CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 31 ottobre 2023
192.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 64

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 31 ottobre 2023. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove.

  La seduta comincia alle 12.35.

DL 123/2023: Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale.
C. 1517 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 30 ottobre 2023.

  Giandonato LA SALANDRA (FDI), relatore, formula una proposta di parere favorevole sul decreto-legge in esame (vedi allegato).

  Devis DORI (AVS) sebbene condivida la finalità del provvedimento, esprime perplessità in ordine agli strumenti dallo stesso individuati per gestire la grave situazione oggetto dell'intervento. Per tale ragione, dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

  Valentina D'ORSO (M5S) ritiene che, sebbene i temi affrontati dal decreto-legge Pag. 65siano meritevoli di attenzione, il provvedimento avrebbe dovuto rispondere alle richieste di speranza attese non solo dai cittadini del territorio di Caivano ma da quelli di altre realtà d'Italia ugualmente degradate e in cerca di riscatto.
  Osserva che l'esigenza di interventi di contrasto al degrado delle periferie e a quello esistenziale, infatti, è avvertita in molti altri comuni, quali ad esempio, quelli della provincia di Palermo, suo territorio d'origine.
  A suo avviso, inoltre, sarebbe stato più opportuno prevedere un intervento maggiormente organico in materia di disagio giovanile, sottolineando come il ricorso alla decretazione d'urgenza non sia mai opportuno quando si dispone in merito alla materia penale.
  Osserva che il decreto-legge affronta molti istituti che riscontrano il favore anche del suo gruppo, come quelli dell'ammonimento del questore e del cosiddetto «Daspo-Willy», e pertanto ritiene che – non essendo stato possibile svolgere un dibattito proficuo sul contenuto dello stesso a causa delle modalità di lavoro previste per esaminarlo – esso costituisca un'occasione mancata per delineare meglio un disegno già avviato dalla Commissione su una sentita problematica.
  Sottolinea inoltre come all'interno del decreto-legge siano anche presenti alcune macchie indelebili. Si riferisce in particolare alla cosiddetta «norma Lotito» che è stata inserita nel corso dell'esame da parte del Senato.
  Dichiara tuttavia il voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, sottolineando come nella difficile valutazione sul voto da esprimere abbia prevalso l'esigenza di consentire l'adozione di interventi che favoriscono il comune di Caivano rispetto al giudizio negativo sulle modalità di lavoro e su alcune disposizioni contenute nel provvedimento.

  Alessandro ZAN (PD-IDP) dichiara il voto contrario del Partito democratico sulla proposta di parere del relatore.
  A suo avviso, il decreto in discussione è infatti un provvedimento dannoso e pericoloso per la giustizia minorile, settore che costituisce un fiore all'occhiello dello Stato italiano.
  Evidenzia come il disagio giovanile debba essere risolto attraverso provvedimenti non sanzionatori ma che affrontano alla radice tale problematica e rileva che invece il decreto-legge in esame interviene soltanto per inasprire le pene già previste.
  Ritiene che i ragazzi che commettono dei reati debbano essere recuperati e che provvedimenti repressivi come gli istituti del Daspo e dell'ammonimento potrebbero determinare un marchio d'infamia per il minore tale da contribuire a rendere ancor più forte l'emarginazione e impossibile il recupero.
  Sottolinea, inoltre, come il suo gruppo abbia già evidenziato la propria contrarietà all'assegnazione del provvedimento in sede referente alla sola I Commissione e non anche alla Commissione Giustizia.
  Ribadisce come tale scelta, considerati i contenuti del provvedimento, ad avviso del Partito democratico è stata un grave errore, avendo pregiudicato una compiuta istruttoria.

