CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 12 luglio 2023
141.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 182

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 12 luglio 2023.

Nell'ambito dell'esame della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla lotta contro la corruzione, che sostituisce la decisione quadro 2003/568/GAI del Consiglio e la convenzione relativa alla lotta contro la corruzione nella quale sono coinvolti funzionari delle Comunità europee o degli Stati membri dell'Unione europea, e che modifica la direttiva (UE) 2017/1371 del Parlamento europeo e del Consiglio (COM(2023) 234 final).
Audizione del prof. Marco Gambardella.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.05 alle 14.35.

Audizione del prof. Enzo Cannizzaro.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.35 alle 15.10.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 12 luglio 2023. — Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA.

  La seduta comincia alle 15.10.

Sull'ordine dei lavori.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, propone, concorde la Commissione, di procedere ad un'inversione nell'ordine dei lavori della seduta odierna, nel senso d'iniziare con l'esame del disegno di legge C. 1183 Governo per procedere, successivamente, all'esame del disegno di legge C. 1239 Governo.

DL 57/23: Misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico.
C. 1183 Governo.
(Parere alle Commissioni I e V).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Antonio GIORDANO (FDI), relatore, ricorda che il provvedimento all'esame consta di 4 articoli suddivisi in 10 commi. In particolare, l'articolo 1 al comma 1 autorizza gli enti del servizio sanitario della Regione Calabria ad adottare il bilancio di esercizio 2022 entro il 30 giugno 2023 e a deliberare i bilanci aziendali pregressi, ove non ancora adottati, entro il 31 dicembre 2024. Con riguardo alla disposizione di cui al comma 2, rileva che la legge di bilancio per il 2021, all'articolo 1, comma 495, ha consentito alle Regioni ed alle Province autonome di Trento e di Bolzano di assegnare alle strutture private accreditate, che durante l'emergenza sanitaria abbiano sospeso le attività ordinarie, un contributo, fino alla misura massima del 90 per cento del budget assegnato, al fine di ristorarle dei costi fissi comunque sostenuti.
  Il comma 2 consente alle regioni e province autonome che, per l'anno 2021, non si siano avvalse di quanto previsto dalla normativa vigente in materia di acconti per prestazioni acquistate dal SSN da privati accreditati, di riconoscere un contributo una tantum a determinate strutture private accreditate a titolo di ristoro di quota parte dei costi fissi comunque sostenuti a seguito di eventuali sospensioni di attività ordinarie disposte nell'anno 2021 in funzione dell'andamento dell'emergenza da COVID-19. Il contributo non deve superare il 90 per cento del budget assegnato nell'ambito degli accordi contrattuali stipulati per l'anno 2021. Nel caso in cui il volume delle attività assistenziali effettivamente svolte sia superiore al 90 per cento, non si dà luogo al contributo ed il riconoscimento è commisurato all'effettiva produzione nell'ambito del budget massimo assegnato per l'anno 2021.Pag. 183
  L'articolo 2, comma 1, reca modifiche al Codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo n. 36 del 2023, volte a stabilire che i requisiti attestanti la parità di genere non possono essere autocertificati ma devono essere dimostrati mediante il possesso della certificazione prevista dal Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo n. 198 del 2006. Il comma 2 reca disposizioni finalizzate ad assicurare l'immediata entrata in vigore della disciplina relativa alle misure di sostegno per alloggi universitari (cosiddetto «nuovo housing universitario») in attuazione della Riforma 1.7 della Missione 4, componente 1, del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  Fa osservare che, in particolare, la nuova disposizione sopprime la previsione che subordina l'efficacia della nuova disciplina legislativa in materia di alloggi per studenti universitari – in attuazione della Riforma 1.7 della Missione 4, Componente 1 del PNRR – all'autorizzazione da parte della Commissione europea.
  Rileva al riguardo, richiamando la relazione illustrativa, che la Direzione generale Concorrenza della Commissione europea ha recentemente comunicato di chiudere amministrativamente il caso riguardante la misura in questione, condividendo le considerazioni svolte dalle Autorità italiane in relazione alla non configurabilità di un aiuto di Stato nel caso di specie. Conseguentemente, la nuova disposizione provvede ad uniformare il testo normativo agli esiti delle interlocuzioni con la Commissione europea, confermando, anche a livello legislativo, l'immediata operatività della misura in questione.
  L'articolo 3 riapre fino al 29 luglio di quest'anno i termini per la presentazione d'istanze di autorizzazione alla realizzazione ovvero all'esercizio, anche a seguito di ricollocazione, di unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione ai Commissari straordinari del Governo già nominati (comma 1 e 3). Estende inoltre da centotrenta a duecento giorni il termine di conclusione del procedimento di autorizzazione, prevedendo ora che includa le valutazioni ambientali, da cui la disciplina precedente prevedeva l'esenzione (comma 2).
  Segnala che tali previsioni sono finalizzate a semplificare le procedure relative alla presentazione delle istanze nel quadro delle iniziative legate alla realizzazione di nuove capacità di rigassificazione mediante l'ormeggio stabile di mezzi navali del tipo FSRU (Floating Storage and Regasification Unit) e tramite la realizzazione delle connesse infrastrutture per l'allacciamento alla rete di trasporto esistente, allo scopo di consentire la ricezione e rigassificazione del gas naturale liquefatto e il successivo trasferimento del gas in condotte che lo convoglino nel punto di connessione alla rete nazionale dei gasdotti.
  Afferma di considerare la scelta di optare per una disciplina in grado di garantire procedure chiare e certe e, al contempo, di assicurare l'entrata in funzione di nuovi terminali entro tempi compatibili con la necessità di evitare criticità energetiche per il Paese. Fermi restando i programmi di decarbonizzazione del sistema energetico italiano, tali misure sostengono gli sforzi volti a diversificare le fonti di approvvigionamento di gas allo scopo di garantire la sicurezza energetica nazionale, conciliando tale esigenza con l'opportunità di trovare eventualmente – previa idonea progettazione delle future localizzazioni alternative – destinazioni di più lungo periodo per la collocazione di talune infrastrutture di rigassificazione.
  Segnala che il comma 4 inserisce le opere e le infrastrutture finalizzate all'incremento della capacità di rigassificazione nazionale mediante unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione nell'allegato I-bis alla parte seconda del decreto legislativo n. 152 del 2006 recante le opere, gli impianti e le infrastrutture necessarie al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC), predisposto in attuazione del regolamento (UE) 2018/1999). Ciò affinché le opere in oggetto siano considerate di pubblica utilità, indifferibili e urgenti, e che il procedimento di valutazione di impatto ambientale venga effettuato nei termini e con le modalità previsti dall'articolo 8-bis e Pag. 184dall'articolo 25 del medesimo decreto legislativo (per la parte disciplinante il cosiddetto «fast-track»).
  Conclude anticipando la presentazione di una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore, on. Giordano.

