SEDE CONSULTIVA
Giovedì 22 giugno 2023. — Presidenza del vicepresidente Luciano CIOCCHETTI.
La seduta comincia alle 13.40.
Modifiche al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30.
C. 1134 Governo, approvato dal Senato, e abb.
(Parere alla X Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.
Luciano CIOCCHETTI, presidente, ricorda che il provvedimento è calendarizzato per la discussione in Assemblea a partire da domani, venerdì 23 giugno.
Dà, quindi, la parola al relatore, deputato Panizzut, per lo svolgimento della relazione sul disegno di legge in esame e per l'illustrazione della proposta di parere.
Massimiliano PANIZZUT (LEGA), relatore, fa presente che il disegno di legge in esame, di iniziativa governativa, approvato dal Senato il 2 maggio 2023, dispone modifiche al codice della proprietà industriale (CPI), di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30.
Il provvedimento si inquadra nell'ambito della riforma del sistema della proprietà industriale prevista dalla Missione 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Ricorda che la componente 2 della Missione 1 (M1C2) è volta a perseguire la digitalizzazione, l'innovazione e la competitività del sistema produttivo. In quest'area di intervento si inseriscono due misure relative alla proprietà industriale: la riforma del sistema della proprietà industriale (Riforma 1), volta ad adattare la legislazione ai cambiamenti del sistema economico e a garantire che il potenziale di innovazione contribuisca efficacemente alla ripresa e alla resilienza del Paese; l'investimento nel sistema della proprietà industriale (Investimento 6), il cui obiettivo è sostenere il sistema della proprietà industriale e accompagnarne la riforma.
Il disegno di legge sul quale la XII Commissione è chiamata a esprime un parere in sede consultiva rappresenta, pertanto, un testo complesso, composto da 32 articoli. Precisa che nella sua relazione si soffermerà sulle disposizioni che afferiscono alle competenze della Commissione Affari sociali.
In tale ottica, richiama l'articolo 3 del disegno di legge in esame che, sostituendo l'articolo 65 del CPI, stabilisce che i diritti nascenti dall'invenzione spettino alla struttura di appartenenza dell'inventore, a meno che la stessa struttura non ne abbia interesse, facendo comunque salvo il diritto del ricercatore di essere riconosciuto autore. Se l'invenzione è conseguita da più persone, i diritti derivanti dall'invenzione appartengono a tutte le strutture interessate in parti uguali, salvo diversa pattuizione e fermo restando quanto previsto dall'articolo 6 del CPI, in materia di comunione della proprietà industriale. Le previsioni della norma in commento si applicano, in base al comma 1 del nuovo articolo 65 del CPI, quando l'invenzione industriale è realizzata nell'esecuzione o nell'adempimento di un contratto, di un rapporto di lavoro o d'impiego, anche se a tempo determinato, con un'università, anche non statale legalmente riconosciuta, un ente pubblico di ricerca o un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), nonché nel quadro di una convenzione tra i medesimi soggetti.
Si prevede altresì che le università, anche non statali legalmente riconosciute, gli enti pubblici di ricerca e gli IRCCS, nell'ambito della propria autonomia, debbano disciplinare i rapporti con gli inventori e le premialità connesse con l'attività inventiva, nonché i rapporti con i finanziatori della ricerca che produca invenzioni brevettabili, regolati mediante accordi contrattuali.
L'articolo 4, inoltre, introduce nel CPI un nuovo articolo 65-bis, che consente alle istituzioni universitarie e dell'Alta formazione artistica, musicale e coreutica, agli enti pubblici di ricerca ovvero agli IRCCS di dotarsi, nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, anche in forma associativa, di un Ufficio di trasferimento tecnologico (UTT) con la funzione di promuovere la valorizzazione dei titoli di proprietà industriale, anche attraverso la promozione di collaborazioni con le imprese. Il personale addetto deve essere in possesso di qualificazione professionale adeguata allo svolgimento delle attività di promozione della proprietà industriale.
