ALLEGATO 1
Riconoscimento del relitto del regio sommergibile «Scirè» quale sacrario militare subacqueo (C. 1744).
PARERE APPROVATO
Relatore, onorevole Sbardella
Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,
esaminata la proposta di legge C. 1744 dell'onorevole Chiesa recante il riconoscimento del relitto del regio sommergibile «Scirè» quale sacrario militare subacqueo (C. 1744 Chiesa);
rilevato che:
il regio sommergibile «Scirè» si è distinto in alcune operazioni belliche compiute con successo sul fronte inglese, fino al suo affondamento il 10 agosto 1942 all'imboccatura del porto di Haifa e alla scomparsa dell'intero equipaggio, le cui salme non sono state tutte recuperate;
per l'attività svolta, lo stendardo dello Scirè fu decorato di Medaglia d'oro al Valor Militare, conferita con Regio decreto in data 10 giugno 1943;
varie parti dello scafo, rimosse in un tentativo di recupero delle salme dell'equipaggio, sono conservate nel Sacrario delle Bandiere di Roma, nei Musei Navali di La Spezia a Venezia e alla base navale di Augusta;
sul piano normativo, gli articoli da 265 a 275 del codice dell'ordinamento militare (di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66) è dedicata ai «Sepolcreti di guerra italiani», categoria che ai sensi dell'articolo 265, si compone di cimiteri, ossari e sacrari di guerra;
nell'ambito di tale disciplina, l'articolo 267 stabilisce le competenze del Capo dell'Ufficio per la tutela della cultura e della memoria della difesa, soggetto nominato dal Ministro della difesa, che svolge le proprie funzioni alla diretta dipendenza di quest'ultimo;
in forza di tale disposizione, il Capo dell'Ufficio per la tutela della cultura e della memoria della difesa è competente in ordine a: la sistemazione, manutenzione e custodia dei cimiteri di guerra esistenti nel territorio dello Stato italiano, nonché di quelli esistenti all'estero contenenti salme di caduti italiani; gli accordi anche direttamente con i rappresentanti dei governi interessati per la sistemazione di caduti ex nemici e alleati in Italia e dei caduti italiani tumulati all'estero, in conformità alle disposizioni dei Trattati di pace; gli accordi con le singole amministrazioni dello Stato e con gli enti locali e, tramite il Ministero degli affari esteri, con le rappresentanze dello Stato all'estero; la conservazione delle zone monumentali di guerra, la raccolta di documentazioni e cimeli, la diffusione di notizie sui caduti e sulle vicende belliche, l'organizzazione delle visite e dell'assistenza religiosa ai sepolcreti di guerra;
la proposta di legge si compone di 3 articoli, il primo dei quali stabilisce che il relitto il regio sommergibile «Scirè», affondato il 10 agosto 1942 nella baia di Haifa nel territorio dello Stato di Israele, è riconosciuto come sacrario militare subacqueo;
in funzione di tale riconoscimento, l'articolo 2 interviene sull'articolo 275 del codice dell'ordinamento militare, che contiene un elenco tassativo di monumenti e sacrari per i quali è prevista l'equiparazione ai cimiteri di guerra, aggiungendo una lettera volta ad includervi anche il sommergibile Scirè;
l'articolo 3 prevede infine la clausola di invarianza finanziaria;
Pag. 26ritenuto che:
per quanto attiene al rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite:
il provvedimento s'inquadra nell'ambito della materia di esclusiva competenza statale «difesa e Forze armate», di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera d), della Costituzione, richiedendo, per sua natura, una disciplina unitaria a livello nazionale,
esprime
PARERE FAVOREVOLE.
ALLEGATO 2
5-01772 Boldrini: Sugli interventi delle forze di polizia presso il Campus Universitario Einaudi a Torino il 27 ottobre 2023.
TESTO DELLA RISPOSTA
Sig. Presidente, Onorevoli Deputati,
in relazione a quanto segnalato dall'Onorevole interrogante, dagli elementi informativi acquisiti dalla Prefettura di Torino risulta che il 27 ottobre 2023, presso il Campus Universitario «Einaudi», in occasione di una conferenza sulla crisi umanitaria che interessa la regione caucasica del Nagomo Karabak, organizzata dal sodalizio universitario «FUAN», ed autorizzata dall'Ateneo, poco prima dell'inizio dei lavori, oltre un centinaio di studenti dei collettivi studenteschi d'area antagonista si è posizionato nei pressi delle entrate dell'aula concessa dall'Università per l'iniziativa, tentando di impedire l'ingresso dei giovani del «FUAN» e spintonando a più riprese il personale della Digos, ripetutamente fatto oggetto di insulti e sputi da parte del gruppo di antagonisti.
Per tale ragione, il Dirigente del servizio di ordine pubblico, previe intese con il Rettore, ha disposto l'ingresso nell'Ateneo di alcune squadre del Reparto Mobile, che si sono posizionate davanti l'aula della conferenza.
Al termine dell'evento, al fine di consentire l'uscita dei militanti del «FUAN», è stato predisposto un doppio cordone di sicurezza con personale della Polizia, nuovamente preso di mira con insulti e spinte.
