CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 maggio 2024
316.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Sugli esiti della missione svolta in Moldova (8-10 maggio 2024)

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Dall'8 al 10 maggio 2024 il Presidente Tremonti e l'on. Caiata, componente della Commissione e Presidente della Delegazione italiana all'Assemblea parlamentare dell'INCE, hanno svolto una missione a Chisinau, in Moldova. Contestualmente, si è svolta la missione di una delegazione del gruppo parlamentare di amicizia, composta dagli onorevoli Beatriz Colombo, Cattaneo, Pella e Traversi.
  La missione si colloca nell'ambito di una costante attenzione della Commissione Affari esteri per la Moldova, che costituisce per il nostro Paese un partner di particolare importanza, per la sua importanza geopolitica, ma anche per i solidi rapporti economici e culturali e per la presenza di una numerosa e ben integrata comunità in Italia, la più consistente della diaspora moldava. Va ricordato che già alla fine di luglio 2024 una delegazione della Commissione, composta dai deputati Quartapelle Procopio, Lomuti e Rosato si era recata a Chisinau e che il 6 settembre 2023 la Commissione ha approvato la Risoluzione n. 7-00115 Caiata Sull'adesione della Moldova all'Unione europea.
  Principale obiettivo della missione è stato quello di proseguire e approfondire un rapporto bilaterale ormai solido col Parlamento moldavo in occasione della «Giornata per l'Europa», un evento a cui le istituzioni e la popolazione moldava conferiscono particolare importanza alla luce della domanda di adesione della Moldova all'Unione europea e dell'avvio dei negoziati. Durante la missione, la Delegazione ha potuto valersi del costante ausilio dell'Ambasciatore italiano a Chisinau, Lorenzo Tomassoni, e ne ha potuto apprezzare l'intensa attività di promozione delle relazioni bilaterali.
  Nel pomeriggio dell'8 maggio si è svolto un primo incontro con il Presidente del Parlamento moldavo, Igor Grosu. L'incontro, a cui hanno partecipato entrambe le delegazioni, quella della Commissione Affari esteri e quella del gruppo di amicizia, ha consentito di fare il punto sul complesso dei rapporti tra Italia e Moldova, che sono ottimi. In particolare, il Presidente Grosu ha espresso apprezzamento per la posizione italiana rispetto al processo di adesione della Moldova all'Unione europea e ha sottolineato, a livello bilaterale, l'importanza degli aiuti italiani in ambito energetico e delle iniziative di collaborazione nel settore agricolo. Ha inoltre illustrato ulteriori ambiti di collaborazione, nel settore dell'energia e della gestione dei rifiuti. Da parte italiana, il Presidente Tremonti ha espresso pieno sostegno al percorso europeo della Moldova, che ha collocato sul più ampio sfondo di una complessiva riforma dei meccanismi di funzionamento dell'Unione europea che consenta anche un più equilibrato rapporto tra l'Unione e i Paesi dell'Est Europa, caratterizzati da un forte legame con tradizioni culturali e storiche che sono meritevoli di attenzione. L'on. Caiata, da parte sua, ha sottolineato la centralità della Moldova nel conflitto ibrido tra l'Occidente e la Russia e la necessità di accelerare le procedure di ingresso per definire un più sicuro quadro geopolitico in un'area particolarmente delicata ed esposta all'azione di attori terzi.
  In un successivo incontro con il Ministro del Lavoro, Alexei Buzu, si è particolarmente approfondito il tema della comunità moldava in Italia e della sua situazione a livello di tutele sociali. Da parte moldava si è particolarmente insistito sull'importanza del supporto politico ed economico dell'Italia e sulla necessità di rafforzare gli accordi di sicurezza sociale già ratificati con previsioni specifiche relative alla totalizzazione dei periodi contributivi ai fini Pag. 128pensionistici. Questi, infatti, acquisiscono una particolare centralità alla luce delle prossime elezioni presidenziali e possono costituire una dimostrazione tangibile dell'attenzione italiana ed europea rispetto alla Moldova. Da parte italiana, si è riaffermata la volontà di cooperare anche in questi ambiti, riservandosi di verificare i possibili strumenti da attivare nell'ambito della sicurezza sociale.
