XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 313 di martedì 25 giugno 2024
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
RICCARDO ZUCCONI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
(Iniziative di competenza per la messa in sicurezza della cinta muraria medievale di Volterra (Pisa) e per adeguati finanziamenti destinati ad interventi a tutela delle fortificazioni medievali riconosciute patrimonio storico - culturale - n. 3-01280)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Bonafe' e Simiani n. 3-01280 (Vedi l'allegato A).
Il Sottosegretario di Stato per la Cultura, Gianmarco Mazzi, ha facoltà di rispondere.
GIANMARCO MAZZI, Sottosegretario di Stato per la Cultura. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per i quesiti posti, che mi offrono l'occasione per informare questa Assemblea delle azioni poste in essere da parte del Ministero della Cultura, a seguito del cedimento, avvenuto il 5 maggio scorso, di una parte delle mura medievali della città di Volterra.
Il crollo ha interessato pressoché l'intero sviluppo verticale di circa 20 metri in altezza dello sperone angolare, arrivando a coinvolgere la struttura muraria della porta urbica. I detriti, di notevoli dimensioni, hanno ostruito interamente il tratto del viale anulare, che si svolge attorno all'abitato della città storica e che costituisce uno dei principali assi viari di accesso alla città. Il giorno successivo al crollo, lunedì 6 maggio, è stato effettuato un sopralluogo congiuntamente dal comandante provinciale dei Vigili del fuoco e dal personale tecnico della soprintendenza di Pisa e Livorno, insieme al sindaco di Volterra (le mura sono, infatti, di proprietà comunale).
Il personale tecnico della soprintendenza ha effettuato numerosi accessi al sito, congiuntamente a tecnici dell'amministrazione comunale, nel corso dei quali, in ragione dei gravi pericoli sussistenti per l'incolumità pubblica e privata, si è provveduto a concordare le azioni urgenti di messa in sicurezza del fronte di frana e delle porzioni laterali, immediatamente adiacenti delle mura urbane, comprensive delle operazioni di rilievo e di indagini di geognostica e geofisica.
Al fine di realizzare tali interventi, in data 13 maggio, la soprintendenza ha sottoposto agli uffici dirigenziali centrali competenti del Ministero della Cultura richiesta di fondi per un importo di euro 350.000. Dopo soli 15 giorni, il Ministero della Cultura ha disposto l'accreditamento dell'intera somma richiesta. In data 29 maggio, hanno avuto inizio i lavori contingibili e urgenti.
Occorre evidenziare, tra l'altro, come, da parte del Governo in carica e, in particolare, nell'ambito dell'azione programmatica del Ministero della Cultura, sia stata posta rilevante attenzione alle attività di conservazione e di valorizzazione del patrimonio culturale di Volterra, la cui attuazione è stata compiuta, o è attualmente in corso, da parte della soprintendenza di Pisa e Livorno.
In particolare, si segnala che sussistono importanti impegni economici in favore di attività di scavo e di restauro dell'anfiteatro romano di Volterra, ove sono attualmente in corso di esecuzione interventi finanziati nell'ambito della programmazione 2021-2023 del Fondo per la tutela del patrimonio culturale, istituito ai sensi dell'articolo 1, commi 9 e 10, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, con uno stanziamento pari a 4.468.972 di euro; nonché risulta essere in fase di progettazione un'ulteriore azione di tutela, prevista nel Piano strategico “Grandi progetti beni culturali", annualità 2020-2022, con una copertura economica di 3 milioni di euro.
Con la programmazione triennale 2023-2025, la stretta collaborazione tra soprintendenza e provveditorato interregionale alle opere pubbliche per Toscana, Umbria e Marche, ha consentito di conseguire il finanziamento di 2.500.000 di euro da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per lavori di “consolidamento, restauro e valorizzazione delle mura etrusche di Volterra”.
L'avvio della progettazione di tali interventi, in collaborazione tra provveditorato e soprintendenza, è stato orientato nel corso di sopralluoghi svoltisi tra marzo e aprile di quest'anno. In occasione delle attività sopra indicate e nel corso degli ultimi anni, fino al periodo immediatamente antecedente al crollo avvenuto il 5 maggio scorso, non si è avuta occasione di riscontrare condizioni di criticità tali da far presupporre l'incipiente crollo di tratti o porzioni delle mura urbiche.
Superata la situazione di emergenza, mediante risorse immediatamente messe a disposizione da parte di questo Ministero per la messa in sicurezza del fronte di frana che ha interessato il crollo del tratto delle mura urbane, si attende di comprendere l'entità dei lavori di ricostruzione, consolidamento e restauro, rispetto ai quali sono ancora in corso indagini di natura preliminare.
Si ribadisce, quindi, l'impegno del Ministero, per il tramite delle soprintendenze territoriali, a presiedere la conservazione delle fortificazioni medievali, patrimonio storico e culturale della nostra Nazione, con costanti attività di monitoraggio e prevenzione.
PRESIDENTE. Il deputato Simiani ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario. Logicamente, abbiamo visto l'impegno da parte del Ministero a intervenire subito nell'ambito della verifica e delle possibili risorse da impegnare per quanto riguarda il crollo delle mura di Volterra. Come sa benissimo - Presidente, per suo tramite, mi rivolgo al Sottosegretario -, conosciamo le grandi difficoltà nel reperire, oggi, le risorse per il grandissimo patrimonio del nostro Paese e conosciamo benissimo le difficoltà, soprattutto, nel riuscire a verificare la staticità e le varie strutture di edifici e monumenti antichi, come le mura di Volterra.
Come sa benissimo, sono mura etrusche e quel patrimonio bellissimo delle terre pisane porta sicuramente molti turisti e un grande valore per l'intero Paese, soprattutto, per la nostra Toscana.
Ecco perché verificheremo e saremo accanto anche al percorso che il Ministero vorrà fare insieme al sindaco, alla regione Toscana e alla soprintendenza, perché sappiamo benissimo, oggi, qual è il valore di quel monumento e, soprattutto, conosciamo benissimo anche le difficoltà che ha quel monumento, considerata la sua età. Chiediamo che ci sia un'attenzione particolare proprio a quel sito, perché già dieci anni fa circa vi è stato un ulteriore crollo e sappiamo benissimo che quell'evento, con le piogge e il maltempo, potrebbe ricapitare.
Ecco perché chiediamo una particolare attenzione al sito di Volterra da parte del Ministero, magari attraverso un sopralluogo anche del Ministro o del Sottosegretario, che vorremmo in questo caso accompagnare come parlamentari del territorio, perché pensiamo che quell'attenzione non riguardi solamente la parte storica, ma anche la parte culturale, di quella che è la nostra fotografia del Paese, soprattutto, per i turisti.
Noi cercheremo anche di fare un'ulteriore verifica, Sottosegretario, perché pensiamo che su Volterra si debba ragionare - conosco bene quel sito - anche nell'ambito di attività culturali di valorizzazione, perché sappiamo benissimo che la storia di quella città è una storia fantastica, fatta di cultura, di mestieri, come la produzione dell'alabastro. Lei sa benissimo che l'alabastro è un grande materiale che oggi ci viene invidiato in tutto il mondo. Ecco perché da parte nostra ci sarà molta attenzione e speriamo anche che da parte del Ministero ci sia questo finanziamento di 3 milioni di euro, che serve sicuramente, da quello che abbiamo sentito, anche dal sindaco, per sistemare direttamente il monumento.
Sappiamo che in questi giorni stanno recuperando il materiale per catalogarlo e per capire l'entità delle fondazioni delle mura e speriamo che, oggi e soprattutto nei prossimi giorni, ci possa essere quella progettazione e, poi, quel finanziamento che secondo noi sono indispensabili e fondamentali per quel sito.
(Criticità alla base del ritardo nell'adozione delle linee guida in materia di modalità di certificazione dei crediti e di gestione del registro pubblico dei crediti di carbonio generati dal settore agroforestale – n. 3-01282)
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste, Luigi D'Eramo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Gadda n. 3-01282 (Vedi l'allegato A).
LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Signor Presidente, onorevoli deputati, in merito al quesito posto dall'onorevole interrogante, evidenzio che il Ministero si è prontamente attivato per la definizione delle Linee guida di cui all'articolo 45, comma 2-septies, del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, coinvolgendo il CREA, che ha predisposto una prima bozza di documento, reso disponibile per una prima consultazione interna ai competenti uffici ministeriali nel mese di settembre 2023.
Successivamente, il lavoro di affinamento della prima bozza del documento ha risentito del processo negoziale in corso a livello europeo sulla proposta di regolamento inerente alla certificazione degli assorbimenti di carbonio.
Proprio per tener conto delle indicazioni emergenti dal dibattito a livello unionale, che ha subito un notevole rallentamento negli ultimi sei mesi, il gruppo di lavoro istituito all'interno del MASAF ha deciso di separare la materia degli assorbimenti forestali da quelli agricoli, prevedendo due percorsi distinti e complementari. Tale scelta si è resa necessaria in considerazione delle profonde differenze tra il settore forestale e quello agricolo, nelle rispettive pratiche e tempi colturali, e nella definizione degli scenari di riferimento per il contesto nazionale.
In particolare, per il settore forestale, il mercato volontario dei crediti di carbonio risulta già attivo in Italia in forma sperimentale dal 2011, con consolidate metodologie e procedure per il calcolo dei crediti generabili dagli interventi di gestione forestale sostenibile.
Le transazioni operate negli anni in tale mercato sono annualmente analizzate e monitorate dal Nucleo monitoraggio carbonio del Centro di ricerca politiche e bioeconomia del CREA. Grazie a questa analisi del mercato nazionale e dalle buone pratiche del mercato volontario forestale internazionale è stato quindi possibile, in tempi brevi, definire le metodologie e redigere un documento di Linee guida per il settore forestale.
La proposta contenente un'introduzione iniziale valida per entrambi i settori e una parte di approfondimento dedicata, al momento, al solo settore forestale, è stata presentata ai principali stakeholders del settore agricolo e forestale nel febbraio 2024.
A seguito di tale interlocuzione tecnica e dei puntuali commenti ricevuti, il testo iniziale è stato ulteriormente finalizzato, in modo da allinearlo alle principali necessità segnalate.
Una nuova versione del documento è stata, quindi, inviata nel mese di aprile 2024 al MASE, per la necessaria intesa, al fine di promulgare il decreto interministeriale di adozione delle Linee guida forestali e di implementazione del Registro pubblico dei crediti di carbonio agroforestali.
Per quanto riguarda la parte agricola, è in corso un ulteriore approfondimento tecnico-scientifico, in considerazione dell'assoluta novità della certificazione per il settore. In questo contesto, gli approfondimenti tecnici riguardano anche l'analisi dell'attuazione e dell'impatto degli interventi contenuti nel Piano strategico della PAC 2023-2027, che dedica una particolare rilevanza agli incentivi finalizzati al sostegno delle imprese agricole che volontariamente attuino buone pratiche agricole finalizzate ad incrementare il sequestro del carbonio nei suoli.
PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Sottosegretario D'Eramo, mi dichiaro parzialmente soddisfatta. Questa parzialità è legata al fatto che le sue parole manifestano un'intenzione nel procedere rispetto alla certificazione dei crediti di carbonio e alla partecipazione del mondo agricolo e forestale a un settore molto importante, che potrebbe dare anche una migliore e maggiore remunerazione ai nostri imprenditori agricoli e agroforestali. Tuttavia, dall'altra parte, noto ancora una certa inerzia rispetto ai tempi di attuazione. Noi abbiamo sostenuto e dobbiamo continuare a sostenere, come Paese, il raggiungimento degli obiettivi di neutralità carbonica entro il 2050.
Il 2050 sembra un orizzonte molto lontano, invece, sta dietro l'angolo, e molte volte, troppe volte, purtroppo, l'agricoltura è messa sul banco degli imputati come filiera, come settore produttivo che, dal punto di vista negativo, influisce sulle emissioni climalteranti.
Con riferimento, ad esempio, ai crediti di carbonio - ovviamente non soltanto questo, per chi conosce come sono l'agricoltura italiana ed europea - l'agricoltura può essere, invece, soggetto attivo in questo cambiamento nel raggiungimento della neutralità climatica, che si ottiene non soltanto riducendo, ma anche captando le emissioni di carbonio. E noi sappiamo che, tecnicamente, ci sono soltanto due ambiti, due modi, per captare le emissioni di carbonio, che sono gli oceani e i mari, e l'agricoltura e le foreste.
Quindi, da questo punto di vista, le rivolgo un invito a velocizzare anche l'emissione, da un lato, delle linee guida e, dall'altro, del decreto ministeriale.
Infatti, da un lato, il decreto ministeriale è fondamentale per definire i criteri e le modalità di certificazione, nonché le modalità con cui dovrà essere tenuto questo registro, e, dall'altro lato, le linee guida sono fondamentali perché, come sappiamo, il mercato volontario dei crediti di carbonio - che si aggiunge al grande tema, anche oggetto del dibattito comunitario, sul carbon farming - ha bisogno di alcuni requisiti. Queste pratiche necessitano di continuità, permanenza e addizionalità rispetto alle misure e alle pratiche agronomiche che già gli agricoltori fanno. Quindi, da questo punto di vista, credo sia fondamentale chiedere al CREA non soltanto di velocizzare l'emissione di queste linee guida - e, ripeto, di conseguenza, il decreto ministeriale conseguente - rispetto alle pratiche forestali, ma serve farlo soprattutto per l'agricoltura, perché queste pratiche sicuramente potranno consentire ai nostri agricoltori di raggiungere una maggiore remunerazione.
Oggi sappiamo che molte delle sofferenze presenti nel mondo agricolo sono legate, sicuramente, alla concorrenza internazionale, ma anche alla remunerazione che molte filiere, soprattutto italiane, non vedono più. Dunque, questo sarebbe un messaggio molto positivo rispetto agli agricoltori, che, comunque, sono fondamentali per mantenere manutenuto il nostro territorio. Dall'altro lato, il mercato dei crediti di carbonio dimostra che quelle pratiche agronomiche, che servono per assorbire il carbonio, migliorano anche la qualità dei suoli. Noi, anche in questi giorni, stiamo assistendo, al Nord così come al Sud, a fenomeni atmosferici molto violenti, che dilavano il carbonio naturale, la sostanza organica che è contenuta nel terreno.
Quindi, queste linee guida sono fondamentali per questo motivo, per aiutare anche i nostri agricoltori a sostenere questo processo che migliora la produttività. Noi abbiamo bisogno di un'agricoltura che produce di più. Poi ci sono altre posizioni anche in questo Parlamento, ma Italia Viva ha sempre sostenuto la linea per cui l'agricoltura deve produrre di più e meglio. Serve più agricoltura, servono più modelli di agricoltura e non serve mettere l'agricoltura sul banco degli imputati. Serve, però, accompagnarla in questa transizione. E, da questo punto di vista, il Ministero, insieme al suo istituto di ricerca, il CREA, è fondamentale per accompagnarla in questo percorso.
Una notazione rispetto alla sua risposta e al suo riscontro: sicuramente, bene che ci siano un maggiore indirizzo e una maggiore accelerazione rispetto a quello che abbiamo già sperimentato dal 2011, rispetto alle pratiche forestali. Aggiungo, però, un commento: il nostro Paese ha scarsamente investito nel settore forestale e, quindi, da un lato, quella sperimentazione, attiva dal 2011, è rimasta una sperimentazione di fatto, ma non è diventato un settore produttivo trainante; molte volte noi importiamo anche il legno perché non ne abbiamo a sufficienza per sostenere la nostra filiera del made in Italy.
E quindi - lo dico con lo spirito collaborativo maggiore possibile, noi stiamo all'opposizione, ma a Italia Viva interessa che questo Paese funzioni, cresca e rimanga competitivo - insieme ai crediti di carbonio, cogliamo questa occasione per potenziare la filiera forestale. Dall'altro lato, però, non è pensabile che, rispetto alla compartecipazione e alla partecipazione della filiera agricola, siamo ancora in un approfondimento tecnico-scientifico, perché è vero questo - apprezzo che si sia atteso il dibattito a livello comunitario - ma, dall'altro lato, il mondo - non soltanto in Europa, ma anche nei Paesi extraeuropei, pensiamo anche al dibattito che c'è persino nel Nordafrica rispetto alla partecipazione del mondo agricolo, quindi non soltanto forestale - ha già fatto numerosi passi in avanti, consentendo agli agricoltori di vendere sul mercato questi crediti.
Quindi, non si capisce perché l'industria sia avanti da questo punto di vista, mentre il settore che è determinante per l'attuazione del mercato dei crediti di carbonio volontari sia ancora fermo al palo. Dunque, chiedo una maggiore celerità, perché lei ha raccontato l'iter: siamo fermi al 2023. Quindi, noi torneremo a interrogarla per sapere quando queste linee guida e questo decreto ministeriale effettivamente usciranno.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14,30.
La seduta, sospesa alle 9,55, è ripresa alle 14,30.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 102, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Sospendo la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.
La seduta, sospesa alle 14,32, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Preavviso di votazioni elettroniche.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Aboubakar Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. In queste ore, a seguito della tragica morte di Satnam Singh, bracciante di 31 anni, nelle campagne di Latina sono in corso, come nei giorni scorsi, manifestazioni e assemblee lungo la filiera agricola e nelle campagne proprio su ciò che accade all'interno della filiera agroalimentare del nostro Paese. La morte di Satnam ha scoperchiato ciò che da oltre vent'anni, da bracciante e da sindacalista, ho sempre continuato a condannare e a contrastare, lottando contro il caporalato a viso scoperto.
Presidente, la filiera agroalimentare, con un fatturato di quasi 600 miliardi di euro, è un settore dove ci sono storture, dove c'è schiavitù, dove c'è sfruttamento, dove c'è deprivazione, dove c'è un esercito di invisibili impegnati dall'alba al tramonto a raccogliere la frutta e la verdura che arrivano sulle tavole delle nostre famiglie in giro per il Paese e in Europa.
Presidente, proprio i braccianti, ieri, nelle campagne di Foggia, hanno chiesto alla politica di evitare di dividersi su un dramma come questo e, quindi, concludo l'intervento chiedendo che il Governo…
PRESIDENTE. Collega, non deve concludere, non ha esaurito il suo tempo, però, dovrebbe dirmi se intende chiedere un'informativa urgente al Governo.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). È quello che sto chiedendo, Presidente.
PRESIDENTE. Prego.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Concludo l'intervento chiedendo che il Governo venga a riferire in Aula, perché i braccianti chiedono sostanzialmente la regolarizzazione di tutti gli schiavi, di tutti gli invisibili impegnati nella raccolta della verdura e della frutta e, in secondo luogo, pongono il tema del trasporto pubblico nelle zone rurali per sottrarli al ricatto dei caporali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi formalizziamo una richiesta di informativa urgente alla Ministra del Lavoro e delle politiche sociali Calderone, a seguito dei gravi fatti accaduti. Noi siamo ancora fortemente scossi per quanto è avvenuto venerdì scorso a Latina, dove Satnam Singh, bracciante agricolo di origini indiane, ha perso la vita a causa dell'amputazione del braccio destro mentre lavorava nei campi. Dopo l'incidente, Satnam è stato abbandonato davanti a casa sua, con accanto il suo braccio dentro una cassetta delle fragole. È stato abbandonato dal suo datore di lavoro, proprio dal soggetto che dovrebbe tutelare i propri lavoratori.
È stato abbandonato dal suo datore di lavoro davanti a casa, piuttosto che essere trasportato al pronto soccorso più vicino; molto presumibilmente Satnam si sarebbe potuto salvare e questo lascia ancora in noi l'amaro in bocca per questa ennesima tragedia, questa tragedia che si poteva e si doveva evitare.
Il suo datore di lavoro lo ha abbandonato, lo ha abbandonato su un marciapiede, come se si trattasse di un macchinario ormai rotto e non di una vita umana da salvare. Questa è una tragedia figlia della mancanza di umanità. Si tratta di un gesto ignobile, disumano, di un gesto criminale. Questa tragedia è figlia di un sistema criminale, un sistema che vuole avere a disposizione manodopera usa e getta, a basso costo.
Tragedie così sono inaccettabili, Presidente, per questo Paese che si definisce civile. In Italia, una Repubblica fondata sul lavoro, esistono ancora, nel 2024, settori dove a farla da padrone è il sistema del caporalato, un sistema che colpisce più di 200.000 lavoratori in tutta Italia, in tutte le regioni, da Nord a Sud.
Caporalato significa sfruttamento, negazione di diritti, privazione della libertà. Parliamo di lavoratori costretti a turni di lavoro massacranti che vanno dalle 12 alle 14 ore al giorno, per una paga di soli 20 euro, a volte anche meno.
Questo non è lavoro; questa è riduzione in schiavitù. Vogliamo che si superi la legge sui flussi e la legge Bossi-Fini, che non contribuiscono al soddisfacimento del reale fabbisogno di personale da parte delle aziende agricole e di altri settori, come quello, ad esempio, dell'edilizia.
Vogliamo sapere che fine hanno fatto i fondi del PNRR: parliamo di ben 200 milioni di euro che erano stati stanziati per superare i bisogni dei lavoratori stranieri, soprattutto per superare i ghetti dove questi lavoratori sono costretti a stare.
Vogliamo maggiori controlli da parte delle Forze dell'ordine e dell'ispettorato dell'INAIL. Chiediamo sanzioni più severe e certe contro chi sfrutta manodopera a basso costo senza garantire un regolare contratto e una paga dignitosa. Chiediamo, ancora una volta, di istituire una procura nazionale del lavoro che sia specializzata a trattare casi di malattia e infortuni sul lavoro, che, sempre più spesso, si trasformano in eventi mortali. Basta aspettare l'ennesima tragedia per intervenire. Dobbiamo fare qualcosa adesso. Non c'è più tempo da perdere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Intervengo sullo stesso argomento per associarci a questa richiesta di informativa urgente, perché non credo che ci sia una tragedia che è peggiore delle altre, ma questa è stata, per la disumanità che ha contraddistinto questa storia, forse più particolare delle altre.
Allora su questo noi chiediamo al Ministro di riferire su quale sia l'attività del Governo di contrasto al caporalato e su quanto sta accadendo in ordine alle tante morti che continuano a esistere sul lavoro.
Spesso l'impressione, anche di chi è fuori da quest'Aula, è quella di uno Stato impegnato a occuparsi dei cavilli per le piccole aziende, i piccoli commercianti e i piccoli artigiani, e invece molto distratto rispetto a un fenomeno evidente e conosciuto come quello del caporalato, che meriterebbe non solo maggiore attenzione, ma anche maggiore durezza.
Su questo speriamo che la Ministra possa darci rassicurazioni in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Già la settimana scorsa avevamo chiesto che la Ministra Calderone venisse in Aula. Abbiamo ascoltato, anche, le parole del Governo. Penso che questa vicenda non possa essere derubricata a un fatto di cronaca nera. Il caporalato è parte di un sistema, di una filiera agricola molto spesso malata e vanno messe in campo delle politiche. Non bastano più parole di condanna.
Se servono politiche, la strada è molto semplice: investire innanzitutto sulla sicurezza. Non è possibile, signora Presidente, che il Governo bocci emendamenti, fatti dall'opposizione, che chiedono di aumentare i controlli e di assumere più ispettori sul lavoro (Applausi della deputata Boldrini). Non è possibile!
Così come pensiamo che la patente a crediti vada estesa a tutti i settori, anche al settore dell'agricoltura. Poi serve un DURC di congruità come c'è nell'edilizia, perché è inimmaginabile, signora Presidente, che un'azienda, che magari ha cinque ettari di terreno, non abbia neanche un dipendente dichiarato all'interno della stessa.
Infine, va abolita la legge Bossi-Fini, che rende ricattabili le persone: i lavoratori stranieri non denunciano perché non hanno poi la possibilità di accedere al permesso di soggiorno. Uno Stato civile non lo concede soltanto quando ci sono queste tragedie; lo concede innanzitutto quando quei lavoratori hanno la libertà di poter denunciare il proprio datore di lavoro che li sfrutta attraverso l'intermediazione illecita di manodopera.