  Simonetta MATONE (LEGA) non condivide le osservazioni svolte dai colleghi precedentemente intervenuti.
  A suo avviso, il decreto-legge in esame costituisce una giusta sintesi tra repressione delle condotte criminali e interventi di natura preventiva.
  Osserva infatti, a titolo di esempio, che la previsione della possibilità dell'applicazione della messa alla prova sin dalla fase delle indagini determinerà un duplice effetto: da un lato quello deflattivo – alleggerendo il lavoro dei tribunali – e dall'altro quello educativo – in quanto presuppone la redazione di un progetto condiviso dal minore, dai genitori e dai servizi sociali.
  Sottolinea inoltre come il decreto-legge preveda il costante coinvolgimento dei genitori e la gradualità delle misure da adottare nei confronti dei minori.
  Rammenta, infine, che nel corso dell'esame da parte del Senato è stato approvato un emendamento della Lega che prevede l'istituzione di un Osservatorio sulle periferie che servirà a monitorare la realtà sociale delle aree periferiche, promuovendoPag. 66 progetti concreti per prevenire la criminalità e una cultura della legalità con particolare attenzione per le giovani generazioni.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 12.50.

SEDE REFERENTE

  Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove.

  La seduta comincia alle 12.50.

Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di prescrizione.
C. 893 Pittalis, C. 745 Enrico Costa, C. 1036 Maschio e C. 1380 Bisa.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 30 ottobre 2023.

  Ciro MASCHIO (FDI), presidente, rammenta che nella seduta di ieri si sono concluse le votazioni sulle proposte emendative dichiarate ammissibili e che nella seduta odierna si procederà a conferire il mandato ai relatori.

  Valentina D'ORSO (M5S) annuncia il voto contrario del Movimento 5 stelle. Richiamandosi alle argomentazioni già sviluppate nel corso dell'esame del provvedimento, evidenzia come esso rappresenti un tentativo maldestro di sintesi tra le diverse sensibilità presenti in seno alla stessa maggioranza sul tema della prescrizione.
  Precisa che, a suo giudizio, un ulteriore intervento normativo su tale materia non fosse senz'altro da considerare come priorità del Parlamento e che, del resto, la sua trattazione è stata sollecitata da un gruppo di opposizione che, invero, sui temi relativi alla giustizia ha posizioni molto vicine a quelle delle forze di maggioranza, potendosi quasi assimilare ad essa.
  Ciò si è tradotto nella previsione di un meccanismo complesso, farraginoso e, soprattutto, imprevedibile nei suoi esiti, con conseguente pregiudizio per la certezza del diritto, per la tutela delle persone coinvolte nel processo penale, nonché per l'amministrazione della giustizia, che rischia di essere congestionata dalla necessità di rideterminare, per ciascun procedimento, il tempo necessario affinché maturi la prescrizione.
  Sottolinea, inoltre, come i magistrati saranno impegnati nella difficile individuazione, in concreto, della disciplina più favorevole per il reo: tutto ciò – secondo quanto risulta dal disegno di legge di bilancio – a invarianza delle risorse stanziate in favore del comparto Giustizia.
  Conclusivamente, ribadisce che si tratta di una riforma peggiorativa del sistema, che determina un'involuzione rispetto all'assetto delineato dalla legge n. 3 del 2019.

  Federico GIANASSI (PD-IDP) dichiara il voto contrario del Partito Democratico, rilevando come sulla prescrizione si sia intervenuti per quattro volte in soli sei anni e come il susseguirsi di modifiche normative non consenta di monitorare gli effetti delle riforme introdotte. In particolare, osserva come la riforma Cartabia sia in vigore soltanto dal 2021 e che sarebbe quindi necessario attendere il consolidarsi dei relativi effetti – peraltro oggetto di impegni in sede europea ai fini dell'erogazione delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza – piuttosto che riformare nuovamente la disciplina.
  Inoltre, evidenzia che l'emendamento presentato dai relatori oltre il termine si sia di fatto tradotto in una nuova proposta di legge, recante numerose criticità, quali l'assenza di una disposizione volta a regolare i profili di diritto intertemporale. Ritiene che ciò si tradurrà in un sostanziale ritorno alla cosiddetta legge ex Cirielli, che risulterà in concreto applicabile in quanto legge più favorevole al reo.

