione.
La Commissione riferisce che le domande iniziali di accesso ai documenti nel 2023 sono state 7.274, e le domande di conferma, con cui i richiedenti chiedono il riesame del rifiuto iniziale dell'accesso integrale o parziale, sono state 599.
Le domande iniziali all'interno della Commissione sono trattate su base decentrata dai vari servizi e direzioni generali, mentre le domande di conferma sono trattate dall'unità del Segretariato generale «Trasparenza, gestione documentale e accesso ai documenti», con il fine di garantire un riesame indipendente delle risposte date nella fase iniziale. Tale unità gestisce anche il sistema informatico interno della Commissione europea «Electronic AccesS to European Commission Documents» («EASE»), che a partire dal settembre 2022 ha sostituito il precedente sistema GestDem, con l'obiettivo di favorire un miglioramento dell'efficienza del processo di presentazione e di gestione delle domande di accesso ai documenti della Commissione.
La relazione e i dati statistici riepilogati nell'allegato alla stessa riportano che nel 2023 sono stati aggiunti al registro dei documenti della Commissione 11.501 nuovi documenti e il numero di pagine visionate per il sito web di accesso ai documenti sul portale Europa è stato di 7.613, mentre per il nuovo portale pubblico EASE è stato di 6.142.
Le risposte fornite dalla Commissione europea rispetto alle domande iniziali ai sensi del regolamento (CE) n. 1049/2001 sono state 6.469 e le risposte in totale 7.737, con una percentuale di accessi rifiutati nel 2023 pari al 16 per cento.
Le domande di conferma sono invece notevolmente aumentate rispetto al 2022, di oltre il 43 per cento, passando da 418 a 599. Nel caso delle domande di conferma la Commissione riferisce di aver fornito 366 risposte ai sensi del regolamento e 393 risposte in totale, con una percentuale di accessi rifiutati pari al 14,7 per cento.
La relazione riferisce inoltre le percentuali relative all'applicazione ai documenti richiesti delle eccezioni di cui all'articolo 4 del regolamento e dà conto dell'attività del Mediatore europeo e della Corte di giustizia in materia.
Vista la rilevanza della materia ai fini della partecipazione dei cittadini alla vita democratica e della trasparenza dell'attività delle istituzioni europee, propone di svolgere un breve ciclo di audizioni, in particolare di rappresentanti della Commissione e del Mediatore europeo nonché di esperti della materia.
Piero DE LUCA (PD-IDP) si associa alla proposta, formulata dalla relatrice, di svolgere un breve ciclo di audizioni.
Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 9.15.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Giovedì 19 settembre 2024.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.15 alle 9.30.