CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 28 settembre 2023
172.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2022-2023. C. 1342 Governo.

PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

Art. 6.

  Al comma 1, aggiungere in fine la seguente lettera:

   b-bis) applicare ai lavoratori esposti a specifici agenti cancerogeni o mutageni o a sostanze tossiche per la riproduzione durante il lavoro i benefici previsti per i lavori particolarmente usuranti, di cui al decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374, affinché l'esposizione ai predetti agenti e alle predette sostanze sia meno prolungata nel tempo e meno nociva alla salute.
6.1. Il relatore

  Dopo l'articolo 6, aggiungere il seguente:

Art. 6-bis.
(Princìpi e criteri direttivi per il recepimento della Direttiva (UE) 2022/2041 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 ottobre 2022, relativa a salari minimi adeguati nell'Unione europea)

  1. Nell'esercizio della delega per il recepimento della Direttiva (UE) 2022/2041 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 ottobre 2022, il Governo è tenuto a seguire, oltre ai principi e criteri direttivi generali di cui all'articolo 1, comma 1, anche i seguenti principi e criteri direttivi specifici:

   a) riconoscere al lavoratore e alla lavoratrice di ogni settore economico un salario o remunerazione minima legale proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto;

   b) introdurre in ogni caso un salario minimo o una remunerazione minima legale di 12 euro lordi all'ora;

   c) la remunerazione minima di cui alla lettera precedente è applicata anche ai lavoratori autonomi, a partita Iva, o parasubordinati ed è aggiornata annualmente in termini di progressività tenuto conto dei meccanismi di stabilizzazione dell'indice di inflazione reale.

  2. Dall'attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
6.01. Soumahoro

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ALLEGATO 2

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2022-2023. C. 1342 Governo.

RELAZIONE APPROVATA

  La XI Commissione,

   esaminato, per quanto di competenza, il disegno di legge C. 1342, recante Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2022-23;

   rilevato che il provvedimento, in relazione alle direttive elencate nel suo Allegato A, prevede, tra l'altro, il recepimento della direttiva (UE) 2022/2041 del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 ottobre 2022 relativa a salari minimi adeguati nell'Unione europea, che è volta a migliorare le condizioni di vita e di lavoro nell'Unione, in particolare attraverso l'adeguatezza dei salari minimi per i lavoratori al fine di contribuire alla convergenza sociale verso l'alto e alla riduzione delle disuguaglianze retributive;

   ricordato che tale direttiva non configura l'obbligo per gli Stati membri di introdurre un salario minimo legale, laddove la formazione dei salari sia garantita esclusivamente mediante contratti collettivi, né quello di dichiarare un contratto collettivo universalmente applicabile, consentendo che il salario minimo possa dunque essere stabilito per legge (salario minimo legale), dalla contrattazione collettiva, o dalla combinazione della fonte normativa con quella negoziale;

   segnalato dunque che la direttiva in questione, nel pieno rispetto dell'autonomia delle parti sociali, mira alla promozione della contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari, alla adeguatezza dei salari minimi legali, all'accesso effettivo dei lavoratori alla tutela garantita dal salario minimo;

   rilevato altresì che il disegno di legge in titolo, sempre nell'ambito del richiamato Allegato A, prevede poi il recepimento della direttiva (UE) 2023/970 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 maggio 2023, volta a rafforzare l'applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione;

   condiviso che per il conseguimento delle suddette finalità si stabiliscono nella direttiva sia obblighi di trasparenza e di informazioni in materia di retribuzioni sia obblighi di adeguamento, in caso di sussistenza di discriminazioni retributive di genere immotivate, e si prevedono garanzie di accesso a connessi strumenti di tutela amministrativa o giurisdizionale in favore dei lavoratori;

   segnalato, infine, per quanto riguarda il contenuto del presente disegno di legge, in relazione alle norme di interesse della XI Commissione, che l'articolo 6 reca princìpi e criteri direttivi specifici per l'esercizio della delega al Governo per il recepimento della direttiva (UE) 2022/431 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2022, volta a modificare la disciplina sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro e ad estenderne l'ambito di applicazione alle sostanze tossiche per la riproduzione umana, prevedendo di stabilire obblighi specifici del datore di lavoro, anche in materia di formazione ovvero informazione, in ragione dei nuovi livelli di rischio individuati, e di aggiornare l'attuale sistema di sorveglianza sanitaria,

