XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 430 di martedì 18 febbraio 2025
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FABRIZIO CECCHETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 14 febbraio 2025.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 106, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Lo avevamo già preannunciato: fintanto che non verrà rispettata la parola del Ministro Nordio, data in quest'Aula, in occasione dell'informativa sul caso Almasri, noi faremo tutti i giorni questo intervento.
In quell'occasione - lo ricordo ai colleghi - il Ministro Nordio, rispondendo e interloquendo con il collega Bonelli, fece vedere un documento, che, a suo dire, perché questo documento non è nelle nostre mani, riguardava una tavola sinottica - così la definì - che raffrontava i capi di imputazione del 2018 con quelli successivamente modificati, sempre a suo dire, nel 2014. In quell'occasione, il Ministro Nordio disse chiaramente che poi quei documenti sarebbero stati messi a disposizione di tutti e, specificatamente, delle opposizioni.
Il richiamo che sto facendo, signora Presidente, e mi rivolgo anche ai colleghi di maggioranza, non è tanto per un rispetto nei confronti delle opposizioni, ma è nei confronti di tutti, maggioranza e opposizione, cioè dell'istituzione del Parlamento. Infatti, che cosa è successo? Una volta che è stata sollecitata per le vie brevi la disponibilità di questi documenti e, quindi, è stato chiesto se il Ministro avesse depositato e trasmesso agli uffici questa documentazione, la risposta, sempre attraverso gli uffici della Camera, è stata quella che gli uffici del Ministero non ritenevano quei documenti pubblicabili e da mettere a disposizione perché erano documenti interni al Ministero.
Quindi, siamo a ribadire due cose: in primo luogo, o il Ministro mantiene la sua parola, che ha pronunciato di fronte al Parlamento, oppure, se sono intervenute modifiche, se è intervenuto un suggerimento prudenziale a che quei documenti non siano messi a disposizione del Parlamento, questo non avvenga attraverso le vie brevi, non avvenga attraverso un'interlocuzione tra gli uffici, ma con una lettera formale che il Ministro deve, a nostro giudizio, inviare e trasmettere al Presidente della Camera, in cui spiega le motivazioni per le quali non invia più questi documenti e, soprattutto, chieda scusa al Parlamento, perché si tratta di una questione che - ripeto - va oltre le vicende e il rispetto dovuto nei confronti delle opposizioni, ma è il rispetto che un Ministro della Repubblica deve nei confronti di quest'Aula e del Parlamento italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Nordio è riuscito, in pochi minuti, a dire cinque bugie in Parlamento. Proverò in qualche secondo a illustrarle.
Nella sua informativa, il Ministro della Giustizia evocava la discrezionalità politica sul mandato di arresto di Almasri della CPI, rivendicando di esercitare un ruolo politico nel mediare il mandato della CPI. È falso: la discrezionalità riguarda soltanto il coinvolgimento di altri Ministeri e non implica la discrezionalità politica del Ministro sul mandato. Il Ministro si è attribuito un potere che la legge non gli conferisce, agendo oltre le sue competenze.
Secondo: Nordio ha trovato delle incongruenze nella sentenza, perché non era chiaro se i reati commessi da Almasri fossero iniziati nel 2011 o nel 2015. Falso: Nordio doveva informare la CPI e non aveva la discrezionalità politica sulla sentenza, decidendo, di conseguenza, il rilascio di Almasri.
Terzo falso, arriverò in fretta: Nordio evidenzia che la terza giudice della CPI è in disaccordo sulla sentenza, in quanto, secondo lei, i crimini prescritti non sono sufficientemente collegati sulla situazione che ha comportato, appunto, la competenza della CPI. È falso anche questo: la dissenting opinion della giudice riguarda la giurisprudenza della Corte e non ha alcun valore presa da sola. La decisione vincolante è quella della maggioranza.
Quarto falso, Presidente: secondo Nordio, a causa di queste perplessità, la CPI ha ribaltato completamente il precedente mandato di arresto, qualificando il secondo pronunciamento come una mera integrazione formale. È falso, Presidente, anche questo è falso. La Corte non ha mai riunito una seconda volta la Camera. Il Ministro Nordio sembra ignorare le modalità procedurali della Corte. E lì arrivo al punto, perché fa prima l'avvocato di se stesso, poi fa l'avvocato di Almasri e poi si mette pure a fare il giudice e spiega ai nostri deputati di Alleanza Verdi e Sinistra che non hanno studiato, mostra il quadro sinottico e dice: guardate voi, vi metto a disposizione le incongruenze.
Anche lì, mente per la quinta volta perché quel documento non è a disposizione, non verrà poi dato, dopo tre sollecitazioni, ai capigruppo di opposizione e di maggioranza, non verrà dato alla Presidenza della Camera e, per l'ennesima volta, Nordio dice un falso in quest'Aula. A noi i bugiardi non piacciono, soprattutto se lo fanno davanti alla Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Torniamo nuovamente sugli stessi temi. Aspettavamo questi documenti per capire finalmente cosa sventolasse il Ministro della Giustizia quando parlava dell'omessa esecuzione di un mandato di arresto. Quindi, giustificava una sorta di omissione a un obbligo internazionale sventolando delle carte e facendo comprendere che era tutto lì il motivo per cui non aveva dato esecuzione a quel mandato di arresto.
Stiamo ancora aspettando quelle carte, ma quelle carte rappresentavano lo strumento attraverso il quale il Ministro della Giustizia, il Ministro dell'Interno e la Presidente del Consiglio sono venuti meno a un obbligo internazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Inoltre, non riusciamo nemmeno a capire come si possa credere che anche un motivo politico possa giustificare l'omessa osservanza di un obbligo internazionale. Si è cominciato a tirar fuori la sicurezza nazionale, l'interesse nazionale. Si è tirato fuori qualunque motivo per giustificare quella che è una vera e propria omissione gravissima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché non dare esecuzione a un mandato di arresto nei confronti di chi è accusato di crimini di guerra e crimini contro l'umanità è qualcosa di incredibile, di mai avvenuto. Eppure, il nostro Paese l'ha fatto. Era prima il primo Paese a osservare non solo gli obblighi internazionali, ma ad avere una legislazione anticorruzione e antimafia che tutti ci guardavano con ammirazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ora, via via ci stiamo indebolendo su tutti i profili e siamo arrivati al cinquantaduesimo posto fra i Paesi in materia di corruzione.
Ebbene, Presidente, noi chiediamo con forza che il Ministro depositi questi documenti, per farci capire il motivo per cui non ha dato esecuzione e si è comportato come un difensore, come il tribunale del riesame, anziché come un Ministro della Giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), assolvendo appieno al proprio ruolo, che è quello di osservare innanzitutto gli obblighi internazionali e gli obblighi verso gli altri Paesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Come ben avete ricordato, la richiesta era già stata avanzata alla Camera. Naturalmente, riferirò al Presidente della reiterazione della richiesta testé giunta dai diversi gruppi.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 dicembre 2024, n. 208, recante misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (A.C. 2184-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2184-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 dicembre 2024, n. 208, recante misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno n. 9/2184-A/49 Ubaldo Pagano e che l'onorevole Tremaglia, come già comunicato sempre nella seduta di ieri, ha accettato la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2184-A/50, a sua prima firma.
Ricordo altresì che sono stati accantonati gli ordini del giorno n. 9/2184-A/11 Toni Ricciardi, n. 9/2184-A/48 Zanella, n. 9/2184-A/62 Zucconi, n. 9/2184-A/68 Bonafe' e n. 9/2184-A/70 Evi.
Avverto che l'ordine del giorno n. 9/2184-A/71 Calderone è stato ritirato dal presentatore.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2184-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/51 Caso, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
Onorevole Caso, mi dice se accoglie la riformulazione?
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Non accolgo la riformulazione del mio ordine del giorno accolto come raccomandazione. In realtà, non posso accettare una semplice e debole raccomandazione per dei motivi ben precisi: quest'ordine del giorno parla dei miei Campi Flegrei, che pur sono contenuti in questo decreto, e non posso accettare una semplice raccomandazione per rispetto di tutti i miei concittadini che in questi giorni non stanno dormendo, che in questi giorni sono presi dalla paura, dal giusto timore, perché, per chi non lo sapesse, per chi non sta seguendo i media e i giornali, la mia terra ha ripreso a tremare e ha ripreso a farlo violentemente. In pochi giorni, da sabato abbiamo superato le 250 scosse, alcune forti che non ti lasciano tranquillo. Invito tutti a venire nei Campi Flegrei e, magari, a provare la sensazione di un'ansia costante. Proprio per questo, proprio per la delicatezza di questo tema, io ho preteso e continuo a pretendere sempre di più da questo Governo.
Sia chiaro: non ho mai fatto un'opposizione strumentale, non ho mai giocato a far politica su questo tema, né ora in questa Camera, dove abbiamo affrontato con due decreti il tema, né prima quando la politica la facevo sui territori. Questo perché si parla della sicurezza delle persone, perché si parla di un tema che dobbiamo affrontare tutti insieme e - così come sto facendo con quest'ordine del giorno, così come ho fatto con emendamenti al provvedimento che, purtroppo, sistematicamente vengono bocciati - io chiedo semplicemente di migliorare l'azione sul mio territorio, sul territorio dei Campi Flegrei. Quando, ad esempio, mi lamento di un ritardo dei decreti attuativi di quattro mesi, per noi che siamo qui può sembrare nulla, ma per 1.500 persone che sono fuori casa, perché sgombrate, è un problema. Così come quando lamento che bisogna accelerare la verifica della vulnerabilità dell'edificato e intervenire con serietà, lo faccio perché i flegrei meritano di sentirsi il più al sicuro possibile e perché non voglio che si ripetano gli errori del passato. Io ho sempre riconosciuto a questo Governo di essere intervenuto con due decreti, ma ho sempre sottolineato che, però, quei decreti erano un bicchiere mezzo pieno, perché c'è il forte rischio che non si intervenga come si dovrebbe, c'è il forte rischio che magari si sprechino delle risorse, come fatto in passato, e non si intervenga con serietà su un territorio che ne ha fortemente bisogno.
Quindi, con quest'ordine del giorno io, per l'ennesima volta, chiedevo di intervenire su quella terra, in questo caso abbracciando tutto quello che è necessario, perché c'è da assicurare l'incolumità delle persone ma anche poi di salvaguardare il tessuto economico, sociale, archeologico e culturale. Purtroppo, però, mi si chiede di accettare una raccomandazione e non posso farlo. Non posso farlo per il rispetto di tutti i cittadini flegrei. Allora, chiedo a tutti i colleghi, qui presenti in quest'Aula, di ragionare con più serietà su questa cosa, di non farlo passare come uno dei tanti ordini del giorno che viene bocciato, perché in queste ore, anche questa notte, nella mia terra non si è dormito. A poca distanza da qui, a due ore di auto - parlo dei Campi Flegrei, che sono qui vicino - non si dorme, ci sono scosse costanti, la gente ha paura e dobbiamo dare delle risposte. Solo quando queste risposte acquisiscono una serietà, quando queste risposte diventano fattive e non promesse, allora lì possiamo portare i cittadini a credere nelle istituzioni, perché in questa fase - ve l'assicuro - c'è una sfiducia notevole dei cittadini nelle istituzioni, perché i risultati non arrivano, perché arrivano parole ma non fatti e io sono qui, per l'ennesima volta, a chiedere a quest'Aula dei fatti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Prendo atto che i colleghi De Luca e Speranza sottoscrivono l'ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/51 Caso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
L'ordine del giorno n. 9/2184-A/52 Ghio ha parere favorevole, se riformulato. Accoglie. La riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2184-A/53 Sorte era già stata accolta. L'ordine del giorno n. 9/2184-A/54 Squeri ha parere favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/55 Curti, il cui parere è favorevole con riformulazione. Mi dice se accoglie, collega Curti?
AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non accolgo la riformulazione e do anche la motivazione, molto velocemente. La riformulazione che ci propone il Governo di fatto ci chiede di posticipare l'impegno contenuto nel nostro ordine del giorno, che è quello di reintegrare le risorse per il sisma del Centro Italia, che sono state ingiustamente tolte per finanziare altre esigenze del Governo. Il Governo prende un impegno e posticipa quello che chiediamo noi agli anni 2027 e 2028. Ora, credo che già gli impegni negli ordini del giorno siano già di per sé discutibili, pensare che questo Governo prenda un impegno anche per il 2027 e 2028 è un qualcosa che, a mio avviso, non sta né in cielo né in terra. Lo dico anche perché noi di questo provvedimento non abbiamo condiviso quasi nulla: lo abbiamo visto in Commissione; lo abbiamo ascoltato anche in discussione generale e sulle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei nostri colleghi. Onestamente, ripeto, non abbiamo condiviso quasi nulla.
Dentro questo provvedimento c'è un passaggio che, oltre ad essere pericoloso, a mio avviso, non ha precedenti nella storia del nostro Paese. Provo a spiegarlo in pochissime parole all'Aula. Cosa fa il Governo? Il Governo si trova di fronte alla sacrosanta necessità di rispondere a due emergenze - una nella regione Marche, l'altra nella regione Umbria -, dopo che sono trascorsi due anni e mezzo e sono state fatte due manovre finanziarie con un impegno del Governo pari a zero. Qual è la soluzione che oggi propone il Governo con questo provvedimento? Non ha precedenti: è quella di dire che finanzieremo queste due emergenze prendendo le risorse da un'altra emergenza che si era verificata negli anni precedenti. Quindi, tolgono le risorse stanziate dai precedenti Governi sul sisma del Centro Italia, che tutta quest'Aula ricorderà anche per il sostegno che c'è stato da tutte le forze politiche, e le destina ad un'altra emergenza. Noi crediamo che tutto questo sia assurdo. Con quest'ordine del giorno volevamo provare a salvare anche la faccia al Governo, chiedendo di prevedere il ripristino delle risorse nella prima finanziaria, quindi nella finanziaria che andremo ad approvare quest'anno, ma il Governo, ancora una volta, dice di no.
Chiudo dicendo che tutto questo, oltre ad essere assurdo, è molto pericoloso. Perché è pericoloso? Perché di fronte a delle emergenze si risponde prima di tutto con le risorse, ma poi bisogna garantire la certezza e la stabilità di quelle comunità. Oggi, questo Governo e questa maggioranza non sono più credibili di fronte a quelle comunità, perché voi, con l'emendamento che avete approvato e con la bocciatura di quest'ordine del giorno, state dicendo loro “oggi vi do le risorse, ma domani, se ho un'altra necessità, le prendo e le dirotto dove ho un'altra necessità”.
Ecco, di fronte a tutto questo, voi non siete più credibili ed oltre a non essere credibili siete anche offensivi nei confronti di quelle comunità che, ripeto, negli anni passati tutti i Governi hanno sostenuto: dal Governo Renzi al Governo Gentiloni, dal Governo “Conte 1” al Governo “Conte 2”. Siete anche offensivi nei confronti delle migliaia di italiani che in quei momenti hanno fatto tanta solidarietà a quelle comunità, perché mentre loro si privavano di qualcosa per dare loro una mano, voi, invece, state togliendo con un semplice emendamento 90 milioni necessari a quelle comunità.
Aggiungo e chiudo veramente, Presidente, che preoccupa ancora di più la confusione che avete, perché ieri sera è uscita un'agenzia della collega Giorgianni in cui si sostiene che l'ordine del giorno che approveremo nella giornata di oggi, l'ordine del giorno n. 9/2184-A/77 Giorgianni, sia un impegno della Presidente Meloni per finanziarie le emergenze del 2022 delle Marche e del 2023 dell'Umbria. Forse l'onorevole Giorgianni non ha capito che con l'emendamento approvato in Commissione avete finanziato quelle due emergenze. Tutta questa confusione ovviamente non può essere apprezzata dalla forza politica che rappresento, ma soprattutto vi garantisco che non è apprezzata dai territori che invece voi dovreste rappresentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/55 Curti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/56 Soumahoro. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/56 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/57 Mule'. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Annuncio che il parere cambia da raccomandazione a favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare prioritariamente la possibilità di inserimento nel prossimo provvedimento utile del quartiere Brancaccio di Palermo”.
PRESIDENTE. Grazie, ho visto che il collega Battilocchio ha detto che è accettata.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/58 Bakkali. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione. L'onorevole Torto ha chiesto di sottoscrivere.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/58 Bakkali, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/59 Casu, accolto come raccomandazione, ove riformulato. Collega Casu, mi dice se accoglie?
ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non posso accogliere la proposta di riformulazione come raccomandazione e nell'intervento in cui cercherò di spiegare le ragioni mi auguro che il Governo si possa rendere conto di come non solo noi come opposizione, ma anche il Governo e la maggioranza non possono riconoscersi nel trasformare quest'ordine del giorno in una semplice raccomandazione. Vado a spiegarne le ragioni. Stiamo parlando di un obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza relativo al sistema ERTMS. Vado a utilizzare la definizione che c'è di questo programma nel sito di RFI e del progetto di cui si occupa: “il più evoluto sistema per la supervisione e il controllo del distanziamento dei treni e dei sistemi ad esso correlati (apparati digitali di stazione e telecomunicazioni)”.
Ci sono tanti piani e tanti elementi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e oggi stiamo parlando di un decreto che si occupa del tema emergenze e PNRR. Se c'è veramente un piano, che è assolutamente necessario e fondamentale portare avanti nei tempi più rapidi possibili, è quello di dotare la nostra rete ferroviaria dei sistemi più avanzati tecnologicamente per garantire che ci possa essere una circolazione sicura. Questo piano nasce con l'obiettivo di arrivare a zero incidenti, ma nel raggiungimento di quell'obiettivo garantisce che possano, con maggiore sicurezza, passare più treni sulla rete.
Noi sappiamo - perché lo abbiamo visto con la relazione dell'ART, lo abbiamo affrontato in Commissione e visto in Aula - come il sovrautilizzo della rete sia una delle questioni oggi centrali che dobbiamo affrontare per garantire non solo che i nostri treni possano viaggiare in maggiore sicurezza e con minori ritardi, ma anche per evitare che ogni singolo guasto diventi, poi, un disastro destinato a bloccare l'intero Paese. Ecco, di fronte a questo sistema, vediamo che, tra le revisioni che avete previsto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, avete ridotto di 504 milioni proprio questo obiettivo fondamentale. E non solo lo avete ridotto, ma avete posticipato il target intermedio di altri 6 mesi: significano 6 mesi in più di una situazione meno sicura, meno efficiente per i lavoratori e le lavoratrici che, ogni giorno, vivono le aggressioni anche crescenti sulla rete ferroviaria, per i pendolari, soprattutto i pendolari delle aree interne, delle periferie.
Ora, per quanto riguarda le motivazioni che avete addotto - il Governo ha scritto che il soggetto attuatore e l'amministrazione responsabile hanno segnalato criticità legate sia alla carenza di materie prime, di approvvigionamento delle forniture, sia alle procedure autorizzative che non consentono il raggiungimento dell'obiettivo previsto nel PNRR - sono questioni che meritano un approfondimento ma non possono essere giustificabili con la situazione che abbiamo nella rete per andare a tagliare le risorse, per andare a posticipare i tempi proprio del programma più importante per garantire la sicurezza e l'efficienza della rete ferroviaria.
Ora, mi rendo conto che il Ministro dei Trasporti Salvini è troppo impegnato a occuparsi di tutto tranne che della condizione della rete ferroviaria per accorgersi che c'è stato un taglio delle risorse e dei tempi proprio del Piano più importante di cui si dovrebbe occupare come Ministro dei Trasporti, ma dovrebbe accorgersene nel momento in cui l'opposizione ve lo segnala e lo fa garbatamente, con un ordine del giorno, mettendo addirittura nelle premesse le vostre motivazioni, chiedendovi un confronto di merito e un impegno formale a fare sì che, se questa rimodulazione c'è stata, se sulle tempistiche avete incontrato difficoltà, ci sia perlomeno l'obiettivo a salvaguardare l'obiettivo finale.
Non state riuscendo a fare le cose come vi eravate impegnati a fare? Come avete annunciato di fare? Come dite di voler fare? Perlomeno impegnatevi a dire: “questa rimodulazione sarà compensata da altri interventi economici, strutturali o da interventi anche sulle autorizzazioni”; se questo è il problema interveniamo sulle autorizzazioni, possiamo farlo insieme per garantire che l'obiettivo finale venga raggiunto nei tempi previsti e non con questo ritardo intollerabile di sei mesi.
Ecco, non può essere una raccomandazione questo impegno, perché riconoscere e non riconoscere in questa sede ufficialmente un impegno corale del Parlamento significa non assumerci le nostre responsabilità. Noi stiamo andando a votare una scelta, quella di ridurre proprio le risorse destinate al Piano più importante per la sicurezza e l'efficienza della rete ferroviaria e dilatare le tempistiche di sei mesi e lo stiamo facendo senza un intervento del Governo che ne spieghi le motivazioni e senza un impegno condiviso nel dire che la scelta che c'è in questo decreto venga compensata dalle prossime decisioni.
Ora, veramente, ho cercato di mantenere i toni più costruttivi e garbati, però vi è una grande questione su cui non c'è maggioranza e opposizione: c'è l'efficienza della rete ferroviaria italiana e c'è la necessità di dire parole chiare su questo Piano così importante. Quindi, il mio invito è che il Governo possa - se necessario, attraverso un accantonamento - fare i dovuti approfondimenti; se ci sono parti di questo impegno che devono essere rimodulate per avere un accoglimento anche da parte della maggioranza c'è la nostra piena disponibilità, ma almeno sul principio non ci possiamo limitare a fare una raccomandazione. Il principio deve essere che questo Piano così importante, così strategico, così necessario possa essere un impegno su cui si lavorerà insieme per realizzarlo nei tempi più rapidi possibili. Anche perché, e questo lo voglio dire molto chiaramente, se una rete è sovraccarica, la prima preoccupazione di chi la gestisce dovrebbe essere quella di intervenire sul personale. E sappiamo quanto siano necessari gli investimenti sul personale, sulla formazione, sulle competenze e sulle capacità di chi poi deve realizzare questo Piano, che significa rivoluzionare tutto il sistema ERTMS.
Quindi, le persone che lavoreranno nelle ferrovie devono essere messe nelle condizioni di poterlo e saperlo fare e quel riconoscimento nei confronti dei lavoratori non può esserci solo nei nostri interventi, ci deve essere anche negli atti concreti che mettiamo in campo nei loro confronti.
Però, da questo punto di vista, è fondamentale che ci sia un impegno unanime del Parlamento a realizzare questo Piano, perché altrimenti non ci possiamo lamentare di quello che avviene ogni giorno, se il Piano più importante che prevede il PNRR, per prevenirlo, lo andiamo a tagliare e a posticipare. Vi chiedo veramente, perlomeno, di trovare le formule per poter accogliere un impegno unanime del Parlamento su questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/59 Casu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ne approfitto per chiarire che prima, per errore, ho detto Torto, ma intendevo dire D'Orso, che sottoscriveva l'ordine del giorno precedente.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Sugli ordini del giorno n. 9/2184-A/60 Battistoni e n. 9/2184-A/61 Graziano il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/2184-A/62 Zucconi è stato precedentemente accantonato. Chiedo al Governo se, nel frattempo, abbia il parere sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/62 Zucconi.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sì, Presidente, in realtà dovevamo chiarire che era riformulato come l'ordine del giorno n. 9/2184-A/54 Squeri; in realtà, non come la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2184-A/54 Squeri, ma come il testo base dell'impegno dell'ordine del giorno n. 9/2184-A/54 Squeri.
PRESIDENTE. Ok, non era riformulato.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Esatto, quindi va riformulato come il testo base dell'impegno dell'ordine del giorno n. 9/2184-A/54 Squeri.
PRESIDENTE. Okay, quindi è favorevole se riformulato come l'ordine del giorno n. 9/2184-A/54 Squeri.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Esatto.
PRESIDENTE. Prendo atto che si accetta la riformulazione del Governo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/63 Dondi, su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione: va bene, accetta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/64 Romeo, su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione: onorevole Romeo va bene? Va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/65 Maerna, su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione: va bene? Va bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/66 Bordonali il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/67 Fossi, su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione: va bene.
L'ordine del giorno n. 9/2184-A/68 Bonafe' è stato precedentemente accantonato. Sottosegretaria, mi dice se ha il parere sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/68 Bonafe'?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Guardi, Presidente, le volevo fare una precisazione anche sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/64 Romeo, anche se l'onorevole ha già accettato la riformulazione. In realtà vi era stata una modifica che avevamo concordato, per cui volevo comunque precisarla: “individuare le risorse, compatibilmente con i saldi di finanza pubblica, per accompagnare le misure contenute (…)”, e poi il resto dell'impegno è come lo avevo già dichiarato.
PRESIDENTE. Per l'onorevole va bene. Non lo abbiamo votato, quindi, anche se è arrivato dopo, va bene.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Avevamo concordato questa riformulazione ed era giusto precisarla.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/68 Bonafe'?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Per quanto riguarda invece l'ordine del giorno n. 9/2184-A/68 Bonafe', il parere è favorevole con riformulazione. Occorre espungere le premesse nn. 2, 3, 4, 5, 6 e l'impegno accettarlo in questi termini: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a valutare di istituire un fondo o individuare altre misure finalizzate al completamento dei lavori a favore degli edifici pubblici già previsti dal PNRR”.
PRESIDENTE. Onorevole Bonafe', mi dice se accoglie? Accoglie.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/69 Simiani, su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Collega Simiani, mi dice se accoglie? Non accoglie e chiede di intervenire. Prego.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. “E 'l modo ancor m'offende”, come diceva Dante nel V canto dell'Inferno. Lo dico al Governo - in questo caso mi dispiace che ci siano le due Sottosegretarie - ma credo che oggi questa Camera debba avere un'assunzione di responsabilità, perché, dopo quello che è successo all'Elba, dove ci sono ancora persone che stanno pulendo, che stanno togliendo il fango dalle cantine, dove ci sono scuole ancora chiuse, dove ci sono molti campi, che sono stati seminati, distrutti in Maremma, nella bassa Toscana, dopo che ancora non sono state date le risorse in Toscana, voi presentate un ordine del giorno completamente rivisto o comunque non chiaro dal punto di vista delle risposte nell'ambito dell'alluvione in Toscana, perché ad oggi il fabbisogno dell'alluvione del 2023 era di 2,7 miliardi.
Oggi voi avete dato - questo lo dico - 122 milioni, liquidati, su 138 richiesti dal commissario di Governo e avete dato, grazie al contributo dell'Unione europea, 67 milioni. Questo è lo sforzo che il Governo ha fatto sull'alluvione in Toscana e ad oggi ci sono ancora persone che puliscono i garage e le cantine e ci sono le aziende che sono ferme. Voi andate a Portoferraio - io ci sono andato venerdì scorso - e ci sono negozi che hanno grandi difficoltà e questa doveva essere una risposta concreta. Per questo chiedo alla maggioranza, ai colleghi toscani, di alzarsi, parlare e dire chiaramente che questo è sbagliato.
L'offesa non è a me, Presidente; l'offesa è ai toscani che in questo momento aspettano risposte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e voi dovete darle oggi. Noi aspettiamo una risposta oggi e perciò chiedo alla Sottosegretaria di accantonarlo e di metterci d'accordo su questi punti. Non è possibile! Ci sono l'Elba, la Maremma, gli interventi che riguardano Campi Bisenzio, Pistoia, la zona intorno alla provincia di Firenze. Guardate che molti di quei comuni - Manciano - non sono governati da noi. Abbiamo scelto le opere utili alla risoluzione dei problemi in Toscana. Per questo chiedo una risposta da parte del Governo in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Propongo all'onorevole Simiani di accettare un'altra riformulazione, che prevede il mantenimento del suo impegno, come è scritto sul dispositivo, e semplicemente modificare nel senso di: “ad adottare le necessarie iniziative”. Come lei sa, “compatibilmente con i vincoli di finanza” devo premetterlo a tutti gli impegni, perché, ovviamente, come ho spiegato altre volte, non è un vincolo che discende da una volontà politica, ma una garanzia rispetto alla possibilità effettiva, poi, di stanziare risorse. Se lei accetta, manterrei il suo impegno, esattamente come è scritto nel dispositivo, e semplicemente modificando: “iniziative urgenti” con: “ad adottare le necessarie iniziative, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. Onorevole Simiani, accetta?
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Accetto.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2184-A/70 Evi era accantonato. Quindi, Sottosegretaria, devo chiederle, di nuovo, se ha il parere. Intanto, faccio presente che l'onorevole Montemagni sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/2184-A/69 Simiani.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/70 Evi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”, aggiungendola al dispositivo.
PRESIDENTE. Mi dite se va bene? Va bene.
L'ordine del giorno n. 9/2184-A/71 Calderone era ritirato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/72 Braga.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/72 Braga, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 9/2184-A/73 Marino con parere favorevole ove riformulato. Collega Marino, mi dice se accoglie? Qualcuno mi dà una risposta? Non accoglie la riformulazione, perché per votarlo bisogna non accoglierlo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/73 Marino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/74 Rotelli il parere era favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/75 Ferrari il parere è favorevole, ove riformulato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi, che già mi dice che non accoglie. Prego onorevole, ne ha facoltà.
IRENE MANZI (PD-IDP). Intervengo brevemente, anche a nome della collega Ferrari, perché non accettiamo in questo senso la riformulazione dell'ordine del giorno. Ringrazio la Sottosegretaria, ma il tema non è solo di strettissima attualità, quello delle mense scolastiche come diritto essenziale che deve essere riconosciuto a tutti gli studenti e le studentesse. Non può bastare, quindi, semplicemente una riformulazione. C'è stato un passaggio importante anche nell'ultima legge di bilancio con l'approvazione di un Fondo che è destinato a sostenere le famiglie che si trovano in difficoltà nel corso dell'anno scolastico e a sostenere i costi delle mense scolastiche.
Quest'ordine del giorno prevedeva un riconoscimento di un diritto essenziale sulle mense e i livelli essenziali che debbono essere garantiti rispetto a questo tema. Quindi, proprio per questo chiediamo di mettere al voto l'ordine del giorno e non accettiamo la riformulazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/75 Ferrari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Prendo atto che l'onorevole Berruto e tutto il gruppo di Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe lo sottoscrivono.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
L'ordine del giorno n. 9/2184-A/76 Casasco era accolto come raccomandazione: va bene? Mi fate un cenno dal gruppo? Sì, scusate, non l'avevo visto.
Il parere sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/77 Giorgianni è favorevole con riformulazione. Va bene? Sì.
Sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/78 Grimaldi il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Sono solo curioso di capire le motivazioni per cui si è deciso di dare un parere contrario e, quindi, chiederei un accantonamento, se è possibile, ma faccio anche una dichiarazione, perché non voglio far perdere tempo.
Si chiede, in quest'ordine del giorno, di “adottare politiche di contrasto al disagio giovanile e al degrado urbano attraverso la promozione dello sport, l'attivazione di laboratori sportivi e l'organizzazione di iniziative socio-ricreative all'aperto”. Giuro: ci è stato dato un parere contrario su questo punto. Se non è su questo, dico il secondo punto: “ad avviare una ricognizione e una rigenerazione delle aree dismesse, con il coinvolgimento di amministrazioni locali, associazioni sportive e soggetti privati interessati a collaborare nella gestione delle strutture recuperate al fine di restituire spazi sicuri e accessibili alle comunità locali”. Ditemi voi la motivazione che ha portato il Governo a darci un parere contrario su questo punto. Io lo dico in un modo semplice: credo che c'era una grande idea di Paese dietro a quella idea urbanistica, che nasce fra gli anni Settanta e Ottanta, in cui la gran parte delle nostre città hanno visto nascere i campi da calcio liberi. Guardo in faccia più generazioni che poi hanno visto scomparire quei campetti playground per arrivare al calcetto a pagamento. Quei campi da calcio liberi e quei luoghi di sport sono stati per tanti una palestra di vita, dove in qualche modo l'alternativa agli oratori era anche lì, nelle piazze di tante città. Poi c'è stato un altro tempo in cui sono arrivate le ludoteche e l'educativa di strada. Adesso ditemi se questa non è un'idea, in qualche modo, che porta di nuovo lo sport al centro di un modo di ricucire il Paese nei parchi pubblici, nei parchi diventati tossic park, nei luoghi di spaccio. Però, ditemi perché siete contrari all'idea che lo sport possa rinascere così, in quelle piazze e in quei luoghi rigenerati. Adesso mi sfugge - lo chiedo a Matilde Siracusano - ma potrei chiedere al Ministro per lo Sport e a chi ha seguito questo provvedimento qual è la motivazione che porta il Governo a dare un parere contrario su queste poche righe che hanno dietro tanta storia e, speriamo, ancora tanto futuro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Siracusano. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Berruto, a cui certamente darò la parola.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, accantono l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Allora abbiamo accantonato e interverrà successivamente. Dunque, l'ordine del giorno n. 9/2184-A/78 Grimaldi è accantonato.
Sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/79 Frassini il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/2184-A/80 Zinzi è accolto come raccomandazione: va bene? Sì.
Poi, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/81 Montemagni e sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/82 Bof la Sottosegretaria ha detto che avrebbe cambiato il parere. Qual è il parere, Sottosegretaria?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. I pareri sugli ordini del giorno nn. 9/2184-A/81 Montemagni e 9/2184-A/82 Bof diventano favorevoli nel testo base, senza riformulazione.
PRESIDENTE. Quindi, entrambi favorevoli, andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/83 Comaroli: il parere è favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Anche qui viene effettuata una modifica sulla riformulazione: “a individuare le risorse, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”, e poi il resto dell'impegno rimane esattamente come lo avevamo già annunciato in precedenza.
PRESIDENTE. Onorevole Comaroli, accetta la riformulazione? Va bene, benissimo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/84 Di Biase. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/84 Di Biase, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/85 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo. L'onorevole De Luca ha chiesto di sottoscrivere e vuole intervenire. Prego, ha cinque minuti.
PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Davvero pochi secondi per chiedere un supplemento di riflessione e di attenzione alla Sottosegretaria, e quindi al Governo. Sappiamo bene tutti che c'è stata nelle scorse settimane una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha certificato il rischio grave, reale e accertabile per la vita degli abitanti nei territori - sono circa 3 milioni di persone - della Terra dei fuochi, per le inadempienze nei decenni passati.
Con quest'ordine del giorno chiediamo semplicemente di promuovere un accordo di programma tra la regione Campania, gli enti interessati e tutti i soggetti coinvolti per un'efficace gestione su base pluriennale - peraltro, venendo incontro alle richieste della Corte europea dei diritti dell'uomo - delle risorse finanziarie già stanziate e di quelle ulteriori che dovessero essere necessarie per mettere in sicurezza, per occuparsi davvero, in modo strutturale, stabile, definitivo, della salute, della vita e delle condizioni di vita degli abitanti di questo territorio così martoriato.
È un ordine del giorno di buon senso di cui, davvero, non capiamo le ragioni del dissenso e della contrarietà che il Governo ha opposto.
Per cui invitiamo davvero la Sottosegretaria a un supplemento di riflessione, se lo può accantonare. Se non ci fossero le condizioni, si assumano la responsabilità di un no, di un no grave rispetto alla tutela della vita e della sicurezza di oltre 3 milioni di persone che, invece, hanno diritto ad avere attenzione corretta da parte del Governo e di tutto il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Prendo atto che la collega Alifano ha chiesto di sottoscrivere.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/85 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/86 Benzoni. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/86 Benzoni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/87 Bonetti, sul quale vi è parere favorevole previa riformulazione. Onorevole, accetta la riformulazione? Va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/88 D'Alessio che è stato accolto come raccomandazione. Va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/89 Richetti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/89 Richetti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/90 Ruffino. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/90 Ruffino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/91 Sottanelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/91 Sottanelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/92 Onori, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Richetti, prego.
MATTEO RICHETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Solo per lasciare traccia nei nostri lavori di quello che sta accadendo. Il Governo ha dato parere negativo ai nostri ordini del giorno che parlavano di disaccoppiamento e riduzione delle bollette.
Segnalo due cose. La prima è che le dichiarazioni pubbliche del Governo vanno esattamente in senso opposto, ossia si dicono impegnati a fare cose che neanche negli atti di indirizzo del Parlamento recepiscono. Faccio rilevare che la maggioranza vota contro esattamente come vota contro il gruppo dei 5 Stelle, in perfetta sintonia sul fatto che difendere l'industria di questo Paese probabilmente non interessa più a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
Infine, faccio rilevare, come terzo punto, che al Senato è appena stato approvato un atto di indirizzo sul disaccoppiamento e sulla riduzione delle bollette, che avete bocciato in quest'Aula.
Questo, purtroppo, fa il paio con la discussione in Commissione di ieri sera, totalmente finta, sul Milleproroghe - perché nemmeno di notte si può più discutere nulla -, sul fatto che portiamo atti di indirizzo che sentite così vincolanti che nemmeno li leggete perché, ripeto, in Senato avete dato parere favorevole esattamente sugli stessi contenuti.
Proseguiamo serenamente i nostri lavori. Forse, Presidente, è meglio che valutiamo di richiamare almeno ad un elemento di serietà quando il Parlamento si esprime su oggetti che non hanno alcun elemento di coerenza tra ciò che si dice tra i due rami del Parlamento e tra gli obiettivi di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/92 Onori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/93 Grippo, sul quale vi è parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Grippo, accetta la riformulazione? Va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/94 Pastorella, sul quale vi è parere favorevole previa riformulazione. Onorevole accetta la riformulazione? Va bene.
Sugli ordini del giorno n. 9/2184-A/95 Ziello e n. 9/2184-A/96 Steger il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/97 Giachetti, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto contrario del Partito Democratico sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/97 del collega Giachetti, perché riteniamo che, per le condizioni orografiche della Sicilia, un gestore unico e integrato per tutta la regione sia inattuabile. Peraltro, la legislazione regionale - perché su questa c'è una competenza esclusiva - prevede che la competenza a decidere il tipo di gestore sia in capo alle assemblee territoriali idriche; peraltro, tipo di gestore che va deciso tra gestore pubblico, privato o misto.
Casualmente la regione siciliana, nel corso degli ultimi anni, con la trazione a guida centrodestra, ha sempre individuato un gestore privato ogni volta che ha mandato un commissario.
Quello che ci preoccupa, Presidente, è proprio la situazione attuale della regione siciliana che, in materia idrica, è commissariata su tutto. Sono ben sei i commissariamenti in atto in questo momento sulla regione siciliana e il provvedimento oggi all'esame dell'Aula rafforza proprio le gestioni commissariali.
Ricordo a tutta l'Aula che oggi la regione siciliana è commissariata per superare le procedure d'infrazione UE; è commissariata per la depurazione; è commissariata per la siccità; è commissariata da 15 anni per il dissesto idrogeologico; di recente è stata commissariata pure per i dissalatori e, invece, è commissariata per i consorzi di bonifica da tempo immemorabile.
È chiaro che tutte queste procedure di commissariamento, piuttosto lunghe, continuano ad alimentare affidamenti diretti e impediscono il normale controllo democratico sulle procedure relative alla gestione del servizio idrico. Quindi, l'unica cosa che serve - e, ahimè, è opposta a quello che sta accadendo con questo provvedimento - è ripristinare il normale controllo democratico sulle procedure idriche.
Peraltro, in Sicilia il rapporto tra la gestione delle acque e la mafia è, ahimè, un rapporto antico, su cui la mafia ha prestato sempre grande attenzione - su tutti, il delitto Francese per le attenzioni della mafia sulla diga Garcia -, cosa che desta, ancora oggi, grande preoccupazione e riveste particolare attualità.
L'unica cosa che serviva non era rafforzare le procedure commissariali; era, invece, far arrivare concretamente le risorse, quelle risorse che il governo Musumeci ha fallito a far arrivare con i 31 progetti bocciati del PNRR e che il commissario Dell'Acqua ancora non riesce concretamente a far atterrare, perché la lista degli interventi ancora continua a essere un libro dei sogni. L'unica cosa che sono riusciti a finanziare è soltanto la sistemazione di qualche autobotte, che, certamente, non risolverà i problemi dell'acqua in Sicilia nei prossimi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Presidente, mi scuserà il collega Giachetti, che ha scritto quest'ordine del giorno, se intervengo io al posto suo, ma sinceramente credo che, dentro quest'ordine del giorno, ci siano le soluzioni per affrontare il tema della crisi idrica non soltanto in un territorio, in una regione, come la Sicilia, che ne ha sofferto parecchio, ma in tutte le regioni dove, sostanzialmente, il tema è emerso come tema centrale all'ordine del giorno, che è destinato, Presidente, purtroppo, ad esplodere con il ritorno dell'estate, perché l'unica soluzione che in questi tempi si è trovata e che prescinde da noi è la pioggia e, quindi, nient'altro che quella per la soluzione della crisi idrica.
