XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 499 di mercoledì 25 giugno 2025

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 112, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta in corso (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1146 - Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale (Approvato dal Senato) (A.C. 2316-A​) (ore 9,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2316-A: Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale.

Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame delle proposte emendative e degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2316-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Oggi, quest'Aula è chiamata a compiere una scelta che va oltre la dimensione normativa. Stiamo ponendo le fondamenta di un'architettura, giuridica e strategica, destinata ad incidere profondamente sul modello di sviluppo economico, produttivo e democratico del nostro Paese. Con questo disegno di legge l'Italia recepisce e accompagna l'entrata in vigore del regolamento (UE) 2024/1689 sull'intelligenza artificiale, definendo un corpus organico di principi, tutele, incentivi e regole applicative che intendono governare uno degli snodi più rilevanti del XXI secolo: l'integrazione dell'intelligenza artificiale nei processi pubblici e privati, nella vita civile, nei sistemi sanitari, nella pubblica amministrazione, nella difesa, nell'industria, nella giustizia.

Il testo, a nostro avviso, si muove nella direzione giusta per tre ragioni fondamentali. Primo, mette l'essere umano al centro del processo tecnologico. L'articolo 3 lo afferma con chiarezza. Lo sviluppo dei modelli IA deve avvenire nel rispetto dell'autonomia decisionale dell'uomo, secondo i principi di trasparenza, proporzionalità, sorveglianza umana e prevenzione del danno. Secondo, riconosce esplicitamente il valore strategico dell'intelligenza artificiale come leva di crescita economica e competitività industriale.

L'articolo 5 promuove l'adozione dell'IA nei processi produttivi, valorizza il contributo delle PMI, incentiva l'accesso a dati di qualità e sostiene la creazione di ecosistemi innovativi. Terzo, affronta i rischi con serietà. L'impianto normativo richiama più volte la necessità di cybersicurezza lungo l'intero ciclo di vita dei sistemi IA, impone l'adozione di controlli, l'accountability dei soggetti coinvolti e una regolazione rigorosa della protezione dei dati personali, con particolare attenzione ai minori e all'ambito sanitario.

Detto questo, non possiamo accontentarci. Il vero nodo non è più se usare l'intelligenza artificiale, ma come orientarne lo sviluppo, come assicurarci che sia uno strumento di sovranità tecnologica e non una leva di dipendenza geopolitica. Su questo punto, colleghi, è giunto il momento di essere espliciti. Europa e Italia sono indietro. Mentre Stati Uniti e Cina hanno messo in campo da anni strategie industriali integrate, filiere nazionali di dati, investimenti pubblici e privati miliardari, noi ci limitiamo, troppo spesso, al perimetro regolatorio.

Ma normare senza innovare non basta, serve un salto politico, culturale e infrastrutturale. È apprezzabile, in questo senso, quanto previsto dall'articolo 23: la possibilità di attivare, con un plafond fino a un miliardo di euro, investimenti in capitale di rischio per PMI e imprese innovative che operano nell'ambito dell'IA, della cybersicurezza, del calcolo quantistico, del 5G e delle architetture digitali emergenti. Un passaggio che merita sostegno, ma che deve diventare politica industriale vera, visione sistemica, cooperazione tra Stato, ricerca, mercato e formazione. Altrimenti, non usciremo mai da quel paradosso tutto europeo che ci vede eccellere nei principi e arrancare nelle applicazioni.

Vi è poi un ulteriore elemento di merito da sottolineare: l'impostazione trasversale e settoriale del disegno di legge. L'integrazione dell'IA è prevista in ambito sanitario con il coinvolgimento dell'Agenas e la protezione dei dati personali, nel lavoro, nella giustizia, nella pubblica amministrazione, con una chiara distinzione tra supporto e potere decisionale, sempre in capo alla persona fisica. Il principio di sorveglianza umana è riaffermato anche nella delega al Governo, dove troviamo spunti importanti sulla formazione, sull'alfabetizzazione digitale, sulla valorizzazione delle competenze STEM, ma anche sulla regolazione dell'impiego lecito dell'IA e sulla necessità di costruire spazi di sperimentazione normativa, veri e propri sandbox tecnologici.

Tutto questo rafforza la coerenza del provvedimento, che si configura come uno strumento flessibile, ma strutturato, capace di recepire le novità del regolamento europeo senza irrigidire il sistema nazionale; tuttavia la sfida è anche culturale ed è, in ultima analisi, politica. L'intelligenza artificiale interroga il nostro modo di concepire la democrazia, l'economia, il sapere. Non può essere lasciata nelle mani di pochi, non può essere dominata solo da logiche di mercato o algoritmi opachi e non può, soprattutto, essere abbandonata a potenze straniere che hanno interessi, valori e modelli spesso profondamente diversi dai nostri.

L'Europa deve reagire e l'Italia deve investire. Abbiamo bisogno di una sovranità tecnologica europea, compatibile con i nostri valori, fondata sulla tutela della persona, sul pluralismo, sulla trasparenza, sull'innovazione diffusa. Ecco perché, signor Presidente, voteremo a favore di questo disegno di legge. Non lo facciamo con spirito acritico, al contrario, ne riconosciamo i limiti e la necessità di perfezionamento, soprattutto in sede di attuazione delle deleghe e nella concreta implementazione degli investimenti previsti, ma lo facciamo con la piena consapevolezza che questo è il tempo utile di scelte coraggiose. Non possiamo restare spettatori, non possiamo limitarci a proteggere. Dobbiamo osare, dobbiamo progettare e dobbiamo costruire, perché il futuro non ci aspetta e l'intelligenza artificiale, se governata con responsabilità e con visione, non è una minaccia, ma può diventare la grande alleata della democrazia, dello sviluppo e della libertà europea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, per la verità avrei voluto salutare il Sottosegretario Butti, senza nulla togliere alla Sottosegretaria Ferro, che ringrazio per la sua presenza, ma, evidentemente, il Sottosegretario che ha le deleghe per la materia o ha capito di aver poco tra le mani oppure ha capito di essere così in ritardo che già è andato a mettersi al lavoro per combinare qualcosa di meglio. Perché siamo davanti a una sfida epocale, lo riconoscono tutti, tutti. Anche in quest'Aula abbiamo citato più volte queste parole: una sfida epocale, eppure inarrestabile, pervasiva, velocissima.

Quindi noi, di fronte a questa sfida, come ci stiamo ponendo con questo provvedimento? Papa Francesco, invitato da questa maggioranza al G7 in Puglia, in quel bellissimo contesto (poi ci tornerò), ha avuto modo di dire che l'intelligenza artificiale è uno strumento affascinante e tremendo. Ecco, queste affermazioni - la sfida epocale - sono state declinate da tutti i leader mondiali. Chiaramente è una sfida piena di incognite. Non ci aspettiamo e non ci saremmo aspettati che il provvedimento le potesse risolvere tutte, ma almeno indirizzare le principali: per capirci, di che cosa stiamo parlando, che cosa c'è da gestire, di cosa ci dobbiamo preoccupare in merito all'intelligenza artificiale, che cosa serve.

Serve, prima di tutto, potenza di calcolo, quindi supercalcolatori, supercomputer ed energia. Ecco, questo magari non è il nostro forte, soprattutto per la produzione; qui è una partita a due tra Stati Uniti e Cina, con Taiwan di mezzo. L'energia è anche un punto critico del nostro Paese. Non ci aspettavamo che sulla produzione dei microchip, che costano decine di migliaia di euro, ci fosse una rincorsa a questa industria e nemmeno sui sistemi, sui modelli, sull'addestramento, sugli algoritmi, sul software; anche qui, probabilmente siamo in ritardo ed è, forse, inutile cercare di diventare leader di settore.

Però ci sono altri due aspetti: le skills, che riguardano le persone e le imprese, su cui dobbiamo svegliarci e darci una mossa, e qui si accarezza il tema, ma il tema principale sono i dati. I dati sono l'oro dell'intelligenza artificiale. Su skills e dati siamo padroni del nostro destino: o ci svegliamo o soccombiamo, soprattutto sui dati e sulla sovranità dei dati, tema principale, forse l'unico tema che ci rimaneva da gestire in maniera adeguata in questo provvedimento.

Dopodiché, se non possiamo essere leader dell'industria, possiamo comunque e dobbiamo essere utilizzatori. La Francia è stata capace di muovere 109 miliardi di investimento nei prossimi anni. Per quanto riguarda l'Italia, almeno in questo provvedimento, non si intravede proprio nulla, e nemmeno i provvedimenti a latere, che forse lo avrebbero dovuto anticipare.

Quindi, come industria, questa partita l'abbiamo già persa; non dobbiamo perderla come utilizzatori, come competitor, perché ne va della competitività delle imprese e ne va anche della tutela della professionalità dei nostri lavoratori.

Gli impatti economici sono ragguardevoli. Cito uno studio dell'Osservatorio del Politecnico di Milano sull'intelligenza artificiale: nel 2024, un dato che magari è un po' insoddisfacente, come Italia siamo a 1,2 miliardi di euro, che, però, rappresenta un più 58 per cento sul 2023. In questo settore, l'IA generativa la fa da padrona, quasi la metà del settore è dato dall'IA generativa, però solo il 7 per cento delle piccole imprese ha iniziato progetti sull'intelligenza artificiale e la pubblica amministrazione rappresenta il 6 per cento del segmento. Capite che stiamo parlando dell'ossatura del nostro Paese, che è al palo rispetto a questa sfida epocale.

Era necessario, dunque, che il nostro Parlamento se ne occupasse. Siamo, per la verità, rimasti sbigottiti nel sentire, in discussione generale, autorevoli membri della maggioranza addirittura sostenere di aver ascoltato il Paese e il Parlamento. Ma ci vuole un bel coraggio! Un provvedimento che è stato tenuto un anno nel cassetto, un anno perso per la competitività delle nostre imprese, e rimesso frettolosamente, da un giorno all'altro, nelle stanze del Senato, riportato alla Camera e riaperto solo per un vostro errore. E avete sentito il Paese e il Parlamento? Ma io dico, in che mondo vivete? Ci sono delle grandi lacune di merito nel provvedimento, ma, soprattutto, di metodo, anche per quello che ho appena accennato. Ma veniamo al merito.

Il provvedimento, d'iniziativa del Governo, è stato portato all'attenzione del Parlamento nel marzo del 2024 e, tutto sommato, rappresenta una scopiazzatura striminzita e - lasciatemelo dire - anche un po' sbiadita di quello che di lì a poco sarebbe arrivato, ma che già circolava, che era l'AI Act dell'Unione europea. E se fosse stato approvato allora, si sarebbe potuto anche dire: vabbè è un recepimento immediato, un riconoscimento di qualcosa che ha fatto l'Europa. Bene. Ma, avendolo tenuto un anno a dormire, o abbiamo perso un anno oppure dobbiamo domandarci perché lo avete fatto.

Soprattutto, in questo anno, perché non lo avete voluto integrare - visto che la scopiazzatura era sbiadita - con i numerosi suggerimenti che le minoranze vi hanno dato? Suggerimenti che riguardavano e riguardano la sicurezza e la salute dei lavoratori, che è assente o comunque non al centro quanto dovrebbe essere, oppure la disciplina della tematica dei bias, una cosa importante che poteva essere affrontata in maniera più accurata. Infatti sappiamo che, attraverso i bias dell'intelligenza artificiale, vengono replicati errori, propagati errori, che poi producono discriminazioni che sono ancora più gravi nel momento in cui vengono allontanate dalla responsabilità personale di chi le compie; caso, che viene spesso citato, quello della selezione del personale, con tutte le discriminazioni che ritroviamo nei sistemi di intelligenza artificiale. Vi abbiamo anche chiesto di coinvolgere maggiormente i sindacati, le parti sociali, le rappresentanze, anche nei tavoli di monitoraggio e controllo che avete messo in piedi, pur pasticciando anche lì, e gli emendamenti arrivati ieri ne sono assolutamente la prova.

Manca, oltretutto, un piano industriale. Poi uno dice: l'abbiamo tenuto un anno perché abbiamo voluto riflettere sulle parole di Papa Francesco, visto che l'abbiamo fatto venire a quel G7; non lo abbiamo fatto venire per la photo-opportunity di Giorgia Meloni, ma per riflettere sulle sue parole. Infatti lui vi ha detto che l'importanza della sana politica è che le gravi carenze strutturali non si risolvono con rattoppi. Ha concluso così. Allora perché oggi vi siete presentati con un rattoppo? Perché? A giugno 2024 occorreva dare lustro al G7, l'abbiamo capito: avete messo lì il provvedimento, invitato il Papa, messo al centro di quel G7 il tema dell'intelligenza artificiale. Ma, allora, se vi serviva per fare una photo-opportunity e poi lo avete abbandonato, la domanda che infine ci poniamo, dopo aver sottolineato le lacune del provvedimento, è: perché oggi questa fretta? Cosa vi ha spinto improvvisamente a svegliarvi da questo sonno? C'è un nuovo G7? C'è una nuova photo-opportunity alle viste?

E allora ci domandiamo: che cosa avrà di più il Paese all'indomani dell'approvazione di questo provvedimento? O forse dovremmo domandarci che cosa avrà di meno. Sì, perché la storia di questo provvedimento ci dice che è stato sottratto qualcosa. Che cosa? La cosa più importante per cui siamo padroni del nostro destino: la sovranità dei dati. Proprio su quel tema questo provvedimento va ad aprire una voragine, perché al Senato la sovranità dei dati probabilmente ha risvegliato l'istinto della maggioranza, che dignitosamente ha posto un emendamento per richiedere che i server fossero sul territorio nazionale.

A quel punto le minoranze, che fanno il loro lavoro, vi hanno fatto notare: ma guardate che, se poi quei dati viaggiano sui sistemi satellitari, abbiamo un analogo problema di sovranità dei dati, no? E lì si è aperta una querelle, che si è risolta, anche questa volta, come sulla legge per lo spazio, con una misteriosa telefonata. E qui il pensiero non può che correre ai tweet di Andrea Stroppa, che vi dice: se non mettete nei vostri provvedimenti i nostri interessi, non chiamateci più. Evidentemente vi stanno chiamando ancora, e infatti, una volta che il provvedimento è arrivato alla Camera, che cosa fa la maggioranza?

Va a sopprimere proprio quell'emendamento che era stato introdotto sulla sovranità dei dati. Ecco a cosa serve questo provvedimento, serve a non avere più la sovranità dei dati, a poterlo legalizzare. Da domani l'amico Elon Musk potrà tornare ad Atreju avendo con voi la possibilità di stringere tutti i migliori accordi. E allora concludo, Presidente. Siccome avete invitato il Papa, vi ricordo le parole con cui ha concluso quel G7: “La grandezza politica si mostra quando in momenti difficili” - come è una sfida epocale - “si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine”. Ecco, meditateci. Nel frattempo, noi vi diciamo chiaramente il nostro voto contrario al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, signora rappresentante del Governo, intervengo oggi in quest'Aula con un certo sconcerto, perché, purtroppo, dopo il passaggio alla Camera, il provvedimento sull'intelligenza artificiale, a mio avviso, è notevolmente peggiorato rispetto a quello arrivato dal Senato, che già era estremamente insoddisfacente e deficitario. Peggiorato perché, in primo luogo, è stato stralciato dal testo il comma 2 dell'articolo 6, che per noi era una garanzia di tutela dei dati nel nostro Paese, perché si prevedeva che i server venissero ubicati sul territorio nazionale per quanto riguarda i sistemi di intelligenza artificiale destinati all'uso in ambito pubblico, al fine di garantire la sovranità e la sicurezza dei dati sensibili dei cittadini.

Come ricordava anche il collega, pare che dopo una telefonata questo comma sia dovuto scomparire dal testo, certificando, ancora una volta, quella che è una vostra subalternità rispetto ai potenti, senz'altro gli Stati Uniti e la NATO, ma molto probabilmente anche alle Big Tech tecnologiche, che in questo momento governano il sistema delle comunicazioni nel nostro Paese, in Europa e nel mondo. Quello che sconvolge è che, nonostante questo Governo e questa maggioranza si professino sovranisti e nazionalisti, con questo provvedimento, così come era già avvenuto con il disegno di legge sullo spazio, abbiamo assistito a una resa totale rispetto alla possibilità di governare e tutelare i dati dei nostri cittadini, delle nostre pubbliche amministrazioni, ma, soprattutto, di consentire uno sviluppo in un settore così fondamentale e strategico come quello delle nuove tecnologie dell'intelligenza artificiale.

Peraltro, è un provvedimento estremamente pasticciato anche nell'iter, che ha visto un andirivieni anche ieri dal Comitato dei nove in quest'Aula, perché arrivavano in continuazione nuovi emendamenti del Governo e delle Commissioni, che venivano continuamente riformulati, certificando la confusione che c'è nella gestione di un provvedimento così importante e delicato, e dimostra anche una visione un po' provinciale, per citare anche un interessante articolo di Vincenzo Vita che è uscito oggi su il manifesto, che sintetizza bene la modestia e la miopia di un provvedimento che, invece, avrebbe dovuto avere ben altro respiro.

Voglio citare anche l'amministratore delegato di NVIDIA che, intervistato su la Repubblica giovedì scorso, ha detto che ogni Paese dovrebbe costruire la propria intelligenza artificiale e che l'intelligenza artificiale non può essere appaltata, non si devono affidare a terzi il nostro sapere, la nostra storia e i nostri talenti. È evidente che lui lo dichiara nell'interesse della propria azienda, ma noi condividiamo assolutamente queste parole, perché uno dei problemi più grossi di questo provvedimento è che non tutela il mondo del lavoro, non tutela in particolare quella categoria di professionisti che rendono grande il nostro Paese, che sono gli intellettuali, gli artisti e coloro che, con le loro opere di ingegno, producono cultura e il cui lavoro sarà posto alla mercé delle Big Tech, che potranno sciacallare il loro lavoro senza che questo venga riconosciuto, pagato o citato, perché sappiamo bene che uno dei problemi dell'intelligenza artificiale è quello di risalire alle fonti.

Quindi voi non solo non tutelate il diritto d'autore, ma in generale non tutelate il mondo del lavoro: vi siete rifiutati di inserire all'interno di ogni disposizione di questa norma un riferimento al coinvolgimento delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative anche all'interno dell'Osservatorio, dove mancano anche figure importanti come quella del Garante della protezione dei dati personali. Uno dei problemi grandi anche della gestione che voi immaginate per i sistemi di intelligenza artificiale è proprio quello della governance, su cui siete intervenuti anche ieri, introducendo ulteriori complicazioni e pasticci, che accentrano sulla Presidenza del Consiglio il governo di tutte le procedure che verranno messe in atto, ma senza avere una visione, perché, piuttosto che individuare un'autorità indipendente che si occupasse, appunto, di governare nel nostro Paese i sistemi di intelligenza artificiale, vi siete limitati a intervenire sulle agenzie ad oggi esistenti.

Penso che l'intelligenza artificiale sia una risorsa dalle dimensioni sconvolgenti, probabilmente nessuno di noi è in grado di comprenderne a oggi la dimensione. Vengono prodotti beni e servizi attraverso l'intelligenza artificiale, ma non bisogna sottovalutare - cosa che voi, invece, state facendo - il fatto che modella anche la nostra percezione del mondo, quella che potrà essere l'immagine del futuro e le decisioni conseguenti. E anche il fatto che vi siete opposti all'idea di consentire di riconoscere i prodotti dell'intelligenza artificiale da immagini, video e audio reali è un forte problema anche per la tenuta democratica nel nostro Paese.

Sappiamo bene come vengono già oggi utilizzati questi strumenti: tante e tanti di noi sono stati vittime di utilizzi impropri di immagini prodotte con l'intelligenza artificiale, e il fatto che voi non abbiate introdotto nessuno strumento per arginare questi fenomeni è gravissimo. Tra l'altro, è evidente che anche la maggioranza non condivide il testo che è stato presentato dal Governo, perché anche durante l'esame degli ordini del giorno, ieri sera, abbiamo visto che moltissimi dei colleghi e delle colleghe di maggioranza hanno ripresentato proposte che contenevano quelle che sono le maggiori criticità che noi abbiamo sottolineato rispetto alla tutela dei dati, alla creazione di data server, alla tutela di lavoratrici e lavoratori, alla tutela del diritto d'autore.

Questo è un testo che non soddisfa noi come non soddisfa voi, ed è scandaloso che non abbiate avuto il coraggio di votare degli emendamenti che lo rendessero diverso, migliore e, soprattutto, che potessero garantire una maggiore qualità dell'utilizzo di questi strumenti all'interno del nostro Paese. Penso che questa sia non solo un'opportunità mancata, ma che davvero apra degli scenari molto, molto pericolosi rispetto all'impossibilità davvero di controllare dei sistemi di cui, probabilmente, non riuscite neanche a comprendere le potenzialità. Mi sorprende davvero che un Governo, ripeto, che si ritiene nazionalista e sovranista abbia abdicato alla possibilità, in un settore così delicato, di intervenire con maggiore forza.

Purtroppo, sappiamo ormai quali sono i vostri modelli, i vostri riferimenti. Sappiamo che, certo, non lavorate per garantire il rafforzamento di quelle qualità delle nostre democrazie che consentono anche un confronto limpido, chiaro e netto tra diverse posizioni politiche. E sappiamo anche, evidentemente, quale è il vostro atteggiamento rispetto al sistema mediatico. Joshua Green, nel libro Devil's Bargain, racconta la partnership che è nata tra Donald Trump e Steve Bannon nella loro ascesa al potere e, in una citazione di Bannon sul sistema dell'informazione, scrive: “The real opposition is the media. And the way to deal with them is to flood the zone with shit” ovvero: “La vera opposizione sono i media. E il modo per affrontarli è inondare lo spazio mediatico di merda” (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). E questo, purtroppo, è quello che ci state portando a fare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Onorevole, mi raccomando il linguaggio, anche se era una citazione, magari troviamo una parafrasi, possibilmente.

Ha chiesto di parlare il deputato Benzoni. Ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Non avrò citazioni, quindi sono escluso da questo richiamo.

Io parto da un ragionamento, Presidente, che è quello di metodo, perché, nonostante le aperture apparenti di questo Governo, noi stiamo parlando di questo provvedimento e siamo riusciti anche un po' ad incidere per un errore della maggioranza stessa. Questo provvedimento - dobbiamo dirlo - è arrivato blindatissimo alla Camera, per poi accorgersi che c'era un emendamento che creava qualche imbarazzo; quindi abbiamo riaperto una discussione e, fortunatamente, sono state accolte alcune delle proposte non solo delle opposizioni, ma anche di maggioranza, per migliorare questo provvedimento. E, alla faccia della sovranità che tanto si decanta da parte di questo Governo, non solo questo emendamento incideva sulla sovranità dei server su cui venivano detenuti i dati sensibili, ma, soprattutto, è stato cancellato, se fosse confermato, proprio perché di sovranità non si parla, da una telefonata che arriva da un altro Paese e che ci impone di valutare che questi dati vengano messi altrove.

Fatta questa premessa di metodo, arrivo al merito. Lo dicevano prima i colleghi: è un anno che questo provvedimento gira, talmente era urgente da avere questo tempo e, soprattutto, non si capisce, fatto così, a cosa serva. È talmente fondamentale e importante da non avere i Ministri e i Sottosegretari competenti in Aula, neanche nelle dichiarazioni di voto. Ringrazio la Sottosegretaria presente, ma il rischio vero di questo provvedimento - e, forse, anche la fortuna - è che non faccia troppi danni, ma che, in realtà, non produca nessun risultato. Non lo fa dal punto di vista della regolamentazione, dove un arzigogolato regolamento dell'intelligenza artificiale non produrrà particolari danni, ma, allo stesso tempo, non dà alcun incentivo, non favorisce in alcun modo l'applicazione dell'intelligenza artificiale; ma, soprattutto, - ed è qui il tema vero - non si incide per nulla sull'adozione dell'intelligenza artificiale nel nostro Paese. Non lo si fa per incentivare la ricerca, non lo si fa per incentivare le attività, non lo si fa per incentivare il sistema produttivo italiano a produrre intelligenza artificiale, ad adottarla, non lo si fa nei confronti della pubblica amministrazione, non lo si fa nei confronti dei cittadini. Questo è anche - e poi ci arrivo - relativo alle risorse.

In più è una delega molto larga al Governo, che rischia anche di avere dei tempi che arriveranno dopo quello che sarà l'AI Act. È una barzelletta, nel senso che, mentre aspettiamo un provvedimento, stiamo dando una delega su dei canali, che arriverà dopo. Questo è impossibile spiegarlo ai cittadini, ma, in qualche modo, volevate mettere il cappello sul tema, senza fare nulla, perché è il vuoto cosmico; ce l'avete fatta, ma sappiamo che, poi, ci adegueremo a un provvedimento che stiamo aspettando e che arriverà.

In tutto ciò, ovviamente, come sempre, le risorse non ci sono. E qui le risorse erano fondamentali, perché l'Europa è fanalino di coda nel mondo rispetto al tema dell'intelligenza artificiale, ma l'Italia, in Europa, è il fanalino di coda dell'Europa. Allora, forse qualche risorsa qui serviva, e non sono tanto i 300.000 euro che diamo al Ministero degli Affari esteri, sono le risorse per sviluppare l'intelligenza artificiale, per sviluppare le startup, per lavorare con gli imprenditori, per lavorare con il sistema produttivo. Come sempre, qui non c'è nulla: tanta carta, ma pochi fondi.

C'è un tema della governance confusa. In questi passaggi - io spero che non cambierà ulteriormente ancora al Senato, un'altra volta - individuiamo degli enti, che peraltro non sono autonomi, che facciano la governance. Abbiamo il tema per cui, ogni due anni, fanno il piano, ma l'intelligenza artificiale è talmente in evoluzione che cambia ogni due mesi e noi, ogni due anni, pensiamo di valutare quali sono i cambiamenti. Insomma, mentre qualcuno viaggia alla velocità della luce, noi andiamo alla velocità della lumaca. In più, ci siamo accorti, in questo passaggio, che ci siamo dimenticati del Garante della privacy, dell'Agcom, cioè di enti che, invece, possono fare un effettivo lavoro su questi temi. Ad oggi stiamo cercando di capire - avendoli inseriti un po' rattoppando sul caos emendamenti - come coordinarli, quindi forse faremo un tavolo di coordinamento tra gli enti, ma non si sa. Anche qui, poche idee, ma confuse. C'è il tema dell'articolo 26 che, ovviamente, racchiude tutta l'enfasi di questo Governo nel panpenalismo diffuso e confuso, quindi istituiamo pene, reati, multe, ma c'è poco.

E c'è un tema unico, che è quello del diritto d'autore, perché l'intelligenza artificiale dovrebbe riguardare tutti i Ministeri, è una cosa che va a scavalco di tutti. Sul diritto d'autore e sulla tutela del copyright non si è avuto il coraggio di fare qualcosa che serviva, cioè tutelare quel grande patrimonio che sono i nostri artisti, i doppiatori, gli attori, tutti coloro che possiedono un diritto d'autore e che oggi sono esautorati dal poterlo fare nei confronti delle major dell'intelligenza artificiale, che utilizzano, senza un consenso preventivo, tutto quello che è il materiale da loro prodotto per alimentare l'intelligenza artificiale. Questo è un grave danno a cui non si sono date tutele, non si è voluto farlo, peraltro con il paradosso che, in contemporanea alla discussione di questo provvedimento, in Commissione cultura si stanno discutendo delle risoluzioni, anche a firma della maggioranza, che chiedono esattamente più tutela per il diritto d'autore e del copyright nei confronti dell'intelligenza artificiale. Mentre facciamo questo, in questo provvedimento non lo inseriamo e, soprattutto, bocciamo gli emendamenti.

Detto ciò, devo dire che questo passaggio e questo grave errore della maggioranza ha permesso, comunque, di adottare alcune misure migliorative del provvedimento: sicuramente il provvedimento esce migliorato alla Camera rispetto al Senato. Abbiamo fatto un passo avanti rispetto al fatto di evitare le discriminazioni nell'uso dell'intelligenza artificiale nel campo della giustizia: è un passaggio fondamentale che siamo riusciti ad inserire.

Siamo riusciti ad inserire nuove norme anche rispetto all'allineamento della norma con la privacy, soprattutto per l'utilizzo dei minori, nel campo dell'intelligenza artificiale. Devo dire che, su questo, abbiamo evitato gli ennesimi comitati etici su comitati etici, rispetto a cose che la norma già prevede. Forse l'unico comitato etico che dovevamo fare era per la salvaguardia dei nostri attori, dei nostri professionisti, su cui, invece, ci siamo dimenticati l'etica non solo delle persone, ma, soprattutto, del loro lavoro.

C'è il tema della sovranità europea: abbiamo tolto quella nazionale, almeno teniamo quella europea, visto che la normativa è la stessa dal punto di vista dei dati della privacy. C'è il tema per cui, all'interno dell'Unione europea, c'è una concorrenza anche di chi sta lavorando e investendo per tenere i dati, per costruire data center. Noi su questo - e riguarda un altro Ministero - siamo in ritardo: costruire un data center oggi in Italia non è conveniente, e lo sappiamo. Non c'è una politica energetica che permetta a questi stabilimenti, che sono molto energivori, di essere convenienti in Italia e, quindi, da questo punto di vista, se vorremo essere competitivi, ci vuole una risposta immediata. Eravamo, pochi secondi fa, in Commissione con il Ministro Pichetto Fratin: ancora siamo lontani dal disaccoppiamento e da misure energetiche che permettano all'Italia di essere competitiva: sapendo, appunto, che i data center sono molto energivori, poco possiamo fare oggi per essere competitivi.

Poi c'è l'accoglimento di alcuni ordini del giorno e di atti di indirizzo: pensiamo al tema della disinformazione che l'intelligenza artificiale fa e su cui possiamo fare un ottimo lavoro nei prossimi mesi.

Sono queste le ragioni per cui noi ci asterremo. Ci asteniamo perché è difficile votar contro al nulla ed è difficile votare a favore del nulla. È sicuramente un provvedimento che ha raccolto molte delle nostre osservazioni, ma che poco agisce, nella maniera pratica, su quello che è il grande tema del futuro.

Io penso che in quest'Aula dovremmo parlare molto di più intelligenza artificiale. È una rivoluzione vera, è una rivoluzione che sta arrivando, è una valanga che non possiamo fermare con le mani. In questo provvedimento nulla facciamo per cavalcarla, cioè per essere protagonisti di questa rivoluzione. Stiamo cercando malamente di normarla, senza farlo dove sia necessario, ma allo stesso tempo non la stiamo influenzando. E c'è un tema grosso, che è un tema etico e morale, che è la speranza che l'intelligenza artificiale non cancelli il pensiero critico.

Già le nuove generazioni stanno crescendo immaginando che l'intelligenza artificiale dia loro risposte certe. Quello che risponde uno dei più grandi portali di intelligenza artificiale è la risposta. Quando questo accadrà davvero, noi avremo cancellato quella capacità di essere critici e di avere un mondo che sulla critica ha fatto le rivoluzioni culturali. Ed è un grande problema etico e morale, di cui spero si parlerà in questo Parlamento. Purtroppo non ne parliamo in questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Grazie, Sottosegretario. Onorevoli colleghi, questo è uno dei casi in cui si affronta una tematica centrale rispetto a tutte le dinamiche in corso, dall'economia alla sicurezza. L'intelligenza artificiale, nelle sue più evolute applicazioni, sta infatti entrando a far parte del nostro quotidiano e sta rivoluzionando l'erogazione dei servizi, la produzione, la distribuzione in campo economico e nel mondo del lavoro; sta radicalmente cambiando l'approccio medico e diagnostico; può rappresentare una minaccia e, al tempo stesso, uno strumento di difesa; pone interrogativi etici fondamentali quanto urgenti.

Sviluppare l'applicazione delle nuove tecnologie di intelligenza artificiale è un imperativo dettato non solo dalla necessità di mantenere i livelli di competizione sui mercati globali, di offrire ai cittadini l'accesso a nuovi servizi anche in campo sanitario, ma rappresenta un tassello essenziale nella strategia di sicurezza e di difesa. Questo testo normativo, articolato in 28 articoli suddivisi in sei Capi, punta a creare un sistema nazionale di governance e misure specifiche per cogliere le opportunità e mitigare i rischi connessi all'intelligenza artificiale, in armonia con il quadro regolamentare europeo.

Si inserisce, infatti, nel quadro del regolamento dell'AI Act, che ha istituito a livello dell'Unione europea il primo regime giuridico organico in materia di intelligenza artificiale, volto a promuovere lo sviluppo e l'adozione di sistemi di intelligenza artificiale sicuri, affidabili, rispettosi dei diritti fondamentali, attraverso una governance armonizzata, basata sulla classificazione dei rischi. Predispone, innanzitutto, un sistema di principi di governance e misure specifiche adatte al contesto italiano. I primi 6 articoli del provvedimento stabiliscono, difatti, i principi e l'ambito di applicazione della disciplina in esame.

Si pone l'accento sull'uso antropocentrico - questo è letteralmente il testo - dell'intelligenza artificiale e sulla necessità di vigilanza in merito ai rischi economici e sociali, nonché agli impatti sui diritti fondamentali, e si individuano i principi generali alla base della disciplina, tra cui il rispetto dei diritti fondamentali, delle libertà e dei principi democratici nello svolgimento della vita istituzionale e politica, nonché la tutela del dibattito democratico da interferenze illecite. È stato citato, negli interventi precedenti, anche l'intervento del Papa. Sabato scorso ho avuto l'onore di partecipare a quell'udienza, nell'ambito del Giubileo dei governanti.

Le parole di Papa Leone XIV sono state che l'intelligenza artificiale è uno strumento valido, che aiuta la società, nella misura in cui, però, il suo utilizzo non punti a intaccare l'identità e la dignità della persona e delle sue libertà fondamentali. Credo che queste siano parole da ricordare anche in questo contesto, perché riportano l'uomo al centro e ci dicono che lo sviluppo dell'intelligenza artificiale debba essere governato dall'uomo e abbia l'uomo come fine ultimo. La tutela delle informazioni e la riservatezza dei dati personali sono al centro di questo provvedimento.

Sono incluse anche disposizioni sull'accesso dei minori alle tecnologie di intelligenza artificiale, con distinzione in base all'età. Per i minori di 14 anni, per esempio, è richiesto il consenso di chi esercita la responsabilità genitoriale, sia per garantire l'accesso a tali sistemi, sia per consentire il trattamento dei dati personali. Sono norme di buonsenso, che consentono di accompagnare i più giovani nella scoperta dell'universo, ancora tutto da scoprire, che purtroppo non offre solo opportunità, ma può anche celare pericoli.

Rilevante è la promozione del ruolo attivo dello Stato e delle autorità pubbliche nello stimolare l'uso dell'intelligenza artificiale per creare produttività e competitività del sistema economico, con particolare riguardo per le micro, piccole e medie imprese, che faticano sempre di più a stare al passo con l'introduzione di tecnologie innovative per la portata degli investimenti necessari. L'obiettivo è sostenere un mercato equo, aperto e concorrenziale. Questo provvedimento rappresenta un passo cruciale verso la protezione dei dati personali, con particolare attenzione, appunto, all'accesso dei minori, all'uso in ambito sanitario, alla ricerca scientifica e al lavoro.

In particolare, l'articolo 6 introduce una misura fondamentale per la tutela della sovranità digitale e la sicurezza dei dati sensibili, prevedendo l'obbligo di localizzare i sistemi di intelligenza artificiale destinati all'uso pubblico su server ubicati nel territorio nazionale. Fra le disposizioni di settore che analizzano l'applicazione specifica nei diversi ambiti, troviamo misure volte a regolare l'uso dell'IA nei settori sanitario, lavorativo e pubblico, promuovendone lo sviluppo nel rispetto dei diritti fondamentali, nonché della privacy e della sicurezza dei cittadini.

Nello specifico, nel regolare l'uso dell'IA in ambito sanitario, si predispone che siano sempre perseguiti gli obiettivi di rispetto dei diritti, delle libertà e degli interessi della persona, di divieto di discriminazioni nell'accesso alle cure e l'obbligo di informare l'interessato, di miglioramento delle condizioni di vita delle persone con disabilità. Un principio essenziale è che ogni decisione medica, seppur supportata dall'IA, resti in capo ai professionisti sanitari.

Rimane rilevante il tema dell'interesse pubblico, che viene riconosciuto, del trattamento dei dati, anche personali, per finalità di ricerca terapeutica e farmacologica, consentendo l'uso secondario dei dati anonimi e semplificando le informative. Di rilievo il riferimento alla necessità di assicurare che anche i sistemi di intelligenza artificiale in ambito sanitario e i relativi dati impiegati siano affidabili, periodicamente verificati e aggiornati - questo si prescrive - nell'ottica di minimizzare il rischio di errori e migliorare la sicurezza dei pazienti. Si prevede anche la promozione dell'uso dell'intelligenza artificiale per quanto riguarda il fascicolo sanitario elettronico.

I principi di trasparenza, responsabilità ed equità li ritroviamo anche nella disciplina delle tematiche attinenti al mondo del lavoro. L'utilizzo delle nuove tecnologie deve essere volto al miglioramento delle condizioni di lavoro e all'incremento delle prestazioni lavorative e della produttività. Allo stesso tempo, però, la norma prevede il rispetto della dignità umana, la riservatezza dei dati personali e la tutela dei diritti inviolabili dei prestatori di lavoro, in conformità a quanto prescritto dal diritto europeo.

Si istituisce, poi, presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, l'Osservatorio sull'adozione di sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, per contenere i rischi derivanti dall'impiego dei sistemi di IA in ambito lavorativo e per massimizzarne i benefici, supportando la transizione digitale del nostro tessuto produttivo. Per quanto concerne altre disposizioni di settore, vorrei ricordare le non meno importanti misure per la definizione dei principi generali per l'uso dell'IA nei procedimenti della pubblica amministrazione.

L'articolo 17 attribuisce, ad esempio, al tribunale la competenza esclusiva per risolvere le controversie riguardanti il funzionamento di questi sistemi, garantendo giustizia e responsabilità, e ricordo anche la delega al Governo per la definizione organica di una disciplina per l'addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale, che deve essere esercitato senza ulteriori obblighi rispetto a quanto già stabilito a livello di Unione europea e garantendo la protezione del segreto industriale delle imprese. Un tema cruciale, questo, per il sostegno e la promozione della ricerca applicata e l'innovazione in campo industriale.

Un altro focus è costituito dalla definizione della governance italiana e dalle azioni di promozione sull'intelligenza artificiale, a partire dalla redazione e dall'aggiornamento della Strategia nazionale per l'IA, specificando che deve favorire le collaborazioni pubblico-private e promuovere la ricerca e la formazione. L'architettura di governance designa sostanzialmente l'Agenzia per l'Italia digitale (AgID) e l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) come autorità nazionali per l'intelligenza artificiale.

Nello specifico, l'AgID come autorità di notifica e l'ACN come autorità di vigilanza del mercato e punto di contatto unico con le istituzioni dell'Unione europea, prevedendo, tra l'altro, che tali due agenzie assicurino l'istituzione e la gestione congiunta di spazi di sperimentazione, sentito il Ministero della Difesa per gli aspetti relativi ai sistemi di intelligenza artificiale impiegabili in chiave duale. Ulteriori disposizioni finali consentono la possibilità per l'ACN di concludere accordi di collaborazione con soggetti privati.

Ci sono alcune norme che specificano anche l'ingresso di questo tema importante, ad esempio sui piani formativi scolastici: questo è un dato di rilievo. Inoltre, si favorisce l'accessibilità ai sistemi di intelligenza artificiale per il miglioramento del benessere psicofisico attraverso l'attività sportiva, anche per lo sviluppo di soluzioni innovative finalizzate a una maggiore inclusione in ambito sportivo delle persone con disabilità.

Viene prevista l'istituzione di risorse tramite CDP Venture Capital, un investimento fino a 1 miliardo di euro in equity e quasi equity, per supportare lo sviluppo delle imprese italiane nei settori dell'intelligenza artificiale, cybersicurezza e tecnologie abilitanti. Viene prevista, poi, una delega al Governo volta alla definizione organica della disciplina nel caso di uso di sistemi di intelligenza artificiale per finalità illecite: questo è un altro punto importante.

Vado più velocemente. Ricordo una proposta che noi abbiamo fatto, avevamo fatto, che io avevo sottoscritto come gruppo di Noi Moderati, una proposta di legge, che poi si è trasformata in un emendamento e alla fine in un ordine del giorno, per affrontare il tema dell'importanza della veridicità dei contenuti, per contrastare fenomeni di disinformazione, soprattutto quando contenuti manipolati si diffondono rapidamente e ampiamente attraverso i social network diventando virali. Abbiamo, appunto, presentato questo ordine del giorno…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). …che impegnava il Governo - io questo lo dico alla Sottosegretaria - a valutare l'opportunità di attuare misure che garantissero la riconoscibilità di tutti i prodotti modificati con intelligenza artificiale, anche tramite apposizione di un contrassegno. Questo ordine del giorno non è stato accolto. Siamo, ovviamente, in un sistema in evoluzione, sarà una tematica che riaffronteremo in quest'Aula e anche io personalmente in Commissione, con il nostro gruppo ovviamente, monitorerò l'evolversi di questa tematica, che riteniamo fondamentale.

Per tutto quanto esposto, per i presupposti, per la declinazione di alcuni degli articoli che abbiamo ritenuto più rilevanti, anche con questa chiosa finale, esprimo da parte di Noi Moderati il voto favorevole a questo provvedimento.

PRESIDENTE. Grazie…

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). Ringrazio, ovviamente, il Governo, sperando che ci sia una riflessione anche su quell'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, ci troviamo oggi a discutere un disegno di legge che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe segnare l'ingresso dell'Italia nell'era dell'intelligenza artificiale. Dico “dovrebbe” perché, a ben vedere, con questo provvedimento siamo di fronte all'ennesima occasione sprecata. Un testo che nasce già vecchio, inadeguato, impalpabile. L'ennesimo prodotto di una politica che non ha mai iniziato a costruire, ma ha preferito sempre rincorrere. Siamo passati dal fast fashion alla fast politics: leggi scritte in fretta, superficiali, senza visione, solo per poter piantare una bandiera da sventolare, magari con un titolo elusivo, una conferenza stampa, o meglio, durante il TG delle 20, una politica dell'effimero, una politica usa e getta. Purtroppo, però, in questo caso, non si parla dell'etichetta da attaccare in un post, ma del futuro industriale, tecnologico e democratico del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

L'intelligenza artificiale non è uno slogan, è una rivoluzione; una rivoluzione che trasformerà radicalmente il nostro lavoro, la nostra amministrazione, la nostra economia e la nostra società. Non ci possiamo permettere un altro salto nel buio, eppure, è esattamente questo che state chiedendo al Paese. Un testo che ci è stato portato in Aula in un contenitore vuoto, generico, incompleto, timoroso, incapace di affrontare i veri nodi. È un provvedimento che non osa, che non investe, senza risorse e non protegge, ma, soprattutto, è un provvedimento che non capisce.

Questo, Presidente, è il peccato originale, la prima responsabilità è nel metodo. Un disegno di legge di questa portata non può essere scritto in fretta, né gestito con superficialità in Commissione, né svuotato di contenuti in prima lettura al Senato. Eppure, è esattamente quello che è accaduto. La maggioranza si è persino superata: ha, prima, approvato un emendamento e, poi, inspiegabilmente l'ha cancellato. Una retromarcia che fotografa perfettamente lo stato confusionale in cui navigate. Avete trattato un tema strategico come se fosse un adempimento burocratico e, quando finalmente si è riaperto un margine di modifica, qui alla Camera, siete rimasti, di fatto, in silenzio. Persino ieri avete mostrato il vostro lato peggiore, portando la vostra confusione fino al momento del dibattito in Aula, con ripensamenti e riformulazioni last minute. Se, da un lato, ci obbligate a chiederci quale sia il senso di una maggioranza che puntualmente si limita a eseguire gli ordini dell'Esecutivo, dall'altro, restiamo esterrefatti per il modo con cui è stato affrontato un tema così complesso e cruciale per il futuro di tutti noi.

Noi avevamo un'altra idea: pensavamo che questo disegno di legge dovesse essere un punto di partenza di una strategia nazionale. Una legge che, prendendo le mosse dall'AI Act europeo, costruisse una cornice normativa seria, con principi chiari e strumenti concreti. Una legge capace di garantire principalmente due cose: da un lato, la trasparenza, la tracciabilità, il controllo umano dei sistemi di intelligenza artificiale e, dall'altro, un impiego di questa tecnologia per rafforzare la nostra competitività industriale, la ricerca e la pubblica amministrazione.

Nel vuoto cosmico avete prodotto tre aspetti che gridano vendetta, prima di entrare in vigore. Primo: la trasparenza. Avete privato i cittadini di qualsiasi strumento in grado di sapere e decidere che riguarda la presa in essere umano da un algoritmo. In quest'ultimo caso, sulla base di quali criteri, con quali responsabilità, con quale possibilità di opposizione? Questo è un buco democratico enorme, inaccettabile, non è teoria, è realtà. I giudici amministrativi hanno già chiarito che una decisione algoritmica, se non mediata da un pubblico ufficiale, è illegittima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Eppure, questa legge ignora completamente questo principio. Non c'è il diritto a sapere, non c'è il diritto a opporsi. È un vuoto normativo che mette a rischio i diritti fondamentali dei cittadini.

Secondo: il lavoro. Sappiamo bene che l'intelligenza artificiale non colpirà solo i lavori manuali tramite la robotica, colpirà, anzi già sta colpendo, i professionisti creativi, tecnici, ma in questo testo non c'è una sola riga che protegga i lavoratori dalla sostituzione indiscriminata. Non una norma che vieti licenziamenti automatizzati, non un euro stanziato per la formazione e la riqualificazione, l'accompagnamento alla transizione. Le stime parlano chiaro: 6 milioni di posti di lavoro a rischio entro il 2030. Ma voi fate finta di niente, come se bastasse chiudere gli occhi per evitare l'impatto. È irresponsabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Terzo: le risorse. Il Governo annuncia 1 miliardo, ma non sa neppure dove andrà: nessun piano, nessun cronoprogramma, nessuna strategia. Solo un numero per fare effetto nei titoli, ma, se lo confrontiamo con i 100 miliardi annunciati dalla Francia o con le partnership tecnologiche della Germania, capiamo subito che siamo fuori scala. L'Italia rischia di restare indietro, anzi, rischia di essere costretta a comprare servizi e infrastrutture da chi oggi sta investendo seriamente. Altro che sovranità tecnologica, questo è colonialismo digitale mascherato da riformismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, poi, c'è il nodo energetico: l'intelligenza artificiale consuma quantità enormi di energia. Sappiamo già oggi che il sistema mondiale fatica a stare al passo con la domanda.

Eppure, il Governo Meloni continua a ignorare la questione: nessuna strategia energetica, nessun piano per supportare le imprese energivore, nessuna riflessione su come reggere l'urto della transizione digitale. Solo annunci.

La verità è che state costruendo castelli tecnologici su fondamenta di sabbia e, mentre i costi dell'energia salgono, le imprese italiane arrancano. E voi che fate? Vi affannate a firmare contratti di dipendenza energetica con regimi autoritari nel Mediterraneo, in piena crisi geopolitica. Altro che sicurezza! È miopia strategica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Nel frattempo, tutto il lavoro fatto in Commissione sull'intelligenza artificiale, un'indagine conoscitiva approfondita, approvata all'unanimità, è stata completamente ignorata. Avete cestinato mesi di studio, di audizioni e di analisi, solo perché quel lavoro portava anche la firma dell'opposizione, oltre la vostra si intende. In un sol colpo, siete riusciti a votare contro voi stessi e a far male al Paese. E quel che è peggio è che avete perseverato in questa linea, opponendovi, anche ieri, a tutti gli emendamenti che avrebbero migliorato questo testo. Lo avete fatto, ammettendo che questo è solo il primo passo e che si potrà sempre migliorare. Ma vi rendete conto della gravità di questa affermazione? Quando si parla di rivoluzione tecnologica, non si improvvisa, non ci sono bozze! C'è solo una possibilità per fare le cose bene dall'inizio, dopo sarà troppo tardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Presidente, colleghi, l'intelligenza artificiale non è solo tecnologia, è la sfida della nostra epoca. Con questo testo affrontiamo una battaglia culturale del tutto disarmati, senza protezione per i cittadini, per le imprese, per la pubblica amministrazione, senza governare il processo, senza investire sul futuro e senza visione. Siamo di fronte all'ennesimo esempio di fast politics che questo Governo continua a praticare: leggi scritte per dovere, approvate per propaganda e dimenticate il giorno dopo. Noi non ci stiamo e voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caroppo. Ne ha facoltà.

ANDREA CAROPPO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Sottosegretaria Ferro, quello che oggi è all'esame di quest'Aula non è un semplice provvedimento, ma è un atto politico di grande portata, ed è una scelta consapevole di dotare l'Italia di una strategia chiara, moderna e responsabile sull'intelligenza artificiale.

Ci troviamo di fronte ad una delle sfide più complesse e affascinanti del nostro tempo. L'intelligenza artificiale non è più una tecnologia da laboratorio, ma è una realtà che attraversa la nostra quotidianità, trasformando il modo con cui curiamo, insegniamo, produciamo e comunichiamo. Medicina, trasporti, giustizia, pubblica amministrazione, scuola e imprese: non c'è settore che non sia interessato.

Ma proprio perché l'intelligenza artificiale è così pervasiva, essa non può essere lasciata al caso, né subita passivamente, ma va governata. Ed il compito del legislatore, oggi più che mai, è quello di tracciare un percorso che tenga insieme progresso e tutela, crescita e diritti, innovazione e responsabilità.

Il disegno di legge risponde esattamente a questa esigenza. È il primo passo verso una regolamentazione nazionale dell'intelligenza artificiale, in linea con l'AI Act europeo, il regolamento (UE) 2024/1689, che definisce uno standard comune, alto e condiviso per tutto il continente.

Ma l'Italia non può e non deve limitarsi a recepire: deve contribuire a orientare questo cambiamento, traducendo quei principi europei in scelte concrete, capaci di rispondere alle peculiarità del nostro sistema produttivo, amministrativo e sociale. Il provvedimento interviene, in modo trasversale, su ambiti strategici e con una visione chiara: mettere l'intelligenza artificiale al servizio dell'uomo, mai il contrario. Al centro, vi è la persona, i suoi diritti e la sua dignità. (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)

Per questo, il testo prevede, tra i principi fondamentali, l'uso antropocentrico trasparente e responsabile dell'intelligenza artificiale, nel rispetto della sicurezza, della protezione dei dati, dell'equità e dei diritti fondamentali. Si richiede chiarezza negli algoritmi, controllo umano sui processi decisionali, informative accessibili, specialmente nei contesti più delicati, come l'informazione, la giustizia e la sanità.

