CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 giugno 2023
135.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 59

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 28 giugno 2023. — Presidenza del presidente Giulio TREMONTI. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio SILLI.

  La seduta comincia alle 15.05.

Ratifica ed esecuzione del Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Dakar il 4 gennaio 2018.
C. 1149 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Patrizia MARROCCO (FI-PPE), relatrice, in premessa, sottolinea che il provvedimento – già approvato in prima lettura dal Senato lo scorso 9 maggio – è finalizzato a migliorare la cooperazione bilaterale nel campo dell'assistenza giudiziaria in materia penale, assicurando che essa si realizzi in modo rapido, efficace ed in conformità con i princìpi del diritto internazionale. Esso rientra dunque negli sforzi di ampliamento dei rapporti di cooperazione giudiziaria che l'Italia persegue da anni, anche in ragione della necessità di rendere più efficace il contrasto della criminalità transnazionale.
  Segnala che il Trattato si compone di ventisei articoli. In particolare, l'articolo 1 precisa gli ambiti dell'assistenza giudiziaria in materia penale, fra cui la ricerca e identificazione di persone, la notificazione degli atti giudiziari, l'assunzione di testimonianze o dichiarazioni, la confisca di proventi illeciti.
  Osserva che l'articolo 2 circoscrive l'ambito di operatività del «principio della doppia incriminazione» ai soli casi in cui la richiesta di assistenza giudiziaria abbia ad oggetto l'esecuzione di perquisizioni, sequestri o altri atti che, per loro natura, incidanoPag. 60 su diritti fondamentali delle persone. Al di fuori di tali ipotesi, l'assistenza potrà essere prestata anche quando il fatto per cui procede lo Stato richiedente non sia previsto come reato nello Stato richiesto.
  Rileva che l'articolo 3 disciplina inoltre i casi in cui possa essere previsto un rifiuto o un differimento dell'assistenza giudiziaria, includendovi, oltre a quelli previsti dalle norme pattizie internazionali, i casi in cui: la richiesta sia contraria alla legislazione dello Stato richiesto; si proceda per un reato politico o per uno di natura esclusivamente militare; si proceda per un reato punibile con una pena vietata dalla normativa nazionale e si abbiano fondati motivi che la richiesta possa essere strumentale a perseguire una persona per motivi di razza, sesso, religione, nazionalità od opinioni politiche.
  Precisa che il Trattato individua quindi nei rispettivi Ministeri della Giustizia le Autorità centrali designate dalle Parti (art. 4), disciplina le forme e il contenuto della richiesta (art. 5), le modalità per l'esecuzione della domanda di assistenza (art. 6) e per la notifica dei documenti (art. 8), le misure per la localizzazione e identificazione di persone (art. 7), le assunzioni probatorie (artt. 9-10), le modalità di trasferimento temporaneo di persone detenute (art. 12) e le misure di protezione per vittime e testimoni (art. 13).
  Evidenzia che i successivi articoli riguardano le modalità di comparizione delle persone (art. 14), la produzione di documenti (art. 15), le perquisizioni, i sequestri e la confisca di proventi del reato (art. 16), gli accertamenti bancari e finanziari (art. 17), la possibilità di costituire squadre investigative comuni (art. 18) e le procedure per lo scambio di informazioni sui procedimenti penali e sulla legislazione (artt. 20 e 21). Segnala che il Trattato disciplina, infine, le modalità per garantire la riservatezza delle informazioni o delle prove fornite (art. 23), la suddivisione delle spese tra le Parti (art. 24) e la composizione di eventuali controversie interpretative o applicative dell'accordo (art. 25).
  Sottolinea, quindi che il disegno di legge di ratifica del Trattato consta di quattro articoli. L'articolo 3, in particolare, quantifica gli oneri complessivi derivanti dall'attuazione del provvedimento in 73.079 euro annui a decorrere dal 2023 (per trasferimenti, trasporto di cose, traduzioni, videoconferenze, ecc.), provvedendo alla copertura mediante corrispondente riduzione del Fondo speciale di parte corrente relativo al Ministero degli affari esteri.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Giulio TREMONTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, essendo concluso l'esame preliminare, avverte che si intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri.