DL 75/2023: Disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l'organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per l'anno 2025.
C. 1239 Governo.
(Parere alle Commissioni I e XI).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Fabio PIETRELLA (FDI), relatore, ricorda che la XIV Commissione è chiamata ad esprimere un parere sulle disposizioni di competenza contenute nel disegno di legge C. 1239, d'iniziativa del Governo, di conversione del decreto-legge n. 75 del 2023, recante disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l'organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per l'anno 2025, all'esame in sede referente presso le Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro.
  Il provvedimento – composto di 44 articoli, suddivisi in 5 Capi – reca disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni (Capo I), interventi in materia di agricoltura (Capo II), disposizioni urgenti in materia di sport (Capo III), norme in materia di lavoro (Capo IV), nonché disposizioni per il Giubileo della Chiesa cattolica per l'anno 2025 (Capo V).
  Considerata l'accentuata natura intersettoriale del decreto-legge, si limita ad illustrare le disposizioni di competenza della nostra Commissione, rinviando alla documentazione predisposta dagli uffici della Camera per ogni ulteriore approfondimento.
  In primo luogo, menziona l'articolo 8, che dispone alcune modifiche alla disciplina vigente in materia di riparto delle risorse già stanziate per garantire la piena operatività delle reti oncologiche regionali: in particolare, si prevede l'intesa in sede di Conferenza Stato-regioni sul decreto di riparto, ammettendo al finanziamento tutte le regioni e le province autonome, in deroga alle disposizioni legislative vigenti in materia di compartecipazione della spesa sanitaria; più specificamente, si deroga ai princìpi di autofinanziamento della spesa sanitaria da parte delle autonomie speciali.
  Al riguardo, ricorda che il decreto-legge n. 198 del 2022 ha previsto l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero della salute, di un Fondo per l'implementazione del Piano oncologico nazionale 2023-2027, con una dotazione pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027, destinato al potenziamento delle strategie e delle azioni per la prevenzione, la diagnosi, la cura e l'assistenza al malato oncologico. Tali strategie ed azioni devono conformarsi ai criteri e alle direttive del Piano oncologico europeo 2021 (Europe's Beating Cancer Plan).
  Tale Piano, presentato dalla Commissione europea il 3 febbraio 2021, definisce il nuovo approccio dell'UE in materia di prevenzione, trattamento e assistenza, affrontando la malattia in tutte le sue fasi e concentrandosi sulle azioni alle quali l'UE può apportare il massimo valore aggiunto.
  Fa presente, entrando più nel dettaglio, che il Piano si articola in quattro aree d'intervento, nelle quali sono previste 10 iniziative faro e numerose azioni di supporto. Per realizzarle, vengono attivati tutti gli strumenti di finanziamento della Commissione, con uno stanziamento complessivo di 4 miliardi di euro dal programma EU4Health, da Orizzonte Europa e dal programma Europa digitale, solo per citarne alcuni.
  I quattro settori di intervento sono: 1) prevenzione, attraverso azioni finalizzate ad arginare i principali fattori di rischio, ad esempio il tabagismo, il consumo nocivo di Pag. 185alcol, l'inquinamento ambientale e le sostanze pericolose; 2) individuazione precoce, facendo in modo che entro il 2025 il 90 per cento della popolazione dell'UE che soddisfa i requisiti per lo screening del tumore al seno, del tumore del collo dell'utero e del tumore del colon-retto abbia la possibilità di sottoporvisi; 3) diagnosi e trattamento, mediante azioni volte a garantire che di qui al 2030 il 90 per cento degli aventi diritto abbia accesso a centri nazionali integrati di cancerologia facenti parte di una rete UE; 4) miglioramento della qualità della vita dei malati di cancro, compresi gli aspetti di riabilitazione e di possibile recidiva o metastasi, e misure per facilitare l'integrazione sociale e il reinserimento lavorativo.
  Passando all'articolo 19, esso reca modifiche alla disciplina del Comitato ETS, che rappresenta l'Autorità nazionale competente per l'attuazione delle disposizioni della direttiva 2003/87/CE (cosiddetta direttiva Emission Trading System – ETS).
  Ricorda che tale direttiva rappresenta il caposaldo della politica dell'Unione per affrontare i cambiamenti climatici, attraverso la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (GES) in modo economicamente efficiente. La norma in esame, in primo luogo, affida al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (MASE) tutta la preliminare attività istruttoria per la stesura degli atti deliberativi del Comitato; in secondo luogo, dispone che il MASE possa avvalersi anche di Unioncamere per l'implementazione informatica del Portale ETS, ovvero lo strumento utilizzato ai fini dell'interlocuzione con i destinatari della disciplina dell'emission trading system.
  Viene modificata, inoltre, la composizione della Segreteria tecnica del Comitato ETS, prevedendo un aumento (da 5 a 6 unità) del numero dei componenti: uno è designato da ISPRA, uno da ENAC, uno dal GSE, uno dalla società in house del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica avente compiti in materia di ETS, e uno da Unioncamere. Il coordinatore – designato dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica – è scelto tra persone dotate di comprovata esperienza nel settore ETS, dunque non necessariamente tra i funzionari di ruolo del medesimo Dicastero.
  Segnala, altresì, l'articolo 30, che assegna ad Agecontrol S.p.A. – agenzia pubblica che svolge le verifiche di conformità alle norme di commercializzazione applicabili nel settore degli ortofrutticoli freschi – ulteriori attività in materia di controlli e di contrasto alle frodi agro-alimentari, tra cui:

   l'esercizio della potestà sanzionatoria per gli illeciti amministrativi in materia di commercializzazione all'interno dell'Unione europea e di interscambio con i Paesi terzi dei prodotti ortofrutticoli freschi;

   l'esecuzione dei controlli ex post di cui al regolamento (UE) n. 2021/2116, recante norme sul finanziamento, la gestione e sul monitoraggio della Politica agricola comune (PAC);

   verifiche istruttorie, contabili e tecniche nei settori di intervento di cui al regolamento (UE) n. 2021/2115 (prodotti ortofrutticoli, apicoltura, vitivinicolo, luppolo, olio d'oliva, olive da tavola), nonché sugli aiuti per la distribuzione di ortofrutticoli, latte e prodotti lattiero-caseari agli istituti scolastici di cui al regolamento (UE) n. 1308/2013;

   esecuzione dei controlli sulle attività delegate dall'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) ai sensi del regolamento delegato (UE) n. 2022/127.

  Al riguardo, ricorda che il Regolamento n. 2021/2115 definisce i requisiti comuni in base ai quali gli Stati membri elaborano i propri piani strategici della PAC, finanziati dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR): in particolare, è previsto un sistema di condizionalità, in virtù del quale è applicata una sanzione amministrativa agli agricoltori e ad altri beneficiari che ricevono pagamenti diretti o pagamenti annuali se non sono conformi alle buone condizioni agronomichePag. 186 e ambientali (BCAA) e a specifici requisiti relativi alle condizioni di lavoro e di impiego.
  Da ultimo, accenna brevemente al contenuto dell'articolo 37, che rende applicabile anche agli investimenti effettuati dal 1° luglio al 30 settembre 2023 il contributo riconosciuto, sotto forma di credito d'imposta pari al 50 per cento degli investimenti effettuati, per gli investimenti pubblicitari di società e associazioni sportive che investono nei settori giovanili e rispettano determinati limiti dimensionali: il comma 2 di tale articolo, infatti, chiarisce che le agevolazioni sono concesse ai sensi e nei limiti del regolamento (UE) n. 1407/2013, relativo agli aiuti «de minimis», ovvero gli aiuti di piccola entità, che come tali non rientrano nell'ambito di applicazione dell'articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in quanto non hanno un'incidenza significativa sulla concorrenza e sugli scambi.
  Alla luce di queste considerazioni, formula una proposta di parere favorevole di cui dà lettura (vedi allegato 2).