  Devis DORI (AVS) dichiara l'astensione del suo gruppo. Al riguardo, precisa che Pag. 67pur non ritenendo prioritario intervenire sulla prescrizione, condivide la proposta in esame nella parte in cui prevede il ritorno alla prescrizione sostanziale e l'abrogazione dell'improcedibilità. Stigmatizza, invece, la totale chiusura delle forze di maggioranza rispetto a emendamenti migliorativi del testo, che ipotizza siano stati respinti unicamente per non creare spaccature in seno alla stessa maggioranza. Auspica quindi che su tali proposte emendative possa esservi un'ulteriore riflessione nel corso dell'esame in Assemblea.

  Ciro MASCHIO, presidente, avverte che è pervenuto il parere favorevole della I Commissione, mentre la V Commissione ha preannunciato che renderà il parere all'Assemblea e la XII Commissione ha rinunciato ad esprimersi.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire ai relatori, onorevoli Costa e Pellicini, il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Ciro MASCHIO, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove per l'esame in Assemblea, sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 13.15.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 31 ottobre 2023. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove.

  La seduta comincia alle 13.15.

Proposte di nomina del professor Felice Maurizio D'Ettore a presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale e dell'avvocato Irma Conti e del dottor Mario Serio a componenti del medesimo Garante.
Nomine nn. 19, 20 e 21.
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Pareri favorevoli).

  La Commissione inizia l'esame congiunto delle proposte di nomina.