Particolare attenzione è riservata alla tutela dei minori. Con un emendamento sostenuto anche da Forza Italia, è stato previsto che, per i minori di 14 anni, l'accesso a sistemi di intelligenza artificiale e il trattamento dei dati che ne deriva siano consentiti solo con il consenso esplicito di chi esercita la responsabilità genitoriale. Un presidio fondamentale che afferma un principio: l'innovazione deve sempre accompagnarsi a una protezione rafforzata dei più vulnerabili.

Nel settore del lavoro, il DDL delinea un approccio intelligente e realistico. L'intelligenza artificiale non sostituirà le persone, ma le affiancherà e le potenzierà. Per questo si prevede la nascita di un Osservatorio nazionale, con il compito di monitorare l'impatto dell'intelligenza artificiale nei luoghi di lavoro.

Nel campo dell'istruzione, il testo promuove programmi per spiegare il funzionamento delle reti, i concetti di privacy e di sicurezza, i metodi di apprendimento automatico.

Sul versante economico-produttivo, il DDL punta a stimolare la competitività, l'innovazione e l'ingresso nel mercato digitale anche delle piccole e medie imprese e viene incentivata la collaborazione pubblico-privata, promossa l'adozione di tecnologie emergenti e, proprio grazie ad un emendamento di Forza Italia, viene inserita anche la robotica tra le priorità di sviluppo, in una logica di sinergia tra intelligenza artificiale e meccanica avanzata.

Il disegno di legge, inoltre, introduce nuove aggravanti penali per i reati commessi tramite i sistemi di intelligenza artificiale. E anche questo è un segnale: lo Stato non deve solo promuovere, ma anche presidiare. Ogni tecnologia può essere utilizzata per il bene o per il male. Il nostro dovere è tracciare un confine netto tra ciò che è lecito e ciò che non lo è.

Infine, il provvedimento delega il Governo ad adottare decreti legislativi per disciplinare aspetti cruciali, uso dei dati, algoritmi, addestramento dei sistemi, applicazioni settoriali in sanità, lavoro e giustizia, fino agli investimenti in intelligenza artificiale, cybersecurity e calcolo quantistico. Il tutto con il coinvolgimento di soggetti chiave, come l'Agenzia per l'Italia digitale, il Garante della privacy, il CNR, i Ministeri competenti e le istituzioni europee.

Presidente, onorevoli colleghi, con questo voto, scegliamo un'Italia che non subisce l'innovazione, ma la guida, che non teme il futuro, ma lo costruisce, un'Italia che vuole essere protagonista della nuova economia della conoscenza, senza mai rinunciare a ciò che la definisce: la centralità della persona, la tutela dei diritti, l'attenzione alle fragilità e il rispetto della libertà.

Per questo, Forza Italia voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), perché crediamo in un Paese che investe nell'intelligenza non solo artificiale, ma anche politica e sociale, che fa dell'innovazione un'opportunità per tutti e non un privilegio per pochi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barabotti. Ne ha facoltà.

ANDREA BARABOTTI (LEGA). Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, oggi questa Camera si trova davanti a una scelta di grande responsabilità, perché con questo testo cerchiamo di consentire all'Italia di essere protagonista di una rivoluzione industriale e tecnologica globale. Che si tratti di space economy, che si tratti di nucleare, che si tratti di intelligenza artificiale, una cosa è certa: stiamo dando al nostro Paese gli strumenti e le cornici normative che servono per affrontare, a testa alta, queste sfide.

Questo testo è una cornice essenziale per guidare l'Italia, appunto, nella transizione e nel progresso digitale, guidato dall'intelligenza artificiale, dovendo sottostare all'AI Act europeo - su cui tornerò più tardi -, ma ponendo sempre l'accento su un modello di sviluppo dell'AI che sia etico, umano-centrico e sostenibile.

Sgombriamo, quindi, il campo da facili allarmismi: l'intelligenza artificiale non è nemica del lavoro, anche se è certo che cambierà le professioni; ne emergeranno di nuove: data scientist, sviluppatori di algoritmi, auditor di intelligenza artificiale, esperti in governance dei dati, formatori specializzati.

Ma senza un massiccio investimento nella formazione, rischiamo di produrre nuova disuguaglianza. Pochi super specializzati che si avvantaggiano e molti altri soggetti che rischiano di rimanere esclusi dal mondo del lavoro.

Ecco perché, con il DDL in oggetto, dedichiamo specifici articoli a programmi di formazione, aggiornamento e monitoraggio continuo dell'impatto lavorativo che avrà l'intelligenza artificiale. La sfida riguarda tanto i lavoratori quanto le imprese, perché la penetrazione nelle piccole e medie imprese resta ancora impalpabile. Solo il 7 per cento delle piccole e il 15 per cento delle medie hanno avviato progetti di intelligenza artificiale. Per questo serve un grande patto nazionale per le competenze digitali, perché la competitività dell'Italia non si misurerà soltanto con il numero dei server accesi, ma soprattutto con la qualità dei cervelli che li programmano e li governano.

Abbiamo detto delle PMI e del mondo del lavoro, ma che dire della pubblica amministrazione? Il rapporto dell'AgID del 2015 fotografa con precisione la situazione: su 142 amministrazioni censite solo 45 hanno avviato progettualità concrete e la situazione diventa drammatica se scendiamo a livello locale. Signor Presidente, nel 2025 milioni di italiane e di italiani sono costretti a lunghe e inutili attese per usufruire di prestazioni banali, per il rinnovo di un documento, per accedere alle informazioni di uno sportello o per l'autenticazione di una firma.

Che senso ha nel 2025 costringere i nostri cittadini a mettersi in fila a sportelli per pratiche che le tecnologie hanno reso immediatamente accessibili? La pubblica amministrazione, è vero, ha fatto i conti finora con una popolazione anziana, che spesso ha avuto difficoltà ad accedere alle nuove tecnologie, ma è qua che l'intelligenza artificiale cambia l'approccio, perché cambia l'interfaccia tra l'uomo e la macchina. Quindi, con le nuove tecnologie che diventano accessibili e alla portata di tutti, adesso la pubblica amministrazione non ha più scuse.

La tecnologia è spalancata a tutti, ed è quindi giunto il momento di chiedersi, anche all'interno di quest'Aula, se nel nostro Paese davvero vogliamo che la pubblica amministrazione diventi al servizio dei cittadini italiani o se, come spesso accade, devono continuare i cittadini a essere al servizio della pubblica amministrazione.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA (ore 10,42)

ANDREA BARABOTTI (LEGA). Ecco che l'articolo 14 di questo disegno di legge affronta il tema dell'integrazione dell'intelligenza artificiale nella PA, perché, quando la burocrazia non è al passo con i tempi, a soffrire è il cittadino che si vede negato il diritto, è l'impresa che perde competitività sui mercati internazionali. E parlando di mala-burocrazia, mi si consenta di tirare in causa l'Europa, perché il vecchio continente soffre di questa patologia come un vecchio corpo soffre di una brutta artrite. Anche sul fronte dell'intelligenza artificiale, l'ennesimo sforzo normativo dell'Unione, recepito necessariamente da questo disegno di legge, nasce da buone intenzioni, ma finisce per diventare un limite allo sviluppo delle nuove tecnologie.

Gli Stati Uniti hanno già superato i 450 miliardi di investimenti annui sull'intelligenza artificiale, la Cina oltre 300 miliardi di dollari, mentre l'Europa si ferma sotto i 100 miliardi. L'indice globale di competitività del 2024 registra un costante slittamento delle economie europee. Si pensi che solo 4 delle prime 50 aziende tecnologiche mondiali sono nel vecchio continente. L'Europa soffoca l'innovazione e l'iniziativa imprenditoriale. Ogni nuova tecnologia viene prima di tutto vista come un rischio da limitare, piuttosto che come un'opportunità da valorizzare.

Volete regolare sistemi che non abbiamo ancora costruito. Immaginate il paradosso: è come se, prima del motore a scoppio, avessimo dovuto inventare gli autovelox. Ve li immaginate voi Eugenio Barsanti e Felice Matteucci che, con il brevetto in mano del primo motore a scoppio, si preoccupano del tasso di inquinamento che avranno i mezzi circolanti, della velocità a cui percorreranno le strade o dei tassi di mortalità?

Che si fa? Eugenio, che si fa? Si va avanti con questo progetto? Ma guarda, Felice, stai buono, stai buono! Teniamoci le carrozze e i cavalli, che non si sa mai un domani la velocità, le morti sulle strade! Meglio evitare di andare avanti nel progresso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Per questo rivendichiamo l'aggettivo “essenziale”, che ho utilizzato per definire questa cornice normativa. Per questo è importante che su tanti aspetti vi sia una delega all'organo esecutivo. Per questo non abbiamo accolto l'appello delle minoranze, che andavano nella direzione dell'iper-regolazione. Venendo ad altre dimensioni di questo disegno di legge, il contesto geopolitico globale ci racconta, giorno dopo giorno, che non siamo più di fronte a guerre convenzionali tra eserciti tradizionali.

Siamo dentro uno scenario di conflitto multidimensionale asimmetrico, in cui il dominio informativo e digitale è diventato terreno decisivo dello scontro. Secondo le stime NATO, già oggi il 70 per cento delle minacce hanno componente cyber o informativa diretta. Le moderne campagne di destabilizzazione politica, le manipolazioni informative sui social network, gli attacchi ransomware rappresentano solo alcune delle nuove minacce.

Ed ecco che, contrariamente a quanto affermano certe opposizioni anche qua in Aula, l'articolo 18 di questo disegno di legge inserisce per la prima volta la cybersicurezza e l'intelligenza artificiale tra i pilastri della sicurezza nazionale. La difesa di domani si gioca sulle nuove tecnologie e il nostro nuovo arsenale si costruisce su reti neurali, su big data, sorveglianza satellitare autonoma, guerra elettronica cognitiva e cyberspazio.

Signor Presidente, il DDL che votiamo oggi, pur dovendo fare i conti con l'iper-regolazione europea, offre una visione di ampio respiro opportunamente dinamica, ma il quadro normativo da solo non basta. Il vero nodo strategico riguarda le infrastrutture digitali, cuore fisico della sovranità tecnologica nazionale ed europea. L'intelligenza artificiale non esiste senza enormi capacità di calcolo, archiviazione e trattamento dei dati. Senza una politica industriale per i data center strategici, che deve partire necessariamente da politiche sull'energia molto coraggiose, l'Europa e l'Italia resteranno dipendenti da piattaforme americane e asiatiche per l'hosting dei propri dati sensibili.

Questa è la sfida che ci dobbiamo porre parlando di autonomia decisionale e tutela della privacy. Il nostro compito come legislatori è fare in modo che questo impianto normativo non resti sulla carta. Il futuro dell'intelligenza artificiale in Italia e in Europa sarà deciso nei prossimi anni dalle scelte di bilancio, di priorità, di governance tecnologica e di politica industriale, energetica e infrastrutturale. O sapremo costruire un hub tecnologico italiano ed europeo oppure saremo solo un mercato passivo di tecnologie e dati che saranno controllati altrove.

Con il voto favorevole che la Lega esprime quest'oggi scegliamo di proiettare l'Italia nel primo scenario, ma la strada è ancora tutta da percorrere e trova davanti a sé importanti ostacoli: la burocrazia europea in primo luogo, ma anche una certa opposizione, pessimista e sfiduciata, che non ha il coraggio e non è pronta a sostenere il Paese nelle sfide che lo attendono nel futuro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD-IDP). Grazie, Presidente, anche per avermi consentito di fare questo intervento. Gli Stati Uniti innovano, la Cina copia, l'Unione europea regola. Questa è una massima che abbiamo sentito decine di volte. Parliamoci chiaro: c'è un fondo di verità.

È vero che il sistema statunitense ha consentito a quel Paese, anche per la forza delle sue università, che oggi il Presidente Trump colpisce direttamente, facendo un danno enorme a quello stesso sistema, di essere molto avanti nell'innovazione. È altrettanto vero che la Cina, anche per difendersi da tutto questo, ha sviluppato un proprio sistema proprietario, e che quindi in qualche modo ha una sua sovranità.

È vero anche che l'Unione europea è stata la prima a regolare in questo ambito. L'AI Act è una prova notevole della necessità che c'era e che c'è ancora di minimizzare i rischi e cercare di massimizzare le opportunità. Quindi, da questo schema non si può uscire? Credo che, se oggi siamo qui a discutere un provvedimento sull'intelligenza artificiale, dobbiamo poter dare una risposta a questa domanda. Sicuramente non se ne esce con il provvedimento che il Governo porta in Aula. Invece quello che avremmo dovuto fare, oltre a regolare, perché le regole creano fiducia e ci aiutano a minimizzare i rischi che esistono, è trovare strumenti per combattere le concentrazioni di potere, le nuove oligarchie che nel mondo dell'intelligenza artificiale sono nate e stanno nascendo.

L'unico modo per farlo è sviluppare sistemi proprietari europei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), essere protagonisti in Europa di investimenti che ci portino ad avere un cloud europeo, LLM europei, perché, se questo non accade, se non si mettono insieme investimenti di 27 Paesi, l'unica dimensione possibile per competere in questo orizzonte globale, noi dovremo solo scegliere di quale di questi imperi vogliamo essere colonie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), e credo che l'Italia e l'Europa si meritino molto più di questo.

E lo dico usando parole che ha usato il nostro Presidente della Repubblica parlando di minoranze linguistiche e dell'impatto che può avere l'intelligenza artificiale, perché sappiamo che prima di tutto quello è un linguaggio alimentato di parole e che quelle parole le ha messe dentro qualcuno che le ha scelte. Ecco, ha detto il nostro Presidente: “La sudditanza si alimenta della cancellazione delle parole e con la sostituzione di esse con quelle del dispotismo di turno”. Noi oggi a questo ci stiamo piegando, perché, colleghe e colleghi, la tecnologia non è neutrale: sono numeri, ma qualcuno li ha ordinati.

E per questo coi nostri emendamenti abbiamo insistito così tanto sulla trasparenza degli algoritmi e dei metodi di addestramento, e per questo non abbiamo capito perché il Governo, a questo tentativo di inserire il principio della trasparenza, sin dalle definizioni che sono state messe all'interno di questo provvedimento, ha continuato a dire di no. A chi stiamo rispondendo? Ai cittadini e alle cittadine italiani o a qualcun altro, a qualche amico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) che vive fuori dal continente europeo e che ogni volta che può, attraverso qualche tweet, attraverso il suo social network, cerca di dettare legge nel nostro Paese?

Ecco, spero che la risposta a questa domanda non sia quella che sembra leggendo il vostro provvedimento. Del resto, noi abbiamo provato a porre rimedio: un nostro emendamento è stato approvato grazie a un lavoro importante fatto in Commissione, che segna una strada, apre un pertugio per lo meno, nel dire che noi dobbiamo comunque e sempre scegliere, ove possibile, tecnologia europea, italiana ed europea, per sottrarci a quello schema di un nuovo colonialismo che davvero rischia di essere la realtà a cui siamo condannati ad arrenderci.

Noi nei confronti dell'intelligenza artificiale, per citare Umberto Eco, non ci poniamo né come “apocalittici”, né come “integrati”. Non pensiamo che ci siano solo rischi e non pensiamo, però, che ci siano solo opportunità. Lo ha detto bene Papa Leone XIV: in alcuni casi l'intelligenza artificiale è stata usata in modi positivi e nobili per promuovere maggiore uguaglianza, ma quella stessa tecnologia può creare nuove schiavitù e addirittura fomentare nuovi conflitti. E purtroppo, in questo provvedimento si sono fatte scelte molto chiare.

Partiamo dal lavoro: l'intelligenza artificiale può essere utilizzata per rafforzare gli strumenti di sicurezza sul lavoro e ridurre la tragedia nazionale delle morti sul lavoro e di questo, però, in questo provvedimento non c'è alcuna traccia. Dall'altra parte, invece, l'intelligenza artificiale è un pericolo, perché può sostituire occupazione, in particolare occupazione creativa. Abbiamo insistito moltissimo sul diritto d'autore, avevamo trovato disponibilità nella maggioranza, e anche lì, però, il Governo ha detto no. Di nuovo sceglie i potenti e penalizza i più fragili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Tema sanità: sappiamo che queste tecnologie possono aiutarci a curare malattie oggi ritenute incurabili, e quindi sappiamo che lì c'è un'opportunità straordinaria per la ricerca. Ecco, di questo, in questo provvedimento, non si parla. D'altra parte, sappiamo che esporre i dati sanitari delle cittadine e dei cittadini a meccanismi che non siano controllati e trasparenti, e magari depositarli in server che non siano sicuri, espone la loro privacy e la loro sicurezza a rischi davvero enormi. Di nuovo, sulla gestione dei dati in questo provvedimento si fa un danno gigantesco e non si fa niente per utilizzare le opportunità che derivano da questa tecnologia. Si risponde ai potenti, si penalizzano i fragili.

Terzo tema: la democrazia. Questa tecnologia è utilissima per aumentare l'accountability, per migliorare il rapporto tra eletti ed elettori, e quello che la Camera sta facendo, grazie anche al suo impegno, Presidente, ne è dimostrazione, perché siamo all'avanguardia tra i Parlamenti del mondo. Però questo Governo ha voluto bocciare un emendamento che in questo provvedimento c'era per dotarci almeno di uno strumento che serve a tutti: evitare che i deepfake condizionino le competizioni elettorali.

E non solo i deepfake che riguardano gli esponenti e i leader di centrosinistra, no. Io non capisco perché avete detto di no. Volete competizioni elettorali inquinate? Non credo, non conviene a nessuno. E sappiamo bene che questo è un rischio per le nostre democrazie: è successo poco lontano da qui, pochissimo tempo fa. Perché avete detto di no? A chi dovete rispondere quando evitate di regolare queste cose? E non parlo di educazione, avete bocciato un emendamento che serviva a formare gli insegnanti all'utilizzo dell'intelligenza artificiale. Ma dove vivete? Se in questo Paese non investiamo lì, noi la sfida dell'intelligenza artificiale l'abbiamo già persa!

E poi l'ambiente: sappiamo bene quanto consumano queste tecnologie, quanto danno possono fare al nostro sistema, quanto possono penalizzare la vita delle nuove generazioni, ma anche qui il Governo è stato silente. Chiudo su due punti, il primo è quello delle autorità. Prima avete deciso che tutto doveva stare in capo all'ACN, all'AgID, poi avete chiamato il Garante della privacy, infine l'Agcom e poi un Comitato che dovrebbe coordinare tutte queste cose, perché evidentemente vi siete accorti che è diventato ingestibile.

Io vi dico una cosa, colleghi: pensare che l'intelligenza artificiale in questo Paese possa gestirla un Governo con agenzie di nomina governativa è una follia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ve l'ho già detto, essere maggioranza passa. Quando sarete all'opposizione, vi renderete conto di cosa significa avere sistemi di intelligenza artificiale che, invece di essere controllati da autorità indipendenti, sono sotto il controllo del Governo di turno. Non è possibile, colleghe e colleghi, avete fatto un errore madornale.

Secondo tema, l'elefante nella stanza: un provvedimento che ha 28 articoli e che si chiude con un dispositivo di invarianza finanziaria. Presidente, si può portare in Aula, dopo un anno e mezzo, un provvedimento su una questione così strategica che si chiude con l'invarianza finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Senza un euro di investimenti? Davvero il Governo trova i soldi per tutto, persino per i centri in Albania, e non trova un euro per l'intelligenza artificiale?

Colleghe e colleghi, chiudo come ho aperto, dalla questione delle oligarchie e delle concentrazioni di potere. Don Milani usava dire che “se il padrone conosce mille parole e tu ne conosci cento, sei destinato ad essere sempre servo”. Ecco, democratizzare l'accesso all'intelligenza artificiale significa scegliere di farne una straordinaria opportunità di emancipazione, mentre, dall'altra parte, se non si fa questo, essa può diventare un terribile strumento di dominio. Voi avete fatto la vostra scelta e noi saremo sempre convintamente dall'altra parte e voteremo contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Colleghi, siamo di fronte a un provvedimento che non solo affronta una delle sfide più cruciali del nostro tempo, ma lo fa con una visione chiara e un approccio equilibrato, ponendo al centro la tutela dei diritti della persona e della società, senza però soffocare l'indispensabile spinta all'innovazione e al sostegno delle nostre imprese. Questa legge rappresenta una solida armatura costituzionale, che ci protegge dalla strumentalizzazione della tecnologia da parte dello strapotere delle Big Tech.

Un aspetto che desidero sottolineare con forza è il suo vero e proprio modello di cooperazione con l'Unione europea. Questa legge è stata concepita non per contrapporsi al regolamento sull'intelligenza artificiale dell'Unione europea, ma per integrarlo e completarlo negli ambiti che esso non copre. In tal senso, essa costituisce un esempio virtuoso di un'interazione con le istituzioni unionali, dimostrando che un'interpretazione ragionevole delle norme europee può superare inerzie e burocrazie che spesso limitano il progresso.

L'articolo 8 ne è la prova lampante: muovendosi rigorosamente all'interno del perimetro del regolamento sui dati personali, semplifica la ricerca scientifica basata su dati e condotta nell'interesse pubblico, senza favorire grandi accumulatori di dati e garantendo un accesso equo alla conoscenza. In quest'ottica di interesse nazionale e di lungimiranza, la legge attua pienamente il principio di libera circolazione di beni e servizi nell'Unione. È una scelta coraggiosa e strategica stabilire che solo i dati strategici debbano necessariamente rimanere in Italia, mentre tutti gli altri possono essere localizzati in qualsiasi altro Paese.

Questa norma contribuisce concretamente alla costruzione di un vero mercato paneuropeo, rinforzando, ove ce ne fosse bisogno, la vocazione europeista dell'Italia. È un segnale forte che lanciamo ai nostri partner europei. Siamo pronti a collaborare per un'Europa più integrata e più competitiva.

Infine, va certamente applaudita la scelta del Governo di proporre una legge di principio e non di dettaglio. Questa lungimiranza rende il testo più resistente al volgere del tempo e all'evolvere della tecnologia. In un settore in così rapida trasformazione, come quello dell'intelligenza artificiale, un approccio flessibile e adattabile è essenziale per evitare che la normativa diventi obsoleta in breve tempo.

Sottolineo che la Strategia nazionale per l'intelligenza artificiale viene predisposta dalla Presidenza del Consiglio attraverso la struttura dedicata del Dipartimento per la trasformazione digitale (DTD) e il coordinamento e il monitoraggio dell'attuazione della Strategia nazionale sono affidati sempre alla Presidenza del Consiglio tramite il DTD. Le autorità nazionali per l'intelligenza artificiale sono due, in conformità con l'AI Act: l'AgID, come autorità di notifica, e l'ACN, come autorità di vigilanza. Un regolamento provvederà, poi, a norme di raccordo.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 11)

RICCARDO ZUCCONI (FDI). I contenuti generali del provvedimento sono stati ben resi chiari dai nostri articolati dibattiti e dai vari passaggi nelle Commissioni e nelle Aule, così come le puntuali e documentate risposte alle critiche pervenute. Non mi soffermerò su questi temi, avanzando solo tre riflessioni sulle quali penso tutti saremmo portati a confrontarci anche in futuro e che riguardano alcune criticità da tenere sempre in conto.

La prima riflessione riguarda il consumo energetico. Ricordo che, sulla sostenibilità energetica, si stima che, entro il 2027, ossia dopodomani, l'intera industria dell'intelligenza artificiale potrebbe consumare fra gli 85 e i 134 terawattora all'anno. Solo l'addestramento di GPT-4 di OpenAI ha impiegato 62.000 megawattora di energia, pari al fabbisogno energetico di migliaia di famiglie per anni. È noto che una stessa ricerca fatta tramite le applicazioni di intelligenza artificiale consuma otto volte in più rispetto a quella fatta su un normale motore di ricerca. Si pone, quindi, un problema di sostenibilità energetica di questa nuova tecnologia.

Negli Stati Uniti non autorizzano più data center senza aver prima costruito una centrale elettrica che li alimenti. Qui, però, dovremmo avere il coraggio di introdurre al più presto il tema di centrali di energia capillarmente distribuite sul territorio, di piccole dimensioni e che producano un'energia costante. Mi riferisco anche alle riflessioni fatte dalla collega Pavanelli, perché si sollevano problemi di compatibilità nell'uso dell'intelligenza artificiale e del conseguente fabbisogno di energia, però poi si pongono alcuni tabù ideologici, francamente inaccettabili.

La seconda riflessione è legata a un tema che riguarda la tutela dei giovani - e dei minori in modo particolare - nei confronti degli accessi ai contenuti e alle informazioni che potrebbero rivelarsi per loro dannosi. Voglio soltanto accennare a questo tema, perché nel provvedimento c'è già un'indicazione precisa circa gli accessi all'intelligenza artificiale per i minori. Lo faccio soltanto per sottolineare che, in generale, agli accessi a Internet, Fratelli d'Italia ha dedicato, sia alla Camera che al Senato, varie proposte di legge. E faccio rilevare che normative più stringenti e restrittive, ancorché graduali, nella protezione dei minori sono, a nostro avviso, assolutamente necessarie.

La terza riflessione consiste nel rilevare che il tema centrale dell'uso dell'intelligenza artificiale si basa sul tema della contraffazione e della manipolazione della realtà. Non per niente nel provvedimento sono inserite norme penali in ordine al diritto d'autore, alle competenze giurisdizionali, alle aggravanti per fatti commessi con l'intelligenza artificiale, inclusa la truffa e la duplicazione abusiva di opere protette in tema di falsità e, più precisamente, di sostituzione di persona, nonché un nuovo reato sulla diffusione di contenuti falsi o illeciti generati con l'intelligenza artificiale.

Il tema è l'artefazione e non riguarda più solo settori specifici dedicati alla scienza, ma riguarderà tutti. È fondamentale. Ricordo a tutti che, già nel 1950, Alan Turing, che era un fisico e un matematico, aveva proposto un test per verificare - badate bene! - non le capacità dell'intelligenza artificiale, ma la sua predisposizione ad essere imitativa di attitudini umane. Il rischio, ripeto, che prima era afferente a pochi, oggi potrebbe vedere tutti sottoposti a questi rischi. Ho citato Turing soltanto per rimanere al passo con il collega Barabotti, che aveva citato Barsanti e Matteucci, che erano stati gli inventori di un'altra rivoluzione, quella del motore a scoppio, e lo faccio anche perché Barsanti e Matteucci sono, come me, nati nella provincia di Lucca. Ma cito Turing e cito addirittura operazioni compiute anche prima della scienza in tema di conoscibilità e distinzione fra realtà virtuale ed effettiva.

Voglio ricordare a tutti il paradosso di Schrödinger, che si pose un problema sostanziale quanto mai moderno, ossia se la percezione della realtà potesse essere affidata a macchine, invece che all'uomo. Nel paradosso di Schrödinger, è addirittura la condizione della vita o della morte a essere messa in discussione: viene messo in un contenitore un piccolo animale, con un congegno che potrebbe - ma non è sicuro che lo faccia - causarne la morte. Ebbene, nel momento in cui il contenitore rimane chiuso, quel piccolo animale è, al tempo stesso, vivo e morto: è la condizione in cui versano o potrebbero versare, attraverso le applicazioni dell'intelligenza artificiale, la verità e la realtà. Ma come si risolve questo? Si risolve nello stesso modo attraverso il quale, anche in questo provvedimento, si dà all'uomo - quindi, in una visione antropocentrica - la possibilità di verificare se la realtà sia tale o meno.

Io prima ho fatto una piccola ricerca, chiedendo ad un'applicazione di IA chi stesse intervenendo in questo momento in Aula. La risposta è deludente. L'intelligenza artificiale mi ha risposto che non può accedere alla diretta della Camera e mi ha fatto l'esempio di dichiarazioni di voto di lunedì, in cui mi diceva che potrebbero essere intervenuti Conte, Schlein, Bagnai. Quindi ha “toppato”! Ma io sono qua, vedo la realtà e me ne posso accorgere. L'impostazione scelta e che deriva da questo provvedimento è, quindi, essenziale.

Per tutti i motivi espressi, il gruppo di Fratelli d'Italia esprime un voto incondizionatamente favorevole a questa legge, con la consapevolezza che essa rappresenta un passo fondamentale per il futuro del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2316-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2316-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale (I deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra espongono cartelli recanti le scritte: “La verità è un diritto”, “Noi con Assange. Voi con le fake news”, “Vogliamo uno spazio informativo pulito”)… Colleghi, sapete bene che non si possono esporre dei cartelli. Chiedo agli assistenti parlamentari di intervenire per rimuoverli (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito della Presidente).

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2316-A​:

S. 1146 - “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Seguito della discussione della proposta di legge: Quartini ed altri: Disposizioni concernenti il finanziamento, l'organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale nonché delega al Governo per il riordino delle agevolazioni fiscali relative all'assistenza sanitaria complementare (A.C. 1298-A​) (ore 11,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1298-A​: Disposizioni concernenti il finanziamento, l'organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale nonché delega al Governo per il riordino delle agevolazioni fiscali relative all'assistenza sanitaria complementare.

Ricordo che nella seduta del 23 giugno si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, il parere della Commissione bilancio reca dodici condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione, e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti e degli articoli aggiuntivi riferiti agli articoli della proposta di legge il deputato Quartini. Ne ha facoltà.

Colleghi, vi chiedo di fare un po' di silenzio, prego.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Io credo che si sta sciupando un'occasione rispetto a questa proposta di legge. Credo davvero che non abbiamo chiaro la posta in gioco. La posta in gioco è enorme; la posta in gioco è la più grande conquista sociale del nostro Paese; la posta in gioco è la tenuta di un Servizio sanitario nazionale che, ormai, è al collasso, Presidente. Il fatto che, rispetto a questa proposta, siano stati sostanzialmente prodotti solo emendamenti soppressivi la dice lunga sulla strategia che questa maggioranza ha rispetto al Servizio sanitario nazionale. Di fatto, questa maggioranza sta mostrando un volto molto chiaro. Il Servizio sanitario nazionale pubblico, che, ripeto, è al collasso, è la più grande conquista sociale degli anni Settanta; andrebbe ringraziata Tina Anselmi per il grande lavoro che ha fatto in quegli anni assolutamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), ma non era solo il Servizio sanitario nazionale che veniva salvato negli anni Settanta. Nel 1970 abbiamo avuto lo Statuto dei lavoratori, abbiamo avuto la legge n. 180 negli anni Settanta, abbiamo sancito l'importanza del divorzio e altre cose; evidentemente c'erano pressioni importanti, pressioni sociali. Oggi, si sta facendo un'operazione con riferimento alla quale, nel nostro tentativo di contribuire al salvataggio del Servizio sanitario nazionale, la maggioranza ci dice di “no”. Presenta ben dodici emendamenti soppressivi e, in qualche modo, ci sta dicendo che l'esito di tutto questo non sarà altro che privatizzare il Servizio sanitario nazionale, o peggio ancora, riuscire a fare un'operazione di trasformazione delle nostre ASL in centri appaltanti.

Noi avevamo proposto una diga rispetto a questa deriva privatistica perché abbiamo ben chiaro - e forse non tutti nella maggioranza ce lo hanno chiaro - che, purtroppo, siamo arrivati alla fine di una possibilità di una sanità veramente equa. Abbiamo divari regionali che sono una cosa incredibile, abbiamo regioni dove si vive meno e, purtroppo, nascere in una regione del Sud significa avere una sanità di serie B. E questo Governo ci propone una scellerata impostazione rispetto all'autonomia differenziata.

Si muore nei pronto soccorso; medici e infermieri sono allo stremo, sono sottopagati, scappano nel privato o scappano all'estero; abbiamo liste d'attesa che sono impressionanti; abbiamo sei milioni di cittadini che, a causa delle lunghe liste d'attesa, si rivolgono al privato; abbiamo una spesa sanitaria privata di 43 miliardi di euro, in questo Paese (un quarto della spesa sanitaria va nel privato, nove miliardi di euro in più rispetto agli anni precedenti); si configura un'ipotesi di arrivare a 47 miliardi di euro di spesa sanitaria privata; abbiamo un credito da parte della sanità pubblica di 48 miliardi di euro, cioè noi stiamo spendendo 48 miliardi di euro in meno rispetto alla media europea (800 euro a testa).

Siamo in un contesto estremamente delicato, estremamente difficile; rischiamo di perdere completamente il senso di tutto questo. Ecco, nella nostra proposta di legge si andava a cercare di porre rimedio a questa deriva.

Presidente, la ringrazio ma…

PRESIDENTE. Ha ragione, collega Quartini. Ci sono tanti colleghi di spalle, che stanno chiacchierando. Colleghi, colleghe, riusciamo a non dare le spalle alla Presidenza, che non si dovrebbe fare in Aula? Proviamo a ripartire dalle regole fondamentali - diciamolo a tutti i colleghi e le colleghe - e a stare in silenzio ad ascoltare il collega che sta parlando. Prego, collega Quartini, prosegua. Ha ancora quattro minuti e venti secondi.

ANDREA QUARTINI (M5S). La ringrazio del suo intervento. Dicevo, la questione che è stata sollevata negli emendamenti soppressivi è una questione formale, burocratica rispetto alle coperture economiche.

Noi avevamo proposto e ci sono emendamenti che, in fase referente, potevano, in maniera più accurata, coprire le spese. Ma questi emendamenti sono stati rigettati e non sono stati presi in considerazione.

In Aula arriva la prima proposta di legge. Era una proposta di legge di giugno 2023. Abbiamo avuto due anni di tempo per discuterla, abbiamo avuto due anni di tempo per provvedere a cercare di raffinarla. La maggioranza su questo non si è mai esposta. Mai! Non ha fatto nessun tipo di intervento.

Guardate, è una questione tutta politica. I soldi per le armi si trovano, i soldi per la sanità pubblica no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Questo è il dato di fatto.

Noi ci troveremo a spendere 10 miliardi di euro l'anno, per i prossimi dieci anni, in armamenti, e non riusciamo a trovare i soldi che servono per rifinanziare il Servizio sanitario nazionale. Ma guardate bene, il Servizio sanitario nazionale, il welfare, non possono sottostare alle semplici leggi economiche. Ci sono sentenze di tutti i tipi che ci dicono che l'ordine gerarchico dell'assistenza sanitaria e dell'assistenza per il welfare è superiore a qualunque elemento di natura economica. Noi abbiamo chiesto che le spese per il welfare e per la sanità fossero - queste spese! - decurtate dal Patto di stabilità.

Voi lo state facendo per le armi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Lo state facendo in un contesto che è assolutamente inaccettabile. Questa proposta non si limitava solo al finanziamento del Servizio sanitario nazionale. In questa proposta, Presidente, andavamo a incidere in maniera assolutamente significativa sull'appropriatezza delle prestazioni, sul personale sanitario, un personale sanitario che paga 18 miliardi in meno rispetto al salario degli altri professionisti della salute a livello europeo. Siamo intervenuti sulla sanità integrativa; siamo intervenuti sull'autorizzazione e l'accreditamento delle strutture sanitarie; con questa proposta di legge siamo intervenuti sull'odiosa nomina politica delle direzioni aziendali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); siamo intervenuti sulle liste d'attesa, prevedendo che non si facesse attività intra moenia laddove l'attività istituzionale non era garantita; intervenivamo sulla ricerca sanitaria, sulla digitalizzazione, sul sistema di emergenza. Credo che, con questo vostro atteggiamento, stiate condannando il Servizio sanitario nazionale. Ne riparleremo senz'altro nelle sedute che riguardano il decreto sulle liste d'attesa e sicuramente parleremo anche del tragico bilancio di che cosa vuol dire trasformare la sanità in servizio appaltante, che sarà un servizio assolutamente più costoso, assolutamente fuori controllo. Su questo noi non ci stiamo e continueremo a dare battaglia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite agli articoli della proposta di legge.

FRANCESCO MARIA SALVATORE CIANCITTO, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Sugli identici emendamenti 1.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento e 1.102 Vietri il parere è favorevole.

Sull'emendamento 1.100 Quartini il parere è contrario.

Sull'emendamento 1.101 Quartini il parere è contrario.

Sull'emendamento 2.102 Vietri il parere è favorevole.

Sull'emendamento 2.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

Sull'emendamento 2.1 Quartini il parere è contrario.

Sull'emendamento 2.101 Quartini il parere è contrario.

Sugli identici emendamenti 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. e 3.101 Vietri, il parere è favorevole.

Sull'emendamento 3.100 Quartini il parere è contrario.

Sull'emendamento 4.100 Vietri il parere è favorevole.

Sull'emendamento 4.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

Sull'emendamento 5.100 Vietri il parere è favorevole.

Sull'emendamento 5.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

Sull'emendamento 6.100 Vietri il parere è favorevole. Sull'emendamento 6.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

Sull'emendamento 7.100 Vietri il parere è favorevole.

Sull'emendamento 7.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

Sugli identici emendamenti 8.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 8.100 Vietri, il parere è favorevole.

Sull'emendamento 9.100 Vietri il parere è favorevole.

Sull'emendamento 9.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

Sugli identici emendamenti 10.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 10.100 Vietri il parere è favorevole.

Sugli identici 11.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 11.100 Vietri il parere è favorevole.

Sugli identici emendamenti 12.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 12.101 Vietri il parere è favorevole.

Sull'emendamento 12.100 Quartini il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza?

ANDREA QUARTINI, Relatore di minoranza. Sugli identici emendamenti 1.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 1.102 Vietri il parere è contrario.

Sull'emendamento 1.100 Quartini il parere è favorevole.

Sull'emendamento 1.101 Quartini il parere è favorevole.

Sull'emendamento 2.102 Vietri il parere è contrario.

Sull'emendamento 2.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è contrario.

Sull'emendamento 2.1 Quartini il parere è favorevole.

Sull'emendamento 2.101 Quartini il parere è favorevole.

Sugli identici emendamenti 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 3.101 Vietri il parere è contrario.

Sull'emendamento 3.100 Quartini il parere è favorevole.

Sull'emendamento 4.100 Vietri il parere è contrario.

Sull'emendamento 4.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è contrario.

Sull'emendamento 5.100 Vietri il parere è contrario.

Sull'emendamento 5.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è contrario.

Sull'emendamento 6.100 Vietri il parere è contrario.

Sull'emendamento 6.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è contrario.

Sull'emendamento 7.100 Vietri il parere è contrario.

Sull'emendamento 7.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è contrario.

Sugli identici emendamenti 8.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 8.100 Vietri il parere è contrario.

Sull'emendamento 9.100 Vietri il parere è contrario.

Sull'emendamento 9.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è contrario.

Sugli identici emendamenti 10.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 10.100 Vietri il parere è contrario.

Sugli identici 11.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 11.100 Vietri il parere è contrario.

Sugli identici emendamenti 12.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 12.101 Vietri il parere è contrario.

Sull'emendamento 12.100 Quartini il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore di maggioranza.

(Articolo 1 - A.C. 1298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 1.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 1.102 Vietri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONTE (M5S). Buongiorno, Presidente. Buongiorno, colleghi. Oggi la maggioranza getta definitivamente la maschera perché avete scelto di affossare una proposta articolata, una proposta sistematica e organica per cercare di provvedere e intervenire con urgenza per cercare di salvare una sanità che è in codice rosso. Voi lo sapete che la sanità è in codice rosso (Il deputato Messina: “Grazie a te!”)? Ce lo dicono tutti i cittadini e, nonostante ciò, fate finta di nulla.

Eppure, quando c'è da fare qualche slogan, quando c'è da lanciare qualche proclama, Meloni e Schillaci rivendicano degli interventi e dei risultati. Però, attenzione. Credo che ormai è definitivamente acclarato che gli investimenti in sanità, come in altri comparti - e lo sapete bene per quanto riguarda la difesa -, si misurano in percentuale sul PIL, giusto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Quindi il 5 per cento lo sottoscrivete con grande fierezza e orgoglio, per quanto riguarda gli armamenti, solo in sede NATO; mettiamo da parte gli 800 miliardi del Piano di riarmo. Mentre, invece, la percentuale del PIL che dedichiamo alla sanità qual è? È un definanziamento progressivo: nel 2029 arriveremo al 5,7 per cento. Voi volete pareggiare gli investimenti in armi con quelli della sanità per continuare a lasciare gli italiani senza cure (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Siamo, in prospettiva, a 48 miliardi in meno rispetto alla media europea e - vedete - i nostri operatori sanitari, se vi fermate a parlare con loro in corsia e nei pronto soccorso, sono in grandissima difficoltà; sono in grandissima difficoltà perché devono fare salti mortali per garantirci le cure e lo sanno bene anche i cittadini italiani.

Quel decreto che avete fatto - vi ricordate durante le elezioni europee quando, con grande enfasi e con grande sicumera, avete detto che avevate la soluzione per le lunghe liste d'attesa? - che fine ha fatto? Un clamoroso fallimento. La metà dei decreti attuativi ancora non è stata varata e, di fatto, non avete messo neanche un euro. Tutti i soldi per le armi! Questa è la vostra prospettiva e qual è il risultato? Che ormai i cittadini italiani che hanno rinunciato almeno una volta alle cure negli ultimi due anni sono passati da 4 milioni a 6 milioni; addirittura il numero di quelli che hanno rinunciato per i tempi d'attesa è passato da 2 milioni e mezzo a 4 milioni. Signori, questi sono dati raccapriccianti che ci dovrebbero far rabbrividire e lavorare tutti insieme.

In questo progetto c'è una svolta per la sanità; non c'è soltanto il progetto di investire di più, c'è anche il progetto di investire meglio e, soprattutto, dobbiamo smetterla di considerare la sanità come lo strumento per consolidare gli apparati di partito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Il deputato Ciocchetti: “Come hai fatto in Sardegna!”)! Non è una mucca da mungere per accrescere il consenso, per muovere pacchetti di voti, per sistemare le persone amiche nei posti giusti.

Allora, noi contrastiamo e vi invitiamo, per il bene del Paese e dei cittadini italiani, ad abbandonare questo scellerato progetto che dividerà i cittadini in cittadini di serie A, che possono permettersi cure presso i privati, le cliniche private, e i cittadini di serie B, che invece si ritroveranno a misurarsi con i divari, si ritroveranno al cospetto di divari geografici, differenze economiche e non potranno giovarsi delle cure mediche necessarie.

Anche il PNRR: l'avete tagliato, l'avete riscritto, avete cancellato importanti progetti. Erano lì, ve li abbiamo portati, ve li abbiamo messi su un piatto d'argento: 15 miliardi per la sanità. State distruggendo anche quei progetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Eppure buona parte di questi articoli erano delle misure ben costruite a costo zero. Con la scusa che voi non avete i soldi, perché le uniche coperture le state dedicando, per gli anni a venire, alle armi, volete cancellare tutto questo articolato, a partire dall'articolo 1, che stiamo discutendo, e a seguire tutti gli altri articoli. Eppure noi abbiamo sentito la Presidente Meloni, 2 giorni fa, qui alla Camera, ieri al Senato, rivendicare con orgoglio che i soldi ci sono. Addirittura stiamo triplicando la spesa, il 5 per cento del PIL da dedicare al riarmo. Ha sottoscritto, avete sottoscritto, in Europa il piano di riarmo: altri 800 miliardi per dedicare tutti i soldi e gli investimenti per riempire i nostri arsenali di missili e carri armati.

PRESIDENTE. Devo chiederle di concludere.

GIUSEPPE CONTE (M5S). Poi c'è un aspetto, e concludo. La Presidente del Consiglio ha detto che lei ha ricevuto il mandato. Allora fatemi capire: qui decidete voi, insieme alla Presidente del Consiglio, di aumentare sino al 5 per cento la spesa militare, senza il voto; e invece, sul voto giusto per rinforzare la sanità, ci mettete la faccia e affossate questo provvedimento? Ma quale mandato avete ricevuto dai cittadini? Di affossare la sanità e di riempire gli arsenali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ma siamo tutti impazziti? Vi invitiamo, ancora una volta, a valutare insieme una soluzione per le cure dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto per anticipare il voto su tutti gli emendamenti soppressivi che sono stati presentati dalla maggioranza, a partire dall'articolo 1. Lo faccio dichiarando un voto di astensione da parte del gruppo di Azione, a certificare che oggi si consuma il fallimento di una politica che è più interessata all'autoconservazione dei propri spazi di potere e di posizione, tra la destra e la sinistra, che a fare quello che la politica deve fare: guardare quelli che sono i problemi, i bisogni del Paese, e dare una risposta, costruire una risposta efficace. Meglio se la si costruisce insieme, ma almeno una risposta la si costruisca.

Allora, oggi la maggioranza ci sta dicendo che non è disponibile a parlare in quest'Aula di sanità e di come migliorare la sanità, perché è vero che il provvedimento nasce da una proposta dell'opposizione, ma nemmeno permettere a questo Parlamento di discutere emendamenti migliorativi, riconoscendo che il tema della sanità è un tema grande, che viene vissuto ogni giorno dalle famiglie italiane, significa che la maggioranza si sta voltando dall'altra parte rispetto alla sofferenza di quelle famiglie che non trovano posto per fare un esame di diagnosi, non riescono a curarsi, non hanno i soldi per accedere a una sanità privata.

Potrei andare avanti, da questo punto di vista, ricordando come Azione ha più volte invitato la maggioranza a dire “aprite un tavolo, sediamoci tutti insieme ad un tavolo”. Lo sappiamo che trovare risorse aggiuntive è complicato, ma facciamo un patto di Paese, perché oggi la priorità è la cura e la salute delle nostre cittadine e dei nostri cittadini. La maggioranza non ha mai risposto a questo nostro appello.

D'altra parte, però, e qui mi rivolgo anche ai colleghi dell'opposizione, sono molto colpita anche dagli interventi che mi hanno preceduto, dal fatto che il MoVimento 5 Stelle aveva proposto una legge che aumentava le risorse del Servizio sanitario nazionale, portandole all'8 per cento del PIL nazionale. Se uno fa i conti, aumento all'8 per cento significa destinare una spesa aggiuntiva di 37 miliardi all'anno per il Servizio sanitario nazionale.

Avete, colleghi, scelto esattamente la cifra che era quella sulla quale noi mille e mille volte abbiamo chiesto di attivare il MES come risorsa europea finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe), 37 miliardi! Voi volete mettere all'anno 37 miliardi: sono quelli che voi vi siete rifiutati di prendere dall'Europa quando eravamo insieme al Governo Draghi. È stato un punto dirimente della caduta di quel Governo, e oggi, grazie all'alleanza con il partner della Lega nella maggioranza, continuate a dire “no” a quei 37 miliardi. Allora dite “mettete 37 miliardi, ma non ce li facciamo dare dall'Europa quei 37 miliardi”. E da chi ce li facciamo dare?

Bene, nella disposizione finanziaria c'è scritto che 4 miliardi vengono sostanzialmente da un'ottimizzazione della spesa pubblica, da una revisione della spesa pubblica, poi non si capisce cosa voglia dire, ma gli altri 33 all'anno sono aumento di tasse per le cittadine e i cittadini. Allora vi sembra ragionevole che noi da una parte togliamo, dall'altra parte mettiamo e così via? Di fronte a questa demagogia, che serve solo a fare dei grandi proclami e a non risolvere la situazione, noi diciamo che votiamo bianco. Siamo sempre disponibili ad aprire un tavolo serio e concertato con la maggioranza e con le opposizioni per risolvere il problema del nostro Paese che è aumentare le risorse e la qualità della sanità italiana (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Concordo con quanto affermato dal collega Quartini e ribadito con un intervento appassionato e, a mio giudizio, assolutamente centrato del presidente Conte, circa l'opportunità che oggi manchiamo di prendere in seria considerazione lo stato del nostro Servizio sanitario nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Lo scopo - lo ha dichiarato più volte, anche in Commissione, il collega Quartini - sarebbe stato infatti questo, ossia di affrontare la necessità del ripensamento del Servizio sanitario nazionale, perché non si tratta, colleghi e colleghe, rappresentante del Governo, soltanto di miliardi necessari, sicuramente, per il finanziamento del fondo, ma di partire da un'analisi condivisa di quello che è attualmente il Servizio sanitario nazionale, di come la penetrazione del privato, non solo convenzionato, sia di fatto ormai una deriva, che rischia di essere ineluttabile, del nostro sistema.

Rappresentante del Governo, lei lo sa molto bene, e lo sa anche il Ministro Schillaci, e non può non saperlo la Presidente Meloni, che pur si dice pronta a ubbidire alla richiesta di alzare le spese per il riarmo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), secondo le indicazioni della NATO, uguale Stati Uniti d'America. Ecco, per quello ci possiamo, ci dobbiamo adeguare. E invece, sul sistema di welfare, sul sistema di sanità nazionale, neanche vogliamo discutere lo stato di mortificazione e di tragedia annunciata in cui versa.

Guardate, colleghi e colleghe, qua, ripeto, non si tratta soltanto di prendere in considerazione i miliardi necessari; si tratta davvero di mettere mano e, soprattutto, testa e pensiero a: uno, l'attuazione dell'articolo 32 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), di cui non possiamo fare carta straccia; due, i bisogni fondamentali della popolazione italiana e non solo italiana, perché, purtroppo, dovremmo parlare di sistema sanitario almeno europeo e dei bisogni di una popolazione che sappiamo che invecchia, che aumenta in fragilità, e di un'infanzia e un'adolescenza che spesso è lasciata in mano dei media, piuttosto che delle strutture e delle reti di assistenza e sostegno.

Si tratta quindi di ripensare profondamente il sistema e, soprattutto, di non mettere a lato, se non al confine estremo del nostro intervento politico, quello che dovrebbe essere al centro: la sicurezza vera del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Girelli. Ne ha facoltà.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. È la seconda volta che, di fronte a una proposta avanzata dalla minoranza, ci si trova di fronte a un muro. Semplicemente è la presentazione di emendamenti soppressivi che impedisce un confronto di merito su quanto proposto. È qualcosa - lo dico ai colleghi del MoVimento 5 Stelle - che, come Partito Democratico, abbiamo sperimentato con la legge Schlein, che, invece che diventare un primo momento di rapporto e di confronto, si è trasformata in una cesura.

Ora siamo di nuovo qui, oltretutto con il ritardo nell'istruttoria e con l'impossibilità di un confronto vero. E l'occasione di questo primo articolo e dell'emendamento relativo che lo sopprime, è quella del finanziamento, che è un po' alla base di ogni azione conseguente. Perché di una cosa, io credo, sempre più ci debba essere consapevolezza fra tutti noi: che senza risorse non si fa nulla. Possiamo anche approvare piccole leggi di settore, mozioni, risoluzioni, ordini del giorno, a volte anche emendamenti che terminano sempre con un “isorisorse”, che significa nella stessa torta, già non sufficiente, immettere possibili ulteriori azioni, con il risultato anche molto diretto che queste azioni non si fanno o, se si riescono a fare, tolgono risorse ad altre attività, perché di questo si tratta.