Qui scriviamo una cosa che è molto semplice. Chiunque si occupi minimamente di rudimenti di politica industriale dovrebbe comprendere che, fin quando la gestione del servizio idrico è affidata in ambiti territoriali ottimali legati a delimitazioni amministrative - perché oggi gli ambiti territoriali ottimali sono delimitazioni legate alle delimitazioni provinciali, quindi non c'entrano nulla con i bacini idrografici, i quali non hanno i percorsi tipici delle delimitazioni amministrative delle province - quello che accade è una parcellizzazione della gestione del servizio legata alle province.
Ogni provincia fa quello che vuole: chi ha affidato al pubblico, chi ha affidato al privato. Ognuna ha la tariffa che vuole, per cui capita spesso che il cittadino di un comune paghi dieci volte di più di un cittadino che paga poco o nulla. In più, la parcellizzazione comporta che non ci sono risorse e capacità per gli investimenti infrastrutturali che servirebbero, perché il tema è che non c'è un soggetto industriale in grado di fare un piano unico per l'intera regione, per cui le risorse si disperdono in mille rivoli: quindi, tariffe differenziate, soggetti industriali differenziati e affidamenti differenziati.
Questo ha comportato che ci sono dighe sostanzialmente prossime alla chiusura, perché non si è fatto alcun investimento e senza investimenti non hanno capienza e, quando non hanno capienza buttano l'acqua in mare, perché non hanno la possibilità di fare altro; c'è, poi, una rete idrica che disperde il 50 per cento di quello che passa lì dentro; c'è una situazione che riguarda il riuso delle acque reflue inesistente; c'è tutta la questione che riguarda i dissalatori, che ci prendono per i fondelli, cara Presidente, perché hanno scritto qui di dissalatori mobili che verranno realizzati nei luoghi dove ci dovevano stare, invece, i dissalatori che erano previsti in passato, che prevedevano portate per 300-400 litri al secondo. Invece, questi dissalatori mobili, che ci sta proponendo il Governo, prevedono portate per 100 litri al secondo; pertanto, se dovesse esserci la crisi dell'estate scorsa, di fatto non avremmo nessun argine, perché oltre quelli non si è previsto nulla e, tra l'altro, saranno realizzati chissà quando.
Per cui, Presidente, qui il tema non è solo dare soldi alla Sicilia per gestioni commissariali o altro; lì, il problema è riorganizzare completamente la gestione e lo fai semplicemente se fai un ambito territoriale unico, quindi un'unica delimitazione amministrativa che c'è in tante altre regioni d'Italia. Quindi, non stiamo inventando nulla di più e nulla di meno di quello che già si sta facendo in tante altre regioni, con un unico soggetto industriale che può benissimo essere pubblico - perché, sul tema della gestione, ci sono soggetti pubblici che funzionano con la stessa efficienza dei soggetti privati; l'importante è che l'acqua rimanga bene pubblico e, poi, sulla gestione non mi impicco, perché, ripeto, può essere anche di un soggetto pubblico - e, poi, una tariffa unica, in modo che tutti paghino la stessa cifra e non ci siano storture a seconda della vicinanza alla fonte. Infatti, quello che accade oggi è che, quanto più si è vicini alla fonte, meno paghi: se sei proprio il comune che delimita la fonte, paghi zero; se sei lontano, paghi tantissimo e questo è veramente antidemocratico e incredibilmente ingiusto.
Per cui, accogliendo quest'ordine del giorno si mette al passo, semplicemente, la regione, che più ha sofferto la crisi idrica, con quelle che sono le regole minime di gestione industriale dell'acqua, che credo sia quello che vorremmo tutti. Invece, il Governo non lo accoglie e ci dispiace tanto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/97 Giachetti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/98 Gruppioni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/99 Gadda il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/100 Loizzo il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione. Mi dite se va bene dal gruppo della Lega? Sì, va bene.
L'ordine del giorno n. 9/2184-A/101 Boschi è accolto come raccomandazione. Va bene, colleghi?
Un attimo, colleghi, che dobbiamo tornare indietro. La Sottosegretaria ci legge una riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2184-A/100 Loizzo, che è diversa, e poi torniamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/101 Boschi. Prego, Sottosegretaria.
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Chiedo scusa: c'è una riformulazione leggermente diversa rispetto a quella precedente per l'ordine del giorno n. 9/2184-A/100 Loizzo: “al fine di attuare gli obiettivi fissati dalla Missione M6C1/1.2.3 del PNRR in materia di telemedicina, a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di sostenere il progetto di realizzazione dell'ospedale virtuale di Cosenza, anche al fine di sperimentare, nell'ambito del modello in questione, la rimborsabilità delle prestazioni di telemedicina e teleassistenza a valere sulle risorse assegnate alla regione in sede di riparto del fabbisogno indistinto”.
PRESIDENTE. Prendo atto che la collega Loizzo accetta questa nuova riformulazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/101 Boschi. Il deputato Faraone ha comunicato di non accettare l'accoglimento dell'ordine del giorno come raccomandazione. Quindi, io in questo caso devo chiedere il parere al Governo, perché dobbiamo votare. Essendo una raccomandazione, dovreste dirmi se favorevole, contrario o se si rimette all'Aula. Sottosegretaria, qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/101 Boschi?
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/101 Boschi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/102 Del Barba, su cui il Governo ha espresso parere favorevole previa riformulazione. Onorevole, accetta la riformulazione? Va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/103 Faraone sul quale vi è parere favorevole previa riformulazione.
Ha chiesto di parlare il collega Faraone. Mi dice se accoglie la riformulazione?
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Non accolgo. Vorrei chiedere al Governo di rivedere il parere, perché sinceramente mi pare assurdo che togliate proprio la parte in cui c'è il coinvolgimento del Parlamento nel monitoraggio del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sinceramente, reputo incredibile che tagliate la parte finale in cui c'è scritto che le Camere devono essere dettagliatamente coinvolte rispetto al monitoraggio e anche ai possibili interventi da mettere in campo. Per cui, se continuate a proporre di tagliare l'ultima parte dell'impegno, non accettiamo la riformulazione e chiediamo di votare. Ma perché non volete coinvolgere il Parlamento? Sinceramente, non lo capisco. Dovreste essere trasparenti sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Abbiamo scritto semplicemente questo, e voi dite di no. Quindi, mi sorge un sospetto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Semplicemente perché è già previsto il coinvolgimento del Parlamento attraverso le relazioni semestrali. Penso che la riformulazione sia assolutamente positiva, onorevole Faraone. Quindi, questa volta la invito io a fare un'ulteriore riflessione saggia.
PRESIDENTE. Bene, l'onorevole Faraone non fa un'ulteriore riflessione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu, che ha 25 secondi. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per chiedere di sottoscrivere, perché, oltre al coinvolgimento del Parlamento, sottolineo anche l'importanza di ripristinare i fondi per il programma ERTMS. L'abbiamo sottolineato anche nel nostro ordine del giorno, perché sarebbe utile ripristinare fondi e tempi per rendere la rete ferroviaria più efficiente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Bene, complimenti per i 25 secondi. L'onorevole Simiani sottoscrive.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/103 Faraone, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Torniamo agli ordini del giorno accantonati. Sottosegretaria, le chiedo il parere sugli ordini del giorno n. 9/2184-A/11 Toni Ricciardi, n. 9/2184-A/48 Zanella e n. 9/2184-A/78 Grimaldi.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. La riflessione ha prodotto buoni frutti. Infatti, sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/11 Toni Ricciardi, c'è il parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a monitorare gli adempimenti posti in essere dalla società concessionaria Anas Spa, al fine di promuovere ogni utile iniziativa per la realizzazione degli urgenti interventi di messa in sicurezza e riapertura di uno snodo cruciale per la viabilità comprensoriale, qual è la galleria del Monte Pergola”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/48 Zanella, c'è una riformulazione: “a verificare, nell'ambito delle funzioni di controllo e vigilanza sull'Autorità per la laguna di Venezia, che le azioni poste in essere dalla medesima autorità, al fine di mettere in sicurezza la città di Venezia, siano conformi alla disciplina euro-unitaria a tutela degli habitat e delle specie animali e vegetali, ai sensi dell'articolo 92, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2184-A/78 Grimaldi, espunte le premesse, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2184-A/11 Toni Ricciardi, su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Onorevole Ricciardi, accetta la riformulazione?
TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie Presidente. Accetto e ringrazio la Sottosegretaria.
PRESIDENTE. Perfetto, passiamo oltre.
Ordine del giorno n. 9/2184-A/48 Zanella, su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Onorevole Zanella, accetta la riformulazione?
LUANA ZANELLA (AVS). Accolgo e ringrazio la Sottosegretaria Siracusano.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2184-A/78 Grimaldi, su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Onorevole Grimaldi, accetta la riformulazione? Va bene.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2184-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare l'onorevole Steger. Ne ha facoltà. Colleghi, come sempre, se uscite dall'Aula, in silenzio perché il collega Steger deve fare la sua dichiarazione di voto. Onorevole Vaccari, la sento da qua. Prego, onorevole Steger.
DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo un'attenta analisi del testo, riteniamo doveroso evidenziare sia gli aspetti positivi, sia le criticità, di questo intervento legislativo per giungere alla nostra decisione di astensione.
Il primo elemento che riteniamo apprezzabile è la volontà del Governo di dotare il Paese di strumenti più efficaci per affrontare situazioni di particolare emergenza. Sappiamo bene che, negli ultimi anni, l'Italia ha dovuto fronteggiare eventi straordinari, tra cui crisi sanitarie, emergenze climatiche e difficoltà economiche. La capacità di reazione delle istituzioni è fondamentale per proteggere i cittadini e garantire la continuità dei servizi essenziali.
Altro aspetto positivo è l'attenzione dedicata alle aree più fragili del nostro territorio. Il provvedimento prevede, infatti, interventi infrastrutturali e di riqualificazione urbana, in zone caratterizzate da degrado e vulnerabilità sociale. L'idea di un piano straordinario per il recupero di queste aree, con un finanziamento specifico, è senza dubbio un passo avanti.
Inoltre, riconosciamo l'importanza di garantire una piena e tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, uno strumento cruciale per il rilancio economico del nostro Paese. Le misure contenute nel decreto-legge mirano a sbloccare risorse e a semplificare le procedure amministrative che, se attuate correttamente, potrebbero favorire una più rapida implementazione dei progetti previsti dal PNRR.
Nonostante questi elementi positivi, il testo del disegno di legge presenta criticità che ci impediscono di esprimere un voto favorevole. La prima riguarda l'approccio emergenziale che, ancora una volta, caratterizza l'intervento normativo. Se è vero che l'Italia deve poter rispondere prontamente alle crisi, è altrettanto vero che il nostro Paese non può vivere in uno stato di emergenza permanente. Servono riforme strutturali e non soluzioni temporanee che, per quanto necessarie, rischiano di diventare l'ennesima misura tampone senza una visione di lungo periodo.
Un altro elemento di preoccupazione riguarda la governance degli interventi. La nomina di un commissario straordinario con ampi poteri nella gestione delle risorse solleva interrogativi sulla trasparenza e sull'equilibrio tra i poteri dello Stato. Il Parlamento deve rimanere l'organo centrale nelle scelte strategiche del Paese, e non possiamo permettere che decisioni cruciali vengano accentrate senza adeguati strumenti di controllo democratico. Inoltre, il finanziamento previsto per il Piano straordinario di riqualificazione urbana, pari a 180 milioni di euro per il triennio 2025-2027, appare insufficiente, largamente insufficiente, rispetto alle reali necessità delle aree coinvolte.
Questo stanziamento, seppur positivo, rischia di essere solo un segnale simbolico senza la reale capacità di trasformare i territori più fragili. Servirebbe un piano di investimenti più ambizioso e, soprattutto, una visione chiara sugli interventi da realizzare.
Infine, un altro elemento di criticità riguarda la mancata definizione di criteri precisi per la selezione delle aree e dei progetti finanziati. Il rischio è che queste risorse vengono assegnate senza un'effettiva pianificazione strategica, rendendo meno efficaci gli interventi. Senza una chiara indicazione dei criteri di assegnazione, temiamo che il provvedimento possa non essere equo e che alcune zone bisognose vengano escluse a vantaggio di altre.
Alla luce di tutte queste considerazioni, il nostro gruppo ha deciso di esprimere un voto di astensione. Riconosciamo il valore delle misure contenute nel testo, ma riteniamo che le criticità emerse siano troppo significative per poter concedere un pieno sostegno. Vogliamo essere costruttivi e ci auguriamo che il Governo possa accogliere le nostre osservazioni per migliorare il provvedimento.
Crediamo che l'Italia abbia bisogno di un approccio più strutturato nella gestione delle emergenze nell'attuazione del PNRR, con una maggiore trasparenza, risorse adeguate e un coordinamento più efficace tra Stato e territori.
Con questa dichiarazione di voto, ribadiamo il nostro impegno per un Paese più resiliente, più equo e più capace di affrontare le sfide del futuro, senza dover sempre ricorrere alle emergenze (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. “Lascio la carta igienica nello zaino di mio figlio quando lo porto a scuola. Come genitori, ci siamo resi conto che l'istituto è in difficoltà economica”. Queste sono le parole della signora Claudia, che giorni fa mi riferiva lo stato in cui manda suo figlio a scuola.
E, quando ho chiesto alla signora Claudia quali fossero le priorità per lei a livello politico, mi ha risposto: la scuola. Ho posto, di nuovo, la domanda altre due volte per capire quali fossero le priorità per lei a livello politico nel nostro Paese e la risposta è sempre stata: la scuola, la scuola. Una scuola dignitosa per dare un futuro a suo figlio; una scuola con uno stipendio dignitoso al fine di sottrarre gli insegnanti dal rullo compressore della precarietà esistenziale e lavorativa.
Presidente, se pensiamo ai dati riguardanti il fenomeno dell'abbandono scolastico che colpisce i giovani che lasciano gli studi prematuramente nel nostro Paese, l'Italia risulta il quinto Paese, con più abbandoni scolastici dopo la Romania, la Spagna, l'Ungheria. Questi numeri ci dicono che il nostro Paese è uno degli Stati membri dell'Unione europea in cui il fenomeno dell'abbandono scolastico rimane più consistente e presente.
Questa situazione, che comporta per i nostri giovani una maggior possibilità di cadere nella marginalità e nell'invisibilità sociale, si manifesta in termini di stratificazione di weberiana memoria in base alla classe sociale e socio-economica, in base alla cittadinanza, in base al genere, in base all'appartenenza geografico-territoriale. A questo proposito, la quota di abbandono scolastico tra i giovani italiani è del 9 per cento, mentre questa quota sale al 26,8 per cento per i loro coetanei stranieri o con background migratorio.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 10,52)
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Andando a concludere, il nostro Paese è uno degli Stati membri dell'Unione europea in cui si continua ancora ad immaginare la politica come una sorta di bricolage quando, in realtà, alla luce della situazione economica, culturale e sociale del nostro Paese, possiamo dire che l'Italia ha bisogno di interventi strutturali e non di bricolage politico all'interno di una sorta “salta di qua e di là”, senza una visione di Paese, senza una prospettiva per il futuro.
Il nostro Paese mai come oggi ha bisogno di interventi strutturali per la scuola, per la mobilità sociale, quando pensiamo al dramma e al disagio quotidiano di milioni di pendolari nel nostro Paese; quando pensiamo al costo dell'energia per le aziende, per le famiglie, per le lavoratrici e i lavoratori; quando pensiamo alla situazione all'interno delle nostre carceri, dove la situazione è davvero vergognosa e non degna di un Paese come il nostro; quando pensiamo, dall'altra parte, alla situazione dei dipendenti. Se pensiamo non solo alla situazione dei dipendenti, ma pensiamo anche al tema della disparità salariale a livello di genere, anche generazionale. Presidente, tutto questo insieme di interventi strutturali, che devono rispondere a bisogni strutturali, non risultano all'interno di questo ennesimo provvedimento sul quale il Governo ha posto la fiducia, svuotando l'esercizio dell'attività parlamentare della sua essenza, della sua caratteristica, della sua ragione di esistenza e di vita, vale a dire la possibilità di esprimere un pensiero, la possibilità di una dialettica parlamentare. Non possiamo essere passacarte all'interno di quest'Aula. Di tutto questo non vi è traccia, ragion per cui voterò “no”, convintamente, a questo ennesimo bricolage politico (Applausi di deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, ci accingiamo a votare un provvedimento che, dal titolo, interviene su temi rilevanti che riguardano misure organizzative e urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza e per l'attuazione del PNRR. Che i temi siano rilevanti non vi sono dubbi: sia quelli ambientali, che quelli sociali, e quel pochino di PNRR che è contenuto nel provvedimento. Purtroppo, sono le modalità dei vostri interventi che, ancora una volta, non si dimostrano all'altezza. A questa incapacità si unisce, anche in questa occasione, la volontà di non ascoltare le minoranze che avrebbero portato in Commissione contributi migliorativi fondamentali a cui non avete voluto prestare attenzione.
Per quanto riguarda, poi, il PNRR - che appare in maniera altisonante nel titolo - qui si corre ai ripari in maniera insignificante rispetto ai ritardi e alle sottovalutazioni che stanno segnando la vostra gestione, che, nonostante sappiate bene che il PNRR è l'unico motivo per cui ci manteniamo su una linea di galleggiamento, poi spinge il Paese verso il basso. Ancora una volta, vi mostrate incapaci di una lettura strategica e di visione rispetto alle problematiche del Paese, insicuri della vostra stessa maggioranza che costringete al silenzio, insieme alle opposizioni, con l'ennesima posizione della fiducia. Mettete una pezza tardiva e inutile rispetto alle intenzioni del titolo: questo vale per gli interventi infrastrutturali e di riqualificazione in aree specifiche d'Italia, come per affrontare situazioni di degrado, disagio giovanile e vulnerabilità sociale. Sotto il titolo poco o niente e, purtroppo, non è una novità.
Mentre usate i soldi e usate le istituzioni degli italiani per inseguire la propaganda sui migranti e le strutture in Albania, immobilizzate e imbavagliate il Parlamento con una miriade di “decreti-annuncio” imbarazzanti per la disorganicità e l'assoluta mancanza di progettualità.
Tematiche urgenti e fondamentali per il Paese - come la crisi idrica, il disagio giovanile - potrebbero trovare nel Parlamento, qui, il luogo della discussione, del confronto e della proposta. Oggi, invece, ricevono l'ennesimo invio di un titolo, accompagnato da “provvedimentini” utili per fare qualche post, qualche titolo di giornale ma non per affrontare (men che meno risolvere) i problemi a cui si rivolgono.
Prendiamo, ad esempio, il tema importante della crisi idrica, della realizzazione di impianti di dissalazione come soluzione alla crisi idrica che affligge il nostro Paese, in particolare in Sicilia (con l'autorizzazione alla realizzazione di impianti di dissalazione, anche mobili, in diversi comuni, quali Porto Empedocle, Trapani e Gela): ecco, pur riconoscendo l'importanza di questi interventi, riteniamo che questo approccio, seppur valido in situazioni di emergenza, non risolva le problematiche strutturali legate alla gestione delle risorse idriche. Questi interventi rischiano di essere inefficaci, se non sono accompagnati da una riorganizzazione sistemica del servizio idrico su base regionale. La frammentazione della gestione delle risorse idriche, unita alla mancanza di manutenzione delle infrastrutture esistenti, rappresenta un ostacolo alla risoluzione della crisi idrica. A nostro avviso, è necessario, ad esempio, istituire un fondo per il contrasto alla crisi idrica, con una dotazione adeguata, con una progettazione ampia e strutturale e promuovere una gestione unica del servizio idrico a livello regionale.
Per quanto riguarda, poi, il tema connesso del cambiamento climatico, anche qui, non abbiamo nulla, mentre un provvedimento del genere avrebbe potuto di nuovo insistere su questa questione importante; per cui vi ringrazio di aver quantomeno approvato un ordine del giorno come quello relativo agli impianti idroelettrici; impianti idroelettrici che - sappiamo bene - hanno una rilevanza centrale per quanto riguarda la sicurezza energetica, ma che possono giocare anche un ruolo importante e fondamentale proprio per risolvere la crisi idrica e, addirittura, per risolvere il tema del dissesto idrogeologico. Chiaramente, però, bisogna mettere gli investitori nelle condizioni di potersi muovere, i territori nelle condizioni di potersi muovere. Da oltre due anni voi mantenete questo settore in una situazione di totale immobilismo.
Ecco forse, oggi, con l'approvazione dell'ordine del giorno state iniziando a dare un segnale, seppur timido, con la riformulazione, di aver compreso l'importanza del tema e che, col vostro atteggiamento, mantenendo il settore congelato, state penalizzando i territori, non state facendo quello che andrebbe fatto sulla sicurezza energetica e non state affrontando il tema della crisi idrica. Diciamo che un lumicino di speranza ce lo fate intravedere. È inutile che vi ricordi che, oltretutto, il settore idroelettrico rappresenta un importante contributo al lavoro e al reddito del nostro Paese, in quanto copre il fabbisogno energetico di oltre 1 milione e mezzo di famiglie, genera un valore economico di oltre 3 miliardi di euro, impiega 12.000 lavoratori altamente specializzati.
Andiamo oltre; non possiamo non evidenziare la mancanza di una prospettiva valida per affrontare i problemi di competitività dell'industria italiana. Anche qui avremmo immaginato, visti i costi elevati dell'energia, interventi immediati per la riduzione dei costi dell'elettricità e del gas, nonché lo sviluppo di un mercato energetico più efficiente che possa sostenere la transizione verso un sistema a zero emissioni.
Le differenze dei costi energetici in Italia, rispetto agli altri Paesi europei, sono così significative che, chiaramente, possiamo anche pensare siano connesse al grave fenomeno del calo della produttività industriale da 23 mesi. Anche qui, nulla. Ecco, il decreto su cui siamo chiamati a esprimerci contempla l'adattamento e l'estensione del supporto al lavoro e all'occupazione, aggiorna specifiche disposizioni sui trattamenti salariali, in risposta alle esigenze emergenti del mercato del lavoro, ma ancora una volta non si preoccupa minimamente di contemplare le gravi difficoltà economiche affrontate dalle piccole imprese nei settori tessili, dell'abbigliamento e calzaturiero e conciario, aggravate dalle sfide macroeconomiche globali: l'inflazione, il rialzo dei costi delle materie prime, le instabilità geopolitiche finanziarie, che ben conosciamo. Anche qui assistiamo a un vuoto completo.
Dopodiché c'è un ultimo articolo in cui tentate di accelerare l'attuazione del PNRR. Tuttavia le misure proposte - basta leggere l'articolo - non sono minimamente sufficienti, robuste, per recuperare i ritardi e garantire il completamento dei progetti entro i termini previsti, sia per quanto riguarda le infrastrutture che per quanto riguarda l'aspetto scolastico.
Andando oltre e venendo alla conclusione, Presidente, anche nel potenziamento delle ferrovie regionali e del Sud si registrano ritardi significativi: dei 936 milioni di euro stanziati per le ferrovie regionali solo il 20 per cento è stato speso, con appena 50 chilometri realizzati su 646 previsti. Potremmo elencare tutti i ritardi del PNRR ma veniamo a quel che rimane di questo striminzito provvedimento.
I tagli, i ritardi e le inefficienze, che abbiamo velocemente ricordato, rischiano di compromettere non solo il raggiungimento degli obiettivi del PNRR, ma anche la credibilità del nostro Paese di fronte alle istituzioni europee, con possibili ripercussioni sull'accesso ai fondi e sulla capacità di attrarre ulteriori investimenti. Di fronte a tutto questo, è l'ennesimo provvedimento striminzito che serve a tenere impegnato il Parlamento; e ciò, di fronte allo spettacolo indecoroso di una maggioranza che insiste a strumentalizzare, a utilizzare come spot il tema degli immigrati, che insiste nel voler dedicare le proprie energie e il proprio tempo, i soldi degli italiani a un'impresa come quella dell'Albania che si è rivelata clamorosamente inutile ed è sparita dalla scena per quanto riguarda il ruolo geopolitico in un momento in cui invece bisognerebbe esercitare un protagonismo; e che ritiene, con l'ennesima fiducia, di voler tenere a bada il Parlamento e con esso il Paese. Con queste motivazioni annunciamo il nostro voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo scientifico statale “Antonio Pacinotti”, che arrivano da Cagliari e assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Come sottolineato dalla collega Ghirra e dal collega Zaratti nei loro interventi, il continuo ricorso alla decretazione d'urgenza sta assumendo davvero proporzioni inaccettabili e, direi, pericolose e mina il corretto equilibrio tra Parlamento e Governo, sterilizzando, di fatto, il dibattito e perfino il ruolo dell'opposizione. Questo decreto-legge, come è prassi ormai, assume le caratteristiche del provvedimento omnibus perché, in effetti, in questi nove articoli interviene in settori eterogenei: dalla situazione di degrado e vulnerabilità sociale e disagio giovanile alla scarsità idrica, alla Protezione civile nel corso del Giubileo, all'Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto, al trasferimento delle competenze del commissario straordinario per il MOSE all'Autorità per la Laguna di Venezia, di cui abbiamo parlato ieri, al commissario straordinario per l'impianto funiviario di Savona, alle elezioni in enti pubblici in federazioni sportive; e interviene anche sul PNRR, tanto per cambiare.
Il decreto prevede la nomina di ulteriori commissari straordinari e l'ampliamento dei poteri speciali di altri, già nominati. Perché sottolineo questo aspetto? Perché, benché sia stato precisato dalla Sottosegretaria, ieri, che per quanto riguarda gli interventi sui territori, di cui in particolare all'articolo 1, ci sia almeno formalmente l'intesa con i comuni, con gli enti locali, di fatto, le pratiche, le procedure del commissario straordinario per definizione vanno in deroga alle leggi ordinarie.
Questo ovviamente cosa significa? Significa non agire in cooperazione - è stato detto da tanti colleghi e colleghe - e con un'intesa sostanziale tra gli organismi, gli enti, compresi quelli elettivi, tipo i comuni e le regioni. Questo è un problema che, come ha sottolineato il collega Barbagallo, in determinate parti del nostro Paese è particolarmente insidioso: pensiamo che in Sicilia operano così tanti commissari straordinari da rendere un regime straordinario quasi ordinario, che, ovviamente, governa e determina, anche dal punto di vista di interventi cruciali, l'azione in una regione peraltro a Statuto autonomo.
Insomma, dal punto di vista delle scelte politiche noto una certa incoerenza rispetto, invece, alla tanto sbandierata autonomia differenziata che non viene rispettata da questo tipo di decreto e anche da altri; è una pratica che fa sì che ci sia una straordinarietà di intervento invece che una politica ordinaria in particolare degli enti pubblici che, opportunamente finanziati, potrebbero effettuare quello che normalmente dovrebbero fare i comuni, anche dal punto di vista delle previsioni costituzionalmente definite.
Ebbene, mi soffermo un attimo sull'articolo 1 del decreto che estende il modello Caivano a sette aree urbane molto problematiche: Rozzano a Milano; Alessandrino-Quarticciolo a Roma; Scampia-Secondigliano a Napoli; Orta Nova a Foggia; Rosarno-San Ferdinando a Reggio Calabria; San Cristoforo a Catania; Borgo Nuovo a Palermo. Dal momento che è stata istituita, a suo tempo, un'apposita Commissione parlamentare d'inchiesta sulla situazione di sicurezza e degrado delle città e delle loro periferie, ci siamo chiesti se questa Commissione sia stata sentita prima di effettuare le scelte circa le modalità di esecuzione degli interventi. A noi sembra che non sia stato, assolutamente, preso in considerazione il lavoro effettuato fin qui. Ci sembra, anche, che l'estensione del modello Caivano faccia, veramente, carta straccia dell'articolo 114 della Costituzione e che le competenze urbanistiche di rigenerazione urbana e di riqualificazione sociale dovrebbero essere assunte pienamente dagli enti locali - dai comuni, ovviamente, in particolare -, i quali dovrebbero essere opportunamente finanziati, casomai, affiancati ma non sostituiti totalmente.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 11,11)
LUANA ZANELLA (AVS). Inoltre, come già è stato sottolineato dai colleghi, il rafforzamento delle politiche repressive e securitarie che si effettua con l'estensione del modello Caivano, fa sì che venga veramente attaccato e, direi, corroso il diritto penale minorile e che proprio le figure di maggiore emarginazione, le persone più fragili, i giovani, eccetera, diventino a questo punto oggetto di un attacco politico assolutamente disdicevole e, soprattutto, inutile e dannoso. Si tenta e si tende, ormai, a sopperire con interventi di tipo repressivo e, ovviamente, senza nessuna visione su quella che è la prevenzione, all'assenza di un welfare municipale di servizi di prossimità, che ha reso gli spazi pubblici abbandonati e lasciati alla mercé dello spaccio e della criminalità.
Come già ho cercato di spiegare in Aula ieri, l'articolo 5, commi 1 e 2, di questo provvedimento trasferisce all'Autorità per la Laguna di Venezia compiti e funzioni prima in capo al Commissario straordinario per la prosecuzione dei lavori infiniti (direi mai finiti) del sistema MoSE. Vorrei soffermarmi alcuni minuti, se mi è concesso, proprio su questo punto, perché credo che il Parlamento e la Camera dei deputati dovrebbero conoscere la vicenda di Venezia e della legge speciale che regola i finanziamenti pubblici su Venezia, la sua salvaguardia e la tutela della sua laguna a partire dagli anni Settanta.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
LUANA ZANELLA (AVS). Perché nel 1966 ci fu - e mi avvio a concludere, Presidente - il fenomeno dell'“acqua granda”, il quale fece sì che ci fosse un'inondazione di tutta la città a quasi due metri sul livello medio del mare e questo ha comportato, da parte dello Stato, una preoccupazione e ha prodotto, nei decenni, un flusso di finanziamenti importantissimi; parlo, appunto, di miliardi. Un percorso virtuoso, inaugurato con la legge speciale, che però si è accompagnato a una gestione del territorio che, invece di riequilibrare e mettere a regime un restauro di tipo morfologico e rimuovere le cause del dissesto, lo ha peggiorato. Tutto ciò cosa significa, a questo punto? Che con il rialzo del livello medio del mare…
PRESIDENTE. Deve concludere, collega.
LUANA ZANELLA (AVS). Concludo, Presidente. Con l'innalzamento del livello marino è chiaro che il sistema MoSE verrà fatto funzionare praticamente ogni giorno, in prospettiva. Questo naturalmente riduce e ridurrà la laguna a uno stagno e, per questo, ho chiesto e abbiamo chiesto con l'ordine del giorno che si intervenga ponendo mano all'intero sistema. Ringrazio il Governo, perché ha accolto il nostro ordine del giorno e mi auguro che si dia corso al contenuto del medesimo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signora Presidente, Governo. Sottosegretaria Siracusano, la ringraziamo per il suo modo di agire, di intervenire e per l'attenzione in Commissione. Ovviamente ringraziamo, anche, la sottosegretaria Albano. Colleghi, dobbiamo dire che in queste settimane abbiamo discusso per fronteggiare situazioni urgenti. Le cito: degrado, vulnerabilità sociale, disagio giovanile, prevenzione delle tossicodipendenze, patologie derivate dalle dipendenze. Poi si passa alla crisi idrica, non propria, però, della sola Sicilia. Il decreto-legge n. 208 del 2024 tratta anche di Protezione civile, di lavoro e di infrastrutture: una legge di bilancio, se vogliamo, in miniatura; bisognava metterci dentro tutto quello che non si è riusciti a inserire nella legge di bilancio e, prima ancora, in altri provvedimenti. Non è più una novità la bocciatura degli emendamenti. Mi spiego meglio. Noi riteniamo, anche, e crediamo che le situazioni di degrado e vulnerabilità sociale non siano confinate nelle sole città di Rozzano piuttosto che di Napoli o di Palermo. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo ancora. Manca una mappa, al Governo e all'Italia, del disagio e del degrado. Il tempo che trascorre senza interventi mirati, senza che si parli di prevenzione, è un tempo che demolisce i nostri ragazzi e i soggetti fragili. La ricetta non è, solo, rifare un impianto sportivo, magari, anche inaccessibile, ma contornarsi di politiche giovanili sostanziose che abbiano un progetto. Insisto: un progetto. È proprio difficile percepire questa modalità di lavoro da parte di questo Governo.
Rimaniamo colpiti, in negativo, quando constatiamo il proliferare delle nomine dei commissari. Signor Presidente e Governo, vediamo crescere una struttura parallela al Parlamento. Vediamo due rette che non fanno mai sintesi e vediamo, anche, delle vittime determinate dal Governo e dai commissari, mi riferisco ai sindaci. E poiché, in quest'Aula, ci sono sindaci e amministratori locali non riusciamo a capire quale sia l'acrimonia di questo Governo nei confronti degli enti locali, la sfiducia, tale e tanta, da dover nominare commissari di Governo per ogni argomento, importante o meno esso sia. Certamente, io farò presente in ANCI questa situazione. Vogliamo, forse, dire che i nostri sindaci sono incapaci di affrontare anche le situazioni più difficili? Io spero, veramente, di no (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). E spero, anche, in un sussulto da parte degli amministratori che fanno parte del Governo, in questo senso. Ripeto: ci starebbe una presa di posizione forte, anche, da parte di ANCI.
Ecco ci chiediamo, signor Presidente, come si possa estromettere un sindaco dal governo del proprio territorio. E non ci si può dire che i sindaci sono coinvolti dai commissari, eccetera, eccetera. Perché non è così, ecco.
Riteniamo anche che ci sia una sovrapposizione costosa di figure. Poi c'è qualcuno che afferma che il commissario opera senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Non si tiene conto che il commissario di Governo ha una struttura, che c'è una sovrastruttura che spesso si prende addirittura dagli organici dei comuni, che sono già ridotti all'osso.
Parlando di commissari, non posso non parlare di Ischia. Siamo al 2022: 12 feriti, 12 vittime, 40 abitazioni colpite e 462 persone sfollate. Debbono essere rimodulati gli interventi. L'isola oggi non è in sicurezza. Viene fatta una nuova ricognizione dei bisogni. Questo è il risultato delle scarse risorse stanziate - lo abbiamo detto a tempo debito - e di code di interventi che si procrastinano e non generano sicurezza nell'isola. Però, poteva essere fatto un intervento: ad esempio, si poteva provvedere al disboscamento insufficiente o alla manutenzione dei corsi d'acqua; si poteva controllare la cementificazione; si poteva provvedere alla revisione dei piani regolatori, al piano di Protezione civile dell'isola o alla pianificazione, alle vie di raccolta delle acque meteoriche. Sono interventi che non hanno grandi costi e possono essere previsti e pianificati in tempi brevi. Questi interventi, però, risulta che non siano stati fatti o non siano stati pensati o attuati veramente all'acqua di rose. Eppure, come dicevo prima, si può lavorare anche con la prevenzione, ma - ripeto - è veramente un pensiero troppo astruso.
Vedete, noi pensiamo che si possa lavorare facendo tornare la cultura del bene. Il cardinale Zuppi dice che dobbiamo evitare la disaffezione della gente e la deriva superficiale della politica. Lo Stato e il Governo dovrebbero essere i garanti di un adeguato livello di benessere. Benessere, per l'appunto: non è stato rifinanziato il Fondo per la povertà educativa in legge di bilancio e anche questo è un segnale forte di distacco o poca conoscenza di un fenomeno. Vogliamo parlare delle baby-gang e dei soggetti che oggi ne fanno parte? Beh, diciamo che dieci anni prima erano bambini problematici, magari con un disturbo oppositivo-provocatorio che non è stato trattato e questo non è colpa di questo Governo, però sta crescendo un forte disagio psicologico e relazionale con agiti violenti e di autolesionismo. Troppe sono le aree che non conoscono il concetto di benessere, ma per benessere parlo di un benessere essenziale, non certo di un benessere ad alto livello. Pensiamo, ad esempio, all'emergenza educativa. Pensiamo alle case popolari: su 769.745 alloggi popolari, 60.217 sono sfitti; eppure, tutti sappiamo in quest'Aula, maggioranza e minoranza, che la casa è un'emergenza. Parliamo della dispersione scolastica, che diventa un delitto punito, a seconda dei casi, con uno o due anni di carcere. Ma noi dobbiamo salvare i nostri ragazzi e dobbiamo prevenire i comportamenti devianti. E come arginiamo la dispersione scolastica? Condannando le famiglie. Beh, noi pensiamo che la risposta debba essere: no, non è questo il giusto metodo.
Vorremmo si desse vita, nei territori più deprivati, a comunità educanti capaci di distinguere e di stringere anche alleanze educative. La testa e la mente deve essere il Governo, che deve avere contezza delle disuguaglianze per una questione di giustizia sociale. Allora, più welfare e meno genitori andranno in carcere, che, peraltro, sono luoghi già sovraffollati e non in grado di rieducare il condannato. I genitori, purtroppo, a loro volta hanno già vissuto situazioni di povertà educativa. A fronte di tutto questo e con grande rammarico, perché questa è un'ennesima, nuova, occasione persa, il voto di Azione non può che essere contrario: troppa superficialità e troppa distanza dal mondo reale (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Sottosegretaria, onorevoli colleghi e colleghe, il decreto che oggi siamo chiamati a convertire in legge rappresenta una risposta concreta e articolata a diverse emergenze che interessano il nostro Paese, nonché un passo significativo nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di un intervento organico che affronta alcune tra le più urgenti criticità del nostro Paese, offrendo, al contempo, strumenti di sviluppo per il futuro. Le sue misure, articolate in due grandi assi, la gestione di situazioni di particolare emergenza e il sostegno all'attuazione del PNRR, rispondono alle esigenze di territori e comunità, che troppo spesso si sono sentiti abbandonati e/o trascurati.
Permettetemi di iniziare da ciò che riguarda la mia città: Venezia, un luogo che non è solo un simbolo del nostro Paese, ma patrimonio universale. Il decreto prevede una riorganizzazione della governance lagunare con il trasferimento all'Autorità per la Laguna di Venezia-Magistrato alle acque dei compiti e delle funzioni attribuite in precedenza all'attuale commissario straordinario, che cessa, quindi, le sue funzioni. Lo scopo è assicurare una gestione più efficiente e coordinata delle risorse destinate alla salvaguardia della Laguna e al completamento delle opere del MoSE, un sistema essenziale per proteggere la città dalle acque alte. Difendere Venezia non significa solo salvare una città, ma preservare un pezzo dell'identità italiana e mondiale.
Il provvedimento riguarda naturalmente anche tante altre aree del nostro Paese. Tra gli interventi che ritengo valga la pena menzionare vi sono quelli destinati alle aree ad alta vulnerabilità sociale. È previsto un piano straordinario di opere infrastrutturali e di riqualificazione sociale per comuni e aree metropolitane caratterizzati da elevata vulnerabilità sociale e disagio giovanile. Questo è un aspetto molto caro a Noi Moderati. Tra queste aree figurano Rozzano, a Milano, il quartiere Alessandrino-Quarticciolo di Roma, i quartieri Scampia e Secondigliano di Napoli, Orta Nova in provincia di Foggia, Rosarno e San Ferdinando a Reggio Calabria, il quartiere San Cristoforo di Catania e il Borgo Nuovo a Palermo. Tanta trasversalità e tanti interventi pratici. Il piano, quindi, mira a contrastare il degrado urbano e a promuovere l'inclusione sociale, con una dotazione finanziaria complessiva di 180 milioni di euro nel triennio 2025-2027. La lotta al degrado urbano - permettetemi - è una delle battaglie che abbiamo fatto soprattutto a Venezia proprio con Coraggio Italia, che fa parte del gruppo Noi Moderati. Ci siamo fortemente battuti e siamo felici che il Governo stia portando avanti queste misure concrete. Degrado urbano vuol dire insicurezza delle nostre città.