  Nessun altro chiedendo d'intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore, on. Pietrella.

  La seduta termina alle 15.20.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 12 luglio 2023. — Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA.

  La seduta comincia alle 15.20.

Programma di lavoro della Commissione per il 2023 – Un'Unione salda e unita.
(COM(2022) 548 final).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2023.
Doc. LXXXVI, n. 1.
Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1° luglio 2023-31 dicembre 2024) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze spagnola, belga e ungherese e dall'Alto rappresentante, presidente del Consiglio «Affari esteri».
(10597/23).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Antonio GIORDANO (FDI), relatore, sottolinea come l'esame congiunto della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, del programma di lavoro della Commissione europea e del programma del trio di Presidenze del Consiglio dell'UE costituisca un passaggio cruciale per l'intervento del Parlamento nella definizione della politica europea dell'Italia. Tale disamina si colloca all'interno di una vera e propria «sessione europea di fase ascendente», dedicata alla valutazione ed al confronto tra le priorità delle Istituzioni europee e quelle del Governo per l'anno in corso.
  La relazione programmatica viene predisposta ai sensi dell'articolo 13 della legge n. 234 del 2012, secondo il quale il Governo presenta ogni anno, entro il 31 dicembre, una relazione che indica gli obiettivi, le priorità e gli orientamenti che l'Esecutivo intende seguire a livello europeo nell'anno successivo.
  Il documento viene esaminato congiuntamente con gli strumenti di programmazione politica e legislativa dell'UE, secondo la procedura prevista da un parere della Giunta per il regolamento della Camera del 14 luglio 2010 che prevede l'esame da parte di tutte le Commissioni permanenti, per i profili ricadenti nell'ambito delle rispettive competenze, che approvano un parere, l'esame generale da parte della Commissione politiche dell'UE, che presenta una relazione all'Assemblea, e la discussione in Assemblea, che di norma si conclude con l'approvazione di atti di indirizzo al Governo.
  L'esame dei documenti presenta un rilievo politico e strategico ancora più significativo trattandosi della prima volta che le Camere sono chiamate a questo esercizio nella legislatura iniziata nello scorso ottobre.Pag. 187 Ciò ci consente di stilare un primo bilancio dell'azione svolta sinora dal Governo in Europa e di sostenerla con indirizzi su tutte le grandi priorità politiche e legislative con le quali la XIV Commissione ha iniziato a confrontarsi.
  Nel concentrarsi sulla relazione programmatica, ricorda che è stata predisposta dal Governo tenendo conto delle priorità legislative dell'Unione europea delineate dal Programma di lavoro della Commissione europea, in larga misura già attuato. La relazione programmatica non tiene invece conto del programma di diciotto mesi del Trio di Presidenze del Consiglio (Spagna, Belgio e Ungheria) che è stato presentato il 20 giugno scorso.
  La relazione programmatica si articola in quattro parti, relative rispettivamente allo Sviluppo del processo di integrazione europea, alle specifiche politiche strategiche, alla dimensione esterna dell'UE, al coordinamento nazionale delle politiche europee.
  Ciascuna parte è suddivisa in capitoli tematici ai quali, secondo il modello utilizzato nei due anni precedenti, vengono ricondotti ben 113 «dossier» specifici, relativi a singole questioni o proposte legislative dell'UE: ogni dossier riporta l'obiettivo individuato, le azioni che il Governo intende porre in essere per perseguirlo nonché i risultati attesi.
  Passando ad una sintetica illustrazione dei contenuti, rileva che la prima parte della relazione è dedicata alle politiche ed alle iniziative volte al rafforzamento del processo di integrazione europea sotto il profilo sia economico che istituzionale. Il Governo indica quale suo obiettivo prioritario quello di partecipare con funzione trainante ad un processo di approfondimento dell'integrazione europea coerente con le posizioni e gli interessi nazionali, anche mediante l'elaborazione di proposte concrete per rendere l'Unione più efficace e funzionale.
  In questo ambito sono enucleate come prioritarie le recentissime proposte legislative sulla riforma della governance economica e la revisione del bilancio dell'Unione; le proposte sull'adattamento della moneta comune all'era digitale; la nuova proposta di direttiva cosiddetta «BEFIT» Intesa all'introduzione di regole comuni per la tassazione delle imprese in Europa; le proposte su un nuovo regime di accise dei tabacchi lavorati e sulla tassazione dell'economia digitale.
  La seconda parte si sviluppa intorno a quattro obiettivi strategici del programma di lavoro della Commissione europea per il 2023 e segnatamente: il Green Deal europeo; un'Europa pronta per l'era digitale; la promozione dello stile di vita europeo; la democrazia europea.
  L'attuazione del Green Deal sarà, ad avviso del Governo, condizionata, nel contesto dell'aggressione russa contro l'Ucraina, dalla necessità di reagire in modo coeso e determinato alle molteplici crisi in corso, a cominciare da quella energetica, adottando misure in grado di potenziare la base economica dell'Unione.
  Il Governo riserva particolare attenzione alle numerose proposte legislative connesse al pacchetto «Fit for 55», relative a questioni come l'efficienza energetica, le energie rinnovabili, le strategie di mobilità sostenibile, l'uso del suolo, la tassazione dell'energia, la condivisione degli sforzi e lo scambio di quote di emissione, la strategia «Dal produttore al consumatore» per guidare la transizione dell'agricoltura verso pratiche più sostenibili.
  In questo contesto, il Governo riconosce priorità alla proposta sulla certificazione degli assorbimenti di carbonio, soprattutto in agricoltura, volta permettere lo sviluppo del mercato dei crediti di carbonio, esaminata nei giorni scorsi dalla XIV Commissione sotto il profilo del rispetto del principio di sussidiarietà, ed al dossier riguardante l'etichettatura nutrizionale, particolarmente delicato per gli interessi nazionali, con riferimento alla possibile introduzione obbligatoria di un sistema direttivo di etichettatura come il cosiddetto Nutriscore.
  Ricorda che l'Esecutivo considera altresì molto importante, proprio in collegamento con il Green deal europeo, la proposta di direttiva sulla tutela penale dell'ambiente.Pag. 188
  Nella sezione sull'Europa digitale invece vengono affrontati i temi connessi alle potenzialità e ai pericoli del processo di digitalizzazione. In questo contesto l'Esecutivo intende seguire i lavori relativi al cosiddetto Chips Package, volti a fare fronte alle carenze di semiconduttori; all'istituzione di uno strumento per le emergenze nel mercato unico; alla proposta di regolamento sulle materie prime critiche; alla proposta di regolamento sulla libertà dei media; alle proposte relative ad e-privacy, responsabilità per danno da prodotti difettosi e da intelligenza artificiale, e piattaforme di lavoro digitali.
  Fa presente che il Governo riconduce allo sviluppo delle competenze e all'utilizzo degli strumenti digitali, il dossier sulla digitalizzazione e valorizzazione dell'ecosistema nazionale del turismo, settore strategico per il nostro Paese che, anche sulla base del mandato europeo, dovrà essere ripensato in termini di sostenibilità, innovazione e resilienza.
  Nella sezione relativa alla promozione dello stile di vita europeo, il Governo riserva attenzione anzitutto alle politiche migratorie.
  Ciò con particolare riferimento:

   al pacchetto d'iniziative ricomprese nel Patto europeo su migrazione ed asilo, nella direzione della riduzione degli effetti del principio della responsabilità dello Stato di primo ingresso sulle domande di asilo; alla previsione di adeguate misure di solidarietà, fondate su un meccanismo di redistribuzione dei migranti sbarcati tra tutti gli Stati membri e su una concreta strategia europea sui rimpatri;

   allo sviluppo di ogni misura utile a prevenire e fronteggiare il fenomeno il traffico di migranti; alla promozione di percorsi di apprendimento e di valorizzazione delle competenze dei cittadini stranieri, con particolare riferimento a gruppi vulnerabili di migranti, al contrasto del caporalato e del lavoro sommerso, alla realizzazione di programmi di mobilità professionale e formativa in partnership con gli Stati d'origine, anche per facilitare il riconoscimento delle qualifiche dei cittadini di Paesi terzi e attrarre competenze adeguate;

   al Piano d'azione per il Mediterraneo centrale: il Governo si farà promotore della necessità di rafforzare la dimensione esterna dell'UE, rilanciando la collaborazione con i principali Paesi di origine e soprattutto di transito dei movimenti migratori nonché il consolidamento della cooperazione con il Niger, attraverso la rapida attuazione di un partenariato operativo anti-traffico; alla sperimentazione relativa agli studi pilota lanciati dalla Commissione europea nel 2022 per la produzione di nuove statistiche in materia di migrazione e protezione internazionale, in settore chiave quali asilo, rimpatrio, reinsediamenti, permessi di soggiorno e soggetti vulnerabili. Inoltre, sarà assicurata la partecipazione ai lavori relativi alla proposta di regolamento quadro sulla raccolta di dati – statistiche europee sulla popolazione (ESOP);