Per queste ragioni, signora Presidente, non è più possibile che il Governo non venga qui a riferire in Aula, che rinvii ulteriormente. Ci interessano poco le interviste televisive della Ministra Calderone e ci interessano poco le lacrime di coccodrillo di questo Governo. Il Governo dovrebbe essere già qui da tempo. Chiediamo che ci sia un'informativa urgente (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie Presidente. La scorsa settimana, dopo quel tragico e barbaro evento, abbiamo detto che Satnam Singh è morto di capitalismo. Sono più di mille i morti nelle nostre campagne solo negli ultimi anni. Si chiama ghetto-economy, ed è un'economia chiara a molti, forse non a chi compra i prodotti made in Italy nei nostri scaffali; è un'economia capace di scaricare un uomo moribondo come fosse “monnezza” in mezzo a una strada, il suo braccio in una cassetta della frutta; quella in cui, non sono i datori ma i colleghi - anche loro clandestini - a chiamare i soccorsi; quella in cui un uomo muore, ma - come avete letto e compreso già nelle ore successive - poteva essere salvato.
Abbiamo chiesto la scorsa settimana - prima che Satnam Singh morisse - che la Ministra Calderone, non solo venisse qui a dire qualcosa, ma venisse anche a spiegare come mai ci sono tantissime risorse inutilizzate, leggi non applicate e, in quel caso, anche procedure in atto della magistratura mai utilizzate.
Qual è quell'economia in cui si può vivere e lavorare da tre anni e restare comunque irregolari, sfruttati, trattati come dei cani, anzi come insetti, ammassati in topaie senza acqua, senza cibo decente, senza un presidio sanitario, magari per pochi euro l'ora?
Lo dico da piemontese: non c'è solo il Sud Italia in questo ritratto; basta andare, ogni anno, nell'astigiano o a Saluzzo per capire che quelle bidonville non c'entrano niente con la cosiddetta emergenza Africa o con i grandi temi dei flussi migratori. No, è una scelta, scientifica, perché fino a qualche anno fa erano, prima gli studenti italiani, poi i migranti dello stesso Paese, poi avevano lo stesso nostro colore della pelle, ma venivano, magari, dall'Est Europa; e, finché c'è stato quel colore della pelle - caso strano - la gran parte di quei lavoratori stava dentro le stesse aziende agricole. Poi qualcosa è cambiato e qualcuno, in questo Paese, vuole continuare a dire che non c'entra niente il razzismo.
Il razzismo c'entra eccome (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! C'entra la Bossi-Fini, che voi non volete abrogare, perché quelle persone sono più ricattabili, soprattutto se non possono denunciare, soprattutto se diamo loro un permesso di soggiorno solo quando - magari - un proprio caro muore, com'è successo in queste ore. Ragionateci! Pensateci, perché siamo tutti corresponsabili di quella ricattabilità. Per questo vogliamo le parole della Ministra Calderone, perché non bastano le conferenze stampa e non bastano neanche i decreti, come quelli che abbiamo visto dopo la tragedia di Esselunga. Serve assumersi tutte le responsabilità, perché è troppo comodo - troppo comodo - pensare che quella migrazione non serva, per poi trattarla come se fosse spazzatura o merce a basso costo nei nostri campi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente, e grazie anche ai colleghi per questi interventi. Evidentemente il tema, Presidente, è enorme - mi rivolgo anche al Sottosegretario e, quindi, al Governo - che è giusto richiamare all'interno di queste Aule anche dopo, purtroppo, questi tragici eventi che sono accaduti. Non è un tema, Presidente, di così semplice risoluzione. Lei lo ricorderà, Presidente Ascani, era in Parlamento, come altri colleghi, quando in queste Aule si celebrò il provvedimento dell'allora Vice Ministro Bellanova, che esattamente cercava di sanare alcune tipologie posizione illecita rispetto a questo che è uno dei temi più importanti e che fondamentalmente oggi è tra i più importanti all'interno del mercato del lavoro. Mercato del lavoro, sotto quel punto di vista, illegittimo e di delinquenza.
Non è così semplice arrivare ovunque, il Governo sta cercando di procedere in questo senso, come i colleghi sanno: i dati indicano più 23 per cento di ispezioni negli ultimi mesi, con l'obiettivo di aumentare le ispezioni da parte dell'ispettorato e non soltanto da parte dell'ispettorato. In questo caso, abbraccerei anche tutte le Forze dell'ordine che quotidianamente rischiano la vita per fare questo tipo di controlli. L'obiettivo, quindi, è quello di aumentare, come il Governo sa, entro la fine dell'anno almeno del 40-45 per cento le ispezioni. È sufficiente? Probabilmente non è sufficiente, perché - vedete colleghi - le regole, per chi vuole leggerle, ad oggi nel nostro Paese esistono. Le regole sulla sicurezza sui luoghi di lavoro esistono, dal decreto n. 81 in poi queste regole ci sono e ci sono anche le sanzioni sotto questo punto di vista. È altrettanto chiaro che entro la fine dell'anno, entro ottobre, anche ampliando il ragionamento alle opposizioni nelle Commissioni di merito, andremo a valutare quella che il collega Scotto prima ricordava essere la cosiddetta patente a punti. Serve fare molto altro? Sì, serve fare molto altro. Ad oggi sono stati assunti in un anno circa 950 ispettori del lavoro in più. Vogliamo almeno triplicare, entro i prossimi mesi, questo dato. Serve, evidentemente, migliorare lo schema dei flussi migratori. Sotto questo punto di vista, il decreto Flussi ci sta iniziando a dare, assieme a una delle gambe del cosiddetto Piano Mattei, i primi risultati. È altrettanto chiaro che l'azione del Governo - ma io ritengo anche la sollecitazione delle opposizioni - da questo punto di vista non si fermerà.
Presidente Ascani, oggi il nostro Paese soffre ancora, purtroppo, di un dato drammatico, che è quello di circa 3 morti al giorno sui luoghi di lavoro. La politica è giusto che si alzi in queste Aule, è giusto che protesti e il Governo è giusto che legiferi. Sotto questo punto di vista, non ci sarà mai una quota, in termini normativi, così sufficiente e così importante fintanto che non abbasseremo questo drammatico dato. Al netto della presenza del Ministro Calderone, che deciderà evidentemente - chiudo, Presidente, ringraziandola - se venire in Aula per un'informativa, come chiesto dalle opposizioni, io penso che tutto il Parlamento debba lavorare unito, non guardando tanto le bandiere, ma guardando al fatto che ancora ad oggi - lo ripeto - 3 persone non tornano la sera dalle proprie famiglie. Il lavoro dà la vita e non toglie la vita. Su questo penso serva veramente un impegno da parte di tutto il Parlamento e di tutte le istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Riguardo la richiesta d'informativa giunta da alcuni gruppi, naturalmente, la riferirò al Presidente.
Per richiami al Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, intervengo ai sensi degli articoli 8 e seguenti: il Presidente della Camera rappresenta la Camera e, quindi, rappresenta anche il diritto di ogni parlamentare di esprimere il proprio voto in quest'Aula in maniera libera da ogni tipo di pressione esterna. Invece, rispetto al provvedimento in materia di autonomia, si sono verificati, nei social network e nel chiacchiericcio anche su Internet, una serie di episodi spiacevoli nei quali sono posti all'indice i deputati della maggioranza che avevano votato a favore del provvedimento sull'autonomia; poi ripresi addirittura da un Presidente di regione che, sotto l'effige della propria regione, faceva un elenco, quasi fosse una lista di proscrizione.
E ciò, quasi mettendo all'indice ogni singolo parlamentare di questa maggioranza che aveva votato difformemente rispetto al suo pensiero. Questa modalità non ha nulla a che vedere con la contestazione nel merito delle posizioni, ma è un modo, mi limito a dire volgare - ma, in realtà, violento - per andare oltre le prerogative del singolo parlamentare e dei diritti di tutti i parlamentari, che dovremmo trovarci tutti a difendere, unitariamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Quindi, io mi rivolgo a lei, e, per suo tramite, al Presidente della Camera, perché si faccia difensore del diritto di ognuno di noi a esprimere il proprio voto in maniera libera, a essere sottoposto, certo, alla critica politica, anche dura, da parte all'opposizione, ma mai ad azioni come quelle che abbiamo visto nell'ultima settimana, mai ad azioni come quelle che abbiamo visto nell'ultima settimana (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Riferirò al Presidente il contenuto di questo suo intervento.
Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Sullo stesso argomento: ovviamente, condivido le parole della collega Montaruli, sarò, però, più preciso, perché sul buon andamento dei lavori voglio ricordare a quest'Aula che è successo qualcosa di disdicevole, al netto delle dinamiche parlamentari e del dibattito parlamentare, che può essere forte, ma non dovrebbe mai trascendere determinati limiti della decenza e del decoro di quest'Aula (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Cito testualmente, Presidente: “col karma non si scherza, prima o poi la pagherete voi, i vostri figli e i vostri nipoti. Non dimenticatevi piazzale Loreto”.
Allora, al netto del - definiamolo cattivo - gusto e del degrado dialettico, per suo tramite, lo dico alla collega Cherchi, che si è resa triste protagonista di queste affermazioni, io ritengo, o, meglio, chiedo, per suo tramite, alla Presidenza, se e quali provvedimenti intenda intraprendere nei confronti di chi ha minacciato figli, nipoti e parlamentari che hanno votato per un provvedimento non condiviso dal MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Io invito tutti, Presidente, davvero, non per fare polemica, ad abbassare i toni, perché quello che facciamo qui dentro magari fra 24 ore ce lo siamo dimenticati - io penso che molti colleghi che ridevano alle parole della loro collega se ne siano già dimenticati -, però chi sta fuori da qui, nel bene o nel male, vede amplificata ogni affermazione. Invito tutti a confrontarsi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ciascuno fiero delle proprie identità, ma a non trascendere mai, perché figli, nipoti, karma e piazzale Loreto non si dovrebbero nemmeno più citare, altro che augurare (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Sullo stesso argomento: io credo che ci sia un limite alla decenza, perché con quale faccia la parte politica che dieci giorni fa ha aggredito con violenza, pugni e calci un deputato che stava semplicemente porgendo il vessillo della bandiera italiana a un Ministro, adesso si richiama ai toni e alla decenza dei lavori in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Avete mandato all'ospedale un deputato, in diretta (Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)!
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi!
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Avete mandato all'ospedale un commesso parlamentare che stava facendo il suo lavoro! Avete etichettato…
PRESIDENTE. Collega, si rivolga alla Presidenza.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Un attimo…
PRESIDENTE. Collega Riccardo Ricciardi, si rivolga alla Presidenza. Vada pure avanti, ma si rivolga a me.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente! Presidente! Presidente, il nostro gruppo, per aver fatto un question time sul riconoscimento dello Stato di Palestina è stato etichettato come fiancheggiatore di Hamas, sui social, da parte degli esponenti della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Durante la pandemia, ai banchi dell'opposizione, a chi in questi banchi stava salvando un Paese, si gridava alla dittatura sanitaria e si diceva che il Presidente Conte e il Ministro Speranza tenevano recluse le persone in casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
Con quale faccia e con quale pudore avete la dignità di dire queste cose? Dovreste guardarvi allo specchio!
PRESIDENTE. Collega, si rivolga alla Presidenza.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Dovreste guardarvi allo specchio e non vi dico cosa dovreste fare, ma lo sapete, in coscienza vostra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli, per richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI (AVS). Signora Presidente, ho sentito ovviamente l'appello al Regolamento, ne faccio io uno analogo a quello dell'onorevole collega Montaruli. Oggi, vede, io non sarei voluto, noi non saremmo voluti intervenire, come Alleanza Verdi e Sinistra, perché riteniamo che nel Paese sia accaduto qualcosa di estremamente grave. Cos'è accaduto? È accaduto che la Premier Giorgia Meloni, oggi, ha accusato l'opposizione di volere la guerra civile. Queste sono parole che certamente non aiutano un confronto sereno, e la responsabilità di un capo di Governo è quella di costruire e esprimere parole distensive nel Paese, avere una postura istituzionale.
Vedete, noi riteniamo l'accusa di volere la guerra civile indecorosa, indecente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), la respingiamo al mittente, alla Premier Giorgia Meloni, perché l'opposizione fa l'opposizione e, francamente, quello che abbiamo visto in quest'Aula, nelle ultime settimane, è qualcosa di inaccettabile. Ci saremmo - e concludo, signora Presidente - aspettati della Premier Giorgia Meloni parole di condanna rispetto a un deputato che è stato picchiato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), parole di condanna rispetto a chi ha oltraggiato la bandiera d'Italia, parole di condanna a chi ha definito che cantare Bella ciao è un gestaccio. Allora, oggi, secondo noi, si è superato un limite, dal punto di vista politico. C'è qualcuno che vuole lo scontro sociale nel Paese, perché chi mente e dice che l'opposizione vuole la guerra civile ha un problema. C'è un problema molto serio nel Paese, e la responsabilità è del partito di maggioranza relativa, a partire da Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) e dalla Premier, che vogliono alimentare lo scontro e non hanno la responsabilità e la postura istituzionale di guidare il Governo di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Come già detto, riferirò al Presidente il contenuto di questi interventi.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 maggio 2024, n. 61, recante disposizioni urgenti in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, personale militare e civile del Ministero della Difesa e operatività delle Forze armate (A.C. 1854-A) (ore 15,26).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1854-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 maggio 2024, n. 61, recante disposizioni urgenti in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, personale militare e civile del Ministero della Difesa e operatività delle Forze armate.
Ricordo che nella seduta del 17 giugno si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 1854-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PINO BICCHIELLI , Relatore. Sull' articolo aggiuntivo 1.0102 Graziano il parere è contrario, sull'articolo aggiuntivo 1.0101 Baldino il parere è contrario, sull'emendamento 2.1 Baldino il parere è contrario, sugli identici emendamenti 3.1 Pellegrino e 3.100 Graziano il parere è contrario, sull'emendamento 4.1 Pellegrini il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
MATTEO PEREGO DI CREMNAGO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.0102 Graziano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.0101 Baldino. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo intende favorire quella che possiamo definire una normale evoluzione delle associazioni sindacali a carattere militare e favorirne il pieno e compiuto processo di sindacalizzazione.
Nello specifico, tale proposta estende il periodo transitorio da sei a dodici mesi, previsto dal comma 357 della legge di bilancio per l'anno 2024. Noi innanzitutto non capiamo il parere negativo espresso dal relatore e, invece, crediamo che questo articolo aggiuntivo - come ho detto in premessa - favorisca il processo di sindacalizzazione, che credo tutto il Parlamento intenda porre come obiettivo primario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.0101 Baldino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'emendamento 2.1 Baldino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che vuole sopprimere l'articolo 2, ha esattamente l'obiettivo dell'emendamento che ho illustrato poc'anzi, cioè quello di non scoraggiare le iscrizioni alle nascenti associazioni sindacali e, quindi, non ostacolarne fin da subito il loro processo di nascita, di evoluzione e - quello che noi auspichiamo - di forte rappresentanza.
Noi siamo convinti che, per come è formulato, l'articolo 2 vada in senso contrario a ciò. Noi crediamo che i sindacati militari siano una un'enorme conquista, non solo per le Forze armate, ma per l'intera società. È questo il motivo per cui chiediamo all'Aula di votare in senso favorevole al nostro emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Baldino, con il parere contrario della Commissione del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Passiamo agli identici emendamenti 3.1 Pellegrini e 3.100 Graziano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Chiedo scusa, Presidente. Volevo intervenire sul mio emendamento 3.1.
PRESIDENTE. Sì, gli emendamenti 3.1 Pellegrini e 3.100 Graziano sono identici. Prego, collega.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie. Faccio una brevissima premessa. Nella vita, come nei provvedimenti parlamentari, le chiacchiere le porta via il vento e quello che conta sono i fatti. Questa maggioranza e questo Governo si riempiono la bocca, parlando del ruolo internazionale dell'Italia, specie con le nostre Forze armate e specie con le nostre missioni di pace, di peacekeeping e di peacebuilding.
Quando, però, si tratta di finanziare il personale civile per mezzo della contrattazione collettiva, cosa che è essenziale, affinché le nostre missioni di pace all'estero abbiano il miglior esito possibile, quindi siano di aiuto, consentendo alle nostre operazioni di avere una ricaduta concreta sui territori nei quali le nostre Forze armate vanno a portare il loro messaggio e la loro opera di pace, non si capisce per quale motivo il Governo su questi provvedimenti, che questo gruppo politico, il MoVimento 5 Stelle, propone da mesi e mesi, non riesca a trovare questo incremento di 21 milioni.
Stiamo parlando di soli 21 milioni, a fronte di spese che, specie nell'ultimo anno e mezzo, questa maggioranza e questo Governo hanno approvato nella misura di miliardi per l'acquisto di nuovi sistemi d'arma e di investimento nel settore delle armi, cosa che molto spesso noi giudichiamo inutile o veri e propri soldi buttati.
Dunque, non si capisce perché questo Governo non riesca a trovare 21 milioni da destinare al personale civile della Difesa per gli scopi che ho appena illustrato e perché, dopo nostra grande insistenza (perché, lo ripeto, sono mesi e mesi che spingiamo in questa direzione), ne abbia trovati solo 10.
Io chiedo ai deputati di maggioranza uno scatto di orgoglio e l'esplicitazione della loro volontà, cioè di essere conseguenti, oltre che parlare di patria, e, quindi, di aggiungere questi altri 11 milioni, per una somma complessiva di 21 milioni, per far sì che le nostre missioni di pace possano funzionare nella maniera migliore possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Graziano. Ne ha facoltà.
STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche noi abbiamo presentato un emendamento per l'aumento del Fondo per il personale civile a supporto delle Forze armate italiane al fine di portare tale Fondo a 21 milioni. Ovviamente, sappiamo che c'è stato uno sforzo. Tuttavia, a mio avviso, il Governo non dovrebbe semplicemente tentare di mettere una pezza rispetto alle reali esigenze del personale civile e, io aggiungo, anche di quello militare. Infatti, c'è un altro tema che riguarda le pensioni del personale delle Forze armate, tema che abbiamo già attenzionato da un po' di tempo e chiediamo che, anche lì, ci sia una revisione complessiva. Dunque, penso che si potrebbe fare uno sforzo molto più importante per portare questo Fondo a essere un po' più consistente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.1 Pellegrini e 3.100 Graziano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Passiamo all'emendamento 4.1 Pellegrini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento soppressivo dell'articolo 4 si basa su una duplice considerazione, di cui una è di metodo. È un errore del Governo aver inserito questo rifinanziamento del fondo, NATO Innovation Fund, in un provvedimento che è assolutamente estraneo, ossia quello che tratta dei sindacati militari.
È un errore perché questo finanziamento doveva essere presente in un altro provvedimento o nella legge di bilancio per il 2024; inoltre, il finanziamento di questo fondo, NATO Innovation Fund, è stato pari a un milione, mentre, invece, doveva essere di circa 8 milioni (7.650.000, se non erro), proprio perché sono impegni derivanti da obblighi internazionali. Quindi, vorrei stigmatizzare, a nome del gruppo, questo modo di fare davvero incomprensibile, perché si appiccicano provvedimenti ad altri provvedimenti rispetto ai quali sono completamente inconferenti.
Ciò detto, questo fondo - che è un fondo di venture capital, concepito, quindi, con lo scopo di sostenere le startup innovative nel settore tecnologico delle armi e di contribuire al mantenimento della superiorità tecnologica dell'Occidente e, in maniera specifica, dell'Alleanza - è nato quasi 4 anni fa ma da allora sembra passata un'era geologica. Infatti, ciò avveniva prima della guerra in Ucraina, prima della recrudescenza di questa corsa folle al riarmo e di questo bellicismo a cui assistiamo da mesi, in cui le parole “pace”, “fratellanza”, nonché il concetto di capirsi e di trovare soluzioni ragionevoli, sono scomparsi mentre, invece, fanno bella mostra di sé parole del tipo: “dobbiamo vincere fino alla vittoria finale” o “ci fermeremo solo in caso di vittoria”.
Per questo motivo questo fondo, nato probabilmente con tutt'altri intendimenti, quindi per la ricerca tecnologica, in questo momento potrebbe avere - e noi ne siamo convinti - ricadute negative.
Tra l'altro, non lo diciamo solo noi; ci sono fior di organizzazioni non governative che giudicano questi investimenti come parte di un complesso sistema e di una volontà più larga di arrivare a un riarmo e, quindi, a una corsa al riarmo sempre più pervicace e insistente.
Per questo motivo noi voteremo favorevolmente su questo emendamento che sopprime, appunto, l'articolo 4.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Pellegrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma dopo l'esame degli ordini del giorno si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1854-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
MATTEO PEREGO DI CREMNAGO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1854-A/1 Pellegrini e n. 9/1854-A/2 Baldino.
Il parere è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1854-A/3 Lomuti previa riformulazione dell'impegno. Presidente, leggo la riformulazione: “a procedere, nei tempi previsti dalla legge delega di cui all'articolo 9, comma 15, al fine di dare piena attuazione alla legge n. 46 del 2022 per l'esercizio di una libertà fondamentale costituzionalmente garantita”.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1854-A/1 Pellegrini.
Ha chiesto di parlare il collega Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Presidente, io mi rifaccio a quanto ho appena argomentato e, quindi, non voglio ripetere, per l'Aula, quello che ho già detto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1854-A/1 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1854-A/2 Baldino.
Ha chiesto di parlare la collega Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signora Presidente. Sottosegretario, sono veramente dispiaciuta e non comprendo la contrarietà su quest'ordine del giorno e glielo spiego in maniera molto semplice. Noi abbiamo incardinato in Commissione difesa - e se c'è il Presidente Minardo mi conforterà su questo - una proposta di legge, a mia prima firma, che peraltro è una legge delega che assegna al Governo il compito di legiferare per eliminare una vera e propria discriminazione che intercorre rispetto alle Forze armate, cioè quella di limitare, vietare, impedire, precludere l'accesso alle Forze armate ai soggetti affetti da celiachia. È una discriminazione senza tempo, anche perché le Forze armate hanno fatto un passo in avanti rispetto a questo. Le persone affette da celiachia, che sono già nelle Forze armate, rimangono nelle Forze armate e, a livello sia logistico sia di prestanza fisica, sono già pronte ad accogliere le persone affette da celiachia.
Dal momento che abbiamo incardinato una proposta di legge, abbiamo avviato la fase istruttoria con le audizioni, non mi pare che ci sia contrarietà su questo tema, rispetto al quale peraltro deleghiamo il Governo ad intervenire; non è neanche una proposta di legge e sinceramente mi viene davvero difficile comprendere il motivo di questa contrarietà. Lo stesso presidente Minardo era molto felice di questa proposta di legge: addirittura, quando l'Associazione Italiana Celiachia è venuta in audizione, ha fatto pubblicamente un endorsement a favore di questa proposta di legge, facendo un post anche sui suoi canali social, dove ha taggato me come prima firmataria della proposta di legge, l'Associazione Italiana Celiachia.
Quindi, francamente, non riesco a comprendere davvero il motivo della contrarietà. È un ordine del giorno che impegna il Governo a fare una cosa che il Governo si sta già impegnando a fare; quindi, non avete letto l'ordine del giorno, altrimenti non me lo spiego e vorrei che il Sottosegretario me lo spiegasse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per unirmi alle considerazioni della collega Baldino, alla quale, se consente, vorrei chiedere di sottoscrivere l'ordine del giorno, che voteremo, e per chiedere al Sottosegretario, se possibile, una riflessione su questo tema, perché io credo che sia un argomento peraltro di cui si discute a lungo, perché già in passato, anche nella scorsa legislatura, abbiamo presentato emendamenti che andavano in questa direzione e che anche alle Forze armate credo sia caro. È un tema comunque di interesse, di attualità, a cui so non essere insensibile anche il comparto. Quindi, chiedo sa sia possibile un ripensamento da parte del Governo per dare almeno un percorso. Qui non si tratta di un emendamento, ma di un ordine del giorno che individua un orizzonte, che crea la possibilità, per coloro che oggi subiscono una discriminazione, di avere un'aspettativa, di non dover rinunciare a un sogno, a una legittima aspettativa, ma anche alla possibilità di dare un contributo al proprio Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Graziano. Ne ha facoltà.
STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per unirmi alle considerazioni della collega Baldino, ma soprattutto perché vorrei ribadire che anche in Commissione abbiamo provato a spiegare le ragioni per le quali la vicenda della celiachia ha un valore importante anche per le Forze armate. Io penso che forse sarebbe utile - lo dico al Sottosegretario - riformulare, se ritiene, l'ordine del giorno, andando nella direzione di prendere un impegno a valutare l'opportunità di costruire una condizione per quanto riguarda la vicenda della celiachia. Ormai è tanto tempo che questa vicenda c'è, esiste; io capisco tutta l'organizzazione, ma dobbiamo prima o poi iniziare a fare questo lavoro. Se mai iniziamo, mai si arriverà al punto finale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1854-A/2 Baldino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1854-A/3 Lomuti, su cui vi è parere favorevole con riformulazione. Collega Lomuti, accoglie la riformulazione? Il gruppo mi dà un segnale? Collega Baldino? Non accoglie, quindi passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1854-A/3 Lomuti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1854-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Naike Gruppioni. Ne ha facoltà.
NAIKE GRUPPIONI (IV-C-RE). Grazie, Presidente, colleghi, membro del Governo. Il decreto-legge per il quale ci accingiamo a votare la legge di conversione si è reso necessario per assicurare la piena partecipazione delle associazioni professionali a carattere sindacale alle procedure di rinnovo del contratto nazionale del comparto difesa e sicurezza per il triennio 2022-2024. Nell'ambito della partecipazione degli iscritti alle associazioni sindacali per il personale militare, alle trattative, alle attività necessarie al rinnovo contrattuale, era indispensabile, attraverso alcune delle disposizioni che sono contenute nel testo di questo decreto, salvaguardare la funzionalità, l'efficienza e la capacità operativa delle Forze armate e, più in generale, di tutti i settori dell'amministrazione della difesa.
Era assai importante anche normare, in maniera compiuta, l'eventuale esercizio delle prerogative sindacali nell'ambito delle Forze armate e l'utilizzo dei permessi retribuiti e dei distacchi, in modo che non venissero preclusi i diritti che scaturiscono dalla rappresentanza e, al contempo, che si salvaguardasse la funzionalità degli uffici. Inoltre, era importante integrare le disposizioni contenute nella legge n. 46 del 28 aprile 2022, che, nel riconoscere le prerogative sindacali al personale militare, stabiliva, però, che il contingente di permessi e distacchi fosse stabilito in sede di contrattazione collettiva, senza contemplare una disposizione transitoria. Per questi motivi, senza le disposizioni che andiamo oggi a convertire gli esponenti sindacali non avrebbero potuto partecipare alle procedure di contrattazione.
Il provvedimento, inoltre, risolve alcuni problemi in merito alla rappresentatività delle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari. Mentre l'articolo 13 della legge n. 46 del 28 aprile 2022 prevede che le associazioni professionali a carattere sindacale tra militari siano considerate rappresentative a livello nazionale quando raggiungono un numero di iscritti almeno pari al 4 per cento della forza effettiva complessiva della Forza armata o della forza politica a ordinamento militare, in via transitoria si è stabilito che le percentuali fossero ridotte. Tali disposizioni creavano un disallineamento rispetto ai periodi nei quali viene generalmente rilevata la rappresentatività delle organizzazioni sindacali del comparto difesa e sicurezza, dall'inizio del triennio contrattuale. Si è, quindi, reso necessario modificare la disciplina transitoria per allineare il progressivo incremento delle soglie di rappresentatività previste dall'articolo 2257-ter, comma 2, del codice dell'ordinamento militare alla scadenza di verifica della rappresentatività delle organizzazioni sindacali, oggi previste per la Polizia di Stato e per la Polizia penitenziaria, cioè ogni tre anni prima del contratto.
Il testo del decreto, poi, incrementa il Fondo risorse decentrate del personale civile del Ministero della Difesa e contiene una serie di norme in materia di investimenti nello sviluppo di tecnologie emergenti, che si realizzeranno attraverso la partecipazione dello Stato italiano al Fondo multi-sovrano di capitale di rischio denominato NATO Innovation Fund.
Infine, con il recepimento di quanto richiesto alla Commissione difesa da parte del Comitato per la legislazione e avendo chiarito che le discipline transitorie si applicano fino all'entrata in vigore del contingente di distacchi e permessi previsti dal contratto per il triennio 2022-2024, e comunque non oltre il prossimo 31 dicembre, si evita ogni incertezza applicativa nel caso in cui la conclusione della contrattazione avvenga prima della fine dell'anno.
Per tutti questi motivi che ho esposto, per garantire certezza e funzionalità alle trattative per la chiusura dell'accordo per la contrattazione, dichiaro il voto favorevole del gruppo Italia Viva, con l'augurio che il Senato converta con sollecitudine il decreto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, oggi compiamo un altro passo nel percorso di riforma avviato con l'addio definitivo al COCER e l'introduzione della libertà sindacale per i militari. Si tratta di un passaggio formale, ma necessario, in grado di consentire concretamente in questo settore il pieno svolgimento dell'attività a carattere sindacale.
La legge 28 aprile 2022, n. 46 ha aperto questa nuova fase, delineando la cornice giuridica nell'ambito della quale è possibile istituire, per la prima volta, nell'ordinamento giuridico italiano, associazioni professionali a carattere sindacale tra i militari. Il decreto-legge n. 61 del 2024 interviene disciplinando la partecipazione delle associazioni professionali a carattere sindacale tra i militari alle procedure di contrattazione del comparto difesa e sicurezza. In buona sostanza, signora Presidente, viene normata, relativamente a tali associazioni, la materia dei distacchi e dei permessi sindacali retribuiti e si modifica la disciplina transitoria in tema di rappresentatività a livello nazionale.
L'approvazione di questi interventi cade proprio mentre è in corso la prima contrattazione collettiva per il rinnovo contrattuale dall'avvio del nuovo sistema di tutela dei diritti del personale militare. Inoltre, si deve considerare che la determinazione del contingente dei distacchi autorizzabili e della misura dei permessi retribuiti è materia riservata alla contrattazione collettiva dal codice dell'ordinamento militare. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che, in attesa della conclusione della prima contrattazione collettiva, mancando la fonte contrattuale, è necessario determinare con fonte normativa il contingente massimo dei distacchi e la misura dei permessi. È la conditio sine qua non per consentire alle nuove sigle sindacali militari di partecipare alle procedure della prima contrattazione collettiva ed è questo che rende il provvedimento all'esame di quest'Aula di particolare rilievo.
Ho avuto modo di illustrare, in maniera dettagliata, i contenuti del provvedimento, in fase di relazione, quindi non mi dilungherò oltre. Tuttavia, signora Presidente, mi preme sottolineare in questa sede il valore globale di tale ulteriore tassello, che si inserisce nel complesso di norme e interventi volti a rafforzare le tutele dei militari e del personale civile e militare del Ministero della Difesa. Quando si parla di Forze armate, si hanno davanti agli occhi i volti di quelle donne e di quegli uomini che, per indossare la divisa e per proteggere la nostra libertà e sicurezza, hanno raggiunto livelli di competenza e professionalità elevatissimi. Sono loro, signora Presidente, il volto dell'Italia nelle aree più complicate e fragili del mondo e svolgono un compito difficile, quanto essenziale, a maggior ragione nello scenario odierno. L'intensificarsi - purtroppo - delle tensioni, il rischio di allargamento dei conflitti e le minacce sempre più dirette al modello occidentale hanno ulteriormente alzato il livello delle sfide che, quotidianamente, i nostri contingenti sono chiamati a fronteggiare. Noi chiediamo ogni giorno a queste donne, a questi uomini di essere in prima linea. Contiamo su di loro ed è pertanto doveroso che loro debbano poter contare anche su un sistema di tutele sindacali efficiente ed adeguato.
Accanto a tali provvedimenti, poi, vorrei sottolineare l'incremento di 10 milioni di euro per l'anno 2024 del Fondo risorse decentrate del personale civile del Ministero della Difesa. Si vuole premiare la produttività del personale civile che garantisce il necessario supporto al buon funzionamento delle Forze armate, nonché lo svolgimento di molteplici attività essenziali, a cui è preordinata la difesa. E c'è un altro aspetto che diventa sempre più il vero discrimine in campo economico e geopolitico nello scenario globale che si sta delineando: mi riferisco alla sovranità tecnologica. Si tratta della capacità di sviluppare e produrre e mantenere le proprie tecnologie critiche, senza dipendere da altre potenze. È su questo che si concentra il NATO Innovation Fund, investendo nello sviluppo di nuove tecnologie per rafforzare la difesa, la sicurezza e la resilienza dei cittadini dell'Alleanza. La protezione delle infrastrutture critiche e delle catene di approvvigionamento, a supporto della transizione ecologica, sono alcuni dei focus su cui, appunto, si concentra l'attività del Fondo. È bene considerare che, dai dati disponibili, emerge che la Cina possiede quasi il doppio degli operatori nel settore dell'intelligenza artificiale rispetto all'Unione europea, posizionandosi non molto distante dagli Stati Uniti.
Ciò ci espone non solo a dinamiche negative in termini di competitività, ma anche nell'ambito della definizione di standard tecnologici, fino al rischio concreto di una dipendenza su tale contesto. In quest'ottica, signora Presidente, diventa fondamentale l'incremento previsto di ulteriori 6.650.000 euro per l'anno 2024, al fine di far fronte agli impegni derivanti dalla sottoscrizione del fondo multi-sovrano di venture capital denominato NATO Innovation Fund.
Per concludere, le garanzie relative all'esercizio delle attività sindacali e lo sviluppo delle tecnologie emergenti nel campo della difesa sono solo due passaggi di una complessa strategia, finalizzata a mettere le nostre Forze armate nelle condizioni migliori per poter garantire la sicurezza dei nostri concittadini e di tutto il nostro Paese. La nostra sicurezza passa anche attraverso la garanzia di maggiori tutele lavorative e di ulteriori investimenti nei confronti di coloro che prestano quotidianamente il loro servizio, anche in contesti internazionali cosiddetti caldi, mettendo ogni giorno a rischio la propria vita. Pertanto, a nome del gruppo Noi Moderati, annuncio il voto favorevole al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Presidente, colleghe e colleghi, vorrei partire da una considerazione di fondo: questo in Aula è l'ennesimo decreto-legge imposto dal Governo al Parlamento, in evidente violazione dei requisiti stabiliti dalla Costituzione per la decretazione d'urgenza. Vorrei capire, infatti, dove sarebbero, in questo caso, la straordinaria necessità e urgenza e per quale motivo non si sia avviato un procedimento legislativo ordinario in Parlamento, sfruttando semmai le opportunità che la Costituzione e il Regolamento ci offrono, dei procedimenti più celeri con Commissione in sede redigente o deliberante. Sembra che, ormai, il Parlamento sia solo l'organo di ratifica del Governo.
La funzione legislativa è completamente svuotata di significato, il tutto a Costituzione invariata e ben prima che la vostra scellerata riforma sia entrata in vigore.
La scelta di utilizzare lo strumento del decreto-legge mi sembra anche significativa della miopia di cui soffre questo Governo, che, evidentemente, non vede o non vuole vedere quali siano le reali priorità di questo Paese. Ritiene che sia straordinariamente urgente e necessario, in questo particolare momento storico, intervenire in materia di sindacati militari e non, ad esempio, in materia di caporalato - lo abbiamo sottolineato anche oggi, a inizio seduta - per evitare un'altra estate di tragedie sul lavoro nei campi e risolvere, una volta per tutte, la vergognosa situazione delle tante e troppe baraccopoli che specie al Sud, ma non solo al Sud, come ricordava il collega Grimaldi, si sono trasformate in ghetti nei quali vivono in condizioni disumane i lavoratori stagionali che ci consentono di servire alle nostre tavole frutta e verdura fresche, spesso prodotte a prezzi bassissimi per chi compra, ma non certo per chi, in quei campi, fatica, pagando spesso anche con il prezzo della propria vita, com'è accaduto a Satnam Singh, morto di caporalato, morto di capitalismo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), come abbiamo sottolineato.
A noi, Presidente, sembra che i temi che necessitino di risposte immediate siano altri, quelli sì davvero importanti, e che gli interventi normativi necessari e urgenti siano su un altro livello; e, su tutti questi, il Governo resta immobile e la maggioranza in silenzio. A parte questa, che mi sembrava una doverosa premessa, com'è già stato detto, questo decreto-legge interviene dopo una sentenza della Corte costituzionale che, nel 2018, ha mutato il proprio granitico orientamento e ha riconosciuto, per la prima volta, la legittimità delle associazioni professionali di personale militare a carattere sindacale.
In tal modo, viene dato pieno e compiuto riconoscimento a un diritto giusto, che ha a che fare con la possibilità di esprimere le proprie opinioni e con la partecipazione politica e sociale. Si tratta di un percorso iniziato durante la scorsa legislatura per la realizzazione delle associazioni dei sindacati militari. La necessità di tutelare i diritti dei militari è testimoniata dalle cronache di nonnismo, che sempre più spesso provocano morti e suicidi, soprattutto tra giovani donne, e dalla tragedia delle morti da uranio impoverito dei militari impiegati nelle missioni all'estero, ad esempio. Su questo, non possiamo che essere d'accordo.
Ciò detto, restano accese perplessità in merito, ad esempio, all'articolo 4, che prevede il rifinanziamento del fondo denominato NATO Innovation Fund. Per l'Italia, terzo investitore dopo Germania e Regno Unito, sono previsti 76,53 milioni di euro, da investire nel corso di 15 anni. Con questo decreto si provvede alla copertura finanziaria delle annualità successive al 2023, anno per cui la legge di bilancio ha autorizzato 8 milioni, in considerazione del fatto che, secondo il cronoprogramma delle contribuzioni, l'Italia si è impegnata al versamento di quote pari a 7,65 milioni di euro per i primi 8 anni di operatività del Fondo, allo scopo di coprire l'1,80 per cento della contribuzione totale.
Abbiamo timori e perplessità circa le finalità perseguite dal Fondo, che potrebbero condurre a una corsa al riarmo, che sarebbe, dunque, contraria agli interessi nazionali ed europei e che ci vede assolutamente contrari. La direzione dovrebbe essere quella opposta, del progressivo disarmo, e gli impegni e le risorse dovrebbero essere investiti nei percorsi che conducono alla pace.
Le spese militari non solo alimentano guerre e conflitti armati in tutto il mondo, ma sottraggono anche risorse che potrebbero essere destinate ad affrontare i cambiamenti climatici, a investire nella giustizia globale, a promuovere la trasformazione pacifica dei conflitti e il disarmo. Per tutte queste ragioni, dichiaro il voto di astensione sul provvedimento del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Un provvedimento, quello di oggi, molto importante e - devo dire - anche molto atteso, perché l'iter parte dalla sentenza n. 120 del 2018 della Corte costituzionale, quella che sancì l'illegittimità costituzionale del divieto di associazione sindacale nelle Forze Armate. Già negli anni scorsi si tentò di normare tutto ciò, ma, con l'approvazione di questo provvedimento, troverà piena attuazione quel diritto di attività sindacale che consentirà sia la possibilità dell'esercizio che le garanzie ai lavoratori di tutte le nostre Forze Armate. Dico tutte le Forze perché, oltre alle Forze Armate, ci sono l'Arma dei carabinieri e la Guardia di Finanza, su cui questo provvedimento evidentemente incide.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 16,07)
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Oltre a questo, il provvedimento entra nel merito, ponendo anche dei criteri molto chiari dal punto di vista della chiarezza e della trasparenza. Penso alla chiarezza e alla trasparenza dei bilanci dell'attività sindacale, che sono cose molto importanti e che vengono normate, quanto a quella dello statuto: non solo deve essere normato e pubblicato in modo chiaro, ma anche con rispetto alla tematica della neutralità politica e alla non denominazione simile a partiti politici o sindacati civili. Penso, però, anche all'attività di regolamentazione, quindi al divieto di sciopero e manifestazioni in uniforme, che ovviamente è sacrosanto, ma anche alla non possibilità per le associazioni sindacali di rappresentare i lavoratori al di fuori delle Forze armate.
La vera novità però - lo hanno detto già i colleghi precedentemente - è, finalmente, la possibilità per i militari sindacalisti di distacchi e permessi retribuiti: diamo loro lo strumento per potere svolgere l'attività che stiamo oggi normando, oltre a normare anche l'attività di diritto di assemblea e di contrattazione. C'è un tema che è molto importante, che è quello della non perseguibilità, in via disciplinare, delle opinioni espresse in funzione dell'attività sindacale che si sta svolgendo, cosa che è tanto scontata quanto non banale. Quindi noi riteniamo che tutto quello che oggi è contenuto all'interno di questo provvedimento sia assolutamente un passo avanti nel superamento della vecchia normativa e del vecchio sistema organizzativo.
Chiudo perché i sindacati avranno anche dei compiti molto importanti a tutela del personale delle Forze armate. In particolare, oltre, ovviamente, a poter svolgere attività fiscale e consulenziale dal punto di vista previdenziale e assistenziale, c'è tutto il tema della promozione della salute e della sicurezza sul lavoro. Su questo spero che, anche rispetto all'argomento citato prima dall'ordine del giorno, cioè dei militari e la celiachia, possa essere una battaglia sindacale che venga svolta nelle Aule e nei luoghi adeguati, visto che i sindacati potranno interloquire non solo con i Ministeri, ma anche essere auditi nelle Commissioni.
Oltre a questo, pende una nostra interrogazione anche rispetto a tutti gli uomini e le donne delle Forze armate che hanno subito interventi di chirurgia refrattiva per difetti visivi. È un'interrogazione che giace ed è un tema che stanno normando altre Forze armate del mondo; lo ha normato addirittura la NASA, che permette di poter entrare nei corpi spaziali a coloro che hanno subito un normale intervento di chirurgia refrattiva. Credo che sarà anche nella disponibilità dei sindacati la possibilità di fare battaglie come questa, per garantire i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
Chiudo con due aspetti: è positivo l'incremento del Fondo per il personale civile al Ministero della Difesa; è vero che si poteva fare di più, ma si può sempre fare di più, quindi 10 milioni intanto arrivano e vanno a supplire a una mancanza e garantiscono nuove risorse per il buon funzionamento dell'apparato del nostro Ministero; ma soprattutto, rispetto all'intervento precedente e in opposizione all'opinione espressa, l'aumento da 1 a 7,5 milioni per il NATO Innovation Fund è una buona notizia. Questo perché, forse, il primo fondo internazionale normato e garantito, su cui si conta di spendere 1 miliardo nel corso dei prossimi 15 anni. L'Italia è il terzo contributore. Non è un Fondo che sviluppa startup di guerra, è un Fondo che vuole sviluppare startup per la difesa e soprattutto per prevenire ed evitare le guerre, quindi per questo crediamo sia molto importante.
Per tutte queste ragioni, dichiaro il voto favorevole del gruppo di Azione per un provvedimento che va semplicemente nella direzione di garantire migliori condizioni di lavoro e di vita alle Forze armate del nostro Paese e mi permetto di esprimere un senso di gratitudine e di ringraziamento a tutti coloro che, ogni giorno, svolgono questa importante missione al servizio del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Bagnasco. Ne ha facoltà.
ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, colleghi, il presente disegno di legge, che oggi questa Aula si accinge a votare, ha ad oggetto - come abbiamo ascoltato in tutti gli interventi precedenti - disposizioni urgenti in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, personale militare e civile del Ministero della Difesa e delle Forze armate.
Il provvedimento, quindi, è volto ad adottare interventi urgenti e indispensabili per garantire il pieno esercizio dell'attività professionale di carattere sindacale e per assicurare una maggiore efficienza del personale militare e civile del Ministero della Difesa e la massima operatività delle Forze armate. Si tratta di disposizioni che intervengono in vari settori dell'amministrazione della difesa, per ciascuno dei quali, naturalmente, si è ravvisata la necessità di adottare misure urgenti, finalizzate a salvaguardare la funzionalità, l'efficienza e la capacità operativa indispensabili.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 16,11)
ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). In particolare, il provvedimento contiene disposizioni volte a garantire la partecipazione delle associazioni professionali a carattere sindacale nelle procedure per il rinnovo del contratto del comparto difesa e sicurezza, per il triennio 2022-2024, già avviate lo scorso 24 aprile.
Con questo provvedimento si riconoscono, inoltre, distacchi e permessi sindacali ai fini dello svolgimento dell'attività sindacale stessa e si prevede che il contingente dei distacchi e dei permessi retribuiti sia stabilito in sede di contrattazione nell'ambito delle risorse ad essa destinate. Il medesimo decreto contiene, altresì, disposizioni volte ad incrementare il Fondo risorse decentrate del personale civile del Ministero della Difesa, con la finalità di premiare la produttività del personale civile, che garantisce il necessario supporto al buon funzionamento delle Forze armate nonché lo svolgimento di molteplici attività essenziali a cui è preordinato la Difesa.
Infine, comprende una disposizione volta a garantire la copertura finanziaria necessaria al finanziamento del NATO Innovation Fund, per l'anno 2024, secondo gli impegni definiti dalla Limited Partnership Agreement. Si tratta di un provvedimento importante, quindi, che rappresenta un ulteriore passo in avanti nell'ambito delle tanto dibattute associazioni professionali a carattere sindacale tra i militari istituite, per la prima volta - ci teniamo a dirlo in maniera molto chiara, a rivendicarlo, ovviamente - anche con l'apporto decisivo di Forza Italia sul finire della precedente legislatura, con la legge n. 46 del 2022, dopo una significativa pronuncia della Corte costituzionale che, nel 2018, aveva modificato il proprio consolidato orientamento giurisprudenziale in materia di diritti e sindacati militari (sentenza n. 120 del 2018), riconoscendo la legittimità di tali associazioni professionali di personale militare a carattere sindacale.
Per questi motivi, parliamo, pertanto, di un intervento normativo importante e necessario per consentire concretamente il pieno svolgimento dell'attività a carattere sindacale per i militari e la partecipazione alle procedure di contrattazione del comparto difesa. Per questo motivo, comunico, quindi, il voto pienamente favorevole e convinto di Forza Italia, con la speranza che questo processo possa andare avanti con celerità, in modo da arrivare alla situazione finale, che è quella per cui abbiamo lavorato tanti anni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, i sindacati militari sono una conquista, una grande conquista di tutto il Parlamento e di tutto il Paese, che è stata raggiunta, nella scorsa legislatura, con l'approvazione della legge n. 46 del 2022, e il contributo che il MoVimento 5 Stelle - che nella scorsa legislatura era forza di maggioranza, era la forza politica di maggioranza relativa - ha dato al raggiungimento di questo risultato è stato enorme. Infatti, eravamo fermamente convinti - lo eravamo allora, e lo siamo ancora oggi - della necessità che si giungesse all'approvazione di tale legge per consentire la nascita delle associazioni militari a carattere sindacale che, davvero, segneranno e stanno segnando una svolta nelle Forze armate. Ma ripeto - come ho detto in premessa - è una svolta non solo nelle Forze armate, ma in tutto il Paese. Quindi la legge n. 46 del 2022 ha delineato la cornice giuridica all'interno della quale le associazioni sindacali potevano nascere e, quindi, avrebbero potuto esplicare la loro vita e la loro forza propulsiva all'interno delle Forze armate. Praticamente quella è una legge che discende da una storica sentenza della Corte costituzionale del 2018 che aveva riconosciuto, per la prima volta nella storia della Repubblica, la legittimità delle associazioni sindacali.
Tra l'altro, questa quasi impellente necessità di rappresentare gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici delle nostre Forze armate è testimoniata da tanti episodi, anche negativi. Faccio soltanto alcuni esempi. Parto dall'ultimo, dallo scandalo che hanno riportato i media sul tipo di alloggio che era stato riservato ai nostri militari e alle Forze di Polizia che svolgevano il loro lavoro nel G7. Oppure si pensi agli episodi di nonnismo che si sono registrati negli ultimi anni, nonché al problema della necessità di un migliore finanziamento dei vari comparti delle articolazioni della Difesa, proprio per incrementare la produttività dell'intero comparto stesso. Quindi, c'era davvero la necessità che queste istanze, queste richieste, fossero incanalate nella maniera più giusta, e la maniera più giusta era proprio far nascere le associazioni a carattere militare, posto che gli organismi precedenti, che erano una pallida imitazione di vere e proprie organizzazioni sindacali, non avevano dato prova di poter soddisfare e rispondere alle sfide che le nostre Forze armate ponevano al Paese, ma come crescita sia delle Forze armate stesse, sia - ripeto - nella sua complessità del Paese.