Altri interventi riguardano il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche, con l'obiettivo di contrastare la scarsità dell'acqua. Negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni di siccità che hanno messo in crisi il nostro sistema agricolo e il nostro sistema urbano. Con le misure introdotte, puntiamo al potenziamento e all'adeguamento delle infrastrutture idriche per migliorare la gestione e la distribuzione dell'acqua in modo più efficiente e sostenibile. In particolare, per porre fine alla crisi idrica nel territorio della regione siciliana - abbiamo visto quest'estate veramente dei momenti di grande difficoltà - si attribuisce al commissario straordinario il potere di realizzare impianti di dissalazione, anche mobili, nei comuni di Porto Empedocle, Trapani e Gela.
Vi sono inoltre disposizioni in materia di Protezione civile e lavoro. Si rafforza la capacità operativa di un sistema fondamentale come quello della Protezione civile, sia in occasione del Giubileo sia per garantire una risposta più efficace alle emergenze. Si introducono misure volte a sostenere l'occupazione e a tutelare i lavoratori nelle aree interessate da situazioni di crisi. Sono poi previste disposizioni urgenti per il recupero, la rifunzionalizzazione e la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, al fine di promuovere il loro utilizzo per fini sociali e istituzionali. Tra essi - permettetemi di dirlo come presidente della Commissione d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni altra forma di violenza di genere - vedrei proprio bene la creazione di nuovi centri per le donne vittime di violenza. Dobbiamo dare un segnale forte e riaffermare la presenza dello Stato nei territori colpiti dalla criminalità e trasformare simboli di illegalità in risorse per tutta la comunità.
Concludendo, permettetemi di dire che questo provvedimento non è solo una risposta alle emergenze, ma un piano strategico di rilancio per tutta l'Italia, tenendo conto di tutte le sue grandi e importanti differenze. Salvaguardare Venezia, sostenere i quartieri più fragili, potenziare le infrastrutture idriche e valorizzare i beni confiscati sono tasselli di un progetto più ampio che guarda al futuro del nostro Paese con ambizione e coraggio.
Dichiaro, dunque, a nome del gruppo Noi Moderati, il voto favorevole a questo provvedimento, con l'auspicio che le misure in esso contenute siano attuate con rapidità ed efficacia, restituendo ai cittadini fiducia nelle istituzioni e speranza nel futuro (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pella. Ne ha facoltà.
ROBERTO PELLA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Sottosegretario Siracusano, il gruppo di Forza Italia voterà a favore del decreto-legge in esame, nel quale si affrontano problematiche rispetto alle quali era necessario intervenire con la massima urgenza, e, proprio in sede di dichiarazione di voto sulla fiducia, abbiamo affrontato quelle che erano le tematiche relative alle questioni sociali e lavorative. In questo intervento intendo, invece, spiegare compiutamente la posizione favorevole del nostro gruppo soprattutto su quelle che sono le norme che vengono introdotte relativamente al settore idrico, ambientale ed energetico.
Nell'articolo 2 si affronta proprio la questione dell'emergenza acqua in Sicilia, disponendo il finanziamento di interventi per la realizzazione di dissalatori che, in qualche modo, possano aiutare alcuni comuni siciliani fortemente colpiti. Il Governo, devo dire, si è mosso in tempo, anche in considerazione di quella che è la grave crisi idrica che affligge il territorio della regione siciliana, rispetto al quale è stato deliberato, il 6 maggio 2024, lo stato di emergenza di rilievo nazionale. Sono 90, e lo ripeto, sono 90 milioni di euro messi a disposizione, a cui se ne aggiungono altri 100 a carico della regione Sicilia.
Quindi credo che anche questa sinergia, questa collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, che vede anche in quella regione un nostro governatore, Renato Schifani, sia la dimostrazione di come, quando le istituzioni si mettono insieme, si possono trovare ottime sinergie e, soprattutto, anche una moltiplicazione di risultati. La desalinizzazione rappresenta un'importante fonte idrica alternativa per la produzione di acqua potabile, e proprio la capacità installata a livello mondiale ha già superato i 100 milioni, interessando principalmente i Paesi arabi: penso all'Australia, alla costa orientale degli Stati Uniti e alcuni Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Come è noto, anche un articolo della legge SalvaMare, voluto dal MoVimento 5 Stelle, aveva di fatto bloccato la realizzazione di detti impianti, annoverandoli solo in casi eccezionali. Invece, grazie al nostro Ministro, il Ministro Pichetto Fratin, con il decreto-legge n. 39 del 2023, cosiddetto Siccità, siamo riusciti a sbloccare questa situazione e sicuramente a migliorare quello che è il quadro generale nazionale. Voglio ricordare che gli impianti più moderni sono a basso consumo energetico e sono collegati ad impianti di generazione di energia a fonte rinnovabile, e hanno pressoché risolto il problema dello scarico delle acque, che risulta anche, in qualche modo, importante soprattutto per il fronte anche dei comuni e dei territori collocati in riva al mare.
Dunque, l'operazione condotta dall'articolo 2 è assolutamente meritoria ed è necessaria a consentire alle aree costiere della Sicilia acqua a sufficienza, senza dover drenare quell'acqua delle aree interne della regione, dove, peraltro, sono in corso importanti attività per rendere più efficienti gli invasi e, soprattutto, la rete di distribuzione. In questo senso va anche la previsione, introdotta in Commissione, relativa alla diga di Campolattaro, un invaso con una capienza di 100 milioni di metri cubi in grado di fornire acqua potabile a più di 500.000 cittadini, irrigare oltre 15.000 ettari di terreni agricoli e produrre un'energia pulita.
Questo grazie anche al nostro Sottosegretario Siracusano, che, comunque, ha lavorato in maniera importante in quello che è stato il lavoro all'interno della Commissione nel definire, poi, proposte, inserimenti, modifiche e emendamenti che sono andati a rispondere a quelle che erano le proposte presentate dal nostro gruppo di Forza Italia. L'acqua, una volta in più, è stata anche uno dei punti centrali nella città di Benevento, nei comuni dell'Alto Sannio, ma ha coinvolto anche comuni importanti, come Napoli e Caserta, per il bacino Sarnese Vesuviano, alleggerendo anche il carico sugli acquedotti molisani, che, soprattutto durante il periodo estivo, sono fortemente colpiti, anche loro, dal fronte della siccità.
Su iniziativa proprio del nostro gruppo di Forza Italia si è altresì riusciti anche a prorogare di ulteriori 6 mesi il termine entro il quale è autorizzato il riutilizzo a scopi irrigui in agricoltura delle acque reflue depurate prodotte dagli impianti di depurazione già in esercizio, nonché anche il termine per il completamento, da parte dell'Autorità di bacino distrettuale, della sperimentazione del deflusso ecologico.
Si tratta di disposizioni tutte, apparentemente, scollegate tra loro, ma, in realtà, sono tutti applicativi di questo decreto-legge Siccità 2023, che, in qualche modo, mettono insieme una serie di proposte molto concrete e, soprattutto, fortemente apprezzate dalle autorità locali. Posso garantirlo, essendo anch'io sindaco: sono temi che per i sindaci sono basilari, sono importanti, perché poi per la popolazione queste sono le richieste maggiori, e credo che, quando si parla di acqua, questo sia uno dei temi più sentiti particolarmente in questi territori, e, quindi, credo che sia veramente utile e fondamentale il lavoro che abbiamo fatto.
Perché su questo punto voglio ricordare a tutti noi che in Italia si riesce a raccogliere solo l'11 per cento delle precipitazioni atmosferiche, e l'obiettivo di questo Governo, che è ambizioso, ma secondo me raggiungibile, è di arrivare al 40 per cento. Sempre in tema di interventi ambientali abbiamo anche approvato disposizioni fondamentali per sbloccare alcune grandi opere. Penso a Venezia, a quelle che sono le competenze per il sistema MoSE, che passano dall'Autorità per la Laguna di Venezia e, in qualche modo, garantiscono anche quella continuità e quella manutenzione comune dove, devo dire, si sta lavorando molto bene e dove abbiamo anche una presenza assai importante e significativa da parte di Forza Italia, in collaborazione con il sindaco Brugnaro.
Penso a Genova, dove abbiamo approvato misure per accelerare il completamento del nodo ferroviario e, soprattutto, il collegamento dell'ultimo miglio tra il Terzo Valico dei Giovi e il Porto Storico, anche qui un lavoro fatto in sinergia con le autorità locali, che oggi, nientemeno, vede in Bucci non solo l'ex sindaco della città, ma il presidente della regione; anche qui, in fattiva e totale collaborazione, proprio perché, quando c'è anche una visione comune di obiettivi e di ideali, diventa anche facile raggiungere questi importanti e significativi risultati.
Oppure penso all'area di Bagnoli, dove sono state approvate semplificazioni per accelerare la bonifica e il risanamento ambientale, anche qui con amministrazioni magari diverse, ma che, comunque, sanno cogliere, in quello che è un Governo attento, la collaborazione istituzionale nell'interesse unico dei cittadini e non delle singole forze politiche. Così come per i Campi Flegrei, colpiti nei giorni scorsi da una nuova rilevante scossa sismica, abbiamo introdotto quelle misure per accelerare gli interventi in corso.
Per quanto, poi, riguarda l'energia, con l'articolo 8 abbiamo anche introdotto una misura molto importante, con l'impegno di 45 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, cui si provvede con i proventi delle aree dell'ETS, e si tratta di una misura lungimirante, che serve a rassicurare gli investimenti nel settore delle rinnovabili, mediante l'adozione di contratti a lungo termine direttamente con i consumatori industriali.
Questo credo che sia anche importante perché rientra in quella importante e fattiva collaborazione non solo con i livelli istituzionali, ma anche con il mondo produttivo di questo Paese, che sicuramente in questo Governo vede un punto di riferimento e anche di fattiva collaborazione, ma, soprattutto, di promesse mantenute in quelli che sono i tempi diversi rispetto alla politica che chi fa attività industriale deve avere in un quadro complessivo anche di rilancio dei territori, ma anche nell'interesse dell'azienda che lo porta avanti.
Peraltro, con questa misura abbiamo anche un procedimento che porterà a separare il prezzo dell'energia dalle fonti rinnovabili da quello prodotto tramite gas, e ad oggi il meccanismo di determinazione di quello che è il prezzo del gas e dell'elettricità prevede proprio che l'ultimo impianto chiamato a produrre per soddisfare la domanda elettrica fissi il prezzo per tutti gli impianti di generazione, e nella maggioranza delle ore, ogni anno, gli impianti marginali sono quelli termoelettrici, quelli che, in qualche modo, hanno un ruolo importante e fondamentale sulle fasce più sensibili, più bisognose, quelle, della popolazione, che hanno più bisogno riguardo alla povertà energetica.
Su questo il Parlamento ha approvato atti di indirizzo che impegnano il Governo sul caro energia e il Governo, da questo, ha già annunciato un prossimo provvedimento in materia che uscirà nelle prossime settimane, nonostante l'opposizione - devo dire - stia accusando l'Esecutivo di non essere in grado di sostenere l'impatto dell'aumento dei prezzi. Io, invece, devo dire con orgoglio, come rappresentante di questo Parlamento, che questo Governo sta trovando quelle risorse importanti proprio per dare, anche su questo fronte, queste risposte significative.
Quindi, Presidente, come vede il Governo ha adottato queste misure che sono importanti, soprattutto perché rispondono concretamente anche a ordini del giorno che abbiamo affrontato in tanti provvedimenti. Certo, siamo ancora lontani dalla sicurezza e dall'indipendenza energetica del nostro Paese, ma questo è un problema che affligge tutta l'Europa e che imporrà oltre il 50 per cento dell'energia che consuma.
PRESIDENTE. Devo chiederle di concludere, collega.
ROBERTO PELLA (FI-PPE). È un problema - e mi avvio a concludere - che potremo risolvere, in tempi compatibili con le esigenze dell'economia e della società civile, solo con uno sforzo comune dei Paesi europei e proprio il tema dell'approvvigionamento, secondo me, sarà fondamentale e prioritario proprio in questa risoluzione.
Per questa ragione, con grande soddisfazione, come gruppo di Forza Italia esprimiamo il nostro voto favorevole, soprattutto nella consapevolezza di aver dato risposte ai territori, alle giunte regionali, alle giunte comunali, che si aspettavano qualcosa di importante che abbiamo saputo dare nell'interesse unico dei cittadini italiani, che aspettano di vedere le istituzioni collaborare insieme (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Torto. Ne ha facoltà.
DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, io mi domando perché continuate a chiamare questo provvedimento decreto Emergenza. Infatti, a me sembra che le emergenze voi le vediate soltanto nei titoli dei vostri provvedimenti, perché, poi, nelle pagine c'è soltanto la messa in scena di una grande farsa, uno spettacolo tragicomico, al quale dobbiamo assistere ormai da mesi. In realtà, siamo di fronte allo specchio della vostra ipocrisia: tante parole rassicuranti, qualche “normetta” messa qua e là e, poi, il nulla. Zero risorse, zero idee, zero progetti per l'Italia, il tutto per coprire un caos totale nel quale state buttando tutti gli italiani. Diciamolo chiaramente: voi non ci state capendo più niente e sapete perché? Perché le vere emergenze non sono dentro questo Parlamento: le vere emergenze sono al di fuori, le vere emergenze sono nelle strade che si sgretolano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), nelle case senza riscaldamento, nei quartieri abbandonati a loro stessi, nei giovani che scappano dall'Italia perché non c'è più futuro. Le vere emergenze sono quelle dei lavoratori che sono costretti a firmare contratti da fame, nei territori che franano sotto la pioggia, mentre voi, a danno avvenuto, vi presentate per le solite passerelle, con le solite promesse.
Per non parlare, poi, della totale indifferenza che state mostrando verso i comuni, i sindaci, i cittadini che si trovano a far fronte ad un grave problema, che è quello della crisi idrica. Voi dite “no” a una gestione intelligente della nostra risorsa pubblica, l'acqua. E questo perché? Perché siete incapaci? No, perché avete un disegno preciso: quello di arrivare a privatizzare tutto, e lo state già facendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); dalla sanità adesso arriviamo anche alle risorse primarie. L'elenco è lungo, Presidente, e ci vorrebbero giorni qui per parlarne.
Parliamo di sicurezza. Perché - mi domando - avete votato contro la riqualificazione delle periferie? Ve lo diciamo noi: perché per voi la sicurezza è soltanto un concetto da esibire, magari mettendovi una magliettina, una felpina della Polizia, mentre, però, continua a non importarvi di avere scuole sicure e, soprattutto, spazi pubblici vivibili. Perché non avete aumentato le Forze dell'ordine sulle nostre strade? Ve lo diciamo noi: perché preferite spedirle a pattugliare il nulla in Albania. Questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Però, già che ci siamo, fate un favore a noi e al Paese: dite alla Meloni che questi centri non funzioneranno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Capito? Non funzionano! Nel frattempo, l'Italia rimane senza mezzi, senza persone e senza sicurezza perché avete deciso di non proteggere il vostro Paese.
Voi siete quelli che dite “no” all'investimento in cultura e sport per i giovani. Certo, perché è meglio lasciarli alla mercé della criminalità, senza speranza e senza prospettive; d'altra parte, Santanche' lo dice benissimo: ma chi se ne frega, no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Eppure, quando c'è da dire “sì” alle lobby, alle lobby delle armi e alle lobby dell'energia, siete sempre i primi e in prima fila, così come anche per gli aumenti del carrello della spesa perché tanto, poi, la gente ci si abitua. Come alla benzina alle stelle: quelle accise che dovevate togliere - lo ricordate? - invece sono lì e lievitano. “Sì” a tasse su tasse, che stanno schiacciando tutti, i lavoratori, le famiglie, gli studenti, le piccole imprese; “sì” alle bollette impossibili, perché nel nostro Paese, ormai, si sceglie se mangiare o pagare per il riscaldamento. Voi non sapete che cosa significa la vera emergenza nel nostro Paese. Sapete che l'anziano, ormai, spegne il riscaldamento e, magari, si copre con tre coperte perché non riesce a pagare con il proprio stipendio o con la propria pensione una bolletta (La deputata Morfino mostra un foglio)? Lo sapete? E il negoziante? Prima è costretto a spegnere l'insegna luminosa del proprio esercizio e, poi, alla fine deve chiudere tutta la bottega, perché in realtà è schiacciato dai costi del caro energia. E non parlate con le madri né con i padri, che lavorano tutto il giorno, per poi vedere che metà del loro stipendio serve a pagare una bolletta e non possono utilizzarlo per crescere la propria famiglia.
Io mi chiedo per chi diamine state governando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ce lo dovreste dire, perché voi siete quelli che parlano di sovranità: ma la sovranità di chi? Se davvero foste delle donne e degli uomini del popolo, non lascereste il popolo a fare i conti per sopravvivere, mentre le grandi multinazionali e le lobby vi ringraziano per il vostro silenzio e per i loro profitti record. Presidente, la verità è che di cambiare questo Paese non interessa proprio a questo centrodestra e, quando qualcuno lo fa notare, che fate? Cucite la bocca al Parlamento. Come? Con decreti continui, che sono blindati e imposti a questo Parlamento a colpi di fiducia, con pareri sugli emendamenti che non arrivano mai e con proposte che arrivano in zona Cesarini all'ultimo momento. E basta, e basta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
Ma ve la ricordate Giorgia Meloni, cinque anni fa, da quei banchi? Quella che urlava contro i decreti d'urgenza nel periodo della pandemia? Lì sì che c'era un'emergenza. Non mi sembra che sia la stessa cosa oggi, eppure Meloni ha trasformato questo Parlamento nel suo ufficio di timbra carte. Però, questa non è la democrazia, Presidente: questa è solo una grande vergogna per l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Qui si è fatto il giuramento sulla Costituzione, lo ricordate, colleghi? I vostri amici, Ministri e Sottosegretari? Qui avete detto che la sovranità è del popolo, eppure non è così, perché la sovranità l'avete lasciata a quei quattro che si chiudono nelle stanze del Governo e rispondono e soddisfano i poteri forti, come piace chiamarli a Giorgia Meloni. Le leggi le fa il Parlamento, questa è la verità: qui si propone, qui si discute, qui si corregge, qui si modifica. E dovreste ascoltarci, perché noi ci facciamo portatori della voce del popolo. Non siamo in una caserma, dove dobbiamo obbedire agli ordini della Presidentessa Meloni.
Concludo, Presidente. Noi non ce ne staremo zitti, anche se ci state davvero tappando la bocca. Noi continueremo a essere la voce, ma, soprattutto, la rabbia, lo sconforto dei cittadini italiani che sono al di fuori di queste stanze e che voi continuate a ignorare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quando arriverà il giorno in cui non avrete più scuse e non avrete più nessuno a cui dare la colpa, resterà soltanto il peso delle vostre scelte e, soprattutto, il fallimento di una politica che ha deciso di preferire il potere alla responsabilità. Proprio per questo noi oggi diciamo un fermo “no” a tutte le leggi di una politica ingiusta e, soprattutto, di una politica di oppressione.
Però, diciamo un immenso e grande sì al dovere di rappresentare tutti coloro che sono stanchi di essere presi in giro da questo Governo di destra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bof. Ne ha facoltà.
GIANANGELO BOF (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, Sottosegretario, questo decreto è importante per dare una rapida attuazione, in modo anche efficace, al nostro PNRR, che può cambiare i destini del nostro Paese. Dobbiamo velocizzare, ottimizzare i tempi di pianificazione, approvazione ed esecuzione dei tanti progetti che abbiamo in piedi. Il primo di questi temi, che viene affrontato proprio nell'articolo 1, riguarda le periferie, che non sono semplicemente un luogo geografico, ma sono contenitori di rabbia, voglia di riscatto del nostro Paese. Presidente, noi non stiamo dalla parte di chi fa la rivoluzione dai salotti radical chic, noi non stiamo dalla parte di chi pensa di risolvere i problemi del nostro Paese imbrattando i monumenti o bloccando le strade, ma poi vive con le carte di credito dei genitori. Noi non siamo neanche dalla parte di chi crede che quella rabbia e quella voglia di riscatto vadano spente e umiliate con i sussidi di Stato, come il reddito di cittadinanza, o, ancora peggio, anestetizzate con le canne. Noi vogliamo che lo Stato stia al fianco di questi giovani, che dia loro una prospettiva, una speranza. Vogliamo che la rabbia diventi ambizione, orgoglio di avercela fatta. Questo per i progetti come a Rozzano, Alessandrino, Scampia-Secondigliano, Orta Nova, Rosarno-San Ferdinando, San Cristoforo, Borgo Nuovo: luoghi che nelle cronache conosciamo da decenni.
In questi luoghi, dove spesso anche le amministrazioni locali hanno evidenziato i loro limiti oggettivi di azione, proprio qui, abbiamo affiancato agli amministratori commissari con poteri speciali, che possono affiancarsi ai territori per dare a questi territori la risposta alle loro speranze, come meritano. Qui, una riflessione va fatta, perché ho sentito parlare tanto dei sindaci, dei sindaci, dei sindaci che noi commissariamo, cosa che ha ribadito più volte anche il Sottosegretario essere falsa. In realtà, noi abbiamo bisogno dei commissari per riuscire a intervenire sul nostro Paese in maniera efficace e rapida, rispetto a normative, rispetto a procedure. Ho sentito parlare di procedure come: non importa se il malato muore, l'importante è che sia stata rispettata la procedura, perché noi siamo il Paese delle procedure e siamo imbrigliati in queste norme, in queste procedure, che sembrano per noi le tavole di Mosè (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). In realtà, noi siamo al Governo per cambiare questo sistema, noi vogliamo che la burocrazia ci sia e vogliamo che i controlli ci siano, ma devono essere efficaci, snelli e veloci e non devono fermare il nostro Paese. Questo è il nostro motivo di essere qui. Il riscatto di questi cittadini è il sentimento che serve a quella parte del nostro Paese che vuole emergere, che vuole rompere le catene dell'assistenzialismo, che vuole essere protagonista del proprio destino, con fierezza, orgoglio e libertà.
Con questo provvedimento vogliamo anche affrontare un tema annoso, come il problema idrico in Sicilia. Il commissario, con i suoi poteri, si affianca alle autorità locali per dare attuazione ai progetti dei dissalatori di Porto Empedocle, Trapani e Gela. Un altro evento importante che quest'anno ci onoriamo di avere è il Giubileo e consentire una giusta collaborazione con i giusti provvedimenti normativi, da parte della Protezione civile con chi poi dovrà gestire il Giubileo, è una cosa molto importante. Infatti, oltre agli investimenti, ai tanti investimenti che si stanno facendo per questa grande manifestazione, poi c'è anche tutto l'apparato organizzativo che, con l'aiuto della Protezione civile, sicuramente può dare un effetto migliore e una gestione migliore degli eventi.
Come gruppo Lega ci siamo impegnati in questo provvedimento per intervenire con quelli che sono i nostri temi, i nostri argomenti. Con un nostro emendamento abbiamo implementato di 15 milioni di euro il fondo per inserire i giovani con disabilità e under 30. Abbiamo dovuto implementare questo fondo proprio perché, grazie al grande lavoro del Ministro Locatelli, si è appurato che i fondi erano esauriti perché c'era stata una forte richiesta; questo si è rivelato essere un progetto che funziona, un progetto che ha avuto la sua efficacia e un progetto che ha dato i propri risultati. Un Paese civile deve dare opportunità a tutti, opportunità, non assistenzialismo. Nessuno deve essere dimenticato e, quindi, questo va proprio nella giusta direzione, va nel segno giusto. Sempre con un nostro emendamento promuoviamo quella sinergia, tanto osteggiata dalle sinistre, della collaborazione tra il pubblico e il privato. Noi abbiamo un'infinità di beni demaniali e occorre una giusta sinergia fra il pubblico e il privato: il pubblico deve stabilire le regole e il privato deve fare gli investimenti. Se questo viene fatto bene - come cerchiamo di fare - possiamo valorizzare i beni demaniali, andando anche a prevenire il dissesto idrogeologico, e rivalutare questo patrimonio che è del nostro Paese. Un altro intervento importante, tanto voluto dal nostro gruppo, è la diga di Vetto, che, se noi guardiamo le problematiche che oggi ha il nostro Paese, è - penso - un degno esempio del to do, di cosa sarebbe da fare. Noi andiamo a realizzare una diga che consente la prevenzione del rischio idrogeologico - e ci ricordiamo fino a un anno fa i problemi che hanno avuto quei territori con il problema idrogeologico - e risolviamo il problema dell'approvvigionamento irriguo per le coltivazioni di quei luoghi; ricordiamo che l'Emilia-Romagna è uno dei Paesi che produce la gran parte dei prodotti ortofrutticoli di tutto il Paese e, quindi, avere delle risorse a scopo irriguo, soprattutto nel periodo estivo, è un valore molto importante. Ma poi, anche, una diga produce energia elettrica green, cioè riusciamo a produrre energia elettrica green. Qui, abbiamo messo un commissario, perché ovviamente a volte bisogna superare i veti, le lentezze ideologiche che rallentano lo sviluppo del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Infatti, non possiamo essere green e poi porre veti o rallentare quando ci sono da fare degli investimenti. Essere green, essere innovativi, dare servizi ai cittadini vuol dire fare investimenti, vuol dire agire sul territorio e fare quelle infrastrutture che sono necessarie.
L'Unione europea, col PNRR, interviene anche sui dimensionamenti scolastici, impone i dimensionamenti scolastici. L'obiettivo che questo Governo vuole raggiungere, senza tagli di servizi o di risorse, è invece di reinvestire sempre all'interno del sistema scolastico le economie che si creano. Dice il falso chi dice che le scuole chiuderanno: nessuna scuola chiuderà. Ripeto, le imposizioni sono proprio con il PNRR dall'Unione europea, per andare in questa direzione. Per noi è un dogma che un Paese che vuole correre, un Paese che vuole produrre, un Paese che vuole intraprendere, deve consentire lo spostamento di persone e merci su infrastrutture veloci, moderne, green e, per la Lega, questa è sempre una priorità. Gli investimenti che sta portando avanti il Ministro Salvini al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti vanno proprio in questa direzione, per avere un Paese moderno, un Paese veloce, un Paese che faccia muovere l'economia. Il completamento del nodo ferroviario tra il porto di Genova e il Terzo Valico dei Giovi è un importante snodo portuale, così importante perché, ovviamente, Genova è uno dei porti principali del nostro Paese ed è fondamentale che sia collegato. Il commissario che sarà nominato avrà risorse e poteri per dare piena attuazione a questo rilevante progetto. Vorrei ritornare ancora sul tema dei commissari, perché un esempio l'abbiamo avuto in maniera plastica: l'Italia è il Paese delle opere che hanno tempi biblici nella loro realizzazione ma poi abbiamo visto che, nominando Bucci, oggi governatore della Liguria, commissario al ponte Morandi - allora era sindaco di Genova - improvvisamente siamo riusciti a realizzare in pochissimo tempo un ponte, cosa che in Italia era impensabile e inimmaginabile. Quindi, i ruoli commissariali funzionano.
La Lega vuole scommettere sulla voglia di riscatto delle periferie, vuole scommettere su un Paese libero, veloce, con più “sì” e meno “no”, con meno burocrazia inutile, con più fiducia e più responsabilità. Per questo il nostro gruppo Lega-Salvini Premier voterà favorevolmente a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lai. Ne ha facoltà.
SILVIO LAI (PD-IDP). Presidente, Governo, colleghe e colleghi, il decreto Emergenza, come molti altri emergenziali, in realtà, è un decreto confuso, privo dei requisiti di necessità e urgenza, utile solo per pochi.
Come tanti altri decreti di questo Governo, nasce da esigenze del tutto lontane dall'interesse generale, soprattutto nelle soluzioni che vengono proposte. Normalmente, i decreti di questo Governo - e anche questo non sfugge all'impostazione - non nascono da una urgenza vera, salvo quella di disporre di strumenti di distrazione di massa per coprire il disastro economico del Governo. Un disastro che è nei numeri: un PIL dimezzato rispetto alle prospettive e agli annunci del Ministro Giorgetti, un PIL a zero per il 2026, una prospettiva di recessione per i prossimi anni, quando il PNRR non sostituirà più i mancati investimenti, 23 mesi di produzione industriale che diminuisce. Un disastro che nasce dai dati concreti degli italiani che non entrano più in un ristorante o in pizzeria neanche il giorno di San Valentino, stanno attenti alla spesa alimentare per non uscire dai conti familiari e sono devastati dall'aumento degli interessi dei mutui, delle bollette e dei carburanti, e dalle multe che vi siete inventati immotivatamente.
Se non ci fosse il PNRR, quello che avete contestato e osteggiato e che guardate sempre con ostilità senza dichiararlo perché sinora avete dimostrato di non saperlo gestire, saremmo in recessione già da oggi. Ogni settimana avete bisogno di distrarre gli italiani dalla realtà, di fare propaganda, di inventare storie e nemici. Ogni giorno c'è un ufficio a Palazzo Chigi che sa che deve correre a inventare qualcosa per distrarre il Paese; solo quando c'è il Festival di Sanremo prende una settimana di vacanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quell'ufficio partorisce ogni settimana un decreto-legge per propaganda, a cui si aggiungono esigenze di qualche parte più o meno influente della maggioranza, per poi aggiungere - e questo per via emendativa così da dare al Parlamento la responsabilità della mancata omogeneità del decreto - altre esigenze locali ed elettorali.
La propaganda si vede già dall'articolo 1 di questo decreto, che il Governo ha anche chiamato Caivano 2, e sta nella norma che punta alla diffusione del modello Caivano in altri quartieri delle città italiane, così da elevarli a simbolo delle periferie degradate, dove si anelerebbe all'intervento commissariale del Governo quale soluzione definitiva al dis-ordine che sarebbe causa del disagio.
Ma quando mai? Quando mai questa è stata la soluzione al degrado sociale? In quali studi e analisi avete trovato le basi per questa soluzione al degrado sociale, per questo intervento sulle periferie? Dove avete letto che delegittimare i sindaci e le amministrazioni con un commissario funziona contro il degrado? Dove avete rilevato che occorre marginalizzare il Terzo settore? Che quelle poche associazioni - spesso la Caritas - che in questi quartieri resistono e danno speranza, oltre che servizi, vanno ignorate dalle leggi che voi approvate?
E altrettanto propagandistica è la norma che finanzia con 100 milioni di euro l'acquisto dei tre mini dissalatori in Sicilia. O quella dell'articolo 5, che finanzia alcune opere senza alcun quadro complessivo, senza alcun criterio, senza la minima trasparenza. Un milione dove ne servono 50, 100.000 euro dove servono 2 milioni: scemare e sopire, illudere e ingannare, mai risolvere.
E non c'è alcuna emergenza, se non una brutale presa del potere, anche a costo di piegare le norme e le leggi, le regole e la logica, nella presa manu militari dell'ACI, l'Automobil Club d'Italia, attuata con l'articolo 7 del decreto. La spiego, Presidente, per i cittadini che ci ascoltano. Questo Governo ha consentito, un anno fa, alle federazioni sportive, di cui alcuni vostri parlamentari sono presidenti, ai limiti dell'incompatibilità, di potersi confermare per la quarta volta nel loro compito, purché rieletti con il 65 per cento dei consensi. E così ha fatto anche l'ACI nel mese di settembre scorso, in quanto aderente al CONI come federazione sportiva. Ma il Governo, con questa norma, in questo decreto, toglie l'ACI dalle federazioni sportive, assimilandola a una nomina governativa, in quanto il MEF, con un decreto, fa sua la nomina di un presidente eletto e questo ancora per una norma anteguerra.
Per 100 anni c'è stata la federazione sportiva degli sport automobilistici e ora diventa un organismo di nomina governativa per spianare la strada a rampolli illustri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ma dov'è l'autonomia dello sport? Dov'è la libertà? In un contesto, come quello che avete creato con un intervento governativo che non ha precedenti, quale sarà la libertà di scelta di chi vota in quella federazione? Se questa non è impunità, se questo non è abuso di potere, cos'altro di esemplare possiamo trovare?
E poi tante norme, che si potevano trovare in direttive, decreti ministeriali, atti amministrativi, ma sapete, bisogna tenere occupato il Parlamento con qualche cosa che serva per la propaganda, con l'effetto ottico di approvare norme propagandistiche, già consumate nella comunicazione pubblica e spesso anche superate dagli eventi. La propaganda è la vostra ossessione, non è la vita degli italiani, non è il loro lavoro giusto e correttamente retribuito, non è la loro salute in un sistema sanitario universale in cui nessuno debba rinunciare alle cure, non è la cultura, non la conoscenza, non l'istruzione, non il loro futuro. La vostra propaganda è un inganno. È l'inganno di un gruppo dirigente imballato in poltrone attese da una vita, quanto oggi immeritate dalla realtà che emerge durissima nel fallimento.
C'è sempre un'esigenza propagandistica da cui partite, per far credere in una capacità di risolvere i problemi con la decisione o con la forza che altri non avrebbero voluto o saputo osare. E poi, quando non funzionano le soluzioni da creduloni che avete applicato, c'è sempre un nemico dietro, un complotto, un potere forte che ne ha impedito il successo. È ormai questa la sequenza che proponete per tutto.
E se le soluzioni sono inefficaci perché inutili, ridicole e talvolta dannose, vai con la colpa a qualcuno: l'Europa, la Corte penale internazionale, le toghe politicizzate, i servizi segreti deviati, il sindacato che osa proclamare scioperi, i chiodi sui binari, i giornalisti invadenti, i professori di sinistra, gli artisti di sinistra, gli scrittori di sinistra, le associazioni di sinistra, i preti di sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Ogni cosa è buona per un nemico che serva a coprire i vostri fallimenti.
Voi confondete propaganda con emergenza. Eppure, basterebbe uscire da Palazzo Chigi e andare per le strade per stabilire delle priorità. Prendiamo il tema della siccità. In questo decreto fate finta di affrontarla, ma non mettete neanche una pezza, anzi, smentite il vostro commissario Dell'Acqua. Nel Nord Italia, le nevicate sono ridotte del 40 per cento rispetto allo scorso anno e questo annuncia un'analoga riduzione dell'acqua disponibile in primavera, mentre al Sud la situazione è ancora più grave: agli agricoltori in Sicilia e Sardegna viene annunciato che la stagione irrigua neanche partirà; altro che sovranità alimentare!
La cabina di regia sulla crisi idrica, quella che avete stabilito con il decreto Siccità nel 2023, si è riunita quattro volte in un anno e mezzo, ha presentato una prima relazione nell'agosto 2023 e poi dovrà presentarne una seconda, a marzo del 2024, con le opere emergenziali. Bene, quella riunione non si è mai fatta, ma il commissario ha trovato il modo di comunicare quali sono le opere emergenziali in un'audizione in Commissione ambiente. Ebbene, da quell'intervento, che evidentemente ha aggirato il Governo, emerge che servono 1,6 miliardi per le opere emergenziali contro la siccità, 300 in Sardegna, 500 per tutto il Mezzogiorno e 800 per la Sicilia. È tanto? No, è solo un decimo di quanto stanziato per il vostro Ponte sullo Stretto.
E qualunque persona che non pensi ai conti dello Stato come farebbe un bimbo non avrebbe dubbi sulla priorità tra le opere emergenziali sulla siccità o un ponte che non si potrà mai fare perché non ci sono le condizioni per farlo, quelle geologiche innanzitutto. E lo sapete anche voi, lo dice il fatto che, ad oggi, non avete ancora notificato nulla su quel ponte all'Unione europea. Allora, anziché costruire condotti o strutturare le dighe, perché le condizioni di assenza dell'acqua peggioreranno, l'unica cosa che farete è mandare autobotti, come per un intervento imprevedibile. Del resto, la destra a cui vi ispirate è negazionista sui vaccini, così come sui cambiamenti climatici. E per questo alle alluvioni, che sono sempre più frequenti e devastanti, rispondete facendo spallucce e lasciando regioni e comuni al loro destino, così come i cittadini, incolpevoli.
In questo siete coerenti, a maggior ragione oggi che il negazionismo, come l'impunità, arriva dal vostro modello, Trump, quello stesso Trump che, ieri mattina, Marina Berlusconi apostrofava per i suoi primi provvedimenti, definendoli atti di bullismo.
Ora, un'emergenza, ad esempio, sarebbe il dramma che si consuma nelle carceri e che non riguarda solo i detenuti, quelli che godete a non far respirare. Autorevolmente ne hanno segnalato l'urgenza innanzitutto il Papa - e voglio cogliere l'occasione per augurare al Santo Padre una pronta guarigione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) -, ma anche il Presidente della Repubblica e i sindacati della Polizia penitenziaria. E di fronte allo sdegno, alle preoccupazioni e agli allarmi, vi siete girati dall'altra parte: meglio occuparsi della separazione delle carriere, che non porta alcun beneficio per la collettività, ma che nasce dalla vostra volontà di indebolire l'ordine giudiziario, ancora oggi in grado di porre in attuazione della Costituzione un serio limite all'esercizio del potere esecutivo. E con la stessa volontà, portate avanti il tentativo di mettere il bavaglio all'informazione o alla libertà di manifestare le vostre opinioni.
Ora, potremmo parlare di pensioni, di lavoro precario - e mi avvio a concludere -, di bollette energetiche e idriche troppo care, di sanità pubblica in crisi, incapace di rispondere alle necessità vere, ma sarebbe inutile in questo Parlamento, dove per voi le necessità sono solo le bandiere della propaganda, perché la vostra ossessione per la propaganda vi serve per nascondere la realtà. Come spesso succede a chi dice troppe bugie, alla fine, però, si rischia anche di credere a quello che si dice. Ma la realtà sta dicendo altro ogni giorno. Sta dicendo alle famiglie che hanno meno soldi in tasca; altro che mirabolanti aumenti. E i soldi sono meno, anche perché tutto costa di più e voi raschiate - e concludo, Presidente - il fondo del barile, accrescendo il gioco d'azzardo, promuovendo sanatorie edilizie, cancellando multe e rottamando cartelle. Ma tutto quello che fate o non funziona o fa male al Paese.
Per questi motivi, a questo decreto, che doveva guardare alle emergenze per affrontarle di petto e non per evitarle, come fate, non posso che esprimere, a nome del Partito Democratico, il voto contrario nel merito a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lampis. Ne ha facoltà.
GIANNI LAMPIS (FDI). Grazie, Presidente. Il dibattito che su questo provvedimento si è sviluppato, sia in Commissione che durante i lavori di Aula di questa settimana e della scorsa, ha visto una caratterizzazione in negativo, troppo spesso riconducibile a posizioni ideologiche preconcette nei confronti dei partiti che compongono questa maggioranza e questo Governo, legittimamente eletto dagli italiani. Anche nell'ultimo intervento - per suo tramite, Presidente - vorrei significare che non è nostra abitudine fare dell'azione politica quotidiana oggetto di perenne propaganda.
Noi siamo qui perché abbiamo vinto le elezioni. Ci troviamo in numero necessario per poter realizzare il nostro programma elettorale, e so che di questi tempi è quasi una notiziona, un evento, una calamità naturale. Dopo 10 anni di democrazia sospesa, di governo dei perdenti, siamo arrivati noi, con Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), con Fratelli d'Italia, per provare a recuperare il tempo perso nel passato. I colleghi del MoVimento 5 Stelle - per suo tramite, Presidente - si chiedono perché noi continuiamo a chiamare questo provvedimento decreto Emergenza.
Mi sembra semplice, se non scontato. Stiamo semplicemente risolvendo le situazioni incancrenite lasciate da loro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che pensavano che il riscatto sociale ed economico di questa Nazione passasse per il reddito di cittadinanza e per il superbonus. Noi oggi pensiamo, invece, che esista soprattutto affermare lo Stato di diritto, laddove per troppo tempo la nostra massima istituzione ha abdicato a forme di criminalità diffusa. Con questo decreto noi affermiamo, senza paura di smentita, che esiste un modello Caivano; un modello che ha raccolto, che è iniziato, che si è affermato, cogliendo il grido di dolore di un prete.
È un grido di dolore che per troppo tempo questo prete ha visto senza risposta e che solo Giorgia Meloni, con i suoi Ministri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e con questa maggioranza di Governo, ha ritenuto di dover mettere come priorità del proprio impegno quotidiano. Giorgia Meloni, il Presidente del Consiglio, e questa maggioranza di Governo, hanno decretato la presenza dello Stato, laddove per troppo tempo lo spaccio di sostanze stupefacenti e la criminalità organizzata avevano realizzato, invece, una zona franca, come dicevo, in cui solo i criminali avevano vita facile.