  Nella mattina del 9 maggio la Delegazione italiana ha partecipato, presso il Parlamento moldavo, al dibattito «Giornata dell'Europa 2024. L'Europa sei tu! Adesione della Repubblica di Moldova all'Unione europea». Il dibattito, a cui hanno preso parte rappresentanze dei Paesi europei, è stato introdotto da relazioni del Presidente del Parlamento, Igor Grosu, del Commissario europeo al bilancio e all'amministrazione, Johannes Hahn, dalla Vicepresidente del Parlamento, Doina Gherman, dalla Vice Primo Ministro per l'integrazione europea Cristina Gherasimov, dalla Presidente della Commissione Esteri Ina Coșeru, dal Presidente della Commissione economia e finanze Radu Marian e dal parlamentare Oazu Nantoi, componente della Commissione sicurezza, difesa e ordine pubblico. Tutti i relatori e i rappresentanti europei successivamente intervenuti si sono soffermati sulla rilevanza dell'adesione della Moldova all'Unione europea, che nasce da un orientamento ampiamente diffuso nella popolazione, e sull'importante percorso di riforme intrapreso dal Paese. Largo spazio ha avuto anche il tema del supporto offerto dall'Unione europea, anche per fronteggiare la crisi energetica prodotta dal distacco dalla rete russa, e, a livello bilaterale, da numerosi Paesi, tra cui l'Italia. Si è pure sottolineato che l'allargamento risponde ad esigenze di sicurezza geopolitica rese evidenti dall'aggressione russa dell'Ucraina e corrisponde a una crescente integrazione dell'economia moldava nell'economia europea. Nel suo intervento, molto apprezzato dalla platea, il Presidente Tremonti ha collocato l'allargamento ad Est dell'Unione europea entro una più ampia riflessione storico-politica sull'evoluzione dell'Unione europea nell'ultimo ventennio, sottolineando la necessità di superare una visione burocratica e tecnicistica dell'allargamento in favore di una più matura consapevolezza delle questioni geopolitiche in gioco e della necessità di una profonda riforma delle istituzioni comunitarie.
  La Delegazione ha poi partecipato ad un evento pubblico di celebrazione della «giornata dell'Europa», visitando anche il padiglione allestito dall'Ambasciata italiana e ha svolto ulteriori, brevi confronti bilaterali, in particolare con la Presidente della Commissione Esteri, Coșeru, e con il deputato Mihail Druță, Presidente del Gruppo parlamentare di amicizia. Negli incontri gli interlocutori hanno particolarmente insistito sulla delicata situazione della Moldova, che è da tempo oggetto di azioni di disinformazione e attacchi ibridi da parte della Russia. Anche per questo è particolarmente importante che giungano dall'Italia e dagli altri Paesi europei concreti segni di appoggio, anche sulle tematiche legate all'economia e alla cooperazione bilaterale.
  Conclusivamente, la missione ha consentito di sviluppare ulteriormente un dialogo bilaterale già ben avviato, che sarà particolarmente importante proseguire nei prossimi mesi, in cui dovrebbero chiarirsi meglio le tempistiche dell'adesione della Moldova all'Unione europea e in cui si svolgeranno in Moldova le elezioni presidenziali, decisive per definire la futura collocazione del Paese.

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ALLEGATO 2

Sugli esiti della missione svolta in Georgia (21-23 maggio 2024)

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Dal 21 al 23 maggio 2024 si è svolta una missione a Tbilisi, in Georgia, con la partecipazione della Vicepresidente Lia Quartapelle Procopio e degli onorevoli Deborah Bergamini e Giangiacomo Calovini.
