XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 523 di martedì 5 agosto 2025
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'
La seduta comincia alle 16,20.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FABRIZIO CECCHETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 22 luglio 2025.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 81, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta in corso (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.
PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettera in data 4 agosto 2025, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VII Commissione (Cultura):
S. 1600 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport» (approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (2488-B) - Parere delle Commissioni I, II, V e XI.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
In morte dell'onorevole Giuseppe Ossorio.
PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Giuseppe Ossorio, membro della Camera dei deputati nella XV e XVI legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1565 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 95, recante disposizioni urgenti per il finanziamento di attività economiche e imprese, nonché interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali (Approvato dal Senato) (A.C. 2551) (ore 16,25)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2551: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 95, recante disposizioni urgenti per il finanziamento di attività economiche e imprese, nonché interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali.
Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
Ricordo altresì che, secondo quanto stabilito nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, la votazione per appello nominale avrà luogo a partire dalle ore 18.
Successivamente, dalle ore 19 alle ore 20 e, nella giornata di domani, a partire dalle ore 9 ed eventualmente nelle giornate successive, avranno luogo le ulteriori fasi di esame del provvedimento, sino alla sua conclusione.
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2551)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, di fatto siamo davanti a una finanziaria mascherata da omnibus, da approvare per decreto, con tempi contingentati, come al solito, senza dibattito parlamentare. Un omnibus mascherato da decreto Economia, farcito di ogni misura possibile, come vi abbiamo raccontato, dal finanziamento alle imprese alla proroga del superbonus, dal bonus mamme alle misure per le infrastrutture, dai trasporti locali al lavoro interinale, dagli enti territoriali alla sugar tax, dal turismo all'IVA sui beni di lusso, sperando sempre di nascondere, con il favore delle tenebre, qualcosa di indecente nel grande calderone.
È così che trattate e avete trattato per l'ennesima volta il lavoro. È così che trattate la vita delle persone, cercando di spazzar via diritti e tutele con un emendamento notturno. Ci avete provato con il decreto Ilva: vi abbiamo fermati in Senato. Non paghi, siete tornati nella notte, come una banda, di fatto, di vampiri, e il dispositivo per modificare i termini di prescrizione per riscuotere i crediti di lavoro è risorto dalle ceneri per insinuarsi di nuovo in questo decreto. Ma, vedete, noi restiamo svegli. Ed è per questo che, come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ringraziamo i colleghi del Senato, tutti, a partire ovviamente dal nostro Tino Magni, perché per l'ennesima volta ve lo abbiamo fatto ritirare, insieme allo scempio sui contratti interinali estesi fino a 4 anni. Per fortuna, con noi ci sono state le forze sindacali e i lavoratori, che hanno unito gli appelli.
Ma lo sappiamo bene, per voi è una disposizione urgente per il sostegno alle imprese, cioè fregare ai lavoratori parte della loro retribuzione, perché di questo si tratta, impedire loro di far causa a padroni disonesti e consentire, semmai, a quei padroni di non stabilizzare all'infinito: altri 36 o 48 mesi in cui il lavoratore può essere impiegato da un singolo utilizzatore senza causali e al di fuori delle percentuali previste per legge. Si chiama flessibilità unilaterale, perché fa comodo a uno solo. L'altro dovrà restare per anni in balia di ricattabilità e precarietà. La sua forza lavoro: una risorsa, di fatto, da spremere ad libitum. Dignità e stabilità possono, ovviamente, attendere, come sempre, quando, invece, servirebbero leggi che leghino i rapporti temporanei, anche in somministrazione, alle esigenze delle imprese. Se le esigenze permangono, nessun problema, l'utilizzatore deve assumere a tempo indeterminato. Ci sembra così chiaro, così dovrebbe essere, ma sappiamo bene che il vostro credo è il rovesciamento del diritto del lavoro.
Non a caso, in tutto il decreto manca ogni riferimento a clausole sociali nella gestione dei fondi per infrastrutture, appalti, innovazione. Nulla che garantisca rispetto dei contratti collettivi, livelli occupazionali, misure minime su salute, sicurezza e legalità. Imprese e infrastrutture continuano ad essere finanziate senza tutelare, di fatto, il lavoro. Invece, per i lavori sono fissate tempistiche del tutto irrealistiche. Il risultato qual è? Che enti locali e stazioni appaltanti sono sotto pressione e sceglieranno, ovviamente, appalti al ribasso: ennesimo canale per lo sfruttamento del lavoro.
Anche l'innovazione agricola è finanziata senza alcuna condizione sociale sui contratti: o la lotta al caporalato, o la sicurezza. Il sostegno all'internazionalizzazione non prevede alcuna clausola sociale o ambientale, né per le imprese italiane, né per i partner stranieri.
Una mano tesa, invece, arriva alle delocalizzazioni: di fatto selvagge, senza garanzie su salari, contrattazione, sicurezza o sostenibilità. I Fondi per l'innovazione sono canalizzati attraverso strumenti finanziari, anch'essi privatizzati, senza trasparenza, senza finalità sociale, senza vincoli occupazionali e senza una strategia territoriale inclusiva.
L'articolo sulle startup, invece, equipara impegni futuri a investimenti reali, con il rischio di gonfiare i risultati e indebolire i controlli. Noi vogliamo, invece, clausole sociali e vincoli sociali, criteri di qualità stringenti per le imprese che accedono a quelle risorse. E vogliamo l'estensione dei tavoli di crisi per lavoratrici e lavoratori coinvolti in processi di crisi aziendali. Infine, un colpo di mano crepuscolare, ahimè, vi è riuscito.
Non siamo, per la terza volta, riusciti a sventarlo. Milano-Cortina è un po' diventata la vostra, come si potrebbe dire, hot hit dell'estate, la vostra fissazione. Ed ecco che arriva l'emendamento di proroga fino al 2033 del mandato della Simico, per lasciarci di fatto, come eredità delle Olimpiadi, debiti a carico della finanza pubblica e la devastazione del patrimonio paesaggistico e ambientale delle Dolomiti. Garantite di fatto che cosa? Sette anni in più - possiamo dirlo? - di potere e gestione degli appalti. Insomma, i cambiamenti climatici dicono che gli inverni non ci sono più, sono sempre più brevi, ma per voi non è così.
L'inverno sta arrivando, un inverno di fatto senza fine, come in una brutta versione del Trono di Spade, quando l'aumento di fatto dei costi delle Olimpiadi è già fuori controllo e, quindi, per questo, pensate di prevedere altri sette anni di gestione. La società Infrastrutture Milano Cortina potrà non solo sforare i termini per completare strade e ferrovia, ma potrà anche assumere l'incarico futuro di gestire grandi opere sportive, stadi grandi per 10 miliardi di euro. Di fatto, quando parlate, a me sembra sempre che la Lega ci tenga sempre molto a queste cose. Perché chiudere il mandato a Simico a fine del 2026, come previsto dalla legge olimpica? Abbiamo una miniera, allarghiamo a dismisura il suo perimetro, lavoriamo per trasformarla di fatto in una società permanente.
Ecco, mentre avviene tutto questo, sulla scelta dei progetti rifinanziati fuori dal PNRR c'è totale opacità. Qual è il decreto con cui decidete, appunto, i sommersi e i salvati? Non è dato sapere. L'unica cosa certa è la centralizzazione della governance nelle mani della Presidenza del Consiglio e della Ragioneria generale dello Stato, l'esclusione totale delle regioni, degli enti locali e delle parti sociali.
Ecco perché con i nostri emendamenti, presentati dal collega Dori, vi chiedevamo di salvaguardare l'utilizzo integrale dei fondi per le opere indifferibili e garanzia di trasparenza, condizionalità sociale e tutela della qualità e della sicurezza del lavoro. Vi abbiamo chiesto di smettere di rimuovere il tema dell'emergenza climatica e istituire, fra le risorse per il sistema infrastrutturale, la rigenerazione urbana, un fondo per il programma nazionale per l'adattamento climatico in ambito urbano. Insomma, chiediamo a ogni provvedimento utile - così come ha fatto il collega Zaratti - dei fondi; dei fondi, per esempio, per il trasporto collettivo, per la transizione energetica dei porti.
Vogliamo correggere l'indecente taglio dei 38 milioni al programma per il rinnovo delle flotte del TPL e la proroga dei termini per le zone colpite dal sisma, per beneficiare delle detrazioni fiscali sul 110 e accedere alle risorse per la ricostruzione.
E, sulle carceri, fateci dire, ancora una volta per tutte, che ne servono di meno, non di più.
Rispetto a voi che lavorate per il sovraffollamento, per costruire un sistema sempre più criminogeno, noi invece vogliamo meno detenuti e condizioni umane per tutti loro. Mai più celle senza finestre, con scarafaggi, infiltrazioni, gelo e caldo soffocante: di questo vi dovreste occupare e di un fondo, per esempio, per il finanziamento delle relazioni affettive dei detenuti.
Ma quale attenzione avrà mai verso i carcerati una destra che si accanisce addirittura sulle mamme, quelle di cui si riempie la bocca? La destra che trasforma il bonus mamme in un contributo forfetario di 40 euro al mese, erogato in un'unica soluzione a fine anno, che non tiene minimamente conto delle esigenze di continuità economica delle lavoratrici. La stessa destra che definanzia il Fondo per la povertà: 35 milioni sottratti nel 2027, con effetti devastanti sulle fasce più vulnerabili.
Non vi chiediamo il rifinanziamento per l'Ape sociale, per il Terzo settore, vi chiediamo di rendere strutturale l'aumento dei fondi del Terzo settore, di non usare in modo improprio le risorse del Fondo per il sostegno alla povertà e per l'inclusione attiva.
Non solo, vogliamo andare oltre: vogliamo l'estensione del bonus per le madri lavoratrici anche ai padri che esercitano la responsabilità genitoriale; vogliamo includere le lavoratrici domestiche e le lavoratrici con contratti precari. Vi chiediamo ancora una volta un congedo paritario di genitorialità: si potrebbe fare, se foste anche solo mossi da un principio di redistribuzione, di giustizia e progressività fiscale.
Invece voi rinviate per l'ennesima volta la sugar tax, cedendo alle pressioni delle lobby industriali, a scapito della salute delle persone. Abbattete l'IVA per beni di lusso e antiquariato dal 10 al 5 per cento, anziché sui prodotti di prima necessità. Ma che ne so: abbassate, per esempio, al 5 per cento l'IVA sugli assorbenti, se avete il coraggio, quella che avete rialzato.
Insomma, pensate alla salute delle persone, invece di introdurre una sanatoria mascherata per le aziende che hanno sforato i tetti di spesa sanitaria, invece di compromettere con l'ennesimo condono il bilancio del Servizio sanitario nazionale.
Ho concluso. Provate per una volta l'ebbrezza di fare una politica pubblica, anziché un favore a qualche cacicco della Lega o a qualche nuova passione e hobby di un “fratello magico”, a qualche padrone che non vuole pagare i lavoratori, a qualche evasore che vi garantisce il voto. Insomma, non avete la nostra fiducia, ma di questo passo non l'avrete mai (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.
GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Presidente, saluto il Sottosegretario Freni e i colleghi. Prima di entrare nel merito del provvedimento per cui il Governo ci chiede l'ennesima fiducia, volevo, caro Presidente, ricordare che cosa sono le virtù teramane. Le virtù teramane - ovviamente un piatto tipico della mia provincia di Teramo, e io spero che sia lei, che è un buongustaio, ma anche il Sottosegretario Freni abbiate avuto modo, nelle esperienze passate, di vivere questo gusto delle virtù - cosa sono? Lo dico a favore di chi non ha avuto, per così dire, questo alto beneficio della provincia di Teramo.
Sono tradizioni delle famiglie che prendevano tutto quello che restava nelle dispense, a fine inverno (è un piatto che si fa il 1° maggio), quindi tutti i resti di pasta, cereali, legumi, carne, e veniva fatto un piatto unico che si mangiava il 1° maggio. Vi posso garantire che è di ottima qualità.
Allora, allo stesso modo, il Governo ha fatto questo: prima delle vacanze estive ha preso quello che c'era dai vari Ministeri e ha, come dire, fatto un piatto unico, un decreto unico, mettendo tutto dentro: norme, risorse, spostamenti, tutto quanto.
Questo è l'impatto che io ho avuto quando ho letto il decreto. Un decreto che ovviamente contiene tutto e il contrario di tutto, quindi è un po' un misto e rispecchia molto il nostro piatto teramano. Solo che le virtù sono un ottimo piatto - come dicevo prima -, qui purtroppo vi sono un po' di marchette. Non c'è quella visione strategica - che noi continuiamo a ripetere - per il futuro economico del nostro Paese, quelle riforme strutturali di cui il Paese ha enormemente - enormemente - bisogno.
Noi, come Azione, lo abbiamo sempre detto, fin dal primo giorno di questa legislatura, che occorre cercare di fare dei provvedimenti che vadano ad impattare, ad incidere realmente sulle esigenze e sui bisogni della nostra comunità italiana.
Invece arriva l'ennesima richiesta del voto di fiducia su questo decreto-legge n. 95 del 2025, in cui, signor Presidente, certamente di urgente c'è poco; certamente nulla di omogeneo, perché, ovviamente, sono, come dicevamo prima, tanti resti presi dai vari Ministeri, e si è fatto un unico decreto.
Ma soprattutto, ancora una volta, viene calpestato l'articolo 76 della nostra Costituzione perché, appunto, non c'erano i criteri - secondo noi - legittimi per l'emanazione di questo decreto-legge, che è partito con 21 articoli - quando è stato emanato dal Governo -, con il passaggio al Senato sono stati aggiunti ulteriori 14 articoli, per un totale quindi di 35 articoli e svariati commi (complessivamente un centinaio) che vanno a toccare tutti i vari aspetti della nostra organizzazione dello Stato.
Ha una scadenza al 30 agosto. Quindi, è arrivato venerdì alla Camera; poi sabato, domenica, e ieri una Commissione lampo; una discussione generale, la richiesta del voto di fiducia e siamo qui a dare il voto di fiducia. Quindi, il ruolo del Parlamento è completamente azzerato, sminuito. Un ulteriore provvedimento chiuso, dove non c'è stata la possibilità, da parte di nessun parlamentare, né di maggioranza né di opposizione, di entrare nel merito per cercare di migliorarlo.
Ma, ancora di più, non so quanti colleghi di maggioranza abbiano avuto la forza nel weekend di leggere tutto quello che contiene questo decreto. Quindi, ancora una volta si vota un provvedimento che arriva, che è emanato dal Governo e dove ci sono i colleghi yes-men, purtroppo, che alzano, anzi, che in questo caso spingono il bottoncino verde. Quindi, io rinnovo quello che già ho fatto anche in altre occasioni, cioè l'appello ai colleghi di maggioranza per cercare di restituire quella dignità che i padri costituenti quando hanno pensato all'assetto istituzionale - quindi, al nostro Parlamento - gli hanno voluto dare, perché purtroppo continuiamo a fare in modo che venga calpestato tutto quello che era stato fatto, secondo noi, nel migliore dei modi. In sintesi, il giudizio è molto negativo sul provvedimento. Lo è per la mancanza di contributi, di cui non c'è stato dato modo, qui alla Camera, di portarli avanti, per la mancanza di omogeneità, per la mancanza di urgenza e per la mancanza di riforme strutturali. Nel merito poi entrerà, nelle dichiarazioni di voto, la collega Elena Bonetti.
Ma qui, in questo caso specifico, si chiede anche un voto di fiducia al Governo e, quindi, bisogna anche fare un minimo di analisi di questi tre anni e che cosa è successo. Noi pensiamo che per quanto riguarda, ad esempio, il sostegno al mondo produttivo non abbiamo avuto norme che hanno aiutato in questo senso il mondo produttivo; anzi, avevamo una misura, la 4.0, fatta dall'allora Ministro Carlo Calenda, oggi nostro segretario, che ha funzionato, che ha dato risposte concrete al mondo produttivo, che ha aiutato alla crescita, alla digitalizzazione, all'innovazione e, quindi, a una competitività sempre più complicata in un mondo globale. È stata inserita la misura della Transizione 5.0 e, purtroppo, gli oltre 6 miliardi messi a disposizione con la 5.0 - grazie a una norma che non funziona - gli imprenditori non riescono a prenderli; quindi, non siamo stati capaci di metterla a terra e di dare il giusto sostegno e il giusto supporto alle nostre aziende.
Poi anche sull'energia nucleare. Noi dal primo giorno avevamo detto che bisognava fare in modo che le nostre aziende potessero pagare l'energia così come la pagano le aziende francesi, le aziende spagnole, quelle tedesche. Quindi, in un mondo sempre più competitivo, bisognava dare queste risposte concrete. In tre anni abbiamo fatto ordini del giorno, proposte di legge; abbiamo fatto di tutto, però, anche qui, in tre anni il Governo è in netto ritardo sull'avviamento in maniera concreta per fare in modo che l'Italia possa tornare a produrre l'energia nucleare.
Poi abbiamo avuto anche le ZES e, purtroppo, le abbiamo distrutte. Abbiamo fatto un primo passaggio sulle ZES dove le abbiamo allargate; quindi, uno strumento pensato per il Mezzogiorno, uno strumento pensato in maniera specifica per alcune aree del Mezzogiorno, è stato prima allargato - quindi, oserei dire annacquato come strumento - e adesso viene esteso oltre il Mezzogiorno. Capiamo la campagna elettorale delle Marche; ovviamente, insieme alle Marche bisogna metterci qualcosa e ci abbiamo messo l'Umbria. Oggi leggevo un'agenzia del Sottosegretario Durigon, della Lega, che dice: no, bisogna estendere le ZES anche nel mio collegio, alle tre province del Lazio. Immagino che domani, o più tardi, magari i colleghi del PD diranno: no, lo vogliamo anche noi in Toscana. Tutto legittimo, ma è concepibile che uno strumento che c'era, specifico per il Mezzogiorno, lo abbiamo distrutto, perché non avrà la sua efficacia? Non la sta avendo. Poi domani faremo un question time con cui chiederemo ulteriori spiegazioni al Ministro Giorgetti, perché, purtroppo, non stanno funzionando neanche le ZES. È una non risposta ai dazi di Trump, che impatteranno per lo 0,5 sul PIL nell'anno prossimo. Quindi, Ministri purtroppo inadeguati rispetto a tutto quello che magari hanno combinato nell'ambito della vita privata e professionale. Poi, una non risposta alle famiglie sui salari, sul potere di acquisto. Avevamo proposto il salario minimo e non è stato preso in considerazione. Quindi, dopo tre anni, ovviamente, non abbiamo visto una pressione fiscale che si è abbassata, anzi è la più alta in Europa e la più alta degli ultimi anni. In campagna elettorale avevate promesso cose diverse e meno male che eravate pronti.