  Ciro MASCHIO, presidente e relatore, comunica che – a norma dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento – il termine per l'espressione del parere sulle proposte di nomina, originariamente fissato al 23 ottobre 2023, è stato prorogato dal Presidente della Camera di dieci giorni, a seguito della richiesta del 20 ottobre scorso. Avverte altresì che sulle proposte di nomina si svolgerà un'unica discussione, mentre la Commissione sarà chiamata ad esprimersi con tre votazioni distinte.
  Introduce quindi le tre proposta di nomina, del professor Felice Maurizio D'Ettore a presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, dell'avvocato Irma Conti e del dottor Mario Serio a componenti del medesimo Garante.
  L'articolo 7 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, convertito con modificazioni dalla legge 21 febbraio 2014, n. 10, ha istituito il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale e ha attribuito a tale organo il compito di vigilare affinché la custodia delle persone sottoposte alla limitazione della libertà personale sia attuata in conformità alle norme nazionali e alle convenzioni internazionali sui diritti umani ratificate dall'Italia.
  Il citato organo opera quale meccanismo nazionale di prevenzione ai sensi dell'articolo 3 del Protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, adottato il 18 dicembre 2002 con Risoluzione A/RES/57/199 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e ratificato ai sensi della legge 9 novembre 2012, n. 195, ed esercita i poteri, gode delle garanzie e Pag. 68adempie gli obblighi di cui agli articoli 4 e da 17 a 23 del predetto Protocollo.
  Il Garante nazionale è costituito in collegio ed è composto dal presidente e da due membri, i quali restano in carica per cinque anni non prorogabili.
  I suoi membri sono nominati, previa delibera del Consiglio dei Ministri, con decreto del Presidente della Repubblica, sentite le competenti Commissioni parlamentari. I componenti del Garante nazionale sono immediatamente sostituiti in caso di dimissioni, morte, incompatibilità sopravvenuta, accertato impedimento fisico o psichico, grave violazione dei doveri inerenti all'ufficio, ovvero nel caso in cui riportino condanna penale definitiva per delitto non colposo.
  Essi sono scelti tra persone, non dipendenti delle pubbliche amministrazioni, che assicurano indipendenza e competenza nelle discipline afferenti la tutela dei diritti umani, non possono ricoprire cariche istituzionali, anche elettive, ovvero incarichi in partiti politici.
  Il Garante non svolge funzioni giurisdizionali ma vigila su tutte le forme di privazione della libertà, dagli istituti di pena alla custodia nei luoghi di polizia, alla permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione, alle residenze di esecuzione delle misure di sicurezza psichiatriche (Rems), ai trattamenti sanitari obbligatori.
  Ricorda quindi le principali funzioni di tale organismo. Vigila affinché l'esecuzione della custodia delle persone detenute in carcere e degli internati sia conforme a principi e norme nazionali ed internazionali.
  Visita, senza di autorizzazione, gli istituti penitenziari, gli ospedali psichiatrici giudiziari e le strutture sanitarie destinate ad accogliere le persone sottoposte a misure di sicurezza detentive, le comunità terapeutiche e di accoglienza o comunque le strutture pubbliche e private dove si trovano persone sottoposte a misure alternative o alla misura cautelare degli arresti domiciliari, gli istituti penali per minori e le comunità di accoglienza per minori sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria, nonché, previo avviso e senza che da ciò possa derivare danno per le attività investigative in corso, le camere di sicurezza delle Forze di polizia, accedendo, senza restrizioni, a qualunque locale adibito o comunque funzionale alle esigenze restrittive; accede senza restrizioni nei locali dei centri di permanenza per i rimpatri.
  Richiede alle amministrazioni responsabili delle strutture sopra indicate le informazioni e i documenti necessari; nel caso in cui l'amministrazione non fornisca risposta nel termine di trenta giorni, informa il magistrato di sorveglianza competente e può richiedere l'emissione di un ordine di esibizione.
  Prende visione, previo consenso anche verbale dell'interessato, degli atti contenuti nel fascicolo della persona detenuta o privata della libertà personale e comunque degli atti riferibili alle condizioni di detenzione o di privazione della libertà.
  Valuta i reclami ai sensi dell'art. 35 della legge 354/1975 (ordinamento penitenziario).
  Verifica il rispetto degli adempimenti connessi ai diritti degli stranieri trattenuti presso i centri di permanenza per i rimpatri previsti dall'articolo 14 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, nonché presso i locali per la determinazione o la verifica dell'identità o della cittadinanza di cui all'articolo 6, comma 3-bis, primo periodo, del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142, accedendo senza restrizione alcuna in qualunque locale.
  Formula specifiche raccomandazioni all'amministrazione interessata, se accerta violazioni alle norme dell'ordinamento ovvero la fondatezza delle istanze e dei reclami proposti, ai sensi della vigente normativa, dai soggetti trattenuti nei citati centri di permanenza per i rimpatri e nei locali per la determinazione o la verifica dell'identità o della cittadinanza.
  Trasmette annualmente una relazione sull'attività svolta ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, nonché al Ministro dell'interno e al Ministro della giustizia.
  Il Garante nazionale può delegare i garanti territoriali per l'esercizio delle propriePag. 69 funzioni relativamente alle strutture sanitarie, sociosanitarie e assistenziali, alle comunità terapeutiche e di accoglienza, per adulti e per minori, nonché ai citati centri di permanenza per i rimpatri e ai locali per la determinazione o la verifica dell'identità o della cittadinanza, quando particolari circostanze lo richiedano e che la delega ha una durata massima di sei mesi.
  Conclusivamente, nel rinviare ai curricula allegati ai documenti n. 19, 20 e 21 assegnati alla Commissione, formula una proposta di parere favorevole su ciascuna proposta di nomina.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP) giudica grave ed erronea la decisione della maggioranza, in Commissione, di non consentire lo svolgimento delle audizioni dei candidati a tali incarichi. Ciò in quanto sarebbe stato assolutamente necessario mettere i commissari nelle condizioni di verificare se i soggetti indicati dal Governo siano effettivamente idonei per tale ruolo.
  Rileva come la recente istituzione di tale organismo abbia rappresentato un importantissimo passaggio di evoluzione democratica del Paese, manifestando in modo tangibile l'attenzione che una nazione civile deve avere nei confronti dei reclusi e di coloro che sono trattenuti in centri di accoglienza, nonché degli stessi operatori che vi lavorano. Occorre pertanto che chi sia chiamato a svolgere tali funzioni abbia non solo capacità e competenze indiscutibili, ma anche una solida esperienza sul campo del mondo delle carceri e del sistema di accoglienza e trattenimento degli immigrati. Ed infine, come prescrive la legge, è richiesto il requisito della indipendenza dai pubblici poteri, che si traduce nel divieto di sceglierli tra dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
  Tutti questi elementi – senza che ciò significhi un giudizio negativo di tipo personale o professionale – non si ravvisano nei nominativi indicati dal Governo, a partire da quello candidato alla presidenza che, seppure opterà per la aspettativa lavorativa, certamente non potrà così rimuovere una palese causa di incompatibilità tra la qualifica di professore universitario e l'incarico che si accinge ad assumere.
  Esprime quindi una forte critica per una pratica di vera e propria lottizzazione delle cariche che la maggioranza ha messo in atto, purtroppo supportata in questo anche da alcune forze di opposizione, a cui chiede di sottrarsi ad una logica spartitoria che, soprattutto in questo ambito, non dovrebbe avere cittadinanza.
  Conclusivamente, tiene a precisare che la sua parte politica non si è sottratta al confronto con il ministro Nordio ed anzi, in alcuni colloqui che l'hanno coinvolta in prima persona, si è tentato di individuare nominativi che, senza alcuna appartenenza politica, avessero competenze ed esperienze tali da assicurare una larga condivisione. Anche con alcuni colleghi di maggioranza, quali ad esempio la deputata Matone, si è cercato di compiere uno sforzo comune in tal senso. Si rammarica quindi che la scelta dell'Esecutivo si sia invece rivolta a soggetti che non hanno certamente tale profilo.