Ma questa situazione, questo degrado, purtroppo, non appartiene solo a quella realtà. È per questo motivo che oggi il Governo ha ritenuto di dover estendere questa serie di iniziative ad altre realtà presenti nella nostra Nazione. Parlo di Rozzano, dei quartieri Alessandrino e Quarticciolo a Roma, dei quartieri di Scampia e Secondigliano a Napoli, di Orta Nova, Rosarno, San Ferdinando, a Catania nel quartiere San Cristoforo, a Palermo, Borgo Nuovo. Noi riteniamo che questo tipo di iniziativa passi, innanzitutto, dalla concertazione con chi amministra il territorio.
Siamo stati accusati ingiustamente, durante questi lavori d'Aula, di avere commissariato addirittura i sindaci e le amministrazioni comunali. Non è assolutamente vero. Questo provvedimento legislativo, nella sua interezza, mira a realizzare importanti risposte che da anni i territori chiedevano e che da anni, purtroppo, venivano messe in un cassetto senza trovare le risposte auspicate. Il modello Caivano è un modello di legalità, lo dicevo prima. È un modello di legalità per chi abita in quei territori, in quei luoghi, ma anche un modello di legalità per dire che chi quotidianamente veste la divisa ha tutta la nostra ammirazione e la nostra solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Troppo spesso questa gente si vede additata dalla parte sbagliata per il solo fatto di avere svolto il proprio dovere. Ma, soprattutto, il modello Caivano è per noi il più naturale e genuino modello di riscatto delle nuove generazioni, dei giovani. Ripartire dal ruolo della famiglia, della scuola, dello sport, delle associazioni culturali e degli oratori significa togliere i giovani da quel mercato criminale che, troppo spesso, ha fatto pensare loro che ci potesse essere una vita semplice, dedicata solamente alla delinquenza. Noi questo non lo vogliamo e, oggi più che mai, vogliamo prevenirlo.
Ecco perché noi oggi ci occupiamo di emergenza. Il Governo Meloni ha messo in campo un nuovo approccio nell'affrontare le emergenze, cioè quello di pianificare, di predisporre prima piani che consentano di affrontare in maniera più importante le emergenze, ma soprattutto di prevenirle. Lo dicevo prima, noi lo abbiamo fatto senza girarci dall'altra parte. C'è chi oggi ci accusa di fare solo propaganda e magari, per tempo, ha preferito la mortadella negli occhi di prodiana memoria, piuttosto che rispondere a chi, sul territorio, chiedeva la presenza delle istituzioni.
Noi oggi continuiamo a testa alta ad affrontare i problemi del Paese. Lo facciamo dedicando 180 milioni di euro per la riqualificazione urbana di queste periferie, ma anche per dare attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non è propaganda, non è una mia invenzione, lo dicono tutti coloro che hanno la capacità di valutare oggettivamente ciò che avviene in Italia. Siamo la prima Nazione europea in linea con i tempi sulla spesa e sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di un lavoro importante, fatto precedentemente dal Ministro Fitto e già messo in campo in queste settimane dal Ministro Foti: 120 miliardi già incassati sui 194 stanziati.
Questo significa che c'è una grande capacità di collaborazione, che ha messo insieme tutta l'architettura costituzionale di cui questo Stato è composto, quindi le regioni, le province, i comuni e tutti coloro che oggi possono portare un contributo importante per la ripresa economica del nostro Paese. Emergenza idrica: anche in questo caso, un grande impegno del Ministro Musumeci, che ha ritenuto di dover garantire la massima e leale collaborazione alla regione siciliana, mettendo in campo 100 milioni per fronteggiare questo tipo di crisi.
Parliamo dei dissalatori, degli impianti di dissalazione, anche mobili, nei comuni di Porto Empedocle, Trapani e Gela. Anche questa è un'emergenza e, anche qui, dimostriamo che, con la pianificazione fatta già da ora, magari potremo avere una stagione estiva più mite rispetto alla scarsità della risorsa idrica. Permettetemi anche un cenno per i 700 lavoratori portuali di Cagliari, Taranto e Gioia Tauro, che rischiavano di essere dimenticati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e che, grazie all'impegno di questo Governo, invece, lavoreranno ancora per 24 mesi a servizio di quel comparto economico che in questi 3 sistemi portuali è da tempo affermato.
Non meno importante è affrontare, in questo decreto, il tema delle tossicodipendenze. Anche in questo caso, da parte nostra, non vi è nessuna novità: ci occupiamo di prevenzione. Non posso dimenticare - sarò veloce - che qualcuno ha provato a fare disinformazione su soldi che andrebbero sottratti alla struttura commissariale del sisma del 2016. Si tratta solamente di un'anticipazione di cassa, cioè di un qualcosa che si impara in una prima seduta di consiglio comunale.
È una risposta attesa da quattro comuni dell'Umbria e delle Marche (Ancona, Senigallia, Pesaro, nonché la frazione Pierantonio di Umbertide), che consentirà risposte celeri per comunità che erano da tempo dimenticate. Quindi, ai professionisti della disinformazione noi diciamo che per la prima volta è stato istituito, nella legge di bilancio del 2025, un Fondo per le grandi emergenze di 1,5 miliardi di euro, che dovrà essere speso dal 2027. Ecco, io penso che anche in questa sede possa servire ricordare che, dopo 160 anni, questo Governo è riuscito addirittura a nominare il commissario straordinario per la diga di Vetto, in provincia di Reggio Emilia…
PRESIDENTE. Concluda, collega.
GIANNI LAMPIS (FDI). Concludo. Insomma, doveva arrivare Giorgia Meloni a Palazzo Chigi per concludere questa opera. Con questo, Presidente, comunico il voto favorevole di Fratelli d'Italia e non potrebbe non essere così: un Governo che ci ha abituato ai fatti e non alle parole non può che meritare il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 2184-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2184-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2184-A: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 dicembre 2024, n. 208, recante misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 20) (Applausi).
Prima di passare al prossimo punto all'ordine del giorno, facciamo una breve pausa. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12,30.
La seduta, sospesa alle 12,22, è ripresa alle 12,35.
Discussione della mozione Cappelletti ed altri n. 1-00390 concernente iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell'energia per famiglie e imprese.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Cappelletti ed altri n. 1-00390 concernente iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell'energia per famiglie e imprese (Vedi l'allegato A).
La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori (Vedi calendario).
Avverto che in data odierna sono state presentate le mozioni Peluffo ed altri n. 1-00398 e Bonelli ed altri n. 1-00399 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno, verranno svolte congiuntamente. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).
(Discussione sulle linee generali)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
È iscritto a parlare il deputato Enrico Cappelletti, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00390. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Presidente, il MoVimento 5 Stelle ha chiesto più volte al Governo di intervenire su questo problema, ormai annoso, che è il caro bollette, lo avevamo fatto già in legge di bilancio senza risultato. Un mese fa abbiamo presentato anche un'altra mozione con molte proposte che è stata discussa, ma dalla Premier Meloni ancora silenzio, come se la Premier non avesse visto arrivare quello tsunami sulle bollette che effettivamente sta arrivando, perché ora il caro bollette lo stanno pagando i cittadini e le imprese.
Almeno il Ministro Giorgetti pare che se ne sia accorto e si sia un po' svegliato: ha annunciato, infatti, che sta lavorando a degli interventi urgenti e ha fatto anche un'ammissione importante, ha detto che l'uscita dal mercato tutelato è stato un clamoroso errore. Diamo atto al Ministro Giorgetti di riconoscere un proprio errore, visto e considerato che è stata una decisione del suo Governo. Adesso possiamo dirlo, e allora diciamolo forte: gli unici che hanno guadagnato dalla vostra decisione folle di porre fine al mercato tutelato in un periodo di piena crisi energetica sono stati i fornitori di energia.
Ma si sapeva benissimo che sarebbe finita così, anche se, ad onor del vero, da Governo e maggioranza era stato dichiarato ai cittadini che il risultato sarebbe stato l'opposto. Ma perché in Italia paghiamo l'energia più degli altri Paesi? Il motivo principale è la dipendenza del nostro Paese dall'importazione di risorse energetiche fossili. L'Italia continua ad essere il Paese europeo con la maggiore dipendenza: importiamo - pensate - il 75 per cento dell'energia, quando la media europea è del 58. Quindi, quando sale il prezzo del gas, da noi aumenta il costo della bolletta più che negli altri Paesi. Ministro Giorgetti, ha già fatto ammenda una volta, riconosca anche questo: il progetto di trasformare l'Italia in un hub del gas, fortemente voluto da Giorgia Meloni, è stato o non è stato una follia che ha aumentato le bollette elettriche degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?
Perché oggi non c'è nessuno che faccia parte del Governo o della maggioranza che neppure osi pronunciare le parole “hub del gas”, è diventato un tabù; eppure è anche a causa di questo errore gigantesco che continuiamo a pagare l'energia più degli altri Paesi. L'ho detto e lo ripeto in quest'Aula: se l'Italia ha un problema di dipendenza dal gas, non è cambiando spacciatore che risolve il problema della dipendenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); è cambiando il mix energetico, puntando sull'autonomia energetica e sulle fonti sostenibili, che sono, tra l'altro, quelle che costano di meno.
Se ne è accorto perfino il Ministro Foti, lo ha riconosciuto in un'intervista di qualche giorno fa sui giornali nazionali. Ha dichiarato (lo cito virgolettato): la Spagna cresce sei volte più dell'Italia perché ha due terzi di energia da fonti rinnovabili, quindi ha prezzi di energia molto più bassi. Presidente Meloni, se lo ha capito il Ministro Foti, perché non lo capisce anche lei (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? A causa dei provvedimenti emanati dal suo Governo, Presidente Meloni - mi riferisco al decreto Agricoltura, al decreto Aree idonee e al testo unico sulle rinnovabili -, avete reso quasi impossibile installare nuovi impianti di rinnovabili in Italia, causando quindi un aumento del costo dell'energia e delle bollette.
Il fatto che vi disinteressiate delle bollette degli italiani è anche confermato dalla recente infrazione della Commissione europea sulla direttiva Rinnovabili (cosiddetta RED III), che impone, tra l'altro, procedure di approvazione più rapide, e voi avete fatto l'esatto contrario. A questo punto mi pongo questa domanda: se aumentasse la presenza delle rinnovabili in Italia, scenderebbero le bollette? La risposta è sì, l'energia prodotta da fonti rinnovabili costa di meno. Anche con l'attuale mercato elettrico, che è basato sul criterio del prezzo marginale, se aumenta la produzione di energia elettrica rinnovabile, il prezzo scende. In Italia il gas naturale, nonostante rappresenti circa il 40 per cento del mix energetico, stabilisce il prezzo dell'elettricità per il 90 per cento delle ore.
Nell'Unione europea il gas copre, invece, il 20 per cento della produzione e determina il 63 per cento delle ore. Il nostro Paese è, dunque, al primo posto nella classifica europea in cui è il gas a fissare il prezzo. È per questo che paghiamo cara l'energia, eppure la formula per ridurre le bollette degli italiani è semplicissima: aumentare le rinnovabili, ridurre il gas e investire sull'efficientamento energetico. Voi avete fatto esattamente l'opposto.
C'è da meravigliarsi se adesso gli italiani devono pagare le bollette più care? Le uniche risorse energetiche presenti in abbondanza in Italia sono le rinnovabili, e sono anche le energie con minori costi ed emissioni inquinanti e climalteranti. Ma rendere l'Italia più sicura e indipendente significa anche sviluppare le infrastrutture di rete e i sistemi di accumulo. È un circolo virtuoso per l'indipendenza e la competitività del nostro Paese, ma non può funzionare se gli impianti andiamo a farli all'estero, come state facendo in questo momento. In questo modo trasferiamo i benefici all'estero e a noi restano le bollette più care d'Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Insomma, sembra proprio che il Governo e la maggioranza siano molto più sensibili a non far crollare gli affari delle lobby del gas e del petrolio che non a ridurre le bollette degli italiani, è questa la realtà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Parliamo di nucleare: il MoVimento 5 Stelle guarda a questa tecnologia senza preconcetti o ideologie, ma è una questione di tempi e di costi. Quando e se le nuove tecnologie nucleari saranno pronte, le nostre aziende saranno già fallite. In termini di costo dell'energia prodotta, poi, tutte le stime indicano che saranno superiori addirittura rispetto al gas.
Quindi, per ridurre il costo dell'energia, che risente di un costo alto del gas, proponete di aumentare nel mix energetico il nucleare, che costerà ancora di più, ma evidentemente è una follia. Ma poi dove verranno realizzate le 120 centrali nucleari che sono previste nel PNIEC? Lo chiedo perché il Governo Meloni non è riuscito neppure ad indicare dove fare il sito per le scorie nucleari di 40 anni fa. Secondo Pichetto Fratin se ne parlerà nel 2039: sono esattamente 17 anni da quando siete arrivati al Governo nel 2022.
Ma chi volete prendere in giro? Il problema delle bollette va risolto oggi, non tra 30 anni. Da bravi amici delle lobby del fossile, maggioranza e Governo hanno anche bloccato gli investimenti per ridurre i consumi di energia, in particolare per la riqualificazione energetica. Ricordo che solo per gli edifici pubblici colabrodo spendiamo in consumi energetici 50 miliardi all'anno. Per il Governo gli investimenti in risparmio energetico sono soldi buttati dalla finestra; quelli che, invece, buttiamo effettivamente dalla finestra, per riscaldare e rinfrescare edifici pubblici colabrodo, sono per voi soldi ben spesi. E le lobby del fossile, ovviamente, ringraziano, perché avete garantito loro superlavoro e super-guadagni.
Per fare un veloce confronto, basti ricordare che con il Movimento 5 Stelle al Governo sono stati stanziati 55 miliardi per contrastare il caro bollette; voi, invece, non siete riusciti neppure a utilizzare quelli che erano stati resi disponibili dal PNRR. Penso ai 7,5 miliardi per Transizione 5.0 e ai 2,2 miliardi per la creazione delle comunità energetiche.
In conclusione, cosa bisogna fare per ridurre le bollette? La necessità immediata è di porre rimedio alle lacune del decreto Aree idonee, per evitare che si fermino perfino i progetti che sono già stati avviati. Elettricità Futura ha le idee molto chiare al riguardo. Se venisse un poco più ascoltata non solo dal Governo, ma anche dal presidente di Confindustria, visto che fa parte della medesima organizzazione, credo che le prime a trarne vantaggio sarebbero proprio le imprese industriali italiane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Occorre, poi, istituire una tassazione sulle rendite cosiddette infra-marginali degli operatori del fossile da impiegare per aiutare famiglie e imprese; occorre puntare, come avviene pressoché in tutto il mondo, sulle rinnovabili e sull'efficientamento, arrivando così a ridurre il peso del gas, e quindi delle bollette. Scontenterete certo qualche lobby del fossile, ma accontenterete i cittadini e le imprese.
Vado a concludere, Presidente. Occorre scorporare gli oneri di sistema, che devono andare nella fiscalità generale e occorre procedere spediti con il passaggio dal prezzo unico nazionale ai prezzi zonali, così da premiare le regioni che hanno investito nelle fonti rinnovabili. Ma bisogna, soprattutto, fare in fretta, non c'è tempo, ma fate attenzione perché i vostri errori hanno già causato il crollo della produzione industriale in Italia per 24 mesi su 25 di Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E date la colpa a fantomatici complotti e rivendicate record inesistenti e promesse non mantenute, senza prevedere né soluzioni né sostegni. Nel frattempo il PIL italiano è crollato, le bollette continuano ad aumentare, la cassa integrazione sta crescendo a dismisura e i salari sono fermi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
A colpire il sistema sociale e produttivo del nostro Paese è una crisi che ha impatti devastanti sui redditi e il potere d'acquisto delle famiglie. L'Italia, Presidente Meloni, è sostanzialmente in bolletta. Presidente Meloni, ma dove sei? È arrivato il tempo per tutti i cittadini indignati e delusi di scendere in piazza, è arrivato il tempo che il Paese si mobiliti e metta al Governo davanti ai suoi fallimenti e alle sue responsabilità. Servono risposte e servono ora. Se non siete in grado di darle, fatevi da parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Peluffo che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00398. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente, rappresentante del Governo che ringraziamo per la presenza, colleghi deputati. Quest'Aula è chiamata a parlare dell'urgenza dei costi delle bollette che riguarda le famiglie e le imprese su iniziativa dell'opposizione, attraverso la mozione presentata dal collega Cappelletti, la mozione che abbiamo presentato come gruppo del Partito Democratico e la mozione del gruppo di AVS. Peraltro, è su iniziativa sempre delle opposizioni che quest'Aula si è occupata la settimana scorsa di un'altra urgenza: quella del rischio del declino industriale, dopo 23 mesi di calo della produzione industriale. Una discussione avviata in Parlamento, anche lì su iniziativa delle mozioni presentate dal gruppo del Partito Democratico e delle altre opposizioni. Insomma, qui si parla delle urgenze che riguardano le famiglie e le imprese su iniziativa delle opposizioni, senza conoscere i provvedimenti e le misure del Governo.
Peraltro, ricordo che sempre in quest'Aula, su richiesta delle opposizioni, era stata svolta l'informativa del Ministro Pichetto Fratin lo scorso 23 gennaio, che aveva cercato di delineare una fotografia che analizzava le ragioni dei costi così alti delle bollette energetiche, non indicando, però, alcun intervento e alcuna soluzione. Poi lo stesso Ministro, a latere di una serie di convegni, aveva parlato di una serie di proposte e di misure su cui stava lavorando. Abbiamo anche dato la possibilità al Ministro di illustrarle la settimana scorsa con un question time in X Commissione, però, ancora oggi, non è dato sapersi quali sono le misure su cui stia lavorando il Governo. Se ne è accorto anche il Ministro Giorgetti, che la settimana scorsa nell'Aula del Senato ha detto che effettivamente il problema c'è - bontà sua che se ne è accorto - ma non ci ha detto nemmeno lui quali sono i provvedimenti. Ha parlato anche della, apro virgolette, “necessità di una riflessione su cosa abbia significato il passaggio al libero mercato” degli utenti del mercato elettrico. È una riflessione assolutamente necessaria; del resto, è quello che hanno vissuto sulla pelle tantissimi nostri concittadini ed è una riflessione che riguarda le responsabilità di questo Governo che doveva informare, innanzitutto, i cittadini su questo passaggio; doveva condurlo in maniera ordinata e in maniera tale che non si scaricasse l'effetto sui cittadini, ma non è stato in grado di farlo. Per questo circa un anno e mezzo fa avevamo proposto di prorogare il superamento della maggior tutela in maniera tale che, appunto, si svolgessero le campagne d'informazione e, soprattutto, venissero costruite le garanzie per poter agire nella maniera più ordinata e a tutela dei consumatori.
Non avete voluto farlo, non l'ha voluto fare questo Governo; e c'è un'ulteriore aggravante, che possiamo definire il paradosso dei vulnerabili, ossia quelle persone che avrebbero maggior bisogno di una tutela rispetto ai costi dell'energia, perché il Governo lo sa, come lo sa questo Parlamento, dal marzo dello scorso anno, quando è stata audita l'Autorità di settore (l'ARERA), che indicava come, dal 1° luglio dello scorso anno, i vulnerabili avrebbero pagato di più di quanti sono passati al servizio a tutele graduali. Quindi, per le persone che hanno maggiormente bisogno di una tutela era già indicato il fatto che avrebbero avuto un costo della bolletta energetica più alto e su questo il Governo non ha fatto nulla. L'emendamento Gusmeroli, approvato in fretta e furia nella legge di bilancio, si riferisce a chi sarà in grado di sapere che può ancora passare alle tutele graduali, ma questa informazione non è veicolata, con il rischio, soprattutto, che poi si trovino all'interno del servizio a tutele graduali senza poter tornare nel mercato tutelato. Quindi, non è una risposta di sistema.
Invece, quello che sappiamo per certo, Presidente, - perché sono sempre dati dell'ARERA - è che nel primo trimestre del 2025 è previsto un aumento del 18,2 per cento della tariffa dell'energia elettrica per i clienti vulnerabili ed è necessario quanto mai intervenire in maniera organica e strutturale per assicurare la fornitura di energia elettrica a prezzi ridotti ai clienti domestici vulnerabili, rispettando i principi di efficienza, trasparenza e non discriminazione; soprattutto, a nostro giudizio, è necessario consentire all'acquirente unico di approvvigionarsi di energia in piena libertà di valutazione delle modalità più convenienti, in termini di prezzo e di garanzia della fornitura, visto che continuerà ad approvvigionarsi di energia per i clienti serviti nelle tutele graduali.
Anche il mercato del gas è destinato ad essere ancora molto volatile, nei prossimi mesi, quando la domanda salirà per effetto del riempimento degli stoccaggi e per i rincari del gas previsti, che sono dovuti ad una sorta di tempesta perfetta che unisce il blocco dei flussi dall'Ucraina, l'interruzione di un impianto GNL in Norvegia, le temperature più rigide rispetto alla media stagionale.
Ad essere colpiti duramente sono dunque i redditi delle famiglie (e delle imprese), che vedono - le famiglie - erodere il loro potere d'acquisto per far fronte agli alti livelli di prezzo dell'energia e questo perché le cause intrinseche di tale aumento derivano dalla struttura del sistema energetico europeo e dalla relativa dipendenza dal gas. Per cui l'Unione europea e l'Italia, pur disponendo di un sistema di infrastrutture di importazione diversificato, non sono riuscite a sottrarsi alle dinamiche globali degli aumenti di prezzo.
L'Italia rimane fortemente dipendente dal gas importato. Il modello di mercato spot, dove le offerte quotidiane riflettono prezzi instabili, si dimostra inadeguato. In Italia abbiamo il prezzo dell'energia elettrica all'ingrosso sul mercato spot più alto d'Europa. Il nostro prezzo unico nazionale è determinato, sostanzialmente, dal gas. È oltre il triplo del valore del gas sul mercato spot all'ingrosso, quando, in condizioni normali, dovrebbe essere circa il doppio, oltre il costo della CO2.
Questa è la situazione che produce una difficoltà diffusa e persistente, per tanti cittadini, a pagare le bollette e, soprattutto, è una perdita per quanto riguarda la capacità di produzione e di competitività per le imprese, come è stato segnalato più volte dalle associazioni imprenditoriali.
Chi ha scelto il mercato libero, peraltro, uscendo dal mercato tutelato nel primo semestre del 2024, si è trovato a pagare bollette più care di oltre il 50 per cento, come è stato certificato dall'Istat.
Il costo dell'energia rimane, quindi, il problema principale per il nostro sistema economico, con un prezzo medio dell'energia elettrica all'ingrosso, nel corso del 2024, di 108 euro/MWh. Ossia il 35 per cento in più della Germania, il 72 per cento in più della Spagna, l'87 della Francia, tutti Paesi che hanno un mix energetico molto diverso l'uno dall'altro e che quindi dimostrano, a maggior ragione, la specificità della situazione italiana. Nelle prime settimane del 2025, siamo arrivati a 150 euro/MWh, ed è arrivato il grido d'allarme delle imprese che rischiano costi aggiuntivi di 10 miliardi di euro su base annua, il che significa mettere fuori mercato interi settori produttivi.
Per contrastare il caro energia, Presidente, nel 2022 e nel 2023, il Governo Draghi aveva introdotto numerose disposizioni che avevano sostenuto famiglie e imprese, come la sterilizzazione degli oneri di sistema, il credito d'imposta per l'acquisto di energia elettrica, gas e carburanti o l'IVA ridotta per il gas. Invece, in due anni e mezzo, il Governo Meloni si è dimostrato indifferente e inefficace. La legislatura è iniziata con i ritardi accumulati sul decreto attuativo delle comunità energetiche. C'è stato poi il caso del testo unico delle rinnovabili, richiesto a gran voce da tutti gli operatori, ma, poi, quando è arrivato il testo, tutti hanno detto: ridateci la normativa di prima, tanto era complesso e complicato. Così come è diventato complesso il percorso dell'Energy release e del Gas release. Soprattutto, c'è una pervicacia di questo Governo nel rendere impossibile la strada delle rinnovabili.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Invece, puntare sulle rinnovabili è esattamente la strada da percorrere per poter abbattere, da subito, le bollette. All'interno della nostra mozione, Presidente, e concludo, indichiamo una serie di proposte. Innanzitutto, c'è il tema del disaccoppiamento del costo dell'energia da quello del gas. È necessaria un'iniziativa europea ed è necessario, soprattutto, aumentare la produzione delle rinnovabili. Ma è necessario anche puntare sui contratti di lungo periodo…
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Su questo, segnalo che è stata incardinata, Presidente, e concludo, sia alla Camera sia al Senato, una proposta di legge del Partito Democratico sul ruolo di attribuzione dell'Acquirente unico che interviene esattamente su questo. Rimando alle altre proposte, anche perché credo che questa discussione parlamentare stia indicando non solo come l'iniziativa di parlare di questi temi è assunta dalle opposizioni, ma che sono le stesse che hanno indicato una serie di proposte, mentre dall'altra parte - dalla maggioranza e dal Governo - ancora non se ne vede una (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ghirra, che illustrerà anche la mozione Bonelli ed altri n. 1-00399, di cui è cofirmataria. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, signora Sottosegretaria, i prezzi dell'elettricità sul mercato spot italiano sono fra i più alti fra le Borse europee. Complessivamente, nel 2024, il prezzo medio dell'energia elettrica nel mercato all'ingrosso è risultato di 108,52 euro/MWh, mentre in Germania è di 78,51 euro/MWh, in Spagna di 63,04 euro/MWh e in Francia di 58,02 euro/MWh.
L'Italia non solo registra i prezzi più elevati dell'energia, ma è anche il principale importatore europeo. Nel 2024 ha acquistato 52 TWh, pari al 17 per cento del fabbisogno nazionale, quasi il doppio rispetto alla Germania (secondo importatore dell'Unione europea). Inoltre, la forte dipendenza dal gas rende il mercato italiano particolarmente vulnerabile alle instabilità geopolitiche. L'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente ha annunciato che, nel primo trimestre del 2025, è previsto l'aumento della tariffa dell'energia elettrica del 18,2 per cento per circa 3,4 milioni di clienti vulnerabili, ossia per gli anziani sopra i 75 anni, le persone con disabilità, i percettori di bonus sociale e altre categorie deboli rimaste nel servizio di maggior tutela senza passare al mercato libero. Nel primo trimestre 2025, infatti, il prezzo dell'energia elettrica sarà di 31,28 centesimi di euro/KWh a causa degli aumenti di spesa per l'acquisto di energia elettrica e dei costi di dispacciamento.
Secondo le ultime stime fornite da Nomisma Energia, la spesa per l'elettricità, quest'anno, è in aumento del 28 per cento per le imprese e del 31 per cento per la famiglia tipo, il che si traduce in più di 201 euro all'anno. Assoutenti indica un incremento delle tariffe del gas praticato in bolletta in media del 21 per cento, con una stangata di circa 309 euro aggiuntivi rispetto al 2024. L'impennata dei prezzi dell'energia elettrica è legata al prezzo spot del gas naturale, che sul mercato all'ingrosso più rappresentativo in Europa ha raggiunto il 1° gennaio 2025 il prezzo di oltre 50 euro/MWh, dato fortemente influenzato sia dall'interruzione, a partire dal 1° gennaio 2025, del flusso di metano dalla Russia attraverso l'Ucraina, sia dai movimenti degli hedge fund e altri fondi di investimento non di rado puramente speculativi. Nonostante il netto calo della produzione semestrale termoelettrica, attestata a meno 10 per cento, il gas rimane la commodity che ancora influenza di più la formazione del prezzo dell'energia elettrica: oltre il 95 per cento del gas italiano proviene dalle importazioni, una dipendenza che porta le aziende elettriche italiane alla mercè dei mercati internazionali del gas. Inoltre, la sostituzione del gas proveniente dalla Russia ha fatto aumentare i prezzi complessivi della commodity e il gas naturale liquefatto acquistato dall'Italia è notevolmente più costoso del gas fornito tramite gasdotto. Tali fenomeni, per lo più speculativi, pongono la necessità di individuare la migliore soluzione per contenere le bollette di luce e gas, relative alle forniture domestiche, che stanno mettendo a dura prova le famiglie italiane, proprio a causa dell'aumento generalizzato dei prezzi, a fronte di retribuzioni salariali che, per la maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori, non tengono il passo con l'aumento del costo della vita.
L'Osservatorio italiano sulla povertà energetica rileva che 2,36 milioni di famiglie - il 9 per cento delle famiglie italiane - sono in povertà energetica, dati in forte crescita rispetto al 2022, con un più 1,3 per cento, pari a più di 340.000 famiglie che si aggiungono a quelle già colpite dal fenomeno. Ad aumentare significativamente è la componente di famiglie in povertà energetica nascosta, cioè le famiglie con spesa complessiva al di sotto della media, che hanno dichiarato di non aver speso nulla per il riscaldamento. È un fenomeno preoccupante, perché segnala un inasprimento delle condizioni di disagio delle famiglie più povere, costrette a spegnere i sistemi di riscaldamento per risparmiare.
L'aumento del costo dell'energia sta pesando in modo rilevante anche sul sistema economico e produttivo del Paese, la cui produzione industriale risulta in diminuzione da 23 rilevazioni consecutive, facendo registrare, a dicembre 2024, un calo del 7,1 per cento. Secondo l'ufficio studi della CGIA, basato sul prezzo medio dell'energia elettrica nel 2025 a 150 euro/MWh e del gas a 50 euro/MWh, le bollette potrebbero costare all'intero sistema imprenditoriale italiano ben 13,7 miliardi di euro in più rispetto al 2024, pari a un aumento del 19,2 per cento, con un totale della spesa complessiva che potrebbe toccare gli 85,2 miliardi di euro, di cui 65,3 miliardi sarebbero per l'energia elettrica e 19,9 miliardi per il gas. Nonostante l'impatto significativo del caro energia sul sistema produttivo e sulle famiglie sia in corso almeno dal mese di novembre 2024, il Governo finora si è limitato a denunciare il preoccupante fenomeno speculativo, senza però adottare provvedimenti per mitigare la dinamica dei prezzi al consumo né per ridurre gli oneri di sistema o rafforzare il bonus sociale né tantomeno per tassare gli extraprofitti di grandi società energetiche, che hanno realizzato oltre 60 miliardi di euro di extraprofitti in due anni e mezzo: una vera e propria rapina sociale ai danni dei cittadini e delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
La decisa crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili ha comportato in Europa una diminuzione di quasi il 20 per cento del consumo di gas rispetto al 2023 e uno stupefacente 60 per cento in meno rispetto al picco di utilizzo registrato nel 2017. Nel primo semestre del 2024 la produzione di energia nell'Unione europea è venuta per metà da fonti rinnovabili, la cui capacità è aumentata di ben 72/GW solo nel 2023. Per la prima volta nella storia, l'energia da solare ed eolico è la prima fonte del mix totale dell'Unione europea; ciò ha comportato significativi vantaggi: in primo luogo, la riduzione della bolletta energetica. La strada che l'Italia deve seguire è, dunque, quella fondata sulla forte crescita delle rinnovabili, che devono rappresentare l'asse portante della politica di decarbonizzazione; investire sulle rinnovabili non è solo una scelta ecologica, ma è l'unico strumento concreto per ridurre i costi dell'energia e garantire un futuro sostenibile per il Paese, portando al disaccoppiamento del prezzo tra gas e rinnovabili. Non è per noi assolutamente condivisibile la volontà di puntare anche sul nucleare nel mix energetico; parliamo di una fonte dai costi altissimi che attualmente in Europa superano i 170 euro/MWh, aumentati del 33 per cento, mentre i costi di produzione dell'energia onshore e del solare sono diminuiti rispettivamente del 70 e del 90 per cento.
Lo stesso Ministero dell'Ambiente, nel rispondere a una nostra interrogazione in Commissione attività produttive, ha affermato che nell'oggi non è possibile stimare i costi del riavvio della produzione di energia elettrica da fonte nucleare. Sappiamo, poi, che i tempi non sono assolutamente conciliabili con gli obiettivi della decarbonizzazione. Lo sviluppo della tecnologia nucleare si articolerà in tre step: gli Small Modular Reactors dovrebbero essere disponibili per i primi anni del prossimo decennio, i reattori di quarta generazione nel 2040 e non prima del 2050 si potrebbe mettere in campo la fusione. Solo per lo sviluppo degli SMR occorrerebbero 700 milioni di euro, esclusi i costi di realizzazione: una strada per noi assolutamente impercorribile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Altro elemento fondamentale per ridurre il costo della bolletta energetica è agire sulla riduzione dei consumi finali, considerato che quello degli edifici è il primo settore in Italia per consumi di energia, si quantifica il 45 per cento, con oltre i due terzi derivanti da abitazioni residenziali. A parità di condizioni climatiche, un'abitazione media italiana consuma circa il 50 per cento in più della media europea.
Questo perché negli ultimi due decenni, mentre gli altri Paesi europei hanno progressivamente ridotto i consumi delle abitazioni, mettendo in campo politiche e misure di efficientamento efficaci, in Italia, in 20 anni, i consumi energetici medi di una casa non sono praticamente cambiati, mentre in Europa in media sono stati tagliati del 17 per cento e alcuni Paesi, come la Francia, si sono spinti verso un taglio di oltre il 20 per cento.
Noi chiediamo di individuare un operatore pubblico con funzione di aggregatore centrale, che garantisca ai cittadini e alle cittadine in condizioni di vulnerabilità la fornitura di una quota dell'energia che ne contenga i costi e mitighi la volatilità dei prezzi, tramite la stipula di contratti di lungo termine con produttori FER o mediante la realizzazione di comunità energetiche. Chiediamo di istituire un Fondo di solidarietà, volto a calmierare l'aumento dei prezzi dell'energia sia per i clienti domestici che per i non domestici, e un Fondo di garanzia per la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili.
Chiediamo di raggiungere la quota del 42,5 per cento di energia da fonti rinnovabili, prevedendo l'installazione di almeno 12 GW annui di nuovi impianti, così come previsto dagli accordi che, peraltro, abbiamo siglato, ed escludere il ricorso al nucleare nel mix energetico. Chiediamo di definire una riforma del mercato energetico che preveda il disaccoppiamento dei prezzi elettrici da quelli del gas, di rivedere e potenziare il quadro degli incentivi e delle agevolazioni fiscali sugli interventi edilizi e di prevedere un adeguato rifinanziamento del Fondo nazionale per l'efficienza energetica, prevedendo una riserva delle risorse all'erogazione per gli interventi di riqualificazione energetica dell'edilizia residenziale pubblica.
Questi dovrebbero essere gli obiettivi di un Governo che intende ridurre i costi dell'energia, ma voi preferite proseguire con la vostra propaganda, senza dare risposte ai cittadini e infischiandovene degli accordi sul clima siglati dal nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Mi rincresce, Presidente, che quest'Aula oggi sia vuota, mentre stiamo parlando di una mozione, sì, da parte delle opposizioni, ma che tratta un tema fondamentale, anzi, primordiale per il nostro Paese, cioè stiamo parlando di energia e di caro bollette. Da mesi il MoVimento 5 Stelle chiede al Governo risposte concrete sull'emergenza del caro bollette, ma queste risposte non stanno arrivando. Sì, c'è stato un annuncio, forse una settimana fa, da parte del Ministro Giorgetti, ma sembra comunque, nel frattempo, latitante, perché non leggo nulla e non abbiamo trovato ancora nessun atto depositato da questa maggioranza e da questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Pertanto, da un'emergenza non annunciata, ma che si poteva assolutamente prevedere - purtroppo, come al solito, rincorrete l'emergenza, invece di anticiparla -, cosa succede? Succede che, nel frattempo, le famiglie e le imprese vengono lasciate totalmente sole ad affrontare aumenti insostenibili, con bollette che, in molti casi, hanno registrato oltre il 40 per cento rispetto all'anno scorso. Vogliamo sapere, ovviamente, perché il Governo non si sia ancora attivato con misure straordinarie, ma soprattutto strutturali per arginare una crisi che sta, di fatto, soffocando il nostro sistema produttivo.
Non possiamo più limitarci a generiche rassicurazioni, come abbiamo sentito qualche giorno fa, ma servono interventi concreti, immediati e a lungo termine. Le nostre imprese, in particolare quelle energivore, sono allo stremo. Penso, ad esempio, all'acciaieria di Terni, una delle realtà industriali più importanti della mia regione, ma non solo, anche strategica dal punto di vista del sistema industriale nazionale. Qui l'aumento esorbitante dell'energia sta mettendo a rischio la continuità produttiva e l'occupazione.
Parliamo di aziende, quelle energivore, che sostengono costi energetici per milioni di euro e che ora si ritrovano a dover scegliere tra produrre in perdita o chiudere. Questo significa licenziamenti, cassa integrazione e perdita di competitività, l'intero tessuto sociale viene colpito dalla crisi energetica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ecco perché è fondamentale ed è urgente intervenire, di fronte a questa emergenza il Governo non può restare immobile. Per questo il MoVimento 5 Stelle ha depositato una mozione che indica soluzioni concrete, immediate e attuabili. Servono risposte oggi, non fra 20 anni.
Per prima cosa il Governo deve smetterla di guadagnare dalla speculazione sulle bollette. Oggi il 10 per cento di IVA sulle fatture energetiche rappresenta un prelievo ingiustificato sulle spalle delle famiglie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Togliere questa tassa, in un momento di emergenza, è una misura di buon senso. Inoltre, serve una nuova tassazione sugli extraprofitti delle società energetiche, come già fatto nel 2022 con un intervento che aveva portato al recupero di 2 miliardi di euro.
È ora di ripetere quell'operazione, perché qui le imprese stanno guadagnando miliardi di euro grazie alla crisi energetica e devono restituire parte di quegli utili alla collettività. Un altro punto fondamentale è il potenziamento delle rinnovabili, l'aumento della produzione da fonti rinnovabili può abbattere i costi per i cittadini e per le imprese. Il MoVimento 5 Stelle ha già avviato questa transizione, destinando a questo scopo fondi del PNRR, ma ora è necessario accelerare. Non c'è più tempo da perdere in chiacchiere, serve una spinta decisiva su eolico, fotovoltaico e comunità energetiche.
E proprio sulle comunità energetiche rinnovabili non possiamo accettare che i 2,2 miliardi di euro del PNRR destinati ai piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti restino inutilizzati. I sindaci si trovano senza il necessario supporto per realizzare i progetti, con il rischio concreto di perdere fondi ingenti. Significa sprecare opportunità per le istituzioni, per i cittadini e per le imprese, soprattutto nelle aree interne dove la desertificazione economica sta impoverendo il nostro Paese. Non possiamo poi ignorare le famiglie e, in particolare, chi oggi è più vulnerabile.
Ci sono tante persone, soprattutto donne, che mediamente hanno redditi più bassi e passano più tempo in casa per la cura dei figli e la cura degli anziani. Sono loro le più colpite dall'aumento delle bollette. Servono soluzioni strutturali per proteggere queste fasce di popolazione, come le comunità energetiche rinnovabili. La stessa esigenza riguarda gli enti locali, che potrebbero abbattere i costi di gestione delle strutture pubbliche e liberare risorse per servizi sul territorio.
Infine, Presidente, parliamo della propaganda di questo Governo sul nucleare. Da quando siete al Governo raccontate che sarà la soluzione ai problemi energetici di questo Paese, ma la realtà è un'altra. State facendo proclami su una tecnologia che, di fatto, oggi non esiste e che, comunque, ci renderebbe dipendenti da altre Nazioni.
Non avete neppure una posizione unitaria e coerente sul tema, viste le varie chat pubblicate, soprattutto da Fratelli d'Italia, dove la coerenza su questo tema non c'è. Soprattutto, non state risolvendo il problema del caro bollette oggi, visto che il Ministero ha pure annunciato che i costi, per futuri impianti nucleari, saranno addirittura messi nelle bollette oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Pertanto, questo Governo sta, di fatto, preannunciando che aumenterà ulteriormente le bollette.
È giunto il momento di smetterla con la propaganda. Vi siete detti pronti a governare e, allora, governate questo Paese senza lasciare le nostre imprese e i cittadini senza energia elettrica. Oggi siamo qui con una mozione che offre risposte concrete al Paese, perché non possiamo limitarci ad agire solo sulle emergenze ma serve affrontare le criticità con azioni mirate e strutturali. Non c'è più tempo da perdere. Usate le nostre proposte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Milani. Ne ha facoltà.