C'è il discorso della sanità, dove non abbiamo dato i soldi necessari nemmeno per affrontare l'inflazione che in questi anni è cresciuta e, quindi, tutto il problema del sistema sanitario che sta andando a pezzi, dalle liste d'attesa a medici e infermieri che vanno a lavorare all'estero.
PRESIDENTE. Onorevole, ha esaurito il tempo.
GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Finisco, Presidente. Per tutti quanti questi motivi, ovviamente, non possiamo dare il nostro voto di fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Faccio due riflessioni in base a quello che ho sentito dai precedenti illustri colleghi. Sa, quando eravamo piccolini, Presidente, che avevamo i mostri sotto al letto e ognuno aveva il suo? Mi pare che per AVS il mostro siano i nostri Giochi olimpici e paralimpici di Milano-Cortina, ma forse più che una nostra hit estiva è una loro ossessione. Quindi, li invito a guardare sotto al letto e a capire che questo mostro non c'è.
Poi, voglio ringraziare il collega di Azione, perché ha colmato una mia mancanza culinaria sul piatto teramano, però posso dire che magari un piatto con tanti ingredienti e con tanti sapori non è detto che non sia un piatto buono, che non sia un piatto completo, che non sia anche un piatto gustoso; dipende sempre da chi lo mangia e come lo si mangia.
Quindi, Presidente, a breve noi voteremo la fiducia al decreto-legge Economia 2025, un provvedimento che contiene misure urgenti e necessarie per il sostegno al nostro tessuto produttivo e che va incontro a famiglie e territori in difficoltà. Si tratta di un decreto che nasce dall'ascolto delle esigenze del Paese e dalla volontà di dare risposte concrete e immediate, mantenendo al tempo stesso equilibrio e responsabilità nelle scelte di bilancio. In un contesto internazionale instabile, con tensioni geopolitiche, mercati volatili e una crescita economica che richiede continui stimoli, il Governo ha scelto di intervenire con misure mirate, tenendo insieme sviluppo economico, coesione sociale e responsabilità finanziaria.
Partiamo dal sostegno alle imprese e dall'internazionalizzazione, temi a me molto cari. Non possiamo ignorare che le nostre imprese, soprattutto le piccole e medie di cui è fatto il nostro tessuto produttivo, affrontino sfide senza precedenti. La sempre maggiore concorrenza globale nei settori ad alto valore aggiunto, la crescita dei mercati emergenti, le transizioni energetiche e digitali impongono delle scelte coraggiose. Ecco perché il decreto introduce una nuova linea Simest dedicata all'India, un ponte strategico verso un mercato in espansione, con oltre un miliardo di consumatori, capace di aprire opportunità enormi alle nostre eccellenze industriali e manifatturiere. Non parliamo di promesse, ma di strumenti concreti: finanziamenti agevolati, contributi a fondo perduto e incentivi all'export, che mettono le nostre imprese nelle condizioni di competere al pari e di crescere, soprattutto. Questo significa lavoro: significa filiere più forti; significa che i nostri giovani talenti possono trovare opportunità qui in Italia, senza essere costretti a trasferirsi.
Ma i sostegni previsti dal decreto non finiscono qui: vengono prorogati il superbonus edilizio e la zona franca urbana per le aree terremotate. Sul superbonus la maggioranza ha scelto la via della responsabilità; nessuno, però, qui ignora i problemi di sostenibilità finanziaria che si sono manifestati illo tempore a seguito di questo infelice provvedimento. Però, la ratio oggi è profondamente diversa: è quella di agevolare il completamento degli interventi nei territori colpiti dai terremoti fino al 2026, ovviamente in modo selettivo e normato. Non possiamo lasciare famiglie e imprese edili in mezzo al guado; con la proroga garantiamo un'uscita ordinata, proteggendo investimenti già avviati, salvaguardando posti di lavoro e, allo stesso tempo, mantenendo il controllo della spesa pubblica.
Per le aree colpite da calamità la proroga della zona franca urbana è un atto di giustizia. Non basta parlare di ricostruzione, bisogna creare le condizioni perché le comunità locali possano davvero rinascere: sgravi fiscali, incentivi all'impresa e una fiscalità di vantaggio sono gli strumenti che trasformano la solidarietà in opportunità reale.
Un altro punto fondamentale del decreto, Presidente, riguarda agricoltura e innovazione. Il nostro Paese vive anche della sua terra, della qualità dei suoi prodotti, del lavoro silenzioso e prezioso delle nostre aziende agricole, e mi rivolgo soprattutto alle aziende agricole a conduzione femminile, che sono sempre di più quelle virtuose nel nostro territorio.
Il decreto rifinanzia il Fondo per l'innovazione in agricoltura del 2025, offrendo contributi a PMI e startup del settore. Non si tratta solo di sostenere la produzione, ma di guidare una transizione verso modelli sostenibili, di introdurre tecnologie che riducano i costi e migliorino la competitività, di favorire filiere corte e di garantire ai consumatori qualità e sicurezza. Questo è investire nel futuro, nella salute dei cittadini e nella nostra forza del made in Italy.
Non meno importante è l'attenzione che il decreto dedica alla cultura e al turismo, settori che rappresentano non solo la nostra identità, ma anche una straordinaria leva economica. Vengono stanziate nuove risorse per sostenere festival, iniziative culturali e percorsi turistici innovativi, con l'obiettivo di rafforzare l'offerta del nostro Paese e valorizzare territori che hanno ancora molto da raccontare. Perché investire in cultura e turismo significa creare lavoro, attrarre investimenti e promuovere nel mondo l'immagine migliore dell'Italia.
E, ancora, si interviene su sanità e diritto alla cura. Una delle emergenze più sentite dai cittadini è quella delle liste d'attesa: il decreto interviene con decisione, consentendo il ricorso a strutture private accreditate per ridurre i tempi e restituire dignità ai pazienti. Non si tratta, Presidente, di una privatizzazione mascherata, come qualcuno ha voluto insinuare, bensì di una misura straordinaria, temporanea e necessaria, perché chi soffre non può attendere mesi o anni per una visita specialistica o per un esame diagnostico. Il Servizio sanitario nazionale rimane pubblico, universale e gratuito, ma si deve rendere efficiente, e l'efficienza oggi passa anche attraverso l'integrazione con il privato accreditato, sotto il rigoroso controllo delle istituzioni.
Il decreto, poi, non dimentica le famiglie, con il potenziamento del bonus destinato alle mamme lavoratrici e nuove misure di sostegno alla genitorialità: vogliamo facilitare la conciliazione tra vita familiare e professionale. Un Paese che investe nelle famiglie è un Paese che crede nel proprio futuro e che non accetta che la scelta di avere figli diventi un ostacolo al lavoro e alla crescita personale, soprattutto per noi donne.
Il decreto stanzia, poi, fondi per i trasporti e gli enti locali, con l'obiettivo di rafforzare i servizi e migliorare la qualità della vita quotidiana. Sappiamo bene che, senza infrastrutture adeguate, né la crescita economica né la coesione sociale sono possibili. Intervenire significa collegare meglio le nostre comunità, sostenere la mobilità dei lavoratori e rendere le nostre città e i nostri Paesi più vivibili.
Infine, un punto che mi sta molto a cuore: la responsabilità finanziaria. Non possiamo sottovalutare un aspetto fondamentale, ossia la sostenibilità della spesa. Il Senato ha stralciato cinque articoli per mancanza di copertura. Questo non è un segno di debolezza, ma di serietà: meglio rinunciare a misure prive di fondi che illudere i cittadini con promesse irrealizzabili. La maggioranza ha dimostrato, ancora una volta, coerenza e prudenza, qualità che troppo spesso in passato sono mancate.
Vorrei sottolineare anche la piena coerenza di questo decreto con gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza: infrastrutture moderne, servizi efficienti, transizione digitale e ambientale. Ogni misura è stata pensata con coperture certe e sostenibili, evitando sprechi e delusioni, perché solo così l'Italia può continuare ad essere credibile in Europa e nel mondo.
Come gruppo di Noi Moderati, Presidente, voteremo “sì” alla fiducia, perché votare “sì” oggi significa votare per le imprese che vogliono crescere, per i lavoratori che chiedono stabilità, per le famiglie che non devono essere abbandonate nei territori terremotati, per i pazienti che meritano cure tempestive, ma, soprattutto, per i giovani che sognano di restare e costruire il proprio futuro nella straordinaria nostra Nazione: l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Premetto che il nostro voto sarà negativo. Siamo all'ennesimo decreto-legge fondato su necessità e urgenza: ormai il Governo Meloni ha battuto tutti i record sostituendosi, di fatto, al Parlamento nell'attività di legislazione. Ma il fatto stesso di dover ricorrere continuamente a decretazione d'urgenza denuncia l'incapacità di questo Governo di dare soluzioni pensate, strutturali e programmatiche ai problemi del Paese. Rincorre le urgenze, e, paradossalmente, sono urgenze spesso create dallo stesso Governo, che pone in essere provvedimenti pasticciati, incoerenti, inefficienti, ed è costretto a fare marcia indietro e riproporre un altro decreto d'urgenza, come si è visto nella gestione dei migranti e dell'affaire Albania: attivato con decretazione d'urgenza come centro per procedure accelerate di frontiera, di fronte all'impossibilità di funzionare - come le opposizioni dicevano -, nonostante sia costosissimo, si è fatto un ulteriore decreto per convertirlo in CPR. Anche lì, un CPR costosissimo, quando già li abbiamo in Italia, e del quale non c'è assoluto bisogno.
Non solo, nella pletora di decreti d'urgenza, questo decreto rende plastico il vero intento del Governo Meloni, che è quello di accentrare in sé ogni potere dello Stato, superando la tripartizione dei poteri. Ed invero, c'è un evidente attacco alla magistratura, laddove dissente nelle posizioni rispetto a quelle sparate dal Governo, e al Parlamento, con un attacco al potere legislativo. Di fatto, il Governo Meloni si rivela così onnivoro da sembrare Kronos, che mangia i suoi stessi figli, tanto che svuota di funzione e di dignità i suoi stessi parlamentari, ridotti a pigia-bottoni neanche senzienti, perché i tempi con cui è stato proposto alla Camera dei deputati questo provvedimento sono talmente stretti che nessuno o pochissimi avranno avuto modo almeno di capire gli articoli, le misure, ciò che stanno andando a votare.
Ma andiamo nel merito. Al di là del nome ambizioso e altisonante - che immagino abbia fatto ben sperare i cittadini e le imprese in questo periodo di gravi e grandi fibrillazioni: si parla di economia -, in realtà è l'ennesimo “decretino” economico del Governo che si presenta come provvedimento disorganico, pieno di micro-disposizioni, frammentario e privo di una visione generale della situazione economica e delle politiche che andrebbero effettivamente intraprese.
Ed è gravissimo questo, perché ci sarebbe bisogno di risposte, quelle sì, urgenti, perché i numeri sono implacabili. L'Istat certifica che, nel secondo trimestre del 2025, il PIL ha fatto segnare un meno 0,1 per cento, cioè, di fatto, se nel prossimo trimestre registrerà un segno negativo, noi saremo, come Italia, ufficialmente in recessione tecnica, con tutte le gravi conseguenze del caso.
Ed altresì, relativamente ai dati con cui molte economie misurano proprio l'andamento - che sono disoccupazione, produzione industriale, reddito reale (noi abbiamo un calo dei redditi reali), vendita al dettaglio -, noi siamo messi malissimo. E non vale che la maggioranza e il Governo continuino a sbandierare dati positivi sull'occupazione, quando, proprio a giugno del 2025, l'Istat certifica che questi dati positivi sono dovuti, prevalentemente, al trattenimento in servizio degli ultracinquantenni - della serie “fine lavoro mai” -, di fatto, con una condiscendenza nei confronti della legge Fornero, che questo Governo, invece, in campagna elettorale, asseriva dovesse cambiare.
Non solo, ma sempre in termini di crescita, il Fondo monetario internazionale ha previsto per l'Italia uno striminzito 0,5 per cento, che ci porterebbe veramente agli ultimi posti delle classifiche mondiali, dietro la media dell'Eurozona, dietro partner come Francia e Spagna, dietro altre economie mondiali come Regno Unito, Canada e Stati Uniti; persino Portogallo e Grecia, notoriamente economie più in ritardo rispetto a noi, invece fanno meglio.
L'Istat ha altresì certificato un aumento del costo della spesa, dell'inflazione, dei prezzi che sono schizzati su base annua a più 3,4 per cento, quelli alimentari addirittura a 5,1 per cento.
In questo caso, ci si sarebbe aspettati risposte in termini di politiche salariali: dal 2019 ad oggi, i salari reali italiani hanno perso il loro valore del 10,5 per cento. Siamo un caso unico in Europa e fra i pochi nel mondo.
Abbiamo subìto anche una pressione fiscale, aumentata di quasi un punto percentuale, al 42,6 per cento. Per carità, però, non tocchiamo le banche che sono le uniche che guadagnano: se noi andiamo a guardare i valori di borsa, gli unici dati positivi vengono riportati dalle banche che hanno conseguito utili per 112 miliardi. E il web? Non sia mai una web tax! Del resto, abbiamo assicurato a Trump che non faremo nulla.
Occorrevano invece risposte per sostenere le famiglie che, per esempio, aspettano una stangata a settembre, quando si prevede un ulteriore aumento del costo dei libri di testo e del materiale scolastico, che porterà la spesa dai 600 agli 800 euro per figlio a famiglia. La scuola è diventata un lusso che non tutti si possono permettere; e, anzi, in questo provvedimento, si svuota la 18App, che consentiva ai giovani di fruire di eventi culturali, di arricchire il loro bagaglio, la loro formazione, naturalmente utilizzata soprattutto da quelle persone che hanno redditi bassi.
Il tutto, peraltro, senza aver chiaro l'impatto dei dazi che Giorgetti stima in uno 0,5 per cento. Questo Governo, insomma, passerà alla storia come il Governo della crescita “zero virgola”.
In tutto questo quadro, a cosa serve il decreto Economia? Dove sarebbe l'economia evocata dal titolo del provvedimento? Rispetto alle fibrillazioni determinate dal neo-imperialismo e protezionismo americano, cosa fa il Governo Meloni? Tace, balbetta, annaspa come un pugile suonato che ha appena ricevuto un colpo in faccia e cerca di difendere l'indifendibile rispetto a misure draconiane per l'economia italiana. Persino Orbán ammette: è un pessimo accordo, un autogol.
Misure che incideranno su settori strategici come l'automotive, il farmaceutico, il settore agroalimentare, per non parlare dell'acciaio. Eppure, ogni tanto, si potrebbe evitare di dire “signorsì” a qualunque richiesta dell'amico americano. Presidente, come si dice da noi, “amici e guardati”, dimostrando quella dignità e autorevolezza che sinora è mancata. Il Governo italiano si inginocchia, mostrando sudditanza più che sovranità. Per carità, non disturbiamo il manovratore; per carità, lui fa gli interessi degli americani, ma gli interessi degli italiani chi li fa? Senza personalità neppure rispetto a Gaza, questione rispetto alla quale l'Italia sta perdendo non solo la faccia, ma anche l'anima.
In questo decreto Economia o delle mancate risposte alle cose che contano, ci sono, però, delle misure adottate che seguono delle direttive precise a cui il Governo ci ha ormai abituato. Prima: favoritismo agli amichetti e poltronifici con un'orgiastica avidità di potere (rispunta il superbonus, ma solo per il senatore di Fratelli d'Italia Castelli, oppure il caso di Milano-Cortina, gli interinali, eccetera). Poi, agevolare chi ha posizioni di privilegio rispetto a chi è in difficoltà. Un esempio per tutti: l'IVA agevolata per le vendite delle opere d'arte. Terza: sottrarre quanto più possibile delle risorse destinate allo sviluppo al Sud per eliminare le disuguaglianze geografiche, non solo nelle azioni, ma anche nelle intenzioni (la ZES Marche che cos'è, se non un ulteriore scippo al Sud?); aumentare le possibilità di semplificazione e agevolazioni fiscali nei confronti di regioni del Centro che non hanno, certamente, la stessa situazione logistica e infrastrutturale del Sud.
Parliamo poi della crisi idrica: l'insipienza, l'incapacità di dare risposte adeguate ai problemi dei cittadini viene dimostrata dalle misure previste per la crisi idrica, per le risposte alla siccità. Per consentire ai cittadini, nell'immediatezza, il riparto della sete, si è scelto di finanziare tre dissalatori nelle zone più colpite dalla sete; dissalatori che avrebbero dovuto essere operativi prima dell'estate, e ciò nell'attesa di porre in essere quelle opere infrastrutturali necessarie a garantire normalità ed efficienza dell'approvvigionamento idrico, interventi sulle dighe, rifacimento delle condutture. Che senso ha ottenere 100 litri d'acqua al secondo, se poi se ne perdono 60? E continuare a scavare pozzi in via d'emergenza in territori già martoriati, per attingere a falde acquifere montane già sfruttate, mettendo a rischio idrogeologico la popolazione, come a Santo Stefano Quisquina? Per Trapani se ne parlerà il prossimo anno; su Gela è calato il silenzio; Porto Empedocle è l'emblema del disastro attuato da chi vive l'emergenza come occasione di propaganda, se non di logiche poco chiare, con l'assurdità di doppie inaugurazioni farlocche, propagandate e al contempo smentite…
PRESIDENTE. Onorevole Carmina, la devo interrompere. Siamo veramente già molto fuori …
IDA CARMINA (M5S). Finisco, Presidente. Dicevo, con il problema dello scarico della salamoia a 70 metri dalla battigia.
Per questo e molto altro, perché manca una politica industriale seria e tanto altro, noi voteremo contro questo decreto e contro la fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pella. Ne ha facoltà.
ROBERTO PELLA (FI-PPE). Grazie, Presidente Mule'. Sottosegretario Savino, cari colleghi, scusatemi se oggi, in dichiarazione di fiducia, parto dalla fine. Se si vuole però, davvero, comprendere la portata di questo provvedimento, si deve obbligatoriamente partire dalla fine, dall'ultimo articolo che è quello delle coperture finanziarie: più di un miliardo di euro sono le risorse che il decreto stanzia per gli ultimi sei mesi di quest'anno. Questo dato è un grosso risultato grazie alla politica del centrodestra che, in questi tre anni di Governo, sta concretizzando, giorno dopo giorno, risultati straordinari grazie a una visione lungimirante.
Un importo di assoluto rilievo che dimostra la volontà politica del Governo e della maggioranza di sostenere, concretamente, le attività economiche e le imprese di questo Paese. Come diceva il nostro presidente, Silvio Berlusconi: senza imprese non ci sono posti di lavoro; senza lavoro non c'è un aumento della ricchezza e del benessere sociale, che noi di Forza Italia vogliamo dare, da sempre, a tutti i cittadini italiani.