Quindi questo decreto-legge all'esame oggi in questa Camera non è altro che una attuazione della legge n. 46 del 2022. Però, in questo decreto-legge, ci sono aspetti che davvero ci lasciano perplessi.
Li abbiamo evidenziati nel corso dell'illustrazione degli emendamenti e, quindi, li citerò di nuovo in maniera breve giusto per completezza di esposizione. Innanzitutto - lo rimarco ancora una volta, perché il MoVimento 5 Stelle ci crede e, quindi, continuerà ancora la sua battaglia - noi poniamo di nuovo il problema del personale civile del Ministero della Difesa, il cui apporto al funzionamento dell'intero comparto della difesa e, in particolare, anche delle missioni all'estero, tra le quali le missioni di pace, è un compito fondamentale.
Quindi noi crediamo sia davvero necessario che lo Stato - e quindi, in questo caso, il Governo e la maggioranza - finanzi la contrattazione collettiva, e noi avevamo stabilito in 21 milioni questo incremento di fondi che, davvero, ci sembra una somma irrisoria rispetto agli impegni di spesa che negli ultimi mesi ha preso questo Governo nell'acquisto di nuovi sistemi di arma e, in generale, nel comparto di acquisto o ammodernamento di sistemi d'arma con riferimento ai quali, appunto, si sono preventivate e approvate spese per miliardi di euro; quindi, 21 milioni rappresentano soltanto una briciola che però noi riteniamo fondamentale per il buon andamento dell'intero comparto, specie delle missioni internazionali. Pertanto invitiamo, ancora una volta, il Governo e questa maggioranza a fare un passo ulteriore. Ovviamente ci riteniamo parzialmente soddisfatti, visto che è stato approvato un incremento di 10 milioni. Noi ne chiediamo 21, quindi chiediamo un ulteriore sforzo al Governo.
Ci riteniamo soddisfatti nel senso che, dopo aver pungolato la maggioranza e il Governo su questo aspetto per tanti mesi, registriamo un primo risultato, ma noi continueremo su questa battaglia perché la riteniamo davvero una cosa buona e giusta per l'intero comparto della difesa.
Altra forte perplessità, che ho già illustrato nel corso degli emendamenti, riguarda l'articolo 4. La perplessità è duplice e riguarda sia il metodo, sia il cuore del finanziamento.
Si aumenta il finanziamento del fondo, denominato NATO Innovation Fund, da 1 milione a 7.650.000. Non capiamo la ratio della presenza di questo articolo in un provvedimento che riguarda sindacati militari. Veramente, vorrei che qualcuno mi spiegasse - ma sarà difficile spiegarlo - che cosa c'entra un finanziamento di un fondo venture capital con i sindacati militari. Sono due cose diametralmente opposte, quindi doveva essere inserito in un altro provvedimento; per esempio, doveva essere presente nella legge di bilancio che, invece, finanziava soltanto 1 milione. Lì c'è stato un vero e proprio errore del Governo, un errore della maggioranza, perché quel finanziamento discende da obblighi internazionali a cui l'Italia non può e non poteva sottrarsi.
Quindi, aver finanziato una somma inferiore rispetto agli impegni che l'Italia aveva preso è una cosa incomprensibile, da una parte, e anche un tradimento degli impegni internazionali, dall'altra. Questa è la questione di metodo.
Però vorrei di nuovo fare un accenno alla questione che è, invece, il cuore del problema. Quando è nato il fondo? Il fondo denominato NATO Innovation Fund è nato - chiedo scusa per la ripetizione delle parole - in un'epoca rispetto alla quale, sebbene siano passati solo circa 4 anni, sembra passata un'era geologica, perché era una fase precedente rispetto alla guerra dell'Ucraina e alla corsa al riarmo folle che noi stiamo vedendo in questi mesi; una corsa bellicista tesa quasi ad esaltare lo scontro con il nemico, qualunque esso sia e non, invece, le ragioni della comprensione e del dialogo, delle attività negoziali difficili volte a trovare i motivi per cui andare d'accordo e non, invece, quelli per cui scontrarsi e fare - Dio non voglia - altre guerre. Quindi, sono passati solo 4 anni, ma sembra sia passata un'era geologica. Ci sono organizzazioni non governative che, appunto, testimoniano che le previsioni di spesa, gli investimenti che sono stati decisi negli ultimi mesi, specie in ambito europeo - e quindi si parla di miliardi di euro - sono stati proposti, caldeggiati o votati da soggetti che sono molto vicini all'industria delle armi.
PRESIDENTE. Concluda.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Mi avvio a concludere. Questo è per noi, quindi, motivo di forte perplessità, che ci impedisce di votare in maniera favorevole questo provvedimento. Invece, a noi sarebbe piaciuto votare in maniera favorevole, proprio perché, in premessa, ho illustrato lo sforzo e il contributo grande che il MoVimento 5 Stelle ha dato alla nascita e all'approvazione della legge n. 46 del 2022.
Concludo, Presidente, e la ringrazio. Il MoVimento 5 Stelle rivendica il ruolo che ha avuto nella nascita, nell'approvazione, nella progettazione e nella scrittura della legge n. 46 del 2022, ma dobbiamo stigmatizzare le mancanze e le falle che sono presenti nel disegno di legge: mi riferisco al fondo denominato NATO Innovation Fund, al mancato finanziamento, nell'ordine di grandezza che noi avevamo indicato, per il personale civile della Difesa. Per questi motivi, noi ci asterremo dal voto di questo provvedimento. Questa è la dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carra'. Ne ha facoltà.
ANASTASIO CARRA' (LEGA). Onorevoli colleghi, signori membri del Governo, si conclude oggi, in questo ramo del Parlamento, l'iter di questo provvedimento che ha come finalità principale quella di consentire concretamente al personale militare il pieno svolgimento delle attività sindacali, in attuazione di un diritto che è stato riconosciuto da una sentenza della Corte costituzionale e, quindi, da un successivo intervento legislativo, risalente alla scorsa legislatura: la legge 28 aprile 2022, n. 46.
Sostanzialmente, si tratta ora di compiere il passo successivo, integrando la normativa vigente con ulteriori disposizioni indispensabili al concreto esercizio di questo diritto. Senza questo provvedimento - oggi al vostro vaglio - la riforma varata nel 2022 rimarrebbe incompleta.
Vogliamo ricordare gli elementi più importanti di questo disegno di legge: innanzitutto, il provvedimento riconosce il diritto ai distacchi e ai permessi retribuiti, senza il quale nessun militare potrebbe svolgere efficacemente un'attività sindacale. La misura prevista è quella di un distacco ogni 4.000 unità di personale e di un'ora annua di permesso retribuito ogni due unità di personale: numeri che ci paiono perfettamente sostenibili, senza particolari disagi a carico dell'efficienza operativa. Ovviamente, ne derivano costi che sono stimati a poco più di 6,7 milioni di euro per l'anno in corso, coperti attingendo al Fondo speciale di parte corrente del Ministero dell'Economia e delle finanze.
In secondo luogo, il provvedimento al nostro esame modifica le norme concernenti la rappresentatività, a livello nazionale, delle associazioni sindacali tra militari, abbassando le percentuali degli iscritti richiesti per ottenere questo riconoscimento, disponendo altresì che vengano rilevate prima che abbia inizio il triennio dei contratti da rinegoziare. Chiaramente, è un'agevolazione.
Nel disegno di legge sono altresì presenti disposizioni che incrementano di 10 milioni di euro il Fondo Risorse Decentrate del personale civile del Ministero della Difesa. Inoltre - circostanza non meno importante - all'interno del provvedimento è presente una norma che accresce significativamente le autorizzazioni di spesa, riferite al fondo multi-sovrano denominato NATO Innovation Fund, aumentando da 1 milione a 7.650.000 euro il relativo importo anche con l'obiettivo di sostenere le startup ad alto contenuto tecnologico esistente nei Paesi alleati.
Ci auguriamo, quindi, che il sistema imprenditoriale italiano colga questa opportunità che si profila. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo, nella scorsa legislatura anche la Lega-Salvini Premier ha preso atto delle indicazioni provenienti dalla Corte costituzionale in materia di diritti sindacali del personale militare, concorrendo responsabilmente all'elaborazione di un regime legale che ne riducesse al minimo l'impatto potenzialmente negativo sull'operatività delle nostre Forze armate.
Gli accorgimenti adottati hanno funzionato: la catena gerarchica non ha subìto la concorrenza di alcun contropotere interno, per effetto del riconoscimento dei diritti sindacali al personale militare. Il provvedimento sul quale ci stiamo confrontando non altera l'equilibrio che è stato faticosamente raggiunto. Quindi, per questo motivo, il gruppo della Lega-Salvini Premier voterà a favore della sua approvazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Graziano. Ne ha facoltà.
STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo decreto-legge arriva in Aula dopo la sentenza del 2018 della Corte costituzionale, concernente la nuova organizzazione delle forze sindacali tra le Forze armate. Quindi, dopo sei anni, si chiude quella che è la stagione dei COCER e inizia la stagione del sindacato militare. Noi abbiamo lavorato molto, da questo punto di vista, nelle scorse legislature: in particolare, attraverso la legge n. 46 del 2022, che ha permesso di istituire quelli che sono, in realtà, i sindacati militari.
Quello che va detto e che è importante è che la legge n. 46 del 2022 promuoveva la rappresentanza delle forze sindacali. Ma ad oggi - ed è il motivo per cui noi abbiamo fatto più emendamenti - da questo punto di vista, in realtà, solo il 15 per cento delle Forze militari ha aderito alle rappresentanze sindacali. Da tale punto di vista, abbiamo bisogno di fare un lavoro - lo dico, in particolare, al Governo - perché ci sia più tempo possibile, più condizioni possibili e si possano realizzare le condizioni per cui ci sia più pluralismo, anche da quel punto di vista.
Questo decreto, all'articolo 1, prova a razionalizzare e a creare la cornice ordinamentale per cui si possano ottenere i distacchi sindacali e le ore di distacco sindacale in funzione degli iscritti. Ovviamente, c'è da dire che c'è un Fondo che riguarda il personale civile. Noi, qui, abbiamo detto, con chiarezza, attraverso i nostri emendamenti, che si doveva - a nostro avviso - aumentare quel Fondo, che è ancora troppo basso, da quel punto di vista. Anche perché, se, da un lato, il Governo - in ogni luogo, in ogni dove e in ogni momento - si fregia delle nostre Forze militari, anche coloro i quali sono a sostegno delle Forze militari, come i civili - a nostro avviso - devono essere, insieme alle Forze militari, sostenuti, da questo punto di vista.
Faccio una nota su quella che, a nostro avviso, è una condizione fondamentale che riguarda le pensioni dei militari. Anche qui, faccio un auspicio al Governo affinché si possa intraprendere una revisione della proposta di legge del PD, a mia prima firma, che prevede la revisione e un ricalcolo del sistema, essendo ormai quasi arrivati alla formula contributiva: è evidente la difficoltà che possono avere le Forze armate per la pensione. C'è, all'articolo 4, un Fondo: il Fondo della NATO, Innovation Fund. Quello che io tengo a dire al Governo è che, a mio avviso, è in forte ritardo. Non c'entra nulla in questo decreto-legge perché, a nostro avviso, doveva essere messo nella finanziaria, non adesso. Quindi, c'è un ritardo, da questo punto di vista.
Siamo favorevoli, come abbiamo già detto in Commissione, affinché ci sia questo Fondo per le startup dell'innovazione tecnologica della Difesa, che serve, soprattutto, a nostro avviso, a creare una condizione difensiva, e non offensiva. Però, da questo punto di vista, va sottolineato che il Governo in questo è stato inadempiente, nella manovra finanziaria. A nostro avviso, doveva essere fatto molto precedentemente e in modo molto più chiaro. Noi voteremo, da questo punto di vista, a favore del decreto, perché è stata una nostra battaglia realizzare le forze sindacali all'interno delle Forze armate, ma, soprattutto, perché possano essere tutelate sempre di più le esigenze del personale delle donne e degli uomini delle Forze armate. E qui ne approfitto per ringraziare, a nome del Partito Democratico, le donne e gli uomini che, in ogni luogo e in ogni dove, tengono alta la bandiera dell'Italia all'estero, ma anche in Italia, a difesa del Paese, della libertà e, sostanzialmente, anche della pace.
Noi continueremo e sproneremo il Governo in questa direzione, perché, a nostro avviso, più pluralismo sindacale delle Forze armate c'è, più forza, da questo punto di vista, noi trarremo dal punto di vista delle tutele a favore delle donne e degli uomini delle Forze armate. Questo è il motivo per cui voteremo a favore del decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Loperfido. Ne ha facoltà.
EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la Camera dei deputati è chiamata a esprimersi sul decreto-legge n. 61 del 2024, recante disposizioni urgenti in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, personale militare e civile del Ministero della Difesa e operatività delle Forze armate. Vale a dire - permettetemi di aggiungere questo, colleghi - una serie di misure che finalmente disciplinano i diritti delle donne e degli uomini che, in divisa, ogni giorno, in Patria, in ogni angolo dei cinque continenti, lavorano a difesa del Paese e dell'interesse nazionale, sotto il nostro tricolore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Si tratta di diritti che consentiranno di dotarsi di strumenti di autotutela del proprio benessere lavorativo e professionale. Diritti contenuti in questo provvedimento, che, voglio sperare, anche in seguito a quanto ho appena ascoltato, otterrà il sostegno di tutti i gruppi parlamentari presenti in Aula.
Come e forse più di ogni altro professionista, al militare è richiesto un indubbio e superiore spirito di sacrificio, a beneficio della Patria, del popolo e dei valori fondanti la nostra Repubblica. È un lavoratore che antepone la comunità all'io, sacrifica una porzione di se stesso per un lavoro per la comunità. Un esempio per i nostri giovani concittadini, e non solo. Un lavoratore che ha il diritto, sancito peraltro dalla nostra Carta costituzionale, di poter ricorrere all'associazionismo sindacale, finalmente.
Come Fratelli d'Italia, quindi, riteniamo che questo decreto sia un passo avanti decisivo verso il pieno riconoscimento dei diritti dei nostri militari, finalmente in linea con gli standard europei, dopo decenni in cui, salvo rare eccezioni, il ruolo delle Forze armate è stato spesso sminuito o, addirittura, da qualcuno osteggiato o, quantomeno, sottaciuto. Con questo Governo, invece, il personale militare viene dotato di quei diritti, tanto richiesti nel corso degli anni.
La legge 28 aprile 2022, n. 46, ha rappresentato, quindi, una svolta storica, sancendo, per la prima volta, il diritto dei militari di costituire associazioni professionali a carattere sindacale. Io, personalmente, ho partecipato all'inaugurazione della prima sede di un'associazione sindacale presso la mia provincia, Pordenone, in Friuli-Venezia Giulia, una terra che è stata chiamata terra di caserme e capannoni, ossia di tutti coloro i quali hanno prestato servizio militare e poi si sono stabiliti all'interno della nostra regione e del nostro territorio, dimostrando la rettitudine morale di chi, servendo sotto le Forze armate, ha poi dimostrato di essere un cittadino modello. Inaugurando la sede sindacale, si percepiva l'emozione di un percorso e di un traguardo agognato per tanto tempo.
Ecco allora che, per la piena attuazione di questa legge, erano necessari ulteriori interventi normativi. Il Governo Meloni è intervenuto immediatamente e prontamente. Con senso di responsabilità, ha modificato il quadro derivante dalla legge n. 46 del 2022, lavorando con serietà e confrontandosi con gli attori che, in primis, beneficeranno di questo decreto-legge. In questi anni, nell'era repubblicana, si contano sulle dita di una mano gli incontri del Presidente del Consiglio in persona con i referenti del mondo militare.
Prima ancora che la Premier Meloni finisse il suo primo anno di mandato, ha incontrato a Palazzo Chigi i referenti delle associazioni sindacali, dimostrando la nostra vicinanza non a parole, ma con i fatti, rispetto all'importanza che la Premier, il nostro partito, la nostra coalizione hanno nei confronti del comparto della sicurezza e della difesa, che sono il baluardo della nostra democrazia. Senza difesa e senza sicurezza non vi è democrazia. Ecco perché l'importanza data da parte del nostro gruppo parlamentare a questo provvedimento.
In seguito a questo provvedimento, le nuove associazioni sindacali potranno fare anche attività di assistenza fiscale e consulenza relativamente alle prestazioni, promuovere la salute e la sicurezza sul lavoro, promuovere attività culturali, assistenziali e ricreative, di promozione del benessere personale dei rappresentanti e dei loro familiari, escludendo, però, dalle competenze delle associazioni la tutela individuale degli iscritti. Per svolgere queste funzioni, i sindacati potranno presentare osservazioni ai Ministeri competenti ed essere auditi dalle Commissioni parlamentari. In compenso, dovranno assicurare la trasparenza dei loro bilanci, che potranno essere sostenuti solo dalle quote associative degli iscritti tramite il meccanismo di delega sindacale.
Andando più nel concreto, il provvedimento disciplina alcuni aspetti cruciali per il concreto esercizio dell'attività sindacale da parte dei militari. Innanzitutto, il decreto regolamenta la materia dei distacchi e dei permessi sindacali retribuiti, garantendo ai rappresentanti delle associazioni professionali gli strumenti necessari per svolgere il proprio mandato con efficacia. A differenza del vecchio sistema Cocer, i nuovi distacchi operano in un vero e proprio quadro sindacale. L'articolo 1, infatti, richiamandosi agli articoli 1475 e seguenti del decreto legislativo n. 66 del 2010, attribuisce e garantisce distacchi e permessi retribuiti, con una proporzione di un distacco ogni 4.000 unità di personale e di un'ora annua di permesso retribuito ogni 2 unità di personale.
Per fare ciò, il Governo Meloni ha deciso di stanziare, in un contesto di risorse limitate per motivi ben noti, oltre 6.700.000 euro, senza compromettere in alcun modo il bilancio triennale 2024-2026. In particolare, ammontano a circa 3.400.000 euro le risorse destinate alle Forze armate, 2.165.000 euro all'Arma dei carabinieri, 1.155.000 euro alla Guardia di finanza. Ecco, quindi, chi disciplina stanziando risorse e chi, invece, disciplina facendo decreti a saldo zero.
Il decreto contiene anche importanti disposizioni, volte a valorizzare il personale civile del Ministero della Difesa. In particolare, viene incrementato il Fondo risorse decentrate, per premiare la produttività di chi, personale civile, con il proprio impegno quotidiano, garantisce il buon funzionamento delle Forze armate. Infine, il decreto assicura la copertura finanziaria necessaria al finanziamento del NATO Innovation Fund per l'anno 2024, un impegno fondamentale per rafforzare la nostra partecipazione alla cooperazione internazionale in materia di difesa e sicurezza. Un'ulteriore conferma, questa, della centralità dell'Italia a guida Giorgia Meloni nella politica estera continentale, con la difesa baluardo dei princìpi e dei valori della democrazia, grazie alla propria responsabilità, al proprio coraggio e alla fermezza, in un periodo storico tanto complesso quanto drammatico, segnato dalla barbarie russa in Ucraina.
Le nostre Forze armate, sotto la guida del Ministro Crosetto, richiamando l'appena citato contesto europeo, si contraddistinguono per la loro elevatissima professionalità. Con il decreto odierno si compie un ulteriore passo verso l'eccellenza nel contesto europeo, pronti, anche nei diritti, ad integrarci nell'ottica di una difesa comune europea. Vorrei concludere, colleghi, sottolineando come soltanto questo Parlamento a guida centrodestra, fortemente voluto dall'elettorato, sia in grado di sostenere questa riforma.
È una riforma che ha richiesto tempo, una riforma che ha richiesto il contributo di tutti; ha richiesto confronto ed è per questo che è necessario un Parlamento il cui elettorato ha conferito un forte mandato politico, con una visione di pieno mandato di 5 anni, un Governo stabile, con una coalizione e un programma ben chiaro, un Presidente del Consiglio con una leadership che si rafforza di giorno in giorno, elementi che riportano rapidamente e finalmente l'Italia tra i vertici dei grandi del mondo e che ci portano ad essere protagonisti della nuova Europa, che deve parlare finalmente di politica estera e politica di difesa.
Di fronte a queste sfide epocali, è nostro dovere legiferare per mettere le nostre divise, le nostre Forze armate, nelle condizioni di essere all'altezza non solo in termini di uomini e mezzi - ed ecco l'importanza anche di avere fermato la riduzione del personale militare, provvedimento fortemente voluto da Fratelli d'Italia -…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
EMANUELE LOPERFIDO (FDI). … Come dicevo, non solo in termini di uomini e mezzi, di investimenti in tecnologia e sviluppo, ma anche in termini di organizzazione sindacale, del livello di professionalità loro richiesto. Un Esercito all'altezza delle esigenze del Paese, un Parlamento all'altezza delle nostre Forze armate e del nostro Paese in Europa. Per tutti questi motivi, ringraziando ancora le donne e gli uomini in divisa, ringraziandoli per quello che fanno e per l'esempio di dedizione che regalano quotidianamente al Paese, per tutti i motivi fin qui esposti, il gruppo di Fratelli d'Italia esprime il proprio convinto sostegno a questo provvedimento. Viva l'Italia, viva le donne e gli uomini delle Forze armate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 1854-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1854-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1854-A: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 maggio 2024, n. 61, recante disposizioni urgenti in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, personale militare e civile del Ministero della Difesa e operatività delle Forze armate”.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 9) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Seguito della discussione della proposta di legge: Furfaro ed altri: “Disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza dimora” (A.C. 433-A) e dell'abbinata proposta di legge: Sportiello (A.C. 555) (ore 16,47).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 433-A: “Disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza dimora” e dell'abbinata proposta di legge n. 555.
Ricordo che nella seduta del 10 giugno si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
(Esame degli articoli - A.C. 433-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).
Avverto che, fuori della seduta, l'articolo aggiuntivo 3.0100 Mollicone e gli emendamenti 1.107 e 1.104 Sportiello sono stati ritirati dai presentatori.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
In particolare, il parere della Commissione bilancio reca una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A) e che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 433-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MARCO FURFARO, Relatore. Sull'emendamento 1.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), il parere è favorevole. Sugli emendamenti 1.100 Sportiello, 1.101 Quartini e 1.103 Sportiello, formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.102 Marianna Ricciardi, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento 1.104 Sportiello è stato ritirato.
MARCO FURFARO, Relatore. Sugli emendamenti 1.105 Quartini e 1.106 Sportiello formulo un invito al ritiro.
PRESIDENTE. Il Governo?
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 10).
A questo punto, risultano preclusi gli emendamenti 1.100 Sportiello e 1.101 e 1.105 Quartini.
Passiamo all'emendamento 1.103 Sportiello. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento che abbiamo presentato per chiedere, quanto meno, visto che per il Governo è stato un problema reperire le risorse per finanziare questa proposta di legge che richiede delle risorse importanti, di incrementare il fondo per finanziare le iniziative previste dalla proposta di legge e che già sono ristrette rispetto a quelle che inizialmente erano previste. Quindi, chiediamo di incrementare il fondo, che è attualmente di 1 milione, con almeno 10 milioni. Chiediamo al Governo di valutare questa possibilità, pur consapevoli che, come ci è stato detto anche dalla Commissione bilancio, non c'è la volontà di finanziare questa proposta di legge, quindi, noi lo mettiamo in votazione e chiediamo un ripensamento.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.103 Sportiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 Marianna Ricciardi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'emendamento 1.106 Sportiello. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento chiedeva semplicemente di assicurare a tutti i comuni una possibilità, che già esiste, ma che alcuni comuni, più virtuosi, mettono in atto ed altri no. È la possibilità di istituire residenze virtuali, a garanzia di coloro che non possono stabilire la residenza in una via per varie ragioni.