Io credo che questo modo di approcciare la questione sia, innanzitutto, un insulto al ruolo del Parlamento, all'Aula della Camera in questo caso, e alle relative Commissioni, che dovrebbero essere chiamati in maniera molto puntuale ad affrontare la criticità del momento che stiamo vivendo nella tenuta del Servizio sanitario nazionale. Perché io credo che quanto emerso durante l'emergenza COVID non può essere affrontato solo pensando di attingere ai fondi del PNRR, che - sia chiaro - ci permettono di organizzare, soprattutto dal punto di vista strutturale, dal punto di vista della digitalizzazione, oppure dell'informatica o della strumentistica, la vicenda, se non è accompagnato da un cambio di paradigma e di lettura.

Puntare sulla prevenzione, puntare sull'innovazione, ricostruire una medicina di prossimità che dia risposte alle tante criticità che i cittadini ogni giorno denunciano, dalle liste d'attesa al numero crescente di persone che rinunciano alla cura, alla carenza di personale in alcuni settori strategici - pensiamo all'emergenza-urgenza, solo per fare un esempio anche molto diretto - devono farci riflettere sulla necessità di mettere in campo un cambio di paradigma, partendo dal tema delle risorse.

C'è un dialogo europeo aperto sulla destinazione dei fondi destinati alla prevenzione: va sicuramente rafforzato, approfondito, portato avanti. C'è la necessità di capire come possiamo reggere nella frammentazione dei 21 modelli territoriali rispetto a una necessità sempre più centrale, dove la dimensione stessa dello Stato rischia di essere poca cosa rispetto alla programmazione. C'è da dare una risposta alla capacità della ricerca e della scienza di affrontare tante patologie, nel trasformarle da situazioni che conducono da una morte precoce a un passaggio a quella che è una cronicità, che però ha bisogno di scienza, di ricerca, di farmaci innovativi, perché questo possa avvenire. C'è il tema delle persone che diventano sempre più anziane, che non possiamo vivere come un problema, ma come una conquista del nostro modello sociale, che però ha bisogno di tutto quanto è necessario nell'accompagnare persone che, chiaramente, con l'età mostrano delle loro fragilità. Potremmo parlare della medicina di genere, perché, anche qui, dobbiamo fare i conti con un modello che sembra non tener conto della diversità di genere, penalizzando le donne. Potremmo dire molto altro, ma mi fermo qui, perché i minuti sono quelli che sono.

Rispondere a tutto questo semplicemente sopprimendo la discussione, io credo che sia il segno di una chiusura o, forse, di una incapacità o, forse, della volontà di un Governo determinato sempre di più ad affrontare, dal punto di vista finanziario del breve termine, una questione tanto delicata come quella della sanità pubblica.

Io credo che l'articolo 32 della Costituzione sia uno dei fari della nostra Repubblica, sia una delle conquiste più belle e più importanti, che introduce un principio di uguaglianza fra tutti gli individui, che deve essere difeso.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Chiudo, Presidente. Mi auguro che ci sia un ravvedimento, ci sia la capacità di superare questo modo di affrontare, ci sia un sussulto d'orgoglio da parte del Parlamento, nel suo insieme, nel dire “no” a questo modo di lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Sottosegretario Gemmato, per l'ennesima volta voi bocciate qualsiasi proposta di legge che viene dalle opposizioni, perché voi non avete alcuna alternativa, non avete alcuna proposta. Voi bocciate e non mettete sul tavolo nient'altro che non sia propaganda. Il problema, Sottosegretario Gemmato, è che lo state facendo su una vera urgenza del Paese: il nostro Servizio sanitario nazionale - che è una conquista importante che tutti ci invidiavano, perché ha garantito, in questi anni, di rendere più forte e più resiliente il nostro Paese - sta letteralmente andando a rotoli. Lo sta facendo nel rapporto con il cittadino, lo sta facendo anche nel rapporto con i tanti professionisti della sanità che ci lavorano ogni giorno e che non trovano più un ambiente lavorativo soddisfacente, né dal punto di vista professionale, né dal punto di vista di quanto viene riconosciuto economicamente, né, tantomeno, dal punto di vista del clima che si ha nelle nostre strutture sanitarie.

Voi avete fatto della propaganda, perché, in corrispondenza delle elezioni europee, voi avete presentato il famoso testo, il famoso provvedimento sulle liste d'attesa, che è fermo al palo, perché due terzi dei decreti attuativi di quel provvedimento non sono stati fatti. E, comunque, è la realtà, è la quotidianità delle persone che ci si manifesta con tutta la sua prepotenza, perché le persone non soltanto fanno fatica ad accedere alla sanità di territorio, perché è difficilissimo trovare anche i medici di base - ci sono comunità che sono totalmente sprovviste di medici di base -, ma la cosa più seria e più grave è che la lunga coda della pandemia, che ha portato tante persone a non poter fare visite di prevenzione, esami clinici, interventi chirurgici, non è stata recuperata. E ci sono persone che, nel frattempo, peggiorano la loro vita quotidiana; talvolta muoiono, purtroppo, perché non si sono fatte le cure in modo tempestivo. Un Paese che ha una sanità che non funziona è un Paese che è più fragile, perché le persone che non si curano, le persone che stanno male, non lavorano, hanno difficoltà a tenere insieme i pezzi della loro famiglia. E un Paese così, di sicuro, non può pensare al suo futuro.

Voi, Sottosegretario Gemmato, avete rinunciato a prendere il MES sanitario e voglio sperare che, almeno oggi, con il senno del poi, voi vi sentiate pentiti rispetto a questo. Avete fatto, come dicevo, un provvedimento-propaganda, quello sulle liste d'attesa, e le liste d'attesa sono persino peggiorate. Ci vogliono mesi, anni, per avere una mammografia, per avere esami che sono fondamentali e importanti per arrestare, per prevenire la malattia. I salari, le condizioni di trattamento del nostro personale sanitario - dagli infermieri, passando per i medici, per i chirurghi -, di sicuro non sono migliorati grazie a voi ed è anche peggiorato il rapporto con le regioni. Perché - vede - mi permetto di citare, insieme a questo provvedimento, anche un altro provvedimento che voi avete fatto: il decreto Tariffe. Io vorrei capire - e tornerò anche a breve ad interrogarla, Sottosegretario -, per esempio, che rapporto voi avete con le persone più fragili. Perché addirittura le persone in carrozzina, che devono fare la manutenzione delle loro carrozzine, cambiare la batteria, cambiare la ruota, spese che erano coperte dal Servizio sanitario nazionale, si sono viste, in questi mesi, addirittura rifiutare quelle spese. E a una persona che sta in carrozzina, se non ha quella manutenzione, se non ha la ruota della carrozzina, semplicemente voi state togliendo un pezzo di libertà, state togliendo un pezzo di vita (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

Quindi, Sottosegretario Gemmato, io penso che, senza entrare nel merito di questo provvedimento che è stato presentato, voi avete il dovere di rispondere a questa emergenza del Paese. La sanità, il funzionamento della nostra sanità non è solo poi un tema di risorse; è anche un tema di modello organizzativo. Voi con le regioni che cosa state facendo? Perché è un sistema che - in un Paese che è cambiato in questi anni, in cui sta cambiando la demografia e in cui stanno cambiando anche le aspettative di vita delle persone - ha bisogno di un tagliando. Quindi, il nostro sistema sanitario nazionale non funziona e voi, con la vostra presenza, con la vostra demagogia, con il vostro populismo, state deteriorando la qualità della vita quotidiana delle persone, a partire dalle persone più fragili, a partire da quelle che hanno bisogno di cure e che oggi non possono averle, perché tante volte chi non ha i soldi, chi non può provvedere da sé, oggi in Italia fa fatica a curarsi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (MISTO). Grazie, Presidente. Io voterò a favore sull'emendamento soppressivo dell'articolo 1, perché a impedirmi di votare a favore di una proposta di legge che àncora una frazione a un numero, in cui il numeratore non ha niente a che fare con il denominatore, non è la politica, non è neanche la matematica, ma è la logica. Questo lo abbiamo detto tante volte, cioè che spesa sanitaria e PIL - come spesa militare e PIL - non significa un accidente.

Ma io uso i 40 secondi che mi rimangono per chiedere al MoVimento 5 Stelle e alla maggioranza - al MoVimento 5 Stelle perché so essere sensibile sul tema; al Sottosegretario Gemmato l'ho già chiesto in Aula, mi ha risposto privatamente e l'eleganza mi impone di rimanere riservato, non dirlo pubblicamente -: sa perché il provvedimento sulle liste d'attesa è bloccato, onorevole Gadda? Perché ogni volta che da Roma si cerca di intervenire sui meccanismi della spesa sanitaria, cercando di eliminare le inefficienze, sbattiamo contro il Titolo V. È per questo che siete bloccati su quella roba là.

Allora, non è il momento di proporre: cominciamo con un'indagine conoscitiva? Proponiamo un ragionamento, in questo Parlamento, se non sia venuto il momento di ripensare la gestione regionale della sanità? Non certo per accentrare tutto a Roma, come Napoleone Bonaparte, ma per evitare il sistema nel quale ci siamo infilati, in cui appena cerchi di fare - che siano i costi standard, che siano le centrali uniche di committenza - non riesci a farlo perché devi avere l'accordo di ciascuna delle 20 regioni italiane. Non è il momento di ripensarci tutti insieme?

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

LUIGI MARATTIN (MISTO). Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Sarò davvero molto breve, perché sottoscrivo una ad una le parole della collega Bonetti rispetto all'importanza di intervenire sul tema della sanità come grande emergenza nazionale. Trovo, però, abbastanza spregiudicata e falsa questa narrazione, per la quale non state investendo in sanità per l'acquisto di armi e per il riarmo europeo. Credo che sia una narrazione che non è solo falsa, ma è una presa per i fondelli nei confronti dei cittadini, è un gioco che non funziona e credo anche che sia ancora più grave che lo facciano coloro che hanno decretato di non recepire il MES sanitario e, quindi, hanno rinunciato alle risorse per la sanità nazionale. Credo che tutto questo debba essere raccontato, perché è una presa in giro nei confronti dei cittadini da casa (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciancitto, relatore per la maggioranza. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARIA SALVATORE CIANCITTO , Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente.

Signor Sottosegretario, intanto voglio precisare una cosa: durante il lavoro che abbiamo svolto in Commissione, più volte abbiamo detto all'onorevole Quartini, al MoVimento 5 Stelle, che non c'erano le condizioni per trattare questa legge da un punto di…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole: devo chiederle di alzare il microfono, perché già prima con i pareri non riuscivo a sentire.

FRANCESCO MARIA SALVATORE CIANCITTO , Relatore per la maggioranza. Adesso va bene?

PRESIDENTE. Meglio, grazie.

FRANCESCO MARIA SALVATORE CIANCITTO , Relatore per la maggioranza. Perfetto. Più volte abbiamo detto che non c'erano le condizioni per trattare questo provvedimento. Perché? Perché già anche gli uffici legislativi parlavano di carenza della quantificazione della spesa e di carenza della copertura finanziaria. Ma a suggellare tutto ciò è giunto ieri il parere della Commissione bilancio, dove si dice: “Le modalità di copertura finanziaria degli oneri derivanti dalla proposta di legge in esame, delineate dall'articolo 12, non appaiono conformi a quanto previsto dall'articolo 17, comma 1, della legge n. 196 del 2009, a norma del quale, in attuazione dell'articolo 81, terzo comma, della Costituzione, ciascuna legge che comporti nuovi o maggiori oneri provvede alla loro contestuale copertura finanziaria”. Quindi, il provvedimento non aveva le condizioni di essere trattato.

Voglio dire in più una cosa che è fondamentale: tanti sono i provvedimenti che il Governo ha messo in atto in questi anni, iniziando dal decreto-legge Bollette, il decreto-legge Abbattimento liste di attesa, il disegno di legge Prestazioni sanitarie e tanti altri provvedimenti che sono stati emessi; penso alla depenalizzazione dell'atto medico, con la proroga che abbiamo fatto nella legge Milleproroghe, penso al crescente numero di posti nella facoltà di medicina, all'abolizione del numero chiuso per i primi sei mesi, al crescente numero delle scuole di specializzazione.

Se oggi ci troviamo in queste condizioni del sistema sanitario nazionale, che noi vogliamo potenziare - e voi continuate a dire che noi vogliamo distruggerlo o privatizzarlo, cosa falsa e non vera, signor Presidente -, è solo per tutto ciò che è accaduto dal 2010 al 2019, dove certamente non ha governato Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Il deputato Marattin: “Ma cosa dici!”). Dal 2010 al 2015 i tagli sono stati di 25 miliardi di euro; dal 2015 al 2019 i tagli sono stati di 12,5 (Proteste del deputato Marattin)

PRESIDENTE. Onorevole Marattin, la richiamo all'ordine (Commenti del deputato Marattin). Onorevole Marattin, l'ho già richiamata all'ordine, sa che se lo faccio… ecco, perfetto; si sieda e ascolti in silenzio il relatore. Prego.

FRANCESCO MARIA SALVATORE CIANCITTO, Relatore per la maggioranza. Dicevo, di 12,5 miliardi che andavano dal 2015 al 2019. Chiusura di decine e decine di reparti ospedalieri (Commenti del deputato Stumpo)

PRESIDENTE. Onorevole Stumpo…

FRANCESCO MARIA SALVATORE CIANCITTO, Relatore per la maggioranza. …di distretti sanitari e di altro. Ma non è solo questo. Oggi ci troviamo (Commenti del deputato Stumpo)

PRESIDENTE. Onorevole Stumpo, non può parlare così durante l'intervento del relatore, lo sa benissimo. Prego, collega Ciancitto, continui. Proseguiamo nel silenzio dell'Aula, com'era finora. Prego, collega.

FRANCESCO MARIA SALVATORE CIANCITTO, Relatore per la maggioranza. Purtroppo, quando si dice la verità gli animi si scaldano (Commenti di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prego, collega. Io sono qui per consentirle di parlare e i colleghi per ascoltarla.

FRANCESCO MARIA SALVATORE CIANCITTO, Relatore per la maggioranza. Presidente, io sarò sintetico il più possibile.

Non solo questo, ma nessuno ha studiato che ci sarebbe stata una curva gaussiana di dimissioni per pensionamento di tantissimi medici di famiglia e di tantissimi medici nei reparti ospedalieri. Il numero degli ingressi in medicina andava aumentato in quegli anni, non adesso quando siamo giunti noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il numero delle scuole di specializzazione, dei posti, andava aumentato in quegli anni e non adesso quando siamo giunti noi. Non solo, ma bisognava… Noi abbiamo fatto in Commissione, per iniziativa dell'onorevole Schifone, un'indagine conoscitiva sulle professioni sanitarie. Abbiamo ascoltato tutte le professioni sanitarie e su questo stiamo lavorando. Di cosa ci siamo resi conto? Che dobbiamo rendere appetibili alcune scuole di specializzazione, dobbiamo rendere appetibili alcune lauree brevi, come quella per gli infermieri. Ma voi, in questi anni, dove siete stati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e dei deputati Giachetti e Alfonso Colucci)? Noi siamo giunti adesso; dateci il tempo, perché non è solo una questione di risorse, è una questione anche di gestione (Proteste di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi! Dovete consentire al collega di svolgere il suo intervento (Commenti del deputato Giachetti). Questo non è uno stadio! Collega Giachetti!

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Ha fatto una domanda.

PRESIDENTE. No, collega Giachetti, se vuole rispondere chiede la parola, va bene? Adesso basta!

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Ma sono loro!

PRESIDENTE. Collega Giachetti, la richiamo all'ordine.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). E che fa, mi caccia?

PRESIDENTE. Se continua sì, assolutamente. È tra le facoltà della Presidenza, come lei sa bene avendo fatto questo mestiere molto più autorevolmente di me. Prego, collega Ciancitto.

FRANCESCO MARIA SALVATORE CIANCITTO, Relatore per la maggioranza. Non c'è dubbio che non è solo una questione di risorse, ma è anche una questione di riorganizzazione e di gestione, di un controllo di gestione accurato che deve essere richiesto alle regioni, che le regioni devono richiedere alle singole aziende ospedaliere.

Siamo coscienti che il sistema sanitario va rinnovato, va cambiato, perché ci sono condizioni differenti e ci troviamo di fronte all'inverno demografico. Fortunatamente, al crescere dell'età media abbiamo tante malattie croniche che oggi si possono curare, l'innovazione e i farmaci, siamo coscienti di questo e credo che sia il Governo Meloni, sia il Ministro Schillaci con il Sottosegretario Gemmato, come tutta la maggioranza, stanno lavorando su questo sentiero (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Presidente, io pensavo che, governando lei l'Aula, se il collega si rivolge direttamente a noi e ci domanda: “dove siete stati?”, o lui non fa la domanda o noi, per educazione, siamo obbligati a rispondere (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e volevamo provare…

PRESIDENTE. E adesso ha la parola per farlo, prego.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). E lo sto facendo, e lo sto facendo. Stavo cercando di spiegare all'onorevole Ciancitto che dove stavo io sei anni fa sono fatti miei, ma loro sono tre anni (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra) che stanno al Governo e che cosa vanno cercando? Che hanno fatto? E continuano a dire: dove stavate voi? Ma dove state voi adesso? Il problema è che non state da nessuna parte perché siete assenti su questo, come su ogni altra cosa (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Visto? Abbiamo trovato il modo di parlare.

Saluto la baby giunta e il consiglio baby del comune di Rombiolo (Vibo Valentia), che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). E c'è anche un altro baby che è entrato in Aula con la collega, l'ho visto e lo saluto.

Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 1.102 Vietri, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e il parere contrario del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Avverto che, a seguito dell'approvazione degli identici emendamenti 1.200 della Commissione bilancio e 1.102 Vietri, le restanti proposte emendative riferite all'articolo 1 e la votazione dell'articolo medesimo risultano precluse.

(Articolo 2 - A.C. 1298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.102 Vietri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Leggo alcuni estratti delle audizioni che si sono tenute su questa proposta di legge: “Al Sud i servizi di prevenzione e cura sono più carenti, minore è la spesa pubblica sanitaria, più lunghe le distanze da percorrere per ricevere assistenza, soprattutto per le patologie più gravi. Aumentare la spesa sanitaria è una priorità nazionale”.

Questa priorità nazionale non la dice e non la grida soltanto il MoVimento 5 Stelle, la gridano milioni di cittadini italiani che non riescono ad accedere alle cure nei tempi previsti, milioni di cittadini italiani che non riescono ad accedere alle cure perché non hanno i soldi per rivolgersi a quella sanità privata che voi state incrementando; lo gridano quei milioni di cittadini italiani che sono costretti con patologie gravi a fare il cosiddetto “turismo della salute” e che dal Sud Italia sono costretti ad andarsi a curare al Nord Italia. Ma soprattutto questo articolo, che voi oggi sopprimete senza dire una parola, senza ascoltare minimamente le nostre proposte, senza un dibattito - perché in quest'Aula purtroppo stiamo parlando soltanto noi del MoVimento 5 Stelle e soltanto noi dell'opposizione -, prevedeva alcune misure di grande impatto che hanno alla base una logica semplice, che parte dalla conoscenza tecnica dei problemi del nostro Servizio sanitario nazionale, ma anche dall'ascolto pratico di tanti cittadini che hanno difficoltà ad avvicinarsi alle cure.

Proprio per questo avevamo previsto una cosa molto semplice: che la spesa sanitaria dovesse essere almeno l'8 per cento del prodotto interno lordo, l'abbiamo previsto per allinearci alle indicazioni europee. Come sottolineava bene in questi giorni un mio collega, purtroppo l'Europa per voi conta a fasi alterne, conta quando dobbiamo spendere 10 miliardi di euro all'anno in armi e cannoni, ma non conta quando dobbiamo garantire ai nostri cittadini i posti letto minimi di terapia intensiva; la terapia intensiva è quella che purtroppo separa spesso il cittadino tra la vita e la morte. Ecco, noi abbiamo previsto semplicemente di adeguarci agli standard europei che prevedono che ci siano 25 posti letto di terapia intensiva ogni almeno 100.000 abitanti, che ci sia una proporzione tra i posti letto ordinari e la popolazione pari a quella dell'Unione, cioè 5,5, ora siamo a un livello di 3,7.

Sembrano numeri, ripeto, ma qui in ballo c'è la vita dei cittadini. Ma soprattutto - e vado a chiudere - in realtà quello che voi non capite e purtroppo continuerete a non capire deriva da un vizio logico di fondo, che non è solo quello di incolpare sempre chi è venuto prima di voi - c'è un celebre monologo che io stessa ho recitato che si intitola “È sempre colpa di un altro” - ma soprattutto perché voi proprio avete una visione della vita, del lavoro, della sanità, della scuola, che è assolutamente incompatibile con la nostra.

Voi considerate la sanità come un costo, non come un investimento per la salute e il benessere delle persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); voi volete ridurre sempre più il perimetro delle tutele pubbliche, dalla scuola alla sanità, e questo perché? Perché aumentate forme di mancette individuali - vedi i regali alla sanità privata - forse per mantenere i vostri centri di potere, per mantenere il consenso elettorale. Voi permettete alla politica partitica di avvilupparsi in maniera indissolubile con le politiche sanitarie quando dite “no” alla nostra norma che dice che i dirigenti sanitari e i direttori delle ASL devono essere nominati per merito e non per inginocchiamento politico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); voi prendete decisioni che sono in contrasto con il principio europeo della salute - lo dico in italiano - in ogni politica, che impone di orientare tutte le decisioni politiche, non solo le decisioni sanitarie, ma anche quelle sociali, ambientali, economiche, fiscali e industriali mettendo sempre al centro la salute delle persone. E allora vedi l'abolizione del reddito di cittadinanza, vedi il welfare distrutto, vedi la sanità distrutta a favore della sanità privata. Tutto questo non sarà colpa nostra, sarà colpa vostra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo devo dire molto volentieri, ma lo faccio anche con amarezza. Lo dico perché non si riesce comunque a portare in Aula un confronto in modo serio e costruttivo per alimentare un dibattito urgente di cui il nostro Paese ha bisogno relativamente alla tenuta del sistema sanitario nazionale e alla garanzia del diritto alla salute, così come sancito dall'articolo 32. Perché è vero, in quest'Aula tutti diciamo la stessa cosa, ossia che il sistema sanitario è un patrimonio prezioso, ma alla fine si va avanti a suon di forzature, senza un dibattito vero a cui anche le opposizioni hanno tutto il diritto di partecipare.

Purtroppo fino ad oggi non è successo così, non è successo così sulla legge Schlein che è stata bocciata allo stesso modo con emendamenti soppressivi e non sta avvenendo così nemmeno sulla proposta del MoVimento 5 Stelle, a prima firma del collega Quartini, che ha provato ulteriormente ad offrirci l'opportunità di ribadire quanto il sistema sanitario nazionale sia una priorità che richiede tutta la nostra attenzione e non solo delle forze di opposizione, ma di tutto il Parlamento; perché il tema non è solamente “chi ha fatto cosa, chi non ha fatto, dove eravamo”, il tema è capire oggi cosa siamo in grado di fare perché certamente è un dato di fatto che la condizione del sistema sanitario nazionale non sta migliorando e le proposte, i decreti-legge messi in campo da questo Governo non stanno certamente aiutando a superare quelle criticità oggettive che emergono da tutti i report e che gravano sulla pelle dei nostri cittadini.

Lo dico perché io penso che ci sia da ricordare ancora una volta come il sistema sanitario nazionale sia un grandissimo patrimonio di democrazia, l'unico che è in grado di garantire equità ed uguaglianza; ed è un patrimonio di dedizione, di impegno, di competenza per cui dobbiamo essere grati a coloro che ogni giorno, professionisti, medici, professioni sanitarie, quelle sociosanitarie, infermieri, si prendono cura quotidianamente di chi ha necessità di cure.

Lo dico perché a loro, come sempre, tutte le volte che parliamo dovremmo rivolgere il nostro ringraziamento, perché solamente grazie al loro incredibile impegno quotidiano riusciamo, ancora oggi, nelle difficoltà che ci sono, a garantire comunque qualche prestazione sanitaria. Ma è indubbio che i livelli essenziali di assistenza, di cui si occupa questo articolato, hanno dei dati di performance molto carenti. Ricordo a tutti noi che i LEA sono proprio quell'insieme di esami, di prestazioni, di servizi che il sistema sanitario nazionale deve garantire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di un ticket, perché sono l'unico strumento che ci permette di assicurare uniformità ed equità nell'accesso alle cure su tutto il territorio nazionale.

Purtroppo, il nuovo sistema di garanzia, che ha messo in campo l'analisi di indici di misurazione, evidenzia come la situazione sia fortemente disomogenea, con divari territoriali molto evidenti, soprattutto su alcune aree, in particolare sulla prevenzione e sull'assistenza territoriale. Ricordo che, negli ultimi dati elaborati nel sistema di monitoraggio - quindi, dati ufficiali -, presenti nel cruscotto anche del Ministero, nel sito del Ministero, nel 2023 solamente 13 regioni sono state promosse sui LEA, mentre 8 sono state bocciate, rendendo evidente questa differenza territoriale, che indica proprio la fragilità del nostro sistema sanitario nazionale.

Lo dico perché - e cito i dati dell'Istat - un italiano su dieci ha dichiarato di avere rinunciato a cure o a visite specialistiche nell'ultimo anno semplicemente perché, da un lato, c'è un sistema sanitario nazionale che arranca, dall'altro lato, abbiamo famiglie sempre più in povertà, con retribuzioni ferme negli ultimi 30 anni, calo del potere di acquisto e aumento del costo della vita. Tant'è vero che le famiglie rinunciano perché non hanno più la possibilità di scegliere, semplicemente perché sono più povere; tant'è vero che il dato delle famiglie povere è in aumento nel nostro Paese.

Dunque, credo che stia in noi una grande responsabilità di fronte a un continuo e lento definanziamento del sistema sanitario nazionale, che è utile purtroppo ad una sola cosa, Presidente, a dimostrare che il pubblico è inadeguato, che non funziona. Giusto, perché la soluzione così diventa più semplice: finanziare il privato sulla pelle dei cittadini, che saranno sempre più soli e sempre più fragili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Questa maggioranza di centrodestra decide oggi di negare l'incremento del fondo di finanziamento dei LEA. Quindi, sostanzialmente, decide di negare, ad esempio, il diritto dei bambini della neuropsichiatria infantile di Rogliano, che da 7 mesi non usufruiscono del servizio di logopedia perché non si riesce ad assumere un logopedista; quindi, le famiglie sono costrette a rivolgersi ai privati e ad affrontare lunghe liste d'attesa.

Voi oggi negate e continuerete a negare questo diritto fondamentale, perché in Calabria, come in altre terre del nostro Paese, ormai il diritto alla salute e alla cura, anche degli infanti, dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi, è diventato un favore, un ricatto. Vi dovreste solo vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (MISTO). Grazie, Presidente. Mi scuso per prima, per un'intemperanza, ogni tanto anche a me piace sentirmi giovane. Però voglio rivolgermi al relatore, per il suo tramite, e dirgli che il populismo di chi vi accusa di avere fatto tagli alla sanità, che non è vero, o il populismo di chi si inventa dei rapporti spesa sanitaria-PIL non è diverso dal populismo di chi si inventa tagli nel passato. Perché io ho qui i dati Istat del Fondo sanitario nazionale. Cosa diceva lei, 2013? Nel 2013 erano 107 miliardi di euro. Cosa diceva lei, 2019? Erano 114,5 miliardi di euro.

Non ci sono stati tagli in quegli anni. O noi la smettiamo di rispondere al populismo con il populismo oppure i problemi dei cittadini non si risolveranno mai e questo Paese non diventerà mai una cosa seria. Quindi, un appello: difendetevi dagli attacchi populisti non con un populismo di segno uguale e contrario, altrimenti dai guai, sulla sanità e oltre, in questo Paese, non ne usciremo mai.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.102 Vietri, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 2.102 Vietri, l'emendamento 2.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, risulta assorbito, mentre le restanti proposte emendative riferite all'articolo 2 e la votazione dell'articolo medesimo risultano precluse.

(Articolo 3 - A.C. 1298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 3.101Vietri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S), Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. È molto interessante…

PRESIDENTE. Scusi, collega, parla come relatore di minoranza o come gruppo? Per l'uso dei tempi, decida lei. Non è una domanda trabocchetto, giuro.

ANDREA QUARTINI, Relatore di minoranza. Diciamo come relatore di minoranza.

PRESIDENTE. Prego, va bene.

ANDREA QUARTINI, Relatore di minoranza. Diciamo che è molto interessante questo dibattito sulla spesa sanitaria e sul PIL. Prima ho fatto un ragionamento sul fatto che ci sono 800 euro in media pro capite che l'Italia spende in meno per la sanità rispetto ai Paesi OCSE, che vuol dire 48 miliardi. Direi di parlare di questo e poi vediamo quanto manca a coprire la spesa sanitaria. Però, ritornando al discorso del PIL - e mi riferisco anche al collega Marattin - non ha senso parlare di valore assoluto, perché l'inflazione fa vittime, gli stipendi non crescono al pari dell'inflazione e gran parte della spesa sanitaria è in stipendi.

Le spese energetiche vanno a coprire in gran parte i pochi finanziamenti che avete messo sulla sanità, questo è il dato di fatto. Quindi, da questo punto di vista, è importante cercare di rapportare la spesa sanitaria al PIL. L'OCSE ci suggerisce di aumentare almeno al 2,6 per cento la spesa sanitaria rispetto al PIL, noi l'abbiamo aumentata dell'1,2 per cento. Quindi, da questo punto di vista, è evidente che c'è un definanziamento. Però entriamo nel merito dell'articolo 3.

Noi proponevamo fondamentalmente che si facesse un'operazione virtuosa, attraverso un piano triennale, definito dal fabbisogno di personale, per poter rimediare all'odioso tetto alle assunzioni che è stato messo nel 2001, quando tra i vari Ministri c'era anche la Meloni. È un punto centrale questo, è un punto fondamentale, perché la nostra trincea, la nostra frontiera vera - e lo vediamo e lo vedono i cittadini tutti i giorni - è il pronto soccorso, che è in affanno, e c'è bisogno di personale da assumere.

Si sta ricorrendo, sempre in maniera più significativa, all'odioso fenomeno dei gettonisti, che non è stato eliminato, come ha voluto dire, in quest'Aula, la Presidente Meloni: i gettonisti sono aumentati nell'ultimo periodo. Questa bugia che è stata raccontata è una bugia che ha, ovviamente, le gambe corte. Però, allo stesso tempo, in questo articolo 3 andiamo a rivalorizzare, a ridare significato ai 15 miliardi del PNRR, perché prevediamo l'assunzione di personale per far funzionare le case di comunità.

Se le case della comunità funzionano, saranno loro a sottrarre la congestione del pronto soccorso. L'80 per cento delle prestazioni al pronto soccorso - ci dice Agenas - sono codici bianchi e codici verdi. Questi codici possono essere trattati tranquillamente a livello territoriale, ma, se il territorio non funziona, dove possono andare a rivolgersi i cittadini? Inevitabilmente vanno al pronto soccorso, che si congestiona. Le lunghe attese sono alla base della violenza nei pronto soccorso. Non è la possibilità di essere trattati, anzi, abbiamo del personale che andrebbe trattato con i guanti di velluto nei nostri pronto soccorso. Meno male che abbiamo l'abnegazione, lo spirito di abnegazione. Abbiamo una capacità dei nostri operatori che è straordinaria, ma vivono in un sistema di sovraffollamento che non è accettabile.

Allora, bisogna intervenire, a monte, nel territorio - e qui lo stiamo proponendo - e, a valle, nei reparti - era l'articolo precedente -, ma di questo si tratta. Io credo che non voler affrontare questo tema sia una colpa che si ripercuoterà su questa maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Furfaro. Ne ha facoltà.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Devi dire che è abbastanza sconcertante, inquietante, perché noi non stiamo semplicemente dinanzi alla responsabilità del Governo e della maggioranza, che hanno deciso di sopprimere una legge dell'opposizione. Si può fare, è legittimo, però è abbastanza sconfortante l'ipocrisia.

In questa legge, a prima firma del deputato Quartini, probabilmente nemmeno noi eravamo d'accordo su tutto, ma c'è un tema. Ogni giorno la sanità viene utilizzata come elemento di propaganda, ci scanniamo sui dati, litighiamo sul PIL o sui valori assoluti, ma ci sono due elementi che credo siano inequivocabili per tutti noi: ci sono 6 milioni di italiani che non riescono più a curarsi, perché le liste d'attesa sono troppo lunghe o non hanno i soldi per farlo. Non è un dato che può contestare Marattin, accusandoci di populismo, non è un dato sul quale potete girarvi indietro e dare la colpa all'opposizione, perché sono aumentati di 2 milioni di persone. Di fronte a tutto questo, una maggioranza seria avrebbe detto: bene, parliamo di sanità; magari quella legge non ci piace, quella legge di Quartini è tutta da rifare, la cambiamo e mettiamo a terra altre cose. Però mettiamo a terra il fatto di provare a incrociare il diritto dei cittadini di essere curati, perché quel diritto è sancito dalla Costituzione, sulla quale ha giurato il Sottosegretario Gemmato, il Ministro Schillaci, il Governo e la Presidente del Consiglio Meloni e nella quale è scritto che il diritto alle cure è un diritto fondamentale.

Tante cose potrebbero rispondervi sui numeri assoluti. È vergognoso, sapete bene di recitare una parte, perché spendiamo infinitamente meno rispetto a quei grandi Paesi dell'Unione europea, ai Paesi occidentali e la nostra spesa in sanità pubblica rispetto al PIL equivale a Paesi che sono molto meno potenti e rinomati dal punto di vista economico e sociale dell'Italia. Quindi, delle due, l'una: ci prendete per i fondelli ogni volta che parlate di grande Italia, di Nazione e di Patria e, poi, ci dobbiamo accodare al resto del mondo perché non volete investire in sanità, mentre però, allo stesso tempo, vi ricordo che avete annullato le multe ai no-vax. Quindi, i soldi per fare le carezze a gente che odia la sanità pubblica li trovate, poi, però, vi permettete di sopprimere una legge che risolve i problemi.

Ho chiesto la parola per intervenire su questo articolo, perché a me pare assurdo che, in un Paese in cui siete letteralmente ossessionati dall'immigrazione, fate finta di non vedere che in questo Paese mancano medici e infermieri; sono emigrati 131.000 medici e 48.000 infermieri negli ultimi anni, ne mancano 50.000 solo tra i medici specialisti. In un Paese che non ha un euro da investire in sanità pubblica, perché le risorse vengono riservate a condoni e a tutto il resto che, ovviamente, serve a poco a questo Paese, ma per accontentare qualche frangia elettorale che tanto vi piace, spendiamo, negli ultimi 4 anni, quasi 2 miliardi di euro in medici gettonisti. Essi non sono un fenomeno che è stato estirpato dalla Presidente del Consiglio, anzi, ne porta la piena responsabilità. Collega Ciancitto, dov'era la Ministra Meloni quando veniva approvato il blocco della spesa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Era in Consiglio dei ministri. Provi a chiederlo quando arriva…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, collega.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Lo chiedo tramite la Presidenza e mi scuso. L'ipocrisia, poi, ha le gambe corte, soprattutto quando si governa da 3 anni e anche perché - mi permetto di consigliarlo alla maggioranza - ci sono, tra le sue fila, colleghi che parlano di “sistema Toscana”. Venite a prendere appunti, perché in Toscana i medici gettonisti non ci sono. Non ci sono perché abbiamo fatto una scelta ben diversa che ricorrere a medici che, purtroppo, costano tantissimi soldi: 85 euro all'ora i medici, 28 euro gli infermieri.

A proposito di comparazione con gli altri Paesi, l'Italia conta 6,2 infermieri ogni 1.000 abitanti, nel resto d'Europa 9; abbiamo 16 laureati ogni 100.000 abitanti, nel resto d'Europa quasi 40. C'è un problema che riguarda la visione politica di questo Governo, cioè l'indirizzo: tutelare e valorizzare la sanità pubblica e chi ci lavora dentro, e significa farlo dal sistema formativo e dall'università, fare in modo che ci siano assunzioni e fare in modo che possano vedere aumentati i salari e migliorate le condizioni di lavoro. Voi avete approvato la flat tax incrementale, che spinge medici ad andare nel privato e a lasciare la sanità pubblica. Abbiamo tutte manovre e misure fatte ad arte affinché si lasci e venga depredato il Servizio sanitario nazionale e si ricorra alla sanità privata.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Concludo. Per questo siamo molto dispiaciuti che, anche oggi, non possiamo parlare del merito e dobbiamo contrapporci sul fatto che arrivate qua - guardate, lo dico anche a voi, colleghe e colleghi, non so come fate a non stancarvi - e vi prendete la responsabilità di non far discutere il Parlamento e nemmeno di fare una proposta. Abbiamo un Parlamento. Lasciate perdere l'ipocrisia, gli investimenti, però è un dato di fatto che, ieri, la Presidente Meloni è venuta qua a dirci che sbloccherà il 5 per cento del PIL in armamenti e, dall'altra parte, ci siete voi che sopprimete una legge a favore della sanità pubblica. Questa è la politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.

ENRICA ALIFANO (M5S). Presidente, intervengo a titolo personale. Volevo fare una...

PRESIDENTE. Avete ancora i tempi del gruppo, perché avete i cinque minuti, dato che il deputato Quartini ha parlato per un minuto…. Quindi parla la collega D'Orso? Va bene. Prego, ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie. Presidente. Io ho chiesto la parola per portare in quest'Aula tutta la rabbia, tutta l'indignazione di quei siciliani, dei tantissimi siciliani, che lo scorso 15 giugno sono scesi in piazza a Palermo, con noi del MoVimento 5 Stelle, al fianco del nostro presidente Conte.

Sono scesi in piazza per denunciare tutti i disservizi della sanità siciliana che sono costretti a subire, tutte le difficoltà di curarsi. Hanno raccontato i viaggi della speranza che sono costretti a fare, quando hanno le disponibilità economiche per affrontare questi viaggi. Abbiamo ascoltato delle testimonianze che io giudico davvero coraggiose, perché dimostrano tutta la resilienza, la resilienza tipica della mia terra. Questi cittadini e queste cittadine, oltre ad affrontare la malattia propria e dei propri congiunti, devono affrontare ostacoli su ostacoli. Per avere cosa, poi, alla fine? Per ricevere cosa? Per ricevere cure, per vedere attuato un diritto costituzionale, per vedere attuato l'articolo 32 della nostra Costituzione. Quei cittadini e quelle cittadine meritano, meriterebbero, il rispetto di questo di questo Parlamento.

E cosa chiedevano? Chiedevano un cambio di passo, un cambio di rotta. Chiedono di investire nella sanità pubblica, perché solo la sanità pubblica può garantire a tutti il diritto e l'accessibilità alle cure, così come tempi certi e ragionevoli per le diagnosi, perché non accadano più casi come quelli che abbiamo visto accadere a Trapani. Tutto questo chiedevano quei cittadini, quei miei concittadini. Diciamo la verità: oggi cosa si consuma, se non un ennesimo schiaffo in faccia a tutti i cittadini siciliani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Perché questo voi state facendo, affossando questa proposta di legge, che conteneva in sé tutte quelle risposte e tutte quelle soluzioni alle criticità che ci hanno denunciato a gran voce.

Ecco, assumetevi la responsabilità. State dando uno schiaffo in faccia a tutti i cittadini siciliani, che oggi voglio qui rappresentare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signora Presidente. Credo avesse ragione il collega Quartini, quando, all'inizio del suo intervento, ha detto che ci troviamo di fronte alla più grande conquista che il nostro Paese, i cittadini, i lavoratori e le lavoratrici di questo Paese hanno avuto nel corso degli anni: la sanità pubblica.

Voglio ricordare che, fino a quel momento, per chi in Italia si ammalava - anche nei, secondo alcuni di voi, gloriosi anni del Ventennio -, era necessario vendere casa, vendere qualunque proprietà per potersi curare. Ecco, grazie alla conquista della sanità pubblica, è stato possibile avere accesso alle cure. Quindi, stiamo parlando di una delle più grandi e importanti conquiste del nostro Paese e, per tale motivo, questa questione dovrebbe essere all'attenzione di tutte e di tutti i deputati, in modo particolare degli esponenti della maggioranza e del Governo.

Oggi, ancora una volta, vi è la risposta, così tranchant, da parte della maggioranza e del Governo di non voler affrontare questo problema. Ma il problema, ovviamente, riguarda non la contrapposizione tra opposizione e maggioranza, ma la vita delle cittadine e dei cittadini, di ognuno di noi, di tutte le persone con le quali abbiamo un rapporto, dei nostri e dei vostri elettori, dei nostri e delle vostre elettrici, che si trovano in una situazione assolutamente drammatica nel doversi confrontare con un sistema sanitario sempre più allo sfascio, un sistema sanitario che non riesce a dare risposte rispetto ai problemi e ai bisogni più profondi della popolazione, un sistema sanitario sempre più ingiusto che privilegia, ovviamente, quelli che sono più ricchi a scapito di quelli che sono più poveri.

Il collega Furfaro citava il dato delle persone che rinunciano alle cure: sono 6 milioni, sono in grande crescita, sono cresciute di 2 milioni. Questo significa che le persone non possono curarsi non solo per le liste d'attesa, ma anche per i ticket sempre più cari, che vengono accollati sulle spalle dei cittadini e delle cittadine. A volte - e questa è una realtà incontrovertibile -, in molte regioni del nostro Paese, il ticket equivale esattamente - a volte, è anche superiore - al costo della prestazione presso un privato. Conviene andare dal privato piuttosto che dal pubblico, perché il ticket è assolutamente superiore. E tante persone che non riescono ad avere accesso alle prestazioni necessarie per le proprie patologie - a volte si tratta di gravi patologie -, se vogliono affrontare il problema, non lo devono affrontare con la questione dell'intra moenia, che non soltanto garantisce un guadagno extra al professionista, ma addirittura la stessa struttura ospedaliera ne trae un guadagno. È così che le persone, per avere una prestazione a cui hanno diritto, devono pagarla due volte: prima la pagano attraverso le tasse, che pagano quotidianamente in modo eccessivo, soprattutto i lavoratori e le lavoratrici dipendenti, e poi la pagano con l'intra moenia o coi ticket che sono costretti a pagare, e ciononostante non hanno mai una cura appropriata.

E, a fronte di tutto ciò, la maggioranza cosa fa? Non è una maggioranza che viene qui a dire: discutiamo di sanità, sfidando anche l'opposizione a trovare un testo che possa migliorare, e le risorse che possano migliorare. No! Non solo non fa questo, ma si rifiuta anche di affrontare la discussione quando viene posta dai membri e componenti dell'opposizione.

Io voglio ricordare che questo è un Paese nel quale non si trovano più medici di famiglia. Non ci sono più. Non si trovano i medici che vogliono andare al pronto soccorso per le condizioni che voi avete determinato, perché state governando voi, e ci sono partiti, come la Lega, che, negli ultimi anni, hanno governato sempre, mentre noi siamo stati sempre all'opposizione. Io ve lo voglio ricordare, perché queste sono le vostre responsabilità, e le vostre responsabilità, oltre che politiche, diventano etiche nel momento in cui la Presidente del Consiglio viene a dire che dobbiamo arrivare al 5 per cento del PIL per acquistare armi e strumenti di distruzione e di morte per tutti, quando, in realtà, non ci sono i medici per i pronto soccorso, quando in realtà le persone non si possono curare.

Io penso che, su questo, dovreste fare una lunga riflessione, perché, su questo, i cittadini vi stanno giudicando e vi giudicano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alifano, a titolo personale. Ne ha facoltà.

ENRICA ALIFANO (M5S). Signora Presidente, ho sempre più l'impressione che il Palazzo risulti completamente staccato dalla vita di ogni giorno dei cittadini. Noi viviamo in un Paese in cui i cittadini devono confrontarsi con liste di attesa spesso interminabili e, se hanno la sventura di doversi recare a un pronto soccorso, lo troveranno iper affollato e dovranno attendere ore, ore e ore prima di essere visitati, magari anche se si trovano in condizioni di estrema urgenza.

Ora, di necessità, occorre un piano di assunzioni di medici ed infermieri, per andare incontro alle esigenze dei cittadini e per tutelare il diritto alla salute, come sancito dall'articolo 32 della Costituzione. Io voglio solo fare un brevissimo raffronto, perché si è parlato tanto di PIL. Ebbene, da un report stilato dalla Camera dei deputati, dell'anno scorso, risulta che la Francia destina l'11,8 per cento del PIL, signora Presidente, contro circa il 6 per cento nostro, alla spesa sanitaria. Basta fare questo semplice raffronto per rendersi conto in quali condizioni ci troviamo.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento e 3.101 Vietri, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Avverto che, a seguito dell'approvazione degli identici emendamenti 3.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento e 3.101 Vietri, la restante proposta emendativa riferita all'articolo 3 e la votazione dell'articolo medesimo risultano precluse.

(Articolo 4 - A.C. 1298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.100 Vietri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Come relatore di minoranza o a nome del gruppo?

ANDREA QUARTINI, Relatore di minoranza. Come relatore di minoranza.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI, Relatore di minoranza. Questo è uno di quegli articoli che, in realtà, era a costo zero, quindi, su questo, crolla tutto l'impianto che è stato costruito sia in V Commissione, sia nella nostra Commissione.

Con questo articolo andiamo a normare e a limitare il sistema della sanità integrativa che, in questo momento - voglio ricordare -, in realtà, è sostitutiva del Servizio sanitario nazionale.

Ben l'80 per cento delle prestazioni nel sistema assicurativo dovrebbe rientrare nei livelli essenziali di assistenza. Noi, viceversa, proponiamo che ci sia un'inversione di tendenza. Il perimetro che diamo nella delega al Governo per normare questa parte è molto chiaro: possono svolgere soltanto il 20 per cento delle prestazioni comprese nei LEA. Attualmente, le percentuali sono esattamente opposte ed è una cosa semplicemente scandalosa.

Non solo. Nel contesto dei sistemi assicurativi, nello stesso articolo, proponiamo: trasparenza, pubblicazione degli statuti, dei bilanci e delle agevolazioni fiscali che ricevono i fondi sanitari. Una pubblicazione che è parte integrante di un sistema di trasparenza.

Inoltre, vorremmo che non ci fossero conflitti di interesse, vorremmo che ci fosse un divieto di lucro rispetto a questi fondi assicurativi e vorremmo che chi gestisce questi fondi assicurativi non avesse conflitto di interessi. Già, il conflitto di interessi: anche su questo, in quest'Aula, la nostra proposta sul conflitto di interessi ha avuto lo stesso destino di questa proposta. Si chiede addirittura di intervenire sulla possibilità di acquisire un sistema di assicurazione privata solo su base libera e volontaria e non sulla base di contratti di lavoro che, in qualche modo, rispetto al welfare aziendale, obbligano i dipendenti ad aderire.

E infine interveniamo sul riordino dei benefici e delle agevolazioni fiscali, escludendo qualsiasi beneficio se la gestione è affidata a banche e assicurazioni. Già avete favorito le banche non mettendo una tassa sugli extraprofitti, noi vorremmo che almeno in sanità non speculassero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Qui ci troviamo di fronte a un'occasione persa perché può capitare che maggioranza e opposizione non siano d'accordo sulle soluzioni, anzi capita piuttosto spesso, ma qui la cosa grave è che non siamo d'accordo neanche sul problema, perché qui siamo di fronte a un definanziamento e si trovano le più disparate soluzioni dicendo: no, non è vero, calcoli strani. Ma ce lo dice la realtà che vivono le persone che siamo di fronte a un definanziamento. Ce lo dicono enti indipendenti che siamo di fronte al definanziamento. E non parliamo neanche la stessa lingua, perché voi ci rispondete che avete fatto il più grande investimento in sanità di sempre.

E poi abbiamo anche un altro problema, che è quello che la sanità è gestita a livello regionale. E questo lo dice il fatto che il Ministro della Salute stesso non sia a conoscenza della situazione delle regioni. È molto grave questo. E noi vi abbiamo anche proposto di riportare la gestione sanitaria a livello nazionale. Noi vi abbiamo portato una proposta, oggi. Una proposta chiara, precisa, con risposte a diversi problemi, che potrebbero aiutare a risollevare il nostro Servizio sanitario nazionale. E l'unica cosa che voi avete saputo fare è stato presentare emendamenti soppressivi. Noi abbiamo una proposta, ma la vostra qual è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

L'impressione è che alle nostre proposte voi sappiate rispondere soltanto con la propaganda, perché, nel momento in cui dite di aver fatto una stretta sul fenomeno dei medici a gettone, quando nel 2024 la spesa per i gettonisti è stata superiore a quella del 2023, di oltre il 20 per cento in più rispetto al 2023 questa si chiama propaganda. Quando dite di voler affrontare il problema della medicina difensiva, istituendo una Commissione apposita, un Parlamento parallelo nel Ministero della Giustizia, la Commissione D'Ippolito, e dopo un anno non sappiamo ancora quali soluzioni sono state trovate questa si chiama propaganda. Quando potremmo recuperare addirittura 10-15 miliardi di risorse spese in medicina difensiva e non si fa nulla, quando tutto il Parlamento ha detto di voler intervenire sul tema, questa si chiama propaganda. Quando dite di aver fatto il più grande investimento in sanità, ma poi scopriamo che il finanziamento non copre neanche l'aumento delle spese legate all'inflazione, questa si chiama propaganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E quando dite che la coperta è corta, ma poi trovate le risorse per prendere l'impegno di finanziare al 5 per cento del PIL le spese militari, questa è propaganda.

E allora io mi ricollego a quell'appello all'unità che veniva fatto in discussione generale: dobbiamo essere uniti sulla gestione del Servizio sanitario nazionale, su come risollevarlo. Ma come possiamo essere uniti, se non condividiamo neanche qual è il problema del perché ci troviamo di fronte a questo? Come possiamo? Quale appello all'unità? Con chi ha deciso di lasciare in una lenta agonia il nostro Servizio sanitario nazionale, non voglio neanche dire aiutando direttamente il privato, ma lasciando in una lenta agonia il nostro Servizio sanitario nazionale?

L'unica risposta ai bisogni di salute delle persone, di chi potrà davvero curarsi sarà soltanto il privato. Non c'è altra risposta. Non c'è altra possibilità.

E quindi concludo, Presidente, con molto, molto rammarico, perché questa era un'occasione per poter davvero affrontare il problema a 360 gradi. Avremmo anche accettato le vostre proposte correttive. Avremmo potuto affrontare il problema insieme. Ma non c'è stata volontà. E quindi sono davvero, davvero dispiaciuta di questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 Vietri, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Vietri 4.100, l'emendamento 4.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento risulta assorbito, mentre la votazione dell'articolo 4 risulta preclusa.