L'articolo 21 novella l'articolo 61, comma 1 (Certificato complementare per prodotti medicinali e per prodotti fitosanitari), e abroga l'articolo 81 del CPI (Certificato complementare ai sensi della legge 19 ottobrePag. 112 1991, n. 349 e licenza volontaria sui principi attivi mediata dal Ministro), concernenti le disposizioni che continuano a disciplinare il regime giuridico dei certificati complementari di protezione – introdotti dalla legge n. 349 del 1991, abrogata, a decorrere al 19 marzo 2005, dall'articolo 246 dello stesso CPI – per i quali si stabiliva una durata maggiore rispetto a quella quinquennale prevista dalla disciplina europea.
Formula, quindi, una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).
La Commissione approva la proposta di parere del relatore.
Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale.
Nuovo testo C. 418 Lupi.
(Parere alla VII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.
Luciano CIOCCHETTI, presidente, ricorda che il provvedimento è calendarizzato per la discussione in Assemblea a partire da domani, venerdì 23 giugno.
Dà, quindi, la parola al relatore, deputato Ciancitto, per lo svolgimento della relazione sul provvedimento in esame e per l'illustrazione della proposta di parere.
Francesco Maria Salvatore CIANCITTO (FDI), relatore, fa presente che la proposta di legge in esame, come risultante dall'esame delle proposte emendative presso la Commissione competente in sede referente, all'articolo 1 attribuisce al Ministero dell'istruzione e del merito il compito di favorire lo sviluppo delle competenze non cognitive e trasversali nelle attività educative e didattiche delle istituzioni scolastiche statali e paritarie di ogni ordine e grado. Gli obiettivi di fondo cui l'iniziativa mira, attraverso l'investimento su tale tipologia di competenze, sono la promozione dello sviluppo armonico e integrale della persona, delle sue potenzialità e dei suoi talenti, nonché della cultura della competenza, l'integrazione dei saperi disciplinari, il contrasto all'analfabetismo funzionale, alla povertà educativa e alla dispersione scolastica.
Il successivo articolo 1-bis prevede che il Ministero dell'istruzione e del merito provveda ad attivare, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, una mappatura delle esperienze e dei progetti già esistenti in ambito scolastico inerenti la lotta alla dispersione scolastica e la povertà educativa, corredata da un'analisi degli impatti e dei risultati prodotti.
L'articolo 2 del provvedimento assegna al Ministero dell'istruzione e del merito il compito di predisporre un Piano straordinario di azioni formative per i docenti delle scuole di ogni ordine e grado, da attuare a partire dall'anno scolastico successivo a quello dell'entrata in vigore della legge. La formazione è organizzata con la collaborazione dell'INDIRE, delle istituzioni scolastiche, nonché delle università e degli enti accreditati per la formazione.
L'articolo 3 della proposta reca la disciplina generale di una sperimentazione nazionale cui potranno partecipare le singole istituzioni scolastiche sulla base dei progetti presentati, finalizzata allo sviluppo delle competenze non cognitive e trasversali nei percorsi scolastici. La normativa di dettaglio è demandata a un decreto ministeriale apposito, da adottare entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge. La sperimentazione in oggetto è più in particolare finalizzata: all'individuazione delle competenze non cognitive e trasversali il cui sviluppo è più funzionale al successo formativo degli alunni e degli studenti; all'individuazione di buone pratiche relative alle metodologie e ai processi di insegnamento che favoriscono lo sviluppo di tali competenze, nonché dei criteri e degli strumenti per la loro rilevazione e valutazione; all'individuazione di percorsi formativi basati su metodologie didattiche innovative che valorizzino potenzialità, motivazioni e talenti Pag. 113degli studenti, contribuendo alla riduzione della dispersione scolastica; alla verifica degli effetti dello sviluppo delle competenze non cognitive e trasversali sul miglioramento del successo formativo e sulla riduzione della dispersione scolastica e della povertà educativa. Al termine dei tre anni di sperimentazione, il Ministro dell'istruzione e del merito presenta al Parlamento una relazione sugli esiti della stessa. Il monitoraggio e la valutazione complessiva della sperimentazione sono affidati ad un instituendo Comitato tecnico-scientifico.
L'articolo 4 prevede infine che analoghe sperimentazioni siano attuate nell'ambito dei percorsi dei Centri provinciali per l'istruzione degli adulti e nell'ambito dei percorsi di istruzione e formazione professionale.
Formula, quindi, una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).