  alla governance dell'area Schengen, con particolare riguardo al superamento del regime di ripristino dei controlli alle frontiere interne posti in essere da diversi Stati membri, alla revisione del meccanismo di valutazione Schengen e alla modifica del Codice frontiere Schengen.
  Nel contesto dell'«Unione della sicurezza», la Relazione riferisce che verrà invece prestata particolare attenzione alla normativa sul congelamento e confisca dei beni e patrimoni derivanti da attività criminose; al rafforzamento della cooperazione transfrontaliera per il recupero dei beni e all'ampliamento delle sfere di criminalità al fine di ricomprendervi anche le violazioni di nuove misure restrittive, analoghe a quelle adottate nei confronti della Russia in risposta all'aggressione dell'Ucraina; alla proposta di regolamento contro l'abuso sessuale di minori; allo sviluppo, nell'ambito della Strategia UE in materia di droga per il periodo 2021-2025, di un approccio alle politiche in materia basato su dati probanti e sui diritti umani, nonché sulla prevenzione.
  Nell'ambito della Nuova agenda per i consumatori 2020-2025, il Governo s'impegnerà,Pag. 189 da lato, per l'adozione di una normativa di vigilanza del mercato che renda chiari e trasparenti i ruoli dei diversi operatori economici, siano essi produttori, importatori o distributori, in relazione ai temi della sicurezza dei prodotti. Per altro verso la sua azione sarà rivolta all'azione di una nuova direttiva relativa ai pacchetti turistici e servizi turistici collegati.
  Rileva che nella sezione «Un nuovo slancio per la democrazia europea» sono contenute le iniziative ritenute strategiche e prioritarie dal Governo per la difesa dei valori democratici e delle istituzioni europee nonché dei diritti fondamentali, dello Stato di diritto, del pluralismo e della libertà dei media.
  In vista della presentazione nel corso del 2023 di un pacchetto di difesa della democrazia, il Governo si renderà parte attiva nella predisposizione del regolamento volto a rendere più efficiente e sicuro lo scambio digitale di dati e informazioni nei casi di terrorismo tra Stati membri, Eurojust e Paesi terzi; della direttiva per la protezione delle persone bersaglio delle cosiddette azioni bavaglio, ossia azioni legali strategiche, avviate da Stati terzi, tese a bloccare la partecipazione alla vita pubblica (proposta di direttiva SLAPP – Strategic Lawsuit Against Public Participation); delle misure volte a far fronte alle ingerenze straniere nei processi democratici dell'UE, nella prospettiva di mantenere un bilanciamento tra rafforzamento dei controlli e attrazione degli investimenti esteri.
  Fa presente che il Governo considera molto importante, anche in collegamento con il Green Deal europeo, la proposta di direttiva sulla tutela penale dell'ambiente. La relazione riporta poi le iniziative che il Governo intende adottare a livello nazionale per attuare i princìpi e gli obiettivi di strategie dell'UE.
  In coerenza con le Strategie europee per il contrasto alla criminalità organizzata e per la lotta alla tratta degli esseri umani, il Governo darà attuazione alle azioni previste dal Piano nazionale d'azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani 2022-2025, deliberato il 19 ottobre scorso e dal Programma unico di emersione, assistenza ed integrazione sociale, di cui al DPCM 16 maggio 2016.
  In linea con il Piano di azione dell'UE contro il razzismo 2020-2025, il Governo procederà all'adozione del Piano nazionale contro il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza 2023-2025, promuovendo il dialogo con le associazioni di settore e il confronto con le istituzioni coinvolte nonché con gli stakeholders.
  Sottolinea che saranno avviate, altresì, le attività di implementazione della nuova Strategia nazionale per l'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione di Rom e Sinti 2021-2030, nonché quelle relative alla Strategia nazionale LGBT+, in coerenza con le indicazioni definite dalla Strategia europea per l'uguaglianza delle persone LGBTIQ 2020-2025.
  Massima attenzione verrà dedicata anche alla costruzione di un'Unione dell'uguaglianza, partecipando, nell'ambito della strategia dell'UE per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030, all'attivazione di una Carta europea della disabilità, che garantisca il riconoscimento reciproco dello status di disabilità in tutti gli Stati membri e di accedere ad alcuni benefici.
  Nell'ambito della Strategia europea per la parità di genere 2020-2025, il Governo proseguirà la sua azione per il potenziamento delle politiche per le pari opportunità, per la prevenzione e il contrasto della violenza maschile contro le donne e per la protezione delle vittime, anche mediante l'attuazione della nuova Strategia Nazionale per la parità di genere.
  Ricorda che, in tale contesto, verranno sviluppate, altresì, iniziative tese alla standardizzazione a livello europeo dei sistemi di trasparenza retributiva per superare il divario retributivo di genere.
  La terza parte della relazione illustra gli orientamenti del Governo in materia di dimensione esterna dell'UE con particolare riferimento all'autonomia strategica europea, al rafforzamento della politica commerciale europea, alla dimensione esterna delle politiche migratorie dell'UE, alla politica di allargamento ed a quella del vicinato meridionale e alle attività di assistenza militare, finanziaria all'Ucraina.Pag. 190
  Sottolinea come la relazione riaffermi opportunamente la centralità delle questioni di politica estera dell'UE sulle quali il nostro Paese è tradizionalmente impegnato e cioè: il processo di allargamento verso i Paesi dei Balcani occidentali; il rafforzamento della partnership con i Paesi del Vicinato meridionale; la gestione del fenomeno migratorio, mediante il rafforzamento del dialogo all'interno dell'UE e tra quest'ultima e gli Stati d'origine e transito dei flussi attraverso partnership strutturate, anche in considerazione della pressione migratoria determinata dalla crisi ucraina e del possibile aumento dei flussi nel Mediterraneo centrale a causa degli effetti economici del conflitto.
  Rileva che l'ultima parte del documento è dedicata alle principali iniziative del Governo ai fini del coordinamento nazionale delle politiche europee e delle strategie di comunicazione e formazione sull'attività dell'UE.
  In merito alla fase ascendente, evidenzia che il Governo proseguirà nella formazione e nella promozione delle posizioni italiana sia in relazione ai dossier prioritari già oggetto di coordinamento nell'ambito del Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE), come il pacchetto UE Fit for 55, la legge elettorale europea, la trasparenza ed il targeting della pubblicità politica, il dossier sullo Stato di diritto, la revisione della governance economica europea, il dossier sul Tribunale unificato dei brevetti e sulla Pianificazione dello spazio marittimo, sia in relazione alle più recenti iniziative-chiave, quali quelle relative al mercato dell'energia elettrica, idrogeno rinnovabile, riduzione dei rifiuti, nuove tecniche genomiche, revisione delle norme UE riguardanti l'accesso, disponibilità e il riutilizzo dei dati chimici ai fini delle valutazioni della sicurezza chimica (REACH), benessere degli animali, sistemi alimentari sostenibili, suoli sani e trasporti sostenibili. (articoli o sempre o mai)
  Sottolinea la piena condivisibilità della proposta di prevedere la stesura, a cura dei competenti ministeri di settore, dell'Analisi d'impatto della regolamentazione (AIR) in fase ascendente, per evidenziare tempestivamente gli impatti attesi, positivi e negativi, delle proposte di atti legislativi UE sul contesto economico e sociale italiano: si tratterebbe, senza dubbio, di un contributo esplicativo che consentirebbe, anche nelle sedi parlamentari, una disamina più attenta ed approfondita delle proposte legislative dell'UE.
  Con riguardo alle attività di comunicazione e formazione, la relazione pone al centro dell'azione di Governo l'obiettivo di favorire la conoscenza delle opportunità offerte dall'UE, al fine di facilitare il reclutamento di figure professionali in possesso di soft skill in linea con i profili specifici richiesti, di agevolare la mobilità dei cittadini tra i diversi Stati membri nonché di valorizzare le risorse umane delle pubbliche amministrazioni, in linea con i programmi Next Generation EU e Horizon Europe.
  Osserva che proseguiranno le attività di comunicazione istituzionale e di utilità sociale rivolte alla cittadinanza e, in particolare, ai giovani, per la promozione della consapevolezza dei valori della cittadinanza europea e delle opportunità offerte dall'UE e dal PNRR per sostenere la crescita economica, lo sviluppo e l'ammodernamento della Nazione, quali la campagna di comunicazione #ItaliaDomani.
  Venendo al programma di lavoro della Commissione europea per il 2023, ricorda che esso si colloca in un contesto caratterizzato dalla necessita di fronteggiare le crisi prodotte prima dalla pandemia di COVID-19 e poi dall'aggressione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina e dalla conseguente crisi energetica.
  Il documento, che in ampia misura ha già ricevuto attuazione con la presentazione delle specifiche iniziative da esso previste, si concentra sulle sei tematiche già definite negli orientamenti politici della presidente von der Leyen ad inizio del mandato dell'attuale Commissione europea.
  Il programma di diciotto mesi del Consiglio indica che il trio di Presidenza in carica, formato, a partire dal 1° luglio 2023, da Spagna, Belgio e Ungheria, collaborerà per trovare soluzioni comuni alle sfide e ai compiti futuri e in particolare a quelli che Pag. 191la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, unita alla crescente incertezza a livello mondiale, impone all'Unione europea di rafforzare la sua resilienza e autonomia strategica.
  Rileva che il trio s'impegna, inoltre, a orientare i lavori del Consiglio al termine dell'attuale ciclo istituzionale al fine di garantire una transizione agevole verso il prossimo ciclo. Il trio contribuirà inoltre alle riflessioni su come integrare nuovi membri in modo da rafforzare le principali politiche europee.
  Ribadisce che, alla luce della sintesi dei contenuti dei tre documenti, il valore aggiunto della procedura di esame della relazione programmatica risiede nel fatto che essa consente a tutte le commissioni di settore di formulare indicazioni sulle rispettive politiche di settore ed eventualmente su specifici progetti legislativi e alla nostra Commissione di operare la sintesi nella relazione per l'aula e nella risoluzione che sarà ivi presentata.
  Sottolinea che pertanto l'esame presso la XIV Commissione e presso le commissioni di merito vada operato in questa logica, con l'obiettivo di concludersi al più tardi entro gli inizi di settembre.
  Svolge conclusivamente alcune considerazioni: in primo luogo osserva che, sebbene sia stata trasmessa al Parlamento il 21 giugno scorso, con un ritardo di quasi sei mesi rispetto al termine di presentazione previsto dalla normativa vigente (31 dicembre dell'anno precedente), va dato atto questo è già successo in passato ed è comprensibile essendosi il Governo insediato soltanto a fine ottobre.
  Come già accennato, fa osservare che la relazione non ha potuto tenere conto del programma di 18 mesi del trio di Presidenze del Consiglio, che è stato presentato solo il 20 giugno, e talvolta alcune informazioni potrebbero risultare non perfettamente aggiornate, probabilmente come conseguenza del coinvolgimento di diverse Amministrazioni, e della difficile sincronizzazione con le continue evoluzioni normative in sede europea.
  Si sofferma sul «metodo» della legislazione dell'UE, dal momento che questa è la sede più coerente per una riflessione di così ampia portata. Sulla scorta delle risultanze emerse nell'articolato ciclo conoscitivo dedicato dalla XIV Commissione all'esame della comunicazione della Commissione europea sull'applicazione del diritto dell'UE per un'Europa dei risultati, esprime la convinzione che sia necessaria un'azione sinergica tra Governo e Parlamento nella fase di formazione del diritto e delle politiche dell'Unione, sia in relazione al cosiddetto «dialogo politico» con la stessa Commissione europea che al controllo sull'applicazione del principio di sussidiarietà previsto dai Trattati.
  Rimarca che è proprio sull'applicazione di questi due princìpi intesi in senso lato che la Commissione europea appare deficitaria, come pure nell'individuazione di obiettivi astratti che spesso si riducono all'individuazione di lunghe e dettagliate filiere procedurali: ciò comporta che i sistemi legislativi vadano in tensione, come si è recentemente visto sulla questione degli imballaggi, in ordine alla quale si è assistito ad un drastico quanto impraticabile cambiamento di paradigma, dal riciclaggio al riuso, con pesanti ricadute sulla nostra supply chain e come stiamo vedendo adesso con la proposta di direttiva per la lotta alla corruzione.
  I due princìpi di proporzionalità e di sussidiarietà, sanciti solennemente dai Trattati, debbono essere meglio applicati dalla Commissione e soprattutto vanno declinati anche in relazione all'effettiva capacità di assorbimento dei sistemi nazionali delle innovazioni normative adottate da Bruxelles.
  Rileva inoltre come la scarsa attenzione riservata dalla Commissione al ruolo dei Parlamenti degli Stati membri costituisca una lacuna molto grave che denuncia un difetto d'impostazione politica e culturale da parte della Commissione europea, già emerso in passato, e che sta portando a numerosi sbandamenti ed accelerazioni nella produzione normativa di Bruxelles: basti pensare alla questione delle case green.
  La Commissione europea sembra ignorare che i Parlamenti nazionali, proprio per la posizione costituzionale che hanno e Pag. 192per il fatto di essere espressione diretta dei cittadini, possono dare un contributo fondamentale affinché la legislazione europea, tenga adeguatamente conto, sin dalla fase della sua predisposizione, delle specificità politiche, economiche, sociali e culturali di ogni ordinamento e sia maggiormente rispettosa dei princìpi che dovrebbero guidare l'esercizio delle competenze dell'Unione europea, primi tra tutti quelli di sussidiarietà e proporzionalità, evitando una certa tendenza all'ipertrofia legislativa ed un accentuato ricorso al regolamento in luogo che al più flessibile strumento normativo della direttiva.
  Si tratta, pertanto, di rafforzare la dimensione prettamente politica di questa «sessione europea di fase ascendente», evitando di farne un esercizio meramente burocratico, ma incentrandola sulla valutazione e sul confronto tra le priorità delle Istituzioni europee e quelle del Governo per l'anno in corso e potenziando il raccordo Governo-Parlamento nella definizione della posizione nazionale di fronte ai grandi orientamenti legislativi assunti dalla Commissione.
  Conformemente alla prassi consolidata, come già convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza della scorsa settimana, propone di svolgere, ai fini della prosecuzione dell'esame dei documenti e dell'identificazione delle priorità dell'azione europea dell'Italia, un ciclo di audizioni informali di interlocutori qualificati, quali il Ministro degli affari europei; il Rappresentanti italiani al Parlamento europeo; il Rappresentante permanente d'Italia presso l'UE; l'Ambasciatore spagnolo in Italia, al fine di illustrare le priorità della Presidenza; la Conferenza delle regioni e delle province autonome; la Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome; ANCI, UPI ed UNCEM; Consiglio nazionale dei giovani; Rappresentanti italiani al Comitato europeo delle Regioni; Parti sociali e categorie produttive (Confindustria, ANCE, CGIL, CISL, UIL, UGL): associazioni e movimenti che operano sui temi relativi all'UE (per es.: Consiglio italiano del Movimento europeo); esperti delle materie.