(Articolo 5 - A.C. 1298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.100 Vietri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signora Presidente. Io spero che quello che sta accadendo oggi in quest'Aula, cioè il fatto che voi stiate cancellando, sopprimendo, cassando e bocciando in toto la nostra proposta di legge, che chiede di riformare, di finanziare e di riorganizzare il Servizio sanitario nazionale, abbia tanti titoli quanti ne sta avendo la notizia che il Governo ha deciso di dare il via libera a investire il 5 per cento del PIL sulla spesa militare. Sono entrambe notizie molto importanti, quindi hanno entrambe un valore tale da avere tanti titoli di giornali. Non solo l'una, ma anche l'altra.

Infatti, qualche giorno fa, ieri in Senato e l'altro ieri alla Camera, la Presidente Meloni è venuta a rivendicare con orgoglio la sua scelta, la scelta politica del Governo di dire “sì” - io direi “signor sì”! - alla proposta della NATO di aumentare al 5 per cento la spesa militare. Ed è legittimo. È legittimo perché governare vuol dire anche scegliere come erogare e collocare le risorse pubbliche. Quindi è una scelta legittima che ha fatto il Governo. Altrettanto legittimamente, però, io non ho capito una cosa. Voi lo rivendicate e credete che sia importante per la vostra e la nostra sicurezza; si tratta di 400 miliardi in più in dieci anni, di 100 miliardi più come spesa annua in previsione, ma la domanda alla quale voi non avete risposto è: ma dove li prendete i soldi? Cioè, quello che si chiede un cittadino comune è: ma dove li prendono questi soldi? Ora, quando l'opposizione vi dice cose che non vi piacciono o alle quali non sapete rispondere, voi le bollate come populiste. Va bene: è una domanda populista, è una domanda che si fa il popolo, è una domanda che si fa il cittadino la mattina al bar. Ma volete rispondere a questa domanda? Dove li prendete i soldi?

Perché poi, colleghe e colleghi, chiaramente il cittadino al bar sa benissimo quanta difficoltà trova nel potersi curare nella sanità pubblica, nel prenotare un esame diagnostico nel pubblico. Sa benissimo la difficoltà che riscontra quando, purtroppo, ricoverato in ospedale, rimane confinato per giorni e giorni sul lettino di un pronto soccorso senza neanche i servizi igienici. Il cittadino populista che vi fa queste domande ha a che fare con la sanità pubblica, sa quali sono i problemi che si riscontrano - se sei un cittadino comune - a doversi curare nella sanità pubblica. E siccome voi parlate tanto di difesa, ecco, noi vogliamo difendere i cittadini italiani da una politica miope, da una politica opaca, da una politica condizionata, soprattutto sulla sanità, probabilmente da altri interessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E questo ve lo dico perché, purtroppo, non posso prescindere dal fatto che vengo da una regione in cui, con riferimento alla sanità, si potrebbe parlare di un vero e proprio caso, una vera e propria questione: la questione della sanità calabrese.

Allora, se voi andate su Google e scrivete “scandalo sanità”, vi escono tutta una serie di voci: “scandalo sanità Calabria per le ambulanze arrivate e mai attivate”, “scandalo per i pagamenti multipli delle fatture dell'ASP di Reggio Calabria”, “scandalo per i concorsi truccati nelle ASP calabresi”, “scandalo dei medici imboscati”. Ma il vero scandalo che io riscontro e di cui, purtroppo, si parla poco - ha avuto il coraggio soltanto l'Espresso di parlarne - è il fatto che, purtroppo, si sta molto approfittando della debolezza della sanità pubblica per andare, invece, a potenziare la sanità privata, in Calabria come nelle altre regioni.

E la presenza del Sottosegretario Gemmato qui mi fa fare l'esempio anche della Puglia. Sappiamo benissimo che anche lui aveva delle quote in una clinica privata che sponsorizzava gli esami diagnostici contro la sanità pubblica (Commenti), ed è la verità, è inutile che rumoreggiate. E allora, il vero scandalo è quello che, a fronte di una debolezza intrinseca della sanità calabrese, c'è una grande forza che sta conquistando i centri diagnostici privati, ad esempio. Le faccio un esempio a caso. L'ANMI pare che abbia guadagnato, in base agli accreditamenti, e vengo all'articolo che oggi volete sopprimere, all'emendamento soppressivo che sto discutendo.

Voi volete sopprimere un emendamento che vi chiede maggiore trasparenza e maggiore rigore negli accreditamenti. Perché sapete che cosa succede? Che le cliniche private, i centri diagnostici privati ricevono quei fondi pubblici che voi non date alla sanità pubblica, per darli ai centri diagnostici privati per fare affari, e, guarda caso, tante volte sono gestiti da persone che magari sono ex soci dell'attuale, integerrimo governatore della Calabria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Allora, questo è il vero scandalo, cari colleghi e care colleghe, che non volete dire. Ed è su questo che, se voi ci dite che siamo populisti, va bene, perché queste sono le domande che il cittadino che non si riesce a curare si fa al bar, e chiede a voi, che siete al Governo, delle risposte. Ma queste risposte non arrivano perché siete troppo impegnati a fare altro e si vede anche oggi, in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Interverrò brevemente perché mi è venuta spontanea una domanda, sentendo il relatore Ciancitto con la modalità con cui ci spiegava la ragione semplice per la quale questa giornata che il Parlamento sta impiegando è resa praticamente inutile dal fatto che la maggioranza non è interessata a parlare del tema della sanità, e dice che non c'è copertura finanziaria. Sapete, penso che questa sia la risposta più gettonata in Parlamento, al pari di quella di un ordine del giorno di buonsenso. Ci sono due cose che si ripetono in continuazione in Parlamento: mancanza della copertura finanziaria.

Ma se ci fosse stata la disponibilità del centrodestra a discutere di sanità, questo tema che voi oggi state ponendo come tema centrale si sarebbe dovuto superare. E invece voi usate questo escamotage perché non volete parlare della situazione della sanità e perché, sostanzialmente, vi sta bene portare la sanità verso il disastro e, di fatto, privatizzarla. Perché questo è il centro della discussione, e poi dirò anche qualcosa sul tema specifico dell'articolo 5.

Perché questa evidenza? Vedete, prendo in buona fede le parole del collega Marattin, Presidente, perché lui, dal 2013, continua a contestare il fatto che il rapporto deficit-PIL non sia il metodo di riferimento (Il deputato Marattin: “Spesa!”).

NICOLA STUMPO (PD-IDP). Spesa-PIL, scusate… Che il rapporto spesa-PIL non sia il metodo di riferimento. Purtroppo, è il metodo di riferimento che usa l'OMS in giro per il mondo, non soltanto per calcolarlo in Italia, e in ragione di quello si misura se una sanità ha criteri adeguati. Poi ce ne sono altri, naturalmente, ma con quello lì si capisce se c'è una spesa adeguata o meno. E ripeto, a Marattin riconosco tutta la buona fede, perché è dal 2013 che continua a dire di non essere d'accordo su questa modalità.

Il relatore, invece, ci ha appena spiegato che questa modalità era sbagliata dal 2013 fino a quando non sono arrivati loro, nell'anno zero, e che però, nell'anno zero, questo rapporto è esattamente come prima. Per cui o è vero prima o non è vero dopo. Il problema - io non sono d'accordo, quindi, né con Marattin, né con il relatore Ciancitto - è che molto si misura sull'investimento maggiore. Per questo noi avevamo detto che servirebbe il 7,5 per cento di spesa sanitaria rispetto al PIL, perché, se tu, dopo avere passato il COVID, pensi di ritornare a prima e fregartene di quello che abbiamo vissuto, porti la sanità ad una spesa inferiore. E la spesa è inferiore rispetto alla quantità di soldi che hai, a quello che produci, al PIL, non a quanto ci metti in genere dal punto di vista algebrico, qualcosa in più.

Serve un rapporto e quel rapporto è drammaticamente basso. È stato portato dal 7 per cento al 6,2 per cento, e questo è il tema politico sul quale bisognerebbe discutere, dare delle risposte e non continuare a dire chi c'era prima. Perché vorrei informare la maggioranza che sono ormai passati 3 anni da quando avete fatto questo straordinario Governo, 3 anni. La legislatura dura 5 anni, questa probabilmente qualche mese in meno, perché, avendo votato a settembre, probabilmente voteremo prima. Mancano poco meno di 2 anni. Smettetela di dire: “quelli di prima”. Quelli di prima siete voi.

È passata più di metà legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) da quando avete iniziato a fare dei danni al Paese e ancora continuate a cercare “quelli di prima”. “Quelli di prima” stanno in mezzo a voi: Forza Italia ha governato per più della metà degli ultimi 10 anni e la Lega altrettanto. Sono in mezzo a voi. Siete voi “quelli di prima”, per questi 3 anni e per i 10 anni precedenti. Fatevene una ragione, fatevene una ragione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Siete un disastro da questo punto di vista.

Infine, rispetto a questo articolo 5, ci fosse stata la volontà di discutere - ma si potrebbe discutere degli altri punti, se interverrò, dirò qualcos'altro -, si parla dell'accreditamento delle regioni. Io lo dico con la cosa più semplice, e chiudo, Presidente: l'accreditamento andrebbe migliorato in ragione delle necessità dei territori, non della qualità dei servizi che dà una struttura medica. Spesso sui territori ci sono 10 strutture private che fanno la stessa cosa e non c'è nessuno che ne fa un'altra che servirebbe ai cittadini.

Allora, se vogliamo discutere di sanità, parliamo dei problemi dei cittadini, non di come arricchire le tasche di qualche amico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente, velocemente. Soprattutto quando non si vuole discutere neanche di emendamenti che sarebbero a costo zero, viene da pensare, anzi, forse è abbastanza chiaro che, in realtà, il disegno di smantellamento della sanità pubblica non sia dovuto semplicemente a dei tagli sistematici perché c'è un bilancio dello Stato in difficoltà. Ma è abbastanza chiaro che lo smantellamento della sanità sia, piuttosto, un disegno consapevole, un chiaro disegno consapevole, un disegno con un unico scopo: quello dell'arricchimento della sanità privata, del modello aziendalista, a discapito del sacrosanto diritto dei cittadini di curarsi. E allora, il default del sistema sanitario nazionale diventa una delle tante facce della crisi della democrazia stessa. Perché, quando il tuo sacrosanto diritto alla salute dipende da quanti soldi hai, quando dal tuo portafoglio dipende, alla fine, se vivrai o se morirai, allora sì che possiamo veramente dire che la democrazia è fallita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 Vietri, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 5.100 Vietri, l'emendamento della Commissione bilancio 5.200 risulta assorbito, mentre la votazione dell'articolo 5 risulta preclusa.

(Articolo 6 - A.C. 1298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.100 Vietri.

Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. È davvero incomprensibile - sono ironica, ovviamente - il fatto che questa maggioranza e questo Governo vogliano bocciare questo articolo 6 che chiede di riorganizzare il sistema sanitario nazionale, anche secondo criteri di maggiore tracciabilità, trasparenza e economicità della spesa sanitaria. Ma, d'altronde, siamo davanti ad un Governo e ad una maggioranza di destra che sono un po' allergici alle regole, al rispetto delle regole, e che continuamente cercano di derogare a tutti i controlli antimafia, anticorruzione e chi più ne ha, più ne metta.

Dispiace che non si prenda consapevolezza del fatto che la mancanza di trasparenza sulle spese sanitarie ha generato, soprattutto in alcune regioni - ed è ovvio che io parli della Calabria -, e ha facilitato, l'infiltrazione della 'ndrangheta. In Calabria ci sono delle ASP, come quella di Reggio Calabria, che sono state sciolte per ben due volte per infiltrazioni della 'ndrangheta e fatture che sono state pagate 3, 4, 5, 6 volte, le stesse fatture agli stessi fornitori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Non vogliamo parlare di Reggio Calabria? Parliamo dell'ASP di Cosenza, quella a me più vicina, che recentemente, lo scorso dicembre, ha pagato a BFF, che è una banca che recluta crediti che non riescono ad essere pagati, ben 39 milioni di fatture; fatture che, però, con sentenza di primo grado del tribunale, non erano da pagare, perché non riportano nemmeno l'intestazione della ditta destinataria. Quindi il danno che viene compiuto ai danni del bilancio dello Stato è un danno gravissimo, ma, soprattutto, questo danno, in termini di mancata trasparenza, di malagestione da parte di manager che sono strapagati, nominati dalla politica, si trasforma poi in rinuncia e in sofferenza, non solo dei cittadini calabresi ma, in assenza di diritti, di tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché non dovrebbero esistere cittadini di serie A e cittadini di serie B; in Calabria siamo cittadini di serie C e di serie D, perché continuate a mangiare sulla sanità, continuate a rendere la sanità un ricatto, un favore (Proteste di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Vi dovreste solo vergognare perché per l'ennesima volta (Proteste di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Commenti del deputato Benigni)

PRESIDENTE. Collega…

ANNA LAURA ORRICO (M5S). … dite di “no” ai principi di legalità (Proteste di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

ANNA LAURA ORRICO (M5S). … di trasparenza e di tracciabilità (Proteste di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ci penso io! Collega Trancassini, sa bene che ci penso io.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Vi dovete solo vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Collega Orrico, lei ha concluso il suo intervento. Ricordo a tutti: rivolgetevi sempre alla Presidenza, per l'economia dell'Aula naturalmente, e cerchiamo sempre di utilizzare toni rispettosi, ancorché tutte le opinioni politiche qui hanno piena cittadinanza (Commenti del deputato Donno). Collega Donno, c'è qualcosa che la turba? Collega Donno, si deve rivolgere con rispetto alla Presidenza. Va bene (Applausi)? Non c'è bisogno di applausi, so farmi rispettare da sola, colleghi.

Ha chiesto di parlare il collega Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ripartiamo dai fondamentali, così riportiamo la tranquillità anche in Aula. All'articolo 32 della nostra Costituzione, riascoltiamolo, si legge: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività e cure gratuite agli indigenti: è una norma così rivoluzionaria che l'Italia, prima in Europa, ci ha messo 30 anni per applicarla.

Tina Anselmi, prima donna Ministro della nostra Repubblica, una partigiana, cattolica, che nel 1978 firmò la legge che istituisce il Servizio sanitario nazionale, poco prima dell'approvazione finale della legge, sintetizzò così il nuovo sistema: “Globalità delle prestazioni, universalità dei destinatari, eguaglianza dei trattamenti, rispetto della dignità e della libertà della persona”. Difficile dire meglio la rivoluzione attuata in quella norma. Ecco, oggi, a 47 anni da allora e dopo il dramma di una pandemia inattesa e drammatica, pandemia che con troppa fretta, forse, si vuole dimenticare o in alcuni casi riscrivere, all'indomani della pandemia, comprendiamo bene i problemi e le sfide di questa legge, nella consapevolezza sempre, guardando il mondo, di essere grati di vivere in un Paese con un sistema sanitario universalistico.

Per questo, Presidente, dispiace che, per la seconda volta - la prima è quando è stato il nostro gruppo a proporre una legge a prima firma Schlein su questo argomento -, oggi, non si possa discutere della legge a prima firma del collega Quartini del MoVimento 5 Stelle, ma si debba soltanto, per volontà della maggioranza, sopprimere, sopprimere, sopprimere. Non è giusto per il ruolo del Parlamento, ma non è giusto anche per l'importanza dell'argomento che trattiamo, e lo sanno bene i colleghi. Nella nostra Commissione affari sociali proviamo a lavorare bene insieme, perché ci occupiamo della carne viva dei nostri concittadini e dispiace che l'Aula, oggi, decida di non affrontare questa norma.

Tocco dei temi e delle sfide generali. Il primo: la sfida posta dai cambiamenti demografici. L'età si allunga, ma ancora non riusciamo a fare i conti con un'elaborazione e una risposta sull'età anziana. Da decenni si parla di continuità assistenziale - ospedale, territorio, domicilio e viceversa -, ma i progressi in questa direzione sono troppo timidi. Oggi il problema non è più procrastinabile; tra 25 anni, quasi due italiani su cinque avranno più di 65 anni e molti di loro saranno affetti da almeno una patologia cronica e il sistema, già oggi in grave difficoltà, non sarà in grado di assisterli. C'è, poi, il grande tema del personale del sistema sanitario, ma ci tornerò in un intervento successivo.

Prima di concludere, vorrei sottolineare un aspetto, che è quello delle disparità, delle disuguaglianze. Noi siamo in un Paese in cui gli squilibri territoriali sono pazzeschi: cinque regioni in Italia non hanno un solo posto letto di neuropsichiatria infantile. Cinque regioni! E, poi, parliamo dei problemi dei giovani e dei bambini sulla salute mentale.

Ma l'altro tema è quello delle risorse. Mi dispiace, tramite lei, lo dico al collega di Azione che è intervenuto prima: il Movimento 5 Stelle non ha bisogno di me per essere difeso, ma parlare di dove prendere i soldi non è fare propaganda, è la realtà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché una famiglia e ciascuno di noi, quando ha un budget limitato, deve decidere se farci una cosa o se farcene un'altra. Allora, non volete che parliamo di armi? Lo lascio fare a loro. I soldi buttati per l'Albania (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), i soldi buttati per la propaganda ideologica… Prendiamo i soldi delle tasse degli italiani - e, magari, recuperiamo anche un po' di tasse evase, perché le tasse evase sono un furto ad ognuno di noi e, poi, tutti ricorrono al Servizio sanitario nazionale -, prendiamo quelle risorse, quelle risorse buttate per spot ideologici, e mettiamole sulla sanità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e di deputati del gruppo Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Tucci. Ne ha facoltà.

RICCARDO TUCCI (M5S). Presidente, quindi ho solo un minuto, mi pare di capire ?

PRESIDENTE. Sì.

RICCARDO TUCCI (M5S). Già ho perso 10 secondi.

PRESIDENTE. Otto, prego.

RICCARDO TUCCI (M5S). Presidente, volevo solo domandare una cosa: avete letto l'articolo prima di chiedere la soppressione? Lo chiedo in particolare, attraverso di lei, ai colleghi della Lega, che per anni abbiamo sentito vantarsi della sanità lombarda come se fosse un modello di efficienza e di funzionalità.

Colleghi della Lega, attraverso la Presidente, questo articolo permetterebbe a tutto il resto della sanità nazionale di arrivare agli standard, da voi magnificati, della sanità lombarda; eppure lo state sopprimendo. Allora vi chiedo: avete provato a leggerlo, quantomeno a leggerlo? Lo fate questo sforzo? Posate per un minuto i telefoni e leggete quello che state sopprimendo? Prima di arrivare a dire di “sì” a prescindere da quello che vi dice il Governo, perché loro magari l'hanno letto e si rendono conto che stanno facendo qualcosa che forse agevolerebbe gli altri sistemi sanitari e, invece, voi state con le vostre teste basse…

PRESIDENTE. Concluda onorevole e si rivolga sempre alla Presidenza…

RICCARDO TUCCI (M5S). … a leggere il telefono e neanche vi azzardate a leggere quello che state sopprimendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Carmina. Ne ha facoltà per un minuto.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Solo per una questione di verità e perché io faccio parte della Commissione bilancio, invito il collega Ciancitto, suo tramite, a rileggere i dati del PIL. Il minimo storico della spesa sanitaria in Italia dalla nascita della Repubblica è del 2023: 6,2 per cento in rapporto al PIL; ora, loro lo capiscono, visto che dovranno investire e hanno assicurato che investiranno il 5 per cento del PIL in armi.

Andando più nel dettaglio: mentre durante il Governo Conte dove, dopo una piccola flessione iniziale del 2019 - a questo fanno riferimento, al rapporto GIMBE -, ci fu un'impennata della spesa sanitaria, mantenuta, negli anni, fino all'avvento del Governo Meloni che portò sotto la soglia del 2019 pre-COVID, detto questo, in questo articolo, che voi intendete sopprimere, si parla di dirigenza sanitaria che è uno dei cancri della sanità italiana…

PRESIDENTE. Concluda onorevole.

IDA CARMINA (M5S). …perché le nomine affidate alla sanità regionale vengono influenzate dalla politica. Basti pensare alla situazione proprio siciliana, con gli scandali, la corruzione e il caso Trapani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole, deve concludere. Gli interventi a titolo personale sono di un minuto, mi dispiace (Commenti della deputata Carmina). Collega, farà magari altri interventi per il gruppo o a titolo personale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Brevemente, senza voler polemizzare, senza voler fare domande, trattare il tema della sanità è una cosa importante. Credo che, quest'oggi, noi abbiamo sentito anche un po' - non me ne voglia nessuno - di qualunquismo: se volessimo parlare degli sprechi, qui non mi metterei a parlare né di banchi a rotelle (Proteste di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), né di superbonus e altre cose che hanno sconquassato i conti dello Stato.

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Né tanto meno mi metterei a parlare male della Calabria e della sanità calabrese, sottovalutando i dati concreti che sono stati raggiunti da una giunta regionale che è in carica soltanto da poco più di tre anni. Quello che dice il collega Stumpo, per suo tramite, signor Presidente, non lo comprendo: noi ci siamo da dieci anni. So che, negli ultimi 15 anni, per ben 12 la regione Calabria ha avuto la sanità commissariata, con commissari improbabili, dei “generaloni” (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): vi ricordate che non sapevano neanche dove si trovavano e chiamavano le loro segretarie per sapere che cosa dovevano fare (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Colleghi, non è un dibattito col collega Furgiuele: dovete stare seduti ed ascoltare.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). È chiaro che, signor Presidente, io non farei neanche tanto affidamento a l'Espresso che non credo sia l'organo di stampa più veritiero che si possa trovare e, soprattutto, meno di parte. Penso che ci siano organi più importanti come l'Agenas, che testimonia come la Calabria, negli ultimi anni, sia uscita per la prima volta dall'avere la maglia nera sui LEA. La Calabria non è più maglia nera in quell'ambito: negli ultimi tre anni e mezzo, la Calabria, fra medici e infermieri, ha assunto 3.500 persone, ci sono 171 milioni di euro investiti per gli ospedali di Vibo Valentia, per l'ospedale di Gioia Tauro, ci sono collaborazioni con il Bambino Gesù, ci sono collaborazioni con ospedali in giro per il mondo, con l'attivazione del nuovo 112, del nuovo pronto soccorso. Sono tutti i risultati che, purtroppo, i colleghi delle opposizioni calabresi, pur di fare il loro mestiere, cercano di nascondere. Ebbene noi questi risultati non li nascondiamo, diciamo che ancora la sanità meridionale, in particolare quella calabrese, ha tanta strada da fare, però rispondiamo con questi dati che sono i soli fatti che contano (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la collega Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Si parla di dati e di risultati importanti raggiunti dalla Calabria in questi cinque anni in cui governa il centrodestra, vorrei dire: non tre, cinque anni in cui governa il centrodestra. Ebbene, siamo ultimi per quanto riguarda i posti letto nella sanità pubblica, mentre crescono i posti letto nella sanità privata; siamo ultimi nelle performance secondo i dati CREA Sanità usciti proprio ieri; siamo ultimi per spesa pro capite in sanità, dati della Corte dei conti; siamo ultimi per aspettativa di vita; siamo ultimi e maglia nera per quanto riguarda i dati relativi al 118: eccoli i dati della sanità calabrese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Sapete chi lucra? Sapete chi lucra? Glielo ripeto, tramite lei, Presidente, al collega Furgiuele: l'ANMI, che, da quando governa Occhiuto, da 3 milioni di euro di accreditamenti è passata a 15 milioni di euro di accreditamenti. E la gente invece di andare a fare gli esami diagnostici nel pubblico va nel privato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché nel pubblico non ci può andare. E chi lucra? Chi lucra sulle spalle dei calabresi, caro collega Furgiuele (Commenti del deputato Furgiuele)? Un po' di onestà intellettuale non guasta mai (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza… Concluda.

VITTORIA BALDINO (M5S). Faccia un favore ai cittadini che l'hanno eletta (Proteste del deputato Furgiuele)...

PRESIDENTE. Collega Furgiuele, la richiamo all'ordine.

VITTORIA BALDINO (M5S). Questa è la verità, cari colleghi e care colleghe.

PRESIDENTE. Concluda…

VITTORIA BALDINO (M5S). Si parla di qualunquismo? Questo è “chiunquismo”, perché chiunque può sapere che con questi dati non ci si può vantare della sanità calabrese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, Presidente. Come ha ricordato poco fa il collega Ciani, c'è poco di più umiliante per il Parlamento che discutere lungamente di come bocciare una legge senza cominciare ad affrontarne il merito. Non è la prima volta che accade e, però, è interessante chiedersi perché succede, cioè perché, di fronte a una proposta di legge, la maggioranza, che ha la maggioranza, non esercita il suo potere, modificandone il contenuto. Non lo condivide. La proposta di legge, in questo caso, l'ha proposta l'onorevole Quartini; l'aveva proposta l'onorevole Schlein sullo stesso tema; ne avevamo proposte a centinaia ciascuno di noi. La maggioranza ha i numeri per dire “no, guarda, come l'hai proposta tu, non mi convince, dunque la cambierò con la forza dei miei numeri”. Perché non lo fanno?

Non è che ci dobbiamo sorprendere. Non lo fanno perché capita, talvolta, che l'opposizione avanzi una proposta di legge che è in grado di entrare in sintonia con i bisogni della maggioranza dei cittadini di questo Paese. Il tema della sanità, della sanità pubblica, del diritto alla salute, del diritto alla cura, anche per chi non ha il portafoglio bello gonfio in tasca, è un gigantesco problema per la stragrande maggioranza degli italiani e delle italiane. Lo sanno anche i colleghi della maggioranza che vedono i sondaggi, come tutti noi: sanno anche loro che non c'è italiano o italiana che non abbia al primo posto, tra le sue preoccupazioni, garantire per sé e per i propri figli, per i propri cari, il diritto fondamentale alla cura.

Allora che cosa fanno? Siccome non possono dire che investire più risorse per mettere a posto il Sistema sanitario nazionale pubblico, per renderlo più efficace, è sbagliato, bocciano la legge con un argomento: non ci sono i soldi.

L'argomento “non ci sono i soldi” è la traccia del più grande inganno di questo Paese, un inganno che, però, diciamoci la verità, va avanti da molto tempo. È stato usato anche trasversalmente: è l'idea che la politica sia fatto tecnico invece che il luogo in cui si esercita sempre e comunque una scelta. Siccome, invece, cari colleghi e care colleghe, la politica è esattamente questo, è il terreno della scelta, dell'opzione alternativa tra visioni del mondo e idee di società, quest'Aula, come questo Governo, avrebbero tutti gli strumenti ed ogni facoltà per cambiare le scelte e invertire l'ordine delle priorità. Sono stati citati diversi esempi: le armi, perfetto, il 5 per cento del PIL, siamo fuori dalla grazia del Signore; lo spreco gigantesco dei centri in Albania; il ponte sullo Stretto, potremmo aggiungere …

Ma, badate: non è soltanto una questione di poste di bilancio, è una questione di politiche fiscali. Vivaddio, potremmo tassare gli enormi extraprofitti delle industrie energetiche, dell'industria militare, dell'industria farmaceutica (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Potremmo introdurre una tassa sui super-ricchi che esistono, ci sono, da tutte le parti, e che sono in una condizione che li rende meno vulnerabili, rispetto al fisco, di quanto non lo siano lavoratori e lavoratrici, pensionati, precari, piccoli commercianti e piccoli imprenditori. Arrivo subito alle conclusioni, signora Presidente.

La politica è il terreno e il luogo della scelta. E questa destra, una scelta, l'ha fatta sul terreno della sanità! C'è poco da fare! Lo dico alla collega Baldino: quelli sono i dati, perché questa destra è la destra del primato del mercato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Scusate, colleghi e colleghe, ma chi c'è per il Governo, oggi, in quest'Aula? Vedo male o è il Sottosegretario Gemmato? Ricordo male o campeggiavano, in giro per questo Paese, le pubblicità con la gigantografia delle sue aziende (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle), che dicevano: se le liste d'attesa sono troppo lunghe, venite qui e le salterete (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)? Le liste di attesa! È questa la vergogna con cui ci misuriamo! È questa la vergogna, quella di una scelta! Allora, va raccontata così: voi siete per il mercato, sempre, anche quando il mercato significa, per la maggioranza dei cittadini di questo Paese, dover rinunciare al diritto alla cura. E questa è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) tutta politica! Altro che tecnica, che non ci sono i soldi! Queste sono balle e vanno smontate per quello che sono, una per una (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo, a titolo personale, perché è già intervenuto il deputato Ciani. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (PD-IDP). Sì, velocemente, solo per ristabilire la verità - attraverso di lei, Presidente -, perché è, più o meno, la stessa ragione per la quale si rivolgono a quelli di prima, essendo loro quelli di prima. Vorrei ricordare che il centrodestra, in Calabria - solitamente, non entro mai nelle vicende regionali, siamo in Parlamento, però lo voglio fare soltanto per ristabilire la verità -, governa ininterrottamente da gennaio del 2020. Siamo ormai a giugno 2025: un pochino più di tre anni. Ci sono stati tre presidenti: la compianta Jole Santelli, poi Nino Spirlì e, infine, Roberto Occhiuto. Hanno gestito la sanità della Calabria e sono commissari, come l'attuale presidente, da diversi anni, della sanità in Calabria, e si cerca la verità rispetto a quelli che l'hanno governata, più di una legislatura fa. Ora, c'è un tempo per tutto: cinque anni, e per me è un minuto invece…

PRESIDENTE. Che è finito...

NICOLA STUMPO (PD-IDP). …valgono a dover saper fare quello che bisogna fare in un tempo. Io sto provando a farlo in un minuto. In cinque anni, hanno continuato a disastrare la sanità. Almeno a provare vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, Pongo in votazione l'emendamento 6.100...

Arruzzolo, vuole intervenire? Prego, ero girata di là: mi perdoni, non l'ho vista.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Arruzzolo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI ARRUZZOLO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Intervengo solo perché il collega Stumpo vuole ristabilire la verità. Io, siccome per decenni ho fatto il consigliere regionale, è giusto che effettivamente… Intanto, fa riferimento a tre presidenti, ma si riferisce a un quinquennio, perché, quando, nel 2014, governava il Partito Democratico, il presidente Oliverio, all'epoca, minacciò di incatenarsi, perché il suo Governo nazionale non gli concesse di fare il commissario della sanità.

Io voglio soltanto dire questo, per ristabilire la verità e per quello che ha detto prima il collega Furgiuele: questa amministrazione regionale, dopo decenni, è riuscita ad approvare i bilanci che le amministrazioni di sinistra non sono mai riuscite a portare a compimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, non è vero quello che si dice e quello che hanno detto anche i colleghi dei 5 Stelle.

Voglio anche dire che, dopo decenni, il governatore Occhiuto è riuscito a mettere in campo tutte le attività per far partire gli ospedali più importanti della Calabria. Quindi, questa è la verità. È inutile che dicono falsità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 Vietri, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Vietri 6.100, l'emendamento 6.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, risulta assorbito, mentre la votazione dell'articolo 6 risulta preclusa.

Colleghe e colleghi, essendo giunti in prossimità delle ore 13,30, sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16,15.

Sospendiamo la seduta che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Interno, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro della Giustizia, il Ministro della Salute e la Ministra per la Disabilità.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte al rafforzamento dei presidi di legalità e delle strutture di contrasto alla criminalità organizzata ad Aprilia, in provincia di Latina - n. 3-02030)

PRESIDENTE. L'onorevole Zaratti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02030 (Vedi l'allegato A).

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, un'indagine di polizia giudiziaria, denominata “Assedio”, ha evidenziato gravi irregolarità nel comune di Aprilia, arrivando fino all'arresto del sindaco. A seguito di questi fatti, il Consiglio dei Ministri, il 18 aprile del 2025, ha determinato lo scioglimento del comune di Aprilia, con motivazioni molto forti. Leggo dalla relazione: “un territorio interessato dalla presenza di cosche mafiose di matrice soprattutto calabrese che, nel tempo, vi si sono radicate”.

I fatti delittuosi su quel territorio sono continuati, purtroppo, e sono moltissimi ormai quelli che sono agli onori della cronaca. Vogliamo sapere quali sono le iniziative che intende prendere il suo Governo per ripristinare la legalità e la sicurezza in quel territorio.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. La ricostruzione fornita dagli investigatori riconduce i diversi episodi criminosi verificatisi negli ultimi mesi ad aprile, sui quali proseguono specifiche attività di indagine, a forme di conflittualità armata tra gruppi criminali locali e anche stranieri, che si manifestano con atti intimidatori e dimostrativi finalizzati ad ottenere il controllo delle piazze di spaccio.

In questo contesto il potenziamento dei servizi di controllo del territorio, quotidianamente svolto in quel comune, ha consentito di trarre in arresto, dal 5 febbraio scorso ad oggi, 15 persone per detenzione illegale di armi e di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

Sempre nell'ambito dell'intensificazione dell'attività di prevenzione, nel comune di Aprilia, dal 2024 ad oggi, sono state effettuate 18 operazioni definite “ad alto impatto”, con la collaborazione della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza e della Polizia locale. Nel corso di queste attività sono state identificate 5.240 persone, di cui 390 stranieri, e sono stati controllati 3.352 veicoli. Inoltre, sono state arrestate 3 persone, 23 denunciate, 5 segnalate per violazioni di natura amministrativa.

Merita di essere segnalata anche l'attività della prefettura che ha portato, dal 2024 ad oggi, all'adozione di 22 interdittive antimafia, delle quali 16 nei confronti di imprese risultate collegate, direttamente o indirettamente, alla criminalità organizzata operante sul territorio di Aprilia, tutte coinvolte in una più articolata attività di indagine, che è proprio quella che ha condotto anche allo scioglimento del comune di Aprilia, proprio per i condizionamenti rilevati.

Attualmente sul territorio comunale, oltre alla tenenza della Guardia di finanza e a due stazioni dell'Arma dei carabinieri, ha sede uno specifico, dedicato, reparto territoriale dell'Arma dei carabinieri presso il quale, dal 7 febbraio scorso, sono state impiegate ulteriori 15 unità di cui 6 destinate proprio ad Aprilia.

Credo che un ulteriore importante segnale di attenzione del Governo sia rappresentato dall'istituzione - concretizzatasi proprio l'altro ieri - di un nuovo commissariato della Polizia di Stato ad Aprilia che, attualmente, può già contare su 30 unità e, a breve, ne verranno inviate ulteriori 6.

La scelta che abbiamo effettuato è stata quella di creare un presidio territoriale unico, che comprenda sia il nuovo commissariato della Polizia di Stato, sia il distaccamento della Polizia stradale già insistente sul territorio comunale, nell'ottica proprio di una migliore distribuzione di uomini e di mezzi.

L'apertura del commissariato di Aprilia, dove peraltro mi recherò in visita il prossimo 7 luglio, consentirà di rispondere alla crescente domanda di sicurezza da parte della cittadinanza e contribuirà a rafforzare ulteriormente l'attività di prevenzione e di contrasto ad ogni forma di illegalità.

PRESIDENTE. L'onorevole Zaratti ha facoltà di replicare.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Vede, signor Ministro, i fatti di violenza sono numerosi e sono preoccupanti. Il 21 giugno scorso otto colpi di pistola a Campo di Carne, episodio preceduto da una serie di analoghi atti criminali: il 19 gennaio 2025, via Inghilterra; il 2 marzo 2025, via Belgio; il 28 marzo 2025; il 6 maggio 2025; il 10 maggio 2025. Tantissimi episodi.

È evidente che, pur essendo importanti, lo scioglimento del comune di Aprilia e il rafforzamento delle Forze dell'ordine non sono sufficienti a contrastare una presenza dei poteri criminali così radicata in quel territorio. Io le voglio ricordare che i comuni limitrofi di Anzio e Nettuno sono stati sciolti per gli stessi motivi il 21 novembre 2022. Si tratta di un'area importantissima, circa 200.000 persone. Il litorale del Sud sembra preda di poteri criminali.

Da questo punto di vista, non bastano soltanto le misure repressive, è necessario che si punti fortemente sul tessuto delle associazioni, dell'antimafia sociale, che può costringere i poteri criminali a rallentare.

Guardi, Ministro, la sicurezza non è quella del vostro recente decreto-legge che vuole colpire solo chi protesta contro di voi. La sicurezza dei cittadini parte dalle città come Aprilia, lasciate sole a combattere i poteri criminali. Quindi, va bene il nuovo commissariato, ma noi chiediamo più strutture sociali, chiediamo il rafforzamento delle associazioni. Non vogliamo che, dopo un anno e mezzo di commissariamento del comune, rimanga il deserto. Invece, vogliamo che cresca quella comunità civile, democratica, trasparente, antimafia, cui nostri i territori hanno diritto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Iniziative urgenti volte a garantire un maggiore impiego delle Forze dell'ordine in Puglia, in relazione alla crescente incidenza di episodi criminosi e al radicamento della criminalità organizzata - n. 3-02031)

PRESIDENTE. L'onorevole De Palma ha facoltà di illustrare l'interrogazione D'Attis ed altri n. 3-02031 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

VITO DE PALMA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, intervengo oggi per portare in Aula la voce di una comunità, una comunità ferita, quella pugliese, che da mesi assiste a una preoccupante escalation di violenza e criminalità. Negli ultimi giorni le cronache locali e nazionali hanno raccontato episodi inquietanti: rapine, sparatorie, omicidi. Tra questi, il più drammatico è certamente la barbara uccisione del carabiniere Carlo Legrottaglie, caduto mentre svolgeva il suo dovere. A lui, signor Ministro, quest'Aula deve il nostro commosso ricordo e la nostra gratitudine.

Così come abbiamo apprezzato il suo intervento immediato nel riconoscere agli agenti della Polizia di Stato la medaglia al valor civile.

Ma non possiamo limitarci alla sola indignazione. In Puglia la criminalità organizzata continua a colpire con feroce violenza tanto nei centri urbani, quanto nelle periferie. Secondo l'ultimo indice della criminalità de Il Sole 24 Ore, tutte le province pugliesi occupano posizioni preoccupanti a livello nazionale. Le Forze dell'ordine, a cui va il pieno sostegno nostro e di tutta Forza Italia, continuano ad operare con dedizione e professionalità. Tuttavia, signor Ministro, la buona volontà non basta. Servono risorse concrete, oltre a quelle già assegnate: più uomini, più mezzi, più presidi permanenti.

Ministro, le chiediamo pertanto quali misure urgenti intenda adottare per rafforzare la presenza dello Stato in Puglia, soprattutto nelle aree più esposte, garantendo un effettivo potenziamento degli organici e dei mezzi a disposizione delle Forze dell'ordine.

Non possiamo permettere che intere comunità si sentano abbandonate, vogliamo restituire alla Puglia la sicurezza e la fiducia nello Stato che merita (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Consentite anche a me, innanzitutto, di rinnovare anche in questa sede, a nome mio e dell'intero Governo, il più sentito cordoglio e la vicinanza alla famiglia del brigadiere Carlo Legrottaglie (Applausi), che è stato ucciso lo scorso 12 giugno mentre con coraggio e altissimo senso del dovere svolgeva un intervento operativo a Francavilla Fontana.

Nei giorni successivi ho espresso di persona gratitudine e apprezzamento ai due poliziotti che sono intervenuti per assicurare alla giustizia i responsabili dell'omicidio, mettendo a rischio la propria incolumità.

Come segnale di forte attenzione al territorio pugliese mi sono recato, tra febbraio 2023 e luglio dello scorso anno, presso le prefetture di Bari, Foggia, Brindisi, Lecce e Barletta-Andria-Trani per presiedere i rispettivi comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica e per dar vita a un confronto leale e costruttivo con gli amministratori locali sulle problematiche più urgenti e acquisire indicazioni precise sulle esigenze della collettività.

Quelle riunioni sono state dedicate anche all'approfondimento delle più efficaci strategie di intervento delle autorità provinciali di pubblica sicurezza, insieme ad autorevoli esponenti della magistratura, per valorizzare le esperienze informative e investigative concernenti il contesto criminale locale e rafforzare il livello di coordinamento dell'azione di prevenzione e contrasto posta in essere dalle Forze di Polizia. In linea con le direttive, che sono state da me impartite su scala nazionale, le Forze di Polizia, anche in Puglia, hanno intensificato i controlli sulle persone, sui veicoli e sugli esercizi commerciali ricettivi.

In questo impegno, dall'inizio dell'anno ad oggi, sono stati messi a disposizione delle autorità provinciali di pubblica sicurezza di quella regione ben 3.900 equipaggi dei reparti prevenzione crimine della Polizia di Stato, con l'impiego aggiuntivo di oltre 11.000 unità di personale, oltre alle forze territoriali. Sempre dall'inizio dell'anno ad oggi, in ragione delle richieste di rinforzo pervenute per specifiche esigenze di ordine e sicurezza pubblica, abbiamo disposto la temporanea assegnazione di oltre 20.000 unità di rinforzo delle forze mobili di Polizia.

Nelle città di Bari e Foggia, inoltre, vengono sistematicamente effettuate operazioni ad alto impatto. Per l'anno in corso, sono stati realizzati già 29 servizi focalizzati su stazioni ferroviarie ed aree limitrofe, con importanti risultati in termini di persone identificate ed arrestate. Come ulteriore concreto esempio dell'impegno volto ad innalzare i livelli di sicurezza, ricordo che, nella sola provincia di BAT (Barletta-Andria-Trani), dopo il Comitato provinciale, il 30 ottobre 2023, da me personalmente presieduto, sono state assegnate 120 unità della Polizia di Stato e 65 dell'Arma dei carabinieri, molte delle quali destinate ad attività info-investigative di controllo del territorio.

E come diretta conseguenza, in questa stessa provincia, due importanti operazioni di Polizia giudiziaria dall'ultimo anno hanno portato all'arresto di 51 soggetti, consentendo di smantellare sodalizi criminali che erano dediti a furti d'auto, con proiezioni anche nelle province di Foggia e Bari.

La linea di azione del Governo finalizzate al potenziamento degli organici delle Forze di Polizia, che ha già consentito, da quando siamo in carica, l'immissione in servizio di oltre 30.000 unità, proseguirà con l'assunzione di ulteriori 14.000 unità entro l'anno e 22.000 nel prossimo biennio.

Nell'ambito di questi rafforzamenti, sicuramente, molte di queste risorse saranno destinate e saranno ulteriormente rafforzati i presidi di Polizia nella regione Puglia.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Attis ha facoltà di replicare.

MAURO D'ATTIS (FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, grazie per la risposta - come si dice - breve, ma intensa, nel senso che ha snocciolato numeri importanti. In premessa, voglio dirle che Forza Italia condivide e sostiene l'azione del Governo, l'azione sua, non solo per la risposta che ci ha dato oggi, ma anche per quello che è stato fatto in termini di implementazione delle Forze dell'ordine in Italia. Signor Ministro, voglio aggiungere, a quello che ha detto nella risposta, che, insieme, nella scorsa legge di bilancio, abbiamo assicurato lo sblocco del turnover con il 100 per cento di assunti rispetto ai pensionati. Significa che, per ogni poliziotto che va in pensione, un poliziotto nuovo viene assunto e spero che riusciremo a riproporre questa misura anche per il 2026.

Poi sì, l'impegno lo conosciamo, è vero. Non ha elencato, però, per esempio, tra le varie cose che ha fatto il Ministro Piantedosi, in questo Governo, l'istituzione del commissariato a San Pietro Vernotico, dopo un fatto di cronaca eclatante, ossia l'attentato ai blindati. Gli episodi di sangue sono stati raccontati anche dal collega De Palma, che ovviamente scoprono nervi già scoperti, che non dipendono da questo Governo. Tuttavia, noi siamo al Governo, signor Ministro, e, purtroppo, non solo dobbiamo cercare di risolvere i problemi, ma, addirittura, dobbiamo sconfiggere anche le critiche di coloro che, prima attaccano i nostri poliziotti e i carabinieri, se fanno il loro dovere (parlo anche di parti del centrosinistra, della sinistra), poi contestano il decreto Sicurezza: e, quando leggono che un carabiniere ha perso la vita in servizio, hanno persino la faccia tosta di esibirsi in manifestazioni di solidarietà.

Credo che i pugliesi, Ministro, chiedano più sicurezza. Questo è l'oggetto della nostra interrogazione. C'è bisogno sempre di un graduale potenziamento degli organici. La Puglia è una terra meravigliosa: turismo, imprese che vengono a investire in maniera sempre maggiore. Noi intendiamo salvaguardare tutto questo. Sappiamo che lei lo sta facendo, lo ha elencato, senza abbassare la guardia nei confronti di criminalità e mafia. Il modo migliore è quello di farsi sentire con lo Stato.

Ministro, continui così, glielo dico sinceramente, e presto, se può, ci faccia sapere che magari la Puglia avrà ulteriori sostegni da parte del Governo nella tutela della sicurezza ai cittadini e del rafforzamento degli organici delle Forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Chiarimenti in ordine alla conoscenza, da parte dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, dell'utilizzo dello spyware Graphite e di altri sistemi di intercettazione ai danni di giornalisti e attivisti politici - n. 3-02032)

PRESIDENTE. L'onorevole Faraone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bonifazi ed altri n. 3-02032 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, in questo Paese, ci sono giornalisti che sono stati spiati con strumenti che sono in uso soltanto da istituzioni pubbliche. Sono parecchi mesi, da quando è esplosa questa vicenda, questo scandalo, che non abbiamo alcuna chiarezza su chi siano i responsabili e, atteso che questi strumenti potrebbero essere utilizzati soltanto per la lotta al terrorismo, per la lotta alla mafia (per questo sono stati affidati soltanto a sistemi democratici), l'idea che, invece, possano essere stati messi in uso da istituzioni - non si sa bene di chi -, per ragioni che non hanno a che fare con quelle finalità, e soprattutto utilizzati contro mezzi di informazione e giornalisti che svolgono soltanto il loro mestiere - a volte anche criticando il Governo - ci preoccupa parecchio.

Chiedo al Ministro se ci può dire cosa abbia trovato il Governo come idea rispetto a chi ha potuto agire in questo senso: gliene saremmo grati.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, il Governo ribadisce di aver sempre rispettato le norme sulle attività dell'intelligence. Ha collaborato attivamente con il Copasir, affinché l'accertamento da esso avviato sulla vicenda Paragon fosse il più completo ed efficace. E di ciò il Comitato parlamentare ha dato atto, giungendo alle conclusioni riassunte nella relazione pubblicata il 5 giugno scorso.

Dal momento del deposito della relazione del Comitato, sono emersi i nomi di altre persone che hanno ricevuto le notifiche di Meta ed Apple relative a presunti tentativi di intrusione nei loro telefoni.

Nei giorni scorsi, dai mezzi di informazione, si è appreso di una progressione dell'attività di indagine svolta congiuntamente dalle procure della Repubblica di Roma e di Napoli.

Il Governo rispetta il lavoro della magistratura e della Polizia giudiziaria, consapevole che le risposte verranno da un'indagine - quella avviata - cui lo stesso Governo non può e non deve sovrapporsi, ma, solo se richiesto, collaborare, come è avvenuto in sede di Copasir.

PRESIDENTE. L'onorevole Faraone ha facoltà di replicare.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Il fatto che il Governo affermi, con un atteggiamento assolutamente neutrale, che ci si rimette semplicemente - come è giusto che sia - alle indagini che la magistratura ha messo in campo, ci fa comprendere come questo Governo non abbia alcun rispetto della democrazia e di come questa democrazia dovrebbe funzionare. Il Ministro e tutti quelli che abbiamo interrogato su questa vicenda, che continuano nella loro ostinata omertà, non vedono alcuno scandalo rispetto al fatto che ci siano giornalisti spiati non da qualcuno che sostanzialmente decide di andare contro la legge - punto che è già grave -, ma da istituzioni pubbliche, visto che è in uso soltanto da istituzioni pubbliche, perché questo è quello che Paragon ci ha detto e cioè che quel software è un software affidato soltanto a chi in questo Paese, in questo sistema democratico, può fare uso di quello strumento, per contrastare terrorismo e mafia.

Questo Governo non è minimamente preoccupato del fatto che, invece, lo strumento sia stato utilizzato per spiare Fanpage, il giornalista Pellegrino e il direttore Cancellato, Dagospia, il direttore D'Agostino e tanti altri cittadini.

Circa 90 persone sono state spiate con uno strumento in uso a istituzioni pubbliche, abusivamente. Guarda caso, alcuni giornalisti avevano fatto un'inchiesta su Fratelli d'Italia e avevano contestato l'organizzazione giovanile e visto contiguità con passati che avrebbero dovuto rimuovere chissà da quanto tempo, altri si sono occupati di scrivere criticamente su questo Governo. Guarda caso, queste figure sono spiate con strumenti illegali e, guarda caso, Paragon ci spegne l'uso dello strumento perché viene detto che le istituzioni pubbliche che lo hanno in uso lo hanno utilizzato in maniera distorta rispetto alla finalità.

Quindi, rispetto a tutto questo, la sensazione che ho, Presidente - e chiudo -, è che questo Governo non veda l'ora di mettersi alle spalle questa storia, di insabbiare questa storia, più che di dare una mano rispetto alla soluzione di un mistero che non dovrebbe essere soltanto sollecitato da noi, ma dovrebbe far saltare sulla sedia questo Governo, perché, se dei cittadini sono spiati abusivamente…

PRESIDENTE. Concluda.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). …con l'uso di strumenti in mano alle istituzioni pubbliche, è un fatto gravissimo, che non riguarda soltanto le opposizioni, ma dovrebbe riguardare innanzitutto il Ministro che è venuto qui a rispondere, che, invece, ci ha fatto la lettura del non so che cosa…

PRESIDENTE. Concluda.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). …della Gazzetta Ufficiale pubblica. Grazie Presidente, siamo assolutamente insoddisfatti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

(Iniziative di competenza volte all'introduzione di ulteriori tutele procedimentali per gli appartenenti alle Forze dell'ordine coinvolti in procedimenti penali per fatti commessi nell'esercizio delle proprie funzioni - n. 3-02033)

PRESIDENTE. L'onorevole La Salandra ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-02033 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIANDONATO LA SALANDRA (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, i recenti fatti di cronaca, con l'iscrizione nel registro degli indagati per “omicidio colposo a seguito di eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi” di due agenti che hanno risposto al fuoco durante l'inseguimento di due rapinatori, impongono necessariamente una riflessione su quelle che sono le garanzie giuridiche a tutela del personale delle Forze dell'ordine.

È cognizione comune che l'articolo 335 del codice di procedura penale, anche come riformato dalla legge Cartabia, imponga al pubblico ministero l'iscrizione immediata nel registro degli indagati per tutti quei fatti che risultino ascrivibili ad una specifica fattispecie di reato.

Tutto questo, però, deve essere necessariamente concordato anche con la circostanza che molte volte questo strumento, essenzialmente posto a garanzia dell'indagato, in determinati casi, crea una situazione paradossale, soprattutto nel momento in cui si parla di Forze dell'ordine, quindi con un coinvolgimento di questi in una gogna mediatica.