MASSIMO MILANI (FDI). Grazie, Presidente. Siamo, oggi, a parlare, a seguito della mozione del collega Cappelletti, del costo dell'energia e, in particolare, dell'energia elettrica in Italia, che, oggettivamente, è il più alto rispetto alla media europea. Però, proviamo a fare un po' di chiarezza.
L'Italia produce ancora poca energia da fonti proprie e dipende fortemente dal gas naturale importato, storicamente soprattutto da Algeria, Russia e Azerbaigian. A seguito del conflitto russo-ucraino, abbiamo interrotto l'approvvigionamento dalla Russia, acquistando da altri Paesi, soprattutto dagli Stati Uniti (in questo momento il gas in forma liquefatta, il GNL, che evidentemente ha un costo di produzione e di trasporto superiore).
Inoltre, le regole di mercato che l'Unione europea si è data agganciano il costo del gas al libero scambio di borsa giornaliero, invece che a contratti di lungo periodo e, ancora, il meccanismo di formazione del prezzo dell'energia elettrica - il cosiddetto marginal pricing - fa sì che il valore del mercato della materia prima elettricità sia dato dal costo di produzione più costoso e, nel nostro caso, si tratta di generazione da centrali termoelettriche alimentate, appunto, a gas.
In Italia, poi, la rete di trasmissione e distribuzione dell'elettricità ha costi intrinsechi più elevati rispetto ad altri Paesi, poiché il nostro territorio si sviluppa in lunghezza, con una grande dorsale appenninica e, inoltre, con la frammentazione in molte isole, che rendono la distribuzione sicuramente più onerosa che altrove.
Con ben due referendum, uno nel 1987 e uno, poi, nel 2011, gli italiani hanno scelto di rinunciare alla generazione di energia elettrica da fissione nucleare e, così, si è scelto di puntare sulla generazione da gas e da fonti rinnovabili. Quindi, negli ultimi vent'anni, per favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili - cosa più che giusta, visto che il Paese aveva scelto tale direzione per ben due volte - abbiamo appesantito la bolletta elettrica, però, con i cosiddetti oneri di sistema, che aggravano fra il 20 e il 30 per cento del costo finale. Quindi, è stata una scelta che ha comportato, evidentemente, i suoi costi. A questi, dobbiamo aggiungere le imposte: la sola IVA pesa, in alcuni casi, il 22 per cento; in altri, se agevolata, il 10 per cento del costo finale. Così va a finire che meno del 50 per cento della bolletta è rappresentato dal costo della materia prima.
Le rinnovabili sono state e sono ancora - basta leggere il PNIEC, presentato da questo Governo solo l'anno scorso e, dopo un lungo passaggio, approvato definitivamente l'anno scorso - la strada intrapresa per garantire l'autonomia energetica nazionale, che passa per le rinnovabili, ma questo comporta così che gli investimenti vengono appunto caricati in bolletta.
Nonostante la crescita delle rinnovabili, che è innegabile che ci sia stata in questi anni, l'Italia deve ancora acquistare materia prima, in particolare gas o energia elettrica, dall'estero. Nei momenti di alta domanda altri Paesi paragonabili all'Italia hanno un maggiore surplus di produzione, come la Germania che, come noi, ha rinunciato al nucleare ma non si fa problemi a utilizzare, quando le necessita, il carbone, accendendo le centrali termoelettriche alimentate a carbone, o la Spagna che, invece, si avvale di un 10 per cento ancora di termonucleare. In sintesi, la combinazione di alta dipendenza dal gas, la mancanza di energia nucleare, i costi di rete elevati e gli investimenti per le rinnovabili comportano che l'energia elettrica in Italia sia tra le più care d'Europa.
Allora, posto che ai costi di gestione della rete e agli investimenti per le rinnovabili sicuramente non possiamo rinunciare, la domanda allora diventa: come ridurre la dipendenza dal gas? La risposta potrà essere, in futuro, il nucleare di nuova generazione, la fusione? Il Governo e la maggioranza hanno riaperto la discussione su questo tema e, certamente, arriveremo alla riapertura della ricerca su questo tema, ma è chiaro che questa sarà una fonte - eventualmente gli italiani decidessero di cambiare opinione - che verrà per il futuro. Per il presente, l'unica vera risposta strategica è puntare sulla fonte rinnovabile assolutamente decarbonizzata, che, secondo il rapporto dell'Agenzia internazionale dell'energia nel 2020, è la tecnologia che ha fornito un sesto della produzione mondiale di elettricità, con quasi 4.500 terawattora: in assoluto, la terza fonte dopo carbone e gas naturale, con il 55 per cento in più rispetto al nucleare, attraverso una potenza impegnata di 1.330 gigawatt. Si tratta della più grande fonte mondiale di energia pulita, che produce più di tutte le altre fonti rinnovabili messe assieme: eolico, solare, fotovoltaico, bioenergia, geotermico. Stiamo parlando, se ancora non lo abbiamo capito, di generazione idroelettrica.
L'energia idroelettrica è una componente importante del mix energetico italiano, anche se la sua incidenza varia di anno in anno a seconda delle condizioni climatiche e della disponibilità di acqua. L'idroelettrico rappresenta in media, oggi in Italia, tra il 15 e il 20 per cento della produzione elettrica nazionale, con una capacità installata di circa 23 gigawatt. Gioca un ruolo importante nel mix energetico, in quanto, essendo una fonte programmabile, soprattutto negli impianti a bacino e pompaggio, ha un ruolo strategico nella stabilizzazione della rete elettrica e nel bilanciamento delle altre rinnovabili intermittenti, come sole e vento. Su questa capacità di produzione ci sono diversi studi che segnalano che potrebbe aumentare sensibilmente con l'ammodernamento delle centrali esistenti. Infatti, molti impianti idroelettrici italiani sono stati costruiti decenni fa: sostituire le turbine, i generatori e i sistemi di controllo può aumentare l'efficienza energetica e la produzione fino al 10 per cento, senza la necessità di nuovi bacini; con l'utilizzo del pompaggio idroelettrico, riutilizzando la stessa acqua, accumulando energia, quindi, nelle ore di bassa domanda per rilasciarla nei momenti di picco, si potrebbe ottenere un aumento di produzione ancora maggiore, fino al 50 per cento di quella attuale, a parità di impianti.
Ma si potrebbe investire, inoltre, rapidamente anche su mini e micro-elettrico, con nuove installazioni su canali irrigui, acquedotti e piccoli corsi d'acqua, per impianti minimi fino a 10 megawatt, senza grandi impatti ambientali. Anche se l'idroelettrico italiano è già ampiamente sfruttato, migliorare le centrali esistenti, investire nel pompaggio e ottimizzare la gestione dell'acqua può aumentare la produzione, senza costruire nuovi grandi impianti, riducendo l'impatto ambientale e migliorando la sicurezza energetica nazionale.
Gli investimenti in idroelettrico, però, sono fermi da qualche anno. Perché? Perché qualcuno, sciaguratamente, inserì nel PNRR l'obbligo di mettere a gara europea le concessioni di derivazione delle centrali. Molte concessioni sono scadute e moltissime sono in scadenza. L'incertezza sul futuro delle concessioni ha bloccato gli investimenti e anche lo sviluppo di nuove centrali idroelettriche. Parimenti, lo stesso qualcuno, dopo decenni di rinvii, ha messo come milestone nel PNRR la liberalizzazione del mercato dell'energia, senza prevedere meccanismi di progressivo passaggio da un mercato tutelato a un mercato completamente libero a partire da gennaio 2024, per il gas, e da luglio 2024, per l'elettrico. Oggi, a seguito di queste scelte, ci troviamo in piena fase di mercato selvaggio - lo definirei -, con aggressione dei consumatori da parte dei call center, con cartelli da parte delle aziende di vendita, con un mercato del gas e dell'elettricità esposto, quindi, alla speculazione.
Quel qualcuno è rappresentato - e lo ricordo in quest'Aula - dai Governi Conte e dal Governo Draghi, che, per ottenere il grande prestito che va sotto l'altisonante nome di Piano nazionale di ripresa e resilienza, hanno aperto a questa riforma del mercato dell'energia (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che, probabilmente, poiché sono fiducioso nel mercato - e lo sono, fiducioso nel mercato - porterà benefici per i consumatori, probabilmente da qui al medio periodo, vale a dire tra qualche anno, tra diversi anni, ma che ci vede ora, in questa fase, in balia della tempesta.
Oggi, incredibilmente, siamo qui a discutere una mozione proposta da chi quella tempesta l'ha generata; una mozione che chiede soldi, aiuti, ma che non fa minimamente cenno alle vere cause. Allora vorrei rassicurare i proponenti di questa mozione e gli italiani tutti sul fatto che questo Governo è sempre intervenuto a sostegno delle fasce più deboli della popolazione e delle imprese per salvaguardare la competitività, e, come già annunciato, sta lavorando a soluzioni correttive di queste distorsioni di mercato con un decreto che a giorni arriverà in Consiglio dei ministri.
Ma ricordo che, in questi due anni e mezzo, molti altri interventi normativi ci sono già stati: primo fra tutti, l'introduzione di un mercato cosiddetto di maggior tutela, che prevede una tutela sine die a favore di soggetti fragili, anziani e dei redditi più bassi; poi, la previsione di un periodo di tutela graduale, della durata di 3 anni, per consentire ai consumatori domestici che lo volessero una transizione morbida e lenta al libero mercato; e poi, ancora, interventi a tutela delle imprese energivore con il DL Energia n. 181 del 2023; la forte spinta sulle rinnovabili con il testo unico del decreto legislativo n. 190 del 2024, che fa chiarezza e semplifica, appunto, la possibilità di presentare progetti di nuove installazioni, insieme al DM aree idonee…
PRESIDENTE. Onorevole, devo chiederle di concludere.
MASSIMO MILANI (FDI). …il DL Ambiente n. 153 del 2024, il DM FER 2 - ho finito - e il DM FER X. Insomma, in buona sostanza e in conclusione, il Governo c'è, la maggioranza c'è su questo tema. Abbiamo ben chiaro quello che va fatto e lo stiamo facendo con grande convinzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Ferrara. Ne ha facoltà.
ANTONIO FERRARA (M5S). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, ci troviamo oggi a discutere una mozione che affronta una delle questioni più urgenti e sentite dai cittadini e dalle imprese del nostro Paese, ovvero il caro bollette. Un fenomeno che non è piovuto dal cielo, come qualche esponente del Governo vorrebbe farci credere, ma che è il risultato di scelte politiche scellerate, di una visione anacronistica e di una gestione inefficiente dell'emergenza energetica. Siamo passati dalle promesse elettorali di bollette più leggere all'amara realtà di aumenti incontrollati.
Prima delle elezioni si parlava di difesa delle famiglie, di riduzione della pressione energetica, di un'Italia indipendente e prospera grazie alla transizione ecologica; oggi, invece, ci troviamo di fronte a un Governo che fa l'esatto opposto, con la disinvoltura di chi si vanta che, comunque, i consensi non calano. Un po' come il prestigiatore che fa sparire il coniglio dal cappello, ma svuota le tasche del portafoglio dello spettatore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
La crisi energetica non è un destino ineluttabile, ma il frutto di una dipendenza ostinata dal gas e di una miopia politica che blocca le rinnovabili e rallenta la transizione ecologica. Mentre i Paesi europei investono in fonti rinnovabili e accelerano sulla decarbonizzazione, noi siamo qui a discutere di nucleare di quarta generazione. Una tecnologia che, forse, vedranno i nostri pronipoti, ma intanto ci tiene ancorati a costi e rischi del passato. Chiediamo, con forza, l'introduzione di un price cap europeo temporaneo, che argini le speculazioni del TTF olandese, il casinò dell'energia dove pochi guadagnano e tutti gli altri pagano.
Le comunità energetiche rinnovabili sono una soluzione concreta e immediata, non un'utopia da relegare ai margini dei nostri discorsi ufficiali. Il Governo, invece di accelerare lo sviluppo, ha impegnato mesi a partorire regolamenti inutili e complessi, come se la burocrazia fosse un talismano. Noi vogliamo un fondo di garanzia dedicato per dare impulso a progetti di autoconsumo e favorire una produzione di energia diffusa, democratica e meno costosa. E che dire dell'idrogeno verde? Mentre in Europa si sperimenta, si investe e si produce, qui ci si limita a slogan.
L'idrogeno verde è la chiave della decarbonizzazione industriale per l'indipendenza energetica e per la creazione di nuovi posti di lavoro, ma, anziché guardare avanti, si preferisce rimanere abbracciati ai combustibili fossili, come un nostalgico che si rifiuta di cambiare la lampadina rotta perché gli ricorda la luce dei vecchi tempi. Poi c'è la questione degli extraprofitti: utili miliardari, accumulati sulle spalle di chi fatica a pagare le bollette. Non basta indignarsi, serve un'azione decisa.
Proponiamo un contributo straordinario sugli extraprofitti del settore energetico e fossile e la creazione di un fondo di solidarietà per calmierare gli incrementi dei prezzi energetici sia per i clienti domestici, soprattutto per le fasce più deboli, che non domestici. Non si può parlare di libero mercato quando i guadagni sono privati e i costi socializzati. Creano stupore, inoltre, le dichiarazioni del Ministro Pichetto Fratin sulle aste per l'affidamento del servizio vulnerabilità, attualmente erogato dagli esercenti la maggiore tutela, nonostante i recenti dati di ARERA mettano in evidenza l'inefficienza del libero mercato, che applica tariffe energetiche stabilmente più alte e di oltre il doppio rispetto a quelle garantite dal servizio pubblico di tutela.
Noi proponiamo una sorta di fornitura sociale, privilegiando l'energia prodotta da fonti rinnovabili. A tal fine, suggeriamo di attingere alle attuali risorse utilizzate per finanziare il cosiddetto bonus elettrico e consentire ad Acquirente Unico, quale soggetto pubblico per funzione e aggregazione centrale, di fornire una quota di energia FER alle famiglie in disagio economico, tramite - un esempio - la stipula di contratti a termine per produttori FER o tramite la realizzazione di comunità energetiche.
La scorsa settimana, sempre per il question time al Senato, il Governo si è detto al lavoro contro il caro bollette. Fra le misure allo studio anche la figura della compensazione e sospensione dell'obbligo dell'acquisto di quote ETS a carico delle imprese. Ma è bene sapere che costi ETS contribuiscono solo per il 6 per cento sul prezzo dell'elettricità, rispetto al 94 per cento causato da ulteriori fattori. Chiediamo al Governo di smettere di giocare a nascondino con i problemi e di abbandonare soluzioni facili che piacciono agli amici delle lobby fossili e di adottare misure concrete: price cap, comunità energetiche, idrogeno verde e una lotta seria agli extraprofitti del settore energetico fossile.
È finito il tempo delle scuse e delle promesse elettorali dimenticate, il MoVimento 5 Stelle non si rassegna a un'Italia che arranca per colpa dei miopi. Noi siamo e continueremo a batterci per un futuro energetico sostenibile, equo e innovativo. Se qualcuno pensa di cavarsela con una pacca sulle spalle e una dichiarazione autocelebrativa, sappia che i cittadini non sono spettatori ingenui, perché la verità, come le bollette, arriva sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
Il Governo intende intervenire o si riserva di farlo successivamente? Si riserva.
Il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 117, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Presidente, La ringrazio. Io sono rimasto parecchio sorpreso per una decisione intanto del Governo, ma poi, consequenzialmente, anche della Presidenza, riguardo il question time che abbiamo presentato e che avremmo voluto discutere domani. Noi avevamo presentato un question time sostanzialmente sul tema che riguarda Paragon, sull'utilizzo di questo strumento israeliano, per ragioni che hanno riguardato una vicenda, emersa nei giorni passati, su giornalisti, il direttore di Fanpage o altri, che sono stati intercettati con questo strumento. Lo strumento è a disposizione di istituzioni, lo dico tra virgolette, “dello Stato”. Liberamente, di fronte alla richiesta fatta pubblicamente di comprendere chi avesse utilizzato quello strumento e per quale ragione, alcune istituzioni, Forze armate sono intervenute dicendo sostanzialmente che non avevano utilizzato quello strumento.
Addirittura, rispetto al tema che riguarda i servizi segreti, i servizi stessi hanno detto che non era stato utilizzato questo strumento. Sostanzialmente, erano rimaste soltanto due entità che potevano utilizzare quello strumento lì e che non avevano, però, dato alcuna risposta: da un lato, la Polizia penitenziaria, dall'altro lato, le procure che avrebbero potuto utilizzare Paragon per attività di indagini. Tuttavia, quelle due entità non hanno risposto pubblicamente rispetto al quesito che è stato posto da più gruppi parlamentari, sia in Parlamento, che mediaticamente.
Visto che non c'erano state queste risposte, noi abbiamo fatto un'interrogazione, un question time, così come i colleghi del Partito Democratico, chiedendo, espressamente, sia per quel che riguarda le procure, sia per quel che riguarda la Polizia penitenziaria: visto che tutti hanno risposto e tutti hanno detto di “no”, mancate soltanto voi due, ci dite voi che cosa avete fatto sull'utilizzo di questo strumento? E accade una cosa abbastanza paradossale: il Governo non mette il segreto per la risposta dell'intelligence, quindi non mette il segreto di Stato quando lo dovrebbe mettere; ci dice, mandando il Ministro qui a rispondere a un precedente question time o dicendolo mediaticamente, che, in quel caso, non mette il segreto e dice: “no, i servizi non hanno utilizzato Paragon”. Adesso che il segreto non può essere messo perché noi stiamo interrogando sulle procure e sulla Polizia penitenziaria (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), in questo momento, invece, il Governo si sveglia e dice che mette il segreto.
Quindi, le questioni sono due, Presidente: la prima sulla legittimità dell'utilizzo dello strumento del segreto di Stato su una questione che, invece, non può prevedere il segreto di Stato su un question time fatto da parlamentari, che chiedono se Polizia penitenziaria e procure abbiano utilizzato lo strumento Paragon. È stato detto che i servizi segreti non hanno utilizzato questo strumento. Quindi, quelli che potevano stare zitti hanno parlato, quelli che devono parlare non parlano, con la copertura del Sottosegretario Mantovano, che manda una lettera alla Presidenza della Camera, che naturalmente viene ribaltata a noi gruppi, che aveva presentato il question time. Naturalmente non la lettera di Mantovano, ma ci viene mandata una sintesi a richiesta di Mantovano, in cui sostanzialmente si dice che, ai sensi dell'articolo 131 …che è un articolo del nostro Regolamento che non fa riferimento al segreto di Stato, ma fa riferimento al fatto che il Governo può rifiutarsi di rispondere a quesiti posti dai gruppi parlamentari o da parlamentari.
Qui il tema è uno, Presidente. Noi reputiamo, visto che nella lettera la Presidenza fa riferimento all'articolo 131 del Regolamento e, quindi, non espressamente al tema del segreto di Stato, che una risposta il Governo debba darla, debba venire qui, non a dirci per forza su Polizia penitenziaria e procure, cosa che sarebbe comunque corretta, perché è incredibile, perché sembrano quelli colti con le mani nella marmellata, perché, se non ci dicono giusto su quei due lì, vuol dire che quei due lì hanno utilizzato Paragon (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Però, mettiamo il caso che sia corretto che loro omettano di rispondere, pubblicamente, su una questione che l'opinione pubblica deve sapere; ma almeno vengano qui a dirci che mettono il segreto, ce lo dicano; e per questo non rispondono.
Ma voi non potete, mi rivolgo alla Presidenza, dire, visto che avete reputato il nostro quesito ammissibile, quindi voi ci avete detto che il quesito è ammissibile, ripeto voi non potete dire e coprire loro che dicono: “no, non veniamo, perché mettiamo il segreto”.
PRESIDENTE. Concluda.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Concludo. Perché non c'è un segreto che si può mettere sulle procure e sulla questione che riguarda la Polizia penitenziaria. Per cui quello che chiediamo al Presidente, lo diciamo ora e lo riproporremo in Conferenza dei capigruppo e metteremo in campo tutti gli strumenti democratici possibili - stiamo scrivendo anche una lettera al Presidente Fontana - è di far venire qui il Governo a dirci, chiaramente, che non vogliono rispondere. Ma dire che non vengono qui e voi legittimate il fatto che non vengano per noi è un clamoroso errore e credo che non debba essere compiuto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Sul medesimo argomento, l'onorevole Fornaro ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. La questione che, poc'anzi, è stata ampiamente illustrata dal collega Faraone pone, io credo, una questione più generale che è la leale collaborazione tra le istituzioni dello Stato e pone al centro anche il tema del rapporto tra potere esecutivo e Parlamento.
Il potere ispettivo è una delle caratteristiche delle democrazie parlamentari, cioè la possibilità, per un singolo deputato, di chiedere informazioni. Da questo punto di vista il richiamo, come è già stato sottolineato, all'articolo del Regolamento 131, comma 1, è assolutamente insufficiente, da parte del Governo, per non rispondere, richiamando, poi successivamente, che qualsiasi altra comunicazione al riguardo sarà oggetto di interlocuzioni all'interno del Copasir.
Perché è giusto, signor Presidente, che questo vada sottolineato anche per chi è fuori di qui: noi chiedevamo una cosa molto semplice. Non c'era nessuna speculazione, non c'era nulla. Chiedevamo, semplicemente, se la Polizia penitenziaria abbia mai acquisito o utilizzato lo spyware Graphite o altri software di sorveglianza prodotti dalla Paragon solutions; e, in caso affermativo, se il Ministro sia a conoscenza di eventuali violazioni nei termini di servizio del quadro etico concordato con la Paragon da parte della Polizia penitenziaria, di Forze di polizia giudiziaria o di altri apparati sotto la giurisdizione del Ministero della Giustizia.
A questo punto le risposte possibili erano due. Molto basiche: ovvero “sì” o “no”. Se era “no”, non vedo che segreto si possa richiamare. Ci diceva domani, il Ministro della Giustizia, che la Polizia penitenziaria non ha mai utilizzato questo spyware. Punto. Se avesse detto “sì” avrebbe, in linea teorica, potuto, a quel punto, nascondersi o frapporre un velo rispetto a un possibile segreto e, quindi, è argomento da Copasir. Ma farlo prima, prima di dare la risposta è inaccettabile - è inaccettabile - nel rapporto corretto tra Governo e Parlamento, tra potere esecutivo e il potere legislativo. E qui mi permetto di richiamare questo all'attenzione del Presidente della Camera. Perché questa è una questione che attiene, io credo, anche alla dignità di questa istituzione.
Perché noi non possiamo conoscere questa informazione? Ripeto “sì” o “no”. Se era “no” finiva tutto lì. Se era “si” poteva essere rimandato al Copasir e poi si sarebbe valutato, in quella sede, quale segreto di Stato, quale necessità per la sicurezza nazionale il Ministero invocava. Credo che questa sia una questione grave. E, soprattutto lo dico con forza e penso che il collega Faraone lo condivida, è un precedente gravissimo. Da questo punto di vista, in qualsiasi momento, il Governo può decidere di non rispondere appellandosi al 131, comma 1, che dice, solo, che deve motivarlo. Noi crediamo che, da questo punto di vista, il Presidente della Camera debba riflettere ancora, debba fare un supplemento di riflessione perché, ripeto, non stavamo chiedendo segreti di Stato. Stavamo semplicemente chiedendo se una forza di polizia aveva in uso o aveva utilizzato questo prodotto, questo spyware. Punto. Da lì in poi si può precostituire, al limite, la necessità di avere riservatezza e quindi andare al Copasir. Insomma, davvero signor Presidente, riteniamo che questo sia un precedente gravissimo, lesivo delle prerogative dei parlamentari e, a maggior ragione, dei parlamentari di opposizione.
Chiediamo, quindi, al Presidente della Camera di tutelare queste prerogative e, io credo, tutelare anche la dignità di questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Perché quello che sta succedendo, sul caso Paragon, secondo me è veramente pesante. Io non avevo mai visto, sinceramente è la prima volta che vedo un Governo mettere il segreto su un argomento, facendolo in una maniera talmente stupida, dal punto di vista procedurale, che mettere un segreto desta più sospetti delle domande stesse. Allora, questo è un utilizzo delle istituzioni, delle procedure che, fatto in questa maniera, è pericoloso. È pericoloso perché qui stiamo trattando argomenti molto seri e noi ci troviamo in questa situazione. Noi abbiamo un Vicepresidente del Consiglio che fa un'intervista e parla dei servizi segreti come, probabilmente, io parlerei della mia fede calcistica alla terza birra in un pub, con la stessa lucidità mentale. Poi, di fronte a un question time, io chiedo al Ministro per i Rapporti con il Parlamento, anzi chiedo al Ministro dell'Interno e poi arriva il Ministro per i Rapporti con il Parlamento che, prima, dice una bugia - e qui è da capire se la bugia la sapeva prima, e quindi ha mentito sapendo di mentire, o ha mentito nella sua inconsapevolezza perché è la persona meno informata dei fatti del Governo - ovvero che il Governo non ha annullato nessun contratto con la società in questione. Dopo poche ore, da lì a 24-48 ore, vi è una nota di Palazzo Chigi che dice esattamente il contrario di quello che il Ministro per i Rapporti con il Parlamento è venuto a dirci qui, minacciando in seguito. La terza fase, poi, si chiude con questo atto che credo che il Presidente della Camera debba in tutti i modi evitare; Presidente della Camera che è persona che fino adesso ha, sempre, in un qualche modo garantito, anche, le opposizioni. Almeno noi, da questo punto di vista, ci siamo spesso sentiti garantiti dal Presidente Fontana.
Ecco, chiediamo che lui sia il portatore della dignità di queste Aule e che non permetta un fatto come quello che sta accadendo, ovvero che un Governo scappi da una risposta, mettendo in difficoltà anche le istituzioni che, in questo momento, lui vorrebbe proteggere con il segreto. Allora io mi associo alla richiesta del collega Faraone e dei colleghi del Partito Democratico. A me quello che spaventa non è il Governo che non verrà a rispondere. A me spaventa il fatto che siete veramente pericolosi perché gestite le cose in una maniera mai vista in queste Aule.
Infatti, quello che state facendo in questo momento non ha nessun tipo di precedente. Quindi, noi chiediamo non solo che il Governo venga a rispondere al question time ma questa è anche l'occasione per ribadire la richiesta di vedere il Primo Ministro Meloni in Parlamento su questo caso perché voglio sapere se il Governo è venuto in Aula a mentire sapendo di farlo; voglio sapere, quando nella nota il Governo parla di sospensione per motivi di due diligence, a che cosa si sta riferendo, quale diligence, non è spiegato quale, cioè qui vengono dette delle frasi importanti senza nessun tipo di spiegazione. Allora o si sta zitti o si spiega.
Comunque, qualsiasi cosa non si mette un segreto come è stato fatto, quindi mi auguro veramente che domani il Governo lo veda lì, davanti alle telecamere, in diretta televisiva, a spiegare una cosa inspiegabile; e successivamente mi auguro di vedere il Presidente Meloni, una volta tanto, su quella sedia a dire al Paese come mai dei giornalisti, come mai degli attivisti politici e chissà chi altro - e chissà chi altro - in questo Paese viene spiato, che è una domanda politicamente legittima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Per associarmi ai colleghi e, soprattutto, per ricordare al Presidente Fontana, con garbo e rispetto dovuto, che c'è l'articolo 8 del nostro Regolamento che spiega che il Presidente rappresenta la Camera e la Camera, fintanto che conserveremo un regime parlamentare, è una controparte istituzionale del Governo, una controparte e non un passacarte. Quindi, io credo che il Presidente Fontana farebbe bene a riconsiderare la questione, vista la richiesta delle opposizioni, perché rappresenta la Camera, ma è evidente che, soprattutto, deve rappresentare e tutelare i diritti e le prerogative delle opposizioni.
La maggioranza ha la maggioranza, ha il Governo; il Governo decide e la maggioranza dispone, ormai siamo a questo. Ma questo punto chiarisce che la situazione è totalmente fuori controllo, chiarisce che la situazione è fuori controllo, l'abbiamo visto con il caso Almasri, l'abbiamo visto in altre occasioni. È stata citata prima l'uscita del Vice Premier Salvini sui servizi segreti, la situazione è assolutamente fuori controllo; e io credo - e chiudo su questo - che, signor Presidente, vada reiterata la richiesta al Presidente Fontana, considerando l'articolo 8, considerando l'articolo 131, che evidenzia che si debbano sottolineare i motivi e noi questi motivi ancora non li abbiamo capiti fino in fondo, perché la lettera del Presidente Fontana è sibillina sul punto.
Non può essere il segreto, non c'entrano gli atti secretati. La domanda è chiara. Non come, quando o dove è stato utilizzato. La domanda è: procure e Polizia penitenziaria usano, hanno usato, usano o no Paragon? La domanda è questa, poi magari se devono entrare nei dettagli andranno al Copasir, se non è prerogativa dell'Aula conoscere nel dettaglio le cose, ma al quesito: chi usa Paragon - e ormai siamo lì, abbiamo sfogliato la margherita, siamo arrivati a soli due petali - il Governo deve rispondere e deve rispondere in Aula.
Quindi, la prego di farsi latore nei confronti del Presidente della reiterata richiesta a che il Presidente riconsideri la risposta del Governo e richieda al Governo, sulla base della richiesta che oggi tutte le opposizioni hanno fatto, di venire a dare la semplice risposta: sì o no, le usano o no. Poi su tutto il resto andranno al Copasir, invocheranno atti secretati, quello che vogliono, ma questa risposta basilare non può essere una risposta che, allo stato dei fatti e nel momento in cui siamo, possa essere rifiutata dal Governo all'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Siamo ancora in attesa da settimane di sapere esattamente come mai Francesco Cancellato, Luca Casarini, Beppe Caccia e Husam El Gomati siano stati intercettati illecitamente attraverso uno spyware - mi viene da dire - di Stato come Graphite, fatto da un'azienda come Paragon Solutions che non ha - e mi pare abbastanza chiaro - cancellato le tracce, anzi ha dichiarato, dopo le prime ore di polemica pubblica, che avrebbe interrotto i rapporti con il nostro Paese.
Siamo ancora in attesa di quelle risposte e di un'informativa urgente da parte della Presidente Meloni perché, nel frattempo, un vespaio è, di fatto, esploso davanti a tutti noi, con davanti, addirittura, un Vicepresidente del Consiglio che dice che siamo davanti a un chiaro scontro, uno scontro quasi finale tra servizi: “Una vicenda su cui bisogna fare chiarezza” dice il Vicepresidente del Consiglio. Ora, mi faccia dire: o il problema è talmente grande, che lo vede anche Matteo Salvini, o il problema è Matteo Salvini. La dico così perché, se non fosse Matteo Salvini, tutti avrebbero preso seriamente una cosa così grave, così grave.
Mi faccia dire che l'evoluzione, poi, porta a far sì che questa discussione venga fatta solo al Copasir - e lo dice un gruppo come Alleanza Verdi e Sinistra, che non è presente in quella sede - facendo finta che non ci sia qualcosa di gravissimo, da quello che apprendiamo dalle fonti giornalistiche; che non solo le procure hanno in mano questo spyware, questo trojan, che può anche essere esercitato senza il consenso e senza nemmeno un click.
Quindi, diciamo che questo porta anche la stessa Meta e i grandi social a interrogarsi non solo sulla sicurezza globale, ma anche sui limiti, perché la stessa Paragon dice: veramente dovrebbe essere utilizzato per intercettare grandi criminali, non le ONG. Allora, il dubbio è spontaneo da parte delle opposizioni: ma cosa c'entra il direttore di una testata giornalistica con delle grandi inchieste che dovrebbero essere utilizzate solo dall'intelligence degli Stati per grandi crimini internazionali? E cosa c'entrano Luca Casarini e Beppe Caccia? Guardate che non si sfugge dalle domande politiche. E quando si apprende che potrebbe essere la Polizia penitenziaria, ma intercettare chi? Ma di che cosa parliamo, Presidente? È di una gravità inaudita.
Allora, non si può arrivare all'ultimo miglio per dire che si interrompe una due diligence fra i servizi, l'agenzia di cybersicurezza e, quindi, solo attraverso questa interruzione tutti dicono: è finalmente finito questo rapporto con Paragon, come se questa fosse una buona notizia. Guardate che qui la vicenda è alle basi della democrazia e della nostra convivenza civile, altro che segreto di Stato.
Vogliamo risposte, Presidente, le vogliamo al question time di domani, ma le faccio una proposta: essendo che la Presidente del Consiglio è la Presidente che è meno venuta qui in Aula a rispondere ai question time, venga la prossima settimana, dia la possibilità a tutti i gruppi di discutere su questo tema, che è un tema che tiene unito un Paese, perché tiene unito il tema della sicurezza nazionale, l'utilizzo di meccanismi che dovrebbero essere solo dell'intelligence e il dossieraggio e lo spionaggio contro gli avversari politici. Questa cosa scuote tutti e dovrebbe, nel silenzio di quest'Aula, gettare un'ombra su questa democrazia che nessuno di noi vorrebbe in campo.
Tutti dovrebbero volere un po' di luce e di chiarezza su questa vicenda e immagino - visto che lo ha detto anche il Vicepresidente del Consiglio: “vogliamo chiarezza” - che anche nei banchi vuoti della maggioranza ci sia qualcuno che chieda con noi, con forza, che Giorgia Meloni venga in quest'Aula a spiegare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Colleghi, fermo restando che, ovviamente, mi farò parte diligente per rappresentare al Presidente della Camera quanto è stato rappresentato, sulla questione posta, preciso che il Presidente della Camera ha informato i presentatori degli atti di sindacato ispettivo concernenti la vicenda citata che il Governo, con apposita lettera trasmessa in data odierna, ha dichiarato di non poter rispondere, a norma dell'articolo 131, comma 1, del Regolamento.
Rammento che tale disposizione, in relazione alla presentazione di atti di sindacato ispettivo, prevede che: “Il Governo può dichiarare di non poter rispondere indicandone il motivo” e questo è quanto è avvenuto, come il Presidente della Camera ha avuto modo di chiarire nella lettera inviata ai presentatori. Si tratta, quindi, dell'esercizio di una prerogativa del Governo basata su una specifica disposizione del Regolamento e, come tale, non sindacabile dalla Presidenza.
Premesso e detto quanto, ribadisco che, ovviamente, tutto quanto emerso finora in questa discussione lo rappresenterò immediatamente al Presidente.
Per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Lei, cortesemente, ci ha fornito la risposta, a nome della Presidenza, però noi ci permettiamo di invocare il Regolamento, non soltanto l'articolo 131 nuovamente, ma anche l'articolo 8 del Regolamento, alla luce di queste precisazioni che ci avete fornito. Noi riteniamo - e ne siamo fermamente convinti - che il Presidente della Camera, che è la terza carica dello Stato, non abbia semplicemente il dovere di trasferire a quest'Aula le risposte del Governo, senza esercitare in alcun modo un ruolo che la Costituzione e il Regolamento della Camera, invece, gli attribuiscono, che è quello di rappresentare tutti noi, soprattutto noi delle opposizioni, che siamo più esposti, ovviamente, a quelle che sono le scelte del Governo, che sono assolutamente antidemocratiche e che consentono questo al Governo, secondo quello che ci ha detto il Presidente Fontana.
Non mi risulta che ci siano precedenti sul question time: non si è mai verificato sul question time che il Governo si sia rifiutato di venire in Aula a rispondere su questioni di urgenza e di importanza per il Paese. Se passa il principio che voi sostenete, cioè che il Governo, semplicemente sulla base dell'articolo 131, può decidere quando venire o non venire a riferire in Parlamento, senza che il Presidente della Camera possa in alcun modo esercitare un ruolo o incidere in quella che è l'interlocuzione che ci deve essere tra il potere legislativo e il potere esecutivo, tra la Camera dei deputati e il Governo del Paese, vuol dire che il Governo, da qui in avanti, potrebbe non venire mai, semplicemente indicando un qualsiasi motivo, a sua scelta, per non venire in Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Misto).
Vi rendete conto che questa interpretazione del Regolamento non è possibile perché sarebbe contraria ai principi costituzionali? Noi dobbiamo interpretare il Regolamento non soltanto con un minimo di buonsenso, ma anche orientandolo a quello che ci dice la nostra Costituzione. Se passa questo principio, che è quello che ci avete letto, per cui il Governo dice “io non vengo in Aula”, da oggi il Governo, conoscendo il Governo Meloni, peraltro, quello che ha già fatto su Almasri e quello che ha fatto fin qui, non verrà mai più: scordiamoci di rivedere il Governo in quest'Aula.
Questo non è un problema per le opposizioni, ma questo è un problema per il Paese, perché i cittadini hanno diritto di sapere se un Governo, il Governo italiano, sta illegittimamente o meno spiando dei giornalisti e degli attivisti politici che sono avversari di questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Misto), perché è una questione democratica. È ancora più grave che il Governo italiano si permetta di dire che è secretato tutto quello che riguarda un contratto di accesso a dati così sensibili, come quelli dei nostri cellulari, in uso per le procure. Cosa vuol dire? Che adesso il potere esecutivo secreta tutto quello che riguarda un altro potere dello Stato, la magistratura? Qui siamo non all'impazzimento democratico, qui siamo alla violazione dei principi base della Costituzione e di una democrazia.
Fin qui la responsabilità è stata del Governo, del Sottosegretario Mantovano, che ha mandato una lettera e ha detto che non si presenta, e di Giorgia Meloni, che non si è presentata sul caso Almasri. Da oggi, se il Presidente Fontana avalla questa interpretazione, la responsabilità è del Presidente Fontana, è della Presidenza di questa Camera, che si assume questa responsabilità gravissima (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Misto).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Presidente, intervengo per un richiamo all'articolo 131, comma 1, del Regolamento, nel rispetto dovuto al Presidente della Camera, ma come integrazione e riflessione, anche come membro della Giunta per il Regolamento. L'articolo 131 è contenuto nel Capo XXIX, titolato “Delle interrogazioni”. Qui ci troviamo in una situazione leggermente differente: parliamo di question time, che sono all'interno delle interrogazioni, ma hanno regole differenti. Infatti, l'articolo 131, comma 1, bisogna leggerlo tutto: “Il Governo può dichiarare di non poter rispondere, indicandone il motivo. Se dichiara di dover differire la risposta, precisa in quale giorno, entro il termine di un mese, è disposto a rispondere”. Non mi risulta che nella lettera del Governo ci sia questa seconda parte. C'è un richiamo all'articolo 131, comma 1, ma solo al primo capoverso e non al secondo. In realtà, al posto della dichiarazione di differimento della risposta e dell'indicazione, come prevede il Regolamento, del giorno in cui il Governo è disposto a rispondere, ci si dice che su questi argomenti il Governo non risponde più, se non in sede di Copasir. Quindi, con l'articolo 131, comma 1, non c'entra assolutamente nulla. Questo è il punto.
Ha ragione la collega Boschi: a questo punto, la lettura del solo comma 1 porta a dire che il Governo, a quel punto, non risponde più, ma il Regolamento, in realtà, tutela noi nel momento in cui si dice “entro un mese”. Qui si dice “non verrò mai più”. Questo è inaccettabile e non è previsto dal Regolamento della Camera. Il Regolamento della Camera tutela l'interrogante, come tutela il Governo. Il Governo può dire: io in questo momento non rispondo, ma risponderò entro un mese, indicando una data. Ma ritorno al punto fondamentale: nell'interpretazione di questa norma ci deve essere anche da parte del Presidente della Camera, io credo, una ragionevole interpretazione, in un'interlocuzione con il Governo, sulle motivazioni per le quali non viene data la risposta. E le motivazioni non ci sono, perché non ci può essere un richiamo al Copasir di fronte a una semplice domanda: la Polizia penitenziaria ha in uso questo spyware, sì o no? Dov'è il segreto? Non ci si può nascondere dietro il segreto, altrimenti, con questa logica, salta completamente una delle prerogative di noi parlamentari, che è il diritto all'ispezione, il cosiddetto sindacato ispettivo, cioè salta uno dei cardini della democrazia parlamentare.