  La missione è stata deliberata con urgenza, in relazione alla crisi politica avviata dalla nuova «Legge sulle Influenze straniere». In estrema sintesi, la legge richiede che qualsiasi entità di cui più del 20 per cento dei fondi provenga dall'estero si registri come «organizzazione che porta avanti gli interessi di una potenza straniera» e si sottoponga al controllo amministrativo dello Stato, iscrivendosi in un apposito registro. Tale misura è stata riconosciuta come sproporzionata e non conforme agli standard internazionali dalla Commissione di Venezia e ne è stato richiesto il ritiro da parte sia dei vertici dell'Unione europea sia da molti Stati, inclusi gli Stati Uniti. A livello interno, l'introduzione di questa normativa restrittiva ha portato ad estese manifestazioni di protesta, che in diversi casi sono state represse violentemente, e ad un conflitto tra il Governo e la Presidente della Repubblica, che proprio nei giorni immediatamente precedenti la missione ha posto il veto sulla legge già approvata dal Parlamento. Tale veto presidenziale è stato è intervenuto poco prima della pubblicazione del parere della Commissione di Venezia, che ha indicato chiaramente la necessità di ritirare la legge e di avviare sul tema un lavoro legislativo attento agli standard internazionali in materia.
  In questo contesto complesso e frammentato, la Delegazione italiana ha potuto valersi del fondamentale supporto dell'Ambasciatore italiano a Tbilisi, Massimiliano D'Antuono, e della Vice Capo missione, Fabiola Albanese, che ha consentito il buon esito della missione.
  Gli incontri sono stati preceduti, nella sera del 21 maggio, da un momento di confronto con numerosi rappresentanti diplomatici dei Paesi dell'Unione europea (Bulgaria, Repubblica ceca, Francia, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Ungheria, Unione europea). Pur nella varietà di opinioni espresse dai rappresentanti diplomatici, è emersa una generale preoccupazione per gli sviluppi politici innescati dalla legge e per la praticabilità del «percorso europeo» della Georgia. Allo stesso tempo, è emersa una generale difficoltà ad individuare con precisione le ragioni che potrebbero aver indotto il partito di governo «Sogno georgiano» a compiere una forzatura che risulta sgradita a parti importanti dell'opinione pubblica interna, convintamente europeista, e ai partner occidentali.
  Nella mattina del 22 maggio si è svolto un incontro con Khatia Dekanoidze, parlamentare di opposizione e già Ministro dell'istruzione nel 2012, che nel 2023 ha lasciato il partito UNM, che fa riferimento all'ex Presidente Mikheil Saakashvili. La deputata ha inserito la vicenda della «Legge sulle influenze straniere» nell'ambito di una più ampia valutazione dell'azione del partito di governo, che starebbe tentando di accentuare la polarizzazione della società georgiana in vista delle prossime elezioni e starebbe mutando la posizione geopolitica della Georgia, allontanandola consapevolmente da un percorso europeo già da tempo avviato. Le diffuse proteste appaiono legate ad una mobilitazione della società georgiana che non trova ancora uno sbocco politico certo, data la divisione tra i partiti di opposizione e il sistema elettorale proporzionale vigente. Allo stesso tempo, l'onorevole Dekanoidze ha rimarcato la necessità di sostenere le opposizioni, che sono oggetto di intimidazioniPag. 130 e violenze, come da lei stessa direttamente sperimentato.
  La Delegazione italiana ha poi svolto un lungo incontro, in due fasi, con la prima Vicepresidente della Commissione Esteri del Parlamento georgiano, Mariam Lashkhi, e con il Vicepresidente della Commissione Cultura, Giorgi Chakvetadze, appartenenti al partito di governo. Ad entrambi, i parlamentari italiani hanno espresso la preoccupazione per l'evoluzione della situazione politica creata dalla «legge sulla trasparenza» e per le violenze diffuse contro i manifestanti. Hanno inoltre ribadito che le scelte assunte dal Governo georgiano nella sua autonomia creano un ostacolo difficilmente superabile al percorso di adesione della Georgia all'Unione europea e renderebbero improbabile una decisione positiva sull'apertura dei negoziati di adesione prevista per fine anno.