Ilenia MALAVASI (PD-IDP) ricorda che il testo in esame è frutto di un lavoro avviato sin dalla scorsa legislatura, del quale il suo gruppo condivide gli obiettivi e i contenuti in quanto volto a contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica. Evidenzia l'importanza di promuovere le cosiddette soft skills per migliorare le capacità di integrazione delle giovani generazioni.
Esprime tuttavia perplessità rispetto al fatto che non siano previste ore aggiuntive in tale ambito all'interno dei percorsi scolastici e che il provvedimento non rechi le risorse finanziarie necessarie ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi che vengono indicati. Nel segnalare che nel corso dell'esame in sede referente sono stati respinti gli emendamenti presentati dal suo gruppo volti a individuare una maggiore dotazione finanziaria, preannuncia un voto di astensione del Partito Democratico sulla proposta di parere, auspicando che si mantenga la massima attenzione rispetto alla necessità di promuovere l'istruzione come strumento di crescita del Paese.
La Commissione approva la proposta di parere del relatore.
La seduta termina alle 13.55.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Giovedì 22 giugno 2023. — Presidenza del vicepresidente Luciano CIOCCHETTI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la salute, Marcello Gemmato.
La seduta comincia alle 14.
Luciano CIOCCHETTI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Avverte, inoltre, che è consentita la partecipazione in videoconferenza alla seduta odierna, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
5-01013 Malavasi: Interventi tesi a recuperare i ritardi nell'attuazione della Missione 6 del PNRR.
Ilenia MALAVASI (PD-IDP) illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Marcello GEMMATO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Ilenia MALAVASI (PD-IDP), replicando, sottolinea come sia nell'interesse di tutti evitare di disperdere risorse essenziali derivanti dal PNRR per potenziare il Servizio sanitario nazionale e garantire una presa in carico dei pazienti più efficace.
Ritiene che il Governo debba fornire un sostegno alle regioni, in considerazione della complessità delle procedure.
Chiede, quindi, che il Governo svolga un costante monitoraggio rispetto allo stato di avanzamento delle misure previste dalla Missione 6 del PNRR, in quanto rappresentano una componente essenziale per la riqualificazione della sanità italiana.
Nel rilevare che le rassicurazioni fornite nella risposta del rappresentante del Governo non appaiono pienamente in linea con i dati disponibili, dichiara che il suo gruppo continuerà ad esercitare una costante vigilanza, al fine di assicurare un Pag. 114utilizzo tempestivo ed efficace dei finanziamenti previsti a livello europeo.
5-01014 Loizzo: Definizione di un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) per i pazienti affetti da psoriasi.
Simona LOIZZO (LEGA) illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Marcello GEMMATO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).
Simona LOIZZO (LEGA), replicando, nel ringraziare il sottosegretario Gemmato per la risposta esaustiva, esprime l'auspicio che sia possibile concretizzare in tempi rapidi l'inserimento della psoriasi nell'ambito del Piano nazionale della cronicità, come annunciato nella risposta alla propria interrogazione.
5-01015 Quartini: Verifiche sull'esistenza di un conflitto di interessi concernenti due consulenti del Ministro della salute.
Andrea QUARTINI (M5S) illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Marcello GEMMATO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5), dichiarando di essere orgoglioso del fatto che il Ministro della salute possa avvalersi della consulenza di personalità di indubbio valore. Sottolinea che l'atto di sindacato ispettivo in oggetto costituisce l'occasione per chiarire la questione ivi rappresentata.
Andrea QUARTINI (M5S), replicando, precisa come a suo avviso la nomina a consulenti dei professori Rasi e Mennini sia ineccepibile con riferimento ai loro curricula ed esperienza professionale. Ribadisce, quindi, che la propria interrogazione ha la finalità di chiedere al Ministro della salute di individuare, ed eventualmente rimuovere, potenziali situazioni di conflitto di interessi.
Rileva che, in ragione del ruolo rilevante svolto da alcune grandi case farmaceutiche all'interno del think tank Ithaca, appare giusto sollecitare verifiche rispetto a possibili criticità sotto il predetto profilo, anche in considerazione del fatto che è attualmente in corso una revisione della governance dell'Aifa, promossa dall'attuale maggioranza attraverso un provvedimento non condiviso con i gruppi di opposizione. Evidenzia, pertanto, che il suo gruppo continuerà a svolgere un'azione di vigilanza, come è giusto e doveroso in un sistema democratico.