Già siamo intervenuti con il decreto Sicurezza per una maggiore tutela delle Forze dell'ordine. Chiediamo quali siano le iniziative di competenza del Ministro rispetto a un nuovo quadro giuridico che introduca, accanto alle previste tutele legali, una tutela procedimentale per gli agenti delle Forze dell'ordine che agiscono nell'esercizio delle proprie funzioni.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Grazie al collega. Si tratta di un problema anche più complesso di come viene rappresentato. Approfittando del fatto che anche il successivo question time riguarda, più o meno, lo stesso argomento, magari quello che non riuscirò a dire in questi tre minuti lo integrerò dopo.

L'informazione di garanzia è un istituto che risale a cinquant'anni fa. È stato modificato varie volte nel nome ed è sempre stato un fallimento. È nato come avviso di garanzia, poi è diventato avviso di reità, poi informazione di reità, poi informazione di garanzia e, come ha detto un mio illustre predecessore, il professor Flick, da informazione di garanzia si è trasformato in garanzia di informazione, nel senso che chi è raggiunto da questa famigerata cartolina verde sa benissimo che il giorno dopo finirà sui giornali.

Quindi l'effetto paradossale, che non è soltanto limitato alle Forze dell'ordine, ma a tutti i cittadini, è il seguente: un istituto che è nato per garantire chi ne viene informato, nel senso che sai che devi o puoi apprestare le tue difese perché sei sotto indagine, si è trasformato in una condanna anticipata che addirittura, nell'ambito politico, ha portato - come penso tutti voi sappiate - a qualche dimissione, a qualche estromissione dalle candidature, con un effetto perverso.

Rispondo allora alla parte finale della domanda, salvo poi integrare. Nei confronti delle Forze dell'ordine, il problema ovviamente è aggravato, proprio perché si tratta di persone che fanno un uso legittimo delle armi (la cosiddetta scriminante) e che, però, subiscono questo calvario. Ma le Forze dell'ordine non sono le uniche a subire questa conseguenza negativa. Lo sono anche i medici, per esempio, che nell'esercizio del loro dovere vengono - se accade qualcosa di anomalo - sottoposti a questo calvario, con l'iscrizione nel registro degli indagati affinché possano predisporre le proprie difese: per esempio, nel caso degli appartenenti alle Forze dell'ordine, partecipare alle indagini balistiche attraverso una consulenza, o, per esempio, per un medico, partecipare alle indagini autoptiche attraverso un altro consulente. Questo però presuppone, postula, l'iscrizione nel registro degli indagati, con la conseguente emissione dell'informazione di garanzia.

Come si può intervenire? Come abbiamo intenzione di intervenire. Noi pensiamo che, quando si è in presenza di una causa di giustificazione, cioè di una cosiddetta scriminante - che sia l'esercizio di un diritto, l'adempimento di un dovere, lo stato di necessità, l'uso legittimo delle armi e, ovviamente, la legittima difesa -, si possa costruire una norma che consenta alla persona interessata di partecipare a questo tipo di indagine senza, per ciò stesso, essere iscritta nel registro degli indagati, quindi garantendo la difesa che oggi è garantita, ma senza dare questo marchio di infamia che, come ho detto prima, comporta una serie di conseguenze negative (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Maiorano, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

GIOVANNI MAIORANO (FDI). Grazie, Presidente. Ministro Nordio, grazie per la sua risposta, che ci soddisfa, ma, soprattutto, grazie per il suo impegno, la sua determinazione e la sua passione. Finalmente, grazie al Governo Meloni alle nostre Forze dell'ordine comincia ad arrivare qualche segnale concreto della vicinanza di questo Governo. Non ripeterò certo quanto è stato inserito nell'ultimo decreto Sicurezza, per quanto nel loro interesse, però l'ennesimo episodio che è accaduto ai colleghi di Legrottaglie ci impone una riflessione seria, che ci porta a una considerazione semplice. Semplicemente riteniamo che chi fa uso legittimo della forza, chi è costretto ad usare l'arma di servizio per difendere la propria vita, ma anche quella degli altri, non può essere portato automaticamente a processo, non può essere dato in pasto alla gogna mediatica e, soprattutto, non deve essere abbandonato a se stesso.

Urge una nuova normativa, una norma che tuteli sul nascere le nostre Forze dell'ordine quando agiscono legittimamente nell'adempimento del proprio dovere. Non parliamo di immunità o impunità per chi non onori la divisa che indossa, anzi, ma chi mette a repentaglio la propria vita per adempiere al proprio dovere deve essere difeso e tutelato a sua volta. Semplicemente deve essere messo nelle condizioni di fare il proprio dovere con serenità, consapevole che, se fa il proprio dovere rispettando la legge, non subirà lunghi e costosi processi.

Il famigerato atto dovuto crea non poco disagio nei colleghi, e mi perdoni se creo confusione quando, parlando delle nostre Forze dell'ordine, li definisco “colleghi”, perché per me lo sono, io sono uno di loro. La paura di andare sotto processo per ottemperare al proprio dovere crea tanto disagio, crea imbarazzo, e lo vediamo nei tanti video che circolano in Rete, sui social. Da giorni mi pongo anche una domanda: possibile che Carlo Legrottaglie, il carabiniere ucciso pochi giorni fa, durante l'inseguimento sia sceso dalla macchina pensando al rischio dell'atto dovuto? Non con la paura di affrontare due delinquenti, ma con la paura di affrontare un processo lungo. E, se questa paura gli avesse fatto perdere, magari, quell'attimo che gli avrebbe potuto salvare la vita?

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

GIOVANNI MAIORANO (FDI). Purtroppo nessuno - ho finito, Presidente - ci darà mai risposte a questa domanda, ma posso assicurare che quella paura alberga in ogni operatore di Polizia. Serve, quindi, una nuova norma, una normativa che escluda l'iscrizione nel registro degli indagati a prescindere, che imponga tempi brevi e certi e che garantisca chi agisce nell'adempimento del proprio dovere.

Fratelli d'Italia era già al lavoro per questo ed è già stata depositata una proposta di legge parlamentare, che spero possa accogliere anche il parere favorevole di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative normative finalizzate all'introduzione di una specifica tutela procedimentale nei confronti degli agenti delle Forze dell'ordine che agiscono nell'adempimento del dovere o in pericolo di vita - n. 3-02034)

PRESIDENTE. La deputata Bisa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02034 (Vedi l'allegato A).

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Nordio, oggi parliamo di donne e uomini in divisa che, ogni giorno, rischiano la vita per la nostra sicurezza e parliamo di giustizia: non può essere giustizia quella che per un automatismo burocratico costringe a indagare un poliziotto o un carabiniere che ha agito per difendere se stesso, i colleghi o i cittadini. Non chiediamo scudi penali né impunità: chiediamo rispetto per chi serve lo Stato. Serve una tutela procedimentale, uno screening che eviti l'umiliazione di dover subire un'indagine come un delinquente; serve una norma che riconosca, fin da subito, quando un agente ha agito in stato di necessità o in legittima difesa.

Mentre le Forze dell'ordine finiscono sotto inchiesta per aver fatto il proprio dovere, vediamo, troppo spesso, detenuti pericolosi ottenere gli arresti domiciliari con la scusa di sofferenze sproporzionate. È ora di cambiare: diamo strumenti a chi ci protegge, non ostacoli. Quindi, Ministro, lei e questo Governo, cosa intendete fare in riferimento a quanto le ho appena detto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, collega. Come ho detto prima, siamo di fronte a un'anomalia di questo istituto che, nato a garanzia di chi è sottoposto o può essere sottoposto a un'indagine, si è trasformato in una sorta di condanna anticipata. Rispondo subito, questa volta in modo netto, dicendo che noi siamo al lavoro, molto avanzato, proprio per risolvere questa anomalia.

Si tratta, peraltro, di un lavoro che, a mio avviso, si dovrebbe inserire in un lavoro più vasto, che riguarda tutta la disciplina delle cosiddette scriminanti.

Nella situazione attuale, con il nostro codice penale, il carabiniere che agisca usando legittimamente le armi, sapete come lo definisce il codice? “Non è punibile chi (…)”. Il che significa che, secondo il nostro codice, che è firmato da Benito Mussolini - e ci tengo a dirlo: è un codice di Mussolini e di Vittorio Emanuele III -, lo Stato dice: tu carabiniere hai commesso un reato, ma io sono buono e non ti punisco. Questa è la scriminante e questo va cambiato. Quindi, noi dobbiamo intervenire per cambiare nel codice penale tutta la struttura delle scriminanti, che devono essere considerate come elementi che eliminano la struttura dello stesso reato; quindi, nella legittima difesa, nell'uso legittimo delle armi, nello stato di necessità, basta con questa storia che non sei punibile, cioè che hai fatto qualcosa di cattivo, ma lo Stato è buono e ti perdona. Bisogna eliminare la illiceità della struttura dello stesso reato.

Questo è un vasto programma che riguarda il codice penale. Parallelamente nel codice di procedura penale - ho già detto prima: avete perfettamente ragione - questo istituto delle informazioni di garanzia, che è atto dovuto, conseguente all'iscrizione nel registro degli indagati, va cambiato, va mutato.

La nostra intenzione è quella di intervenire nel senso che, qualora si profili uno stato di necessità o di uso legittimo delle armi cioè una discriminante, come ho detto prima, non sia necessario, anzi non si debba iscrivere la persona nel registro degli indagati. Non si tratta assolutamente di uno scudo penale, ci tengo a ribadirlo. Siamo perfettamente consapevoli che già cinquant'anni fa esisteva uno scudo procedurale: era la cosiddetta garanzia amministrativa che devolveva al procuratore generale la possibilità di mettere un veto all'azione penale nei confronti dell'appartenente alle Forze dell'ordine. Questo è stato eliminato dalla Corte costituzionale, lo sappiamo perfettamente. Nessuno scudo penale, però una riforma radicale dell'iscrizione nel registro degli indagati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La deputata Matone, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

SIMONETTA MATONE (LEGA). Buon pomeriggio, Ministro. Lei ha parlato di anomalia di questo istituto e noi siamo assolutamente d'accordo. Perché è necessario intervenire da un punto di vista normativo? Perché finora lo screening preventivo c'è stato sulle cosiddette notizie di reato, ma è stato uno screening assolutamente discrezionale. Il modello 45 è uno strumento essenziale, ma incontrollato ed incontrollabile. Recenti vicende, ad esempio, hanno dimostrato come eminenti personalità della politica sono state iscritte nel registro degli indagati, perché ritenuto atto dovuto, ed altri, viceversa, sono stati iscritti al modello 45 perché bisognava vagliare. Non è questa la sede per fare nomi, ma ci si arriva facilmente, anche perché anche lei è uno di questi, perdoni la notazione personale. Per le Forze dell'ordine il problema è enorme. Perché se è vero che non dobbiamo seguire la pancia del Paese, l'emotività, il ragionamento politico, “li ammazzassero tutti”, questo non può essere il nostro ragionamento. Perché noi non cerchiamo scudi legali per trasformare il Paese in un far west, ma, piuttosto, ragionare e non avvalersi di un automatismo in presenza delle cause di giustificazione che lei ha elencato: l'esercizio del diritto, l'adempimento del dovere, l'uso legittimo delle armi.

Lo strumento legislativo attuale c'è, ma - ripeto - garantisce margini di discrezionalità che non possono essere lasciati all'interpretazione del singolo magistrato. Quindi, ben venga non una riflessione normativa, ma un intero cambio di passo sull'intero sistema. Noi ci riteniamo soddisfatti della sua risposta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza per l'incremento dell'adesione al Fascicolo sanitario elettronico e per il contrasto del divario digitale, al fine di garantire equità nell'accesso ai servizi sanitari sul territorio nazionale - n. 3-02035)

PRESIDENTE. Il deputato Marattin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02035 (Vedi l'allegato A).

LUIGI MARATTIN (MISTO). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio, signor Ministro. La digitalizzazione è importante e ci piace, ma è utile se arriva a meta, cioè se semplifica la vita dei cittadini, se rende le cose più veloci e se toglie carta, non se ne aggiunge. Allora, il fascicolo sanitario elettronico ha più di dieci anni, è un'ottima cosa, ma noi siamo un po' preoccupati dalla sua scarsa diffusione (in molte zone d'Italia è veramente poco diffuso) e soprattutto dal suo effetto. Si parlano le aziende sanitarie di tutta Italia con quelle accreditate? Si riesce a velocizzare la vita del cittadino? Si sono eliminate tutte le ricette? Si è eliminata la carta? Perché quella… come tutto - è appena andato via il Ministro Nordio -, anche il processo telematico serve, se togli la carta, fai parlare le amministrazioni e rendi la vita più semplice per il cittadino. Ci chiediamo: sta veramente accadendo? E, se no, che cosa state facendo per cercare di arrivare a questo importante obiettivo di semplificazione per i cittadini?

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.

ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante per aver sollevato una questione cruciale per il futuro della nostra sanità digitale. Il divario nell'adesione al fascicolo sanitario elettronico tra diverse regioni non è solo un problema tecnico ma è una questione di equità nell'accesso alle cure. È giusto fare il punto. Partiamo da una premessa importante: i dati di monitoraggio, riportati nell'interrogazione, sono aggiornati al 31 agosto 2024.

Oggi stiamo costruendo qualcosa di completamente diverso: il fascicolo sanitario elettronico 2.0. L'obiettivo è ambizioso ma necessario: potenziare il sistema in coerenza con il PNRR, garantendo diffusione, omogeneità e accessibilità su tutto il territorio nazionale. Non più 20 sistemi diversi, ma uno standard nazionale.

L'implementazione delle nuove funzionalità avverrà progressivamente secondo tre fasi definite nel decreto del 30 dicembre 2024, il cosiddetto fascicolo sanitario elettronico transitorio. Entro il 31 marzo 2026 avremo la completezza dei contenuti, l'alimentazione automatica entro cinque giorni dall'introduzione. Le risorse ci sono: per aumentare l'adesione delle regioni abbiamo messo sul Piano risorse concrete, oltre 600 milioni di euro ripartiti nel 2022, fondi destinati per potenziare l'infrastruttura digitale ma anche per incrementare le competenze digitali dei professionisti sanitari.

Ogni regione sta organizzando roadshow, eventi rivolti a professionisti sanitari, pazienti e personale interessato.

L'approccio è diretto: spiegare in modo semplice le principali funzionalità di questi strumenti, non solo teoria. Perché la tecnologia funziona solo se le persone la capiscono e la usano. Abbiamo già organizzato eventi nazionali con la partecipazione di amministrazioni centrali, regioni, ASL, ordini professionali, settore ICT. L'obiettivo è potenziare le competenze digitali dei professionisti sanitari.

I medici, poi, sono la chiave: se un medico non usa il fascicolo sanitario elettronico, difficilmente lo farà il paziente. Per questo puntiamo alla formazione: per avere professionisti motivati che alimentano attivamente il sistema. Il Ministero ha riconosciuto la necessità di una campagna informativa dedicata: non basta avere la tecnologia, bisogna spiegare ai cittadini tutti i vantaggi del fascicolo sanitario elettronico, i loro diritti in materia di protezione dei dati, la possibilità di verificare chi ha consultato il proprio fascicolo e di oscurare i documenti sensibili.

È un processo che è in corso ora. Con il decreto del 31 dicembre 2024 abbiamo istituito l'ecosistema dei dati sanitari: non più una consultazione statica, ma servizi dedicati di elaborazione e consultazione. La piena attuazione dell'architettura del fascicolo sanitario elettronico rappresenta una grande opportunità per superare finalmente i divari territoriali. Accesso veloce non è solo digitalizzazione, è democrazia sanitaria. Un cittadino di Bolzano e uno di Reggio Calabria devono avere le stesse opportunità di accesso ai propri dati sanitari. Per questo stimoleremo ancora le regioni meno avanzate ad adottare campagne specifiche di sensibilizzazione della cittadinanza perché la sanità digitale funziona solo se diventa patrimonio condiviso di tutto il Paese.

PRESIDENTE. Il deputato Marattin ha facoltà di replicare.

LUIGI MARATTIN (MISTO). Grazie, signor Ministro. Lei si è concentrato giustamente sulla domanda e si sa che sensibilizzare all'utilizzo è complicato e va bene. Non scordiamoci l'offerta, cioè noi dobbiamo fare in modo che se il cittadino di Reggio Calabria va a in istituto per curarsi, poi il risultato di quella visita è visibile a tutti gli interessati, ovviamente fatta salva la privacy. Si devono parlare i sistemi informatici di tutta Italia, altrimenti il problema ce l'abbiamo sull'offerta, non solo sulla domanda.

A questo proposito, signor Ministro, capita a fagiolo. Stamattina - non so se lo hanno informato o ha seguito - in quest'Aula si è parlato di sanità e c'è stato il solito derby delle curve ultrà a chi ci mette più soldi. Dieci! Undici! Dodici! Tredici! Allora, il punto - e torniamo su questo argomento - è: guardate, anche su questo argomento di oggi, cioè sensibilizzare le regioni, i 600 milioni che dà alle regioni, siamo sicuri che l'assetto regionale di gestione della sanità sia ancora quello ottimale? Perché altrimenti succede come sul decreto Liste d'attesa. Voi potete avere anche le più grandi intenzioni del mondo ma si sbatte contro il fatto che niente si può fare se ciascuna delle venti regioni non è d'accordo.

Allora, forse sono maturi i tempi - da una cosa piccola, ma grande, come il fascicolo sanitario elettronico, a quello più generale sull'efficienza della sanità - per farci la famosa domanda proibita: non è venuto il momento di ripensare la gestione regionale del Servizio sanitario nazionale? Ma avremo modo di parlarne.

(Iniziative volte a prevenire e contrastare il fenomeno degli hikikomori, anche in relazione agli impegni assunti dal Governo nel 2023 - n. 3-02036)

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02036 (Vedi l'allegato A).

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, parto dall'aspetto dei 50.000 adolescenti che vivono in Italia forme di ritiro sociale grave, con un considerevole aumento tra gli anni 2019 e 2022. Oggi si presumono cifre che superano i 70.000 individui.

Nel 2023 proprio in quest'Aula sono state approvate diverse mozioni dal Parlamento relative al fenomeno degli hikikomori, ossia al ritiro sociale per meglio far comprendere la tipologia dell'argomento di cui parliamo. Il Governo non ha dato però purtroppo alcun seguito agli impegni che peraltro si era assunto, nonostante la crescita di questo fenomeno. Sono quindi a chiedere, signor Ministro, quali iniziative di competenza intenda mettere in atto per dare una rapida attuazione agli impegni assunti due anni fa per arginare e prevenire il fenomeno del ritiro sociale.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.

ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti che permettono di fare il punto su un fenomeno che non possiamo più ignorare, ossia il ritiro sociale dei nostri giovani. Quasi due anni fa quest'Aula ha approvato una serie di mozioni sul fenomeno degli hikikomori, un impegno preciso per sensibilizzare, prevenire e contrastare questa forma estrema di isolamento giovanile. È giusto oggi che rendiamo conto di quello che stiamo facendo.

Partiamo da quello che abbiamo realizzato. Il Ministero della Salute non è rimasto fermo: nel corso degli anni abbiamo promosso e finanziato numerose attività di prevenzione del disagio giovanile, ma la pandemia ci ha costretto ad accelerare.

Nel 2022, con il programma CCM, abbiamo finanziato il progetto “Effetti dell'emergenza pandemica COVID-19 sui minori di età”, un progetto, concluso a maggio 2024, che ha dato risultati concreti. Questo lavoro ha prodotto dati affidabili. Abbiamo creato un sistema per monitorare tempestivamente gli accessi ai servizi neuropsichici e delle dipendenze tra i minori. Senza i numeri non si fa programmazione seria né regionale né nazionale, ma soprattutto abbiamo sviluppato strategie basate sulle evidenze per promuovere quella che chiamiamo “salute mentale positiva”. Bisogna prevenire il disagio, costruendo nei ragazzi anticorpi psicologici necessari.

La rete collaborativa funziona. Abbiamo consolidato la collaborazione tra istituzioni, professionisti, famiglie e - punto fondamentale - i ragazzi stessi. I risultati ci hanno permesso di attivare un sistema di sorveglianza interregionale che non si fermerà qui.

Strumenti pratici che abbiamo messo in campo: abbiamo sviluppato un modello di analisi dei flussi informativi per intercettare tempestivamente le problematiche di salute mentale dei giovani; abbiamo raccolto buone prassi creando kit formativi specifici per le scuole, perché la scuola resta il primo presidio di osservazione e di intervento; abbiamo tradotto e adattato il manuale Mental Health in Schools dell'Organizzazione mondiale della sanità, implementando materiali informativi sulla piattaforma dell'Istituto superiore di sanità; in accordo con la rete “Scuole che promuovono la salute”, abbiamo attivato percorsi formativi per docenti, referenti scolastici e peer educator perché spesso dietro il ritiro sociale c'è una difficoltà di integrazione che parte proprio dai banchi di scuola; nell'ambito del programma CCM 2024 abbiamo finanziato tre progetti specifici che vanno al cuore del problema: adolescenze e tentativo di suicidio, modelli organizzativi per la presa in carico precoce, prevenzione e intervento nei comportamenti autolesivi; abbiamo siglato protocolli d'intesa con l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, con UNICEF e il Ministero dell'Istruzione e del merito, perché la salute mentale dei giovani non può essere di competenza di un solo Ministero.

Il punto è questo. Il Ministero della Salute riserva sempre grande attenzione alla salute psicofisica di bambini e adolescenti, ma sappiamo che c'è ancora tanto da fare. Oggi possiamo dire di aver fatto passi concreti, ma il percorso è ancora lungo. Continueremo a investire in prevenzione, formazione e reti territoriali. Gli hikikomori sono solo la punta dell'iceberg di un disagio più ampio, perché poi ogni giovane che si chiude in casa è una sconfitta per tutti noi.

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di replicare.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, confesso, nonostante stia frequentando una rete di genitori e di specialisti, che molte delle cose da lei elencate non sono percepite o sono state forse sviluppate in una parte di territorio e non in tutta Italia. Questo è un dispiacere.

Lei ha detto cose importanti. Bisogna prevenire, bisogna essere veloci e fare in fretta. Bisognerebbe avere gli psicologi che vanno a domicilio. Abbiamo questi ragazzi che non riescono più a frequentare la scuola e perdono gli anni scolastici e non possono essere giustificati. Abbiamo gli adulti che perdono il loro lavoro per lo stesso motivo, perché molto spesso non ci sono specialisti che documentano quest'assenza. La scuola, con tutti gli sforzi che può fare, a volte molto in ritardo - ma questo succede anche alle famiglie -, si rende conto del problema che i figli vivono, un disagio enorme.

La scorsa settimana si è proiettato qui il film La chiocciola. La Sala della Regina era gremita di genitori e di specialisti che, purtroppo, si dichiaravano disarmati di fronte a questo fenomeno. Ci hanno detto tranquillamente che stanno lavorando per costruire comunità alloggio, per cercare di portare i loro figli fuori dall'isolamento.

Ora, signor Ministro, non c'è tanto tempo. I numeri aumenteranno in maniera spropositata, se quanto lei ha detto in qualche maniera non verrà portato a fattor comune. Chi deve conoscere questo? Le regioni? Guardi: le regioni non sono assolutamente a conoscenza di queste ricerche. Gli studi dei pediatri? Le scuole? Quali scuole hanno partecipato a questa sperimentazione?

Io le chiedo di fornire al Parlamento questi dati, queste ricerche e posso ancora dirle con grande rincrescimento, pur dicendole che avrà la nostra collaborazione anche da parte dell'Intergruppo che ho costituito, che siamo a un punto poco più di zero. Abbiamo bisogno di qualcosa di concreto che risponda alle mozioni alle quali il Governo ha dato parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

(Iniziative urgenti volte a garantire la copertura a carico del Servizio sanitario nazionale delle riparazioni e sostituzioni degli ausili relativi alle carrozzine a motore elettrico - n. 3-02037)

PRESIDENTE. La deputata Marianna Ricciardi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Quartini ed altri n. 3-02037 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ci sono due modi di fare le leggi, i regolamenti e di lavorare per la collettività: con i paraocchi della burocrazia, dello schema, o con il buon senso di chi vuol far funzionare le cose e risolvere davvero i problemi delle persone.

Ebbene, dal 1° gennaio 2025 è entrato in vigore il nuovo nomenclatore tariffario. C'è un problema: le batterie delle carrozzine elettriche non sono più rimborsabili. Con interlocuzioni informali, già a febbraio, il MoVimento 5 Stelle ha chiesto spiegazioni in merito, ma, purtroppo, non c'è stata alcuna risposta. A marzo, abbiamo presentato un'interrogazione e, anche in quel caso, non abbiamo ricevuto risposta. Siamo ormai alle porte di luglio e il problema persiste.

E se voi potete aspettare e stare a guardare, chi è prigioniero di una carrozzina elettrica senza batteria, certamente non può farlo e l'unica risposta che aspetta quindi oggi è “noi ci scusiamo, abbiamo capito il problema, lo risolviamo immediatamente, ripristinando la rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale delle batterie per le carrozzine elettriche” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.

ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per aver sollevato un caso che tocca i diritti fondamentali delle persone con disabilità. La vicenda di una signora, riportata dalla stampa, mi offre l'opportunità di chiarire definitivamente il quadro normativo sui dispositivi di ausilio e sulle garanzie che il nostro sistema sanitario deve assicurare. Partiamo dalle regole che già esistono.

L'articolo 3, comma 2, dell'allegato 12 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017 - quello sui LEA - stabilisce un principio chiaro e inderogabile: per i dispositivi di serie degli elenchi 2A e 2B del nomenclatore LEA, dove troviamo le carrozzine e tutti gli ausili per la mobilità personale, regioni e ASL devono stipulare contratti attraverso gare pubbliche, non scelte discrezionali, ma procedure trasparenti.

Ma ecco il punto cruciale. I capitolati di gara devono prevedere obbligatoriamente che i fornitori aggiudicatari forniscano tre garanzie fondamentali: l'adattamento o la personalizzazione dei dispositivi da parte di professionisti sanitari abilitati; la manutenzione ordinaria; la riparazione o sostituzione dei componenti. Non è una raccomandazione, è un obbligo di legge. Questa norma è in vigore dal 2017. L'entrata in vigore del nuovo decreto Tariffe del 2025 - quello che ha sostituito il vecchio decreto ministeriale n. 332/1999 - non ha cambiato nulla sui diritti dell'assistito, assolutamente nulla. L'innovazione riguarda solo le modalità di approvvigionamento.

Le regioni devono conformarsi a procedure di gara ad evidenza pubblica, ma i diritti dei cittadini restano gli stessi, anzi, sono rafforzati. Alcune regioni hanno fatto ancora di più: hanno approvato tariffari di riferimento per gli ausili degli elenchi 2A e 2B, che specificano, nero su bianco, che la riparazione e la sostituzione dei dispositivi protesici, trascorsi i tempi minimi di garanzia, rimangono a carico delle aziende sanitarie, non del cittadino, ma delle aziende sanitarie.

Stante il quadro normativo nazionale che ho richiamato, all'assistito non dovrebbe essere richiesta alcuna compartecipazione alla spesa per riparazioni o sostituzioni. Se questo sta accadendo, come nel caso segnalato, significa che qualcuno non sta applicando correttamente le normative vigenti e questo non è accettabile. I diritti delle persone con disabilità non possono essere subordinati a interpretazioni discrezionali o a carenze organizzative territoriali. Sono diritti esigibili e garantiti dalla legge nazionale, che ogni amministrazione ha il dovere di rispettare.

PRESIDENTE. L'onorevole Quartini ha facoltà di replicare.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Ministro. Noi stiamo parlando di presidi salvavita. Stiamo parlando di presìdi che consentono alle persone con disabilità di non essere segregate, di non essere isolate e di non essere confinate nei propri ambiti. Negare questa opportunità è un delitto. Credo che convenga con me, perché negare la possibilità di una sostituzione di una batteria o di pezzi di ricambio a una carrozzina elettrica è un delitto, è un crimine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Il pasticcio è però evidente, perché ci sono alcune regioni che non vengono dietro alle raccomandazioni e agli obblighi di legge rispetto a questo. Ne cito una per tutti: la regione Veneto. Zaia, a suo tempo, ha risposto che, nel nuovo nomenclatore tariffario, non erano previste queste sostituzioni.

Io credo davvero che sia fondamentale, perché i prezzi che hanno sono insostenibili, sono proibitivi per le famiglie: per una batteria, si arriva a 680 euro, e non è neanche quello che guadagnano in un mese di pensione.

Credo che comunque potrebbe bastare una circolare esplicativa del Ministero per chiarire questo aspetto. Quindi, da questo punto di vista, seppur tardiva, accolgo con piacere questa sua risposta, ma vorrei che fosse un po' più diretto con le regioni che questo centro-destra amministra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative urgenti per il superamento delle criticità legate alle liste d'attesa, con particolare riferimento alle visite di follow-up oncologiche - n. 3-02038)

PRESIDENTE. L'onorevole Romano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-02038 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il Piano nazionale di governo delle liste d'attesa sancisce il principio secondo cui le prestazioni sanitarie devono essere erogate entro tempi massimi definiti per urgenza clinica. Il Piano citato stabilisce, nello specifico, classi di priorità, che assegnano un tempo da un minimo di 72 ore per le prestazioni più urgenti a un massimo di 100 giorni per le visite programmabili. E, invece, si assiste a ritardi nel Nord, nel Sud e nel Centro del Paese e l'attesa media supera i 4 mesi per una visita specialistica e addirittura un anno per risonanza magnetica o per TAC.

Secondo l'Istat, il 35 per cento degli italiani ha pagato privatamente una visita per evitare i lunghi tempi di attesa, il 20 per cento ha rinunciato del tutto alle cure e il 40 per cento delle richieste specialistiche viene fissato entro i limiti previsti. Per non parlare delle visite che riguardano i follow-up oncologici: 450 giorni, quindi cura mai.

E, allora, vogliamo sapere, signor Ministro - perché sappiamo che questo Governo si è molto impegnato, stanziando anche risorse; sempre sulle liste d'attesa, abbiamo svolto un question time già con il Presidente del Consiglio -, quali ulteriori interventi il Governo intenda porre in essere, perché la situazione nel nostro Paese è ormai drammatica.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.

ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per aver sollevato una questione che tocca direttamente la vita di migliaia di cittadini italiani. Ho di nuovo l'opportunità di illustrare le concrete misure che questo Governo sta mettendo in campo per dare una risposta definitiva al problema delle liste d'attesa, con particolare riguardo ai controlli oncologici di follow-up.

Partiamo da quello che già esiste e funziona. L'articolo 3, comma 8, del decreto-legge n. 73/2024 ha stabilito un chiaro principio: per le patologie cronico-degenerative e oncologiche servono percorsi privilegiati; non più code indifferenziate, ma agende dedicate con i PDTA - Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali. La gestione può essere diretta dallo specialista di riferimento o dalla struttura dedicata della ASL. Flessibilità organizzativa con un obiettivo preciso: garantire l'accesso alle prestazioni necessarie.

Diverse regioni e province autonome stanno sperimentando il PACC, il Percorso Ambulatoriale Complesso e Coordinato, un modello che ricalca il day-service. Non è fantascienza, in molti territori è già realtà. È un modello che sarà disciplinato nei principi generali dell'intesa per l'aggiornamento del Piano nazionale di governo delle liste d'attesa 2025-2027, attualmente al vaglio della Conferenza Stato-regioni. Il Comitato LEA ha costituito uno specifico sottogruppo per definire indicatori precisi per analizzare i tempi d'attesa.

Veniamo al nodo cruciale: rendere attrattivo lavorare nel Servizio sanitario pubblico. Senza medici e infermieri motivati, anche i percorsi meglio organizzati - lasciatemelo dire - rimangono sulla carta. Con la precedente manovra finanziaria, l'80 per cento dell'incremento del Fondo sanitario nazionale è andato al rinnovo dei contratti della dirigenza medica e sanitaria, un segnale concreto di valorizzazione economica che non era più rinviabile. La legge di bilancio per il 2025 ha al suo interno una serie di misure per incentivare economicamente il lavoro nel Servizio sanitario nazionale e rendere più efficiente il servizio. Innanzitutto, la proroga, fino al 31 dicembre 2027, per assumere a tempo determinato gli specializzandi utilmente collocati nelle graduatorie per l'accesso alla dirigenza sanitaria, giovani preparati che possono dare un contributo immediato.

E, inoltre, avere procedure semplificate per assumere chi è già nelle graduatorie concorsuali riservate ai professionisti iscritti dal secondo anno di specializzazione. La legge di bilancio 2025 ha incrementato gli importi delle indennità per i profili professionali del Servizio sanitario nazionale, e qui c'è una novità interessante: tassazione agevolata al 5 per cento sui compensi per lavoro straordinario degli infermieri.

Il decreto-legge n. 202 del 2024 ha introdotto strumenti straordinari per il 2025, che ci permettono di fronteggiare carenze che gli istituti ordinari non riescono più a coprire: reclutamento di specializzandi dal secondo anno con incarichi di lavoro autonomo, incarichi individuali per i professionisti sanitari e possibilità per le aziende del Servizio sanitario nazionale di conferire incarichi a laureati in medicina. Queste sono le misure concrete che abbiamo messo in campo, un approccio sistematico che unisce organizzazione efficiente e valorizzazione del personale, perché i cittadini, soprattutto quelli che affrontano un percorso oncologico, hanno diritto a risposte certe e a tempi di cura ragionevoli.

PRESIDENTE. L'onorevole Romano ha facoltà di replicare.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Ministro. Sono soddisfatto di grande parte della sua risposta, anche perché molti dei provvedimenti che lei ha citato sono stati da noi sostenuti e alcuni altri proposti. Voglio ricordare che il gruppo Noi Moderati si è impegnato affinché gli specializzandi avessero un aumento di stipendio da 1.600 a 2.000 euro; così come ricordo la norma che, in una certa maniera, dispone una flat tax al 5 per cento per gli infermieri che fanno lavoro straordinario; così come le norme che riguardano l'extramoenia e l'intramoenia dei giovani medici specializzandi, per fare in modo che lavorino ancora nelle strutture, anziché scegliere di andare all'estero.

Però - e non è colpa sua - noi abbiamo avuto una riforma del Titolo V che attribuisce alle regioni le maggiori competenze e sappiamo perfettamente che anche in Conferenza Stato-regioni si morde il freno. Noi abbiamo sentito delle parole interessanti - che ci ha fatto piacere ascoltare - da parte del Presidente del Consiglio, Meloni, quando ci ha detto che, nelle difficoltà, sarebbero stati presi dei provvedimenti attraverso i poteri sostitutivi. Quello che le chiediamo è proprio questo, signor Ministro. Non è più tempo di aspettare le decisioni delle regioni, la situazione è drammatica, il Governo agisca con i poteri sostitutivi (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).

(Iniziative urgenti, anche di carattere finanziario, volte a garantire la piena partecipazione di bambini e ragazzi con disabilità ai centri estivi - n. 3-02039)

PRESIDENTE. La deputata Malavasi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Furfaro ed altri n. 3-02039 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie. I centri estivi rappresentano un'occasione di svago e di socializzazione, ma anche una grande opportunità educativa. Oggi, però, siamo di fronte ad un sistema classista e disomogeneo, dove chi ha i mezzi garantisce ai propri figli un'estate ricca, chi non li ha resta ai margini, perché non tutti si possono permettere di pagare fino a 200 euro a settimana. Peggio va per i bambini con disabilità, le cui famiglie vengono chiamate o a pagare di più, o ad avere offerte parziali, con rischi di esclusione e di discriminazione sociale. Serve, dunque, ampliare l'offerta, oggi insufficiente, per non lasciare sole né le famiglie, né i comuni, sempre più poveri, con il rischio che l'estate diventi un acceleratore di disuguaglianze sociali.

Chiediamo, dunque, Ministra, quali misure urgenti, anche di carattere finanziario - a partire dal ripristino integrale del Fondo di 150 milioni, stanziati nel 2020, e oggi ridotto del 60 per cento - questo Governo intenda adottare per garantire il diritto dei bambini con disabilità a partecipare ai centri estivi, esercitando pienamente il proprio diritto all'uguaglianza e alla partecipazione senza discriminazione, perché, come dice Valeria, la mamma di Alessio, la disabilità non va mai in vacanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La Ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha facoltà di rispondere.

ALESSANDRA LOCATELLI, Ministra per le Disabilità. Grazie, Presidente. Grazie anche agli onorevoli interroganti, che toccano un tema sicuramente importante. Tra l'altro, siamo proprio nel periodo in cui dovrebbero iniziare i centri estivi, che io mi auguro siano davvero sempre più accessibili a tutti, e, soprattutto, senza differenze di quote, perché non è assolutamente giusto che chi ha una disabilità debba pagare di più, per esempio.

E quindi, in termini di risorse, io differenzio la mia risposta in due parti, perché una parte è riferita al Fondo, di cui avete fatto menzione nell'interrogazione, che riguarda direttamente il Ministero per la Famiglia, e vi darò risposta con quanto ci è stato fatto pervenire.

Per quanto riguarda, invece, me, voglio annunciare che, siccome entro la fine dell'anno uscirà un grosso bando - di cui ho parlato più volte - che dà risposta al tema del lavoro, tempo ricreativo e tempo di vita, abbiamo deciso, proprio in questi giorni, di destinare una riserva di questo Fondo ai bambini e agli adolescenti, proprio per incrementare la possibilità di avere attività ricreative, non solo durante il periodo estivo, ma anche durante tutto l'anno. Perché poi quei temi di cui abbiamo sentito parlare prima rispetto all'isolamento, senza arrivare all'hikikomori, ma anche tante altre difficoltà che hanno i nostri ragazzi e i nostri giovani, magari, possono essere attenuate e dirette diversamente durante tutto l'anno, con attività sportive, ricreative, momenti di socializzazione e tempo di qualità passato con altri compagni o a fare attività di diverso tipo.

E invece vi leggo anche la parte che riguarda gli aspetti più specifici del Fondo che avete citato, da parte del Ministero per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità.

Nello specifico, ricordo che i finanziamenti previsti dall'articolo 105 del decreto-legge n. 34 del 2020 e dell'articolo 63 del decreto-legge n. 73 del 2021 sono destinati ai centri estivi e adottati a seguito di scostamenti di bilancio in pieno periodo di COVID. La ripartizione di queste risorse avviene in modo mirato e strutturato. I fondi vengono distribuiti tra i comuni che ne fanno esplicita richiesta, seguendo un criterio di proporzionalità basato sulla popolazione minorenne presente sul loro territorio, ossia la fascia di età compresa tra 0 e 17 anni. È poi prerogativa esclusiva delle singole amministrazioni comunali, in base al principio di sussidiarietà, individuare e definire autonomamente i criteri specifici di organizzazione dei servizi di accesso a tali risorse, tenendo conto delle esigenze e delle peculiarità del proprio contesto locale, che, com'è noto, possono variare di molto a seconda dell'ampiezza dei comuni e della conformazione dei territori e di altri parametri.

Quanto alle risorse dedicate, si precisa che l'attuale Governo ha stanziato in continuità, dal 2023, 60 milioni di euro, rispetto al finanziamento pari a 58 milioni di euro stanziati dal Governo precedente. Un impegno, quello del nostro Governo, che il Ministro per la Famiglia ha sempre considerato fondamentale, tanto come servizio per i genitori, che come opportunità per i bambini e i ragazzi, e che ha fatto registrare anche l'esplicita soddisfazione di ANCI.

PRESIDENTE. L'onorevole Furfaro ha facoltà di replicare.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministra, glielo confesso, è una risposta abbastanza imbarazzante, perché noi siamo al 23, 24, 25 giugno, a fine mese, e lei praticamente ci sta dicendo che, di fronte al dramma di 7 milioni di bambini, di cui solo 1 su 10 nel nostro Paese, a volte 1 su 100 in alcune regioni, non riesce ad accedere ai centri estivi, e di fronte al dramma di 360.000 bambini con disabilità che non riescono, purtroppo, ad accedere a un altro luogo di inclusione e anche a sgravare i genitori, la vostra risposta è che voi ci penserete dopo l'estate. Complimenti!

In secondo luogo, io trovo francamente insopportabile questo scaricabarile, perché governate voi e non può essere che, ogni volta, una volta la colpa è dei giudici, una volta dell'Europa, una volta di Soros, una volta di Bill Gates, una volta della sinistra brutta e cattiva, e oggi degli enti locali. In fondo, ci ha detto che avete stanziato 60 milioni di euro - ci tornerò - perché il punto è che gli enti locali, i comuni, se ne devono occupare. Mentre avete stanziato 60 milioni di euro, le ricordo che nella legge di bilancio avete tagliato di 7 miliardi i soldi agli enti locali, ma non solo. Siete voi, cara Ministra, che avete tolto 400 milioni di euro alle politiche per la disabilità.

Ma c'è un altro aspetto che è abbastanza inquietante, perché - l'ha detto lei - avete finanziato per soli 60 milioni di euro non il Fondo per i bambini con disabilità per i centri estivi, ma il Fondo per gli interi minori. Ciò significa che sono 8 euro a minore, per 7 milioni di minori. E lo avete fatto dimezzando, più che dimezzando, il Fondo precedente, a proposito di chi c'era prima. E non solo. Com'è possibile spiegare a quei bambini che non avranno un centro estivo, perché sono stati destinati loro solo 60 milioni di euro, mentre sono state annullate multe ai no-VAX per 150 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

Ministra, io penso questo. Credo che in questi giorni vi stiamo chiedendo di prendere misure qui ed ora, non dopo l'estate. Perché c'è un punto. E vi siete tanto indignati, avete tirato fuori persino la figlia di Giorgia Meloni, ma c'è un punto: sta diventando un'Italia classista. Io so di potermi permettere, essendo privilegiato, di mandare un figlio al centro estivo per 1, 2, 5, 10 settimane, Giorgia Meloni pure, ovviamente, di portarla con sé al lavoro. La domanda è: quei milioni di famiglie che non hanno la possibilità di pagare, come li aiuta lo Stato? La risposta è che ci penserete un giorno oppure che è colpa dei comuni. Io credo che il Governo debba assumersi la responsabilità delle proprie scelte, ed è una cosa che non fa mai, purtroppo.

Ma non vi lasceremo scappare, perché, in questo Paese, ogni bambino, al di là dei vostri proclami, ha davvero il diritto di crescere e ogni famiglia ha il diritto di non sentirsi sola, anche quando chi governa, purtroppo, fa finta che non esista (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,15. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,18.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 114, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VIII Commissione (Ambiente):

S. 1479 - “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 maggio 2025, n. 65, recante ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile” (Approvato dal Senato) (2482) - Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da martedì 1° luglio 2025, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, il termine di cui al comma 4 del medesimo articolo è conseguentemente adeguato.

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 1298-A​.

PRESIDENTE. Riprendiamo adesso il seguito della discussione della proposta di legge n. 1298-A​: Disposizioni concernenti il finanziamento, l'organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale nonché delega al Governo per il riordino delle agevolazioni fiscali relative all'assistenza sanitaria complementare.

Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta odierna, è stato da ultimo approvato l'emendamento 6.100 Vietri. A seguito di tale approvazione, l'emendamento della Commissione bilancio 6.200 è risultato assorbito, mentre la votazione dell'articolo 6 è risultata preclusa.

(Articolo 7 - A.C. 1298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 7.100 Vietri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi pensavamo di creare un'opportunità per questo Parlamento, per parlare davvero di sanità. Vedete, in un Parlamento non asservito ai dettami del Governo se si vuole parlare di sanità si ha un'opportunità: ci sono degli articoli, ci sono dei punti di vista differenti, si emenda e si fa una discussione per cercare di migliorare il nostro Servizio sanitario nazionale. Ma, vedete, qual è il punto? Che voi non potete, non dovete e non volete migliorare il Servizio sanitario nazionale, perché una sanità dove le persone che non possono e le persone che hanno le liste d'attesa lunghissime vanno al privato vi serve. Vi serve! Non è una prospettiva politica, non è il mercato. Il mercato non c'entra niente, perché sono imprenditori che fanno sponda tra la politica e gli affari e vivono di finanziamenti pubblici. Quindi, è tutto drogato. Ma se d'altronde abbiamo - come è stato già anche ricordato - il Sottosegretario che sta qua a seguire questo provvedimento che si vanta perché nell'azienda di cui lui ha il 10 per cento di quote le persone possono venire a fare degli esami (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). …invece di aspettare la sanità pubblica, allora cosa vogliamo fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Andiamo a vedere chi fa soldi con la sanità privata e andiamo a vedere questi legami. Parliamo del gruppo San Donato della famiglia Rotelli, che nel 2024 ha segnato ricavi di 2 miliardi e mezzo. Bene, nel 2019 chi ha ingaggiato il gruppo San Donato come presidente? L'ex Ministro Angelino Alfano, un noto luminare medico che si intende di sanità. Nel CdA, negli anni, era seduto anche il compianto Roberto Maroni, ex presidente della regione, e, pensate, nel gruppo del CdA di San Donato c'è anche Augusta Iannini, la moglie di Bruno Vespa.

Noi ci aspettiamo che il servizio pubblico faccia servizi sulla sanità, sull'emergenza sanitaria, esattamente come la fa sulle armi, sul pericolo della guerra. Chissà come mai non li fanno? Perché tutti questi gruppi hanno in comune sostanzialmente tre cose: le commistioni con la politica; queste holding, che poi gestiscono, che hanno le sedi in Lussemburgo, in Olanda, nei paradisi fiscali, perché questi prendono soldi dal pubblico, lavorano sulle persone che il pubblico non garantisce e non tutela e poi i ricavi dove li mandano? In Lussemburgo, manco ci pagano le tasse in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); come terza cosa hanno una passione per i gruppi editoriali, perché vediamo anche il noto editore Carlo De Benedetti, che ha investito con il gruppo KOS sulle residenze sanitarie per anziani, ne ha 93, e, chiaramente, anche qui commistione. Allora, dobbiamo dire a un anziano, che vuole andare a una residenza sanitaria pubblica, di pagare 1.800 euro al mese, e io voglio sapere come fa una persona con una pensione minima a pagare 1.800 euro per andare in una RSA? Ma non vi preoccupate, ha le RSA private che lo assisteranno.

Poi veniamo al nostro collega, perché noi abbiamo un collega, anche se non lo vediamo mai: Antonio Angelucci; Antonio Angelucci, che non è presente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Bene, Antonio Angelucci, eletto nelle liste della Lega, ha il Giornale, Libero, Il Tempo e gestisce 24 strutture tra Lazio e Puglia. Fino a qualche tempo fa chi era il presidente della Fondazione? Francesco Rocca, presidente della regione Lazio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che gestisce 11 miliardi - l'80 per cento - di euro di budget della sanità. È questa roba qua. Chiaramente la San Raffaele Spa è gestita da una società lussemburghese e avrà soldi dal PNRR.

Allora si capisce perché il PNRR non l'ha potuto gestire una persona trasparente e pulita come il Presidente Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma lo avete dovuto gestire voi. Allora vogliamo fare una cosa per intervenire sulla sanità? Dobbiamo togliervi la mangiatoia delle regioni. La sanità deve tornare nelle mani dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle, di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e del deputato Marattin), perché è solo una mangiatoia…

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). …che serve ai giornali per parlare bene di voi, a fare i soldi sulla povera gente.

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). E un sistema sanitario che cura in base al conto corrente è un sistema disumano e voi siete degli sciacalli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Il deputato Mollicone: “Presidente, lo riprenda!”)!

PRESIDENTE. Concluda, per favore. Grazie. No, chiedo scusa, la parola “sciacalli” non è ammessa. La parola “sciacalli” non è ammessa in quest'Aula. La prego, onorevole Ricciardi. Quindi, onorevole Ricciardi, cortesemente, la parola “sciacalli” non è proprio il termine che si può utilizzare (Il deputato Riccardo Ricciardi: “È un eufemismo!” - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non è opportuna. Non è opportuna. Non è opportuna. Ribadisco: non è opportuna, non è proprio opportuna. Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Volevo far riflettere su questo articolo 7, che riguarda la nomina dei direttori generali, e sull'importanza di mettere ordine ai criteri di individuazione di queste figure, anche e soprattutto per garantire la massima indipendenza dell'organizzazione sanitaria nel raggiungere degli obiettivi sull'organizzazione regionale che, mi auguro, sempre di più siano quelli indicati a livello nazionale.

Però, Presidente, vorrei approfittarne per introdurre un elemento di novità rispetto alla discussione precedente, perché prima ho sentito parlare tanto di Calabria e ho sentito anche la contrapposizione tra le forze politiche e l'addossarsi di responsabilità reciproche. Io voglio parlare della Lombardia, dove non ho questo problema di storie di governo della regione, perché da 30 anni non si tocca palla - per quanto riguarda la mia parte politica - in regione.

Vorrei richiamare le dichiarazioni dell'assessore regionale Bertolaso che, proprio pochi giorni fa, ha avuto un durissimo scontro con la rete dei direttori generali delle SSD e delle ATS della sua regione, perché, come saprete, in Lombardia non si chiamano ASL o aziende ospedaliere, ma abbiamo una denominazione tutta nostra. Ebbene, li ha definiti degli incapaci, incapaci perfino di fare mozzarelle. Questa è la terminologia usata dall'assessore Bertolaso, così come ha parlato di un sistema regionale che fa acqua da tutte le parti, è inefficiente e incapace di affrontare le criticità, come le liste d'attesa e tutto il resto. Se questa è la fotografia che chi governa ed ha responsabilità politica da 30 anni dà del sistema e del metodo attuale, anche di nomine, credo, allora, che un minimo di riflessione qua dentro andrebbe fatta, altro che cassare questo articolo!

Non lo so, so che questo provvedimento non andrà da nessuna parte, ma il problema rimane e rimane tutto e ci fa riflettere sui due aspetti. Il primo: quanto può reggere una frammentazione in 21 modelli in una situazione di questo genere? Il secondo: vogliamo mettere fine a questa commistione tra politica e nomine dirigenziali all'interno della sanità?