  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ghana in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Accra il 28 novembre 2019.
C. 1150 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Dimitri COIN (LEGA), relatore, in via generale, sottolinea che il provvedimento – già approvato in prima lettura dal Senato lo scorso 9 maggio – ricalca il modello di analoghi accordi di cooperazione in materia di difesa. Il suo scopo è fornire una cornice giuridica per avviare forme strutturate di cooperazione tra le Forze armate dei due Stati contraenti, al fine di consolidare le rispettive capacità difensive e migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza, inducendo altresì effetti positivi indiretti, nei settori produttivi e commerciali coinvolti dei due Paesi.Pag. 61
  Al riguardo, ricorda che il Ghana conta oltre 30 milioni di abitanti, in netta prevalenza cristiani, e occupa un'area di notevole importanza strategica in Africa occidentale, fra il Golfo di Guinea, la Costa d'Avorio, il Burkina Faso e il Togo. Ex colonia britannica, il Paese, primo tra le nazioni dell'Africa sub-sahariana, ottenne l'indipendenza dal Regno Unito nel 1957, entrando da allora a far parte del Commonwealth. È una delle economie più solide della regione occidentale del continente africano, forte soprattutto dell'industria estrattiva e della produzione di cacao, di cui è il secondo esportatore al mondo. Membro attivo dell'Unione Africana e della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS), il Ghana risulta essere tra i principali fornitori africani di truppe per le operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite.
  Venendo al merito dell'Accordo – che consta di preambolo e di sedici articoli –, segnala che, dopo aver offerto un quadro delle definizioni utilizzate (articolo 1), il provvedimento individua (articolo 2) gli obiettivi e le modalità della cooperazione bilaterale, cioè in particolare: lo sviluppo e l'aggiornamento della politica della difesa; la partecipazione del personale militare ad esercitazioni e programmi di formazione; la lotta alla pirateria marittima e ad altre attività che minacciano la sicurezza dei mari; lo scambio di esperienze tramite esercitazioni congiunte e la partecipazione ad operazioni di mantenimento della pace sotto l'egida delle Nazioni Unite.
  Evidenzia che i Ministeri della Difesa delle due Parti sono indicati quali autorità competenti per l'attuazione dell'Accordo (articolo 3), mentre tra le aree di cooperazione (articolo 4) vengono annoverati i settori del supporto ad iniziative commerciali connesse a materiali e servizi per la difesa, la formazione delle Forze Armate e della sanità militare e le delegazioni militari.
  Osserva che i successivi articoli dell'Accordo disciplinano: l'organizzazione delle attività addestrative (articolo 5); la cooperazione nel settore degli equipaggiamenti militari, anche con accordi tra i due Governi (articolo 6); gli aspetti finanziari (articolo 7) e quelli giurisdizionali (articolo 8).
  Rileva che ulteriori misure riguardano le questioni relative al risarcimento dei danni provocati alla Parte ospitante (articolo 10), la regolazione dell'ingresso e della permanenza reciproca di personale (articolo 11), i requisiti sanitari (articolo 12), le condizioni di cessazione anticipata dei programmi di scambio (articolo 13) e le modalità per la protezione e il trattamento di informazioni classificate (articolo 14).
  Sottolinea che l'Accordo definisce, infine, le modalità di risoluzione delle eventuali controversie interpretative o applicative (articolo 15) e i termini per la sua entrata in vigore e per la sua durata, oltre che i termini per la possibilità di emendarne i contenuti (articolo 16).
  Quanto al disegno di legge di ratifica, segnala che esso si compone di 5 articoli: in particolare, l'articolo 3 quantifica gli oneri in 4.876 euro, ad anni alterni, a decorrere dal 2023, imputabili alle spese di missione per lo svolgimento delle visite ufficiali e degli incontri operativi previsti. L'articolo 4 pone una clausola di invarianza finanziaria per ogni ulteriore spesa, stabilendo che ad eventuali oneri addizionali derivanti dall'attuazione dell'intesa bilaterale si dovrà fare fronte con apposito provvedimento legislativo

  Il sottosegretario Giorgio SILLI si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Giulio TREMONTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, essendo concluso l'esame preliminare, avverte che si intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.15.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 28 giugno 2023. — Presidenza del presidente Giulio TREMONTI. – IntervienePag. 62 il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio SILLI.

  La seduta comincia alle 15.15.