Luciano CIOCCHETTI, presidente, comunica che l'interrogazione Patriarca 5-01016 sarà svolta dopo l'interrogazione Vietri 5-01017.
5-01017 Vietri: Iniziative per migliorare l'accesso alle prestazioni sanitarie e la trasparenza delle liste d'attesa nella regione Campania.
Imma VIETRI (FDI) illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Marcello GEMMATO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).
Imma VIETRI (FDI), replicando, nel rilevare che vi sono ancora molti passi da compiere per migliorare l'efficienza della sanità pubblica, evidenzia che l'attuale Governo ha sinora compiuto le scelte giuste al riguardo e si dichiara pertanto fiduciosa che possa continuare lungo questo percorso.
5-01016 Patriarca: Assenza di una delegazione italiana all'interno del Coordination group HTA europeo.
Annarita PATRIARCA (FI-PPE), intervenendo in videoconferenza, illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Marcello GEMMATO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 7).
Annarita PATRIARCA (FI-PPE), replicando, in videoconferenza, ringrazia il sottosegretario Gemmato per la sua risposta esaustiva.
Pag. 115Luciano CIOCCHETTI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.45.
SEDE CONSULTIVA
Giovedì 22 giugno 2023. — Presidenza del vicepresidente Luciano CIOCCHETTI.
La seduta comincia alle 17.50.
DL 48/2023 Misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro.
C. 1238 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla XI Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.
Luciano CIOCCHETTI, presidente, ricorda che il provvedimento è calendarizzato per la discussione in Assemblea a partire dalle ore 13 di lunedì 26 giugno.
Dà, quindi, la parola al relatore, deputato Panizzut, per lo svolgimento della relazione sul provvedimento in esame.
Massimiliano PANIZZUT (LEGA), relatore, con riferimento alle disposizioni del provvedimento in esame che afferiscono alle competenze della XII Commissione, richiama innanzitutto gli articoli di cui al Capo I recante «Nuove misure di inclusione sociale e lavorativa».
In tale ambito, si colloca la disciplina dell'Assegno di inclusione, una nuova misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, istituita a livello nazionale al fine di contrastare la povertà, la fragilità e l'esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro.
La misura di sostegno è riconosciuta in favore dei nuclei familiari in cui vi sia almeno un soggetto minorenne o avente almeno sessant'anni di età o disabile o in condizione di svantaggio e inserito in programmi di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione. Il riconoscimento è subordinato al possesso di determinati requisiti relativi alla cittadinanza e alla residenza, al reddito e al patrimonio, al godimento di beni durevoli e all'assenza di misure cautelari personali, di prevenzione e di sentenze definitive di condanna intervenute nei dieci anni precedenti la richiesta.
La misura consiste in un'integrazione del reddito familiare fino alla soglia di 6.000 euro annui e in un'integrazione dell'affitto fino a 3.360 euro annui (importi elevati, rispettivamente, a 7.560 e a 1.800 euro se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza).
L'Assegno ha una durata non superiore a diciotto mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di dodici mesi. Il beneficio economico, erogato tramite la Carta di inclusione, è modificato in caso di variazioni della condizione occupazionale, reddituale o familiare. Può essere richiesto all'INPS, ai patronati o ai CAF e la domanda comporta l'iscrizione al Sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa per la sottoscrizione del patto di attivazione digitale e la successiva sottoscrizione del patto per l'inclusione sociale e lavorativa a seguito della valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo familiare svolta dai servizi sociali. Al termine della suddetta valutazione multidimensionale, i soggetti tra i 18 e i 59 anni attivabili al lavoro – salvo determinate eccezioni – vengono avviati ai Centri per l'impiego o ai servizi per il lavoro per la sottoscrizione del patto di servizio personalizzato.
Il riconoscimento della misura di sostegno comporta lo svolgimento di un'attività ispettiva sulla sussistenza di circostanze che comportano la decadenza dal beneficio esercitata dall'INL, dal Comando Carabinieri per la tutela del lavoro, dall'INPS e dalla Guardia di finanza. Al ricorrere di Pag. 116determinate situazioni, l'Assegno di inclusione è oggetto di revoca, di decadenza o di sospensione.