Purtroppo, però, constatiamo che a questo miliardo di euro le forze di opposizione hanno già detto “no” al Senato e, a breve, confermeranno il loro “no” anche qui alla Camera, come ho potuto ascoltare negli interventi che sono stati appena fatti.
Con il loro “no”, però, le opposizioni dicono di sì all'entrata in vigore, prevista dal 1° luglio scorso, della sugar tax, tassa che invece noi di Forza Italia, da sempre, combattiamo perché non sia applicata di manovra in manovra. Una nuova tassa che andrebbe a colpire e a danneggiare un gran numero di aziende italiane che producono bibite e colpirebbe migliaia e migliaia di lavoratori dal Sud al Nord del Paese. Si tratta di una posizione singolare, perché gli stessi dell'opposizione che continuano a portare avanti in questi giorni una polemica strumentale sui dazi, con il loro voto contro questo provvedimento, vorrebbero imporre un nuovo dazio interno a un settore importante della nostra economia.
“Noi vogliamo prevenire l'obesità”, qualcuno potrebbe dire. No, colleghi d'opposizione: chi, come voi, sostiene la sugar tax, vuole imporre solo un'altra tassa. L'obesità si previene con una legge specifica, ma a questo ha già pensato Forza Italia che, attraverso il sottoscritto, l'ha presentata: è stata approvata, hanno trovato le risorse economiche e, proprio oggi, al Senato, è stata licenziata in via definitiva da parte della Commissione e, nel mese di settembre, giungerà finalmente in Aula, dimostrando che l'Italia è il primo Paese al mondo nel riconoscere questa importante malattia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
Altro tema sul quale c'è stata un'accesa polemica nel dibattito politico è quello dei fondi destinati alle province e alle città metropolitane per la manutenzione e la messa in sicurezza delle strade. Le opposizioni hanno protestato, perché ritenevano che ci fosse stato un taglio da questi fondi, ma tra pochi minuti, cari colleghi, con il vostro voto “no” direte “no” a 340 milioni di euro complessivi stanziati proprio per la manutenzione delle strade provinciali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
Cari colleghi, non credo che i vostri sindaci e i vostri presidenti di provincia saranno contenti, anzi rimarranno stupiti di questa vostra scelta, mentre noi sindaci e presidenti del centrodestra soprattutto ringraziamo il Ministro Salvini, il nostro Vice Premier Tajani e il Presidente Meloni. Ma la realizzazione della linea C della metropolitana di Roma, il prolungamento della linea M1 della metropolitana della città di Milano, il prolungamento della linea metropolitana di Genova, la nuova linea tranviaria che interessa la Fiera di Brescia, il collegamento tra la stazione ferroviaria di Afragola e la linea metropolitana di Napoli sono tutte opere inutili secondo voi, perché sono state inserite in questo decreto e voi oggi direte di no.
È forse per questo che le opposizioni diranno di no a questo decreto, ma io voglio soprattutto farvi comprendere e capire che queste opere sono state inserite nelle città governate dai vostri sindaci: Gualtieri a Roma; Sala a Milano; Salis a Genova; Castelletti a Brescia e Manfredi a Napoli. Quando li vedrò, al prossimo direttivo dell'Associazione nazionale comuni italiani, non credo che saranno contenti di questo vostro voto di oggi, cari colleghi dell'opposizione.
Inoltre, come voi potete vedere, con questi importanti investimenti - che noi, invece, riconosciamo, indipendentemente da chi governa quelle città - il centrodestra dimostra, ancora una volta, che non guarda a quale colore appartiene il sindaco che governa quel comune o quella provincia ma, come ci ha sempre insegnato il presidente Berlusconi, la politica è solo ed esclusivo servizio a favore dei cittadini e per noi di Forza Italia i cittadini sono tutti uguali, indipendentemente da quale coalizione governa quel territorio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
Cari colleghi, non da parlamentare ma - permettetemelo - da sindaco, anche se di un piccolo comune rispetto alle grandi città menzionate, credo che sarà complicato per i vostri sindaci condividere e giustificare in consiglio comunale la posizione politica assunta oggi in Parlamento su questo provvedimento, soprattutto perché non si potranno espletare quelle che sono le richieste che noi approviamo e che voi, invece, non condividete.
Rimanendo in tema di enti locali, l'articolo 3-bis, introdotto a seguito dell'approvazione di un emendamento di Forza Italia al Senato, che ho sottoscritto fortemente perché è importante e fondamentale per chi governa i territori, detta, poi, una serie di norme indispensabili per consentire a molti comuni italiani di avvalersi di risorse stanziate nel 2019 per la messa in sicurezza di edifici e territori e che, per una serie di motivi di natura burocratica, è stato difficoltoso utilizzare. Ebbene, anche a questa misura di buonsenso, che riguarda tutti i comuni italiani e soprattutto i loro cittadini, voi dell'opposizione oggi direte di no. Dunque, le opere previste non si faranno oppure quelle avviate lasceranno un bel cantiere aperto a futura memoria. Questo ve lo voglio dire, perché questo sarebbe il frutto, oggi, se non ci fosse responsabilità di questo Governo di centrodestra nel mandare avanti quei cantieri.
Altro tema caldo e ricorrente nel dibattito politico è quello della casa e delle misure di sostegno all'acquisto della prima casa, in particolare per quelli che sono i più giovani. In questo decreto il Fondo di garanzia per la prima casa è stato rifinanziato per 30 milioni di euro, ma per le opposizioni questi soldi non servono, sono inutili e, dunque, hanno già votato e voteranno contro questa misura. Pertanto, mi auguro che non direte più che volete aiutare i giovani, perché questo provvedimento va incontro veramente a loro e voi, invece, non siete d'accordo.
Ovviamente, se non è condivisibile il sostegno all'acquisto della prima casa, non si può di certo condividere che l'emittenza radiotelevisiva locale, che non solo è quel settore che dà molto lavoro a tante persone ma è, anche e soprattutto, uno strumento di fondamentale importanza per l'informazione di milioni e milioni di cittadini, sia oggi sostenuta con 17 milioni di euro grazie a un emendamento portato avanti dal nostro Sottosegretario Barachini, che ringrazio per l'impegno che ogni giorno mette nel suo Dicastero.
Non parliamo più, poi, del contributo, introdotto da un emendamento di Forza Italia, volto a consentire il funzionamento dell'Istituto di Ricerche Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile. Ci sono colleghi al mio fianco come l'onorevole Gatta, che difende fortemente e ogni giorno la Puglia; voi, invece, su questo provvedimento voterete “no”. In particolare, non riesco a capire come i colleghi pugliesi domani mattina potranno tornare in Puglia e dire che fanno gli interessi di questa regione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Allo stesso modo, i colleghi siciliani sono contrari a far costare di meno i biglietti aeroportuali pagati dai cittadini siciliani e a incentivare il turismo sull'isola e, quindi, dicono “no” a questo provvedimento sulla disapplicazione dell'addizionale comunale sui diritti dell'imbarco, mentre noi di Forza Italia e il centrodestra, con orgoglio e con forza, lo portiamo avanti e di questo ringrazio il collega Paolo Emilio Russo, eletto in terra siciliana, che, invece, lo sta difendendo in maniera molto concreta.
Anche sul folle meccanismo del payback sanitario la posizione forte e convinta di chi ha già votato e voterà “no” è che va bene la situazione attuale, una condizione in cui le imprese, cari colleghi, che operano in questi ambiti, soprattutto sanitario, si sono viste arrivare ingiunzioni milionarie che, nel caso diventino esecutive, impediranno a molte di esse di continuare la propria attività. Ma quando siamo in Commissione bilancio sento sempre urlare, sento sempre vanificare, sento sempre dire che bisogna fare e quando si fa, invece, non si fa nulla. Allo stesso tempo, però, lo Stato e le regioni non riescono a incassare quelle che sono le somme che in base alla legge gli spetterebbero, ma anche nei confronti della soluzione che prova a sbloccare questo stallo dannoso per tutte le parti coinvolte la risposta di chi contrasta questo decreto è sempre “no”.
Ovviamente, ogni opinione, soprattutto nella sede politica, è legittima e deve essere rispettata, ma Forza Italia, Presidente Mule', a tutti i “no” che ho elencato dall'opposizione risponderà con un “sì” convinto. Dichiaro convintamente “sì” a un intervento di grande spessore economico che stanzia più di un miliardo di euro - un intervento che era atteso e che si invoca in qualche modo da tempo - grazie al lavoro incessante da parte del nostro Ministro dell'Economia Giorgetti e del nostro Sottosegretario qui presente.
Diciamo convintamente “sì” perché, grazie al nostro DNA liberale, alla solida cultura di Governo maturata nei tempi dal presidente Berlusconi, sappiamo che con i “no” non si risolvono i problemi, soprattutto quando la situazione geopolitica e internazionale produce effetti negativi sul sistema economico, come in questo periodo.
Diciamo “sì” a un Paese in cui, nonostante le difficoltà, l'occupazione continua a tirare, raggiungendo numeri mai toccati in passato e con una disoccupazione giovanile scesa ai minimi termini. Diciamo di sì a un Governo che ha avuto la forza e il coraggio di rendere strutturale una misura come il taglio del cuneo fiscale, di mettere mano alle riforme fondamentali per la ripresa dell'economia o per la realizzazione del PNRR o a quella fiscale o alla separazione delle carriere - portata avanti con forza dal collega Pittalis -, sempre rimandate negli ultimi decenni. A tutto questo vogliamo dire “sì”, Presidente Mule', e come gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente lo faremo votando con convinzione la fiducia a favore del Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nicola Ottaviani. Ne ha facoltà.
NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Quello che affrontiamo oggi, che viene definito anche come il decreto Economia, in realtà è un momento importante sotto il punto di vista non tanto dei numeri quanto delle scelte, perché la politica è fatta di scelte. Allora, mi piace ricordare, Presidente - paradossalmente per un liberista come me, come noi -, quello che non era semplicemente un filosofo, ma quello che era anche un economista, perché a suo modo era un economista, cioè Karl Marx, perché le conclusioni a cui giungeva erano conclusioni che poi, grazie al cielo, non si sono realizzate - l'undicesima fase doveva essere quella della dittatura del proletariato -, però c'era più di qualche analisi che veniva compiuta all'interno del suo manifesto economico su cui è difficile dissentire.
La prima, quella fondamentale - la seconda potrebbe essere quella della caduta del saggio tendenziale di profitto, perché lo Stato poi deve anche intervenire se il saggio di profitto arriva a zero -, signor Presidente, è quella relativa al fatto che il miglior modo per comprendere qual è la politica di un Paese è analizzare l'economia di quel Paese. Quindi, la politica è il risultato di scelte economiche che vengono effettuate prima o dopo rispetto a fattispecie specifiche di carattere sociale.
Allora, mai come in questo caso potremmo dire che il decreto Economia si attaglia a quelle che sono delle esigenze, quelle che sono delle peculiarità del nostro Paese, facendo delle scelte, che possono anche non essere condivise dalle minoranze - ci mancherebbe altro, per questo sono minoranze -, ma che sono condivise dalla stragrande maggioranza del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questa è la differenza tra il qualunquismo con il quale si è governato questo Paese nel passato, ossia dare tutto a tutti in modo indiscriminato, saltando a piè pari quello che è il profilo delle esigenze e soprattutto del merito, e dare, invece, a chi ne ha più bisogno e a chi può reinvestire sugli altri e su se stesso per creare valore aggiunto.
Il valore aggiunto, signor Presidente, non è soltanto quello dell'economia o dei numeri in senso stretto, il valore aggiunto è anche e, soprattutto, quello della società, della società civile. Ecco perché c'è l'estensione fino al 2027 dei finanziamenti per le terapie oncologiche avanzate. È una scelta importante (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), è una scelta che divide, probabilmente, le risorse non enormi che ci sono a livello sanitario, ma si va verso le cure oncologiche avanzate.
La proroga al 2027 del termine per la rendicontazione delle risorse per il Fondo per la lotta alle povertà e all'esclusione sociale: ma perché ci deve essere una norma così rigida che rende impossibile utilizzare delle risorse, se non vengono rendicontate, magari, per qualche cavillo burocratico, nella direzione però del contrasto alla povertà e all'esclusione sociale? La Lega e il centrodestra con un emendamento hanno detto: sì, cerchiamo di dare del tempo, cerchiamo di dare del termine in più a chi lo merita di più. Queste sono le scelte.
Vi è, poi, l'ampliamento della rete INAIL nel campo riabilitativo della protesica e della ricerca in qualità di componente del Servizio sanitario nazionale. L'INAIL non è un grande carrozzone, non deve essere considerato un parcheggio per sistemare qualcuno che non ha avuto uno scranno, o parlamentare o di Esecutivo. L'INAIL, che amministra risorse enormi dello Stato, può essere un soggetto pubblico economico. Noi abbiamo intenzione di farlo continuare a crescere e di farlo andare nella direzione della ricerca e dello sviluppo, a fianco e all'interno del Servizio sanitario nazionale.
Poi vi è la questione relativa all'impossibilità, per noi, finalmente, di applicare la disciplina del datore di lavoro ai dirigenti e a coloro che dirigono, in qualche modo, anche gli enti no profit, come cooperative sociali e quant'altro. Ci stiamo riferendo alle organizzazioni di volontariato a livello comunale. Ci sono soggetti che mettono a repentaglio la loro vita per mettersi a disposizione di queste organizzazioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e per una burocrazia cieca non si fa o, meglio, non si faceva più, fino a questo momento, nessuna distinzione tra quella che poteva essere la grande impresa cooperativa - la Coop emiliano-romagnola di vecchia memoria, tanto per essere chiari, che faceva più profitti di chi non li doveva fare - e chi, invece, a livello di volontariato, all'interno dei piccoli comuni, portava avanti l'attività di coesione sociale, perché di questo stiamo parlando.
Vi è, poi, l'incremento nel 2025 del Fondo di garanzia prima casa. Sì, noi continuiamo a pensare che la prima casa sia non solo un bene rifugio, ma sia l'esaltazione del sacrificio e del merito di chi ha messo soldi da parte, sottraendoli, probabilmente, al gioco, sottraendoli al tempo libero. Ma non può essere quella casa che, secondo la von der Leyen, era assimilabile soltanto alla neo-imposizione di carattere fiscale per le case green, per cui, per arrivare a mettere in regola (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) - secondo lei - 100 metri quadri, una famiglia media avrebbe dovuto impiegare 40.000 euro e, quindi, ricomprarsi, sostanzialmente, la propria casa, reduplicare a livello esponenziale i propri sacrifici di carattere personale ed economico, ma, soprattutto, morale ed etico. Perché i sacrifici hanno un'etica, hanno un'impostazione di vita, hanno un'educazione, hanno un concetto di cultura, che ci differenzia anni luce dalla sottocultura sulla materia della sinistra.
Novità sul payback sanitario e su quello delle piccole e medie imprese per quanto riguarda l'assistenza del Mediocredito Centrale: la tempestività del pagamento dell'imposta sostitutiva per i soggetti che abbiano diritto al concordato preventivo biennale e che lo abbiano fatto nei 5 giorni successivi alla scadenza. Ci si dirà ancora una volta: no, ma voi volete condonare gli evasori. Beh, sia ben chiaro: una volta ogni tanto ci vuole anche un po' di lealtà sui numeri. All'evasore o a colui che non vuole pagare puoi fare tanti e tali di quei profili normativi di rimessione nei termini, ma si volterà sempre dall'altra parte. Chi, invece, si volta dalla parte dello Stato per mettersi in regola va incentivato e riammetterlo per una penale di appena 5 giorni non crediamo che sia assimilabile ad un ergastolo non scontato.
I contributi straordinari pari a 16,5 milioni per le emittenti televisive e radiofoniche di carattere locale: sì, perché noi pensiamo che la libertà di informazione inizi a livello locale e a livello territoriale. Perché siamo federalisti? No, perché ripartiamo anche dalle dissenting opinion e anche dalla possibilità di dire qualche cosa di diverso, di più e dell'altro rispetto a quella che spesso, in passato, è stata l'informazione di Stato a senso unico e che ricordava un po' la Pravda del PCUS del 1950, del 1960 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Vi è poi la possibilità di rivalutare il canone patrimoniale di concessione, di autorizzazione o di esposizione pubblicitaria in base all'indice Istat. Eh sì, abbiamo “fatto tana” a coloro che ci venivano a dire: no, ma con le concessioni demaniali, in realtà, voi volete evitare la procedura della concorrenza europea, volete garantire quelle che sono le ricchezze, a prescindere dal sacrificio. No, viene prevista la possibilità della rivalutazione di questi canoni sulla base dell'indice Istat sui prezzi al consumo dell'anno precedente. Come per dire: attenzione, le rendite di posizione a noi non interessano, interessa chi, anche all'interno di quella che è l'impresa familiare (secondo l'articolo 230-bis del codice civile), si rimbocchi le maniche e, però, se il canone produce qualche cosa di utile, lo deve produrre anche per lo Stato. Vi abbiamo “fatto tana” e questo è l'ulteriore argomento che rimettiamo alla valutazione non solo di quest'Aula, ma anche del corpo elettorale.
Finisco, signor Presidente, relativamente a delle misure importanti che qualificano quella che è la portata di questo provvedimento. Il rifinanziamento dell'APE sociale: 55 milioni per il 2025, 60 milioni per il 2026, 85 milioni per il 2027 e 50 milioni per il 2028. L'integrazione del reddito per le lavoratrici madri con due o più figli: 180 milioni per il 2025 e 13 milioni per ora, ma arriveranno gli altri, per il 2026, con, poi, le facilitazioni e le modifiche per i bonus asilo nido, con forme di supporto domiciliare per i bambini affetti da gravi patologie. Questo significa avere una dimensione economica ed etica dell'economia. Ecco, la differenza tra il nostro modo di fare e quello di chi ci ha preceduto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
E arrivo velocemente all'ultima questione in assoluto, Presidente, che è quella relativa alla parte del decreto che riguarda le infrastrutture, quella questione che, in qualche modo, aveva fatto gridare allo scandalo: l'operatività, quindi, della società Infrastrutture Milano-Cortina 2020-2026, per quanto riguarda le Olimpiadi, fino al 2033 per l'ultimazione e la realizzazione delle infrastrutture. Qui c'è da portare avanti un discrimen notevole, soprattutto rispetto all'impostazione dei 5 Stelle, che con la sindaca Raggi, nel 2024, rinunciarono alle Olimpiadi a Roma, quindi alla possibilità che il nostro Paese avesse una cassa di risonanza a livello internazionale per riportare avanti il made in Italy, con una dichiarazione che ancora oggi riecheggia nelle orecchie del PD e nelle orecchie, soprattutto, di Zingaretti, che il 9 agosto del 2021 andò a criticarla. La Raggi disse: per come avete ridotto Roma - si riferiva al PD, naturalmente -, prima che io andassi al palazzo comunale, era inimmaginabile candidarsi alle Olimpiadi.