  Nessun altro chiedendo d'intervenire, il Presidente rinvia l'esame del provvedimento ad altra seduta.

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al coordinamento efficace delle politiche economiche e alla sorveglianza di bilancio multilaterale e che abroga il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio.
COM(2023) 240 final e Allegati.
Proposta di regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1467/97 per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi.
COM(2023) 241 final.
Proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2011/85/UE del Consiglio relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri.
COM(2023) 242 final.
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Alberto BAGNAI (LEGA), relatore, fa presente che, esattamente come nell'estate del 2011, il Parlamento è chiamato ad affrontare l'esame di tre grandi provvedimenti delle Istituzioni europee sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell'Unione economica e monetaria
  Osserva che, nello specifico, si tratta di una proposta di regolamento che sostituisce integralmente il regolamento vigente sul Semestre europeo e il cosiddetto «braccio preventivo» del Patto di stabilità e crescita, di una proposta di regolamento che modifica il regolamento sull'attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi, il cosiddetto «braccio correttivo» del Patto di stabilità e crescita, e, infine, di una proposta di direttiva che modifica la direttiva vigente sui quadri di bilancio degli Stati membri.
  Ricorda che le proposte all'esame della Commissione sono il risultato di un'ampia discussione, avviata più di tre anni fa, a cui ha partecipato, nelle sue diverse fasi, anche Pag. 193il Parlamento italiano, compresa la XIV Commissione, la quale, da ultimo, nello scorso mese di marzo, ha adottato – e trasmesso alla Commissione Bilancio – un parere sugli orientamenti di novembre 2022 con i quali la Commissione europea prospettava le varie opzioni di riforma.
  Prima di entrare nel merito dei contenuti, segnala che le proposte hanno differenti basi giuridiche. Ciò significa, sul piano strettamente procedurale, che, mentre la proposta che sostituisce il braccio preventivo del Patto segue la procedura legislativa ordinaria di codecisione (approvazione in Consiglio a maggioranza qualificata e al Parlamento europeo con maggioranza semplice), le altre due proposte seguono una procedura legislativa speciale, che assegna al Parlamento europeo un ruolo soltanto consultivo. In sede di Consiglio, la proposta che modifica il braccio correttivo del Patto deve essere approvata all'unanimità, mentre la proposta che modifica la direttiva vigente sui quadri di bilancio nazionali a maggioranza qualificata.
  Le proposte all'esame della Commissione confermano la volontà di procedere a una riforma delle regole economiche e di bilancio dell'Unione senza modificare i Trattati vigenti, il che significa che i parametri di riferimento del 3 per cento per il rapporto tra il disavanzo pubblico e il PIL e del 60 per cento per il rapporto tra il debito pubblico e il PIL restano invariati, deprecati sia dalla letteratura scientifica che dalla logica dei fatti.
  Ricorda che il parere, approvato a marzo dalla XIV Commissione, sottolineava a tale riguardo che la scelta di escludere il ricorso alla revisione dei Trattati, pur se ispirata ad esigenze di celerità e pragmatismo, non sembra costituire il percorso migliore, ma al contrario evidenzia la diversità di posizioni assunte dai 27 Stati membri.
  Allo stesso modo, le proposte confermano l'assenza di una Golden Rule per escludere determinati investimenti, in particolare quelli per sostenere le transizioni verde e digitale o per aumentare le capacità di difesa, dalle norme di bilancio dell'UE, nonché l'assenza di una forma di capacità fiscale centrale comune, elementi che l'Italia ha sempre convintamente sostenuto, sia a livello governativo che parlamentare, a partire dalla posizione assunta dalla XIV Commissione inclusa.
  A livello di obiettivi generali, le proposte intendono promuovere sostenibilità del debito e crescita, attraverso riforme e investimenti, differenziando gli Stati membri in considerazione delle loro situazioni e consentendo traiettorie di bilancio specifiche per paese. Mirano, altresì, a rafforzare la «titolarità nazionale», semplificare le regole e renderle maggiormente trasparenti, nonché a dare una maggiore attenzione alla prospettiva di bilancio a medio termine e assicurare un'applicazione più efficace dei meccanismi sanzionatori.
  Passa successivamente ad una rapida illustrazione dei principali contenuti delle proposte, rinviando, per un approfondimento più dettagliato, al dossier di documentazione elaborato dagli uffici di Camera e Senato.
  Come già riferito, la prima proposta in esame (COM(2023)240) disciplina il nuovo braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita.
  Gli Stati membri saranno chiamati a presentare un piano strutturale nazionale di bilancio a medio termine, di durata compresa tra 4 e 7 anni, con cui stabilire la politica di bilancio, le riforme e gli investimenti, e un percorso di bilancio nazionale definito in termini di spesa primaria netta, che sarà l'unico indicatore operativo anche per la successiva sorveglianza, il che significa che risulterà superato l'obiettivo di medio termine specifico per Paese, che, ai sensi del regolamento vigente, ogni Stato membro è chiamato a perseguire a livello nazionale.
  La «spesa netta» è costituita, ai sensi del nuovo regolamento, dalla spesa pubblica al netto della spesa per interessi, delle misure discrezionali sulle entrate e delle altre variabili di bilancio al di fuori del controllo del Governo (spese relative ai programmi dell'Unione interamente coperte dalle entrate dei fondi UE ed elementi ciclici di spesa per indennità di disoccupazione).Pag. 194
  Il monitoraggio sull'attuazione dei piani avverrà nel contesto del Semestre europeo e sarà effettuato sulla base di una relazione annuale presentata da ciascuno Stato membro.
  Il modello proposto è chiaramente ispirato all'esperienza maturata con i Piani nazionali per la ripresa e la resilienza: redazione di un piano da parte degli Stati membri; valutazione ad opera della Commissione; approvazione del Consiglio; attuazione nazionale supervisionata dalle Istituzioni europee.
  Tuttavia, il primo passo del processo per la definizione dei piani non è appannaggio dei singoli Stati membri, bensì della Commissione europea, il che sembra indebolire e non rafforzare l'obiettivo di una maggiore titolarità nazionale delle nuove regole di bilancio.
  Infatti, nella fase antecedente alla presentazione del proprio piano da parte di ciascuno Stato membro, per gli Stati con un rapporto debito/PIL superiore al 60 per cento o un disavanzo superiore al 3 per cento del PIL, la Commissione europea deve pubblicare una «traiettoria tecnica» della spesa netta, differenziata per singolo paese, sempre su un orizzonte temporale di 4 o 7 anni, ancorata a un'analisi di sostenibilità del debito volta, in particolare, ad assicurare che siano soddisfatte alcune importanti condizioni.
  Tali condizioni sono: 1) che il rapporto debito/PIL sia avviato o mantenuto su un percorso di riduzione plausibile o rimanga a livelli prudenti e il disavanzo pubblico sia portato o mantenuto al di sotto della soglia del 3 per cento del PIL; 2) che lo sforzo di aggiustamento durante il periodo del piano sia almeno proporzionale allo sforzo complessivo compiuto nell'arco dell'intero periodo di aggiustamento, per evitare che lo sforzo di aggiustamento sia concentrato negli anni finali del periodo di aggiustamento; 3) che il rapporto debito pubblico/PIL al termine dell'orizzonte di programmazione sia inferiore rispetto a quello registrato nell'anno precedente l'inizio della traiettoria tecnica; 4) che nel periodo coperto dal piano, la crescita della spesa netta nazionale resti, di norma, mediamente inferiore alla crescita del PIL a medio termine; 5) che, per gli anni in cui si prevede che il disavanzo pubblico superi il 3 per cento, il percorso correttivo di spesa netta sia coerente con un aggiustamento annuo minimo pari almeno allo 0,5 per cento del PIL, a prescindere dall'apertura di una procedura per disavanzo eccessivo.
