SEDE CONSULTIVA
Giovedì 27 aprile 2023. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la Giustizia Andrea OSTELLARI.
La seduta comincia alle 13.40.
DL 20/2023: Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare.
C. 1112 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione. – Parere favorevole).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 26 aprile 2023
Ciro MASCHIO, presidente e relatore, ricorda che nella seduta di mercoledì 26 aprile 2023 ha svolto la relazione introduttiva.
Non essendovi richieste di intervento in discussione generale, formula una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame (allegato 1). Avverte quindi che il gruppo del Partito democratico ha presentato una proposta di parere alternativo (allegato 2).
Federico GIANASSI (PD-IDP), richiamandosi ai contenuti della proposta alternativa di parere del suo gruppo, sottolinea l'abuso dello strumento della decretazione d'urgenza che ha costretto sia la Commissione di merito, sia le altre Commissioni in sede consultiva ad esaminare il testo del provvedimento in tempi particolarmente ridotti, privando di fatto i parlamentari Pag. 137della possibilità di sviluppare un dibattito approfondito su un tema particolarmente rilevante.
Evidenzia, inoltre, come a costringere il Parlamento a svolgere un esame sommario del provvedimento siano proprio quelle forze politiche che, quando erano all'opposizione, avevano fortemente criticato l'utilizzo eccessivo della decretazione d'urgenza.
In merito ai contenuti del decreto-legge, precisa che la proposta alternativa del suo gruppo segnala molteplici criticità.
In primo luogo, rileva come lo strumento della decretazione d'urgenza mal si presti a disciplinare una materia così complessa come quella dell'immigrazione.
Ritiene, inoltre, grave e pericolosa l'abrogazione di molte norme relative ai permessi di soggiorno per protezione, finora rilasciati agli stranieri che non rientrano nella cosiddetta protezione internazionale, in caso di fondato rischio di sottoposizione a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o in forza del rispetto degli obblighi internazionali in quanto, tali permessi, insieme al diritto ad essere riconosciuto rifugiato politico e alla cosiddetta protezione sussidiaria, danno attuazione al diritto sancito dall'articolo 10 della Costituzione.
Sottolinea inoltre come la compressione di questa forma di protezione speciale rischi di compromettere i diritti delle persone che arrivano sul territorio dello Stato e di aggravare le questioni relative alla sicurezza che aumenteranno all'aumentare del numero di soggetti irregolari presenti. Ritiene quindi che l'attuazione del provvedimento in esame incrementerà un problema che l'Esecutivo si era invece prefissato di contenere.
Esprime inoltre particolare critica nei confronti della carente tipizzazione delle fattispecie penali introdotte, con una formulazione eccessivamente ampia ed incerta. Al riguardo, rileva come la predetta fattispecie penale, pur perseguendo l'obiettivo di contrastare le condotte illecite di traffico di esseri umani, è strutturata con una formulazione indeterminata che solleva, in particolare rispetto al principio di tassatività della fattispecie penale, rischi di violazione dell'articolo 25 della Costituzione, e soprattutto rischia di porre sullo stesso piano condotte profondamente diverse tra loro e finanche attraverso interpretazioni estensive, di punire anche chi interviene per garantire aiuti, soccorso e assistenza umanitaria.
Ciò premesso, a nome del gruppo del Partito Democratico, dichiara il voto contrario sulla proposta di parere favorevole.
Stefania ASCARI (M5S) illustra le ragioni del voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.
Dopo aver sottolineato come il complesso tema della immigrazione debba essere affrontato da chi ha le competenze idonee, rileva invece come il testo del decreto-legge in esame, predisposto in maniera frettolosa, dimostri la mancanza di conoscenza nella pratica di quanto avviene effettivamente nelle questure, nelle prefetture e nei tribunali specializzati di protezione internazionale.
Ritiene che il decreto-legge sia particolarmente dannoso, non solo per coloro che giungono nel nostro territorio in cerca di aiuto, ma anche per il sistema giustizia nel suo complesso, in quanto crea ulteriore confusione su una materia disciplinata da una normativa che ormai non rispecchia più l'attualità del fenomeno dell'immigrazione.