Beh, insomma, c'era una sorta di fil rouge con il decreto Economia. E qual è? Potremmo parafrasare noi, dicendo: per come avevate ridotto voi questo Paese con il bonus 110 e con il reddito di cittadinanza, oltre 200 miliardi di soldi spesi a vanvera per questo Paese, era inimmaginabile che la Lega e il centrodestra riportassero in vita l'economia reale di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roggiani. Ne ha facoltà.
SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Prima di iniziare il mio intervento, mi scuserà ma, per suo tramite, volevo ricordare al collega Ottaviani, che forse ha avuto un mancamento di memoria, che al Governo, quando venivano fatte le misure che ha citato, c'era pure lui, c'era pure la Lega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e, in quelli che vi hanno preceduto, c'eravate sempre voi. Mi ricordavano i miei colleghi che il Sottosegretario Freni - il carissimo Sottosegretario Freni, che tutti stimiamo perché è uno dei pochi sempre presenti - era Sottosegretario pure in quelli che vi avevano preceduto. Finito questo appunto sulla memoria che pare essere scomparsa, inizio l'intervento anticipando che, ovviamente, il voto del Partito Democratico sulla fiducia sarà un voto negativo.
Ma anche rispetto a questo vorrei dire, per il suo tramite, ai colleghi Pella e Ottaviani che a noi piacerebbe poter discutere nel merito dei singoli provvedimenti che voi mettete in un ennesimo decreto, siamo al 40 per cento di decreti omnibus, dove dentro c'è di tutto e di più. Ci piacerebbe poterci esprimere solo sulla garanzia per la prima casa per i giovani, solo sul TPL, ma non possiamo e sapete perché non possiamo? Perché voi siete arrivati a quota 100, ma non Quota 100 delle pensioni, ma quota 100 delle fiducie che avete messo. Quindi, per noi non c'è possibilità tra sì e no: o è sì o è no. Non c'è possibilità, con questo Governo, di poter discutere davvero nel merito e questa cosa francamente toglie spazio a noi ma anche a voi, toglie spazio alla democrazia e dovreste dirlo, dovreste unirvi a noi nel dire questa cosa.
Questo ennesimo decreto omnibus, che ha un titolo altisonante, il decreto Economia, in realtà contiene delle cose che hanno detto in precedenza alcuni colleghi, quindi la garanzia per la prima casa, TPL, le startup, l'internazionalizzazione, il Terzo settore, però poi contiene anche cose incredibili che nulla c'entrano: l'accantonamento per le prestazioni dermatologiche, la candidatura della cucina italiana a patrimonio dell'UNESCO, il sostegno al teatro di Vogogna, e potremmo continuare così. Misure sostanziali per l'andamento della nostra economia, direi.
Tra l'altro, questo è l'ennesimo decreto che è partito un po' azzoppato: non aveva nemmeno il relatore al Senato e poi siamo arrivati qui, con la fiducia. Beh, guardate, noi ci saremmo aspettati assolutamente altro da un decreto che, appunto, avete definito di carattere urgente e che poi ha questo titolo altisonante decreto Economia. Ci saremmo aspettati, ad esempio, che, seppur con grande ritardo, aveste voluto finalmente proporci una strategia rispetto ai dazi di Trump. La Spagna, subito dopo l'annuncio, aveva un piano, un piano fatto di una mobilitazione di oltre 14 miliardi per le imprese e per la protezione dell'occupazione. Invece dei dazi - che avrebbero effettivamente giustificato questa volta, per una volta, l'urgenza - non si parla neanche in questo decreto urgentissimo.
Tra l'altro, la questione dei dazi vi era stata già sottolineata più e più volte anche nelle audizioni sul DFP, ma niente. Stiamo parlando di oltre 100.000 posti di lavoro a rischio, stiamo parlando dello 0,3 per cento del PIL in meno, stiamo parlando di 8,5 miliardi di esportazioni che non avremo più. Invece no, assolutamente no e, peraltro, in un'Italia dove la produzione cala da due anni consecutivi (due anni consecutivi!). Sui dazi Giorgia Meloni prima si è posta da pontiera, l'amica di Trump che avrebbe risolto tutti i problemi, e poi ieri in Aula abbiamo assistito - e qui, Presidente, mi rivolgo, sempre tramite lei, al collega Barabotti, che vedo essere rimasto in Aula - al capro espiatorio. Dopo che Giorgia Meloni ha detto che si sarebbe occupata direttamente, per il rapporto stretto con Trump, dei dazi, adesso la colpa è di Ursula von der Leyen. È di Ursula von der Leyen, come se la destra al Governo non c'entrasse niente con questa Commissione europea. Allora, io vorrei, per suo tramite, ricordare ai colleghi anche qui - perché forse la memoria è corta - che hanno un Vicepresidente di questa Commissione europea che si chiama Raffaele Fitto. È stato anche in quest'Aula per il primo anno e mezzo di Governo, adesso è là. Magari, una telefonatina? Magari provare a chiedergli di intervenire, se non vi va bene quello che Ursula von der Leyen sta facendo? Assolutamente no! Poi vi vorrei anche ricordare che bisogna scegliere: o si è sovranisti o si è europeisti. Abbiate il coraggio di prendere una strada e di andare avanti su quella strada e non un giorno di qui e un giorno di lì, con quattro posizioni diverse all'interno della vostra maggioranza.
C'è un'Italia - io penso, Presidente - che chiede di essere vista, che avrebbe voluto essere vista anche in questo provvedimento: l'Italia delle imprese che sono preoccupate per i dazi. Penso, ad esempio, alla farmaceutica, alla metalmeccanica, all'agroalimentare, alla moda. Emblematico è, invece, quello che avete fatto in questo provvedimento, cioè la proroga della sugar tax (l'attenzione sempre ai soliti noti e, quindi, alle multinazionali). E, sempre per suo tramite, voglio dire al collega Ottaviani che sì, siamo al ventesimo condono, e, a proposito di soliti noti, sì, la vostra attenzione è sempre e solo anche agli evasori. Ve lo dico in un'Italia in cui il 9 per cento delle lavoratrici e dei lavoratori full time è povero, in un'Italia in cui oltre sei milioni di persone non arrivano a 1.000 euro al mese, in un'Italia dove 4,5 milioni di persone rinunciano a curarsi.
E in questa Italia voi cosa avete ben pensato di fare oggi? Cosa ha ben pensato oggi di fare il Governo Meloni? Di impugnare la legge toscana sul salario minimo. Io mi chiedo: ma vi dovete veramente accanire su chi fa più fatica? Davvero non vi vergognate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) a continuare ad accanirvi su chi guadagna meno di 9 euro all'ora? Perché, se mettiamo qualche diritto a qualcuno, a chi lo togliamo? Questa cosa è, francamente, assolutamente inaccettabile.
E sempre in questa giornata, Salvini si appresta a salutare la delibera del CIPESS per l'ennesimo spreco, il ponte sullo Stretto che tanto gli è caro, ponte sullo Stretto per finanziare il quale state togliendo i soldi ad altre opere e lo sapete benissimo (lo sapete benissimo!). Avete anche bocciato, al Senato, un ordine del giorno per la digital tax, un altro posto dove avreste potuto recuperare delle risorse per poter aiutare non i soliti noti ma chi fa più fatica. Invece no; avete deciso che, come sempre, i privilegi non si toccano. Guai a toccare i privilegi e guai a toccare le rendite: questo è il filo rosso di tutti i vostri provvedimenti.
Guardate, siamo ormai ai primi giorni di agosto. Questo Parlamento sta per chiudere, ma vi ricordo che non tutte le persone vivranno questo mese come lo vivremo noi, che siamo obiettivamente dei privilegiati. Non lo dico assolutamente con alcun fare di antipolitica, ma lo dico perché ci sono otto milioni e passa - 8,4 milioni - di italiani che non andranno in ferie. Non ci andranno per motivi economici, non ci andranno perché non hanno possibilità di andarci e a questi 8,4 milioni di italiane e di italiani voi, con questo decreto, non avete dato alcuna risposta. Avreste potuto darla, invece, perché l'urgenza di questo decreto avrebbe potuto essere giustificata da questo: dal garantire le persone che oggi lavorano e che non riescono ad avere una vita dignitosa, concentrarsi sul far ripartire la nostra economia e sul lavoro dignitoso.
Approfitto degli ultimi minuti per due temi e per rispondere ad alcune cose che ho sentito. Il primo: certo, grazie ad alcuni emendamenti dell'opposizione al Senato si è, ad esempio, deciso di sostenere con 20 milioni il Terzo settore, Terzo settore che spessissimo svolge dei ruoli che il nostro Governo, il nostro Stato, ma anche i nostri comuni, non sono in grado di fare. Ma con una mano date e con l'altra togliete, perché c'è una cosa, che riproporrò anche con un ordine del giorno che avete già bocciato, che è il 5 per mille. È stato tempo di dichiarazioni dei redditi: moltissimi italiani e italiane hanno deciso di dare il loro 5 per mille per enti di ricerca o enti del Terzo settore, eppure voi avete messo un tetto al 5 per mille. Quindi, ci sono quasi 80 milioni - ne avete stanziati 20 per il Terzo settore - scelti dagli italiani, che vorrebbero destinarli al Terzo settore e agli enti di ricerca, che non verranno redistribuiti. Allora, perché non siete partiti da lì, invece di dare con una mano e togliere con l'altra?
Poi voglio usare gli ultimi minuti per rispondere ai colleghi. Per il suo tramite, intanto alla collega Semenzato, che non vedo più in Aula, che diceva al collega Grimaldi che Milano-Cortina è il suo mostro sotto il letto. Io vengo da Milano e non c'è alcun mostro sotto il letto. Il mostro sotto il letto - anzi, qui in mezzo a quest'Aula - è il fatto che voi vogliate far vivere la Fondazione Milano-Cortina per altri 7 anni dopo le Olimpiadi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ma per fare cosa, per fare cosa? E ve lo dice una che si è battuta per avere le Olimpiadi Milano-Cortina. È indecente!
Poi il collega Pella, che francamente ha fatto un intervento incomprensibile e a tratti davvero vergognoso. Il collega Pella che in quest'Aula, da presidente in pectore facente funzioni dell'ANCI, dichiarava, prima della manovra di bilancio: non taglieremo mai più un euro agli enti locali. Sennonché poi, nell'ultima manovra di bilancio, meno 3,5 miliardi di investimenti agli enti locali. Ma davvero davvero ci volete venire a spiegare che saremmo noi a non avere la faccia di andare davanti ai nostri sindaci e ai nostri presidenti di provincia perché voi avete messo i soldi agli enti locali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), quando i soldi, 350 milioni per le manutenzioni delle strade, li aveva tolti Salvini? Gli avete restituito un maltolto, che gli avevate tolto. Quindi, mi spiace, ma io su questa cosa non ci sto. Dite la verità. Noi voteremo “no” perché questo è un decreto indegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.
YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Cerco di eliminare qualsiasi dubbio sin da subito, perché invece il gruppo di Fratelli d'Italia voterà “sì” a questa fiducia, “sì” a un Governo che ha camminato contro vento, ma che in poco meno di 2 anni ha già lasciato un'impronta tangibile sul tessuto economico e sociale di questo Paese.
E lo faccio, colleghi, non per automatismo politico, ma perché i dati parlano, se si sanno leggere. I risultati, al netto della propaganda che abbiamo ascoltato da poco, si vedono. E l'Italia, dopo anni di immobilismo e di rincorsa alle emergenze, oggi, finalmente, sta tornando a camminare con la testa alta.
E, allora, vale la pena, a beneficio di tutti, rileggere alcuni di questi dati: nel 2024, l'Italia ha registrato una crescita dello 0,9 per cento, superiore a quella della Germania e alla media dell'Eurozona. E benché la sinistra sembri, a tratti, felice nel raccontare un'Italia a pezzi, questo Governo si è occupato, invece, della crescita reale. E lo ha fatto dentro un contesto mondiale difficile, fatto di tassi alti, di guerre, di energia instabile e di tensioni geopolitiche.
È molto facile per i colleghi del Partito Democratico tirare in ballo il tema dei dazi, però credo che una precisazione vada fatta. In primo luogo, la responsabilità delle trattative sui dazi è una responsabilità europea. Credo che chiunque frequenti quest'Aula lo sappia e, se non lo sa, glielo diciamo noi ora: la trattativa viene fatta dalla Comunità europea. E questo è il primo punto. Dopodiché, sarebbe bello, se, da parte di chi sta all'interno del Partito Democratico, finalmente, venisse fatta una scelta chiara, cioè: o la Meloni in Europa e nel mondo non conta, oppure conta talmente tanto da influenzare le scelte della von der Leyen (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Ma la contraddizione vera - e mi spiace che la collega si sia allontanata, perché credo sia utile per tutti, alle volte, ascoltare i colleghi - la ritroviamo quando proprio chi in Europa sostiene la von der Leyen viene in quest'Aula a chiedere che sia la Meloni a chiamarla. Ecco, la telefonatina, probabilmente, la dovrebbe fare la Schlein, visto che appoggiano in Europa la politica della von der Leyen (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); questo a chiarire un po' la propaganda che, molte volte e troppo spesso, ci viene propinata dagli scranni dell'opposizione.
Ritorniamo, invece, a parlare degli elementi reali e concreti, perché nessuno ricorda mai che questo Governo, il Governo Meloni, ha ridotto il debito sul PIL, ha mantenuto il deficit sotto controllo e ha tutelato la reputazione internazionale del nostro Paese, evitando procedure di infrazione e speculazione sui nostri titoli di Stato. I numeri dell'occupazione - lasciatemelo dire, lo ripetiamo moltissime volte all'interno di quest'Aula, ma vale la pena ripeterlo una volta di più - sono inequivocabili: l'Italia ha toccato, nel 2025, il suo record storico, con oltre 23 milioni di occupati e un tasso di disoccupazione ai minimi dal 2009.
E qui apro e chiudo una parentesi, sempre a beneficio del Partito Democratico, perché, quando si fa riferimento alla legge sul salario minimo della Toscana, chiederei, anche in questa occasione, al Partito Democratico di chiedere al suo presidente di regione di fare una telefonatina a Landini, il quale pensa di poter portare avanti la battaglia per il salario minimo, ma, contemporaneamente, sottoscrive contratti ben al di sotto di quello stesso salario minimo che chiede il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Crescono, poi, sempre in ambito di materia del lavoro, i contratti a tempo indeterminato, e questo perché il Governo ha puntato su incentivi mirati, sul taglio del cuneo fiscale e sulla fiducia nel sistema produttivo. Abbiamo dimenticato fortunatamente l'era del reddito di cittadinanza passivo, perché questo Governo, invece, ha deciso di premiare chi lavora, chi assume, chi rischia; ha deciso di accompagnare le persone dal sussidio all'autonomia. E i dati dimostrano che è stata la scelta giusta.
Sappiamo che il 2022 e il 2023 sono stati anni duri per il potere d'acquisto, a causa dell'inflazione energetica, dei rincari alimentari e dei tassi d'interesse, ma il Governo Meloni è intervenuto con strumenti selettivi ed efficaci: ha confermato e ampliato il taglio del cuneo, mettendo più soldi nelle buste paga dei lavoratori dipendenti a basso reddito; ha rafforzato il bonus asili nido; ha introdotto aiuti per le mamme lavoratrici e ha protetto le bollette per oltre 5 milioni di famiglie vulnerabili, senza alimentare un nuovo debito strutturale. E, intanto, l'inflazione, che era al 12 per cento, a metà 2022, oggi, è ben al di sotto di questo tetto, e il carrello della spesa ha smesso di correre.
Certo, non è un punto di arrivo, ma è sicuramente un segnale chiaro per chi ci accusa di fare poco. E a loro, quindi, non possiamo che dire che, dopo anni di bonus inutili, di super sussidi e - permettetemi di dire - di spese qualche volta estremamente creative, finalmente c'è un Governo che fa ciò che serve e non fa ciò che fa rumore.
Lo abbiamo visto con la riforma del PNRR, lo abbiamo visto con questo decreto, il decreto Economia, che sostiene le imprese, i comuni e le famiglie, ma senza rinunciare al controllo della spesa pubblica. E, sì, certo, è un decreto all'interno del quale si toccano tantissime materie, ma questo è perché l'economia passa da piccolissimi punti della vita quotidiana delle imprese, da pochissimi punti fondamentali per la vita delle famiglie italiane.
Un controllo che avviene, attraverso questo decreto, sulla spesa pubblica. Un decreto che riporta, ancora una volta, come tutti i provvedimenti adottati da questo Governo sino a questo momento, l'Italia centrale nella credibilità a Bruxelles, senza dover da questo subire lezioni. Sgravi per chi investe, aiuto concreto al potere d'acquisto, attenzione ai settori produttivi strategici, perché la crescita - ancora una volta, lo dico a beneficio dei colleghi del Partito Democratico - non si invoca, la crescita si prepara. Ed è quello che sta facendo il Governo Meloni. Nuovi strumenti per sostenere la natalità, l'acquisto della prima casa per i giovani, il contrasto alla povertà energetica: questi sono solo alcuni esempi delle scelte fatte da questo Governo, con misure che non hanno necessitato di deficit. Prova chiara che, quando si vuole amministrare bene, si può.
E chi oggi contesta queste scelte, probabilmente rimpiange i tempi in cui i Governi rincorrevano promesse, invece di costruire soluzioni. Lo dico sempre a beneficio della sinistra: noi non governiamo con i tweet, governiamo con i numeri, e questa è una grandissima differenza con il passato. La sinistra ha governato in anni di crescita globale e ha lasciato un Paese stagnante, indebitato e diviso. Noi stiamo governando in anni di crisi e transizione, eppure siamo riusciti a mettere in moto la macchina italiana, con meno parole e più fatti, con meno spesa a pioggia e più equità.
Di elementi ce ne sarebbero ancora tantissimi: il Piano Mattei, che renderà l'Italia protagonista nel Mediterraneo, così come l'attività che il Governo continuerà a fare con la riforma fiscale. Questi sono alcuni degli elementi fondamentali dell'azione di questo Governo. Oggi, è importante votare “sì” a questo Governo, non perché sia un atto dovuto, ma perché è una scelta di visione e di stabilità. Quindi, il mio gruppo, il gruppo di Fratelli d'Italia, voterà “sì”, perché crediamo in un'Italia che non ha paura di scegliere. Votiamo “sì” perché riteniamo che l'interesse nazionale debba sempre venire prima di tutto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 18, sospendo la seduta fino a tale ora.
