CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 novembre 2023
208.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 29 novembre 2023. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento Giuseppina Castiello.

  La seduta comincia alle 14.15.

Interventi a sostegno della competitività dei capitali e delega al Governo per la riforma organica delle disposizioni in materia di mercati dei capitali recate dal testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e delle disposizioni in materia di società di capitali contenute nel codice civile applicabili anche agli emittenti.
C. 1515 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla VI Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 28 novembre 2023.

  Ciro MASCHIO, presidente, rammenta che nella seduta di ieri la relatrice, onorevole Bisa, ha svolto la relazione introduttiva.

  Ingrid BISA (LEGA), relatrice, formula una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame (vedi allegato 1).

  La sottosegretaria Giuseppina CASTIELLO dichiara di condividere la proposta di parere illustrata dalla relatrice.

  Valentina D'ORSO (M5S) dichiara il voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di parere della relatrice.

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  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP) dichiara il voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dalla relatrice e sottolinea, in particolare, la contrarietà del Partito democratico in merito alla disposizione di cui all'articolo 12 relativa alla lista del consiglio di amministrazione.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Istituzione del premio di «Maestro dell'arte della cucina italiana».
C. 1419 Governo.
(Parere alla XIII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 28 novembre 2023.

  Alessandro PALOMBI (FDI), relatore, formula una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame (vedi allegato 2).

  La sottosegretaria Giuseppina CASTIELLO dichiara di condividere la proposta di parere formulata dal relatore.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Deleghe al Governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva nonché di procedure di controllo e informazione.
C. 1275 e abb.
(Parere alla XI Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Ciro MASCHIO, presidente e relatore, ricorda che il provvedimento è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da giovedì 30 novembre prossimo e che pertanto la Commissione deve concluderne l'esame entro la giornata odierna.
  In qualità di relatore, fa presente che il testo all'esame della Commissione per il prescritto parere alla XI Commissione, è quello risultante dall'approvazione di un emendamento in sede referente, che ne ha interamente sostituito il testo originario, modificandone conseguentemente anche il titolo.
  Rammenta che la Commissione Lavoro, nella seduta del 25 luglio scorso, aveva concluso l'esame in sede referente del provvedimento senza conferire il mandato alla relatrice a riferire all'Assemblea.
  A seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea il 18 ottobre 2023, la Commissione ne ha quindi ripreso l'esame e nella seduta di ieri ha approvato un emendamento interamente sostitutivo.
  Nel testo trasmesso non figurano disposizioni di diretto interesse della Commissione Giustizia. La richiesta di parere si giustifica quindi alla luce del contenuto originario del provvedimento che, in particolare, all'articolo 6, recava disposizioni per la repressione di condotte elusive, prevedendo al riguardo che, qualora il giudice del lavoro accertasse la violazione di quanto disposto dalla medesima proposta di legge da parte del datore di lavoro, avrebbe dovuto disporre la corresponsione ai lavoratori del trattamento economico complessivo e di tutti gli oneri conseguenti.
  Il testo attualmente all'esame non contiene più tale previsione.
  Si sintetizzano, in ogni caso i contenuti dei due articoli di cui si compone.
  L'articolo 1 reca una delega al Governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva, al fine di assicurare ai lavoratori trattamenti retributivi giusti ed equi, contrastare il lavoro sottopagato, stimolare il rinnovo tempestivo dei contratti collettivi nazionali di lavoro; contrastare i fenomeni di concorrenza sleale (cosiddetto «dumping contrattuale»).
  I relativi principi e criteri direttivi riguardano l'individuazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro maggiormente applicati al fine di definire la condizione economica minima da riconoscere ai lavoratoriPag. 35 di ciascuna categoria; l'estensione ai lavoratori coinvolti nell'esecuzione dell'appalto dei medesimi trattamenti economici minimi applicati nel settore; l'estensione dei trattamenti economici minimi dei contratti collettivi nazionali ai gruppi di lavoratori non coperti da contrattazione collettiva.
  Inoltre tra i principi e criteri direttivi si prevedono anche strumenti di incentivazione atti a favorire il progressivo sviluppo della contrattazione di secondo livello nonché di misurazione al fine del riconoscimento di agevolazioni economiche e contributive e di incentivi al rinnovo tempestivo dei contratti collettivi nazionali, anche tramite intervento diretto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  Nell'ambito della delega il Governo è chiamato altresì a procedere a una riforma della vigilanza del sistema cooperativo e a disciplinare modelli di partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili dell'impresa.
  Il secondo articolo, reca una ulteriore delega al Governo in materia di disciplina dei controlli e informazione concernenti la retribuzione dei lavoratori e la contrattazione collettiva, al fine di incrementare la trasparenza in materia di dinamiche salariali e contrattuali nonché di contrastare il dumping contrattuale, la concorrenza sleale, l'evasione fiscale e contributiva e il ricorso a forme di lavoro sommerso o irregolare in danno dei lavoratori.
  I relativi principi e criteri direttivi riguardano la comunicazione tra le imprese e gli enti pubblici, banche di dati condivise, ispezioni e controlli, forme di rendicontazione pubblica e di monitoraggio che si avvalgano anche delle risultanze dell'attività ispettiva dell'Ispettorato nazionale del lavoro e dei suoi organi territoriali.
  Ciò premesso, propone di esprimere sul provvedimento in esame parere favorevole (vedi allegato 3).