Il beneficiario dell'Assegno di inclusione, se attivabile al lavoro, è tenuto ad accettare un'offerta di lavoro, a patto che essa abbia determinate caratteristiche. Se tale offerta riguarda un rapporto di lavoro di durata compresa tra uno e sei mesi, l'Assegno è sospeso d'ufficio per la durata del rapporto di lavoro.
A seguito dell'introduzione della misura dell'Assegno di inclusione dal 1° gennaio 2024, viene introdotta una disciplina transitoria relativa alle modalità e ai tempi di fruizione del Reddito e della Pensione di cittadinanza e all'applicazione del sistema sanzionatorio penale, operativa fino al 31 dicembre 2023, fermo restando il limite massimo di fruizione di Reddito di cittadinanza già previsto per il 2023 e pari a sette mensilità. Fermo restando che tale beneficio può essere goduto fino al 31 dicembre 2023, si prevede altresì che il predetto limite dei sette mesi non si applichi ai nuclei familiari al cui interno vi siano persone con disabilità, minorenni o con almeno sessant'anni di età e ai percettori del Reddito di cittadinanza che, prima della scadenza dei sette mesi, sono stati presi in carico dai servizi sociali, in quanto non attivabili al lavoro.
È altresì istituito, dal 1° settembre 2023, il Supporto per la formazione e il lavoro – incompatibile con la fruizione del Reddito e della Pensione di cittadinanza – che consiste in un'indennità mensile di 350 euro riconosciuta in favore dei soggetti di età compresa tra 18 e 59 anni che partecipano a progetti di politiche attive del lavoro, ivi compreso il Servizio civile universale, o a progetti utili alla collettività (la cui disciplina è recata dal provvedimento in esame), che versano in determinate condizioni economiche (tra cui un ISEE familiare non superiore a 6.000 euro annui) e che non hanno i requisiti per accedere all'Assegno di inclusione, o che fanno parte di nuclei che accedono a tale Assegno, ma non sono considerati nella relativa scala di equivalenza (ossia non sono soggetti disabili o soggetti con carichi di cura) e non sono obbligati alle attività individuate nel progetto di inclusione sociale e lavorativa (l'obbligo è attribuito ai soggetti maggiorenni che esercitano la responsabilità genitoriale, non già occupati e non frequentanti un regolare corso di studi, senza carichi di cura).
Tale indennità è corrisposta per l'intera durata dei progetti a cui partecipano i suddetti soggetti, e comunque per un periodo massimo di dodici mesi, ed è soggetta all'applicazione delle medesime disposizioni in materia di revoca, decadenza, sospensione, controlli, incentivi all'occupazione e offerte di lavoro previste per l'Assegno di inclusione.
Al fine di consentire l'attivazione dei percorsi personalizzati per i beneficiari dell'Assegno di inclusione e del Supporto per la formazione e il lavoro viene istituito il Sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa.
Rileva, quindi, che l'articolo 14 reca un complesso di modifiche alla disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, di cui al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81. In particolare, segnala che la novella di cui al comma 1, lettera a), amplia i casi in cui il datore di lavoro e il dirigente sono obbligati alla nomina del medico competente in materia di sicurezza dei lavoratori. Si introduce, infatti, la fattispecie della richiesta della medesima nomina da parte del documento di valutazione dei rischi, che si aggiunge alle ipotesi in cui sia richiesta dalla disciplina la sorveglianza sanitaria. La violazione dell'obbligo in oggetto rientra nell'ambito delle sanzioni penali di cui all'articolo 55, comma 5, lettera d), del citato decreto legislativo n. 81 del 2008.
La successiva lettera c) integra la disciplina degli obblighi del medico competente.
In primo luogo, si introduce la previsione che, in occasione della visita medica preventiva (in fase di assunzione o in fase preassuntiva), da svolgere nelle fattispecie di cui all'articolo 41 del citato decreto legislativo n. 81 del 2008, il medico competente debba richiedere al lavoratore di esibire copia della cartella sanitaria e di rischio rilasciata al momento di risoluzione Pag. 117del precedente rapporto di lavoro e tener conto del contenuto della stessa cartella al fine della formulazione del giudizio di idoneità. Si inserisce inoltre la previsione che, in caso di proprio impedimento, derivante da gravi e motivate ragioni, il medico competente comunichi per iscritto al datore di lavoro il nominativo di un sostituto – in possesso dei requisiti per la nomina a medico competente – per l'adempimento degli obblighi, previsti dalla disciplina a carico del medico competente, durante l'intervallo temporale indicato nella medesima comunicazione.