La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 18.
La seduta, sospesa alle 17,50, è ripresa alle 18.
(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2551)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di lunedì 4 agosto.
La chiama avrà, dunque, inizio dalla deputata Chiara Braga.
Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti: ………………... 322
Votanti: ………………… 317
Astenuti: ………………… 5
Maggioranza: …………... 159
Hanno risposto sì: ……… 200
Hanno risposto no: …….. 117
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
Hanno risposto sì:
Albano Lucia
Almici Cristina
Ambrosi Alessia
Amich Enzo
Amorese Alessandro
Andreuzza Giorgia
Antoniozzi Alfredo
Bagnasco Roberto
Baldelli Antonio
Barabotti Andrea
Barelli Paolo
Battilocchio Alessandro
Battistoni Francesco
Bellomo Davide
Bellucci Maria Teresa
Benigni Stefano
Benvenuti Gostoli Stefano Maria
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Davide
Bergamini Deborah
Bicchielli Pino
Bignami Galeazzo
Billi Simone
Bisa Ingrid
Bof Gianangelo
Bordonali Simona
Boscaini Maria Paola
Bruzzone Francesco
Buonguerrieri Alice
Caiata Salvatore
Calovini Giangiacomo
Candiani Stefano
Cangiano Gerolamo
Cannata Giovanni Luca
Caparvi Virginio
Cappellacci Ugo
Caramanna Gianluca
Caretta Maria Cristina
Carfagna Maria Rosaria
Caroppo Andrea
Carra' Anastasio
Casasco Maurizio
Castiglione Giuseppe
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cavo Ilaria
Cecchetti Fabrizio
Centemero Giulio
Cerreto Marco
Cesa Lorenzo
Chiesa Paola Maria
Ciaburro Monica
Ciancitto Francesco Maria Salvatore
Cirielli Edmondo
Coin Dimitri
Colombo Beatriz
Colosimo Chiara
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comba Fabrizio
Congedo Saverio
Coppo Marcello
Cortelazzo Piergiorgio
Costa Enrico
Dalla Chiesa Rita
Dara Andrea
D'Attis Mauro
De Bertoldi Andrea
De Corato Riccardo
De Monte Isabella
De Palma Vito
Deidda Salvatore
Delmastro Delle Vedove Andrea
Di Giuseppe Andrea
Di Maggio Grazia
Dondi Daniela
Ferrante Tullio
Ferro Wanda
Filini Francesco
Frassinetti Paola
Frassini Rebecca
Frijia Maria Grazia
Furgiuele Domenico
Gabellone Antonio Maria
Gardini Elisabetta
Gatta Giandiego
Gemmato Marcello
Gentile Andrea
Giaccone Andrea
Giagoni Dario
Giglio Vigna Alessandro
Giorgianni Carmen Letizia
Giovine Silvio
Gruppioni Naike
Gusmeroli Alberto Luigi
Iaia Dario
Iezzi Igor
La Porta Chiara
La Salandra Giandonato
Lampis Gianni
Lancellotta Elisabetta Christiana
Lazzarini Arianna
Leo Maurizio
Longi Eliana
Loperfido Emanuele
Lovecchio Giorgio
Lucaselli Ylenja
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maccari Carlo
Maerna Novo Umberto
Maiorano Giovanni
Malagola Lorenzo
Malaguti Mauro
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Marchetti Riccardo Augusto
Marchetto Aliprandi Marina
Mascaretti Andrea
Maschio Ciro
Matera Mariangela
Matone Simonetta
Matteoni Nicole
Mattia Aldo
Maullu Stefano Giovanni
Mazzetti Erica
Mazzi Gianmarco
Michelotti Francesco
Miele Giovanna
Milani Massimo
Molinari Riccardo
Mollicone Federico
Montaruli Augusta
Montemagni Elisa
Morgante Maddalena
Morrone Jacopo
Mura Francesco
Nevi Raffaele
Nisini Tiziana
Nordio Carlo
Orsini Andrea
Osnato Marco
Ottaviani Nicola
Padovani Marco
Pagano Nazario
Palombi Alessandro
Panizzut Massimiliano
Patriarca Annarita
Pella Roberto
Pellicini Andrea
Perissa Marco
Pierro Attilio
Pietrella Fabio
Pittalis Pietro
Pizzimenti Graziano
Polidori Catia
Polo Barbara
Pozzolo Emanuele
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Pulciani Paolo
Raimondo Carmine Fabio
Ravetto Laura
Rizzetto Walter
Roccella Eugenia
Romano Francesco Saverio
Roscani Fabio
Rossello Cristina
Rossi Fabrizio
Rosso Matteo
Rotelli Mauro
Rotondi Gianfranco
Ruspandini Massimo
Russo Gaetana
Russo Paolo Emilio
Saccani Jotti Gloria
Sasso Rossano
Sbardella Luca
Schiano Di Visconti Michele
Schifone Marta
Semenzato Martina
Silvestri Rachele
Sorte Alessandro
Squeri Luca
Stefani Alberto
Tassinari Rosaria
Testa Guerino
Toccalini Luca
Trancassini Paolo
Tremaglia Andrea
Tremonti Giulio
Urzi' Alessandro
Vietri Imma
Vinci Gianluca
Volpi Andrea
Ziello Edoardo
Zinzi Gianpiero
Zucconi Riccardo
Zurzolo Immacolata
Hanno risposto no:
Aiello Davide
Alifano Enrica
Amato Gaetano
Amendola Vincenzo
Appendino Chiara
Ascari Stefania
Auriemma Carmela
Bakkali Ouidad
Baldino Vittoria
Barbagallo Anthony Emanuele
Barzotti Valentina
Benzoni Fabrizio
Berruto Mauro
Boldrini Laura
Bonelli Angelo
Bonetti Elena
Bonifazi Francesco
Borrelli Francesco Emilio
Braga Chiara
Cafiero De Raho Federico
Cantone Luciano
Caramiello Alessandro
Care' Nicola
Carmina Ida
Carotenuto Dario
Caso Antonio
Casu Andrea
Cherchi Susanna
Ciani Paolo
Colucci Alfonso
Cuperlo Gianni
Curti Augusto
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Micheli Paola
Dell'Olio Gianmauro
Di Biase Michela
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
Evi Eleonora
Faraone Davide
Fassino Piero
Fede Giorgio
Ferrara Antonio
Ferrari Sara
Filippin Rosanna
Fontana Ilaria
Forattini Antonella
Fornaro Federico
Fossi Emiliano
Ghio Valentina
Ghirra Francesca
Gianassi Federico
Girelli Gian Antonio
Giuliano Carla
Gnassi Andrea
Graziano Stefano
Grimaldi Marco
Grippo Valentina
Gubitosa Michele
Guerra Maria Cecilia
Iacono Giovanna
Iaria Antonino
L'Abbate Patty
Lacarra Marco
Lai Silvio
Lomuti Arnaldo
Malavasi Ilenia
Mancini Claudio
Manzi Irene
Marattin Luigi
Mari Francesco
Marino Maria Stefania
Mauri Matteo
Merola Virginio
Morassut Roberto
Morfino Daniela
Onori Federica
Orfini Matteo
Orrico Anna Laura
Pagano Ubaldo
Pandolfo Alberto
Pastorino Luca
Pavanelli Emma
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Penza Pasqualino
Perantoni Mario
Piccolotti Elisabetta
Provenzano Giuseppe
Quartapelle Procopio Lia
Quartini Andrea
Ricciardi Marianna
Ricciardi Toni
Richetti Matteo
Roggiani Silvia
Romeo Nadia
Ruffino Daniela
Santillo Agostino
Sarracino Marco
Scarpa Rachele
Scerra Filippo
Scotto Arturo
Silvestri Francesco
Simiani Marco
Sottanelli Giulio Cesare
Soumahoro Aboubakar
Speranza Roberto
Stefanazzi Claudio Michele
Stumpo Nicola
Tabacci Bruno
Torto Daniela
Traversi Roberto
Tucci Riccardo
Vaccari Stefano
Zanella Luana
Zaratti Filiberto
Si sono astenuti:
Gallo Francesco
Gebhard Renate
Manes Franco
Schullian Manfred
Steger Dieter
Sono in missione:
Ascani Anna
Bagnai Alberto
Bitonci Massimo
Boschi Maria Elena
Brambilla Michela Vittoria
Calderone Tommaso Antonino
Carloni Mirco
Della Vedova Benedetto
Donzelli Giovanni
Foti Tommaso
Freni Federico
Gava Vannia
Giachetti Roberto
Giorgetti Giancarlo
Gribaudo Chiara
Guerini Lorenzo
Lollobrigida Francesco
Magi Riccardo
Meloni Giorgia
Minardo Antonino
Molteni Nicola
Pellegrini Marco
Pichetto Fratin Gilberto
Rampelli Fabio
Ricciardi Riccardo
Rixi Edoardo
Rosato Ettore
Rossi Angelo
Serracchiani Debora
Sportiello Gilda
Tajani Antonio
Varchi Maria Carolina
Zoffili Eugenio
PRESIDENTE. Colleghi, mancano 5 minuti alle ore 19. Secondo gli accordi, dovremmo cominciare tra 5 minuti, se però nessuno obietta, direi di andare avanti.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2551)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Avverto che gli ordini del giorno n. 9/2551/3 Marchetti, n. 9/2551/45 Penza e n. 9/2551/79 Longi sono stati ritirati dai presentatori.
Invito la rappresentante del Governo… però dobbiamo fare silenzio, altrimenti poi abbiamo problemi a capire i pareri, colleghi. Colleghi… altrimenti è inutile. Chi non vuole ascoltare i pareri esca fuori. Se esce fuori, non li ascolta e non li richiede.
Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati. Prego, Sottosegretaria Savino.
SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/1 Zucconi, parere favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/2551/2 Ascani, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/4 Nevi, parere favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a predisporre i necessari interventi normativi al fine di procedere all'eliminazione dell'imposta di cui in premessa, ovvero a differirne ulteriormente l'entrata in vigore in vista di una successiva possibile eliminazione”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/5 Tassinari, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare misure volte a rafforzare il sostegno alla ricostruzione nei territori colpiti da eventi calamitosi, assicurando coerenza e continuità tra le diverse aree interessate e favorendo l'efficace utilizzo delle risorse disponibili”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/6 Cortelazzo, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ogni utile iniziativa per la celere realizzazione della variante di Longarone; adottare le misure necessarie a garantire la piena funzionalità della SS 51 di Alemagna e, laddove ne ricorrano le condizioni di fattibilità tecnico-economica, individuare soluzioni alternative volte a decongestionare la viabilità lungo la medesima SS 51”.
PRESIDENTE. Un attimo. Allora, colleghi, io ho bisogno di silenzio. Se non c'è silenzio, io non posso lavorare, perché non si capiscono i pareri, perché poi non li abbiamo ascoltati e perché poi perdiamo tempo. Allora, chi vuole parlare esca fuori (Applausi del deputato Casu). Prego, Sottosegretaria.
SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/7 Braga, espunte la quarta e la quinta premessa, parere favorevole con la riformulazione degli impegni: “a valutare la possibilità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di accompagnare l'attuazione delle misure recate dal provvedimento in esame con ulteriori iniziative normative volte a perseguire una maggiore redistribuzione del reddito attraverso la leva fiscale, raddoppiando a tal fine l'importo attuale della detrazione sul reddito di cui possono beneficiare i conduttori in locazione abitativa; a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'adozione di misure volte a rafforzare il sostegno alle fasce sociali più fragili in materia abitativa e favorire l'accesso alla locazione”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/8 Forattini, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare misure a sostegno delle aziende agricole che subiscono danni indiretti derivanti da misure di restrizione sanitaria imposte dalla normativa per contenere focolai di malattie animali, quali peste suina africana (PSA), blue tongue e influenza aviaria, dermatite nodulare contagiosa dei bovini (LSD)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/9 Vaccari, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare misure a sostegno della filiera ortofrutticola della regione Emilia-Romagna per contrastare le conseguenze derivanti dalla forte crisi del settore, dovuta anche ad una serie concomitante di avversità climatiche e fitopatie”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/10 Boldrini, espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di accompagnare le misure recate dall'articolo 15 del provvedimento in esame con la predisposizione di un piano di interventi di sostegno economico alle imprese vitivinicole”.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 19).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2551.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2551)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno. Prego, Sottosegretaria.
SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/11 Cavandoli invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/12 Simiani, espunte le ultime due premesse, l'impegno è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/13 Marino il parere è favorevole al primo impegno e favorevole con la seguente riformulazione del secondo impegno: “a valutare la possibilità di assicurare un adeguato monitoraggio dell'attuazione degli interventi”. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/14 Andrea Rossi, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere iniziative per il sostegno del sistema dell'informazione radiotelevisiva locale”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/15 Gianassi, espunte le premesse, il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a proseguire nell'opera di contrasto al fenomeno del sovraffollamento delle carceri attraverso la realizzazione di nuove strutture, l'ampliamento di quelle esistenti, nonché di velocizzazione delle procedure di valutazione delle istanze di liberazione anticipata, valorizzando la prospettiva di offrire concrete possibilità di riabilitazione ai detenuti con dipendenza da stupefacenti o da alcol”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/16 Andreuzza il parere è favorevole con una riformulazione dell'impegno che premette le seguenti parole: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di adottare”. Sugli ordini del giorno n. 9/2551/17 Molinari e n. 9/2551/18 Dara il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/19 Frijia, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, in coerenza con le finalità richiamate in premessa e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di accompagnare le misure recate dal provvedimento in esame con ulteriori iniziative, anche normative, volte a stanziare adeguate risorse volte a sostenere le imprese e gli investimenti nel frattempo avviati nel settore del trasporto ferroviario merci”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/20 Comaroli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/21 Amich il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative per una riforma organica del regime di responsabilità delle organizzazioni di volontariato operanti nel settore della protezione civile”. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/22 Roggiani il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di adottare ulteriori misure volte a rafforzare il sostegno agli enti del Terzo settore”. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/23 Curti, espunte le ultime quattro premesse, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2551/5 Tassinari.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/24 Soumahoro il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/25 Guerra, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ad adottare ulteriori misure volte a rafforzare gli interventi di sostegno al reddito per le lavoratrici madri con due o più figli”. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/26 Zanella il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/27 Bonelli, espunte la seconda, terza e quarta premessa, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2551/5 Tassinari.
Sugli ordini del giorno n. 9/2551/28 Piccolotti e n. 9/2551/29 Mari il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/30 Ghirra, espunte la seconda e terza premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di accompagnare”. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/31 Borrelli, espunte le premesse dalla terza all'ultima, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare ulteriori iniziative per sostenere gli interventi nei territori interessati dal bradisismo flegreo per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio, delle persone e del tessuto socio-economico”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/32 Grimaldi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/33 Ferrara, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare di prevedere iniziative per sostenere interventi finalizzati all'avvio di percorsi terapeutici per i minori affetti da patologie o disturbi collegati all'uso improprio dei dispositivi digitali e dei videogiochi”. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/34 Donno, espunta la premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare di prevedere iniziative finalizzate alla riduzione delle disuguaglianze sanitarie e sociali tra le diverse realtà territoriali in materia di prevenzione secondaria dell'infertilità femminile e maschile e per attivare il nuovo screening per l'infertilità rivolto ai giovani adulti, attraverso la loro assegnazione in favore delle strutture che svolgono attività di ricerca per lo studio delle cause di infertilità e sterilità da inquinamento ambientale”.
PRESIDENTE. Silenzio! Silenzio!
SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/35 Marianna Ricciardi, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare di adottare misure per garantire l'erogazione dei farmaci innovativi oncologici ai pazienti in età pediatrica”. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/36 Di Lauro, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare di adottare misure volte a sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia per i minori”. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/37 Aiello il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare di adottare iniziative volte a garantire la continuità e il rafforzamento degli strumenti di sostegno rivolti a categorie di lavoratori in condizioni di particolare fragilità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/38 Tucci il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2551/37 Aiello. Sugli ordini del giorno n. 9/2551/39 Carotenuto e n. 9/2551/40 Quartini il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/41 Barzotti, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare di adottare iniziative a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici che sono pericolosamente esposti alle emergenze climatiche, ivi inclusi coloro che effettuano consegne tramite piattaforme digitali (cosiddetti rider) e che sono sottoposti a turni e condizioni estremamente pericolose”. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/42 Iaria il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/43 Fede il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di accompagnare le misure recate dall'articolo 3 del provvedimento in esame con ulteriori iniziative normative volte a prevedere risorse aggiuntive, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, per sostenere, qualora ne ricorrano le condizioni di fattibilità tecnico-economica, un piano di trasporto rapido di massa interregionale che possa supportare sistemi di trasporto pubblico ad alta capacità che collegano le aree metropolitane, con percorsi dedicati e ad alta frequenza, con particolare riguardo alla regione Marche”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/44 Scerra, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di garantire la piena operatività degli strumenti di confronto istituzionale attivati per la gestione delle istanze pendenti relative agli eventi sismici che hanno interessato le province di Catania, Ragusa e Siracusa nel 1990”.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2551/45 Penza è stato ritirato.
SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/46 Alfonso Colucci, espunte la seconda e la terza premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare iniziative destinate a un ampliamento, su scala nazionale e con particolare attenzione alle aree periferiche, della rete di impianti pubblici per la pratica di attività ludico-sportive, promuovendo il coinvolgimento delle associazioni sportive dilettantistiche e garantendo l'accessibilità alle persone con diversa abilità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/47 Orrico il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare iniziative volte a rafforzare il sostegno alle biblioteche statali, regionali e civiche, in particolare nelle aree marginali e periferiche, promuovendo l'accesso alla lettura e valorizzando il patrimonio bibliotecario nazionale”. Sugli ordini del giorno n. 9/2551/48 Caso, n. 9/2551/49 Appendino, n. 9/2551/50 Pavanelli, n. 9/2551/51 Caramiello e n. 9/2551/52 D'Orso il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/53 Giuliano, espunte le premesse, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a proseguire nell'opera di contrasto al fenomeno del sovraffollamento delle carceri, attraverso la realizzazione di nuove strutture e l'ampliamento di quelle esistenti, nonché di velocizzazione delle procedure di valutazione delle istanze di liberazione anticipata, valorizzando la prospettiva di offrire concrete possibilità di riabilitazione ai detenuti con dipendenza da stupefacenti o alcol”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/54 Ascari, espunte le premesse, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'impegno dell'ordine del giorno n. 9/2551/53 Giuliano.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/55 Cafiero De Raho, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a proseguire l'azione di attuazione dei princìpi stabiliti dalla sentenza n. 19/2024 della Corte costituzionale, già intrapresa con l'emanazione di linee guida da parte del capo del DAP in data 11 aprile 2025”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/56 Perantoni, espunte la quarta, la quinta e l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a proseguire nell'opera di contrasto al fenomeno del sovraffollamento delle carceri attraverso la realizzazione di nuove strutture e l'ampliamento di quelle esistenti e valorizzando la prospettiva di offrire concrete possibilità di riabilitazione anche mediante un più efficiente accesso ai programmi del trattamento, fra cui rientra anche la pratica di discipline sportive”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/57 Bruno, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a proseguire nell'opera di contrasto al fenomeno del sovraffollamento delle carceri attraverso la realizzazione di nuove strutture e l'ampliamento di quelle esistenti, valorizzando la prospettiva di offrire concrete possibilità di riabilitazione anche mediante un più efficace accesso ai programmi del trattamento, fra cui rientra anche l'adesione a progetti, attività ed iniziative rivolte alla formazione, anche professionale, e all'inserimento lavorativo dei detenuti”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2551/58 Lomuti, n. 9/2551/59 Amato e n. 9/2551/60 Cantone, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/61 Baldino, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere iniziative a favore dei piccolissimi comuni e dei piccoli borghi, soprattutto se situati nelle aree interne del nostro Paese, al fine di favorirne il ripopolamento e contestualmente allentare la pressione antropica sui grandi centri urbani”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2551/62 Cherchi, n. 9/2551/63 Sergio Costa e n. 9/2551/64 Riccardo Ricciardi, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/65 Cappelletti, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, iniziative per sostenere la diffusione delle comunità energetiche rinnovabili, anche attraverso strumenti che facilitino l'accesso al credito da parte dei soggetti promotori”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/66 Auriemma, il parere è favorevole, se riformulato nel senso di espungere l'undicesima e l'ultima premessa; mentre sull'impegno il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Senza riformulazione. Quindi, l'impegno così come è. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/67 L'Abbate.
SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/67 L'Abbate, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione, interamente sostitutiva degli impegni: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, iniziative per fronteggiare la crisi idrica che interessa la regione Puglia, promuovendo il monitoraggio degli impatti sul territorio e sull'agricoltura nel rispetto della tutela ambientale e della salute pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/68 Carmina, espunte le premesse, il parere è contrario sul primo e sul quarto impegno, mentre il secondo, il terzo e il quinto impegno sono accolti come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/69 Morfino, il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/2551/70 Ilaria Fontana è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/71 Santillo, espunte le premesse, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2551/5 Tassinari.
L'ordine del giorno n. 9/2551/72 Torto è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/73 Raffa, espunta la quarta premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di prevedere misure per sostenere gli enti territoriali in dissesto finanziario nel rispetto delle regole contabili e di bilancio”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/74 Francesco Silvestri, espunte le ultime tre premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di adottare misure per sostenere la competitività delle imprese italiane e la capacità di spesa delle famiglie, anche attraverso interventi volti a contenere i costi energetici”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/75 Alifano, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di promuovere iniziative a sostegno delle imprese innovative, al fine di favorire lo sviluppo di startup e scale-up e incentivare gli investimenti nel settore, anche attraverso strumenti di semplificazione e sostegno alla crescita”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/76 Sportiello, il parere è favorevole con la seguente riformulazione interamente sostitutiva dell'impegno: “a valutare di adottare misure per promuovere condizioni favorevoli per la conciliazione tra vita familiare e lavoro, anche attraverso iniziative volte a facilitare l'allattamento e l'accudimento dei bambini nei luoghi di lavoro e negli spazi pubblici”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/77 Gubitosa, espunta la quarta e la quinta premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di semplificare la disciplina relativa al Fondo per la promozione dell'economia locale nei piccoli comuni, al fine di favorire il rilancio delle attività economiche nei territori interessati”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/78 Buonguerrieri, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2551/5 Tassinari.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2551/79 Longi è ritirato.
SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/80 Malavasi, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la possibilità di adottare misure per semplificare le procedure di accesso e rinnovo delle misure di inclusione sociale”. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/81 Boschi, il parere è favorevole.
Sugli ordini del giorno n. 9/2551/82 Faraone, n. 9/2551/83 Gadda e n. 9/2551/84 Del Barba, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/85 Giachetti, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'adozione di misure per rafforzare gli strumenti di supporto all'accesso al credito per le piccole e medie imprese, in coerenza con gli obiettivi di sostegno alla crescita economica e alla competitività del sistema produttivo”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2551/86 Centemero e n. 9/2551/87 Candiani, il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/88 De Monte, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2551/21 Amich.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/89 De Bertoldi, il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno, nel senso di premettere le parole: “a valutare l'opportunità di (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/90 Bonetti, espunte la terza, la quarta e la quinta premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di adottare misure volte: a favorire investimenti verso imprese giovanili e innovative, anche alla luce delle modifiche introdotte dall'articolo 18 del provvedimento in esame; a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli della finanza pubblica, di continuare ad avviare programmi di investimento in un progetto di sostegno all'imprenditorialità giovanile, adottando ulteriori iniziative normative volte a prevedere per le nuove imprese fondate da giovani under 35 agevolazioni fiscali e contributive nei primi anni di attività, meccanismi di restituzione in caso di elevata redditività e obiettivi di crescita imprenditoriale e occupazionale capaci di favorire la nascita di nuove realtà produttive e di rafforzare l'occupazione giovanile; a rafforzare il collegamento tra sistema universitario e sistema produttivo, incentivando il trasferimento tecnologico per facilitare l'accesso delle giovani imprese a innovazioni strategiche e rafforzare la competitività complessiva del sistema produttivo”.
PRESIDENTE. Colleghi, tra pochi minuti, cominciamo a votare, quindi, lo dico adesso: la Presidenza non attenderà niente e nessuno.
SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/2551/91 Benzoni, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'adozione di ogni opportuna iniziativa volta ad evitare ulteriori pedaggi sul raccordo autostradale noto come “Corda Molle”, in provincia di Brescia”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/92 Toni Ricciardi il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/93 Girelli il parere è favorevole con riformulazione interamente sostitutiva: “a valutare di adottare misure volte a rafforzare le attività di sorveglianza e prevenzione del West Nile Virus, con particolare attenzione alle aree maggiormente interessate; sostenere gli enti e le strutture competenti in ambito sanitario, veterinario e ambientale; attivare un coordinamento tra comuni, regioni e Ministeri per campagne di bonifica ambientale, diffusione di buone pratiche (uso di repellenti, zanzariere, abiti protettivi), secondo l'approccio integrato One Health”.
PRESIDENTE. Adesso, comunque, per chi non ha inteso procediamo a fare delle fotocopie, così andiamo celermente.
Passiamo ai voti, per i quali, nella seduta odierna è stato convenuto di procedere fino alle ore 20.
Avverto che l'ordine del giorno n. 9/2551/11 Cavandoli è stato ritirato dalla presentatrice.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/1 Zucconi il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/2 Ascani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/2 Ascani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
L'onorevole Nevi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2551/4.
L'onorevole Tassinari accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2551/5.
L'onorevole Cortelazzo accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2551/6.
Onorevole Braga, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2551/7? No. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/7 Braga, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
L'onorevole Forattini accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2551/8.
L'onorevole Vaccari accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2551/9.
Onorevole Boldrini, accoglie la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2551/10?
Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente, mi scusi.
PRESIDENTE. Non l'ha sentita…
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Volevo dire…
PRESIDENTE. Prego.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). …se ho capito bene, espunte tutte le premesse?
PRESIDENTE. Sottosegretaria Savino, parliamo dell'ordine del giorno n. 9/2551/10 Boldrini.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Se tutte le premesse sono espunte non capisco allora l'impegno su cosa si regge; un impegno, peraltro, annacquato: “a valutare l'opportunità…”.
PRESIDENTE. Sottosegretario, ci ridà per favore il parere sull'ordine del giorno n. 9/2551/10 Boldrini?
SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Espunte le premesse, favorevole con la riformulazione dell'impegno.
PRESIDENTE. Questa è la riformulazione. Non l'accetta?
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente, allora no, perché non si capisce perché abbiamo fatto questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Se nessun altro chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/10 Boldrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/12 Simiani. Onorevole Simiani, accetta la raccomandazione? La vuole risentire? No, perché è accolto come raccomandazione, così come riformulato.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Non accetto la raccomandazione e chiedo di intervenire.
PRESIDENTE. Prego.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Intervengo perché già l'altra volta abbiamo discusso, nel decreto Infrastrutture, per quanto riguarda la strada Tirrenica. Noi pensiamo che sia arrivata l'ora di poter inserire nei finanziamenti, anche in legge di bilancio, i lotti funzionali che sono propedeutici alla partenza dell'opera.
Per troppo tempo ci sono stati, in quest'Aula, ordini del giorno che sono stati votati dalla maggioranza. Noi l'abbiamo riproposto un'altra volta e voi avete detto: raccomandazione. Io credo che sia vergognoso. Quella è una strada in cui - e ora, d'estate, quando andrete in vacanza lo vedrete - ci sono code, difficili situazioni anche dal punto di vista degli incroci a raso. Ci sono molti incidenti e questo può essere ed è oggi un problema non solo per quanto riguarda la parte da Tarquinia fino a San Pietro in Palazzi, perché è una strada, in questo caso, con grandi difficoltà e addirittura con tratti a sole due corsie. Ecco perché voglio capire, anche da parte dei colleghi toscani, se oggi la Tirrenica - visto che ora farete e faremo la campagna elettorale - è per voi una priorità o no. Io voglio capire se da parte vostra la Tirrenica è una priorità o no. Da quello che sembra non è una priorità.
Da parte nostra è stato ribadito più volte che è una priorità ed è stato affermato anche da parte della regione Toscana, che con il presidente Giani ha detto chiaramente una cosa, che era pronto a mettere 100 milioni per il finanziamento di quella strada e voi avete detto: va bene, siamo d'accordo. Allora non capisco perché da parte del Ministro Salvini, del Vice Ministro Rixi e di tutto, in questo caso, il centrodestra - perché, da quello che vedo, non si alza nessuno - c'è solo una raccomandazione. Credo che il vostro voto oggi dimostrerà ai toscani - e anche agli abitanti del Lazio - che da parte vostra non c'è nessun interesse per quest'opera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. L'onorevole Provenzano e l'onorevole Peluffo sottoscrivono.
Se nessun altro chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/12 Simiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
L'onorevole Marino accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2551/13.
L'onorevole Andrea Rossi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2551/14.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/15 Gianassi. Onorevole Gianassi, accetta la riformulazione? No. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/15 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
L'onorevole Andreuzza accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2551/16.
Sugli ordini del giorno n. 9/2551/17 Molinari e n. 9/2551/18 Dara il parere è favorevole.
L'onorevole Frijia accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2551/19.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/20 Comaroli il parere è favorevole.
L'onorevole Amich accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2551/21.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/22 Roggiani. Onorevole Roggiani, accetta la riformulazione? No. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/22 Roggiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
L'onorevole Curti accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2551/23.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/24 Soumahoro. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/24 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/25 Guerra. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione perché non è una riformulazione, ma una deformazione. Qui si chiede una cosa molto semplice e cioè: perché il Governo, nel riformulare l'aiuto alle mamme lavoratrici con due o tre figli in modo diverso e trasformarlo in un trasferimento invece che in una decontribuzione, si premura di escludere le lavoratrici domestiche, colf e badanti? Non ha proprio nessun senso, non sono mamme di serie Z. Aveva un senso per la decontribuzione, perché non c'era il sostituto d'imposta, perché erano contributi molto bassi, ma nel momento in cui lo trasformi in un trasferimento uguale per tutti di 40 euro al mese, perché le mamme che fanno le colf e le badanti sono le uniche lavoratrici - le uniche! - escluse da questo beneficio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? È una cosa senza senso, è una discriminazione.
Quindi, non cancellatemi la premessa, in cui dice che è una discriminazione, e non trasformatelo in una disponibilità generica a chissà quale aiuto alle lavoratrici domestiche. Non c'è bisogno di un aiuto generico; c'è bisogno di riconoscere anche a loro questo aiuto per le mamme, non per le lavoratrici domestiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/25 Guerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
L'onorevole Bonetti sottoscrive.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/26 Zanella, su cui il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Siamo veramente a un livello molto, molto basso del dibattito parlamentare. Come sapete, è stato espunto dal nostro confronto un emendamento particolarmente critico, particolarmente - direi - scandaloso, che prorogava la vita della società Simico, una società strumentale per i Giochi olimpici Milano-Cortina, ed essendo stato ritirato alla Camera è stato poi reintrodotto in un altro provvedimento al Senato e adesso qui ce l'abbiamo difronte.
Il mio ordine del giorno cerca di diminuire il danno, ma, soprattutto, di diminuire questa che è una vergogna per il Paese, perché si tratta di una società che è stata strumentale, costituita per la realizzazione di infrastrutture e di opere in virtù dei Giochi, che dovrebbero praticamente iniziare tra qualche mese, ma che, invece, vedrà la sua vita prolungarsi fino al 2033. Allora, ditemi voi quali sono le opere urgenti per le Olimpiadi, che, invece, molto urgenti, evidentemente, non sono. Vedremo, quindi, che la società gestirà ancora denaro pubblico, perché ovviamente non entreranno, con le sponsorizzazioni né, tantomeno, con i biglietti, i ticket degli spettatori delle Olimpiadi, delle entrate adeguate, e quindi lo Stato si sobbarcherà tutto il deficit che sicuramente questi Giochi lasceranno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Gli onorevoli Berruto e Dell'Olio sottoscrivono l'ordine del giorno.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/26 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2521/27 Bonelli, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione: onorevole Bonelli, accetta la riformulazione? No, dunque, se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2521/27 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/28 Piccolotti, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Io sono abbastanza stupita del parere contrario a questo nostro ordine del giorno, perché io non so se la Sottosegretaria ha considerato questo aspetto, ma un parere contrario, in questo caso, è l'espressione di una precisa posizione politica relativamente ad una vicenda molto delicata e che ha delle implicazioni nella trattativa fra l'Europa e gli Stati Uniti in corso sui dazi e, più in generale, sul terreno delle politiche economiche.
La posizione politica che il Governo sta prendendo con questo parere contrario insiste su una questione, che è quella delle stablecoin, che sono uno strumento finanziario molto importante e che, secondo un paper della Banca dei regolamenti internazionali, è già oggi in grado di influenzare le dinamiche dei titoli di Stato statunitensi a breve termine, cioè parliamo di uno strumento finanziario che ha una capitalizzazione attuale di 230 miliardi di dollari e che cresce molto velocemente.
Secondo alcuni analisti, l'ammontare delle transazioni espresse con questa criptovaluta è addirittura superiore a quelle operate nel circuito Visa. Vorrei riprendere, a tal proposito, anche le parole della presidente della Banca centrale europea Lagarde che, in audizione al Parlamento europeo proprio sulla questione delle stablecoin, ha fatto rilevare che il 99 per cento di questi strumenti finanziari è denominato in dollari statunitensi, cioè investono le risorse che servono all'ancoraggio in titoli del debito statunitense, che, come sappiamo, ha superato il 120 per cento del PIL, e - ha detto così la presidente della Banca centrale europea - sono emesse privatamente e, quindi, comportano rischi per la politica monetaria e la stabilità finanziaria dell'Unione europea.
Noi, con questo ordine del giorno, abbiamo chiesto al Governo di impegnarsi a non sostenere un'interpretazione estensiva del regolamento europeo sulle stablecoin, favorendo, invece, il pieno sviluppo dell'euro digitale e, con esso, la sovranità monetaria europea e il ruolo internazionale dell'euro, che - vorrei ricordarlo - è la nostra moneta, come mezzo di pagamento e valuta di riserva. Perché lo abbiamo fatto? Perché, accanto alla trattativa sui dazi, pare essere in corso una trattativa, in prevalenza opaca, rispetto ai cosiddetti modelli ed emissione multipla, ovvero l'emissione di stablecoin ancorate a più valute legali, cioè ancorate al dollaro e convertibili automaticamente in euro.
Secondo molti analisti e anche secondo la denuncia di alcuni eurodeputati, gli Stati Uniti starebbero facendo enormi pressioni sulla Commissione europea affinché emani un'interpretazione estensiva del regolamento sulle stablecoin, autorizzando, nell'Unione europea, la convertibilità in euro di queste valute ancorate al dollaro. Gli effetti di questa convertibilità sarebbero davvero pesanti, perché si tratterebbe di favorire una vera e propria dollarizzazione digitale dell'area euro, con un fenomeno che restringerebbe fortemente la possibilità di trasmettere la politica monetaria europea della Banca centrale europea e, di conseguenza - lo dico, perché abbiamo qui davanti un Governo che si dice sovranista -, limiterebbe gravemente la stessa sovranità monetaria dell'Unione europea.
Ecco, di fronte a questi problemi, Sottosegretaria, io le chiedo di accantonare l'ordine del giorno e rivedere il parere, perché state sostenendo che noi daremo un'interpretazione favorevole alla possibilità di convertire queste stablecoin da dollari a euro, sostanzialmente, facendo un ulteriore favore agli Stati Uniti, che sono alle prese con il reperimento delle risorse finanziarie necessarie a rendere sostenibile il debito enorme degli Stati Uniti. Ecco, le chiedo se vuole accantonare e rivedere il parere, perché è una presa di posizione davvero importante e con effetti, dal nostro punto di vista, molto pericolosi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Chiedo al Governo se intende dar seguito alla richiesta di accantonamento: la risposta è “no”.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.
LUIGI MARATTIN (MISTO). Presidente, non pensavo sarebbe mai…
PRESIDENTE. Mi scusi, volevo solo dare una notizia, che peraltro mi è venuta in mente avendo avuto con lei agli esordi una discussione: è stata inviata per WhatsApp ai delegati d'Aula la griglia con le riformulazioni … non per fax, onorevole Marattin, per WhatsApp. Prego, onorevole Marattin.
LUIGI MARATTIN (MISTO). Lei si è ricordato di quella volta…
PRESIDENTE. Eh, quella m'ha fatto male. Prego.
LUIGI MARATTIN (MISTO). Non pensavo sarebbe mai arrivato questo momento, ma chiedo ai colleghi di Alleanza Verdi e Sinistra se posso sottoscrivere questo ordine del giorno (Commenti)…non ricapiterà più…
PRESIDENTE. Prego.
LUIGI MARATTIN (MISTO). Sottosegretaria, le faccio un appello: è un tema cruciale, provi ad accantonarlo per 10 minuti. C'era anche il Sottosegretario Freni prima, parliamone, perché, non so come, ma hanno preso un tema veramente cruciale, non è uno scherzo questa cosa. Quindi, cortesemente, le rinnovo la richiesta di accantonamento, per favore.