  Sottolinea che le ultime quattro condizioni non erano contenute negli orientamenti di novembre della Commissione europea, ma sono state aggiunte in seguito per venire parzialmente incontro alle richieste della Germania e di altri Stati cosiddetti frugali.
  Per quanto attiene agli Stati membri con un disavanzo pubblico inferiore al 3 per cento del PIL e un debito pubblico inferiore al 60 per cento del PIL, ricorda che il Governo dovrà fornire soltanto informazioni tecniche volte a garantire che il disavanzo pubblico resti al di sotto del valore di riferimento del 3 per cento del PIL anche nel medio periodo ossia senza alcun ulteriore intervento per un periodo di 10 anni dopo la chiusura del piano.
  Ritiene importante soffermarsi ancora su questa fase del processo. antecedente alla presentazione del piano da parte degli Stati membri. Accogliendo alcuni rilievi che erano stati formulati anche dal Parlamento (compresa la XIV Commissione) e dal Governo italiano, la Commissione europea ha infatti deciso di abbandonare, rispetto agli orientamenti di riforma, la classificazione ex ante dei Paesi in tre gruppi sulla base dell'analisi di sostenibilità del debito pubblico (Paesi con debito sostanziale, se superiore al 90 per cento del PIL; Paesi con debito moderato, se tra il 60 per cento e il 90 per cento del PIL; Paesi con debito modesto, se inferiore al 60 per cento del PIL) e di sostituirla con una classificazione per livelli di debito coerente con i trattati, ovvero che suddivide, sempre ex ante e sulla base dell'analisi di sostenibilità del debito pubblico, i Paesi in ragione della rispettiva collocazione al di sotto o al di sopra della soglia del 60 per cento del rapporto debito/PIL.
  Tuttavia, pur essendo stata formalmente soppressa la classificazione degli Stati in Pag. 195base al livello di debito, la nuova proposta sul braccio preventivo richiama espressamente la controversa metodologia del Debt Sustainability Monitor – la quale classifica l'andamento del debito di ciascun Paese, nel breve, medio e lungo periodo, sulla base di tre classi di rischio (low, medium, high) – ai fini della valutazione di plausibilità che la Commissione deve effettuare per verificare che il rapporto debito/Pil dello Stato membro interessato «sia su un percorso di riduzione o rimanga a livelli prudenti» che può dare luogo a molte applicazioni arbitrarie.
  Nella fase successiva, come già anticipato, ogni Stato membro dovrà presentare – entro fine aprile, salvo proroghe concordate e previo dialogo tecnico con la Commissione – un proprio piano strutturale di bilancio nazionale di medio termine. Le traiettorie tecniche e le informazioni tecniche guideranno gli Stati membri nella definizione dei loro piani. Essi dovranno spiegare (con «argomentazioni economiche valide e verificabili») la presenza di traiettorie di spesa netta più elevate rispetto alla traiettoria tecnica della Commissione.
  Il piano, che dovrà tra l'altro illustrare la sua coerenza con il Piano nazionale di ripresa, sarà valutato dalla Commissione e approvato dal Consiglio. La durata del periodo potrà essere prorogata fino ad un massimo di sette anni qualora lo Stato membro si impegni a realizzare riforme e investimenti commisurati al grado di sfide del debito pubblico e alla crescita a medio termine.
  La revisione del piano dopo la sua approvazione e prima della fine del periodo di aggiustamento è consentita in due ipotesi: 1) l'insorgere di «circostanze oggettive» che impediscano l'attuazione del Piano originario; 2) la richiesta di revisione avanzata a seguito dell'insediamento di un nuovo Governo nazionale. Quest'ultima ipotesi era stata chiesta anche dal parere approvato dalla XIV Commissione.
  Prima della presentazione della richiesta di revisione, la Commissione elaborerà una nuova traiettoria tecnica, che non consentirà il rinvio dello sforzo di risanamento di bilancio né potrà comportare uno sforzo di risanamento inferiore.
  Il ricorso a clausole di salvaguardia sarà consentito: a livello di Unione, in caso di grave contrazione dell'attività economica nell'Eurozona o nell'Unione nel suo complesso; a livello nazionale, per il sopraggiungere di cause eccezionali che sfuggono al controllo dello Stato membro, con un forte impatto sulle finanze pubbliche.
  Sottolinea che la proposta sul nuovo braccio correttivo essa conferisce alla Commissione il potere di adottare atti delegati al fine di adattare gli allegati dal II al VII. La disposizione presenta alcuni aspetti di potenziale criticità. Il primo attiene al fatto che il potere di adottare, per le materie sopra indicate, atti delegati è conferito per un periodo di tempo indeterminato. Il secondo attiene alla potenziale incidenza della delega su elementi essenziali del documento legislativo in via di approvazione (indeterminatezza della portata). Segnala che l'articolo 290 del TFUE vieta esplicitamente di incidere, tramite delega legislativa, su elementi essenziali del documento legislativo.
  Osserva che, nell'ottica di questo divieto, è apprezzabile che sia stato sottratto al meccanismo di modifica tramite delega il contenuto dell'allegato I, che elenca i criteri per delineare la traiettoria tecnica. Non altrettanto lineare appare invece la possibilità di consentire la modifica tramite atti delegati degli allegati V e VII, che contengono elementi di non poco conto.
  Il primo contiene infatti dettagli sulla metodologia in base alla quale valutare se il rapporto debito/PIL di ogni Stato membro sia destinato a rimanere su un percorso plausibilmente discendente, o a livelli prudenti, ai fini dell'elaborazione della traiettoria tecnica. Il secondo illustra il quadro di valutazione in base al quale stabilire la congruità di riforme e investimenti ai fini dell'eventuale estensione della durata del Piano a sette anni.
  Passando alla seconda proposta al nostro esame, quella che definisce il nuovo braccio correttivo (COM(2023)241), rileva, prima di tutto, la logica di fondo delle modifiche prospettate, che è quella di controbilanciarePag. 196 il maggiore controllo conferito agli Stati membri nella definizione dei propri piani con l'introduzione di un regime di applicazione più rigoroso, affinché gli Stati membri rispettino gli impegni assunti.
  La procedura per i disavanzi eccessivi basata sulla violazione del criterio del disavanzo rimane essenzialmente invariata; al contrario, quella basata sulla violazione del criterio del debito viene rafforzata: per i paesi con un debito superiore al 60 per cento, il mancato rispetto del percorso di bilancio concordato comporterà automaticamente l'apertura della procedura.
  Viene, pertanto, abbandonata la cosiddetta «regola dell'1/20», ritenuta da molti Paesi, compreso il nostro, eccessivamente onerosa, considerati gli attuali livelli di debito. Se il debito supera il valore di riferimento, sarà considerato in diminuzione sufficiente e in avvicinamento al valore di riferimento a un ritmo soddisfacente se lo Stato membro interessato rispetta il suo percorso della spesa netta fissata dal Consiglio ai sensi del nuovo braccio preventivo.
  Sono introdotte alcune modifiche importanti anche con riferimento all'elenco dei fattori significativi di cui la Commissione deve tenere conto nel preparare la relazione con cui avvia la procedura nei confronti dello Stato che non rispetta tali criteri.
  Viene infine prevista una riduzione delle sanzioni pecuniarie nei confronti dello Stato inadempiente: si sopprime l'importo minimo delle ammende previsto dalle disposizioni vigenti (pari allo 0,2 per cento del PIL), stabilendosi che gli Stati membri dovranno versare multe semestrali del valore dello 0,05 per cento del PIL, cumulabili fino allo 0,5 per cento del PIL.
  Per quanto riguarda, infine, la terza proposta all'esame della XIV Commissione (COM(2023)242), essa modifica la direttiva relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri, in particolare al fine di rafforzare la titolarità nazionale, con un ruolo più importante e nuovi compiti per gli enti di bilancio indipendenti (in Italia, l'Ufficio parlamentare di bilancio). Essa promuove anche un orientamento a medio termine della programmazione di bilancio. Inoltre, allo scopo di garantire un monitoraggio più adeguato delle sfide di finanza pubblica attuali e future, alcune disposizioni rafforzano l'attenzione posta sulle passività potenziali e sulla gestione dei disastri naturali. Altre disposizioni, infine, sono volte a semplificare o chiarire il quadro vigente.

