ALLEGATO
Sugli esiti della missione svolta a Trieste in occasione della Conferenza Nazionale L'Italia e i Balcani Occidentali: crescita e integrazione (24 gennaio 2023).
RELAZIONE DI SINTESI
Una delegazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa), composta dai deputati Naike Gruppioni, Emanuele Loperfido e Federica Onori (per la III Commissione) e dal deputato Roberto Bagnasco (per la IV Commissione) ha partecipato il 24 gennaio 2023, su invito del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, on. Antonio Tajani, alla Conferenza Nazionale L'Italia e i Balcani Occidentali: crescita e integrazione.
La Conferenza era organizzata congiuntamente dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dal Ministero dell'economia e delle finanze con l'intento di illustrare ai partecipanti istituzionali e agli operatori il contesto regionale, le opportunità di sviluppo e investimento per il sistema Paese e gli strumenti, anche finanziari, italiani e multilaterali per favorire la crescita e l'integrazione di quest'area economica, oltre che geopolitica, di rilievo essenziale per l'Italia.
Oltre al Ministro degli affari esteri, per la rappresentanza istituzionale erano presenti: il Sottosegretario all'economia e finanze Sandra Savino; il Commissario europeo per l'allargamento Oliver Varhelyi; il Ministro per i Rapporti con il parlamento sen. Luca Ciriani; la presidente della 3^ Commissione (Affari esteri e Difesa) del Senato Stefania Craxi; il Presidente della regione autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga; il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza.
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha inviato un videomessaggio di saluto per sottolineare il rilievo dell'evento e la necessità di lavorare al duplice obiettivo di favorire la crescita economica e sociale, nonché la piena integrazione europea della regione dei Balcani occidentali, da intendere come parte di un'area nevralgica gravitante intorno al Mar Adriatico di cui l'Italia rappresenta un attore essenziale. In questo quadro sicurezza e crescita appaiono valori complementari e fondamentali, unitamente alla solidarietà dovuta ai nostri Paesi vicini nei momenti di difficoltà, il tutto da realizzare e garantire in una cornice europea.
Tra gli interventi istituzionali il contributo del Sottosegretario Savino ha posto in evidenza anzitutto il ruolo cruciale di partenariato economico svolto nella regione dei Balcani occidentali dalle banche multilaterali di sviluppo, essenziali per finanziare le grandi opere infrastrutturali come il completamento dei corridoi europei, e fra le quali spicca su tutte la centralità della BEI per il percorso di integrazione europea.
Il Ministro Tajani ha voluto invece sottolineare la novità rappresentata dalla collaborazione fra i due ministeri MAECI e MEF nel perseguimento degli obiettivi indicati dalla Conferenza, il cui presupposto basilare è costituito da una comune visione dei Balcani, visti come regione essenziale per la proiezione della nostra stabilità economica, per l'espansione delle nostre PMI e per la sicurezza energetica e militare della nazione, nonché dall'intenzione di veicolare un messaggio rassicurante a chi deve investire e lavorare in questa regione. Specificando che la politica estera non è fatta solo dal Ministero degli Affari esteri, ma anche dai parlamentari tutti, nonché dai militari presenti in Kosovo, Bosnia Albania (cui ha rivolto un particolare ringraziamento), il Ministro ha precisato che il cosiddetto Sistema Italia si sostanzia anzitutto nel metodo della sussidiarietà orizzontale, che coinvolge più attori, e ha elogiatoPag. 26 in questo quadro la preziosa funzione che può svolgere la diplomazia parlamentare. La prospettiva europea rappresenta una garanzia per il controllo dei flussi di immigrazione irregolare e per rafforzare una presenza economica, industriale e commerciale in questa regione che favorisca la crescita di tutti gli attori coinvolti: in questo senso il Ministro ha ribadito la necessità di mettere tutte le forze a sistema per comporre il mosaico comune della crescita dei Balcani occidentali, includendo banche, imprese e ogni altro soggetto utile, avendo fermo l'obiettivo che l'Italia possa riprendere il ruolo che le spetta nella regione.
Il Commissario Varelhy ha fornito un ampio quadro dello stato del processo di allargamento riferito ai vari Paesi della regione, precisando che l'integrazione politica perseguita dall'Unione europea potrà funzionare solo se preceduta dall'integrazione sociale ed economica. Si è soffermato sul piano di investimenti europeo del valore di 30 miliardi di euro, pari a 1/3 del Pil dell'intera regione, come esempio concreto di un nuovo approccio volto a garantire la reale integrazione della regione, mediante la realizzazione di ampi progressi nei settori della connettività, dell'energia, dei trasporti, dell'economia digitale. L'aiuto delle banche commerciali e di investimento risulta in tal modo essenziale a creare il tessuto base dello sviluppo in cui confluiranno le PMI con il loro apporto specifico. Ha altresì ringraziato i soldati italiani per il loro contributo significativo e riconoscibile alla sicurezza e alla stabilità della regione e in generale l'Italia per la quota di cooperazione economica che sta fornendo, auspicando che la nostra Nazione e i Balcani occidentali diventino sulla base di questa strategia anche la porta di ingresso dell'energia verde verso l'Europa.