7-00117 Boldrini: Sull'impegno dell'Italia a favore del disarmo nucleare.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), illustrando la proposta di risoluzione a sua prima firma, sottolinea che tale iniziativa nasce dalla sua partecipazione al Forum parlamentare dei Paesi del G7 per l'eliminazione delle armi nucleari, svoltosi a Tokyo e Hiroshima dal 28 al 30 aprile scorso, su invito dell'International Campaign to abolish nuclear weapons (Ican), premiata col premio Nobel per la pace nel 2017. Evidenzia che in quella sede è emersa grave preoccupazione per le decine di conflitti aperti nel mondo, che stanno determinando una pericolosa corsa al riarmo, in alcuni casi anche nucleare. Il quadro fosco e denso di incognite si è ulteriormente aggravato a seguito del tentativo della milizia mercenaria Wagner di attentare alla sicurezza della Federazione russa, a conferma che anche gli eserciti personali possono ribellarsi all'autocrate che ne ha promosso la costituzione.
  Ricorda che negli anni '90 le grandi potenze avevano intrapreso un percorso virtuoso di riduzione degli arsenali nucleari con la negoziazione degli accordi «Start»: oggi, tuttavia, quella marcia si è invertita e gli arsenali nucleari si stanno ampliando in vari Paesi. Ricorda che l'atomica lanciata su Hiroshima pesava circa 4.500 kg e uccise 140 mila persone, mentre una bomba nucleare odierna pesa poche centinaia di kilogrammi e può uccidere fino a 1 milione di persone. Di fronte a questo rischio esistenziale il Trattato di non proliferazione nucleare, che è un importante pilastro nei percorsi di disarmo, sta attraversando una fase di stallo: infatti, anche la 10ª Conferenza di revisione del Trattato, svoltasi tra il 1° e il 26 agosto 2022, si è conclusa con un sostanziale fallimento, suggellato dalla mancata approvazione del documento finale a causa del veto posto dalla Federazione russa sulle parti del testo riguardanti i rischi nucleari connessi con la crisi ucraina. Anche per questa ragione, occorre valutare l'opportunità di valorizzare altri strumenti che promuovono il disarmo nucleare, a partire dal Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW), che attualmente è stato firmato da 92 Stati e ratificato da 68 (in Europa Austria, Irlanda, Malta, San Marino e Santa Sede).
  Pur nella consapevolezza degli obblighi che incombono sull'Italia in quanto membro dell'Alleanza atlantica, rileva l'opportunità di aprire una riflessione su azioni di avvicinamento ai contenuti del Trattato in questione, nonché sull'ipotesi di partecipare come Paese osservatore alla seconda riunione degli Stati Parte del trattato, che si svolgerà a New York dal 27 novembre al 1 dicembre 2023. Al riguardo, ricorda che l'Italia – nonostante l'impegno contenuto nella risoluzione n. 7-00766, approvata dalla Commissione affari esteri il 18 maggio 2022 – non ha partecipato alla prima riunione, svoltasi a Vienna il 21-23 giugno 2022, a cui sono intervenuti, in qualità di osservatori, i rappresentanti di altri Paesi aderenti alla NATO, ovvero Belgio, Germania, Paesi Bassi e Norvegia.
  Rileva, altresì, che nella risoluzione in esame impegna il Governo ad inserire il tema del disarmo nucleare tra le priorità del programma della presidenza italiana del G7, nel 2024.
  Precisando di aver ricevuto, in via informale, alcune proposte di riformulazione da parte del Governo, che valuterà con attenzione, sollecita una rapida calendarizzazione del seguito della discussione ed auspica che possa realizzarsi un'ampia convergenza delle altre forze politiche sull'atto di indirizzo in esame.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI sottolinea che il Governo condivide pienamente l'obiettivo di una riduzione e, in prospettiva, di una definitiva eliminazione delle armi nucleari su scala globale, anche in Pag. 63considerazione delle ulteriori preoccupazioni emerse negli ultimi giorni con l'oscura vicenda della milizia Wagner. Auspica, quindi, che si possa addivenire ad un testo condiviso, che tenga conto degli obblighi dell'Italia in sede NATO.

  Giulio TREMONTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

7-00120 Formentini: Sulla stabilizzazione e l'integrazione europea dei Balcani Occidentali.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Simone BILLI (LEGA), in qualità di cofirmatario della risoluzione in titolo, ne illustra il contenuto.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), ringraziando i colleghi della Lega per l'iniziativa assunta, ribadisce che la stabilizzazione dei Balcani e la loro progressiva integrazione nell'Unione europea costituiscono una priorità di politica estera del Partito Democratico.

  Il Sottosegretario Giorgio SILLI esprime parere favorevole sulla proposta di risoluzione in esame, ribadendo che è interesse dell'Italia promuovere ogni iniziativa utile a stabilizzare la regione balcanica, che nel corso della storia è stata spesso focolaio di tensioni deflagrate poi in aperti conflitti.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), pur condividendo la rilevanza del tema, evidenzia l'opportunità di precisare meglio gli obiettivi della Conferenza internazionale che la risoluzione intende promuovere; a suo avviso, sarebbe altresì auspicabile ampliare lo spettro delle iniziative su cui impegnare l'Esecutivo, prevedendo, ad esempio, un rafforzamento della presenza nella missione KFOR e strategie di investimento economico per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali.

  Federica ONORI (M5S), associandosi all'apprezzamento per l'iniziativa, conferma il carattere prioritario delle azioni volte a stabilizzare i Balcani occidentali; a tal fine, in continuità con le iniziative promosse nella scorsa legislatura, il Movimento 5 Stelle intende presentare una propria proposta di risoluzione per contribuire al dibattito, nell'auspicio che, con la collaborazione delle altre forze politiche, si possa addivenire alla stesura di un testo più articolato.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI, ribadendo che, come affermato più volte dal Ministro Tajani, i Balcani sono in cima all'agenda di politica estera del Governo, annuncia che l'Esecutivo è disponibile a valutare ogni proposta di integrazione del testo in esame, che costituisce tuttavia un buon punto di partenza.

  Giulio TREMONTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.30.