  La Commissione non propone invece modifiche legislative alla procedura per la prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici, ma spiega che intende perseguire una sua migliore applicazione nell'ambito del quadro legislativo esistente. Tale soluzione non sembra dare adeguatamente seguito alla richiesta, da più parti avanzata, Italia compresa, di promuovere un approccio maggiormente simmetrico agli squilibri macroeconomici, che, ad esempio, imponga misure correttive anche ai Paesi che presentano elevati surplus di partite correnti o un forte indebitamento privato, che può costituire una maggiore fonte d'instabilità finanziaria.
  Allo stesso modo, la Commissione propone un nuovo approccio alla sorveglianza post-programma che non richiede alcuna modifica legislativa.
  Condivide alcune informazioni utili sui negoziati in corso, che hanno avuto un importante momento di confronto in occasione del Consiglio Ecofin dello scorso 16 giugno. La Germania – e altri Paesi cosiddetti frugali – chiede l'inserimento di una regola automatica per la riduzione del debito pari all'1 per cento del PIL nazionale all'anno per i Paesi fortemente indebitati. La Francia ha invece espresso la sua contrarietà all'introduzione di regole automatiche ed uniformi per la riduzione del deficit e del debito. Ha, in sostanza, ribadito l'importanza del principio della «differenziazione», secondo il quale le nuove regole devono tener conto delle diverse situazioni fiscali nazionali, in particolare in termini di debito.
  Per quanto riguarda la posizione dell'Italia, il Governo ha chiesto, in particolare, che la sovranità nazionale sia collegata e concertata a livello europeo sin dall'inizio, Pag. 197anche negli aspetti metodologici e tecnici, al fine di non farli prevalere rispetto alle considerazioni politiche. In sostanza, ha espresso preoccupazione in merito all'analisi di sostenibilità del debito e del suo impiego per definire i percorsi di aggiustamento del debito degli Stati. A tal proposito, segnala un problema di trasparenza sui dati di fondo per l'analisi della sostenibilità del debito e chiede che l'analisi, così come la traiettoria tecnica che sarebbe definita in base ad essa, non depotenzino la titolarità dei singoli Paesi sulla propria politica economica.
  Il Governo italiano chiede inoltre una «considerazione e un trattamento particolari» agli investimenti per la transizione ambientale ed energetica e per la digitalizzazione.
  In conclusione, ritiene utile che, allo scopo di pervenire all'adozione di un parere quanto più mirato e approfondito possibile, la XIV Commissione partecipi, come già avvenuto in passato per i precedenti passaggi parlamentari del processo di riforma, al ciclo di audizioni che la Commissione Bilancio ha deliberato di svolgere sulle proposte per analizzarne gli aspetti di maggiore criticità e tecnicità.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, il Presidente rinvia l'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.35.