  La sottosegretaria Giuseppina CASTIELLO dichiara di condividere la proposta di parere formulata.

  Federico GIANASSI (PD-IDP) rammenta che sul testo originario si era registrata la convergenza dei gruppi di opposizione nell'interesse di circa 4 milioni di lavoratori che, in ragione del basso salario percepito, non superano la soglia di povertà e che non si vedono riconosciuto il principio di rango costituzionale della equa retribuzione.
  Evidenzia come tutta la maggioranza – compresi quegli esponenti che avevano in passato manifestato un'apertura nei confronti del salario minimo – dopo mesi di rinvii e di dibattito in Commissione di merito e dopo tattiche di carattere eminentemente dilatorio, come quella di coinvolgere il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, ha approvato un emendamento che stravolge il testo originario, introducendo una delega al Governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva.
  Rileva quindi come la nuova formulazione tradisca la finalità di tutela dei lavoratori e pertanto dichiara il voto contrario del Partito democratico sulla proposta di parere avanzata dal presidente e relatore.

  Valentina D'ORSO (M5S) dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere, stigmatizzando sia il metodo utilizzato nel corso dell'esame in sede referente sia il merito del provvedimento.
  In particolare, sottolinea come per l'ennesima volta la maggioranza abbia compiuto un esproprio ai danni dei gruppi di opposizione e della quota a loro riservata. Evidenzia come in questo caso, tuttavia, le forze che sostengono il Governo non si siano limitate a stravolgere il contenuto di un provvedimento d'iniziativa parlamentare, ma abbiano attribuito all'Esecutivo una delega in bianco, ai danni delle prerogative non solo dei gruppi di minoranza ma di tutto il Parlamento.
  Osserva che, se il metodo utilizzato appare inaccettabile, ancora di più lo è il merito del testo emendato, il cui contenuto, nonostante l'indeterminatezza della delega, tradisce le intenzioni della maggioranza sulla tematica del salario minimo.
  Fa presente, quindi, che alcuni principi e criteri direttivi preoccupano in modo particolare il suo gruppo.
  Si riferisce, in primo luogo, al principio di cui alla lettera a) del comma 2 dell'articoloPag. 36 1 che fa riferimento, ai fini della definizione del salario minimo, ai contratti collettivi maggiormente applicati e non a quelli sottoscritti dalle sigle sindacali più rappresentative. Evidenzia che assumere tale parametro potrebbe condurre ad esiti paradossali, come quello di applicare su tutto il territorio nazionale il contratto collettivo meno vantaggioso per i lavoratori, per il solo fatto che esso sia scelto da una multinazionale in relazione ai rapporti con i suoi numerosi dipendenti.
  Tale principio di delega potrebbe determinare per le multinazionali un potere di trascinamento al ribasso della definizione del trattamento economico applicabile, per di più dotato di una particolare forza espansiva. Osserva infatti che la disposizione di cui alla lettera c) del comma 2 del medesimo articolo 1 estende anche ai gruppi di lavoratori non coperti da contrattazione collettiva il trattamento previsto dal contratto più applicato della categoria di lavoratori più affine.
  Stigmatizza inoltre il principio previsto dalla lettera d) in quanto sembra prefigurare il ritorno delle famigerate gabbie salariali e quello di cui alla lettera g), che prevede l'intervento diretto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in assenza di contrattazione o nei casi in cui un contratto sia scaduto. In proposito, evidenzia come sarebbe stato più corretto attribuire al Parlamento e non al singolo Ministro la definizione del trattamento economico minimo.
  Conclusivamente, evidenzia come nel testo originario della proposta di legge Conte C. 1275 vi fossero numerose disposizioni a tutela dei lavoratori autonomi – che si ponevano in linea di continuità con la disciplina dell'equo compenso – e come esse non sono riprodotte nel testo emendato.
  Rilevando come le forze di maggioranza si vantino di avere a cuore tale tematica, si interroga sulle ragioni che le hanno indotte a cancellare con un colpo di spugna la proposta di legge.

  Devis DORI (AVS) riservandosi di illustrare nel corso dell'esame in Assemblea le considerazioni di natura fortemente critica sul provvedimento, dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del presidente e relatore.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 29 novembre 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.40 alle 14.45.