Chiediamo che venga assicurato che tutti i comuni garantiscano l'iscrizione nelle residenze virtuali, perché, di fatto, c'è una discriminazione, anche tra persone che vivono una situazione di indigenza molto grave. Ci sono quelli che vivono in un comune che ha istituito la residenza virtuale, e quindi possono, per esempio, richiedere l'assegnazione di un medico di base e usufruire dei servizi del Servizio sanitario nazionale, e quelli che vivono in comuni che invece non l'hanno fatto e che - oltre il danno la beffa - non si vedono riconosciuto il diritto che dovrebbe essere invece garantito a tutti universalmente. Quindi, veramente faccio fatica a capire il diniego di questo emendamento. Ne prendiamo atto e, chiaramente, porteremo avanti questa istanza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Vengo da una città che è stata la prima in Italia, fra i grandi comuni, a istituire una cosiddetta residenza virtuale. Queste vie comunali sono diventate, davvero, un po' lo spartiacque del diritto di avere una residenza, che vuol dire avere il diritto a un'accoglienza e a un accesso a tantissimi piccoli diritti che noi, cittadini con una casa, un affitto o un mutuo, pensiamo siano assicurati dallo Stato. Ci sono davvero tanti comuni che, in questi vent'anni, hanno provato a rendere questa innovazione strutturale, con tutti i relativi limiti (la pandemia ne ha fatti vedere molti), anche solo, per esempio, il fatto che la Polizia municipale deve continuamente fare un censimento di quante persone sono effettivamente ancora in quel comune e di quanti utilizzano questa residenza virtuale.
Ci pare, però, di poter dire che l'emendamento 1.106 Sportiello, non solo sia un emendamento di buon senso, ma inizia a chiudere una storia, che è quella dell'esperimentazione, e la fa diventare un diritto per tutti.
Pensateci bene, che cosa costa a un comune dire che è la casa di tutti? Anche i più fragili, anche quelli che non hanno più relazioni con la propria famiglia, quelli che hanno perso il lavoro - magari tanti anni fa -, coloro hanno perso, per così dire, il diritto a quell'assistenza di cui parleremo tra poco.
Ecco, credo che sia giunto il momento di dire che alcune sperimentazioni, che hanno fatto la storia del nostro Paese, devono diventare diritti per tutte e tutti. Anzi, se non è così, rischiano di essere un fattore di discriminazione, perché i grandi capoluoghi sono da tempo attrattori di senza fissa dimora, in quanto ovviamente danno più servizi e più possibilità, ma non può essere questo il discrimine e l'idea che vogliamo manifestare in questo Paese. Per questo, se la collega Sportiello è d'accordo, vorremmo sottoscrivere l'emendamento come gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Appendino. Ne ha facoltà. Ha un minuto, onorevole.
CHIARA APPENDINO (M5S). Presidente, intervengo solo a sostegno di questo emendamento, anche per esperienza. Il fatto che la residenza diventi, in qualche modo, uno strumento che esiste in tutti i comuni d'Italia, rende lo strumento molto più efficace.
Guardate, qua le strade sono due: o si tutela chi è più fragile, con uno strumento di questo tipo, oppure l'alternativa è il Daspo urbano contro i senza tetto, che è una politica che, francamente, a noi non appartiene.
Allora, se vogliamo sostenere chi è in difficoltà, è chiaro che deve essere uno strumento universale, inteso come uno strumento che esiste su tutto il territorio italiano. Altrimenti - e vado a chiudere, Presidente - diciamo che alcuni capoluoghi e alcune città si fanno carico delle fragilità, mentre altri se ne lavano la coscienza, firmando un Daspo e mandando via le persone.
Io credo che questo non sia il nostro modello e che questo Parlamento possa fare un po' meglio e dare un segnale chiaro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Chiedo anch'io di poter aggiungere la mia firma a questo emendamento, che credo sia un emendamento utile. Chiedo al Sottosegretario di riconsiderarne la valutazione, perché, anche alla luce della sperimentazione, che verrà attivata nel 2025 e nel 2026, questo emendamento potrebbe consentire una prima mappatura più omogenea e più di sistema sul territorio nazionale, anche per evitare - come ricordava la collega - che esistano disomogeneità tra aree metropolitane e tra città che, appunto, non attuano lo stesso criterio. Peraltro, un criterio che fa parte del nostro DNA, una buona prassi che esiste da tanti, tanti anni nei comuni.
Chiedo, quindi, una riconsiderazione da parte da parte del Governo, anche perché - ripeto - aiuterebbe la modalità attuativa, che comunque tra due anni dovremo dovremmo riconsiderare, dopo la sperimentazione che, appunto, è stata decisa in modo unanime, ovviamente dal presentatore della proposta di legge, ma anche da tutti i gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, dunque, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.106 Sportiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti sull'articolo 1.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 14).
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 433-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 2.100 Marianna Ricciardi e sull'articolo aggiuntivo 2.0100 Di Lauro.
MARCO FURFARO , Relatore. Sull'emendamento 2.100 Marianna Ricciardi il parere è favorevole. Sull'articolo aggiuntivo 2.0100 Di Lauro il parere è: invito al ritiro.
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 Marianna Ricciardi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 15).
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti sull'articolo 2.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 16).
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti sull'articolo aggiuntivo 2.0100 Di Lauro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.0100 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 433-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18).
Colleghi, dovremmo passare all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Poiché, però, alcuni ordini del giorno sono arrivati in questo momento, dobbiamo avere il tempo di valutarne l'ammissibilità e poi di sottoporli al Governo. Abbiamo, quindi, bisogno di una sospensione, direi di 20 minuti. Se volete mezz'ora, non è un problema. Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 17,30. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 17,05, è ripresa alle 17,30.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 433-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/433-A/1 Zanella, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/433-A/2 Mollicone, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/433-A/3 Quartini, n. 9/433-A/4 Di Lauro, n. 9/433-A/5 Sportiello e n. 9/433-A/6 Marianna Ricciardi, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/433-A/1 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/433-A/2 Mollicone.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo velocemente per chiedere che venga messo in votazione. Ho ritirato l'emendamento perché non volevo interferire con questa proposta di legge, che rispetto, al di là delle mie personali convinzioni, ma volevo cominciare ad aprire, introdurre il tema. Il tema è molto serio e, al di là della dialettica politica, penso possa trovare anche un fronte di confronto sereno e approfondito in nome della vera solidarietà. Per cui il tema è quello di offrire un modello complesso di accoglienza dei senza fissa dimora, in difesa della vita umana, proprio perché queste persone possano trovare rifugio in spazi che possano poi avviarli a un percorso di reinserimento. Quindi, in maniera anche molto trasparente e serena, questo è l'esatto contrario che lasciarli per strada.
Sono convinto della buona iniziativa del presentatore di questa proposta di legge, ma penso - non che questo incida con l'approccio laico, ma lo dico anche da credente - che la vera solidarietà sia togliere queste persone dalla strada, curarle e reinserirle o attraverso case o attraverso strutture che possano dare la possibilità, se psichiatrico, di essere curato, se di lista, di essere curato e se per scelta personale, magari capire quali sono le ragioni profonde del disagio e, anche qui, riavviarlo a un reinserimento nella società. Questo è un tema molto serio, che chiedo di affrontare, che chiederò di affrontare con una proposta di legge, ma trovando e cercando il confronto con i colleghi dell'opposizione, e lo dico da rappresentante, da esponente politico, ma lo dico anche da volontario e da credente.
E concludo con un riferimento, che è quello della parabola del samaritano. Il samaritano, che trova per strada la persona picchiata, disperata, senza più alcuna natura di sussistenza, non la lascia lì o non la cura lì. La prende, la porta in un albergo, paga per la sua cura e poi addirittura dice: fatemi sapere se servono altre risorse, perché tornerò a darle. Quindi, io penso che la vera solidarietà sia questa e sia quella di salvare queste persone dalla disperazione, da loro stessi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Poiché, da firmatario di questa norma, avevo già incrociato quest'ordine del giorno quando era un emendamento e, in questi giorni, si è anche parlato di tale emendamento fuori da quest'Aula, volevo cogliere l'occasione - anche dopo aver ascoltato le parole del collega Mollicone - per iniziare questa interlocuzione che lui richiamava.
Innanzitutto, credo che evidentemente - essendo questa una norma volta a inserire le persone senza dimora in un percorso di sanità di tutti, uguale per tutti -, un emendamento, un ordine del giorno che andava nella creazione di un sistema sanitario parallelo per i senza dimora non c'era sembrata, e non ci è sembrata, in prima istanza, una via corretta e, comunque, ci è sembrata una via che contrastasse con una norma che voleva e vuole aiutare i senza dimora a essere inseriti in un percorso sanitario come tutti gli altri cittadini.
L'altro dubbio che io pongo, per continuare questa interlocuzione è che, in questa formulazione, si mischiano alcuni aspetti che sono gli aspetti relativi all'ospitalità, alla cura, alla sicurezza, al decoro e alla collaborazione con le Forze dell'ordine che lasciano intravedere - non solo ai malpensanti, collega, ma anche ai più - un tema di possibile coercizione. È evidente che non è il suo, anche per come ha concluso il suo intervento, non è la sua idea. Tuttavia, poiché spesso il primo problema - questo lo dico da conoscitore della mia città, ma anche di tante situazioni di disagio, di persone che vivono in strada e di tante risposte delle amministrazioni pubbliche - è che lì dove si cerca di trovare il luogo dove accogliere persone senza dimora, si creano barricate e si fanno grandi proclami contro ciò, è evidente che la sua apertura, la sua richiesta di interlocuzione, la sua proposta di interlocuzione - se animata da questo spirito - non può che essere favorevole, ricordandoci però che il tema dell'accoglienza deve essere sempre un tema che riguarda la libertà, la libera scelta, l'accompagnamento e il fatto che chi deve essere aiutato deve essere libero di essere accolto, innanzitutto.
Quindi, io dico ciò anche al Sottosegretario: se, magari invece di parlare di centri di assistenza sanitaria e di questa formula, ci fermassimo al tema dell'accoglienza dei senza dimora e, quindi, di collaborare con la Protezione civile e la Croce rossa, magari anche di sostenere le amministrazioni pubbliche delle grandi città nell'accoglienza dei senza dimora, penso che saremmo i primi a votare subito l'ordine del giorno e a cominciare questa interlocuzione.
Il fatto che si tratti di una proposta - sono poche righe, bisognerebbe ampliare la riflessione -, di un sistema di accoglienza e cura parallela e, con questo dubbio, di unire alcuni aspetti, ci lascia perplessi e, per il momento, ci fa votare contro. Tuttavia, accogliamo la sua apertura e mi propongo in prima persona, in futuro, di portare avanti questa interlocuzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Credo che dovremmo, innanzitutto, comprendere bene tutti che, quando parliamo di senza fissa dimora, non parliamo soltanto delle persone che vivono in strada, parliamo anche di una moltitudine di persone che - per problemi economici, per indigenza, per difficoltà che incontrano nella vita - non riescono a stabilire una residenza nel luogo in cui vivono, magari perché hanno un contratto in una stanza in affitto. Sono tantissime le persone che si trovano in questa condizione, tantissime le persone che non possono contare su un medico di base per questa ragione burocratica. Ora, è chiaro che se parliamo di senza fissa dimora senza includere, nei ragionamenti che si fanno, questa amplissima platea, stiamo facendo un servizio monco, stiamo ragionando in parte, stiamo dedicando soltanto ad alcune persone un'iniziativa legislativa. Peraltro, proprio a voler evidenziare che la situazione è molto più complessa, ci sono diversi livelli di intervento coinvolti. È chiaro che, se parliamo di assistenza sanitaria, dovremmo parlare del Servizio sanitario nazionale. Qui, invece, nell'ordine del giorno si fa riferimento anche a convenzioni, al coinvolgimento di soggetti privati, per esempio. Se parliamo invece della presa in carico, bisogna coinvolgere allora anche altri soggetti che, nell'ordine del giorno, non sono menzionati e che possano offrire soluzioni, che possano prendere in carico la persona valutando la multidimensionalità degli interventi e che, sicuramente, non sono citati in quest'ordine del giorno. Viene da pensare che il modello… Non so se l'intenzione del proponente sia quella di creare luoghi in cui c'è una sorta di coercizione, come veniva ricordato prima, non lo posso sapere perché non c'è scritto all'interno di quest'ordine del giorno. Tuttavia, proprio perché è così poco approfondito l'argomento, che invece necessita di un approfondimento davvero molto particolare, particolareggiato, e di un lavoro sicuramente molto più importante di un ordine del giorno che non ci convince, per l'assenza delle professionalità richieste, perché si intende il senza fissa dimora come una persona abbastanza standardizzata, quando, in realtà, così non è, perché non risponde alle necessità che si vivono quotidianamente e perché mancano strumenti di presenza dello Stato, di presa in carico della persona, tale modello non ci convince affatto; è un modello che sicuramente non va incontro a quello che pensiamo debba essere la presa in carico delle persone che non possono avere una residenza all'interno del loro comune. Inoltre, manca il protagonismo dei comuni che sono l'ente di prossimità e che, anche attraverso le politiche sociali, dovrebbero prendere in carico queste persone e queste situazioni di grave difficoltà. Per tale motivo, voteremo contro, perché temiamo, tra l'altro, che quest'ordine del giorno venga iscritto in quella visione di società un po' securitaria, più preoccupata del decoro urbano che della dignità delle persone e quello che conosciamo e che sicuramente non ci appartiene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signora Presidente. Io rimango un po' perplessa di fronte all'auspicio di adottare iniziative urgenti per la salvaguardia della vita e della dignità umana e mi dico: certo, fosse vero e possibile, ma per fare tutto questo occorrono risorse. Sicuramente occorre una strategia importante, penso su tutto il territorio. Intanto, dice il collega Mollicone, punta alla sicurezza e al decoro urbano nelle città e nei centri storici. Io mi rendo ben conto che non è sicuramente un bel vedere trovare uomini e donne che bivaccano magari - io sono piemontese - in via Roma a Torino, ma è anche molto, molto difficile portare queste persone nei centri rifugio oppure senza fissa dimora. La scelta, per questi, è quella di vivere con questa modalità.
Allora, mi permetto un suggerimento, oltre ad annunciare la contrarietà su quest'ordine del giorno. È un tempo lungo quello che deve essere impegnato nei confronti dei senza fissa dimora - e non piuttosto l'indicazione del posto dove dovrebbero essere portati - ed è un tempo che portano avanti le associazioni di volontariato. È un rapporto che deve essere costruito con questi soggetti che portano dentro di loro una sofferenza importante. Dunque, mi sento sicuramente di ringraziare la Protezione civile e la Croce rossa per il lavoro che svolgono, ma dall'altra parte certamente una raccomandazione da parte nostra è quella di stanziare risorse per avere personale specializzato, educatori e psicologi che possano lentamente avviare un dialogo con i senza fissa dimora per cercare, innanzitutto, di tutelarne la dignità. Fatto questo, costruito questo percorso, riusciremo probabilmente a liberare le vie nei centri storici, ma soprattutto a ridare dignità, in questo lungo percorso, a chi oggi certamente non vive una buona vita (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Anch'io voglio intervenire per manifestare la contrarietà rispetto a quest'ordine del giorno, non tanto per gli obiettivi e le finalità, che sono sicuramente lodevoli, ma per la forma che si intende proporre, che è esattamente contraria a quello che è scritto nell'articolo 55 del codice del Terzo settore, dove si parla di amministrazione condivisa, di co-progettazione e di co-programmazione tra istituzioni, enti pubblici e Terzo settore.
Si tratta di una misura, che anche questo Governo sta portando avanti nella sua attuazione, che ha dietro di sé non soltanto un modello attuativo, ma soprattutto un modello culturale che vede la compartecipazione tra soggetti, per natura diversi, che hanno lo stesso obiettivo della progressione della comunità. Un ordine del giorno di questo tipo, qualora dovesse essere attuato, intanto non rispecchierebbe quello che esiste sul territorio, perché noi abbiamo, in Italia, oltre 5,5 milioni di volontari, un milione di lavoratori nel Terzo settore e diverse forme organizzative che il Terzo settore ha trovato, di concerto con gli enti pubblici, nel dialogo con gli enti pubblici e talvolta, purtroppo, anche in sostituzione degli enti pubblici, per rispondere a bisogni sociali che sono molto diversi sul territorio nazionale. Quindi, quest'ordine del giorno - ripeto - è contrario a quel modello culturale e a quel modello legislativo che in tre legislature si sta cercando di portare avanti.
Con l'occasione sicuramente colgo l'opportunità di questo intervento per ringraziare la Protezione civile e la Croce rossa, che sono citate in quest'ordine del giorno e che sono uno dei tanti tasselli che, appunto, esistono nel nostro Paese per rispondere a un bisogno sociale, a partire da un bisogno sociale di quegli invisibili di cui parla la proposta di legge, di cui bisogna farsi carico in una complessità di azioni rispetto alla cura nell'emergenza, alla salute mentale e ai bisogni della quotidianità. Quindi, io credo che quest'ordine del giorno debba essere ripensato anche nel parere del Governo, perché non è quel modello generativo che, invece, esiste già nel nostro Paese e che va riconosciuto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/433-A/2 Mollicone, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 20).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/433-A/3 Quartini. Ha chiesto di parlare il collega Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Noi siamo arrivati ad approvare oggi questa proposta di legge dopo un percorso abbastanza significativo in Commissione, in cui ci siamo trovati a discuterla anche in maniera approfondita. È qualcosa quello che abbiamo prodotto? Sicuramente sì e, infatti, voteremo a favore di questa proposta di legge, ma decisamente dobbiamo sottolineare che è molto meno di quello di cui il Paese avrebbe bisogno rispetto a questo tema e a questo problema. È molto meno anche rispetto alla proposta originale, molto meno rispetto alla proposta che il MoVimento 5 Stelle aveva prodotto, insieme al Partito Democratico, molto meno rispetto a quello che era stato prodotto nel decennio precedente. Quindi, sicuramente c'era un'occasione in questo caso, tra maggioranza e opposizione, per arrivare alla definizione di una PDL più compiuta e, credo, che tutti quanti possiamo riconoscere questo aspetto. Riuscire a fare un'operazione monca alla fine credo sia già qualcosa, ma è monca - lo ripeto - perché si parte da un'idea di sperimentazione di un modello, per dotare di assistenza le persone senza dimora, però in un contesto di città metropolitane, creando così delle diseguaglianze.
Io non so rispetto al diritto alla salute, che dovrebbe essere tutelato nei confronti di tutti gli individui, se queste disuguaglianze siano tollerabili in termini giurisdizionali e in termini anche costituzionali, però si sta approvando una PDL che genera delle disuguaglianze.
Allo stesso tempo, nell'ottica di raggiungere tutti gli individui che hanno questo tipo di problema, va sottolineato che questa PDL presenta una scarsità di risorse, solo un milione di euro. Ragazzi, un milione è veramente nulla rispetto alle città metropolitane italiane; è veramente una quisquiglia, è qualcosa di incredibile, perché si riescono a trovare 15 miliardi per il ponte di Messina ma non si riesce a trovare il minimo sindacale per poter fare questo tipo di operazione. Ma non è tutto, perché durante la discussione degli emendamenti una proposta, che avrebbe risolto il problema, cioè quella di dotare tutti i comuni della possibilità di offrire residenze fittizie, perché una volta che il soggetto ha la residenza ha anche diritto all'assistenza sanitaria, è stata bocciata.
Come ha già detto la collega Sportiello, il tema dei senza dimora non riguarda soltanto i soggetti che scelgono di essere senza dimora, non riguarda soltanto gli homeless, per intendersi, o i clochard - come li vogliamo definire - in un'ottica quasi romantica, che peraltro meritano un'attenzione particolare in termini di capacità di autodeterminazione. Attenzione: c'è un discorso di libera scelta, tant'è vero che l'ordine del giorno precedente presentava anche questo rischio, cioè quello di vedere i senza dimora come se fossero soggetti che deturpano il decoro urbano e non libere persone che vogliono scegliere di fare un certo tipo di stile di vita e che, quindi, non andrebbero ghettizzati. Però, il tema è questo e riguarda anche soggetti con problemi economici che non possono avere un contratto d'affitto, riguarda anche soggetti con problemi lavorativi che non possono avere un contratto di affitto, donne o uomini separati che vanno a vivere da amici e non possono prendere la residenza. Allora io dico: attenzione quando si fanno operazioni di questo tipo rispetto alla capacità di dare e dotare queste persone del giusto riconoscimento del diritto alla salute e del diritto anche ai servizi sociali, che verrebbero dietro, appunto, alla possibilità di avere una residenza. Detto questo, con quest'ordine del giorno chiediamo che il Governo - e ci meraviglia un po' che venga bocciato tout court - si impegni a reperire le risorse per garantire il diritto alla salute a tutti gli individui di questo Paese, così come prevede l'articolo 32 della Costituzione. Mi meraviglia che venga bocciato in blocco, perché a volte viene fatta anche la proposta di “prendere in considerazione l'ipotesi di”; in questo caso addirittura c'è proprio una posizione di blindatura e rigidità che non comprendiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/433-A/3 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/433-A/4 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/433-A/5 Sportiello. L'onorevole Sportiello ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno. Prego collega Sportiello, ha un minuto e mezzo residuo.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Sarò velocissima, Presidente. È l'impegno nel quale è stato trasfuso il contenuto dell'emendamento che ho presentato precedentemente, quello che assicurava attraverso i comuni la possibilità di iscriversi quantomeno in una via virtuale, appunto istituita dai comuni, in maniera tale da permettere a queste persone di poter avere comunque la residenza, un medico di base, un pediatra di libera scelta. Se l'emendamento non è passato, chiedo quantomeno al Governo di non dare un diniego netto a quest'ordine del giorno, quantomeno di prevedere la possibilità che i comuni assicurino questa determina, in maniera tale che almeno la via virtuale possa essere istituita. È un ordine del giorno, è un impegno a lavorare nel futuro in questo senso, io credo che almeno questo, insomma, possa essere riconosciuto, visto che parliamo del diritto alla salute.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/433-A/5 Sportiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/433-A/6 Marianna Ricciardi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Dispiace questo parere contrario a quest'ordine del giorno, che chiedeva al Governo un impegno per attivarsi affinché in sede di applicazione poi della proposta di legge venissero assicurate alle persone senza dimora o senza residenza anagrafica tutte quelle prestazioni socio-assistenziali e socio-sanitarie che sono incluse nei livelli essenziali delle prestazioni sociali. E dispiace perché ho l'impressione, vista anche la scarsità di risorse che sono state, purtroppo, dedicate a questo provvedimento, che si dica: “Vabbè, già avranno l'assistenza sanitaria, anche l'assistenza sociale, insomma, non esageriamo”.
Noi crediamo che offrire a queste persone servizi e interventi al fine di garantire qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione, prevenzione e l'eliminazione o la riduzione delle condizioni di svantaggio e di vulnerabilità rappresenti un segno di grande civiltà, ma non solo di civiltà, anche di lungimiranza, perché appunto prevenire queste situazioni di forte disagio consente di prevenire ed arrivare a un punto in cui si possa evitare che si arrivi a situazioni di non ritorno. Chiedo al Governo di ripensare sul parere espresso su quest'ordine del giorno e chiedo anche all'Aula di votare favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Non vedo ripensamenti da parte del Governo, quindi, se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/433-A/6 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 433-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gadda. Ne ha facoltà.
Colleghi, ancora una volta, uscite in silenzio, per favore… Sì, sì, Tocca a lei collega Gadda, se addirittura non mi ha sentito, vuol dire che abbiamo un problema. Aspetti un attimo che diamo il tempo a chi vuole di uscire, chi resta, lo faccia in silenzio.
Prego, collega Gadda, proviamoci. Collega Giachetti, capisco, ma adesso deve lasciarle fare la dichiarazione di voto. Prego.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Lo stato di salute di un Paese si vede anche dallo stato di salute dei suoi cittadini. Noi, in questi anni, stiamo assistendo a uno sgretolamento del nostro sistema di welfare, quello che è stato pensato tanti anni fa e che ha costituito una barriera di protezione e di accesso alle cure per tanti cittadini.
La nostra Costituzione, peraltro, all'articolo 32, tutela il diritto alla salute di ogni individuo come interesse particolare della persona, ma anche come interesse della comunità e questo l'abbiamo visto in modo molto preciso, in modo molto chiaro anche durante la pandemia, dove i due livelli, l'interesse particolare della persona e l'interesse della collettività, si sovrapponevano.
Quindi, da questo punto di vista, la proposta di legge entra in un filone in cui, come dicevo all'inizio del mio intervento, il nostro sistema sanitario nazionale sta iniziando ad arrancare e non a caso il nostro gruppo di Italia Viva ha fatto, fin dall'inizio, da tanti mesi una battaglia sul MES sanitario, perché il nostro sistema sanitario nazionale ha bisogno di nuove risorse, ha bisogno di personale, ha bisogno di personale motivato, perché altrimenti il nostro Paese rischia di scivolare, di degradare.