Critica inoltre fortemente la decisione di non rinnovare i contratti dei lavoratori interinali nelle questure, nelle prefetture e nelle commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato. Sottolinea infatti come non sia possibile gestire il fenomeno senza adeguato personale e rammenta che i procedimenti per le sanatorie relative al 2020 non sono ancora terminati.
Evidenzia inoltre che l'articolo 7 del decreto-legge, che prevede il rilascio del permesso di soggiorno alle vittime del reato di costrizione o induzione al matrimonio, riproduce il contenuto di una proposta di legge, frutto del lavoro di condivisione con le associazioni, che aveva assunto il nome simbolico di «legge Saman», che nella scorsa legislatura alcune forze dell'attuale maggioranzaPag. 138 non avevano sostenuto, ritenendola un pericolo.
Ritiene che l'intestarsi in maniera indecorosa una norma scritta da altri dimostri la totale incoerenza e la mancanza di etica politica della maggioranza che è incapace di gestire il fenomeno dell'immigrazione ed esorta il Governo a ringraziare i centri antiviolenza che hanno dato invece vita alla disposizione.
Sottolinea da ultimo la gravità dell'estensione della detenzione amministrativa all'interno dei Centri di permanenza e per i rimpatri e dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo, evidenziando come tali luoghi siano disumani e come le misure adottate con questo decreto li condannino a permanenze più lunghe e a una protratta condizione di clandestinità.
Ribadendo quindi la contrarietà del suo gruppo nei confronti del provvedimento auspica che la maggioranza, all'esito di uno studio più attento della materia, possa rivedere la propria posizione.
Devis DORI (AVS) dichiara il voto contrario di Alleanza Verdi Sinistra sulla proposta di parere del relatore.
Ciro MASCHIO, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire in dichiarazione di voto, pone in votazione la proposta di parere favorevole, con la precisazione che dalla sua approvazione discende la preclusione della proposta alternativa di parere.
La Commissione approva la proposta di parere del relatore (allegato 1).
La seduta termina alle 13.55.
SEDE REFERENTE
Giovedì 27 aprile 2023. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO – Interviene il sottosegretario di Stato per la Giustizia Andrea Ostellari.
La seduta comincia alle 13.55.
Disposizioni in materia di tutela dell'inviolabilità del domicilio da occupazione arbitraria.
C. 332 Bof e C. 566 Bisa.
(Seguito dell'esame e rinvio – abbinamento delle proposte di legge C. 246 Marrocco, C. 293 Cirielli, C. 316 Orfini, C. 935 Foti e C. 1022 D'Orso).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 23 marzo 2023.
Ciro MASCHIO, presidente, avverte che, facendo seguito a quanto preannunciato in sede di Ufficio di presidenza, nella seduta odierna sarà sottoposto alla deliberazione della Commissione la richiesta di abbinamento delle proposte di legge: C. 246 Marrocco, C. 935 Foti e C. 1022 D'Orso.
Evidenzia preliminarmente che l'eventuale decisione di abbinamento delle suddette proposte comporta altresì l'abbinamento delle proposte C. 293 Cirielli e C. 316 Orfini, in quanto vertenti su identica materia della pdl C.246 Marrocco.
La Commissione concorda.
Ciro MASCHIO, presidente, ricorda che nell'Ufficio di presidenza di ieri è stato altresì fissato il termine del 4 maggio entro cui i gruppi potranno formulare le richieste in ordine alle audizioni. Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.
SEDE CONSULTIVA
Giovedì 27 aprile 2023. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il Sottosegretario di Stato per la Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove.
La seduta comincia alle 20.55.
Pag. 139Documento di economia e finanza 2023.
Doc. LVII, n. 1 e Annesso-bis e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione. – Parere favorevole).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Ciro MASCHIO, presidente e relatore, preliminarmente fa presente che, a seguito delle determinazioni odierne della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, la Commissione è chiamata a esprimere nuovamente il prescritto parere alla V Commissione, per le parti di propria competenza, sul Documento di economia e finanza 2023 e Annesso e Allegati (Doc. LVII, n. 1 e Annesso-bis e Allegati), ripresentato dal Governo alle Camere nella giornata odierna.