Il Ministro Ciriani ha ricordato che Trieste, più di ogni altra città italiana, conserva la memoria del suo passato, ma anche la speranza e l'attitudine costruttiva verso il futuro, con la sua vivacità economica e culturale e con la sua quota di lavoro transfrontaliero. Il dialogo politico e la diplomazia parlamentare, affiancate da iniziative come la IAI (Iniziativa Adriatico Ionica) e l'InCE (Iniziativa Centro Europea), contribuiscono a diffondere la conoscenza reciproca fra i Paesi della regione e nel contempo l'avvicinamento di questi all'Europa. Anche nel quadro di questi strumenti multilaterali di cooperazione regionale, di cui l'Italia rappresenta un attore primario, occorre dare slancio e credibilità al processo di allargamento e farsene protagonista con determinazione.
La presidente della Commissione Affari esteri e Difesa del Senato Craxi ha voluto soffermarsi sul ruolo cruciale e difficile dei Balcani come terra di frontiera e polo permanente di instabilità, ma pur sempre legati a noi da vincoli storici e culturali profondi. Anche e soprattutto per questo appare necessario utilizzare un approccio ai problemi dell'area che sia non solo strutturale ma complessivo, inclusivo di ogni strumento diplomatico e finanziario utile al raggiungimento dell'obiettivo della piena e rapida integrazione, al quale l'iniziativa di questa conferenza appare del tutto funzionale e particolarmente utile. Il sovrapporsi nella regione dei Balcani occidentali di iniziative diplomatiche vecchie e nuove, come la Quadrilaterale, l'InCE e il processo di Berlino, che talora si sono accavallate senza un vero coordinamento, ha rischiato di aprire il fianco a vere e proprie forme di competizione all'interno della stessa Unione europea. Per superare questo rischio occorre adottare da parte dell'Italia un approccio diplomatico forte, volto a perseguire la completa stabilizzazione dell'area sotto la guida di un player preminente in ambito europeo. Infine, ha osservato come le prospettive in termini di politiche di investimento infrastrutturale e di cooperazione energetica offerte alla regione balcanica dai nuovi leader del panorama geopolitico regionale ed internazionale, in funzione alternativa a quella europea (in particolare Cina, Russia e Turchia) appaiano sempre più evidenti e richiedano oggi più che mai l'adozione di un piano strategico da realizzare con l'aiuto del FMI e della BEI per superare la dipendenzaPag. 27 dei Balcani occidentali da Pechino e dalle forniture russe.
Il Presidente della regione autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza hanno per parte loro rappresentato la specificità delle istanze regionali e locali di un territorio storicamente, culturalmente ed economicamente proiettato verso la regione dei Balcani occidentali, oltre che porta della Mitteleuropa, e in tale contesto pronto a farsi carico di una strategia di inclusione e progresso di questa regione e del tessuto economico sottostante.
Una volta esaurita la sezione dedicata agli interventi istituzionali, la conferenza si è articolata in quattro panel specifici dedicati ai seguenti temi: gli obiettivi del partenariato Italia-Balcani Occidentali; strumenti ed opportunità per il Sistema Paese; il ruolo del sistema produttivo italiano; gli strumenti internazionali a sostegno della crescita economica.
Il primo panel prevedeva la presentazione da parte dei sei Ambasciatori d'Italia nella regione (Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia) dei fondamentali economici e demografici del rispettivo Paese di accreditamento e delle linee di promozione del Sistema Paese predisposte per il 2023, da cui è emerso un utile quadro sinottico sintetico dei sei paesi e dei seguenti dati: popolazione, PIL, volume dell'interscambio, investimenti bilaterali e stranieri e presenza istituzionale italiana.
Nel secondo panel, dedicato a illustrare strumenti ed opportunità per il Sistema Paese(1), ci si è soffermati sugli strumenti operativi a disposizione del settore privato, con particolare attenzione alle varie filiere maggiormente presenti sui territori e alle criticità sofferte dalle aziende italiane negli anni recenti. Uno dei temi privilegiati è stato il quadro della finanza agevolata per le nostre imprese con interessi diretti verso i Balcani occidentali, con una particolare attenzione alla filiera produttiva delle imprese italiane esportatrici, da favorire anche attraverso una consulenza dedicata in loco. Nel riconoscimento che i Balcani occidentali presentano una struttura produttiva costituita di PMI non dissimile dalla nostra, è opportuno infatti favorire la crescita economica e l'impianto delle nostre aziende sul posto moltiplicando in primo luogo le sedi di orientamento e consulenza da fornire alle imprese che intendano investire nell'area.