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DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:

   a) con riferimento all'articolo 4, che reca specifici principi e criteri di delega al Governo per il recepimento della direttiva (UE) 2022/2557 del 14 dicembre 2022, relativa alla resilienza dei soggetti critici, si valuti l'opportunità di prevedere specifiche tutele per i lavoratori dei settori interessati;

   b) con riferimento all'articolo 6, comma 1, si valuti l'opportunità di applicare ai lavoratori esposti a specifici agenti cancerogeni o mutageni o a sostanze tossiche per la riproduzione durante il lavoro i benefici previsti per i lavori particolarmente usuranti, di cui al decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374, affinché l'esposizione ai predetti agenti e alle predette sostanze sia meno prolungata nel tempo e meno nociva alla salute.

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ALLEGATO 3

Indagine conoscitiva sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro.

PROGRAMMA DELL'INDAGINE CONOSCITIVA

  Il mondo del lavoro sta subendo, da pochi anni a questa parte, così tante sollecitazioni al cambiamento, quante mai ne ha sperimentate prima nella moderna storia economica delle civiltà industrializzate.
  La risposta alla crisi pandemica ha dato il là ad una rapida velocizzazione nella progressiva integrazione nei processi produttivi di sistemi tecnologici sempre più complessi, intuitivi e generativi, che influenzano non solo i modi di lavorare delle persone, ma il concetto stesso di lavoro all'interno della nostra società.
  Consapevoli di essere dinanzi ad un fenomeno globale che impatta sulle modalità produttive delle economie moderne, pertanto non del tutto controllabile a livello di singoli paese, è tuttavia necessario procedere ad un approfondimento delle tematiche concernenti il rapporto tra tecnologia, in special modo quella artificiale e generativa, e lavoro, nel senso di valutarne gli impatti potenziali sulle filiere e consentire interventi correttivi o di protezione, volti ad una implementazione responsabile a livello di sistema Paese.
  In tal senso, negli ultimi due anni si è passati dall'analisi dei rischi concernenti la potenziale alienazione delle persone all'interno di organizzazioni in cui la presenza fisica nei luoghi di lavoro si è ridotta, a vantaggio di contatti esclusivamente attraverso l'utilizzo di piattaforme digitali, a riservare attenzione al crescente progresso di sistemi di intelligenza artificiale generativa, i quali hanno dimostrato, già in fase di primordiale sperimentazione, di poter mettere in crisi vaste aree del diritto e dell'economia, sollecitando l'adozione di azioni, se non difensive, quantomeno correttive, di cui ancora non si conoscono portata e perimetri.
  In effetti, la rapida accelerazione della tecnologia, sospinta da eventi storici ad alto impatto sul piano dello scacchiere mondiale, quale la pandemia e la destabilizzazione degli scenari geopolitici diffusi, ha fatto compiere un salto da una prima fase, concernente lo scollegamento tra luogo di lavoro e luogo della prestazione, caratterizzata dalla massiva diffusione dello smartworking e delle pratiche organizzative e di gestione del lavoro e delle risorse umane connesse, ad una seconda fase, ben più complessa, in cui la tecnologia artificiale generativa è impostata entro una via di futura integrazione nei processi produttivi, in special modo quelli a carattere intellettuale, con l'effetto di integrare e/o sostituire compiti e mansioni affidati alle persone.
  Proprio questa seconda fase, complice una narrazione non del tutto chiara e a tratti troppo entusiasta o allarmistica, ed una scarsa verifica effettiva sui reali progressi della tecnologia, sollecita valutazioni contrapposte sui potenziali effetti del massiccio ricorso alla Intelligenza Artificiale (AI) all'interno delle aziende e del mondo del lavoro.
  Si discute dunque:

   a) di un primo effetto integrativo a carattere positivo, nel quale si teorizza che i sistemi di intelligenza artificiale generativa saranno in grado di integrare le mansioni ed i compiti delle persone, incrementandone la produttività, causando una riduzione di posti di lavoro limitata ed un generale miglioramento, ancorché parzialmente traumatico per settori ben specifici, delle economie ed un mutamento dei tessuti produttivi;

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   b) di un secondo effetto sostitutivo a carattere negativo, nel quale si teorizza una massiva sostituzione di lavoratori i cui compiti, in special modo quelli di natura routinaria e ad alta connotazione intellettuale, saranno progressivamente sostituiti da un massiccio ricorso alla tecnologia, con effetti dirompenti, non verificati, sui livelli occupazionali in seno alle economie più moderne.