Quando le persone hanno uno stato di salute precario, queste persone non riescono pienamente a partecipare alla vita attiva del Paese, alla vita culturale, alla vita sociale e nemmeno a contribuire allo sviluppo economico delle nostre comunità. D'altro lato, abbiamo anche un Servizio sanitario nazionale istituito nel 1978 che ha la caratteristica fondamentale dell'universalità.
E quindi, con questa proposta di legge, dobbiamo iniziare a chiederci se questa caratteristica dell'universalità, insieme all'articolo 32, sia un diritto oggi effettivamente esigibile e lo facciamo a partire da quei soggetti, i più umili, i più fragili, quelli che spesso chiamiamo invisibili, che sono appunto le persone senza fissa dimora.
Questo tema ci consente anche di fotografare un altro aspetto che il rapporto dell'Istat ha preso con la freddezza, con l'evidenza dei numeri: la povertà nel nostro Paese sta aumentando, anche la povertà assoluta e, insieme alla povertà assoluta, ci sono numerose altre fragilità, numerose altre sfaccettature della povertà che portano tante persone a oscillare su e giù dalla soglia di povertà e perdere alcuni diritti. Perché questa proposta di legge, che è stata presentata dal collega Furfaro, mette in evidenza una criticità, che la legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale ha mostrato sin dalla sua prima approvazione: l'esigibilità di alcuni diritti, a partire dal diritto al welfare, dal diritto alla salute, è legato alla residenza.
Molti comuni, molte regioni, anche le regioni hanno legiferato in materia, consentendo di identificare una residenza fittizia, chiamata con diversi nomi, “via della casa comunale”, o tante volte anche identificata con i nomi di senzatetto che hanno perso la vita nella strada, oppure coi nomi di tanti volontari che in questi anni si sono fatti carico di queste fragilità.
Il punto è che però questa residenza fittizia è attuata in modo disomogeneo sul territorio nazionale. Quindi, questa proposta di legge originariamente andava direttamente a modificare l'articolo 19 della legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale, proprio per colmare questa mancanza.
La proposta di legge è stata oggetto di un ampio dibattito tra parlamentari e io credo che sia assolutamente positivo che i gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione, abbiano trovato un compromesso, un punto d'incontro. E questo punto d'incontro, ovviamente, non può essere soddisfacente, perché oggi non vedremo, con la votazione di questo provvedimento, una modifica diretta della legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale, ma prenderà il via, nel 2025 o nel 2026, una sperimentazione nelle 14 aree metropolitane per rispondere a due esigenze. La prima è quella di quantificare la platea delle persone senza fissa dimora, perché, come ricordavo, si può essere senza fissa dimora per tanti motivi. Bastano i casi della vita - un divorzio, una separazione, la perdita del lavoro - per trovarsi in situazione di indigenza assoluta, quindi, si diventa invisibili, non soltanto agli occhi dei passanti, ma spesso si diventa invisibili anche agli occhi delle istituzioni. Sovente capita che persone in condizioni di fragilità possano chiedere sostegno presso un amico, un parente, magari persone che abitano in case di edilizia pubblica, cioè nelle case popolari. Anche quelle normative, appunto, non prevedono di indicare negli edifici di edilizia pubblica la residenza di queste persone.
E quindi, la residenza lega a sé il diritto alla salute. È un diritto alla salute, da cui consegue l'accesso a una serie di servizi: le vaccinazioni, la possibilità di accedere ai centri di salute mentale, il grandissimo tema delle dipendenze e, poi, soprattutto l'oggetto del dibattito in Commissione, il tema della prevenzione. Quindi, l'accesso alle cure, l'accesso alla professionalità del Servizio sanitario nazionale, attraverso i medici di base.
Ecco, con questa occasione colgo anche l'opportunità di dire: se sperimentazione deve essere, non deve essere però una sperimentazione lasciata soltanto sulle spalle dei medici di medicina generale, ma deve andare proprio nell'ottica che l'articolo 55 della riforma del Terzo settore chiama amministrazione condivisa: quella capacità di co-programmare e di co-progettare i servizi con soggetti diversi, da un lato, le istituzioni, gli enti pubblici, gli enti locali, e, dall'altro lato, il Terzo settore che, nelle sue mille sfaccettature, oggi è in grado di prendersi carico e cura, anche con uno sguardo di amicizia, di amore e di contatto umano, di persone che nella vita hanno perso tutto e, una volta in strada, rischiano davvero di perdere anche la loro dignità.
Quindi, questa sperimentazione non deve essere un'occasione per dilazionare, ma deve essere un'occasione per quantificare. Si certifica che siano in questa situazione tra le 50.000 e le 60.000 persone circa, ma dobbiamo averne contezza, perché averne contezza significa anche quantificare dal punto di vista economico la copertura di un provvedimento che non può più attendere.
Quindi, in questa occasione, ribadisco il voto favorevole del gruppo di Italia Viva. Ed è un voto favorevole che, però, è pieno di fiducia rispetto a quello che dovrà essere una sperimentazione e a ciò che la stessa dovrà riportare alle Camere, anche auspicabilmente con un modello culturale diverso, che non è quello dell'imposizione dall'alto, ma è un approccio culturale diverso che vede il coinvolgimento del mondo del Terzo settore, dei volontari e di chi quotidianamente conosce, incontra e risponde alle fragilità delle persone.
Il nostro sistema sanitario nazionale è stato una conquista, ma è una conquista che deve essere aggiornata ogni giorno e deve essere aggiornata sulla base dei bisogni emergenti della società, perché, altrimenti, rischiamo di incancrenire una situazione che, peraltro, rischia anche di costare molto alle casse dello Stato.
È meglio prevenire, anziché curare. E molte di queste persone senza tetto accedono poi al Servizio sanitario nazionale soltanto nei pronto soccorso, nelle terapie di urgenza e, quindi, il pubblico, le istituzioni intervengono molte volte quando magari non c'è più nulla da fare.
Io credo che, oggi, noi, con un voto favorevole, con un voto positivo largamente condiviso dal Parlamento, dobbiamo assumerci una responsabilità per quelle persone più fragili della società, che contano anche sul nostro senso di responsabilità e sul nostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, tra i settori dove, più di ogni altro, si intravede con estrema nitidezza la vera missione di un parlamentare, e, con lui, quella dell'intero Parlamento, sicuramente quello sanitario occupa un posto di assoluta preminenza. Garantire il diritto alla salute di ogni cittadino, metterlo nelle condizioni di poter accedere facilmente alle cure per affrontare problematiche, semplici e complesse, significa incidere profondamente sulla vita delle persone. Non è uno slogan, è la realtà. Non a caso, il diritto alla salute è espressamente sancito dalla nostra Costituzione che, all'articolo 32, così lo definisce: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Universalità, uguaglianza, equità sono, dunque, i principi fondamentali attorno ai quali è stato istituito, di conseguenza, il sistema sanitario nazionale, improntato su un'idea di tutela della salute non come bene individuale, bensì come risorsa della comunità. Il valore delle cure fornite al singolo non si esaurisce nei benefici recati allo stesso, ma produce valore per l'intera collettività, sottolineando perfettamente l'interconnessione profonda tra il cittadino e la sua comunità. Aspetto, quest'ultimo, che la tragica esperienza della pandemia ha riportato prepotentemente in auge, pur non essendo mai tramontato.
Tutti i cittadini, dunque, devono poter ricevere le prestazioni mediche di cui necessitano in maniera paritaria. Devono, cioè, essere garantiti a tutti gli stessi livelli di qualità, di efficienza, di appropriatezza e di trasparenza del servizio, nonché delle informazioni da parte del personale medico-sanitario. Alla luce di questo, il Servizio sanitario nazionale si presenta come un sistema di strutture e servizi con lo scopo di garantire a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l'accesso universale all'erogazione equa delle prestazioni sanitarie.
Inoltre, signora Presidente, è bene ribadire che la copertura sanitaria universale rientra tra gli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottati dalle Nazioni Unite, al fine di definire con maggiore forza che la salute e l'accesso alle cure sono un diritto di tutti.
Da qui cosa succede? Discende che gli obiettivi primari del nostro Servizio sanitario nazionale siano la promozione, il mantenimento e il recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione, mediante un'organizzazione capillare sul territorio nazionale, i cui servizi sono erogati dalle aziende sanitarie locali, dalle aziende ospedaliere e da strutture private convenzionate con il Servizio. Un complesso di azioni, dunque, volte non solo a curare, ma, soprattutto, a prevenire. Il nostro sistema si basa, quindi, sulla centralità della persona, considerando la libertà di scelta del luogo di cura, il diritto a essere informato sulla malattia e sulla terapia e, anche, il diritto di negare eventualmente il proprio consenso. Sono requisiti essenziali proprio per l'esercizio del diritto in esame. L'articolazione territoriale, la collaborazione fra livelli istituzionali fanno il resto.
È un sistema di cui andare fieri, ma che non è privo di criticità, di falle, di lacune, spesso colmate, non senza fatica, dal personale medico e sanitario. Li abbiamo chiamati, più volte, eroi durante la pandemia. Molti se ne sono dimenticati poco dopo, purtroppo, ma loro hanno continuato a svolgere il proprio ruolo con dedizione, con altruismo e con solidarietà. Ebbene, signora Presidente, noi non li abbiamo dimenticati, non li possiamo dimenticare. Siamo fieri che questo Governo abbia stanziato per la sanità, in termini assoluti e in percentuale sul PIL, la quota di risorse maggiori di sempre. È sufficiente? Certo che no, si può fare sempre meglio. Ancora troppi cittadini rinunciano alle cure o le ricevono in ritardo. Ecco perché apprezziamo l'intervento dell'Esecutivo, che ha previsto una serie di misure per contenere e superare il tema delle liste di attesa. In particolare: predisponendo una piattaforma nazionale finalizzata a dialogare con quelle regionali per le liste di attesa; introducendo un organismo di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria alle dirette dipendenze del Ministero della Salute; istituendo un CUP unico, ovvero il codice unico di progetto, che identifica un progetto di investimento pubblico.
Ma quella della lentezza nell'erogazione delle prestazioni non è l'unica criticità del sistema. Senza l'iscrizione anagrafica non è possibile richiedere un medico di base e, di conseguenza, accedere alle cure e a tutte le prestazioni. È questo quanto prevede la legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e la conseguenza di questa disposizione è che i cittadini che non possono dichiarare una residenza siano esclusi dal Sistema, salvo ovviamente che per le cure di emergenza in pronto soccorso. Sono i cosiddetti senza fissa dimora, fantasmi per la società e purtroppo anche per il sistema sanitario nazionale.
Porsi l'obiettivo di ricomprendere tutti i cittadini e di offrire assistenza a una fascia particolarmente fragile della società è non solo doveroso, ma essenziale ed è nel pieno alveo del dettato costituzionale che ci guida, oltre che necessario alla luce delle situazioni di fragilità economica e sociale in cui versano sempre più le famiglie, specie quelle più giovani.
Signora Presidente, il voto di oggi è il frutto di un lavoro proficuo in Commissione, che ha visto maggioranza e opposizione, Parlamento ed Esecutivo, lavorare fianco a fianco per giungere a una soluzione. Lo scoglio che si è frapposto immediatamente è stato quello delle risorse. D'altronde, proprio fra i princìpi organizzativi del sistema sanitario nazionale vi è il dovere della programmazione sanitaria, di anteporre la tutela della salute dei cittadini a tutte le altre scelte, compatibilmente, ovviamente, con le risorse economiche disponibili. Sin dall'inizio dei lavori su questo provvedimento è emerso il problema della quantificazione degli oneri che sarebbero derivati dall'allargamento della platea di soggetti interessati. Si è partiti da un principio condiviso: il Servizio sanitario nazionale ha un carattere universalistico e quindi nessuno deve essere lasciato indietro. Ciò ricade sia nell'accezione di salute quale diritto individuale che quale risorsa dell'intera comunità.
La condivisione dei princìpi e degli obiettivi ha consentito di fare uno sforzo comune, anche per il reperimento delle coperture finanziarie necessarie. Un lavoro collegiale, signora Presidente, che ha coinvolto il Ministero della Salute, il Ministero dell'Economia e delle finanze, la Presidenza, i colleghi della Commissione e ha consentito di individuare una soluzione fondata su una sperimentazione per gli anni 2025 e 2026, che riguarda le persone senza dimora che vivono nelle città metropolitane. È un intervento, questo, che migliora il nostro sistema, che prova a eliminare un ostacolo all'uguaglianza e all'equità e che si presenta anche come esempio di una prolifica collaborazione fra forze politiche e istituzioni che siedono in posti diversi in quest'Aula, ma che, per un obiettivo comune per migliorare la condizione dei cittadini, sanno collaborare.
Come Noi Moderati, oltre al ritenerci soddisfatti del lavoro svolto, siamo in campo sin dall'inizio, dai territori fino all'Aula parlamentare, per applicare in ogni sede il dettato costituzionale in materia di diritto alla salute e far sì che veramente nessuno non solo sia lasciato indietro ma, per giunta, rimanga solo e isolato nell'affrontare una sua situazione problematica legata alla propria salute o quella dei propri cari.
Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole di Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Oggi finalmente parliamo di persone in stato di povertà materiale e immateriale, portatrici di un disagio spesso complesso, dinamico e multiforme, che non si esaurisce certo alla sola sfera dei bisogni primari, ma che investe l'intera sfera delle necessità e delle aspettative della persona, specie sotto il profilo relazionale, emotivo e affettivo. Vedete, nell'immaginario collettivo, per persone senza dimora si è soliti fare riferimento esclusivamente alla vita in strada o alla mancanza, appunto, di una casa.
Tuttavia, il profondo disagio in cui vivono i senza dimora non va riferito solo alla mancanza di un'abitazione, all'assenza della realtà fisica e tangibile della casa come tetto, ma alla più profonda e più complessa mancanza di un ambiente di vita, di un luogo privilegiato di sviluppo delle relazioni affettive, di progetti, di interessi, di un luogo dove prendersi cura di sé.
Trattandosi di una popolazione molto eterogenea e diversificata, non generica o stereotipata, trovare una definizione univoca non è semplice, così come non è semplice il tema che affrontiamo oggi. Le persone senza dimora vengono così considerate come portatrici di un bisogno indifferibile e urgente, il quale, se non adeguatamente soddisfatto, può comportare gravi rischi e compromettere la sopravvivenza. Già: tassi di malattia più elevati, speranza di vita molto più bassa, maggior frequenza di vittimizzazione e maggiori tassi di incarcerazione sono solo alcuni degli esempi.
Oggi, a legge vigente, una persona non iscritta all'anagrafe comunale perde di fatto il diritto all'assistenza sanitaria, escluse appunto le prestazioni di emergenza del pronto soccorso. È un problema a cui spesso hanno risposto le città o le regioni.
Io ho fatto per diversi anni il consigliere comunale e il consigliere regionale e, proprio da consigliere regionale del Piemonte, 3 anni fa, chiesi e ottenni, con una legge regionale, l'iscrizione delle persone senza fissa dimora nelle liste degli assistiti delle Aziende sanitarie locali regionali. Chiesi un infermiere di comunità, un medico di base di prossimità in una di quelle case di comunità per ogni persona senza dimora. Tutto, però, si fermò per una mancata copertura del provvedimento, una vera beffa visto che questa iscrizione porta a un risparmio vero: meno interventi d'urgenza e, soprattutto, meno accessi fuori tempo massimo nei pronto soccorso.
Ma c'è una vicenda molto più complessa. A Torino, già 30 anni fa, esisteva il meccanismo della cosiddetta “via fittizia” per garantire l'accesso ai servizi essenziali a queste persone. Tanti altri comuni lo applicano e hanno reso questa politica strutturale. Ma troppo spesso si affronta la presenza delle persone senza dimora parlando solo di decoro. Noi abbiamo parlato di scelte di salute e prevenzione e agito nel segno della giustizia verso persone che non solo non hanno una casa, ma quasi sempre vivono situazioni molteplici di fragilità, situazioni fatte di emarginazione, problemi psicofisici o traumi legati al percorso migratorio, problemi linguistici, dipendenze, pluridipendenze.
Ci ricordiamo bene che, durante la prima ondata pandemica, mentre lo Stato ci diceva di stare a casa, c'era chi una casa non l'aveva, né aveva alcuna possibilità di distanziamento in luoghi come i dormitori. Mi ricordo ancora quando mi arrivavano le telefonate da quei dormitori e mi chiedevano: quando arriveranno le mascherine per noi? Non parlavano di loro stessi, di loro educatori o di lavoratori di bassa soglia, ma proprio di quelle persone che erano le più fragili e che non potevano appunto rinchiudersi da nessuna parte.
In Italia sono circa 500.000 le persone senza dimora, un numero impressionante quadruplicato negli ultimi 10 anni. Sono circa 2 milioni e mezzo le famiglie in difficoltà a pagare l'affitto o il mutuo, perché incide per oltre il 40 per cento del loro stipendio mensile. Gli sfratti emessi sono stati 236.000 negli ultimi 5 anni, di cui 200.000 per morosità al 2023, e sono 983.000 le famiglie in affitto che vivono in una condizione di povertà assoluta. Anche di questo diritto, del diritto alla casa, dovremmo discutere in maniera ben diversa rispetto a quanto fatto finora.
E, guardate, se vi state stupendo, in queste ore, delle parole della deputata Salis è proprio perché non sapete di che cosa si parla quando si parla di casa. Di fronte a questo quadro devastante, il Governo ha azzerato il Fondo di sostegno agli affitti, circa 330 milioni, e il Fondo sulla morosità incolpevole. Per non dire della cancellazione del reddito di cittadinanza o della negazione del salario minimo. Prima di capire come occuparsi delle persone che vivono in strada, bisognerebbe premurarsi di non gettarle in mezzo a quella strada. Addirittura, abbiamo sentito un parlamentare di Fratelli d'Italia proporre che i senza tetto siano rinchiusi in ex aree dismesse, con agenti e guardie delle strutture.
Oggi parliamo di un diritto fondamentale: il diritto alla salute. Presto voteremo la proposta di legge in materia di assistenza sanitaria per le persone senza fissa dimora. Ringrazio, ovviamente, il collega Marco Furfaro e tutte le persone che hanno lavorato in questi anni, come le associazioni, come l'Associazione Avvocato di strada, che abbiamo conosciuto proprio insieme tanti anni fa con le prime leggi sperimentali. Ecco, tutte quelle persone che ci hanno aiutato, in questi anni, ad aprire gli occhi come, appunto, i tanti lavoratori e lavoratrici di bassa soglia che si sono ammalati durante la pandemia proprio per stare vicino agli ultimi della nostra società.
Ecco, la legge istituirebbe un fondo per consentire, in via sperimentale, alle persone senza fissa dimora l'iscrizione nelle liste degli assistiti delle aziende sanitarie locali, nonché la scelta del medico di medicina generale e l'accesso alle prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza. È un primo passo, ma c'è il rischio che coinvolga solo le città metropolitane. Noi chiediamo che coinvolga tutti, e vi chiediamo programmi per tutti i comuni con una dotazione di risorse adeguate.
Vi chiediamo intese con le regioni e con i comuni per la formazione di quegli operatori, la sensibilizzazione anche degli stessi soggetti senza fissa dimora, un'informazione adeguata sui loro diritti in materia di assistenza sanitaria. Si può, è possibile, ed è possibile evitare questa continua, logorante ed estenuante lotta soprattutto di alcuni sindaci che pensano che, con la rimozione delle loro coperte e dei loro pochi averi, si possa davvero cogliere una sfida che non è solo quella dell'inclusione, è anche quella dell'accettazione. Già, perché non tutti si possono inserire negli stessi programmi e, proprio per questo, esiste il diritto e il dovere di fare anche riduzione del danno, di fare anche politiche, in qualche modo, che possano cogliere queste diversità.
Vi chiediamo risorse per una vera coprogettazione tra i soggetti pubblici e gli enti del Terzo settore. Vi chiediamo un segnale forte, di solidarietà e di inclusione, e un migliore impiego delle risorse pubbliche, perché - e lo dico così - i costi a carico del sistema sanitario sono esponenzialmente più alti se si lascia questa platea di persone in coda nei nostri pronto soccorso. Lo racconta chi lavora nei pronto soccorso: la vita all'addiaccio favorisce l'insorgere di patologie anche croniche, come il diabete, l'epatite, le dermatiti o la tubercolosi, malattie che difficilmente vengono diagnosticate al pronto soccorso, e hanno bisogno di un'assistenza costante. Se non curati prima, quei casi finiranno con gravi complicazioni in ospedale. Per questo vi chiediamo più coraggio, per questo votiamo, come Alleanza Verdi e Sinistra, a favore di questo provvedimento, osando e chiedendo a tutte e a tutti ancora di più (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Riconoscere il diritto alla salute per tutti è un dovere costituzionale. Potremmo argomentare che questo diritto alla salute per tutti è già messo a rischio, addirittura, per chi una dimora ce l'ha, vista la situazione in cui versa il nostro Servizio sanitario nazionale, viste le liste di attesa, la mancanza di medici, gli infermieri sottopagati e quant'altro.
Tuttavia, oggi concentriamoci su un aspetto specifico, ovviamente, sull'aspetto che dà, finalmente, uno strumento necessario per garantire davvero il reale accesso universale alle cure. È uno strumento sperimentale perché, come sappiamo, questa legge dura solo due anni: prevede l'istituzione di un fondo per due anni per permettere alle persone senza fissa dimora, ma regolarmente soggiornanti nel territorio, di iscriversi nelle liste degli assistiti delle aziende sanitarie locali e, quindi, di scegliere un medico di base ed avere accesso alle prestazioni. Sicuramente un primo passo, una sperimentazione che, però, dà un segnale e, per questo, noi lo riteniamo molto importante.
È una legge che risponde a delle esigenze di prevenzione e di cura, perché va a coprire un vulnus di tutela di diritto della salute che, fino ad oggi, è stato lasciato alla gestione delle strutture sociali territoriali, magari anche del Terzo settore, che, in maniera volontaristica, cercavano di tamponare una situazione che diventa sempre più ingestibile. Se ne sono fatte carico e noi le ringraziamo e le apprezziamo, ma pensiamo che la politica e le istituzioni debbano, in questo momento, intervenire.
Senza questa legge le persone senza dimora possono certamente andare al pronto soccorso, ma poi non ci stupiamo che i pronto soccorso sono sovraccarichi, intasati e operano anche in ambiti che non dovrebbero, invece, toccare. Fanno un po' da imbuto, dove tutto arriva e tutto passa, e questo porta ad aumentare i costi, a non poter fare quella prevenzione che, come ricordavo, anche per chi ha la dimora diventa sempre più complicata, figuriamoci per chi non può avervi accesso. E soprattutto, i pronto soccorso, per quanto assolutamente ammirevoli - e io davvero ci tengo a ringraziarli ancora, a ringraziare chi opera in queste strutture - non possono certo prendere in carico le patologie che purtroppo, come anche ricordato da altri colleghi, si sviluppano nella vita di strada. Queste patologie sono particolarmente severe e non possono essere trattate in maniera emergenziale.
La soluzione prospettata in questo provvedimento è sicuramente un primo passo, ma non risolve tutti i problemi legati alla mancanza di una vera politica di diritto alla residenza anagrafica, con tutto quello che questa residenza porta con sé, in termini di diritti civili. Questa è monca, fino a che non si aiutano e non si sostengono anche tutte le realtà che ruotano attorno a queste persone bisognose, dai servizi sociali territoriali, al Terzo settore, che mi piace ricordare, fino anche ai comuni che prendono in carico le persone senza dimora che risiedono sul loro territorio. Tutti questi enti vanno supportati. Per esempio, il tema dell'housing sociale, che è ancora molto limitato, e che, se non verrà potenziato, sicuramente non sarà abbastanza per sopperire al fabbisogno.