  In questo contesto, per l'Italia, che ha sempre sostenuto le aspirazioni della Georgia, risultano incomprensibili le motivazioni che hanno indotto a riproporre una legge che già in passato aveva suscitato fondate riserve. Di qui l'invito a riconsiderare la decisione di far entrare in vigore la legge nella sua forma attuale e ad accogliere le raccomandazioni della Commissione di Venezia, in particolare laddove esse invitano la Georgia ad operare sulla legislazione vigente, modificandola in conformità con gli standard europei e internazionali.
  La Delegazione parlamentare italiana, nel sottolineare che la Georgia è membro del Consiglio d'Europa, ha quindi fortemente invitato le autorità georgiane a ingaggiare con la Commissione di Venezia una discussione sostanziale per identificare le modalità per venire incontro, da un lato, alle indicazioni europee e, dall'altro, alle asserite necessità di trasparenza delle organizzazioni della società civile operanti nel Paese.
  Le controparti hanno espresso qualche interesse per le valutazioni italiane, riconoscendo che esse non derivano da una volontà di ingerirsi nelle questioni interne della Georgia, ma corrispondono ad una reale volontà di cooperazione tra i due Paesi. Allo stesso tempo, gli interlocutori hanno insistito sul fatto che la «Legge sulle Influenze straniere» trova la sua ragion d'essere in una necessità di trasparenza, dato anche il gran numero di ONG presenti in Georgia, e che l'opposizione si è sottratta ad un confronto parlamentare nel merito, scegliendo invece la strada delle dimostrazioni di piazza.
  Da parte sua, la Delegazione parlamentare italiana, nel ribadire che la legge nella sua formulazione attuale è incompatibile con le norme e i valori dell'Unione Europea, ha dato piena disponibilità a proseguire la discussione a livello bilaterale, anche se essa richiederebbe una maggiore apertura a modifiche della legislazione, che non appaiono molto probabili.
  Di particolare rilievo è stato l'incontro con una delegazione di alto livello della Chiesa ortodossa di Georgia: il metropolita Andria Gvazava di Gori, gli arcipreti Achil e Michele, il protopresbitero e rettore della Facoltà teologica di Tbilisi Giorgi. La delegazione italiana ha espresso apprezzamento per il ruolo svolto dalla Chiesa in questa difficile fase e per l'impegno da essa profuso per garantire una complessiva tenuta della società georgiana. Da parte sua il metropolita ha sottolineato gli stretti rapporti con l'Italia e ha evidenziato la necessità di operare con prudenza e rispetto dell'autonomia del popolo georgiano in una fase complessa e politicamente divisiva.
  Si è successivamente svolto l'incontro con i rappresentanti dei partiti di opposizione: Tinatin Bokuchava (UNM), Grigol Gegelia (Lelo for Georgia), Nika Gvaramia (Ahali), Zura Girchi Japaridze (Girchi More Freedom). Pur con diversi accenti, tutti gli esponenti dei partiti di opposizione hanno denunciato che la recente legge ha il fine di togliere alle opposizioni una reale possibilità di incidere nella vita politica del Paese, nell'ambito di un disegno di destabilizzazione perseguito dal partito di governo. Hanno pure illustrato numerosi episodi di intimidazione e violenza ai danni delle opposizioni e hanno sottolineato la Pag. 131necessità che Paesi come l'Italia si esprimano al massimo livello politico ed adottino misure sanzionatorie a carico dei responsabili del partito di governo. Da parte italiana, si è espressa solidarietà e preoccupazione e si è sottolineato che la posizione italiana è di grande attenzione e si muove strettamente nelle linee definite dall'Unione europea, che si sta esprimendo molto chiaramente contro le politiche perseguite dal Governo georgiano. Rispondendo a quesiti dei parlamentari italiani, gli interlocutori hanno convenuto sulla necessità di definire una piattaforma unitaria delle opposizioni in vista delle prossime elezioni di ottobre e hanno ulteriormente ribadito che le politiche poste in atto del Governo costituiscono un consapevole tentativo di allontanare la Georgia dall'Europa.