PRESIDENTE. Va bene. La richiesta di accantonamento è rinnovata: il Sottosegretario Savino rinnova il diniego.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/28 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/29 Mari, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Parere contrario: quindi non siete d'accordo. Non siete d'accordo su cosa? Nella premessa di questo ordine del giorno, oltre alla fotografia del provvedimento, c'è scritto soltanto che nella filiera agricola “ancora oggi imperversa il caporalato, lo sfruttamento e condizioni di lavoro inaccettabili”. Negli impegni c'è scritto soltanto che “(…) l'accesso alle risorse recate dall'articolo 15 da parte delle aziende agricole sia possibile a condizione che queste applichino il CCNL del settore e la normativa in materia di condizioni di lavoro, tutela della salute e sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori (…)”. Non siete d'accordo? È incredibile, adesso negate anche lo sfruttamento e il caporalato. Votate contro, noi voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. L'onorevole Scotto intende sottoscrivere l'ordine del giorno.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/29 Mari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/30 Ghirra. L'onorevole Ghirra accoglie la riformulazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/2551/31 Borrelli il Governo chiede di intervenire, al pari dell'ordine del giorno n. 9/2551/63 Sergio Costa. Prego, Sottosegretario Savino. Silenzio, per favore.
SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2551/31 Borrelli, bisogna modificare un attimo il parere. Allora, espunte le premesse dalla terza all'ultima, il Governo esprime parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare ulteriori iniziative per il cofinanziamento di interventi per la riduzione della vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio privato nei territori interessati dal bradisismo flegreo”.
PRESIDENTE. Onorevole Borrelli, accetta la riformulazione? Sì, grazie.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/32 Grimaldi, su cui il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Trenta secondi per dire che, di fatto, grazie al vostro “sì” si conferma quello che diciamo da tempo, cioè che stiamo per importare disoccupazione grazie ai dazi e in California brinderanno con il loro vino, magari per gli accordi che state per fare e confermare con questo ordine del giorno su gas liquido e armamenti. Grazie a voi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. L'onorevole Caso sottoscrive.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/32 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/33 Ferrara, su cui c'è una proposta di riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà.
ANTONIO FERRARA (M5S). Se posso risentire la riformulazione.
PRESIDENTE. Ma l'abbiamo inviata per WhatsApp, per piccione viaggiatore. Come dobbiamo fare? Onorevole Sottosegretario, siamo all'ordine del giorno n. 9/2551/33 Ferrara, per cortesia. Ah, non l'accetta, perfetto. Chiede di intervenire ugualmente per dichiarazione di voto?
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà.
ANTONIO FERRARA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, praticamente prendo la parola per questo ordine del giorno: questo decreto è l'ennesima fotografia di un modo di governare che il MoVimento 5 Stelle contesta da sempre. Si stanziano 5 milioni di euro per 3 anni per strutture IRCCS, anche private e non convenzionate, per prestazioni dermatologiche di elevata qualità, ma non c'è un bando, non ci sono criteri pubblici, non c'è trasparenza; solo un decreto ministeriale, che potrà - guarda caso - assegnare tutto a una sola struttura, magari già pronta, magari già nota, magari già amica.
E così, di nuovo, la legge si piega, si scrive con ago e filo, si cuce su misura. E il risultato? Un'altra toppa del vestito del potere. Fuori da quest'Aula, intanto, ci sono minori in difficoltà, famiglie lasciate sole, una sanità territoriale che arranca. E voi? Voi rispondete con un articolo di legge che somiglia più a un favore che a una riforma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Con l'ordine del giorno n. 9/2551/33 chiediamo questo: destinare questi fondi a chi ne ha veramente bisogno; percorsi terapeutici pubblici per giovani affetti da dipendenze digitali, per contrastare un'emergenza reale, non per accontentare l'interesse privato di turno.
Avete iniziato questa legislatura parlando di competenza, serietà, concretezza e invece continuate a legiferare come sempre, con ago e filo, ricucendo favori, strappando via l'equità e lanciando il tessuto sociale in pezzi. E allora io dico a quest'Aula, da questa parte: meglio non fare niente che fare male, perché, quando il fare diventa un favore, una furbata, un gioco di scatole cinesi ministeriale, è meglio fermarsi.
E a voi, che ci avete chiamato straccioni, scappati di casa, rispondiamo così: guardate questa legge, siete voi che avete scritto una legge di straccioni, una legge fatta di pezze mal cucite (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non di norme e brandelli, commi infilati per fare spazio all'amico giusto. Altro che riforma, questa è una sartoria del potere, un patchwork politico cucito nel retrobottega della maggioranza.
Allora sì, questa è davvero una legge di straccioni, straccioni nel metodo, straccioni nel merito, straccioni nella dignità istituzionale. E noi non possiamo dirlo che forte: basta! Con l'ordine del giorno chiediamo di cambiare strada, perché, se voi cucite leggi per pochi, noi continuiamo a difendere la nostra stoffa buona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), della Repubblica, quella fatta di trasparenza, giustizia, equità, non quella lisa del privilegio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/33 Ferrara, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/34 Donno. Onorevole Donno, accoglie la riformulazione? No.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/34 Donno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/35 Marianna Ricciardi. Onorevole Marianna Ricciardi, accoglie la riformulazione? No, prego.
MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Io non pensavo di intervenire perché mi aspettavo una riformulazione quantomeno un po' più seria. Io voglio giusto leggerla, perché credevo di avere sentito male, ma adesso ho la griglia davanti a me: “a valutare di adottare misure per garantire l'erogazione dei farmaci innovativi oncologici ai pazienti in età pediatrica”.
Ma cosa c'è da valutare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), se dobbiamo garantire o no i farmaci ai bambini malati oncologici? Non dovremmo neanche valutare, non dovrebbe avere colore politico questa cosa, dovrebbe essere una cosa trasversale. A me sembra folle. Ho detto: magari ho sentito male, me lo sono anche risentito nel video, ho letto la griglia davanti a me. Io invito la Sottosegretaria a riformulare questo parere, perché è assolutamente inaccettabile, ma nessuno di voi dovrebbe poter accettare di valutare una cosa del genere. Si prende l'impegno sì o no, o si dà parere contrario, ma non “valutare” di fornire questi farmaci ai bambini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Onorevole Alifano, prego. Vuole sottoscrivere o interviene dopo? Va bene. L'onorevole Cherchi sottoscrive, l'onorevole Amato sottoscrive, tutto il gruppo MoVimento 5 Stelle sottoscrive. L'onorevole Ubaldo Pagano, prego: tutto il gruppo PD sottoscrive. Il gruppo AVS sottoscrive. Bene, abbiamo detto che tutti i gruppi 5 Stelle, PD e AVS sottoscrivono.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/35 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/36 Di Lauro. Onorevole Alifano, mi dice lei se si accetta la riformulazione?
ENRICA ALIFANO (M5S). No, no, Presidente, no, grazie. Intervengo sull'ordine dei lavori: il punto è che c'è un vecchio adagio che dice “presto e bene raro avviene”, penso che sia conosciuto all'Aula. Credo che ci sia più di un errore: il collega Bruno, che, ahimè, non è presente, mi ha comunicato che è stata data una riformulazione non sul proprio ordine del giorno, ma su un ordine del giorno a firma del collega Perantoni.
Devo anche sottolineare che, in relazione al mio ordine del giorno, io ho chiesto fiori e mi sono state date picche, nel senso che io chiedevo che la normativa in materia di startup e scale-up fosse riunita in un testo unico e mi viene risposto che sono pronti degli incentivi. Io ringrazio, a questo punto, il Governo, è un'attenzione per questo settore di imprese, però io chiedevo altro. Ora siamo al paradosso: gli ordini del giorno, i nostri ordini del giorno, gli ordini del giorno dell'opposizione vengono ampiamente riformulati, ma, sinceramente, non ci viene nemmeno data risposta. È una riscrittura totale che assolutamente non attiene al contenuto degli originari ordini del giorno. Ora, se c'è un errore, io lo voglio segnalare, proprio perché sia data una risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Onorevole Alifano, io posso soltanto girare ciò che lei mi ha segnalato al Governo per verificare se, eventualmente, il Governo, poi, rileva ciò che lei ha sottolineato ed eventualmente interviene quando arriviamo, a questo punto, all'ordine del giorno che lei ha citato.
Intanto siamo sull'ordine del giorno n. 9/2551/36 Di Lauro. Chiedo, quindi, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle se la collega Di Lauro accetta o meno la riformulazione. No.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/2551/36 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2551/37 Aiello: il parere è favorevole, con riformulazione. Onorevole Aiello, l'accoglie? No. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/37 Aiello, con il parere contrario del Governo… Vuole intervenire? Siccome non mi guardava… Allora, revochiamo la votazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Forse, non sono stato tempestivo nel chiedere di intervenire, ma...
PRESIDENTE. No, no, è che non mi guardava. Siccome non mi guardava, pensavo che... Tutto a posto, prego.
DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, semplicemente chiedevamo di estendere la misura dell'Ape Sociale anche per il 2026. Registro, con dispiacere, la contrarietà del Governo, ma poiché l'Ape Sociale non è un privilegio, ma una misura di civiltà, comprendo benissimo questa posizione, in quanto, ovviamente, non vi stiamo chiedendo di ripristinare i vitalizi, non vi stiamo chiedendo di aumentarvi lo stipendio, ma stiamo parlando di aiutare le persone in grave difficoltà, stiamo parlando di lavoratori, che sono anche assistenti familiari (parliamo di cargiver, parliamo di lavoratori che hanno anche una disabilità accertata).
Di fronte a questi diritti sociali, che sono misure di civiltà, rispetto alla proroga per il prossimo anno, al 2026, ci dite che siete contrari. Qui si evidenzia il bluff di questo Governo che, quando si tratta di diritti per le fasce più deboli, quando si parla di aiutare i lavoratori in difficoltà, esprime la sua netta contrarietà. Vi abbiamo chiesto di estendere l'Ape Sociale al 2026: ci sono le risorse. Le risorse sono richiamate anche dall'articolo 5 del decreto in conversione. Quindi ci stupiamo di questa posizione, ma non più di tanto, in quanto - come vi dicevo prima -, quando si tratta di privilegi, il Governo ha una posizione sicuramente favorevole, mentre, quando si tratta di estendere una misura di civiltà come l'Ape Sociale anche per il prossimo anno, vi dite contrari.
Questo è, quindi, ciò che devono sapere tutti gli italiani che stanno seguendo questi lavori. Noi insistiamo sulla nostra proposta, una proposta di buonsenso, che non va rigettata. Chiedo, quindi, al Governo se possa ripensare a un accoglimento di questo ordine del giorno, in quanto in linea con le nostre politiche messe in campo dai Governi precedenti. Chiedo al Governo, possibilmente, un ripensamento rispetto al parere dato su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Governo non mi pare sia intenzionato a ripensare.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente, intervengo per confermare, per suo tramite, al collega Aiello, che questo dell'Ape Sociale è un tema importante. Vede, però, Presidente, penso che, in questo caso - i colleghi lo sanno -, non sia un ordine del giorno che potrà essere risolutivo, anche perché questo dell'Ape Sociale è un tema che, come voi mi insegnate, viene definito all'interno di un alveo, che, molto spesso, è stato l'alveo della cosiddetta legge di bilancio, laddove i provvedimenti onerosi - e questo è un provvedimento oneroso ed un passaggio oneroso, come è stato negli anni - possano essere effettivamente celebrati.
Sul punto, però, sono d'accordo, nel senso che serve metterci, quanto meno, la testa e consiglio, se posso, al collega Aiello (che, tra l'altro, frequenta la Commissione lavoro) di ricordarlo in Commissione lavoro.
Presidente, mi aggancio a questo mio unico intervento della giornata, anche per ricordare, in primis a me stesso, un passaggio - se posso riferirmi, sempre suo tramite - rispetto a quanto è stato detto ieri. Premetto: non c'è alcun istinto bellico in modo politico rispetto a questo mio intervento, ma è semplicemente per confermare un passaggio che - vedete colleghi - ho ascoltato ieri, durante la discussione generale del provvedimento. Come le dico, Presidente, che, tra l'altro, ho sufficientemente apprezzato l'ordine del giorno della collega Ricciardi poc'anzi e anche su quello penso serva intervenire. L'ho trovato comunque puntuale su un tema spesso drammatico.
Presidente, per suo tramite, sono convinto che quella che è accaduta ieri sia stata una svista, però, in questo caso, la forma è sostanza, nel senso che ieri la collega Ricciardi ha detto una cosa che non corrisponde al vero su una filiera molto importante rispetto al mercato del lavoro nel nostro Paese, che è quella delle cosiddette APL, ovvero le agenzie per il lavoro. Lo saprà probabilmente, le sono arrivati anche alcuni input, poiché ieri è stato detto che i lavoratori danno il 15 per cento del loro stipendio alle agenzie per il lavoro, quello che una volta era il lavoro interinale e oggi, fondamentalmente, è un lavoro in somministrazione. Presidente, dare messaggi di questo tipo - ma lo rinnovo, non sono polemico, penso sia stata semplicemente una svista - è effettivamente un qualcosa di molto grave, per cui noi, oggi, diciamo qui, in Aula, alla Camera dei deputati, che le agenzie per il lavoro prendono il 15 per cento degli stipendi dei lavoratori. Non è così, perché, sin dall'introduzione del cosiddetto lavoro in somministrazione (ex lavoro interinale), il lavoratore che lavora tramite agenzia ha diritto ad essere retribuito esattamente come i lavoratori assunti in una azienda.
Questo, vede Presidente, quando parliamo fondamentalmente di quelle aziende (e la collega evidentemente si atteneva a quell'emendamento che riportava il tema dello staff leasing nel tempo) è di dirimente importanza dire che i lavoratori, invece, prendono lo stesso livello salariale, come, tra l'altro, da contratto collettivo. Se non fosse per noi, dovremmo cercare di onorare la memoria di colui che fu il padre della cosiddetta flexicurity, che risponde al nome di Marco Biagi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Misto), che, in questo caso, ha fatto molto (dal Libro bianco in poi) e ha messo garanzie in questo senso.
Oggi è illegale - lo diciamo a tutti, assieme alle opposizioni, assieme alla maggioranza - richiedere o trattenere somme dalla busta paga di un lavoratore, seppur lavoratore somministrato. Questo non avviene. Queste agenzie per il lavoro possono chiedere, sì, un feedback, un fee rispetto a quanto loro transano, ma lo chiedono alle aziende. Allora, le aziende, sì, possono pagare tra il 10 e il 15 per cento, non sicuramente al lavoratore.
Questo, Presidente, per amore di verità, è semplicemente un messaggio che noi dobbiamo dare, perché anche un certo tipo di comunicazione, che viene fatta uscire da queste Aule, fondamentalmente, può creare qualche dubbio e, sotto questo punto di vista, dubbi non ce ne sono stati e non ce ne sono da oltre 25 anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Volevo sapere se potevo intervenire su Gaza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), visto che il collega...
PRESIDENTE. Su Gaza si interviene dopo.
GAETANO AMATO (M5S). Presidente, chiedo scusa.
PRESIDENTE. Vuole intervenire sull'ordine dei lavori?
GAETANO AMATO (M5S). No, intervengo per dichiarazione di voto...
PRESIDENTE. Prego.
GAETANO AMATO (M5S). Tramite lei, voglio dire all'onorevole Rizzetto che è molto bello il fatto che lui sia d'accordo sull'ordine del giorno sia della collega Ricciardi sia del collega Aiello, ma noi non abbiamo messo nessuna pistola in testa al Governo. Questo è solo un impegno. Ciò significa il Governo, che vota contro, non vuole assolutamente prendere in considerazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) questi argomenti.
Noi ora possiamo dire quello che vogliamo sulle agenzie interinali, eccetera. Parliamo di quest'ordine del giorno: il Governo lo vuole prendere l'impegno, sì o no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io su questo intervento dell'onorevole Rizzetto, perché non mi è chiara la dichiarazione di voto. Vorrei capire se potevamo capirla meglio, perché a me sembra che abbia parlato di molte altre cose che non c'entravano. Sicuramente, ha parlato delle agenzie interinali, che - sappiamo - stanno molto a cuore alla maggioranza, visto gli emendamenti che presentano nottetempo al Senato.
Tuttavia, vorrei sapere, rispetto alla valutazione che è stata fatta, ossia che questa cosa chiesta da questo ordine del giorno si potrà fare, eventualmente, solo in legge di bilancio, ciò si traduce in un sì o in un no all'ordine del giorno? Perché un ordine del giorno è un atto di indirizzo, non è un vincolo, tanto più che non c'è scritto: nel primo provvedimento utile o in legge di bilancio o nel primo decreto-legge che farete. C'è o non c'è la volontà del Governo di approfondire, ampliare e riproporre Ape Sociale? Il Governo ha detto di no, perché ha dato un parere negativo, ma l'onorevole Rizzetto (che ha parlato per venti minuti) è per il sì o per il no? Perché io non l'ho capito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Colleghi, non so, ci sono altri colleghi che intendono intervenire? Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI (M5S). Visto che sono stata tirata in ballo, più che altro volevo intervenire, a questo punto, non sull'ordine del giorno, visto che abbiamo parlato di tutt'altro. Io semplicemente mi chiedo se è vero o no che volevano presentare l'emendamento per portare da 3 a 4 anni il lavoro interinale e la presenza di queste agenzie, innanzitutto. Poi non capisco perché tirare oggi in ballo questo argomento e, soprattutto, non capisco perché non avere votato a favore dell'ordine del giorno che avevo presentato precedentemente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), cioè non ho capito proprio l'intervento. Se il collega Rizzetto voleva intervenire, sarebbe stato bello in discussione generale ieri, visto che eravamo in totale 10 persone in Aula. Non capisco proprio il senso di questo tipo di intervento, quindi va bene, prendo atto.
PRESIDENTE. Diciamo che è stato un intervento per saltum, è partito dall'ordine del giorno e poi si è agganciato di là. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2551/37 Aiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Essendo giunti alle ore 20,01, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, mercoledì 6 agosto, a partire dalle ore 9.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Colleghi, non abbiamo finito, perché abbiamo degli interventi sull'ordine dei lavori.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmela Auriemma. Ne ha facoltà.