Chiedo scusa se mi scaldo, ma, da questo punto di vista, questo è un punto. E io credo che nella Conferenza dei presidenti di gruppo, che immagino sarà convocata alle 18 al momento della posizione della fiducia, queste cose andranno affrontate, ne va della dignità del nostro lavoro e delle nostre prerogative, al di là della questione specifica, perché questo non può essere considerato un precedente, non può rappresentare un precedente. Noi abbiamo diritto di sapere in quanto rappresentanti del popolo, ancor prima che delle istituzioni. È attraverso di noi che la gente che ci ha votato viene messa a conoscenza e si forma un proprio autonomo giudizio. Questo è il fondamento della democrazia: se ci viene tolto questo, viene giù l'intero sistema. Questo è un problema che io ritengo vada sottolineato con forza.
Quindi, chiedo al Presidente di rivalutare una lettura compiuta dell'articolo 131, comma 1, nella sua interezza, perché mi pare che nella seconda parte il Governo non abbia rispettato questo elemento regolamentare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Prendendo spunto dai due interventi sul Regolamento, non posso fare altro che riportare al Presidente Fontana quanto è stato, anche dei richiami al Regolamento, rappresentato e farmi parte diligente presso di lui. Di più, ovviamente, non è nelle mie possibilità.
Discussione del disegno di legge: S. 1337 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi (Approvato dal Senato) (A.C. 2245).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2245: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi.
(Discussione sulle linee generali - A.C. 2245)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
I presidenti dei gruppi parlamentari Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle ne hanno chiesto l'ampliamento.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) si intendono autorizzate a riferire oralmente.
Saluto le studentesse, gli studenti e i docenti del Liceo statale Antonio Genovesi di Napoli - tra l'altro, sono napoletano, quindi con piacere - che partecipano oggi alla giornata di formazione a Palazzo Montecitorio. Benvenuti, grazie, ragazzi e ragazze (Applausi).
Ha facoltà di intervenire il relatore per la Commissione affari costituzionali, onorevole Luca Sbardella.
LUCA SBARDELLA, Relatore per la I Commissione. Onorevoli colleghi, l'Assemblea è chiamata oggi a esaminare il disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi, già approvato dal Senato che, nel corso dell'esame, ha introdotto nel testo del provvedimento numerose modifiche.
Il provvedimento, per il quale scadrà il termine per la conversione in legge il 25 febbraio prossimo, è stato trasmesso dal Senato il 14 febbraio 2025 ed è composto, all'esito dell'esame da parte dell'altro ramo del Parlamento, da 32 articoli, in luogo dei 22 originari. È stato assegnato in sede referente alle Commissioni affari costituzionali e bilancio e le Commissioni riunite hanno avviato e concluso l'esame con 253 proposte emendative, presentate nella serata di ieri, e senza introduzione nel testo di ulteriori modifiche. Io mi fermo qui; consegneremo la relazione, ma la collega illustrerà, sommariamente, gli articoli.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice per la Commissione bilancio, onorevole Carmen Letizia Giorgianni.
CARMEN LETIZIA GIORGIANNI, Relatrice per la V Commissione. Grazie, Presidente. Ringrazio anche il collega che mi ha preceduto. Passando allo specifico del provvedimento, vado a illustrare i principali punti. L'articolo 1, ad esempio, si occupa di pubblica amministrazione. Nell'articolo 1, come dicevo, si prorogano i termini per le assunzioni nella pubblica amministrazione, comprese università e Avvocatura dello Stato. Viene estesa la validità di alcune normative su tasse comunali e contributi previdenziali.
L'articolo 2 si occupa di sicurezza e immigrazione. Nell'articolo 2, infatti, si prorogano i termini in materia di competenze del Ministero dell'Interno. Si allungano i tempi per alcune norme riguardante la Polizia, i Vigili del fuoco e il personale della sicurezza. Viene prorogata la possibilità, per i rifugiati ucraini, di rinnovare il permesso di soggiorno e convertirlo in permesso di lavoro.
L'articolo 3 si occupa di economia e finanza. Si prorogano, infatti, termini in questa materia. Si estendono le scadenze per pagamenti fiscali, aiuti di Stato, agevolazioni alle imprese; vengono prorogate anche alcune esenzioni fiscali per le aziende. In particolare, il comma 1 dispone che la registrazione nel registro nazionale degli aiuti di Stato delle misure straordinarie adottate per il contrasto al COVID 19, con esclusivo riferimento all'imposta municipale (IMU), sia effettuata entro il 30 novembre 2025. Il comma 2 proroga al 31 dicembre 2025 il periodo transitorio nel quale l'inadempimento degli obblighi di registrazione degli aiuti di Stato, con specifico riferimento alla registrazione delle misure straordinarie sempre relative all'esenzione dall'imposta municipale IMU, non comporta responsabilità patrimoniale del responsabile della concessione o dell'erogazione degli aiuti medesimi. Il comma 4, sempre dell'articolo 3, proroga al 31 dicembre 2025 la disciplina transitoria che prevede la disapplicazione delle riduzioni dei canoni di locazione per i contratti di locazione passiva, stipulati dalle amministrazioni pubbliche centrali, dalle Autorità indipendenti e dagli enti nazionali di previdenza e assistenza.
Passiamo all'articolo 4, che si occupa di sanità. Si garantisce la continuità del personale medico, si stabilizzano i precari e si prorogano norme per il reclutamento di sanitari anche senza specializzazione. Nell'articolo 5 si parla di istruzione. Si posticipano i nuovi requisiti per i concorsi degli insegnanti e si prorogano alcuni contratti per dirigenti scolastici. Vengono confermati i fondi per la formazione degli insegnanti e per la sicurezza delle scuole.
Il comma 4 proroga, anche per l'anno scolastico in corso, 2025-2026, la previsione secondo cui sono individuate dal Ministero dell'Istruzione e del merito, le équipe formative territoriali costituite da venti docenti, da porre in posizione di comando presso gli uffici scolastici regionali e presso l'amministrazione centrale e da 100 docenti da porre in esonero dall'esercizio delle attività didattiche, con il coordinamento funzionale per l'Unità di missione per il PNRR.
Sempre per quanto riguarda l'articolo 5, l'articolo 5-bis, introdotto in Senato, proroga a dieci anni la validità degli esami sostenuti, senza, quindi, la necessità di rinnovare l'iscrizione ai corsi e ripetere le prove già superate per gli iscritti ai corsi di laurea non abilitati.
L'articolo 6 riguarda il tema della cultura. Si prolunga il tempo per l'utilizzo dei fondi destinati a musei e siti culturali. Sono prorogati anche alcuni finanziamenti per la conservazione del patrimonio artistico.
L'articolo 7 si occupa delle misure di proroga in materia di politiche abitative. In particolare, il comma 1 proroga i termini temporali in materia di politiche abitative a favore dei dipendenti delle amministrazioni dello Stato impegnati nella lotta alla criminalità organizzata. Il comma 2 proroga di ulteriori sei mesi alcuni termini in materia di edilizia privata introdotti nel 2022, in considerazione delle conseguenze derivanti dalle difficoltà di approvvigionamento dei materiali, nonché degli incrementi eccezionali dei loro prezzi.
L'articolo 8 riguarda gli affari esteri. Si rinnovano i fondi per la sicurezza delle ambasciate e per il sostegno alle Forze armate afgane.
L'articolo 9 si occupa di proroga dei termini in materie di competenza del Ministero della Difesa. Il comma 1, lettera a), proroga al 31 dicembre 2025 il termine del regime transitorio del collocamento in ausiliaria, di cui all'articolo 2229, comma 1, del codice dell'ordinamento militare. La lettera b) apporta modifiche all'ordinamento militare relativo alla definizione delle unità di personale da collocare in ausiliaria.
L'articolo 10 si occupa della proroga di termini in materia di competenza del Ministero della Giustizia; si riduce il tirocinio per i magistrati, si prorogano norme su concorsi e avvocati e si mantiene aperta la possibilità di iscrizione a determinati albi professionali.
L'articolo 11 reca disposizioni concernenti termini in materia di competenza del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica; si estendono i tempi per l'uso di fonti energia energetiche rinnovabili e per la gestione di rifiuti e combustibili. Prorogati anche alcuni incentivi per la sostenibilità.
L'articolo 12 riguarda il Terzo settore. Si proroga il termine transitorio per le ONLUS e si conferma l'assegno per accompagnatori militari. In particolare, nell'articolo 12, si estende, di un ulteriore anno, il regime transitorio relativo al 5 per mille Irpef le organizzazioni non lucrative di utilità sociale iscritte all'anagrafe delle ONLUS alla data del 22 novembre 2021, prevedendo che esse continuino, fino al 31 dicembre 2025, ad essere destinate alla quota del 5 per mille.
L'articolo 13 concerne assicurazioni e imprese. Viene rinviato l'obbligo per le imprese di stipulare polizze contro rischi catastrofali e si prorogano norme fiscali a sostegno delle aziende.
L'articolo 14 riguarda il turismo. Si confermano incentivi per il settore turistico, tra cui il credito d'imposta per le strutture alberghiere e le semplificazioni burocratiche per nuovi impianti fotovoltaici. L'articolo 15 riguarda lo sport: si prorogano misure per il finanziamento dello sport femminile e si posticipano le scadenze per adeguamenti di impianti sciistici.
L'articolo 16 riguarda le autonomie locali. Si estendono i tempi per la definizione dei livelli essenziali di prestazioni dei servizi pubblici.
L'articolo 17 riguarda il tema dell'editoria e si propongono agevolazioni per i giornali, contributi per l'editoria digitale e finanziamenti alle radio locali.
L'articolo 18 (servizi di intelligence): si mantengono in vigore alcune misure di sicurezza per il personale dei servizi segreti.
L'articolo 19 (agricoltura): si prorogano norme per la lotta alla Xylella, la gestione dei cereali e il rinnovo delle macchine agricole.
L'articolo 20 riguarda l'accoglienza dei rifugiati: si proroga, fino al 2025, il sistema di accoglienza per i rifugiati ucraini con protezione temporanea.
L'articolo 21 riguarda norme generali: si abrogano alcune sanzioni per il mancato vaccino anti-COVID, si permettono incarichi amministrativi ad ex sindaci e si estende l'uso del taser ai Vigili urbani.
L'articolo 22, infine, con il quale si conclude il provvedimento, riguarda l'entrata in vigore del predetto decreto-legge.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la Sottosegretaria per i Rapporti con il Parlamento, che rinuncia.
È iscritta a parlare la deputata Antonella Forattini. Ne ha facoltà.
ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, mi rendo conto che cominciare un intervento ricordando che siamo all'ennesima questione di fiducia che viene imposta, rischia ormai di essere un esercizio di pura retorica.
Ci stiamo abituando e assuefacendo a questo modo di lavorare, per cui anche gli appelli che si levano da questi banchi sembrano risultare quasi un mero esercizio di forma. Ovviamente, non ci stiamo e, a dispetto dei disegni di riforma che ha in mente questo Governo, che schiaccerebbero ancor di più le funzioni parlamentari, vorrei restasse agli atti che, anche oggi, assistiamo all'ennesimo sopruso delle regole democratiche, di cui questo Governo, insieme alla sua maggioranza, si rende responsabile.
Lo dico a lei, signor Presidente, a cui spetterebbe il compito di difendere il lavoro dell'istituzione che rappresentiamo. Siamo ormai all'ottantesima fiducia. È l'ottantesima volta che quest'Aula viene ridotta a una pulsantiera completamente svilita delle sue funzioni di rappresentanza dell'elettorato italiano. In un consesso democratico sano e autentico, oggi avremmo discusso sul lavoro svolto in Commissione e sulle proposte oggetto del sano dialogo tra la maggioranza e l'opposizione. Non avremo la possibilità di farlo e ci limiteremo a commentare il lavoro dei colleghi del Senato, in una prassi che sembra ormai consolidata. Nonostante questo, possiamo affermare, con una certa sicurezza, che quello che ci apprestiamo a votare è un decreto che si allontana - e non poco - dalle finalità per cui era stato immaginato.
Il Milleproroghe - è facilmente intuibile dal nome che viene dato al decreto - dovrebbe prorogare ciò che è urgente e inderogabile. E, invece, assistiamo al paradosso. State provando, con un provvedimento che non nasce propriamente come uno strumento di programmazione, a raggiungere un obiettivo preciso: distribuire mance. E tutto questo senza una visione più ampia, senza un'idea di Paese e linee chiare di indirizzo da parte del Governo. Non c'è niente di tutto ciò. Avete fatto diventare questo decreto uno strumento di distribuzione di favori e oboli, a vantaggio di sacche di elettorato che il centrodestra deve ricompensare e vuole fidelizzare, non importa se rappresentino modelli positivi o negativi dal punto di vista delle regole della convivenza civile. Il risultato prodotto è un'evidente confusione. Su questo, devo ammettere una certa coerenza nelle modalità di agire, che sono apparse in linea con il modo di fare di questo Governo.
D'altronde, Presidente, che programmazione e che visione ha un Governo che stanzia quasi un miliardo di euro per aprire un centro di accoglienza in Albania, che, evidentemente, è un colossale fallimento, uno spreco di risorse umane ed economiche, uno schiaffo alla miseria, dietro il quale si cela la necessità di dover tenere una posizione assurda, pur di non riconoscere la miopia delle politiche di gestione dei flussi migratori di questa maggioranza? Su questo tema, nonostante l'evidente e vergognoso fallimento, assistiamo alle mille proroghe di Giorgia Meloni di questa scelta. Purtroppo, temo, signor Presidente, che non ci sarà proroga che tenga e che il Governo dovrà prendere atto del populismo di cui è diventato vittima.
Come dicevo, questo decreto è diventato lo strumento per favori e oboli. Prendiamo i beneficiari delle rottamazioni fiscali, che stanno diventando tante, quante le stagioni di una serie di Netflix, e che evidentemente premiano chi si sottrae al principio solidaristico che consente il funzionamento dell'intero sistema dei servizi pubblici: istruzione, sicurezza, ordine pubblico, trasporti, cultura, protezione del territorio, previdenza.
Il messaggio che state dando al Paese è quello di praticare la legge del più furbo, che tanto una rottamazione, prima o poi, arriva, con il risultato di sovraccaricare il peso fiscale solo su determinate categorie, dipendenti e pensionati, chiamati a sostentare quei servizi pubblici di cui usufruiscono anche i furbi della rottamazione. Un capolavoro di iniquità e ingiustizia.
In tema di iniquità e ingiustizia, in questo decreto Milleproroghe vi siete preoccupati di affrontare una vera emergenza nel doloroso capitolo che riguarda la sanità, vale a dire condonare le sanzioni ai no-vax. Un gesto che può sembrare banale, ma che di banale ha davvero ben poco. È una scelta consapevole, che viene spinta da un pezzo di questa maggioranza, ostaggio di un mondo no-vax, che, nonostante posizioni folli e antiscientifiche, dev'essere accontentato. Non vorrei essere nei panni di diversi colleghi di questa maggioranza, a cui riconosco, pur nella diversità delle posizioni politiche, una certa serietà e che godono della mia stima.
Non vorrei essere nei loro panni, così come non avrei voluto essere nei panni di quei colleghi che, in Commissione, hanno dovuto accettare di votare questa disposizione assurda. A loro vorrei ricordare, con un sussulto di dignità, anche in memoria delle tante vittime di quel terribile periodo, dei medici, degli infermieri, del personale sanitario che ha perso la vita: renderebbe loro giustizia, se proprio non si può fare a meno di assecondare la volontà della Presidente, che almeno si fissi un limite di decenza, oltre il quale ci diciamo insieme di non andare. Quella del condono alle sanzioni dei no-vax, cari colleghi e care colleghe di maggioranza, ce la saremmo potuta davvero risparmiare, ve la sareste potuta risparmiare. Un'autentica emergenza, non c'è che dire, anche superiore a quella vissuta dagli oltre 4 milioni di italiani che hanno rinunciato a curarsi per mancanza di posti nella sanità pubblica, superiore anche a quella dei malati che devono attendere tempi biblici per ottenere una visita cardiologica o una mammografia, e che, a causa di questi ritardi e non potendo permettersi la sanità privata, spesso vanno incontro all'aggravamento della malattia stessa.
E mi chiedo come questo non vi tormenti, perché, mentre vi preoccupate di condonare i no-vax e di aumentare le risorse destinate alla sanità privata accreditata, non trovate né la volontà, né tantomeno il modo di stanziare le risorse e definire le modalità per risolvere il problema delle liste d'attesa. Da prorogare, qui, ci sarebbe solo un patto di fiducia tra lo Stato, i cittadini e il Servizio sanitario nazionale. E l'unico modo per farlo non può essere il finanziamento della sanità privata, ma uno sforzo vero, concreto e reale affinché il Servizio sanitario nazionale continui ad essere quel punto di riferimento che è sempre stato per tanti cittadini che hanno la necessità non solo di curarsi, ma anche di prevenire e di essere presi in carico.
E veniamo al tema dello sviluppo, questo sconosciuto nell'agenda del Governo. L'assenza di una politica industriale, sostenuta da adeguate risorse in tema di innovazione e transizione, e la totale inadeguatezza dell'Esecutivo nell'affrontare le questioni cruciali che investono il mondo del lavoro, sono emerse in molteplici occasioni. L'ultima riguarda l'abbandono della chimica di base, con la succube accettazione del piano ENI e la responsabilità morale di concorrere allo smantellamento di un settore strategico per il Paese, con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro e di condannarci alla dipendenza da Paesi terzi. Le ricadute di questa dipendenza stanno già alleggerendo i portafogli di molte famiglie e i bilanci di molte imprese, che pagano le conseguenze della nuova ondata di rincari dell'energia.
Anche in questo caso, nessun provvedimento che faccia da calmiere è previsto nel decreto Milleproroghe. E a poco servono i vaghi annunci che abbiamo sentito pronunciare dal Ministro dell'Economia. Con le parole le bollette non si pagano. E nemmeno si pagano, signor Presidente, con i salari bassi a cui state condannando centinaia di migliaia di lavoratori. Su questo punto, io credo dovremmo davvero aprire una riflessione profonda. Non c'è bonus o sostegno che tenga, se non affrontiamo la grande questione di questo tempo: l'aumento dei salari. Oggi si può essere in una situazione di estrema difficoltà economica, anche con un lavoro a tempo indeterminato e un figlio a carico, con l'inflazione che coinvolge non solo le bollette, ma anche i beni di prima necessità.
Oggi un dipendente pubblico che vive in una qualsiasi provincia del nostro Paese con un figlio e una moglie a carico, fa fatica ad arrivare alla fine del mese, ma anche a metà mese. Se vogliamo tendere una mano ai cittadini in difficoltà, la soluzione non può essere l'ennesima rottamazione delle cartelle, ma un rilancio sulla politica industriale, un rilancio dello sviluppo dell'economia di questo Paese. E accanto a questo la costruzione di ammortizzatori sociali in grado di proteggere i lavoratori e le famiglie. È questo il patto di fiducia che dobbiamo prorogare, sta lì la proroga a cui vorremmo assistere. Infine - chiudo Presidente - c'è un altro tema dolorosissimo e totalmente ignorato da questo decreto: tra poche settimane celebriamo la Festa internazionale della donna e chissà quante parole di circostanza saranno pronunciate, quali statistiche saranno sciorinate, quali promesse saranno formulate.
Basterebbe, intanto, stanziare le risorse necessarie per sostenere il reddito di libertà, che rappresenta uno strumento fondamentale per garantire alle donne l'indipendenza economica e consentire loro di affrancarsi dalla violenza per ricostruire la propria vita. Questo decreto non fa nemmeno questo, nonostante la barbarie dei femminicidi sia cronaca quotidiana. Permettetemi, allora, di fare un appello a cambiare strada: non possiamo pensare di continuare a dire agli italiani che pagare le tasse non serve, perché tanto arriverà un condono, una rottamazione, poi ancora un condono e un'altra rottamazione; non possiamo continuare a strizzare l'occhio ai no-vax e a quel mondo trumpiano che sta disconoscendo anni e anni di civiltà politica e democratica; non possiamo permetterci la totale assenza di politiche industriali, di sviluppo, di sostegno ai redditi, di politiche di sostegno ai salari. Cambiate strada finché siete in tempo, perché non possiamo permetterci di consegnare alle future generazioni un Paese più povero, più iniquo e più fragile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tremaglia. Ne ha facoltà.
ANDREA TREMAGLIA (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo, ringrazio i relatori, onorevole Sbardella e onorevole Giorgianni, ringrazio anche per alcuni spunti che mi ha dato l'onorevole Michelotti. Inizio rispondendo, però, ad alcune delle cose che abbiamo appena sentito, perché sul tema della sanità entrerò più avanti nel mio intervento, ma a me sembra e continua a sembrare un po' stucchevole il ritorno del tema tasse ed evasione, cioè il tentativo - a mio avviso infruttuoso e ingeneroso - delle opposizioni di spiegarci che questo Governo è amico dell'evasione fiscale, mentre, contestualmente, stiamo, ogni anno che si sussegue, contemporaneamente aumentando il gettito fiscale in entrata e aumentando i risultati della lotta all'evasione, i proventi della lotta all'evasione. Credo che i numeri, al riguardo, non sono in contestazione e che non sono frutto di una fantasia, ma sono scritti nero su bianco e segnalano come la scelta di questo Governo, in particolare del Vice Ministro Leo, di creare un nuovo rapporto tra gli italiani e il fisco si sta rivelando virtuoso.
Poi, certo, se per essere amici dell'evasione si intende non volere un fisco oppressivo, non volere un fisco che va a stanare ogni virgola delle piccole evasioni e poi, magari, ci si dimentica dei grandi evasori, allora diciamo che abbiamo senz'altro visioni diverse.
Detto questo, il decreto Milleproroghe per sua natura e per definizione, anche del nome, ha una dimensione di eterogeneità. Ci sono tanti interventi, ci sono tante scelte che questo Governo decide di fare con questo decreto, che serve a garantire la tenuta di settori strategici del nostro Stato.
Pur nella sua vastità ed eterogeneità, noi riteniamo che esso costituisca un'opportunità per dimostrare la serietà e la concretezza del Governo di centrodestra, del Governo Meloni, che, senza slogan, anche in questa occasione, dimostra di voler stare, di saper stare dalla parte degli italiani. Come dicevo, si parla di misure concrete; ho scelto alcuni focus particolari tra i tanti - qualcuno è stato ricordato anche dai relatori prima -, in particolare sanità, sicurezza e sviluppo.
Per quel che riguarda la sanità, anche qui, di nuovo, trovo stucchevole - non voglio di nuovo riaprire le polemiche sui numeri - le alchimie algebriche di qualche fantasioso collega delle opposizioni che ci spiega o cerca di spiegarci, ogni qualche settimana, che i fondi alla sanità diminuiscono quando effettivamente stanno aumentando; allo stesso modo ci viene spiegato, o meglio non ci viene spiegato quello che è stato fatto o che non è stato fatto nei 10-15 anni precedenti l'avvio del Governo Meloni; vengono volutamente dimenticati i tagli clamorosi fatti al settore della sanità con l'avvio della stagione dei governi tecnici, da Monti in poi e, quindi, dicevo, non mi addentro nell'ennesima - a quanto pare - infruttuosa, nei confronti del dibattito parlamentare, polemica, ma mi limito a ricordare che siamo al record di spesa sanitaria; è previsto un ulteriore aumento della spesa sanitaria, siamo al record di spesa sanitaria pro capite, che aumenterà ulteriormente.
Anche in questo Milleproroghe, il Governo rinnova il proprio impegno a garantire una sanità il più possibile efficiente e vicina agli italiani, ad esempio è stata ricordata anche questa, la proroga delle misure per abbattere le liste d'attesa nella sanità pubblica come passo necessario per ridurre i tempi e migliorare l'accesso alle cure e, secondo me, un provvedimento particolarmente significativo è anche quello rispetto allo screening regionale del tumore al seno, che permette un aiuto concreto alla prevenzione che dimostra l'attenzione di questo Esecutivo per la salute dei cittadini.
Oltre alla sanità, ho detto sicurezza e sulla sicurezza io mi sono appuntato diversi interventi, a mio avviso, significativi. Abbiamo ricordato: la proroga della sospensione dell'aggiornamento automatico delle sanzioni del codice della strada, che è una scelta di buon senso che evita aumenti ingiustificati che avrebbero colpito, in particolare, i cittadini e le imprese del settore del trasporto; la proroga che riguarda la sperimentazione delle armi a impulsi elettrici, i cosiddetti taser, per le polizie municipali, anche sotto i 20.000 abitanti.
Da ex amministratore e attuale referente territoriale del mio partito, in costante contatto con i propri amministratori locali, posso registrare che questo è un intervento verso il quale c'è grande attenzione e grande soddisfazione, perché consente di dare ai nostri agenti strumenti adeguati per fronteggiare quelle situazioni critiche di cui, purtroppo, sentiamo spesso parlare.
Noi, d'altronde, non da oggi, dimostriamo il nostro impegno nel sostegno alle Forze dell'ordine e nel sostegno affinché le Forze dell'ordine abbiano i mezzi per svolgere i propri compiti e contrastare la criminalità.
È interessante, credo significativa anche la proroga della tutela funzionale e processuale per il personale dei Servizi di informazione e sicurezza della Repubblica, che garantisce a chi lavora per la sicurezza dello Stato di poterlo fare, senza, diciamo, eccessivi ulteriori timori rispetto a quelli che già il compito comporta; trovo anche significativa e simbolica, ma molto concreta al tempo stesso, la proroga dei contratti di locazione agevolati per quei dipendenti di amministrazioni dello Stato che sono impegnati nella lotta alla criminalità organizzata perché, anche qui, garantire la stabilità a chi è in prima fila nella lotta contro la criminalità e nella difesa della legalità è un atto di giustizia, innanzitutto, ma anche di riconoscenza.
E, infine, il tema dello sviluppo: io vengo da una regione e da una provincia, che sono il cuore e il motore della nostra Nazione, ma anche del nostro continente, che hanno dimostrato e stanno dimostrando di apprezzare particolarmente una nuova postura che il centrodestra e il Governo Meloni hanno portato - posso dire finalmente - rispetto al tema dello sviluppo. Noi di Fratelli d'Italia lo diciamo dal primo giorno: aiutare chi vuole fare. Non crediamo che lo sviluppo si faccia con l'assistenzialismo, lo sviluppo si fa con quelle misure culturali, ma concrete soprattutto, che stimolano gli investimenti, stimolano l'innovazione, stimolano la competitività e la produttività del nostro tessuto.
Quindi, in questo Milleproroghe abbiamo proroghe di ampio respiro, sia per quel che riguarda i trasporti, sia per quel che riguarda gli investimenti infrastrutturali, con grandi cantieri, anche qui, di cui si è ampiamente parlato, in particolare, con la proroga degli incentivi sulla cosiddetta Transizione 5.0, per rafforzare la nostra industria in quella chiave che oggi è fondamentale, sulla quale colpevolmente siamo in ritardo. Questo perché, quando si parla di produttività, noi sappiamo che l'aggiornamento dei processi - l'aggiornamento soprattutto di quelle piccole e medie imprese che fanno più fatica ad aggiornarsi rispetto alla digitalizzazione e all'informatizzazione delle proprie aziende e dei propri processi produttivi - è assolutamente utile e ormai, anzi, necessario.
Quindi, questo decreto, se servisse ulteriormente, dal nostro punto di vista è la dimostrazione del lavoro pragmatico del Governo Meloni. Siamo convinti che sia l'ulteriore dimostrazione della stabilità e della continuità dell'azione di questo Governo nonché della serietà dell'azione di questo Governo. Noi continuiamo a credere che, al di là degli slogan, al di là di ogni strumentalizzazione politica ed extra-politica, quello che siamo qui a fare è risolvere i problemi degli italiani. Noi crediamo che queste misure siano misure di buon senso, che vanno nella direzione dell'interesse e dell'utilità dei nostri cittadini e, quindi, siamo assolutamente convinti nel sostegno a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Penza. Ne ha facoltà.
PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Ci troviamo ancora davanti all'ennesima fiducia che questo Governo pone: l'ottantesima. Probabilmente, come il decreto, mira a mille, non so, ma non penso che arriverà forse oltre. Comunque, ancora una volta, ci troviamo a discutere di un decreto Milleproroghe che, anziché rappresentare uno strumento di razionalizzazione e aggiornamento normativo, viene utilizzato per smantellare i principi cardine del nostro ordinamento democratico e della legalità.
Dietro all'apparente tecnicismo di alcune misure, si nasconde, infatti, una pericolosa operazione di indebolimento della legge anticorruzione. Tra le norme più gravi di questo provvedimento spiccano le sospensioni e le soppressioni di regole fondamentali in materia di incompatibilità e inconferibilità di incarichi tra organi politici, amministrativi e dirigenziali degli enti locali e territoriali.
Il riferimento è agli articoli 1 e 21 del Milleproroghe, che modificano le disposizioni del decreto legislativo n. 39 del 2013, attuativo della legge Severino. A questo si aggiunge la nuova proroga che elimina l'incompatibilità per i sindaci di una provincia di poter essere eletti presidenti della stessa provincia, senza alcun vincolo temporale.
Il risultato? Si abbatte definitivamente il confine tra controllante e controllato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), aprendo la porta a eventuali conflitti di interesse. Si tratta di un vero e proprio attacco alla trasparenza e all'equilibrio istituzionale.
Quale messaggio stiamo dando ai cittadini? Che le regole possono essere cambiate a seconda della convenienza politica? Che la distinzione tra chi prende decisioni e chi deve controllare non conta più? Questo è inaccettabile. Siamo di fronte a una demolizione sistematica della legalità, portata avanti da questo Governo con metodo chirurgico.
Dopo la cancellazione del reato di abuso d'ufficio, il depotenziamento del traffico di influenze, l'attacco alle intercettazioni, l'indebolimento delle funzioni giurisdizionali della Corte dei conti che si sta consumando in I Commissione, ora si interviene in modo subdolo per depotenziare i presidi di trasparenza che in questi anni hanno garantito l'imparzialità e la correttezza dell'amministrazione della cosa pubblica. Tutto questo non è casuale, fa parte di una strategia precisa per eliminare ogni forma di controllo e vigilanza.
Non finisce qui: nel Milleproroghe troviamo anche la proroga della possibilità per i pensionati di assumere incarichi direttivi e dirigenziali nella pubblica amministrazione fino a due anni, anziché uno, come previsto dalla normativa vigente. Questo provvedimento penalizza i giovani e rallenta il necessario ricambio generazionale, privando la pubblica amministrazione di nuove competenze e professionalità.
Oggi, in Italia, il 50 per cento dei dipendenti pubblici ha più di 55 anni. Gli ingressi nella pubblica amministrazione sono pochissimi e i concorsi pubblici sono rallentati da una burocrazia sempre più complessa. Ma, invece di creare opportunità per i giovani, si continuano a prorogare gli incarichi ai pensionati. Qual è la logica di questa decisione? Dovremmo favorire le nuove generazioni di funzionari pubblici, non chiudere loro le porte.
Non possiamo, poi, non evidenziare il problema legato alla proroga degli organismi indipendenti di valutazione, che potranno essere rinnovati arbitrariamente dalle amministrazioni, senza una procedura chiara e trasparente. Un meccanismo opaco, che potrebbe prestarsi a logiche di favoritismo invece che di merito. Cari colleghi, non possiamo non sottolineare l'ennesimo schiaffo al Sud e alla lotta contro la povertà educativa. Seppur vi sia stato un tentativo con l'articolo 20-bis, che alimenta il Fondo per il contrasto alla povertà educativa, ricordiamo che questo Governo ha tagliato ben 28,5 milioni di euro al Fondo previsto dal decreto Caivano, risorse fondamentali per le aree fragili del Mezzogiorno. Vi rendete conto? Si tagliano fondi alla povertà educativa, mentre si fanno regali ai soliti noti nell'amministrazione, agli amici degli amici, per intenderci. Abbiamo presentato un emendamento per ripristinare queste risorse e garantire continuità agli interventi educativi. Perché il Governo non ha ritenuto prioritario mantenere queste risorse per i nostri ragazzi?
Poi, c'è un'altra decisione che ci lascia sconcertati. Per finanziare il contributo ai familiari delle Forze di polizia, dei Vigili del fuoco e delle Forze armate deceduti in conseguenza di azioni di contrasto al COVID-19, si è scelto di intaccare il Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime della mafia, dell'estorsione e dell'usura, invece di stanziare ulteriori fondi. È un provvedimento inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché andare a sottrarre risorse a chi combatte la criminalità organizzata, quando ci sarebbero altre coperture disponibili?
Infine, ci chiediamo quale logica giustifichi la proroga di 2 anni per l'adeguamento antincendio delle strutture alberghiere con più di 25 posti letto. La sicurezza non può essere continuamente rinviata per meri calcoli economici. Stiamo parlando della tutela della vita delle persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Qualcuno ha pensato a cosa potrebbe accadere in caso di incendio in strutture non adeguate? O aspettiamo la tragedia per poi piangere lacrime di coccodrillo?
Colleghi, il decreto Milleproroghe non può diventare lo strumento con cui si svuota progressivamente il nostro ordinamento di legalità e trasparenza. Questo è un Governo che ha fatto delle proroghe e delle deroghe un'arma per smontare i principi di legalità, di rinnovamento e di sicurezza. Noi non ci stiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il nostro impegno è chiaro: continueremo a denunciare queste manovre, a proporre soluzioni alternative, a difendere i principi su cui si regge il nostro ordinamento, e lo faremo sempre in Parlamento, nel Paese e accanto ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Colleghi, visto un piccolo incidente tecnico, sospendiamo per 5 minuti la seduta, che riprenderà alle ore 16,25.
La seduta, sospesa alle 16,17, è ripresa alle 16,25.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Prima di passare la parola, saluto gli studenti e i docenti del Liceo scientifico statale Arcangelo Scacchi di Bari, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Grazie, ragazze e ragazzi, anche per la pazienza che avete avuto di attendere che la seduta riprendesse.
È iscritto a parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Già altri colleghi di opposizione hanno sottolineato la gravità dell'ennesima questione di fiducia, ormai abbiamo perso il conto, e anzi ringrazio i colleghi che riescono a tenerlo, non è facile. Questa è una delle questioni però. L'altra, che cammina secondo me di pari passo con l'uso che il Governo fa della fiducia, è quella della capacità di questa maggioranza di perdere ogni occasione utile per affrontare le questioni del Paese e le sue criticità e per migliorare le condizioni di vita delle persone. Questo è un provvedimento che dovrebbe avere una natura quasi eccezionale, ma poi lo sappiamo che nel tempo è diventato un appuntamento fisso.
Tra l'altro, per sua “natura”, lo dico tra virgolette e per la natura che ha acquisito nel tempo, si occupa, appunto, di cose molto diverse tra loro, ambiti diversi, questioni eterogenee e vicende che riguardano categorie diverse di cittadini e che, ovviamente proprio per questo, dovrebbero essere trattate con particolare attenzione dalle Camere. Pensate che al Senato è stata annunciata la decisione di apporre la fiducia, ancorché così attesa, però addirittura prima ancora che in Commissione si iniziassero i lavori sul provvedimento. Quindi, c'è anche una modalità che sta diventando davvero insopportabile. Prendere per routinarie queste questioni è già di per sé un errore; e questo, ovviamente, che cosa ha comportato?
Ha comportato che il messaggio è chiaro, come è avvenuto per altri provvedimenti, che non c'è alcuna sostanziale possibilità di modificarlo, di tener conto delle proposte emendative più significative. E poi, ovviamente, c'è tutta la fase preliminare, quella che precede il parto, in cui il Parlamento e le opposizioni non sono messe neanche in condizione di dare un contributo. Alla fine, poi, il provvedimento è uscito fuori così come lo conosciamo. Perché? Perché si è trovato un equilibrio. Su che cosa? Sostanzialmente se fare o meno un'altra rottamazione oppure intervenire su quella che già c'era, cioè se fare o no una rottamazione-quinquies oppure operare sulla rottamazione in corso per apporre qualche modifica, introdurre qualche elemento di apertura.
Qui, però, viene, secondo me, la questione. Le colleghe e i colleghi presenti in Aula in questo momento sono pochissimi, mi rivolgo a loro innanzitutto, ma a chiunque ci ascolti. Avete tutti quanti molto probabilmente un telefonino fra le mani o state lavorando con un computer. Ebbene, se provate a mettere su un motore di ricerca la parola “rottamazione”. Succede un miracolo: non esce la quater, esce già la quinquies, cioè il Parlamento sta discutendo di una rottamazione mentre il Paese sta discutendo già della prossima. Vi dovete rendere conto di quello che state producendo nella cultura di questo Paese, nel rapporto fra l'Italia e la necessità anche di contribuire da parte dei cittadini, dei lavoratori e delle imprese allo sviluppo del Paese.
Noi qui stiamo facendo ancora la discussione, in teoria potremmo cambiare il provvedimento, ma se andiamo nello studio di un commercialista o, semplicemente, digitiamo la parola “rottamazione” in un motore di ricerca, si parla già delle caratteristiche della prossima.
Ma come si può pensare ragionevolmente, alla luce anche semplicemente del buon senso, di avere un qualche effetto e un qualche risultato rispetto alla fedeltà cosiddetta fiscale? È vero, un recupero delle tasse aumenta, diciamo così, grazie al lavoro delle agenzie, che operano in questo senso e che sono state anche un pochino bistrattate, diciamoci la verità. È con l'apertura di questa legislatura che si dice a chi si occupa di evasione e di recupero fiscale di stare calmi.
Ma, per fortuna, così non è avvenuto. Tuttavia, ci sono alcuni aspetti che vanno guardati con attenzione. Aumenta il recupero fiscale. Ma aumenta o diminuisce l'evasione? Perché bisogna chiedersi se il recupero fiscale operi su una base che è la stessa. Invece no. Come tutti quanti sapete, dal 2016, più o meno, al 2021/2022, effettivamente l'evasione fiscale, il tax gap, è diminuita in questo Paese. Ma, a un certo punto, rialza la testa, torna fuori. Ci sono segnali che ci dicono che ha ripreso la sua corsa. Guardate il caso; l'ha ripresa con la storia del Governo in carica.
Allora è vero, c'è una maggiore capacità, da parte delle agenzie, di recuperare l'evasione e l'elusione fiscale. Soprattutto c'è una capacità da parte delle agenzie attraverso la loro attività ordinaria. Mentre, guarda un po' - e torniamo al ragionamento sulla rottamazione -, gli incassi da misure straordinarie, che sono, sostanzialmente, la rottamazione e la vecchia pace fiscale, ammontano, nell'anno scorso, a 3,5 miliardi di euro, con una flessione di oltre il 30 per cento rispetto al 2023. La capacità dello Stato di intervenire attraverso gli strumenti su cui si fa la discussione (sostanzialmente, la rottamazione) si va costantemente riducendo, e questo è l'effetto delle politiche.
Mi rendo conto che tutti voi della maggioranza siete soddisfatti, perché dite che in questo Paese si pagano molte tasse. In qualche misura, è vero: in questo momento, abbiamo una pressione fiscale del 42,8 per cento; siamo sul podio, assieme ad altri Paesi, assieme alla Francia e alla Danimarca, anzi, siamo terzi dopo la Francia e la Danimarca (la Francia al 43,8 per cento e la Danimarca al 43,4 per cento). Ma poi siamo vicinissimi ad altri Paesi: l'Austria, il Belgio, la Finlandia, la Norvegia, la Svezia, tutti tra il 42,7 e il 41,4 per cento. Quindi, dovremmo stare nella medesima condizione. Ma non è vero. Questi sono i Paesi nei quali il sistema di protezione sociale - quel famoso welfare europeo di cui tanto si parla - è, sostanzialmente, in piedi.
Questi Paesi, che hanno - più o meno - la nostra pressione fiscale, sono Paesi che hanno un'elevata capacità di mantenere in piedi i servizi universali, i servizi essenziali, una protezione sociale, una capacità - anche degli enti locali - di rispondere ai bisogni dei cittadini. Noi ci stiamo allontanando rapidamente da questa condizione generale.
Che cosa significa? Significa che neanche formalmente abbassate le tasse, ma, soprattutto, non abbassate affatto le tasse. Voi decidete, semplicemente, a chi farle pagare. Le tasse sono sempre le stesse. Voi, con i vostri provvedimenti, semplicemente, ritenete che debbano pagarle sempre gli stessi, cioè le lavoratrici, i lavoratori e i pensionati.