Si richiama quindi integralmente alla relazione già svolta nella precedente seduta del 18 aprile con riguardo alla precedente versione del DEF, in quanto, per i profili di competenza della Commissione giustizia, non vi sono differenze. Preannuncia pertanto che anche la proposta di parere si richiama integralmente a quella formulata sul precedente testo (allegato 3).
Valentina D'ORSO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, evidenzia come a suo avviso ci si trovi davanti ad una situazione davvero imbarazzante per la maggioranza, che a seguito della mancanza di suoi componenti alla votazione sullo scostamento di bilancio in Aula, ha ripresentato una versione identica del documento già bocciato dalla Camera. Ritiene che tale manifestazione di sciatteria istituzionale evidenzi l'irresponsabilità e l'incapacità delle forze di maggioranza. Stigmatizza, pertanto, le modalità con cui la Commissione si trova ora, in breve tempo, a dover riesaminare il DEF.
Inoltre, ritiene che la partecipazione in tale seduta del sottosegretario Delmastro rappresenti una vera e propria provocazione nei confronti delle opposizioni, che difatti ha comportato l'abbandono dei lavori della Commissione da parte dei componenti dei gruppi del Partito democratico e di Alleanza verdi e sinistra. Testimonia un ennesimo tentativo di tacitare le forze di minoranza, che il suo gruppo ritiene inaccettabile e intende contrastare intervenendo sia in discussione generale che in dichiarazione di voto.
Ciro MASCHIO, presidente e relatore, precisa come a suo avviso sia invece inaccettabile l'atteggiamento delle forze di opposizione che hanno deciso di abbandonare i lavori della Commissione di fronte ad un legittimo rappresentante del governo, che ha il diritto e il dovere di seguire i lavori parlamentari che si svolgono peraltro in una situazione di emergenza. Apprezza pertanto che il gruppo del Movimento 5 stelle, a tale atteggiamento faccia prevalere il proprio diritto a discutere il provvedimento in esame nel merito. Al fine di organizzare i lavori nei limitati tempi disponibili, invita a contenere gli interventi entro il tempo ordinario di dieci minuti riservandosi, ove non vi sia adesione a tale invito, di promuovere in sede di Ufficio di Presidenza, un'organizzazione del dibattito con contingentamento dei tempi d'intervento.
Carla GIULIANO (M5S), intervenendo in discussione generale, manifesta il proprio disappunto nell'apprendere che il presidente definisca la situazione nella quale la Commissione è chiamata a lavorare un'emergenza, sottolineando come invece le emergenze che il Paese ha purtroppo dovuto recentemente affrontare sono ben altre.
Ritiene invece che ci si trovi di fronte ad una mancanza di caratura istituzionale da parte di una maggioranza che ha oggi posto in essere un balletto indecoroso per tutti i cittadini e sottolinea come sarebbe stato più opportuno concedersi qualche ora in più per consentire anche all'opposizione di esaminare il provvedimento.
Stigmatizza la doppia sciatteria di una maggioranza che non ha avuto la forza dei numeri e che ha subito riconvocato le Commissioni limitando il tempo per l'interlocuzione e senza rendersi conto della gravità di ciò che è realmente accaduto e della brutta figura che il proprio comportamentoPag. 140 ha fatto fare all'intero Paese a livello internazionale.
Ritiene comunque che la presente seduta possa essere una buona occasione per ricordare ancora una volta le proposte che il suo gruppo aveva avanzato, senza ottenere alcuna risposta, per migliorare il Documento di economia e finanza.
In primo luogo, rammentando i recenti confortanti dati relativi all'impatto delle riforme sul sistema giustizia, evidenzia come si sarebbero dovute destinare maggiori risorse alla digitalizzazione per prevedere standard di sicurezza del portale di supporto del processo civile telematico più elevati.
Sottolinea inoltre come nel DEF non siano state previsti interventi a favore dell'edilizia penitenziaria, nonostante le strutture carcerarie siano vetuste ed inadeguate.
Ritiene inoltre che si sarebbe dovuto investire nell'implementazione del sistema di sicurezza interno agli istituti detentivi. In proposito rammenta il grave episodio relativo all'evasione di un boss dal carcere nuorese di Badu e' Carros e fa presente che la Commissione ha recentemente svolto proprio in tale istituto penitenziario una missione, nel corso della quale, la direttrice del carcere e le guardie carcerarie hanno evidenziato alcuni gravi vulnus alla sicurezza della struttura.