Si è anche parlato di come reinserire le persone senza dimora in alcuni percorsi, non come quelli suggeriti dal collega di maggioranza nel suo ordine del giorno, ma veri percorsi di inserimento lavorativo, di integrazione sociosanitaria, di accompagnamento nel reinserimento nella società, più addirittura che nel mondo del lavoro. La verità è che, fino a ora, la realtà dei senza dimora è stata gestita in maniera assolutamente emergenziale. Pensate, e pensiamo tutti, al tema del freddo d'inverno e al caldo d'estate. Queste temperature, per noi fastidiose, sono per i senza dimora spesso fatali: non più di una settimana fa, proprio a pochi metri da qui, a Termini, ha perso la vita una persona senza fissa dimora. Ecco, queste sono emergenze che, sicuramente, vanno gestite, ma ci sono anche situazioni molto più di lunga data, ci sono anche situazioni ibride, situazioni che io chiamerei di precarietà abitativa, che vanno attenzionate e vanno comprese nelle politiche sociosanitarie di presa in carico. Cito un caso recente, terribile, di cui abbiamo parlato tanto, ma questo aspetto forse non è venuto fuori abbastanza, il caso di Satnam. Sta venendo fuori che lui e la moglie vivevano in pochi metri quadri di lamiera, con una precarietà e indecenza di situazione abitativa spesso foriera di discriminazione, violenza e, ovviamente, di mancanza di presa in carico del Servizio sanitario.
Infine, una piccola parentesi, ma comunque rilevante. Si parla molto di tecnologia, di digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale. Adesso esiste il fascicolo sanitario elettronico, è ancora in fase di implementazione in alcune regioni, ma diciamo che diventerà presto lo standard in tutto il nostro Paese. Quando questo sarà pienamente operativo, vorrà dire che le informazioni dei pazienti saranno più portatili, accessibili, senza più riferimenti territoriali, cartellette del medico messe in un raccoglitore in casa sua o nel suo ufficio. Questo è sicuramente un passo avanti, che può aiutare a seguire queste persone anche nelle loro peregrinazioni e anche se continueranno a non avere fissa dimora.
Altro tema è, per esempio, sempre parlando di digitalizzazione, il domicilio digitale. Per le imprese è possibile, come sappiamo, avere accesso e avere un domicilio digitale. Ecco, si potrebbe anche immaginare una sorta di domicilio digitale per l'accesso ai diritti sanitari, un po'quello che chiedeva l'ordine del giorno della collega Sportiello che, purtroppo, è stato bocciato, ma questa idea di una sorta di domicilio digitale che i comuni possono erogare è sicuramente qualcosa che andrebbe reso sistemico nel nostro Paese, non solo lasciato alla buona volontà di qualche comune più avanti.
Per concludere, Presidente, sebbene martoriata, sottofinanziata e in carenza di effettivi, la sanità italiana resta un baluardo, un baluardo di eccellenza, ma, soprattutto, un baluardo di democrazia. Quindi, mentre io spero che cercheremo di convergere - maggioranza e opposizione - sull'opportunità di focalizzare tutti gli sforzi e le risorse per rimettere in piedi la nostra sanità, questo provvedimento, comunque, fa sì che si faccia un piccolo passo avanti verso la fruizione davvero in senso universale del Servizio sanitario nazionale. Quindi, questa proposta di legge - per cui ringrazio il collega Furfaro - è un piccolo, ma fondamentale tassello per costruire un'Italia più umana. Quindi, noi voteremo convintamente a favore (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Patriarca. Ne ha facoltà.
ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, la proposta di legge che oggi discutiamo rappresenta un passo significativo verso la tutela dei diritti fondamentali delle persone senza dimora. Questo provvedimento introduce disposizioni essenziali per garantire l'assistenza sanitaria a chi non possiede una residenza anagrafica, qualsiasi sia la ragione per cui ciò si sia verificato.
Il valore sociale di questa iniziativa, che Forza Italia ha appoggiato in maniera convinta, in un lavoro di condivisione con tutte le altre forze politiche, rappresenta certamente un plus che non può essere sottovalutato.
Le persone senza dimora sono spesso invisibili e marginalizzate, e questa proposta di legge riconosce la loro dignità e il loro diritto alla salute. Garantire l'accesso alle cure mediche di base non è solo un atto di giustizia sociale, ma, da un lato, è un intervento efficace per ridurre le diseguaglianze e, dall'altro, previene l'uso eccessivo dei servizi di emergenza, con un conseguente risparmio per la collettività.
La proposta risponde pienamente ai princìpi costituzionali sanciti dagli articoli 3 e 32, promuovendo l'inclusione e il benessere collettivo. L'iniziativa, per la quale Forza Italia annuncia il voto favorevole, assume un'importanza ancora maggiore, anche alla luce dei dati forniti dall'Istat, secondo i quali le persone senza fissa dimora in Italia - pur essendo principalmente uomini - contano una crescente percentuale di donne, specialmente tra i quaranta e i cinquant'anni, molte delle quali sole e straniere. Le esigenze delle donne senza dimora sono esigenze specifiche -, spesso, sono vittime di violenza e di sfruttamento - e richiedono, pertanto, un intervento mirato, coordinato e strutturato.
La legge che stiamo per votare si prefigge di rispondere a queste esigenze, riconoscendo la vulnerabilità e la necessità di protezione di tutti quelli che si trovano in queste condizioni. L'istituzione di un Fondo destinato a finanziare un programma sperimentale nelle città metropolitane è una scelta oculata e ponderata: questo Fondo consentirà alle persone senza dimora di iscriversi negli elenchi degli assistiti delle aziende sanitarie locali, scegliendo un medico di base e accedendo alle prestazioni incluse nei LEA. La sperimentazione permette di testare l'approccio e di apportare eventuali correttivi prima di una sua necessaria estensione su scala nazionale, garantendo così l'efficacia del programma.
Un ulteriore aspetto positivo della proposta è rappresentato dall'articolo 2, che prevede che il Governo presenti annualmente alle Camere una relazione sullo stato di attuazione della legge. Questa relazione dovrà includere dati dettagliati sul numero di persone senza dimora iscritte, sulle prestazioni erogate, sulle criticità emerse e sui costi sostenuti. Tale trasparenza e senso di responsabilità sono fondamentali per assicurare che le risorse pubbliche siano utilizzate in modo efficiente e per consentire un monitoraggio continuo del programma.
Garantire l'accesso alle cure mediche di base alle persone senza dimora può rappresentare, dunque, un investimento nel benessere collettivo e un passo fondamentale verso una società più giusta ed inclusiva. Ringrazio il collega Furfaro e la collega Sportiello per essere stati promotori di questo provvedimento di civiltà e di speranza. Per questa ragione, Forza Italia voterà a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Oggi votiamo un provvedimento che vuole superare un vulnus, un problema burocratico che abbiamo nel nostro Paese e che, purtroppo, nega un diritto fondamentale a tantissime persone: quello alla salute. Stiamo per votare un provvedimento che, nelle sue intenzioni, aveva quella di garantire l'assistenza sanitaria e, quindi, anche il riconoscimento del diritto di avere l'assistenza di un medico di base e di un pediatra di libera scelta a tutte quelle persone che, per un motivo o per un altro, per indigenza economica o perché vivono in un luogo che non permette di stabilire la residenza per l'iscrizione all'anagrafe, non possono accedere ai servizi del Servizio sanitario nazionale. Questa era l'intenzione iniziale.
Il 3 aprile del 2023 - quindi, è passato un po' di tempo - abbiamo iniziato l'esame in Commissione di questo provvedimento: ci è voluto più di un anno per trovare una soluzione e capire che era prioritario ed importante garantire un diritto fondamentale, come quello alla salute, alle persone che vivono in strada o che vivono in un appartamento - o anche in un stanza - che non gli consente di stabilire lì la residenza.
Attraverso la caparbietà del relatore, il lavoro trasversale che si è svolto in Commissione e quello che abbiamo fatto tutti e tutte insieme - senza mai, ovviamente, portare avanti un lavoro distruttivo, ma solo costruttivo, al fine di migliorare i servizi e la qualità della vita di chi vive nel nostro Paese - siamo riusciti a portare avanti queste proposte di legge - la mia e quella del collega Furfaro - che, appunto, tentano di superare questo vulnus, cercando di garantire il diritto alla salute.
Ora, ci sarebbe da stupirsi: con un Servizio sanitario nazionale che ha la vocazione di essere universalistico e che nel suo statuto - nella sua legge fondante - è definito come “Servizio sanitario nazionale universale”, sembrerebbe strano che ci siano persone, nel nostro Paese, che non possano vedersi garantito il diritto alla salute. Sappiamo invece che è così.
E allora, cosa è successo? È successo che alcuni comuni, nel nostro Paese, danno per esempio la possibilità di iscriversi in una residenza virtuale: cioè, individuano una strada in cui, chi non può stabilire la propria residenza in strada reale, può stabilirvi la residenza all'unico scopo di poter usufruire dei servizi comunali e dei servizi di assistenza sanitaria, che la Costituzione prevede che dovrebbe avere. Perché l'articolo 32 della Costituzione inizia proprio così: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Ora, se questo è previsto nella nostra Costituzione, lo Stato dovrebbe già avere, dentro di sé, le risorse per poter soddisfare questo diritto, invece, ci siamo ritrovati in Commissione a dover rivedere le norme che noi avevamo proposto, perché non sono state investite le dovute risorse.
Noi voteremo a favore di questo provvedimento per cui ci siamo spesi, che abbiamo voluto ed a cui abbiamo lavorato anche nella scorsa legislatura. Però, è chiaro che lo facciamo perché garantire il diritto alla salute, sempre a più persone, è un nostro obiettivo. Noi, tuttavia, avremmo voluto garantirlo a tutti e a tutte, così come prevede la nostra Costituzione: non soltanto a qualcuno, non soltanto in via sperimentale e non soltanto progressivamente, perché non è questo che la Costituzione ci chiede. Questo non è neanche ciò che la nostra morale e la nostra etica ci dicono di fare.
Noi abbiamo provato a migliorare il testo e abbiamo fatto delle proposte. Abbiamo chiesto, per esempio, che dal testo venisse espunta la parola “progressivamente”: cioè, l'introdurre progressivamente l'assistenza sanitaria. Perché riteniamo - come ho detto - che, nel nostro Paese, il diritto all'assistenza sanitaria non debba essere riconosciuto progressivamente, ma debba essere costituzionalmente garantito.
Cosa succede se non hai la residenza? Se non hai la residenza, non puoi vederti riconosciuto il medico di base ed il pediatra di libera scelta; puoi recarti, però, al pronto soccorso. Noi sappiamo qual è la situazione dei nostri pronto soccorso: uno dei motivi per cui i nostri pronto soccorso sono saturi sta proprio nel fatto che, nel tempo, è stata depotenziata l'assistenza alla medicina territoriale.
Davanti ad una proposta del genere - che gioverebbe anche al sovraffollamento dei pronto soccorso - sarebbe stato saggio, da parte del Governo, prevedere di garantire l'assistenza sanitaria territoriale anche a chi una residenza non ce l'ha. Quindi, vi abbiamo chiesto di non prevedere un'assicurazione progressiva dell'assistenza sanitaria, ma di rispettare quello che prevede la nostra Costituzione e quello che prevede la legge istitutiva del nostro Servizio sanitario nazionale.
Abbiamo chiesto di garantire che tutti i comuni - e non soltanto quelli virtuosi, che già lo fanno - istituissero una residenza virtuale, per poter garantire una residenza alle persone e, quindi, di poter usufruire di tutta una serie di servizi, tra cui l'assistenza sanitaria. Purtroppo ci è stato detto di no, con nostra grande amarezza. Lo Stato non ha le risorse per far fronte a qualcosa che, comunque, già domani potrebbe verificarsi, perché i comuni già oggi possono farlo, già oggi possono istituire una residenza virtuale e, se domani mattina tutti i comuni decidessero di farlo, mi domando: con quali risorse il Governo potrebbe garantire questi servizi? Come fa a dire che non ci sono risorse per poter far fronte al godimento di un diritto fondamentale, come quello alla salute e a soddisfare una possibilità che già domani può verificarsi, anche senza la garanzia di questa legge? Allora, non facendo passare questa proposta, succede che rimaniamo nello status quo, in un Paese dove, nei comuni virtuosi, che hanno istituito la residenza virtuale, si continua a poter garantire un diritto e, in quelli invece che decidono di non farlo, le persone che non hanno una residenza - tra cui ci sono anche bambini e bambine - non possono avere l'assistenza sanitaria che meriterebbero e che dovrebbero avere in un Paese che lo prevede nella Costituzione.
Vi abbiamo chiesto, poi, di implementare le risorse, perché, per poter approvare questa legge, siamo giunti a profonda rivisitazione dei testi che avevamo proposto, sia noi che i colleghi del PD. Siamo giunti al punto di prevedere una misura sperimentale soltanto nelle città metropolitane, che sicuramente accolgono un bacino molto ampio di questa platea di riferimento. Però cosa succede a tutti quelli che non abitano nelle città metropolitane? Soprattutto, basteranno questi fondi per far fronte a questa richiesta all'interno delle città metropolitane?
Noi pensiamo che debbano essere implementati, ma ci saranno anche altre sedi per poter lavorare sullo stanziamento delle risorse e spero che un lavoro trasversale, come quello che c'è stato, e una volontà comune possano portarci ad aumentare gli stanziamenti per garantire il diritto alla salute, anche a chi non ha una residenza. Abbiamo provato a sostituire le città metropolitane che avete individuato, riferendoci alle regioni, per poter allargare l'ambito d'impatto della legge. Purtroppo, nessuna nostra proposta ha trovato accoglimento in quest'Aula. Quindi, l'amarezza resta, ma voteremo favorevolmente perché è sempre stato un nostro obiettivo quello di garantire il diritto alla salute a tutti e a tutte. Sebbene lo facciamo in maniera un po' timida, date le condizioni che il Governo ha posto e le scelte politiche che il Governo ha fatto, voteremo comunque a favore, perché un diritto che viene garantito è sempre un passo in più per tutta la società. Ne guadagniamo tutte e tutti e penso, quindi, che - in ogni caso - questo sia l'inizio di un percorso che deve essere assolutamente arricchito, che deve vederci più decisi, più protagonisti e sicuramente più favorevoli ad intervenire e a dare una priorità politica al diritto alla salute nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Panizzut. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO PANIZZUT (LEGA). Grazie Presidente. Colleghi, la proposta di legge che, con le modifiche fatte, ci vede assolutamente d'accordo, è finalizzata a riconoscere il diritto all'assistenza sanitaria alle persone senza dimora, prive di residenza anagrafica sul territorio nazionale. Attualmente, a legislazione vigente, se un individuo risulta senza iscrizione all'anagrafe comunale, perde il diritto fondamentale alla tutela della salute, cessando per esso l'assistenza sanitaria, escluse ovviamente le prestazioni di emergenza presso il pronto soccorso, che non sono negate - ricordiamo - a nessuno. Nello specifico, una persona è considerata senza dimora quando versa in uno stato di povertà materiale e immateriale, connotato dal forte disagio abitativo, vale a dire dall'impossibilità o incapacità di provvedere autonomamente al reperimento e al mantenimento di un'abitazione in senso proprio. Facendo riferimento alla tipologia ETHOS, così come elaborata dall'Osservatorio europeo sui senza dimora, nella definizione rientrano tutte quelle persone che vivono in spazi pubblici, in dormitori notturni e sono costrette a trascorrere molte ore della giornata in spazio pubblico all'aperto.
L'obiettivo dell'intervento è, pertanto, quello di colmare un vuoto di tutela che contrasta con i principi garantiti dagli articoli che riguardano l'uguaglianza e il diritto alla salute della Costituzione e con i principi ispiratori della legge n. 833, istitutiva del Servizio sanitario nazionale, in base ai quali l'assistenza sanitaria deve essere garantita a tutti coloro che risiedono o dimorano nel territorio della Repubblica.
Nello specifico, la finalità del provvedimento, volto a garantire, come detto, l'effettiva tutela della salute quale diritto fondamentale e universale dell'individuo, è di consentire alle persone senza dimora di iscriversi negli elenchi degli assistiti delle aziende sanitarie locali territoriali di riferimento al fine di effettuare la scelta del medico di medicina generale e di accedere alle prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza.
Siamo assolutamente d'accordo con la definizione di linee guida per i programmi di monitoraggio, prevenzione e cura delle persone senza fissa dimora iscritte negli elenchi delle aziende sanitarie locali.
La proposta di legge è, quindi, volta nello specifico a finanziare un programma sperimentale di assistenza sanitaria alle persone senza dimora.
Grazie al Ministero della Salute si istituisce un fondo con una dotazione di un milione di euro per il finanziamento del programma sperimentale per consentire alle persone senza dimora - come ho detto - l'iscrizione all'ASL, la scelta del medico e l'accesso ai livelli essenziali di assistenza. È previsto che il fondo debba essere ripartito, sempre con decreto del Ministero della Salute, tra le città metropolitane, tenendo conto della rispettiva popolazione residente, e stabilisce che sullo schema di decreto debba essere acquisito il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, e debbano essere anche sentite le associazioni di volontariato e assistenza sociale operanti in favore delle persone senza dimora maggiormente rappresentative.
Entro il 30 giugno, a decorrere dall'anno successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo presenterà alle Camere una relazione sullo stato di attuazione del monitoraggio, con particolare riferimento al numero di persone senza dimora iscritte negli elenchi delle ASL di ciascuna regione, al numero e alla tipologia delle prestazioni erogate in favore delle persone senza dimora, alle eventuali criticità emerse in fase di attuazione della presente legge e ai costi effettivi. Quindi, ringraziando i colleghi, proponenti della proposta di legge, la Lega voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Furfaro. Ne ha facoltà.
MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, sono stato eletto in una terra che ha fatto della cura degli altri la sua cifra sociale e politica: la Toscana. In un collegio che ha dato i natali a un prete di periferia che ha fatto dell'emancipazione degli altri e dei più fragili la sua missione di vita: don Lorenzo Milani. Don Milani era solito ripetere una frase “I care”. Significa “me ne importa”, “mi sta a cuore” ed è esattamente il contrario del motto fascista “me ne frego”. Mi sta a cuore, ci sta a cuore. Dovremmo ripartire proprio da qui se vogliamo riattivare quella speranza persa in tanti cittadini che hanno difficoltà con la propria vita e non trovano risposte dalla politica. Viviamo un tempo in cui le persone sono disilluse, rassegnate e non credono più che la politica possa cambiare la propria vita e combattere le ingiustizie.
Una di queste ingiustizie è sicuramente quella che subiscono ogni giorno le persone senza dimore. Una condizione di invisibilità che rende gli esseri umani vite di scarto, così li chiamava Bauman. Sì, perché i senza dimora non solo soffrono la mancanza di un tetto, di una casa propria in cui vivere, ma la loro condizione diventa per uno Stato disattento il motivo per la perdita di ulteriori diritti. Pensate, un paradosso insopportabile, in contrasto con la Costituzione, ma soprattutto con la dignità umana.
Infatti, senza dimora, una volta in strada, in macchina, sotto un ponte o da amici, purtroppo, perdono la residenza, facendo venir meno così una serie di diritti, tra cui il diritto alla salute. Questo perché la cancellazione della residenza comporta il venir meno dell'assistenza sanitaria del medico di base e per curarsi, in questo caso, possono ricorrere solo al pronto soccorso.
Questa proposta di legge, a mia prima firma, del Partito Democratico, la proposta dell'onorevole Sportiello, nasce proprio da qua, dall'esigenza di sanare questa ingiustizia e sanarla restituendo a tante persone quanto è stato loro ingiustamente tolto da una stortura. Il diritto di accedere pienamente a ciò che più oggi ci rende degni dell'aggettivo “civili”: il sistema sanitario pubblico e gratuito. Quel sistema che non dovrebbe lasciare indietro nessuno, che dovrebbe riservare cura e assistenza a tutte e a tutti, senza distinzioni di nessun genere. Perché, lasciatemelo dire: è da come un Paese tratta la cura delle persone che si valuta il suo livello di civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Siamo abituati a pensare ai senza dimora come persone che vivono sotto un ponte o su un giaciglio delle nostre stazioni. Certo, sono molti quelli che, non arrivando più a fine mese, o che perdono il lavoro, diventano così poveri da non permettersi più di pagare un affitto o un mutuo e finiscono per perdere la propria casa e sono costretti a vivere in strada.
Ma nel tempo, in questi anni, purtroppo, questo fenomeno si è ampliato a decine di migliaia di persone: padri e madri di famiglia che si separano e finiscono a vivere in macchina, donne, le donne vittime di violenza che magari scappano dal marito, dalla propria violenza domestica e si rifugiano a casa di un amico, pensionati che non riescono più a pagare l'affitto, lavoratori licenziati e incapaci di ritrovare un lavoro. Inoltre, i loro bambini - pensate, persino i loro bambini che non hanno certo alcuna colpa - perdono anche il diritto ad avere un pediatra. Una struttura normativa in contrasto con la nostra Costituzione: sì, perché i padri e le madri costituenti hanno usato l'aggettivo “fondamentale” solo una volta in tutto il dettato costituzionale e lo hanno usato per l'articolo 32 della Costituzione, che recita: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”. “Fondamentale”, per un motivo molto semplice: senza diritto alla salute, non c'è vita per avere altri diritti.
Il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione, ma è lo Stato, è il Parlamento, è il Governo, siamo noi che dobbiamo garantirlo. Il dramma nel dramma è che la legge italiana collega una serie di diritti fondamentali al possesso di una residenza, non solo il medico di base. A chi non ha la residenza è impedito anche l'accesso al centro di salute mentale, ai SerT, al consultorio. Impedisce loro di vaccinarsi e di accedere alla medicina preventiva, avendo accesso solamente al pronto soccorso.
Quando una persona perde la residenza in questo Paese è come se scomparisse. L'Istat ci dice che nel nostro Paese ci sono circa 96.000 persone senza dimora, 65.000 maschi e 31.000 donne, il 62 per cento di nazionalità italiana, con un'età media di quarant'anni. Tuttavia, sono dati che prendono in considerazione quelle persone che hanno una residenza o sono in qualche modo iscritte all'anagrafe, anche con indirizzi magari fittizi attraverso enti, associazioni, comuni, che permettono loro di usufruire dei diritti di base.
Molti altri cittadini, tuttavia, sfuggono all'Anagrafe, diventando di fatto invisibili alla società. È a loro che si rivolge questa nostra proposta di legge, che è arrivata sotto la spinta di tante associazioni, laiche e cattoliche di volontariato. Vorrei ringraziare: in primis, Antonio Mumolo, il presidente dell'Associazione Avvocato di strada, che tanto si è battuto per arrivare fino a qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Poi, Alleanza contro la Povertà, Caritas, CNCA, la Comunità di Sant'Egidio, la Comunità Papa Giovanni XXII, Cittadinanzattiva, Emergency, fio.PSD e non solo.
In alcune regioni - Emilia-Romagna, Puglia, Abruzzo, Liguria e Marche - si sono approvate leggi all'unanimità di forze politiche di centrodestra e di centrosinistra che assicurano il diritto all'assistenza sanitaria territoriale alle persone senza dimora. A maggior ragione, oggi ed ora, era diventata necessaria una legge a livello nazionale.
Tra l'altro, garantire l'accesso al medico di famiglia consente non solo un passo in avanti in termini di civiltà ma anche un rilevante risparmio economico per un sistema sanitario così in difficoltà. Basti pensare a quanto costi meno la prevenzione, il fatto che un medico di base costa allo Stato circa 80 euro l'anno mentre ogni entrata al pronto soccorso ne costa 250.
Quindi, non solo si farebbe, per queste persone, un atto di civiltà, ma ci sarebbe anche la possibilità di sbloccare i fondi da investire proprio nel sistema sanitario nazionale.
Sono cresciuto con un tetto sulla testa ma conosco la miseria, la paura e anche la povertà. Se ho avuto la fortuna di arrivare fino a dove sono adesso è anche grazie al fatto che, non solo la mia famiglia, ma anche e soprattutto lo Stato è riuscito a darmi fiducia, con un sistema di welfare che era fattivo e percepibile sulla pelle. Nel mio caso era una borsa di studio che mi ha permesso di laurearmi e non mi ha fatto sentire solo. Per molti, per troppi, oggi non è così. Anche per questo, c'è un grande astensionismo, non solo per i giovani che non vedono alcuna prospettiva ma, come abbiamo visto, in questo Paese per decine di migliaia di persone nemmeno il diritto alla salute è assicurato.