Questo è tutto. Questo è quello su cui lavorate dall'inizio della legislatura. Fate della questione fiscale una questione meramente elettorale e riaprite la discussione con dichiarazioni di qualche ora fa del tipo: la rottamazione non escluderà altri tagli delle tasse, e quindi altri provvedimenti di questa natura. Ci mancherebbe altro! C'è addirittura la necessità di rassicurare il proprio elettorato dicendo: guardate, c'è una rottamazione, ce ne sarà un'altra in primavera, ma non vi preoccupate, noi siamo qui per questo.
Quindi, ci dobbiamo aspettare altri provvedimenti di questo tipo che, purtroppo, non saranno in grado di affrontare le questioni vere del Paese.
Tra l'altro, c'è anche un altro problema. Anche il direttore dell'Agenzia delle entrate, in audizione, ci ha dato l'idea dell'ampiezza, della dimensione del problema dei crediti dello Stato. Si tratta di circa 100 miliardi di crediti, dei quali circa la metà è stata ritenuta inesigibile. Un dato rilevante è che, per il 69 per cento, il credito residuo riguarda importi superiori ai 50.000 euro, i quali, però, riguardano appena lo 0,8 per cento dei 291 milioni di singoli crediti ancora da riscuotere, contenuti in circa 175 milioni di cartelle, avvisi di addebito e avvisi di accertamento esecutivo. Questo significa che, se lo Stato concentrasse la propria attenzione sulle partite di maggiore rilevanza e dimensioni, otterrebbe sicuramente risultati migliori.
Noi abbiamo l'esigenza, non solo per dare risposta ai problemi del Paese, ma anche per affrontare seriamente la questione dell'evasione fiscale, di uscire dalla propaganda. Non se ne può più. Dobbiamo necessariamente uscire dalla propaganda su questi temi. La rottamazione quater, anche con le modalità previste da questo provvedimento, sarà un ennesimo fallimento e i fallimenti si rincorrono uno con l'altro, perché diamo un segnale; poi ci saranno quelli che sono rimasti fuori, ai quali dobbiamo dare un ennesimo segnale.
È in realtà un modo, anche questo, ma ormai il modo si trova a ogni provvedimento, sia esso una legge di bilancio, siano essi piccoli o grandi provvedimenti di legge, di scappare dai problemi reali.
Prima abbiamo fatto una discussione sulle bollette, sul fatto che la strategia energetica di questo Paese è alle corde. In questo Parlamento, sempre con discussioni imposte dalle minoranze, ritenute marginali dal Parlamento, abbiamo fatto una discussione sugli affitti, sulla povertà, sui redditi che non reggono il potere d'acquisto, mentre il Governo si concentra su un contratto del pubblico impiego, come quello che abbiamo visto, sulla sanità, perché le opposizioni provano ad andare su questi temi.
Noi tentiamo, costantemente, giorno per giorno, con gli strumenti che abbiamo in Parlamento, con le mozioni, con le proposte di legge, di far atterrare il Governo e la maggioranza sulla realtà e sulle sofferenze del Paese, ma la maggioranza ogni giorno, costantemente, scappa con tutti i suoi provvedimenti, e questo è l'ennesimo.
Il Milleproroghe, anche per la sua natura eclettica, poteva risultare uno strumento per provare ad affrontare qualche tema effettivamente di rilievo per la condizione di vita delle persone di questo Paese, per le famiglie e, ovviamente, per le imprese. Invece, si mette al centro di questo provvedimento una rottamazione, per dare l'ennesimo segnale.
Bene, se voi scappate dai problemi del Paese, noi non abbiamo nessuna intenzione. Continueremo a fare il nostro lavoro e continueremo a provare a parlare con le sofferenze di questo Paese, da qui a quella che sicuramente sarà un'alternativa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.
VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie davvero, Presidente. È evidente che siamo ancora in una discussione finta, questa volta sul decreto Milleproroghe. Scatterà, infatti, di nuovo la fiducia, dovuta alle divisioni della maggioranza. È ormai evidente la volontà di ridurre il Parlamento a uno strumento di ratifica delle decisioni del Governo, attraverso un metodico stravolgimento del nostro dettato costituzionale.
Il Governo Meloni continua a fare approvare misure parziali e mirate alle corporazioni di turno, per mantenere il consenso immediato, senza proposte complessive di riforme politiche adeguate alla realtà e alle prospettive del nostro Paese.
Questo è sempre più evidente, ad esempio, sulla sanità. Il Governo ha proclamato di volersi occupare delle liste d'attesa; lo ha fatto prima delle elezioni europee, approvando un decreto che si proponeva di aumentare le risorse, anche se solo e soltanto per la sanità privata accreditata, ma, dopo mesi, non si vedono ancora i decreti attuativi. Così come è fermo da tre mesi il disegno di legge per le prestazioni sanitarie, che deve intervenire sul problema della carenza di personale nelle strutture sanitarie, per arrivare a questo decreto Milleproroghe, che doveva permettere alle regioni una maggiore flessibilità di spesa in sanità, utilizzando lo 0,7 del Fondo sanitario nazionale senza aumento di risorse - per carità -, eppure, è sparito dal testo in Aula, anche se era stato annunciato per giorni sul sito web della Presidenza del Consiglio.
Noi chiediamo che si smetta con la propaganda e le bugie. Ci sono 4,5 milioni di persone che, nel 2024, hanno rinunciato a curarsi. Il 50 per cento delle prestazioni sanitarie viene erogato, ormai, dalla sanità privata accreditata. La migrazione sanitaria, tra le regioni del Sud verso quelle del Nord, ha raggiunto la cifra di 5 miliardi. Aumentano, dunque, le disuguaglianze tra i cittadini e tra i territori del nostro Paese, mentre il diritto alla salute è sempre più affidato alle disponibilità economiche dei singoli e alle loro fortuite residenze. Sulla sanità pubblica manca una strategia da parte di questa destra? No, semplicemente manca il coraggio di rendere chiaro che si vuole accompagnare il nostro sistema sanitario pubblico a una privatizzazione di fatto, dato che le risorse destinate sono largamente insufficienti. In questo decreto ci sono proposte che, da sole, valgono un voto contrario complessivo. La norma che cancella le multe a chi rifiutò di vaccinarsi durante la pandemia è un inno all'egoismo individuale e all'irresponsabilità, che alimenta, in modo grave e contrario alla scienza medica, il calo delle vaccinazioni in atto e diffonde la paura dei vaccini.
Abbiamo un Governo che proclama di continuo provvedimenti per la sicurezza, ma che non difende la legalità quando deve assecondare elettori della propria fazione; un Governo che ha voluto una Commissione sul COVID al solo scopo di aggredire i propri avversari politici; un Governo che non mette soldi veri sulla sanità, ma che discute di quinta rottamazione delle cartelle esattoriali e con questo decreto, intanto, fa passare la quarta, senza distinguere tra chi è davvero in difficoltà e chi continuerà a usare lo strumento per pagare solo la prima rata e continuare a fare il furbo rinviando i pagamenti. Dopo tre proroghe sarebbe stata opportuna una verifica per riflettere almeno sul fatto che mancano ben 21,6 miliardi dei 64 miliardi di euro previsti dalla rottamazione. Invece, la maggioranza discute se impiegare 5,2 miliardi subito, per la quinta rottamazione, o 3-4 miliardi per l'abbassamento delle aliquote Irpef, mentre nella legge di bilancio non hanno stanziato un euro per infermieri e medici che mancano alla sanità e hanno imposto tagli drastici agli enti locali, già in difficoltà nel garantire i servizi pubblici ai cittadini.
Questa maggioranza ha diviso il Paese tra chi può scegliere di non pagare e chi, invece, è costretto a farlo perché le imposte gli vengono prelevate direttamente in busta paga. A parità di reddito si dovrebbe pagare la stessa imposta, ma voi rifiutate questo basilare principio di uguaglianza perché, con la tassa piatta, fino a 85.000 euro, ci sono lavoratori autonomi che pagano fino alla metà dei lavoratori dipendenti con uguale reddito. Per la riduzione degli scaglioni Irpef, la vostra controriforma - le famose tre aliquote unite ai bonus decrescenti al crescere del reddito - sta producendo, di fatto, otto aliquote effettive rispetto alle tre legali, in modo confuso, per cui capita che un dipendente con 35.000 euro lordi di reddito, a fronte di un aumento di 100 euro del contratto, abbia in tasca solo 44 euro. E poi, con le imposte sostitutive che esentano da Irpef locali, questo lavoratore è l'unico a finanziare il proprio comune e la propria regione con le addizionali. Voi state compromettendo la giustizia fiscale e la coesione sociale, dividendo i cittadini in corporazioni e state minando la sanità e il welfare perché state rottamando la base essenziale: l'imposta generale sui redditi progressiva. Altro, quindi, che quinta rottamazione, altro che questo. State mettendo in folle il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
(Repliche - A.C. 2245)
PRESIDENTE. Chiedo al deputato Sbardella, relatore per la I Commissione, se intenda intervenire in sede di replica. Il deputato Sbardella non intende intervenire.
La medesima cosa chiedo alla deputata Giorgianni, relatrice per la V Commissione. Rinuncia anche lei.
Ha facoltà di replicare la Sottosegretaria Castiello. Rinuncia anche la Sottosegretaria.
Poiché l'ordine del giorno prevede che si possa passare al seguito dell'esame non prima delle ore 18, sospendo la seduta fino a tale ora.
La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 18.
La seduta, sospesa alle 16,47, è ripresa alle 18,05.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2245: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 2245)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).
(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2245)
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani. Ne ha facoltà.
LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, a nome del Governo e autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 2245: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, nel testo proposto dalle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato.
PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata tra 15 minuti, quindi alle 18,20, presso la Biblioteca del Presidente, al fine di stabilire il prosieguo dell'esame del provvedimento.
La seduta è sospesa e riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo.
La seduta, sospesa alle 18,08 è ripresa alle 19,50.
Nuova articolazione dei lavori dell'Assemblea per la restante parte del mese di febbraio 2025.
PRESIDENTE. Secondo quanto stabilito nell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge n. 2245 - Conversione in legge del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi (approvato dal Senato – scadenza: 25 febbraio 2025), nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato, la votazione per appello nominale avrà luogo nella seduta di domani, mercoledì 19 febbraio, a partire dalle ore 18, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 16,20, dopo lo svolgimento del question-time. Le ulteriori fasi di esame del decreto-legge proseguiranno, sempre nella giornata di domani, a partire dalle ore 19 e fino alle ore 20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24, e nella giornata di giovedì 20 febbraio, nonché eventualmente nella giornata di venerdì 21 febbraio, ove non concluso l'esame.
E' stato altresì stabilito che, avendo le Commissioni VI, II e X chiesto, con distinte lettere, il rinvio ad altro calendario, rispettivamente, della proposta di legge n. 1091-1240 - Introduzione dell'articolo 1857-bis del codice civile e modifica all'articolo 33 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente, della proposta di legge n. 441-1657-1694 - Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari e del disegno di legge n. 2026 - Disposizioni in materia di economia dello spazio (collegato alla manovra di finanza pubblica), tali argomenti non saranno iscritti all'ordine del giorno della prossima settimana.
E' stata quindi stabilita una nuova articolazione dei lavori per la restante parte del mese di febbraio, che è pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
Estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.
(Segue sorteggio).
La chiama avrà inizio dal deputato Malaguti.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Traversi. Ne ha facoltà.
ROBERTO TRAVERSI (M5S). Grazie, Presidente. Ho atteso la fine della Conferenza dei presidenti di gruppo per denunciare, in quest'Aula, quanto si è ventilato circa il declassamento della Direzione territoriale regionale ligure come Agenzia delle dogane e dei monopoli, in particolare gli uffici doganali di La Spezia e Savona. Quindi, è una cosa discretamente grave per la mia regione. Lo dico, ovviamente, come cittadino ligure ma, soprattutto, anche per aver ricoperto nel Governo “Conte 2” il ruolo di Sottosegretario con la delega ai porti. Abbiamo lavorato tanto, anche in quel periodo, soprattutto sotto COVID-19 con i nostri porti.
Stiamo parlando di un movimento che contribuisce per il 6 per cento al PIL nazionale del Paese. Poi, per scendere più nei dettagli dei numeri della Liguria, stiamo parlando, nel 2023, di 4,6 miliardi di introiti che derivano dai dazi e dal contributo IVA. Quindi, cosa potrebbe succedere? Che il porto di La Spezia, ad esempio, che è secondo solo a Genova per quanto riguarda i container, la merce movimentata, andrebbe a passare dalla prima alla seconda fascia. Invece, per quanto riguarda il porto di Savona, che adesso, poi, andrà anche territorialmente ad occupare la provincia di Imperia, andrà anch'esso a passare dalla seconda alla terza fascia. Ricordiamo che, ad esempio, il porto di Savona, di quei 4,6 miliardi, riesce a contribuire per 1,2 miliardi.
Siamo in un momento nel quale stiamo andando verso la digitalizzazione, stiamo tentando in tutti i modi di accelerare le attività anche portuali, e anche il nostro sistema Paese ha investito tantissimo sulla Liguria: ricordiamo non solo il decreto Porti, che il Governo “Conte 2” fece nel 2020 con l'elettrificazione delle banchine proprio di Savona e Genova, ma anche il PNRR ha puntato in maniera importante e particolare sulla diga di Genova con un altro finanziamento molto grande.
In un momento come questo, e parliamo anche del Terzo valico, che è quello con cui si vorrebbero trasferire tutte le merci, toglierle dalla gomma e portarle via treno - la spesa per il nostro Paese è di 7 miliardi -, quindi puntando proprio sull'hub portuale di Genova per portare via le merci, insomma, con questa tendenza, ci troviamo a subire questo grave danno.
Aggiungiamo il fatto che in Liguria, con riferimento alle autostrade, da quel maledetto giorno del ponte Morandi, siamo sempre, praticamente, in corsia unica, i nostri treni hanno i problemi che hanno e la continuità territoriale è quella delle Isole. Se diamo anche questo colpo ai nostri porti e, quindi, facciamo sì che le merci stazionino più del dovuto lì, credo che per la Liguria sia un'altra pagina nera. Quindi, in un momento in cui si racconta un grandissimo spolvero, in realtà, ci mancherebbe solo di mettere un divieto d'ingresso alla nostra regione e, poi, avremmo completato un'opera. Ci opporremo perché abbiamo investito tanto, anche con i nostri Governi, per questa regione, quindi tenteremo in tutti i modi di recuperare questo grave danno, anche in sede parlamentare.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 19 febbraio 2025 - Ore 15:
1. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
(ore 16,20)
2. Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1337 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi (Approvato dal Senato). (C. 2245)
Relatori: SBARDELLA, per la I Commissione; GIORGIANNI, per la V Commissione.
3. Seguito della discussione della mozione Francesco Silvestri, Braga, Zanella ed altri n. 1-00392 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro del turismo, Daniela Garnero Santanchè .
4. Seguito della discussione della proposta di legge:
D'INIZIATIVA POPOLARE: La partecipazione al lavoro. Per una governance d'impresa partecipata dai lavoratori. (C. 1573-A)
e delle abbinate proposte di legge: CIRIELLI; MOLINARI ed altri; FARAONE; MOLLICONE ed altri; FOTI ed altri.
(C. 300-1184-1299-1310-1617)
Relatori: CAVANDOLI, per la VI Commissione; MALAGOLA, per la XI Commissione.
5. Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 347 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: PIROVANO ed altri: Modifica alla legge 20 luglio 2000, n. 211, recante "Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti", al fine di prevedere un fondo per favorire l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di "viaggi nella memoria" nei campi medesimi (Approvata dal Senato).
(C. 792)
e delle abbinate proposte di legge: MANZI ed altri; DE PALMA ed altri.
Relatrice: DALLA CHIESA.
6. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
SERRACCHIANI ed altri; COMAROLI ed altri; GATTA; BARZOTTI; RIZZETTO e LUCASELLI; TENERINI: Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche. (C. 153-202-844-1104-1128-1395-A/R)
Relatore: GIACCONE.
7. Seguito della discussione delle mozioni Lupi, Amorese, Sasso, Tassinari ed altri n. 1-00228 e Berruto ed altri n. 1-00393 concernenti iniziative volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria .
La seduta termina alle 20,05.
TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: LUCA SBARDELLA (Relatore per la I Commissione) E CARMEN LETIZIA GIORGIANNI (Relatrice per la V Commissione) (Relazione - A.C. 2245)
Onorevoli colleghi! L'Assemblea è chiamata oggi a esaminare il disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi, già approvato dal Senato, che nel corso dell'esame ha introdotto nel testo del provvedimento numerose modifiche.
Il provvedimento, per il quale scadrà il termine per la conversione in legge il 25 febbraio prossimo, trasmesso dal Senato il 14 febbraio 2025 e composto, all'esito dell'esame da parte dell'altro ramo del Parlamento, di 32 articoli in luogo degli originari 22, è stato assegnato in sede referente alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio che ne hanno avviato l'esame ieri, 17 febbraio, fissando il termine per la presentazione di proposte emendative alle ore 14 dello stesso giorno. Le Commissioni riunite hanno avviato e concluso l'esame delle 253 proposte emendative presentate nella serata di ieri, senza introdurre nel testo ulteriori modifiche.
Passando ad illustrare i contenuti del provvedimento, anche a nome dell'altro relatore, faccio presente che l'articolo 1 reca proroga di termini in materia di pubbliche amministrazioni. In particolare, il comma 1 disciplina, in via transitoria e a regime, il periodo entro cui le amministrazioni dello Stato, le agenzie e gli enti pubblici non economici possono esercitare le facoltà assunzionali, ivi incluse quelle derivanti da speciali disposizioni di legge, da autorizzare, ai sensi della normativa vigente, con apposito DPCM. Il comma 1-bis - introdotto nel corso dell'esame in Senato - stabilisce che, a decorrere dall'anno 2025, le facoltà assunzionali autorizzate in favore delle università statali con decreto del Ministro dell'università e della ricerca hanno una validità non superiore a tre anni e non possono essere ulteriormente prorogate. Reca altresì una disciplina transitoria. Il comma 2 modifica i termini di due normative transitorie, relative alla prescrizione temporale delle contribuzioni di previdenza e di assistenza sociale obbligatoria inerenti ai dipendenti pubblici (lettera a)) e ai soggetti (lettera b)) titolari con pubbliche amministrazioni di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (o di rapporti assimilati a quest'ultima categoria). I commi 2-bis e 2-ter - introdotti nel corso dell'esame in Senato - prorogano i termini concernenti la tempestività delle delibere regolamentari e di approvazione delle aliquote e delle tariffe concernenti alcuni tributi comunali, tra cui l'IMU e stabiliscono la disciplina applicabile in caso di differenza (positiva o negativa) fra l'IMU versata e quella effettivamente dovuta. Il comma 3 prevede, in coordinamento con le novelle di cui al comma 2, un differimento dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025 del termine finale di applicazione della norma transitoria che, per i casi di mancato versamento delle suddette contribuzioni da parte delle pubbliche amministrazioni, esclude l'applicazione delle sanzioni civili e degli interessi di mora. Il comma 4 consente fino al 31 dicembre 2025 all'Avvocatura dello Stato di avvalersi di personale non dirigenziale in posizione di comando senza dover ricevere il nulla osta dell'Amministrazione di appartenenza ed in deroga all'attuale limite del 25 per cento. I commi 5 e 6 dispongono ulteriori proroghe alla normativa vigente riguardante il nuovo complesso ospedaliero della città di Siracusa. Il comma 6-bis - introdotto nel corso dell'esame in Senato - differisce dal 31 gennaio 2023 al 30 giugno 2023 il termine di affidamento delle opere che hanno usufruito dei contributi disposti per l'anno 2021, a favore dei comuni per la realizzazione delle cd. medie opere. I commi 7, 8 e 8-bis - quest'ultimo introdotto nel corso dell'esame in Senato - recano disposizioni volte al contrasto della crisi idrica: rinnovando, anche per l'anno 2025, l'autorizzazione di spesa di 150.000 euro disposta per l'anno 2024 per la copertura degli oneri derivanti dai compensi degli esperti o consulenti di cui può avvalersi il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei ministri (DIPE), recando la clausola di copertura finanziaria dei suddetti oneri e disponendo che il DIPE trasmetta alle Camere, entro il 30 marzo di ogni anno, una relazione sulle attività svolte e le spese sostenute dalla suddetta Cabina di regia nel corso dell'anno precedente. Il comma 9 proroga di quattro mesi, fino al 30 aprile 2025, la disposizione del decreto-legge n. 76 del 2020 che limita la responsabilità erariale di amministratori, dipendenti pubblici e privati cui è affidata la gestione di pubbliche risorse ai danni cagionati dalle sole condotte poste in essere con dolo, escludendo quindi ogni responsabilità per colpa grave. Il comma 10 provvede a prorogare fino al 30 giugno 2025 l'attività del Commissario straordinario per il G7. Il comma 10-bis - introdotto nel corso dell'esame in Senato - proroga al 31 dicembre 2025 il termine entro cui è possibile bandire concorsi pubblici in deroga all'obbligo di previo esperimento delle procedure di mobilità volontaria. Il comma 10-ter - introdotto nel corso dell'esame in Senato - dispone che l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) mantiene l'attuale composizione per un anno e il mandato dei componenti degli organi in scadenza è prorogato, al fine di garantire la continuità delle attività dell'Agenzia nelle more della revisione del regolamento concernente la struttura e il funzionamento della stessa. Il comma 10-quater - introdotto nel corso dell'esame in Senato - proroga fino al 31 dicembre 2029 la possibilità per le amministrazioni pubbliche di avvalersi direttamente dell'assistenza e del supporto tecnico operativo di CDP S.p.A. e di sue società direttamente o indirettamente controllate, per la realizzazione degli interventi pubblici di investimento previsti nell'ambito di piani o strumenti di programmazione europea. Il comma 10-quinquies - introdotto nel corso dell'esame in Senato - consente, a determinate condizioni, di prorogare la durata degli incarichi dei componenti degli organismi indipendenti di valutazione della performance delle pubbliche amministrazioni. Il comma 10-sexies - introdotto nel corso dell'esame in Senato - modifica la disciplina normativa relativa all'istituzione dell'Osservatorio nazionale per l'assegno unico e universale, prevedendo che tale Osservatorio predisponga per l'Autorità politica delegata per la famiglia una relazione non più semestrale, ma annuale. Il comma 10-septies - introdotto nel corso dell'esame in Senato - modifica la disciplina restrittiva sulla possibilità di titolarità di incarichi pubblici per i soggetti già collocati in quiescenza, prevedendo l'elevamento da uno a due anni del limite massimo della durata degli incarichi dirigenziali o direttivi conferiti a titolo gratuito. Il comma 10-octies - introdotto nel corso dell'esame in Senato - stabilisce che fino al 31 dicembre 2025 non trovi applicazione l'inconferibilità di incarichi amministrativi di vertice o dirigenziali di livello regionale ai componenti dei consigli dei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti nonché ai componenti dei consigli di una forma associativa tra comuni che superi i 15.000 abitanti. Il comma 10-novies - introdotto nel corso dell'esame in Senato - autorizza le regioni e gli enti locali, nonché gli enti ad essi strumentali, ad utilizzare, in sede di approvazione del rendiconto 2024, le quote di avanzo vincolato di amministrazione, limitatamente alle risorse di parte corrente, oltre che per la copertura del disavanzo della gestione 2024 delle Aziende del servizio sanitario regionale anche per il sostegno degli operatori del settore turistico-ricettivo, termale e della ristorazione, che esercitano la propria attività nei comuni, classificati come montani, della dorsale appenninica in conseguenza delle perdite subite nel periodo dal 1° novembre 2022 al 15 gennaio 2023. Il comma 10-decies - introdotto nel corso dell'esame in Senato - consente una deroga analoga a quella prevista dal comma 10-bis, fino al 31 dicembre 2026, in riferimento ad alcune assunzioni da parte di enti territoriali finalizzate alla stabilizzazione di personale a tempo determinato in possesso di determinati requisiti. Il comma 10-undecies - introdotto nel corso dell'esame in Senato - estende all'anno 2024 l'applicazione delle norme concernenti l'utilizzo delle quote accantonate e vincolate del risultato di amministrazione recate dalla legge di bilancio per il 2019 per le regioni a statuto ordinario e la possibilità dell'applicazione di tali disposizioni anche per le regioni a statuto speciale e le province autonome.
L'articolo 2 reca proroga di termini in materie di competenza del Ministero dell'Interno e di personale del comparto sicurezza-difesa e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. In particolare, il comma 1 - di cui è stata soppressa la lettera a) nel corso dell'esame in Senato - proroga a tutto il 2026 la disapplicazione dell'ordinario meccanismo dell'area negoziale per i dirigenti delle Forze di polizia (ad ordinamento civile come militare) e delle Forze armate (lettera b)). I commi 2 e 3 prevedono, rispettivamente, che possano essere rinnovati (a richiesta) fino al 4 marzo 2026 i permessi di soggiorno in scadenza al 31 dicembre 2024, rilasciati agli sfollati dall'Ucraina e che in occasione di tale rinnovo questi possano essere convertiti in permessi per lavoro. Il comma 3-bis - introdotto nel corso dell'esame in Senato - dispone che, con decreto del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, si possano prevedere casi di esenzione dall'obbligo di acquisizione degli identificatori biometrici per il rilascio dei visti nazionali. Il comma 4 proroga al 31 dicembre 2025 la validità di graduatorie approvate nel corso del 2023, di concorsi per l'accesso ai ruoli del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Il comma 5, lettera a), proroga al 31 dicembre 2025 la validità della graduatoria della procedura speciale di reclutamento nella qualifica di vigile del fuoco, riservata al personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, approvata con decreto ministeriale n. 310 dell'11 giugno 2019. La lettera b) proroga al 30 aprile 2025 la possibilità di utilizzare le risorse inutilizzate nel 2021, destinate al contributo economico per i familiari del personale delle Forze di polizia, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle Forze armate, il quale, impegnato nell'azione di contenimento, contrasto e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, abbia contratto una patologia cui sia conseguito il decesso, in conseguenza dell'attività di servizio prestata. Rilevo che nel corso dell'esame in Senato è stato soppresso il comma 6 ed è stato introdotto il comma 6-bis, che interviene sulla normativa vigente, estendendo i termini per il completamento delle procedure di adeguamento alla prevenzione degli incendi da parte di talune categorie di strutture ricettive.
L'articolo 2-bis - introdotto nel corso dell'esame in Senato - prevede una riserva del 30 per cento per il personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nell'ambito delle assunzioni al ruolo iniziale dei vigili del fuoco per l'anno 2025.
L'articolo 3 reca proroga di termini in materia economica e finanziaria. In particolare, il comma 1 dispone che la registrazione nel registro nazionale degli aiuti di Stato delle misure straordinarie adottate per il contrasto al COVID-19 con esclusivo riferimento all'imposta municipale propria (IMU) sia effettuata entro il 30 novembre 2025. Il comma 2 - modificato nel corso dell'esame in Senato - proroga al 31 dicembre 2025 il periodo transitorio nel quale l'inadempimento degli obblighi di registrazione degli aiuti di Stato, con specifico riferimento alla registrazione delle misure straordinarie relative all'esenzione dall'imposta municipale propria (IMU), non comporta responsabilità patrimoniale del responsabile della concessione o dell'erogazione degli aiuti medesimi. Il comma 3 proroga al 31 dicembre 2025 il termine di presentazione della richiesta motivata per il trasferimento agli enti territoriali, a titolo gratuito, della proprietà di determinati beni immobili in gestione all'Agenzia del demanio. Il comma 4, lettera a), proroga al 31 dicembre 2025 la disciplina transitoria che prevede la disapplicazione della riduzione dei canoni di locazione per i contratti di locazione passiva stipulati dalle amministrazioni pubbliche centrali, dalle Autorità indipendenti e dagli enti nazionali di previdenza e assistenza. La lettera b), al numero 1), stabilisce che le disposizioni di contenimento della spesa pubblica non si applichino alla società per azioni - operante nel mercato dei crediti deteriorati - AMCO (Asset Management Company) per l'anno 2025, oltre che per ciascuno degli anni dal 2021 al 2024, come già prevedeva la normativa finora vigente; al numero 2) novella le disposizioni inerenti agli obblighi di comunicazione posti in capo alla medesima società. Il comma 5 dispone circa la copertura degli oneri, pari a 500.000 euro per l'anno 2025, di cui al comma 4. Il comma 5-bis - introdotto nel corso dell'esame in Senato - differisce al 1° gennaio 2026 l'applicazione delle disposizioni in materia di contenimento della spesa pubblica per assicurare lo svolgimento da parte della Fondazione Enea Tech e Biomedical delle proprie attività. Il comma 6 - interamente sostituito nel corso dell'esame in Senato - estende anche all'anno 2025 il divieto di fatturazione elettronica per i soggetti tenuti all'invio dei dati al Sistema tessera sanitaria. Il comma 7 estende al 31 dicembre 2025 la durata degli strumenti di acquisto e di negoziazione, realizzati dalla Consip Spa e dai soggetti aggregatori, aventi ad oggetto servizi di connettività del Sistema pubblico di connettività (SPC). Il comma 8 dispone la sospensione, per 24 mesi, del procedimento per l'adozione del provvedimento di revoca dell'autorizzazione all'iscrizione dei confidi nell'albo degli intermediari finanziari ex articolo 106 del TUB, conseguente al venir meno dei requisiti dimensionali (qualora il volume di attività finanziaria risulti inferiore a 150 milioni di euro). Il comma 9 proroga al 31 marzo 2025 il termine per l'adozione e l'approvazione dei bilanci delle aziende del servizio sanitario della regione Calabria relativi agli anni precedenti all'anno 2022. Prevede, altresì, che l'adozione e l'approvazione dei suddetti bilanci avvenga nel rispetto dei principi generali in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, e che, nell'esercizio delle citate attività, ai fini della configurabilità di eventuali profili di responsabilità sul piano amministrativo e contabile, rilevano le sole condotte poste in essere con dolo. Il comma 10 posticipa al 1° gennaio 2026 l'operatività del nuovo regime di esenzione IVA per gli enti del Terzo settore. Il comma 10-bis - introdotto nel corso dell'esame in Senato - prevede che alla regione Molise, fino al 30 giugno 2025, non si applichino i vincoli in materia di assunzione di personale e di stipula di contratti di servizio previsti per gli enti territoriali in caso di mancato rispetto dei termini previsti per l'approvazione dei bilanci di previsione, dei rendiconti e del bilancio consolidato, nonché di mancato invio dei relativi dati alla banca dati delle amministrazioni pubbliche. Il comma 11 incrementa di 100 milioni di euro il limite massimo complessivo di finanziamenti a titolo oneroso concedibili da parte del Ministero dell'Economia e delle finanze alle società, ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria, che gestiscono gli impianti siderurgici di ILVA, al fine di supportarne le indifferibili e urgenti esigenze di continuità produttiva e aziendale, indispensabile per preservarne la funzionalità, e assicurare la salvaguardia dell'ambiente e la sicurezza nei relativi luoghi di lavoro. Il comma 12 prevede che ai maggiori oneri di cui al comma 11 si provveda mediante corrispondente riduzione del Fondo nazionale del made in Italy. Ai sensi del comma 13, il finanziamento di cui al comma 11 prevede l'applicazione di un tasso di interesse calcolato a condizioni di mercato ed è soggetto a restituzione, per capitale e interessi, in prededuzione rispetto ad ogni altra posizione debitoria della procedura. Il comma 14 estende da uno a due esercizi la possibilità per le imprese di assicurazione e riassicurazione cessionarie di valutare gli attivi finanziari, non destinati a permanere durevolmente nel loro patrimonio, in base al loro valore di rilevazione iniziale, anziché al minore tra il valore di rilevazione iniziale e il valore di realizzazione desumibile dall'andamento del mercato, fatta eccezione per le perdite di carattere durevole (lettera a)). Inoltre, estende al 31 dicembre 2025 (rispetto al 30 marzo 2025) il periodo entro il quale è consentita la medesima facoltà di cui alla lettera precedente alle imprese di assicurazione che redigono il bilancio d'esercizio sulla base dei principi contabili nazionali che acquisiscano un compendio aziendale dalle anzidette imprese cessionarie (lettera b)). I commi 14-bis e 14-ter - introdotti nel corso dell'esame in Senato - introducono delle proroghe in materia di rendicontazione di sostenibilità, ai fini del rilascio dell'attestazione di conformità della rendicontazione di sostenibilità per l'esercizio chiuso al 31 dicembre 2024. Limitatamente alle violazioni in materia di dichiarazioni non finanziarie concernenti gli esercizi iniziati in data anteriore al 1° gennaio 2024 continua ad applicarsi la disciplina previgente. Il comma 14-quater - introdotto nel corso dell'esame in Senato - proroga fino al 31 dicembre 2025 la facoltà per i comuni rientranti nella c.d. zona rossa interessata dagli eventi sismici del 2016 e con popolazione inferiore a 5.000 abitanti di applicare l'indennità di funzione prevista per la classe di comuni con una popolazione compresa tra 10.001 e 30.000 abitanti. Il comma 14-quinquies - introdotto nel corso dell'esame in Senato - reca una proroga all'anno 2025 di alcune misure specifiche previste per gli anni 2023 e 2024 a favore degli enti locali correlate con le esigenze poste dalle difficoltà determinate dall'emergenza dovuta all'aumento dei costi energetici. Il comma 14-sexies - introdotto nel corso dell'esame in Senato - estende l'applicabilità delle norme sullo svolgimento delle assemblee ordinarie di società ed enti alle assemblee sociali tenute entro il 31 dicembre 2025. Il comma 14-septies - introdotto nel corso dell'esame in Senato - proroga al 30 settembre 2025 i termini previsti dall'articolo 18, comma 1, del decreto n. 289 del 2000 e dall'articolo 12, comma 1, lettera a), del decreto n. 101 del 2022 e prevede la revisione dei citati decreti in modo da adeguare la disciplina normativa relativa all'albo per l'accertamento e riscossione delle entrate degli enti locali alla normativa dell'UE. Infine, interpreta gli articoli 52, comma 5, lettera b), n. 1 e 53, comma 1, del decreto legislativo n. 446 del 1997 - relativo al suddetto albo -, conformemente alla disciplina unionale. I commi da 14-octies a 14-decies - introdotti nel corso dell'esame in Senato - estendono il credito d'imposta per gli investimenti nelle zone logistiche semplificate (ZLS) anche agli investimenti realizzati dal 1° gennaio 2025 al 15 novembre 2025, disciplinandone, altresì, la modalità di accesso e la relativa misura. Il comma 14-undecies - introdotto nel corso dell'esame in Senato - proroga al 31 maggio 2026 la possibilità prevista dal testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, a determinate condizioni, per le società cooperative di cui al capo I del titolo VI del libro quinto del codice civile, di continuare a svolgere la propria attività, come intermediari finanziari non professionali esclusivamente nei confronti dei propri soci, senza chiedere la relativa autorizzazione alla Banca d'Italia.
L'articolo 3-bis - introdotto nel corso dell'esame in Senato - prevede la riammissione alla procedura di definizione agevolata dei carichi affidati all'agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 (c.d. Rottamazione-quater), riconoscendo ai contribuenti la facoltà di adesione entro il 30 aprile 2025. La norma dispone, altresì, ulteriori differimenti in materia di dichiarazioni fiscali.
L'articolo 4 reca disposizioni concernenti termini in materia di salute. In particolare, il comma 1 rimuove il termine massimo di durata in carica, previsto dalla normativa vigente, del Commissario liquidatore e del Comitato di sorveglianza, organi deputati alla liquidazione dell'Ente strumentale alla Croce Rossa italiana (Esacri). Il comma 2 - modificato nel corso dell'esame in Senato - proroga ulteriormente, al 31 dicembre 2027, la possibilità dell'esercizio temporaneo sul territorio nazionale delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario da parte dei professionisti cittadini ucraini, residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022, derogando alle previsioni della normativa vigente in materia di esercizio delle professioni sanitarie. Reca poi ulteriori disposizioni in merito al reclutamento temporaneo di tali professionisti. Il comma 2-bis - introdotto nel corso dell'esame in Senato - modifica la normativa vigente in materia di disciplina transitoria per la maturazione dei crediti formativi in ambito di formazione continua in medicina (lettera a)); inoltre estende al triennio 2020-2022 la disciplina sulla certificazione dell'assolvimento dell'obbligo formativo che prevede la possibilità di acquisire tale certificazione attraverso specifici crediti compensativi da definire con provvedimento della Commissione nazionale per la formazione continua (lettera b)). Il comma 3 proroga la possibilità di conferimento di alcuni tipi di incarichi a tempo determinato nell'ambito del Servizio sanitario nazionale (SSN). I commi 3-bis e 3-ter - introdotti nel corso dell'esame in Senato - recano disposizioni volte alla stabilizzazione di personale precario del Servizio sanitario nazionale. Il comma 4 proroga per l'anno 2025 la possibilità di conferimento di incarichi di lavoro autonomo a laureati in medicina e chirurgia abilitati e iscritti agli ordini professionali, anche se privi della specializzazione. Il comma 5 incide sulla disciplina che, a determinate condizioni, dà diritto al personale medico, fino al 31 dicembre 2025, in base all'esperienza professionale acquisita, di partecipare ai concorsi per l'accesso alla dirigenza medica del SSN nella disciplina di medicina d'emergenza-urgenza, anche senza alcun diploma di specializzazione. Il comma 6 modifica una norma transitoria nell'ambito della disciplina sulle procedure conseguenti all'eventuale superamento del limite annuo della spesa farmaceutica ospedaliera per acquisti diretti. Il comma 7, lettera a), proroga i termini di validità dell'iscrizione all'elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle ASL e di altri enti del SSN. La lettera b) interviene invece sulla disciplina relativa all'attività di raccolta sangue e emocomponenti da parte di laureati in medicina e chirurgia abilitati. La lettera c) - modificata nel corso dell'esame al Senato - proroga il termine per l'adeguamento di regioni e province autonome alla riforma sanitaria del 1992 in materia di accreditamento istituzionale e stipula degli accordi con gli erogatori. La lettera d) proroga la disciplina transitoria in tema di limitazione della responsabilità penale a titolo di omicidio colposo e lesioni personali colpose per fatti commessi nell'esercizio di una professione sanitaria. Il comma 8 reca disposizioni per l'incentivo al processo di riorganizzazione della rete dei laboratori del Servizio sanitario nazionale. Il comma 9 modifica la disciplina relativa alla possibilità per i laureati in medicina e chirurgia abilitati all'esercizio professionale, iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale, di partecipare all'assegnazione degli incarichi convenzionali. Il comma 10 - modificato nel corso dell'esame al Senato - dispone in merito agli incarichi provvisori o di sostituzione di medici di medicina generale e di pediatri di libera scelta. Il comma 11, per far fronte alla carenza di personale sanitario negli enti e nelle aziende del SSN anche allo scopo di ridurre le liste d'attesa, prevede la possibilità per le regioni e le province autonome, relativamente all'anno 2025, di incrementare le prestazioni sanitarie aggiuntive svolte dai dirigenti medici e dal personale sanitario del comparto sanità dipendenti dei medesimi enti e aziende del Servizio sanitario. L'incremento di spesa è definito entro il tetto di spesa indicato per ciascuna regione e provincia autonoma alla Tabella 1 allegata al decreto in esame, che ammonta complessivamente a 143,5 milioni di euro. Restano ferme le altre disposizioni vigenti in materia di incremento delle tariffe orarie aggiuntive. Il comma 11-bis - introdotto nel corso dell'esame in Senato - autorizza la spesa di 200.000 euro per l'anno 2025 e di 800.000 euro per l'anno 2026 per favorire misure di prevenzione del tumore al seno. Agli oneri predetti, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo finalizzato all'attuazione di misure in favore degli enti locali e alla realizzazione di interventi in materia sociale e di infrastrutture, sport e cultura. Il comma 12 reca proroghe di termini per consentire il conferimento di incarichi di lavoro a sanitari e operatori socio-sanitari in quiescenza. Il comma 12-bis - introdotto nel corso dell'esame in Senato - proroga l'applicabilità di strumenti alternativi al promemoria cartaceo della ricetta elettronica, nonché delle modalità di utilizzo presso le farmacie dei medesimi strumenti alternativi. Il comma 12-ter - introdotto nel corso dell'esame in Senato - prevede un finanziamento di 50 milioni di euro a decorrere dall'anno 2028 in favore dei policlinici universitari gestiti direttamente da università non statali, a titolo di concorso statale al finanziamento degli oneri connessi allo svolgimento delle attività strumentali necessarie al perseguimento dei fini istituzionali, che si aggiunge ai finanziamenti già previsti fino al 2027 a normativa vigente. Alla copertura del relativo onere si provvede a valere sulle risorse per il perseguimento degli obiettivi sanitari di carattere prioritario e di rilievo nazionale. Il comma 12-quater – introdotto nel corso dell'esame in Senato – reca una norma di coordinamento nella materia di cui al comma 6, mentre i successivi commi 12-quinquies e 12-sexies - anch'essi introdotti nel corso dell'esame in Senato - recano norme transitorie in relazione alle quote erogate in favore delle regioni e province autonome a titolo di ripiano del superamento dei limiti (di cui allo stesso comma 6) nell'anno 2023.