  Devis DORI (AVS) si associa alle critiche espresse nel precedente intervento e riguardanti la mancata convocazione in audizione dei candidati, imputabile ad una scelta della maggioranza prima al Senato e poi alla Camera errata e miope. Sarebbe stata infatti l'occasione per superare perplessità e dubbi in ordine all'effettivo possesso di capacità e competenze che certamente non emergono dalla sola lettura dei curricula.

  Enrico COSTA (A-IV-RE) tiene a precisare che la sua forza politica, pur di opposizione, non è stata certamente coinvolta nella scelta dei nominativi né tantomeno ha proposto sue candidature, come invece ha appreso in questa sede che è stato fatto dal Partito democratico e come, probabilmente è stato fatto dal Movimento 5 Stelle, peraltro con successo.
  Si tratta di un episodio meritevole di essere approfondito con appositi atti di sindacato ispettivo.
  Al riguardo, esprime pubblicamente la sua preferenza, come candidata a tale incarico, per Rita Bernardini la quale, però non ha riscosso evidentemente unanimi consensi.Pag. 70
  Giudica singolare una trattativa portata avanti dal Governo solo con alcune forze di opposizione, discriminando quelle evidentemente più responsabili e meno inclini a discutere su nominativi quanto piuttosto di aspetti più generali ed importanti.
  Nel ritenere che siano facilmente comprensibili le ragioni della mancata audizione dei candidati, auspica che essi saranno comunque chiamati in tempi brevi in Commissione a riferire sul loro operato concreto. Quanto alla pretesa incompatibilità, ritiene che si possa ragionare su una sua rimozione successiva all'assunzione della carica.
  Conclusivamente, dichiara il proprio voto favorevole sulle proposte di nomina.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP) chiede di poter replicare alle affermazioni del collega Costa.