Il primo passaggio sarebbe, per esempio, quello di valutare seriamente non la fedeltà all'appartenenza, alla tessera, alla storia politica delle persone, bensì la competenza, il riconoscimento scientifico e l'autorevolezza che il mondo della sanità dà a queste figure in tema di pubblicazioni e di consolidata esperienza. E su ciò molto ci sarebbe da fare. Secondo: cominciando a dare degli obiettivi di salute, che non sono quelli di far tornare i conti, in maniera anche piuttosto maldestra rispetto al rapporto pubblico-privato riguardo alla spesa, ma, ad esempio, quante persone si ammalano in meno, quanto è stata efficace l'azione di prevenzione, quante diagnosi precoci si è riusciti a fare in più rispetto al passato, quante persone in meno ho lasciato nella disperazione quando si trovano di fronte a una malattia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Questo articolo fissa un principio sacrosanto e, cioè, che chi gestisce la cosa pubblica deve essere selezionato attraverso un concorso. Nella sanità, questo vale ancora di più, perché nella stessa sanità, laddove la politica ha nominato, ad esempio, dei direttori generali - come è accaduto all'ASP di Reggio Calabria - che hanno iniziato a far uscire tutta la melma che c'era delle fatture pagate più e più volte, delle infiltrazioni della 'ndrangheta, quel direttore generale, quel commissario, che era Santo Gioffrè, è stato immediatamente rimosso. Ecco perché la politica non può nominare commissari e direttori generali all'interno della sanità, perché chi lavora nella sanità pubblica deve avere le mani libere e deve essere competente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Sottolineo per tutti l'importanza di questo articolo, che voi, con un emendamento, sopprimete e basta. Vi assumete la responsabilità di evitare che le dirigenze sanitarie siano per merito - vi rifate tanto al merito - e siano sottratte alla politica. Tra l'altro, si prevede che sia istituito un albo nazionale, perché è vero che le valutazioni dei dirigenti vengono sottoposte all'Agenas, ma, se il presidente della regione siciliana ha messo come limite il fatto che vengano diminuite le liste d'attesa e, invece, sono aumentate di 200.000 unità, mi dovete spiegare come mai sono sempre gli stessi ad essere confermati con valutazione positiva dall'Agenas, quando, in realtà, la sanità siciliana è un conclamato colabrodo. Quindi, rifletteteci prima di sopprimere. Potremmo modificare insieme le cose, trovare una soluzione migliore, ma certamente vi assumete una responsabilità enorme.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Arruzzolo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI ARRUZZOLO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Solo perché viene chiamata sempre in causa la Calabria, per rispondere alla collega Orrico, le voglio ribadire che Gioffrè è stato rimosso quando c'era al Governo il Partito Democratico. La differenza quale è? È che, mentre questo Governo nazionale ha permesso al presidente Occhiuto di essere nominato commissario della Calabria, i precedenti Governi hanno nominato generali e prefetti che hanno causato tutta una serie di problemi e non sono mai riusciti ad approvare i bilanci, cosa che ha fatto il presidente Occhiuto. Se, quindi, qualcuno si deve vergognare, sicuramente non è il Governo regionale né, tantomeno, il Governo nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Tucci. Ne ha facoltà.

RICCARDO TUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei ricordare, attraverso lei, al collega Arruzzolo, che il primo Governo a commissariare la Calabria è stato il Governo Berlusconi nel 2011. Inoltre, vorrei ricordare che la collega Orrico, a differenza di quello che pensa lui, non è del Partito Democratico, ma è del MoVimento 5 Stelle, quindi, non riesco a capire il nesso di questa operazione.

Oltre a tutto questo, Presidente, quello che chiedo al collega Arruzzolo è: il fatto che il Governo Berlusconi abbia introdotto i commissari e lui lo addebiti ad altri Governi di altre forze politiche che nesso ha rispetto al fatto che la sanità in Calabria continua a non funzionare, nonostante il vostro presidente della regione si sia autonominato supercommissario alla sanità, supercommissario alle infrastrutture, supercommissario alla ricostruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ha i poteri che, praticamente, neanche un dittatore avrebbe e, nonostante ciò, ancora siamo a livello di come si era prima. Quindi, prima di vedere cosa hanno fatto gli altri, vedete cosa avete fatto voi, perché sono 5 anni e mezzo di fila che governate con questi poteri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Arruzzolo non può riparlare, è consentito solo una volta.

Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 Vietri, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 7.100 Vietri, l'emendamento della Commissione bilancio 7.200 risulta assorbito, mentre la votazione dell'articolo 7 risulta preclusa.

(Articolo 8 - A.C. 1298-A​)

PRESIDENTE. Avverto che, essendo riferiti all'articolo 8 solo gli identici emendamenti interamente soppressivi 8.200 della Commissione bilancio e 8.100 Vietri, su cui il relatore per la maggioranza e il Governo hanno espresso parere favorevole, mentre il relatore di minoranza ha espresso parere contrario, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento.

Resta inteso che chi vuole esprimersi favorevolmente sugli identici emendamenti interamente soppressivi deve votare contro il mantenimento dell'articolo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Questo articolo parla delle liste d'attesa. Ebbene, prima di parlare di liste d'attesa, noi dobbiamo anche chiederci perché si generano e, soprattutto, chi gestisce la sanità, chi sono i manager che gestiscono la sanità pubblica. Sono dei medici? No. Sono degli amministratori di lungo corso? Nemmeno, per carità.

Voglio portare il caso che ha fatto il giro di tutta Italia: l'esempio dell'ASP di Trapani, dove ci volevano mesi per avere dei referti di anatomia patologica. Ebbene, si scopre che l'anatomia patologica non aveva un primario da anni, non aveva il personale sufficiente, non aveva le strumentazioni adeguate né, tantomeno, un'organizzazione del lavoro adeguata a poter gestire, in tempi congrui, le risposte per gli esami di anatomia patologica. Perché succedeva questo? Perché questo manager non esisteva o, meglio, sulla carta c'era, ma nei fatti non aveva competenze cliniche né, tantomeno, gestionali. L'unico motivo per cui era il direttore generale dell'ASP di Trapani era per amicizie politiche: in particolare, era stato candidato alle elezioni regionali del 2022 con Fratelli d'Italia e, visto che aveva portato molti voti alla causa di Giorgia Meloni, ma non era risultato eletto, aveva comunque diritto a una poltrona.

Il problema però qual è? Che se non ci sono competenze cliniche né, tantomeno, gestionali, si verificano queste cose gravi che sono accadute: otto mesi per avere una risposta a un esame istologico - in quel caso lì, poi, si trattava di un tumore - è una cosa di una gravità inaudita, che si commenta da sola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle. Il problema quale è? È che questa cosa dovrebbe indignare tutti e dovrebbe farci capire che, forse, è il caso di rivedere questa norma, forse è il caso di intervenire per trovare delle modalità adeguate a decidere chi devono essere i direttori generali delle aziende sanitarie locali, delle aziende sanitarie provinciali. Non va bene che vengano messe persone che non abbiano alcuna competenza in merito. Questo genera il fenomeno delle liste d'attesa. Anche questo contribuisce a questo problema.

Il punto qual è? È che noi, con queste proposte, addirittura non chiedevamo neanche risorse aggiuntive. Anzi, avendo un metodo adeguato a scegliere i migliori manager, noi potremmo addirittura risparmiare risorse, che non verrebbero sprecate in questo modo. Quindi, non comprendo la contrarietà o, meglio, la comprendo, perché avere il potere di decidere chi gestisce tutti questi soldi è un bel potere, che vale molto di più della salute dei cittadini, molto di più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Sulle liste d'attesa il Governo Meloni dimostra di non avere praticamente alcun interesse a risolvere il problema, un problema che riguarda milioni di italiani, perché se solo un giorno provaste ad andare in un ospedale a richiedere una visita specialistica o un esame, forse allora vi rendereste conto dell'inferno che passano quotidianamente i cittadini italiani. Ci sono oggi 6 milioni di persone in questo Paese che rinunciano alle cure, che non riescono a rivolgersi al privato, perché non hanno i soldi, non se lo possono permettere.

Non so se avete capito quello che state combinando. Spendete, però, di contro, decine di miliardi in armi, mentre la sanità è in codice rosso.

Un anno fa avete messo in piedi un provvedimento sulle liste d'attesa, pieno però di slogan, annunci, la solita propaganda, ma vuoto di contenuti e di soldi, cioè di fatti concreti. Eppure, avete il coraggio ancora di dire che con voi al Governo l'Italia stappa champagne. Beh, cari colleghi, gli unici a stappare champagne con il vostro Governo sono le lobby delle armi, amiche di Crosetto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), sono i Ministri e i Sottosegretari ai quali la Meloni ha aumentato lo stipendio di 2.500 euro al mese…

PRESIDENTE. Concluda.

LEONARDO DONNO (M5S). Questi sono quelli che stappano lo champagne, mentre gli italiani fanno la fame e piangono i vostri scellerati risultati.

PRESIDENTE. Grazie.

LEONARDO DONNO (M5S). Siete dei profittatori, vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento (Commenti). Colleghi! Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.

(Articolo 9 - A.C. 1298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 9.100 Vietri. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Il padre della microbiologia, della vaccinazione, che era Louis Pasteur diceva: il sapere appartiene all'umanità ed è la torcia che illumina il mondo. A me sembra, da quello che c'è scritto qui, che questa torcia non solo voi l'abbiate spenta, ma che l'abbiate proprio messa sotto i piedi; perché - vogliamo dirlo a chi è a casa? Perché poi sembra che le notizie ai cittadini non arrivano, non arrivano - abbiamo messo in questa proposta di legge un potenziamento della ricerca sanitaria. Stiamo parlando di ricerca sanitaria, stiamo parlando di trovare qualcosa per risolvere i problemi dei nostri familiari, dei nostri amici, dei nostri cittadini italiani, dei nostri figli, i problemi di salute. E voi cosa avete detto? Sopprimerlo! Sopprimerlo perché non ci sono soldi, signori.

Sopprimerlo, quando nel 2023 la spesa sanitaria è aumentata, ma del 10 per cento nel privato, mentre 2 miliardi della spesa in ricerca, invece, sono in meno, è crollata completamente. Niente prevenzione, niente personale specializzato, colpisce nuovi bandi di ricerca, signori. Quindi, vogliamo dirlo a chi è a casa? Ma in che modo state facendo queste scelte?

Noi non capiamo perché volete sopprimere soldi che vanno nella giusta direzione, sulla salute dei nostri cittadini. O, forse, mi è venuto un dubbio, un dubbio mi è venuto: probabilmente volete imitare qualcuno che è oltreoceano, qualcuno che all'Università della Columbia cosa ha fatto? Ha interrotto le cure sul cancro, sul diabete, sulla depressione post partum; sapete di chi sto parlando, quindi, probabilmente, il vostro caro amico. State prendendo la stessa piega, la stessa piega qui in Italia, però dovete avere il coraggio - il coraggio - di dire ai cittadini che la nostra proposta di legge voi la state distruggendo, perché i soldi per le cure dei cittadini italiani non li volete mettere, li mettete altrove (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.100 Vietri, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Vietri 9.100, l'emendamento 9.200 della Commissione bilancio risulta assorbito, mentre la votazione dell'articolo 9 risulta ovviamente preclusa.

(Articolo 10 - A.C. 1298-A​)

PRESIDENTE. Avverto che, essendo riferiti all'articolo 10 solo gli identici emendamenti interamente soppressivi, 10.200 della Commissione bilancio e 10.100 Vietri, su cui il relatore per la maggioranza e il Governo hanno espresso parere favorevole, mentre il relatore di minoranza ha espresso parere contrario, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento. Resta inteso, come era precedentemente, che chi vuole esprimersi favorevolmente sugli identici emendamenti interamente soppressivi deve votare contro il mantenimento dell'articolo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.

GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'articolo 10. Oggi si è parlato molto, in quest'Aula, dei problemi della sanità. Ognuno si stracciava le vesti, attribuendo spesso la responsabilità a terzi buttando la palla oltre il recinto. Questo è un percorso chiaramente inaccettabile anche perché, fino a prova contraria, fino a quando non lo abbatterete, questo è ancora il Parlamento della Repubblica italiana e qui dobbiamo fare il nostro lavoro. Noi l'abbiamo fatto con una proposta di legge a prima firma Quartini, che è passata a differenza di altre che sono state bloccate, dove si danno dei contributi concreti, quelli che la capacità dei governatori che gestiscono questo servizio non danno.

Chiaramente, oggi parliamo delle disposizioni per la digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale, ossia del fascicolo elettronico di cui si parla da decenni, ma non viene fatto.

Oggi, qui, Presidente, mi permetta gentilmente di fare un riferimento con il massimo garbo a cui lei sempre richiama e con la massima cura delle parole: quello che sta accadendo qui dentro, da parte della maggioranza, è un intervento che in sanità si sarebbe chiamato di imenoplastica. Parliamo di una problematica … vedo che non serve neanche la discussione perché probabilmente non se ne capisce neanche il significato, ma andiamo oltre, non lo so spiegare, cercatevelo su Google e vedete un attimino. Perché? Vi spiego il perché si parla di imenoplastica: perché in Italia ci sono 12 regioni che in base al Titolo V governano la sanità e sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, la mia regione: le Marche, il Molise, il Piemonte, la Sicilia, il Veneto.

Allora, quando si parla di campagna elettorale … come il Governo nazionale … si fanno promesse mirabolanti, tutto quello che deve essere fatto e risolto il giorno dopo con un click, come i famosi fondi del COVID, eccetera; poi, quando si va al Governo, per cinque anni non si fa nulla e alla fine dei cinque anni ancora ci si lamenta di quello che non è stato fatto, perché è colpa degli altri. Allora uno si domanda: ma cosa vi proponete a fare per governare se non siete capaci di cambiare le cose, di migliorarle come promettete continuamente?

Quindi questo è un dato fondamentale, è un dato che dobbiamo riscontrare, ma la cosa che preoccupa… perché alla fine è inutile fare provvedimenti con nomi, liste d'attesa; le liste d'attesa sono peggiorate, sono peggiorate nelle Marche e dopo 5 anni di Governo oggi escono i buoni manifesti pagati dalla propaganda, pagata da qualche altra persona, non so chi da chi e non so da come, che dicono: abbiamo migliorato le prestazioni. Ma che? Ma qualsiasi persona che alza la cornetta e che chiama un CUP sa che non ha servizi. È inutile fare queste opere di distrazione di massa per raccontare cose, favole, favole che non esistono.

Il problema reale è che qui non c'è stato certamente il merito, probabilmente neanche prima, ma sicuramente non oggi e la destra la deve smettere di dire che è sempre colpa di qualcun altro, perché altrimenti si deve capire - e spero che lo capiranno le regioni che vanno al voto, fra cui le Marche - che i governatori, da Acquaroli a tutti gli altri, non hanno fatto nulla di che e i bilanci regionali sono sempre peggiorati. Quindi, per questo ci meravigliamo della soppressione di buone proposte che non si ha neanche la capacità di accogliere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede intervenire e precisando nuovamente che chi vuole esprimersi favorevolmente sugli identici emendamenti interamente soppressivi deve votare contro il mantenimento dell'articolo 10, pongo in votazione il mantenimento dell'articolo 10.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

(Articolo 11 - A.C. 1298-A​)

PRESIDENTE. Avverto che, essendo riferiti all'articolo 11 solo gli identici emendamenti interamente soppressivi 11.200 della Commissione bilancio e 11.100 Vietri, su cui il relatore per la maggioranza e il Governo hanno espresso parere favorevole, mentre il relatore di minoranza ha espresso parere contrario, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento.

Resta inteso che chi vuole esprimersi favorevolmente sugli identici emendamenti interamente soppressivi deve votare contro il mantenimento di questo articolo.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

(Articolo 12 - A.C. 1298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 12.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 12.101 Vietri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.

ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Qui si parla di coperture per la spesa sanitaria. Forse è stato ripetuto poche volte in quest'Aula, però io lo voglio dire ancora una volta, anche per chi è fuori e deve affrontare liste di attesa interminabili oppure, come dicevo già prima, si reca in un pronto soccorso e non ha subito la prestazione delle cure che gli necessitano (ebbene, c'è tutto un mondo che attende una risposta da noi che siamo qui in quest'Aula). Questo provvedimento, a prima firma del collega Quartini, dà una delle risposte alla società che ce le chiede.

Ma io voglio ancora ricordare cosa ci dice l'Istat, cosa ci rammenta l'Istat, che, in una indagine recente, ha tenuto a sottolineare che ben il 5,1 per cento delle famiglie italiane ha dichiarato di non avere la disponibilità economica per curarsi in alcuni periodi dell'anno e rinuncia alle cure: parliamo di quasi 6 milioni di persone che non possono ricorrere a prestazioni sanitarie, che non possono fare esami diagnostici. Vogliamo parlare della prevenzione? Molti vi rinunciano, ma intanto la prevenzione è necessaria proprio per evitare la morbilità. Ebbene, questo provvedimento dà una risposta a queste esigenze.

Si chiedeva prima in Aula: ebbene, le coperture dove sono? Ma noi abbiamo buttato - è stato detto da altri colleghi che mi hanno preceduto - quasi un miliardo di euro per dei CPR in Albania e adesso ci vogliamo impegnare ad alzare al 5 per cento del PIL la spesa in armi. I soldi, benedetto Iddio, ci sono e dobbiamo dare una risposta ai cittadini italiani su un tema importantissimo, fondamentale, che è il diritto alla salute. Noi stiamo smantellando un sistema sanitario che ci invidiava tutto il mondo, Presidente, un sistema sanitario che era basato su principi di universalità, di equità. Ebbene, adesso lo stiamo distruggendo e non c'è nulla, ma proprio nessuna proposta - tranne che da noi del MoVimento 5 Stelle e dalle opposizioni - che vuole porre un rimedio a questa deriva. Io chiedo un ripensamento. Le coperture - ripeto - ci sono e in questo articolo, nell'articolo 12, vengono enucleate con precisione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Indubbiamente siamo al capitolo finale dell'esame di questo provvedimento e invece che ritrovarci ad aver discusso e ad aver portato anche, magari, degli emendamenti, aver cambiato il testo ed esserci confrontati nel merito, ci troviamo semplicemente a rettificare l'ultimo emendamento che sopprime l'articolo 12 e chiude ogni forma di discussione.

Però, io credo che da quest'Aula rimanga una responsabilità, rimanga una responsabilità di chiunque sia stato eletto ed è qui a rappresentare i cittadini, è qui a rappresentare chi deve aspettare più di un anno per avere una visita specialistica, è qui a rappresentare chi deve attingere ai propri risparmi per poter accedere a una diagnosi piuttosto che a una cura, è qui a rappresentare chi tutte queste possibilità e opportunità non le ha e semplicemente si rassegna a cercare di capire come può fare, è qui a rappresentare i malati di malattie rare che si sentono molte volte malati di malattie dimenticate, è qui a rappresentare il mondo della ricerca e della scienza, molte volte in grado di dare delle risposte di incredibile novità e di incredibile soluzione di situazioni anche compromesse che però non possono essere messe in circolo, è qui a rappresentare anche tutti quelli che vedono nel colesterolo burocratico che accompagna il nostro modo di fare sanità un nemico, invece che lo Stato vicino nel momento della difficoltà.

Allora - e lo dico con grande sincerità a me stesso, oltre che a tutti voi - se le Aule non fanno il loro mestiere, non sanno far sintesi, non sanno confrontarsi, non sanno esprimere la risposta a questi bisogni, io credo che la politica non debba trovare che la strada di portare la discussione fuori dalle Aule, fra le persone, fra le persone che vivono queste situazioni. L'invito che più che mai mi rivolgo, e che credo dovrebbe riguardare tutti all'interno di quest'Aula, è che con i cittadini bisogna parlare di questo, perché quando nel 1978 fu approvato, appunto, il Servizio sanitario nazionale, si giunse alla conclusione di un percorso che riguardò la società italiana, che fece superare gli interessi delle mutue, che fece superare i particolarismi e i tanti privilegi che venivano coltivati sulla pelle di chi questi privilegi non li aveva.

Io credo che il clima sia lo stesso e credo che l'efficacia di coinvolgere le persone travolgerà questo modo di affrontare la sanità e riporterà la politica a doversene occupare in maniera diversa, perché capirà che non è coltivando i privilegi dell'oggi - i benefici che qualcuno può avere e i tanti dinieghi che ad altri vengono, purtroppo, consegnati - che si può andare avanti. Io credo che sia una brutta pagina anche quella di oggi; l'abbiamo già vissuta sulla legge Schlein e la stiamo rivivendo anche in questo pomeriggio particolarmente triste per la storia della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. In questo mio minuto io voglio dire che voi, togliendo anche la possibilità di coperture finanziarie, comunque avete inteso svuotare un provvedimento che era a tutela del Servizio sanitario nazionale, un servizio sanitario che è pubblico e soprattutto universale, cioè consente il diritto alle cure a tutti i cittadini, siano essi ricchi o poveri, qualunque sia la loro condizione sociale. Ebbene, è soprattutto disdicevole - al di là delle poco commendevoli, per me, motivazioni che ci stanno dietro - lo svilimento di un servizio sanitario pubblico a favore dal servizio privato.

In questo minuto io voglio ricordare la condizione di chi si trova in una situazione di malattia progressiva e irreversibile che ha bisogno della ricerca e voglio ricordare un mio alunno - l'ho incontrato due giorni fa - che ha perso durante la scuola il padre e la madre in sei mesi, è rimasto solo e ha la SLA e non è un divanista, perché in questa condizione continua a lavorare, va a fare il muratore. Va a fare il muratore perché non ha potuto neanche continuare la scuola nella sua situazione e la ricerca è l'unica possibilità di salvezza. Pensateci quando voterete fra poco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Presidente, con riferimento a quest'ultimo articolo che discuteremo, anzi che probabilmente sopprimeremo, vorrei solo chiudere dicendo che, purtroppo, la storia del declino della sanità pubblica italiana è la storia del fallimento di un modello economico; è la storia del fallimento della stagione dell'austerità, che si ispirava a quel modello economico; è la storia del fallimento di un'Europa che non era l'Europa della solidarietà, ma era l'Europa dei vincoli di bilancio e di quei vuoti e freddi parametri che ci dicevano che i diritti, anche i diritti fondamentali, come il diritto alla salute, sono negoziabili.

Invece, per noi, alcuni diritti non sono negoziabili. Lo abbiamo dimostrato quando era il momento di dirlo anche all'Unione europea, quando continuava a dirci che alcuni diritti erano negoziabili. Oggi, il Governo Meloni ci ha dimostrato che su alcune cose si può negoziare in positivo, cioè si può negoziare a favore, e ci ha dimostrato che si può negoziare a favore anche contro quei vuoti, freddi e rigidi parametri, quei rigidi vincoli, quando ciò conviene a chi governa. Lo abbiamo visto quando avete, di fatto, dato la possibilità di togliere dai vincoli di bilancio le spese militari. Perché non l'avete fatto con la sanità, quando questo serviva per salvare la sanità pubblica?

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

VITTORIA BALDINO (M5S). Perché per voi alcuni diritti sono negoziabili. Per noi, invece, non lo sono.

PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 12.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 12.101 Vietri, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e contrario del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Avverto che, a seguito dell'approvazione degli identici emendamenti della Commissione bilancio 12.200 e Vietri 12.101, la restante proposta emendativa riferita all'articolo 12 e la votazione dell'articolo medesimo risultano precluse.

Avverto anche che la soppressione di tutti gli articoli di cui si compone il testo equivale alla reiezione del provvedimento nel suo complesso.

Non procederemo, pertanto, né all'esame degli ordini del giorno, né alla votazione finale.

Per un'inversione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Sull'ordine dei lavori? Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). No, Presidente, sul Regolamento. Ai sensi dell'articolo 43, chiedo l'inversione dei punti all'ordine del giorno, nel senso cioè di passare direttamente al punto numero 4, ossia alle Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane, anziché procedere con l'Istituzione della Giornata nazionale del body shaming.

PRESIDENTE. Ci vuole uno a favore e uno contro. Onorevole Fornaro, vuole parlare lei contro immagino?

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Certo che parlo contro, perché queste cose normalmente si concordano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Se si vogliono fare prove muscolari, lo avete deciso voi, e noi entriamo in ostruzionismo sulla montagna. Queste cose non si fanno! Non si fanno!

C'era un'intesa diversa. Questa intesa, noi l'abbiamo rispettata e intendiamo rispettarla, alla luce del sole. Se volete fare queste forzature, senza consultare le opposizioni, entriamo evidentemente e ci difendiamo con gli strumenti che questo Regolamento ci consente. È una cosa inaccettabile, inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, credo a favore, l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Considerato che noi, ieri, avevamo chiesto, per le vie brevi, alle forze di opposizione di farci procedere ad iniziare le votazioni del provvedimento riguardante le aree montane, ma guardando l'atteggiamento ostruzionistico (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle - Il deputato Fornaro: “Non si fanno queste cose, è scorretto!) che abbiamo registrato da stamattina (Il deputato Fornaro: “Siete scorretti, siete scorretti! Lavoriamo anche domani allora!” - Il deputato Amendola: “Fino a sabato, fino a sabato! Stai fino a sabato qui!”), è evidente che non avremmo potuto iniziare il provvedimento sulle aree montane…

PRESIDENTE. No, colleghi! Colleghi! Colleghi, vi prego.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). ... e quindi ci hanno costretto a utilizzare uno strumento previsto nel Regolamento per tutelare il lavoro della maggioranza…

PRESIDENTE. Colleghi!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …anche perché nel provvedimento in questione delle aree montane ci sono 200 milioni di euro che dobbiamo avere il dovere di spendere e dare ai comuni delle aree montane…

PRESIDENTE. Colleghi!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …che non possono sicuramente stare in congelatore per l'opposizione (Il deputato Fornaro: “Non si fa così, non si fa così! Queste cose non si fanno! È scorretto!”).

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, per cortesia. Allora, credo di aver capito che vuole intervenire l'onorevole Quartini, però aspetti. Visto che avevo detto uno a favore e uno contro, mi posso avvalere dell'articolo 45 del Regolamento - lo dico a beneficio di tutti -, per cui, a questo punto, dando la parola all'onorevole Quartini, chiunque per gruppo voglia intervenire ha facoltà di intervenire. Chiunque voglia, non deve.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini in applicazione dell'articolo 45. Ne ha facoltà.

Mi pare di aver capito che l'onorevole Vinci fa una proposta che la Presidenza potrebbe accogliere. Aspetti un attimo solo, onorevole Quartini, la prego. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Chiedo una sospensione di 10 minuti, se è possibile, per trovare un accordo.

PRESIDENTE. Per aprire un confronto in sede di sospensione. Ho capito bene?

GIANLUCA VINCI (FDI). Sì, esattamente.

PRESIDENTE. Ovviamente, la Presidenza, vista la situazione, concorda. Riprenderemo alle 17,20. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,06, è ripresa alle 17,20.

PRESIDENTE. Avverto che la richiesta di inversione dell'ordine del giorno è stata ritirata (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

Secondo le intese intercorse, proseguiremo, quindi, con l'esame della proposta di legge in materia di body shaming, al termine del quale sarà iniziato l'esame del disegno di legge in materia di zone montane, fermo restando che la seduta odierna si concluderà alle ore 19,30.

Seguito della discussione della proposta di legge: Semenzato ed altri: Istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming) (A.C. 1049-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1049-A​: Istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming).

Ricordo che, nella seduta del 26 maggio, si è conclusa la discussione generale e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1049-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge (Vedi l'allegato A). Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.

(Articolo 1 - A.C. 1049-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

(Articolo 2 - A.C. 1049-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Articolo 3 - A.C. 1049-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Articolo 4 - A.C. 1049-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Articolo 5 - A.C. 1049-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 5. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Articolo 6 - A.C. 1049-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 6. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1049-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Invito la Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, deputata Eugenia Roccella, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Sull'ordine del giorno n. 9/1049-A/1 Giagoni, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: sostituire alla parola “adottare”, la parola “a proseguire” ed eliminare da: “anche in collaborazione” fino alla fine. Quindi, dovrebbe finire con le parole: “l'autonomia delle istituzioni scolastiche”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1049-A/2 Longi, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/1049-A/3 Zanella e n. 9/1049-A/4 Ghirra, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1049-A/1 Giagoni. Onorevole Giagoni, accoglie la riformulazione? Prendo atto che accetta.

Dato che sull'ordine del giorno n. 9/1049-A/2 Longi il parere è favorevole, passiamo all'ordine del giorno n. 9/1049-A/3 Zanella. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1049-A/3 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1049-A/4 Ghirra. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1049-A/4 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1049-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Mi lasci dire, in apertura, che apprezzo il ripensamento che c'è stato da parte della maggioranza. Sarebbe stato abbastanza singolare che un provvedimento, che ha visto il voto unanime e che, peraltro, è della maggioranza, perché firmato da una collega della maggioranza, venisse posticipato. Ma non solo per queste ragioni, anche perché il tema che stiamo affrontando è di straordinaria importanza. Francamente, penso che metterlo in coda ad altri provvedimenti, che saranno pure altrettanto importanti, in qualche modo, potrebbe togliere valore alla questione che stiamo affrontando. Così come penso sia un peccato - lo dico alla collega Roccella - che non si sia riusciti a trovare il modo di far sì che il voto unanime della Camera fosse espresso su tutti i documenti, compresi gli ordini del giorno dei colleghi di AVS, che, peraltro, come facilmente vedibile, si concentravano su un particolare impegno, da parte delle scuole, nell'affrontare un tema del genere. Non c'è dubbio che - lo dirò adesso nel mio intervento - quello delle scuole è un problema, come probabilmente per tante altre questioni che riguardano il bullismo, il femminicidio e tante questioni delicate nelle quali la parte penale può avere un suo aspetto, ma la parte culturale e di formazione ha necessariamente una sua prevalenza, almeno per chi, come me, crede in una civiltà giuridica di un certo tipo e nello Stato di diritto.

Ma veniamo al tema in questione. Nell'era dei social network, dove l'esposizione del corpo ha raggiunto un picco inedito, l'attenzione nei confronti dell'aspetto estetico si è fatta sempre più morbosa. Una diretta conseguenza di questa tendenza è, appunto, il body shaming, un fenomeno che è dentro la società dall'origine dei tempi, ma che, oggi, è diventato certamente ancora più rilevante e soprattutto più pericoloso.

In realtà, il tema del body shaming ha diverse sfaccettature che riguardano non solo il corpo, inteso come aspetto esteriore e tangibile, ma anche gli stati d'animo, i pensieri e il mondo psichico ad esso correlato, come la società si comporta e affronta le problematiche legate al rispetto dei diritti individuali, alla protezione dei più vulnerabili e alla prevenzione di fenomeni dannosi, come il body shaming e altre forme di abuso, e su quanto la società riflette i valori di giustizia, di solidarietà e di inclusione sociale.

È ormai passato molto tempo da quando… Presidente, le chiedo scusa, non protesto mai, ma faccio veramente fatica. Se i colleghi, compreso lei, che non sono interessati, volessero uscire dall'Aula, siamo tutti felici lo stesso e ciascuno di noi riesce a dire due parole… No, non ci siamo proprio. Presidente! Presidente! No, dicevo anche a lei, se riuscissimo a invitare i colleghi a uscire dall'Aula - e lei poi parla col collega Vinci -, chi tenta di dire due parole riuscirebbe a dirle. Io non protesto mai, ma è veramente complicato (Applausi di deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Quindi, uscire dall'Aula non costa niente.

PRESIDENTE. Sì, ha ragione. Le do ragione.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). È, peraltro, un argomento del tutto irrilevante, quindi, ascoltare è proprio inutile… Suggerisco di uscire dall'Aula.

PRESIDENTE. Prego, onorevole.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Dicevo che è ormai passato molto tempo da quando il body shaming è entrato a far parte del gergo comune. Si tratta di un termine con cui si indica quel fenomeno per cui l'aspetto fisico di una persona viene deriso e umiliato, poiché distante dai canoni estetici stabiliti da media e società. Spesso, si tende a pensare che sia soprattutto l'obesità ad essere presa di mira. In realtà, questa tendenza fa del proprio bersaglio anche altri aspetti del corpo, quali la magrezza, l'altezza, la bassezza, la peluria, il colore dei capelli, l'acconciatura, la forma e le dimensioni degli organi genitali e del seno e i problemi di natura cutanea, come macchie, acne e psoriasi.

Questo atteggiamento, che spesso si tramuta in bullismo, esiste da sempre, ma ha avuto una maggiore eco con l'avvento dei social network, piattaforme in cui si è sempre più esposti al giudizio, spesso negativo, altrui. Insulti, parole offensive, critiche: sono queste le armi con cui il body shaming ferisce le proprie vittime, generando in loro un senso di vergogna e gravi problemi di autostima. Trattandosi…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Altrimenti non ne usciamo più.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Io non capisco, perché non uscite? Che vi costa uscire? Non lo so.

Trattandosi di bullismo a tutti gli effetti, questa pratica può avere gravi ripercussioni sulle persone fatte oggetto di scherno, quali depressione, ansia, attacchi di panico e disturbi alimentari, fomentati dalla ricerca esasperata di una perfezione che in realtà non esiste. A volte, purtroppo, alcuni episodi possono sfociare in conseguenze drammatiche, come il suicidio, soprattutto nel momento in cui ad essere bersagliato è un individuo particolarmente fragile e vulnerabile.

Ma, quando tocchiamo questo tema, non dobbiamo compiere l'errore di pensare che chi pratica il body shaming sia scevro da problematiche altrettanto serie. Denigrare, deridere o prendere in giro qualcuno per il suo aspetto fisico, con l'intento di generare vergogna nella persona, può assumere sul piano psicologico un significato che rimanda alla necessità di proiettare sull'altro la rabbia e l'insoddisfazione verso alcune parti di sé stessi che si ritengono inaccettabili. Ma questo comportamento, specie quando agito sui social o in condizioni di anonimato, può anche essere una modalità, tra virgolette, per farsi notare. Purtroppo, oggi viviamo nell'era di una ostentata e inesistente perfezione, dove tutto ciò che non si uniforma a determinati canoni è eleggibile a bersaglio della propria frustrazione. Si agisce spesso, ma si pensa, ahimè, davvero troppo poco.

Io penso che per combattere il fenomeno la prima arma sia l'educazione: più capiamo il potere distruttivo di certi commenti, più impariamo a non farli. Anche per questo la scuola, ancora una volta, diventa un passaggio nevralgico per costruire gli anticorpi attraverso una migliore formazione alla pratica di atteggiamenti così deleteri. La cultura sta iniziando a dare una piccola mano in questo senso: vi sono film, libri, canzoni che iniziano a dare messaggi chiari contro il body shaming. Più lento e difficile è l'intervento sulla Rete, anche se qui non va taciuto il fatto che alcuni social stanno cercando di migliorare, dall'inserimento dei filtri anti-bullismo, alle segnalazioni di abusi, alle restrizioni per commenti offensivi. Sono il segno che ci sono piccoli passi nella giusta direzione, che non vanno sottovalutati.

Ma il vero cambiamento, signor Presidente e colleghi, parte da noi. Dobbiamo smettere di giudicare il corpo altrui, poiché non siamo nessuno per farlo. Sì, perché, Presidente, come spesso accade di fronte a certi guasti, la nostra tendenza è quella di guardare sempre oltre noi stessi, mentre, invece, spesso e volentieri, siamo proprio noi, magari involontariamente, che contribuiamo a questa pratica. Come istituzioni, l'introduzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone può essere certamente un fatto importante ed un contributo rilevante alla crescita di quella cultura positiva del rispetto della persona, che rappresenta un contributo indispensabile, a patto, però, che essa non diventi una semplice celebrazione, ma che rappresenti una costante attività di iniziative e di impegno su questo fronte.

Io spero che l'invarianza finanziaria - contenuta, ahimè, anche in questo provvedimento - non pregiudichi il dinamismo che è necessario e mi auguro che l'emendamento voluto dai relatori proprio all'ultimo, con il quale si cambia il termine “promuovono” in “possono promuovere”, riferito alle istituzioni pubbliche, alle organizzazioni della società civile e alle associazioni e agli enti del Terzo settore riguardo ad iniziative, quali convegni, eventi, dibattiti, incontri, cerimonie, manifestazioni culturali e campagne informative e sociali, non sia il segno di un'attenuazione dei propositi che erano alla base del provvedimento.

Da ultimo - non lo faccio assolutamente per fare una polemica e penso che noi facciamo bene a prendere questa decisione -, ormai penso che non basti più - ho finito, Presidente - il nostro calendario dell'anno per trovare un giorno in cui trovare un'ulteriore data per un'ulteriore giornata da dedicare. Tra poco affronteremo quella delle persone scomparse; ho visto che nelle proposte di legge di alcuni colleghi c'è addirittura la Giornata del panettone. Questa è sicuramente una Giornata che ha un valore simbolico molto serio.

Avrebbe avuto un valore simbolico molto serio anche un'altra giornata - che non so perché, anzi so perché la maggioranza non ha voluto fare e ha bocciato e rimandato in Commissione -, che è quella per le persone che hanno subito delle ingiustizie dal punto di vista detentivo e da parte della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe). Ecco, visto che facciamo tante cose, quando ci interroghiamo sul valore simbolico di certe giornate, come questa, non credo che sia di minore valore, simbolicamente, dedicare una giornata alle tante persone che sono rimaste vittime dell'ingiustizia in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti, le chiedo di nuovo scusa per il problema di prima.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Come Alleanza Verdi e Sinistra, voteremo ovviamente a favore dell'istituzione di questa Giornata nazionale, che mette a tema proprio il problema del body shaming, in ottica di sensibilizzare, perché una maggiore sensibilizzazione crea, chiaramente, una consapevolezza e, quando c'è maggiore consapevolezza, ovviamente, si può affrontare un tema e fronteggiarlo in tutte le sedi.

Tuttavia, devo comunque rilevare che si tratta dell'istituzione dell'ennesima giornata nazionale. Rilevo anche che il tema del bullismo noi l'abbiamo già trattato in questa legislatura con la legge n. 70 del 2024, che è entrata in vigore, praticamente, un anno fa. In quella legge - la n. 70 del 2024 -, già all'articolo 4 avevamo istituito una Giornata nazionale, che cade il 20 gennaio di ogni anno e che ha la denominazione di Giornata del rispetto. E in quell'articolo 4, a proposito di Giornata del rispetto, si parla di sensibilizzazione sui temi della non violenza psicologica e fisica e del contrasto di ogni forma di discriminazione e prevaricazione. Di fatto, il rischio quindi è non solo di una sovrapposizione, ma di fare delle giornate nazionali che sono delle parafrasi di altre giornate nazionali che già sono state istituite. Quindi ben venga parlare, sensibilizzare, però, allo stesso tempo, anche una certa coerenza da un punto di vista politico.

Inoltre, a proposito di coerenza, parliamo dell'aspetto fisico con questa Giornata nazionale: allora - e lo dico alla Ministra qui, in Aula - perché non riporre a tema e fronteggiare ed istituire davvero all'interno degli istituti scolastici tutto il tema dell'educazione sesso-affettiva (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? Perché lì davvero parliamo e siamo legati al tema del rapporto con il proprio corpo e con il corpo degli altri.

E poi tutto il tema, che non vuole davvero affrontare questo Governo, dei disturbi del comportamento alimentare, con fondi ridicoli, davvero. Quindi io mi chiedo con quale coerenza, poi, la stessa maggioranza porta avanti una Giornata nazionale contro il body shaming, sulla quale siamo d'accordo, però - ribadisco - questo deve essere supportato da tutta una serie di altre iniziative, altrimenti si rischia di rilevare totalmente come un mero spot.

E la dimostrazione è data, ad esempio, dai nostri ordini del giorno. Non avevamo di fronte 80, 100 o 200 ordini del giorno, il Governo non faceva fatica magari anche solo a riformulare, a proporre una riformulazione dei nostri ordini del giorno. Con l'ordine del giorno Zanella parlavamo di un coinvolgimento delle istituzioni scolastiche. Certo, è coerente la bocciatura, il parere contrario a questo ordine del giorno, con il fatto che, ad esempio, il Ministro Valditara, ad oggi, nonostante la legge n. 70 del 2024 per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, non abbia ancora dato alle scuole delle linee operative, delle linee guida, ad esempio per l'elaborazione di un codice interno proprio per la prevenzione e il contrasto nell'ambito scolastico del bullismo e del cyberbullismo. Quindi, davvero io continuo a chiedermi con quale coerenza, poi, si possono proporre queste iniziative. O anche nell'ordine del giorno della collega Ghirra, si chiede di interloquire con il servizio pubblico radiofonico e televisivo per poter rendere effettiva la sensibilizzazione che noi stiamo introducendo con questa Giornata nazionale contro il body shaming, su cui chiaramente, ribadisco, siamo d'accordo.

Per fortuna sono stati approvati alcuni nostri emendamenti, come gruppo AVS, che pongono tra gli obiettivi (quindi sono stati inseriti, introdotti nella giornata del 16 maggio) anche quello di sviluppare una consapevolezza critica delle immagini, ideali e ritoccate, sui social media e nella pubblicità proprio per promuovere questo uso consapevole e, quindi, rispettoso. Ecco, lo ribadisco: noi voteremo a favore dell'istituzione di questa Giornata nazionale; tuttavia, il timore, anzi l'impressione, forse la convinzione è che questo si possa rivelare da parte della maggioranza meramente uno spot politico (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Colleghe, colleghi, il gruppo di Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe esprimerà voto favorevole all'istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone. Si tratta sempre più di una forma di violenza verbale e sociale, purtroppo sempre più diffusa e ancora troppo sottovalutata. Colpisce la dignità, l'autostima, in particolare nei confronti, purtroppo, di chi è più fragile come i giovani e le donne. Una violenza silente, crudele, sottile e devastante. Le ferite sono profonde, anch'esse sono coperte, nascoste; e per meglio nasconderle ci si nasconde. È una sofferenza che si trasforma in disturbi del comportamento alimentare, in un doloroso isolamento sociale. Ne ho parlato prima anche durante il question time, ne ha parlato ora il collega nella sua dichiarazione di voto, quando parliamo di disturbi dell'alimentazione. E questi sono elementi gravi, li ribadiamo con riferimento a questa Giornata, ma poi bisogna avere la forza di affrontare questi temi concretamente e al di fuori di quest'Aula.

Questa Giornata deve essere preceduta da certe cose cui devono seguire concrete azioni; io parto dalle istituzioni, dalla scuola, dai media. E come? Partendo certo dalla cultura del rispetto e dell'inclusione, dalla consapevolezza del linguaggio che usiamo. Abbiamo paura della violenza silenziosa che si insinua negli spazi di gioco, a scuola, e che distorce l'immagine che si ha di sé e, per recuperare quell'immagine, ci vuole tempo, ci vogliono strutture specializzate, ci vogliono figure che si interfaccino con i nostri ragazzi.

Incontro spesso il dolore nei giovani e nelle famiglie. E se questa Giornata fosse solo una data - io spero non sia così -, un momento da celebrare, magari con qualche iniziativa estemporanea, mi verrebbe da dire che sarebbe quasi un fallimento. Ma sono certa, nell'idea dell'onorevole Semenzato e di tutti noi firmatari, che questo sia un inizio e che a questo inizio seguirà qualcosa di concreto.

La scorsa settimana ho incontrato delle famiglie che vivono il dramma del ritiro sociale, ho riscontrato dello smarrimento, della solitudine, perché mancano i servizi, mancano i centri di ascolto, manca anche la volontà di dare importanza al ritiro sociale, di capire che è un grave problema per i nostri giovani e non soltanto. Quindi, io penso che il principio dello stare bene per i nostri adolescenti dovrebbe essere prioritario. Qual è la perfezione? Qual è il concetto di bellezza? C'è un dissacrante giudizio dei media e allora dobbiamo lavorare.

Dobbiamo lavorare, colleghe e colleghi, e, purtroppo, bisognerà cercare di stanziare delle risorse, già dovrebbero essere stanziate. E ritorno ai disturbi dell'alimentazione, ai DCA. Soltanto nel fine settimana ero con un gruppo di ragazzi che hanno questo genere di problema e, anche lì, non si trovano i servizi, non si sa dove andare per farsi curare.

E poi, l'altro aspetto è quello di andare oltre il reato di diffamazione, di molestie, del cyberbullismo. Manca, però, un riferimento chiaro e diretto che riconosca la discriminazione sull'aspetto fisico, oppure sul colore della pelle. E poi serve la rimozione immediata dalle piattaforme di contenuti offensivi, tutto questo per non alimentare la cultura tossica della perfezione, soprattutto tra gli adolescenti.

Per quanto riguarda le cure, possiamo dire che fino ad oggi gli interventi sono disomogenei. Ho piacere di ribadire, proprio in questo contesto, che dobbiamo cambiare approccio, sensibilizzare, dare valore alla persona e non soltanto al corpo o all'estetica. Ripeto ancora il coinvolgimento delle scuole in percorsi formativi, di accettazione del proprio corpo, la consapevolezza di sé: io sono una persona, ho dei doveri, ho dei diritti, l'affettività, la sessualità.

E poi bisogna includere anche i luoghi di lavoro che devono essere inclusivi, con la capacità di cogliere i silenzi dei nostri ragazzi e anche di cogliere il dolore, di interpretare la solitudine; per fare tutto questo, però, ripeto, bisogna avere sensibilità, bisogna avere una preparazione, bisogna avere strutture e, ripeto, occorre pensare agli investimenti.

E allora, ancora una volta ribadisco l'essenzialità degli sportelli di ascolto, dei consultori familiari (pochi, a macchia di leopardo, presenti in una parte dell'Italia e assenti nell'altra) e poi di servizi territoriali (pochi, pochissimi, anche questi privi di personale specializzato). Vi sono porte chiuse. E di fronte alle porte chiuse, signor Presidente, signora Ministro, ci si schianta. I nostri ragazzi ci sbattono la faccia. Hanno bisogno di porte aperte, di luoghi nei quali andare, rivolgersi e parlare.

Ed allora, bisogna finanziare i progetti educativi nelle scuole e bisogna investire in campagne di sensibilizzazione, bisogna coinvolgere influencer, televisioni, atleti, artisti, tutti uniti per combattere insieme questa battaglia che è quella del benessere.

Vede, ritengo che le ferite che i giovani hanno, ma anche le donne, chiunque di noi, siano bolli difficilmente cancellabili.

Allora noi sappiamo che c'è una realtà: con questa realtà dobbiamo interfacciarci e dobbiamo anche avere la forza di combattere con strumenti adeguati. Non possiamo tornare in quest'Aula, ogni volta istituire una Giornata, bellissima, ci credo, ne sono felice, ma poi non agire di conseguenza, non porre quei correttivi che permetterebbero, almeno ai nostri ragazzi, ai nostri giovani, ai nostri adolescenti, di vivere una vita serena: grassi, magri, biondi, bruni, con la pelle chiara, con la pelle scura. Questa è la realtà.

Ecco, signor Presidente e signora Ministro, io concludo dicendo che la diversità è la nostra più grande forza. Però, dobbiamo essere estremamente consapevoli di questo. Dobbiamo essere consapevoli che ci sono delle diversità e le dobbiamo saper accettare, ma dobbiamo anche dirci che fare tutto questo è estremamente difficile e anche gli adulti faticano (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Ministra Roccella, onorevoli colleghi. Oggi porto in quest'Aula una battaglia che non è solo una battaglia legislativa ma è profondamente umana. Questa legge nasce dal bisogno di rispondere ad una sofferenza silenziosa ma diffusa, una sofferenza che colpisce chiunque si sia mai sentito giudicato o ridicolizzato per il proprio aspetto fisico.

Come proponente e prima firmataria di questa proposta di legge, ho sentito il dovere - e oggi ho il privilegio - di dare voce a tutte quelle persone che troppo spesso si sono sentite schiacciate dal peso del giudizio altrui. Oggi parliamo di body shaming, ma soprattutto parliamo di dignità e di diritto al rispetto. Questa proposta non vuole essere solo una proposta di legge, ma un grande impegno collettivo, quello di creare una società in cui nessuno debba più nascondersi o sentirsi escluso per il proprio aspetto fisico. È un atto di coraggio politico, un modo per dire che l'Italia è un Paese che si prende cura dei suoi cittadini, specialmente di quelli più vulnerabili.

Ognuno di noi in quest'Aula ha il potere di trasformare l'indifferenza in solidarietà, il pregiudizio in accettazione. Questa PDL rappresenta il nostro “no” deciso e chiaro ad ogni forma di discriminazione basata sull'aspetto esteriore. Ogni persona è una vita di cui noi non conosciamo nulla. Ognuno ha le sue cicatrici, le sue ferite, i propri bagagli. Certo, noi non possiamo prenderci cura di tutto, ma una cosa possiamo farla sempre: trattare le persone con rispetto ed empatia.

Sono tantissimi i casi di body shaming, molti più di quelli che pensiamo, anche perché finiamo per essere assuefatti dalle valanghe di commenti che leggiamo, spesso ignari delle sofferenze nascoste che possono effettivamente generare. Pensate che una ricerca condotta su 6.000 ragazzi tra i 10 e i 17 anni ha rilevato che quasi 9 adolescenti su 10 hanno subito body shaming almeno una volta e che circa 1 ragazzo su 3 ha un'esperienza quotidiana di body shaming. Queste non sono solo storie di dolore, ma anche di resistenza, e noi abbiamo il dovere di trasformare questa resistenza in protezione concreta; sono il riflesso di una degenerazione culturale che vogliamo fermare.

La proposta di legge a mia prima firma che stiamo per votare istituisce il 16 maggio come Giornata nazionale contro il body shaming. È vero, ce ne sono tante di giornate nazionali contro o in favore di questo e di quello, ma questa giornata non è solo un simbolo, bensì un richiamo concreto all'azione, un'azione forte e corale in favore dei più deboli. Gli articoli di questa legge tracciano un percorso chiaro: promuovere la consapevolezza e fornire strumenti per contrastare questa stortura sociale, educando al rispetto. Sì, il rispetto, un tema su cui torno spesso nei miei discorsi in quest'Aula, un tema che ritengo fondamentale e intorno al quale sto portando avanti una battaglia anche come presidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio nonché su ogni altra forma di violenza di genere.

L'articolo 1 sancisce l'istituzione della Giornata, ma andiamo oltre il simbolismo; non c'è nessuno spot politico, c'è solo impegno vero. L'articolo 2 chiama in causa scuole, associazioni e istituzioni per organizzare eventi e campagne e quindi - permettetemi di sottolinearlo - è il nostro sistema educativo che, insieme alla famiglia, può fare la differenza: insegnare ai giovani a respingere la violenza delle parole, a sviluppare empatia e a vedere la bellezza nella diversità. Certo, si può sempre fare di più, si possono mettere più soldi, si possono individuare strutture, si possono individuare obblighi, ma è la testa che dobbiamo cambiare, è la testa di tutti noi che dobbiamo cambiare. È per questo che questa legge è una goccia che cambia la forma della pietra e - scusate il gioco di parole - è educare all'educazione.

Non possiamo ignorare che il terreno più fertile per il body shaming sia spesso quello del mondo digitale. Per questo, con gli articoli 4 e 5, interveniamo sui social media e sui mezzi di comunicazione, per costruire un dialogo che sia rispettoso, autentico e consapevole. Vogliamo che le piattaforme diventino alleate nella lotta contro la discriminazione, non amplificatrici di odio. Non dobbiamo più accettare che le piattaforme siano strumenti di oppressione invece che di connessione.

Presidente, Ministra, questa proposta è profondamente politica, perché parla del tipo di società che vogliamo costruire, una società in cui nessuno debba nascondersi, sentirsi sbagliato o inferiore a causa di un giudizio esterno, una società in cui accettare se stessi e gli altri diventi la norma e non l'eccezione.