L'articolo 5 si occupa della proroga di termini in materia di istruzione e merito. In particolare, il comma 1 stabilisce che i nuovi requisiti di accesso al concorso per il reclutamento degli insegnanti tecnico-pratici introdotti nell'ambito della Riforma del reclutamento prevista dal PNRR saranno richiesti per la partecipazione ai concorsi banditi dopo il 31 dicembre 2025 (e non più dopo il 31 dicembre 2024). I commi 2 e 3 prorogano di un anno, al 31 dicembre 2025, il termine di conclusione dei contratti a tempo determinato dei dirigenti tecnici del Ministero dell'Istruzione e del merito, stipulati nelle more dell'espletamento del concorso finalizzato all'assunzione a tempo indeterminato di personale inquadrabile nel medesimo profilo. Il comma 4 proroga anche per l'anno scolastico 2025/2026 la previsione secondo cui sono individuate dal Ministero dell'istruzione e del merito le equipe formative territoriali costituite da 20 docenti da porre in posizione di comando presso gli uffici scolastici regionali e presso l'amministrazione centrale e da 100 docenti da porre in esonero dall'esercizio delle attività didattiche, con il coordinamento funzionale dell'Unità di missione per il PNRR. Il comma 4-bis, introdotto durante l'esame in Senato, proroga all'anno scolastico 2025-2026 la valorizzazione dei docenti impegnati nelle attività di tutor, orientamento, coordinamento e sostegno della ricerca educativo-didattica e valutativa, stanziando a tal fine 50 milioni di euro annui. I commi 4-ter, 4-quater e 4-quinquies, introdotti in Senato così come i successivi, intervengono sulla disciplina per l'adeguamento alla normativa antincendio dell'edilizia scolastica. Il comma 4-sexies estende anche all'anno scolastico 2025/26 la possibilità di svolgere con modalità telematiche, fino al 50 per cento del loro totale, i percorsi universitari e accademici di formazione iniziale del personale docente. Il comma 4-septies proroga, per l'anno scolastico 2025/26, la possibilità per l'Amministrazione periferica del Ministero dell'Istruzione e del merito di avvalersi, in posizione di comando, di un contingente di 242 unità di collaboratori scolastici e di 721 assistenti amministrativi e tecnici.
L'articolo 5-bis, introdotto in Senato, proroga a dieci anni la validità degli esami sostenuti, senza necessità quindi di rinnovare l'iscrizione ai corsi e ripetere le prove già superate, per gli iscritti a corsi di laurea non abilitanti.
L'articolo 6 stabilisce la proroga di termini in materia di cultura. In particolare, il comma 1 estende dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025 il termine entro il quale le Direzioni regionali musei trasformate in uffici dotati di autonomia speciale nell'ambito della riorganizzazione in corso del Ministero della Cultura possono esaurire le disponibilità iscritte nelle contabilità ordinarie loro intestate. Il comma 2 proroga da otto a nove anni la durata della segreteria tecnica di progettazione concernente gli interventi di tutela del patrimonio culturale nei territori colpiti dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016. Il comma 3 provvede corrispondentemente a prorogare dal 2024 al 2025 l'incremento di unità di personale facente capo alla segreteria, disposto in origine fino al 2021. Il comma 4 dispone in materia di copertura finanziaria delle disposizioni dei commi 2 e 3. All'articolo 6, sono stati introdotti, nel corso dell'esame in Senato, i seguenti nuovi commi:
- comma 3-bis, che modifica alcuni aspetti della vigente disciplina in materia di incarichi dirigenziali non generali del Ministero della Cultura;
- comma 4-bis, che differisce al 27 agosto 2026 il termine per la revisione del regolamento che ha individuato gli interventi esclusi dall'autorizzazione paesaggistica o sottoposti ad autorizzazione paesaggistica semplificata;
- comma 4-ter, che proroga per ciascuno degli anni 2028 e 2029 lo stanziamento di 2,7 milioni di euro, attualmente previsto fino al 2027, al fine di garantire la prosecuzione delle attività dell'Accademia internazionale di Imola, dell'Accademia musicale Chigiana di Siena e della Fondazione Scuola di musica di Fiesole.
L'articolo 7 si occupa delle misure di proroga in materia di politiche abitative. In particolare, il comma 1 proroga i termini temporali contenuti nelle disposizioni dell'articolo 1-bis del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132 - convertito, con modificazioni, dalla legge 27 novembre 2023 - in materia di politiche abitative a favore dei dipendenti delle amministrazioni dello Stato impegnati nella lotta alla criminalità organizzata. Il comma 2 proroga di ulteriori sei mesi alcuni termini in materia di edilizia privata introdotti nel 2022, in considerazione delle conseguenze derivanti dalle difficoltà di approvvigionamento dei materiali nonché dagli incrementi eccezionali dei loro prezzi. Il comma 3 differisce dal 31 dicembre 2024 al 30 aprile 2025 i termini previsti da alcune disposizioni del decreto ministeriale del 2005, relativo alla sicurezza delle gallerie ferroviarie. Il comma 4 proroga al 2025 la sospensione dell'aggiornamento biennale dell'importo delle sanzioni amministrative previste dal Codice della strada. Conseguentemente, proroga al 1° dicembre 2025 il termine entro cui deve essere adottato il decreto ministeriale relativo agli importi delle citate sanzioni. Il comma 4-bis proroga dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025 i termini previsti dall'articolo 10, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228 relativo alla revisione periodica dei veicoli. Il comma 4-ter proroga dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025 i termini previsti all'articolo 13, comma 6-bis, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, relativo allo svolgimento delle prove di verifica delle capacità e dei comportamenti per il conseguimento delle abilitazioni di guida di cui all'articolo 116 del codice della strada. Il comma 4-quater, introdotto nel corso dell'esame in Senato, è volto ad estendere e a disciplinare, fino al 31 agosto 2026, l'attività del Commissario straordinario per la ricostruzione del c.d. ponte Morandi relativamente al Tunnel sub-portuale e alla Diga foranea di Genova. Il comma 4-quinquies, anch'esso introdotto nel corso dell'esame in Senato, reca la clausola di invarianza finanziaria relativa alle disposizioni recate dal comma precedente. Il comma 4-sexies, introdotto nel corso dell'esame in Senato, proroga dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025 la facoltà, in deroga all'articolo 328 del codice della navigazione, che tutti i contratti di arruolamento dei membri dell'equipaggio o del personale dei servizi ausiliari di bordo siano stipulati dal comandante della nave ovvero dall'armatore o da un suo procuratore. Il comma 4-septies interviene in materia di trasporti in condizioni di eccezionalità prevedendo che il termine originariamente fissato al 30 marzo 2025 per la sospensione dell'efficacia delle disposizioni contenute nel decreto di cui all'articolo 10, comma 10-bis, del codice della strada, venga posticipato al 30 marzo 2026. Il comma 4-opties, introdotto al Senato, reca l'autorizzazione di spesa di 150.000 euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026 relativa al compenso spettante al Commissario straordinario per la realizzazione della Linea 2 della metropolitana di Torino e all'eventuale supporto tecnico. Il comma 4-novies, introdotto nel corso dell'esame in Senato, proroga dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025 il termine entro cui devono essere eseguite o contabilizzate le lavorazioni, da parte delle società del gruppo Ferrovie dello Stato, affinché il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti possa riconoscere alla società maggiori somme a titolo di revisione dei prezzi. A tal fine, si autorizza una spesa di 175 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026. Il comma 4-decies, introdotto nel corso dell'esame in Senato, al fine di garantire continuità al servizio di assistente bagnanti per la stagione balneare 2025, proroga la validità fino al 30 settembre 2025 dei brevetti di cui al decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti 29 maggio 2024, n. 85. Il comma 4-undecies, introdotto nel corso dell'esame in Senato, prevede la sospensione del termine di efficacia del requisito della maggiore età per lo svolgimento dell'attività di assistente bagnante fino al 30 settembre 2025. Il comma 4-duodecies individua la procedura in base alla quale è definito l'elenco degli interventi che possono accedere all'erogazione delle ulteriori rate dei finanziamenti del Fondo di cui all'articolo 1, comma 891, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, a condizione che l'aggiudicazione del relativo appalto di lavori avvenga entro e non oltre il 31 dicembre 2025.
L'articolo 8 si occupa della proroga dei termini in materie di competenza del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Il comma 1 prevede per l'anno 2025 un finanziamento aggiuntivo di 2,34 milioni di euro relativo a misure per la sicurezza degli uffici e del personale all'estero. Il comma 1-bis, introdotto durante l'esame nel corso dell'esame in Senato, provvede, anche per il 2025, alla riassegnazione al bilancio del MAECI dei fondi destinati al sostegno delle forze armate e di sicurezza afghane.
L'articolo 9 si occupa della proroga dei termini in materie di competenza del Ministero della Difesa. In particolare, il comma 1, alla lettera a), proroga al 31 dicembre 2025 il termine del regime transitorio del collocamento in ausiliaria, di cui all'articolo 2229, comma 1, del Codice dell'ordinamento militare. La lettera b) apporta modifiche all'articolo 2230 del Codice dell'ordinamento militare, relativo alla definizione delle unità di personale da collocare in ausiliaria ai sensi dell'articolo 2229. Il comma 2 proroga fino al 31 dicembre 2025 la previsione che consente il deposito in via informatica di atti, documenti e istanze nei procedimenti penali militari. I commi 3 e 4 recano disposizioni transitorie riguardanti la rappresentatività, i distacchi e i permessi retribuiti delle Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari (APCSM). Il comma 5 riporta la copertura finanziaria degli oneri derivanti dal comma 1.
L'articolo 10 si occupa della proroga dei termini in materie di competenza del Ministero della Giustizia. Il comma 1 riduce la durata del tirocinio previsto per i magistrati ordinari da 18 a 12 mesi anche con riferimento a coloro che risultano idonei nei concorsi banditi fino al 31 dicembre 2024. Il comma 2 reca la relativa copertura finanziaria. Il comma 2-bis, introdotto nel corso dell'esame in Senato, proroga di un ulteriore anno la disciplina transitoria che consente l'iscrizione all'albo per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori a coloro che siano in possesso dei requisiti previsti prima dell'entrata in vigore della riforma forense del 2012. Il comma 2-ter, introdotto nel corso dell'esame in Senato, differisce di un anno l'entrata in vigore della nuova disciplina dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato. Il comma 8-bis, introdotto nel corso dell'esame in Senato, oltre a prorogare l'applicazione della disciplina speciale dell'esame di Stato per l'abilitazione alla professione forense già prevista per le sessioni 2023 e 2024, anche per la sessione 2025, elimina il requisito del conseguimento di un punteggio complessivo a 105 per il superamento della prova orale. Il comma 3 differisce ulteriormente fino al 1° gennaio 2026 l'applicazione della disciplina in materia di mobilità volontaria per il personale del Ministero della Giustizia. I commi da 4 a 6, prorogano l'operatività delle sezioni distaccate di tribunale di Ischia, Lipari e Portoferraio sino al 31 dicembre 2025. Il comma 7 proroga al 31 dicembre 2025 il termine a partire dal quale dovranno essere utilizzate le cd. infrastrutture digitali interdistrettuali per compiere le operazioni di intercettazione nei procedimenti penali. Il comma 8 proroga al 31 dicembre 2025 il divieto di comando, distacco o assegnazione ad altre amministrazioni del personale non dirigenziale dell'amministrazione della giustizia. Il comma 8-ter prevede l'applicazione della riforma in materia di ricollocamento a seguito dell'assunzione di incarichi politico-amministrativi apicali, presso amministrazioni pubbliche titolari di interventi PNRR, solo agli incarichi assunti dopo il 31 agosto 2026. Il comma 8-quinquies, introdotto nel corso dell'esame in Senato, stabilisce che il commissario incaricato di provvedere alla formazione degli albi dei pedagogisti e degli educatori professionali socio-pedagogici, entro 90 giorni dalla pubblicazione dell'elenco degli aventi diritto, in possesso dei relativi titoli di studio e che hanno presentato domanda di iscrizione entro il 31 marzo 2025 (e dunque non più entro 90 giorni dall'8 maggio 2024), indìce l'elezione dei presidenti degli albi e provvede agli altri adempimenti necessari per l'istituzione degli ordini regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano. Il comma 8-sexies, introdotto nel corso dell'esame in Senato, prevede che, fino all'adozione del decreto del Ministro della Giustizia chiamato a istituire l'Ordine delle professioni pedagogiche ed educative, i pedagogisti, gli educatori professionali socio-pedagogici e gli educatori dei servizi educativi per l'infanzia che hanno presentato domanda di iscrizione ai relativi albi possono comunque esercitare la rispettiva attività professionale disciplinata dalla vigente legislazione.
L'articolo 10-bis, introdotto nel corso dell'esame in Senato, reca una norma di interpretazione autentica dell'articolo 2, comma 1, del decreto legge n. 66 del 2004, in tema di termini di presentazione della domanda e di ripristino del rapporto di impiego del pubblico dipendente sospeso o collocato anticipatamente in quiescenza a seguito di un procedimento penale conclusosi con una sentenza di proscioglimento o con un decreto di archiviazione.
L'articolo 11 reca disposizioni concernenti termini in materie di competenza del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Il comma 1 proroga dal 1° gennaio 2024 al 1° gennaio 2025 il termine da cui decorre l'obbligo di incremento di energia termica da fonti energetiche rinnovabili (FER) nelle forniture di energia superiori a 500 TEP annui. Il comma 2 elimina il termine ordinatorio previsto dall'art. 17-bis, comma 1, del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152. La disciplina in questione prevedeva un termine acceleratorio per l'effettuazione della ricognizione e la riperimetrazione dei siti contaminati attualmente classificati di interesse nazionale. Il comma 2-bis, introdotto nel corso dell'esame in Senato, differisce al 14 aprile 2025 il termine per l'iscrizione al Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti (RENTRI) Il comma 2-ter, introdotto nel corso dell'esame in Senato, differisce dal 1 gennaio 2025 al 1 gennaio 2026 il termine oltre il quale non è più ammessa la contabilizzazione, ai fini del raggiungimento dell'obiettivo di consumo di energia da fonti rinnovabili, della quota di biocarburanti, bioliquidi e combustibili da biomassa prodotti a partire da fasci di frutti di olio di palma vuoti e acidi grassi derivanti dal trattamento dei frutti di palma da olio (PFAD), salvo che essi siano certificati come a basso rischio di cambiamento indiretto della destinazione d'uso dei terreni. Il comma 2-quater, introdotto nel corso dell'esame in Senato, stabilisce che gli obblighi di immissione in consumo di energia da fonti rinnovabili previsti dall'articolo 39 del decreto legislativo n. 199 del 2021, si applichino a decorrere dal 1° gennaio 2026 con esclusivo riguardo: ai fornitori di metano, immesso in consumo per il trasporto stradale e ferroviario; ai fornitori di biometano o di biogas per trasporti, immesso in consumo per il trasporto stradale e ferroviario. Il comma 2-quinquies, introdotto nel corso dell'esame in Senato, interviene sull'articolo 40-ter del decreto-legge n. 73 del 2022, in materia di semplificazione degli adempimenti relativi ai recipienti a pressione con capacità superiore ai 13 metri cubi. Il comma 2-sexies dispone una proroga dell'attuale disciplina in materia di attestazione dei criteri di sostenibilità della produzione di energia elettrica e calore da biomasse (escluso il biometano). Il comma 2-septies, introdotto nel corso dell'esame in Senato, differisce di un anno, la norma transitoria secondo cui, in deroga ai vigenti atti autorizzativi, in caso di impianti di produzione di cemento autorizzati allo svolgimento delle operazioni di recupero di rifiuti “R1” si considera vincolante soltanto il quantitativo massimo annuo di utilizzo, limitatamente ai quantitativi effettivamente avviati al recupero energetico. Il comma 2-octies si occupa del gas naturale che i titolari di concessioni cedono al Gestore dei Servizi Energetici. Novellando la normativa vigente, si stabilisce che a partire dal 2025 il punto di cessione del gas sia il MGAS (Mercato del Gas naturale).
L'articolo 12 estende di un ulteriore anno il regime transitorio relativo al 5 per mille IRPEF per le Organizzazioni non lucrative di utilità sociale iscritte all'anagrafe delle ONLUS alla data del 22 novembre 2021, prevedendo che esse continuano, fino al 31 dicembre 2025, ad essere destinatarie della quota del 5 per mille. Il comma 1-bis, introdotto nel corso dell'esame in Senato, proroga a decorrere dall'anno 2025 la corresponsione dell'assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare, definendo la relativa copertura finanziaria.
L'articolo 13 dispone una proroga al 31 marzo 2025 del termine, originariamente fissato al 31 dicembre 2024, entro il quale le imprese con sede legale in Italia - e le imprese non residenti con stabile organizzazione in Italia - sono tenute alla stipula di contratti assicurativi a copertura di rischi catastrofali a danno dei beni materiali. Il comma 1-bis, inserito nel corso dell'esame in Senato all'articolo 13, proroga per altri due mandati la disciplina transitoria relativa alle giunte delle Camere di commercio che sono state interessate da processi di accorpamento tra Camere di commercio stesse. Il comma 1-ter interviene sull'articolo 178-quater, comma 6, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice dell'ambiente), sostituendo le parole “entro novanta giorni” ovunque ricorrano, con le parole “entro centoventi giorni”. Il comma 1-quater interviene sull'articolo 3, comma 2, della legge 11 dicembre 2012, n. 224, concernente la disciplina dell'attività di autoriparazione, sostituisce le parole “per gli undici anni”, con le parole “per i dodici anni e sei mesi”. Il comma 1-quinquies, introdotto nel corso dell'esame in Senato, chiarisce che il credito d'imposta Transizione 5.0 è riconosciuto anche se gli investimenti agevolabili sono sostenuti antecedentemente alla presentazione della relativa domanda di accesso, a condizione che siano effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2024. Il comma 1-sexies, introdotto nel corso dell'esame in Senato, proroga dal 1° aprile 2025 al 1° ottobre 2025 il termine di decorrenza per applicare la misura - introdotta dalla legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 – che impone al produttore di informare, mediante specifica etichetta, dell'avvenuta riduzione di quantità di un prodotto preconfezionato. Il comma 1-septies introdotto nel corso dell'esame in Senato, pospone all'adozione di un decreto interministeriale il versamento del premio aggiuntivo - previsto dalla legge di bilancio 2025 - che dovrebbe versare chi eroga i finanziamenti bancari garantiti dal fondo di garanzia per le piccole e medie imprese.
L'articolo 14 proroga al 31 dicembre 2025 alcuni termini in materia di competenza del Ministero del Turismo. Tali proroghe riguardano:
- il credito d'imposta e il contributo a fondo perduto riconosciuto alle imprese turistico-alberghiere e ricettive in relazione alle spese sostenute per interventi in materia edilizia e per la digitalizzazione d'impresa (comma 1);
- il termine fino al quale i progetti di nuovi impianti fotovoltaici di potenza fino a 1 MW ubicati in aree nella disponibilità di strutture turistiche o termali possono essere realizzati previa dichiarazione di inizio lavoro asseverata (DILA) (comma 2);
- l'applicazione di una norma transitoria nell'ambito della disciplina dei contratti di lavoro dipendente a tempo determinato nel settore privato, concernente uno dei presupposti di ammissibilità di una durata dei contratti superiore a dodici mesi, e in ogni caso non superiore a ventiquattro mesi (comma 3).
Nel corso dell'esame da parte del Senato, all'articolo 14 è stato aggiunto il comma 3-bis che destina per l'anno 2025 risorse in favore del Comune di Pietrelcina (BN) e del Comune di Sotto il Monte Giovanni XXIII (BG), al fine di sostenere le attività di accoglienza dei pellegrini in occasione delle celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica 2025.
L'articolo 15 reca proroga di termini in materia di sport. In particolare il comma 1 rinvia dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2027 il termine a decorrere dal quale si applicano le disposizioni in materia di costituzione di un organo consultivo rappresentativo delle tifoserie negli atti costitutivi delle società sportive professionistiche. Il comma 2 proroga sino al 31 dicembre 2027 la facoltà per l'Agenzia del demanio di ricorrere alla procedura negoziata senza pubblicazione di un bando di gara per l'affidamento della progettazione ed esecuzione dei lavori necessari alla realizzazione di interventi di riqualificazione del compendio sito in Roma, denominato «Città dello sport». Per tali finalità, l'Agenzia del demanio è autorizzata ad utilizzare forme di partenariato pubblico privato, d'intesa con la regione Lazio e il comune di Roma Capitale nonché ad utilizzare la concessione del diritto di superficie sullo stesso o parte di esso per una durata non superiore a novanta anni ovvero a ricorrere alla valorizzazione e utilizzazione a fini economici dei beni immobili tramite concessione o locazione, per la medesima durata, in funzione del raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'iniziativa. Nel corso dell'esame da parte del Senato, sono stati altresì introdotti i seguenti tre commi:
- il comma 2-bis, che prevede che, per il 2025, una quota sino a 4 milioni di euro delle eventuali maggiori entrate del gettito finalizzato al finanziamento del movimento sportivo nazionale è destinata ad alimentare il Fondo per il professionismo negli sport femminili;
- il comma 2-ter, che differisce al 30 giugno 2025 il termine entro il quale le regioni, adeguano le proprie normative alle disposizioni di cui al decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 40, in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali e a quelle che costituiscono principi fondamentali in tema di sicurezza individuale e collettiva nella pratica dello sci e degli altri sport della neve;
- il comma 2-quater che differisce dal 31 ottobre 2024 al 30 giugno 2025 il termine, previsto dal richiamato decreto legislativo n. 40 del 2021, entro il quale i gestori delle aree sciabili attrezzate e degli impianti di risalita devono adeguare gli impianti di risalita e le piste da sci alle prescrizioni stabilite in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali.
Il comma 1 dell'articolo 16 prevede che, dal 5 dicembre 2024 fino al 31 dicembre 2025, l'attività istruttoria per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e dei relativi costi e fabbisogni standard è svolta presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il comma 2 precisa che per tali attività il citato Dipartimento si avvale del personale e delle risorse destinate alla segreteria tecnica istituita dalla legge di bilancio del 2023 nell'ambito della Cabina di regia per la determinazione dei LEP.
L'articolo 17 dispone la proroga per un ulteriore biennio (2025 e 2026) di misure agevolative in favore delle imprese editrici di quotidiani e periodici, in materia di quota di copie vendute necessaria per accedere ai contributi diretti, in materia di parificazione dell'ammontare del contributo minimo a quello percepito nel 2019 e in materia di posticipazione del pagamento dei costi certificati fino a sessanta giorni dopo l'incasso del saldo del contributo.
L'articolo 17-bis - introdotto dal Senato - prevede l'erogazione anche per l'anno 2025 del contributo - pari a due milioni - per favorire la conversione in digitale e la conservazione degli archivi multimediali delle imprese radiofoniche private.
L'articolo 18 reca proroga di termini in materie di competenza del sistema di informazione per la sicurezza. In particolare, il comma 1 proroga dal 31 dicembre 2024 al 30 giugno 2025 i termini di efficacia di alcune disposizioni previste, in via transitoria, dal decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 aprile 2015, n. 43, in materia di garanzie funzionali e di tutela, anche processuale, del personale e delle strutture dei servizi di informazione per la sicurezza (AISI, AISE e DIS). Il comma 2 proroga dal 31 dicembre 2024 al 30 giugno 2025 il termine entro il quale il Presidente del Consiglio può delegare i direttori delle Agenzie d'informazione per la sicurezza interna e esterna (AISI e AISE) o altro personale delegato a svolgere colloqui investigativi con i detenuti ai fini di prevenzione del terrorismo internazionale.
L'articolo 19 - che reca disposizioni concernenti termini in materia di agricoltura - al comma 1, estende, a regime, l'applicazione delle misure per il contenimento della diffusione del batterio della Xylella fastidiosa (contenute nell'articolo 8-ter, commi 1 e 2-bis, decreto-legge 29 marzo 2019, n. 27, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 maggio 2019, n. 44).
Nel corso dell'esame da parte del Senato, sono stati introdotti i seguenti nuovi commi:
- comma 1-bis che posticipa dal 1° marzo 2025 al 31 luglio 2025 l'entrata in vigore delle sanzioni per la mancata comunicazione obbligatoria al registro istituito nell'ambito del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN) da parte di aziende agricole, cooperative, consorzi, imprese commerciali, imprese di importazione e imprese di prima trasformazione che acquisiscono e vendono, a qualsiasi titolo, cereali nazionali ed esteri;
- comma 1-ter che fissa nuovi termini per la revisione generale periodica delle macchine agricole immatricolate fino al 31 dicembre 2019;
- comma 1-quater che mira a prorogare il termine per l'adempimento dell'obbligo assicurativo per le imprese della pesca e dell'acquacoltura.
Segnalo che nel corso dell'esame da parte del Senato sono stati introdotti gli articoli 19-bis, 19-ter e 19-quater. In particolare, l'articolo 19-bis proroga al 31 dicembre 2025 alcuni interventi connessi alla tutela dell'ecosistema marino, della concorrenza e della competitività delle imprese nazionali previsti nell'ambito del Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura. L'articolo 19-ter amplia le competenze del tavolo tecnico in tema del rimborso delle imposte per i soggetti colpiti dal sisma del 13 e 16 dicembre 1990 (che ha interessato le province di Catania, Ragusa e Siracusa) e fissa un termine per la conclusione dei lavori. L'articolo 19-quater, ai commi 1 e 2, reca il differimento di termini della nuova disciplina in tema di riconoscimento, valutazione e assistenza delle persone con disabilità e l'ampliamento della fase temporale e dell'ambito territoriale di sperimentazione della medesima disciplina. Il comma 3 prevede che con decreto del Ministro della salute sia adottato un regolamento contenente i criteri per l'accertamento della disabilità connessa all'artrite reumatoide, alle cardiopatie, alle broncopatie e alle malattie oncologiche, nei territori in cui è prevista la sperimentazione della nuova disciplina in materia. Il comma 4 differisce al 31 dicembre 2027 il termine di operatività della Segreteria tecnica per le politiche in materia di disabilità - struttura di missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri -, al contempo conferendo ad essa nuove funzioni di supporto al Ministro per le disabilità e al Dipartimento per le politiche a favore delle persone con disabilità.
L'articolo 20 prevede disposizioni finalizzate a garantire la prosecuzione fino al 31 dicembre 2025 delle misure di accoglienza e assistenza nei confronti dei profughi dall'Ucraina titolari del regime di protezione temporanea, prorogato in sede di Unione europea fino al 4 marzo 2026, nonché a consolidare nelle forme ordinarie le relative misure, cessato lo stato di emergenza, riconducendole in capo alle amministrazioni ordinariamente competenti.
Nel corso dell'esame da parte del Senato, è stato introdotto l'articolo 20-bis che proroga fino al 2027 il Fondo per il contrasto alla povertà minorile, fissa l'ammontare dei contributi, concessi sotto forma di credito di imposta, per i versamenti effettuati a suo sostegno da parte delle fondazioni bancarie e dispone in materia di copertura degli oneri finanziari.
L'articolo 21, ai commi 1 e 2, abroga talune disposizioni relative all'autocertificazione degli stranieri non cittadini dell'Unione europea, contenute nel decreto-legge n. 5 del 2012, ripristinando al contempo previsioni che allora furono espunte. Il comma 3 interviene sull'articolo 14 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, disponendo - in ragione della giurisprudenza costituzionale intervenuta e delle competenze regionali in materia - l'abrogazione dei commi 31-ter e 31-quater, relativi all'esercizio associato delle funzioni fondamentali dei piccoli comuni. I commi 4 e 5 dell'articolo 21 abrogano la disciplina che comminava una sanzione amministrativa pecuniaria per le violazioni degli obblighi (posti in via transitoria e già non più vigenti) di vaccinazione contro il COVID-19 e dispongono l'estinzione dei relativi procedimenti sanzionatori e l'annullamento delle sanzioni già irrogate. All'articolo 21 sono stati aggiunti dal Senato i seguenti nuovi commi:
- 5-bis e 5-ter, che dispongono l'abrogazione dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 334 del 2000, disciplinante il percorso di carriera per l'ammissione allo scrutinio per la promozione a dirigente superiore e a primo dirigente della Polizia di Stato, e conseguentemente, stabiliscono modifiche ad alcune specifiche disposizioni ad esso collegate;
- 5-quater, che prevede che anche i comuni con popolazione inferiore ai 20.000 abitanti possono avviare la sperimentazione semestrale dell'uso di armi ad impulsi elettrici (c.d. taser) da parte delle polizie municipali;
- 5-quinquies, che consente di conferire incarichi amministrativi di vertice o dirigenziali nelle province e nei comuni agli amministratori locali che hanno svolto il mandato nel medesimo comune o nella medesima regione dell'ente locale che conferisce l'incarico;
- 5-sexies e 5-septies, che recano l'abrogazione di una serie di norme;
- 5-octies, 5-novies e 5-decies, che introducono modifiche in materia di controlli e sanzioni per la violazione delle misure di contenimento del COVID-19.
L'articolo 21-bis - introdotto dal Senato - prevede che non si applica per gli anni 2025 e 2026 il termine di cui al comma 60 dell'articolo 1 della legge 7 aprile 2014, n. 56. È esteso in tal modo, limitatamente al periodo indicato, l'elettorato passivo anche ai sindaci il cui mandato scada prima di diciotto mesi dalla data di svolgimento delle elezioni provinciali.
L'articolo 22 infine dispone che il decreto-legge entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il decreto-legge è dunque vigente dal 28 dicembre 2024.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 1 e 7 la deputata Montaruli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni dalla n. 12 alla n. 14 la deputata Cattoi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 17 la deputata Patriarca ha segnalato che non è riuscita a votare.
Aggiornato ai sensi dell'articolo 24, commi 3 e 6, del Regolamento
(Conferenza dei presidenti di gruppo del 18 febbraio 2025)
Mercoledì 19 febbraio (ore 15) |
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata |
Mercoledì 19 (ore 16,20-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 20 febbraio (ore 9,30-13,30 e 15,20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 ed eventualmente nella giornata di venerdì 21 febbraio) |
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2245 - Conversione in legge del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi (approvato dal Senato – scadenza: 25 febbraio 2025) Seguito dell'esame della mozione Francesco Silvestri, Braga, Zanella ed altri n. 1-00392 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro del turismo, Daniela Garnero Santanché Seguito dell'esame delle proposte di legge n. 1573, 1617 e abbinate - La partecipazione al lavoro. Per una governance d'impresa partecipata dai lavoratori Seguito dell'esame della proposta di legge n. 792 e abbinate - Modifica alla legge 20 luglio 2000, n. 211, recante “Istituzione del ‘Giorno della Memoria' in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”, al fine di prevedere un fondo per favorire l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di “viaggi nella memoria” nei campi medesimi (approvata dal Senato) Seguito dell'esame della proposta di legge n. 153-202-844-1104-1128-1395-A/R - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche Seguito dell'esame delle mozioni Lupi ed altri n. 1-00228 e Berruto ed altri n. 1-00393 concernenti iniziative volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria |
Venerdì 21 febbraio (ore 9,30) |
Svolgimento di interpellanze urgenti Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2084 - Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione (approvata dal Senato) Discussione sulle linee generali della mozione Boldrini ed altri n. 1-00223 concernente iniziative volte al riconoscimento del genocidio del popolo yazida |
Martedì 25 febbraio (a.m.) |
Discussione sulle linee generali della mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Faraone, Magi ed altri n. 1-00396 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro della giustizia, Carlo Nordio |
Nella giornata di martedì 25 febbraio, alle ore 15,30, avrà luogo la commemorazione dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci |
|
Martedì 25 (al termine della commemorazione-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 26 (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 27 febbraio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 28 febbraio) |
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2084 - Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione (approvata dal Senato) Seguito dell'esame della proposta di legge n. 805 e abbinata - Modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e altre disposizioni in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo Seguito dell'esame della mozione Boldrini ed altri n. 1-00223 concernente iniziative volte al riconoscimento del genocidio del popolo yazida Seguito dell'esame della mozione Cappelletti ed altri n. 1-00390 concernente iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell'energia per famiglie e imprese Seguito dell'esame della mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Faraone, Magi ed altri n. 1-00396 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro della giustizia, Carlo Nordio |
Mercoledì 26 febbraio (ore 15) |
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata |
Venerdì 28 febbraio (ore 9,30) |
Svolgimento di interpellanze urgenti |
Mozione n. 1-00392 - Presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro del turismo, Daniela Garnero Santanché
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 5 ore e 30 minuti.
Governo | 20 minuti |
Richiami al Regolamento | 15 minuti |
Tempi tecnici | 1 ora |
Interventi a titolo personale |
45 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 3 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 37 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 26 minuti |
Lega – Salvini premier | 25 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 22 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 21 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 12 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 12 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 12 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 12 minuti |
Misto: | 11 minuti |
Minoranze Linguistiche | 6 minuti |
+Europa | 5 minuti |
(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 10 febbraio 2025.
Pdl n. 1573 e abb. - La partecipazione al lavoro. Per una governance d'impresa partecipata dai lavoratori
Seguito dell'esame: 8 ore.
Relatori |
40 minuti (complessivamente) |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 1 ora |
Interventi a titolo personale |
1 ora e 7 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 43 minuti |
Fratelli d'Italia | 56 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 40 minuti |
Lega – Salvini premier | 37 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 32 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 31 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 18 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 18 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 18 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 17 minuti |
Misto: | 16 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 7 minuti |
Pdl n. 792 e abb. - Modifica alla legge 20 luglio 2000, n. 211, recante “Istituzione del ‘Giorno della Memoria' in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”, al fine di prevedere un fondo per favorire l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di “viaggi nella memoria” nei campi medesimi
Seguito dell'esame: 5 ore.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 10 minuti |
Interventi a titolo personale |
46 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 3 ore e 14 minuti |
Fratelli d'Italia | 37 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 26 minuti |
Lega – Salvini premier | 25 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 22 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 22 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 13 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 13 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 13 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 12 minuti |
Misto: | 11 minuti |
Minoranze Linguistiche | 6 minuti |
+Europa | 5 minuti |
Pdl n. 153-202-844-1104-1128-1395 - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche
Seguito dell'esame: 6 ore.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 30 minuti |
Interventi a titolo personale |
53 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 3 ore e 47 minuti |
Fratelli d'Italia | 44 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 31 minuti |
Lega - Salvini Premier | 30 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 26 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 25 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 15 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 15 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 14 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 14 minuti |
Misto: | 13 minuti |
Minoranze Linguistiche | 7 minuti |
+Europa | 6 minuti |
Mozione n. 1-00228 e abb. - Iniziative volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale |
1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 48 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 35 minuti |
Lega - Salvini Premier | 33 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 28 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 28 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 16 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 16 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 16 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 15 minuti |
Misto: | 15 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 6 minuti |
(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 27 gennaio 2025.
Pdl n. 2084 - Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione
Discussione sulle linee generali: 8 ore.
Relatori |
20 minuti (complessivamente) |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 20 minuti |
Gruppi | 5 ore e 50 minuti |
Fratelli d'Italia | 46 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 39 minuti |
Lega – Salvini premier | 38 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 36 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 36 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 31 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 31 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 31 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 31 minuti |
Misto: | 31 minuti |
Minoranze Linguistiche | 18 minuti |
+Europa | 13 minuti |
Mozione n. 1-00223 - Iniziative volte al riconoscimento del genocidio del popolo yazida
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale |
1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 48 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 35 minuti |
Lega - Salvini Premier | 33 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 28 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 28 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 16 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 16 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 16 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 15 minuti |
Misto: | 15 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 6 minuti |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.
Mozione n. 1-00396 - Presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro della giustizia, Carlo Nordio
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 8 ore e 30 minuti.
Governo | 20 minuti |
Richiami al Regolamento | 15 minuti |
Tempi tecnici | 1 ora |
Interventi a titolo personale |
1 ora e 17 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 5 ore e 38 minuti |
Fratelli d'Italia | 40 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 37 minuti |
Lega – Salvini premier | 36 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 35 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 35 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 31 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 31 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 31 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 31 minuti |
Misto: | 31 minuti |
Minoranze Linguistiche | 18 minuti |
+Europa | 13 minuti |
Pdl n. 805 e abb. - Modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e altre disposizioni in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo
Seguito dell'esame: 5 ore.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 10 minuti |
Interventi a titolo personale |
46 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 3 ore e 14 minuti |
Fratelli d'Italia | 37 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 26 minuti |
Lega – Salvini premier | 25 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 22 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 22 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 13 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 13 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 13 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 12 minuti |
Misto: | 11 minuti |
Minoranze Linguistiche | 6 minuti |
+Europa | 5 minuti |
Mozione n. 1-00390 – Iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell'energia per famiglie e imprese
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale |
1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 48 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 35 minuti |
Lega - Salvini Premier | 33 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 28 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 28 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 16 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 16 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 16 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 15 minuti |
Misto: | 15 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 6 minuti |
(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 18 febbraio 2025
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DDL 2184-A - ODG N 51 | 215 | 212 | 3 | 107 | 81 | 131 | 89 | Resp. |
2 | Nominale | ODG 9/2184-A/55 | 237 | 234 | 3 | 118 | 88 | 146 | 85 | Resp. |
3 | Nominale | ODG 9/2184-A/56 | 236 | 234 | 2 | 118 | 88 | 146 | 85 | Resp. |
4 | Nominale | ODG 9/2184-A/58 | 238 | 236 | 2 | 119 | 91 | 145 | 84 | Resp. |
5 | Nominale | ODG 9/2184-A/59 | 245 | 241 | 4 | 121 | 93 | 148 | 82 | Resp. |
6 | Nominale | ODG 9/2184-A/72 | 251 | 248 | 3 | 125 | 95 | 153 | 81 | Resp. |
7 | Nominale | ODG 9/2184-A/73 | 251 | 249 | 2 | 125 | 96 | 153 | 81 | Resp. |
8 | Nominale | ODG 9/2184-A/75 | 245 | 241 | 4 | 121 | 94 | 147 | 81 | Resp. |
9 | Nominale | ODG 9/2184-A/84 | 255 | 251 | 4 | 126 | 96 | 155 | 81 | Resp. |
10 | Nominale | ODG 9/2184-A/85 | 252 | 249 | 3 | 125 | 97 | 152 | 81 | Resp. |
11 | Nominale | ODG 9/2184-A/86 | 256 | 253 | 3 | 127 | 99 | 154 | 81 | Resp. |
12 | Nominale | ODG 9/2184-A/89 | 254 | 253 | 1 | 127 | 72 | 181 | 81 | Resp. |
13 | Nominale | ODG 9/2184-A/90 | 258 | 255 | 3 | 128 | 65 | 190 | 81 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 20) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | ODG 9/2184-A/91 | 258 | 257 | 1 | 129 | 65 | 192 | 81 | Resp. |
15 | Nominale | ODG 9/2184-A/92 | 249 | 245 | 4 | 123 | 96 | 149 | 81 | Resp. |
16 | Nominale | ODG 9/2184-A/97 | 256 | 252 | 4 | 127 | 14 | 238 | 80 | Resp. |
17 | Nominale | ODG 9/2184-A/98 | 259 | 229 | 30 | 115 | 69 | 160 | 80 | Resp. |
18 | Nominale | ODG 9/2184-A/101 | 263 | 259 | 4 | 130 | 102 | 157 | 80 | Resp. |
19 | Nominale | ODG 9/2184-A/103 | 258 | 254 | 4 | 128 | 99 | 155 | 80 | Resp. |
20 | Nominale | DDL 2184-A - VOTO FINALE | 246 | 243 | 3 | 122 | 151 | 92 | 77 | Appr. |