  Ciro MASCHIO, presidente e relatore, invita la deputata Serracchiani a svolgere il suo intervento dopo le votazioni.
  Avverte quindi che la votazione su ciascuna proposta di parere avrà luogo a scrutinio segreto mediante il sistema delle palline bianche e nere. Dà quindi lettura delle missioni e delle sostituzioni ed indice la votazione.

  La Commissione procede alla votazione a scrutinio segreto sulle tre proposte di parere favorevole del relatore sulla nomina del professor Felice Maurizio D'Ettore a presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale e dell'avvocato Irma Conti e del dottor Mario Serio a componenti del medesimo Garante.

  Ciro MASCHIO, presidente e relatore, comunica il risultato della votazione sulla proposta di nomina del professor Felice Maurizio D'Ettore a presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (n. 19):

   Presenti... 25
   Votanti... 25
   Maggioranza... 13

    Hanno votato... 20
    Hanno votato no... 5

  (La Commissione approva).

  Hanno preso parte alla votazione i deputati: Ascari, Barabotti (in sostituzione di Morrone), Bellomo, Bisa, Buonguerrieri, Cafiero De Raho, Enrico Costa, Dondi, Dori, D'Orso, Gianassi, Iaia (in sostituzione di Palombi), La Salandra, Lacarra, Maschio, Matone, Patriarca, Pellicini, Pittalis, Pulciani, Serracchiani, Tenerini (in sostituzione di Calderone), Varchi, Vinci, Zan.

  Ciro MASCHIO, presidente e relatore, comunica quindi il risultato della votazione sulla proposta di nomina dell'avvocato Irma Conti a componente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (n. 20):

   Presenti... 25
   Votanti... 25
   Maggioranza... 13

    Hanno votato ... 20
    Hanno votato no... 5

  (La Commissione approva).

  Hanno preso parte alla votazione i deputati: Ascari, Barabotti (in sostituzione di Morrone), Bellomo, Bisa, Buonguerrieri, Cafiero De Raho, Enrico Costa, Dondi, Dori, D'Orso, Gianassi, Iaia (in sostituzione di Palombi), La Salandra, Lacarra, Maschio, Matone, Patriarca, Pellicini, Pittalis, Pulciani, Serracchiani, Tenerini (in sostituzione di Calderone), Varchi, Vinci, Zan.

  Ciro MASCHIO, presidente e relatore, comunica quindi il risultato della votazione sulla proposta di nomina del dottor Mario Serio a componente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (n. 21):

   Presenti... 25
   Votanti... 25
   Maggioranza... 13

Pag. 71

    Hanno votato ... 19
    Hanno votato no... 6

  (La Commissione approva).

  Hanno preso parte alla votazione i deputati: Ascari, Barabotti (in sostituzione di Morrone), Bellomo, Bisa, Buonguerrieri, Cafiero De Raho, Enrico Costa, Dondi, Dori, D'Orso, Gianassi, Iaia (in sostituzione di Palombi), La Salandra, Lacarra, Maschio, Matone, Patriarca, Pellicini, Pittalis, Pulciani, Serracchiani, Tenerini (in sostituzione di Calderone), Varchi, Vinci, Zan.

  Ciro MASCHIO, presidente, avverte che comunicherà i pareri favorevoli testé espressi alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP) ricorda di aver chiesto la parola prima della fase di voto per poter replicare alle affermazioni del collega Costa, secondo cui il Partito democratico avrebbe intavolato una trattativa più o meno opaca con il Governo in tema di nomine.
  Precisa al riguardo che nessuna trattativa si è svolta sul punto, avendo semplicemente sentito la sua forza politica la responsabilità di avere un ruolo propositivo cui evidentemente il Ministro Nordio, a differenza di quanto avvenuto con il partito del collega Costa nella formulazione del testo legislativo in materia di prescrizione, non ha inteso dare riscontro.

  La seduta termina alle 14.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 31 ottobre 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14 alle 14.10.