L'articolo 22 modifica la disciplina dell'assegno unico e universale per i figli a carico, di cui al decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230. La novella concerne la maggiorazione specifica dell'assegno attribuita per i casi in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro e il valore dell'ISEE del nucleo familiare sia inferiore o pari ad un determinato limite – pari attualmente a 43.131,90 euro. Tale maggiorazione viene estesa con effetti non anteriori al 1° giugno 2023 ai casi in cui vi sia un solo genitore lavoratore e l'altro sia deceduto.
L'estensione opera per un periodo massimo di cinque anni, successivi all'evento del decesso, e sempre che continuino a sussistere i presupposti per il riconoscimento dell'assegno unico e universale.
Osserva, poi, che l'articolo 28 introduce, in via transitoria, un incentivo all'assunzione, da parte di enti del Terzo settore e di altri enti ad essi assimilabili, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, di soggetti con disabilità e di età inferiore a trentacinque anni. Le assunzioni, al fine in oggetto, devono essere o essere state effettuate nel periodo 1° agosto 2022-31 dicembre 2023 per lo svolgimento di attività conformi allo statuto del datore di lavoro e riguardare soggetti con disabilità rientranti nell'ambito di applicazione del cosiddetto collocamento obbligatorio, di cui alla legge 12 marzo 1999, n. 68. A tal fine è istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, al fine del successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri un apposito Fondo. Il Fondo è alimentato mediante la riassegnazione in spesa – nel limite massimo di 7 milioni di euro per il 2023 – delle somme non utilizzate del Fondo di sostegno per le strutture semiresidenziali per persone con disabilità, istituito dall'articolo 104, comma 3, del decreto-legge n. 34 del 2020.
La definizione delle modalità di ammissione, quantificazione ed erogazione del contributo, delle modalità e dei termini di presentazione delle domande, nonché delle procedure di controllo, è demandata a un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro delegato per le disabilità e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro il 1° marzo 2024.
Sottolinea, inoltre, che l'articolo 28-bis e il comma 3-bis dell'articolo 42, inseriti al Senato, recano proroghe di alcune norme transitorie in materia di lavoro agile.
In particolare, l'articolo 28-bis, intervenendo sul comma 306 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2023, proroga fino al 30 settembre 2023 la disposizione che prevede che il datore di lavoro, per i soggetti rientranti nelle situazioni di fragilità di cui al decreto ministeriale 4 febbraio 2022, assicuri lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile, anche attraverso l'adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definita dai contratti collettivi di lavoro in applicazione, senza alcuna decurtazione della retribuzione in godimento.
Il comma 3-bis dell'articolo 42 proroga dal 30 giugno 2023 al 31 dicembre 2023, facendo riferimento all'articolo 10, comma 2, del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, alcune disposizioni transitorie in materia di lavoro agile, relative sia al diritto di alcune categorie di lavoratori al ricorso a tale istituto sia alla possibilità di svolgimento della prestazione in modalità agile anche attraverso strumenti informatici nella disponibilità del dipendente. Tale norma transitoria riguarda i lavoratori dipendenti del settore privato che abbiano almeno un figlio minore di anni 14 – a condizione che Pag. 118nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito e che non vi sia genitore non lavoratore – nonché i lavoratori dipendenti che, sulla base delle valutazioni dei medici competenti, siano maggiormente esposti a rischio di contagio dal virus SARS-CoV-2, in ragione dell'età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o, comunque, da comorbilità che possano caratterizzare una situazione di maggiore rischio, accertata dal medico competente.
Evidenzia altresì che l'articolo 29 modifica la disciplina del trattamento retributivo dei lavoratori dipendenti dagli enti del Terzo settore e dalle imprese sociali, in particolare in materia di differenze retributive tra i lavoratori dipendenti all'interno di ciascuno dei suddetti enti, per le quali è attualmente previsto un limite massimo, fissato nel rapporto uno a otto. Si prevede in primo luogo che tale rapporto possa essere elevato a uno a dodici in presenza di comprovate esigenze, inerenti alla necessità di acquisire specifiche competenze ai fini dello svolgimento delle attività di interesse generale. Inoltre, in presenza delle medesime esigenze, si deroga al divieto di corresponsione a lavoratori subordinati o autonomi di retribuzioni superiori del quaranta per cento rispetto a quelli previsti, per le medesime qualifiche, dai contratti collettivi di lavoro.