  Accenti analoghi sono emersi anche nell'incontro con i rappresentanti di diverse ONG georgiane: Georgian Young Lawyers Association (GYLA); Georgian Foundation for Strategic and International Studies (GFSIS); Institute for Development of freedom of Information (IDFI); International Society for Fair Elections and Democracy (ISFED); Transparency International; Union Sapari.
  Tutti hanno sottolineato che la nuova legislazione individua nelle ONG in quanto tali un bersaglio da colpire e che il partito di governo intende utilizzare questi strumenti legislativi, insieme alla pressione poliziesca, per garantire la propria permanenza al potere, anche a costo di imboccare una strada che porterebbe ad esiti di tipo bielorusso. In questo quadro, le ONG non si propongono un obiettivo politico a lungo termine, ma hanno condiviso una chiara piattaforma comune di opposizione alla legge, che richiede un forte sostegno esterno. Di qui l'invito ad esercitare forti pressioni sul Governo georgiano, per evitare il rischio di una deriva che porterebbe il Paese fuori da un rapporto con l'Europa, che continua a costituire una delle principali aspirazioni della popolazione e in particolare dei giovani. Le ONG hanno infine espresso una chiara e unitaria volontà di adottare misure che consentano loro di continuare ad operare, come ad esempio lo spostamento della sede all'Estero, che consentirebbe loro di operare come associazioni straniere, non soggette alla nuova legge.
  Si è infine svolto l'incontro con la Presidente della Repubblica, Salomé Zourabichvili, che si è fortemente spesa contro la nuova legislazione, ponendo il proprio veto, che può tuttavia essere superato dal voto del Parlamento. Tale scenario è quello ritenuto più probabile da tutti gli interlocutori.
  La Presidente ha espresso una valutazione complessiva sul percorso di adesione della Georgia all'Unione europea, rilevando che l'attuale Governo ha omesso di attuare le azioni richieste dalle raccomandazioni della Commissione. La «Legge sulle Influenze straniere» costituisce dunque un elemento, particolarmente grave, di un più generale orientamento politico di cui non si comprendono bene le ragioni. Ad avviso della Presidente, decisive saranno le elezioni politiche del prossimo autunno, che saranno una sorta di «referendum sull'Europa». A tale proposito, la Presidente ha ricordato di aver proposto a tutti i partiti una «piattaforma europeista» che, ove universalmente accettata, potrebbe frenare il degrado della situazione. La Georgia, in ogni caso, è un Paese maturo e sovrano, che tuttavia ha bisogno di un forte sostegno dei partner e dell'Unione europea alla vigilia di una scelta esistenziale che condizionerà il suo futuro per molti anni a venire.
  Nel sottoporre la relazione all'attenzione della Commissione, è opportuno ribadire la necessità di una costante azione parlamentare rispetto alla Georgia, tanto più importante in quanto si è potuto registrare da tutti gli interlocutori un apprezzamento per l'approccio costruttivo che caratterizza la posizione italiana e, insieme, una forte aspettativa che il nostro Paese giochi un ruolo adeguato in una situazione molto complessa e difficile. Gli ultimi aggiornamenti nel frattempo pervenuti suscitano ulteriori preoccupazioni rispetto alla posizione di chiusura del Governo georgiano, che è ora oggetto Pag. 132di valutazione in sede europea, e a una possibile recrudescenza di violenze. Anche al di là del rapporto strettamente istituzionale, appare perciò importante rafforzare il rapporto con una società civile che è unita nell'aspirazione ad un percorso di avvicinamento all'Europa, percorso che sarebbe compromesso dall'affermazione di un modello di controllo statale sulle espressioni politiche e da qualunque tentennamento rispetto al libero esercizio dei diritti civili e politici.