Nel panel dedicato al ruolo del sistema produttivo italiano sono stati invitati a presentare proprie riflessioni e proposte i rappresentanti di Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Confagricoltura, Coldiretti e Confapi. Dal contributo di questi interlocutori è emerso ancora una volta come nella regione si siano recentemente fatti avanti competitors importanti non solo sul piano economico, finanziario e commerciale (come Cina, Turchia e Francia), ma anche in ambito culturale, come i Paesi del Golfo, pronti a finanziare vere e proprie politiche di cooperazione culturale, talora a sfondo religioso (costruzione di moschee), con alcuni Paesi dei Balcani occidentali. Per il resto è stato fatto un richiamo alla presenza di una concorrenza agguerrita anche per il settore dei trasporti, particolarmente dell'autotrasporto. Nel settore agroalimentare si è sottolineato con preoccupazione che i players di rilievo globale non sono più rappresentati dai Paesi occidentali (su 120 giorni di stoccaggio di grano al mondo, ben 100 risultano stoccati in Cina attualmente). In questo quadro, poiché la produzione di cibo è ormai parte della geopolitica mondiale e considerato che l'Italia non produce commodities, ma esporta prodotti alimentari di alta qualità, è necessaria una particolare attenzione alla promozione delle imprese operanti in questo settore, che trova nei Pag. 28Balcani occidentali grandi estensioni disponibili di territorio agricolo(2).
Al quarto panel incentrato sugli strumenti internazionali a sostegno della crescita economica hanno partecipato rappresentanti della BEI, della BERS e della Banca Mondiale, che hanno illustrato l'ampia panoplia degli strumenti finanziari finalizzati a colmare il gap di produzione e a favorire la competitività delle imprese, anche nei settori dei trasporti e della connettività, senza tralasciare facilitazioni ad hoc per obiettivi specifici, come ad esempio quello della decarbonizzazione. Si è voluto sottolineare il fatto che i recenti eventi bellici hanno trasformato i sistemi produttivi nazionali, al punto che si parla oggi di reshoring e near-shoring delle imprese nei processi di internazionalizzazione, ma soprattutto di friend-shoring, volto a dirigere gli investimenti verso paesi amici, distogliendoli da paesi autoritari. Il fenomeno dell'internazionalizzazione non è da confondere infatti con quello della delocalizzazione, poiché è la dimensione che serve a lanciare le imprese italiane nel mondo e come tale va favorita, anche mediante l'apporto delle nostre Ambasciate all'estero, che costituiscono a ragione il trait d'union fra la realtà produttiva italiana e le opportunità offerte dai territori esteri e dai relativi tessuti produttivi.
Nella parte conclusiva dei lavori, dedicata ad alcune «Testimonianze» sono intervenuti il presidente di Fincantieri, Gen. Claudio Graziano, il Segretario Generale dell'InCE Roberto Antonione e il rappresentante della Comunità di S. Egidio Mons. Vincenzo Paglia. Quest'ultimo in particolare si è soffermato sul dialogo interreligioso come fattore di stabilità e crescita in un'area, come i Balcani occidentali, dove i rischi di diffusione del radicalismo islamico minacciano di riaprire antiche ferite storiche e conflitti religiosi mai del tutto sopiti.
Sui medesimi rischi portati da flussi di immigrazione irregolare non adeguatamente governati, suscettibili di indurre una crescente radicalizzazione del contesto sociale e religioso e di aumentare i connessi pericoli legati al terrorismo islamico, si è infine soffermato nel suo discorso conclusivo anche il Ministro Tajani, il quale ha tuttavia voluto affermare la necessità di evitare qualsiasi forma di generalizzazioni ideologiche in questo campo e di favorire in ogni circostanza il dialogo fra le parti, come primo presupposto per una convivenza pacifica e una fruttuosa cooperazione economica.
(1) Presenti fra gli altri gli AD di Cassa depositi e prestiti, Sace e Simest, i presidenti di Finest e Enac, i Direttori Generali dell'ICE e della DG promozione del Sistema Paese del MAECI.
(2) Il 15 per cento del PIL dei Balcani occidentali, si è detto in questo panel, è costituito dal settore agri-ortofrutticolo, motivo per cui l'area riveste un notevole interesse per le nostre imprese del settore.