L'articolo 42, quindi, dispone l'istituzione di un Fondo con una dotazione pari a 60 milioni di euro per l'anno 2023 per le attività socio-educative a favore dei minori, destinato al finanziamento di iniziative dei Comuni, da attuare anche in collaborazione con enti pubblici e privati, finalizzate al potenziamento centri estivi, servizi socioeducativi territoriali e centri con funzione educativa e ricreativa.
Il Fondo è istituito nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento per le politiche della famiglia, con la finalità di sostenere le famiglie e facilitare la conciliazione fra vita privata e lavoro.
Con decreto del Ministro delegato per la famiglia, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni ed enti locali, saranno stabiliti i criteri di riparto delle risorse da destinare ai Comuni, tenuto conto dei dati relativi alla popolazione minorenne residente.
Luciano CIOCCHETTI, presidente, non essendovi richieste di intervento in discussione, dà la parola al relatore per l'illustrazione della proposta di parere.
Massimiliano PANIZZUT (LEGA), relatore, illustra la proposta di parere predisposta (vedi allegato 8).
Marco FURFARO (PD-IDP) rileva preliminarmente che, ove il contenuto del decreto in discussione corrispondesse realmente al suo titolo, prevedendo cioè misure per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro, il Partito Democratico voterebbe convintamente a favore dello stesso. Evidenzia invece che, accanto a poche disposizioni, peraltro non strutturali, che stanziano risorse in favore dei lavoratori, l'impostazione del provvedimento è volta ad aumentare la precarietà e a ridurre la protezione sociale.
Nel rilevare che si abolisce l'unico strumento efficace di contrasto alla povertà, rappresentato dal reddito di cittadinanza, e che si definanziano misure importanti come quelle di sostegno al pagamento degli affitti, evidenzia che la maggioranza lancia un messaggio anacronistico. Sottolinea, infatti, che si vogliono introdurre disposizioni che consentono un maggiore sfruttamento dei lavoratori senza intervenire su aspetti, quali l'innovazione, il potenziamento delle infrastrutture o le riforme amministrative, in grado di promuovere lo sviluppo del Paese.
Nel ricordare che alcune delle forze politiche costituenti l'attuale maggioranza hanno accusato in passato i Governi di non tenere nella dovuta considerazione le esigenze delle fasce di popolazione a basso Pag. 119reddito, evidenzia che una volta divenute forza di governo esse portano avanti politiche che hanno come diretta conseguenza quella di privare centinaia di migliaia di famiglie di forme di sostegno al reddito e al pagamento dei canoni di locazione, in un contesto in cui viene peraltro sostanzialmente definanziato il Servizio sanitario nazionale. Si è in presenza, a suo avviso, di un disegno preciso, consistente nell'aumentare l'offerta di lavoro e ridurre le tutele a garanzia dei lavoratori per favorire le imprese che promuovono un modello economico basato non sull'innovazione ma sulla manodopera a basso costo. Sottolinea che si tratta di un messaggio devastante lanciato al Paese, in aperto contrasto con gli impegni assunti dalla stessa maggioranza in sede europea.
Segnalando che l'Italia è l'unico Paese europeo con uno strumento di contrasto alla povertà di carattere temporaneo, evidenzia che di fatto ciò rappresenta una colpevolizzazione della condizione di indigenza, scaricando sui singoli responsabilità che dovrebbero appartenere all'intero sistema. Osserva che la precarizzazione del lavoro viene inoltre acuita dall'ampliamento dell'utilizzo dei voucher e dalla possibilità di rinegoziazione al ribasso delle tutele contrattuali. Rileva altresì, che, in contrasto con posizioni assunte in passato, si prevede un allentamento della disciplina a tutela dei lavoratori relativa all'utilizzo di algoritmi da parte delle imprese.