  In materia si segnalano svariati studi di provenienza accademica o aziendale, con un angolo di visuale orientato verso il mondo del lavoro in Paesi esteri, quindi – è bene evidenziarlo – senza alcuna specifica valutazione alle peculiarità del tessuto produttivo italiano. Uno studio di Bank of America ha rilevato come dal 1985 ad oggi l'automazione progressiva ha ridotto da 8 a 2 il numero di persone necessarie a produrre 1 milione di dollari di fatturato in aziende S&P500, e ci si interroga quale effetto progressivo può avere – ammesso che lo avrà – il ricorso all'intelligenza artificiale, se è vero che Goldman Sachs è giunta a sostenere che l'intelligenza artificiale generativa provocherà una trasformazione industriale su larga scala, con un incremento del PIL globale del 7 per cento e una perdita potenziale di oltre 300 milioni di posti di lavoro sempre su scala globale.
  Quanto agli USA, un working paper edito dalla Cornell University a firma, tra gli altri, di Pamela Mishkin, fondatrice di OpenAI, società produttrice del sistema di intelligenza artificiale Chat Gpt, stima che un decimo delle attività dell'80 per cento della forza lavoro americana potrebbe essere impattato e come metà delle mansioni di un lavoratore su cinque andrebbe ad essere coperta dai nuovi software. Ma soprattutto, l'intelligenza artificiale integrata nei sistemi digitali e nei macchinari esistenti si stima potrà svolgere fra il 47 e il 56 per cento delle mansioni del mondo del lavoro, con impatti sulla metà almeno dei 158 milioni degli occupati USA.
  Studi OCSE evidenziano, in maniera similare, come il rischio di totale eliminazione delle professioni attuali riguardi il 9 per cento dei lavori, mentre percentuali molto maggiori (circa il 35 per cento) sarebbero quelle che andranno incontro a una profonda trasformazione, derivante dall'automazione di determinate mansioni al loro interno.
  In merito alla situazione italiana, gli ultimi dati presentati dall'Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche (INPAAL) evidenziano come, su un campione di trentamila imprese, l'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale varia dall'1,5 per cento nelle piccole aziende (con meno di 50 dipendenti) al 12 per cento di quelle con oltre 250 dipendenti, dal 7 per cento nel comparto dei servizi ad alta tecnologia all'1,2 per cento nei servizi meno qualificati.
  Tali dati confermano la necessità di indagare e governare con urgenza questo cambiamento, per scongiurare, in prima battuta, l'acuirsi di disuguaglianze produttive e competitive all'interno del sistema Paese, anche in termini di valore aggiunto per ora lavorata, ed in seconda fase individuare potenziali rischi del sistema Paese connessi ad eventuali processi di massiva ristrutturazione.
  Sotto tale aspetto, si consideri che nel 2021 la media annuale italiana di ore effettivamente lavorate da un singolo lavoratore dipendente o autonomo è stata di 1.669 ore, considerando sia il lavoro a tempo pieno sia il lavoro part-time. Si tratta di un dato superiore alla media dell'Unione europea, che si attesta sulle 1.556 ore. Ciò, purtroppo, non ha fatto che incrementare l'ampio differenziale negativo nella dinamica della produttività del lavoro dell'Italia rispetto alle altre economie europee.
  Nel periodo 1995-2021, infatti, la crescita media annua della produttività del lavoro in Italia (+0,4 per cento) è stata decisamente inferiore a quella registrata nel resto d'Europa (+1,5 per cento nell'UE-27).
  Il divario rispetto alle altre economie europee è risultato particolarmente ampio in termini di evoluzione del valore aggiunto, a fronte di variazioni molto limitate in termini di ore lavorate e dell'introduzione di innovazioni tecnologiche.
  Questi dati potrebbero rappresentare un campanello d'allarme, sollecitando le organizzazioni produttive ad alto impatto occupazionale ad implementare tecnologie sostitutive anziché integrative, favorendo effettiPag. 105 negativi piuttosto che positivi per il mercato del lavoro e l'economia in senso ampio.
  Molti Paesi ed aziende nazionali e multinazionali, nell'affrontare le sfide portate dalle innovazioni tecnologiche nel mondo del lavoro in termini di produttività, hanno infatti già deciso di dare vita a sperimentazioni, volte anche a soluzioni riguardanti la rimodulazione dell'organizzazione dell'orario di lavoro.