Colleghi, per favore, chi lascia l'Aula lo faccia in silenzio perché non abbiamo terminato i lavori e ci sono degli interventi anche con carattere di urgenza, visto che riguardano l'ordine dei lavori. Prego, onorevole Auriemma, cominci a parlare perché pretendo silenzio e vedrà che lo otterrò con le buone.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Chiediamo un'informativa urgente al Ministro Piantedosi alla luce della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea che decreta ulteriormente, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il fallimento del Protocollo Italia-Albania. Quello che doveva essere un modello per l'Europa, presentato dalla Presidente Meloni, oggi è invece la vergogna, perché abbiamo anche la Corte di giustizia dell'Unione europea che dice chiaramente una cosa che tutti quanti sapevamo e che abbiamo sollevato in Commissione e in Aula: esiste il primato del diritto dell'Unione europea, quindi non è possibile individuare un Paese come sicuro senza il vaglio successivo di un giudice nazionale.
Su questo, Presidente, dobbiamo essere chiari: l'approccio che hanno avuto questo Governo e questa maggioranza al tema dell'immigrazione appalesa tutta la superficialità, l'ignoranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), l'inadeguatezza di questo Governo, perché in maniera sistematica non solo non ha ascoltato le opposizioni, non solo non ha ascoltato le associazioni di settore e tutti gli allarmi che arrivavano su questo Protocollo, ma abbiamo speso un miliardo, un miliardo per avere 27 immigrati che possono stare in Italia.
Allora il Ministro deve venire qua, perché questo Governo non ha trovato 6 milioni per fare le mammografie di prevenzione al tumore al seno e ha speso un miliardo degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siamo noi che non dormiamo la notte, non la Presidente Meloni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Paolo Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. In questa vicenda la Corte di giustizia dell'Unione europea del Lussemburgo ha ribadito qualcosa che, per chi si occupa del diritto, del diritto umanitario e dei diritti umani, era piuttosto evidente, cioè che il fatto che un Paese sia sicuro per i suoi cittadini va stabilito rispetto alla situazione oggettiva di quel Paese e non rispetto alle convenienze politiche dei Paesi terzi. È quello, purtroppo, che è accaduto in Italia rispetto al Governo, che ha deciso di forzare una lista di Paesi sicuri perché i tribunali italiani avevano fatto il loro lavoro, cioè avevano applicato la legge e le leggi internazionali rispetto alle immigrazioni e ai diritti umani.
Il Governo ha voluto fare una prova di forza. Il Governo ha cambiato una norma e ha inserito, nella lista dei Paesi sicuri, Paesi che, secondo le schede del Ministero degli Affari esteri, erano Paesi insicuri. Lo ha voluto fare per dimostrare chi comanda, e noi abbiamo un autorevole esponente del Governo che in continuazione ci dice: se i giudici vogliono fare politica, si candidassero. In maniera speculare, mi verrebbe di dire: se un membro del Governo vuole fare il giudice, almeno studiasse legge e facesse i concorsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Ma, in questo senso, io mi permetto di dire una cosa: chi governa, chi è stato eletto può fare le leggi, ma, finché esistono delle leggi, vanno applicate, e, finché l'articolo 10 della nostra Costituzione dice quello che dice, i Paesi sicuri si stabiliranno in base alla loro realtà di sicurezza, e i diritti umani, i diritti delle persone verranno sempre prima dei convincimenti ideologici e delle bandiere ideologiche, come quelle sbandierate da questo Governo, per esempio, con tutto quello che è il Protocollo Italia-Albania (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, su un altro argomento, sempre sull'ordine dei lavori, la deputata Enrica Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signor Presidente. Adesso ci muoviamo in un contesto territoriale più ridotto rispetto a quello analizzato dagli interventi che mi hanno preceduto. Il contesto nel quale ci muoviamo è la provincia di Caserta. Io voglio aprire il mio intervento e la richiesta di informativa al Ministro Urso con un virgolettato: “Non possiamo stare fermi o essere lenti e guardare così un mondo che corre: è arrivato il momento di correre anche noi”.
Queste sono le parole che ha pronunciato oggi Aniello Stellato, CEO di TME, indirizzate ai 404 lavoratori dell'ex Jabil, che ora si ritrovano, senza la dovuta interlocuzione, alle dipendenze di una nuova azienda. In effetti, la corsa in questa vicenda riveste un ruolo da protagonista, ma come dicevo prima a lei, signor Presidente, su altro tema: presto e bene raro avviene. Ci troviamo di fronte a un trasferimento che è stato subito dai lavoratori, senza nessuna interlocuzione, senza nessun contraddittorio e senza nessuna garanzia.
Ed è proprio questo che noi chiediamo: quali sono le garanzie occupazionali del transito da una multinazionale, che ha un fatturato stellare, a un'azienda di nuova costituzione? Quali sono le risorse finanziarie che può mettere questa azienda e, soprattutto, quali sono le future prospettive produttive? Io voglio ancora una volta sottolineare che ci ritroviamo in provincia di Caserta, un territorio che è stato deindustrializzato e che ha poche residue opportunità lavorative.
Tutta questa vicenda, signor Presidente, mi rammarico doverlo sottolineare, una vicenda agostana, ha proprio il segno di qualcosa che è stato subito dai lavoratori, un colpo alle loro spalle; anche perché i lavoratori dell'ex Jabil hanno presente la sorte che hanno subito i loro ex colleghi quando, qualche anno fa, si sono dimessi dalla Jabil per transitare in un'altra realtà industriale, e adesso ne patiscono le conseguenze, perché passano da un periodo di cassa integrazione a un altro, senza poter di fatto lavorare mai.
Allora noi del MoVimento 5 Stelle, che siamo vicino ai lavoratori, chiediamo che il Ministro Urso venga a chiarire il quadro della vicenda, che resta oscuro, e soprattutto noi vogliamo sapere nel dettaglio qual è il piano industriale offerto a questi lavoratori da TME, se vi è un interessamento di Invitalia e in quale misura, e, soprattutto, vogliamo conoscere se vi sono garanzie per il futuro lavorativo di questi lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma non solo nel breve periodo, ma anche nel medio e lungo periodo, se vogliamo ancora una volta pensare che c'è una tutela del diritto al lavoro in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Abbiamo preso atto delle vostre richieste, che, ovviamente, saranno trasmesse ai Ministri competenti.
Discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 2488-B) (ore 20,10).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 2488-B: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport.
(Discussione sulle linee generali - A.C. 2488-B)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
La VII Commissione (Cultura) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, il deputato Fabio Roscani.
FABIO ROSCANI, Relatore. Grazie, Presidente. Le chiederei di poter depositare il mio intervento.
PRESIDENTE. La sua richiesta è accolta. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, il Ministro Abodi, che vi rinunzia.
Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Sono costretta a intervenire in quest'Aula, portando una questione che avrei volentieri portato in Commissione lavoro, per avere una risposta diretta del Governo. Purtroppo, però, nessun rappresentante del Governo nell'ultimo mese si è affacciato alla Commissione lavoro per rispondere ai question time. Quindi, mi trovo costretta a fare questo intervento di fine seduta per porre alla vostra attenzione, all'attenzione di quest'Aula, la problematica inerente agli idonei vincitori del concorso del 2010 dell'Agenzia delle entrate e la questione degli idonei non vincitori.
In particolare, parliamo di un concorso appunto del 2010, un concorso che prevedeva l'assunzione di 175 dirigenti e che vede una serie di idonei iscritti in graduatoria. Purtroppo, nonostante le sentenze, in particolare quelle recentissime del Consiglio di Stato, ma anche nonostante i dettami costituzionali - in particolare l'articolo 97 della nostra Costituzione che prevede i principi di buon andamento, imparzialità ed efficienza della pubblica amministrazione -, l'amministrazione dell'Agenzia delle entrate, quando fa le sue assunzioni, preferisce evitare lo scorrimento delle graduatorie e quindi di usufruire di personale già idoneo a prestare la mansione, oppure preferisce andare in affidamento dell'incarico in assegnazione diretta.
Ebbene, Presidente, questo comportamento dell'amministrazione non è più accettabile. Non è accettabile! Lo dice la giurisprudenza e lo dice la nostra Costituzione, per cui noi, francamente, chiediamo al Governo di intervenire per interrompere questa prassi assurda che, tra l'altro, determina un evidente orientamento anche del Governo. Infatti, nel decreto PA c'è stata quella famosissima norma, che noi come MoVimento 5 Stelle abbiamo contestato, del “taglia idonei”, in particolare il vincolo di non poter scorrere le graduatorie per oltre il 20 per cento degli idonei.
Purtroppo per il Governo, e per fortuna per queste persone che hanno fatto il concorso ormai nel 2010, non è possibile applicare questa norma nell'ambito dei concorsi banditi dall'Agenzia delle entrate. Per cui, francamente, Presidente, chiedo, tramite lei, al Governo di fornire una risposta a queste persone e procedere ad ottemperare a quelli che sono i principi costituzionali e i principi espressi dal Consiglio di Stato anche di recente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. In questi giorni è tornata al centro del dibattito pubblico la vicenda della gestione dei lidi balneari. È successo un episodio che ho denunciato io, in prima persona, domenica scorsa, perché una signora è stata obbligata, secondo la denuncia che lei ha fatto, da un lido balneare, dove aveva affittato regolarmente sedie e ombrelloni, a gettare il cibo che si era portata da casa, perché c'era un divieto.
Allora, vorrei ribadire in quest'Aula che non esiste alcuna norma in Italia che vieta ai cittadini che vanno su una spiaggia, anche in concessione, di potersi portare il cibo. L'unico limite è quello della decenza e ovviamente dei comportamenti civili. Ma vale in qualsiasi posto pubblico. Nessun lido che ha una concessione poteva vietarlo alla signora e a questa famiglia, come ci è stato segnalato anche in altri lidi, con divieti scritti che sono improponibili. Sia chiaro, non è una battaglia a prescindere, ma è nei confronti di chi anche scrive “proprietà privata” poiché i lidi in concessione sono dati per un periodo di tempo da parte dello Stato a degli imprenditori o commercianti o a qualsiasi altra figura, che li gestiscono per un periodo, offrendo dei servizi. Non esistono leggi nel nostro Paese che vietano, in lidi o in luoghi dati in concessione, di potersi portare il cibo, né si possono mettere cartelli che vietino l'introduzione degli stessi.
Ci tengo a sottolinearlo in quest'Aula, perché non è accettabile che, nel 2025, le famiglie siano messe ancora nella condizione di gettare il cibo o di avere dei divieti che non sono previsti da nessuna norma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. È passato un anno da quando Oussama Darkaoui, 22 anni, è morto nel CPR di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, in circostanze che ancora oggi sono del tutto da chiarire. Io mi ricordo benissimo di quella situazione, perché qualche giorno dopo la morte di Oussama sono entrata per la prima volta a Palazzo San Gervasio.
È un ricordo molto vivido in me la visita in quel CPR, perché davanti allo spiazzo di cemento circondato da gabbie messe a ferro di cavallo, dove quelle persone passano tutte le ore di tutte le loro giornate, ho pensato che non è possibile che esista un posto così; non è possibile che siano lo Stato e la democrazia, per la quale tutti abbiamo l'onore di impegnarci ogni giorno, a consentire che delle persone siano trattenute come terremmo dei cani randagi, se non peggio; non è possibile che nella nostra democrazia un ragazzo di 22 anni muoia - e non si capisca bene come - tra le braccia dello Stato, in una condizione di detenzione amministrativa.
Allora, verità e giustizia sono due parole che suonano ipocrite quando si parla di CPR, perché non c'è nulla di giusto in quei luoghi, ma continuiamo a chiederle. Abbiamo ovviamente grande fiducia nel lavoro che deve fare la magistratura, ma anche la consapevolezza che la politica in tutto questo ha una responsabilità. Io ho provato vergogna, ho provato senso di colpa quel giorno per la morte di Oussama. E voglio continuare ogni giorno, e spero che saremo sempre di più a farlo, a trasformare quelle sensazioni nella responsabilità che abbiamo di superare la detenzione amministrativa e di chiudere i CPR che sono dei luoghi patogeni dove si muore a 22 anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 6 agosto 2025 - Ore 9:
(ore 9 e ore 16,15)
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1565 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 95, recante disposizioni urgenti per il finanziamento di attività economiche e imprese, nonché interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali (Approvato dal Senato). (C. 2551)
Relatore: TRANCASSINI.
2. Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (C. 2488-B)
Relatore: ROSCANI.
3. Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1547 - Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe previste dall'articolo 2 della legge 15 luglio 2022, n. 106, in materia di spettacolo (Approvato dal Senato). (C. 2538)
Relatore: CANGIANO.
4. Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 1452 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: MALAN ed altri: Disposizioni in materia di composizione di giunte e consigli regionali e di incompatibilità (Approvata dal Senato). (C. 2500)
Relatore: DE CORATO.
(ore 15)
5. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
La seduta termina alle 20,20.
TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: FABIO ROSCANI (A.C. 2488-B)
FABIO ROSCANI, Relatore. (Relazione – A.C. 2488-B). L'Assemblea avvia oggi l'esame del disegno legge di conversione in legge del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96, approvato dalla Camera e modificato dal Senato, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport (A.C 2488-B).
Il provvedimento, approvato dal Consiglio dei ministri il 20 giugno 2025, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 30 giugno 2025 e trasmesso alla Camera che lo ha approvato, con modificazioni, nella seduta del 29 luglio 2025.
Il disegno di legge è stato quindi trasmesso al Senato, che lo ha approvato, dopo avervi apportato ulteriori modificazioni, nella seduta di lunedì 4 agosto 2025.
Trasmesso alla Camera per una seconda lettura, il disegno di legge è stato quindi nuovamente assegnato, in sede referente, alla Commissione cultura che ne ha avviato e concluso l'esame nella seduta di oggi, martedì 5 agosto 2025, conferendomi il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul testo approvato dal Senato.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 70, comma 2, del regolamento, “i progetti già approvati dalla Camera e rinviati dal Senato sono riesaminati dalla Camera la quale, prima della votazione finale, delibera soltanto sulle modificazioni apportate dal Senato e sugli emendamenti ad esse conseguenti che fossero proposti alla Camera”.
Nella relazione mi soffermerò, pertanto, sulle sole modifiche approvate dall'altro ramo del Parlamento.
Anzitutto, il Senato ha espunto l'articolo 9-quater del testo approvato in prima lettura dalla Camera. Con tale norma, introdotta alla Camera in sede di conversione, si disponeva che, nei casi di concessione di un contributo, da parte dell'amministrazione centrale o delle società da essa controllate non quotate in borsa, in misura superiore a 5 milioni di euro, a favore dell'organizzatore di un evento sportivo di rilevanza nazionale o internazionale, ferme restando le competenze sportive del soggetto organizzatore, la Presidenza del Consiglio dei ministri o l'Autorità politica delegata in materia di sport, dovesse indicare la società Sport e salute Spa per la gestione e l'organizzazione dell'evento. I rapporti tra la predetta società e i soggetti organizzatori, titolari o contitolari dell'evento sportivo dovevano essere regolati da una convenzione. Si disponeva inoltre che, nel caso di concessione del contributo, l'Autorità politica potesse prevedere, in alternativa, che l'organizzatore dell'evento si avvalesse delle procedure ad evidenza pubblica e delle norme che regolano le modalità di selezione e reclutamento del personale previsto per le società a partecipazione pubblica.
Il Senato è poi intervenuto sull'articolo 11, comma 1, lettera a) del decreto-legge, recante disposizioni in materia di Commissione indipendente per la verifica dell'equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche, modificando alcune delle norme introdotte dalla Camera in prima lettura.
In particolare, con un primo intervento, il Senato ha modificato la novella di cui al numero 2) della citata lettera a), sopprimendo il periodo che prevedeva che nell'ambito delle procedure concorsuali per l'assunzione del personale di ruolo della Commissione, si dovesse tenere conto del servizio che sarà prestato presso di essa dai dipendenti delle Commissioni di vigilanza attualmente operanti presso le federazioni sportive del calcio e della pallacanestro, dei quali la medesima novella prevede che la Commissione possa avvalersi, in sede di prima applicazione, per un periodo massimo di dodici mesi, eventualmente prorogabile di ulteriori sei.
Con un secondo intervento, sempre in materia di Commissione indipendente per la verifica dell'equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche, il Senato ha poi espunto la novella di cui al numero 4-bis) della medesima lettera a), anch'essa introdotta alla Camera, la quale era volta a devolvere alla giurisdizione del giudice ordinario le controversie in materia di contribuzione al finanziamento della Commissione, cui a regime dovranno concorrere le Federazioni sportive di riferimento e le società sportive professionistiche sottoposte a vigilanza.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 la deputata Comaroli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 3 il deputato Dell'Olio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DDL 2551 - ODG 9/2551/2 | 269 | 262 | 7 | 132 | 105 | 157 | 33 | Resp. |
2 | Nominale | ODG 9/2551/7 | 286 | 283 | 3 | 142 | 111 | 172 | 33 | Resp. |
3 | Nominale | ODG 9/2551/10 | 292 | 288 | 4 | 145 | 114 | 174 | 32 | Resp. |
4 | Nominale | ODG 9/2551/12 | 296 | 282 | 14 | 142 | 106 | 176 | 32 | Resp. |
5 | Nominale | ODG 9/2551/15 | 294 | 289 | 5 | 145 | 115 | 174 | 32 | Resp. |
6 | Nominale | ODG 9/2551/22 | 298 | 294 | 4 | 148 | 117 | 177 | 32 | Resp. |
7 | Nominale | ODG 9/2551/24 | 301 | 297 | 4 | 149 | 117 | 180 | 32 | Resp. |
8 | Nominale | ODG 9/2551/25 | 300 | 297 | 3 | 149 | 119 | 178 | 32 | Resp. |
9 | Nominale | ODG 9/2551/26 | 301 | 291 | 10 | 146 | 111 | 180 | 32 | Resp. |
10 | Nominale | ODG 9/2551/27 | 299 | 286 | 13 | 144 | 107 | 179 | 32 | Resp. |
11 | Nominale | ODG 9/2551/28 | 299 | 295 | 4 | 148 | 117 | 178 | 32 | Resp. |
12 | Nominale | ODG 9/2551/29 | 302 | 297 | 5 | 149 | 117 | 180 | 32 | Resp. |
13 | Nominale | ODG 9/2551/32 | 304 | 299 | 5 | 150 | 107 | 192 | 32 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 18) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | ODG 9/2551/33 | 306 | 298 | 8 | 150 | 115 | 183 | 32 | Resp. |
15 | Nominale | ODG 9/2551/34 | 301 | 295 | 6 | 148 | 115 | 180 | 32 | Resp. |
16 | Nominale | ODG 9/2551/35 | 293 | 291 | 2 | 146 | 116 | 175 | 32 | Resp. |
17 | Nominale | ODG 9/2551/36 | 304 | 299 | 5 | 150 | 116 | 183 | 32 | Resp. |
18 | Nominale | ODG 9/2551/37 | 299 | 296 | 3 | 149 | 119 | 177 | 32 | Resp. |