Per quanto attiene all'altro episodio segnalato nell'atto di sindacato ispettivo, va preliminarmente evidenziato che il 2 dicembre 2023, esponenti del citato «FUAN» avevano comunicato che il successivo 5 dicembre, alle ore 16.00, avrebbero svolto un volantinaggio presso il citato Campus «Einaudi», informando dell'iniziativa anche l'Università, circostanza confermata dal personale amministrativo dell'Ateneo.
Il giorno dell'evento, presso un bar situato innanzi all'ingresso dell'Ateneo, si sono radunate una cinquantina di persone appartenenti all'area antagonista e, contestualmente, sul ponte «Rossini» si sono collocati circa quindici aderenti al «FUAN» che venivano informati dal Dirigente del servizio di ordine pubblico, della presenza del gruppo di studenti di altri collettivi universitari e delle criticità che sarebbero potute insorgere.
Gli aderenti al «FUAN», decidevano comunque di effettuare la preannunciata iniziativa e si incamminavano presso il Campus monitorati dal personale della Digos.
Nell'occasione, il gruppo dei contestatori, il cui numero aveva raggiunto circa settanta unità, percorrendo il Lungo Dora Siena si è diretto contro gli esponenti del «FUAN», intonando cori, lanciando lattine ed altri oggetti che colpivano gli operatori di Polizia presenti, fino ad arrivare quasi a contatto con gli studenti del «FUAN»; contattò evitato grazie alla pronta interposizione del personale della Digos.
Considerata la situazione di criticità, veniva disposto l'intervento dei reparti inquadrati che si sono schierati sul Lungo Dora Siena, all'esterno del plesso universitario, al fine di dividere le due opposte fazioni.
In testa al gruppo dei contestatori venivano riconosciuti diversi militanti del centro sociale «Askatasuna» che incitavano con un megafono gli altri antagonisti presenti, rendendo noto che l'intento della protesta era di impedire l'accesso all'Università ai militanti del «FUAN».
Sul posto giungeva anche il Direttore del Dipartimento «Campus Einaudi» che intraprendeva, senza esito, un'opera di mediazione, dialogando con entrambi i gruppi.Pag. 28
Per oltre un'ora la situazione è rimasta invariata, con gli studenti del FUAN posizionati alle spalle della Forza pubblica, ed impossibilitati a raggiungere il Campus per la presenza dei contestatori che nel frattempo erano aumentati sino a raggiungere circa 150 unità. Questi ultimi, rimanendo attestati innanzi allo schieramento della Forza pubblica, hanno reiterato il lancio di oggetti contundenti, intonando cori dal tono intimidatorio nei confronti degli studenti del FUAN e degli operatori delle Forze di Polizia che hanno mantenuto la posizione, a distanza dal gruppo di antagonisti, senza avanzare.
Alle ore 17.40, mentre gli studenti del «FUAN» decidevano di allontanarsi, ritornando verso il ponte «Rossini», il gruppo opposto ha iniziato a fare pressione e a colpire gli scudi degli agenti di Polizia schierati, rendendo necessaria un'azione di alleggerimento nel corso della quale veniva fermato un soggetto, identificato ed accompagnato presso gli uffici di Polizia.
Dopo tale momento di tensione, le Forze di Polizia, anche in considerazione del fatto che gli studenti del «FUAN» si erano allontanati, hanno iniziato lentamente a retrocedere. Nonostante ciò, gli stessi sono stati nuovamente incalzati dal gruppo dei contestatori che, nel continuare a inveire, sputare e lanciare oggetti, avanzavano nei loro confronti, rendendo necessaria un'azione di alleggerimento.
Diversi e reiterati sono stati i tentativi del Dirigente del servizio di ordine pubblico e del personale Digos per riportare la situazione alla calma e i contestatori a terminare le loro condotte violente, in modo da consentire al personale di Polizia di allontanarsi in sicurezza. Tuttavia, solo a seguito di un'ulteriore azione di respingimento, mentre continuava il lancio di oggetti nei confronti degli operatori delle Forze di Polizia, questi sono riusciti a risalire sui mezzi di servizio.
Successivamente, il gruppo dei contestatori si è spostato in corso Regina Margherita, per poi dirigersi fino al Commissariato di Pubblica Sicurezza «Dora Vanchiglia» ove i manifestanti, posizionatisi dinanzi alla porta di ingresso, nel tentativo di entrare all'interno degli Uffici di Polizia, sono stati prontamente bloccati dall'intervento del personale della Digos.
Durante le descritte azioni violente, sono rimasti feriti nove operatori del reparto mobile ed un funzionario di Polizia, che hanno riportato prognosi dai sette ai dieci giorni.
Per i fatti del 27 ottobre 2023, sono stati deferiti all'Autorità giudiziaria dalla Digos 12 militanti di «Askatasuna» a vario titolo, per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, mentre per gli episodi del 5 dicembre 2023, sono stati deferiti all'Autorità Giudiziaria 43 militanti di Askatasuna e di altri collettivi universitari (Cambiare Rotta e Studenti Indipendenti) a vario titolo, per violenza privata aggravata, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate a pubblico ufficiale.