Le linee e gli obiettivi dell'indagine

  Alla luce delle suddette premesse, l'obiettivo dell'indagine conoscitiva è dunque di porre le condizioni per poter comprendere e verificare le proposte, le prospettive ed i risultati dell'impatto dell'Intelligenza Artificiale e delle nuove tecnologie all'interno del lavoro, nel breve e nel medio termine.
  Attesa la centralità della questione nelle dinamiche economico-sociali e produttive del nostro Paese, sia singolarmente considerato sia, a maggior ragione, entro un quadro globale di economie interconnesse, in cui la tecnologia rende liquidi i confini dei commerci e della produzione, si intende approfondire ogni aspetto relativo al rapporto tra tecnologia e lavoro, con lo scopo di tracciare un punto di fatto e di sollecitare una produzione normativa che sappia incrementare la produttività delle aziende, rilanciando l'economia, e proteggere il mercato del lavoro, nella direzione di una crescita economica socialmente responsabile.
  Mediante l'indagine conoscitiva si intende quindi effettuare un'analisi costi benefici circa l'introduzione di tecnologie dirompenti all'interno del panorama aziendale e del mondo del lavoro italiano, allo scopo, soprattutto, di individuare i risvolti positivi in termini di produttività del lavoro. Saranno analizzati con particolare attenzione i settori che hanno visto una maggiore evoluzione dovuta all'introduzione delle nuove tecnologie, quali i settori della logistica, della sanità, dell'editoria e della comunicazione, delle traduzioni, dell'assistenza digitale e della cybersicurezza, nonché il settore delle costruzioni sia per quanto riguarda l'edilizia residenziale sia con riferimento alle opere infrastrutturali.

I soggetti da ascoltare in audizione

  Nell'ambito dell'indagine, si procederebbe all'audizione dei seguenti soggetti:

   rappresentanti istituzionali (rappresentanti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e degli altri Ministeri competenti, delle Autorità indipendenti operanti nel settore, della Commissione europea e del Parlamento europeo, nonché dei rappresentanti delle organizzazioni internazionali operanti nel settore);

   rappresentanti dell'associazione Lavoro&Welfare;

   rappresentanti della società Intesa Sanpaolo;

   rappresentanti della società Luigi Lavazza;

   rappresentanti della società Awin Italia;

   rappresentanti della società Toyota Material Handling Manifacturing Italy;

   rappresentanti del gruppo Tria;

   rappresentanti della società Carter & Benson;

   rappresentanti della società Mondelez International Italia;

   rappresentanti della società Sky Italia;

   rappresentanti del gruppo SIRTI;

   rappresentanti della società Illimity Bank;

   rappresentanti della società Manpower;

   rappresentanti della società Umana;

   rappresentanti della società Arcese;

   rappresentanti del gruppo Grimaldi;

   rappresentanti della società ENEL;

   rappresentanti di ulteriori realtà produttive particolarmente interessate dall'impatto dell'Intelligenza Artificiale sul lavoro;

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   rappresentanti delle principali associazioni di categoria;

   rappresentanti delle organizzazioni sindacali e datoriali;

   esperti e studiosi della materia provenienti da atenei e istituti di ricerca.

  Nel corso dell'indagine la Commissione potrebbe svolgere – previa autorizzazione del Presidente della Camera dei deputati – specifiche missioni di studio presso le sedi delle società interessate, anche per incontrare rappresentanze del personale.
  L'indagine conoscitiva si concluderebbe entro il 31 marzo 2024.