Come promotrice di questa legge sento il peso e l'onore di rappresentare chi è stato ferito da parole e sguardi crudeli. Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo e dobbiamo costruire un futuro migliore.

Questo è il momento di agire, di dire con forza che il rispetto è un diritto inalienabile.

Colleghi, vi invito a una riflessione: il nostro voto oggi non è soltanto un atto legislativo, ma un forte messaggio corale. Stiamo dicendo ai cittadini che li vediamo, li ascoltiamo e li proteggiamo. Stiamo affermando che il Parlamento italiano è dalla parte della dignità e del rispetto. Personalmente è la chiusura di un percorso, di un percorso personale, che ho voluto, però, mettere a disposizione della collettività. Parlare per me di body shaming è anche parlare di disturbi alimentari e lo sappiamo: non è la prima causa, il body shaming, né solo la causa dei disturbi alimentari, ma la critica profonda al nostro corpo fa cambiare sicuramente le nostre abitudini sociali e le nostre abitudini alimentari. Il 16 maggio del 2023, con grande emozione, davo vita al mio primo grande evento nella sala dei gruppi, a cui è seguita una mozione - approvata - sui disturbi alimentari, un intergruppo body shaming e disturbi alimentari e, oggi, una legge sui disturbi alimentari. Sono grata di questo percorso.

Annuncio, quindi, il voto ovviamente favorevole da parte del gruppo Noi Moderati, permettendomi di chiudere con un appello alle vittime di body shaming: ricordatevi che non siete soli, questo è il vostro momento di riscatto; le istituzioni e questo Parlamento, tutto questo Parlamento, sono con voi. Un ringraziamento particolare alla Ministra Roccella per il sostegno a questo provvedimento, per la sua presenza costante nell'iter di questo provvedimento e per il lavoro comune. Un ringraziamento anche ai colleghi di maggioranza e di opposizione, che hanno contribuito alla redazione di questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare) e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Il body shaming è un problema enorme e riguarda ragazzi, ragazze, uomini, donne, che si sentono chiaramente presi in giro per le loro caratteristiche. È un tema su cui credo sia giusto accendere un faro e portare in quest'Aula un tema del genere ci consente anche di poter sensibilizzare maggiormente le persone. Chiaramente, non si risolve il problema istituendo una giornata. Dovremmo intervenire sul sistema educativo del nostro Paese che, purtroppo, si sta sgretolando, dovremmo certamente intervenire sulla formazione dei docenti, per intercettare il fenomeno, e intervenire anche sulla formazione dei ragazzi nell'utilizzo corretto dei social network.

Chiaramente l'utilizzo sbagliato dei social network può alimentare una visione distorta del corpo e questo, nel voler raggiungere una perfezione che sappiamo non esistere, alimenta ulteriormente il fenomeno e serve per contrastare una narrazione che soltanto con l'istituzione di una giornata non possiamo certamente contrastare ma servono delle azioni ripetute giorno per giorno. Io sono convinta che sia davvero molto importante parlare di questo tema.

Quello che però mi dispiace è che, purtroppo, ormai il Parlamento si occupa soltanto di questo tema, soltanto dell'istituzione di giornate dedicate a determinate questioni. Voglio essere più chiara. È giusto parlare di questa giornata ed è giusto che venga istituita, ma non può essere che il Parlamento italiano si occupi soltanto di commemorare e istituire giornate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non siamo più una Repubblica parlamentare; siamo diventati una Repubblica di fatto presidenziale, in cui il Parlamento si occupa di convertire i decreti fatti dal Governo e questo avviene, purtroppo, anche grazie ai parlamentari, soprattutto grazie ai parlamentari di maggioranza che accettano questa situazione. Di recente, ad esempio, per decreto è stato approvato l'abbassamento dell'IVA sulle opere d'arte e - perdonatemi se sono cinica - non mi sembra certamente una questione con carattere di urgenza che richiedeva, quindi, un decreto-legge dedicato, ma la questione poteva certamente passare per il Parlamento.

Noi però, purtroppo, ci occupiamo soltanto di istituire giornate. Voglio soltanto elencarne alcune di giornate già istituite o in corso di istituzione: la Giornata della ristorazione, la Giornata della cittadinanza digitale, la Giornata del formatore, la Giornata della scrittura a mano, la Giornata del made in Italy, la Giornata del panettone e, addirittura, abbiamo istituito un premio di Maestro dell'arte della cucina italiana.

Chiaramente noi su questa proposta di legge votiamo a favore perché, ripeto, proprio l'istituzione di questa Giornata, con questa proposta di legge, dal mio punto di vista e dal nostro punto di vista, è importante e merita di essere istituita. Riflettiamo, però, tutti sul fatto che il Parlamento dovrebbe occuparsi anche di altre questioni, che non devono più passare esclusivamente dal Governo. Non dobbiamo soltanto convertire decreti-legge, ma dobbiamo fare leggi importanti, che possano davvero cambiare e migliorare la vita delle persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ministro, colleghi, oggi prendo la parola su un tema che troppo spesso viene sottovalutato, ignorato e persino deriso: il body shaming. Due parole semplici, apparentemente leggere, che invece portano con sé un carico di dolore, vergogna e discriminazione pesantissimo. Body shaming significa umiliare, giudicare o ridicolizzare una persona per il suo aspetto fisico. Succede tutti i giorni, ovunque: sui social, per strada, a scuola, nei luoghi di lavoro. Succede alle donne, agli uomini, ai bambini, agli adolescenti, agli anziani.

Succede in silenzio, dietro uno schermo o ad alta voce, tra le risate di chi pensa che ferire il corpo degli altri sia un diritto o, peggio ancora, un divertimento. Mi chiedo allora in che società viviamo, se una ragazza non può indossare ciò che vuole per paura di essere derisa? In che mondo stiamo crescendo i nostri figli, se un bambino sovrappeso viene bullizzato ogni giorno a scuola? Che libertà è mai questa, se il corpo, il primo spazio in cui abitiamo, diventa il bersaglio di giudizi continui? Il body shaming non è solo un'opinione espressa in modo sbagliato: è una forma di violenza psicologica, è un meccanismo che distrugge l'autostima, che genera ansia, depressione, disturbi alimentari, isolamento sociale. È un attacco alla dignità della persona, e ogni volta che resta impunito o ignorato diventa un messaggio pericoloso: che sia normale, che sia accettabile, che sia colpa di chi lo subisce.

Mi permetta una riflessione, Presidente: ci fermiamo mai a pensare, prima di giudicare? Ci fermiamo mai a chiederci che cosa sta attraversando quella persona? Poco fa ho letto un messaggio su Facebook di una donna, che chiamerò Francesca, che dice questo: “È davvero un bel mondo quello che stiamo vivendo. Un uomo, settant'anni, mi passa vicino, fuori dal tribunale, e, guardandomi in faccia, mi dice che non sono né un maschio, né una femmina, ma una cosa gonfia, senza forma e fastidiosa da guardare. Zoppicando, sono entrata nel tribunale, un po' depressa, ma non ho pensato né alla chemio, né al cortisone, ma ho sperato in un futuro e in un mondo migliore”.

Ecco perché, Presidente, è ora di fermarci, è ora di guardare con rispetto prima di parlare. E per questo oggi siamo qui, a proporre qualcosa di concreto: l'istituzione di una Giornata nazionale contro il body shaming. È una data simbolica, in cui il Paese si ferma a riflettere, a pensare, a educare. Una giornata che non sarà solo di denuncia, ma sarà di consapevolezza, di prevenzione e di valorizzazione della diversità, perché la diversità non è un problema, ma è una ricchezza; perché non esiste un corpo giusto e uno sbagliato, esiste solo il rispetto, e perché tutti hanno il diritto di sentirsi bene nella propria pelle, senza dover chiedere il permesso a nessuno.

Questa giornata, quindi, servirà per dare voce a chi non ha mai avuto il coraggio di raccontare, per sostenere chi sta combattendo ogni giorno, con le proprie insicurezze, con le proprie ferite, con le proprie malattie, che sono spesso causate anche da sguardi taglienti o da un commento crudele, come abbiamo visto. Questa giornata serve anche per formare insegnanti, educatori e genitori, e per riconoscere segnali di disagio e rispondere con empatia e non con giudizio.

Servirà anche per richiamare noi, le istituzioni, alle nostre responsabilità, perché non basta dire siamo contro il body shaming, se poi si promuove un solo modello di bellezza nei media pubblici; non basta indignarsi per qualche post offensivo, se poi non si investe nell'educazione e nell'autostima nelle scuole; non basta fare leggi, se poi non si creano campagne culturali, che cambiano davvero il linguaggio e la mentalità collettiva. La battaglia contro il body shaming è una battaglia culturale e, come tutte le battaglie culturali, richiede tempo, determinazione e ascolto.

Richiede di mettere in discussione i nostri stessi pregiudizi; richiede il coraggio di cambiare narrazione, partendo da come parliamo dei nostri corpi e dei corpi degli altri. E allora, istituire una Giornata nazionale non è un gesto simbolico: è un atto politico e sociale, è un atto di civiltà; è dire “noi riconosciamo questo problema e vogliamo affrontarlo insieme”; è costruire un Paese in cui nessuno debba più sentirsi sbagliato per come appare. Lo dico soprattutto ai giovani: il vostro corpo non è un voto da ricevere, non è un like da collezionare, e non è neanche una taglia da raggiungere. È la vostra casa, è la vostra forza, è la vostra unicità. Merita quindi amore, rispetto e cura, da voi stessi e da chi vi circonda.

In conclusione, istituire una Giornata nazionale contro il body shaming significa dare dignità a migliaia di voci troppo a lungo zittite; significa dire chiaramente che il rispetto per la persona non si ferma alla superficie; significa, in una parola, educare alla bellezza vera, quella che nasce dalla libertà e dalla consapevolezza, quella che nasce dal cuore. Mi auguro che questo passo sia solo l'inizio di un cambiamento più grande, più profondo e più umano, perché questa battaglia non riguarda solo l'aspetto esteriore, riguarda la dignità e la libertà di essere sé stessi senza paura. Un Paese è davvero civile solo quando ogni corpo può camminare per strada senza paura e a testa alta. Noi, da oggi, ci impegniamo perché quel Paese diventi realtà (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giagoni. Ne ha facoltà.

DARIO GIAGONI (LEGA). Grazie, Presidente. Oggi mi rivolgo a lei con il cuore colmo di preoccupazione, ma anche di speranza, Presidente, perché finalmente andiamo ad affrontare un tema che riguarda la dignità di ogni persona, soprattutto dei più giovani. Stiamo parlando del body shaming, stiamo parlando della denigrazione del corpo umano. Quante volte nel silenzio delle aule scolastiche, negli spogliatoi, in una palestra, in un complesso sportivo, sui social, al lavoro o, ahimè, anche tra le mura di casa, assistiamo a parole e gesti che feriscono profondamente l'anima di chi li subisce. Ferite invisibili, ferite che non possiamo vedere, che si insinuano nel cuore, lasciando cicatrici che spesso non si vedono, ma che segnano per sempre.

Ricordo le storie di Michela, 13 anni, che ha tentato il suicidio dopo mesi di insulti sul suo peso; di Claudio, 17 anni, che si è chiuso in sé stesso, vittima di insulti per il colore della pelle e per i tratti del viso; di Chiara, 11 anni, che ha smesso di mangiare ed è finita in ospedale, travolta dall'odio e dalla cattiveria sui social. Sono storie, purtroppo, non le uniche. Ci ricordano quanto sia urgente intervenire: Michela, Claudio e Chiara ci ricordano come il body shaming non sia solo una questione di estetica, ma una forma di violenza psicologica che mina l'autostima e la salute mentale. È un problema culturale ed educativo, ma anche una sfida normativa.

Abbiamo, quindi, il dovere di entrare in azione noi, come Parlamento, senza distinzione politica e partitica. Serve certamente una normativa organica che riconosca il body shaming come una forma di violenza sistemica che possa essere combattuta con strumenti chiari ed efficaci. L'istituzione di una Giornata nazionale contro il fenomeno è un'ottima base di partenza. Le scuole devono essere in prima linea, devono essere dotate di programmi e di formazione che insegnino il rispetto, l'empatia e le diversità. Le campagne di sensibilizzazione devono raggiungere ogni angolo del nostro Paese, per scardinare quegli stereotipi e modelli tossici veicolati, purtroppo, da media e social.

Ai nostri giovani, che ogni giorno si sentono esclusi, sbagliati, invisibili, oggi dico: il vostro corpo è vostro, è parte della vostra storia, dalle vostre vittorie e delle vostre battaglie. Ogni cicatrice, ogni aspetto distintivo, persino quelli che vivete come diversità, non sono altro che la storia della vostra vita. Siete unici. Una vita da amare e rispettare nella sua unicità. Una vita che non deve, mai e poi mai, essere messa in discussione, che vale la pena di sentire nella propria pelle, appieno, con la leggerezza e l'entusiasmo tipici della vostra età. Non permettete a nessuno di farvi sentire meno degni, meno belli, meno importanti. Avete diritto di essere felici, di stare bene nel vostro corpo. Questo diritto è sacro e nessuno può calpestarlo.

A chi invece umilia e ferisce vorrei poter dire: fermatevi, le parole che pronunciate possono uccidere. La cattiveria non è una battuta, ma veleno che inquina la società, intera intendo. La società che vogliamo costruire si basa sulla gentilezza, sulla dignità e sul rispetto - ripeto - rispetto. Guardiamo oltre l'apparenza, tendiamo una mano, costruiamo invece di distruggere, perché non dimentichiamo che le ferite del corpo possono essere risanate, mentre quelle dell'animo non sempre trovano il giusto balsamo, la giusta medicina per essere cicatrizzate.

Il body shaming non è un problema solo giovanile, è un dolore che attraversa tutta la società. Sicuramente l'aumento dell'uso di Internet e dei social media ha reso più facile diffondere comportamenti dannosi. Questi strumenti spesso mostrano immagini di bellezza irrealistiche, irraggiungibili, impossibili, creando insoddisfazione e insicurezza soprattutto tra i giovani. Uno studio ha dimostrato che vedere pubblicità con immagini perfette aumenta la vergogna e l'ansia delle ragazze, specialmente in chi già si sente insicura. Per combattere tutto questo sono necessari strumenti e campagne di sensibilizzazione, come già fatto contro il bullismo e cyberbullismo.

I social media possono anche essere usati positivamente per sensibilizzare, come il caso dell'influencer, come Selena Gomez, che ha parlato di accettazione, amore per se stessi. Le campagne di sensibilizzazione e i gruppi di supporto sono fondamentali per promuovere un'immagine più autentica e rispettosa del corpo umano. Mettiamo al centro di tutto la persona, con tutta la sua umanità, con tutte le sue fragilità e le sue speranze. Il corpo, l'apparenza, il numero sulla bilancia non sono elementi essenziali della nostra vita.

Il nostro compito, come rappresentanti di questa Nazione, è di proteggere, tutelare il diritto a stare bene nel proprio corpo. Un diritto non solo presente nella nostra Costituzione, ma nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Un diritto che merita di essere difeso con tutta la forza, con tutto il cuore. Oggi ribadiamo che l'istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico è un primo passo. Ringrazio la collega che è qua al mio fianco, prima firmataria di questa legge che ritengo importante. Il 16 maggio, il giorno dedicato a questa giornata, è un primo passo perché la difesa della dignità umana deve essere presente ogni giorno.

Concludo, Presidente, e mi rivolgo a chi ha subito body shaming: di non trattenere le proprie emozioni, i propri pensieri, la voglia di parlare, la voglia di cantare, la voglia di ballare, la voglia di essere se stessi. Abbiamo paura di pronunciare ogni parola, forse per un giudizio degli altri. Noi siamo unici - ripeto -, uscite da quella spirale, maledetta spirale del silenzio. Non permettete mai che il silenzio vi inghiotta. Alzatevi, parliamo, siate padroni del vostro destino e mostriamo al mondo l'amore per noi stessi. Questa è la rivoluzione che sposo io, che sposa il mio partito, che sposa la maggioranza e credo tutta quest'Aula. Per questo, come gruppo Lega, voteremo a favore di questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Oggi siamo chiamati a votare un provvedimento che istituisce la Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone, il cosiddetto body shaming. Ci tengo innanzitutto a ringraziare la collega Semenzato per il lavoro svolto in Commissione nell'ambito dell'intergruppo parlamentare su body shaming e disturbi alimentari, che ha permesso di arrivare a un testo condiviso. Grazie Martina. Il body shaming che, come tutti ormai sappiamo, significa letteralmente far vergognare del proprio corpo, non è solo una battuta infelice o un atto isolato di bullismo, è una vera e propria violenza sistemica, propria di una cultura che affonda le sue radici in secoli di storia in cui il corpo, soprattutto il corpo delle donne, non è mai stato davvero proprio, ma è stato guardato, controllato e regolato da altri. Ma chi decide cosa è normale?

Chi ha il diritto di dire quale corpo è giusto? Pensiamo ad alcune figure che hanno cambiato il mondo e che nel corso della loro vita hanno subito scherno, derisione o esclusione, proprio per il loro aspetto fisico e per ciò che li rendeva diversi. Albert Einstein da giovane fu deriso per il suo modo di parlare lento e impacciato, per il suo aspetto trasandato e disallineato agli standard del tempo. Frida Kahlo trasformò le sue cicatrici, il dolore e la disabilità in un linguaggio artistico universale, così come Stephen Hawking che, con un corpo paralizzato, ha continuato a far viaggiare l'intelligenza umana tra le stelle.

Oggi molti ragazzi e ragazze si confrontano con un mondo che sembra dire: non vali se non corrispondi a un modello. Ma quale modello? Eppure la storia ci insegna che sono proprio le differenze, le imperfezioni, i tratti unici a generare cambiamento, innovazione, bellezza vera. Quando si colpisce il corpo con lo scherno, la derisione, la violenza simbolica o quella reale, non si sta semplicemente criticando un aspetto esteriore, si sta cercando di delegittimare una persona nella sua interezza, nella sua voce.

Non è solo una questione di aspetto, è una questione di potere, di controllo, di narrazione sociale. Ed è per questo che il body shaming non è solo l'insulto, la goliardata da ragazzi, né una questione di mera estetica o insensibilità individuale. È una violenza figlia di un ordine sociale e culturale che, tra le altre cose, interpreta il corpo non come espressione della propria singolarità e identità, ma come un oggetto da inquadrare e giudicare. Riconoscere il valore del corpo significa riconoscere il diritto ad esistere, ad essere presente nello spazio pubblico, ad avere una voce.

Questo è ancora più evidente quando il body shaming si intreccia con il genere, con l'età, con la disabilità, con l'orientamento sessuale o con il colore della pelle. I dati parlano chiaro: un adolescente su tre ha dichiarato di aver subito body shaming. Il 20 per cento delle donne italiane afferma di esserne stata vittima e, secondo un'indagine, il 36 per cento delle donne ha un rapporto negativo con il proprio corpo. Tra le ragazze adolescenti, le persone con disabilità e chi vive in condizioni di marginalità questa percentuale cresce ancora di più.

In casi estremi il body shaming è correlato a disturbi alimentari, depressione, isolamento, comportamenti autolesivi. Dietro queste cifre ci sono persone, storie di vita, sofferenze silenziose che interpellano anche la responsabilità della politica, la responsabilità di ognuno di noi, perché il body shaming non è un problema privato, ma una questione pubblica, sociale. È uno dei tasselli della piramide di violenza, spesso della violenza di genere, uno dei primi gradini, quelli più invisibili, di un processo che normalizza il controllo, il giudizio e la svalutazione attraverso il corpo.

Una piramide che si regge su stereotipi, modelli inaccessibili e narrazioni a volte esterne, imposte, fin dall'infanzia, attraverso media, pubblicità, scuola e perfino relazioni familiari. Ed è importante dirlo chiaramente: questa cultura fa male a tutti, anche agli uomini, ai ragazzi intrappolati in un'idea rigida di virilità che non ammette fragilità o imperfezioni. Combattere il body shaming significa anche decostruire un immaginario che segna ruoli e gerarchie in base all'aspetto, alla conformità ad un modello. In questo contesto, istituire una Giornata nazionale ha un valore simbolico importante, ma il simbolo deve diventare impegno quotidiano.

Servono politiche educative serie; percorsi educativi nelle scuole per aiutare i ragazzi e le ragazze a riconoscere la diversità dei corpi come un valore; percorsi di formazione degli insegnanti, degli operatori scolastici. Penso alla necessità di garantire l'accesso universale ai servizi di supporto psicologico per i giovani, perché la salute mentale passa anche dalla capacità di accettare il proprio corpo, di viverlo senza vergogna e senza paura. Permettetemi di rivolgermi direttamente ai più giovani, a chi sta crescendo in un tempo che promette libertà, ma impone standard feroci.

Il nostro tempo, in cui l'apparenza è diventata una moneta, dove ogni immagine di sé può essere giudicata, dove ogni corpo può essere esposto, commentato, svalutato. So che, a volte, sembra che il valore dipenda da un like, da una taglia, da quanto si riesce ad assomigliare a qualcosa che non si è in quel momento, e questo può far male. Vorrei dire una cosa, senza slogan: la vostra unicità non è un difetto, è una risorsa. Non siete voi a essere sbagliati. E chi vi deride, chi vi schiaccia, chi vi fa sentire inadeguati spesso lo fa perché ha paura della libertà che rappresentate.

Perché la libertà è contagiosa e disarma chi ha costruito la propria sicurezza su modelli vuoti. Accettarsi non vuol dire accontentarsi. Significa conoscersi per davvero: non è facile. Nessuna legge vi proteggerà completamente da tutto questo, ma una legge può dire da che parte stiamo. Può creare spazi in cui parlare, ascoltare, educare. Può essere un inizio. La nostra società ha bisogno di autenticità, di libertà, non di conformità. Ha bisogno delle vostre storie, della vostra energia e anche delle vostre fragilità. E oggi, se vi sentite fuori posto, sappiate che spesso chi cambia davvero le cose ha cominciato proprio da lì: dal sentirsi fuori posto, dal non conformarsi per forza, dal portare avanti idee e pensieri altri.

È per questi motivi che, a nome del nostro gruppo, annuncio il voto favorevole su questa proposta di legge: un passo nella giusta direzione. Ora sta a tutti noi renderlo concreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e del deputato Giachetti).

PRESIDENTE. Passiamo all'ultimo intervento. Ha chiesto di parlare la deputata Lancellotta. Ne ha facoltà.

ELISABETTA CHRISTIANA LANCELLOTTA (FDI). Grazie, Presidente. Ministro Roccella, onorevoli colleghi, tanto è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto e dai colleghi intervenuti in discussione generale sulla diffusione del fenomeno del body shaming, sugli effetti dannosi che questi atteggiamenti provocano nei destinatari più fragili e, dunque, sulla necessità e sull'urgenza di lanciare un messaggio forte, chiaro, incisivo, di contrasto a questi comportamenti, di gettare un seme.

In un mondo reso estetismo, dove tutto si giudica sull'apparire, dove le parole vengono usate per ferire, dove i commenti, coperti spesso dal velo dell'anonimato dei profili fake, vengono utilizzati come armi per colpire, dove le piattaforme social sono diventate strumenti di vera e propria violenza, dove l'apparire ed il possedere misurano tutto - tutto! -, tranne ciò per cui la vita merita davvero di essere vissuta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), noi vogliamo avere la pretesa di tornare a dare valore al talento, all'unicità, all'identità, alla bellezza autentica di ogni individuo. E vogliamo farlo, partendo da qui, da questa legge a prima firma dell'onorevole Martina Semenzato, che ringrazio per l'ottimo lavoro svolto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dall'istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle donne, per dire a voce alta che il dolore, il disagio, la vergogna, il senso di inadeguatezza, che, troppo spesso e per troppo tempo, continuano a provare i destinatari di queste offese, soprattutto donne e adolescenti, non possono essere più ignorati, silenziati o, peggio, normalizzati.

Da oggi vogliamo restituire dignità a ogni corpo, a ogni storia, a ogni cicatrice, qualunque essa sia e qualunque provenienza abbia. Il body shaming è una ferita sociale che può colpire tutti; è il giudizio feroce, spesso lanciato in pochi caratteri su uno schermo, ma capace di lasciare segni profondi sulla pelle e, soprattutto, sull'anima; è quella risata fuori posto nei corridoi della scuola, è lo sguardo giudicante al lavoro, è il commento crudele sotto una foto.

Ma è anche il silenzio degli adulti, la distrazione degli educatori, la complicità involontaria dei social. Nel 2024, oltre il 45 per cento degli adolescenti italiani ha dichiarato di essere stato oggetto di body shaming almeno una volta. E, tra questi, uno su cinque ha modificato le proprie abitudini alimentari in modo estremo. Sono dati che fanno male, perché raccontano di una generazione che si guarda allo specchio con vergogna, non con orgoglio. Adolescenti, persone fragili, che sentono forte il bisogno di sapere che non sono soli, di sapere che lo Stato, le istituzioni, il mondo della scuola, le famiglie sono al loro fianco.

La legge che ci apprestiamo a votare rappresenta, allora, lo strumento per sensibilizzare la nostra società su questa tematica, per continuare a coltivare la cultura del rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Rispetto, appunto, la traccia più scelta dai nostri maturandi nella prova di italiano dell'esame di Stato, quest'anno. Un grido silenzioso, ma potentissimo, con il quale ci chiedono di essere ascoltati, di essere accompagnati, di essere educati. I nostri ragazzi vogliono essere visti per quello che sono, non per come appaiono. Chiedono rispetto per i loro corpi, le loro fragilità, le loro diversità, perché la diversità è valore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Tutto questo è nella proposta di legge. Non uno slogan, non la mera istituzione di una Giornata nazionale fine a sé stessa, ma azioni concrete di sensibilizzazione, a tutela dei più fragili, nel solco già tracciato da numerosi provvedimenti del Governo Meloni e dal Dicastero guidato dal Ministro Roccella. Non sono il mio corpo, ma la mia voglia di vivere, diceva Sammy Basso, giovane straordinario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che ha trasformato la sua malattia in testimonianza di vita, aggiungendo che la bellezza non è in quello che vedete, la bellezza è dentro, è nel sorriso, nella tenacia, nella gentilezza. Queste parole devono diventare la nostra bussola, perché è da qui che parte la rivoluzione culturale, dalla scuola, dalle famiglie, dai media. Ma, prima ancora, deve partire da quest'Aula; non perché una legge può cambiare tutto e subito, almeno in quest'ambito, ma perché può dire a una ragazza, che si nasconde sotto felpe larghe d'estate, che ha talento e unicità; può dire a un ragazzo, che ha paura di mostrarsi in piscina, che nessun giudizio vale più del suo sorriso; può dire a quella donna, che per anni ha tenuto i capelli lunghi davanti al viso, per nascondere una paresi facciale, che è di una bellezza disarmante; può affermare che “rispetto”, la parola scelta dagli studenti, non è solo un tema d'esame, ma è uno stile di vita; può insegnare, soprattutto, che ogni donna, ogni uomo, ha una propria bellezza e dobbiamo imparare a riconoscerla, come ricordava Papa Francesco, parlando proprio degli atti di derisione dell'aspetto fisico.

Questa legge è il nostro abbraccio a loro, a quella ragazza, a quel ragazzo, a quella donna, a chi è colpito da occhi invadenti e da lingue taglienti. E difficilmente verrà ancora un tempo per dire loro, ai nostri adolescenti, alle donne e, più in generale, alle persone vittime di body shaming, per dire a chi ha sofferto in silenzio, a chi ha lottato con il proprio riflesso, a chi ha deciso di non arrendersi, a chi ha trovato il coraggio di essere sé stesso, che ci siamo, che camminiamo al loro fianco, che abbiamo fatto la nostra parte.

Per questo, con convinzione, con amore, con emozione, annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia per questa proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché intendiamo fare, ancora una volta, la nostra parte e la faremo fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Prima di passare al voto, ha chiesto di parlare la Ministra Roccella per un breve intervento di ringraziamento. Ne ha facoltà.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare, prima di tutto, la Camera e la Commissione, che hanno svolto un lavoro importante nel segno della condivisione e della collaborazione su un tema importante. Voglio ringraziare la presidente Semenzato, come relatrice di questo provvedimento, ma anche come presidente della Commissione femminicidio, perché hanno molto a che fare il femminicidio e la violenza contro le donne con questa giornata e con il body shaming, con la Giornata contro la derisione per il corpo.

Perché hanno a che fare? Hanno a che fare in mille modi: prima di tutto, perché le donne sono storicamente, da sempre, estremamente più esposte alla violenza - perché anche questa è violenza - di modelli stereotipati, di modelli con cui confrontarsi. Tutte noi ci siamo confrontate con modelli irraggiungibili, con la dittatura dell'apparenza, che ci ha sempre in qualche modo portate a riconsiderare il nostro aspetto come insufficiente.

PRESIDENTE. Ministra, chiedo scusa, è un ringraziamento. Mi perdoni.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Sì, molto velocemente. Voglio ringraziare la presidente Semenzato perché, appunto, il nesso fra la violenza contro le donne, non solo per quanto riguarda, appunto, la violenza dei modelli, ma per quanto riguarda, per esempio, le donne sfregiate, le donne umiliate, le donne che vengono derise dal marito (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), tutto questo, tutto questo…

PRESIDENTE. Ministra, la prego, è sempre un ringraziamento.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Assolutamente. Tutto questo…non so perché c'è questo…

PRESIDENTE. No, perché è solo un ringraziamento…

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Sarò velocissima…

PRESIDENTE. …altrimenti è un intervento.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Tutto questo mi porta proprio a ringraziare - a ringraziare anche l'opposizione - in particolare la presidente Semenzato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Coordinamento formale - A.C. 1049-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1049-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1049-A​: "Istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming)".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1054 - “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane” (Approvato dal Senato) (A.C. 2126-A​) e delle abbinate proposte di legge: Girelli ed altri; Tassinari ed altri (A.C. 699​-1059​) (18,34).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2126-A: “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane” e delle abbinate proposte di legge nn. 699​-1059​.

Ricordo che nella seduta del 16 aprile 2025 si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica mentre la relatrice vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 2126-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e degli emendamenti presentati (Vedi l'allegato A).

La I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 4.200 - in relazione al quale è stato presentato il subemendamento 0.4.200.1 Boschi - e l'articolo aggiuntivo 33.0200, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, conferma l'inammissibilità, già dichiarata in sede referente, delle proposte emendative: 7.12 Carmina; 6.20 Marianna Ricciardi; 20.01 (già 17.01) Marino, limitatamente al comma 2.

Avverto altresì che la Presidenza, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, conferma altresì l'inammissibilità, già dichiarata in sede referente, dell'emendamento 7.16 Faraone, non segnalato per la votazione.

Informo l'Assemblea che, in applicazione dell'articolo 85-bis del Regolamento, i gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Italia Viva-il Centro-Renew Europe sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative riferite agli articoli del disegno di legge l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministro Calderoli, insomma, ci ritroviamo. Guardi, io ho pensato molto a questo provvedimento e onestamente - le dico la verità - pensavo quale potesse essere la chiave di lettura per comprendere quello che stavate facendo. Le dico la verità: sa chi mi è venuto in mente, Ministro? Ernesto De Martino. E sa perché mi è venuto in mente Ernesto De Martino? Per il campanile di Marcellinara. Che cosa è l'Italia se non il Paese dei campanili?

Allora, come si identificano i Paesi dei campanili? E come hanno assunto, nell'immediato secondo dopoguerra, una pregnanza nel ricostruire l'identità unitaria di un Paese? Noi eravamo un Paese, nell'immediato secondo dopoguerra, che non poteva avere un passato condiviso per quello che era successo. Non poteva rifarsi all'antichità, perché il passato, che era stato sconfitto, si richiamava all'antichità. Allora, ci fu una costruzione narrativa che vide, nella provincia italiana e nel recupero di quel tessuto connettivo delle piccole e piccolissime comunità dell'entroterra, della collina e della montagna, esattamente lì il peso specifico del Paese. La provincia italiana, da sempre e storicamente, è stata la culla dei fenomeni sociali, è stata la culla di quell'identità - ammesso e non concesso abbia senso parlare di identità - attraverso la quale si è innervata e si è caratterizzata la struttura del Paese.

Con questo provvedimento - e glielo dico subito: io lo leggo come una sorta di elemento significativo e preparatorio per cercare di correggere il grande errore e il grande fallimento di questo Governo, che è stata l'autonomia differenziata - si tenta di iniziare pezzo per pezzo e si inizia dai piccoli comuni. Qualche minuto fa ci veniva richiesta la celerità, perché c'erano 200 milioni che aspettavano lì e che dovevano essere destinati ai comuni della montagna ma, colleghi, vi segnalo che quelli non sono soldi vostri; quelli sono soldi che erano stati appostati dai Governi precedenti per fare delle correzioni, Ministro Calderoli, esattamente a qualche decisione che qualche Ministro ebbe nel lontano 2010, ovvero quella decisione, nel 2010, di azzerare il Fondo nazionale della montagna, mantenendo un impegno di finanza derivata come lo mantenete oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). E sapete, colleghi e colleghe, chi era quel Ministro che azzerò il Fondo nazionale della montagna? Il Ministro Roberto Calderoli.

Allora, ho la sensazione di vivere una sorta di déjà-vu, cioè una sorta di riscrittura della storia, una sorta di correttivo che ogni tanto facciamo.

Ma visto che io, suo tramite, Presidente, ormai sono affezionato al Ministro Calderoli per tutta la vicenda dell'autonomia differenziata - glielo avevamo detto, gli avevo detto che era una cosa che non si poteva fare, così come era stata proposta -, oggi siamo qui a cercare di dirle: guardi, nell'intenzione del legislatore, in questo caso, nell'intenzione del Ministro, noi abbiamo anche colto il segno positivo. Perché è un fatto che la montagna è il grande problema di questo Paese, ed è un fatto che le difficoltà maggiori si rilevano immediatamente nei paesi e nei comuni di montagna.

È come il paziente - e lo dico sempre, Ministro Calderoli, vista la sua formazione medica - debilitato. È chiaro che, se hai un corpo debilitato, dove gli anticorpi sono bassi, se in una persona sana arriva il raffreddore, nel corpo debilitato o sofferente arriva la broncopolmonite. E allora la condizione, oggi, è questa. Ma che cosa accade? Accade che, invece di intervenire e di recepire la buona volontà dell'opposizione, che pure si era presentata con una serie di pacchetti emendativi - perché noi crediamo nell'ottica della valorizzazione, della tutela e dell'attenzione dei paesi di montagna -, voi avete ritenuto che il contributo dell'opposizione non servisse e avete addirittura sottovalutato una grande emergenza. Cioè, paradossalmente, io non riesco a capire voi, ormai, con chi ve la vogliate prendere.

Perché vi incaponite con i paesi della montagna e non vedete lo spopolamento costante che c'è: oltre 550.000 giovani hanno lasciato questo Paese, e sto parlando solo della fascia d'età 18-34; se la allungassimo, arriveremmo nell'ultimo decennio a un milione e mezzo di persone che si sono recate solo all'estero. E se analizzassimo la mobilità interna - antico, atavico problema o, se vuole, tradizione in questo Paese, lo spostamento dai piccoli paesi, soprattutto di montagna, sempre più a ridosso dello spazio urbano -, noi capiremmo che il vulnus sta lì.

E allora chi abita questi luoghi? Fortunatamente, Presidente, noi viviamo in un Paese che consente la longevità e quindi, già oggi, fotografiamo tutta una serie di comuni montani che sono longevi. E se sono longevi, in questo caso, è necessario un intervento che si preoccupi di come garantire il Welfare State a queste persone. Perché non tutti i comuni sono uguali e non tutte le persone sono uguali, o meglio, come diceva don Milani, è un danno - parafrasando in una maniera sbagliata - fare parti uguali tra diseguali. E voi state adottando esattamente questa logica.

E ancora, ci saremmo aspettati un provvedimento che si reggesse su tre impostazioni di fondo.

La prima: sarebbe servito il criterio del riordino della rete dei poteri locali. Chi fa che cosa? Anche recuperando errori del passato o del recente passato, Ministro Calderoli. E perché non l'avete fatto? Non l'avete fatto perché siete divisi tra di voi, come sempre. Siete divisi tra chi vuole reintrodurre le province a elezione diretta, chi vuole fondere i piccoli comuni e chi, invece, vuole - mi sia consentito - la più grande innovazione costituita della gestione del potere in questo Paese: l'autonomia differenziata. In tutto questo, però, non si è mai capito come voi facciate ad immaginare una soluzione anziché un'altra sempre - direbbe il collega Zaratti - a invarianza di bilancio. Ci dovrete spiegare un giorno come siete capaci di fare questo.

Secondo. Il secondo perno avrebbe dovuto essere quello della questione per lo sviluppo di questi territori, che noi - come dicevo poc'anzi - abbiamo tentato di portare con le nostre proposte emendative, ma voi le avete sostanzialmente cancellate. Cioè, è possibile immaginare, in questo Paese - dopo l'ubriacatura narrativa del COVID, dove a un certo punto gli intellettuali di questo Paese hanno immaginato che si potesse vivere e lavorare nei piccoli comuni, nei comuni di montagna - di mettere mano a una legge organica sullo smart working? È possibile metter mano alla infrastrutturazione di questi comuni? E non ci potete rispondere che solo 8 comuni in Italia non sono raggiunti dalle telecomunicazioni.

E ancora, con riferimento all'articolo 25, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sempre dichiarato che era contraria ai bonus. Voi che cosa avete fatto? Con questo provvedimento assegnate - sentite, sentite! - 50 euro a coloro che hanno un figlio in questi comuni: alla faccia della contrarietà ai bonus.

E poi, soprattutto, voi siete quel Governo che, un anno e mezzo fa, ha fatto un provvedimento in cui ha messo 9 milioni per combattere lo spopolamento nei piccoli comuni. Abbiamo fatto il calcolo, Presidente: erano 1.600 euro, un comune non ci pagava nemmeno la banda musicale per la festa patronale! Questa è l'attenzione.

Ma veniamo al vulnus, e chiudo, Presidente…

PRESIDENTE. Deve chiudere perché siamo oltre…

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Chiudo, chiudo. Ora, mi fate capire la classificazione dei comuni montani? Introducete il criterio socioeconomico e allo stesso tempo vi basate sull'analisi dell'UNCEM, che dice che c'è una rinascita di popolamento nei piccoli comuni e nei comuni di montagna. E dov'è questa rinascita, Presidente, lo vuole sapere? Guarda caso nel Centro-Nord, dall'Emilia-Romagna a salire. E allora la domanda che rivolgo a tutte e a tutti voi, soprattutto alle colleghe e ai colleghi del Mezzogiorno, che già hanno vissuto lo stupro istituzionale dell'autonomia differenziata…

PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Ho chiuso, Presidente. Voi volete continuare ad assistere allo smantellamento unitario di questo Paese, che non fa altro che dirottare, per ragioni di partito e di interesse costituito, risorse sempre nei soliti luoghi. Perché quando tu nei criteri ci lasci solo l'aspetto (Commenti)

PRESIDENTE. Onorevole, però, la prego…

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Presidente, sto chiudendo, sto chiudendo. Bene, benissimo, io la ringrazio e ringrazio soprattutto il mio collega lì a fianco…

PRESIDENTE. No, no, no…

TONI RICCIARDI (PD-IDP). …io aspetto che parli, così potrò ascoltare le cose intelligenti che avrà da conferire, ove mai il suo partito gli darà facoltà di parola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. No, no, no, per carità, è sempre mia responsabilità, ci mancherebbe.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signori colleghi e signore colleghe, signor Ministro, prima di tutto un doveroso ringraziamento al Ministro Calderoli, perché, in modo inusuale rispetto all'abitudine di questo Governo, lui segue costantemente tutti i provvedimenti in Commissione, è disponibile al confronto e al colloquio, e anche questa volta lo è stato. Ci dispiace constatare che verso la fine ci sia stato uno scivolone che non doveva esserci, cioè il fatto che, poche ore prima dell'inizio del dibattito in Aula, è stato presentato un emendamento che fondamentalmente stravolge il senso della legge che stiamo discutendo. E devo dire che c'è stata anche una forzatura rispetto agli accordi che erano stati presi, seppure informali, sul fatto che questo provvedimento sarebbe arrivato in Aula esattamente com'era stato licenziato dalla Commissione. Non si fa in questo modo, non credo che questo sia il modo giusto per affrontare le grandi questioni (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Faccio riferimento all'emendamento Bruzzone, quello che vuole, di fatto, diciamo così, consentire la caccia all'avifauna di transito sulle rotte di immigrazione nei valichi alpini. Ora lei, signor Ministro, è un grande cultore delle leggi del nostro Paese, gliene viene dato riconoscimento, ma certamente la proposta di riformulazione che lei fa di questo emendamento non fa onore alla sua fama e alla sua preparazione.

Perché, quando pensa di poter risolvere i problemi di incostituzionalità di questo emendamento utilizzando la formula “nel rispetto della sentenza della Corte costituzionale n. 254 del 2022”, sa benissimo che il rispetto di questa sentenza è scritto nella sentenza, e cioè che la legge regionale della Lombardia è incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Lo dice la sentenza, signor Ministro, e quindi non ha senso questa formulazione. Cosa si vuole fare? Dicono le normative europee - perché anche su questo c'è un netto contrasto con l'emendamento Bruzzone - che i valichi alpini sono ovviamente interdetti alla caccia perché sono attraversati dalle rotte di migrazione. Non dice che si possono classificare. Dice che tutti i valichi sono interdetti alla caccia.

Ora, voi potete fare ciò che volete, naturalmente. Avete una strana concezione della democrazia, che travalica, come dire, le norme più generali, gli impegni internazionali, le sentenze della Corte costituzionale, in base al fatto che chi ha vinto le elezioni può fare quello che gli pare, ma in democrazia non è così. Questo emendamento, Ministro, non doveva avere il suo parere favorevole, doveva essere bocciato dal Governo, in omaggio a un accordo preso in Commissione e in omaggio al fatto che la Corte costituzionale già si è espressa.

Se poi c'è qualcuno a cui prude il grilletto, che deve sparare dappertutto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), che deve sparare anche all'avifauna in migrazione, se ne faccia una ragione. Non si può fare in questo Paese, non si può fare in Europa. E le norme lo dicono in modo chiaro ed esplicito.

Questo cambia, ovviamente, anche la discussione su questo provvedimento. Ci sarebbe piaciuto intervenire sulla questione della montagna, perché è una questione che noi abbiamo a cuore, perché è un aspetto e un pezzo importante delle politiche di difesa della natura, di difesa del nostro ambiente, della lotta contro i cambiamenti climatici. E non è un aspetto marginale nel nostro Paese, perché riguarda ben 3.538 comuni montani, riguarda 13 milioni di abitanti; il 35 per cento del territorio italiano è definito montuoso. Quindi è chiaro che parliamo di una grande parte del nostro territorio che ha una rilevanza fondamentale dal punto di vista ambientale. Infatti sappiamo che gran parte dei nostri problemi, dalle questioni della difesa del suolo, agli smottamenti, alle questioni relative alla crisi idrica, riguardano le politiche della montagna, e riuscire a mettere in moto - diciamo così - delle politiche attive e positive da questo punto di vista porterebbe una grande utilità non soltanto per i comuni montani e per le popolazioni montane, ma, in generale, per il nostro Paese. Ma tutto questo diventa difficile da ottenere se non si ha una visione vera di quello che deve essere la montagna.

Di che cosa c'è bisogno in montagna, signor Ministro, colleghi e colleghe? Di questioni fondamentali: c'è bisogno che in quei paesi, in quei comuni montani, in quegli oltre 3.000 comuni montani, ci siano medici per poter curare le persone, ci siano scuole per mandare a scuola, appunto, i bambini, ci siano trasporti per raggiungere quei luoghi, ci sia energia, ci sia Internet che permetterebbe una cosa fondamentale di questi tempi, che è il lavoro a distanza. Perché tante giovani e tanti giovani, a differenza di qualche anno fa, hanno la voglia, hanno la volontà di trasferirsi nelle zone montane del nostro Paese, ma non lo fanno perché mancano gli elementari sistemi che consentono una vita civile, una vita dignitosa.

Quindi, penso che noi abbiamo bisogno di risorse, abbiamo bisogno di non fare finta di fare l'ennesima legge sulla montagna che, però, in realtà, non cambia nulla, perché non c'è una visione di quello che deve essere la montagna e della funzione che deve svolgere nell'ecosistema Italia. Non vi sono i fondi necessari per sostenere questa spinta; non ci sono quelle misure necessarie per coloro che vogliono e che scelgono di vivere in montagna.

Quello di cui avremmo davvero bisogno, colleghi e colleghe, per far rivivere le nostre montagne, per fare in modo che diventino un luogo accogliente, un luogo dove ci sia manutenzione, dove sia possibile svolgere quelle attività tradizionali di manutenzione del territorio che evitano frane e che permettono la conservazione delle acque, è un vero e proprio reddito montano per le persone che decidono di continuare a vivere in montagna e per quelle che decidono di trasferirsi in quelle zone. Queste persone svolgono una funzione collettiva di salvaguardia e tutela di un patrimonio del nostro Paese a nome di tutte e di tutti noi. Per fare questo è necessario che sia garantita loro la dignità del vivere, un reddito montano per quelle persone e per quelle famiglie e che ci siano i fondi necessari per fare in modo che in quei luoghi ci siano i medici che possano curare e le scuole che possano insegnare.

Anche in questa occasione fate un provvedimento che diventa un pannicello caldo, che sottolinea l'esistenza di una questione, ma poi non trova i modi e non c'è la visione per risolvere questa questione e per avere una posizione positiva. Noi pensiamo che sia necessario mettere in atto una serie di misure che riguardano il turismo sostenibile a basso impatto ambientale, che si possano valorizzare i prodotti e le tradizioni locali e che si possano tutelare e ripristinare gli ecosistemi, perché la crisi climatica aumenta il rischio di frane, di alluvioni e di incendi. Occorrono progetti di riforestazione e di gestione sostenibile delle foreste, nonché il ripristino dei prati alpini e dei pascoli naturali, occorrono interventi strutturali: non si può fare con le due lire che voi mettete a disposizione e che, peraltro, già servono a finanziare il sistema montano del nostro Paese e le autonomie locali.

Quindi, signor Ministro, ci aspettiamo da lei che venga ritirata la riformulazione dell'emendamento fatta dal Governo, ci aspettiamo che l'emendamento Bruzzone venga ritirato e che cominci e si ripristini un corretto confronto democratico nella nostra Aula su un problema strategico e fondamentale come quello della montagna (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Se nessuno altro chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite agli articoli del disegno di legge segnalati per la votazione.

VANESSA CATTOI , Relatrice. Grazie, Presidente. In riferimento alle proposte emendative presentate, vorrei esprimere parere favorevole sull'emendamento 3.1000 Vaccari e sull'emendamento 4.200 della Commissione.

Sul subemendamento 0.4.200.1 Boschi, per il quale avevo espresso nel Comitato dei nove una proposta di parere contrario, vorrei riservarmi un ulteriore supplemento in merito.

Sull'emendamento 13.1000 Schullian, il parere è favorevole, così come sull'articolo aggiuntivo 33.0200 della Commissione, il parere è favorevole.

Sugli identici emendamenti 23.4 Girelli e 23.1000 Lancellotta formulo un invito al ritiro. Mi riservo, altresì, di esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo 14.01000 Bruzzone, del quale avevo proposto, sempre all'interno del Comitato dei nove, una riformulazione proprio per consentire di svolgere un ulteriore approfondimento. Su tutte le restanti proposte emendative il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie. Il parere del Ministro è conforme a quello della relatrice. Insisto anch'io sulla necessità di un approfondimento sul subemendamento 0.4.200.1 Boschi e, nonostante ci si sia già espressi in sede di Comitato dei nove, un ulteriore approfondimento sull'articolo aggiuntivo 14.01000 Bruzzone.

(Articolo 1 - A.C. 2126-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.2. Girelli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Confesso che trovo molta difficoltà nel comprendere il parere negativo su questo emendamento, perché semplicemente cerca di ricondurre il tema oggetto del provvedimento alla giusta autorevolezza e, mi verrebbe da dire, alla giusta importanza, anche. Infatti, badate bene, è un emendamento che non fa altro che rifarsi all'articolo 44, comma 2, della nostra Costituzione, laddove, detto in altri termini, il tema della normativa sulla montagna, l'obiettivo che ha questa legge - sia pur a parole, più che nei fatti, ma questo è un giudizio politico - è di intervenire sulle difficoltà di un territorio complesso come la montagna, andando a superare anche le problematiche che caratterizzano le persone che vivono in montagna, che fanno attività in montagna, che svolgono la loro quotidianità in montagna; non è un fatto lasciato alla bontà di questo o quel Governo o alla capacità di questa o quella Assemblea parlamentare del momento, attraverso una legge, l'atto di prevedere norme; ma, sancisce in maniera definitiva, che è la Repubblica, in attuazione della Carta costituzionale, che la garantisce, a vederne la necessità. Non fu un caso che, nella scrittura della Costituzione, nell'articolo 44, fu presa in considerazione la specificità della montagna.

Così come il fatto di riconoscere - e non semplicemente prevedere - le azioni di sviluppo, di presa in considerazione delle criticità, delle fragilità dei territori montani, è un ulteriore rafforzamento di questo principio. Non comprendo sinceramente il perché un emendamento, che non sposta nulla, che non prevede alcun trasferimento di risorse da un capitolo all'altro, da un investimento all'altro, ma, molto semplicemente, vuole sottolineare un riconoscimento proprio da Repubblica, da Stato, nei confronti della montagna, sia bocciato.

Credo che, purtroppo, nel corso delle legislazioni, il tema montagna abbia avuto un andamento un po' da montagne russe: vi è stato un periodo in cui è stato fortemente riconosciuto, dove è stato consegnato anche un potere di governo del territorio attraverso riconoscimenti di enti locali, e un periodo, subito dopo, in cui vi è stato un disconoscimento in favore di centralismi territoriali, che poco hanno a che fare, a mio parere, col valore dell'autonomia vera.

La speranza è che, sia pur all'ultimo momento, ci sia un ripensamento riguardo questa risposta o perlomeno mi piacerebbe comprenderne la ragione, perché i motivi che hanno ispirato l'emendamento stesso nulla sono che quello che ho detto: il riconoscimento della dignità della montagna italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'emendamento 1.11 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione… Revoco l'indizione della votazione. Chi mi ha chiesto di intervenire? Grimaldi? Sì, prego, chiedo scusa, non l'avevo vista, onorevole Grimaldi. Prego, onorevole.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Questo emendamento chiede semplicemente di aggiungere le misure di adattamento climatico a quelle già esistenti nella legge. Spiego solo un secondo. Vengo da una regione che, fra le tante in Italia, ospita le Alpi, che sono definite dalla scienza e, quindi, dal diritto di fatto europeo e internazionale, un vero hotspot dei cambiamenti climatici. E un hotspot dei cambiamenti climatici basterebbe vederlo nei cambiamenti che ci sono ogni anno: basta vedere dove arriva lo zero termico in estate, basta vedere lo scioglimento dei ghiacciai, basta vedere anche il cambiamento della nostra economia, della nostra agricoltura, basta vedere anche il livello dove si è arrivati ormai a produrre il vino, basta vedere cosa voglia dire oggi, dal punto di vista energetico e del consumo d'acqua, l'alimentazione forzata di tutto lo sport invernale e, ovviamente, l'innevamento.