Non solo: ritrovarsi in strada oggi può essere la conseguenza di un semplice evento, di una concatenazione di situazioni sfavorevoli, a volte di imprevisti, di eventi inaspettati, la perdita del lavoro, una separazione, una malattia, una violenza di genere. La garanzia di un medico farebbe sentire queste persone di nuovo cittadini, parte sostanziale di una democrazia. Per altri sarebbe uno stimolo ad uscire dalla strada e, soprattutto, sancirebbe che la politica sa ancora a trovare gli strumenti per rendere il nostro Paese un posto più giusto e più solidale. Questo è il messaggio che daremo oggi approvando la legge. Dal 1° gennaio 2025 finalmente le persone senza dimora potranno iscriversi nei registri delle ASL e accedere al medico di base.
Avverrà dapprima in tutte le città metropolitane con l'aiuto e il coinvolgimento delle associazioni del Terzo settore, per poi ovviamente estendersi ovunque. Si doveva fare meglio? Sicuramente, ma confesso che poche volte nella mia vita mi sono sentito orgoglioso come oggi, perché oggi qui il Parlamento torna a dare il migliore degli esempi. Decine di migliaia di persone da domani non solo avranno pieno diritto alle cure, ma finalmente sapranno che lo Stato non le ha abbandonate. Sia beninteso: non stiamo dando diritti, li stiamo restituendo; il diritto alla salute e il diritto di emanciparsi da una condizione di fragilità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra) per giocarsi la partita della vita, alla pari di tutti gli altri. Questo significa dare il diritto alle cure e togliere le persone dalla strada. Non è uno Stato che ti dà una pacca sulla spalla; è uno Stato che ti dice “io credo in te”. È uno Stato a cui non interessa da dove vieni, chi sei, chi ami e da quale famiglia provieni; è uno Stato che ti prende in considerazione e ti dice “ho cura di te”, perché l'unico interesse è avere il diritto - anche tu, anche tu che non stai bene - di essere felice.
Credo che dobbiamo esserne fieri come io lo sono oggi e come spero lo siate tutti voi, perché oggi la politica e questo Parlamento riescono a dare di sé l'immagine più bella, quella che cambia la vita delle persone in meglio. Per questo ringrazio davvero tutte e tutti voi per questo passo di civiltà che regaliamo al Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ciancitto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARIA SALVATORE CIANCITTO (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, il provvedimento oggi all'esame dell'Assemblea parte da un principio basilare che dovremmo ricordare più spesso, soprattutto a noi stessi, cioè il carattere universalistico del Servizio sanitario nazionale italiano. Assicurare cure sanitarie a tutti i cittadini, migliorarne lo stato complessivo di salute e rispondere alle aspettative di assistenza dei pazienti sono alcuni degli obiettivi guida del nostro sistema sanitario nazionale, considerato - anche se ancora pochi ne sono a conoscenza - uno dei migliori al mondo.
Sono tre i princìpi su cui si fonda il Servizio sanitario nazionale italiano: universalità, che percepisce la salute come un bene dell'intera comunità; uguaglianza, secondo cui le prestazioni devono essere fornite a tutti, senza distinzione di genere, residenza, età, reddito o lavoro; equità, che garantisce parità di accesso ai percorsi assistenziali a ogni persona bisognosa di cure.
Il tema è poter dare un accesso al medico di medicina generale anche al cittadino senza fissa dimora. Si tratta di una popolazione molto eterogenea e diversificata, non stereotipata, per cui un primo lavoro, non semplice e che è stato portato avanti in Commissione, è stato trovare una definizione univoca. Nonostante le cure sanitarie di primo soccorso caratterizzate dall'urgenza vengano garantite a chiunque, i piani terapeutici a lungo termine e, in generale, tutte le prestazioni di prevenzione o di routine richiedono l'iscrizione al Servizio sanitario nazionale. Pertanto, tutte le persone senza fissa dimora, prive, appunto, di una residenza, non avevano modo di accedere alle prestazioni sanitarie che non fossero, appunto, urgenti, ossia ai cosiddetti livelli essenziali di assistenza, cioè quella categoria di prestazioni e servizi di tipo medico che devono essere garantiti dalle singole regioni come, ad esempio, l'assistenza medica di base, e proprio alcune regioni avevano, in questa materia, già legiferato in tal senso.
Partiamo con questa proposta di legge con un programma sperimentale che inizierà per gli anni 2025-2026 e comincerà dalle città metropolitane, laddove c'è una maggiore presenza di cittadini senza fissa dimora. Poi la sperimentazione ci consentirà di verificare se la legge può essere applicata o ha necessità di modifiche, ma, ancora di più, nella legge è stata prevista una relazione annuale che il Governo dovrà presentare, nel mese di febbraio dell'anno successivo alla sua applicazione, per verificare lo stato dell'arte. Si tratta, quindi, indubbiamente di un passo avanti per assicurare uguaglianza ed equità nell'accesso alle cure anche a persone che, non avendo una casa e, quindi, una residenza, non avevano sinora diritto all'assistenza.
Non dimentichiamo che l'Italia e l'Europa si trovano oggi ad affrontare sfide importanti nel contribuire a fornire servizi sanitari di alta qualità ai propri cittadini. L'invecchiamento della popolazione, i cambiamenti culturali, i modelli di finanziamento rigidi e complessi, i costi crescenti delle innovazioni e molti altri fattori stanno minacciando la sostenibilità e l'accessibilità economica dei servizi sanitari, incidendo negativamente sulla salute dei cittadini.
Ciò che è emerso prevalentemente dalla pandemia è, in primis, che la salute è il fondamento su cui si costituiscono economie resilienti e produttive e società giuste.
Nel 2023, il peggioramento delle prospettive economiche ha ulteriormente accentuato la portata della sfida sanitaria, inoltre la destabilizzazione climatica, compreso il caldo estremo, l'aumento dell'inquinamento atmosferico e la diffusione di malattie infettive pongono molteplici minacce alla salute e al benessere ai cittadini europei, aggiungendo ulteriore complessità ai sistemi sanitari già sotto assedio. Il momento attuale è fondamentale affinché l'Italia reimmagini i modelli operativi che gestiscono il sistema sanitario nazionale e adotti un modello più resiliente, inclusivo e innovativo, che accentui il benessere dei suoi cittadini. Tale transizione ci impone di spostare l'attenzione dall'attuale sistema, prevalentemente incentrato sul trattamento delle malattie croniche, a uno basato sulla promozione proattiva della salute e sulla prevenzione. Ed è per questo che in Commissione è stato svolto un lavoro molto attento e certosino e ringrazio per questo il presidente Ugo Cappellacci, ringrazio tutti i componenti della Commissione, ma consentitemi di rivolgere un ringraziamento particolare al Sottosegretario Marcello Gemmato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché ha svolto un lavoro tenace, determinato e di ricucitura tra le varie parti presenti oggi, qui nell'Assemblea, e quindi ha svolto veramente un ruolo fondamentale e indispensabile, per questo lo ringraziamo; anche perché si tratta di un intervento normativo che mira a ridurre le disuguaglianze e che ha il pregio di comportare anche un notevole risparmio di spesa, in quanto, in ambito sanitario, prevenire è meglio che curare ed è per questo che annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 433-A e abbinata)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 433-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 433-A: "Disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza dimora".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 25) (Applausi).
Dichiaro così assorbita l'abbinata proposta di legge n. 555.
Sui lavori dell'Assemblea e calendario dei lavori per il mese di luglio 2024.
PRESIDENTE. Colleghi, poiché siamo giunti alle ore 19,10 e la trattazione del successivo argomento all'ordine del giorno - il seguito della discussione delle mozioni concernenti il Piano nazionale integrato energia e clima - non potrebbe essere conclusa entro le ore 20, ove nulla osti, interromperei a questo punto i nostri lavori, rinviando alla parte pomeridiana della seduta di domani il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna. Bene, nulla osta direi.
Comunico, inoltre, che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto che nella seduta di domani, mercoledì 26 giugno, sarà iscritta all'ordine del giorno, alle ore 16,15, la deliberazione d'urgenza, ai sensi dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, sul disegno di legge n. 1929 - Proroga del termine per il riordino organico delle disposizioni che regolano il sistema tributario mediante adozione di testi unici.
È stato altresì convenuto il seguente calendario dei lavori per il mese di luglio 2024:
Lunedì 1° luglio (ore 10,30, con votazioni non prima delle ore 16)
Esame del disegno di legge S. 1133 - Conversione in legge del decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 6 luglio 2024) (previo esame e votazione delle eventuali questioni pregiudiziali presentate e per la posizione della questione di fiducia).
Martedì 2 luglio
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1133 - Conversione in legge del decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 6 luglio 2024).
(ore 14,15)
Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
(ore 16)
Votazione per appello nominale sulla questione di fiducia.
(ore 17-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)
Esame degli ordini del giorno (illustrazione ed espressione dei pareri del Governo).
Mercoledì 3 luglio
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1133 - Conversione in legge del decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 6 luglio 2024)
(9,30-13,30 e 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)
Votazione degli ordini del giorno.
Mercoledì 3 luglio (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Giovedì 4 luglio (ore 10-12)
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1133 - Conversione in legge del decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 6 luglio 2024) (per le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale).
Giovedì 4 luglio (ore 12-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 ed eventualmente nella giornata di venerdì 5 luglio)
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1718 - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare (approvato dal Senato).
Seguito dell'esame delle mozioni Riccardo Ricciardi ed altri n. 1-291, Zanella ed altri n. 1-299 e Orsini, Calovini, Formentini, Tirelli ed altri n. 1-301 concernenti iniziative volte al riconoscimento dello Stato di Palestina (ove non concluso nel mese di giugno).
Venerdì 5 luglio (ore 9,30)
Svolgimento di interpellanze urgenti.
Lunedì 8 luglio (antimeridiana e pomeridiana)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1691 - Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale (collegato alla manovra di finanza pubblica - approvato dal Senato).
Martedì 9 luglio (ore 9,30)
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
Martedì 9 (ore 12-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e mercoledì 10 luglio (ore 9,30-13,30 e 16,15-18,30)
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Mercoledì 10 luglio (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Mercoledì 10 (ore 18,30, con votazioni non prima delle ore 21) e giovedì 11 luglio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 12 luglio)
Esame del disegno di legge S. 1138 - Conversione in legge del decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, recante disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 14 luglio 2024).
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1691 - Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale (collegato alla manovra di finanza pubblica - approvato dal Senato).
Venerdì 12 luglio (ore 9,30)
Svolgimento di interpellanze urgenti.
Lunedì 15 (ore 10, con votazioni non prima delle ore 14), martedì 16 (ore 12-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e mercoledì 17 luglio (9,30-13,30 e 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)
Esame del disegno di legge n. 1896 - Conversione in legge del decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica (da inviare al Senato – scadenza: 28 luglio 2024).
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 1741, 1850 e abbinate - Disposizioni per il sostegno finanziario del Servizio sanitario nazionale (deliberata l'urgenza) (ove non concluso nel mese di giugno).
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 552 – Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di concessione della liberazione anticipata, e disposizioni temporanee concernenti la sua applicazione (ove non concluso nel mese di giugno).
Mercoledì 17 luglio (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Giovedì 18 (ore 9,30, con votazioni non prima delle ore 12) e venerdì 19 luglio (ore 9,30 e pomeridiana, con prosecuzione notturna ed eventualmente nella giornata di sabato 20 luglio)
Esame del disegno di legge n. 1902 - Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, recante disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell'anno scolastico 2024/2025 e in materia di università e ricerca (da inviare al Senato – scadenza: 30 luglio 2024).
Lunedì 22 luglio (ore 10, con votazioni non prima delle ore 16)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge recante rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2023 e del disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2024 (ove presentati alle Camere).
Discussione congiunta del Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023 e del Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024 (il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 13 di lunedì 22 luglio).
Esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico e per il processo penale (ove presentato alla Camera).
Martedì 23 luglio (ore 9,30)
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
Martedì 23 (ore 12-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 24 (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 25 luglio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)
Seguito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico e per il processo penale (ove presentato alla Camera).
Seguito dell'esame del disegno di legge recante rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2023 e del disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2024 (ove presentati alle Camere).
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 695 - Modifica all'articolo 133 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, in materia di applicazione del premio minimo su base nazionale, ai fini dell'assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli, in mancanza di sinistri negli ultimi dieci anni (ove non concluso nel mese di giugno).
Nella seduta di giovedì 25 luglio avrà luogo il seguito dell'esame del Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023 e del Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024.
Mercoledì 24 luglio (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Giovedì 25 luglio (al termine delle votazioni)
Discussione sulle linee generali del Doc. XXII, n. 23 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle tendenze demografiche nazionali e sui loro effetti economici e sociali.
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1660 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario.
Venerdì 26 luglio (ore 9,30, con votazioni non prima delle ore 12)
Esame del disegno di legge S. 1161 - Conversione in legge del decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73, recante misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 6 agosto 2024).
Lunedì 29 (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e martedì 30 luglio (ore 12-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1161 - Conversione in legge del decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73, recante misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 6 agosto 2024).
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Seguito dell'esame del Doc. XXII, n. 23 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle tendenze demografiche nazionali e sui loro effetti economici e sociali.
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1660 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario.
Martedì 30 luglio (ore 9,30)
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
Mercoledì 31 luglio (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), giovedì 1 (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e venerdì 2 agosto (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)
Esame del disegno di legge S. 1162 - Conversione in legge del decreto-legge 11 giugno 2024, n. 76, recante disposizioni urgenti per la ricostruzione post-calamità, per interventi di protezione civile e per lo svolgimento di grandi eventi internazionali (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 10 agosto 2024).
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Mercoledì 31 luglio (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Con riferimento al disegno di legge S. 1133, sono stati fissati i seguenti termini:
per la presentazione delle questioni pregiudiziali: ore 10 di giovedì 27 giugno;
per la presentazione degli emendamenti: ore 10,30 di lunedì 1° luglio;
per la presentazione degli ordini del giorno: ore 17,30 di lunedì 1° luglio.
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge n. 1691, n. 1660, dei disegni di legge di rendiconto e assestamento e del Doc. XXII, n. 23 sarà definita dopo la conclusione dell'esame in sede referente.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. È notizia di questi giorni l'emanazione del nuovo decreto “Campi Flegrei” da parte del Consiglio dei ministri e del Ministro Musumeci. Ci basiamo sulle bozze lette e sulle dichiarazioni del Ministro, ma possiamo affermare che, anche questa volta, non si è centrato il punto. Mancano misure importanti, che servono a rendere veramente resiliente il territorio fra le quali, ad esempio, quella che abbiamo proposto a più riprese, ovvero il super sisma bonus. Ma non è solo questo. La cosa che continua a dare tremendamente fastidio è che il Ministro Musumeci, per l'ennesima volta, coglie l'occasione per screditare il popolo flegreo, dicendo che in questi 40 anni c'è stato uno sviluppo urbanistico indiscriminato e senza cognizione di causa.
Al Ministro voglio innanzitutto ricordare che, in questi 40 anni, si sono alternati Governi e amministrazioni tanto di centrosinistra quanto di centrodestra; voglio ricordare che il Governo che ha emanato ben 2 provvedimenti per i condoni edilizi è stato il Governo Berlusconi. Insomma, andiamo a vedere innanzitutto in casa propria, prima di criticare gli altri, e scopriremo effettivamente come stanno le cose.
Ci faccia un piacere. Qualsiasi misura decida di portare avanti, qualsiasi provvedimento voglia spingere, il Ministro deve tenere sempre però a mente una cosa: la smetta una volta per tutte di screditare il popolo flegreo. Questo è veramente intollerabile, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Furgiuele. Ne ha facoltà.
DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Suscita scalpore e indignazione in Calabria la questione, irrisolta, dei tirocinanti: oltre 4000 lavoratori, un bacino molto consistente, che soffre ed è diventato una vera e propria ferita ai diritti di questi lavoratori che non riescono a trovare, dopo tanti anni di servizio alla collettività, una dignità lavorativa, ossia non riescono ad avere una contrattualizzazione che ne riconosca i servizi effettuati, i loro diritti e i loro doveri.
È una questione inconcepibile, soprattutto per il fatto che molte di queste persone sono over 55 e sono imprigionate in questo status di tirocinanti, oltre al fatto che 5 milioni di euro stanziati per accompagnare l'inserimento nei percorsi lavorativi degli enti locali, evidentemente, nell'immediato, hanno dimostrato di essere molto pochi.
Allora ho pensato di intervenire e di interrogare il Ministro per la Pubblica amministrazione, Zangrillo, chiedendogli se non fosse arrivato il momento di superare i proclami territoriali e di aprire definitivamente un tavolo di confronto fra le parti interessate e il Ministero stesso, perché questi lavoratori, questi uomini, queste donne, questi cittadini calabresi hanno diritto ad avere un futuro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO (M5S). “Io e mio fratello siamo venuti in Europa per salvare le nostre vite”. Sono alcune delle parole che ho ascoltato nel carcere di Castrovillari da Maysoon Majidi, cittadina iraniana di etnia curda. In patria è stata una regista, attivista per i diritti umani e per la parità di genere, oppositrice al regime teocratico. In fuga da una dimensione che considera una colpa essere donna, il 31 dicembre è sbarcata sulle coste calabresi, a Cutro, dove un anno fa morivano 95 persone, una morte per inedia e indifferenza. Maysoon è una vittima anche lei, accusata di essere una scafista. Peccato che i probabili, veri scafisti - che poi sono quelli che l'accusano - in realtà sono già fuggiti lontani dal nostro Paese, peccato che lei abbia potuto sapere, nella sua lingua, delle accuse che le venivano rivolte soltanto un paio di mesi fa, peccato che nel frattempo sia dimagrita di 15 chili e abbia fatto numerosi scioperi della fame. La caccia agli scafisti su tutto il globo terracqueo, con cui questo Governo, attraverso il decreto Cutro, ha deciso di affrontare i flussi migratori, è stato totalmente fallimentare e ha generato una serie di distorsioni e di cortocircuiti giuridici di cui sono vittime centinaia di migranti. In un Paese civile, a questo punto, dovremmo domandarci che cosa ha funzionato e che cosa dovremmo modificare e se, per esser giudicati rei di un crimine odioso come la tratta delle persone, ci si possa affidare a interpreti distratti, testimoni dubbi e procedure colpevoliste, perché io l'ho guardata negli occhi Maysoon, e tutto diceva tranne che essere colpevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 26 giugno 2024 - Ore 9:
1. Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2024.
(ore 15)
2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
(ore 16,15)
3. Dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1929 .
4. Seguito della discussione delle mozioni Ilaria Fontana ed altri n. 1-00276, Bonelli ed altri n. 1-00294, Squeri, Mattia, Zinzi, Cavo ed altri n. 1-00295, Peluffo ed altri n. 1-00296 e Ruffino ed altri n. 1-00300 concernenti iniziative in merito al Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), con particolare riferimento al relativo aggiornamento in coerenza con gli obiettivi di decarbonizzazione .
5. Seguito della discussione della proposta di legge:
SCHLEIN ed altri: Disposizioni per il sostegno finanziario del Servizio sanitario nazionale in attuazione dei princìpi di universalità, eguaglianza ed equità. (C. 1741-A)
e delle abbinate proposte di legge: SPERANZA ed altri; CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE; CONSIGLIO REGIONALE DELL'EMILIA ROMAGNA; CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA; CONSIGLIO REGIONALE DELLE MARCHE; CONSIGLIO REGIONALE DELLA PUGLIA; QUARTINI ed altri; BONETTI ed altri; ZANELLA ed altri. (C. 503-1533-1545-1608-1626-1712-1846-1850-1865)
Relatori: LOIZZO, per la maggioranza; FURFARO, di minoranza.
6. Seguito della discussione della proposta di legge:
BATTILOCCHIO ed altri: Istituzione della Giornata nazionale delle periferie urbane. (C. 1737-A)
Relatore: PAOLO EMILIO RUSSO.
7. Seguito della discussione della proposta di legge:
GIACHETTI ed altri: Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di concessione della liberazione anticipata, e disposizioni temporanee concernenti la sua applicazione. (C. 552)
8. Seguito della discussione delle mozioni Riccardo Ricciardi ed altri n. 1-00291, Zanella ed altri n. 1-00299 e Orsini, Calovini, Formentini, Tirelli ed altri n. 1-00301 concernenti iniziative volte al riconoscimento dello Stato di Palestina .
9. Seguito della discussione del disegno di legge (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate):
S. 808 - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare (Approvato dal Senato). (C. 1718)
Relatori: PITTALIS E VARCHI.
10. Seguito della discussione della proposta di legge:
BORRELLI: Modifica all'articolo 133 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, in materia di applicazione del premio minimo su base nazionale, ai fini dell'assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli, in mancanza di sinistri negli ultimi dieci anni. (C. 695-A)
Relatore: DE BERTOLDI.
La seduta termina alle 19,25.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 il deputato Gnassi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 9 il deputato Davide Bergamini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 17 la deputata Ferrari ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;
nella votazione n. 17 il deputato Bellomo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 20 il deputato Graziano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 24 il deputato Maerna ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 25 i deputati Cattoi, Frassini e Rotondi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DDL 1854-A - ART AGG 1.0102 | 242 | 239 | 3 | 120 | 99 | 140 | 84 | Resp. |
2 | Nominale | ART AGG 1.0101 | 246 | 243 | 3 | 122 | 101 | 142 | 82 | Resp. |
3 | Nominale | EM 2.1 | 247 | 237 | 10 | 119 | 95 | 142 | 82 | Resp. |
4 | Nominale | EM 3.1, 3.100 | 247 | 238 | 9 | 120 | 96 | 142 | 82 | Resp. |
5 | Nominale | EM 4.1 | 248 | 248 | 0 | 125 | 46 | 202 | 82 | Resp. |
6 | Nominale | ODG 9/1854-A/1 | 250 | 198 | 52 | 100 | 48 | 150 | 82 | Resp. |
7 | Nominale | ODG 9/1854-A/2 | 250 | 246 | 4 | 124 | 104 | 142 | 81 | Resp. |
8 | Nominale | ODG 9/1854-A/3 | 248 | 238 | 10 | 120 | 95 | 143 | 81 | Resp. |
9 | Nominale | DDL 1854-A - VOTO FINALE | 245 | 197 | 48 | 99 | 196 | 1 | 76 | Appr. |
10 | Nominale | PDL 433-A E ABB - EM 1.500 | 253 | 215 | 38 | 108 | 215 | 0 | 74 | Appr. |
11 | Nominale | EM 1.103 | 252 | 245 | 7 | 123 | 49 | 196 | 74 | Resp. |
12 | Nominale | EM 1.102 | 255 | 255 | 0 | 128 | 255 | 0 | 74 | Appr. |
13 | Nominale | EM 1.106 | 258 | 213 | 45 | 107 | 62 | 151 | 74 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 25) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | ARTICOLO 1 | 258 | 258 | 0 | 130 | 258 | 0 | 74 | Appr. |
15 | Nominale | EM 2.100 | 261 | 261 | 0 | 131 | 261 | 0 | 74 | Appr. |
16 | Nominale | ARTICOLO 2 | 257 | 257 | 0 | 129 | 257 | 0 | 74 | Appr. |
17 | Nominale | ART AGG 2.0100 | 259 | 208 | 51 | 105 | 58 | 150 | 74 | Resp. |
18 | Nominale | ARTICOLO 3 | 262 | 262 | 0 | 132 | 262 | 0 | 74 | Appr. |
19 | Nominale | ODG 9/433-A E ABB/1 | 230 | 228 | 2 | 115 | 96 | 132 | 74 | Resp. |
20 | Nominale | ODG 9/433-A E ABB/2 | 248 | 244 | 4 | 123 | 144 | 100 | 74 | Appr. |
21 | Nominale | ODG 9/433-A E ABB/3 | 246 | 244 | 2 | 123 | 99 | 145 | 74 | Resp. |
22 | Nominale | ODG 9/433-A E ABB/4 | 249 | 246 | 3 | 124 | 101 | 145 | 74 | Resp. |
23 | Nominale | ODG 9/433-A E ABB/5 | 246 | 246 | 0 | 124 | 99 | 147 | 74 | Resp. |
24 | Nominale | ODG 9/433-A E ABB/6 | 241 | 238 | 3 | 120 | 96 | 142 | 74 | Resp. |
25 | Nominale | PDL 433-A E ABB - VOTO FINALE | 227 | 227 | 0 | 114 | 227 | 0 | 72 | Appr. |