Su un piano più generale, evidenzio che la gestione dell'ordine pubblico è materia delicata e complessa, non priva di rischi, che viene svolta con la massima dedizione dalle donne e dagli uomini in divisa.
Mi preme ribadire, anche in questa occasione, che, da sempre, le modalità di gestione delle manifestazioni di piazza sono improntate a equilibrio e professionalità, indirizzate al prudente apprezzamento delle circostanze, all'applicazione dei principi di proporzionalità e adeguatezza nella modulazione dei dispositivi predisposti e alla ricerca di ogni possibile interlocuzione e mediazione con gli organizzatori.
Il compito delle Forze di polizia, nei complessi scenari in cui sono chiamate ad operare, va sostenuto con fiducia e senza pregiudizi, garantendo loro, specie nei servizi di ordine pubblico, la possibilità di operare con la necessaria serenità, una condizione imprescindibile per gestire i rischi legati ai contesti particolarmente impegnativi.
In tal senso, evitare comportamenti provocatori o violenti e, più in generale, rispettare la legge, sicuramente aiuta tutti a concorrere a individuare quel complesso punto di equilibrio tra libera manifestazione del pensiero, diritto alla pacifica riunione ed altrettanto doverosa salvaguardia della sicurezza pubblica.Pag. 29
A conferma dell'impegno profuso dalle Forze dell'ordine nei servizi di ordine pubblico durante le manifestazioni di piazza, segnalo che dal 1° gennaio al 1° luglio di quest'anno si sono registrate 7.404 manifestazioni di rilievo, e solo nel 2,4 per cento del totale, si sono verificate turbative dell'ordine pubblico. In tale contesto sono rimasti feriti 141 operatori delle forze dell'ordine e 41 civili.
ALLEGATO 3
5-01899 Boldrini: Sul diritto delle vittime dei crimini nazifascisti e dei loro discendenti al ristoro dei danni subiti.
TESTO DELLA RISPOSTA
Signor Presidente, onorevoli colleghi,
in riferimento al quesito posto dall'onorevole interrogante, sentiti i competenti uffici del Ministero dell'economia e delle finanze, si comunica quanto segue.
Nei contenziosi instauratisi per il riconoscimento del diritto di accesso al Fondo in questione, l'Avvocatura dello Stato, a tutela degli interessi dello Stato italiano, e nel perseguimento di un principio costituzionale qual è il diritto alla difesa in giudizio, muove eccezioni, questioni procedurali e di merito, funzionali ad un attento accertamento delle qualifiche dei richiedenti e delle loro ragioni, anche e soprattutto al fine di evitare un danno erariale per erogazione impropria di danaro pubblico.
Essa deve, infatti, verificare che sussistano i presupposti per ottenere il risarcimento, ricostruendo sia il fatto storico all'origine del danno sia il rapporto di parentela che lega il richiedente alla vittima.
Pertanto, anche la formulazione delle eccezioni, sostanziali e processuali, di prescrizione dell'azione giudiziaria, di insussistenza del danno da lesione del rapporto parentale, nonché di assenza della prova del fatto storico posto a fondamento della richiesta risarcitoria, costituisce una attività processuale di difesa propria dell'Avvocatura di carattere doveroso, a tutela degli interessi erariali.
Occorre precisare che la legge del 2022 ha due scopi concorrenti e strettamente connessi: da un lato, definire un contenzioso internazionale attivato nel 2022 dalla Germania, che ha deferito l'Italia dinnanzi alla Corte di giustizia internazionale, a riguardo dei risarcimenti che da tempo vengono accordati da giudici italiani sulla base della sentenza n. 238 del 2014 della Corte costituzionale; dall'altro, far sì che tutti coloro che ne hanno effettivo diritto ricevano il giusto risarcimento dovuto, e garantire che i crediti risarcitori accertati possano essere eseguiti proprio tramite il predetto Fondo, chiamato ad erogare le somme liquidate nei giudizi civili.
Si ritiene, infine, opportuno segnalare che, in merito al tema della prescrizione del danno, la recente sentenza n. 3642 dell'8 febbraio 2024 la III Sez. Civile della Corte di Cassazione ha affermato che l'esercizio dell'azione giudiziaria per l'accertamento e per la liquidazione dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l'umanità non è da intendersi imprescrittibile, ma soggiace al rispetto di un termine prescrizionale, che tiene conto delle diverse normative succedutesi nel tempo.
Ciò premesso, non può che ribadirsi che sarà assicurato il pieno rispetto del diritto di tutti coloro ai quali verrà riconosciuto il ristoro per i danni subiti per crimini di guerra e contro l'umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona, compiuti sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich, di cui all'articolo 43 del decreto-legge n. 36 del 2022. A tal proposito appare significativo sottolineare come il Governo abbia provveduto all'aumento della dotazione del Fondo istituito a tale scopo (articolo 8, comma 11-quater, del decreto-legge n. 198 del 2022).