Sulla base di tali considerazioni, preannuncia il voto contrario del Partito Democratico sulla proposta di parere illustrata dal relatore, ricordando che le misure di contrasto alla povertà rappresentano strumenti promossi in passato da forze politiche di carattere liberale, al fine di rendere il mercato del lavoro più flessibile. Ribadisce il carattere anacronistico di molte delle misure recate dal decreto in esame, volto ad aumentare la precarizzazione del lavoro, introducendo meccanismi al ribasso che premiano le rendite.
Elena BONETTI (A-IV-RE) preannuncia un voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, in coerenza con la posizione assunta al Senato. Ricorda di avere sempre contrastato la scelta di istituire il reddito di cittadinanza quando sarebbe stato preferibile utilizzare uno strumento più efficace rappresentato dal reddito di inclusione – sicuramente con un maggiore finanziamento rispetto a quanto inizialmente previsto – in quanto in grado di assicurare un'attivazione delle competenze e lo sviluppo di reti di protezione sociale.
Manifesta forti preoccupazioni rispetto all'assenza di visione sulle misure da adottare in futuro per il contrasto della povertà, lamentando lo scarso coinvolgimento della Commissione Affari sociali da parte di rappresentanti del Governo, rispetto ad un tema di indubbia rilevanza per le competenze della stessa. Segnala che, secondo i dati recentemente forniti dall'Ufficio parlamentare di bilancio, all'interno di un contesto inflattivo meno grave di quello che si è verificato al termine della passata legislatura, l'impatto sulla spesa delle famiglie è invece aumentato. Invita quindi ad una maggiore aderenza alla realtà, evitando dichiarazioni propagandistiche prive di fondamento.
Nel valutare favorevolmente la previsione, recata dal provvedimento in esame, del finanziamento di 60 milioni di euro per le attività socio-educative a favore dei minori, coglie l'occasione per segnalare che gli elementi informativi sullo stato di attuazione del Piano d'azione nazionale sulla garanzia infanzia, recentemente trasmessi dalla Ministra per la famiglia Roccella alla Commissione Affari sociali su richiesta di quest'ultima, appaiono insoddisfacenti, in quanto si limitano a indicare le attività svolte finora, senza delineare in maniera concreta le prospettive future.
Andrea QUARTINI (M5S) rileva come in questi primi mesi di legislatura sia emersa chiaramente un'indubbia capacità del Governo e della maggioranza: quella di mascherare in senso positivo, a livello mediatico, provvedimenti che in realtà sono gravemente dannosi per il Paese. I partiti di maggioranza prendono in prestito dalla cronaca gli slogan più di successo, e li trasformano in provvedimenti simbolici, che servono a presidiare un tema nel dibattito Pag. 120pubblico, ma senza ambire ad attuare alcun progetto complessivo che sia realmente riformatore. In ossequio a questa tendenza, il decreto in esame, conosciuto come «decreto lavoro», andrebbe, a suo avviso, più correttamente ridenominato «decreto precariato»: esso infatti smantella una misura generalizzata di sostegno al reddito, analoga a quelle diffuse in tutta Europa, e descritta come positiva, se non addirittura come fondamentale, da organismi internazionali e da autorità amministrative indipendenti, tornando piuttosto ad investire su forme di lavoro precarie.
Evidenzia come sia assurdo pretendere che si formino nuove famiglie, che la natalità torni a salire, in una società in cui non vi è alcuna certezza economica. Sottolinea come il modello sociale che propugna l'attuale maggioranza di Governo sia dannoso anche dal punto di vista della salute, in quanto vi sono numerosissimi studi scientifici che dimostrano come la principale causa di malessere nelle società moderne sia proprio la povertà. Il provvedimento in esame, al contrario di quanto enuncia il suo stesso titolo, è a suo avviso in realtà destinato a creare una massa di lavoratori ricattabili, perché sempre sull'orlo della precarietà economica e sociale. Per queste ragioni, annuncia il voto contrario del gruppo del Movimento 5 Stelle sulla proposta di parere avanzata dal relatore.
In conclusione, si rammarica di non aver potuto esaminare il provvedimento con tempistiche più adeguate e manifesta l'intenzione del proprio gruppo di provare ad apportare modifiche al testo pervenuto dal Senato durante l'esame alla Camera dei deputati.
La Commissione approva la proposta di parere del relatore.
La seduta termina alle 18.25.