Questa vicenda è centrale, lo dico al Ministro, lo dico a tutti gli appassionati deputati di questo provvedimento e di questa legge: senza un vero piano di adattamento climatico, la montagna muore. La montagna muore ogni volta che pensiamo sia il parco giochi dei ricchi da invitare per qualche giorno all'anno, magari i famosi oligarchi, a cui un giorno facciamo sanzioni e il giorno dopo gli chiediamo di venire qua a utilizzare le nostre Alpi come se fossero il loro pied-à-terre.

Ecco, pensateci, perché gli adattamenti climatici ci chiedono coerenza e, per esempio, ci chiedono di vietare, in tutte le regioni italiane, gli elitaxi per ricchi, soprattutto per quelli che vogliono sparare ai cervi, magari nei valichi e magari in alta quota, col verricello, per andare a riprendersi la preda (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo ai quattro identici emendamenti 1.15 Torto, 1.16 Ruffino, 1.17 Sarracino e 1.19 Faraone.

Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo la cortesia di sottoscrivere l'emendamento a prima firma della collega Torto, un emendamento di buonsenso, perché se, in questo disegno di legge, la maggioranza di centrodestra si pone come obiettivo quello di valorizzare le aree montane, in particolare di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale e ambientale montano, senza però finanziare neppure un euro, non solo è una mission impossible, ma stiamo veramente parlando del nulla cosmico. Do un'informazione: il patrimonio culturale italiano, già solo quello che è sotto tutela del Ministero della cultura, non è tutelato in maniera universale ed efficace, perché, purtroppo, quando c'è da tagliare la cosiddetta spesa pubblica, si vanno a tagliare sempre gli investimenti sulla cultura. Quindi, le Sovrintendenze, i musei, i parchi archeologici e tantissimi siti culturali del nostro Paese, sotto l'egida del Ministero della cultura, non dico che sono in stato di abbandono, ma necessitano di tutela e conservazione, e non lo sono.

Figuriamoci il patrimonio culturale che invece ricade sotto la tutela delle regioni o dei piccoli comuni montani che non hanno neppure le risorse per tenere aperte le biblioteche comunali, perché non hanno il personale; figuriamoci tutelare il patrimonio culturale se voi non mettete nemmeno un euro di finanziamento per realizzare quest'azione.

Quindi, stiamo parlando di fuffa, stiamo parlando di obiettivi che voi ponete, ma imponete ai comuni senza fornire loro le risorse adeguate per farlo. Quindi, questo disegno di legge è vuoto. Sono solo parole, sono solo propagande prive di fatti concreti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Su questo tema abbiamo discusso molto in Commissione, anche alla presenza del signor Ministro, che ringrazio per la sua costanza nelle varie sedute di Commissione. Però, non siamo riusciti, forse, o non si è voluto comprendere l'importanza delle risorse per le zone montane, ad esempio, legate ai servizi per l'infanzia.

Certamente non ci sogniamo di pensare che in montagna ci possano essere gli stessi servizi della città, perché no? Però, ad esempio, c'è tutto il tema della scuola, della scuola dell'infanzia: deve essere garantita fondamentalmente dai privati, che scommettono, che investono, ma nessuna possibilità, ad esempio, di derogare sui numeri degli alunni, con scuole dell'infanzia magari con 10, 15 alunni, piuttosto che la scuola primaria; stessa cosa per i baby parking e gli asili nido.

Abbiamo puntato molto su questo aspetto, per non toccare quello della sanità. Ora tocco alcuni temi fondamentali, che ricorreranno poi in altri emendamenti. Abbiamo e ho anche provato a raccontare la difficoltà del vivere la montagna e il grosso rischio che corriamo nell'abbandono della montagna, sempre più senza servizi.

I comuni hanno poche risorse, i servizi a domanda individuale sono finanziati con costi molto alti, perché purtroppo i tagli sono stati ingenti negli anni e ci ritroviamo quindi a fare delle scelte: a mantenere i piccoli comuni montani oppure a pensare che questi possano chiudere i battenti perché, senza servizi, è ovvio che le famiglie scelgono lo spopolamento della montagna.

Per chi di noi arriva dalla montagna, certamente c'è una testardaggine a voler immaginare un futuro e, certamente, anche l'illusione di pensare che questo provvedimento prevedesse delle risorse per facilitare la vita. Non sto a dilungarmi sul trasporto pubblico locale, che è pressoché inesistente. Chi è in montagna si arrangia: bicicletta, macchina per portare i propri figli a scuola, perché lo scuolabus è un lusso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. L'emendamento che abbiamo presentato chiede sostanzialmente di prevedere uno stanziamento aggiuntivo per i comuni di montagna e non di utilizzare, come questa norma invece fa, un fondo che c'è già per lo sviluppo della montagna italiana e vincolarlo agli obiettivi di questa norma.

Sostanzialmente, questa è una proposta di legge piena di buone intenzioni - che, tra l'altro, non possiamo non condividere - peccato, però, che ha due grosse lacune. Una è che espropria il Parlamento della decisione rispetto ai criteri con i quali si vanno a definire che cosa sono, da questa legge in poi, i comuni montani; e l'altro elemento è, sostanzialmente, quello del finanziamento. Come sempre, si fa una norma illudendo, in questo caso, i comuni italiani che risolveremo il problema dello spopolamento, perché vi faccio presente che, se la popolazione residente negli ultimi dieci anni nei comuni non montani è diminuita dell'1,3 per cento, nei comuni montani, invece, del 5 per cento. Questi sono i dati del Libro bianco sulla montagna, non sono dati miei.

Quindi, l'elemento dello spopolamento è un tema grave che questa norma giustamente cerca di andare a contrastare, peccato che lo fa utilizzando gli stessi soldi che sono già destinati allo sviluppo della montagna e sono destinati ai comuni e alle regioni. Quindi, qui si sta semplicemente andando a dire: bene, adesso, li usate per questa cosa qua.

Noi, invece, vi chiediamo esattamente l'operazione contraria: se ci credete, come ci crediamo noi, alla necessità di investire sul 31 per cento dei comuni italiani, ecco, allora, noi pensiamo, anzi siamo certi, che qua, per essere seri e conseguenti, ci vanno messi i soldi.

Nelle audizioni che ha fatto l'ANCI in Commissione, ricordo perfettamente di avere chiesto io - a fronte di una loro espressa considerazione, proprio di questo genere, sulla pochezza di finanziamento di questa norma - quanto, a loro avviso, sarebbe stato necessario per finanziare davvero questi obiettivi e per raggiungerli; e mi è stato risposto: almeno dieci volte tanto.

Ecco, allora, questa è la misura, diciamo così, dal punto di vista degli enti locali, degli enti territoriali che sono quelli che dovranno, poi, andare a mettere a terra questi obiettivi: è stato evidenziato, manca il 90 per cento di quello che servirebbe in questa legge.

Noi vi abbiamo, quindi, chiesto di metterci questi soldi, soldi freschi, nuovi; vi abbiamo anche proposto dove andare a prenderli: ovviamente sull'assurdità del progetto del ponte sullo Stretto nonché sulla legge mancia che avete fatto in bilancio, ma avete detto di no.

E, quindi, sostanzialmente, oggi, con una mano, fingete di dare ai comuni dei soldi nuovi che, in realtà, ci sono già e sono già stanziati sul Fosmit e, con l'altra, tagliate i 7 miliardi da bilancio per gli enti territoriali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Sì, grazie. Io, Presidente, colgo l'occasione per ringraziare la collega Orrico che ha sottoscritto l'emendamento e per ricordare l'impegno che lei stessa, da Sottosegretaria, ha nutrito, quando portavo al suo Ministero le stesse proposte, ma eravamo evidentemente in un Governo diverso, che precedeva questo.

Ai parlamentari di centrodestra dico semplicemente che, quest'estate, quando verranno nei piccoli borghi a stringere le mani ai loro sindaci, per dire che potenzieranno il patrimonio culturale dei nostri borghi, sappiano che noi saremo lì, a ricordare qual è la verità, e cioè che promettete a chiacchiere e, poi, nei fatti, votate contro la valorizzazione del patrimonio culturale nei piccoli borghi di montagna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.15 Torto, 1.16 Ruffino, 1.17 Sarracino e 1.19 Faraone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'emendamento 1.23 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.23 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26)

Passiamo all'emendamento 1.24 Zaratti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.24 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo agli identici emendamenti 1.28 Faraone, 1.30 Roggiani, 1.31 Dell'Olio e 1.32 Ruffino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Curti. Ne ha facoltà.

AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il parere contrario mi lascia onestamente perplesso, ma questo nello stesso tempo dimostra anche che nel fare questo provvedimento non avete una conoscenza chiara di quelle che sono le reali necessità di quei territori, dei territori delle aree montane. Presidente, con questo emendamento si chiedeva di volere ampliare e di voler rafforzare la strategia per il riconoscimento e la valorizzazione delle aree montane del nostro Paese, ma lo si voleva fare aggiungendo un tassello che noi riteniamo fondamentale, e cioè quello del ruolo del lavoro, quello dell'occupazione, quello del ruolo dei distretti produttivi, del ruolo dei poli industriali presenti in questi territori.

Se è vero che le aree montane del nostro Paese rappresentano una componente strategica per l'Italia, è altrettanto vero che sono luoghi spesso difficili da raggiungere, con popolazione anziana, con una scarsità di servizi a disposizione, con una scarsa densità abitativa. Ma, nonostante ciò, su questi territori resistono e operano distretti industriali, poli manifatturieri, filiere agroalimentari e imprese che garantiscono occupazione e sviluppo per quelle aree.

Con questo emendamento noi proponiamo proprio di valorizzare e di mettere al centro della politica per la montagna il ruolo del mondo produttivo, e quindi di andare ad accompagnare e a sostenere le aziende su quei territori. Anche perché è del tutto evidente come chi produce in quei territori produce in condizioni totalmente diverse rispetto a chi produce in realtà che magari sono servite dai servizi. Quindi, rientra in campo anche un discorso di competitività dell'azienda su quei territori.

Ecco perché serve quel percorso di accompagnamento. Ma voglio anche ricordare come il lavoro nelle aree montane sia un qualcosa che va oltre il tema della produzione, che va oltre il tema del prodotto interno lordo, perché in realtà il lavoro nelle aree montane rappresenta, invece, un presidio sociale, rappresenta la lotta allo spopolamento, rappresenta un motore di coesione territoriale per quei territori. Ogni impresa che chiude in un'area montana significa di fatto perdita di posti di lavoro, ma significa anche chiusura di scuole, desertificazione dei servizi, frammentazione di un tessuto sociale.

Quindi, con questo emendamento, che ritengo non un emendamento tecnico, ma un emendamento politico, si vuole affermare con chiarezza che senza il lavoro la montagna si svuota, che senza un'attenzione ai poli industriali è difficile pensare a un futuro per quei territori. Per questi motivi chiedo all'Aula di votare e sostenere questo emendamento, e lo dico anche per dare un segnale concreto a chi ogni giorno lavora e investe su quei territori per creare occupazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.28 Faraone, 1.30 Roggiani, 1.31 Dell'Olio e 1.32 Ruffino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.01 Faraone. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Faraone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Colleghi, essendo giunti in prossimità delle ore 19,30, come già comunicato all'Assemblea, interrompiamo a questo punto il seguito della discussione del disegno di legge in esame, che riprenderà a partire dalla seduta di mercoledì 2 luglio, sulla base dell'articolazione dei lavori definita in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo. Pertanto, nella giornata di domani l'Assemblea non terrà seduta.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo adesso agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ambrosi. Ne ha facoltà.

ALESSIA AMBROSI (FDI). Grazie. Presidente e colleghi, prendo la parola con profonda convinzione e con altrettanta preoccupazione…

PRESIDENTE. Colleghi, un po' di silenzio, per favore.

ALESSIA AMBROSI (FDI). In queste ore una vasta e importante operazione antidroga ha colpito il cuore della Valsugana in Trentino: oltre 1.200 cessioni di stupefacenti accertate, 11 arresti, un'organizzazione ben strutturata, che vendeva cocaina e hashish soprattutto a minorenni. Proprio così, un mercato criminale che riforniva professionisti e imprenditori, ma anche giovanissimi, segno di una deriva sociale e culturale che non possiamo ignorare. E lo voglio dire con chiarezza, Presidente: non esistono droghe leggere e droghe pesanti, esistono le droghe e punto; e tutte le droghe fanno male, tutte creano dipendenza e tutte tolgono la libertà. E chi le spaccia uccide due volte, uccide la salute e uccide la speranza.

Ma soprattutto, Presidente, ruba il futuro ai nostri giovani, ai nostri figli e alle future generazioni. Ruba loro la gioia vera, quella che non ha bisogno di droghe per sentirsi viva, ruba la lucidità, la libertà, la voglia di costruirsi qualcosa di bello con le proprie mani. Ed è ora di dire basta, è arrivato il momento di rompere definitivamente con quell'ipocrisia culturale che per anni ha banalizzato e tuttora sta banalizzando l'uso di certe sostanze, spacciandole - e qui mi permetto di dirlo, Presidente - come esperienze leggere, di passaggio e quasi innocue.

Ed è proprio da lì, invece, che inizia l'abisso. È da quelle prime canne tra amici che si apre il varco verso la dipendenza vera. Ed è lì che noi dobbiamo intervenire, e lo dico qui, oggi, in quest'Aula, con la voce di una madre, di una donna delle istituzioni, di una cittadina che ama profondamente la propria Nazione. Chi spaccia droga è un criminale e chi la minimizza è complice di quel criminale; e chi la combatte ha, invece, tutta la mia voce e tutto il mio sostegno.

E sono fortemente e sempre più convinta che serva una battaglia educativa e culturale, e di questo credo siamo tutti consapevoli, ma una battaglia senza ambiguità. I nostri ragazzi hanno bisogno della verità, di esempi forti e di un sistema che dica loro che scegliere la droga è sempre un errore, e che il confine tra il gioco e la tragedia è sottilissimo. Il Governo Meloni ha imboccato la strada giusta: contrasto senza sconti allo spaccio, rafforzamento dei controlli, sostegno ai SerD, collaborazione con le scuole e con le famiglie.

E oggi più che mai mi permetta, Presidente, di ringraziare i veri protagonisti di questa operazione, coloro che con dedizione, intelligenza operativa e straordinarie professionalità hanno portato alla luce una rete criminale che avvelenava il nostro territorio, coinvolgendo anche minorenni e mi rivolgo, Presidente, alle nostre Forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché il loro non è solo un lavoro di repressione, è presidio di legalità, è protezione dei più fragili, è il volto concreto di uno Stato che c'è e che non si arrende, che combatte ogni giorno per restituire sicurezza, giustizia e fiducia.

Io oggi voglio ringraziarli e lo faccio anche da madre, perché dietro ogni sequestro, Presidente, dietro ogni arresto che viene effettuato dalle nostre Forze dell'ordine, ci sono dei figli salvati, ci sono famiglie protette, ci sono vite strappate al baratro, perché le Forze dell'ordine non solo arrestano ma salvano e salvano vite, Presidente, e lo fanno con coraggio, nel silenzio e spesso a rischio della propria vita. Quindi, a loro va tutta la nostra stima, va la mia stima e il mio rispetto, il mio grazie più profondo, perché la libertà, Presidente, non si conquista fuggendo dalla realtà; la libertà si costruisce scegliendo di vivere pienamente e senza le droghe (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Il 9 luglio saranno quattro anni di presidio permanente degli operai della ex GKN, sarà l'anniversario della chiusura del sito e quattro anni dall'inizio della vertenza che stanno portando avanti. Vede, Presidente, quello non è un immobile; è una fabbrica che va riaperta, eppure sono in atto manovre divisive degli operai e gravi operazioni di sgombero dello stabilimento, come abbiamo appreso stamani dai giornali, su decisione del tribunale di Firenze. Voglio esprimere con forza qui la nostra solidarietà agli operai di GKN (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che hanno prodotto, unici, un piano industriale concreto e partecipato di riconversione ecologica della fabbrica. Si lasci perdere la repressione e si dia forza a quella proposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Proprio così, Presidente, infine è successo: a due mesi dalle lettere di licenziamento, senza nemmeno attendere il responso sul concordato presentato da QF, il tribunale di Firenze ordine, appunto, lo sgombero dell'ex GKN. Lavoratori e lavoratrici, rappresentanti sindacali, membri della società operaia di mutuo soccorso devono andarsene. Ci fa rabbia, ci fa rabbia perché queste vicende sono state anticipate dalle richieste proprio del Governo, del Sottosegretario, di sgomberare il luogo, di lasciarlo libero, dimenticandosi anni e anni di vessazioni, di stipendi non pagati, di speculazioni immobiliari in campo; ai custodi del patrimonio l'autorizzazione, appunto, a usare la forza pubblica, si è detto. Si è atteso senza far nulla per far accadere esattamente questo. Quattro anni da una chiusura improvvisa, da un licenziamento comunicato addirittura per mail, quattro anni di presidio permanente e autogestione, che hanno tenuto vivo, invece, quel luogo e la speranza di scongiurare un'altra desertificazione industriale, nonostante l'evidenza di relazioni pericolose - lo diciamo qui in quest'Aula - e pericolosi conflitti di interessi in opera, nonostante il rischio evidente di una speculazione immobiliare, nonostante l'impegno della cooperativa degli ex operai di GKN a progettare un piano di reindustrializzazione e nonostante una legge regionale che a settembre ha introdotto - Presidente, ho finito - lo strumento del consorzio (insomma, proprio quello strumento che permetterebbe l'avvio di un piano di industrializzazione). Nonostante tutto ciò, il Governo ha lasciato che il tempo scorresse senza agire, che sulle macerie dell'automotive si possa fare business, business su terreni e fabbricati. Che ne sarà della prospettiva del consorzio, l'unica che permetterebbe di entrare in possesso del sito con un'azione di partecipazione pubblica? Non lo sappiamo; ancora, il Governo è muto.

Ma fatemi dire che gli unici che dovrebbero andarsene via da quello stabilimento sono gli speculatori (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), sono i prenditori, quelli che ammazzano il nostro sistema, concordano questo tipo di fallimenti e pensano di sbatter fuori il lavoro e la dignità dai nostri territori. Noi non lo permetteremo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. “Vorrei che nessun altro bambino si sentisse come me, un reso. Vorrei solo sapere perché, cosa potevo aver sbagliato a nove anni per essere buttato in mezzo alla strada”. Così si sentiva Douglas Dall'Asta: figlio di nessuno. Ho avuto l'onore di conoscere Douglas, un ragazzo brasiliano che mi ha raccontato la sua storia. Lui, a tre anni, è stato abbandonato una prima volta dalla famiglia di origine. È stato messo in un orfanotrofio dove ha subito violenza, ha subito abusi. All'età di nove anni è stato adottato da una famiglia italiana, quindi la speranza di venire in Italia, di una nuova vita, ma solo dopo quattro giorni è stato restituito, come se fosse un giocattolo difettoso, come se fosse un pacco postale da restituire e, ovviamente, questo ha provocato in lui un dolore inimmaginabile.

Douglas, dopo l'abbandono, ha vissuto prima in comunità, ha conosciuto tante comunità, poi la strada, la solitudine, la droga. Ma, più di ogni altra cosa - lo ripeto - ha conosciuto il dolore di un abbandono profondo, quello che segna per sempre, che nessun bambino dovrebbe mai subire.

Aveva raccontato la sua storia alla giornalista Valentina Reggiani, che ringrazio per tutto quello che ha fatto. Il suo libro si intitola Figlio di nessuno e, pochi mesi fa, l'avevamo presentato proprio qui, alla sala stampa, alla Camera dei deputati, per raccontare la sua storia. Doveva essere la sua rivincita, ma quell'abbandono, mai sanato, ha continuato a lavorare dentro di lui fino a logorarlo.

Domenica pomeriggio Douglas si è tolto la vita. Si è tolto la vita a Cremona. Douglas non c'è più. La morte di Douglas è stato veramente un colpo al cuore ma deve essere, soprattutto, anche uno schiaffo alle coscienze. Ci dobbiamo interrogare su cosa significhi veramente adottare, sull'abisso delle adozioni fallite, sul sistema che va completamente rivisto. Le famiglie che adottano devono essere preparate, devono essere consapevoli, devono essere formate, devono essere informate, devono essere seguite da una rete e, soprattutto, devono essere in grado di accogliere un bambino che magari viene da un contesto difficile. Deve essere ascoltato nei suoi bisogni, nei suoi tempi, nelle sue esigenze, in un modo di accoglierlo, appunto, all'interno di una famiglia che non ha mai conosciuto.

Un pensiero ci tengo a farlo, da quest'Aula del Parlamento, a Douglas e a tutte le persone che gli hanno voluto bene, sperando che si agisca - si agisca! - perché non esistano più figli di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così terminati gli interventi di fine seduta.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di luglio 2025 e aggiornamento del programma dei lavori. Organizzazione dei tempi di esame degli argomenti iscritti nel Calendario.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei capigruppo, è stato convenuto il seguente calendario dei lavori per il mese di luglio 2025, che è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna. Sono altresì pubblicati in calce al resoconto stenografico della seduta odierna l'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario, conclusi in sede referente, nonché delle mozioni presentate, e il programma dei lavori conseguentemente aggiornato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 27 giugno 2025 - Ore 10:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 19,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Baldelli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 1 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 1 i deputati Matone, Schiano di Visconti e Zucconi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 3 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 9 il deputato Dell'Olio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 il deputato Amich ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 12 il deputato Ciancitto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 22 il deputato Crippa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 28 il deputato Iaia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 29 il deputato Bof ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 29 la deputata Morfino ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole a mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.

CALENDARIO DEI LAVORI DELL'ASSEMBLEA
(LUGLIO 2025)
N. 30

Predisposto ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento

(Conferenza dei presidenti di gruppo del 25 giugno 2025)

Lunedì 30 giugno (ore 11,30)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2461​ - Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2025, n. 68, recante differimento del termine di cui all'articolo 21, comma 2, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 settembre 2020, n. 120, in materia di responsabilità erariale (approvato dal Senato – scadenza: 11 luglio 2025)   

Martedì 1° luglio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 1° luglio (ore 14-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2461​ - Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2025, n. 68, recante differimento del termine di cui all'articolo 21, comma 2, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 settembre 2020, n. 120, in materia di responsabilità erariale (approvato dal Senato – scadenza: 11 luglio 2025)   

Martedì 1° luglio (al termine delle votazioni)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2482​ - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 maggio 2025, n. 65, recante ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile (approvato dal Senato – scadenza: 6 luglio 2025)   

Mercoledì 2 (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 3 luglio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 4 luglio)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2482​ - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 maggio 2025, n. 65, recante ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile (approvato dal Senato – scadenza: 6 luglio 2025)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2126​ e abbinate - Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane (approvato dal Senato)  

Seguito dell'esame delle mozioni Boschi ed altri n. 1-00434, Pavanelli ed altri n. 1-00463 e Richetti ed altri n. 1-00464 concernenti iniziative volte a salvaguardare il sistema produttivo nazionale in relazione alla prospettata applicazione dei dazi da parte degli Stati Uniti d'America    

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1074​ - Modifiche all'articolo 132 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, concernenti l'acquisizione di dati relativi al traffico telefonico e telematico per esigenze di tutela della vita e dell'integrità fisica del soggetto interessato, nonché istituzione della Giornata nazionale delle persone scomparse   

Mercoledì 2 luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 4 luglio (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 7 luglio (ore 11, con votazioni non prima delle ore 14)

Esame del disegno di legge n. 2416​ - Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2025, n. 73, recante misure urgenti per garantire la continuità nella realizzazione di infrastrutture strategiche e nella gestione di contratti pubblici, il corretto funzionamento del sistema di trasporti ferroviari e su strada, l'ordinata gestione del demanio portuale e marittimo, nonché l'attuazione di indifferibili adempimenti connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza e alla partecipazione all'Unione europea in materia di infrastrutture e trasporti (da inviare al Senato – scadenza: 20 luglio 2025) (per la posizione della preannunciata questione di fiducia)  

Martedì 8 luglio

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2416​ - Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2025, n. 73, recante misure urgenti per garantire la continuità nella realizzazione di infrastrutture strategiche e nella gestione di contratti pubblici, il corretto funzionamento del sistema di trasporti ferroviari e su strada, l'ordinata gestione del demanio portuale e marittimo, nonché l'attuazione di indifferibili adempimenti connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza e alla partecipazione all'Unione europea in materia di infrastrutture e trasporti (da inviare al Senato – scadenza: 20 luglio 2025)

  • ore 12,20: dichiarazioni di voto sulla preannunciata questione di fiducia
  • ore 14: votazione per appello nominale
  • ore 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24: seguito dell'esame

Mercoledì 9 (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 10 luglio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 11 luglio)

Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge n. 2416​ - Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2025, n. 73, recante misure urgenti per garantire la continuità nella realizzazione di infrastrutture strategiche e nella gestione di contratti pubblici, il corretto funzionamento del sistema di trasporti ferroviari e su strada, l'ordinata gestione del demanio portuale e marittimo, nonché l'attuazione di indifferibili adempimenti connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza e alla partecipazione all'Unione europea in materia di infrastrutture e trasporti (da inviare al Senato – scadenza: 20 luglio 2025)   

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge di ratifica n. 2189 - Convenzione che istituisce l'Organizzazione internazionale per gli ausili alla navigazione marittima, con Allegato, fatta a Parigi il 27 gennaio 2021 (approvato dal Senato)  

Discussione del doc. IV-ter, n. 7-A - Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti della deputata Meloni   

Discussione del doc. IV-ter, n. 14-A - Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Donzelli   

Discussione del doc. IV-ter, n. 16-A - Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Delmastro Delle Vedove   

Mercoledì 9 luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 11 luglio (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 14 luglio (a.m. e p.m.)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2384​ - Modifiche alla legge 9 agosto 2023, n. 111, recante delega al Governo per la riforma fiscale   

Discussione sulle linee generali della mozione Scotto, Barzotti, Mari ed altri n. 1-444 in materia di povertà lavorativa

Discussione sulle linee generali della mozione Conte, Schlein, Bonelli ed altri n. 1-465 concernente iniziative in ordine alla denuncia formale del Memorandum d'intesa in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa con il Governo dello Stato di Israele   

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1447​ - Istituzione della Giornata nazionale in memoria dei giornalisti uccisi a causa dello svolgimento della loro professione   

Martedì 15 luglio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 15 (ore 14-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 16 (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 17 luglio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2384​ - Modifiche alla legge 9 agosto 2023, n. 111, recante delega al Governo per la riforma fiscale   

Seguito dell'esame della mozione Scotto, Barzotti, Mari ed altri n. 1-444 in materia di povertà lavorativa   

Seguito dell'esame della mozione Conte, Schlein, Bonelli ed altri n. 1-465 concernente iniziative in ordine alla denuncia formale del Memorandum d'intesa in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa con il Governo dello Stato di Israele   

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1447​ - Istituzione della Giornata nazionale in memoria dei giornalisti uccisi a causa dello svolgimento della loro professione   

Mercoledì 16 luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 18 luglio (ore 9,30, con votazioni non prima delle ore 11,30)

Discussione congiunta del Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024 e del Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2025 (il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 12 di venerdì 18 luglio)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1928​- 2083-2091- 2152-2194 - Delega al Governo per l'organizzazione, la realizzazione, lo sviluppo e il potenziamento dei centri di elaborazione dati   

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1091​-1240​ - Introduzione dell'articolo 1857-bis del codice civile e modifica all'articolo 33 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente   

Esame del disegno di legge n. 2460​ - Conversione in legge del decreto-legge 17 giugno 2025, n. 84, recante disposizioni urgenti in materia fiscale (da inviare al Senato – scadenza: 16 agosto 2025)   

Lunedì 21 (ore 14-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), martedì 22 (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e mercoledì 23 luglio (ore 9,30-13,30) 

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2460​ - Conversione in legge del decreto-legge 17 giugno 2025, n. 84, recante disposizioni urgenti in materia fiscale (da inviare al Senato – scadenza: 16 agosto 2025)   

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1928​- 2083-2091- 2152-2194 - Delega al Governo per l'organizzazione, la realizzazione, lo sviluppo e il potenziamento dei centri di elaborazione dati   

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1091​-1240​ - Introduzione dell'articolo 1857-bis del codice civile e modifica all'articolo 33 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente   

Mercoledì 23 luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Mercoledì 23 luglio (ore 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport (in corso di pubblicazione)  

Giovedì 24 (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e venerdì 25 luglio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 ed eventualmente nella giornata di sabato 26 luglio)

Seguito dell'esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport (in corso di pubblicazione)   

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana in corso e non conclusi

Nella giornata di giovedì 24 luglio, in un orario da stabilire sulla base dell'andamento dei lavori, avrà luogo il seguito dell'esame del Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024 e del Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2025

Lunedì 28 luglio (a.m. e p.m.)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 1553 - Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2025, n. 90 recante disposizioni urgenti in materia di università e ricerca, istruzione e salute (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 23 agosto 2025)   

Discussione sulle linee generali della mozione Zanella ed altri n. 1-462 concernente iniziative volte a contrastare l'aumento delle spese militari a favore di politiche in campo sociale e ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari   

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 956​ e abbinate - Modifiche all'articolo 1, comma 741, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, e all'articolo 1 della tariffa, parte prima, allegata al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, in materia di equiparazione del regime fiscale nell'applicazione dell'imposta municipale propria e dell'imposta di registro relativamente a immobili posseduti nel territorio nazionale da cittadini iscritti nell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero   

Martedì 29 luglio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 29 (ore 14-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 30 (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 31 luglio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 1° agosto)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1553 - Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2025, n. 90 recante disposizioni urgenti in materia di università e ricerca, istruzione e salute (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 23 agosto 2025)   

Esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge recante misure urgenti relative a crisi industriali (in corso di pubblicazione)   

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della mozione Zanella ed altri n. 1-462 concernente iniziative volte a contrastare l'aumento delle spese militari a favore di politiche in campo sociale e ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari   

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 956​ e abbinate - Modifiche all'articolo 1, comma 741, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, e all'articolo 1 della tariffa, parte prima, allegata al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, in materia di equiparazione del regime fiscale nell'applicazione dell'imposta municipale propria e dell'imposta di registro relativamente a immobili posseduti nel territorio nazionale da cittadini iscritti nell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero   

Mercoledì 30 luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Lunedì 4 agosto (a.m. e p.m.)

Esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge recante disposizioni urgenti per il finanziamento di attività economiche e imprese, nonché interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali (in corso di pubblicazione)   

A partire da martedì 5 agosto e nelle giornate successive 

Seguito dell'esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge recante disposizioni urgenti per il finanziamento di attività economiche e imprese, nonché interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali (in corso di pubblicazione)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Mercoledì 6 agosto (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Nel corso del mese di luglio potrà essere iscritto in calendario l'esame del disegno di legge S. 1547 - Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe previsto dall'articolo 2 della legge 15 luglio 2022, n. 106, in materia di spettacolo, ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI PER L'ESAME DEGLI ARGOMENTI ISCRITTI NEL CALENDARIO

Ddl n. 2126 e abbinate - Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane

Seguito dell'esame: 11 ore 40 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale

1 ora e 22 minuti

(con il limite massimo di 14 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 7 ore e 28 minuti
Fratelli d'Italia 1 ora e 4 minuti
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista 1 ora e 14 minuti
Lega - Salvini Premier 48 minuti
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE 44 minuti
MoVimento 5 Stelle 59 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra  34 minuti
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe 34 minuti
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare 28 minuti
Italia Viva-il Centro-Renew Europe 32 minuti
Misto: 31 minuti
Minoranze Linguistiche 17 minuti
+Europa 14 minuti

Mozione n. 1-00434 e abb. - Iniziative volte a salvaguardare il sistema produttivo nazionale in relazione alla prospettata applicazione dei dazi da parte degli Stati Uniti d'America

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale

1 ora

(con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 4 ore e 10 minuti
Fratelli d'Italia 48 minuti
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista 35 minuti
Lega - Salvini Premier 33 minuti
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE 28 minuti
MoVimento 5 Stelle 28 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra  16 minuti
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe 16 minuti
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare 16 minuti
Italia Viva-il Centro-Renew Europe 15 minuti
Misto: 15 minuti
Minoranze Linguistiche 9 minuti
+Europa 6 minuti

 (*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 23 giugno 2025.

Pdl n. 1074 - Modifiche all'articolo 132 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, concernenti l'acquisizione di dati relativi al traffico telefonico e telematico per esigenze di tutela della vita e dell'integrità fisica del soggetto interessato, nonché istituzione della Giornata nazionale delle persone scomparse

Seguito dell'esame: 6 ore e 40 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale

45 minuti

(con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 4 ore e 50 minuti
Fratelli d'Italia 48 minuti
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista 36 minuti
Lega - Salvini Premier 35 minuti
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE 31 minuti
MoVimento 5 Stelle 31 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra  22 minuti
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe 22 minuti
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare 22 minuti
Italia Viva-il Centro-Renew Europe 22 minuti
Misto: 21 minuti
Minoranze Linguistiche 11 minuti
+Europa 10 minuti

Ddl di ratifica n. 2189

Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale

19 minuti

(con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 1 ora e 21 minuti
Fratelli d'Italia 12 minuti
Partito Democratico – Italia democratica e progressista 15 minuti
Lega – Salvini premier 9 minuti
MoVimento 5 Stelle 12 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE 7 minuti
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe 6 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra 6 minuti
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare 4 minuti
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe 5 minuti
Misto: 5 minuti
Minoranze Linguistiche 3 minuti
+Europa 2 minuti

Ddl n. 2384 - Modifiche alla legge 9 agosto 2023, n. 111, recante delega al Governo per la riforma fiscale

Tempo complessivo: 14 ore e 40 minuti, di cui:

  • discussione sulle linee generali: 8 ore;
  • seguito dell'esame: 6 ore e 40 minuti.
Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 10 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 22 minuti

42 minuti

(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 5 ore e 58 minuti 4 ore e 38 minuti
Fratelli d'Italia  4 3 minuti 3 8 minuti
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista  4 7 minuti 4 3 minuti
Lega - Salvini Premier  3 6 minuti 29 minuti
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE 3 5 minuti 27 minuti
MoVimento 5 Stelle 4 1 minuti 36 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra  3 2 minuti 22 minuti
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe 3 2 minuti 22 minuti
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare 31 minuti 19 minuti
Italia Viva-il Centro-Renew Europe 30 minuti 21 minuti
Misto: 31 minuti 21 minuti
Minoranze Linguistiche 18 minuti 11 minuti
+Europa 13 minuti 10 minuti

Mozione n. 1-00444 - Iniziative in materia di povertà lavorativa

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale

1 ora

(con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 4 ore e 10 minuti
Fratelli d'Italia 48 minuti
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista 35 minuti
Lega - Salvini Premier 33 minuti
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE 28 minuti
MoVimento 5 Stelle 28 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra  16 minuti
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe 16 minuti
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare 16 minuti
Italia Viva-il Centro-Renew Europe 15 minuti
Misto: 15 minuti
Minoranze Linguistiche 9 minuti
+Europa 6 minuti

 (*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Mozione n. 1-00465 - Concernente la revoca del Memorandum d'intesa in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato di Israele

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale

1 ora

(con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 4 ore e 10 minuti
Fratelli d'Italia 48 minuti
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista 35 minuti
Lega - Salvini Premier 33 minuti
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE 28 minuti
MoVimento 5 Stelle 28 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra  16 minuti
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe 16 minuti
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare 16 minuti
Italia Viva-il Centro-Renew Europe 15 minuti
Misto: 15 minuti
Minoranze Linguistiche 9 minuti
+Europa 6 minuti

 (*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pdl n. 1447 - Istituzione della Giornata nazionale in memoria dei giornalisti uccisi a causa dello svolgimento della loro professione

Tempo complessivo: 14 ore e 40 minuti, di cui:

  • discussione sulle linee generali: 8 ore;
  • seguito dell'esame: 6 ore e 40 minuti.
Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 10 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 22 minuti

44 minuti

(con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 5 ore e 58 minuti 4 ore e 46 minuti
Fratelli d'Italia  48 minuti 46 minuti
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista  41 minuti 36 minuti
Lega - Salvini Premier  40 minuti 34 minuti
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE 37 minuti 31 minuti
MoVimento 5 Stelle 37 minuti 31 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra  31 minuti 22 minuti
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe 31 minuti 22 minuti
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare 31 minuti 22 minuti
Italia Viva-il Centro-Renew Europe 31 minuti 21 minuti
Misto: 31 minuti 21 minuti
Minoranze Linguistiche 18 minuti 11 minuti
+Europa 13 minuti 10 minuti

Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024 e progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2025

Tempo complessivo: 16 ore, di cui:

  • discussione sulle linee generali: 8 ore;
  • seguito dell'esame: 8 ore.
Discussione generale Seguito dell'esame
Deputati Questori 1 ora 30 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 16 minuti

1 ora e 21 minuti

(con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 5 ore e 34 minuti 5 ore e 44 minuti
Fratelli d'Italia 39 minuti 1 ora e 7 minuti
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista 36 minuti 47 minuti
Lega - Salvini Premier 36 minuti 45 minuti
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE 34 minuti 39 minuti
MoVimento 5 Stelle 34 minuti 39 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra  31 minuti 22 minuti
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe 31 minuti 22 minuti
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare 31 minuti 22 minuti
Italia Viva-il Centro-Renew Europe 31 minuti 21 minuti
Misto: 31 minuti 20 minuti
Minoranze Linguistiche 18 minuti 11 minuti
+Europa 13 minuti 9 minuti

Mozione n. 1-00462 - Concernente la non adesione ad accordi in sede Nato e/o europea di aumento delle spese militari, l'aumento del Fondo nazionale sanitario e il finanziamento degli interventi delle politiche di cooperazione allo sviluppo

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale

1 ora

(con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 4 ore e 10 minuti
Fratelli d'Italia 48 minuti
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista 35 minuti
Lega - Salvini Premier 33 minuti
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE 28 minuti
MoVimento 5 Stelle 28 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra  16 minuti
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe 16 minuti
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare 16 minuti
Italia Viva-il Centro-Renew Europe 15 minuti
Misto: 15 minuti
Minoranze Linguistiche 9 minuti
+Europa 6 minuti

 (*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

PROGRAMMA DEI LAVORI DELL'ASSEMBLEA
(GIUGNO-AGOSTO 2025)
N. 10-bis

Predisposto ai sensi dell'articolo 23, comma 6, terzo periodo, del Regolamento

(Conferenza dei presidenti di gruppo del 29 maggio 2025) e

aggiornato ai sensi dell'articolo 23, commi 6, primo periodo, e 9 del Regolamento

(Conferenza dei presidenti di gruppo del 25 giugno 2025)
Giugno

Seguito dell'esame disegno di legge n. 2420​ - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 aprile 2025, n. 45, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di attuazione delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l'avvio dell'anno scolastico 2025/2026 (approvato dal Senato – scadenza: 6 giugno 2025)    (esame concluso)

Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge n. 2416​ - Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2025, n. 73, recante misure urgenti per garantire la continuità nella realizzazione di infrastrutture strategiche e nella gestione di contratti pubblici, il corretto funzionamento del sistema di trasporti ferroviari e su strada, l'ordinata gestione del demanio portuale e marittimo, nonché l'attuazione di indifferibili adempimenti connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza e alla partecipazione all'Unione europea in materia di infrastrutture e trasporti (da inviare al Senato - scadenza: 20 luglio 2025) (questioni pregiudiziali respinte)

Disegno di legge n. 2397​ - Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2025, n. 54, recante disposizioni urgenti ai fini dell'organizzazione e della gestione delle esequie del Santo Padre Francesco e della cerimonia per l'inizio del ministero del nuovo Pontefice (approvato dal Senato – scadenza: 21 giugno 2025)    (esame concluso)

Mozione Bignami, Molinari, Barelli, Lupi ed altri n. 1-00447 concernente il rapporto della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI) sul fenomeno di profilazione razziale da parte delle forze dell'ordine in Italia  (esame concluso)

Mozione Morassut ed altri n. 1-440 in materia di pianificazione delle infrastrutture di trasporto   (esame concluso)

Disegno di legge di ratifica n. 1387 - Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Costa Rica, fatto a Roma il 27 maggio 2016 (approvato dal Senato)  (esame concluso)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2280​ - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2024 (approvato dal Senato)    (esame concluso)

Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:

  • n. 2291 - Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, fatto a Roma il 31 ottobre 2024 (approvato dal Senato)   (esame concluso)
  • n. 1915 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica d'India sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 9 ottobre 2023 (esame concluso)
  • n. 2101 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica Araba d'Egitto sul trasporto internazionale di merci per mezzo di veicoli trainati (rimorchi e semirimorchi) con l'uso di servizi di traghettamento marittimo, fatto a Il Cairo il 22 gennaio 2024 (approvato dal Senato) (esame concluso)

Comunicazioni del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulla sicurezza sul lavoro, ai sensi dell'articolo 14-bis del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (comunicazioni rese)

Disegno di legge n. 2448​ - Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2025, n. 55, recante disposizioni urgenti in materia di acconti IRPEF dovuti per l'anno 2025 (approvato dal Senato – scadenza: 22 giugno 2025)   (esame concluso)  

Mozioni Richetti ed altri n. 1-00426, Manzi ed altri n. 1-00456, Piccolotti ed altri n. 1-00457, Caso ed altri n. 1-00458 e Tassinari, Amorese, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00460 concernenti iniziative per un piano strategico nazionale volto ad attrarre e favorire la permanenza di ricercatori europei ed extraeuropei in Italia    (esame concluso)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1672​ - Istituzione della Giornata della ristorazione    (esame concluso)

Disegno di legge n. 2316​ - Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale (approvato dal Senato) (collegato alla manovra di finanza pubblica)    (esame concluso)

Proposta di legge n. 1298​ - Disposizioni concernenti il finanziamento, l'organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale nonché delega al Governo per il riordino delle agevolazioni fiscali relative all'assistenza sanitaria complementare    (esame concluso)

Mozioni Boschi ed altri n. 1-00434, Pavanelli ed altri n. 1-00463 e Richetti ed altri n. 1-00464 concernenti iniziative volte a salvaguardare il sistema produttivo nazionale in relazione alla prospettata applicazione dei dazi da parte degli Stati Uniti d'America   (discussione generale svolta)  

Proposta di legge n. 1693​ e abbinate - Modifica dell'articolo 609-bis del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso (argomento non esaminato)   

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno 2025  (comunicazioni rese)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1049​ - Istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming)    (esame concluso)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2126​ e abbinate - Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane (approvato dal Senato)   (argomento non concluso)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1074​ - Modifiche all'articolo 132 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, concernenti l'acquisizione di dati relativi al traffico telefonico e telematico per esigenze di tutela della vita e dell'integrità fisica del soggetto interessato, nonché istituzione della Giornata nazionale delle persone scomparse (argomento non esaminato)

Seguito dell'esame del disegno di legge di ratifica n. 2189 - Convenzione che istituisce l'Organizzazione internazionale per gli ausili alla navigazione marittima, con Allegato, fatta a Parigi il 27 gennaio 2021 (approvato dal Senato)    (argomento non esaminato)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2067​ e abbinate - Disposizioni per favorire la stipulazione di contratti volti alla riduzione dell'orario di lavoro    (rinviato in Commissione)

Disegno di legge  n. 2482​ - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 maggio 2025, n. 65, recante ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile (approvato dal Senato – scadenza: 6 luglio 2025)  (argomento non esaminato)   

Luglio

Disegno di legge n. 2461​ - Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2025, n. 68, recante differimento del termine di cui all'articolo 21, comma 2, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 settembre 2020, n. 120, in materia di responsabilità erariale (approvato dal Senato – scadenza: 11 luglio 2025)  

Disegno di legge n. 2482​ - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 maggio 2025, n. 65, recante ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile (approvato dal Senato – scadenza: 6 luglio 2025)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2126​ e abbinate - Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane (approvato dal Senato) 

Seguito dell'esame delle mozioni Boschi ed altri n. 1-00434, Pavanelli ed altri n. 1-00463 e Richetti ed altri n. 1-00464 concernenti iniziative volte a salvaguardare il sistema produttivo nazionale in relazione alla prospettata applicazione dei dazi da parte degli Stati Uniti d'America

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1074​ - Modifiche all'articolo 132 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, concernenti l'acquisizione di dati relativi al traffico telefonico e telematico per esigenze di tutela della vita e dell'integrità fisica del soggetto interessato, nonché istituzione della Giornata nazionale delle persone scomparse 

Disegno di legge n. 2416​ - Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2025, n. 73, recante misure urgenti per garantire la continuità nella realizzazione di infrastrutture strategiche e nella gestione di contratti pubblici, il corretto funzionamento del sistema di trasporti ferroviari e su strada, l'ordinata gestione del demanio portuale e marittimo, nonché l'attuazione di indifferibili adempimenti connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza e alla partecipazione all'Unione europea in materia di infrastrutture e trasporti (da inviare al Senato – scadenza: 20 luglio 2025

Seguito dell'esame del disegno di legge di ratifica n. 2189 - Convenzione che istituisce l'Organizzazione internazionale per gli ausili alla navigazione marittima, con Allegato, fatta a Parigi il 27 gennaio 2021 (approvato dal Senato)

Doc. IV-ter, n. 7-A - Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti della deputata Meloni

Doc. IV-ter, n. 14-A - Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Donzelli

Doc. IV-ter, n. 16-A - Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Delmastro Delle Vedove

Disegno di legge n. 2384​ - Modifiche alla legge 9 agosto 2023, n. 111, recante delega al Governo per la riforma fiscale

Mozione Scotto, Barzotti, Mari ed altri n. 1-00444 concernente iniziative in materia di povertà lavorativa  

Mozione Conte, Schlein, Bonelli ed altri n. 1-00465 concernente iniziative in ordine alla denuncia formale del Memorandum d'intesa in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa con il Governo dello Stato di Israele

Proposta di legge n. 1447​ - Istituzione della Giornata nazionale in memoria dei giornalisti uccisi a causa dello svolgimento della loro professione 

Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024 e del Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2025

proposta di legge n. 1928​-2083​-2091​-2152​-2194​ - Delega al Governo per l'organizzazione, la realizzazione, lo sviluppo e il potenziamento dei centri di elaborazione dati

proposta di legge n. 1091​-1240​ - Introduzione dell'articolo 1857-bis del codice civile e modifica all'articolo 33 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente

Disegno di legge n. 2460​ - Conversione in legge del decreto-legge 17 giugno 2025, n. 84, recante disposizioni urgenti in materia fiscale (da inviare al Senato – scadenza: 16 agosto 2025

Disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport (in corso di pubblicazione)

Disegno di legge S. 1553 - Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2025, n. 90 recante disposizioni urgenti in materia di università e ricerca, istruzione e salute (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 23 agosto 2025)

Mozione Zanella ed altri n. 1-00462 concernente iniziative volte a contrastare l'aumento delle spese militari a favore di politiche in campo sociale e ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari

Proposta di legge n. 956​ - Modifiche all'articolo 1, comma 741, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, e all'articolo 1 della tariffa, parte prima, allegata al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, in materia di equiparazione del regime fiscale nell'applicazione dell'imposta municipale propria e dell'imposta di registro relativamente a immobili posseduti nel territorio nazionale da cittadini iscritti nell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero

Disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge recante disposizioni urgenti per il finanziamento di attività economiche e imprese, nonché interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali (in corso di pubblicazione)

Agosto

Disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge recante disposizioni urgenti per il finanziamento di attività economiche e imprese, nonché interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali (in corso di pubblicazione)

Nell'ambito del programma è altresì previsto lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo e potranno essere inseriti ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 2316-A - VOTO FINALE 235 230 5 116 136 94 98 Appr.
2 Nominale PDL 1298-A - EM 1.200, 1.102 247 238 9 120 134 104 94 Appr.
3 Nominale EM 2.102 248 241 7 121 137 104 94 Appr.
4 Nominale EM 3.200, 3.101 248 241 7 121 137 104 93 Appr.
5 Nominale EM 4.100 253 245 8 123 139 106 93 Appr.
6 Nominale EM 5.100 249 243 6 122 138 105 93 Appr.
7 Nominale EM 6.100 244 237 7 119 135 102 93 Appr.
8 Nominale EM 7.100 234 226 8 114 129 97 100 Appr.
9 Nominale MANTENIMENTO ARTICOLO 8 238 230 8 116 99 131 99 Resp.
10 Nominale EM 9.100 239 231 8 116 133 98 99 Appr.
11 Nominale MANTENIMENTO ARTICOLO 10 242 235 7 118 102 133 99 Resp.
12 Nominale MANTENIMENTO ARTICOLO 11 242 234 8 118 101 133 99 Resp.
13 Nominale EM 12.200, 12.101 248 240 8 121 133 107 99 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale PDL 1049-A - ARTICOLO 1 230 230 0 116 230 0 98 Appr.
15 Nominale ARTICOLO 2 234 234 0 118 234 0 98 Appr.
16 Nominale ARTICOLO 3 234 234 0 118 234 0 98 Appr.
17 Nominale ARTICOLO 4 239 239 0 120 239 0 98 Appr.
18 Nominale ARTICOLO 5 238 238 0 120 238 0 98 Appr.
19 Nominale ARTICOLO 6 244 244 0 123 244 0 98 Appr.
20 Nominale ODG 9/1049-A/3 243 241 2 121 108 133 98 Resp.
21 Nominale ODG 9/1049-A/4 244 242 2 122 107 135 98 Resp.
22 Nominale PDL 1049-A - VOTO FINALE 221 221 0 111 221 0 98 Appr.
23 Nominale DDL 2126-A E ABB - EM 1.2 214 208 6 105 88 120 97 Resp.
24 Nominale EM 1.11 212 210 2 106 90 120 97 Resp.
25 Nominale EM 1.15, 1.16, 1.17, 1.19 207 206 1 104 85 121 97 Resp.
26 Nominale EM 1.23 203 201 2 101 81 120 97 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 30)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale EM 1.24 206 202 4 102 82 120 97 Resp.
28 Nominale EM 1.28, 1.30, 1.31, 1.32 201 200 1 101 86 114 97 Resp.
29 Nominale ARTICOLO 1 202 199 3 100 119 80 97 Appr.
30 Nominale ART AGG 1.01 200 199 1 100 85 114 97 Resp.