Osserva inoltre che il DEF non stanza alcuna risorsa per formare le figure trattamentali che debbono accompagnare i detenuti nel loro percorso di rieducazione né gli operatori sanitari e le forze dell'ordine che si trovano a relazionarsi con le donne vittime di violenza di genere. In proposito sottolinea come non sono previsti neanche stanziamenti dei fondi a favore delle vittime.
Evidenzia inoltre che l'Esecutivo non fornisce neanche certezze in merito al futuro degli addetti all'ufficio del processo, sottolineando come tale personale, che lavora a fianco dei magistrati nello smaltimento del cospicuo arretrato dei tribunali, dovrebbe invece veder valorizzato il proprio percorso.
Sottolinea inoltre che il Documento in esame non apposta alcuna risorsa per il contrasto alla mafia e alla criminalità organizzata, e rammenta come invece anche nell'ultima relazione della Direzione nazionale antimafia sulla criminalità organizzata si sottolinei che la corruzione e la mafia sono due fenomeni connessi.
In proposito chiede di conoscere quali strumenti l'Esecutivo intenda quindi porre in essere per rafforzare il contrasto alla criminalità organizzata e per evitare che le risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza vadano ad incrementare le casse delle mafie.
Ritiene che il nuovo esame del provvedimento poteva essere una occasione per la maggioranza per rivalutare almeno alcuni di questi temi e, seppure consapevole che il suo auspicio non verrà colto, si augura che almeno in un prossimo provvedimento il settore giustizia possa contare sulle dovute attenzioni.
Stefania ASCARI (M5S), intervenendo in dichiarazione di voto, evidenzia preliminarmente la mancanza da parte della maggioranza del senso dello Stato. Il mancato raggiungimento del quorum necessario per approvare il più importante atto di politica economica del Governo non testimonia solo sciatteria e arroganza ma la totale mancanza di contatto con la realtà, che è il peccato più grave che possa commettere chi rappresenta le istituzioni.
Si sarebbe quindi aspettata le scuse della maggioranza ai cittadini italiani.
Venendo al merito del provvedimento evidenzia come in esso manchi un'azione decisa per combattere la violenza di genere, nonostante le numerosissime vittime degli ultimi 20 anni. Suggerisce ironicamente al Governo di copiare ancora una volta una proposta di legge dell'opposizione: si riferisce alla sua iniziativa legislativa di integrazione del codice rosso e in materia di recidiva.
Rileva come nel DEF non ci sono sufficienti finanziamenti per il reddito di libertà né per garantire erogazioni in tempi rapidi a favore delle vittime di violenza di genere.
Inoltre, sono stati smantellati i principali strumenti di contrasto delle mafie e della criminalità organizzata, quali in particolarePag. 141 le intercettazioni ed è stata depotenziata la principale arma nelle mani delle forze dell'ordine, ovvero quella dei collaboratori di giustizia.
Evidenzia come la applicazione del regime di carcere duro ai sensi del cosiddetto 41-bis non viene applicato conformemente alla normativa, ciò anche in conseguenza della carenza strutturale della edilizia penitenziaria. Richiama l'indecenza delle condizioni di alcuni istituti di pena e l'assenza di mezzi di sorveglianza e di schermatura dei cellulari.
Altro punto dolente, per il quale si registra una inspiegabile assenza di risorse è l'edilizia giudiziaria. Richiama un recente fatto di cronaca per evidenziare come essa impedisca di conciliare la vita professionale con la cura di un figlio.
Conclusivamente ritiene che il Governo non abbia le competenze e conoscenze necessarie per affrontare i problemi del sistema giustizia e per tutelare realmente coloro che sono vittime di reati e che con coraggio li denunciano. Si riferisce in particolare a quei soggetti che hanno denunciato le mafie e adesso denunciano, con la stessa forza di essere stati abbandonati dallo Stato che non li protegge
Nel rimarcare ancora una volta la gravità dell'odierno episodio parlamentare che costituisce un'offesa per tutti i cittadini, dichiara il voto contrario alla proposta di parere favorevole.
La Commissione approva la proposta di parere del relatore (allegato 3).
La seduta termina alle 21.30.